Il romanticismo - IIS Severi

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Il romanticismo - IIS Severi
Introduzione al Romanticismo
Genesi del romanticismo
La comprensione del romanticismo fu un problema anche per i contemporanei.
E’ un fenomeno complesso, che si presenta non omogeneo in tutti i paesi europei; esistono non una, ma
molte poetiche ed estetiche romantiche, con molti punti di contatto ma anche non poche divergenze.
( Il termine romantico non compare per la I volta nell’800; già da due sec. romantic era utilizzato in
Inghilterra per designare , in accezione negativa, gli aspetti strani, assurdi, lontani dal modo comune di
rappresentare la realtà, dei romanzi pastorali o della letteratura cavalleresca. Sempre in accezione negativa
nel 700 la parola designava temi, atmosfere, forme narrative contrarie ai dettami della ragione, irrazionali e
irragionevoli, spesso troppo sentimentali. Quando però vennero rivalutati la tradizione letteraria medievale,
il sentimento, la fantasia, l’irrazionalità il termine cominciò ad essere usato in accezione positiva e ad
essere espressione della nuova sensibilità.)
Il romanticismo ebbe la sua genesi nell’Europa settentrionale . Tale genesi ha precise ragioni storicoculturali: infatti il classicismo era stato in quei paesi un fenomeno sostanzialmente d’importazione, non
sempre del tutto compatibile con le tradizioni e la sensibilità di quei popoli, assai difforme dal patrimonio
locale di miti,saghe, leggende.
Il romanticismo nasce perciò nei paesi nordici (Germania, Inghilterra), anche come riscoperta e rivalutazione
delle antiche tradizioni e di quei dati culturali che hanno accompagnato la formazione delle diverse
nazionalità nel Medioevo. . Ciò significa un intreccio di motivi della mitologia nordica precristiana con
quelli della tradizione cristiana medievale, una predilezione per l’introspezione psicologica, per le dinamiche
sentimentali, per caratteri irruenti e passionali, eroici o tormentati, per un’espressione immediata e
apparentemente meno curata.
Di qui , il vivace rifiuto del patrimonio mitologico classico greco-latino e degli ideali di compostezza,
equilibrio, cura formale tipici del classicismo.
Il romanticismo in Italia fu un fenomeno di importazione più moderato, per motivi analoghi ma opposti
Il legame con la tradizione classica e con l’insieme di valori che essa esprimeva doveva necessariamente
essere sentito come più forte e diretto, in qualche modo irrinunciabile. Inoltre la nuova mitologia romantica
(nordica), pur affascinante , appariva sostanzialmente estranea alla nostra cultura: D’altra parte, il
romanticismo non era solo questo, bensì una più generale istanza di rinnovamento culturale, estetico, di
sensibilità, che anche i letterati italiani potevano accogliere senza rinunciare alla propria identità e che si
prestava ad essere integrata con alcuni elementi della cultura illuministica: per questo il nostro romanticismo
assume caratteri più moderati, quasi di compromesso.
Le poetiche del romanticismo
Romanticismo come (parziale) reazione all’illuminismo.
La svolta romantica si fonda su una concezione del mondo profondamente mutata, in ambito culturale,
filosofico, religioso: l’aspetto più vistoso di tale mutamento è una parziale reazione antilluministica, reazione
almeno agli esiti estremi dell’illuminismo (ragione come unico principio capace di interpretare e governare il
reale, materialismo , ateismo o deismo). Tale reazione si configura come rifiuto della ragione, esplorazione
dell’irrazionale
D’altra parte la reazione è parziale, perchè l’illminismo non era stato solo un’indiscriminata esaltazione
della ragione, e perchè di certe istanze illuministiche non pochi romantici terranno conto: elementi di
opposizione e di continuità con l’esperienza illuministica si riscontrano anche nella filosofia idealistica, il
sistema di pensiero più importante in età romantica.
Tratti salienti del romanticismo
Predominio delle tematiche negative in tutte le manifestazioni di cultura, predominio che si può
spiegare come una forma di reazione ai grandi mutamenti storici, politici, economici che segnano la I
metà 800 e alle contraddizioni che essi generano. Di tali contraddizioni si sente particolarmente
vittima l’intellettuale, che vede ridimensionato il suo ruolo egemone nella società
Rivalutazione della spiritualità e della religiosità, ora come bisogno di comprensione e
giustificazione trascendente della sofferenza terrena, ora come recupero dell’ideale evangelico
egualitario, ora viceversa come radicale irrazionalismo, o come generica aspirazione all’infinito
Identificazione delle ragioni del sentimento, della fantasia, del cuore come spinte essenziali per
capire l’agire umano. Dell’uomo interessa non ciò che accomuna tutti (ragione) ma ciò che
differenzia gli individui : ne deriva un soggettivismo esasperato, l’interesse per la profondità della
psiche, concepita come la realtà più autentica
Elaborazione di un forte e originale storicismo, che comporta tra l’altro la rivalutazione (fino alla
mitizzazione) della specificità e della funzione di tutte le epoche del passato.
Al cosmopolitismo 700esco sostituisce la coscienza della nazionalità, la religione della patria, la
coscienza della necessità del suo riscatto in quegli stati ancora lontani dall’indipendenza e dall’unità
nazionale (Italia)
mitizzazione del popolo (fanciullesco, ingenuo, dotato di fantasia poetica, secondo quanto già
predicato dal Vico)
E opportuno sottolineare la presenza di aspetti anche contradditori nella cultura romantica: nelle sue diverse
manifestazioni si alternano componenti ora razionalistiche ora decisamente irrazionalistiche, ora progressive
(l’istanza di modernità) ora regressive (l’interesse per il Medio Evo)
Principi fondamentali della poetica romantica:
polemica col neoclassicismo
Se l’illuminismo è il principale obiettivo polemico dei romantici in ambito filosofico, in ambito letterario lo è
il classicismo (non la letteratura classica! Apprezzata in un’ottica storicistica). In molti casi la concreta
polemica contro i classicisti favorisce una più precisa messa a punto e definizione dei propri canoni di
poetica.
Storicità dell’arte e soggettività del gusto
I romantici affermano a chiare lettere che l’arte muta nel tempo e rappresenta le aspirazioni, i bisogni, i
valori, gli ideali, i gusti di un’epoca determinata. Non esistono dunque canoni estetici validi in assoluto (vs
classicismo, che proclamava la immutabilità dell’arte, perchè la natura, di cui l’arte è imitazione, è
immutabile)
La letteratura deve essere moderna e nazionale.
L’arte, oltre che nel tempo, muta legittimamente nello spazio e rappresenta la mentalità e il gusto di un
popolo determinato, ovvero il genio o lo spirito della nazione.. Si afferma così il criterio della modernità:
l’arte classica è arte del passato, espressione delle esigenze e di gusti passati; emulare veramente gli antichi
vuol dire per i romantici essere , come furono loro, uomini del prorpio tempo, non pedanti e freddi imitatori
di una civiltà inesorabilmente tramontata.
In Italia questo principio apre la via a un’arte risorgimentale.
La letteratura deve essere popolare
Cioè adeguata alle istanze del nuovo più vasto pubblico, che sostanzialmente coincide con la borghesia.
L’arte classica e classicistica erano viceversa destinate a un pubblico prevalentemente aristocratico. Ciò non
toglie che in alcuni casi si riscontrino fenomeni di rifiuto della massa e di elitarismo culturale ( le difficoltà
che il mercato pone all’intellettuale che, non più cortigiano, si vede costretto a vivere del proprio lavoro e le
conseguenti frustrazioni alimentarono atteggiamenti ribelli contro la mediocrità e il perbenismo borghesi, es
Scapigliatura)
La riscoperta delle tradizioni non classiche.
Si cercano le radici del nuovo gusto in tradizioni diverse da quella classica, si riscoprono e rivalutano
epoche, tradizioni, modelli nuovi: ad es, le forme della poesia popolare (ballate, romanze), mitologie
nazionali o quella cristiana, , si diffonde talora anche un certo gusto per l’esotismo
In particolare i romantici riconoscono nel medioevo cristiano le origini della nuova sensibilità: la poesia si
connota così come spirituale, tenebrosa, malinconica,(la vita è esilio nel mondo), introspettiva e
sentimentale. La Senshucht , cioè l’eterna irrequietezza caratteristica della poesia romantica, si contrappone
alla serena imperturbabilità caratteristica della sensibilità e della poesia classica.
La libertà dell’artista: contro le regole del classicismo, verso la commistione degli stili e
l’ampliamento della materia poetabile
Questo principio determina prese di posizione fortemente polemiche , contro il principio di imitazione e le
regole che definivano il sistema e la gerarchia degli stili e dei generi (famosa la polemica vs le tre unità della
tragedia).
L’arista romantico si sente libero di trattare qualsiasi materia con qualsiasi stile, anche con ardite
commistioni, con l’accostamento di temi , registri e lessico precedentemente incompatibili (Hugo ad es.
afferma che non esiste alcuna differenza tra le parole elevate e quelle del linguaggio quotidiano, Baudelaire
più tardi potrà pensare di raggiunger il sublime mediante metafore e paragoni attinti alla più vieta
quotidianità: “Quando come un coperchio il cielo pesa/ grave e basso sull’anima gementa”).
Dall’idea della assoluta libertà dell’artista deriva anche la tendenza ad ampliare la materia poetabile: anche il
brutto, l’anormale, il deforme, il patologico, gli aspetti impoetici del vivere possono essere soggetto della
produzione artistica.
Naturalmente non tutti gli aspetti che abbiamo passato in rassegna sono compresenti nelle diverse
poetiche, nè sempre compatibili tra loro. A differenza del classicismo, il romanticismo si presenta
poliedrico, difficilmente riconducible ad un sistema ordinato di principi
Il lessico dell’estetica pomantica:
Sulla base degli orientamenti generali di poetica sopra elencati, si forma un’estetica romantica che ricorre
frequentemente ai seguenti principi.
Originalità, genio:La poesia esteticamente valida è per i romantici quella “originale”, adeguata al luogo e al
tempo in cui è stata concepita, espressione del genio della nazione e del genio individuale (vs. canone
classicistico dell’imitazione)
Genio= Individuo dotato di creatività e sensibilità originale e irripetibile
Intuizione, ispirazione, furor: sono per i romantici le fonti della poesia (vs. lidea della razionalità dell’arte
Fantasia e immaginazione: componenti essenziali dell’arte, contro il razionalismo e il labor limae
Spontaneità e autenticità: nuovi canoni, che esprimono il gusto per un’espressione apparentemente
immediata, in realtà frutto di una scelta stilistica consapevole, di un mutamento di artifici retorici:
Concretamente questo significa spesso espressione disordinata, enfatica, dissonante, contro la regolarità,
l’euritmia, il dominio della forma tipico della poesia classica.
Sentimento e passione: guidano la scelta delle tematiche: si rappresentano di preferenza personaggi dai
grandi drammi interiori, rappresentati in modo esasperato, si delinea un ideale di uomo sensibile,
appassionato, che conduce un’esistenza sregolata ma intensa (genio e sregolatezza) Anche qui evidente
l’obiettivo polemico: l’ideale classico di saggezza, di controllo delle passioni.
La polemica classico – romantica in Italia
Se in Germania si accentuano gli aspetti irrazionalistici, fantastici e antilluministici del Romanticismo, in
Italia nel corso del dibattito e per effetto della concreta produzione degli scrittori si giunge ad un
compromesso con gli ideali illuministici,e classicisti, si mettono in secondo piano gli aspetti più
irrazionalistici e fantastici, si sceglie l’adesione al vero, l’impegno storico e morale
L’articolo di Madame de Stael Sulla maniera e l’utilità delle traduzioni (“Biblioteca italiana”, gennaio
1816) mette in moto la polemica tra classicisti e romantici. In esso la scrittrice francese invitava gli italiani a
tradurre opere delle moderne letterature d’oltralpe, per operare un rinnovamento letterario e culturale e
ovviare alla decadenza delle lettere italiane.
L’articolo suscitò grande scalpore. Le reazioni dei classicisti furono immediate e piuttosto violente: alcuni
interventi si limitarono all’invettiva, ma altri, come quello di Pietro Giordani, replicarono in maniera più
circostanziata: l’arte è imitazione della natura, la natura è immutabile, le regole e i principi dell’arte devono
essere necessariamente immutabili; se ciò è vero, ne deriva che gli antichi, più vicini alla natura, hanno
prodotto l’arte e la poesia più perfette e sono quindi degni di perenne imitazione; il patetico e il sentimentale
romantico sono una palese violazione del bello. Si aggiungeva che la poesia romantica poteva andare bene
per le popolazioni nordiche, non per l’Italia, che possiede un’altra tradizione; che le tematiche notturne e
sepolcrali sono “astruserie” incompatibili con il “genio italiano”; che la poesia non è solo sentimento, furore,
ma anche tecnica e Labor limae.
Le posizioni romantichesi espressero in molteplici articoli e opuscoli, in difesa della De Stael e del”sistema
romantico” (Di Breme, Borsier, Berchet).
Complessivamente, e in maniera moderata, i romantici italiani si richiamano ai principi sopra enucleati:
principio della storicità dell’arte,
necessità di un ammodernamento culturale e letterario,
ripudio della mitologia (un”dramma invariabile” che non commuove più nessuno) e della rigida
suddivisione in generi
interesse per la realtà del proprio tempo,per argomenti vivi e attuasli
destinazine:un pubblico borghese
quindi forme letterarie nuove, come il romanzo e nuovi linguaggi
ideale di letteratura nazionale fondata però sulla circolazione europea delle idee
appello alla fantasia e alla libertà d’invenzione, senza però ripudiare la tecnica e l’arte
rifiuto dele tematiche irrazionali e tenebrose e dell’eccessiva libertà formale
Il moderatismo del romanticismo italiano favorì il rapido smorzarsi delle polemiche e la possibilità di una
conciliazione: la gran parte degli intellettuali converge sul rispeto della specificità dela tradizione italiana,
delle esigenze della ragione e dell’arte, di una fantasia moderata dal richiamo al vero storico e morale,
principi di fatto accettabili anche dai classicisti più aperti.
Così fin dai primi anni della formulazione della dottrina romantica in Italia (1816-19) i teorici del
rinnovamento si orientano verso una soluzione moderata e conciliante, limite e specificità del romanticismo
italiano.. Su questa strada si pone l’azione del “Conciliatore”, il più importante periodico romantico in Italia
(Milano, 1818-19)
La lirica
Nella lirica del secondo 700 , come si è visto, si sovrappongono tendenze diverse, arcadiche, neoclassiche e
preromantiche. Tale situazione si prolunga in età napoleonica e nei primi anni della restaurazione, anche se il
fenomeno predominante è ancora di gran lunga il neoclassicismo, pur nelle sue forme “romantiche”, come si
è visto nella poesia di Foscolo: la grecità rappresenta l’armonia e la patria perdute, in contrasto con un
presente personale e storico di esilio, disarmonia, ingiustizia, guerra e morte..
Anche nelle letterature europeee, inglese e tedesca, accade qualcosa di simile: poeti come Schiller, Goethe,.
Holderlin, Kets inclinano verso una sensibilità decisamente romantica, ma sono profondamente affascinati
dalla classicità.
Contemporaneamente, però, nascevano i primi movimenti schiettamente romantici: in Germania lo Sturm
und Drang, in Inghilterra il manifesto di Woldsworth e Coleridge e la poesia di Shelley aprono la stagione
della poesia romantica. Tutte questa esperienze delineano un orizzonte poetico vario, ma sostanzialmente
omogeneo: ricerca di un linguaggio concentrato e intenso, analogico ed evocativo, capace di esprimare ciò
che la ragione non sa comprendere e, sul piano tematico, la tensione all’assoluto, l’investigazione su ciò che
va oltre il sensibile, la dialettica realtà-sogno.
La poesia romantica in Italia presenta una fisionomia diversa rispetto ai grandi modelli europei e, tranne
Foscolo e Leopardi, un profilo decisamente minore.. Nelle opere dei poeti romantici italiani troveremo in
misura assai minore i grandi temi lirici e la ricerca stilistica in direzione del linguaggio analogico.
La ricerca si sviluppa invece in due direzioni:quella della poesia realistica, per lo più storico-patriottica, che
sceglie modi, metri, ritmi della poesia popolare, e quella della poesia patetica e sentimentale.
Giovanni Berchet, oltre ad essere uno dei massimi teorici del romanticismo italiano, è figura emblematica
della prima tendenza: le sue Romanze possono essere apprezzabili per la schiettezza, la popolarità e
l’apertura a un pubblico più vasto, ma peccano di incompiutezza, approssimazione, sostanziale
convenzionalità di linguaggio.
In parte animata da spiriti politico-risorgimentali è la poesia di Giuseppe Giusti, dove però l’aspetto
principale è la satira, di carattere fortemente letterario, che inserisce la poesia del toscano nel tradizionale
filone di poesia giocosa e satirica che aveva radici profondissime nella cultura regionale (dall’Angiolieri al
Berni)
Gli esiti più significativi della poesia romantica vanno in direzione di una più concreta presa sul reale, di una
capacità di rappresentare zone della realtà giudicate dalla tradizione impoetiche: come Manzoni in campo
narrativo, così Carlo porta e Gioacchino Belli danno voce, con realismo assolutamente inediti “a una folla
di uomini rimasti sempre senza volto, ai margini tanto della vita quanto dei poeti laureati” (Isella). la scelta
del dialetto (milanese per il porta, romanesco per il Belli) condanna le loro opere non ad una collocazione
periferica nel sistema letterario nazionale, ma certo a una ridotta circolazione.
La narrativa
Nell’800 assistiamo a un progressivo sviluppo dell’industria editoriale che interessa soprattutto il romanzo,
in quanto genere più popolare. Esso ha uno sviluppo e un’articolazione neppure immaginabili qualche
decennio prima: ad esso vengono affidati i principali messaggi che la cultura 800esca elabora, divenendo
così il principale specchio del proprio tempo.
Abbiamo già visto sul finire del 700 il successo del romanzo di introspezione e confessione (Werther, Iacopo
Ortis). Altri generi nuovi nella narrativa 800esca sono:
Il racconto fantastico, nero o gotico, che si era diffuso in Inghilterra già nella II metà del 700 (Radcliff): è
in sostanza un romanzo di avventure che, attraverso le tecniche narrative, l’ambientazione e le tematiche ,
mira ad avvincere il lettore incutendogli paura e orrore.. Le vicende si collocano per lo più su uno sfondo
storico approssimativamente ricostruito (ambienti medievali o rinascimentali), perchè ciò che interessa non è
la storia ma un’atmosfera esotica, su cui si innestano storie palesemente irreali, fantastiche, popolate di
spettri vampiri, demoni. Non mancano componenti erotiche, intrecci serrati e colpi di scena, ma anche intenti
moralistici: infatti la rappresentazione del male si ripropone di purificare le passioni, e il lieto fine presenta la
vittoria del bene sul male.
Il genere, pur minore, ebbe una notevole influenza sulla successiva narrativa fantastica (Hoffmann, Mary
Shelley, Poe), che in Italia si sviluppò nella II metà dell’800 ; anche Manzoni ne subì l’influsso, almeno per
l’episodio della Monaca di Monza, quale compare nel Fermo e Lucia
Il romanzo storico:due elementi tipicamente romantici (storicismo e patriottismo) sono alle radici di questa
forma narrativa, che si impose a livello europeo nei primi dcenni dell’800. Esso può assolvere a una duplice
funzione: da un lato di evasione dal presente verso epoche per vari motivi “mitizzate”; dall’altra, di
attualizzazione del passato, di momenti ed episodi particolarmente significativi della storia patria, in
funzione nazionalistica e patriottica.
In Italia assolve una funzione ulteriore: i motivi patriottici e le finalità pedagogiche legittimano danno
dignità a un genere, il romanzo, considerato dalla società letteraria tradizionale “inferiore”
L’autore che diede il massimo impulso alla diffusione del romanzo storico fu W. Scott, il cui capolavoro è
Ivanhoe. Lo sfondo dei suoi romanzi è per lo più l’Inghilterra medievale, i tempi di Riccardo Cuor di Leone
e della sua lotta con Giovanni senza Terra (Sassoni vs Normanni), più in generale eventi ed episodi
esemplari della storia politica e sociale inglese, allo scopo di celebrare il processo che aveva portato alla
formazione della società britannica e a un ordinamento politico ed economico di cui gli inglesi andavano
giustamente fieri.
Il romanzo storico di Scott fu un genere assai popolare, i cui tratti salienti sono
il pittoresco medievale,
gli sfondi storici e naturali di maniera (castelli, prigioni, foreste,)
intreccio intricato e continua suspence e agnizioni
acuta caratterizzazione psicologica
polarizzazione buoni-cattivi
Insomma tutto il repertorio che era già stato della tradizione epico-cavalleresca, attualizzato
In Italia: le prime traduzioni scottiane risalgono al 1821-22 e riaccendono le polemiche tra romanici e
classicisti. Questi giudicano il genere facile, ibrido, volgare, non sottoposto a quel lavorio artistico che è
essenziale per la “vera letteratura”. I romantici lo approvano entusiasticamente perchè, per la sua libertà
strutturale, il linguaggio prosastico, la rispondenza ai gusti di un vasto pubblico, meglio di ogni altro può
farsi veicolo di una nuova concezione del mondo e della letteratura, dell’impegno civile e risorgimentale.
A partire dal 1827 prende l’avvio una produzione originale di romanzi storici: oltre all’edizione 27ana dei
Promessi Sposi, escono in quell’anno e nei seguenti i romanzi di Guerrazzi, T. Grossi, C. Cantù, M.
D’Azeglio: fu presto una moda, favorita anche dallo sviluppo in atto dell’industria editoriale.
Sostanzialmente nel 27 si apre la via a due modalità per il romanzo storico:
1. quella manzoniana, che pur partendo dallo Scott va verso un romanzo “antiromanzesco” (cioè privo
di tutti gli espedienti eccessivi e inverosimili) e storico nel senso più profondo del termine
2. quella scottiana, seguita dagli altri romanzieri italiani, modello di maggior successo commerciale.
Il romanzo realistico moderno: Se il Manzoni dei Promessi Sposi può essere considerato l’iniziatore del
realismo nell’ambito del genere “romanzo storico” per la serietà della sua ricostruzione storica e per i moduli
narrativi che adotta, è però in Francia con Stendhal che il realismo trova per la prima volta la sua più tipica
espressione, perchè si volge a rappresentare il mondo contemporaneo:con Il rosso e il nero(1830) e La
certosa di Parma(1839) il mondo contemporaneo fa irruzione nel romanzo realista 800esco. Rispetto al
romanzo borghese 700esco la novità sta nella serietà e profondità dell’indagine, nell’interdipendenza
strettissima tra realtà storico-sociale e invenzione, nel fatto che i personaggi sono sì immaginati, ma in modo
assolutamente realistico.
Stendhal non è un isolato: la Francia sviluppa in quegli stessi anni una ampia produzione narrativa
caratterizzata in questo senso, tra cui bisogna ricordare Balzac, con la Comedie humaine, un grandioso
affresco della società francese del tempo composto di un ampio numero di racconti e romanzi che passano in
rassegna i diversi strati della società (minuziosa descrizione d’ambiente e precisa caratterizzazione dei
personaggi).
Con l’opera di questi scrittori si definiscono anche i moduli narrativi tipici di questa fase del realismo: il
narratore è esterno onniscente, interviene liberamente e esplicitamente a commentare in base al proprio
sistema culturale e morale le vicende, instaura un ideale dialogo col lettore, intervenendo anche a spiegare
ciò che al lettore può non risultare chiaro; il narratore insomma è un personaggio ben individuabile nel testo.
Altro aspetto saliente di questo modulo narrativo è la stretta connessione personaggi/ambiente, la dinamica di
reciproci influssi: l’ambiente non è più solo un fondale, ma elemento che condiziona, ostacola, determina
l’agire dei personaggi. Ad esso sono dedicate ampie descrizioni, così come all’aspetto fisico dei personaggi,
descrizioni che permettono di interpretarne la psicologia. Nella narrativa italiana della prima metà 800 il
romanzo di Nievo, Confessioni di un italiano , segna il passaggio dal romanzo storico a quello di ambiente
contemporaneo: la narrazione infatti copre circa 80 anni e parte dal 700 per arrivare agli eventi
contemporanei all’epoca della scrittura (scritto negli anni1857-58, la narrazione arriva fino al 1848)