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La Goccia n. 15/17 - 1 agosto 2010
Sommario
La Goccia n. 15/17 - 1 agosto 2010
Questo periodico
è associato alla
Unione Stampa
Periodica Italiana
La Goccia
REGISTRAZIONE DEL TRIBUNALE N.
430/92 DEL 15 MAGGIO 1992
Registro Nazionale della Stampa n. 10084
PROPRIETÀ PRO.GE.CO.
SOC. COOP. A R.L.
VIA SAVOIA, 1 – GINOSA
DIRETTORE RESPONSABILE:
STEFANO GIOVE
DIREZIONE:
GIULIO PINTO
ADELE CARRERA
COMITATO DI REDAZIONE
MARIA C. BONELLI
ROSAMARIA BUSTO
ERASMO MAZZONE
PALMA MARTINO
DOMENICO RANALDO
HANNO COLLABORATO
A QUESTO NUMERO:
GIUSEPPE CARRERA
MARIO D’ALCONZO
ROBERTO MUSCOLINO
GIUSEPPE PIZZULLI
DON FRANCO CONTE
GIANLUCA CATUCCI
DAVIDE GIOVE
FRANCO ROMANO
ANTONELLO LOVECCHIO
PIETRO PERRONE
GIORGIO MOREA
LUCA CALABRESE
VIOLA LAVERMICOCCA
GIOVANNI MATERA
MIKI MARCHIONNA
ROSA PAVONE
ILARIA PIGNALOSA
FRANCESCA BITETTI
TOMMASO FRANCAVILLA
VINCENZO VERNINA
CARMELO CANDIA
ANDREA MANCINO
PAOLO GRASSO
FRANCESCO DI TINCO
VITO FURIO
FOTO:
ERASMO MAZZONE
AMMINISTRAZIONE
VITO CONTE
IMPAGINAZIONE E GRAFICA:
STEFANO GIOVE
MAURIZIO FALIVENE
Chi si arricchisce
Dal mare …
Ricerca e...
Miroglio…
Cosa passa …
A come Amore …
Viabilità…
Dedicato a …
di Giulio Pinto
pag. 4
di Rosa Pavone
pag. 5
di Comitato
pagg. 6 e 43
Le favole di grim
di Grim
pag. 7
Versus di From
di From
pag. 7
di Rosamaria Busto
pag. 18
di Miki Marchionna
pag. 18
di Don Franco Conte
pag. 19
Ti siamo vicini …
di Palma Martino
pag. 19
Una storia…
di Ilaria Pignalosa
pag. 20
Notizie flash…
2ª Collettiva…
pag. 8
pag. 21
Fiera…
Lospinuso…
di Giulio Pinto
di Lina Luisi
pag. 9
di Tommaso Francavilla
pag. 22
Presidazione…
Nicola Cardinale…
di Antonello Lovecchio
pag. 9
di Gianluca Catucci
pag. 24
Int. Montanaro …
Sagra dell’arrosto…
di Trentadue - Giove
di Rosamaria Busto
pagg. 10/11
di Gianluca Catucci
pag. 25
Int. Galeota…
Il Paradiso del cafone…
di Rosamaria Busto
pagg. 12/13
di Stefano Giove
pag. 26/29
Crisi agricoltura…
Il piacere di leggere…
di Francesca Bitetti
pag. 35
Marco Pacciana …
di Redazionale
pag. 19
Carenze…
di Antonello Lovecchio
pag. 37
Sagra orecchiette…
di Gianluca Catucci
pag. 38
A proposito…
di Vincenzo Vernina
pag. 41
Euro illusioni…
di Francesco Di Tinco
pag. 42
Bellezze…
di Paolo Grasso
pag. 43
3º Raduno …
di Miki Marcchionna
pagg. 44/45
Ginosa, primi…
di Domenico Ranaldo
pag. 45
di Viola Lavermicocca
pag. 27
Torneo calcio a 5…
Noi e il Fisco…
Viaggio nel…
pag. 46
di Mario D’Alconzo
pag. 14
di Luca Calabrese
pag. 30
Due progetti …
Considerazioni ginosine…
di Uff. st. Com. Ginosa
pag. 17
di Pierino Perrone
pag. 31
STAMPA
FALIGRAPH
di Giovanni Matera
pag. 32
di Carmelo Candia
pag. 14
In copertina, le caricature del direttore
Stefano Giove e dei codirettori Giulio Pinto e
Adele Carrera, realizzate da Giorgio Morea.
3
46
di Andrea Mancino
Questo numero de
La Goccia è stato chiuso
alle ore 18.00 del 27 luglio 2010
4
l’editoriale
La Goccia n. 15/17 - 1 agosto 2010
Chi si arricchisce davvero
con le nostre tasse
di Giulio Pinto
L’articolo di fondo pubblicato sull’ultimo numero de LA GOCCIA si
presta ad alcuni approfondimenti.
Viviamo un periodo in cui una certa stampa è a palese servizio dei
partiti e ci appare sempre meno chiara l’informazione di uno stesso
avvenimento, descritto in maniera opposta da testate di diversa terminazione partitica.
“Stiamo fuori dalla crisi economica” era stata l’affermazione politica
riportata dai giornali e solo dopo poche settimane ci ritroviamo a subire una manovra finanziaria di ben 25 miliardi di euro, precisamente
24,9 (come al supermercato, così sembrano 24 e non 25!).
Il peso maggiore della manovra è causato dal debito pubblico con 65
miliardi di euro da pagare di interessi ogni anno. Qui finisce l’informazione!
Ma ci siamo mai chiesti da dove nasce il debito pubblico ed a chi paghiamo questo debito pubblico?
Per rispondere ci chiediamo : “a chi appartiene la moneta nel momento in cui viene emessa?
Alla Banca Centrale o allo Stato (ndr al popolo)?
Il potere di emettere moneta appartiene, in base al principio costituzionale della sovranità popolare, allo Stato che lo ha ceduto, grazie al
potere esercitato dai banchieri, alla Banca Centrale, (ndr: in Italia, la
Banca di Italia).
L’equivoco nasce ed è equivocato artatamente dai banchieri che la
Banca Di Italia è una banca pubblica; in realtà essa è una società per
azione i cui azionisti sono le stesse banche private; ne consegue che
il potere pubblico (ndr del popolo) di emettere moneta viene trasferito
dallo Stato alla Banca Centrale che è una spa con azionisti privati.
(ndr: fonte wikipedia - Le quote di partecipazione al capitale della
Banca di Italia sono per il 94,33% di proprietà di banche private e assicurazioni, per il 5,67% di enti pubblici (Inail ed Inps) ).
Il significato finanziario della cessione del potere di emissione di moneta rappresenta il debito pubblico.
Se lo Stato Italiano avesse conservato tale potere avrebbe potuto emettere moneta in rapporto alle sue esigenze ed a quelle del mercato senza
pagare interessi a nessuno; cedendo tale potere pubblico ad una Banca
Centrale privata (ndr Banca di Italia prima dell’euro) “è costretta” a riconoscere un interesse bancario che non si estingue mai, anzi diventa,
anno dopo anno infinito: questo è il debito pubblico. Quindi i 65 miliardi di debito pubblico sono gli interessi annuali che lo Stato Italiano
paga alla Banca Centrale per moneta “prestatagli” che verranno poi
ripartiti fra i suoi azionisti privati.
Ma anche sugli interessi si evidenziano i cittadini di serie A: gli azionisti della Banca Centrale ed i cittadini di serie B: il popolo, in quanto
gli azionisti, sugli interessi incassati, non pagano un euro di tasse.
Il debito pubblico è quindi una vera e propria frode istituzionale fatta
ai danni dei cittadini; (ndr fonte: La Banca di Italia - la grande frode
del debito pubblico, i segreti del signoraggio Marco Della Luna e Antonio Miclavez – Arianna editrice) un vero e proprio gioco delle tre
carte, approfittando della scarsa attenzione dei cittadini.
Non è più tempo di deleghe in bianco, è tempo di partecipare attivamente alla vita politica del Paese, ma anche con la p!
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La Goccia
Ritornerà in edicola
il prossimo
11 settembre 2010
Buone vacanze a tutti
La Redazione si scusa con i collaboratori e con i lettori per i numerosi
contributi pervenuti e non pubblicati
e per le rubriche fisse, temporaneamente sospese. Tali scelte sono state operate a causa dei numerosi articoli giunti per i quali non si poteva,
oggettivamente, trovare spazio in
questo numero ma che sicuramente
saranno pubblicati prossimamente.
cronaca
La Goccia n. 15/17 - 1 agosto 2010
5
Prorogata la Cassa integrazione
per i lavoratori della Miroglio
Ennesimo viaggio romano per i lavoratori della Miroglio. Per quanto riguarda il futuro produttivo, a giudizio del funzionario del Ministero, la proposta più valida e
che offre maggiori garanzie è il progetto della società BE-4ENERGY
Vertenza Miroglio: il prossimo 18 agosto
2010 per i 225 ex dipendenti del gruppo
Miroglio scade l’anno di cassa integrazione
in deroga, a tale scopo lo scorso 22 luglio
presso la sede del Ministero del Lavoro a
Roma si è tenuto l’incontro tra le parti per
la proroga del trattamento di CIGS
in deroga ministeriale per ulteriori
12 mesi, ovvero sino al 18 agosto
2011.
Al tavolo erano presenti: il sig. Bertolino e il sig. Fois che rappresentavano l’azienda, il funzionario del
Ministero dello Sviluppo Economico
dott. Di Leo, i delegati nazionali CIGL-CISL-UIL, le RSU aziendali ed
un gruppo di lavoratori.
È doveroso puntualizzare che affinché si possa usufruire di un successivo anno di cassa integrazione è
necessario che ci sia l’effettivo impegno da parte di altre aziende ad
investire nei siti di Ginosa e Castellaneta.
Infatti prima che si affrontasse la
questione se concedere o meno la
cassa, il dott. Di Leo, funzionario del
Ministero dello Sviluppo Economico, che in
questi mesi ha seguito personalmente insieme al sig. Castano l’evolversi della vertenza Miroglio, ha illustrato brevemente che
allo stato attuale ci sarebbero tre proposte,
ma quella che oggi è ritenuta la più valida e
che offre maggiori garanzie è il progetto della società BE-4ENERGY, la quale opera nel
campo dell’energia e del fotovoltaico.
Il dott. Di Leo ha aggiunto che suddetta società sarebbe pronta ad assumere anche a
partire dai prossimi mesi, ma per ragioni ancora sconosciute il progetto risulta bloccato
alla regione Puglia, che nei mesi scorsi pur
essendo stata invitata ai vari incontri avutisi
al Ministero non si è mai presentata, a tale
scopo le parti si incontreranno il 28 luglio a
Bari per cercare di risolvere il problema.
Dopo questa breve parentesi, il funzionario
del Ministero del Lavoro, accertata l’effettiva veridicità della proposta, non ha
avuto problemi nel concedere un ulteriore anno di cassa integrazione in deroga
sollecitando però più volte l’impegno da
parte di tutti a fare il possibile affinché la
regione Puglia riveda la sua posizione e
si giunga all’obbiettivo sperato salvaguardando l’interesse di tutti.
L’incontro era giunto al termine, bisognava solo firmare il verbale, ma il funzionario nel leggerlo ha informato i presenti
che in base ad una circolare ministeriale i
successivi mesi di cassa integrazione non
sarebbero stati più anticipati dall’azienda
come era avvenuto fino a quel momento,
ma sarebbero stati erogati direttamente
dall’INPS.
Come si può immaginare, anziché firmare il verbale, sono iniziate le polemiche
in quanto è noto a tutti in che situazione
versa l’INPS di Taranto, allo stato attuale
gli ex dipendenti Miroglio ricevono puntualmente ad inizio mese l’importo della
cassa, proprio perché è anticipata dal
gruppo Miroglio che a sua volta è rimborsato
dall’INPS, ma ricevendola direttamente dall’ente si corre il rischio di aspettare 3-4 mesi.
La voce è stata unanime, è necessario tutelare le famiglie, quindi perché non venirsi
incontro in qualche modo, specie quando
l’azienda Miroglio non ha
nessun tipo di problema
ad anticipare la cassa, per
questo la circolare ministeriale è stata letta e riletta,
lo stesso funzionario ha
evidenziato delle ambiguità.
Dopo alcune ore tra un
susseguirsi di telefonate
si è giunti ad una specie
di accordo che consistea
nel fatto che la cassa integrazione in deroga viene
comunque concessa ma il
Ministero si riserva di dare
una risposta per lunedì 26
luglio su come sarà erogata.
Giunti a questo punto il sig
Fois , delegato del gruppo
Miroglio, ha aggiunto che in base ad accordi precedenti ed in seguito ad un ulteriore
abbattimento del 10% dell’indennità di CIGS,
l’azienda conferma l’impegno ad integrare tale somma per tutti i 12 mesi e inoltre ha dato
la sua disponibilità ad intervenire in sostegno
di quei lavoratori ancora in CIGS nel periodo
successivo al 9 marzo 2011 e fino al termine
della proroga, adeguando l’intervento in relazione all’andamento del processo di reindustrializzazione ed all’utilizzo degli ammortizzatori sociali concessi.
Concludendo si può solo dire che in qualche
modo tutto questo può aiutare solo a sopravvivere, adesso però ottenuta la cassa, obbiettivo fondamantale è la ricollocazione dei 225
ex dipendenti Miroglio, le proposte ci sono,
bisogna solo renderle concrete.
Rosa Pavone
6
cronaca
La Goccia n. 15/17 - 1 agosto 2010
Comunicato stampa del Comitato dei 2.500
sottoscrittori della petizione sulla Viabilità
Dopo quasi due mesi l’Amministrazione
Comunale ha finalmente riconosciuto gli
effetti negativi prodotti dall’inversione dei
sensi unici di marcia imposti con l’Ordinanza Sindacale N. 40 nei Rioni Piantata
e Pierri.
Anche se in ritardo sono state accolte, sia
pure solo in parte le osservazioni fatte con
la petizione popolare inviata
al Prefetto di TA, al Sindaco
di Ginosa e alle forze dell’ordine in data 08/06/2010.
In realtà il comitato aveva
chiesto il ripristino della vecchia segnaletica o in alternativa l’uscita da via San Francesco Saverio su via della
Pace con la previsione, nel
breve tratto iniziale di quest’ultima strada, di un senso
unico verso via Matteotti.
Questa seconda soluzione
avrebbe anche consentito il
parcheggio delle auto su un
lato del tratto iniziale di Via
della Pace.
La prima proposta è stata
subito scartata mentre la seconda è stata accolta solo
parzialmente.
Ora, in seguito alla revoca
dell’ordinanza N. 40 è cambiata anche la
segnaletica in precedenza imposta e ciò
consente ai residenti di uscire dai citati
quartieri in direzione centro attraverso via
San Francesco Saverio, un tratto di Via
della Pace (reso a doppio senso) e Via
Matteotti.
E’ doveroso comunque sottolineare che
questa soluzione, non condivisa dal comitato, è censurabile in quanto la svolta a destra prevista su via San Francesco Saverio, verrebbe ostacolata dalle auto in sosta
e dal doppio senso di marcia previsto sul
primo tratto di via della Pace, largo appena
5.30 mt.
Molti cittadini, verificate le evidenti e palesi incongruenze dei cambi di segnaletica,
continuano a chiedersi perché è stata modificata e cambiata l’efficiente segnaletica
che per decenni ha funzionato bene senza
mai creare incidenti e ingorghi?
Una prima risposta a questo interrogativo bisogna ricercarla consultando un fantasioso,
irrealizzabile e quanto mai inopportuno piano della viabilità commissionato dall’Amministrazione Comunale con l’intento di sistemare in maniera organica il traffico cittadino
Si tratta di un progetto mai reso pubblico e
mai presentato in Consiglio Comunale nonostante le ripetute sollecitazioni dei cittadini e
dei consiglieri di minoranza.
Eppure tale piano risulta già in parte adottato a macchia di leopardo e, dove attuato,
è stato subito contestato ( Via Tre Fonti, Via
Alfieri, Via Cavour e rioni Pierri e Piantata).
E’ di dominio pubblico che anche se si tratta
di un piano irrazionale, la sua applicazione
verrà estesa anche a Via Matteotti, Via Martiri D’Ungheria, Via Roma, Via Gigli e a Marina
di Ginosa.
Per la verità, alcuni cittadini hanno espresso la propria soddisfazione per le variazioni
apportate alla segnaletica ed hanno anche
ringraziato l’amministrazione: “per la sapiente condotta e per la soluzione di un problema……lungo quasi 20 anni”.
Si tratta del parere reso da un riesumato comitato del 1994, composto da 19 persone di
cui parte giacente al cimitero, parte residente
in altri rioni e parte costituito da cittadini che,
dopo 16 anni hanno condiviso e sottoscritto
anche la petizione delle 2.500 adesioni raccolte recentemente.
La parte restante, composta solo da due o
tre famiglie, ha
preteso di fare
“chiarezza sulla
questione viabilità” con un documento apparso
sulla stampa locale a firma di un
proprio rappresentante.
Si tratta di persone che, a loro
dire, sono abituate “ A condurre la propria
battaglia sempre
nel rispetto delle
istituzioni,
delle regole della
convivenza e da
un’adire democratico…”.
Tuttavia costoro
si presentano come consumati uomini politici di tempi remoti (molto remoti!) e, sempre nel rispetto della convivenza e dell’agire
democratico, sostengono che subito dopo
l’impianto della nuova segnaletica (quella relativa alla esecuzione dell’Ordinanza N. 40):
“…..vecchi e nuovi personaggi politici della
politica strapaesana, già ai blocchi di partenza per le nuove elezioni……fomentavano la
rivolta e raccoglievano migliaia di firme……
confondendo la partecipazione democratica
con l’assemblearismo confusionario e con
toni di crociata…….un esempio del degrado di civiltà di questa decina di energumeni
al soldo di qualcuno che conduce le proprie
battaglie di conquista del potere ……senza
esclusione di colpi…..”
Si tratta di evidenti provocazioni che vengono
prontamente respinte poiché nessuno dei
segue a pag. 43
scherzi a parte
VERSUS
di from
Tedeum
Sbagliate
voi
che in lui
Cesare cercate:
date a Dio
quel che
di Dio
è.
Declino
E ricche
risate
e cricche
e ripassate:
miserabile
de�aglio
il taglio
sul disabile.
Aggiramento
A stampa
che bavaglio
scampa,
bavaglio
si rime�e:
liberato
il niente
interce�ato.
Zdeněk
Torna l’amante
dalla cosa
amata
e là si posa,
giunto l’amante
alla cosa
amata
là si riposa.
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Le favole di Grim
L’ombrellone
C’era una volta, non lontano di qui, il paese di Occhiocitrullo, fra le tante, strambe storie che in quel luogo
accadevano, ce n’è una che mette in luce l’ingegnosità un po’ maldestra dei suoi abitanti che, comunque, col
tempo ha dato i suoi frutti. Se non altro perché da un frutto, tutto ebbe origine! Un grande ombrello fu il meraviglioso marchingegno che cambiò la vita nel villaggio.
Nel tempo che si perde nella memoria, ad Occhiocitrullo era in uso un’attività assai singolare e antica: si
confezionavano le fiche appaccate. L’attività consisteva nel raccogliere i fichi freschi dai tanti alberi di fichi
di cui il paese era ricco; dividerle in due facendole rimanere attaccate dalla parte opposta al picciolo (il pudicino, in lingua occhiocitrullese); metterli a seccare su dei cannizzi (rudimentali tavoli di canne, fatti a mano), fare attenzione a farli pazientemente seccare al sole, dai due i lati e, una volta ch’erano divenuti belli
secchi appaccarli a due a due. L’operazione di appaccamento che faceva diventare i fichi secchi chiaconi, era
molto laboriosa e prevedeva (in sovrappiù) che al loro interno si mettesse per condimento, scorza di limone,
mandorla, seme di finocchio e un piccolo pezzettino di cioccolata.
L’operazione era molto piacevole e il contenuto anche ma per i malcapitati bambini che vi assistevano era
una vera tortura; la cioccolata, ch’era un lusso che pochi potevano permettersi, per loro diveniva fonte di
sofferenza, non potendoci allungare dentro neanche un dito. Ma tant’è! E la sopravvivenza aveva la meglio!
Sicché tra un prurito di mani e uno di lingua, alla fine si facevano le jette (tanti chiaconi infiliati ad un giungo, tenuto prima a bagno per renderlo duttile) che venivano inforate.
La produzione di fichi secchi trovava il suo momento di grande mercato allorquando, nel mese di ottobre a
Occhiocitrullo si svolgeva una fiera. Tutti, tiravano fuori iette, bambole e fiche scapole per poterle vendere
ai numerosi pellegrini.
Succedeva, però, che qualche giorno prima, in un paese vicino, si svolgeva una piccola, modesta fiera, detta
laterza fiera, che nonostante fosse piccola, arrecava gran danno nelle vendite agli occhocitrullesi. Lì, infatti,
si vendevano gli stessi fichi lavorati e, siccome a moneta, anche lì, non se la passavano tanto bene, come di
dice, chi prima arriva meglio alloggia!
A Occhiocitrullo, dove la cosa veniva mal digerita, si decise di trovare un sistema per impedire ai concorrenti
di riuscire a vendere i loro fichi secchi.
E, pensa e ripensa, alla fine, non si sa a chi, venne una brillante idea: innalzare un grande ombrello che oscurasse il sole dalla parte del paese vicino e quindi, impedire che i fichi diventassero secchi.
Gli occhiocitrullesi senza starci a pensare su due volte, s’ingegnarono per mettere da parte la tela necessaria a costruire il grande ombrello.
Il tanto atteso giorno arrivò: un grande telone era bell’è pronto, bisognava soltanto trovare l’artigiano giusto
per realizzare l’anima di metallo del grande ombrello, che tutti, ormai, chiamarono ombrellone.
Ma la sventura (o il fato?) volle che mentre ci si apprestava ad aprire il grande ombrello, uno scazzarrieddo
(un tornado tipico del posto) fece arrotolare la tela distruggendo il marchingegno e facendo, così, svanire il
sogno degli occhiocitrullesi, che cominciarono a litigare, alla ricerca di chi aveva sbagliato o di chi aveva
scatenato le forze della natura!
Per fortuna uno tra gli abitanti non si perse d’animo e gridò alla folla furiosa: «Non dobbiamo incazzarci,
per la cattiva sorte. Forse, dal cielo ci è giunto un suggerimento! Perché non coglierlo? Se un ombrello troppo grande non regge la furia della natura, perché non usiamo questa tela per fare tanti piccoli ombrelloni da
mettere alla marina per far riparare dal sole le teste dei bagnanti? Vedrete che alla fine guadagneremo più
che dai fichi secchi!»
E così fecero. Da quel giorno a Occiocitrullo, quando il sole diventa rovente, gli occhiocitrullesi offrono ai
bagnanti dei grandi ombrelli… dietro lauta ricompensa, però!
Morale della favola: jiare tuorte ca vène dritte!
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cronaca
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Notizie
Flash
Rubrica a cura di Giulio Pinto
Ultim’ora da Marina di Ginosa: trovato il
fratello gemello del famosissimo polipo
Paul nel nostro mare
Lo sostengono gli amici ritratti nella foto,
Cosimo (già campione mondiale dei baffi) e
Damiano (pescatore marinese), insieme col
gemello di Paul, l’infallibile polipo pronosticatore dei Mondiali 2010.
A quanto pare anche il polipo gemello ha
una dote spiccata per i pronostici ed è ca-
pace di indovinare chi sarà il futuro sindaco
di Ginosa ( da indiscrezioni ricevute pare
che abbia indicato un residente di Marina
di Ginosa).
La vera storia chiedetela direttamente a loro…
****
Libertà d’Azione scrive… un anno di militanza
Pochi giorni fa l’associazione culturale “Libertà d’Azione”, insieme a tutti i tesserati ha
festeggiato il suo primo anno di attività sul
territorio ginosino. Verrebbe da dire è già
passato un anno, da quando un gruppo di
amici, decise di dar vita ad un progetto culturale e sociale totalmente nuovo, lontano
dagli schemi ordinari e volto a promuovere il
territorio, i valori tradizionali e l’identità nazionale, con idee e azioni all’avanguardia. LdA
nel corso del tempo è diventata una realtà
piuttosto grande, sempre più dinamica ed
intraprendente, ma non dimentichiamo che
ha iniziato la sua attività in una vecchia cantina, rimessa a nuovo dal lavoro instancabile e dai pochissimi soldi di tutti i militanti.
Oggi invece, grazie alla gentile concessione
del PDL cittadino, che rappresenta per LdA
un ottimo interlocutore politico, la sede si
trova in via Matteotti, nel centro di Ginosa,
il che rende il giusto tributo di visibilità alla
nostra associazione. Tantissime sono state
le attività messe in campo dai ragazzi di Libertà d’Azione, che hanno visto un impegno
costante per promuovere e far conoscere
la nostra realtà. Tra gli eventi più importanti
si può citare sicuramente la presentazione
del libro sull’impresa fiumana di Gabriele
D’Annunzio, “Le stelle danzanti” dell’autore
Gabriele Marconi, che ha visto una grande partecipazione di pubblico accorso per
l’occasione al teatro Alcanices. LdA inoltre
in collaborazione con altre realtà avanguardiste come Casapound Bari, ha partecipato
alla raccolta di libri per la creazione di una
biblioteca intitolata al poeta Ezra Pound,
presso Poggio Picense, centro abruzzese
colpito dal terremoto. Sempre in collaborazione con gli amici baresi di Casapound,
LdA ha partecipato all’iniziativa “Tempo di
essere madri”, volta a promuovere un disegno di legge che garantisca maggiori diritti
alle madri lavoratrici. Altre nostre attività sono state il volantinaggio ed il banchetto volto
a sensibilizzare l’opinione pubblica sul crescente problema dell’erosione costiera che
sta interessando vastissime aree del litorale
jonico, inoltre importantissima è stata l’azione dimostrativa con la quale Libertà d’Azione ha protestato contro la privatizzazione
dell’acqua dimostrando il suo dissenso con
volantini e manichini attaccati in prossimità
delle fontanelle pubbliche. Oltre alle attività
proprie, l’associazione ha partecipato anche
ad altre iniziative, come il convegno sulla
figura di Ernesto Che Guevara promosso
dagli amici materani di Casapound Matera,
o il campo studi sul Risorgimento allestito
dai ragazzi della Destra Sociale brindisina.
Infine una nostra delegazione era presente anche alla manifestazione nazionale
del Blocco Studentesco, svoltasi a Roma
lo scorso maggio, che ha visto migliaia di
giovani scendere in piazza per difendere
il diritto allo studio, combattere il caro-libri
e la privatizzazione delle università. Attualmente l’associazione, sta portando avanti il
progetto “Alluminio per i Karen”, promosso
dalla o.n.l.u.s. “L’Uomo libero”, che consiste nella raccolta delle comuni linguette
d’alluminio, la cui successiva lavorazione
porterà alla produzione di protesi da destinare ai bambini di etnia Karen, mutilati
dalle bombe del regime birmano. Molto è
stato fatto ma moltissimo c’è ancora da
realizzare per far si che Liberta’ d’Azione
diventi sempre piu’ grande, ma soprattutto attenta nel segnalare puntualmente ciò
che non va e portare all’attenzione della
gente tematiche nazionali e sociali di importanza vitale. Uno dei possibili obiettivi,
sarà quello di affrontare e discutere, anche
nella nostra piccola realtà, dei problemi
dell’emergenza abitativa, dell’usura bancaria, della crisi dell’agricoltura, e perché
no, organizzare feste e concerti per portare
un po’ di colore ed allegria tra il grigiore dei
nostri tempi.
Vittorio Risimini
***
1ª Fiera del Mare blu
Si svolgerà dal 29 luglio al 8 agosto, presso l’ex Tabacchificio di Marina di Ginosa la
prima Fiera del Mare Blu. Ingresso libero.
cronaca
Torna la Fiera a Marina di Ginosa
Giovedì 29 Luglio l’inaugurazione della 1a edizione della Fiera del Mare Blu che si protrarrà fino a domenica 8 Agosto.
Luogo scelto per l’evento: l’area esterna all’ex Tabacchificio
Il commercio, comparto produttivo che assume una posizione primaria in un contesto turistico come quello marinese, torna ad essere valorizzato con un’iniziativa che da anni mancava nel calendario
degli appuntamenti dell’estate nella borgata, la fiera.
Così, con l’intento di dare risalto al commercio e al turismo locali,
in pochi mesi Francesco Giannino, in collaborazione con Vincenzo
Matarrese e Leonardo Galante ha cercato, d’intesa con l’Amministrazione Comunale, di riprendere e organizzare l’evento fiera a
Marina di Ginosa.
Questa è in sintesi la genesi della “1a Fiera del Mare Blu” la cui
inaugurazione è prevista, come da programma, alle 18:00 di giovedì 29 Luglio.
Per l’occasione il programma annunciava l’intervento del sindaco
Avv. Luigi Montanaro, dell’Assessore alle attività produttive Dott.
Giulio Galante, del consigliere delegato sindaco Leonardo Galante
e del consigliere responsabile di fiere e mercati Pietro Parisi, oltre
che il parroco don Renzo Di Fonzo e il consigliere regionale Pietro
Lospinuso.
La fiera si protrarrà fino al 8 agosto e accoglierà i visitatori, nell’area
esterna all’ex tabacchificio, dalle ore 18:00 alle 24:00. A completare l’organizzazione dell’evento un ricco programma che si apre il 1°
agosto con l’esposizione di auto d’epoca e il concerto del gruppo
Iunema in piazza stazione.
E’ prevista anche una serie di eventi musicali con la partecipazione dell’artista locale “Celentano del Sud” e, tra gli eventi sportivo
culturali, la mostra di auto sportive costituirà l’epilogo dell’evento il
giorno 8 Agosto.
Gli organizzatori hanno inteso sottolineare gli scopi della Fiera del
Mare Blu, il primo dei quali è insito nella denominazione dell’evento
che è legata alla conquista della dodicesima Bandiera Blu e che
contribuisce alla candidatura di Marina di Ginosa all’ottenimento
del prestigioso riconoscimento nel prossimo anno.
Al nesso col turismo si affianca quello più diretto con il commercio, attraverso la valorizzazione dei prodotti e delle aziende locali
e fornendo un’opportunità per tante nuove realtà imprenditoriali di
interfacciarsi con la clientela e presentarsi nella già vasta rosa delle attività commerciali del territorio.
Ben quaranta saranno gli standisti che esporranno i loro prodotti in
questa prima edizione, la maggior parte dei quali attivi nel territorio
comunale, ma non mancheranno espositori provenienti dalle zone
limitrofe.
Variegata la gamma dei prodotti e degli ambiti commerciali presentati, dalla gastronomia allo sport, dall’arredamento all’abbigliamento, ma non mancheranno gli spazi dedicati ad enti e associazioni,
Comune di Ginosa, Carabinieri, Gruppo Volontari del Soccorso
C.R.I., Pro Loco “Luigi Strada” Marina di Ginosa, Arma dei Carabinieri, tutti impegnati nella promozione del prodotto turistico “Marina
di Ginosa”.
Durante l’intero periodo della fiera sarà presente l’emittente radiofonica “Radio Radiosa” con una diretta radiofonica e non mancherà
la presenza di emittenti televisive locali e degli organi di stampa.
Gli organizzatori intendono inviare un vivo ringraziamento all’Am-
La Goccia n. 15/17 - 1 agosto 2010
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ministrazione Comunale, all’Ufficio Commercio del Comune di
Ginosa, i signori Giuseppe Galeota e Salvatore Costantino che
hanno curato l’allestimento dell’addobbo di luci, l’A.S.D. Agilform
per l’apporto dato all’organizzazione della fiera, e agli sponsor intervenuti.
Antonello Lovecchio
Guglielmo Trentadue precisa
Caro Direttore, come già accennato con la mia e-mail, dopo aver
letto il Vs. articolo pubblicato sul n. 14 del vostro quindicinale, mi
preme precisare, per onestà di cronaca:
- Non ho mai detto “quando il guadagno era facile e immediato”,
non l’ho detto e non lo direi mai, in quando le aziende agricole non
hanno mai avuto un facile e immediato guadagno, anzi ho evidenziato le difficoltà a cui i produttori vanno incontro senza la possibilità di potersi difendere, infatti le loro produzioni vengono condizionate: dall’andamento meteorologico, dall’andamento del mercato,
dall’umore del commerciante, ed infine devono pur stare attenti che
i titoli di pagamento, molto spesso non hanno copertura finanziaria;
se ti ricordi bene, questo è quello che ho detto.
- Non ho mai detto “ che quando vi erano le condizioni per utilizzare
i diversi condoni i nostri agricoltori hanno fatto finta di niente”. Invece ho sostenuto che se il governo D’ALEMA non fosse caduto, gli
agricoltori avrebbero aderito al condono proposto dal governo di sinistra e nel 1998, la nostra agricoltura non aveva le vacche grasse,
ma erano abbastanza nutrite e quei condoni a quelle condizioni si
poteva aderire e saldare il debito.
- Ho detto anche che per la nostra agricoltura non c’è mai stato un
pozzo di San Patrizio, se i vari governi che si sono susseguiti sono “stati costretti” ad elargire qualche sovvenzionamento a favore
delle aziende agricole, lo hanno fatto per mascherare la evidente discriminazione nei confronti di un settore primario della nostra
economia, infatti ad un rastrellamento fiscale il governo riuscì a “rastrellare” 7.000 miliardi di lire, di queste solo 300 furono destinate
all’agricoltura, questo l’ho detto.
Caro Direttore, vorrei tanto che si precisasse per rispetto al mondo
rurale che sta attraversando un periodo nero e onestamente, come
già dichiarato, non vedo soluzione ad un male così incancrenito.
Distinti saluti
Guglielmo TRENTADUE
Gentile signor Trentadue, riportatiamo le sue precisazioni, come le
avevamo già promesso nello scambio di e-mail; il nostro intento è
quello di far conoscere ai nostri lettori il “pensiero” di chi viene intervistato.
Detto questo, per quanto ci riguarda, confermiamo quanto riportato
nell’articolo ritenuto poco rispettoso del suo pensiero, se nel corso
della “chiacchierata” alcuni aspetti sono stati esplicitati in maniera
poco chiara questo non è dipeso da noi. Ci siamo limitati a scrivere
quello che veniva detto. Tra l’altro, non avendo ricevuto altre precisazioni, crediamo che l’articolo in oggetto abbia “sintetizzato” circa
un’ora di discussione. Un saluto SG
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attualità
La Goccia n. 15/17 - 1 agosto 2010
Gino Montanaro: “Il Sindaco di tutti”
Il primo cittadino fa un bilancio sommativo a meno di un anno dalla
scadenza del suo secondo mandato
di Rosamaria Busto
Prima della pausa estiva il Sindaco si rivela
attraverso le pagine del nostro giornale facendo un resoconto umano, politico e professionale della sua quasi decennale esperienza alla guida della nostra città.
A meno di un anno dalla scadenza del
suo 2° mandato, come valuta la sua
esperienza politica di primo cittadino?
«E’ stata senza dubbio un’esperienza positiva, sia come cittadino che come amministratore. Ho sempre inteso la politica come
servizio, rivolgendomi in primis alle fasce
più deboli. Ho accresciuto la mia professionalità che in questi anni ha raggiunto livelli molto alti tanto da essere chiamato a ricoprire ruoli molto importanti come Cons.
Naz. dell’ANCI, Rappresentante dei Sindaci dell’ASL Ta 1, dell’ATO Acqua, Vice Presidente dell’ATO TA 1 per i rifiuti. Cariche
che mi sono state affidate
per aver dimostrato sul campo la mia esperienza e professionalità. Oggi posso dire
di aver acquisito una maggiore conoscenza e consapevolenzza della macchina
amministrativa. Sul piano
umano posso aggiungere di
aver avuto tante soddisfazioni, ma anche tante critiche.
Per questo mi sono sempre
messo in ascolto degli altri
con umiltà prima di prendere qualsiasi decisione. Ci sono stati momenti belli e brutti, ma sono consapevole del
fatto di aver messo al primo
posto il cittadino e non interessi di parte politica».
Attraverso gli organi di
stampa ed i comunicati emessi dal Comune emergono tanti progetti conclusi
o in corso d’opera e da realizzare. Ritiene che sia stato fatto tutto sul piano dei
servizi primari di cui ciascun cittadino
ha bisogno?
«Molto è stato fatto e molto c’è ancora da
fare. Ogni giorno sei di fronte sempre a nuovi problemi, nuove urgenze: crisi Miroglio,
Natuzzi, agricoltura e come Sindaco devo stare sempre in prima linea, per esse-
re sempre al fianco di chi ha più bisogno in
quel momento.
Sul piano dei servizi sociali siamo il Comune capofila del nostro Piano di Zona, che ci
ha permesso di elevare la qualità dei servizi, per anziani, disabili, minori, anche grazie
ai fondi destinati ai nostri progetti dalla Regione Puglia. Certo non si può raggiungere
l’optimum.
Vorrei ricordare nell’ambito della sicurezza,
il fiore all’occhiello del nostro Comune, per
quanto attiene il servizio di soccorso a mare e in spiaggia direttamente collegati con
il 118. Per questo progetto riceviamo ogni
giorno richieste da tutte le parti che ci chiedono indicazioni su come fare altrettanto.
E’ comunque difficile organizzare al meglio
un servizio uguale per tutti. C’è sempre bisogno di risorse umane in più (vigili, operatori ecologici ecc.). Certo bisogna anche
educare i cittadini ad una coscienza civile ed ambientale. Il prossimo impegno sarà
quello di incrementare la raccolta differenziata che è già al
12%, un livello ancora basso,
che potrà salire allorquando
ci sarà anche lo smaltimanto dell’umido. Aspettiamo che
l’ATO e la Regione ci facciano
un programma in tal senso».
Parliamo di opere pubbliche. Quali hanno avuto la
priorità su tutte?
«In questo campo abbiamo
raggiunto gli obiettivi che ci
eravamo preposti, puntando
in particolar modo alla valorizzazione delle risorse paesaggistiche, storiche, culturali del
nostro paese, per far riappropriare i cittadini della loro identità.
Mi riferisco ai lavori fatti per il centro storico
e allo sviluppo del turismo. I dati dell’ATP di
Taranto dimostrano che, nel versante occidentale, Ginosa e Castellaneta in que
attualità
sti ultimi anni hanno raggiunto un boom di
presenze turistiche. A questo ha contribuito la 12^ Bandiera Blu ottenuta con gli investimenti fatti sul depuratore di cui abbiamo ampliato la capacità, sulla fogna bianca
e nera, l’illuminazione, le strade. Consentendo anche che, i parametri delle acque di
balneazione e quelle di depurazione fossero sempre nella norma per poter
accedere al riconoscimento della
FEE, ma anche di Legambiente
con le golette verdi.
Infatti intercettando il turista dal
mare lo si porta poi verso le campagne, le masserie per degustare i nostri prodotti locali doc come
il vino. Fino a raggiungere il centro storico e le Gravine. Zone che
abbiamo rivalutato in questi anni
con opere che sono ben visibili ai
ciattadini.
Così come il grande sogno che
ho realizzato di poter acquistare il
Castello con i fondi PIRP e poterne fare il centro storico-culturale
e sociale della nostra città. Infine
la campagna di scavi archeologici che ha reso Ginosa con suoi
siti de O’ Scurusciuto, Passo di
Giacobbe, Roccavetere, Madonna d’Attoli, Castello e via Allori,
una città archeologica, con un museo Civico dove prima o poi potremo ammirare i nostri reperti sparsi un po’ in tutti i musei della
Provincia».
Un altro settore è stato quello dell’edilizia scolastica. A che punto siamo?
«In questi anni abbiamo avviato e in alcuni
casi concluso opere molto importanti per la
messa in sicurezza di tutti gli edifici scolastici del nostro comune. Abbiamo inaugurato i plessi “Morandi” e “Giovanni Paolo II”,
stiamo lavorando per la costruzione della
nuova scuola materna a Marina di Ginosa
e stiamo facendo manutenzione ordinaria e
straordinaria per tutte le strutture.
Abbiamo dotato l’utenza di 8 punti mensa di
ottima qualità, offriamo un servizio trasporto
gratuito, integriamo con delle figure di supporto l’educazione degli alunni disabili che
affiancano i docenti di sostegno. Sono innumerevoli le iniziative fiananziate dall’Amministrazione che le scuole in questi anni
hanno prodotto. A tal proposito vorrei sottolineare proprio il livello di qualità di questi eventi ed elogiare tutti gli operatori della
scuola a ogni livello per la loro professionalità e l’impegno che mettono nel loro lavoro.
Si è cercato di dare ai bambini ed ai ragazzi un’educazione ambientale migliore (Ecoschools), di riscoprire le proprie radici storiche e culturali (Adotta un monumento),per
La Goccia n. 15/17 - 1 agosto 2010
questo abbiamo finanziato anche delle pubblicazioni in merito come il libro sulla storia
del “S. G. Bosco” e il 50° anniversario della
“Carducci” o il testo dei giochi di una volta
della “Lombardo Radice”».
Come valuta il rapporto con l’Ente Regione e Provincia, che in questo mandato sono state entrambe di centrosini-
stra?
«Dal punto di vista istituzionale, i rapporti
sono stati ottimi così come deve essere per
l’interesse esclusivo del cittadino. Con la
Regione Puglia ho avuto una proficua collaborazione e lo dimostrano i fatti con oltre
50 milioni di euro pervenuti nelle casse del
Comune per la realizzazione di molti progetti. Con molti Assessori della Giunta Vendola sono in ottimi rapporti. Nella passata legislatura ad esempio, con l’Ass. Ostillio, siamo riusciti ad avere Ginosa nel programma turistico regionale ed a far rientrare il progetto del porticciolo turistico a Marina di Ginosa,un sogno nel cassetto che
si realizzerà grazie all’interesse anche di
numerosi imprenditori. Per la Provincia le
cose sono andate diversamente, salvo gli
ottimi rapporti che ho con il Presidente Florido e alcuni dei suoi Assessori, ma non ci
sono stati interventi di rilievo, forse anche
per carenza di fondi, ma alcuni servizi come l’Ufficio di collocamento sono stati tolti e
l’evento Passio Christi non riceve più fondi
provinciali. Vorremmo maggiore attenzione
politica e fondi perchè nella zona occidentale siamo un Comune che merita».
Le informazioni riguardanti di chi sarà il
candidato del PDL alle prossime comunali, si fanno i nomi di De Palma e Di Canio, sono fondate? Come deve essere a
suo avviso il prossimo Sindaco al di là
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del colore politico?
«Ad oggi non è stato ancora deciso nulla.
Piuttosto vedo un panorama politico complesso. Chi sta meglio è la compagine di
Centrodestra. L’alleanza è compatta. I nomi che hai fatto sono entrambi di valore e
potrebbero far bene. A mio avviso il candidato Sindaco deve essere condiviso anche
dai cittadini e non solo dai partiti.
Il segreto del mio successo elettorale è stato infatti quello di aver
raccolto consensi non solo dalla
mia parte politica. Il Centrodestra
deve puntare al confronto con la
società civile. Non ci devono essere divisioni, ma solo una sana
competizione democratica tra i
due schieramenti. Il nuovo Sindaco dovrà assicurare continuità almeno per dieci anni, con una
squadra compatta e coesa, libero di poter governare con il consenso dei cittadini. La qualità migliore del primo cittadino dovrà
essere l’onestà intellettuale».
Dopo la sua esperienza politica, intende ancora impegnarsi
in questo settore o preferisce
ritornare alla sua professione
di avvocato?
«Dopo dieci anni ho letteralmente bisogno di staccare la spina, per concedermi una pausa mentale e fisica. Sarò comunque a disposizione di tutti per assicurare la continuità. La capacità amministrativa che mi riconoscono la voglio mettere a
disposizione di tutti. Continuerò ad approfondire i miei studi di giurisprudenza, che in
questi anni mi sono serviti molto per il mio
servizio di Sindaco».
Cosa non rifarebbe?
«A mente fredda posso dire che ci sono stati errori per i quali chiedo pubblicamente
scusa ai miei cittadini. Anche se sono sempre stato in buona fede e l’ho fatto nel loro
interesse. Lo slogan “il Sindaco di tutti” credo di averlo realizzato, rimanendo in questi anni sempre me stesso. Sono sempre rimasto Gino Montanaro, primo cittadino fra
i cittadini».
Vuole fare un saluto ai nostri lettori prima della pausa estiva..?
«Ai numerosi turisti che verranno a Ginosa
e Marina di Ginosa, riserviamo un’accoglienza a braccia aperte, nello spirito di fidelizzazione, affinchè vengano sempre nel
nostro territorio. Anche a loro chiediamo
una collaborazione, perchè il territorio possa crescere con la partecipazione ed il senso civico di tutti: istituzioni, cittadini residenti
e turisti. Buona estate a tutti!»
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attualità
La Goccia n. 15/17 - 1 agosto 2010
“Il PD continuerà il suo impegno per il territorio”
Il Vice Presidente del Consiglio Provinciale Teresita Galeota fa un
bilancio del suo operato ad un anno dall’ insediamento
di Rosamaria Busto
La pausa estiva consente di fare il punto
della situazione prima di riprendere le attività amministrative e sociali a pieno ritmo a
settembre. La Dott.ssa Galeota ha risposto
alle nostre domande, esponendo quanto ha svolto sino ad ora
in Provincia e come Capo Gruppo PD all’opposizione e mettendo a tacere voci equivoche sul
suo conto e sul suo partito.
A meno di un anno dal termine di questa legislatura amministrativa, come valuta il suo
ruolo di capo Gruppo del PD
all’opposizione?
«Il ruolo dell’opposizione al governo di una comunità non è
meno carico di responsabilità rispetto a quello della maggioranza. Purtroppo, l’azione oppositiva si infrange contro la perdita
di potere del Consiglio stesso.
Durante questi quattro anni sono state protocollate numerosissime interrogazioni rimaste, ahimè, senza risposta. Di questo
chiediamo sempre conto alla maggioranza
di centrodestra e invitiamo i lettori e la cittadinanza ad andare a prendere visione delle
interrogazioni come anche delle stenotipie
dove si evince non già la pura opposizione
ma anche le proposte presentate dal PD
all’amministrazione Comunale. Come capo Gruppo ho cercato di sommare il lavoro che ogni singolo consigliere ha portato
avanti individualmente cercando di portare nel seno dell’assise comunale anche il
pensiero del coordinamento locale del PD
oltre che degli elettori che ci hanno scelto. Quando lei mi ha contattata richiedendomi un incontro per portare su La Goccia
il mio saluto prima della sospensione estiva ho pensato alle altre che, come è vostra
consuetudine, mi sono state richieste negli
anni scorsi. Ho ripreso quei numeri e li ho
riletti. Ho sorriso amaramente nel constatare che nulla è cambiato in questi anni e che
per la quarta volta mi tocca ripetere le stesse lamentele. Servizio di raccolta rifiuti e
mancata crescita degli standard di differen-
ziata, abbandono di piazze e verde pubblico, mancanza di un Piano della Comunicazione, potrei continuare a snocciolare interrogazioni e proposte fatte in Consiglio ma
temo che avrei bisogno di troppo spazio.»
Dal centrodestra ginosino e non solo,
giungono critiche che sostengono come il PD sia l’ombra di se stesso, dopo
la mancata rielezione di Costantino alla
Regione? Cosa risponde?
«L’impegno del circolo PD di Ginosa è talmente trasparente da non dovere essere
descritto. La mancata rielezione del consigliere Regionale non riconosce nell’operato
del circolo alcune responsabilità visto che
tutto il PD ginosino e marinese ha sostenuto solo il consigliere locale, dimostrando la
sua unità e il suo progetto di meglio radicarsi sul territorio».
A 12 mesi esatti dal suo insediamento alla Provincia, qualcuno l’accusa di
non essersi ancora prodigata molto per
Ginosa. Ingrati o realisti?
«Né ingrati né realisti. Probabilmente solo
disinformati: ora sta ai cittadini stabilire se questa
disinformazione celi più o
meno malizia. Il primo anno di un’amministrazione vede sempre una fase
di costruzione dell’ossatura della stessa. Nonostante questa fase di impegno
maggiormente tecnico-politico, forte è stato l’impegno
nei confronti di Ginosa e la
sua marina a testimoniarlo
gli interventi per l’ambiente, e penso a quanto si sta
facendo per la questione
ASECO piuttosto che all’attenzione che si sta rivolgendo per il Parco Comunale di Marina di Ginosa,
senza dimenticare il trasferimento di competenze e
fondi per la Circonvallazione Sud né l’importante contributo di 20.000 € per la Passio Christi o, guardando al cartellone estivo alle 10.000 € per Green Tour Festival
e Sete di Radio Tour. Mai come in questo
anno di amministrazione Provinciale la ex
ss 580 ha visto interventi ordinari e straordinari: basta guardare la segnaletica orizzontale e verticale per capirlo. La Provincia come sindacato del territorio è la filosofia di questa amministrazione Florido e
proprio a Ginosa vede gli interventi più importanti: ad ottobre come Presidente Vicario del Consiglio convocai presso l’Istituto Bellisario un Consiglio Provinciale monotematico sulla crisi dell’agricoltura dove
venne annunciata l’istituzione del Marchio
Terra Jonica mentre sin dal mio insediamento, anzi anche prima in quali
attualità
tà di Consigliere comunale, sono stata fianco a fianco con le
diverse delegazioni che sono
partite per Roma per la risoluzione della vertenza Miroglio.
Tra l’altro la costituzione della Consulta per lo Sviluppo richiama direttamente il ruolo di
coordinamento soprattutto in
materia di Formazione dell’Ente Provincia».
Nell’ambiente politico circolano voci di una sua eventuale ricandidatura al Comune. Ma come stanno veramente le cose?
«Come donna di partito devo rimandare la questione all’interno del PD stesso. Non
ho mai fatto affermazioni pubbliche in questo senso, nonostante 10 anni di un’amministrazione di centrodestra che
hanno annichilito il pensiero
e le volontà dei ginosini. Certo sono fortemente interessata a chi si caricherà del compito di riorganizzare la gestione del Comune di Ginosa e
della sua borgata. Il coordinamento del PD aprirà una stagione di discussioni anche con
le altre forze del centrosinistra
per capire quale possa essere
la scelta migliore per la comunità. Non crediamo alle candidature cadute dall’alto né alle
auto proclamazioni. Nell’ottica
di un democratico rinnovamento ascolteremo
tutte le proposte per giungere, eventualmente, anche alle primarie».
Come valuta la situazione della nostra città e frazione marinese dopo 10 anni di amministrazione di Centrodestra?
«Come già detto poco fa, basta guardare al
disinteresse dei ginosini nei confronti dell’azione amministrativa per dare il termometro della situazione. Fare politica per la comunità non è elargire micro contributi al di
fuori di una programmazione strutturale. Bisogna uscire da questa mentalità di completo scoordinamento, anche perchè i tagli im-
La Goccia n. 15/17 - 1 agosto 2010
posti dalla manovra finanziaria fanno avvertire sempre più la necessità di pianificare l’uso delle poche risorse disponibili. Chi
dice il contrario manifesta una demagogica superficialità. Dovrei spiegare come sto
lottando quotidianamente per riaffermare,
all’interno dell’assetto provinciale, l’identità di Ginosa evidentemente perché prima
non era affatto avvertita la sua presenza.
Dovrei sentirmi personalmente offesa per
il mancato riconoscimento degli sforzi che
sto facendo trascurando soltanto la mia famiglia e me stessa perché dismessi gli abiti di amministratore indosso quelli di medico (e tutto questo a costo zero!). L’ap-
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piattimento culturale che c’è
per via di 10 anni di mancata
programmazione strutturale hanno abbassato il livello
di vivibilità di Ginosa e tutto questo è evidente in tutti
i settori da quello dell’urbanistica e penso ai PIRP, alla viabilità per il quale resta
ancora in sospeso la richiesta di un Consiglio Monotematico. Solo qualche giorno
fa nel Salone di Rappresentanza in qualità di Presidente
del Consiglio Vicario ho presenziato alla presentazione
del giornale on line Terra Jonica dove a tutti i consiglieri
è dato spazio: facile l’associazione con quanto non è
fatto dal Comune di Ginosa
sul cui sito a malapena trovano spazio i proclami della
maggioranza e dove mancano gli atti pubblici. Si continua a parlare di raccolta differenziata, anno dopo anno
si diffondono brochure ma la
verità è che a parte questo
null’altro si fa per incrementare le percentuali di differenziata. Non si riesce a programmare un turismo che leghi terra e mare, nonostante le alte percentuali di turisti che frequentano nella stagione estiva Ginosa Marina.
Si continuano a fare annunci
sull’Istituzione del Museo Civico mentre
lo stabile che ospita il fantasma di questo
istituto e la Biblioteca risente di gravi problemi strutturali».
Vuole fare un saluto ai nostri lettori
prima della pausa estiva..?
«L’augurio è per tutti di una serena estate per i cittadini e per chi sceglierà di soggiornare nella nostra Ginosa. Il PD continuerà il suo impegno per il territorio,
mantenendo alte le antenne sulle questioni reali e quelle che riempiono le pagine dei giornali a livello provinciale, regionale e locale».
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attualità
La Goccia n. 15/17 - 1 agosto 2010
Crisi agricola: Politi,
«pronti a mettere da parte sigle e
bandiere per un’iniziativa unitaria»
Il presidente della Cia lancia un appello a tutte le rappresentanze del settore
per rafforzare la voce dell’agricoltura e superare questo difficile momento.
«A settembre siamo pronti a scendere in piazza in modo unitario, mettendo da parte sigle e bandiere, per fare sì che il mondo agricolo nel suo complesso faccia sentire la sua voce di protesta
in maniera forte ed univoca». È questa la proposta che il presidente della Cia (Confederazione
italiana agricoltori) Giuseppe Politi ha lanciato alle altre organizzazioni professionali agricole del
nostro Paese. Occasione è stato il sit-in svoltosi oggi a Roma, in piazza Montecitorio davanti alla Camera dei Deputati.
«Andare avanti isolati e frammentati non giova a nessuno. Per questo motivo mi appello a tutta
la rappresentanza agricola italiana affinché -a fferma Politi- davanti alla drammatica crisi che sta
vivendo l’agricoltura italiana. Si sviluppi un impegno unitario. Solo così si possono superare in
maniera adeguata i complessi problemi e le grandi sfide che il settore primario è costretto ad affrontare. Occorre, quindi, adoperarsi per aggregare il più possibile una rappresentanza sempre
più divisa e, dunque, sempre più debole. Un’unità che, però, non significa rinuncia delle rispettive
identità e autonomie».
«E fin da adesso ribadisco che la nostra Confederazione è disposta a rinunciare alle manifestazioni che ha programmato a partire dalla ripresa dopo la pausa, purché ci sia un discorso serio
e responsabile da parte delle altre organizzazioni per portare avanti iniziative unitarie che diano
il senso vero di una protesta che coinvolga l’intero settore primario, gli agricoltori che, d’altronde,
si sono più volte dichiarati favorevoli ad azioni comuni».
Carmelo Candia
Auguri dottoressa Enia Sangiorgio
Lo scorso 15 luglio 2010 Enia
Sangiorgio ha connseguito presso l’Uuniversità di Bari la laurea
in dottoressa in giurisprudenza.
discutendo la tesi sul Diritto del
Lavoro
“Appalto e sicurezza sul lavoro; profili giuridici.”
Relatore Chiarissimo Professore Vito Sandro Leccese.
Alla neo dottoressa e ai genitori Pierino e Lina Sangiorgio, alla sorella Anna insieme al marito Antonio Pizzulli e alla piccola
Marialuce vanno gli auguri di tutta a Redazione.
Noi e il Fisco
La manovra
estiva
Proseguiamo, in questo numero,
l’elenco delle principali novità contenute nella manovra finanziaria approvata dal Governo con il decreto legge
78/2010 in fase di conversione:
Cambiano le regole per le compravendite
Viene istituita l’anagrafe immobiliare
integrata, a cui potranno accedere i
soggetti abilitati nonché, a titolo gratuito, i Comuni.
Nelle compravendite immobiliari viene introdotto l’obbligo per il notaio
rogante di allineare i dati dei registri
immobiliari a quelli catastali e per il
venditore quello di garantire la conformità tra lo stato di fatto dell’immobile e la planimetria catastale. La
dichiarazione del venditore potrà essere sostituita da una attestazione di
conformità rilasciata da tecnico abilitato alla presentazione degli atti di
aggiornamento catastale.
Semplificato l’avvio di una attività
Viene introdotta la “SCIA” ovvero
“segnalazione certificata di inizio attività” che andrà a sostituire ogni autorizzazione o concessione per l’avvio
dell’attività, con esclusione dei casi
in cui vi siano vincoli ambientali, paesaggistici o culturali o atti rilasciati
dalle amministrazioni preposte alla
difesa nazionale o alla pubblica sicurezza.
L’attività oggetto della segnalazione potrà essere iniziata dalla data
di presentazione della segnalazione
stessa all’amministrazione competente.
L’amministrazione competente, in caso di accertata carenza dei requisiti e
dei presupposti per il legale esercizio
dell’attività dichiarata, nel termine di
sessanta giorni dal ricevimento della
SCIA, potrà adottare motivati provvedimenti di divieto di prosecuzione
dell’attività e di rimozione degli eventuali effetti dannosi causati.
Dott. Mario D’Alconzo
attualità
La Goccia n. 15/17 - 1 agosto 2010
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MARINA DI GINOSA: DUE PROGETTI
PER RIQUALIFICARE TORRE MATTONI E LAGO SALINELLA
Il Comune di Ginosa continua ad attivarsi
per intercettare fondi, che, sommati alle risorse di Bilancio, possano contribuire alla
riqualificazione del territorio. “Recupero
e fruizione di Torre Mattoni” e “Realizzazione di una rete di sentieri escursionistici
in località Torre Mattoni - Lago Salinella”:
sono questi i due nuovi progetti che l’Amministrazione Montanaro ha candidato
ai finanziamenti pubblici del POR 2007
- 2013, per un importo complessivo di
650mila euro. L’intervento riguarderebbe
un’area di Marina di Ginosa di particolare interesse, vista la compresenza di elementi di notevole pregio storico – culturale
e naturalistico: Torre Mattoni, presidio fortificato
del XVI secolo per la difesa anticorsara delle
coste del Regno di Napoli e Lago di Salinella,
formatosi per l’occlusione dell’antica foce del fiume Bradano, il cui corso terminale fu deviato nel
1243.
Torre Mattoni, di proprietà Demaniale, necessita
di sostanziosi e complessi interventi di consolidamento e di restauro il cui costo, sia pure per
stralci, andrebbe molto oltre le somme ammesse
a finanziamento previste dalla misura del POR.
L’Amministrazione Montanaro si è, comunque,
prefissata l’obiettivo di avviare un programma di
recupero della Torre, teso a garantirne la massima fruibilità, anche come centro di attività socio
– culturali, connesse alla tutela e valorizzazione
tanto del patrimonio storico - architettonico quanto di quello naturalistico e paesaggistico.
Per quanto riguarda il “Recupero e la fruizione di
Torre Mattoni”, è stato previsto un insieme di interventi iniziali che, pur non consolidando strutturalmente l’edificio,
ne garantiranno la sua messa in sicurezza con puntellamenti localizzati nei settori più soggetti a dissesti e a degrado, consentendone,
di fatto, una fruizione monumentale esterna. “Inoltre – commenta
l’assessore ai Lavori Pubblici Vincenzo Di Canio – saranno avviati
diversi scavi archeologici, nella zona, per favorire la conoscenza
delle caratteristiche, sia strutturali che d’uso, del locale adiacente alla torre, sul lato nord - est e l’esplorazione, nonché il riordino
del materiale di crollo della scala originaria di ingresso in mura-
tura. La Torre, così recuperata, fungerà
da supporto di eccellenza alle attività di
promozione turistica dell’intera area”. Si
provvederà anche alla realizzazione di
un parcheggio, alla sistemazione di due
aree di sosta con collocazione di arredi in
legno, bacheche con pannelli, contenenti notizie informative sugli Enti esecutori
e finanziatori dell’intervento, sulla Torre
e il suo contesto ambientale, con planimetrie dell’area e indicazione dei sentieri.
E’ prevista anche la pubblicazione di una
monografia scientifica sul monumento e
sulle risorse ambientali e paesaggistiche
dell’intera zona interessata dagli interven-
ti.
Il secondo progetto permetterà l’attrezzamento
di una rete di sentieri, che partirà dal vecchio
casello ferroviario, presente sulla via della
Marinella, fino al Lago Salinella. I sentieri
utilizzati saranno quelli già presenti nell’area
ed, in parte, interessati già dai lavori finanziati
nell’ambito del POR Puglia 2000 - 2006,
attualmente in esecuzione. “Tutto il sentiero
– aggiunge il sindaco Montanaro - sia fuori dal
bosco che al suo interno, sarà idoneamente
recintato con staccionata in legno; e, per
garantirne un utilizzo sano e salutare all’utenza
cittadina e turistica, saranno previste aree
per la sosta attrezzate con panchine, tavoli e
portabiciclette. Sulla duna antistante il Lago
Salinella, ci sarà la messa in opera di una
torretta di avvistamento, alta circa 8 metri, che
fungerà da punto di avvistamento di eventuali
incendi boschivi. Non mancheranno postazioni
attrezzate per il bird-watching complete di schermature in legno,
per l’avvistamento dell’avifauna. Importante anche il materiale
promozionale e divulgativo, per diffondere la conoscenza del sito e
del suo contesto ambientale.
Entrambi i progetti sono stati redatti dall’Ufficio Tecnico Comunale,
con la preziosa collaborazione della dott.ssa forestale Wanda Galante, della prof.ssa Annalisa Marchionna e del prof. arch. Roberto
Perrone.
Uff. Stampa Comune di Ginosa
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attualità
La Goccia n. 15/17 - 1 agosto 2010
“Dal mare alle gravine”- Estate 2010
Conferenza stampa di presentazione del programma
di Rosamaria Busto
Ginosa, 19 luglio. Presso l’ufficio del
Sindaco, Avv. Luigi Montanaro si è tenuta la conferenza stampa di presentazione del Programma Estate 2010. Il
Cons. con delega alla cultura, Antonio
Bradascio, ha illustrato per sommi capi
il contenuto della broshure contenente
tutte le iniziative culturali di rilievo di
questa stagione già iniziata con la serata-spot, trasmessa da STUDIO 100
Sat il 14 luglio scorso. Tante le iniziative previste da concerti di cover band,
a sagre di ogni genere, a rassegne culturali, mostre, commedie in vernacolo.
Ritroviamo il Music Live Show, il Palio
degli anelli, la Festa de “La terre de U’
Munachicchie”, la finale reginale di Miss
Wella, i fuochi pirotecnici. Assente l’edizione
estiva della Passio Christi, per motivi legati
ai mancati fondi non pervenuti dalla Provincia, ha concluso Bradascio, che ha poi ringraziato il Sindaco e l’Amministrazione tutta
per il sacrificio economico fatto (80/90 mila
euro) destinato alle varie iniziative.
Il Sindaco ha sottolineato il fermento che le
stesse Associazioni hanno portato presen-
COSA PASSA IN TV?
Nasce “Man-Ga’’, l’oasi tv per
i fan di animazione giapponese
Gli amanti dell’animazione giapponese avranno finalmente pane per i loro denti. Lo scorso
1 luglio è approdato sul canale 149 di “Sky’’,
“Man-Ga’’, la nuova tv interamente dedicata,
come suggerisce il nome, alla programmazione di cartoni animati made in Japan. Il termine
manga appunto, indica in Giappone i fumetti
in generale, mentre nel resto del mondo viene usato per contraddistinguere le storie a
fumetti nipponiche. Pochissima pubblicità e
serie nuove e di culto in rotazione 24 ore su
24: sono questi i punti di forza della neo nata
emittente che saprà soddisfare milioni di telespettatori di tutte le età. Il ricco palinsesto offre
ben 20 “Anime’’(traslitterazione giapponese
della parola inglese “animation’’, ovvero animazione) di tutti i generi. “Man-Ga’’ infatti dà
l’opportunità di rivedere i titoli targati 60 e 70
tando programmi molto ricchi, che guardano alla nostra cultura, identità e territorio,
legate anche alla Bandiera Blu. Infine ha
ringraziato il Cons. Bradascio per il lavoro
svolto, le forze dell’ordine, il SER, la CRI,
l’AVIS e i media parteners RG Studio e Studio 100, per la collaborazione.
Anche l’Ass. Vizzielli ha rilevato la corposità del cartellone ed il fatto che ogni anno
si possa sempre migliorare nella qualità. Il
che hanno fatto storia: “Astroboy’’, “L’uomo
tigre’’ e “Rocky Joe’’ sono solo alcuni dei capolavori trasmessi che hanno accompagnato
per buona parte dell’infanzia i padri di oggi.
Grazie alla loro nuova messa in onda, queste
antiche perle potranno ritornare a brillare e
ad affascinare le nuove generazioni con una
qualità audio e video rinnovate e al passo coi
tempi. A queste saghe piuttosto “attempate’’,
vanno ad aggiungersi prodotti più recenti e
mai visti sul piccolo schermo come ad esempio “Devil may cry’’, “Il conte di Montecristo’’,
“La rivoluzione di Utena’’ e “Gantz’’. Altro fiore
all’occhiello del canale è l’assenza di censure. Per anni e anni migliaia di “anime-dipendenti’’ hanno portato avanti un’aspra battaglia
contro le reti televisive nazionali che trasmettevano cartoni apportando diversi tagli. Con
l’eliminazione di scene e frasi definite “violente’’ o reputate “sconvenienti’’ per un pubblico
di minorenni, spesso le serie perdevano di
significato. In questo modo l’ascoltatore, raggirato, perdeva il cosiddetto “filo’’ della storia.
Se le censure hanno generato una miriade
Delegato Sindaco della Frazione marinese, Leonardo Galante, ha ringraziato l’Amministrazione per l’attenzione posta nel cartellone su Marina di
Ginosa.
Il Presidente dell’ARCI “Il Ponte”, Stefano Giove, ha invece evidenziato come la Festa de U’ Munachicchie sia
solo una delle tante attivtà espresse
nell’arco dell’anno dalla sua Associazione e che auspica una maggiore sinergia tra le diverse Associazioni non
solo per i programmi ma anche per
ammortizzare le spese notevoli che
si è costretti ad affrontare, nonstante
i contributi comunali e degli sponsor.
Il Sig. Nicola Facilla, Presidente dell’Ass. “La Jarvine” ha invece ricordato
che per motivi logistici, la serata di premiazione del Concorso di poesie in Vernacolo si
terrà nello spazio antistante il Castello, per
continuare l’impegno iniziato nel 1983 di far
conoscere alle giovani generazioni la nostra
cultura ed il nostro idioma locale.
Il Sindaco infine ha ricordato che tutti gli
incassi delle varie manifestazioni saranno
devolute in beneficienza.
di polemiche e malcontenti su larga scala,
gli scarsi adattamenti hanno fatto precipitare
la situazione in un baratro. Dialoghi letteralmente scombussolati e per niente fedeli agli
originali e nomi cambiati, hanno contribuito
a imbruttire un titolo e a far perdere ascolti.
Purtroppo però i “signori della tv’’ tuttora sembrano ignorare completamente le esigenze
dei loro clienti. In periodi di “bavagli generali’’
come quello che stiamo vivendo, “Man-Ga’’
rappresenta un vero e proprio paradiso per gli
amanti dell’animazione del sol levante. «Gli
anime e i manga hanno contribuito a forgiare l’
immaginario audiovisivo di moltissimi bambini
e ragazzi italiani ed europei, complici anche
bizzarre dinamiche di programmazione televisiva» ha spiegato lo scrittore Marco Pellitteri.
«Giunta in Europa dalla seconda metà degli
anni Settanta – ha poi aggiunto- una prima
grande ondata di serie animate giapponesi ha
gettato le basi di una nuova sensibilità estetica». Chiunque volesse immergersi nel mondo
degli Anime, non deve far altro che sintonizzarsi su “Man-Ga’’, canale 149 di “Sky’’.
Miki Marchionna
attualità
La Goccia n. 15/17 - 1 agosto 2010
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Dedicato a papà Gennaro Conte
Osservo dalla finestra lo spuntare
di un nuovo giorno.
Penso che sarebbe bello poter
viaggiare indietro,
come un ritorno
affinché si possa cancellare in un
breve istante
quel senso di impotenza che ti
prende
quando osservi una persona per
me importante,
che ha donato sempre gioie e sorrisi alla vita
ma che in questi ultimi mesi
credeva che niente avesse più un
senso,
e sussurrava: “E’ finita…”.
Non potevo credere a tutto questo
e gridavo al mondo intero che non
era giusto!
Avrei voluto dire a lui,
alla persona che stimavo e assomigliavo:
“Mi devi ascoltare,
perché sono sempre tuo figlio.
Non lasciarti andare, non arrenderti,
lotta sempre con tutto te stesso!
Non ascoltare i rumori della tua
stanchezza
e cancella dal tuo viso i segni della
tua debolezza.
Noi siamo sempre con te,
in ogni momento,
anche quando credi
che lo sconforto si trasforma in
tormento.
Noi ci saremo sempre e ti daremo
la forza per andare avanti
e lo faremo con tutto l’amore che
abbiamo, senza rimpianti.
Perché sei un papà straordinario
che noi tutti amiamo.
Nella vita ciò che ti ha contraddistinto è stata la lealtà,
ma soprattutto quel grande pregio
chiamata “generosità”.
Ora, quando guarderò il cielo
so che ci sarà una stella che brilla
più delle altre.
Quella stella mi ricorderà sempre
un grande amore,
quell’amore che tu hai avuto nei
miei confronti.
Ti voglio bene, papà!
Don Franco, ti siamo vicino!
bravura ed l’intelligenza siano impotenti di
fronte alla Signora Morte.
Chi è passato da questa esperienza, può
ben dirlo!
Il suo incontro è un fermo, segna un prima
e un dopo. Poi mille domande accavallano
la mente: infiniti ricordi, dolci sorrisi, momenti di allegria. E nel pensare al domani,
prometti di dare un senso più autentico al
resto della tua stessa esistenza.
E nel silenzio della preghiera cerchi nel
profondo della memoria, le parole ed i gesti, che a te hanno fatto amare la vita, gli
insegnamenti che tuo padre con tua madre
ti ha trasmesso nella convinzione che saresti stato uomo, e un bravo sacerdote. Non
c’è altra conoscenza o esperienza che più
di questa ti avvicina alla vita, al senso dell’eternità, al mistero della morte, alla grandezza di Dio. Solo la Fede ci convince che
l’esistenza umana ha un senso che a noi
non è dato sapere. Ma questo già lo sai.
L’intera Redazione ed i collaboratori de La
Goccia ti sono vicino.
Palma Martino
Nel pomeriggio rovente e asfissiante del 20
luglio, l’invincibile Signora è entrata nella
tua casa. A dire il vero si era fatta annunciare già da qualche mese, quando il verdetto
medico ti tolse ogni illusione. La speranza,
tuttavia, oscura l’evidente verità nella vana
convinzione che c’è ancora tempo. Quanto è difficile convincersi quando eventi del
genere ti toccano da vicino! E tu, da carissimo figlio, in un impassibile silenzio, avresti
voluto fuggire, fermare il tempo.
No, non si può! I giorni passano. La paura fa posto allo sgomento. Molto spesso,
senza farti accorgere, quasi come un ladro,
hai ancora cercato nel corpo di quell’uomo
forte e fiero, qual era tuo padre, un segno di
miglioramento convinto che gli altri possano anche sbagliare, e che un uomo, come
papà Gennaro, avrebbe vinto anche questa
volta. Ma i suoi occhi e il suo sguardo ti
hanno rivelato la verità che tu stentavi a riconoscere. Come non mai, ti sei reso conto di quanto l’uomo sia fragile e quanto la
Don Franco
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La Goccia n. 15/17 - 1 agosto 2010
“UNA STORIA”
di Ilaria Pignalosa
4ª puntata
Insieme ad esso sembrava scemare
anche qualcosa di più importante e forse, a differenza del mese, non destinato
a tornare: il sentimento.
Entrambi avevano metabolizzato il dolore e la sofferenza causati dalla distanza, ma proprio quest’ultima li aveva inconsciamente portati a considerare la
loro storia un’abitudine che, non potendo essere espressa con la fisicità di
un bacio o la dolcezza di una carezza,
sembrava disarmata ed impotente davanti ai continui attacchi della noia. Non
che non provassero ancora amore l’uno
per l’altro, ma quella tenerezza esplosa inizialmente era probabilmente stata
coltivata male e stava appassendo inesorabilmente, senza che nessuno se ne
rendesse conto.
Giulio aveva lasciato la scuola in seguito all’ennesimo litigio con i suoi genitori. Aveva abbandonato la sua passione
ed il suo amore per lo studio e la cultura
pur di fare un dispetto ai suoi. Sapeva
benissimo che stava soltanto procurando del male a se stesso ma la cocciutaggine e l’incoscienza furono la causa
del suo sbaglio più grande.
Luisa nel frattempo trovava sempre
meno tempo per restare collegata ad
internet con lui. Nuove amiche, nuovi
interessi, la bella stagione che bussava timidamente per entrare nelle vite di
tutti: il computer le sembrava qualcosa
di accessorio, non più l’unico mezzo per
restare aggrappata a ciò che la lontananza non le permetteva di avere. Inoltre era sempre stata quella più portata
alla malinconia quando entrambi si soffermavano sulla strada, ai loro occhi infinita, che li divideva e sedersi davanti
al pc le ricordava quello stato di instabilità in cui la sua storia versava.
Si sentivano ancora tutti i giorni, tuttavia
mai per più di due o tre ore consecutive e persino il romanticismo era avvizzito. Pur considerandosi ancora come
una coppia, il loro vero rapporto non era
molto diverso da quello che avrebbero
potuto avere due buoni amici.
Il 10 giugno lui le chiese di parlare.
Avrebbero dovuto incontrarsi come stabilito un mese prima?
attualità
Entrambi sembrarono poco entusiasti per
quanto nessuno di loro lo avrebbe ammesso.
Giulio aveva paura di deluderla, Luisa dal
canto suo semplicemente era troppo presa
dai suoi mille impegni.
<<Rimandiamo al prossimo mese, o magari
ad agosto. In estate sarà sicuramente meglio>> propose lui, con tanta foga che era
palese stesse cercando di convincere più
se stesso che Luisa.
<<Ottima idea! E qui in Puglia, in agosto, il
mare è stupendo!>>.
Rimandare l’incontro fu praticamente indolore per tutti e due, forse perché erano troppo giovani, inesperti e speranzosi che le
cose si risollevassero da sole.
monitor e sentì in bocca l’amaro sapore della
convinzione che non l’avrebbe rivista mai più.
Fu così. Continuarono a sentirsi poco e niente
fino a che i loro discorsi divennero sempre più
sterili e freddi e si ridussero a convenzionali saluti ed auguri.
Nessuno dei due soffrì per questo e, sotto sotto,
forse fu meglio così. Almeno in questo si erano
rivelati molto più maturi di altri ed avevano saputo riconoscere la fine, anche se troppo tardi.
Per un altro paio di mesi Luisa continuò a riguardare la foto di Giulio, non sapendo che anche lui faceva lo stesso. Morì presto anche questa abitudine.
Spento il computer, dopotutto, ogni cosa deve
discostarsi e non interferire con la vita reale.
Amore compreso.
Sarebbe bello raccontare che la loro storia
riuscì a riprendersi da sé, ma l’amore è il
fiore più delicato che esista e se non si sa
come prendersene cura in modo adeguato
morirà inevitabilmente.
Anche luglio tolse il disturbo.
Pur continuando a sentirsi ogni giorno, ormai erano inconsciamente certi che la cosa
era prossima alla fine. Luisa non disprezzava la compagnia di altri ragazzi, Giulio
non era da meno e già corteggiava una sua
compagna di comitiva.
Entrambi si erano rivelati troppo deboli per
qualcosa di così arduo come una relazione
a distanza e avevano sopravvalutato il loro
sentimento.
Ne parlarono ad agosto o, più precisamente, lo intesero senza bisogno di parole.
Si guardarono negli occhi attraverso la webcam, come avevano sempre fatto, ma l’uno
non lesse negli occhi dell’altro quella scintilla che aveva scatenato tutto. C’erano però
imbarazzo e delusione, forse anche un pizzico di rancore.
<<Penso dovremmo…non so…>>. Luisa
fece spallucce.
<<Pausa di riflessione?>> propose lui, sputando quella parola e poi subito tappandosi la bocca, come avesse lasciato sfuggire
qualcosa di orribile.
<<E’ un po’ squallido, ma immagino di sì>>
rispose lei.
Sospirarono entrambi e in quel momento
ebbero la certezza che era tutto finito.
Così come anche agosto volgeva al termine, anche quella storia che tanto li aveva
fatti sognare stava diventando parte di un
sogno stesso.
Lui la guardò un’ultima volta attraverso il
<<Giulio?>>.
Lui si voltò e incrociò lo sguardo della donna
che aveva appena richiamato la sua attenzione
sfiorandogli la spalla e, senza neanche rendersene conto, sorrise davanti a quel viso cosparso di efelidi che lo rendevano buffo e infantile al
tempo stesso. Provò6 immediata simpatia per
quella donna.
<<Ci conosciamo?>>.
Lei annuì con convinzione e sorrise, incredibilmente contenta. Gli porse la mano inguantata
e bagnata lì dove era caduta la neve e inclinò il
capo. <<Luisa>>.
Bastò quel semplice nome affinché i ricordi riaffiorassero e Giulio restò per qualche istante a
fissare quella mano, inebetito.
Non riuscì a stringergliela. Semplicemente l’attirò a sé e abbracciò quel corpo che non aveva
mai potuto stringere prima d’ora.
Lui ora era sposato e non mancò di presentarle
sua moglie, che era con lui in quel sabato pomeriggio di neve. Lei, come gli annunciò con
tutta la felicità del mondo, si sarebbe sposata
dopo qualche mese ma aspettava già la sua prima bambina.
Passarono quel pomeriggio insieme a sorseggiare una cioccolata calda e a raccontare ciò
che era successo in quegli anni in cui si erano
persi di vista.
Nessuno ebbe il coraggio di dirlo ma entrambi
si resero conto mai come allora di quanto fossero belli e semplici gli amori adolescenziali e di
come fosse altrettanto meraviglioso rincontrarsi
dopo anni ed accorgersi che ognuno di noi da
quel sentimento ha imparato più di quanto immagini. Fine
Ilaria Pignalosa Classe 3C
attualità
La Goccia n. 15/17 - 1 agosto 2010
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Seconda Collettiva di pittura organizzata
dall’Arci Aspettando il Munachicchio
Aspettando il Munachicchio, è il caso di dirlo, i soci del Circolo Arci “Il Ponte” di Ginosa
non stanno con le mani in mano.
L’ attesa manifestazione agostana, della
quale lo spiritello burlone del Meridione è
protagonista, che si concluderà i giorni 11
e il 12 di agosto in piazza IV Novembre, fin
dallo scorso mese di giugno ha preso il via.
Le vetrine dei negozi ginosini sono già allestite, da Tina D’Amelio, con mini-Munachicchi che annunciano la festa, e nei quartieri
non s’è ancora spenta l’eco dell’esibizione
del coro polifonico de I cantori del Munachicchio e degli allegri strilli dei tantissimi
bambini, che hanno partecipato ai giochi
della Ludoteca allestita per loro dai soci del
circolo che già un’altra delle manifestazioni
previste nell’ambito della Festa, ha preso il
via, lunedì 26 scorso.
La 2° Collettiva di Pittura che quest’anno gli
organizzatori della Tèrre de u’ Munachic-
chio hanno allestito, in collaborazione con il
Museo civico “Santa Parasceve” di Ginosa.
L’intento di allargare sempre più la collaborazione con le risorse del territorio ha portato il presidente, Stefano Giove e il gruppo
dirigente dell’Arci ginosino ad organizzare
la 2° Collettiva (che lo scorso anno era sta
allestita in piazza IV Novembre) unitamente a esperti d’Arte e rappresentanti delle
Istituzioni. E, nelle persone del prof. Pietro
D’Amelio e della esperta organizzatrice di
eventi artistici a Marina di Ginosa, Annamaria Campa, con il dott. Giambattista Sassi,
direttore del Museo ginosino, con il patrocinio comunale, si è concretizzato il progetto collaborativo che conta la realizzazione
della Collettiva, al cui invito hanno risposto
venti artisti locali e non, con circa un centinaio di opere in esposizione.
Alla cerimonia di inaugurazione, tanti i presenti e tra gli ospiti che li hanno accolti, il direttore Sassi, il sindaco d Ginosa Luigi Montanaro, Pietro D’Amelio, Adele Carrera (in
rappresentanza del circolo Arci) che coordinati dalla socia Dolores Lovecchio, hanno
illustrato le finalità e gli obiettivi della rassegna. Tutti concordi nel grande valore unitario che la collaborazione tra associazioni
e ente pubblico assume, oltre al raggiunto
obiettivo culturale di restituire ai cittadini la
memoria della propria storia, nel luogo (il
museo civico) depositario istituzionale della
memoria collettiva del territorio.
La mostra sarà aperta al pubblico fino al 10
di agosto nelle ore serali e già dall’afflusso
del primo giorno, gli organizzatori prevedono una grande partecipazione.
La Festa “Tèrre de u’ Munachicchie” è giunta alla quinta edizione e già dal preludio,
le due giornate conclusive si prospettano
dense di eventi e di curiosità. L’interessante brochure prodotta dai soci Arci di Ginosa
(come ogni anno, in occasione della manifestazione), non pubblica al suo interno
soltanto il programma della festa ma dedica numerose pagine a diversi temi di ricerca storica locale. Quest’anno l’attenzione è
stata puntata sui mestieri scomparsi o evolutisi nel tempo e, per l’approfondimento, il
contributo è venuto oltre che da pubblicazioni del locale periodico La Goccia, anche
da artigiani e imprenditori, che alla conservazione e diffusione della memoria ci credono.
L’11 e il 12 agosto, in piazza IV Novembre per la feste de u’ Munachcchie, mostra espositiva degli antichi veicoli agricoli, stand gastronomici, gara dei centrini fatti all’uncinetto, artigianato della tradizionale
Bottega del Munacicchio, esibizioni di antiche pratiche artigiane, ludoteca di antichi
giochi, torneo di calcio, esibizione del gruppo Terre di Musicanti, messa in scena della
commedia in vernacolo: Il paradiso dei Cafoni, tratta da un racconto di Stefano Giove.
Un appuntamento estivo da non perdere!
Lina Luisi
foto Piazzanews - Ginosa
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La Goccia n. 15/17 - 1 agosto 2010
riceviamo e pubblichiamo
Comunicati stampa Pietro Lospinuso
Lospinuso (PDL): “Caro Decaro, sul patto
di stabilità devi prendertela con Vendola.”
Il Consigliere Regionale PDL Pietro Lospinuso ha diffuso la seguente nota:
“Consiglierei al Collega Decaro, autorevole Capo-gruppo del PD ma cionondimeno
ancora inesperto di questioni regionali, di
non sposare acriticamente i tentativi maldestri dei suoi Assessori di inventare alibi
ai propri errori e misfatti. Gli comunico
infatti che lo sfondamento del Patto di
Stabilità che ha di fatto già bloccato, con
conseguenze deleterie sull’intero sistemaPuglia, la Cassa della Regione non è il
frutto del sadismo del Ministro Tremonti,
ma di politiche devastanti del GovernoVendola di cui l’Assessore Pelillo è giunto financo a vantarsi, quando dichiarò che
tale sfondamento era il frutto di una scelta
cosciente del Governo stesso, finalizzataudite, udite- al sostegno dell’economia
pugliese, salvo poi dover tagliare- tre mesi
prima della manovra di Tremonti- ben 283
milioni di euro da un Bilancio appena approvato sulle cui false lusinghe Vendola e
compagni hanno ampiamente falsato il risultato elettorale.
Certo è che il suddetto sfondamento, che
altre Regioni hanno evitato, già è costato
negli anni scorsi il mancato trasferimento
a nostro favore di 700 milioni di euro del
fondo sanitario. E che non era mai avvenuto, neanche negli anni del dissesto più
profondo dei conti regionali, che la cassa
della Regione venisse di fatto blindata già
nel mese di aprile, nella Regione d’Italia
che non a caso ha registrato negli ultimi
due anni il calo più pesante dei livelli di
occupazione, a dimostrazione che l’aver
bucato i conti non ha portato alcun vantaggio all’economia pugliese.
Rispetto a questo disastro provocato totalmente da loro, il tentativo di Vendola e
compagni di nascondersi dietro una Finanziaria ampiamente sopravvenuta altri non
è che l’ennesima truffa mediatica di una
sistematica campagna di mistificazioni.
Il Collega Decaro non copra con la sua indubbia buonafede, rischiando di screditare
ulteriormente il Partito che rappresenta,
questo volgare imbroglio.”
***
Lospinuso (PDL): “Quando Pelillo rivendicava di avere sforato il “patto di
stabilità” “per “aiutare l’economia”.
Il Consigliere Regionale PDL Pietro Lospinuso ha diffuso la seguente nota:
“Gazzetta del Mezzogiorno, venerdì 19
febbraio, pag.10: Titolo “L’assessore Pelillo: lo abbiamo fatto per aiutare l’economia.” Testo virgolettato dell’intervista,
all’ombra di una ridente fotografia : “Abbiamo sforato il Patto di stabilità con assoluta consapevolezza. In un momento di
crisi economia particolare non avevamo
alcuna intenzione di lasciare qualcosa di
intentato. E comunque abbiamo impugnato il decreto ministeriale al Tar del Lazio.”
Ciò sarebbe stato fatto “in favore di disoccupati, imprese e dell’economia di questa
Regione.”
Adesso perfino Pelillo sa cosa significa
sforare il patto di stabilità. Significa dover licenziare i precari, non poter pagare
le imprese creditrici, colpire pesantemente l’economia di questa Regione. Per non
parlare della chiusura di 19 Ospedali, del
taglio di 2200 posti letto, dell’inasprimento di tickets e forse anche di tasse, resi necessari proprio dal piano di rientro per
lo sforamento del 2006 e dalle successive
inadempienze dei suoi responsabili. Gli
unici a salvarsi sono stati Vendola e compagni, che –sperperando abusivamente nel
2009- hanno vinto le elezioni. Tanto, poi,
“chi ha avuto, ha avuto e chi ha dato, ha
dato.” Non voglio nemmeno pensare a quale sarebbe la sorte dell’Italia se con simili
metodi la si dovesse governare. La Grecia diverrebbe ai nostri occhi un mirabile
esempio di buona amministrazione. A proposito, il Tar del Lazio ha inevitabilmente
bocciato il ricorso temerario di Pelillo.
Qualcuno dovrebbe decidersi a bocciare
anche lui.”
***
Lospinuso, Chiarelli e Sala (PDL) :
“emendamenti al ddl di Bilancio per
Tamburi, Igiene e Prevenzione, ARPA,
Agricoltura e Pesca, per 17 milioni di
euro. ”
I Consiglieri Regionali PDL Pietro Lospinuso, Gianfranco Chiarelli ed Arnaldo Sala
hanno diffuso la seguente nota:
“Abbiamo proposto, con l’intero Centrodestra, due importanti emendamenti a favore della Comunità joonica al ddl di assestamento del Bilancio, rinvenendone la
copertura nell’invarianza del saldo della
manovra. Il primo stanzia 5 milioni di euro
per il risanamento del quartiere Tamburi,
parzialmente recuperando le risorse che a
tal fine erano state destinate dai Governi
Berlusconi e Fitto e che le Amministrazioni
di sinistra hanno irresponsabilmente distratto senza sostituirle. Il secondo destina
un contributo straordinario di 2 milioni di
euro alla ASL di Taranto per il potenziamento del Dipartimento di Igiene e Prevenzione. La comune “ratio” di entrambi gli
emendamenti è un significativo e concreto sostegno alle politiche di salvaguardia
della salute, cui è anche destinato l’emendamento che stanzia 2 milioni di euro per
implementare l’attività dell’ARPA. Interessano fortemente anche il territorio tarantino le proposte di incrementare di 5 milioni
di euro il capitolo sugli interventi a favore
delle imprese agricole e l’istituzione di un
fondo di 3 milioni di euro per il sostegno
al reddito delle aziende pugliesi in crisi nel
settore della pesca: due puntelli per attività
economiche in forte sofferenza e di fondamentale rilievo per il nostro territorio.
Contiamo naturalmente su un’approvazione unanime da parte del Consiglio, all’uopo rivolgendo un appello particolare agli
altri Consiglieri jonici.”
Per la Segreteria
Tommaso Francavilla
24
attualità
La Goccia n. 15/17 - 1 agosto 2010
A Ginosa grande serata con i giovani talenti in piazza organizzata dalla LU.MA.GI.GI
con la partecipazione straordinaria dell’orchestra “The Blues Brass Band”.
Nicola Cardinale 13 anni, stravince al concorso
canoro Artisti in Piazza a suon di Record!
19 i partecipanti a questa edizione. Ha stravinto nettamente il piccolo Nicola che con il
brano Adagio di Lara Fabien, conquista a suon di record la giuria e tutta la piazza di
Ginosa. Sul podio sale la solita Lisa D’Amelio e la sorprendente Francesca Leccese. Per
tutti il premio al concorso canoro Crisalide 2011 e Sotto le Stelle a Martina Franca. Mentre
Lisa D’Amelio conquista il premio più importante. La partecipazione a Sanremolab 2010.
Stravince alla grande questa
edizione di Artisti in Piazza
2010, il piccolo campione Nicola Cardinale 13 anni di Ginosa,
alla sua prima apparizione sul
palcoscenico dei giovani talenti
in piazza. E’ stato un successo
la vittoria del piccolo “fenomeno” Nicola. Una voce eccezionale, una grinta da campione,
ha stravinto nettamente questa
edizione di Artisti in Piazza conquistando anche il numeroso
pubblico presente nella centralissima piazza di Ginosa. Il
concorso canoro è stato organizzato magistralmente dall’Associazione Culturale LU.MA.
GI.GI. Questa edizione è stata
la più seguita di tutte le altre
manifestazioni. Sul palco si sono avvicendati ben 19 cantanti.
Per la prima volta quest’anno
ad accompagnare i giovani talenti c’è stata la partecipazione
straordinari dell’orchestra della
“The Blues Brass Band” . La
giuria composta dai nove musicisti della band, più i responsabili di Crisalide, il sig. Giuseppe Di Gioia, ed il sig. Nassi di
Sotto le Stelle, insieme a Maurizio Ranaldo Dj e speakers di RG Studio
(emittente radiofonica ginosina), insieme
al delegato alla cultura Antonio Bradascio,
hanno votato per chi doveva aggiudicarsi
questa edizione di Artisti in Piazza 2010.
Una grande serata che ha visto il numero-
so pubblico presente applaudire a
scena aperta sia gli artisti che la
Band, che si è esibita in un fantastico concerto. Ha vinto nettamente senza precedenti, il piccolo
Nico Cardinale con il brano Adagio di Lara Fabien. Purtroppo per
la piccola età Nicola ha dovuto
lasciare il premio più importante,
la partecipazione a Sanremolab
2010 a Lisa D’Amelio 21 anni di
Ginosa, classificatasi al 2° Posto
con il brano Nature boy di Nat
King Cole. Il regolamento di Sanremolab prevede che per partecipare alla selezione del concorso
della canzone italiana bisogna
avere minimo 17 anni. Quindi il
piccolo campione Nicola ha lasciato il trono a Lisa D’Amelio,
vincitrice della scorsa edizione.
Al 3° Posto la sorprendente Francesca Leccese 25 anni di Ginosa
con il brano Nessuno di Mina nella versione di Fiorello. Per tutti
la partecipazione alle vetrine più
importanti del concorso canoro di
Crisalide a Castellaneta e Sotto
le Stelle a Martina Franca. Una
manifestazione riuscitissima grazie ai LU.MA.GI.GI. che anche in
questa edizione si sono superati.
(Gianluca Catucci)
[email protected]
foto: Graziano Moro
attualità
La Goccia n. 15/17 - 1 agosto 2010
Il presidente Mario Pastore soddisfatto di questo grande successo.
SAGRA DELL’ARROSTO DA
RECORD GRAZIE AI LU.MA.GI.GI.
Serata indimenticabile con il cast al completo del Mudù ed
il grande Re della risata pugliese Uccio De Santis. Piazza
gremita in ogni ordine di posto con record di presenze in
questa edizione. Premio speciale a Suor Francesca con il
riconoscimento del Cuore D’Oro LU.MA.GI. GI.
segnato nelle mani di
Suor Francesca, un
riconoscimento
per
chi opera seriamente
nel sociale nella vita di tutti i giorni. Un
grazie di cuore a Suor
Francesca, che è riuscita a trasmettere
all’Associazione Culturale LU.MA.GI.GI.
la grande voglia di
avvicinarsi alle situazioni di disagio nel
nostro paese. Un rico-
Sono sempre loro, I LU.MA.GI.GI. i protagonisti di questa estate ginosina. Sagra dell’Arrosto da record in questa edizione. Mai
vista tanta gente riempire la piazza ginosina per una serata sensazionale. Record
di presenze per la Sagra dell’Arrosto 2010
con stand gastronomici grazie ai macellai
di Ginosa, che sono riusciti a far degustare l’ottima carne ginosina ai numerosi turisti
arrivati nella nostra cittadina. A far da contorno a questa sagra l’ospite d’eccezione, il
noto comico pugliese Uccio De Santis con
tutto il cast al completo del Mudù. Il Re della
risata con oltre due ore di spettacolo unico
e divertente allo stesso tempo, è riuscito a
deliziare e far divertire il numeroso pubblico
presente con barzellette e scenette eccezionali. Prima dell’inizio dello spettacolo, gli
organizzatori hanno voluto da quest’anno
dare un Premio importante ad un personaggio che nel corso dell’anno si è distinto nel
campo della solidarietà.
Il premio speciale è stato riconosciuto ad
una persona molto speciale. La 1° Edizione
del Cuore D’Oro LU.MA.GI.GI. è stato con-
noscimento che ha lasciato tutti d’accordo, organizzazione e soprattutto il numeroso pubblico che ha applaudito a lungo
questo grande riconoscimento. Il Cuore
D’Oro è stato consegnato a Suor Francesca dal Presidente Mario Pastore e da
Pino Valenzano una persona che con la
sua bontà sta riscuotendo nel campo del
sociale un notevole successo. La scultura
è stata realizzata a mano dalla Marmeria
di Pino Giacumbo e donato all’Associazione LU.MA.GI.GI. Grande soddisfazione
per il presidente Mario Pastore insieme
a tutti i suoi collaboratori, da Pino Valenzano, Gianluca Catucci, Gino Giannuzzi,
Carmelo Candia, Emilio Saturno, Nunzio
Pepe, Carmelo Pizzulli, Gino Pizzulli, Tonino Pizzulli e Cosimo Menzella che hanno
lavorato tutti insieme per raggiungere questo nuovo record di presenze per la nostra
città.
(Gianluca Catucci) [email protected]
foto Erasmo mazzone
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attualità
La Goccia n. 15/17 - 1 agosto 2010
Il Paradiso dei cafoni
Racconto di Stefano Giove
In “Villa” a Ginosa, è mezzanotte inoltrata di
un’afosa notte estiva. Si stanno spegnendo i fari
del palco, montato per la Festa Terre de U’ Munachicchie. Il silenzio comincia ad impossessarsi di
quello spazio che, fino a poco tempo prima, era
stato invaso da un festante vociare di gente.
«Il mese di agosto, in Puglia, con la temperatura
che non scende sotto i trenta gradi, neanche a
notte fonda, e se (in aggiunta) hai in testa un
faro che ti centra in pieno… non è la migliore
condizione per riposare!» Questo è quanto passa per la testa del Cavaliere Errante, prim’attore
(il pezzo da novanta!) dei tanti burattini lasciati
lì, sul palco, in attesa di essere riutilizzato per lo
spettacolo dell’indomani.
La nostra storia comincia qui, in piazza IV Novembre, a Ginosa, sul palco allestito per celebrare il Monachicchio. Sono i soci buontemponi
del circolo Arci che si sono inventati questa festa.
Bisogna dire, con un certo successo!
Nella festa, come da tradizione, lo spettacolo dei
burattini è d’obbligo e le storie che i soci-burattinai mettono in scena sono quelle della tradizione popolare, insieme ad altre, inventate da loro
stessi.
A mezzanotte, la festa è andata a dormire, i burattinai hanno lasciato, senza riporli, baracca e
burattini, tanto, per l’indomani, il programma prevede che sarà proprio il loro spettacolo ad aprire
la festa.
La storia da rappresentare è quella del “Cavaliere Errante e il fantasma Formaggino”. Nella prima serata il palcoscenico è stato tutto per quella
di “Cummà Fermichele cerca marito”.
La piazza vuota, il silenzio della notte e la stanchezza sembrano invitare tutti a chiudere gli occhi e cercare di riposare un poco; il caldo torrido
di questi giorni non lascia scampo e si spera
che, almeno la notte si possa trovare refrigerio
e riposo.
Quando tutto sembra tacere, però, sul palco si
avverte uno strano tramestio. E’ molto simile ad
un frusciare di stoffe che, col passare dei minuti,
diventa più insistente. E si sente anche ansimare, come di chi stia compiendo uno grande sforzo per sollevare un enorme carico.
Dalla valigia rosso amaranto, abbandonata di
fianco al teatrino dei burattini, spunta prima una
spada, poi un elmo, infine il faccione del Cavaliere Erante. Incredibile, non sembra vero!
Il burattino del Cavaliere sembra vivere di vita
propria e, con fatica si tira fuori dalla valigia,
cerca di raddrizzarsi e dopo essersi sgranchite
le gambe anchilosate dalla postura forzata,
comincia a gridare:
– «È giunta la nostra ora! Ragazzi, uscite
fuori che ci divertiamo! Questa sera per noi
c’è la piazza tutta da vivere.»
Piano piano, guardandosi intorno, prima
con diffidenza, poi con una certa sicurezza,
dalla valigia vengono fuori tutti i personaggi che animano gli spettacoli del teatro dei
burattini.
Come una gran dama, davanti a tutti spunta
Cumma Fermichele, la seguono il Cane, il
Gatto, l’Asino, il Leone … Chiude la fila lo
“sparviero” ovvero Cumba’ Sorgie. Saltano
fuori, poi, a rompicollo, il Gallo, la Volpe e il
Lupo famelico.
In un battibaleno il palco è invaso da tutti
quei burattini che, incredibilmente, giunti al
centro della scena, cominciano a cambiar
sembianze trasformandosi in attori in carne
ed ossa.
Pare che una nuova compagnia abbia conquistato il grande palco della Festa
Il ruolo di capocomico è subito chiaro ch’è
esclusiva del Cavaliere Errante, infatti è proprio lui che parla per primo mettendo in riga
tutti gli altri.
«Cari colleghi, questa sera ci si presenta
una grande occasione… direi una occasione storica! Dovete sapere che, siccome tra
di noi vi sono due personaggi dediti alla magia e alle arti magiche (mi riferisco ai nostri
amici e compagni di ventura: la fata Turchina e il Monachicchio), siamo stati scelti dal
Gran Consiglio dei Maghi e degli Stregoni
per ricevere un premio speciale. Un premio
che viene assegnato a chi, nel corso della
propria esistenza, permette di far conoscere
in maniera adeguata la storia, quella piccola ma importante, dei luoghi amati… noi lo
stiamo facendo attraverso i nostri spettacoli. Sicché siamo i designati del premio, che
consiste in Una Notte di Vita!...
Non mi guardate con gli occhi strabuzzati!
- aggiunge il Cavaliere alla compagnia che
lo gurada incredula - Avete ben compreso:
per una notte saremo attori in carne ed ossa
e potremo recitare come si fa in un teatro
vero. E lo faremo ‘stanotte.
In quanto al pubblico… beh, quello sarà invisibile, perché sarà composto da maghi, maghelle, fate, stregoni e da quanti altri fanno
parte della categoria. Reciteremo per loro,
che saranno qui fra qualche minuto. Su, non
state lì come allocchi, pensiamo piuttosto a
quale storia mettere in scena, il nostro repertorio è vasto, si tratta di scegliere (e alla svelta) la storia o il racconto che più ci va, e…»
Il Cavaliere viene interrotto da Cumma Fermichele che, nel frattempo si è trasformata in
una bella ragazza bionda: «Caro il mio Cavaliere Errante, non possiamo rappresentare una storia di burattini, siamo, almeno per
questa notte, persone in carne ed ossa e
storie, come fanno gli attori in carne ed ossa,
dovremmo recitare!» Non ammette discussione il suo tono, proprio come una vera prima
donna! «Non vi altevate e non pevdiamoci in
chiacchieve!» Invita cerimonioso il burattinoGatto, con la sua affascinante erre moscia,
che intanto s’è trasformato in una elegante
Signora.
Anche il Lupo famelico, dice la sua: «Sono
d’accordo col Gatto… abbiamo a disposizione
poche ore per mettere in scena una grande
rappresentazione, non perdiamoci in chiacchiere! Io proporrei una commedia del grande
maestro, signor Pirandello…»
<BHUUUMMMMM!!!!> Rispondono in coro
tutti gli altri attori-burattini schierati sul palco.
Il capocomico, vedendosi sfuggire di mano
la situazione, interviene per mettere ordine e
dice la sua.
«Sentite ragazzi, non ci montiamo la testa
con idee di grandeur (scusate l’espressione
francese), noi siamo una compagnia popolare e sappiamo recitare storie popolari, quindi,
ergo, dobbiamo rappresentare una storia di
popolo, di questo popolo. E chi è più popolo di quello che lavora nei campi? Parlo dei
lavoratori della campagne. Possiamo parlare
di loro e lo possiamo fare rappresentando un
bel racconto.»
«Potrei essere anche d’accordo…» lo interrompe la Volpe, che s’è trasformata in una
paludata signora di mezza età. «Però, caro, il
mio Cavaliere – aggiunge sussiegosa - devi
tenere conto che a noi tutti spetta un ruolo in
questa rappresentazione. Quindi la pièce che
dovremmo rappresentare deve permettere a
tutti di avere la possibilità di esibirsi…»
«Sei una volpe anche stanotte, mia cara signora». La rimbecca, lesto il cavaliere, e continua: «Una idea ce l’ho. Ed è una di quelle
che consentirà a tutti di essere protagonisti.»
«Fuori il rospo!» Ribadisce con il suo modo
burbero l’oste imbroglione che fino a quel momento non ha aperto bocca.
«Calma, calma - esorta l’Errante - Adesso vi
spiego per filo e per segno, quello che ho in
mente.
Dobbiamo rappresentare la storia del “Cafone
attualità
all’inferno” . L’ambientazione dev’essere un
luogo frequentato da tanta gente, in maniera che il narratore, di volta in volta, ci potrà
infilare tutti quanti siamo. Anche le mezze
tacche.»
L’Asino, rimasto fin qui muto, interviene: «Secondo me, l’ambientazione migliore è una
macelleria. Sai quanta gente ci va? Hai voglia
a far arrivare personaggi…»
Non finisce di parlare che tutti gli animali della compagnia quasi lo menano e in coro gli
dicono:
«Sei proprio un asino e non potevi fare che
una proposta da asino! Come pensi che sia
possibile che la storia possa essere rappresentata in una macelleria!? Lo capisci che è il
luogo dove ci vendono dopo averci ammazzato?!»
«Siete una massa di pecoroni – li interrompe
prontamente il Cavaliere - lasciate scorreggiare chi ha il culo! Lo sapete tutti che io sono la
mente fine di questa combriccola di pupazzi e
lasciate che io vi dica come e dove dobbiamo
ambientare la storia!»
La Formichina, con aria da ultima sciantosa,
interviene animosa:
«Il solito maschilista!!! Possibile che solo i
maschi possono essere intelligenti e capaci di
trovare soluzioni adeguate per tutte le circostanze!? Vorrei ricordare a tutti che nel mondo animale sono le femmine le più intelligenti.
Se poi dovessimo parlare degli uomini e delle
donne… il discorso sarebbe di una semplicità
unica. Si dice: “gli uomini sono cacciatori” e
per quello pensano di andare a caccia di donne. Poveri cretini, non lo sanno che siamo noi
femmine che decidiamo da chi e come farci
corteggiare e dopo averlo deciso facciamo
credere che sono degli abili cacciatori, mentre
sono dei poveri cretini... Ma lasciamo stare
questo discorso e pensiamo a quello che c’è
da fare, anche perchè il tempo scorre… e velocemente anche!
Secondo me la commedia la possiamo rappresentare in un bar e per essere più precisi
nel bar qui vicino. Tra l’altro il suo proprietario
è un tipo originale e originali sono pure i suoi
clienti.
E facciamo che lui racconta la storia e, ogni
tanto, entra qualcuno per prendere qualcosa;
beve, ascolta una canzone dal lettore cd che
il barista tiene sempre acceso… così anche
la nostra cantante potrà fare sfoggio della sua
voce e...»
«Hooooo!!!! Che brava!!!!» la interrompono in
coro gli attori entusiasmati dalla proposta.
La Formica, con aria civettuola, fa un inchino
al Cavaliere.
La Goccia n. 15/17 - 1 agosto 2010
«Hai fatto la scoperta dell’acqua calda mia
cara formicuzza!» Dice indispettito il Cavaliere e proseguendo sottolinea: «Anche io avevo
pensato la stessa cosa. E vi dirò di più: la mia
mente era impegnata nell’assegnazione delle
parti! E allora procediamo con la scelta dei
personaggi e dei loro interpreti».
Posta in fila tutta la compagnia, da scafato
capocomico, distribuisce le parti a sua discrezione e nessuno trova nulla da ridire.
«Compagno Gino (narratore della storia), il
Cavaliere Errante
Primo cliente, il Cane Fedele
Pietro Lomunno (Petrucce), il Carbonaio
Graziella (moglie di Petrucce), Cumma Fermichele
San Pietro - Ronzinante
Secondo cliente, Cosimino
Guardiano del Purgatorio, il vecchio guardiano del castello
Terzo cliente, Cumbà Sorge
Minosse (giudice degli inferi), il serpente
Lucifero, il Lupo Famelico
Belzebù, l’ Oste
Nefasto – il Gallo
«Adesso che abbiamo stabilito quello che
ciascuno di noi deve fare – dice fregandosi
le mani - cerchiamo di dare il meglio di noi
stessi!».
Allestita la scena per dare il via allo spettacolo, si alza il sipario.
Compagno Gino, con indosso il suo enorme
grembiule bianco da barista, borbotta fra sé
dietro il grande banco del bar, la radio trasmette una canzone, intanto entra il primo
cliente della giornata:
«Hai saputo la notizia? Pare che questa mattina abbiano sequestrato due pulmini di caporali, provenienti dalla provincia di Brindisi,
e dentro c’erano 35 persone!... mah! dove
andremo a finire di questo passo! Dammi un
caffè.»
Compagno Gino: «Stiamo ritornando sempre
più indietro… siamo allo schiavismo ormai!»
Il cliente: «Gino, da noi sia le donne del brindisino che gli stranieri sono trattati un po’ meglio… Se vai nel foggiano, è anche peggio!»
«Purtroppo andiamo di male in peggio» Risponde Gino e continuando «Siamo tornati
agli anni dell’immediato dopoguerra, quando
i padroni andavano in piazza a scegliersi i lavoratori e se eri sindacalizzato o comunista
non lavoravi! Ricordo che da bambino, mio
zio Luigi mi raccontava una storia, senti, senti.» E incomincia a raccontare:
“Siamo a Santeramo in Colle, e sono le ore 14
del 12 agosto del 1951.
Un grido di dolore rompe il silenzio della con
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Il piacere di
leggere un libro
Rubrica di
Viola Lavermicocca
UN GIORNO
COME TANTI
di Joyce Maynard
Il narratore di questo romanzo è il tredicenne Henry; contrariamente alle aspettative, il punto di vista di un adolescente
questa volta non delude perché non è
banale. Il ragazzo racconta di come un
giorno, per caso, la sua vita e quella
di sua madre vengono completamente
sconvolte da un incontro alquanto insolito. Figlio di genitori separati, Henry vive
con sua madre Adele; un pomeriggio, al
centro commerciale il ragazzo viene avvicinato da un estraneo con una grande
ferita che gli chiede aiuto. Adele accetta
di dare un passaggio a quest’uomo e di
ospitarlo i casa loro. Frank racconterà
loro di essere appena fuggito dall’infermeria di un penitenziario, insomma è un
evaso. Mentre nel paese si scatena la
caccia al criminale, i tre protagonisti si
troveranno a vivere i sei giorni più intensi della loro vita. In ognuno di loro emergerà un lato nascosto, ognuno a suo
modo si riscatterà. La trama di questo
libro è semplice ma non scontata ed è
raccontata in una maniera fluida e a volte anche sfacciata.
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attualità
La Goccia n. 15/17 - 1 agosto 2010
trora: «jè muort Petrucc!!!»
Graziella, moglie del bracciante (cafone) Pietro Lomunno (Petrucc) grida il dolore e la disperazione in quanto ha appena visto morire,
suo marito, il suo compagno di vita. Da quel
momento lei è rimasta sola con il peso di una
famiglia, 3 figli piccoli da mantenere.
Petrucce, è morto ad appena 42 anni, una
polmonite degenerata in tubercolosi lo ha
stroncato. Tutta colpa di una sudata che aveva
fatto mentre era intento trasportare i sacchi di
mandorle.
E mentre Graziella grida e si dispera, Petrucce si sente leggero come una piuma e inizia il
viaggio nell‘altro mondo.
Prima tappa del viaggio di Petrucce è la porta
del Paradiso, quella è collocata al termine di
una lunga scalinata di marmo bianco. Prima
della porta vi sono due grandi colonne e un
arco sul quale si legge: «È vostro il regno dei
Cieli»
Petrucce bussa alla porta e dopo una breve attesa, si apre un piccolo spioncino dal quale gli
appare un uomo con una folta chioma bianca.
I capelli sono lunghi e gli scendono sino alla
spalla. Ha una barba bianca, anch’essa molto
lunga. Il suo viso, seppure segnato dal tempo,
mostra un sorriso e una serenità d’animo che
lascia ammirati; alle sue spalle, dallo spioncino, si può ammirare uno sfondo azzurro, di un
azzurro ch’è rilassante solo a guardarlo.
«Buon giorno, – dice Petrucce al guardiano
del Paradiso – sono Pietro Lomunno di Santeramo in Colle, in provincia di Bari, e sono venuto per essere ospitato dopo la mia morte.»
«Troppo facile amico mio, – risponde il guardiano – se tutti, quando muoiono, si presentano qui e pretendono di entrare sarebbe la
fine! Signor Pietro Lomunno, deve sapere
che il Paradiso è il premio che il Signore concede agli uomini che hanno rispettato i suoi
comandamenti. Non mi pare che il suo comportamento sia tale da poter dire che è senza
peccato. Anzi, a voler essere precisi, di peccati
lei ne ha commessi così tanti che fare una lista significa riempire tanti fogli di carta. Lei ha
bestemmiato, rubato, desiderato la roba d’altri,
desiderato la donna d’altri, non ha santificato
le feste. Insomma signor Pietro Lomunno per
lei in paradiso non vi è posto; scenda più giù,
forse, in Purgatorio riuscirà a trovarne.»
Dopo aver fatto questa lunga tiritera, il guardiano del Paradiso chiude lo spioncino e scompare senza lasciare la possibilità a Petrucce di
poter giustificare il suo comportamento.
Mesto e sconsolato, il cafone ridiscende lentamente la scalinata e nella sua mente dà le
risposte che avrebbe voluto dare al Guardiano. «Come facevo a non bestemmiare - Pensa
Petrucce - se la vita mi ha sempre riservato
fatica, fame e sofferenza?; come facevo a non
desiderare la roba d’altri, se tutto quello che
vedevo apparteneva agli altri?; come facevo
a non desiderare a Nuzziatina se quella si è
sposato a Bartolomeo, solo perché io ero cafone e quello artiere?; mica era colpa mia se
ero costretto a lavorare anche la domenica a
Pasqua e Natale, come facevo a mantenere la
famiglia mia?.»…”
Compagno Gino, a questo punto viene interrotto da un secondo cliente che entra nel bar,
il quale vedendo i due, intenti in un racconto,
non può fare a meno di chiedere: «Vi site date
a cuntà le fattere stamatine?»
Al che, il primo cliente infastidito: «Statte citte!
e famme fernèsce di capisce come ve spicce!»
La replica non si fa attendere: «Ma possibile ca
tenite la capa o sciuoche?»
Seccato, il Compagno Gino: «Intante stèmme
a parlà de fatte sèrie, e u fatte ca stava a descève, jière la conzèguènze di ce jiè succièsse
stamatina.»
Secondo cliente - «Ce jiè succièsse stamatine?»
Primo cliente - «Si sempe de ‘na manère.
Piènze alle puttanate e non zé cè succède a
Genose!»
Secondo cliente - «Se pote sapè u fuatte?»
Compagno Gino - «Jionne fermate, stamatine,
do pulmanine de capurale brindisini. Stu fuatte
m’ha fatte arrucurdà ‘naldu fuatte ca me cuntave zieneme quann’er piccininn… Mo’, ci te sté
citte le spiccie de cuntà!!!»
“Preso da questi pensieri, Petrucce ridiscende
la scalinata e si avvia verso una prateria simile
alla sua Murgia e tra le pietre scorge un portone. Su di esso, alto, vi è una scritta: «Il tempo
è galantuomo e vi servirà per riparare i vostri
errori!»
Petrucc afferra il batacchio e bussa con forza.
Passano pochi minuti e si apre un portello dal
quale si affaccia un uomo coi capelli color salepepe. Il suo volto è severo e dà la sensazione di essere quasi come il carabiniere del suo
paese, in realtà è il Guardiano del Purgatorio.
- Che cosa desiderate? – dice.
- Veramente – risponde prontamente Petrucce
- io stavo bene a casa mia, però, la morte è
venuta a bussare alla mia porta e allora eccomi qua.
- Se tutti quelli che muoiono venissero, come avete fatto voi, a bussare qua, stavamo
freschi!… Anche il Purgatorio deve essere
meritato da chi è morto. Lo sapete che qui si
rimane il numero di anni sufficiente a scontare
la pena per i peccati commessi e poi, si passa
al piano superiore?! Comunque, ditemi nome
e cognome e verifichiamo se vi tocca stare in
questo posto.
- Mi chiamo, anzi mi chiamavo, Pietro Lumunno e sono di Santeramo in Colle, che si trova
in Puglia.
- Mi dispiace – risponde il Guardiano – ma il
suo nome non è in elenco. Non c’è posto per
lei in Purgatorio. Credo che sia inutile dirle la
ragione di questa risposta. Sa bene quello che
ha combinato quand’era in vita!!!”
Il racconto del compagno Gino viene interrotto
dall’arrivo di un terzo cliente che guardando
tutti con aria stupita esclama: «E ce jeè stamatine, state tutti citte!... E manche la radie se
sènte sunà. Pare de sta’ o campesante! Appicce, appicce ‘sta radie, stonna a cantene ‘na
canzone de Domenico Modugno.» Mette la
mano sulla radio che è posta sul bancone e
l’accende. Le note di Vecchio frack si diffondono nel locale.
Quella vecchia canzone piace ancora tanto e
quando la trasmettono è sempre un piacere
ascoltarla!
Ma, finita la canzone, Gino chiede anche al
terzo cliente di tacere perché sta raccontando una storia.
E quello: «Ancora che le fattere viècchie ve’
aggeranne. Ma le vuò capisce ca u munne
jiè cangiate e che “la storia vi ha condannato”!!!»
La risposta degli altri clienti non si fa attendere: «Si sempe u solete rompasckatele! Fanne
fernèsce de sènte u fatte, ca mo’ se stave a
fasceve cchiù sfrezzeliènte!»
Ma quello senza mollare: «Purtroppo questo
è diventato un bar di vecchi rimbambiti che
vivono di ricordi… penzate a jiosce! No sciate
danne adènze a chère ca succedève tande
anne fa!»
Egli altri, risentiti: «Si ragiunière e raggiune
come all’uove! Vide ca nu jièreme partite proprie da nu fatte ca jiè succièsse jiosce! Mo’,
ci la vuò spiccià de fà u skucchiante… ne le
fernime de sènte!»
Gino, ai limiti della pazienza, rivolge uno
sguardo severo all’indirizzo del terzo cliente e lo redarguisce deciso: «Questo è il bar
dei cameragni e lo sanno tutti! Qua dentro ci
vengono sia i camerati sia i compagni. Allora,
questa mattina tocca ai ricordi dei compagni
e anche se la cosa non è di tuo gradimento,
statte citte e siènte!!!»
Il cliente “saputone”, intimidito dal tono, che
non ammette repliche, del barista, tace.
“Affranto e sconsolato, Petrucce, prosegue
il suo cammino. All’improvviso vede la Murgia squarciata da una gravina tanto enorme
che pare più profonda del Pulo di Altamura,
al nostro cafone non rimane altro da fare che
scendere lungo il pendio di quella depressione naturale.
All’improvviso gli si para dinanzi l’antro di una
grotta che, all’apparenza, è molto grande e al
suo interno si intravede una lunga scalinata
che porta giù, verso il buio.
Gradino dopo gradino Petrucce comincia la
sua discesa fino a quando gli appare una lunga galleria, in fondo alla quale si intravedono
sinistri bagliori che sembrano fiamme. Sull’ingresso della galleria c’è scritto «Lasciate ogni
speranza o voi ch’entrate.»
Non c’è porta che impedisca l’ingresso agli
avventori e così, senza chiedere permesso a
nessuno, Petrucce si trova dentro un posto
dove s’odono lamenti strazianti, accompagnati da rumori sinistri, da lampi e da tuoni.
All’improvviso, al disgraziato bracciante, gli si
para dinanzi un uomo dall’aspetto raccapricciante: una barbetta rossa sul mento, gli occhi che brillano di una luce spaventosa, una
coda che gli si attorciglia tra le gambe e che,
in un baleno, gli si attorciglia intorno al corpo
per sette volte.
« …: Stavvi Minòs orribilmente, e
attualità
ringhia:
essamina le colpe ne l’intrata;
giudica e manda secondo ch’avvinghia.
Dico che quando l’anima mal nata
li vien dinanzi, tutta si confessa;
e quel conoscitor de le peccata
vede qual loco d’inferno è da essa;
cignesi con la coda tante volte
quantunque gradi vuol che giù sia messa.… »
(Dante Alighieri Divina Commedia,Inferno,
V,4-12)
Questo è Minosse, il giudice degli Inferi che
stabilisce, a seconda dei peccati, qual è la destinazione dei peccatori.
I 7 giri della sua coda intorno al corpo sta ad
indicare che per il nostro cafone la destinazione è il VII Cerchio e il 4º Girone, avvero
il luogo dove vengono relegati chi si è posto
contro Dio e le sue cose.
A Petrucce tocca la penitenza di bruciare vicino alla fiamma eterna e, in men che non si
dica, si ritrova seduto su di una pietra vicino
ad un camino dove s’alzano fiamme che emanano un forte calore.
Passano i giorni e dopo parecchio tempo il Capo dell’Inferno, Lucifero, decide di verificare di
persona se i penitenti che stanno espiando le
loro colpe stiano soffrendo a dovere.
Quando giunge dove è recluso Petrucce, Lucifero gli domanda come si trova all’Inferno.
- Se devo dire la verità – dice il pover’uomo
– mi trovo veramente bene!
- Come sarebbe a dire che ti trovi veramente
bene!!? Replica Lucifero, sorpreso dalla risposta del cafone.
- Ca stoch buen! Replica, questa volta in dialetto, Petrucce.
Lucifero si allontana da Petrucce e chiama
immediatamente, per consultarlo, Belzebù.
- Praticamente siamo diventati un albergo a 5
stelle arcidiavolo Belzebù!? Gli dice con voce
adirata.
- Cosa volete dire Mio Supremo?
- Voglio dirvi che qui ci sono anime dannate,
che non soffrono le pene dell’inferno!! Insiste,
fuori dalla grazia di dio, Lucifero
- Possibile? Incalza Belzebù.
- Possibile, possibile, vecchio rimbambito e
voi non ve ne accorgete. Replica ancora più
adirato.
A quel punto Lucifero racconta al suo sottoposto dell’incontro con Petrucce e della sua
incredibile risposta. Belzebù rimane basito e
stenta a credere alle sue orecchie. Però deve
credere! a dirlo è stato nientemeno che Lucifero, il capo in persona! Non può non essere
vero!
La Goccia n. 15/17 - 1 agosto 2010
- Mio Supremo, datemi qualche giorno di tempo e vedremo se quel cafone vi darà ancora
la stessa risposta. Conclude, facendo schioccare i garretti.
Detto fatto. Quella notte stessa a Petrucce
viene tolta la pietra e viene fatto sedere per
terra, e la sua distanza dalla fiamma del camino viene ridotta al minimo, tanto che il calore
che giunge sul volto del cafone è talmente
tanto che da un momento all’altro pare debba
arrostire.
Dopo qualche tempo Lucifero ritorna, accompagnato da Belzebù, a trovare Petrucce e gli
chiede: «Come ti trovi con noi?»
- Bene, veramente bene. Risponde il cafone.
Bisognava essere lì per vedere le facce di
Belzebù e Lucifero che non riescono a nascondere lo sconcerto per quella inattesa e
incredibile risposta.
Non sopportando oltre, Lucifero cerca di capire quello che sta accadendo per trovare
le giuste soluzioni e rivolgendosi a Petrucce
gli dice: «Dimmi da dove vieni e cosa facevi
quando stavi sulla Terra!»
Il cafone, costretto, racconta la storia della
sua vita.
«Mi chiamo Pietro Lumunno e vengo da Santeramo in Colle, in provincia di Bari, in Puglia.
Sono un bracciante da noi siamo chiamati cafoni perchè dobbiamo distinguerci dai signori. Lavoriamo i campi da sole a sole e solo
quando ci va bene, abbiamo di che mangiare,
il che vuol dire, sì e no, qualche mese all’anno. Io andavo a lavorare dove potevo, dalla
provincia di Foggia nel Tavoliere a quella di
Taranto verso la Marina ma non faceva differenza, pativo la fame e il freddo lo stesso!....»
Udito il racconto di Petrucce, Lucifero dice a
Belzebù: «Bisogna mandare qualcuno a fare
una ispezione nei luoghi dove viveva il cafone»
«Abbiamo il diavolo che fa al caso nostro – gli
dice Belzebù. – C’è quel diavoletto di Nefasto che non ha ancora la coda e le zampe di
caprone, può benissimo trasformarsi in uomo,
andare lì e verificare quello che succede.»
Ricevuti gli ordini, il diavoletto parte.
Dopo un mese passato sulla terra, Nefasto
ritorna all’inferno. Il suo aspetto è poco rassicurante: le mani sono piagate dai calli, il viso è emaciato e stanco come se non avesse
mangiato e dormito da diverso tempo e la sua
spalla è visibilmente ricurva.
- Cosa ti è successo? Chiede Lucifero vedendo le condizioni del suo diavoletto.
- Signore degli Inferi, credo che abbia ragione
il cafone, l’Inferno, per certe persone, è lì e
non qui!»
29
«Da allora, Lucifero ha deciso che l’Inferno doveva essere là dove si pativano queste sofferenze e nel nostro caso sono stati scelti i campi
di Puglia.» Finito il racconto, compagno Gino,
per scacciare la tristezza che lo ha preso, dice
che a quel punto ci vuole proprio un po’ di bella
musica per tirare su il morale e inserisce il Cd
che contiene la canzone “Petite Fluer”, cantata
in vernacolo (edizione unica!).
La rappresentazione dei burattini-attori è finita
ma il cavaliere-Gino non rinuncia alla sua scena madre.
«Stasera – dice, rivolto al pubblico fantasma
- in questa piazza e con questo pubblico invisibile, abbiamo avuto la possibilità di dimostrare
che noi, non siamo solo gli abili pupazzi che
si muovono a comando. Noi, anche se siamo
fatti di rimasugli di stoffa e di cartapesta, abbiamo un’anima, che è quella di chi ci ha ideato e
creato, perciò raccontiamo storie come quelle
di Cumma Fermichele, di La Volpe e il Lupo e
tante altre, che sono il nostro ricordo e la nostra
memoria. Noi siamo nati per tenere viva la memoria, la memoria del dialetto, la memoria delle
condizioni di vita, la memoria di quelli che hanno contribuito a renderci la vita qual è quella
che conosciamo oggi. Ed è solo conservandola
che si può guardare al futuro!
Oggi, quando vediamo un marocchino, un albanese, un rumeno che lavora nei nostri campi,
dobbiamo ricordare che i nostri padri facevano
la stessa cosa nelle miniere belghe, nei campi in Germania, nelle fabbriche a Milano. Noi,
modesti burattini, questa notte, abbiamo voluto
fare non solo gli attori ma anche i maestri di
storia e di vita e dedichiamo la nostra esistenza
a far sì che la Puglia, ed anche Ginosa, non
debbano essere immaginate da nessuno come
un inferno!
Noi, forse senza saperlo, viviamo in uno dei
posti più belli della Terra! E se in tanti vengono
qui, forse lo fanno per trovare il paradiso!
Adesso - dice rivolto al resto della compagnia
– la nostra notte magica è finita, dobbiamo ritornare nella nostra valigia perché domani sera
dobbiamo essere pronti per recitare le nostre
storie, quelle che conservano la memoria di
questo popolo, il popolo delle formiche!»
L’alba ormai fa capolino e il tempo è scaduto.
Uno dopo l’altro “gli attori per una notte” si accorgono di avere appena il tempo per sfilare
per l’ultima passerella, quella degli applausi
finali, prima di riprendere le loro vere sembianze, quelle di burattini e sparire dietro al teatrino,
nella loro valigia color rosso amaranto, per essere lì, pronti per lo spettacolo dell’indomani.
Intanto dalla radio trasmettono una antica canzone popolare. fine
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attualità
La Goccia n. 15/17 - 1 agosto 2010
Viaggio nel mondo
dell’imprenditoria
locale
Rubrica
di Luca Calabrese
Immerso nel verde rigoglioso della contrada Fiumicello a Ginosa, nel silenzio
rotto solo dal frinire delle cicale, in una
cornice paesaggistica davvero stupenda,
si trova l’Agriturismo “San Pio” gestito
mirabilmente da Mario e Tina Sanfilippo, che lo scorso giugno hanno
festeggiato il primo anno di attività. Entrando saltano subito all’occhio i locali che sono davvero caratteristici perché oltre che
essere arredati con gusto sono
adornati con utensili. Utensili
che ci ricordano gli antichi mestieri ma anche anfore e tegole
decorate che abbelliscono le pareti di tufo bianco. Oltre alla sala
principale c’è anche una saletta
che dona più privacy e in cui c’è
un enorme ed antico camino. In
più vi è un giardino all’aperto per
pranzare a contatto con la natura e ammirare un panorama mozzafiato.
Sig. Mario, ci racconti come è andato
questo primo anno della vostra attività?
«Magnificamente. Abbiamo avuto molti
riscontri positivi dalla nostra affezionata
clientela e grazie alle nostre iniziative
pubblicitarie e al vecchio e sano passaparola il cerchio si è allargato sempre di
AGRITURISMO “SAN PIO”
di Mario e Tina Sanfilippo
UN CONNUBIO PERFETTO TRA SAPORI
ANTICHI, NATURA E OSPITALITA’
più. È merito credo della nostra cucina
eccellente e anche dei prezzi molto
competitivi che, in questo periodo non
molto felice dal punto di vista economico, ha contribuito a far crescere positivamente la nostra attività. Questo ci ha
dato ancora più entusiasmo e che ci ha
spinti a mettere ancora più passione,
creatività e professionalità per rendere
il nostro sogno imprenditoriale una realtà qualitativamente migliore.
I nostri clienti più assidui vengono da
tutta la provincia ma anche da altre zone
della nostra ridente regione. Non mancano però, soprattutto in questo perio-
do, i molti turisti stranieri che passano le
loro vacanze nel nostro territorio e che
sono rimasti piacevolmente impressionati sia dalla location molto curata e sobriamente rustica ma soprattutto dalla
nostra cucina che si fregia di piatti della
tradizione pugliese ma anche di quella
sicula.»
A proposito di cucina quali sono le
vostre specialità?
«Effettuiamo sia un servizio ristorante
che pizzeria. La specialità sono gli antipasti sia di mare che di terra. Ma sono molto apprezzati tutti i nostri primi, la
carne alla brace, gli arancini e le nostre
pizze preparate con amorevole cura dalla nostra pizzaiola Daniela che dona un
tocco di creatività e maestria tutta femminile alle nostre pizze. Una pizza che vi
consigliamo di assaggiare è tipicamente
sicula come suggerisce il nome: “Vulcano in Eruzione”. Tutti i nostri piatti sono
preparati al momento con prodotti locali,
sani e genuini come vuole la tradizione
dell’agriturismo. Insomma
forniamo una cucina sana, tradizionale, unita ad
un servizio di alta qualità e
professionalità, di cortesia
ed accoglienza.»
Che tipo di eventi ospitate nell’Agriturismo “San
Pio” ?
«Il nostro agriturismo è
l’ideale per festeggiare
compleanni con musica dal
vivo, comunioni, battesimi,
cresime ma anche cene di
lavoro, lauree, convegni di
ogni genere e addirittura
abbiamo avuto anche una
festa di divorzio.
Vorrei invitare tutti coloro che ancora non
l’avessero fatto, a venirci a trovare per
gustare le nostre specialità in una cornice
paesaggistica incantevole. Siamo aperti
sia a pranzo che a cena e si accettano
prenotazioni al numero 099/8295991. Ci
trovate sulla via per Bernalda in contrada
Fiumicello, Strada Provinciale 3.»
vita ginosina
La Goccia n. 15/17 - 1 agosto 2010
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Le considerazioni ginosine di Pierino Perrone59
LA SESSUALITÀ NEI SECOLI
La nostra cultura religiosa per secoli ci ha
insegnato che l’atto sessuale poteva essere consumato solo da coppie sposate, pena
la perdita dei punti per la conquista della vita
eterna e il divieto tassativo di indossare l’abito bianco nel giorno del matrimonio.
Una volta sposati, i coniugi potevano fare
sesso, non tanto per il piacere, bensì con lo
spirito della procreazione.
Quindi, in quei tempi non era raro vedere donne perennemente préne.
Tutto questo fino ai primi anni ‘20, quando
due medici ginecologi, approfondendo lo studio relativo alla fertilità della donna, scoprirono che la stessa in alcuni giorni del mese
non era feconda. Dopo vari calcoli riuscirono
a stabilire quali fossero quei giorni.
In seguito a questi studi nacque il metodo
Ogino-Knaus che però non dava sempre la
certezza sperata, contribuendo così all’aumento delle nascite inaspettate.
Capitava che Géseppe, tornando a casa dopo essere stato dal barbiere con il viso fresco
di rasatura e profumato di acqua di colonia
trovava Annìne, la moglie, con il calendario e
la matita in mano che calcolava se quella sera si poteva cummàtte o meno. A Géseppe
veniva in mente il calendarietto profumato appena avuto in regalo dal barbiere... e siccome
al cuor non si comanda... apriti cielo!
Tutto questo mi portava a una riflessione:
quando vedevo i tanti bambini che uscivano
da scuola mi chiedevo se fossero tutti figli dei
loro papà o di Ogino-Knaus!
Finalmente all’inizio degli anni ‘60 anche le
donne di Ginosa incominciarono ad usare la
pillola anticoncezionale e questo portò ad un
cambiamento epocale. Le donne che ne facevano uso si individuavano facilmente: erano
più felici, più rilassate, meno acide e risultavano persino più belle.
In quegli anni, i luoghi in cui si zignarave erano la fontana ed il forno, ma era proprio quest’ultimo il posto ideale, poiché era frequentato da sole donne e protetto da orecchie e
occhi indiscreti.
Le donne parlavano anche di cose intime e
scabrose; se prima della pillola, alla domanda relativa a quante volte avessero peccato
nei giorni in cui non si erano viste, le risposte consistevano in numeri bassi, successivamente, con l’uso della pillola, i numeri erano
sempre a doppia cifra, senza contare le risposte delle donne che affermavano di aver perso il conto.
Con l’avvento della pillola, le donne consultavano il calendario solo per vedere quando
era il giorno della cannelőre che come si sa
òggne iaddìne fasce l’őve perché questo
permetteva loro al mattino di preparare dei
zabaglioni con più velózze.
Le galline, quasi scomparse in paese, si riappropriarono così delle strade e fornivano tante uova che servivano alle donne per “aiutare”
i loro mariti, osservando così scrupolosamente il vecchio detto aiütete ca ddjìe t’aiute.
Dal punto di vista economico i costi della pillola venivano ammortizzati con il risparmio della luce elettrica e del riscaldamento perché fu
allora che venne quotidianamente osservata
l’arcaica frase che il marito, chiamando per
nome la moglie, diceva: “Sciàmane a ccorche ca trè ddanne fascime: iuogghie struscime, lione ardime, suonne perdime. Sciàmane a ccorche, ca megghie fascime”.
***
IL FEDERALISMO DEMANIALE
Il venti maggio, in attesa del federalismo fiscale, il Consiglio dei Ministri ha approvato il
primo decreto attuativo attraverso il quale
parte del demanio pubblico viene dato gratuitamente in gestione ai comuni, alle provincie
e alle regioni.
Come sempre le opinioni sono diverse: alcuni
vedono nel decreto una possibilità di valorizzazione del demanio, altri invece vedono una
grande speculazione economica in quanto,
essendo le casse delle amministrazioni locali
vuote e non avendo più risorse dallo stato, gli
amministratori saranno costretti a rasckà u
fùnne ricorrendo alla vendita degli immobili.
Va da sé che le città in possesso di beni demaniali prestigiosi quali spiagge, isole, castelli, musei, caserme dismesse saranno avvantaggiate rispetto ad altre. Ovviamente i futuri acquirenti non saranno impiegati, operai
o pensionati ma quei personaggi che portano
i capitali all’estero.
In questi giorni ho fatto una ricognizione del
demanio del comune di Ginosa. Con grande
entusiasmo ho scoperto che il Comune possiede qualcosa di unico al mondo e di valore
inestimabile ed ho individuato anche il potenziale acquirente.
Il sito individuato è “u nìte dù cuórve” e l’acquirente il geometra Flavio Briatore. Proviamo ad immaginare quanto sarebbe disposto
a pagare il famoso personaggio per regalare
al figlio Falco u nìte dù cuórve.
Al comune entrerebbe una significativa cifra
senza trascurare il ritorno d’immagine a favo-
re dell’economia.
A Marina di Ginosa verrebbe costruito un
“Minchionaire” frequentato da veline, escort e
tanti utilizzatori finali.
***
IL KAMIKAZE
Naturalmente non mi riferisco ad un afghano
o ad un iracheno ma più semplicemente ad
un ginosino che giocava a calcio nel ruolo di
portiere.
Onestamente non era un ottimo numero uno
e quindi non giocava sempre, ma le poche
partite che egli faceva valevano l’intero costo
del biglietto.
Quando entrava in campo, contrariamente a
tutti i suoi colleghi del mondo calcistico che
danno consigli sulle marcature, questi si informava chiedendo chi della squadra avversaria avrebbe potuto tirare in porta e quindi
fare gol.
Alla prima occasione che gli si presentava il
nostro compaesano “toccava” l’avversario
sotto lo sterno e questi stramazzava al suolo.
Poiché il nostro portiere di professione faceva il camionista e, come si sa, all’epoca i camion non erano dotati di servosterzo ed di altre tecnologie; per effettuare delle manovre
c’era necessità di una grande forza nelle
braccia.
Quando l’avversario cadeva a terra egli lo
soccorreva immediatamente allargandogli le
braccia per favorirgli la respirazione e contemporaneamente sollecitava il massaggiatore a soccorrerlo.
Allora il massaggiatore non era dotato di
spray miracolosi come gli attuali, con i quali
basta una spruzzatina sulle scarpe per permettere miracolosamente al giocatore di riprendere a correre, ma era munito semplicemente di un secchio d’acqua ed una spugna.
Quindi, nonostante tutta la buona volontà del
tecnico, il malcapitato doveva essere sostituito.
Tutto questo non era apprezzato dal nostro
allenatore padre Umberto e il portiere accampava motivazioni palesemente false, come per esempio di non aver visto il giocatore
o di essere stato abbagliato dal sole in un pomeriggio piovoso.
Ma la sua vera “specialità” consisteva nelle
uscite sui calci d’angolo quando, dopo il suo
intervento, rimanevano stesi a terra quattro o
cinque giocatori non necessariamente tutti
avversari. Da qui il soprannome kamikaze.
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argomenti
La Goccia n. 15/17 - 1 agosto 2010
RICERCA & FORMAZIONE
rubrica a cura di Giovanni Matera
Comprendi, soddisfa ed eccedi le aspettative altrui!
Raccogliamo sempre ciò che seminiamo.
In un precedente articolo, abbiamo parlato
di persone che vivono nell’“abbastanza”
e abbiamo capito che esse, non soltanto
sono poco inclini alla comprensione delle altrui aspettative, ma sono concentrate
esclusivamente sulle proprie.
Abbiamo compreso anche che, rinunciando a seguire le varie “false piste”, si
affinano i propri talenti e si migliora lo
scambio, che diventa abbondante con il
mondo, sviluppando così una nuova personalità di successo.
Ecco alcuni altri esempi di persone che
basano la propria esistenza sul concetto di
“abbastanza”:
- Il venditore in ansia di chiudere un contratto, senza sforzarsi di comprendere le
vere esigenze del cliente;
- L’impiegato che, difronte a un nuovo
progetto del suo titolare, dice: “questo
non rientra nelle mie mansioni” (… a meno di un ritocchino allo stipendio).
- Un giovane a un colloquio di assunzione
che, prima di capire di quale lavoro si tratti, chiede l’ammontare del salario mensile… ecc.
Questo tipo di atteggiamento, eccessivamente autoprotettivo ed egoistico, porta
inevitabilmente all’isolamento, all’invisibilità di cui abbiamo parlato in precedenti
articoli. Le persone incuranti delle altrui
aspettative, volere o nolere, e paradossalmente, finiscono nei sogni (progetti) degli
altri, in veste di semplici esecutori perennemente in ansia di chiudere contratti, di
dire che la tal cosa non rientra nelle proprie competenze o di chiedere di quanto
sia lo stipendio loro spettante.
Occorre, quindi, un’inversione di tendenza nelle abitudini comportamentali.
Quando si dice di “aprirsi al mondo e alla
vita” si tratta proprio di questo: “Comprendere, soddisfare ed eccedere le
aspettative altrui”, attraverso lo scambio
in “abbondanza”: Di cosa ha bisogno il tuo
datore di lavoro; di cosa ha bisogno il tuo
cliente, il tuo collaboratore, il tuo amico,
tuo figlio ecc.
Le aziende di successo guardano le cose
con gli occhi del cliente, cercano di interpretarne le necessità e di rendergli la vita
più facile; come il buon padre di famiglia e
tutte quelle persone che convenzionalmente definiamo “belle”.
Vi sarà mai capitato che qualcuno abbia
ecceduto le vostre aspettative? Un’azienda
che vi ha fornito qualcosa in più (in oggetti o servizi), rispetto a quanto avevate
pattuito; o una persona che disinteressatamente vi abbia fatto un dono o una cortesia
inaspettati? Di sicuro la cosa vi ha colpito
al punto da divenirne inconsapevolmente
loro mezzo di propaganda.
Eccedere le aspettative altrui, dunque, non
è una teoria contro-intuitiva ma una vera
convenienza per chi la applica. I piccoli gesti di oggi, in favore del prossimo, saranno
domani ampiamente ripagati. Così, se sei
un’azienda - nei confronti del cliente - la
grande giustizia interna del mercato, come
quella della vita, ti premierà. E non preoccuparti se, a volte, ti sembrerà di dare più di
quello che ricevi, basterà volgere lo sguardo
ai tuoi introiti per scoprire che sono magicamente aumentati; e non solo, davanti a te
si sono aperti anche nuovi orizzonti, nuove
opportunità e, quel che più conta, sei diventato una persona migliore.
Giovanni Matera
Per visionare gli articoli precedenti, consulta il nostro sito:
www.materarredamenti.it
alla rubrica Ricerca & Formazione
attualità
La Goccia n. 15/17 - 1 agosto 2010
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“A come Amore” Presentato nell’ambito della rassegna
“Cultura al Parco”il libro di Michele Pacciano
Giovedì 22 luglio 2010 presso il parco
comunale di Marina di Ginosa si è tenuto il secondo incontro della rassegna:
“Cultura al Parco”. In questo appuntamento è stato presentato il libro di Michele Pacciana, giornalista professionista, spastico fin dalla nascità: “A come
Amore”. Durante la presentazione l’autore ci ha parlato di come sta vivendo la
sua disabilità; in paese lo considerano
“l’handicappato realizzato”, ma lui non
si sente affatto un “handicappato”, non
conosce altra vita al di fuori di questa.
Secondo Pacciana l’handicap è una
condizione non una condanna, una
condizione che deve essere vissuta al
meglio.
Nel suo intervento, l’assessore ai servizi sociali, Stefano Notarangelo ha
detto: «L’amministrazione comunale ha
sempre dimostrato il suo interesse a riguardo e ha cercato in qualche modo di
alleviare il problema che madre natura
ha dato. La disabilità, però, non la vive
solo il disabile ma anche la sua famiglia,
che vive con lui e cerca di sostenerlo in
ogni momento della sua vita; per questo
motivo l’amministrazione comunale ha
pensato ad un progetto, una casa famiglia per disabili, dove i diversamente abili
che non hanno il sostegno di una vera famiglia che possa accudirli possano vivere
in serenità».
Pacciana ricordava anche il fatto che i
portatori di handicap hanno bisogno di
istituti dove poter “curare” il problema
con l’aiuto e il sostegno della propria famiglia e dei medici. Avere delle strutture
specialistiche, come l’O.S.M.A.I.R.M di
Laterza, serve al malato, alla famiglia e
anche al territorio. Stare in un istituto non
è piacevole ma serve, precisa Pacciana,
che ha anche detto: ”L’amore è alla base
di tutto, bisogna avere amore anche nel
proprio lavoro”, ed è proprio questo che
egli ha trovato durante il suo periodo allo
O.S.M.A.I.R.M.
«Allo O.S.M.A.I.R.M - interviene la dott.
ssa Clemy Pentassuglia, - il paziente è il
punto di riferimento e perciò è importante che la riabilitazione sia all’avanguardia.» Sul piano scolastico, la scuola fa
un buon lavoro ma comunque serve un
sostegno specifico; il problema, secondo
Pacciana, sussiste dopo il periodo
scolastico, il lavoro per i diversamente abili è ancora una speranza. L’impiego non è una cosa da
andare ad “elemosinare” al politico
di turno; infatti, Pacciana, sostiene
che il tema “lavoro per disabili” deve
entrare a far parte del centro delle discussioni politiche. Durante la
presentazione sono intervenuti l’assessore ai Servizi Sociali Stefano
Notarangelo; il direttore editoriale di
questo giornale Stefano Giove, che
ha raccontato come fu Pacciano a
decidere il nome di “La Goccia”; la
dott.ssa Clemy Pentassuglia dell’O.
S.M.A.I.R.M; Paolo Manfredotti un
docente disabile, che ha raccontato
di alcuni avvenimenti, e Domenico
Savino, l’ideatore della rassegna,
che ha ringraziato tutti i presenti, tra
i quali il delegato sindaco Leonardo
Galante, e il delegato alla Cultura
Antonio Bradascio.
Francesca Bitetti
foto Erasmo Mazzone
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La Goccia n. 15/17 - 1 agosto 2010
argomenti e commenti
Marco Pacciana è diventato Diacono
Marco Pacciana, è diventato
diacono. A 35 anni ha coronato
il suo sogno, tagliando il primo
traguardo, forse il più importante,
che lo porterà verso il sacerdozio.C’è qualcosa di interessante
e misterioso nella vocazione di
un giovane. C’è non solo la chiamata di Dio e basterebbe questo
a riempire mille capitoli ma c’è
l’apertura all’altro. Il sacerdozio
è missione, è obbedienza, è temperanza e apertura al Vangelo di
Cristo. E’ apertura all’altro contro l’egoismo divorante diffuso
a piene mani dalla morale laica
contemporanea. Marco Pacciana ha intrapreso questa strada.
Ha percorso le tappe di avvicinamento alla vita della Chiesa attraverso il movimento neocatecumenale, penetrato anche
a Ginosa, in una società non certo facile agli
entusiasmi religiosi. L’azione di Dio si esplica
in tutti i modi ed arriva in tutti gli strati sociali
senza distinzione alcuna. Nel suo caso, più
che in altri, vale l’incomprensione di Giobbe
resagli manifesta dallo stesso Dio di fronte alla potenza del creato ed al mistero che
sembra avvolgere le nostre vite. Ed a volte le
nostre sofferenze. Dov’eri tu quando ho creato tutto questo risponde Dio alle lamentazioni
di Giobbe? Sei forse capace di comprendere, tu uomo, le ragioni superiori che presiedono al mio agire? Questo gli rivela Dio
nell’emozionante epilogo finale. A questo
mistero lui ha reagito con un cammino
di fede, accentuatosi con la malattia e la
scomparsa del padre, figura carismatica e potente. Certo, l’ambiente familiare
contribuisce ma se il seme non è buono
a nulla vale il terreno favorevole. Così
Marco Pacciana, dopo essersi laureato
a pieni voti, cum laude, in lingue e letterature straniere, con un futuro di ricerca-
tore universitario, intraprende un
percorso che lo porta a Newark in
America …
La sua maturazione spirituale
non è facile, la vocazione nasce
nell’ambito del Cammino neocatecumenale, uno delle realtà più
vive della Chiesa cattolica che
conta più di un milione di fedeli in tutto il mondo e gestisce 60
seminari internazionali ai quattro
angoli della Terra.
Dopo 10 anni, che lo hanno visto
in Israele, in Albania, nelle isole
del Pacifico, laddove lo studio
si affiancava ad un’esperienza
di evangelizzazione e di laicato
cattolico in un’equipe di catechisti itineranti, lo scorso maggio,
in una sobria e toccante cerimonia, nella
cattedrale di Newark, Marco è stato ordinato diacono, c’era anche una piccola delegazione ginosina a festeggiarlo. Ora è in
Estonia, sul mar Baltico, in aiuto ad una
parrocchia. Dal 15 agosto, per 10 giorni,
sarà a Ginosa.
Coraggio Marco, Gesù ti guarda. E tu lo
guardi e lo vedi negli occhi degli altri, di
ognuno. L’affetto e la preghiera di ci ti conosce, ti accompagni per le vie della fede
e del Mondo.
Redazionale
attualità
La Goccia n. 15/17 - 1 agosto 2010
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Carenze Urbanistiche a Marina di Ginosa:
quando una soluzione?
Buche nelle strade e mancanza di servizi: queste le lamentele di residenti e villeggianti, che auspicano una soluzione tempestiva
Cappe di calore, caldo tropicale, temperature che sforano la media, livelli di afa e
umidità oltre i limiti della sopportazione,
queste erano in sostanza le condizioni climatiche del Sud del Paese fino a qualche
giorno fa prima che, anche grazie a una
leggera brezza che ha portato a un sensibile abbassamento delle temperature, la situazione fosse tornata quasi nella norma.
E Marina di Ginosa, al pari di molti altri
centri del Mezzogiorno ha patito gli effetti
del clima afoso dei giorni scorsi, un clima
da emergenza che, certo, non è stato del
tutto ignorato in particolare dagli enti preposti al contenimento dei rischi.
Anche quest’anno è partito il servizio
“Emergenza Caldo”, progetto certamente
efficiente e di grande utilità per le fasce sociali che maggiormente soffrono l’afa e la
calura che contraddistingue taluni periodi
della bella stagione, ma le cocenti temperature si sono mostrate ostili non solo nei
confronti degli anziani, ma per l’intera collettività e a Marina di Ginosa la sofferenza
è stata tanto per i residenti quanto per gli
ospiti che nel mese di Luglio hanno albergato nella cittadina.
Proprio alcuni di loro, nei giorni di cado bol-
lente, di ritorno da mare, boccheggiando
durante il tragitto, lamentavano una delle
carenze che, a proposito di “emergenza
caldo”, la nostra borgata presenta e che
rappresenta una annosa questione che
ogni anno si presenta e che puntualmente resta irrisolta, il funzionamento stentato e spesso assente dei rubinetti pubblici
di erogazione di acqua potabile.
Con temperature da capogiro come quelle delle scorse settimane è inammissibile
l’assenza di questo servizio ed è inevitabile la legittima lamentela dei cittadini
che dopo un tratto di strada in preda al
caldo e all’umidità asfissiante, giunti in
prossimità di una fontana, speranzosi di
dissetarsi, scoprono l’amara sorpresa di
constatare la mancanza della manopola
di apertura o, addirittura, del beccuccio
del rubinetto stesso.
E di esempi ce ne sono, su Viale Virgilio come su Piazza Baden Powell,
come su via Stella Maris, senza contare le condizioni di abbandono in cui
versano le aree circostanti i rubinetti
in questione, quello di Viale Pitagora
angolo Viale Italia ne è un esempio
perenne.
Ma non è solo questo che allarma i
cittadini, a Marina di Ginosa diverse
sono le questioni aperte, irrisolte e
che non sfuggono all’attenzione dei
cittadini che vedono nel nostro quindicinale uno strumento di denuncia e di
costruttiva proposta nel sollevare i problemi che attanagliano il nostro territorio, una delle mission a cui “La Goccia”
risponde con costanza e dando voce
sempre al cittadino.
Uno di loro faceva notare nei giorni
scorsi la presenza, nei pressi dell’incrocio tra Viale Ionio e Via Pola, di una
grossa buca che è aperta da mesi e
che crea una situazione di rischio,
considerando anche il fatto che si trovi
in una zona centrale, costantemente
frequentata e in prossimità di un incrocio.
Purtroppo ancora persistono in alcune zone i problemi legati alla pubblica
illuminazione, come sulla centralissima Via
Udine, nelle vicinanze della chiesa, dove un
lampione è in avaria da parecchi mesi e, oltretutto, malgrado le ripetute richieste dei residenti, sulla piccola traversa Via A. Volta, ancora non passa un tronco per l’allacciamento
all’acquedotto.
In luglio inoltrato, nel pieno della stagione
estiva, è spiacevole prendere atto di queste
carenze che è importante sollevare al fine di
sollecitare gli enti preposti ad intervenire prontamente perché il territorio possa essere idoneo a tutti gli effetti ad accogliere villeggianti e
turisti e affinché i cittadini di Marina di Ginosa,
quelli che ci vivono 365 giorni l’anno, possano
ottenere i servizi pubblici per i quali già hanno
finanziariamente contribuito.
Antonello Lovecchio
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La Goccia n. 15/17 - 1 agosto 2010
riceviamo e pubblichiamo
LU.MA.GI.GI ANCORA PROTAGONISTI
A Ginosa, è stato un successo di presenze il Palio degli Anelli con la Sagra delle Orecchiette.
L’appuntamento più atteso dell’estate ginosina, si è concluso con
un grande successo. La sagra delle orecchiette e il 7° Palio degli
Anelli, hanno battuto ogni record. La centralissima piazza ginosina, stracolma in ogni ordine di posto. Oltre 400 Kg di orecchiette
sono state sfornate dalle vecchiette del Centro Anziani di Ginosa.
Le orecchiette nella Città di Ginosa, hanno una tradizione culinaria molto antica. E’ il tipico piatto delle domeniche ginosine. Orecchiette fatte in casa con il gusto antico di una volta. Pubblico record e turisti arrivati nel centro jonico, da ogni angolo della Puglia,
dalla Calabria e dalla vicina Basilicata. Tanti anche i turisti che
sono arrivati dall’estero. L’evento è stato ben organizzato dalla
locale Associazione Culturale LU.MA.GI.GI. con il patrocinio del
Comune di Ginosa. A far da contorno alla sagra, l’esibizione della
settima edizione del Palio degli Anelli, in collaborazione con l’Associazione “I Cavalieri della Madonna D’Attoli’. Corsa di cavalli in
costumi d’epoca. Tifo da stadio hanno accompagnato le sfide tra
i rioni più importanti del paese, diventato ormai un’appuntamento
fisso dell’estate ginosina. La dinamica del palio degli anelli, tipica
giostra medioevale è semplice: ogni fantino con il proprio cavallo
doveva effettuare al galoppo quattro giri di pista nel minor tempo
possibile e centrare gli anelli in quattro batterie, catturando con
una lancia gli anelli di differente diametro, posizionati su un manichino che faceva da bersaglio. A vincere questa 7° edizione è
stato il Rione Spirito Santo, con il cavaliere Michele Volpe. Mentre il Rione Poggio con il cavaliere Luciano Ranaldo è arrivato
secondo. Il Rione Piantata con il cavaliere Gabriele Giannini è
giunto terzo al traguardo. Rione Casale con il cavaliere Francesco Dell’Orco si è classificato a pari merito con Pasquale Calabria
di Piazza Orologio. A premiare i vincitori sul palco, il presidente
dei LU.MA.GI.GI., Mario Pastore, il Sindaco di Ginosa Avv. Luigi
Montanaro, il delegato alla cultura Antonio Bradascio, la nipote
del compianto Ludovico De Biasi, Cinzia Bozza. Questa edizione
del Palio, è stata ancora dedicata a Ludovico De Biasi, personaggio molto noto a Ginosa, che ci ha lasciato qualche anno fa.
Un ringraziamento particolare va fatto al presidente dei Cavalieri
Mimmo Volpe, che ha curato nei minimi particolari l’organizzazione del Palio con i cavalli e i cavalieri di Ginosa. Ha presentato la
serata il giornalista Gianluca Catucci. Un contributo importante è
stato dato dalle telecamere di Studio 100 e Studio 100 Sat, che
ha mandato in onda uno speciale dell’evento in tutta Italia e in
tutta Europa sul canale 925 di Sky. Grande soddisfazione per gli
organizzatori per il successo che ha riscosso la manifestazione.
Dal presidente Mario Pastore, a Pino Valenzano, Tonino Pizzulli,
Gino Pizzulli, Emilio Saturno, Nunzio Pepe, Gianluca Catucci, Cosimo Menzella, Gino Giannuzzi, Carmelo Candia. Nicola Mancino
e Carmelo Pizzulli, che hanno lavorato alla grande per la riuscita
della manifestazione. Il ricavato della sagra delle orecchiette, è
stato devoluto in beneficenza dai LU.MA.GI.GI al progetto di Ippoterapia.
Prossimo appuntamento a Marina di Ginosa, Giovedì 5 Agosto alle ore 21:00
(Gianluca Catucci) [email protected]
foto Erasmo Mazzone
attualità
La Goccia n. 15/17 - 1 agosto 2010
41
“ A Proposito di: Calcio, Palloni e ...Palloni Gonfiati”
Spett. Direttore de “La Goccia”, nel ringraziare per lo spazio che mi vorrà concedere
come sempre, vorrei commentare il Suo
editoriale del n° 14 de La Goccia.
Il paragone tra la figuraccia fatta dall’Italia
calcistica, nel campionato del mondo appena concluso, e tutto quello che sta avvenendo in Italia oggi, tanto da classificarlo come
uno dei periodi più brutti, calza a pennello.
Certo parlando da appassionato di calcio,
rimane la delusione di non aver conseguito un risultato sportivo, ma quello che fa
rabbia è il modo come ci si è arrivati a tale figuraccia. Le boiate di un Ministro della
Repubblica, con l’aiuto del figlio (è proprio
vero quando si dice tale padre e tale figlio),
la testardaggine di Lippi a non voler coinvolgere nell’avventura mondiali giocatori
giovani, con un pizzico di talento e vogliosi
di dimostrare il loro valore, incapacità di dare gli stimoli giusti ad un gruppo di giocatori
ormai privo di motivazioni. Il risultato, siamo
stati eliminati da dilettanti!!
L’analisi che Tu fai tra questa figuraccia calcistica e quella che è la situazione italiana
nell’ultimo periodo è perfetta, sul perché la
Spagna ha vinto il mondiale è perfetta. La
Spagna sta attraversando un crisi profonda
da punto di vista economico, forse più grave
di quella che sta attraversando l’Italia, forse
anche per questo da parte dei giocatori spagnoli, l’impegno profuso è stato maggiore,
quasi uno scatto d’orgoglio.
Ritornando a parlare delle cose di “casa
nostra”, e mettendo da parte la delusione
calcistica, forse un successo ai mondiali ci
avrebbe aiutato ad oscurare e dimenticare
per un po’ tutte le porcherie che ogni giorno ci tocca assistere. Quando tu dici, credo
che stiamo vivendo uno dei più brutti periodi della storia della nostra Italia, purtroppo
è vero!
Ogni giorno si assiste a fatti degenerativi,
sia che tocchi a personaggi della politica,
sia che tocchi appartenenti all’imprenditoria,
ora anche appartenenti a settori della magistratura, che chiamarli scandalosi è quasi
come fargli un complimento. Vengono alla
luce fatti, intrecci melmosi, logge massoniche, delle vere associazioni a delinquere,
tutto per quella conservazione del potere.
“Rubare per continuare a rubare”!!! Certo
che bisognava approvare subito quella leg-
ge bavaglio voluta dal Gran Capo di Arcore, bisognava fare in fretta per evitare che
la gente possa conoscere altri fatti, ancor
più gravi!
Mi domando cos’altro dobbiamo scoprire per capire che tutto alla fine conduce
a lui, il Gran Capo di Arcore! Due Ministri
dimissionari, sono amici suoi, difesi a spada tratta fino all’ultimo; un Sottosegretario
dimesso (Cosentino) un altro (Caliendo)
prossimo alle dimissioni, un Coordinatore
del suo Partito sotto inchiesta, amici suoi
pure loro! E ha avuto anche la faccia tosta
di dire (forse in momento di pura follia) che
bisognava fare pulizia nella politica, magari lo facesse davvero!
Ripeto cos’altro si deve ancora scoprire
per emettere un giudizio su questa maggioranza politica, che sta portando il nostro
paese in un vicolo buio senza spiragli di
luce, senza speranza d’uscita.
E di oggi la notizia che i giudici di Caltanissetta, nella loro audizione alla Commissione Antimafia avrebbero detto, a conclusione del processo n.3 per la strage di via
D’Amelio dove mori il Giudice Borsellino e
la sua scorta, stanno venendo fuori verità
nuove rispetto ai processi precedenti.
Gli stessi giudici, non so se incautamente o se con cognizione di causa, affermano che di fronte a certe verità, “la politica
potrebbe non reggerne il peso”. Io spero
vivamente che si arrivi a conoscere la verità, quale essa sia, senza insabbiamenti
e senza segreti di Stato, e che la politica,
quella con la “P” maiuscola sappia decidere, scegliendo di stare dalla parte della
verità, dalla parte dei cittadini.
Una Maggioranza quella di centrodestra
che guida il paese, che invece di discutere di come portare l’Italia fuori dalla crisi,
passa il tempo a litigare su Lodo Alfano,
intercettazioni, legge bavaglio, tutti argomenti che interessano il Gran Capo e la
sua cricca. Quando si attraversa una crisi
economica come quella attuale, bisogna
ragionare su quali scelte fare in materia di
politica industriale, su cosa produrre e per
chi, fare grossi investimenti sulla ricerca,
investire sui giovani per evitare che scappino all’estero, fare scelte riformatrici che
solo in un momento di crisi si possono fare. Vedete l’Italia è un paese straordinario,
per le sue capacità in vari settori produttivi,
ma è necessario che un ognuno faccia la
sua parte, la politica, la grande imprenditoria
i lavoratori e i cittadini tutti. Bisogna capire
i vari cambiamenti che stanno avvenendo
nel mondo sempre più globalizzato. Vi ricordate quando qualcuno diceva che bisogna sbarrare le frontiere a tutti quei prodotti
provenienti dalla Cina e dintorni? Nessuno
immaginava che quando quelle popolazioni,
che rappresentano una grossa fetta della
popolazione mondiale, potessero iniziare a
consumare le merci prodotte dall’occidente,
ci poteva esserci una ripresa produttiva delle
nostre aziende? Ora sta avvenendo. Quando dico che tutti devono fare la propria parte,
mi riferisco a Governo, Confindustria, organizzazioni Sindacali, lavoratori, perché certe
scelte non devono colpire i più deboli, i patti
tra grande industria e lavoratori non devono
servire a mettere in atto persecuzioni contro
lavoratori scomodi ma a vedere insieme come risolvere problemi strutturali per produrre
meglio e a minor costi. Perché è un dato
di fatto che se ciò che si produce in Cina o
in altre zone sottosviluppate costa molto di
meno se la stessa cosa si produce in Italia,
perché la mano d’opera costa zero o quasi,
è pur vero che prima o poi l’operaio cinese
vorrà e vedrà crescere il suo salario fino ad
arrivare a livelli di salari occidentali, certo
questo comporterà sicuramente che per i
salari occidentali ci sarà un rallentamento. È
su questo che si gioca la capacità di ragionare e di discutere delle forze sindacali in
un confronto con tutti gli altri soggetti, grande
industria e Governo.
La politica di queste cose dovrebbe discutere
e non come fare per bloccare la magistrature nell’espletamento del proprio dovere, cioè
combattere il crimine.
Scusate se mi sono dilungato e spaziato su
vari argomenti, partendo dal calcio ho affrontato argomenti molto più impegnativi, di
cui non se ne può fare a meno di parlare e di
cui non ci dobbiamo mai stancare di parlare
perché riguardano la vita di tutti noi. Forse
non ho parlato di palloni e palloni gonfiati? O
forse ne ho parlato troppo? Il giudizio spetta
a chi legge.
Vincenzo VERNINA
[email protected]
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eventi sportivi
La Goccia n. 15/17 - 1 agosto 2010
Euro illusioni
le promesse di una vicina ripresa economica siano semplicemente illusioni confezionate ad arte per farci accettare riforme
economiche e sociali che vanno sempre al
ribasso spingendoci verso condizioni economiche ancora più sfavorevoli. Gli Stati
sono così indebitati che sono costretti ogni
anno a varare manovre finanziare in cui
chiedono sacrifici economici sempre più
grandi ai cittadini attraverso un aumento
delle tasse o una diminuzione dei servizi
pubblici. Il governo tedesco ha varato la più
dura manovra finanziaria dal dopoguerra
ad oggi pari a 80 miliardi di euro in 4 anni: per molti cittadini tedeschi sarà la fine
di quel welfare che ha reso la Germania la
nazione con la maggiore sicurezza sociale
d’Europa. Quella varata pochi giorni fa dal
Governo italiano chiede sacrifici per 24 miliardi di euro per i prossimi 2 anni: in poche
parole ogni lavoratore perderà qualcosa come 1200 euro all’anno per i prossimi 2 anni.
Come faranno le famiglie a riprendersi da
questo colpo? Come faranno a riacquistare
il loro potere d’acquisto perso? Come fa-
Così come è accaduto agli Stati Uniti nel
2008, anche l’Unione Europea pochi mesi
fa ha dovuto mettere in moto un piano di
salvataggio dei Paesi della zona euro. Dopo non poche fatiche si è raggiunto l’accordo con conseguente stanziamento di 750
miliardi di euro(circa la metà del PIL italiano) di cui 500 deriveranno dai paesi dell’Unione Europea e 250 dal Fondo Monetario Internazionale. L’intento dei governanti
e dei banchieri europei è quello di evitare
il collasso dell’euro in conseguenza di attacchi speculativi sulla moneta indirizzati
verso i Paesi con i peggiori conti pubblici.
Il salvataggio della Grecia costerà 120 miliardi di euro(il 40% del PIL greco), considerando che la sua economia è tra le più
piccole d’Europa si capisce subito che nel
momento in cui, un prossimo attacco speculativo all’euro avverrà, magari colpendo
Paesi con una economia molto più grande
come la Spagna, o addirittura l’Italia,
allora potremo star sicuri che quei
L’associazione ���� � ������ “La Piazzetta” vi invita dal 12 al 15 Agosto 2010
750 miliardi di euro non ci aiuteranno poi molto. Alla fine della fiera il cittadino europeo si ritroverà indebitato
due volte: la prima verso il suo Stato,
la seconda verso il Fondo Monetario
Internazionale. Avere a disposizione
questa oceanica quantità di denaro
non ci metterà al riparo dagli attacLa sesta edizione del concorso di pittura,
scultura, artigianato artistico e
chi speculativi ma soprattutto non
decoupage
risolverà nessuno dei problemi ecoBellezza e magia dell’arte
vuole ricordare l' artista scomparsa
nomici che ci assediano; serviranno
il 24 Febbraio 2010
solo a rimandare il momento finale
della crisi, drogando il sistema, e a
Mina Putignano
regalarci non appena saranno usati
attraverso l’ esposizione
una inflazione ben peggiore di quella
delle sue opere più significative
conosciuta nei primi anni dell’euro e
nel corso delle quattro serate di
mostra.
un debito pubblico ancora più grande. Ai nostri giorni il debito pubblico
In omaggio all’ artista esporranno
gli amici e l’associazione culturale
è già così alto da assorbire la mag“S e m a t a ” di Taranto.
gior parte del nostro reddito dovuto
all’economia reale. Per questo motivo il sistema economico è costretto
a crescere sempre e le attività imprenditoriali e commerciali costrette
a competere fino alla slealtà, perché
dobbiamo pagare ogni anno un debito sempre maggiore. Avendo chiari
questi concetti si capisce come tutte
rà l’economia a ripartire senza i consumi?
Troppe domande a cui dare una risposta
sembra complesso. Occorre cambiare necessariamente gli angoli di vista sull’economia, non più incentrata sul mero profitto ma
più votata alla cooperazione, all’equità, alla
solidarietà, al territorio. L’estate è entrata, ed
è in questa stagione che si concentrano le
maggiori ricchezze economiche del nostra
comunità: la vendita dei prodotti agricoli e il
turismo. Dell’agricoltura non sarà una novità
affermare che ormai ha un piede nella fossa; gli imprenditori agricoli (specie i più piccoli) non ce la fanno più, investono ogni anno ma non riescono a vendere i loro prodotti
o se ci riescono lo fanno ad un prezzo che
non riesce molto spesso a coprire le spese.
Anche i semplici lavoratori agricoli sono in
crisi visto che la richiesta di manodopera
è generosa con cittadini stranieri ma avida
con quelli locali. La mancanza di reddito per
tutti questi lavoratori si rivolge poi con tutta
la sua violenza sulla comunità facendo aumentare i tassi di povertà e delinquenza. Il
turismo va bene ma è chiaro che non può
sostituire il sistema produttivo; l’offerta
di servizi turistici esiste ma bisognerà
fare i conti con la scarsa capacità di
spesa delle famiglie, per cui ancora
una volta assisteremo ad un turismo
mordi e fuggi anziché ad un turismo
che fa risiedere in loco. Per cambiare
gli angoli di vista dell’economia occorre avere a disposizione strumenti nuovi, innovativi ma soprattutto slegati dai
giochi di interesse e potere che invece
rappresentano il deus ex machina del
sistema finanziario: le monete locali.
Sono emesse sulla base effettiva del
bisogno monetario, non producono
inflazione poiché non è applicato nessun interesse alla loro emissione e in
più rappresentano un valore aggiunto
gratuito a salari e pensioni, sono in
grado di aiutare il mondo del lavoro
incentivando l’occupazione e possono
portare nuovo vigore a tutte le attività artigianali oggi cadute in disgrazia
a causa della globalizzazione e della
grande distribuzione. Abbiamo una
grande occasione, sarebbe un peccato sprecarla.
Francesco Di Tinco
eventi sportivi
La Goccia n. 15/17 - 1 agosto 2010
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“Bellezza e magia dell’Arte” a Marina di Ginosa
Il 10 agosto scadono le iscrizioni al concorso.
MARINA DI GINOSA - L’associazione Arte e
Musica di Marina di Ginosa organizza anche
quest’anno il concorso di pittura, scultura, artigianato artistico e decoupage. “Bellezza e magia dell’Arte” è la VI edizione della manifestazione artistica curata dal presidente Damiano
Putignano e dal socio fondatore Anna Maria
Campa, che quest’anno coincide con il 25° anno della Collettiva di Pittura Marinese, divenuta
ormai un punto di riferimento per i pittori pugliesi e di territori limitrofi. Ogni artista può partecipare con due opere, con libertà di tecnica ed interpretazione del tema. Le opere che dovranno
pervenire entro il 10 agosto non verranno trattenute, la quota d’iscrizione è di € 15,00. Una
qualificata giuria valuterà i lavori ed assegnerà i
seguenti premi: sez. Pittura 1° premio € 250,00;
sez. Scultura 1° premio € 150,00; sez. Artigianato artistico e Decoupage € 150,00. seguiranno coppe e targhe. Ad ogni partecipante sarà
consegnato un attestato ed inoltre saranno attribuiti premi speciali. Le opere in concorso saranno esposte dal 12 al 15 agosto in piazza
Martiri d’Indipendenza dalle ore 20,00 alle ore
24,00; la cerimonia di premiazione si terrà il 15
agosto alle ore 21,30 alle presenza delle autori-
Viabilità
segue da pag. 6
firmatari della recente petizione ha mai fomentato una rivolta, né ha confuso la partecipazione
democratica con l’assemblearismo confusionario, né si ritiene un’energumeno assoldato, né
intende conquistare un effimero potere, pertanto
noi del comitato dei 2.500 cittadini in buona salute e tutti in vita chiediamo a costoro di
meditare sulle proprie incaute illazioni
e calunnie.
Chiediamo inoltre di fornire, anche a
mezzo stampa, i nomi ed i cognomi
degli individuati vecchi e nuovi personaggi della politica che fomentavano la
rivolta, di citare con il proprio nome e
cognome i nominativi dei dieci energumeni e di chi li ha assoldati.
Infine, per quanto riguarda la dichiarazione, che da 16 anni le costruzioni di
Via XX Settembre, di Via Mandorli e di
Via Mameli “non reggevano più il peso
di un traffico così intenso tanto da presentare lesioni di una certa gravità…….
accertate da un tecnico”, è necessario
chiedersi:
Ø Come mai in 16 anni il Comune non
ha mai accertato l’entità delle richiamate lesioni?
Ø Come mai in 16 anni non è stata
adottata alcuna ordinanza di sgombero
del quartiere?
Ø Come mai quelle case sono ancora
abitate?
Ø Come mai su una di queste costruzioni è stata realizzata anche una sopraelevazione?
Circa poi i problemi della dichiarata
intolleranza da inquinamneto acustico
e da polveri sottili nonché quello della
stabilità delle case è lecito chiedersi:
tà locali. In questa manifestazione è prevista una esposizione delle opere più significative dell’artista scomparsa Mina
Putignano. Per informazioni rivolgersi
presso il laboratorio artistico dell’associazione promotrice, in viale Jonio n° 28 o ai
seguenti numeri:
3280396708; 3391030877.
Paolo Grasso
1. Cosa devono dire i proprietari e gli abitanti di Via Tre Fonti e di Via Cavour?
2. Come mai nessuno ha pensato a ciò
che attualmente accade in Via Cavour?
Eppure questa strada molto stretta e con
abitazioni a piano terra viene percorsa
tutta in salita da un traffico intenso costituito da auto provenienti dal centro,
dai rioni Pierri e Piantata, dal rione della
Chiesa Madre e dalle case prospicienti
la gravina.
Per concludere chiediamo all’Amministrazione Comunale:
Ø Perché si vuole continuare a tutelare gli
interessi di pochi?
Ø Perché devono persistere gli effetti negativi prodotti da una mozione presentata
in Consiglio Comunale e incautamente
approvata all’unanimità dai consiglieri presenti ai lavori del Consiglio Comunale del
18/01/2010?
Ø Perché non si tiene conto che in
quel Consiglio Comunale è stato
adottato solo un atto di indirizzo e
non un progetto esecutivo di viabilità?
Ø Perché dopo anni di traffico tranquillo sono prevalse le osservazioni
avanzate nel lontano ‘94 da poche
famiglie?
Ø Perché oggi continua ad essere
ignorata la volontà espressa con
una petizione sottoscritta da migliaia
di cittadini?
Ø Perché chi attualmente detiene il
potere deve continuare ad ignorare
le date di scadenza della convocazione di un Consiglio Comunale regolarmente richiesta più volte?
Ø Perché si continua ad offendere la
democrazia ed il buon senso?
Lasciamo a tutti i lettori il compito di
valutare affermazioni, azioni e comportamenti che comunque offendono
le menti pensanti e ci riportano indietro, molto indietro, nel tempo!!
Per Il Comitato
Binetti Pasquale, Locantore Nunzio, Montone Vincenzo, Ranaldo
Pietro, Guarino Girolamo, Lodeserto Paolo,
Saponaro Donato
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La Goccia n. 15/17 - 1 agosto 2010
eventi sportivi
Entusiasmante partecipazione per
il 3° raduno di Surfcasting
La tradizionale gara di pesca da riva organizzata dall’Ass.Hobby Pesca si riconferma con successo
Si è tenuto lo scorso sabato 24 luglio presso il lido “La Capannina’’
di Marina di Ginosa, il 3° raduno
di Surfcasting organizzato dall’
“Associazione dilettantistica sportiva Hobby pesca – ambiente natura’’ con il patrocinio del Comune
di Ginosa. Il tradizionale evento
estivo ha visto radunarsi ben 27
partecipanti provenienti dalle diverse province limitrofe per sfidarsi in una sana competizione
di pesca da riva. Sono da poco
passate le 16 e i garisti, adunatisi
per effettuare i sorteggi delle rispettive postazioni e per prendere visione del regolamento, si apprestano a trasportare sul campo
di gara le numerose attrezzature.
Le condizioni meteorologiche non
sono delle migliori: un forte vento
da ovest potrebbe infatti ostacolare le operazioni dei pescatori. Usufruendo
di un trattore gentilmente messo a disposizione dal sig. Tonino Quattromini per gli
spostamenti, ciascun gareggiante raggiunge il proprio settore e si accinge a montare
canne e tutto il necessario che gli consentirà di effettuare una buona pescata. Alle 19
si ode il fischio di inizio. Calate le esche in
acqua, si attende ora la cattura di qualche
bel pinnuto che non tarda ad arrivare. Dopo
pochi secondi, una spigola di oltre 15 cm,
misura minima consentita dal regolamento,
viene prontamente guadinata e contrassegnata con un’apposita fascetta. Non appena le voci della prima preda si spargono,
gli animi degli atleti si infuocano: adesso si
fa sul serio. Intanto, il sole cala lentamente
all’orizzonte. Sfruttando le opportunità che
minuti alla mezzanotte, e alcuni garisti decidono di giocarsi
il tutto per tutto sfoderando le
ultime armi segrete. Lo scoccare delle 24 sancisce poi la
fine dei giochi. Tutti si dirigono
successivamente nella piazza
antistante il comune per la pesatura del bottino e per le premiazioni. Una volta avvenute
le misurazioni, la classifica comincia a delinearsi:
Settore A
1° Sergio Polignano con 2.285
punti
2° Domenico Laera con 346
3° Alfredo Paiano con 292
uno dei momenti topici della giornata regala, i partecipanti riescono progressivamente a riempire i loro carnieri. Altri, ancora a
mani vuote, si adoperano nel cambiamento
dei terminali, sperando anche nella buona
sorte. Ogni scelta non viene lasciata al caso. Un innesco, un determinato diametro di
filo o l’utilizzo di un piombo, possono influire
notevolmente sull’azione di pesca. Scende
la sera e la luna quasi piena si riflette sulla
superficie del mare. Le luci degli starlight e
delle lampade portatili illuminano un tratto
di spiaggia lungo quasi 1 km. Nel frattempo i tre giudici di settore, Vito Rosato, Dario
Ribecco e Miki Marchionna, percorrono in
lungo e in largo la zona controllando di volta
in volta il pescato. A notte inoltrata, qualche
bell’esemplare di Grongo, Mormora e Pesce Serra viene insidiato. Mancano pochi
Settore B
1° Tommaso Angelini con 130 punti
2° Giovanni Angelini con 108
3° Vincenzo Vivace con 74
Settore C
1° Vittorio Angelini con 256 punti
2° Giuseppe Cianciotti con 142
3° Ivan Mascio con 78
Ciascuno di loro avrà l’occasione di gustare una cena presso l’ agriturismo “All Paradise’’ in c.da Stornara a Marina di Ginosa.
Confermati i piazzamenti di settore, si passa subito dopo a quelli assoluti. Ad aggiudicarsi il primo posto è Sergio Polignano di
Marina di Ginosa che porta a casa anche il
trofeo per la preda più grande, un Serra di
eventi sportivi
La Goccia n. 15/17 - 1 agosto 2010
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CALCIO REGIONALE / Primi acquisti per il nuovo Ginosa targato 2010/2011
Ginosa, primi colpi di mercato
per la nuova stagione
La società guidata dal presidente Ribecco, dopo aver formalizzato l’iscrizione al
prossimo campionato (in attesa di un ripescaggio in Prima Categoria), mette a segno
i primi due colpi di mercato ingaggiando la mezzapunta Ivan Carriero (classe 83)
ed il centrocampista Francesco Casalingo (classe 85), entrambi ex Montescaglioso
(Promozione lucana) con esperienze anche in Serie D ed Eccellenza. Intanto la Lega
ha ufficializzato le date della prossima stagione: si parte il 12 settembre con la Coppa
Puglia, mentre il campionato inizierà il 19 settembre.
kg 1.415. A lui spetta come premio una canna “Mediterranè’’ della “Mitchell’’. Guadagna
invece la medaglia d’argento e un mulinello
“Avocet Big surf 8000’’, Domenico Laera di
Martina Franca. Si accontenta del gradino più basso del podio il ginosino Alfredo
Paiano che conquista una canna “Mitchell
Universe’’. Si ferma alla 4^ posizione l’appena 11enne Vittorio Angelini ottenendo di
diritto un mulinello “Avo Surf’’, mentre Paolo Cardone strappa il 5° posto e con esso
uno zaino termico della “Mitchell’’. «Sono
soddisfatto di questo 3° raduno di Surfcasting che, dal punto di vista partecipativo,
è andato in pari con la manifestazione dello
scorso anno», ha dichiarato il presidente
dell’ “Ass.Hobby pesca’’, Vito Rosato. «La
buona riuscita dell’evento – ha poi aggiunto – è stata resa possibile anche grazie al
sostegno di “Abissi’’ nelle vesti di collaboratore organizzativo, “Nautica Magistro’’ che
ha offerto due premi, il lido “La Capannina’’
di Jessica e Giuseppe Bitetti e l’agriturismo
“All Paradise’’ con la nuova gestione del
sig. Massimiliano Rucci. Si ringrazia inoltre
il sindaco di Ginosa, avv.Luigi Montanaro, il
delegato sindaco di Marina di Ginosa, Leonardo Galante, l’assessore al turismo, dott.
Giulio Galante, l’assessore all’ambiente,
Antonio Bitetti, il S.E.R. di Ginosa e il giudice di gara Erasmo Gianpetruzzi. L’appuntamento è rinnovato a domenica 8 agosto per
la gara di Bolentino da barca».
Miki Marchionna
La società biancazzurra, alla finestra in attesa di un probabile ripescaggio in Prima Categoria, dopo aver intavolato trattative, ufficializza i primi due ingaggi per consolidare la
rosa: si tratta della mezzapunta Ivan Carriero, classe 83 e del centrocampista Francesco
Casalingo, classe 85, entrambi prelevati dal Montescaglioso (Promozione lucana). Due
giocatori di esperienza che daranno spessore e qualità alla rosa ginosina. Infatti, sia Carriero che Casalingo hanno militato anche in categorie superiori: il primo ha avuto trascorsi
in Bitonto, Francavilla Fontana e Matera (Serie D) e Santarcangiolese (Eccellenza lucana),
mentre il secondo ha vestito le maglie di Real Altamura (Eccellenza) e Ruvo (Promozione).
La dirigenza biancazzurra, comunque, ha in serbo qualche altro acquisto che dovrebbe
concretizzarsi a breve. Nel frattempo, la società guidata dal presidente Ribecco, dopo aver
formalizzato domanda di ripescaggio in Prima Categoria, resta alla finestra in attesa di notizie positive dal Palazzo del Comitato Regionale pugliese: nei prossimi giorni si attendono
sviluppi in merito. Intanto la Lega ha ufficializzato le date della prossima stagione: si parte
domenica 12 settembre con la Coppa Puglia, mentre il campionato (Prima o Seconda)
avrà inizio il 19 settembre. Il nuovo Ginosa, che inizia a prendere forma, si ritroverà al “Miani” il 16 agosto per l’inizio della preparazione atletica in vista degli appuntamenti ufficiali per
la nuova stagione agonistica.
Domenico Ranaldo - ([email protected] - www.asginosa.it)
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attualità
La Goccia n. 15/17 - 1 agosto 2010
TORNEO CALCIO A 5 UNDER 18:
SAVER OF BUILDING sono loro i Vincitori!
Il torneo si è svolto presso i campi della “pescarella” ed era rivolto a tutti i ragazzi di età massima di 18 anni
con la proroga di due fuoriquota di 21 anni per squadra.
La finale del torneo si è svolta giovedi 8
luglio alle ore 22, tra i ragazzi della Saver
of building e quelli del F.C. Taranto, ed ha
visto trionfare i primi con il punteggio finale
di 4 a 2. Bella partita molto sentita ed entusiasmante, diretta dall’impeccabile arbitro
Marino Menzella. Ma andiamo con ordine.
Al torneo hanno partecipato circa un centinaio di ragazzi per un complessivo di 12
squadre. Inizialmente sono state suddivise
in tre gironi e le prime due classificate accedevano alla seconda fase che prevedeva
la formulazione di altri due gironi, dai quali
passavano alle semifinali le prime due classificate. Così le squadre che si sono affrontate in semifinale sono state: Saver of building contro i Laertini boys e Natura E’ contro F.c. Taranto. Per l’occasione i ragazzi
della Saver hanno deciso di affidare le proprie sorti ad un loro vecchio mister ovvero
Francesco Russo che saggiamente contro
tutto e tutti è riuscito non solo a portarli in
finale ma anche a far vincere il torneo e per
l’occasione da vecchio volpone qual è, ha
convinto la squadra che proprio per vincere
avevano bisogno di un centrale forte dietro,
così lui ha chiamato suo cugino Raffaele
Rosato che quest’anno giocherà con la beretti dell’U.s. Lecce, il quale onestamente
ha fatto fare il salto di qualità alla squadra,
e alla fine ci ha visto bene! Le due semifinali sono state molto equilibrate, da una
parte i ragazzi della Saver guidati da un
Pagone in palla hanno avuto la meglio contro i laertini, dall’altra i ragazzi del F.c. Taranto trascinati da un grande Delfino contro
ogni pronostico hanno eliminato Natura E’
di Lovecchio e Lomagistro. La finale come
dicevo prima è stata entusiasmante, poiché
è stata preparata dall’organizzatore Nicola
Catucci nei minimi dettagli, dalla banda
che suonava l’inno nazionale allo speaker
che annunciava le formazioni e sugli spalti gremiti numerosi tifosi per entrambe le
squadre. La partita invece ha avuto due
risvolti particolari: il primo tempo i ragazzi
di Mr Russo hanno chiuso la partita portandosi sul 4 a 1 grazie ai gol de D’attoma 2
e Di Paola 2 e Delfino per il F.c. Taranto; il
secondo tempo invece anche rischiando un
pò i ragazzi della Saver hanno controllato
la partita a dovere subendo il gol del 4 a
2 definitivo a 5 minuti dalla fine da parte di
Bramo anche grazie ad alcune prodezze del
portiere Bellosguardo. E poi finalmente è arrivato il triplice fischio finale che ha sancito
la vittoria della Saver contro i propri rivali, e
così sono partiti gavettoni per tutti soprattutto per chi li ha condotti fino al traguardo
finale ovvero Mr Francesco Russo, il quale
però ha ricordato ai propri ragazzi subito di
mandare un sms al capitano della squadra
Iacovino che per l’occasione era assente
perché ammalato.
Dopo i vari festeggiamenti e ringraziamenti
per i vari sponsor ci sono state le premiazioni fatte con l’ausilio del sindaco di Ginosa
avv. Luigi Montanaro, il consigliere regionale avv. Pietro Lospinuso e i consiglieri comunali Divitofrancesco e Russo.
Premi squadre:
1° Classificata: SAVER OF BUILDING
2° Classificata: F.C. TARANTO
3° Classificata: NATURA E’
4° Classificata: LAERTINI BOYS
Squadra rivelazione: ANNA E TONINO ACCONCIATURE
Premi individuali:
Portiere rivelazione: Di GIOIA (F.c. Taranto)
Miglior Portiere: BELLOSGUARDO (Saver
of building)
Giocatori rivelazione: ROSATO e D’ATTOMA (Saver of building)
Miglior giocatore: DELFINO (F.c. Taranto)
Capocannoniere: LOVECCHIO ( Natura è).
Rosa della Saver of building: Bellosgaurdo, Guarino, Iacovino, Castellano, D’attoma, Di Paola, Rosato, Pagone, Calabrese,
Mancino; allenatore: Mr Russo
Rosa del F.C. Taranto: Di Gioia, Bavaro,
Bramo, Delfino, Barberio, Lapiscopia, Ribecco; allenatore: Lapiscopia
Andrea Mancino