Humanae vitae - Michel

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Humanae vitae - Michel
Michel Schooyans
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L'Enciclica Humanae vitae (1968
CANTAGALLI
Michel Schooyans
LA PROFEZIA DI PAOLO VI
L'Enciclica Humanae vitae (1968)
Titolo originale delVopera:
Le prophétie de Paul VI. L'encyclique Humanae vitae (Ï968)
© Office d'Édition Impression Librairie (O.E.LL.)
F.-X. de Guibert, Paris 2008
© Edizioni Cantagalli s.r.l.
Siena2008
Humanae vitae, Lettera Enciclica del Sommo Pontefice Paolo PP. VI
e
Discorso di Sua Santità Benedetto XVI ai partecipanti al Congresso
internazionale promosso dalla Pontificia Universita Lateranense,
nel 40°Anniversario dell'Enciclica Humanae vitae
© Libreria Editrice Vaticana
Traduzione dalfrancese: Stefano Fontana
Grafica di copertina: Alessandro Bellucci
Redazione: Daniela Cundrô
Stampato da Edizioni Cantagalli
nel mese di ottobre 2008
ISBN 978-88-8272-421-4
MICHEL SCHOOYANS
LA PROFEZIA
DI PAOLO VI
L'Enciclica Humanae vitae (1968)
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1925
CANTAGALLI
Sommario
Introduzione
di S.E. Mons. Giampaolo Crepaldi
7
Prima parte
Presentazione deU'Ënciclica
I. Le sfide deU'Ënciclica
19
Il martirio del profeta
19
Un bel putiferio
20
Il machismo conquistatore
23
Dalla collegialità alla solitudine
24
I lumi délia ragione
26
Un "AIDS dello spirito"
28
Un'adesione ragionevole
29
II. L'Enciclica illustrata dai fatti:
il suicidio demografico dell'Europa
33
Presentazione
33
Dal crollo délia fecondità alVinvecchiamento
34
Le cause di questo crollo
35
Conseguenze del crollo délia fecondità
38
III. Cosa possiamo fare?
45
IV. Documenti: recenti prese di coscienza
53
5
Seconda parte
Testi
I. Humanae vitae Lettera Enciclica del
Sommo Pontefice Paolo PP. VI
59
Aspetti nuovi del problema e competenza
del magistero
Principi dottrinali
Direttive pastorali
59
62
71
Appellofinale
™
II. Discorso di Sua Santità Benedetto XVI ai
partecipanti al Congresso internazionale promosso
dalla Pontificia Universita Lateranense, nel 40°
Anniversario deU'Ënciclica Humanae vitae
Bibliografia di Michel Schooyans
81
87
Introduzione
LHumanae vitae
e la moderna questione sociale
S.E. MONS. GlAMPAOLO CREPALDI*
La ricorrenza del quarantesimo anniversario délia
pubblicazione deU'Ënciclica Humanae vitae di Paolo
VI (25 luglio 1968) è da celebrarsi anche corne momento importante nella storia délia Dottrina sociale délia
Chiesa. Quali sono i legami tra un'Enciclica che parla
di riproduzione, di controllo délie nascite, di sessualità
e la Dottrina sociale délia Chiesa? Le argomentazioni di
Michel Schooyans costituiscono una risposta a questa
domanda, ma dato che ormai, 40 anni dopo YHumanae
vitae, questi nessi sono letteralmente esplosi, al punto
che nessuno ha più alcun dubbio sul fatto che le tematiche délia vita occupino un posto centrale nella moderna
"questione sociale", vorrei proporre qualche riflessione.
Spero che da quanto dirô si potranno cogliere meglio
le ragioni non solo délia presenza di questo libro nella
nostra Collana, ma anche, più in générale, délia sempre
maggiore nécessita di considerare questo tipo di problematiche come non estranee o marginali rispetto alla costruzione délia société secondo l'obiettivo del vero bene
comune.
* Vescovo Titolare di Bisarcio, è Segretario del Pontificio Consiglio
délia Giustizia e délia Pace e Présidente dell'Osservatorio Internazionale
Card. Van Thuân sulla Dottrina sociale délia Chiesa.
7
Il rapporto tra sessualità umana e società è stato
piuttosto trascurato, per lungo tempo, tanto che oggi,
per moite persone, diventa difficile addirittura coglierlo.
Eppure è un rapporto di fondamentale importanza. Alla
base délia società non stanno semplicemente due individui asessuati, ma una coppia, un uomo e una donna
che si accolgono reciprocamente e, donandosi, si aprono
alla vita. La polarità maschio-femmina è una dimensione fondamentale délia relazionalità umana, dell'esse-
re dell'uomo, che è relazione. La Dottrina sociale délia
Chiesa insegna che la socialità nasce dalla persona uma
na, una creatura «uni-duale»1, corne insegna Benedetto
XVI, riprendendo un'efficace definizione impiegata
da Giovanni Paolo IL Da questa realtà dériva la gran
de importanza antropologica e sociale délia sessualità.
L'incontro sessuato tra maschio e femmina, non è solo
"eros", è anche "agape", fin dall'origine, anche se i due
amanti non ne sono pienamente consapevoli. Questo
perché l'amore, che si esprime anche nella sessualità, ci
mostra quanto è a noi indisponibile, una relazione pro
fonda, non di tipo strumentale. L'amore "accade", non si
puô programmare: l'altro non è mai strumentalizzabile.
Benedetto XVI afferma che «l'amore tra uomo e don
na [...] non nasce dal pensare e dal volere ma in certo
quai modo si impone all'essere umano»2. Giustamente
è stato osservato che «in questo "imporsi" si verifica un
intéressante dinamismo: il soggetto amante si trova a
riconoscere la mossa amorosa corne totalmente propria,
coinvolgente e, in qualche modo, totalizzante la propria
esistenza e la propria soggettività, ma nello stesso tem
po non disponibile a se nel suo accadere, e tanto meno
1Benedetto XVI, Discorso ai Partecipanti ai Convegno inte™a^°-
nale «Donna e uomo, Vhumanum nella suainterezza», 9 febbraio 2008. Cfr.
Giovanni Paolo II, Lettera aile donne, 29 giugno 1995, n. 8.
2 Benedetto XVI, Deus caritas est, n. 3.
8
nel suo realizzarsi»3. L'amore viene dal di fuori, viene
da altro, irrompe: chi ama fa esperienza délia gratuità,
délia vocazione, grazie alla quale si apprezza in molti
modi il senso e il valore délia propria libertà che si lega
a quella di un'altra persona. Questa gratuità, questa li^
bertà, questa indisponibilité non possono, proprio in
quanto tali, non essere aperte alla vita. È qui l'origine
délie due car^tteristiche, quella unitiva e quella procreativa, dell'unione sessuale, indicate dalYHumanae
vitae. Tali caratteristiche non possono essere disgiunte
perché è la logica dell'amore umano a tenerle insieme.
La logica contraccettiva introduce, invece, un elemento
strumentale dentro l'accadere dell'amore e trasforma
l'uomo e la donna, uniti gratuitamente da qualcos'altro
e quindi "coppia", in due individui. L'atto sessuale viene
separato dall'apertura all'accadere dell'amore e alla vita
e, quindi, dall'apertura all'incondizionato. Quanto suc
cédera molti anni dopo con l'inseminazione artificiale
extracorporea4, che sépara la sessualità dal concepimento, minando le basi stesse délia famiglia e trasformando
la sessualità in tecnica, era in qualche modo già stato
avviato con la contraccezione. Se la coppia, aperta a una
vocazione d'amore non strumentale, viene sostituita con
due individui, allora l'esperienza primordiale délia gra
tuità e dell'esistenza dell'indisponibile viene eliminata
dalla società. Tutti i successivi legami sociali che hanno
origine da quella cellula originaria, la coppia, non saranno più intesi come "accoglienza" deU'altro, ma come
giustapposizione strumentale. Se all'origine non c'è un
amore che "accade" come vocazione, quale è appunto
l'amore tra uomo e donna, ma un rapporto pattizio e tec3 G Marengo, «Amo perché amo, amo per amare». Vevidenza e il
compito, Cantagalli, Siena 2007, p. 43. Cfr. anche A. SCOLA, Il mistero nuziale, PUL-Mursia, 2 voll., Roma 1997-2000.
4 Secondo Benedetto XVI con la fecondazione artificiale extracorpo
rea «è stata infranta la barriera posta a tutela délia dignità umana» (Be
nedetto XVI, Discorso alla Congregazione per la Dottrina délia Fede, 31
gennaio 2008).
nico tra due individui, anche tutti gli altri rapporti sociali, a cascata, perderanno la logica dell'amore e dell'apertura per assumerne una strettamente contrattuale. La
tecnica e il patto prendono il sopravvento, la sessualità
viene intesa solo o prevalentemente in questo modo, sôstanzialmente egocentrico e solipsistico. Se si tratta di
due "individui" e non di una "coppia", eterosessualità,
omosessualità e transessualità si equivalgono. Vengono
meno l'accoglienza e la complementarità. Sul piano procreativo ciô comporta il diritto délie donne ad "avère un
figlio da sole". Non si dà nessun vero incontro, perché il
vero incontro "accade" come vocazione, come progetto
su di noi che ci si svela.
Di fronte a queste considerazioni si puô comprendere perché il Magistero insista in modo particolare su due
tematiche: la prima è la tecnicizzazione délia procreazione (ossia la separazione del concepimento dall'atto
coniugale. Trasformando il figlio generato in prodotto,
questa tecnicizzazione priva la coppia di una délie fina
lité fondamentali délia famiglia, quella di costituire il
luogo umano dell'accoglienza); la seconda è la distinzione uomo-donna, ovvero la differenza sessuale5.
Quanto al primo punto è évidente come l'inizio del
processo si abbia proprio con la pillola contraccettiva e
come FEnciclica Humanae vitae, esaminando Tintera
questione alla luce délia ragione e délia fede, abbia vi-
sto lontano. È difficile negare - come mostra molto bene
Michel Schooyans - che un unico filo rosso colleghi la
contraccezione, l'aborto, l'inseminazione artificiale ex5 Cfr. A. SCOLA, Uomo-donna. Il caso serio dell'amore, Marietti 1820,
Genova 2002. Per un approfondimento délia polarità uomo-donna nel più
ampio contesto dell'antropologia cristiana, si veda A. Scola, Antropologia
cristiana, in Pontificia Accademia delle scienze sociali, Conceptualizationofthe Person in Social Sciences, Città del Vaticano 2006, pp. 7-24.
Un'utile disamina délia questione délia identità e del génère si trova in
Identità e génère, "I Quaderni di Scienza e Vita", 2, Associazione Scienza
e Vita, 2007.
10
tracorporea, la selezione eugenetica embrionale e fetale
e altri fenomeni di disprezzo délia vita. Non si vuol dire
che si tratti di atti dalla medesima gravita, ma certamente sono espressioni di una stessa logica.
Quanto al secondo punto, è oggi in atto una battaglià
culturale6 attorno alla parola gender (génère) che spesso
viene adoperata al posto délia parola "sesso" per indicare non una vocazione naturale délia persona, ma una
scelta culturale o, come anche si dice, un "orientamento
sessuale". Su questo importante punto la Congregazione per la Dottrina délia Fede ha emanato nel 2004 una
Lettera sulla collaborazione delVuomo e délia donna nel
la Chiesa e nel mondo, nella quale si afferma tra l'altro:
«Per evitare ogni supremazia dell'uno o deU'altro sesso,
si tende a cancellare le loro differenze, considerate come
semplici effetti di un condizionamento storico-culturale. In questo livellamento, la differenza corporea, chiamata sesso, viene minimizzata, mentre la dimensione
strettamente culturale, chiamata génère, è sottolineata
al massimo e ritenuta primaria. L'oscurarsi délia diffe
renza o dualità dei sessi produce conseguenze enormi
a diversi livelli»7. Lo stesso Benedetto XVI ha ribadito
le «verità antropologiche fondamentali dell'uomo e délia
donna. L'uguaglianza in dignità e l'unità dei due, la radicata profonda diversité tra il maschile e il femminile e
la loro vocazione alla reciprocità e alla complementarità,
alla collaborazione e alla comunione»8, e ha aggiunto:
«Quando l'uomo e la donna pretendono di essere autonomi e totalmente autosufficienti, rischiano di restare
chiusi in un'autorealizzazione che considéra come con6 E. Montfort, J ôiritti déliafamiglia e ideologia del Gender, in «Bollettino di Dottrina sociale délia Chiesa», IV, 2 (2008), pp. 43-48.
7 CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, Lettera ai Vescovi
délia Chiesa cattolica sulla collaborazione delVuomo e délia donna nella
Chiesa e nel mondo, 31 maggio 2004.
8 Benedetto XVI, Discorso ai Partecipanti al Convegno internazio
nale «Donna e uomo, Vhumanum nellasua interezza», 9 febbraio 2008.
11
quista di libertà il superamento di ogni vincolo naturale,
sociale o religioso, ma che di fatto li riduce a una solitudine opprimente»9.
L'insistenza del Magistero su questi due punti procreazione e identità sessuale - mira a contenere la
pressione degli aspetti attuali del nichilismo, che si
manifestano nel rifiuto di una vocazione, di una Paro
la sull'uomo e sul mondo. L'amore tra uomo e donna è
la risposta a una vocazione che irrompe, fuori da ogni
strumentalità umana. Se questo viene a mancare nel
punto di inizio, si trasforma il senso stesso délia fami
glia e, conseguentemente, dell'intera convivenza socia
le. La famiglia è il primo luogo in cui si vive la vocazio
ne a un bene comune, che vi si mostra come impegno
morale da assumere liberamente e "insieme". È nella
famiglia che la vocazione ad accogliere gli altri come
aspetto fondamentale dell'accogliere se stessi diventa
prassi quotidiana. È nella famiglia che la disponibilità
ad accogliere un progetto su di noi che ci précède e ci
com-prende, pur essendo assolutamente non realizzabile senza la nostra libertà, si rende visibile e attuabile.
Nella famiglia si fa esperienza dei legami naturali, non
in quanto naturalistici e nemmeno come semplicemente culturali o storici - ambedue dimensioni indegne
délia dignità délia persona - ma come vocazione10, che
rifiuta l'arbitrio e richiede la libertà, traccia un proget
to ma non lo impone e chiede che venga liberamente
accolto.
Nel Messaggio per la Giornata Mondiale delld Pace
di quest'anno, Benedetto XVI tocca precisamente que
sto punto. Con una bellissima espressione egli dice che
9 Ibidem.
10 Mi sono soffermato su una visione délia natura come vocazione in
G. Crepaldi - P. Togni, Ecologia ambientale ed ecologia umana. Politiche
delVambiente e Dottrina sociale délia Chiesa, Cantagalli, Siena 2007, pp.
17-26.
12
«la famiglia nasce dal "si" responsabile e definitivo di
un uomo e di una donna e vive del "si" consapevole dei
figli che vengono via via a farne parte [...]. È necessario
che questa consapevolezza diventi convinzione condivisa anche di quanti sono chiamati a formare la comune
famiglia umana. Occorre saper dire il proprio "si" a
questa vocazione che Dio ha inscritto nella stessa no-
stra natura»11. Viene qui posto un nesso chiarissimo tra
la vocazione naturale alla famiglia, che ci chiama a un
"si" libero e responsabile ad accogliere un progetto su
di noi non solo come individui ma come famiglia, e la
vocazione a dire il nostro "si" a un'altra vocazione, a un
altro progetto su di noi che consiste nel far parte délia
grande famiglia umana. Se l'uomo non riesce a cogliere la famiglia come vocazione naturale, come potrà ac
cogliere l'appartenenza alla più vasta famiglia umana
come un'altra vocazione naturale da assumere responsabilmente? Se la famiglia è produzione convenzionale
e contrattuale, nella prospettiva non délia vocazione
ma del prodotto, anche la società nel suo complesso
non potrà essere intesa diversamente da una "aggregazione di vicini": nessuno, in questa prospettiva, riesce
a comprenderla anche come «una comunità di fratelli e
sorelle, chiamati a formare una grande famiglia»12.
Un altro punto che ci fa dire che l'Enciclica Huma
nae vitae ha una grande rilevanza sociale è il tema
délia tecnica, che secondo me è il principale problema
délia nostra cultura e délia nostra società. Esiste il pericolo délia "tecnicizzazione" di ambiti di vita che, cosï
trattati, sfuggono al governo umano; cosi il nostro potere si trasforma in impotenza. Il sogno di Prometeo o,
per restare più vicini nel tempo, di Francesco Bacone,
vuole mettere nelle mani dell'uomo il segreto dell'onni11 Benedetto XVI, Famiglia umana comunità di pace, Messaggio per
la Giornata mondiale délia Pace, 1° gennaio 2008, n. 6.
12 Ibidem.
13
potenza, ma in realtà spoglia quelle mani, consegnando
l'uomo alla tecnica come anonima nudità del puro fare.
Il problema délia tecnica, che il Magistero ha considerato soprattutto nell'ambito del rapporto con la natura
tramite il lavoro e in quello délia manipolazione délia
vita, travalica oggi questi stessi due ambiti e si pone
come problema sociale globale. Anche il Compendio
délia Dottrina Sociale délia Chiesa considéra il proble
ma délia tecnica all'interno del rapporto uomo-natura
e délie biotecnologie13. Esso lascia perô anche intuire
che il discorso délia tecnica va ampliato ben oltre il
tema délia natura, quando lo collega al problema dél
ia cultura (n. 461), délia povertà (n. 482) o all'ecologia
umana (n. 464). Oggi l'utilizzo délia tecnica è la vera e
propria "questione sociale". Del resto, se seguiamo l'impostazione delYHumanae vitae e poi délia Evangelium
vitae, comprendiamo che le cose stanno effettivamente cosi: la vita è la massima questione sociale, dunque
anche la tecnica lo diventa quando viene applicata alla
procreazione. È li, infatti, che anche l'uomo diventa fin
dalla sua origine un "prodotto" délia anonima" nudità
délia tecnica.
Nell'Enciclica Humanae vitae Paolo VI non con-
duce riflessioni espressamente rivolte alla dimensione
sociale e politica, come farà invece Giovanni Paolo II
nella Evangelium vitae. Paolo VI si mantiene su considerazioni previe, di carattere antropologico (a livello
sia filosofico sia teologico) e di carattere morale. Cosi
facendo egli illumina l'origine délia società ed è questo
uno dei principali motivi per cui l'Enciclica Humanae
vitae mérita attenzione anche come Dottrina sociale
délia Chiesa. Quanto è successo ai tempi delYHumanae
vitae e gli eventi successivi, fino ai nostri giorni, atte13 Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Compendio
délia Dottrina Sociale della Chiesa, Libreria Editrice Vaticana, Città del
Vaticano 2004, capitolo X, nn. 451-487, pp. 248-266.
14
stano che veramente, come sostiene il titolo di questo
libro, quella di Paolo VI fu una "profezia".
15
Î.-5
Prima Parte
Presentazione deU'Ënciclica
I
Le sfide deU'Ënciclica
Il martirio del profeta
Nel linguaggio comune, il profeta è qualcuno che
annuncia avvenimenti che devono accadere e invita a
prepararsi al loro arrivo. Per la tradizione biblica, egli
è colui che ha ricevuto da Dio la missione di parlare in
suo nome. Chiamato da Dio, il profeta è inviato ad an-
nunciare il Suo disegno nei confronti del Suo popolo, per
avvertire dell'imminenza di un castigo, per annunciare
un tempo di conversione e di grazia, per invitare a rinnovare l'Alleanza. Il profeta non snatura il messaggio di
cui è portatore, forse non ne coglie tutta la portata. Spesso è costretto a produrre segni che facciano riconoscere
come autentico il messaggio che è incaricato di proclamare. Anche se puô essere tentato di rinunciare alla sua
missione, le è fedele. Questa fedeltà lo fa soffrire; egli è
testimone, "martire" fino in fondo. Lo sguardo del profe
ta è rivolto sempre in lontananza; egli vede ciô che il po
polo non vede, o non vuole vedere. Il suo destino è quello
di non essere ascoltato da coloro a cui porta il messaggio;
il suo destino è quello di essere disprezzato, scacciato o
messo a morte.
Paolo VI si iscrive nella grande tradizione profetica del popolo eletto. Come tutti i profeti, ha lottato
con l'angelo, è stato mediatiqamente linciato, ha pre. 19
gato il Signore di illuminarlo (6b)1, l'ha supplicato, ha
atteso pazientemente l'illuminazione dello Spirito di
Dio. L'Enciclica Humanae vitae, di cui celebriamo il
quarantesimo anniversario, è stata portata nel dolore
e scritta nell'ascolto di Dio, mentre, ancor prima del
la sua pubblicazione, era già iniziata la contestazione
poiché gli oppositori si erano organizzati per cercare di
"strappare" a Paolo VI un'Enciclica più "loro".
Un bel putiferio
1968. In Francia, si procède all'uccisione del padre, l'università s'infiamma, gli scioperi surriscaldano
l'atmosfera sociale. Negli Stati Uniti viene assassinato
Martin Luther King. In primavera, è a Praga che nasce
e si delinea un socialismo dal volto umano. In Belgio
i francofoni sono espulsi dall'Università di Lovanio,
che si scinde in due. Contemporaneamente a Parigi si
rispolvera la rivoluzione sessuale di Wilhelm Reich e
di Herbert Marcuse. Sartre, Simone de Beauvoir, Fou
cault, Cohn-Bendit e tanti altri mettono insieme i loro
grandissimi talenti per scandire l'assioma ellittico del
la nuova morale: "Vietato vietare".
I cristiani si sentono particolarmente chiamati in
causa in quanto, agli occhi di molti, quella cristiana
sarebbe una morale guastafeste, una litania di divieti,
prima di tutto e soprattutto in campo sessuale. Un anno
prima delYHumanae vitae, Paolo VI era già stato criticato per l'Enciclica Sacerdotalis cœlibatus sul celibato
sacerdotale. Questa volta si tratta della posizione della
Chiesa in materia di controllo délie nascite. Una volta
ancora, la Chiesa appare come "segno di contraddizione"
(18a). La sua posizione sarebbe inapplicabile e insosteni1 Nel testo, le cifre tra parentesi rimandano ai paragrafi deU'Ënciclica,
le lettere ai capoversi.
20
bile; il Papa d'altronde si rende conto di questa difficoltà
(16a-d; 18a; 20a). Numerosi articoli pubblicati già dalla
fine degli anni '50 mostrano l'ardore con cui teologi e
pastori vogliono riformare (3a) la posizione della Chiesa
in materia di controllo délie nascite e di demografia (2a;
7a; 23a-c).
Fin dall'inizio del suo pontificato, il Beato Giovanni
XXIII (1881-1958-1963) aveva costituito una Commissio-
ne incaricata di studiare questo delicato dossier, inclusa
la questione demografica. Durante il Concilio Ecumenico Vaticano II (1962-1965), questo stesso dossier dà luogo a dei dibattiti in seno.a una Commissione conciliare2.
Dopo la morte di Giovanni XXIII, Paolo VI (1897-1963-
1978) riprende i lavori iniziati dal suo predecessore, con
sulta numerosi vescovi (5b) e studia personalmente e a
fondo questo dossier (6ab).
Nelle Commissioni e tra gli esperti, il rimettere
in questione l'insegnamento della Chiesa sul controllo
délie nascite acquista un'ampiezza sempre maggiore.
Si manifesta con forza anche tra i laici e il clero ed
è considerata con favore da una porzione significativa
deU'episcopato3. Paolo VI è sottoposto a forti pressioni; è, per cosi dire, spinto a riformare l'insegnamento
di Pio XI nell'Enciclica Casti connubii (1930). La maggior parte degli esperti fa valere argomenti ritenuti incontestabili, in vista di una rielaborazione sostanziale
della dottrina di Pio XI. Essi affermano di volere una
2 Cfr.al riguardo J. Grootaers - J. Jans, La régulation des naissances
à Vatican II: une semaine de crise, Éd. Peeters, Leuven 2002.
3 Cfr. al riguardo J-M. Paupert, Contrôle des naissances et théologie.
Le dossier de Rome, Éd. du Seuil, Paris 1967; CH. E. Curran, Contracep
tion: Authority and Dissent, Herder and Herder, New York 1969; D. CALLAHAN (éd.), The Catholic Case for Contraception, Macmillan, London 1969; J.
DE Broucker, Le dossier Suenens. Diagnostic d'une crise, Éd. Universitai
res, Paris 1970. Oltre a documenti del Cardinale stesso, quest'ultima opéra
raccoglie testi di Karl Rahner, Hans Kùng, Gustave Thils, ecc. Citiamo an-
cora R. McCLORY, Rome et la contraception. Histoire secrète de Venciclica
Humanae vitae, Éd. de l'Atelier, Paris 1998.
21
nuova presa di posizione pontificia che riconosca la liceità morale del ricorso alla contraccezione, cioè della
separazione, nell'unione coniugale, dei fini procreativo
e unitivo (9a-e; 12a). A Paolo VI viene quasi intimato di
seguire il parère della maggioranza délie Commissiorii
e dei loro esperti.
Queste aspre discussioni sulYHumanae vitae ci
fanno comprendere che la contestazione di cui essa è
oggetto comporta una prima sfida, di natura ecclesiologica: il Pontefice deve allinearsi al parère della mag
gioranza dei consiglieri di cui ha chiesto il parère?
(5a). Deve prendere in considerazione le richieste dei
média cristiani, fino a conformare l'insegnamento del
Magistero al comportamento assunto da moite coppie
cristiane?
L'Enciclica, cosi si dice, deve essere considerata accettabile da tutti coloro a cui è diretta. Ciascun individuo
potràriferirsi, in ultima istanza, allapropria coscienza, e
darle un assenso proporzionale aile proprie convenienze
individuali. La seconda sfida deU'Ënciclica è rappresen-
tata, perciô, dalle pressioni perfar prevalere una morale
rélativista, gradualista, una morale dell'opzione fonda
mentale (3b; 14d; 30a).
Questo relativismo haripercussioni immédiate sulla
famiglia e sul matrimonio (2a; 4c; 7a; 8b; lOa-d; 23a; 25ad). Arriviamo cosi alla terza sfida: si rivendica la con
traccezione in nome diuna concezione neo-liberale della
libertà degli individui e del loro diritto al piacere. L'idea
di fedeltà a un impegno libero e chiaro ë incompatibile
con questa concezione radicale della libertà individuale
(9d; 17d). Ognuno puô scegliere i propri valori e cambiarli. Il matrimonio non è altro che un contratto, il frutto
di un consenso sempre rinegoziabile o denunciabile. Ciô
che conta è il piacere che gli individui acconsentono a
22
darsi l'un l'altro (22a). L'unione è il piacere, il figlio è il
rischio che bisogna saper evitare.
Paolo VI, perô, résiste aile molteplici pressioni cui
è sottoposto; prega, si informa, ascolta, ma aspetta a
pronunciarsi. Aspetterà cinque anni per stabilire la sua
posizione, quella esposta nell'Enciclica Humanae vitae,
pubblicata a Roma il 25 luglio 1968. Come è noto, la pubblicazione scatena immediatamente un bel putiferio in
una frangia importante del mondo cristiano.
Il machismo conquistatore
Si riteneva che Paolo VI non comprendesse molto
délie questioni femminili (2b; 13a). Egli sarebbe stato ré
ticente nei confronti dei programmi per l'emancipazione
della donna e del suo ingresso nel mondo del lavoro. Ma,
a guardaje attentamente, con le sue prese di posizione
Paolo VI ha contribuito alla liberazione della donna, ha
mostrato il rispetto che aveva per la sua dignità, e in particolare per il suo corpo (17b). Questa è la quarta sfida.
Papa Paolo VI solleva, in effetti, una questione di fondo nei rapporti uomo-donna. Come mai non sono state
commercializzate le pillole per gli uomini? La risposta a
questo interrogativo ha qualcosa di tragico. Accettando,
anzi rivendicando piuttosto il diritto alla pillola e alla
contraccezione, le donne hanno accettato ciô che gli uo
mini non accettavano, e cioè che fosse messa in questio
ne la loro fertilità. Dopo qualche anno, invece, la com-
mercializzazione del Viagra ha ulteriormente esaltato il
mito della virilità maschile, e gli effetti che gli vengono
attribuiti evidenziano ancora di più l'assoggettamento
della donna al machismo conquistatore.
Oggi, negli ambienti femministi apparentemente
meno sospetti di condiscendenza al Pontefice, numerose militanti constatano che i contraccettivi sono nocivi,
e che le donne devono pagare un prezzo troppo alto per
23
offrire a uomini incuranti il piacere che si aspettano di ricevere dalle donne a loro sottomesse. Da qui l'ostilità che
vediamo crescere in certe donne nei confronti degli uomi
ni, donne che prendono coscienza della propria schiavitù.
Presane coscienza, esse si chiedono se sia questa la loro
liberazione, o se piuttosto non siano diventate un oggetto
di consumo sessuale.
Su questa linea, Paolo VI rimanda ad un'altra forma
minacciosa di schiavitù. La quinta sfida delYHumanae
vitae non è soltanto il controllo délie nascite, ma è an
che la questione del diritto dei poteri pubblici a inter
venue nelle questioni riguardanti la popolazione (2a;
17c; 23 ab).
Dalla collégialité alla solitudine
All'indomani
della pubblicazione delYHumanae
vitae, Paolo VI era vilipeso da molti e abbandonato da
buona parte di coloro che avrebbero dovuto invece sostenerlo. Il Pontefice si ritrovô solo. È in questo stesso
momento che, sulle barricate parigine, si procedeva
all'uccisione di un altro padre. Tra coloro che avrebbero
dovuto far prova di collégialité, pochi si mostrarono di-
sposti a battersi per spiegare l'Enciclica (28a; 29b; 31a).
In compenso, numerose furono le reazioni e le "dichiarazioni" di un'ambiguità studiata, più preoccupate di pia
cere ai média e di sdoganarsi rispetto a quelli ostili che
di far valere la fondatezza del documente4.
Eppure, non mancavano certo argomenti per la spiegazione! L'Enciclica fa certamente appello allaluce della
Rivelazione (4a), ed è proprio su di essa che si basa il
cuore dell'argomentazione pontificia. Il Papa ricorda a
4 Cfr. il dossier molto documentato del dr. S. Seminckx, La réception
de Venciclica «Humanae vitae» en Belgique. Étude de théologie morale, Pon
tificia Universitas Sanctse Crucis,Facultas Theologise, Rome 2006.
24
tutti gli sposi che, per rispondere alla chiamata universale alla santità, essi possono contare sulla misericordia
divina (19a; 25d; 29a).
Ma l'Enciclica non è l'espressione di una decisione
arbitraria di Paolo VI. Come sottolinea lo stesso Ponte
fice, la posizione esposta in essa è fondata sulla ragione,
anche se questo punto non è molto sviluppato (4ab). A
differenza di certi teologi, Paolo VI non dimentica che,
grazie alla luce della ragione, l'uomo, anche quello peccatore, puô accedere a conoscenze solide su se stesso e
sul mondo. Coloro che hanno rimproverato al Pontefice
di riferirsi alla "legge naturale" avrebbero dovuto rendersi conto del fatto che, cosi facendo, attaccavano il
principio di fondo della razionalità, che permette all'uomo di comprendere la creazione e se stesso. Per di più,
questo disprezzo della ragione da parte dei razionalisti a
oltranza è incomprensibile.
Al centro délie tempeste che hanno contrassegnato
il 1968, YHumanae vitae appare quindi il punto di resistenza decisivo sulla complessa questione della bioetica.
Se Paolo VI avesse ceduto sul tema della contraccezione,
avrebbe aperto la porta a un naufragio in campo morale
(10e), avrebbe cioè sconfessato la ragione, capace nel suo
rettô uso di discernere il vero dal falso, il bene dal maie5.
Inoltre, Egli avrebbe avviato una crisi capace di scuotere tutta la teologia dogmatica: Creazione, Incarnazione,
Ecclesiologia.
In effetti, la principale sfida delYHumanae vitae, la
questione davvero fondamentale, è quella dell'autorità
del Papa e del rapporto con la Tradizione. Si voleva, né
più né meno, cercare di convincere Paolo VI a sconfessare Pio XI, e portarlo cosi a distruggere la propria autori5 Dobbiamo a C. Tresmontant una piccola opéra particolarmente il-
lustrativa in Le Bonet le Mauvais. Christianisme et politique, Éd. FrançoisXavier de Guibert, Paris 1996.
25
ta e quella dei suoi successori. La collégialité che, nello
spirito di Giovanni XXIII, doveva rafforzare l'unità attorno a Pietro, era stata deviata dal suo senso originario.
Secondo il significato distorto che volevano dargli i revisionisti, la collégialité avrebbe significato che il Papa
avrebbe dovuto, da quel momento in poi, avallare le decisioni prese collegialmente dai Vescovi, dagli esperti
ë dal popolo di Dio6. In un certo modo, si fa appello al
Concilio contro il Papa il quale avrebbe dovuto allinearsi
alla posizione della maggioranza emersa da una procedura collégiale. Egli, in questo modo, sarebbe stato privato dell'autorità legata al suo primato7.
I lumi della ragione
È penoso constatare che, in tutte le discussioni che
hanno preceduto e seguito YHumanae vitae, alcuni teologi e - chissà? - qualche pastore d'alto rango erano diventati oggettivamente causa di cecità. Questi perô non
avevano notato che non è la fede a giustificare la posizio
ne di Paolo VI nei confronti della contraccezione; ma è,
piuttosto, la ragione che si manifesta in tutte le discipline
nelle quali fabrillare la sua luce (17a; 24a). Sono le scienze
6 Queste critiche, spesso deliranti, sono riprese da inchieste sociologiche, la cui metodologia stessa, per definizione, vieta ogni riferimento alla
Rivelazione. Cfr. al riguardo D. Hervieu-LÉGER, Catholicisme, la fin d'un
monde, Éd. Bayard, Paris 2003; cfr. soprattutto le pp. 213-265.
7 II dibattito per la revisione è stato in particolare condotto dal Cardi
nale Suenens. Cfr. di questo autore La corresponsabilité dans VEglise d'au
jourd'hui, Desclée de Brouwer, Paris 1968, nonché l'intervista Le cardinal
Suenens répond aux questions de José De Broucker. L'unité de l'Eglise dans
la logique de VaticanII, in «Informations catholiques internationales», supplemento al n° 336, del 15 maggio 1969; questo supplemento si compone di
XVI pagine. Sulla scia del Cardinale Suenens, il Cardinale CARLO Maria
MARTINI ha sviluppato alcune critiche in un libro di interviste concesse
a Georg Sporschill, e pubblicato con il titolo Jerusalemer Nachtgespràche:
Ùber das Risiko des Glaubens, Éd. Herder, Fribourg 2008. Quest'opera è
presentata comeil testamento spirituale dell'eminente prelato. H.TiNCQ ha
parlato di questa opéra con il titolo curioso di "La leçon de (riforme' du car
dinal Martinià son Église", in «Le Monde», 22maggio 2008. Il titolo "suona"
in modo strano.
26
biomediche che ci dicono che l'assunzione di ormoni non
è una cosa buona per le donne. È il diritto che ci dice che
una legge che autorizza la messa a morte di un innocente
è criminale. Sono i giudici che, al processo di Norimberga
(1946-1947), hanno condannato l'eutanasia. Simone Veil
stesso ci invita a scoprire - se ce ne fosse bisogno - che
non si abortisce un oggetto qualunque, perché «è sempre
più évidente scientificamente che, dal momento del concepimento, si tratta di un essere vivente»8. Sono gli psicologi a dire che, in caso di fallimento della contraccezione,
la donna sarà portata ad abortire; essi constatano anche
che l'aborto puo essere causa di disturbi psichici gravi
per la donna9, e arrivano a délie conclusioni analoghe per
i problemi dei figli nati da genitori biologici a loro ignoti10.
Sono le statistiche governative che mostrano come la banalizzazione della contraccezione non faccia diminuire il
numéro degli aborti11. Oltre agli studi scientifici12, sono
le riviste dei consumatori a mettere in evidenza che i
preservativi non sono affidabili. È il professor Luc Montagnier ad assicurarci che la pillola è la causa maggiore
della diffusione dell'AIDS13. Sono gli specialisti di storia
romana che traggono dal passato insegnamenti riguar-
danti le migrazioni contemporanee. È la demografia che
8 Cfr. l'intervista a Simone Veil di E. Galiero dal titolo "L'avortement
est une question éthique" ("L'aborto è una questione etica"), accessibile
all'indirizzo http://www.tvmag.com. Questa intervista fa parte di un repor
tage di France 2 su "L'aborto ad alto rischio in Spagna", andato in onda il
14 giugno 2007.
9 Cfr. ad esempio F. ALLARD - J-R. FROPO, Le traumatisme post-avortement, Éd. Salvator, Paris 2007.
10 Cfr. A. Kermalvezen, Né de spermatozoïde inconnu, Presses de la
Renaissance, Paris 2008.
11 Cfr. al riguardo l'articolo di N. Bajos et al., "Pourquoi le nombre
d'avortements n'a-t-il pas baissé en France depuis 30 ans?", in «Population
et sociétés», 407 (dicembre 2004); cfr. p. 2, "Un paradoxe: la contraception a
progressé, mais le nombre d'IVG n'a pas baissé".
12 A questo proposito rimandiamo al magistrale articolo di J.
SUAUDEAU, "Sexualité sans risques", in Lexique des termes ambigus et
controversés, pubblicato dal Pontificio Consiglio per la Famiglia, Ed.Téqui,
Paris 2005, pp. 905-926.
13 Cfr. l'intervista a Luc Montagnier di M. RIVIÈRE, "El sida es hijo de
la pildora anticonceptiva", in «La Vanguardia», 3 dicembre 1996, p. 76.
27
ci dice che se una società non fa più figli, e se li uccide,
finisce per scomparire. Sono gli economisti che ci spiegano che se le casse pensionistiche e di disoccupazione
non sono più alimentate, finiranno per restare vuote. In
queste evidenze non c'è nemmeno l'ombra di una verità
rivelata. Sitratta di constatazioni chechiunquepuô fare.
Da buon teologo Paolo VI sapeva chela creazione è la pri
ma rivelazione. Da buon umanista egli sapeva che i limiti
alla libertà umana sono inscritti nella struttura corporea
dell'uomo.
Riconosciamolo, la Chiesa è quasi l'unica istituzio-
ne a livello mondiale a riconoscerle e proclamarle, ma
ciô non vuol dire che queste constatazioni siano tratte
dalle Sacre Scritture. Attribuire alla Rivelazione verità
scoperte dalla ragione, vuol dire cedere a un fideismo
volontarista che umilia la ragione e le impedisce di svolgere il ruolo che le è proprio nell'atto di fede.
Sciagurati coloro che affondano nell'ignoranza délie
realtà elementari e che, per istigare un Papa contro un
altro, rifiutano di tornare al senso comune!
Un "AIDS dello spirito"
Dopo quarant'anni, YHumanae vitae conferma che
la fede e la ragione non sono mai veramente in con-
flitto. Con la sua argomentazione prevalentemente
teologica, Paolo VI conferma già le conclusioni ulteriori della ragione ed è ciô che illustreremo nel capitolo
II. Purtroppo, per quanto si voglia spiegare ai cristiani
ciô che è successo, molti restano indifferenti, molti altri sembrano sbalorditi, incapaci di riconoscere i segni
dei tempi14. Questi segni, tuttavia, sono là, disponibili
ed evidenti. È del tutto appropriato che si sia parlato, a
questo riguardo, di un "AIDS dello spirito". Sappiamo
14 Cfr. Mt 16,4.
28
che l'AIDS blocca le reazioni immunitarie dell'organismo. Ma esiste pure un "AIDS" che blocca, anche tra i
cristiani, Tesercizio della ragione nei riguardi del vero
e del falso, del bene e del maie. Le reazioni sïYHuma-
nae vitae hanno messo in luce un disinteresse quasi patologico a distinguere il vero dal falso. La ragione non
puô essere abbandonata per attribuire il primato a una
libertà disorientata e vagabonda.
A dire il vero, questo disinteresse appariva già negli
appelli al cambiamento che hanno preceduto la célè
bre Enciclica. Una maggiore curiosità avrebbe spinto
gli esperti e altri membri délie Commissioni a interes-
sarsi maggiormente aile numerose pubblicazioni uscite
ben prima del 1960 ad opéra degli stessi ricercatori nel
campo della contraccezione. Se avessero preso conoscenza di questi lavori, coloro che assillavano Paolo VI
avrebbero avuto délie sorprese. Avrebbero constatato,
ad esempio, che G. Pincus, C. Clark, M. C. Shelesnyak
- tutti scienziati responsabili di ricerche sulla contrac
cezione - erano stati i primi a interrogarsi sugli effet
ti abortivi della pillola e sulla sua azione nociva per la
donna15.
Un'adesione ragionevole
Al termine di questa riflessione, possiamo trarre
due conclusions Anzitutto, Paolo VI si è trovato in una
situazione paragonabile a quella di Gesù tentato nel deserto dal diavolo16, e molto spesso sfidato dai farisei17.
15 Questo problema, e molti altri affrontati neirEnciclica, sono studiati in dettaglio nel mio lavoro, scritto in collaborazione con A.-M. LiBERT, Le
terrorisme à visage humain, 2me édition, Éd. François-Xavier de Guibert,
Paris 2008. Vedere anche, di M. Connelly, Fatal Misconception. The Struggle to Control World Population, The Belknap Press of Harvard University
Press, Cambridge (Mass.)-London 2008.
16 Cfr. ad es. Mt 4,1-11.26.39.
17 Cfr. ad es. Me 8,11-13.
29
Corne Gesù, anche il Papa è stato sottoposto a una prova. «Questo linguaggio è duro. Chi puô intenderlo?»18
Ci si aspetta da lui che smussi le aspérité délia Croce19,
che proponga una morale comoda, su misura, proporzionale agli sforzi che ciascuno accetta di fare. Ma,
corne Gesù, il Papa non si lascia sedurre.
La seconda conclusione che émerge è che l'adesione
alFEnciclica Humanae vitae è ragionevole (28a; 29b).
Essa afferma con coraggio che Fetica edonista non è
buona per Fuomo. Con questo testo, Paolo VI âpre la
strada a Giovanni Paolo II; il suo approccio è, infatti,
ecologico. In Paolo VI appare già la promessa di una
teologia del corpo (17b-d), corne pure dell'ambiente; ma
soprattutto, è messa già in atto un'esegesi e una teolo
gia che pongono fortemente Faccento sull'apporto délia
ragione nello studio délie questioni morali (4a).
Giovanni Paolo II tornerà spesso su queste questio
ni aile quali, corne sappiamo, ha dedicato importanti
sviluppi nelFEnciclica Fides et ratio (1998), in particolare nei primi quattro capitoli (nn. 1-48), nelFEncicli
ca Veritatis splendor (1993), specialmente nel capitolo
II (nn. 28-83), nonché nelFEnciclica Evangelium vitae
(1995). Si ricorderà anche l'importante Comunicazione
délia Chiesa Cattolica alla Conferenza del CIOMS, Per
una chiara etica délia pianificazione familiare20.
Possiamo attualmente sperare che, in linea con
questi prestigiosi documenti, le più alte autorité délia
Chiesa non tarderanno a illuminarci sulle nuove sfide
che interpellano la ragione e la fede e che, per esempio,
hanno per nome: "nuovi modelli di famiglia", omoses18 Cfr. Gv 6,60.
19 Cfr. 1 Co 1,17.
20 Questa XXII Conferenza del Consiglio délie Organizzazioni Internazionali délie Scienze Mediche ha avuto luogo a Bangkok dal 19 al 24 giu-
gno 1988. Il testo délia comunicazione si trova in «Documentation catholi
que», 1968 (4-18 settembre 1988), pp. 870-877.
30
sualità, riproduzione assistita, figli in provetta, manipolazioni genetiche, cellule indifferenziate, disponibi
lité del corpo, trapianti, morte cérébrale, senza dimenticare la produzione di ibridi21.
21 Per avère un'idea dei progetti già conosciuti e in via di realizzazione,
si puô fare riferimento allô Spécial Report in cui H. Pearson riporta previsioni raccolte presso numerosi ricercatori. Questo Spécial Report si intitola
"Making babies: the next 30 years" ed è stato pubblicato nella célèbre rivista
«Nature» del 17 luglio 2008, vol. 454, pp. 260-262. Questo Rapporta segna
il passaggio dalla fiction alla realtà e ha un che di terrificante. È évidente
il parallelismo tra esso e Brave New World (trad. it II mondo nuovo) di A.
Huxley, pubblicato nel 1931 - un'opera di narrativa, certo, ma che, ora più
che mai, si rivela drammaticamente premonitrice.
31
II
L'Enciclica illustrata dai fatti:
il suicidio demografico dell'Europa
Presentazione
Questo capitolo propone un'illustrazione concreta
délia visione profetica di Paolo VI, analizzata nel capi
tolo précédente. Sappiamo quanto YHumanae vitae sia
stata accettata maie e quanto sia stata poco seguita, in
particolare negli ambienti cristiani. Corne si osserverà,
la banalizzazione délia contraccezione e dell'aborto non
sono certamente le uniche cause delFinvecchiamento
délia popolazione in Europa. Ma, uniti ad altre cause, gli
effetti oggettivi, diretti o indiretti, di taie banalizzazione
fanno rabbrividire. In contrasto con la chiaroveggenza
di Paolo VI, vedremo dunque i misfatti del disinteresse e
délia disinformazione nell'ambito délia demografia.
Qui, corne altrove, il "politicamente corretto" si fon
da necessariamente su una base ideologica. Al reale si
chiede spesso di conformarsi a ciô che la vulgata ideo
logica maltusiana e neo-maltusiana vorrebbe che fosse.
Sono cosi pccultate parti intere del reale. In questo capi
tolo illustrativo, al discorso ideologicamente e politica
mente corretto sulla popolazione, opporremo alcuni dati
scientifici essenziali riguardanti il futuro délia comunità umana. In altri termini, alla disinformazione contrapporremo l'informazione, il ritorno ai fatti. Riserveremo
33
un'attenzione spéciale a ciô che diversi autori, a cui ha
fatto seguito Giovanni Paolo II, hanno chiamato "il suicidio demografico dell'Europa".
Dal crollo délia fecondità alPinvecchiamento
1. E difficile parlare dell'invecchiamento senza spendere, prima di tutto, una parola sulla fecondità. In termini molto semplici, l'indice di fecondità, al quale ci riferiremo, indica il numéro medio di figli per donna in età
riproduttiva. Più precisamente, la fecondità si misura
con Vindice sintetico di fecondità (ISF). Esso esprime il
numéro medio di figli che una donna dovrebbe mettere
al mondo nel corso délia sua vita féconda (cioè da 15 a 49
anni) nel caso in cui i tassi parziali di fecondità attualmente osservati dovessero rimanere costanti in tutto
questo periodo.
2. Nei paesi che godono di migliori condizioni in ambito sanitario e, in générale, affinché una popolazione
si rinnovi ogni donna dovrebbe mettere al mondo 2,1 fi
gli. Su scala mondiale, si osserva un crollo generalizzato délia fecondità. Dei 207 paesi monitorati nel 2007 da
Jacques Dupâquier, 80 hanno un ISF uguale o inferiore
a 2,1\ Questo crollo è particolarmente évidente in Europa, ove la fecondità è al livello di 1,5. In Francia, l'ISF
è di 2,0 grazie soprattutto airimmigrazione; in Belgio è
di 1,7; in Italia e Spagna, di 1,4; in Germania, di 1,3. Per
contrasto, notiamo che in Turchia è di 2,2.
3. Il crollo délia fecondità si ripercuote sulla consistenza délia popolazione. Secondo il 2007 World Popu1 Cfr. il dossier annuale pubblicato da J. Dupâquier nell'eccellente
rivista d'informazione demografica «Population et Avenir» (Paris), 685 (novembre-dicembre 2007), pp. 18-23. Il dossier ha corne titolo La population
des continents et des États en 2007. Cfr. anche l'articolo dello stesso spe-
cialista "Démographie. Des bouleversements au détriment de l'Occident",
in «Le Monde», 7 febbraio 2002; testo completo disponibile su http://www.
asmp.fr/travaux/communications/2002/dupaquier.htm.
34
lotion Data Sheet, pubblicato dal Population Référence
Bureau (Washington DC), nel 2007 l'Europa contava 733
milioni di abitanti che, nel 2050, saranno 669. Nello stes-
so periodo, la Germania passera da 82,3 milioni a 71,4; la
Russia da 141,7 a 109,4; l'Italia da 59,3 milioni a 55,9. La
Turchia invece passera da 74,0 milioni a 88,7.
4. Si moltiplicano le grida d'allarme su ciô che Gérard-
François Dumont ha chiamato "l'inverno demografico".
Esse provengono da demografi autorevoli sul piano internazionale, quali Gary Becker, Gérard-François Du
mont, Jacques Dupâquier, già menzionato, Yves-Marie
Laulan, Jean-Didier Lecaillon, per citarne solo alcuni.
Anche i poteri pubblici europei si preoccupano délie tendenze demografiche del vecchio continente2.
Le cause di questo crollo
Ci limiteremo a un elenco sommario, in quanto si
tratta di cause generalmente facili da comprendere.
1. Il matrimonio è procrastinato nel tempo. Secondo
il rapporto su The Evolution ofthe Family in Europe 2008,
pubblicato dalFInstitute for Family Policy European
Network3, nell'Unione Europea l'età média al momento
del matrimonio sarebbe di 31 anni per gli uomini e di 29
2 Cfr. tra gli altri il dossier sul futi:ro demografico dell'Europa, su
http://www.europarl.europa.eu preparato dal Parlamento Europeo e datato
febbraio 2008. Cfr. anche il Livre vert pubblicato dalla Commissione Euro
pea, Direction Emploi et Affaires sociales, Face aux changements démo
graphiques, une nouvelle solidarité entre générations, Office des publica
tions officielles des Communautés européennes, Luxembourg 2005. Si farà
anche riferimento alla Comunicazione délia Commissione délie Comunità
Europee, Promouvoir la solidarité entre les générations, COM (2007) 244
final, Bruxelles 10 maggio 2007. Il Bureau Fédéral du Plan (Bruxelles),
http://www.plan.be, ha pubblicato il suo Working Paper 05-08, intitolato Ac
cumuler des surplus budgétaires pourfaire face au vieillissement démogra
phique en Belgique: réalités et perspectives.
3 II testo francese di questo rapporto, diretto da M. MartîNEZ-Aedo,
si trova su http://www.ipfe.org e s'intitola Evolution de la famille en Europe
2008. L'Istituto (multilinguistico) di Politica Familiare ha sede a Madrid.
35
per le donne. Uno studio pubblicato nel 2008 dall'Istituto
Nazionale di Statistica (Bruxelles) précisa che in Belgio
gli uomini si sposano a 35 anni mentre le donne a 32.
L'età média délia prima maternité aumenta, in quanto
le coppie ritardano l'età nella quale avère il primo figlio.
La gente si sposa meno di prima: nel 2006 ci sono stati
733.000 matrimoni in meno rispetto al 1980. Sempre se-
condo lo stesso rapporto, tra il 1980 e il 2006 ci sono stati
oltre 10 milioni di divorzi, che hanno riguardato più di
15 milioni di bambini. Solo nel 2006, ci sono stati più di 1
milione di divorzi, cioè 365.000 di più che nel 1980.
2. Moite donne scelgono un lavoro remunerato.
L'istruzione délie ragazze è migliorata ed esse entrano
nel sistema di produzione economica o nei servizi.
3. La percezione dei figli è cambiata: essi sono spes
so considerati come un "diritto", perfino una propriété,
Yoggetto di una scelta tra altri "béni".
4. Il passaggio dallo stile di vita délia campagna alla
città accentua l'individualismo.
5. Le pressioni eugenetiche si manifestano in occasione
dell'amniocentesi e/o délia scelta del sesso. Questo provoca
un déficit di femmine. In certe regioni délia Cina, del Viet
nam o dell'India, per ogni 100ragazze ci sono 120 ragazzi.
6. Le legislazioni sono generalmente sfavorevoli alla
famiglia. L'aiuto familiare è spesso confuso con quello
sociale.
7. La televisione contribuisce fortemente a distruggere i valori familiari.
8. Le politiche del credito favoriscono Vindebitamento in vista del consumo, e il figlio è percepito come
un ostacolo.
9. Il prezzo délie case scoraggia i giovani dall'abitare
in città. Essi, infatti, non hanno più i mezzi per poterci
36
vivere, tanto più che i prezzi alti si associano alla perdita
dell'impiego4.
10. Tecniche antinataliste: contraccezione, aborto,
infanticidio, sterilizzazione5, ecc. Secondo il già citato
Population Référence Bureau (2007)6, in Europa il 68%
délie donne sposate in età riproduttiva utilizzerebbe un
metodo contraccettivo. In Francia e Germania il 75%; in
Belgio il 79%; in Inghilterra l'84%; in Italia il 60% e in
Spagna il 56%. Questi ultimi due dati mal si accordano
con gli indici di fecondità citati sopra.
11. Inoltre, «il numéro totale di aborti nel mondo è
stato stimato in 43 milioni nel 2003. [...] ci sono globalmente 31 aborti per 100 nascite»7. Alcuni casi particolari: in Germania sono stati registrati circa 120.000 aborti
nel 20068. Nello stesso paese, si parla di oltre 4 milioni
di aborti dopo la legalizzazione di questa pratica (1993).
Sempre in Germania, uno studio di Christian Pfeiffer,
a capo dell'Istituto di criminologia dell'Università di
Hannover, ha evidenziato tre casi di infanticidio la setti-
mana9. Per l'Inghilterra e il Galles vengono menzionati
185.000 aborti nel 2004. In Belgio, il numéro di aborti
recensiti era di 10.380 nel 1993; è cresciuto quasi ogni
anno tanto da arrivare a 15.595 nel 200310. In Spagna,
4 È ciô che fa notare É. Le Boucher, in «Le Monde», 4 febbraio 2008.
Cfr. al riguardo Stérilisation: point de VAssociation Française pour la
Contraception, accessibile su http://www.contraceptions.org/sterlisa/sterilisa.
html, come anche il blog di Quality ofLife http://bioethique.over-blog.net.
6 Fonte: http://www.prb.org.
7 Fonte:http://fr.wkipedia.org/wiki/Interruption_volontaire_de_grossesse, che rinvia a G. Sedgh - S. Henslaw - S. Sing - E. Ahman - IH. Shah,
Induced abortion estimated rates and trends Worldwide, in «The Lancet», 370
(2007), pp. 1338-1345.
8 Secondo lo Statistisches Bundesamt Deutschland, Press release n°
108/2007-03-14, accessibile su www.destatis.de.
9 Cfr. l'articolo di N. Versieux, "Infanticides: le nouveau clivage EstOuest", in «Libération», 23 aprile 2008, http://www.liberation.fr/actualite/
monde/322713.FR.php, o l'articolo in tedesco su http://www.sueddeutsche.
de/deutschand/artikel/886/160449.
10 Secondo i dati délia Nationale Evaluatiecommissie betreffende de
zwangerschapsafbreking, pubblicati nell'agosto 2007 da Sensoa (Antwer37
secondo i dati del Ministero délia Salute (2008), il nu
méro di aborti ha raggiunto la cifra annua di 101.592 nel
2006, praticamente il doppio dal 199711. In Francia, i dati
pubblicati nel 2007 dall'INED riportano 206.300 aborti,
cioè 26,6 per 100 nascite12. I dati provvisori per il 2007
pubblicati in Italia dal Ministero délia Salute (nel 2008)
riportano 127.038 aborti, in leggera flessione se rapportati agli anni precedenti13.
Notiamo ancora che gli aborti riguardano sempre
più le adolescenti, e adolescenti sempre più giovani. Osserviamo anche che ci sono donne che ricorrono più volte all'aborto. Ricordiamo, infine, che il numéro di abor
ti mediante assunzione di "medicinali" è difficilmente
computabile.
Conseguenze del crollo délia fecondità
1. L'invecchiamento délia popolazione, cioè l'aumento del numéro e délia proporzione degli anziani14. Nel
1980, in Belgio l'età média era di 37 anni; attualmente è
di 40 anni e le prospère Fiandre invecchiano più rapidamente. L'invecchiamento présenta due aspetti:
a. da una parte, l'invecchiamento verso Valto délia
piramide dell'età, che è il risultato dell'aumento
pen), accessibili su www.sensoa.be.
11 Cfr. http://www.elmundo.es/elmundosalud/2008/01/03/mujer/1199391103.
html.
12 Si tratta délia Statistica annuale délie istituzioni, che riporta unica-
mente gli aborti. I dati possono essere reperiti su http://www.ined.fr/fr/pop_
chiffres/France/avortements_contraceptioon/avortements.
13 La Relazione del Ministro délia Salute sulla attuazione délia legge
contenente norme per la tutela sociale délia maternità e per Vinterruzione •
volontaria di gravidanza (Legge 194/78) è stata redatta da Livia Turco, Mi
nistro délia Salute, e si trova su http://www.ministerosalute.it/imgs/C_17_
pubblicazioni_804_allegato.pdf (21 aprile 2008).
14 Ho già studiato le questioni affrontate qui nella mia opéra Le crash
démographique. De la fatalité à Vesperance, Éd. Le Sarment-Fayard, Paris
1999.
38
délia speranza di vita, questa stessa a sua volta dovuta al générale miglioramento délie condizioni di
vita e al progresso délia medicina;
b. dall'altra, Vinvecchiamento verso il basso, che risulta dal déficit délie nascite, esso stesso dovuto al
crollo délia fecondità.
2. L'invecchiamento si riflette ugualmente nell'età
média di una popolazione. L'età média è quella che divide una popolazione in due parti uguali: coloro che hanno
più di un certo numéro di anni e coloro che ne hanno
meno. L'età média dell'Europa è attualmente di 39 anni
e si prevede che nel 2050 sarà di 54. Quale sarà allora il
numéro di donne in età féconda e quale il loro livello di
fecondità? Notiamo che l'età média del Brasile è attual
mente di 26 anni, mentre quella dello Yemen è di 18.
3. L'invecchiamento comporta l'aumento del tasso di
dipendenza, cioè del rapporto tra le persone attive (che
hanno da 15 a 64 anni) e quelle dipendenti. Queste sono
di due tipi, giovani (da 0 a 14 anni) o vecchi (da 65 anni
e oltre).
a. L'esempio délia Germania nel 2007 è significativo: su 100 abitanti, 14 hanno meno di 15 anni, e 19
hanno 65 anni o più;
b. per la Francia, su 100 abitanti, 18 hanno meno di 15
anni, e 16 hanno 65 anni o più;
c. per Yîtalia, su 100 abitanti 14 hanno meno di 15
anni, e 20 hanno 65 anni o più;
d. per la Spagna, su 100 abitanti, 14 hanno meno di 15
anni, e 17 hanno 65 anni o più.
4. L'invecchiamento comporta lo spopolamento: 19
paesi europei si stanno spopolando. La Germania perde
ogni anno oltre 140.000 abitanti, la Russia oltre 600.000,
tanto che, nel maggio 2006, il Présidente Vladimir Putin
39
ha lanciato un grido d'allarme. Da qui l'aggravarsi dei
problemi geopolitici derivanti dalla pressione dell'India
e délia Cina.
5. Per alleggerire il peso esercitato dalla popolazione
anziana dipendente, si procède al rincaro dei medicinali
e alla riduzione délie cure mediche. Commentando que-
sta tendenza in una nota manoscritta, il dottor Hervé
Carter (Parigi) sostiene che questa riduzione sarà realizzata in particolare attraverso l'inserimento del numéro
chiuso nelle facoltà di Medicina.
6. L'aumento del numéro e délia proporzione délie
persone anziane dipendenti farà, e fa già, pensare all'eutanasia come "soluzione finale" per rimediare ai déficit
cronici délie mutue15. La pressione sarà tanto più grave,
nota ancora opportunamente il dottor Carter, non solo
perché gli anziani dipendenti vivono più a lungo, ma
anche perché richiedono cure sempre più pesanti e co-
stose negli ultimi anni délia loro vita. Si cerca allora di
convincerli che sono di troppo, e li si spinge a desiderare
la morte. In Belgio, nell'anno 2007, sono stati registrati
ufficialmente 495 casi d'eutanasia, ma il numéro reale
dovrebbe essere sensibilmente più elevato.
7. Possiamo prevedere Vimplosione del sistema di
previdenza sociale: casse di disoccupazione, pensioni
di vecchiaia, pre-pensionamenti, ecc. Le indispensabili
decisioni a questo riguardo vengono continuamente rimandate per motivi elettorali. D'altronde, se la speranza
di vita è considerevolmente aumentata dalla meta degli
anni '50, l'età légale dei pensionamenti non è stata, per
cosï dire, ritardata. Oggi un pensionato di 60 anni ha
ancora una speranza di vita di una ventina d'anni. Ben
presto i contributi previdenziali délia popolazione attiva
15 Sulle origini in Germania délia corrente favorevole all'eutanasia, si
veda l'opéra che ho pubblicato con Klaudia Schank, Euthanasie: Le dos
sier Binding et Hoche, Éd. Le Sarment, Paris 2002.
40
non basteranno più ad assicurare l'attuale livello délie
pensioni. Tuttavia si continua a non mettere in questione vantaggi "intoccabili" che ora non hanno più giustificazione; è a volte il caso di determinate professioni, una
volta pericolose o insalubri. Prolungare il numéro di anni
d'attività e di contributi sociali è considerato impopolare
ed è visto come un tabù che minaccia i "diritti acquisiti".
8. L'invecchiamento comporta il collasso del sistema
educativo. Il giovane pubblico scolastico è considerato
generalmente poco intéressante dal punto di vista elet-
torale. I figli sono percepiti come dipendenti che gravano
sul bilancio délie coppie e délia società. Essi invece rappresentano un investimento a lungo termine. Il capitale
umano, la materia grigia, deve essere formato, altrimenti
i giovani diventeranno effettivamente un peso e cadranno nell'emarginazione e nella delinquenza. Di qui la né
cessita di valorizzare, oltre i genitori, anche gli insegnanti e gli educatori.
9. Drammatico disinteresse per la ricerca scienti-
fica e per la generalizzazione di un insegnamento di
qualité. Il rapporto Schleicher16 (2006) ha messo in evi-
denzia lo sfacelo del sistema educativo in Francia, in
Germania e in Italia. Inoltre, l'economista Gary Becker
ha mostrato che l'innovazione richiede uno sforzo ini-
ziale considerevole ed investimenti enormi, tanto in risorse umane quanto in capitale finanziario e materia-
le17. Egli afferma che vale la pena compiere tutti questi
sforzi solo se la domanda di nuovi prodotti è elevata.
Ora questa domanda dipende, tra l'altro, dal numéro e
16 Questo testo è stato pubblicato dal Lisbon Council il 28 febbraio
2006 con il titolo The Economies ofKnowledge. Why Education is Key to Europe's Success. Divulgato sotto varie forme, il Rapporto puô essere scaricato
da http://www.lisboncouncil.net.
17 Premio Nobel per l'economia (1992), G. S. BECKER è Fautore di A
Treatise on the Family, Harvard University Press, Cambridge (Mass.) 1994.
41
dalla distribuzione per età délie persone che possono
beneficiare di questi nuovi prodotti.
10. Perdita délia memoria in molteplici settori: la cul-
tura, le arti, le tecniche, tutte le discipline scientifiche,
la religione, i valori, ecc. Alcune conoscenze, abilità e
tradizioni artistiche non verranno più tramandate né si
svilupperanno più per mancanza di trasmissione inter-
generazionale. Il disinteresse per la storia, come discipli
na scientifica, accélérera questa perdita di memoria.
11. Disoccupazione: fabbriche dalle dimensioni trop-
po grandi a causa délia contrazione del mercato. Taie
situazione è ulteriormente aggravata dall'aumento délia
produttività e dalla de-localizzazione. Infatti, moite imprese europee trasferiscono verso paesi emergenti parte
délie loro attività informatiche particolarmente sensibili, e anche questo è motivo di perplessità...
12. Perdita del dinamismo, rifiuto dell'innovazione e
del rischio. Studi recenti hanno rivelato questo atteggiamento in Germania e in Belgio.
13. Pressioni migratorie: accentuate dal peso demo
grafico dei paesi a fecondità relativamente elevata, dalla
permeabilità délie frontière e, allô stesso tempo, dalla
nécessita di importare manodopera. Per il 2030, si prevede che il 30% délia popolazione tedesca sarà d'origine
straniera, mentre nel 2050, circa il 50% délia popolazione
di Francoforte e di Monaco sarà d'origine straniera.
14. Squilibri tra le strutture per età dei vari paesi.
Confrontare i casi délia Turchia con quello délia mag-
gioranza dei paesi europei. Tensioni prevedibili, per
questa stessa ragione, tra i paesi dell'Unione Europea.
Queste tensioni verranno ulteriormente accentuate da
una alleanza tra la popolosa Turchia e la Russia per accerchiare l'Europa.
42
15. Indebolimento dell'affermazione e délia visibilité
délia sovranità, in cui interviene la componente demografica. La Cina e il Cile sono certo nazioni sovrane, ma
la loro sovranità deve essere analizzata tenendo conto
dell'effettivo délia loro popolazione. Nel 1998, Pinochet
veniva arrestato a Londra nel momento in cui Li Peng,
primo ministro cinese, era ricevuto da Sua Maestà, con
fasto impériale.
16. Difesa nazionale indebolita. Il nemico potenziale
che minaccia la sovranità è esterno alla nazione. È quel
che è, indipendentemente dalla consistenza demografica délia nazione e dall'età média délia sua popolazione.
17. Posto dell'Europa nel mondo: nel 1950, il 22% dél
ia popolazione mondiale; nel 2000, il 12%; nel 2050, il 7%.
Taie evoluzione non sarà senza conseguenze négative
per i paesi in via di sviluppo.
18. L'Europa si trova in una situazione paragonabile
a quella di Roma al tempo del suo declino18. In conseguenza del déficit demografico dell'Impero, dovuto in
particolare alla pratica dell'aborto, dell'infanticidio e
dell'eutanasia, tanto i legionari quanto i funzionari non
erano più romani ma "barbari" o "germanici". A questi
Roma dava assai facilmente lo status di cittadini. Tali
naturalizzazioni per decreto burocratico si moltiplicano
oggi tra noi, in quanto occorre sopperire al déficit demo
grafico nazionale. A queste naturalizzazioni si attribuisce erroneamente un effetto di integrazione automatica.
19. Tali naturalizzazioni comportano, per le nazioni
europee colpite da precarietà demografica, la cancellazione délia propria identità culturale e délie proprie radici religiose. E, come avveniva a Roma, i naturalizzati
per decreto hanno una fecondità più elevata dei naziona18 Cfr. al riguardo il libro di M. Steyn, America alone, Regnery, New
York 2006.
43
li d'origine. Questi immigrati acquistano presto un peso
crescente negli affari dellp Stato di accoglienza, in cui
essi invecchiano e ove adottano a poco a poco comportamenti di fecondità indotta. Infine, gli autoctoni diventa-
no prigionieri di coloro che occupano la loro nazione, o
che occupano impieghi nazionali imprudentemente delocalizzati verso paesi emergenti, in conseguenza dell'indebolimento demografico délia loro nazione.
20.1 disinformatori considerano politicamente scorretto che ci si interroghi sulle cause profonde dei disordi-
ni che questi immigrati possono provocare. Comunque,
in tutti i casi che abbiâmo ricordato, la causa ultima di
tali disordini e délie difficoltà in génère va cercata nel
comportamento dei nazionali nei confronti délia vita, e
non in capri espiatori giunti dall'estero.
*«£• «î* *X* *£•
•y» »^% #J* #J*
In conclusione, il rifiuto dell'Enciclica di Paolo VI ha
avuto conseguenze dirette e indirette sulla popolazione
europea. Tali conseguenze sono importanti, osservabili e spesso misurabili. Sembra che VHumanae vitae sia
stata più vivamente contestata nei paesi europei di tradizione cristiana, ed è in questi stessi paesi che il crollo
demografico è maggiormente accentuato.
44
III
Cosa possiamo fare?
1. Informarci,formare e prendere coscienza délia gra
vita délia situazione. Spiegare, ad esempio, che la causa
principale délia crescita demografica non è l'aumento
délia fecondità, in ribasso ovunque, ma l'aumento délia
speranza di vita. Analizzare ciô che fanno i governi, le
organizzazioni internazionali pubbliche, le ONG, ecc.
2. Iniziative semplici possono avère effetti determinanti per cambiare la mentalità a favore délia vita e
délia famiglia. Tra le tante iniziative, citiamo a titolo di
esempio:
a. l'appello lanciato il 20 dicembre 2007 da Giuliano
Ferrara in favore di una moratoria per Vaborto1. Se
si décide una moratoria per la pena di morte, ciô
vuol dire che si sospende l'applicazione di questa
pena per darsi un tempo di riflessione. Questa mo
ratoria è a favore di persone colpevoli e condannate a conclusione di un processo secondo le norme
vigenti. A maggior ragione, una moratoria analoga
dovrebbe essere adottata per sospendere l'effetto
di leggi che permettono l'aborto, ossia l'esecuzione
capitale di esseri umani innocenti e senza difesa.
1 Fonte: http://www.la7.itblog/post_dettaglio.asp?idblog=GIULIANO_
FERRARA_-_Gli_editriali_ll&id=1521.
45
b. Nello stesso momento in cui, in Italia e in altri
paesi, veniva diffusa la moratoria di Giuliano
Ferrara, in Francia si viene a conoscenza di una
sentenza délia Corte di Cassazione, datata 6 febbraio 2008, secondo cui il bambino nato morto,
qualunque sia la sua età e il peso, puô essere registrato allô Stato civile. Alain Legoux, avvocato
générale, ha immediatamente osservato che que
sta sentenza farà giurisprudenza2. Essa âpre la
strada a un riconoscimento giuridico dei bambini
morti in utero.
c. Negli USA, nel villaggio di Peyton, Colorado, Kristi Burton si è impegnata dall'età di 13 anni nella
lotta contro l'aborto. Ora ha 20 anni, è battista praticante e studia diritto. Nel 2007 ha fondato l'associazione Colorado for Equal Rights3. Mira a ottenere mediante référendum un emendamento alla
costituzione del suo Stato. Questo emendamento
prevede semplicemente che «The term "Person"
or "Persons" shall include any human from the
time of fertilization» [Il termine persona o perso-
ne comprende tutti gli esseri umani dal momento
del concepimento]. Le firme necessarie per il ré
férendum sono state convalidate e il référendum
è previsto per il 4 novembre 2008. Una proposta
analoga è stata presentata anche nello Stato del
Montana4.
d. Un quarto esempio di iniziativa a favore délia vita
è in via di elaborazione a Washington. Questa ini
ziativa è partita dall'amministrazione Bush ed è
2 Cfr. A. CHEMIN, La Cour de cassation élargit la notion d'enfant sans
vie, in «Le Monde» (Paris), 9 febbraio 2008.
3 Indirizzo postale: P.O. Box 298, Peyton CO 80831.
4 Fonte: http://www.coloradoforequalrights.com, l'articolo on line, datato
29 maggio 2008, è intitolato "Human Life Amendment Signatures Certified Historié Amendment Officially on November's Ballot".
46
stata rivelata al pubblico da Robert Pear nel New
York Times del 15 luglio 20085. L'articolo, che ci
tiamo parzialmente, si intitola "Abortion Proposai
Sets Condition on Aid" (Proposta sull'aborto pone
condizioni ai finanziamenti pubblici). Il prestigioso quotidiano ha avuto accesso alla proposta
dell'amministrazione Bush. Cosa propone il documento in progetto?
«L'amministrazione Bush intende richiedere che
tutti i beneficiari di finanziamenti che rientrano
nei programmi di assistenza sanitaria federali
certifichino di non rifiutare l'assunzione di infermiere e altri operatori contrari all'aborto e anche
verso alcuni metodi di controllo délie nascite.
Secondo là bozza di una proposta di legge, gli ospedali, le cliniche, i ricercatori e le facoltà di medicina dovrebbero firmare «certificati scritti» come
prerequisito all'ottenimento di denaro nell'ambito
di qualsiasi programma gestito dal Dipartimento
délia Salute e dei Servizi alla Persona (Department
of Health and Human Services) [...].
Nella proposta, ottenuta dal New York Times,
l'amministrazione afferma che potrebbe escludere dai finaziamenti federali singole persone o enti
che discriminano coloro che sono contrari all'abor
to sulla base di «credenze religiose o convinzioni
morali».
La proposta definisce l'aborto nel modo seguente: «qualsiasi procedura - inclusa la prescrizione,
distribuzione e somministrazione di qualsiasi
farmaco o l'attuazione di qualunque procedura o
qualsiasi azione - che risulti nella terminazione
5 R. Pear, 'Abortion Proposai Sets Condition onAid", in «The NewYork
Times», http://www.nytiimes.com/2008/07/15/washington/15rule.html.
47
délia vita di un essere umano in utero nel perio-
do tra il concepimento e la nascita, sia prima che
dopo l'impianto».
Non puô sfuggire a nessuno il fatto che siamo in
presenza di un'iniziativa délia più grande importanza. Bisogna sperare che non passera molto
tempo prima che sia messa a punto e applicata. I
sostenitori dell'aborto hanno subito alzato il solito
clamore, ma la proposta è fondata sulla roccia. Riconosce il carattere abortivo di «alcune tipologie
di controllo délie nascite», e intende proteggere
il diritto all'obiezione di coscienza non solo agli
individui ma anche aile istituzioni. E soprattutto
rende inattaccabile il diritto alla vita dell'essere
umano dal concepimento alla nascita naturale.
3. Alcuni considerano indispensabile l'apporto di una
cinquantina di milioni di immigrati in Europa. Ma bisognerebbe trovarli, dare loro un lavoro, occorrerebbe che
avessero le necessarie qualifiche. Bisognerebbe anche
che si integrassero, che alimentassero, al giusto livello,
i contributi sociali, che contribuissero al finanziamento
délie pensioni e che investissero i loro risparmi nella na
zione d'accoglienza.
4. Evitare i tranelli del vocabolario: salute riprodut-
tiva, génère, maternità senza rischi, famiglia, matrimo
nio, ecc. Il linguaggio equivoco è, in effetti, uno dei principali strumenti di ogni disinformazione.
5. Smascherare il consolidarsi progressivo, su scala
mondiale, di un sistema di diritto puramente positivo
che si ispira a Kelsen (1881-1973). Taie sistema distrug-
ge a poco a poco le istituzioni giuridiche délie nazioni
sovrane e rende vano ogni riferimento ai diritti inalie-
nabili di ogni uomo. Come fa notare Tocqueville, nelle
democrazie occidentali il cittadino è un individuo, non
una persona. «Agli occhi délia legge, il padre non è altro
48
che un cittadino più anziano e più ricco dei suoi figli»6.
Ne segue che il diritto positivo porta facilmente a met
tere in questione l'istituzione naturale délia famiglia. In
générale, l'influenza del clima neo-liberale tende a erodere i vincoli di solidarietà naturali.
6. Rispondere aile aspirazioni délia maggior parte
dei giovani. Studi recenti realizzati in Europa mostrano
che le giovani coppie vorrebbero avère 2,6 figli, o più. Ma
la fecondità effettivamente osservata è di 1,5 figli. Si puô
fare molto per colmare questo divario.
7. Aumentare Vaiuto agli studenti che si sposano e
hanno figli durante gli studi, mediante sussidi appropriati, tra cui uno per l'alloggio.
8. Poiché la contraccezione, l'aborto e le sterilizzazioni provocano il crollo délia fecondità, e dunque l'invec
chiamento, lottare contro queste pratiche.
9. Riconoscere e onorare il ruolo délia donna nella
società, e in particolare il suo contributo alla formazione intégrale del capitale umano. Bisogna tuttavia fare
molta attenzione per quanto riguarda politiche familiari
come quella sostenuta in Germania dalla dottoressa Ur
sula von der Leyen. Questo tipo di politica si ispira aile
idée di Friedrich Engels e mette l'accento sulla riorganizzazione del tempo del lavoro. Secondo questo proget-
to, dopo il parto la madré deve poter riprendere al più
presto la sua attività nella società di produzione, in par
ticolare grazie alla moltiplicazione dei nidi d'infanzia7. A
questo tipo di progetto occorre preferire quelli che favoriscono la libéra scelta délia madré tra l'educazione dei
figli, il suo impegno professionale e la conciliazione tra
queste due opzioni. Precisiamo che le politiche familiari
6 De la démocratie en Amérique, II, III, c. 8.
7 Cfr. ad esempio http://www.stern.de/politik/deutschland/:
Kinderbetreuung-Bischof-Mixa/586499.html, articolo di giornale che pré
senta le critiche formulate dal Vescovo cattolico di Augsburg, Walter Mixa.
49
di questo génère presuppongono la cooperazione dei datori di lavoro.
10. Lottare contro tutto ciô che umilia e dégrada la
donna: pubblicità, cinéma, erotismo, pornografia, ecc.
11. Assicurare una migliore diffusione dei metodi
naturali di controllo délia fecondità, specialmente quelli più moderni, i più semplici possibili, e che offrono una
sicurezza oggettiva a coloro che li utilizzano.
12. Favorire e onorare la famiglia: spiegare il ruolo délia famiglia nella società e nella formazione del
capitale umano. Proporre un'imposizione fiscale nettamente degressiva secondo il numéro di figli (Allan
Carlson). Diritto di voto fin dal giorno délia nascita (Otto
de Habsbourg). Destinare alla famiglia il denaro attualmente utilizzato per finanziare gli aborti.
13. Onorare le famiglie numerose, non deriderle né
colpevolizzarle. Adoperarsi affinché siano accessibili alloggi adeguati e prestiti vantaggiosi.
14. Agire al livello délie reti éducative; complementa-
rietà genitori-educatori (Amartya Sen). Acculturazione
degli immigrati.
15. Integrare gli anziani; riconoscere i loro servizi.
Considerare la possibilità di ritardare volontariamente
l'età délia pensione.
16. Mobilitare le associazioni cristiane locali, nazio
nali e internazionali e servirsi ampiamente dell'insegnamento di Deus caritas est.
17. Organizzare l'attività di lobbying cooperando
all'elaborazione di programmi politici.
18. Insistere presso i Pastori affinché predichino la
solidarietà tra generazioni, la visibilité dell'azione dei
cristiani nella società, attraverso le molteplici istituzioni
cristiane.
19. Vigilare affinché nessuna istituzione cristia
na insegni idéologie inaccettabili (come per esempio
l'ideologia del gender) o pratichi atti moralmente illeciti.
Le cliniche cristiane devono evitare di mettere le loro
strutture a disposizione di coloro che praticano l'aborto
e la sterilizzazione. Laddove possibile, considerare l'opportunità delYobiezione di coscienza per le persone ma
anche per le istituzioni.
20. Rileggere o leggere l'Enciclica senza pregiudizi
e spiegarla alla luce di ciô che ha avuto luogo in questi
quarant'anni.
51
IV
Document!:
recenti prese di coscienza
Ecco alcuni titoli apparsi recentemente e che rivelano le preoccupazioni crescenti di fronte all'ingegneria
riproduttiva e all'evoluzione demografica.
- Comparatifs: Accroissement et vieillissement de la po
pulation dans les États membres d'ici 2035, dossier délia
série «Les Européens au quotidien», pubblicato on line
l'I settembre 2008 sul sito http://www.touteleurope.fr/fr/
actions/social/les-europeens-au-quotidien/presentation.
html. Questo rapporto pubblicato da Eurostat è datato
26 agosto 2008.
- "Mères porteuses, à quel prix? Légaliser la gestation
pour autrui au service des couples infertiles est une for
me de prostitution", articolo di Caroline Eliacheff e
René Frydman, in «Le Monde», 1 luglio 2008.
- "La fécondation in vitro est vécue comme un parcours
du combattant. Annie Bachelot, Psychosociologue à Vln-
serm, a analysé les effets de la prise en charge médicale
de Vinfertïlité sur les couples concernés", intervista di
CÉCILE Prieur, in «Le Monde», 25 giugno 2008. Vi si
legge in particolare: «Dopo aver tentato la FIVET, più di
una coppia su quattro abbandona, spesso con il progetto
di indirizzarsi verso l'adozione». L'intervista rimanda al
n. 161 dei «Cahiers de l'INED», che ha per titolo: De la
53
pilule au bébé éprouvette. Choix individuels ou straté
gies médicales?, Paris 2008.
- "Renault mise sur les ingénieurs des pays émergents",
in «Le Monde», 10 giugno 2008.
- "Le nombre de divorces explose depuis neuf mois", in
«La Libre Belgique», 28 maggio 2008.
- Les quarante et un ans de cotisation ne suffiront pas,
intervista a Raphaël Hadas-Lebel di Rémi Barroux
- Caroline Monnot et al., dossier pubblicato in «Le
Monde» 23 maggio 2008.
- "Que faire pour maintenir plus de seniors au travail?",
articolo di Bernard Thibault, e dossier, in «Le Monde»,
14 maggio 2008.
- "Le ras-le-bol des retraités allemands", articolo di MAR-N
CEL LlNDEN, in «La Libre Belgique», 24 aprile 2008.
- Aborto é primeira causa de mortalidade na Europa,
articolo di Nieves San Martin, in «Fides», www.fides.
org e ripreso in «Zenit» (edizione portoghese http://www.
zenit.org), 22 aprile 2008. Disponibile su http://www.
fides.org/spa/documents/dossier_crisis_familia_290308.
doc.
- "La bomba demografica", in «Iberia Universal», 14 aprile
2008. Nel cappello si legge: «Il pensionamento di milioni di
giapponesi figli del baby boom degli anni '40, coincidendo
con un tasso estremamente basso di natalità, compromette
la seconda economia del pianeta».
- Ûbernehmen die Alten die Macht?, dossier, in «Bild»,
10 aprile 2008. Nel cappello si legge: «Stiamo andando
verso la Repubblica Tedesca dei Pensionati [...]. I fatti:
20 milioni di tedeschi beneficiano di una pensione. Nel
2050 al più tardi saranno 30 milioni. In quel momento
54
oltre la meta degli elettori saranno pensionati. Anche
i partiti invecchiano. Mentre il 48% dei membri délia
CDU hanno oltre 60 anni, taie percentuale si colloca al
47% nel Partito Socialdemocratico Tedesco». Testo su
http://www.bild.de.
- "Le FMI presse la Belgique de prendre des mesures
pourfaire face aux coûts du vieillissement", in «La Libre
Belgique», 26 marzo 2008. L'articolo riprende uno studio
di Luc Everaert, economista del FMI. Disponibile su
«Trends», http://www.trends.be/fr/index.jsp, con il titolo
Vieillissement: Les trois 'conseils d'ami' du FMI à la Bel
gique.
- "Royal Collège warns abortion can lead to mental ïllness", in «Sunday Times», 16 marzo 2008.
- "LAllemagne est menacée de pénurie de main-d'œuvre".
Nel cappello si legge: «Secondo uno studio di McKinsey,
intorno al 2020 potrebbero mancare sul mercato del lavoro circa 2,4 milioni di persone, per lo più qualificate»,
articolo di Marie de Vergés, in «Le Monde», 10 maggio
2008.
- "Les familles monoparentales cumulent les vulnérabi
lités", in «Le Monde», 20 luglio 2007.
- "Europe: la démographie baisse dangereusement". Ar
ticolo a firma di C. G., in «L'Écho», 12 maggio 2007.
- "Se préparer aux nouveaux défis démographiques",
articolo di Jean-Michel Severino, in «Le Monde», 13
marzo 2007.
- "Population. Des chiffres éclairants ou effrayants", ar
ticolo a firma di M. F. C. che présenta il Rapporto annuale del FNUAP, in «La Libre Belgique», 7 settembre
2006.
55
- "La croissance va pâtir du vieillissement de la popu
lation", articolo di Philippe Ricard, in «Le Monde», 15
febbraio 2006.
- "La famille revient. Vers une révolution conservatri
ce", in «Courrier international», 816 (22-28 giugno 2006),
pp. 32-38.
- La population européenne vieillit. Comment cela vat-il nous affecter? Que faut-il faire?, comunicato stampa
di presentazione del Livre vert (citato supra al capitolo
II), Bruxelles, Commissione europea; rif.: IP/05/322 del
17 marzo 2005.
- Vieillissement actif en Europe, vol. 1, Éd. du Conseil de
l'Europe, Strasbourg, http://www.coe.int 2004.
- "L'Europe face au défi du vieillissement", articolo di
Stéphane Kovacs, in «Le Figaro», 14 febbraio 2003.
- "Le grand âge oblige à repenser la protection sociale",
articolo d'YvES Mamou e Antoine Reverchon, in «Le
Monde», 16 settembre 2003.
- La France face à ses vieux, dossier, in «Le Monde», 1415 settembre 2003.
56
Seconda parte
Testi
I
Humanae vitae
Lettera Enciclica del Sommo
Pontefice Paolo PP. VI
1. Il gravissimo dovere di trasmettere la vita umana, per il quale gli sposi sono liberi e responsabili collaboratori di Dio creatore, è sempre stato per essi fonte di
grandi gioie, le quali, tuttavia, sono talvolta accompa-
gnate da non poche difficoltà e angustie. In tutti i tempi
l'adempimento di questo dovere ha posto alla coscienza
dei coniugi seri problemi, ma col récente evolversi délia
società, si sono prodotti mutamenti tali da far sorgere
nuove questioni, che la chiesa non puô ignorare, trattandosi di materia che tanto da vicino tocca la vita e la
félicita degli uomini.
Aspetti nuovi del problema e competenza del
magistero
2.1 cambiamenti avvenuti sono infatti di grande im-
portanza e di vario génère. Si tratta anzitutto del rapido
sviluppo demografico, per il quale molti manifestano il
timoré che la popolazione mondiale cresca più rapidamente délie risorse a disposizione, con crescente angu-
stia di tante famiglie e di popoli in via di sviluppo. Per
questo è grande la tentazione délie autorité di opporre
59
a taie pericolo misure radicali. Inoltre, non solo le condizioni di lavoro e di alloggio, ma anche le accresciute
esigenze, sia nel campo economico che in quello délia
educazione délia gioventù, rendono spesso oggi diffici
le il sostentamento conveniente di un numéro elevato
di figli. Si assiste anche a un mutamento, oltre che nel
modo di considerare la persona délia donna e il suo posto nella società, anche nel valore da attribuire all'amo-
re coniugale nel matrimonio, e nell'apprezzamento da
dare al significato degli atti coniugali in relazione con
questo amore. Infine, questo soprattutto si deve consi
derare, che l'uomo ha compiuto progressi stupendi nel
dominio e nell'organizzazione razionale délie forze dél
ia natura, cosï che si sforza di estendere questo dominio
al suo stesso essere globale; al corpo, alla vita psichica,
alla vita sociale, e perfino aile leggi che regolano la trasmissione délia vita.
3. Taie stato di cose fa sorgere nuove domande. Se,
date le condizioni délia vita odierna e dato il signifi
cato che le relazioni coniugali hanno per l'armonia tra
gli sposi e per la loro mutua fedeltà, non sia forse indicata una revisione délie norme etiche finora vigenti,
soprattutto se si considéra che esse non possono esse
re osservate senza sacrifici talvolta eroici. Ancora: se
estendendo a questo campo Tapplicazione del cosiddet-
to "principio di totalité", non si possa ammettere che
rintenzione di una fecondità meno esuberante, ma più
razionalizzata, trasforma l'intervento materialmente
sterilizzante in una lecita e saggia regolazione délia na
talité. Se non si possa ammettere cioè che la finalité
procreativa appartenga all'insieme délia vita coniuga
le, piuttosto che ai suoi singoli atti. Si chiede anche se,
dato l'accresciuto senso di responsabilité dell'uomo mo-
derno, non sia venuto per lui il momento di affidarealla
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sua ragione e alla sua volonté, più che ai ritmi biologici
del suo organismo, il compito di trasmettere la vita.
4. Tali questioni esigevano dal magistero délia chiesa una nuova approfondita riflessione sui principi délia
dottrina morale del matrimonio: dottrina fondata sulla
legge naturale illuminata e arricchita dalla rivelazione divina. Nessun fedele vorrà negare che al magistero
délia chiesa spetti di interpretare anche la legge morale
naturale. È infatti incontestabile, corne hanno più volte
dichiarato i nostri predecessori, che Gesù Cristo, comunicando a Pietro e agli apostoli la sua divina autorité e
inviandoli a insegnare a tutte le genti i suoi comandamenti, li costituiva custodi e interpreti autentici di tutta
la legge morale, non solo cioè délia legge evangelica, ma
anche di quella naturale. Infatti anche la legge naturale
è espressione délia volonté di Dio, Fadempimento fede
le di essa è parimenti necessario alla salvezza eterna
degli uomini. Conformemente a questa sua missione, la
chiesa ha dato sempre, ma più ampiamente nel tempo
récente, un adeguato insegnamento sia sulla natura del
matrimonio sia sul retto uso dei diritti coniugali e sui
doveri dei coniugi.
5. La coscienza délia medesima missione ci indussé
a confermare e allargare la commissione di studio che
il nostro predecessore Giovanni XXIII, di v.m., aveva
costituito nel marzo del 1963. Questa commissione, che
comprendeva, oltre a parecchi studiosi délie varie di
scipline pertinenti, anche coppie di sposi, non solo ave
va per scopo di raccogliere pareri sulle nuove questioni
riguardanti la vita coniugale, e in particolare una retta
regolazione délia natalité, ma anche di fornire gli elementi di informazione opportuni, perché il magistero
délia chiesa potesse dare una risposta adeguata all'at61
tesa non soltanto dei fedeli, ma dell'opinione pubblica
mondiale. I lavori di questi esperti, nonché i giudizi e i
consigli successivi di un buon numéro dei nostri fratelli nell'episcopato, o spontaneamente inviati o da noi richiesti, ci hanno permesso di meglio misurare tutti gli
aspetti del complesso argomento. Pertanto di gran cuo-
re esprimiamo a tutti la nostra vivissima gratitudine.
6. Le conclusioni aile quali era pervenuta la commis
sione non potevano tuttavia essere da noi considerate
corne certe e définitive, né dispensarci da un personale
esame di tanto grave questione; anche perché non si era
giunti, in seno alla commissione, alla piena concordanza di giudizi circa le norme morali da proporre, e soprat
tutto perché erano emersi alcuni criteri di soluzioni,
che si distaccavano dalla dottrina morale sui matrimo
nio proposta con costante fermezza dal magistero dél
ia chiesa. Perciô, avendo attentissimamente vagliato la
documentazione a noi offerta, dopo mature riflessioni e
assidue preghiere, intendiamo ora, in virtù del mandato
da Cristo a noi affidato, dare la nostra risposta a queste
gravi questioni.
Principi dottrinali
Una visione globale dalVuomo
7. Il problema délia natalité, come ogni altro pro-
blema riguardante la vita umana, va considerato, al di
lé délie prospettive parziali - siano di ordine biologico
o psicologico, demografico o sociologico - nella luce di
una visione intégrale dell'uomo e délia sua vocazione,
non solo naturale e terrena, ma anche soprannaturale ed
eterna. E poiché, nel tentativo di giustificare i metodi
artificiali di controllo délie nascite, da molti si è fatto ap-
pello aile esigenze, sia dell'amore coniugale, sia di una
62
paternité responsabile, conviene chiarire e precisare
accuratamente la vera concezione di queste due grandi
realté délia vita matrimoniale, richiamandoci principal
mente a quanto è stato esposto recentemente a questo
riguardo, con somma autorité, dal concilio Vaticano II,
nella costituzione pastorale Gaudium et spes.
Uamore coniugale
8. L'amore coniugale rivela massimamente la sua
vera natura e nobilté quando è considerato nella sua sorgente suprema, Dio, che è "Amore", che è il Padre "da
cui ogni paternité, in cielo e in terra, trae il suo nome". Il
matrimonio non è quindi effetto del caso o prodotto dél
ia evoluzione di inconsce forze naturali: è stato sapientemente e provvidenzialmente istituito da Dio creatore
per realizzare nell'umanité il suo disegno di amore. Per
mezzo délia reciproca donazione personale, loro propria
ed esclusiva, gli sposi tendono alla comunione délie loro
persone, con la quale si perfezionano a vicenda, per collaborare con Dio alla generazione e alla educazione di
nuove vite. Per i battezzati, poi, il matrimonio riveste la
dignité di segno sacramentale délia grazia, in quanto
rappresenta l'unione di Cristo e délia chiesa.
Le caratteristiche dell'amore coniugale
9. In questa luce appaiono chiaramente le note e le
esigenze caratteristiche deiramore coniugale, di cui è
di somma importanza avère un'idea esatta. E prima di
tutto amore pienamente umano, vale a dire sensibile e
spirituale. Non è quindi semplice trasporto di istinto e
di sentimento, ma anche e principalmente è atto délia
volonté libéra, destinato non solo a mantenersi, ma an
che ad accrescersi mediante le gioie e i dolori délia vita
quotidiana; cosï che gli sposi diventino un cuor solo e
63
un'anima sola, e raggiungano insieme la loro perfezione
umana. È poi amore totale, vale a dire una forma tutta
spéciale di amicizia personale, in cui gli sposi generosamente condividono ogni cosa, senza indebite riserve
o calcoli egoistici. Chi ama davvero il proprio consorte,
non lo ama soltanto per quanto riceve da lui, ma per se
stesso, lieto di poterlo arricchire del dono di se. Èancora
amore fedele ed esclusivo fino alla morte. Cosi infatti lo
concepiscono lo sposo e la sposa nel giorno in cui assumono liberamente e in piena consapevolezza l'impegno
del vincolo matrimoniale. Fedelté che puô talvolta esse-
re difficile, ma che sia sempre possibile, e sempre nobile
e meritoria, nessuno lo puô negare. L'esempio di tanti
sposi attraverso i secoli dimostra non solo che essa èconsentanea alla natura del matrimonio, ma altresi che da
essa, corne da una sorgente, scaturisce una intima e du-
ratura félicité. È infine amore fecondo, che non si esaurisce tutto nella comunione dei coniugi, ma è destinato
a continuarsi, suscitando nuove vite. "Il matrimonio e
l'amore coniugale sono ordinati per loro natura alla procreazione ed educazione délia proie. I fîgli infatti sono
il preziosissimo dono del matrimonio e contribuiscono
moltissimo al bene degli stessi genitori".
La paternità responsabile
10. Perciô l'amore coniugale richiede dagli sposi
che essi conoscano convenientemente la loro missio
ne di paternité responsabile, sulla quale oggi a buon
diritto tanto si insiste e che va anch'essa esattamente
compresa. Essa deve considerarsi sotto diversi aspetti legittimi e tra loro collegati. In rapporto ai processi
biologici, paternité responsabile significa conoscenza
e rispetto délie loro funzioni: l'intelligenza scopre, nel
potere di dare la vita, leggi biologiche che riguardano la
persona umana. In rapporto aile tendenze delTistinto
e délie passioni, la paternité responsabile significa il
64
necessario dominio che la ragione e la volonté devono
esercitare su di esse. In rapporto aile condizioni fisiche,
economiche, psicologiche e sociali, la paternité respon
sabile si esercita, sia con la deliberazione ponderata e
generosa di far crescere una famiglia numerosa, sia con .
la decisione, presa per gravi motivi e nel rispetto délia
legge morale, di evitare temporaneamente od anche a
tempo indeterminato, una nuova nascita. Paternité re
sponsabile comporta ancora e soprattutto un più profondo rapporto all'ordine morale chiamato oggettivo,
stabilito da Dio e di cui la retta coscienza è vera inter
prète. L'esercizio responsabile délia paternité implica
dunque che i coniugi riconoscano i propri doveri verso
Dio, verso se stessi, verso la famiglia e verso la société,
in una giusta gerarchia dei valori. Nel compito di trasmettere la vita, essi non sono quindi liberi di procede-
re a proprio arbitrio, corne se potessero determinare in
modo del tutto autonomo le vie oneste da seguire, ma,
al contrario, devono conformare il loro agire all'intenzione créatrice di Dio, espressa nella stessa natura del
matrimonio e dei suoi atti, e manifestata dall'insegnamento costante délia chiesa.
Rispettare la natura e lafinalità delVatto matrimoniale
11. Questi atti, con i quali gli sposi si uniscono in
casta intimité e per mezzo dei quali si trasmette la vita
umana, sono, corne ha ricordato il récente concilio, "onesti e degni", e non cessano di essere legittimi se, per cau
se mai dipendenti dalla volonté dei coniugi, sono previsti infecondi, perché rimangono ordinati ad esprimere
e consolidare la loro unione. Infatti, corne l'esperienza
attesta, non da ogni incontro coniugale segue una nuova
vita. Dio ha sapientemente disposto leggi e ritmi natura-
li di fécondité che giédi per se distanziano il susseguirsi
délie nascite. Ma, richiamando gli uomini all'osservanza
délie norme délia legge naturale, interpretata dalla sua
65
costante dottrina, la chiesa insegna che qualsiasi atto
matrimoniale deve rimanere aperto alla trasmissione
délia vita.
Inscindibili due aspetti: unione e procreazione
12. Taie dottrina, più volte esposta dal magistero dél
ia chiesa, è fondata sulla connessione inscindibile, che
Dio ha voluto e che l'uomo non puô rompere di sua ini-
ziativa, tra i due significati dell'atto coniugale: il signi
ficato unitivo e il significato procreativo. Infatti, per la
sua intima struttura, l'atto coniugale, mentre unisce con
profondissimo vincolo gli sposi, li rende atti alla generazione di nuove vite, secondo leggi iscritte nell'essere
stesso dell'uomo e délia donna. Salvaguardando ambe-
due questi aspetti essenziali, unitivo e procreativo, l'atto
coniugale conserva integralmente il senso di mutuo e
vero amore ed il suo ordinamento all'altissima vocazio-
ne dell'uomo alla paternité. Noi pensiamo che gli uomini
del nostro tempo sono particolarmente in grado di affer-
rare quanto questa dottrina sia consentanea alla ragione
umana.
Fedeltà al disegno di Dio
13. Giustamente infatti si avverte che un atto coniu
gale imposto al coniuge senza nessun riguardo aile sue
condizioni ed ai suoi giusti desideri non è un vero atto
di amore e nega pertanto un'esigenza del retto ordine
morale nei rapporti tra gli sposi. Cosi, chi ben riflette
dovré anche riconoscere che un atto di amore recipro-
co, che pregiudichi la disponibilité a trasmettere la vita
che Dio crêatore di tutte le cose secondo particolari leg
gi vi ha immesso, è in contraddizione sia con il disegno
divino, a norma del quale è costituito il coniugio, sia
con il volere dell'Autore délia vita umana. Usare di que66
sto dono divino distruggendo, anche soltanto parzialmente, il suo significato e la sua finalité è contraddire
alla natura dell'uomo come a quella délia donna e del
loro più intimo rapporto, e perciô è contraddire anche al
piano di Dio e alla sua santa volonté. Usufruire invece
del dono dell'amore coniugale rispettando le leggi del
processo generativo, significa riconoscersi non arbitri
délie sorgenti délia vita umana, ma piuttosto ministri
del disegno stabilito dal creatore. Infatti, come sui suo
corpo in générale l'uomo non ha un dominio illimitato,
cosi non lo ha, con particolare ragione, sulle sue facolté
generative in quanto tali, a motivo délia loro ordinazione intrinseca a suscitare la vita, di cui Dio è principio.
"La vita umana è sacra, ricordava Giovanni XXIII; fin
dal suo affiorare impegna direttamente l'azione créa
trice di Dio".
Vie illecite per la regolazione délia natalità
14. In conformité con questi principi fondamentali
délia visione umana e cristiana sui matrimonio, dobbiamo ancora una volta dichiarare che è assolutamente da
escludere, come via lecita per la regolazione délie nascite,
l'interruzione diretta del processo generativo gié iniziato, e soprattutto l'aborto diretto, anche se procurato per
ragioni terapeutiche. E parimenti da condannare, come
il magistero délia chiesa ha più volte dichiarato, la sterilizzazione diretta, sia perpétua che temporanea, tanto
dell'uomo che délia donna. È altresï esclusa ogni azione
che, o in previsione dell'atto coniugale, o nel suo compimento, o nello sviluppo délie sue conseguenze naturali, si
proponga, come scopo o come mezzo, di impedire la procreazione. Né, a giustificazione degli atti coniugali resi
intenzionalmente infecondi, si possono invocare, come
valide ragioni, che bisogna scegliere quel maie che sembri meno grave o il fatto che tali atti costituirebbero un
tutto con gli atti fecondi che furono posti o poi seguiran67
no, e quindi ne condividerebbero l'unica e identica bonté
morale. In vérité, se è lecito, talvolta, tollerare un minor
maie morale al fine di evitare un maie maggiore o di promuovere un bene più grande, non è lecito, neppure per
ragioni gravissime, fare il maie, affinché ne venga il bene,
cioè fare oggetto di un atto positivo di volonté ciô che è intrinsecamente disordine e quindi indegno délia persona
umana, anche se nell'intento di salvaguardare o promuo-
vere béni individuali, familiari o sociali. È quindi errore
pensare che un atto coniugale, reso volutamente infecondo, e perciô intrinsecamente non onesto, possa essere coonestato dall'insieme di una vita coniugale féconda.
Liceità dei mezzi terapeutici
15. La chiesa, invece, non ritiene affatto illecito Fuso
dei mezzi terapeutici necessari per curare malattie
dell'organismo, anche se ne risultasse un impedimento,
pur previsto, alla procreazione, purché taie impedimen
to non sia, per qualsiasi motivo, direttamente voluto.
Liceità del ricorso ai periodi infecondi
16. A questo insegnamento délia chiesa sulla mo
rale coniugale, si obietta oggi, come osservavamo so-
pra (n. 3), che è prerogativa delFintelligenza umana
dominare le énergie offerte dalla natura irrazionale e
orientarle verso un fine conforme al bene dell'uomo.
Ora, alcuni si chiedono: nel caso présente, non è forse razionale, in circostanze cosi complesse, ricorrere al
controllo artificiale délie nascite, se con ciô si ottiene
l'armonia e la quiète délia famiglia e migliori condizio-
ni per l'educazione dei figli gié nati? A questo quesito
occorre rispondere con chiarezza: la chiesa è la prima a
elogiare e a raccomandare l'intervento delFintelligenza
in un'opera che cosi da vicino associa la creatura ra68
gionevole al suo creatore, ma afferma che ciô si deve
fare nel rispetto dell'ordine da Dio stabilito. Se dunque
per distanziare le nascite esistono seri motivi, derivanti dalle condizioni fisiche o psicologiche dei coniugi, o
da circostanze esteriori, la chiesa insegna essere allora lecito tener conto dei ritmi naturali immanenti aile
funzioni generative per Fuso del matrimonio nei soli
periodi infecondi e cosi regolare la natalité senza offendere minimamente i principi morali che abbiamo
ora ricordato. La chiesa è coerente con se stessa, sia
quando ritiene lecito il ricorso ai periodi infecondi, sia
quando condanna come sempre illecito Fuso dei mezzi
direttamente contrari alla fecondazione, anche se ispirato da ragioni che possano apparire oneste e gravi. In
fatti, i due casi differiscono completamente tra di loro:
nel primo caso i coniugi usufruiscono legittimamente
di una disposizione naturale; nell'altro caso essi im-
pediscono lo svolgimento dei processi naturali. È vero
che, nell'uno e nell'altro caso, i coniugi concordano con
mutuo e certo consenso di evitare la proie per ragio
ni plausibili, cercando la sicurezza che essa non verre;
ma è altresï vero che soltanto nel primo caso essi sanno
rinunciare all'uso del matrimonio nei periodi fecondi
quando, per giusti motivi, la procreazione non è desiderabile, usandone, poi, nei periodi agenesiaci a manifestazione di affetto e a salvaguardia délia mutua fedelté.
Cosi facendo essi danno prova di amore veramente e
integralmente onesto.
Gravi conseguenze dei metodi di regolazione artificiale
délia natalità
17. Gli uomini retti potranno ancora meglio convincersi délia fondatezza délia dottrina délia chiesa in
questo campo, se vorranno riflettere aile conseguenze
dei metodi di regolazione artificiale délie nascite. Considerino, prima di tutto, quale via larga e facile aprireb69
bero cosi alla infedelté coniugale ed alFabbassamento
générale délia moralité. Non ci vuole molta esperienza
per conoscere la debolezza umana e per comprendere
che gli uoraini- i giovani specialmente, cosi vulnerabili su questo punto - hanno bisogno d'incoraggiamento
a essere fedeli alla legge morale e non si deve loro offrire qualche facile mezzo per eluderne l'osservanza. Si
puô anche temere che l'uomo, abituandosi all'uso délie
pratiche anticoncezionali, finisca per perdere il rispetto délia donna e, senza più curarsi del suo equilibrio
fisico e psicologico, arrivi a considerarla come semplice
strumento di godimento egoistico e non più come la sua
compagna, rispettata e amata. Si rifletta anche all'ar-
ma pericolosa che siverrebbe a mettere cosi tra le mani
di autorité pubbliche, incuranti délie esigenze morali.
Chi potré rimproverare a un governo di applicare alla
soluzione dei problemi délia collettivité ciô che fosse
riconosciuto lecito ai coniugi per la soluzione di un problema familiare? Chi impediré ai governanti di favorire
e persino di imporre ai loro popoli, ogni qualvolta lo
ritenessero necessario, il metodo di contraccezione da
essi giudicato più efficace? In tal modo gli uomini, volendo evitare le difficolté individuali, familiari o sociali che s'incontrano nell'osservanza délia legge divina,
arriverebbero a lasciare in balia dell'intervento délie
autorité pubbliche il settore più personale e più riservato délia intimité coniugale. Pertanto, se non si vuole
esporre all'arbitrio degli uomini la missione di generare la vita, si devono necessariamente riconoscere limi
ti invalicabili alla possibilité di dominio dell'uomo sui
proprio corpo e sulle sue funzioni; limiti che a nessun
uomo, sia privato, sia rivestito di autorité, è lecito infrangere. E tali limiti non possono essere determmati
che dal rispetto dovuto alFintegrité del corpo umano
e délie sue funzioni naturali secondo i principi sopra
ricordati e secondo la retta intelligenza del principio di
totalité, illustrato dal nostro Predecessore Pio XII.
70
La chiesa garante degli autentici valori umani
18. Si puô prevedere che questo insegnamento non
saré forse da tutti facilmente accolto: troppe sono le voci,
amplificate dai moderni mezzi di propaganda, che contrastano con quella délia chiesa. A dir vero, questa non
si meraviglia di essere fatta, a somiglianza del suo divin
fondatore, "segno di contraddizione", ma non lascia per
questo di proclamare con umile fermezza tutta la legge
morale, sia naturale, che evangelica. Di essa la chiesa non
è stata autrice, né puô, quindi, esserne arbitra; ne è soltanto depositaria e interprète, senza mai poter dichiarare
lecito quel che non lo è, per la sua intima e immutabile opposizione al vero bene dell'uomo. Nel difendere la morale
coniugale nella sua intégralité, la chiesa sa di contribuire
all'instaurazione di una civilté veramente umana; essa
impegna l'uomo a non abdicare alla propria responsabi
lité per rimettersi ai mezzi tecnici; difende con ciô stesso la dignité dei coniugi. Fedele all'insegnamento come
all'esempio del Salvatore, essa si dimostra arnica sincera
e disinteressata degli uomini che vuole aiutare, fin dal
loro itinerario terrestre, "a partecipare come figli alla vita
del Dio vivente, Padre di tutti gli uomini".
Direttive pastorali
La chiesa eemadre e maestra"
19. La nostra parola non sarebbe espressione adeguata del pensiero e délie sollecitudini délia chiesa, madré
e maestra di tutté le genti, se, dopo aver richiamato gli
uomini alla osservanza e al rispetto délia legge divina
riguardante il matrimonio, non li confortasse nella vita
di una onesta regolazione délia natalité, pur in mezzo
aile difficili condizioni che oggi travagliano le famiglie e
i popoli. La chiesa, infatti, non puô avère altra condotta
verso gli uomini da quella del Redentore: conosce la loro
debolezza, ha compassione délia folla, accoglie i pecca71
tori; ma non puô rinunciare a insegnare la legge che in
realté è quella propria di una vita umana restituita nella
sua vérité originaria e condotta dallo Spirito di Dio.
Possibilità délia osservanza délia legge divina
20. La dottrina délia chiesa sulla regolazione délia na
talité, che promulga la legge divina, appariré facilmente
a molti di difficile o addirittura impossibile attuazione. E
certamente, come tutte le realté grandi e benefiche, essa
richiede serio impegnoe molti sforzi, individuali, familiari
e sociali. Anzi, non sarebbe attuabile senza l'aiuto di Dio,
che sorregge e corrobora la buonavolonté degliuomini. Ma
a chi ben riflette non potré non appariré che tali sforzi sono
nobilitanti per l'uomo e benefici per la comunité umana.
Padronanza di se
21. Una retta e onesta pratica di regolazione délia na
talité richiede anzitutto dagli sposi che acquistino e pos-
seggano solide convinzioni circa i veri valori délia vita
e délia famiglia, e che tendano ad acquistare una per-
fetta padronanza di se. Il dominio dell'istinto, median
te la ragione e la libéra volonté, impone indubbiamente
una ascesi, affinché le manifestazioni affettive délia vita
coniugale siano secondo il retto ordine e in particolare
per l'osservanza délia continenza periodica. Ma questa
disciplina, propria délia purezza degli sposi, benlungi al
nuocere all'amore coniugale, gli conferisce invece un più
alto valore umano. Esige un continuo sforzo, ma grazïe
al suo benefico influsso i coniugi sviluppano integralmente la loro personalité, arricchendosi di valori spiri-
tuali: essa apporta alla vita familiare frutti di sérénité
e di pace e agevola la soluzione degli altri problemi; fa
vorisée l'attenzione verso l'altro coniuge, aiuta gli sposi
a bandire l'egoismo, nemico del vero amore, e approfon72
disce il loro senso di responsabilité nel compimento dei
loro doveri. I genitori acquistano con essa la capacité di
un influsso più profondo ed efficace per l'educazione dei
figli; la fanciullezza e la gioventù crescono nella giusta
stima dei valori umani e nello sviluppo sereno ed armonico délie loro facolté spirituali e sensibili.
Creare un ambiente favorevole alla castità
22. Noi vogliamo in questa occasione richiamare Fattenzione degli educatori e di quanti assolvono compiti
di responsabilité in ordine al bene comune dell'umana
convivenza, sulla nécessité di creare un clima favorevo
le alFeducazione délia castité, cioè al trionfo délia sana
liberté sulla licenza, mediante il rispetto dell'ordine mo
rale. Tutto ciô che nei moderni mezzi di comunicazione
sociale conduce aile eccitazioni dei sensi, alla sfrenatez-
za dei costumi, come pure dgni forma di pornografia o di
spettacoli licenziosi, deve suscitare la franca e unanime
reazione di tutte le persone sollecite del progresso délia
civiltè e délia difesa dei béni supremi dello spirito uma
no. Invano si cercherebbe di giustificare queste depra-
vazioni con pretese esigenze artistiche scientifiche o di
trarre argomento dalla liberté lasciata in questo settore
da parte délie pubbliche autorité.
Appello ai pubblici poteri
23. Ai governanti, che sono i principali responsabili
del bene comune e tanto possono per la salvaguardia del
costume orale, noi diciamo: non lascino che si degradi la
moralité dei loro popoli; non accettino che si introducano
in modo légale in quella cellula fondamentale dello stato,
che è la famiglia, pratiche contrarie alla legge naturale e
divina. Altra è la via mediante la quale i pubblici poteri
possono e devono contribuire alla soluzione del problema
73
demografico: è la via di una provvida politica familiare,
di una saggia educazione dei popoli, rispettosa délia legge
morale e délia liberté dei cittadini. Siamo ben consape-
voli délie gravi difficolté in cui versano i pubblici poteri
a questo riguardo, specialmente nei paesi in via di svi
luppo. Aile loro legittime preoccupazioni abbiamo consacrato la nostra enciclica Populorum progressio. Ma, con il
nostro predecessore Giovanni XXIII, ripetiamo: "Queste
difficolté non vanno superate facendo ricorso a metodi e
a mezzi che sono indegni dell'uomo e che trovano la loro
spiegazione soltanto in una concezione prettamente materialistica dell'uomo stesso e délia sua vita. La vera solu
zione si trova soltanto nello sviluppo economico e nel pro-
gresso sociale, che rispettano e promuovono i veri valori
umani individuali e sociali". Né si potrebbe senza grave
ingiustizia rendere la divina Provvidenza responsabile di
ciô che dipendesse invece da minore saggezza di governo,
da un senso insufficiente délia giustizia sociale, da egoistico accaparramento o ancora da biasimevole indolenza
nell'affrontare gli sforzi e i sacrifici necessari per assicurare la elevazione del livello di vita di un popolo e di tutti
i suoi figli. Che tutti i poteri responsabili - come certuni
gié fanno cosi lodevolmente - rawivino generosamente
i loro sforzi. E non cessi di estendersi Faiuto vicendevole
tra tutti i membri délia grande famiglia umana: è un cam
po quasi illimitato che si âpre cosi all'attivité délie grandi
organizzazioni internazionali.
Agli uomini di scienza
24. Vogliamo ora esprimere il nostro incoraggiamento agli uomini di scienza, i quali "possono dare un
grande contributo al bene del matrimonio e délia fami
glia e alla pace délie coscienze, se, unendo i loro studi,
cercheranno di chiarire più a fondo le diverse condizioni
che favoriscono una onesta regolazione délia procrea-
zione umana". È in particolare auspicabile che, secondo
74
Faugurio formulato da Pio XII, la scienza medica riesca
a dare una base sufficientemente sicura ad una rego
lazione délie nascite, fondata sull'osservanza dei ritmi
naturali. Cosi gli uomini di scienza, e in modo spéciale
gli scienziati cattolici, contribuiranno a dimostrare con
i fatti che, come la chiesa insegna, "non vi puô essere
vera contraddizione tra le leggi divine che reggono la
trasmissione délia vita e quelle che favoriscono un autentico amore coniugale".
Agli sposi cristiani
25. E ora la nostra parola si rivolge più direttamente
ai nostri figli, particolarmente a quelli che Dio chiama
a servirlo nel matrimonio. La chiesa, mentre insegna
le esigenze imprescrittibili délia legge divina, annunzia la salvezza e âpre con i sacramenti le vie délia grazia, la quale fa dell'uomo una nuova creatura, capace di
corrispondere nell'amore e nella vera liberté al disegno
del suo Creatore e Salvatore e di trovare dolce il gio-
go di Cristo. Gli sposi cristiani, dunque, docili alla sua
voce, ricordino che la loro vocazione cristiana iniziata
col battesimo si è ulteriormente specificata e rafforzata col sacramento del matrimonio. Per esso i coniugi
sono corroborati e quasi consacrati per l'adempimento
fedele dei propri doveri, per Fattuazione délia propria
vocazione fino alla perfezione e per una testimonianza
cristiana loro propria di fronte mondo. Ad essi il Signore affida il compito di rendere visibile agli uomini la
santité "e la soavité délia legge che unisce l'amore vicendevole degli sposi con la loro cooperazione all'amore
di Dio autore délia vita umana. Non intendiamo affatto
nascondere le difficolté talvolta gravi inerenti alla vita
dei coniugi cristiani: per essi, come per ognuno, è stretta la porta e angusta la via che conduce alla vita". Ma la
speranza di questa vita deve illuminare il loro cammino, mentre coraggiosamente si sforzano di vivere con
75
saggezza, giustizia e pieté nel tempo présente, sapendo
che la figura di questo mondo passa. Affrontino quindi
gli sposi i necessari sforzi, sorretti dalla fede e dalla
speranza che "non delude, perché l'amore di Dio è stato
effuso nei nostri cuori con lo Spirito santo, che ci è stato
dato"; implorino con persévérante preghiera Faiuto divino; attingano soprattutto nell'eucaristia alla sorgente
délia grazia e délia carité. E se il peccato facesse ancora presa su di loro, non si scoraggino, ma ricorrano
con umile perseveranza alla misericordia di Dio, che
viene elargita con abbondanza nel sacramento délia penitenza. Essi potranno in tal modo realizzare la pienezza délia vita coniugale descritta dall'apostolo: "Mariti,
amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la
chiesa [...]. I mariti devono amare le loro mogli come il
proprio corpo. Amare la moglie, non è forse amare se
stesso? Ora nessuno mai ha odiato la propria carne, che
anzi la nutre e la cura, come fa Cristo per la chiesa [...].
Grande è questo mistero, voglio dire riguardo a Cristo e
alla chiesa. Ma per quel che vi concerne, ognuno ami la
sua moglie come se stesso e la moglie rispetti il proprio
marito".
Apostolato tra i focolari
26. Tra i frutti che maturano da un generoso sforzo
di fedelté alla legge divina, uno dei più preziosi è che i
coniugi stessi non di rado provano il desiderio di comunicare ad altri la loro esperienza. Viene cosi a inserirsi
nel vasto quadro délia vocazione dei laici una nuova e
notevolissima forma dell'apostolato del simile da par
te del simile: sono gli sposi stessi che si fanno apostoli
e guide di altri sposi. Questa è senz'altro tra tante for
me di apostolato una di quelle che oggi appaiono più
opportune.
76
Ai medici e al personale sanitario
27. Abbiamo in altissima stima i medici e i membri
del personale sanitario ai quali, nell'esercizio délia loro
professione, più di ogni interesse umano, stanno a cuore
le superiori esigenze délia loro vocazione cristiana. Per-
severino dunque nel promuovere in ogni occasione le soluzioni, ispirate alla fede e alla retta ragione, e si sforzino
di suscitarne la convinzione e il rispetto nel loro ambiente. Considerino poi anche come proprio dovere professionale quello d'acquistare tutta la scienza necessaria in
questo delicato settore, al fine di poter dare agli sposi
che li consultano i saggi consigli e le sane direttive, che
questi da loro a buon diritto aspettano.
Ai sacerdoti
28. Diletti figli sacerdoti, che per vocazione siete i consiglieri e le guide spirituali délie singole persone e délie
fàmiglie, ci rivolgiamo ora a voi con fiducia. Il vostro pri
mo compito - specialmente per quelli che insegnano la
teologia morale - è di esporre senza ambiguité l'insegnamento délia chiesa sui matrimonio. Siate i primi a dare,
nell'esercizio del vostro ministero, Fesempio di un leale
ossequio, interno ed esterno, al magistero délia chiesa.
Taie ossequio, ben lo sapete, obbliga non solo per le ragio
ni addotte, quanto piuttosto a motivo del lume dello Spirito santo, del quale sono particolarmente dotati i pastori
délia chiesa per illustrare la vérité. Sapete anche che è
di somma importanza, per la pace délie coscienze e per
l'unité del popolo cristiano, che, nel campo délia morale
come in quello del dogma, tutti si attengano al magistero
délia chiesa e parlino uno stesso linguaggio. Perciô con
tutto il nostro animo vi rinnoviamo l'accorato appello del
grande apostolo Paolo: "Vi scongiuro, fratelli, per il nome
77
di nostro signore Gesù Cristo, abbiate tutti uno stesso
sentimento, non vi siano tra voi divisioni, ma siate tutti
uniti nello stesso spirito e nello stesso pensiero".
29. Non sminuire in nulla la salutare dottrina di Cri
sto, è eminente forma di carité verso le anime. Ma ciô
deve sempre accompagnarsi con la pazienza e la bonté
di cui il Redentore stesso ha dato l'esempio nel trattare
con gli uomini. Venuto non per giudicare, ma per salvare, egli fu certo intransigente con il maie, ma paziente
e misericordioso verso i peccatori. Nelle loro difficolté,
i coniugi ritrovino sempre nella parola e nel cuore del
sacerdote l'eco délia voce e dell'amore del Redentore.
Parlate poi con fiducia, diletti figli, ben convinti che lo
Spirito santo di Dio, mentre assiste il magistero nel pro-
porre la dottrina, illumina internamente i cuori dei fedeli, invitandoli a dare il loro assenso. Insegnate agli sposi
la necessaria via délia preghiera, e istruiteli eonvenien-
temente, affinché ricorrano spesso e con grande fede ai
sacramenti dell'eucaristia e délia penitenza, e perché
mai si scoraggino a motivo délia loro debolezza.
Ai vescovi
30. Cari e venerabili fratelli nell'episcopato, con i
quali condividiamo più da vicino la sollecitudine del
bene spirituale del popolo di Dio, a voi va il nostro pen
siero riverente e affettuoso al termine di questa enci-
clica. A tutti rivolgiamo un pressante invito. A capo dei
vostri sacerdoti, cooperatori del sacro ministero, e dei
vostri fedeli, lavorate con ardore e senza sosta alla salvaguardia e alla santité del matrimonio, perché sia sempre
più vissuto in tutta la sua pienezza umana e cristiana.
Considerate questa missione come una délie vostre più
urgenti responsabilité nel tempo présente. Essa compor
ta, come sapete, un'azione pastorale concertata in tutti
i campi délia attivité umana, economica, culturale e so
ciale: solo infatti un miglioramento simultaneo in questi
vari settori permetteré di rendere non solo tollerabile,
ma più facile e gioconda la vita dei genitori e dei figli in
seno aile famiglie, più fraterna e pacifica la convivenza
nell'umana société, nella rigorosa fedelté al disegno di
Dio sui mondo.
Appello finale
31. Venerati fratelli, dilettissimi figli, e voi tutti, uo
mini di buona volonté, grande è l'opéra di educazione,
di progresso e di amore alla quale vi chiamiamo, basati
sulla fermissima dottrina délia chiesa, di cui il successore di Pietro è, con i suoi fratelli nell'episcopato cattolico,
fedele depositario e interprète. Opéra grande in vérité,
ne abbiamo l'intima convinzione, per il mondo come per
la chiesa, giacché l'uomo non puô trovare la vera félicité,
alla quale aspira con tutto il suo essere, se non nel rispet
to délie leggi iscritte da Dio nella sua natura e che egli
deve osservare con intelligenza e amore. Su quest'opera noi invochiamo, come su voi tutti, e in modo spéciale
sugli sposi, l'abbondanza délie grazie di Dio santissimo
e misericordiosissimo, in pegno délie quali vi diamo la
nostra benedizione apostolica.
79
II
Discorso di Sua Santità Benedetto XVI ai
partecipanti al Congresso internazionale
promosso dalla Pontificia Université
Lateranense, nel 40° Anniversario
dell'Enciclica Humanae vitae
Sala Clementina
Sabato, 10 maggio 2008
Venerati Fratelli nell'Episcopato e nel Sacerdozio,
cari fratelli e sorelle,
è con particolare piacere che vi accolgo al termine del
lavoro, che vi ha impegnati a riflettere su un problema
antico e sempre nuovo quale la responsabilité e il rispet
to per il sorgere délia vita umana. Saluto in modo par
ticolare Mons. Rino Fisichella, Magnifico Rettore délia
Pontificia Université Lateranense, che ha promosso que
sto Congresso internazionale e lo ringrazio per le espressioni di saluto che ha voluto rivolgermi. Il mio saluto si
estende poi agli illustri Relatori, Docenti e partecipanti
tutti, che con il loro contributo hanno arricchito queste
giornate di intenso lavoro. Il vostro contributo si inserisce efficacemente all'interno di quella più vasta pro-
duzione che, nel corso dei decenni, è venuta crescendo
su questo tema cosi controverso e, tuttavia, cosi decisivo
per il futuro dell'umanité.
Gié il Concilio Vaticano II, nella Costituzione Gau-
dium et spes, si rivolgeva agli uomini di scienza solleci81
tandoli ad unire gli sforzi per raggiungere un'unité del
sapere e una certezza consolidata circa le condizioni che
possono favorire una «onesta regolazione délia procreazione umana» (GS, 52). Il mio Predecessore di venerata memoria, il Servo di Dio Paolo VI, il 25 luglio del
1968, pubblicava la Lettera enciclica Humanae vitae.
Quel documento divenne ben presto segno di contraddizione. Elaborato alla luce di una decisione sofferta,
esso costituisce un significativo gesto di coraggio nel
ribadire la continuité délia dottrina e délia tradizione
délia Chiesa. Quel testo, spesso frainteso ed equivocato,
fece molto discutere anche perché si poneva agli albori
di una profonda contestazione che segnô la vita di intere generazioni. A quarant'anni dalla sua pubblicazione
quell'insegnamento non solo manifesta immutata la sua
vérité, ma rivela anche la lungimiranza con la quale il
problema venne affrontato. Di fatto, l'amore coniugale
viene descritto alFinterno di un processo globale che non
si arresta alla divisione tra anima e corpo né soggiace al
solo sentimento, spesso fugace e precario, ma si fa carico
dell'unité délia persona e délia totale condivisione degli
sposi che nell'accoglienza reciproca offrono se stessi in
una promessa di amore fedele ed esclusivo che scaturisce da una genuina scelta di liberté. Come potrebbe un
simile amore rimanere chiuso al dono délia vita? La vita
è sempre un dono inestimabile; ogni volta che si assiste
al suo sorgere percepiamo la potenza dell'azione créatri
ce di Dio che si fida dell'uomo e in questo modo lo chiama a costruire il futuro con la forza délia speranza.
Il Magistero délia Chiesa non puô esonerarsi dal
riflettere in maniera sempre nuova e approfondita sui
principi fondamentali che riguardano il matrimonio e la
procreazione. Quanto era vero ieri, rimane vero anche
oggi. La vérité espressa nelVHumanae vitae non muta;
anzi, proprio alla luce délie nuove scoperte scientifiche,
il suo insegnamento si fa più attuale e provoca a riflet
tere sui valore intrinseco che possiede. La parola chia-
ve per entrare con coerenza nei suoi contenuti rimane
quella dell'amore. Come ho scritto nella mia prima En82
ciclica Deus caritas est: «Euomo diventa realmente se
stesso quando corpo e anima si ritrovano in intima uni
té... Non sono né lo spirito né il corpo da soli ad amare:
è Fuomo, la persona, che ama come creatura unitaria, di
cui fanno parte corpo e anima» (n. 5). Tolta questa unité
si perde il valore dellà persona e si cade nel grave pericolo di considerare il corpo come un oggetto che si puô
comperare o vendere (cfr. ibid.). In una cultura sottoposta alla prevalenza dell'avere sull'essere, la vita umana
rischia di perdere il suo valore. Se l'esercizio délia sessualité si trasforma in una droga che vuole assoggettare
il partner ai propri desideri e interessi, senza rispettare
i tempi délia persona amata, allora ciô che si deve difendere non è più solo il vero concetto dell'amore, ma
in primo luogo la dignité délia persona stessa. Come
credenti non potremmo mai permettere che il dominio
délia tecnica abbia ad inficiare la qualité dell'amore e la
sacralité délia vita.
Non a caso Gesù, parlando dell'amore umano, si richiama a quanto operato da Dio all'inizio délia creazione
(cfr. Mt 19,4-6). Il suo insegnamento rimanda a un atto
gratuito con il quale il Creatore ha inteso non solo esprimere la ricchezza del suo amore, che si âpre donandosi
a tutti, ma ha voluto anche imprimere un paradigma sui
quale l'agire dell'umanité deve declinarsi. Nella fécon
dité dell'amore coniugale Fuomo e la donna partecipano
all'atto creativo del Padre e rendono évidente che all'ori-
gine délia loro vita sponsale vi è un "si" genuino che
viene pronunciato e realmente vissuto nella réciprocité,
rimanendo sempre aperto alla vita. Questa parola del
Signore permane immutata con la sua profonda vérité
e non puô essere cancellata dalle diverse teorie che nel
corso degli anni si sono succedute e a volte perfino contraddette tra loro. La legge naturale, che è alla base del
riconoscimento délia vera uguaglianza tra le persone e i
popoli, mérita di essere riconosciuta come la fonte a cui
ispirare anche il rapporto tra gli sposi nella loro respon
sabilité nel generare nuovi figli. La trasmissione délia
vita è iscritta nella natura e le sue leggi permangono
83
come norma non scritta a cui tutti devono richiamarsi.
Ogni tentativo di distogliere kTsguardo da questo principio rimane esso stesso stérile e non produce futuro.
È urgente che riscopriamo di nuovo un'alleanza
che è sempre stata féconda, quando è stata rispettata;
essa vede in primo piano la ragione e l'amore. Un acuto
maestro come Guglielmo di Saint Thierry poteva scrivere parole che sentiamo profondamente valide anche
per il nostro tempo: «Se la ragione istruisce l'amore e
l'amore illumina la ragione, se la ragione si converte in
amore e l'amore acconsente a lasciarsi trattenere entro
i confini délia ragione, allora essi possono fare qualcosa
di grande» (Natura e grandezza dell'amore, 21,8). Cos'è
questo "qualcosa di grande" a cui possiamo assistere? È
il sorgere délia responsabilité per la vita, che rende fe-
condo il dono che ognuno fa di se all'altro. È frutto di
un amore che sa pensare e scegliere in piena liberté,
senza lasciarsi condizionare oltre misura dall'eventuale
sacrificio richiesto. Da qui scaturisce il miracolo délia
vita che i genitori sperimentano in se stessi, verifîcando
come qualcosa di straordinario quanto si compie in loro
e tramite loro. Nessuna tecnica meccanica puô sostituire
l'atto d'amore che due sposi si scambiano come segno di
un mistero più grande che li vede protagonisti e compartecipi délia creazione.
Si assiste sempre più spesso, purtroppo, a vicende tristi che coinvolgono gli adolescenti, le cui reazioni manifestano una non corretta conoscenza del mistero délia vita
e délie rischiose implicanze dei loro gesti. Eurgenza formativa, a cui spesso faccio riferimento, vede nel tema dél
ia vita un suo contenuto privilegiato. Auspico veramente
che soprattutto ai giovani sia riservata un'attenzione del
tutto peculiare, perché possano apprendere il vero senso dell'amore e si preparino per questo con un'adeguata
educazione alla sessualité, senza lasciarsi distogliere da
messaggi effimeri che impediscono di raggiungere Fessenza délia vérité in gioco. Fornire false illusioni nell'ambito dell'amore o ingannare sulle genuine responsabilité
che si è chiamati ad assumere con l'esercizio délia propria
84
sessualitè non fa onore a una société che si richiama ai
principi di liberté e di democrazia. La liberté deve coniugarsi con la vérité e la responsabilité con la forza délia dedizione all'altro anche con il sacrificio; senza queste componenti non cresce la comunité degli uomini e il rischio di
rinchiudersi in un cerchio di egoismo asfîssiante rimane
sempre in agguato.
Einsegnamento espresso dall'enciclica Humanae vi
tae non è facile. Esso, tuttavia, è conforme #lla struttura
fondamentale mediante la quale la vita è sempre stata
trasmessa fin dalla creazione del mondo, nel rispetto dél
ia natura e in conformité con le sue esigenze. Il riguardo
per la vita umana e la salvaguardia délia dignité délia
persona ci impongono di non lasciare nulla di intentato
perché a tutti possa essere partecipata la genuina vérité
dell'amore coniugale responsabile nella piena adesione
alla legge inscritta nel cuore di ogni persona. Con questi
sentimenti imparto a tutti voi l'Apostolica Benedizione.
85
Bibliografia di Michel Schooyans
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87
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- L'Évangile face au désordre mondial, Prefazione del
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(traduzione in inglese, spagnolo). Trad. it. Nuovo disordi
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1999 (traduzione in inglese; traduzione in tedesco, porto
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- Euthanasie: Le dossier Binding et Hoche, Le Sarment,
Paris 2002 (in collaborazione con Klaudia Schank).
- Pour relever les défis du monde moderne. L'Enseigne
ment Social de l'Église, Prefazione di René Rémond,
l'Académie française, Presses de la Renaissance, Paris
2004.
- Le terrorisme à visage humain, François-Xavier de
Guibert, 2a éd., Paris 2008 (in collaborazione con AnneMarie Libert), (traduzione spagnola e italiana in prepa
razione).
- Entretiens sur les Idoles de la Modernité, François-Xa
vier de Guibert, Paris 2008 (in corso di stampa; traduzio
ne italiana e spagnola in preparazione).
89
Nella stessa collana
01. GlAMPAOLO CREPALDI, STEFANO FONTANA
La dimensione interdisciplinare délia Dottrina sociale
délia Chiesa. Uno studio sui magistero.
02. GlAMPAOLO CREPALDI
Globalizzazione. Una prospettiva cristiana.
03. STEFANO FONTANA
Per una politica dei doveri dopo il fallimento délia
stagione dei diritti.
04. CamilloRuini
Verità di Dio e verità delVuomo. Benedetto XVI e le
grandi domande del nostro tempo.
05. PaulPoupard
Populorum progressio tra ricordi e speranze.
06. GlAMPAOLO CREPALDI, PAOLO TOGNI
Ecologia ambientale ed ecologia umana. Politiche
delVambiente e Dottrina sociale délia Chiesa.
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OSSERVATORIO 1NTERNAZIONALE
GARD. VAN THUÀN SULLA DOTTRINA
SOCIALE DELLACH1ESA
VVVVVV.VANTHUANOBSERVATORY.ORG
QO|07/LA PROFEZIA DI
AOLO VI
Aquarant'anni dalla sua pubblicazione, l'Enciclica Humanae vitae con
tinua aprovocare reazioni appassionate. Al termine di infinité consulta-
zioni eresistendo ainsistenti pressioni, Paolo VI si pronuncia. Siamo nel
1968. Molti si attendevano che il Pontefice avrebbe seguito la maggio-
ranza degli esperti eche avrebbe ammesso la contraccezione artificiale
per le coppie sposate. Egli invece riafFerma che non bisogna separare le
due finalità dell'unione coniugale: la fecondità e Tamore. Una corren-
te di oppositori dichiara subito rEnciclica inaccettabile; il dissenso si
diffonde tra alcuni pastori; il Papa è sottoposto alinciaggio mediatico.
Oggi comprendiamo meglio che, dietro la questione délia contraccezio
ne, si nascondono altre sfide importanti: il relativismo el'individualismo
nell'ambito délia morale, il diritto délie autorità pubbliche ad interve-
nire in materia di demografia, il ruolo degli esperti, l'autorité del Papa,
la possibilità di rivedere gli insegnamenti pontifici, la corresponsabilità
nella Chiesa. Purtroppo, la maggior parte di coloro che hanno denigrato
XHumanae vitae non hanno notato che è anzitutto la ragione a giu-
stificare la posizione di Paolo VI. L'Enciclica conferma le conclusioni
evidenti di una série di discipline scientifiche, enei dati forniti da queste
discipline non esiste ombra di verità rivelata. Chiunque puô constatarlo.
MHumanae vitae puô essere compresa soltanto se èvalorizzato il ruolo
délia ragione nella ricerca del senso ultimo délia vita edell'amore.
Filosofo e teologo, Michel Schooyans èsacerdote délia diocesi di Bruxelles
eprofessore emerito presso l'Università di Lovanio. Èmembro dellAccade-
mia Pontificia délie Scienze Sociali (Roma), dellAccademia Pontificia per la
Vita (Roma), dellAccademia messicana di Bioetica (Messico), del Population
Research Institute (Washington), dell'Istituto di Demografia Politica (Parigi).
Le sue ricerche riguardano la filosofia politica, le idéologie contemporanee, le
politiche demografiche ela morale sociale.
ISBN:
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1925
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