Humanae vitae - Michel
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Humanae vitae - Michel
Michel Schooyans <n> L :;ezia eu L'Enciclica Humanae vitae (1968 CANTAGALLI Michel Schooyans LA PROFEZIA DI PAOLO VI L'Enciclica Humanae vitae (1968) Titolo originale delVopera: Le prophétie de Paul VI. L'encyclique Humanae vitae (Ï968) © Office d'Édition Impression Librairie (O.E.LL.) F.-X. de Guibert, Paris 2008 © Edizioni Cantagalli s.r.l. Siena2008 Humanae vitae, Lettera Enciclica del Sommo Pontefice Paolo PP. VI e Discorso di Sua Santità Benedetto XVI ai partecipanti al Congresso internazionale promosso dalla Pontificia Universita Lateranense, nel 40°Anniversario dell'Enciclica Humanae vitae © Libreria Editrice Vaticana Traduzione dalfrancese: Stefano Fontana Grafica di copertina: Alessandro Bellucci Redazione: Daniela Cundrô Stampato da Edizioni Cantagalli nel mese di ottobre 2008 ISBN 978-88-8272-421-4 MICHEL SCHOOYANS LA PROFEZIA DI PAOLO VI L'Enciclica Humanae vitae (1968) ji ha da a <?^* e 1925 CANTAGALLI Sommario Introduzione di S.E. Mons. Giampaolo Crepaldi 7 Prima parte Presentazione deU'Ënciclica I. Le sfide deU'Ënciclica 19 Il martirio del profeta 19 Un bel putiferio 20 Il machismo conquistatore 23 Dalla collegialità alla solitudine 24 I lumi délia ragione 26 Un "AIDS dello spirito" 28 Un'adesione ragionevole 29 II. L'Enciclica illustrata dai fatti: il suicidio demografico dell'Europa 33 Presentazione 33 Dal crollo délia fecondità alVinvecchiamento 34 Le cause di questo crollo 35 Conseguenze del crollo délia fecondità 38 III. Cosa possiamo fare? 45 IV. Documenti: recenti prese di coscienza 53 5 Seconda parte Testi I. Humanae vitae Lettera Enciclica del Sommo Pontefice Paolo PP. VI 59 Aspetti nuovi del problema e competenza del magistero Principi dottrinali Direttive pastorali 59 62 71 Appellofinale ™ II. Discorso di Sua Santità Benedetto XVI ai partecipanti al Congresso internazionale promosso dalla Pontificia Universita Lateranense, nel 40° Anniversario deU'Ënciclica Humanae vitae Bibliografia di Michel Schooyans 81 87 Introduzione LHumanae vitae e la moderna questione sociale S.E. MONS. GlAMPAOLO CREPALDI* La ricorrenza del quarantesimo anniversario délia pubblicazione deU'Ënciclica Humanae vitae di Paolo VI (25 luglio 1968) è da celebrarsi anche corne momento importante nella storia délia Dottrina sociale délia Chiesa. Quali sono i legami tra un'Enciclica che parla di riproduzione, di controllo délie nascite, di sessualità e la Dottrina sociale délia Chiesa? Le argomentazioni di Michel Schooyans costituiscono una risposta a questa domanda, ma dato che ormai, 40 anni dopo YHumanae vitae, questi nessi sono letteralmente esplosi, al punto che nessuno ha più alcun dubbio sul fatto che le tematiche délia vita occupino un posto centrale nella moderna "questione sociale", vorrei proporre qualche riflessione. Spero che da quanto dirô si potranno cogliere meglio le ragioni non solo délia presenza di questo libro nella nostra Collana, ma anche, più in générale, délia sempre maggiore nécessita di considerare questo tipo di problematiche come non estranee o marginali rispetto alla costruzione délia société secondo l'obiettivo del vero bene comune. * Vescovo Titolare di Bisarcio, è Segretario del Pontificio Consiglio délia Giustizia e délia Pace e Présidente dell'Osservatorio Internazionale Card. Van Thuân sulla Dottrina sociale délia Chiesa. 7 Il rapporto tra sessualità umana e società è stato piuttosto trascurato, per lungo tempo, tanto che oggi, per moite persone, diventa difficile addirittura coglierlo. Eppure è un rapporto di fondamentale importanza. Alla base délia società non stanno semplicemente due individui asessuati, ma una coppia, un uomo e una donna che si accolgono reciprocamente e, donandosi, si aprono alla vita. La polarità maschio-femmina è una dimensione fondamentale délia relazionalità umana, dell'esse- re dell'uomo, che è relazione. La Dottrina sociale délia Chiesa insegna che la socialità nasce dalla persona uma na, una creatura «uni-duale»1, corne insegna Benedetto XVI, riprendendo un'efficace definizione impiegata da Giovanni Paolo IL Da questa realtà dériva la gran de importanza antropologica e sociale délia sessualità. L'incontro sessuato tra maschio e femmina, non è solo "eros", è anche "agape", fin dall'origine, anche se i due amanti non ne sono pienamente consapevoli. Questo perché l'amore, che si esprime anche nella sessualità, ci mostra quanto è a noi indisponibile, una relazione pro fonda, non di tipo strumentale. L'amore "accade", non si puô programmare: l'altro non è mai strumentalizzabile. Benedetto XVI afferma che «l'amore tra uomo e don na [...] non nasce dal pensare e dal volere ma in certo quai modo si impone all'essere umano»2. Giustamente è stato osservato che «in questo "imporsi" si verifica un intéressante dinamismo: il soggetto amante si trova a riconoscere la mossa amorosa corne totalmente propria, coinvolgente e, in qualche modo, totalizzante la propria esistenza e la propria soggettività, ma nello stesso tem po non disponibile a se nel suo accadere, e tanto meno 1Benedetto XVI, Discorso ai Partecipanti ai Convegno inte™a^°- nale «Donna e uomo, Vhumanum nella suainterezza», 9 febbraio 2008. Cfr. Giovanni Paolo II, Lettera aile donne, 29 giugno 1995, n. 8. 2 Benedetto XVI, Deus caritas est, n. 3. 8 nel suo realizzarsi»3. L'amore viene dal di fuori, viene da altro, irrompe: chi ama fa esperienza délia gratuità, délia vocazione, grazie alla quale si apprezza in molti modi il senso e il valore délia propria libertà che si lega a quella di un'altra persona. Questa gratuità, questa li^ bertà, questa indisponibilité non possono, proprio in quanto tali, non essere aperte alla vita. È qui l'origine délie due car^tteristiche, quella unitiva e quella procreativa, dell'unione sessuale, indicate dalYHumanae vitae. Tali caratteristiche non possono essere disgiunte perché è la logica dell'amore umano a tenerle insieme. La logica contraccettiva introduce, invece, un elemento strumentale dentro l'accadere dell'amore e trasforma l'uomo e la donna, uniti gratuitamente da qualcos'altro e quindi "coppia", in due individui. L'atto sessuale viene separato dall'apertura all'accadere dell'amore e alla vita e, quindi, dall'apertura all'incondizionato. Quanto suc cédera molti anni dopo con l'inseminazione artificiale extracorporea4, che sépara la sessualità dal concepimento, minando le basi stesse délia famiglia e trasformando la sessualità in tecnica, era in qualche modo già stato avviato con la contraccezione. Se la coppia, aperta a una vocazione d'amore non strumentale, viene sostituita con due individui, allora l'esperienza primordiale délia gra tuità e dell'esistenza dell'indisponibile viene eliminata dalla società. Tutti i successivi legami sociali che hanno origine da quella cellula originaria, la coppia, non saranno più intesi come "accoglienza" deU'altro, ma come giustapposizione strumentale. Se all'origine non c'è un amore che "accade" come vocazione, quale è appunto l'amore tra uomo e donna, ma un rapporto pattizio e tec3 G Marengo, «Amo perché amo, amo per amare». Vevidenza e il compito, Cantagalli, Siena 2007, p. 43. Cfr. anche A. SCOLA, Il mistero nuziale, PUL-Mursia, 2 voll., Roma 1997-2000. 4 Secondo Benedetto XVI con la fecondazione artificiale extracorpo rea «è stata infranta la barriera posta a tutela délia dignità umana» (Be nedetto XVI, Discorso alla Congregazione per la Dottrina délia Fede, 31 gennaio 2008). nico tra due individui, anche tutti gli altri rapporti sociali, a cascata, perderanno la logica dell'amore e dell'apertura per assumerne una strettamente contrattuale. La tecnica e il patto prendono il sopravvento, la sessualità viene intesa solo o prevalentemente in questo modo, sôstanzialmente egocentrico e solipsistico. Se si tratta di due "individui" e non di una "coppia", eterosessualità, omosessualità e transessualità si equivalgono. Vengono meno l'accoglienza e la complementarità. Sul piano procreativo ciô comporta il diritto délie donne ad "avère un figlio da sole". Non si dà nessun vero incontro, perché il vero incontro "accade" come vocazione, come progetto su di noi che ci si svela. Di fronte a queste considerazioni si puô comprendere perché il Magistero insista in modo particolare su due tematiche: la prima è la tecnicizzazione délia procreazione (ossia la separazione del concepimento dall'atto coniugale. Trasformando il figlio generato in prodotto, questa tecnicizzazione priva la coppia di una délie fina lité fondamentali délia famiglia, quella di costituire il luogo umano dell'accoglienza); la seconda è la distinzione uomo-donna, ovvero la differenza sessuale5. Quanto al primo punto è évidente come l'inizio del processo si abbia proprio con la pillola contraccettiva e come FEnciclica Humanae vitae, esaminando Tintera questione alla luce délia ragione e délia fede, abbia vi- sto lontano. È difficile negare - come mostra molto bene Michel Schooyans - che un unico filo rosso colleghi la contraccezione, l'aborto, l'inseminazione artificiale ex5 Cfr. A. SCOLA, Uomo-donna. Il caso serio dell'amore, Marietti 1820, Genova 2002. Per un approfondimento délia polarità uomo-donna nel più ampio contesto dell'antropologia cristiana, si veda A. Scola, Antropologia cristiana, in Pontificia Accademia delle scienze sociali, Conceptualizationofthe Person in Social Sciences, Città del Vaticano 2006, pp. 7-24. Un'utile disamina délia questione délia identità e del génère si trova in Identità e génère, "I Quaderni di Scienza e Vita", 2, Associazione Scienza e Vita, 2007. 10 tracorporea, la selezione eugenetica embrionale e fetale e altri fenomeni di disprezzo délia vita. Non si vuol dire che si tratti di atti dalla medesima gravita, ma certamente sono espressioni di una stessa logica. Quanto al secondo punto, è oggi in atto una battaglià culturale6 attorno alla parola gender (génère) che spesso viene adoperata al posto délia parola "sesso" per indicare non una vocazione naturale délia persona, ma una scelta culturale o, come anche si dice, un "orientamento sessuale". Su questo importante punto la Congregazione per la Dottrina délia Fede ha emanato nel 2004 una Lettera sulla collaborazione delVuomo e délia donna nel la Chiesa e nel mondo, nella quale si afferma tra l'altro: «Per evitare ogni supremazia dell'uno o deU'altro sesso, si tende a cancellare le loro differenze, considerate come semplici effetti di un condizionamento storico-culturale. In questo livellamento, la differenza corporea, chiamata sesso, viene minimizzata, mentre la dimensione strettamente culturale, chiamata génère, è sottolineata al massimo e ritenuta primaria. L'oscurarsi délia diffe renza o dualità dei sessi produce conseguenze enormi a diversi livelli»7. Lo stesso Benedetto XVI ha ribadito le «verità antropologiche fondamentali dell'uomo e délia donna. L'uguaglianza in dignità e l'unità dei due, la radicata profonda diversité tra il maschile e il femminile e la loro vocazione alla reciprocità e alla complementarità, alla collaborazione e alla comunione»8, e ha aggiunto: «Quando l'uomo e la donna pretendono di essere autonomi e totalmente autosufficienti, rischiano di restare chiusi in un'autorealizzazione che considéra come con6 E. Montfort, J ôiritti déliafamiglia e ideologia del Gender, in «Bollettino di Dottrina sociale délia Chiesa», IV, 2 (2008), pp. 43-48. 7 CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, Lettera ai Vescovi délia Chiesa cattolica sulla collaborazione delVuomo e délia donna nella Chiesa e nel mondo, 31 maggio 2004. 8 Benedetto XVI, Discorso ai Partecipanti al Convegno internazio nale «Donna e uomo, Vhumanum nellasua interezza», 9 febbraio 2008. 11 quista di libertà il superamento di ogni vincolo naturale, sociale o religioso, ma che di fatto li riduce a una solitudine opprimente»9. L'insistenza del Magistero su questi due punti procreazione e identità sessuale - mira a contenere la pressione degli aspetti attuali del nichilismo, che si manifestano nel rifiuto di una vocazione, di una Paro la sull'uomo e sul mondo. L'amore tra uomo e donna è la risposta a una vocazione che irrompe, fuori da ogni strumentalità umana. Se questo viene a mancare nel punto di inizio, si trasforma il senso stesso délia fami glia e, conseguentemente, dell'intera convivenza socia le. La famiglia è il primo luogo in cui si vive la vocazio ne a un bene comune, che vi si mostra come impegno morale da assumere liberamente e "insieme". È nella famiglia che la vocazione ad accogliere gli altri come aspetto fondamentale dell'accogliere se stessi diventa prassi quotidiana. È nella famiglia che la disponibilità ad accogliere un progetto su di noi che ci précède e ci com-prende, pur essendo assolutamente non realizzabile senza la nostra libertà, si rende visibile e attuabile. Nella famiglia si fa esperienza dei legami naturali, non in quanto naturalistici e nemmeno come semplicemente culturali o storici - ambedue dimensioni indegne délia dignità délia persona - ma come vocazione10, che rifiuta l'arbitrio e richiede la libertà, traccia un proget to ma non lo impone e chiede che venga liberamente accolto. Nel Messaggio per la Giornata Mondiale delld Pace di quest'anno, Benedetto XVI tocca precisamente que sto punto. Con una bellissima espressione egli dice che 9 Ibidem. 10 Mi sono soffermato su una visione délia natura come vocazione in G. Crepaldi - P. Togni, Ecologia ambientale ed ecologia umana. Politiche delVambiente e Dottrina sociale délia Chiesa, Cantagalli, Siena 2007, pp. 17-26. 12 «la famiglia nasce dal "si" responsabile e definitivo di un uomo e di una donna e vive del "si" consapevole dei figli che vengono via via a farne parte [...]. È necessario che questa consapevolezza diventi convinzione condivisa anche di quanti sono chiamati a formare la comune famiglia umana. Occorre saper dire il proprio "si" a questa vocazione che Dio ha inscritto nella stessa no- stra natura»11. Viene qui posto un nesso chiarissimo tra la vocazione naturale alla famiglia, che ci chiama a un "si" libero e responsabile ad accogliere un progetto su di noi non solo come individui ma come famiglia, e la vocazione a dire il nostro "si" a un'altra vocazione, a un altro progetto su di noi che consiste nel far parte délia grande famiglia umana. Se l'uomo non riesce a cogliere la famiglia come vocazione naturale, come potrà ac cogliere l'appartenenza alla più vasta famiglia umana come un'altra vocazione naturale da assumere responsabilmente? Se la famiglia è produzione convenzionale e contrattuale, nella prospettiva non délia vocazione ma del prodotto, anche la società nel suo complesso non potrà essere intesa diversamente da una "aggregazione di vicini": nessuno, in questa prospettiva, riesce a comprenderla anche come «una comunità di fratelli e sorelle, chiamati a formare una grande famiglia»12. Un altro punto che ci fa dire che l'Enciclica Huma nae vitae ha una grande rilevanza sociale è il tema délia tecnica, che secondo me è il principale problema délia nostra cultura e délia nostra società. Esiste il pericolo délia "tecnicizzazione" di ambiti di vita che, cosï trattati, sfuggono al governo umano; cosi il nostro potere si trasforma in impotenza. Il sogno di Prometeo o, per restare più vicini nel tempo, di Francesco Bacone, vuole mettere nelle mani dell'uomo il segreto dell'onni11 Benedetto XVI, Famiglia umana comunità di pace, Messaggio per la Giornata mondiale délia Pace, 1° gennaio 2008, n. 6. 12 Ibidem. 13 potenza, ma in realtà spoglia quelle mani, consegnando l'uomo alla tecnica come anonima nudità del puro fare. Il problema délia tecnica, che il Magistero ha considerato soprattutto nell'ambito del rapporto con la natura tramite il lavoro e in quello délia manipolazione délia vita, travalica oggi questi stessi due ambiti e si pone come problema sociale globale. Anche il Compendio délia Dottrina Sociale délia Chiesa considéra il proble ma délia tecnica all'interno del rapporto uomo-natura e délie biotecnologie13. Esso lascia perô anche intuire che il discorso délia tecnica va ampliato ben oltre il tema délia natura, quando lo collega al problema dél ia cultura (n. 461), délia povertà (n. 482) o all'ecologia umana (n. 464). Oggi l'utilizzo délia tecnica è la vera e propria "questione sociale". Del resto, se seguiamo l'impostazione delYHumanae vitae e poi délia Evangelium vitae, comprendiamo che le cose stanno effettivamente cosi: la vita è la massima questione sociale, dunque anche la tecnica lo diventa quando viene applicata alla procreazione. È li, infatti, che anche l'uomo diventa fin dalla sua origine un "prodotto" délia anonima" nudità délia tecnica. Nell'Enciclica Humanae vitae Paolo VI non con- duce riflessioni espressamente rivolte alla dimensione sociale e politica, come farà invece Giovanni Paolo II nella Evangelium vitae. Paolo VI si mantiene su considerazioni previe, di carattere antropologico (a livello sia filosofico sia teologico) e di carattere morale. Cosi facendo egli illumina l'origine délia società ed è questo uno dei principali motivi per cui l'Enciclica Humanae vitae mérita attenzione anche come Dottrina sociale délia Chiesa. Quanto è successo ai tempi delYHumanae vitae e gli eventi successivi, fino ai nostri giorni, atte13 Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Compendio délia Dottrina Sociale della Chiesa, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2004, capitolo X, nn. 451-487, pp. 248-266. 14 stano che veramente, come sostiene il titolo di questo libro, quella di Paolo VI fu una "profezia". 15 Î.-5 Prima Parte Presentazione deU'Ënciclica I Le sfide deU'Ënciclica Il martirio del profeta Nel linguaggio comune, il profeta è qualcuno che annuncia avvenimenti che devono accadere e invita a prepararsi al loro arrivo. Per la tradizione biblica, egli è colui che ha ricevuto da Dio la missione di parlare in suo nome. Chiamato da Dio, il profeta è inviato ad an- nunciare il Suo disegno nei confronti del Suo popolo, per avvertire dell'imminenza di un castigo, per annunciare un tempo di conversione e di grazia, per invitare a rinnovare l'Alleanza. Il profeta non snatura il messaggio di cui è portatore, forse non ne coglie tutta la portata. Spesso è costretto a produrre segni che facciano riconoscere come autentico il messaggio che è incaricato di proclamare. Anche se puô essere tentato di rinunciare alla sua missione, le è fedele. Questa fedeltà lo fa soffrire; egli è testimone, "martire" fino in fondo. Lo sguardo del profe ta è rivolto sempre in lontananza; egli vede ciô che il po polo non vede, o non vuole vedere. Il suo destino è quello di non essere ascoltato da coloro a cui porta il messaggio; il suo destino è quello di essere disprezzato, scacciato o messo a morte. Paolo VI si iscrive nella grande tradizione profetica del popolo eletto. Come tutti i profeti, ha lottato con l'angelo, è stato mediatiqamente linciato, ha pre. 19 gato il Signore di illuminarlo (6b)1, l'ha supplicato, ha atteso pazientemente l'illuminazione dello Spirito di Dio. L'Enciclica Humanae vitae, di cui celebriamo il quarantesimo anniversario, è stata portata nel dolore e scritta nell'ascolto di Dio, mentre, ancor prima del la sua pubblicazione, era già iniziata la contestazione poiché gli oppositori si erano organizzati per cercare di "strappare" a Paolo VI un'Enciclica più "loro". Un bel putiferio 1968. In Francia, si procède all'uccisione del padre, l'università s'infiamma, gli scioperi surriscaldano l'atmosfera sociale. Negli Stati Uniti viene assassinato Martin Luther King. In primavera, è a Praga che nasce e si delinea un socialismo dal volto umano. In Belgio i francofoni sono espulsi dall'Università di Lovanio, che si scinde in due. Contemporaneamente a Parigi si rispolvera la rivoluzione sessuale di Wilhelm Reich e di Herbert Marcuse. Sartre, Simone de Beauvoir, Fou cault, Cohn-Bendit e tanti altri mettono insieme i loro grandissimi talenti per scandire l'assioma ellittico del la nuova morale: "Vietato vietare". I cristiani si sentono particolarmente chiamati in causa in quanto, agli occhi di molti, quella cristiana sarebbe una morale guastafeste, una litania di divieti, prima di tutto e soprattutto in campo sessuale. Un anno prima delYHumanae vitae, Paolo VI era già stato criticato per l'Enciclica Sacerdotalis cœlibatus sul celibato sacerdotale. Questa volta si tratta della posizione della Chiesa in materia di controllo délie nascite. Una volta ancora, la Chiesa appare come "segno di contraddizione" (18a). La sua posizione sarebbe inapplicabile e insosteni1 Nel testo, le cifre tra parentesi rimandano ai paragrafi deU'Ënciclica, le lettere ai capoversi. 20 bile; il Papa d'altronde si rende conto di questa difficoltà (16a-d; 18a; 20a). Numerosi articoli pubblicati già dalla fine degli anni '50 mostrano l'ardore con cui teologi e pastori vogliono riformare (3a) la posizione della Chiesa in materia di controllo délie nascite e di demografia (2a; 7a; 23a-c). Fin dall'inizio del suo pontificato, il Beato Giovanni XXIII (1881-1958-1963) aveva costituito una Commissio- ne incaricata di studiare questo delicato dossier, inclusa la questione demografica. Durante il Concilio Ecumenico Vaticano II (1962-1965), questo stesso dossier dà luogo a dei dibattiti in seno.a una Commissione conciliare2. Dopo la morte di Giovanni XXIII, Paolo VI (1897-1963- 1978) riprende i lavori iniziati dal suo predecessore, con sulta numerosi vescovi (5b) e studia personalmente e a fondo questo dossier (6ab). Nelle Commissioni e tra gli esperti, il rimettere in questione l'insegnamento della Chiesa sul controllo délie nascite acquista un'ampiezza sempre maggiore. Si manifesta con forza anche tra i laici e il clero ed è considerata con favore da una porzione significativa deU'episcopato3. Paolo VI è sottoposto a forti pressioni; è, per cosi dire, spinto a riformare l'insegnamento di Pio XI nell'Enciclica Casti connubii (1930). La maggior parte degli esperti fa valere argomenti ritenuti incontestabili, in vista di una rielaborazione sostanziale della dottrina di Pio XI. Essi affermano di volere una 2 Cfr.al riguardo J. Grootaers - J. Jans, La régulation des naissances à Vatican II: une semaine de crise, Éd. Peeters, Leuven 2002. 3 Cfr. al riguardo J-M. Paupert, Contrôle des naissances et théologie. Le dossier de Rome, Éd. du Seuil, Paris 1967; CH. E. Curran, Contracep tion: Authority and Dissent, Herder and Herder, New York 1969; D. CALLAHAN (éd.), The Catholic Case for Contraception, Macmillan, London 1969; J. DE Broucker, Le dossier Suenens. Diagnostic d'une crise, Éd. Universitai res, Paris 1970. Oltre a documenti del Cardinale stesso, quest'ultima opéra raccoglie testi di Karl Rahner, Hans Kùng, Gustave Thils, ecc. Citiamo an- cora R. McCLORY, Rome et la contraception. Histoire secrète de Venciclica Humanae vitae, Éd. de l'Atelier, Paris 1998. 21 nuova presa di posizione pontificia che riconosca la liceità morale del ricorso alla contraccezione, cioè della separazione, nell'unione coniugale, dei fini procreativo e unitivo (9a-e; 12a). A Paolo VI viene quasi intimato di seguire il parère della maggioranza délie Commissiorii e dei loro esperti. Queste aspre discussioni sulYHumanae vitae ci fanno comprendere che la contestazione di cui essa è oggetto comporta una prima sfida, di natura ecclesiologica: il Pontefice deve allinearsi al parère della mag gioranza dei consiglieri di cui ha chiesto il parère? (5a). Deve prendere in considerazione le richieste dei média cristiani, fino a conformare l'insegnamento del Magistero al comportamento assunto da moite coppie cristiane? L'Enciclica, cosi si dice, deve essere considerata accettabile da tutti coloro a cui è diretta. Ciascun individuo potràriferirsi, in ultima istanza, allapropria coscienza, e darle un assenso proporzionale aile proprie convenienze individuali. La seconda sfida deU'Ënciclica è rappresen- tata, perciô, dalle pressioni perfar prevalere una morale rélativista, gradualista, una morale dell'opzione fonda mentale (3b; 14d; 30a). Questo relativismo haripercussioni immédiate sulla famiglia e sul matrimonio (2a; 4c; 7a; 8b; lOa-d; 23a; 25ad). Arriviamo cosi alla terza sfida: si rivendica la con traccezione in nome diuna concezione neo-liberale della libertà degli individui e del loro diritto al piacere. L'idea di fedeltà a un impegno libero e chiaro ë incompatibile con questa concezione radicale della libertà individuale (9d; 17d). Ognuno puô scegliere i propri valori e cambiarli. Il matrimonio non è altro che un contratto, il frutto di un consenso sempre rinegoziabile o denunciabile. Ciô che conta è il piacere che gli individui acconsentono a 22 darsi l'un l'altro (22a). L'unione è il piacere, il figlio è il rischio che bisogna saper evitare. Paolo VI, perô, résiste aile molteplici pressioni cui è sottoposto; prega, si informa, ascolta, ma aspetta a pronunciarsi. Aspetterà cinque anni per stabilire la sua posizione, quella esposta nell'Enciclica Humanae vitae, pubblicata a Roma il 25 luglio 1968. Come è noto, la pubblicazione scatena immediatamente un bel putiferio in una frangia importante del mondo cristiano. Il machismo conquistatore Si riteneva che Paolo VI non comprendesse molto délie questioni femminili (2b; 13a). Egli sarebbe stato ré ticente nei confronti dei programmi per l'emancipazione della donna e del suo ingresso nel mondo del lavoro. Ma, a guardaje attentamente, con le sue prese di posizione Paolo VI ha contribuito alla liberazione della donna, ha mostrato il rispetto che aveva per la sua dignità, e in particolare per il suo corpo (17b). Questa è la quarta sfida. Papa Paolo VI solleva, in effetti, una questione di fondo nei rapporti uomo-donna. Come mai non sono state commercializzate le pillole per gli uomini? La risposta a questo interrogativo ha qualcosa di tragico. Accettando, anzi rivendicando piuttosto il diritto alla pillola e alla contraccezione, le donne hanno accettato ciô che gli uo mini non accettavano, e cioè che fosse messa in questio ne la loro fertilità. Dopo qualche anno, invece, la com- mercializzazione del Viagra ha ulteriormente esaltato il mito della virilità maschile, e gli effetti che gli vengono attribuiti evidenziano ancora di più l'assoggettamento della donna al machismo conquistatore. Oggi, negli ambienti femministi apparentemente meno sospetti di condiscendenza al Pontefice, numerose militanti constatano che i contraccettivi sono nocivi, e che le donne devono pagare un prezzo troppo alto per 23 offrire a uomini incuranti il piacere che si aspettano di ricevere dalle donne a loro sottomesse. Da qui l'ostilità che vediamo crescere in certe donne nei confronti degli uomi ni, donne che prendono coscienza della propria schiavitù. Presane coscienza, esse si chiedono se sia questa la loro liberazione, o se piuttosto non siano diventate un oggetto di consumo sessuale. Su questa linea, Paolo VI rimanda ad un'altra forma minacciosa di schiavitù. La quinta sfida delYHumanae vitae non è soltanto il controllo délie nascite, ma è an che la questione del diritto dei poteri pubblici a inter venue nelle questioni riguardanti la popolazione (2a; 17c; 23 ab). Dalla collégialité alla solitudine All'indomani della pubblicazione delYHumanae vitae, Paolo VI era vilipeso da molti e abbandonato da buona parte di coloro che avrebbero dovuto invece sostenerlo. Il Pontefice si ritrovô solo. È in questo stesso momento che, sulle barricate parigine, si procedeva all'uccisione di un altro padre. Tra coloro che avrebbero dovuto far prova di collégialité, pochi si mostrarono di- sposti a battersi per spiegare l'Enciclica (28a; 29b; 31a). In compenso, numerose furono le reazioni e le "dichiarazioni" di un'ambiguità studiata, più preoccupate di pia cere ai média e di sdoganarsi rispetto a quelli ostili che di far valere la fondatezza del documente4. Eppure, non mancavano certo argomenti per la spiegazione! L'Enciclica fa certamente appello allaluce della Rivelazione (4a), ed è proprio su di essa che si basa il cuore dell'argomentazione pontificia. Il Papa ricorda a 4 Cfr. il dossier molto documentato del dr. S. Seminckx, La réception de Venciclica «Humanae vitae» en Belgique. Étude de théologie morale, Pon tificia Universitas Sanctse Crucis,Facultas Theologise, Rome 2006. 24 tutti gli sposi che, per rispondere alla chiamata universale alla santità, essi possono contare sulla misericordia divina (19a; 25d; 29a). Ma l'Enciclica non è l'espressione di una decisione arbitraria di Paolo VI. Come sottolinea lo stesso Ponte fice, la posizione esposta in essa è fondata sulla ragione, anche se questo punto non è molto sviluppato (4ab). A differenza di certi teologi, Paolo VI non dimentica che, grazie alla luce della ragione, l'uomo, anche quello peccatore, puô accedere a conoscenze solide su se stesso e sul mondo. Coloro che hanno rimproverato al Pontefice di riferirsi alla "legge naturale" avrebbero dovuto rendersi conto del fatto che, cosi facendo, attaccavano il principio di fondo della razionalità, che permette all'uomo di comprendere la creazione e se stesso. Per di più, questo disprezzo della ragione da parte dei razionalisti a oltranza è incomprensibile. Al centro délie tempeste che hanno contrassegnato il 1968, YHumanae vitae appare quindi il punto di resistenza decisivo sulla complessa questione della bioetica. Se Paolo VI avesse ceduto sul tema della contraccezione, avrebbe aperto la porta a un naufragio in campo morale (10e), avrebbe cioè sconfessato la ragione, capace nel suo rettô uso di discernere il vero dal falso, il bene dal maie5. Inoltre, Egli avrebbe avviato una crisi capace di scuotere tutta la teologia dogmatica: Creazione, Incarnazione, Ecclesiologia. In effetti, la principale sfida delYHumanae vitae, la questione davvero fondamentale, è quella dell'autorità del Papa e del rapporto con la Tradizione. Si voleva, né più né meno, cercare di convincere Paolo VI a sconfessare Pio XI, e portarlo cosi a distruggere la propria autori5 Dobbiamo a C. Tresmontant una piccola opéra particolarmente il- lustrativa in Le Bonet le Mauvais. Christianisme et politique, Éd. FrançoisXavier de Guibert, Paris 1996. 25 ta e quella dei suoi successori. La collégialité che, nello spirito di Giovanni XXIII, doveva rafforzare l'unità attorno a Pietro, era stata deviata dal suo senso originario. Secondo il significato distorto che volevano dargli i revisionisti, la collégialité avrebbe significato che il Papa avrebbe dovuto, da quel momento in poi, avallare le decisioni prese collegialmente dai Vescovi, dagli esperti ë dal popolo di Dio6. In un certo modo, si fa appello al Concilio contro il Papa il quale avrebbe dovuto allinearsi alla posizione della maggioranza emersa da una procedura collégiale. Egli, in questo modo, sarebbe stato privato dell'autorità legata al suo primato7. I lumi della ragione È penoso constatare che, in tutte le discussioni che hanno preceduto e seguito YHumanae vitae, alcuni teologi e - chissà? - qualche pastore d'alto rango erano diventati oggettivamente causa di cecità. Questi perô non avevano notato che non è la fede a giustificare la posizio ne di Paolo VI nei confronti della contraccezione; ma è, piuttosto, la ragione che si manifesta in tutte le discipline nelle quali fabrillare la sua luce (17a; 24a). Sono le scienze 6 Queste critiche, spesso deliranti, sono riprese da inchieste sociologiche, la cui metodologia stessa, per definizione, vieta ogni riferimento alla Rivelazione. Cfr. al riguardo D. Hervieu-LÉGER, Catholicisme, la fin d'un monde, Éd. Bayard, Paris 2003; cfr. soprattutto le pp. 213-265. 7 II dibattito per la revisione è stato in particolare condotto dal Cardi nale Suenens. Cfr. di questo autore La corresponsabilité dans VEglise d'au jourd'hui, Desclée de Brouwer, Paris 1968, nonché l'intervista Le cardinal Suenens répond aux questions de José De Broucker. L'unité de l'Eglise dans la logique de VaticanII, in «Informations catholiques internationales», supplemento al n° 336, del 15 maggio 1969; questo supplemento si compone di XVI pagine. Sulla scia del Cardinale Suenens, il Cardinale CARLO Maria MARTINI ha sviluppato alcune critiche in un libro di interviste concesse a Georg Sporschill, e pubblicato con il titolo Jerusalemer Nachtgespràche: Ùber das Risiko des Glaubens, Éd. Herder, Fribourg 2008. Quest'opera è presentata comeil testamento spirituale dell'eminente prelato. H.TiNCQ ha parlato di questa opéra con il titolo curioso di "La leçon de (riforme' du car dinal Martinià son Église", in «Le Monde», 22maggio 2008. Il titolo "suona" in modo strano. 26 biomediche che ci dicono che l'assunzione di ormoni non è una cosa buona per le donne. È il diritto che ci dice che una legge che autorizza la messa a morte di un innocente è criminale. Sono i giudici che, al processo di Norimberga (1946-1947), hanno condannato l'eutanasia. Simone Veil stesso ci invita a scoprire - se ce ne fosse bisogno - che non si abortisce un oggetto qualunque, perché «è sempre più évidente scientificamente che, dal momento del concepimento, si tratta di un essere vivente»8. Sono gli psicologi a dire che, in caso di fallimento della contraccezione, la donna sarà portata ad abortire; essi constatano anche che l'aborto puo essere causa di disturbi psichici gravi per la donna9, e arrivano a délie conclusioni analoghe per i problemi dei figli nati da genitori biologici a loro ignoti10. Sono le statistiche governative che mostrano come la banalizzazione della contraccezione non faccia diminuire il numéro degli aborti11. Oltre agli studi scientifici12, sono le riviste dei consumatori a mettere in evidenza che i preservativi non sono affidabili. È il professor Luc Montagnier ad assicurarci che la pillola è la causa maggiore della diffusione dell'AIDS13. Sono gli specialisti di storia romana che traggono dal passato insegnamenti riguar- danti le migrazioni contemporanee. È la demografia che 8 Cfr. l'intervista a Simone Veil di E. Galiero dal titolo "L'avortement est une question éthique" ("L'aborto è una questione etica"), accessibile all'indirizzo http://www.tvmag.com. Questa intervista fa parte di un repor tage di France 2 su "L'aborto ad alto rischio in Spagna", andato in onda il 14 giugno 2007. 9 Cfr. ad esempio F. ALLARD - J-R. FROPO, Le traumatisme post-avortement, Éd. Salvator, Paris 2007. 10 Cfr. A. Kermalvezen, Né de spermatozoïde inconnu, Presses de la Renaissance, Paris 2008. 11 Cfr. al riguardo l'articolo di N. Bajos et al., "Pourquoi le nombre d'avortements n'a-t-il pas baissé en France depuis 30 ans?", in «Population et sociétés», 407 (dicembre 2004); cfr. p. 2, "Un paradoxe: la contraception a progressé, mais le nombre d'IVG n'a pas baissé". 12 A questo proposito rimandiamo al magistrale articolo di J. SUAUDEAU, "Sexualité sans risques", in Lexique des termes ambigus et controversés, pubblicato dal Pontificio Consiglio per la Famiglia, Ed.Téqui, Paris 2005, pp. 905-926. 13 Cfr. l'intervista a Luc Montagnier di M. RIVIÈRE, "El sida es hijo de la pildora anticonceptiva", in «La Vanguardia», 3 dicembre 1996, p. 76. 27 ci dice che se una società non fa più figli, e se li uccide, finisce per scomparire. Sono gli economisti che ci spiegano che se le casse pensionistiche e di disoccupazione non sono più alimentate, finiranno per restare vuote. In queste evidenze non c'è nemmeno l'ombra di una verità rivelata. Sitratta di constatazioni chechiunquepuô fare. Da buon teologo Paolo VI sapeva chela creazione è la pri ma rivelazione. Da buon umanista egli sapeva che i limiti alla libertà umana sono inscritti nella struttura corporea dell'uomo. Riconosciamolo, la Chiesa è quasi l'unica istituzio- ne a livello mondiale a riconoscerle e proclamarle, ma ciô non vuol dire che queste constatazioni siano tratte dalle Sacre Scritture. Attribuire alla Rivelazione verità scoperte dalla ragione, vuol dire cedere a un fideismo volontarista che umilia la ragione e le impedisce di svolgere il ruolo che le è proprio nell'atto di fede. Sciagurati coloro che affondano nell'ignoranza délie realtà elementari e che, per istigare un Papa contro un altro, rifiutano di tornare al senso comune! Un "AIDS dello spirito" Dopo quarant'anni, YHumanae vitae conferma che la fede e la ragione non sono mai veramente in con- flitto. Con la sua argomentazione prevalentemente teologica, Paolo VI conferma già le conclusioni ulteriori della ragione ed è ciô che illustreremo nel capitolo II. Purtroppo, per quanto si voglia spiegare ai cristiani ciô che è successo, molti restano indifferenti, molti altri sembrano sbalorditi, incapaci di riconoscere i segni dei tempi14. Questi segni, tuttavia, sono là, disponibili ed evidenti. È del tutto appropriato che si sia parlato, a questo riguardo, di un "AIDS dello spirito". Sappiamo 14 Cfr. Mt 16,4. 28 che l'AIDS blocca le reazioni immunitarie dell'organismo. Ma esiste pure un "AIDS" che blocca, anche tra i cristiani, Tesercizio della ragione nei riguardi del vero e del falso, del bene e del maie. Le reazioni sïYHuma- nae vitae hanno messo in luce un disinteresse quasi patologico a distinguere il vero dal falso. La ragione non puô essere abbandonata per attribuire il primato a una libertà disorientata e vagabonda. A dire il vero, questo disinteresse appariva già negli appelli al cambiamento che hanno preceduto la célè bre Enciclica. Una maggiore curiosità avrebbe spinto gli esperti e altri membri délie Commissioni a interes- sarsi maggiormente aile numerose pubblicazioni uscite ben prima del 1960 ad opéra degli stessi ricercatori nel campo della contraccezione. Se avessero preso conoscenza di questi lavori, coloro che assillavano Paolo VI avrebbero avuto délie sorprese. Avrebbero constatato, ad esempio, che G. Pincus, C. Clark, M. C. Shelesnyak - tutti scienziati responsabili di ricerche sulla contrac cezione - erano stati i primi a interrogarsi sugli effet ti abortivi della pillola e sulla sua azione nociva per la donna15. Un'adesione ragionevole Al termine di questa riflessione, possiamo trarre due conclusions Anzitutto, Paolo VI si è trovato in una situazione paragonabile a quella di Gesù tentato nel deserto dal diavolo16, e molto spesso sfidato dai farisei17. 15 Questo problema, e molti altri affrontati neirEnciclica, sono studiati in dettaglio nel mio lavoro, scritto in collaborazione con A.-M. LiBERT, Le terrorisme à visage humain, 2me édition, Éd. François-Xavier de Guibert, Paris 2008. Vedere anche, di M. Connelly, Fatal Misconception. The Struggle to Control World Population, The Belknap Press of Harvard University Press, Cambridge (Mass.)-London 2008. 16 Cfr. ad es. Mt 4,1-11.26.39. 17 Cfr. ad es. Me 8,11-13. 29 Corne Gesù, anche il Papa è stato sottoposto a una prova. «Questo linguaggio è duro. Chi puô intenderlo?»18 Ci si aspetta da lui che smussi le aspérité délia Croce19, che proponga una morale comoda, su misura, proporzionale agli sforzi che ciascuno accetta di fare. Ma, corne Gesù, il Papa non si lascia sedurre. La seconda conclusione che émerge è che l'adesione alFEnciclica Humanae vitae è ragionevole (28a; 29b). Essa afferma con coraggio che Fetica edonista non è buona per Fuomo. Con questo testo, Paolo VI âpre la strada a Giovanni Paolo II; il suo approccio è, infatti, ecologico. In Paolo VI appare già la promessa di una teologia del corpo (17b-d), corne pure dell'ambiente; ma soprattutto, è messa già in atto un'esegesi e una teolo gia che pongono fortemente Faccento sull'apporto délia ragione nello studio délie questioni morali (4a). Giovanni Paolo II tornerà spesso su queste questio ni aile quali, corne sappiamo, ha dedicato importanti sviluppi nelFEnciclica Fides et ratio (1998), in particolare nei primi quattro capitoli (nn. 1-48), nelFEncicli ca Veritatis splendor (1993), specialmente nel capitolo II (nn. 28-83), nonché nelFEnciclica Evangelium vitae (1995). Si ricorderà anche l'importante Comunicazione délia Chiesa Cattolica alla Conferenza del CIOMS, Per una chiara etica délia pianificazione familiare20. Possiamo attualmente sperare che, in linea con questi prestigiosi documenti, le più alte autorité délia Chiesa non tarderanno a illuminarci sulle nuove sfide che interpellano la ragione e la fede e che, per esempio, hanno per nome: "nuovi modelli di famiglia", omoses18 Cfr. Gv 6,60. 19 Cfr. 1 Co 1,17. 20 Questa XXII Conferenza del Consiglio délie Organizzazioni Internazionali délie Scienze Mediche ha avuto luogo a Bangkok dal 19 al 24 giu- gno 1988. Il testo délia comunicazione si trova in «Documentation catholi que», 1968 (4-18 settembre 1988), pp. 870-877. 30 sualità, riproduzione assistita, figli in provetta, manipolazioni genetiche, cellule indifferenziate, disponibi lité del corpo, trapianti, morte cérébrale, senza dimenticare la produzione di ibridi21. 21 Per avère un'idea dei progetti già conosciuti e in via di realizzazione, si puô fare riferimento allô Spécial Report in cui H. Pearson riporta previsioni raccolte presso numerosi ricercatori. Questo Spécial Report si intitola "Making babies: the next 30 years" ed è stato pubblicato nella célèbre rivista «Nature» del 17 luglio 2008, vol. 454, pp. 260-262. Questo Rapporta segna il passaggio dalla fiction alla realtà e ha un che di terrificante. È évidente il parallelismo tra esso e Brave New World (trad. it II mondo nuovo) di A. Huxley, pubblicato nel 1931 - un'opera di narrativa, certo, ma che, ora più che mai, si rivela drammaticamente premonitrice. 31 II L'Enciclica illustrata dai fatti: il suicidio demografico dell'Europa Presentazione Questo capitolo propone un'illustrazione concreta délia visione profetica di Paolo VI, analizzata nel capi tolo précédente. Sappiamo quanto YHumanae vitae sia stata accettata maie e quanto sia stata poco seguita, in particolare negli ambienti cristiani. Corne si osserverà, la banalizzazione délia contraccezione e dell'aborto non sono certamente le uniche cause delFinvecchiamento délia popolazione in Europa. Ma, uniti ad altre cause, gli effetti oggettivi, diretti o indiretti, di taie banalizzazione fanno rabbrividire. In contrasto con la chiaroveggenza di Paolo VI, vedremo dunque i misfatti del disinteresse e délia disinformazione nell'ambito délia demografia. Qui, corne altrove, il "politicamente corretto" si fon da necessariamente su una base ideologica. Al reale si chiede spesso di conformarsi a ciô che la vulgata ideo logica maltusiana e neo-maltusiana vorrebbe che fosse. Sono cosi pccultate parti intere del reale. In questo capi tolo illustrativo, al discorso ideologicamente e politica mente corretto sulla popolazione, opporremo alcuni dati scientifici essenziali riguardanti il futuro délia comunità umana. In altri termini, alla disinformazione contrapporremo l'informazione, il ritorno ai fatti. Riserveremo 33 un'attenzione spéciale a ciô che diversi autori, a cui ha fatto seguito Giovanni Paolo II, hanno chiamato "il suicidio demografico dell'Europa". Dal crollo délia fecondità alPinvecchiamento 1. E difficile parlare dell'invecchiamento senza spendere, prima di tutto, una parola sulla fecondità. In termini molto semplici, l'indice di fecondità, al quale ci riferiremo, indica il numéro medio di figli per donna in età riproduttiva. Più precisamente, la fecondità si misura con Vindice sintetico di fecondità (ISF). Esso esprime il numéro medio di figli che una donna dovrebbe mettere al mondo nel corso délia sua vita féconda (cioè da 15 a 49 anni) nel caso in cui i tassi parziali di fecondità attualmente osservati dovessero rimanere costanti in tutto questo periodo. 2. Nei paesi che godono di migliori condizioni in ambito sanitario e, in générale, affinché una popolazione si rinnovi ogni donna dovrebbe mettere al mondo 2,1 fi gli. Su scala mondiale, si osserva un crollo generalizzato délia fecondità. Dei 207 paesi monitorati nel 2007 da Jacques Dupâquier, 80 hanno un ISF uguale o inferiore a 2,1\ Questo crollo è particolarmente évidente in Europa, ove la fecondità è al livello di 1,5. In Francia, l'ISF è di 2,0 grazie soprattutto airimmigrazione; in Belgio è di 1,7; in Italia e Spagna, di 1,4; in Germania, di 1,3. Per contrasto, notiamo che in Turchia è di 2,2. 3. Il crollo délia fecondità si ripercuote sulla consistenza délia popolazione. Secondo il 2007 World Popu1 Cfr. il dossier annuale pubblicato da J. Dupâquier nell'eccellente rivista d'informazione demografica «Population et Avenir» (Paris), 685 (novembre-dicembre 2007), pp. 18-23. Il dossier ha corne titolo La population des continents et des États en 2007. Cfr. anche l'articolo dello stesso spe- cialista "Démographie. Des bouleversements au détriment de l'Occident", in «Le Monde», 7 febbraio 2002; testo completo disponibile su http://www. asmp.fr/travaux/communications/2002/dupaquier.htm. 34 lotion Data Sheet, pubblicato dal Population Référence Bureau (Washington DC), nel 2007 l'Europa contava 733 milioni di abitanti che, nel 2050, saranno 669. Nello stes- so periodo, la Germania passera da 82,3 milioni a 71,4; la Russia da 141,7 a 109,4; l'Italia da 59,3 milioni a 55,9. La Turchia invece passera da 74,0 milioni a 88,7. 4. Si moltiplicano le grida d'allarme su ciô che Gérard- François Dumont ha chiamato "l'inverno demografico". Esse provengono da demografi autorevoli sul piano internazionale, quali Gary Becker, Gérard-François Du mont, Jacques Dupâquier, già menzionato, Yves-Marie Laulan, Jean-Didier Lecaillon, per citarne solo alcuni. Anche i poteri pubblici europei si preoccupano délie tendenze demografiche del vecchio continente2. Le cause di questo crollo Ci limiteremo a un elenco sommario, in quanto si tratta di cause generalmente facili da comprendere. 1. Il matrimonio è procrastinato nel tempo. Secondo il rapporto su The Evolution ofthe Family in Europe 2008, pubblicato dalFInstitute for Family Policy European Network3, nell'Unione Europea l'età média al momento del matrimonio sarebbe di 31 anni per gli uomini e di 29 2 Cfr. tra gli altri il dossier sul futi:ro demografico dell'Europa, su http://www.europarl.europa.eu preparato dal Parlamento Europeo e datato febbraio 2008. Cfr. anche il Livre vert pubblicato dalla Commissione Euro pea, Direction Emploi et Affaires sociales, Face aux changements démo graphiques, une nouvelle solidarité entre générations, Office des publica tions officielles des Communautés européennes, Luxembourg 2005. Si farà anche riferimento alla Comunicazione délia Commissione délie Comunità Europee, Promouvoir la solidarité entre les générations, COM (2007) 244 final, Bruxelles 10 maggio 2007. Il Bureau Fédéral du Plan (Bruxelles), http://www.plan.be, ha pubblicato il suo Working Paper 05-08, intitolato Ac cumuler des surplus budgétaires pourfaire face au vieillissement démogra phique en Belgique: réalités et perspectives. 3 II testo francese di questo rapporto, diretto da M. MartîNEZ-Aedo, si trova su http://www.ipfe.org e s'intitola Evolution de la famille en Europe 2008. L'Istituto (multilinguistico) di Politica Familiare ha sede a Madrid. 35 per le donne. Uno studio pubblicato nel 2008 dall'Istituto Nazionale di Statistica (Bruxelles) précisa che in Belgio gli uomini si sposano a 35 anni mentre le donne a 32. L'età média délia prima maternité aumenta, in quanto le coppie ritardano l'età nella quale avère il primo figlio. La gente si sposa meno di prima: nel 2006 ci sono stati 733.000 matrimoni in meno rispetto al 1980. Sempre se- condo lo stesso rapporto, tra il 1980 e il 2006 ci sono stati oltre 10 milioni di divorzi, che hanno riguardato più di 15 milioni di bambini. Solo nel 2006, ci sono stati più di 1 milione di divorzi, cioè 365.000 di più che nel 1980. 2. Moite donne scelgono un lavoro remunerato. L'istruzione délie ragazze è migliorata ed esse entrano nel sistema di produzione economica o nei servizi. 3. La percezione dei figli è cambiata: essi sono spes so considerati come un "diritto", perfino una propriété, Yoggetto di una scelta tra altri "béni". 4. Il passaggio dallo stile di vita délia campagna alla città accentua l'individualismo. 5. Le pressioni eugenetiche si manifestano in occasione dell'amniocentesi e/o délia scelta del sesso. Questo provoca un déficit di femmine. In certe regioni délia Cina, del Viet nam o dell'India, per ogni 100ragazze ci sono 120 ragazzi. 6. Le legislazioni sono generalmente sfavorevoli alla famiglia. L'aiuto familiare è spesso confuso con quello sociale. 7. La televisione contribuisce fortemente a distruggere i valori familiari. 8. Le politiche del credito favoriscono Vindebitamento in vista del consumo, e il figlio è percepito come un ostacolo. 9. Il prezzo délie case scoraggia i giovani dall'abitare in città. Essi, infatti, non hanno più i mezzi per poterci 36 vivere, tanto più che i prezzi alti si associano alla perdita dell'impiego4. 10. Tecniche antinataliste: contraccezione, aborto, infanticidio, sterilizzazione5, ecc. Secondo il già citato Population Référence Bureau (2007)6, in Europa il 68% délie donne sposate in età riproduttiva utilizzerebbe un metodo contraccettivo. In Francia e Germania il 75%; in Belgio il 79%; in Inghilterra l'84%; in Italia il 60% e in Spagna il 56%. Questi ultimi due dati mal si accordano con gli indici di fecondità citati sopra. 11. Inoltre, «il numéro totale di aborti nel mondo è stato stimato in 43 milioni nel 2003. [...] ci sono globalmente 31 aborti per 100 nascite»7. Alcuni casi particolari: in Germania sono stati registrati circa 120.000 aborti nel 20068. Nello stesso paese, si parla di oltre 4 milioni di aborti dopo la legalizzazione di questa pratica (1993). Sempre in Germania, uno studio di Christian Pfeiffer, a capo dell'Istituto di criminologia dell'Università di Hannover, ha evidenziato tre casi di infanticidio la setti- mana9. Per l'Inghilterra e il Galles vengono menzionati 185.000 aborti nel 2004. In Belgio, il numéro di aborti recensiti era di 10.380 nel 1993; è cresciuto quasi ogni anno tanto da arrivare a 15.595 nel 200310. In Spagna, 4 È ciô che fa notare É. Le Boucher, in «Le Monde», 4 febbraio 2008. Cfr. al riguardo Stérilisation: point de VAssociation Française pour la Contraception, accessibile su http://www.contraceptions.org/sterlisa/sterilisa. html, come anche il blog di Quality ofLife http://bioethique.over-blog.net. 6 Fonte: http://www.prb.org. 7 Fonte:http://fr.wkipedia.org/wiki/Interruption_volontaire_de_grossesse, che rinvia a G. Sedgh - S. Henslaw - S. Sing - E. Ahman - IH. Shah, Induced abortion estimated rates and trends Worldwide, in «The Lancet», 370 (2007), pp. 1338-1345. 8 Secondo lo Statistisches Bundesamt Deutschland, Press release n° 108/2007-03-14, accessibile su www.destatis.de. 9 Cfr. l'articolo di N. Versieux, "Infanticides: le nouveau clivage EstOuest", in «Libération», 23 aprile 2008, http://www.liberation.fr/actualite/ monde/322713.FR.php, o l'articolo in tedesco su http://www.sueddeutsche. de/deutschand/artikel/886/160449. 10 Secondo i dati délia Nationale Evaluatiecommissie betreffende de zwangerschapsafbreking, pubblicati nell'agosto 2007 da Sensoa (Antwer37 secondo i dati del Ministero délia Salute (2008), il nu méro di aborti ha raggiunto la cifra annua di 101.592 nel 2006, praticamente il doppio dal 199711. In Francia, i dati pubblicati nel 2007 dall'INED riportano 206.300 aborti, cioè 26,6 per 100 nascite12. I dati provvisori per il 2007 pubblicati in Italia dal Ministero délia Salute (nel 2008) riportano 127.038 aborti, in leggera flessione se rapportati agli anni precedenti13. Notiamo ancora che gli aborti riguardano sempre più le adolescenti, e adolescenti sempre più giovani. Osserviamo anche che ci sono donne che ricorrono più volte all'aborto. Ricordiamo, infine, che il numéro di abor ti mediante assunzione di "medicinali" è difficilmente computabile. Conseguenze del crollo délia fecondità 1. L'invecchiamento délia popolazione, cioè l'aumento del numéro e délia proporzione degli anziani14. Nel 1980, in Belgio l'età média era di 37 anni; attualmente è di 40 anni e le prospère Fiandre invecchiano più rapidamente. L'invecchiamento présenta due aspetti: a. da una parte, l'invecchiamento verso Valto délia piramide dell'età, che è il risultato dell'aumento pen), accessibili su www.sensoa.be. 11 Cfr. http://www.elmundo.es/elmundosalud/2008/01/03/mujer/1199391103. html. 12 Si tratta délia Statistica annuale délie istituzioni, che riporta unica- mente gli aborti. I dati possono essere reperiti su http://www.ined.fr/fr/pop_ chiffres/France/avortements_contraceptioon/avortements. 13 La Relazione del Ministro délia Salute sulla attuazione délia legge contenente norme per la tutela sociale délia maternità e per Vinterruzione • volontaria di gravidanza (Legge 194/78) è stata redatta da Livia Turco, Mi nistro délia Salute, e si trova su http://www.ministerosalute.it/imgs/C_17_ pubblicazioni_804_allegato.pdf (21 aprile 2008). 14 Ho già studiato le questioni affrontate qui nella mia opéra Le crash démographique. De la fatalité à Vesperance, Éd. Le Sarment-Fayard, Paris 1999. 38 délia speranza di vita, questa stessa a sua volta dovuta al générale miglioramento délie condizioni di vita e al progresso délia medicina; b. dall'altra, Vinvecchiamento verso il basso, che risulta dal déficit délie nascite, esso stesso dovuto al crollo délia fecondità. 2. L'invecchiamento si riflette ugualmente nell'età média di una popolazione. L'età média è quella che divide una popolazione in due parti uguali: coloro che hanno più di un certo numéro di anni e coloro che ne hanno meno. L'età média dell'Europa è attualmente di 39 anni e si prevede che nel 2050 sarà di 54. Quale sarà allora il numéro di donne in età féconda e quale il loro livello di fecondità? Notiamo che l'età média del Brasile è attual mente di 26 anni, mentre quella dello Yemen è di 18. 3. L'invecchiamento comporta l'aumento del tasso di dipendenza, cioè del rapporto tra le persone attive (che hanno da 15 a 64 anni) e quelle dipendenti. Queste sono di due tipi, giovani (da 0 a 14 anni) o vecchi (da 65 anni e oltre). a. L'esempio délia Germania nel 2007 è significativo: su 100 abitanti, 14 hanno meno di 15 anni, e 19 hanno 65 anni o più; b. per la Francia, su 100 abitanti, 18 hanno meno di 15 anni, e 16 hanno 65 anni o più; c. per Yîtalia, su 100 abitanti 14 hanno meno di 15 anni, e 20 hanno 65 anni o più; d. per la Spagna, su 100 abitanti, 14 hanno meno di 15 anni, e 17 hanno 65 anni o più. 4. L'invecchiamento comporta lo spopolamento: 19 paesi europei si stanno spopolando. La Germania perde ogni anno oltre 140.000 abitanti, la Russia oltre 600.000, tanto che, nel maggio 2006, il Présidente Vladimir Putin 39 ha lanciato un grido d'allarme. Da qui l'aggravarsi dei problemi geopolitici derivanti dalla pressione dell'India e délia Cina. 5. Per alleggerire il peso esercitato dalla popolazione anziana dipendente, si procède al rincaro dei medicinali e alla riduzione délie cure mediche. Commentando que- sta tendenza in una nota manoscritta, il dottor Hervé Carter (Parigi) sostiene che questa riduzione sarà realizzata in particolare attraverso l'inserimento del numéro chiuso nelle facoltà di Medicina. 6. L'aumento del numéro e délia proporzione délie persone anziane dipendenti farà, e fa già, pensare all'eutanasia come "soluzione finale" per rimediare ai déficit cronici délie mutue15. La pressione sarà tanto più grave, nota ancora opportunamente il dottor Carter, non solo perché gli anziani dipendenti vivono più a lungo, ma anche perché richiedono cure sempre più pesanti e co- stose negli ultimi anni délia loro vita. Si cerca allora di convincerli che sono di troppo, e li si spinge a desiderare la morte. In Belgio, nell'anno 2007, sono stati registrati ufficialmente 495 casi d'eutanasia, ma il numéro reale dovrebbe essere sensibilmente più elevato. 7. Possiamo prevedere Vimplosione del sistema di previdenza sociale: casse di disoccupazione, pensioni di vecchiaia, pre-pensionamenti, ecc. Le indispensabili decisioni a questo riguardo vengono continuamente rimandate per motivi elettorali. D'altronde, se la speranza di vita è considerevolmente aumentata dalla meta degli anni '50, l'età légale dei pensionamenti non è stata, per cosï dire, ritardata. Oggi un pensionato di 60 anni ha ancora una speranza di vita di una ventina d'anni. Ben presto i contributi previdenziali délia popolazione attiva 15 Sulle origini in Germania délia corrente favorevole all'eutanasia, si veda l'opéra che ho pubblicato con Klaudia Schank, Euthanasie: Le dos sier Binding et Hoche, Éd. Le Sarment, Paris 2002. 40 non basteranno più ad assicurare l'attuale livello délie pensioni. Tuttavia si continua a non mettere in questione vantaggi "intoccabili" che ora non hanno più giustificazione; è a volte il caso di determinate professioni, una volta pericolose o insalubri. Prolungare il numéro di anni d'attività e di contributi sociali è considerato impopolare ed è visto come un tabù che minaccia i "diritti acquisiti". 8. L'invecchiamento comporta il collasso del sistema educativo. Il giovane pubblico scolastico è considerato generalmente poco intéressante dal punto di vista elet- torale. I figli sono percepiti come dipendenti che gravano sul bilancio délie coppie e délia società. Essi invece rappresentano un investimento a lungo termine. Il capitale umano, la materia grigia, deve essere formato, altrimenti i giovani diventeranno effettivamente un peso e cadranno nell'emarginazione e nella delinquenza. Di qui la né cessita di valorizzare, oltre i genitori, anche gli insegnanti e gli educatori. 9. Drammatico disinteresse per la ricerca scienti- fica e per la generalizzazione di un insegnamento di qualité. Il rapporto Schleicher16 (2006) ha messo in evi- denzia lo sfacelo del sistema educativo in Francia, in Germania e in Italia. Inoltre, l'economista Gary Becker ha mostrato che l'innovazione richiede uno sforzo ini- ziale considerevole ed investimenti enormi, tanto in risorse umane quanto in capitale finanziario e materia- le17. Egli afferma che vale la pena compiere tutti questi sforzi solo se la domanda di nuovi prodotti è elevata. Ora questa domanda dipende, tra l'altro, dal numéro e 16 Questo testo è stato pubblicato dal Lisbon Council il 28 febbraio 2006 con il titolo The Economies ofKnowledge. Why Education is Key to Europe's Success. Divulgato sotto varie forme, il Rapporto puô essere scaricato da http://www.lisboncouncil.net. 17 Premio Nobel per l'economia (1992), G. S. BECKER è Fautore di A Treatise on the Family, Harvard University Press, Cambridge (Mass.) 1994. 41 dalla distribuzione per età délie persone che possono beneficiare di questi nuovi prodotti. 10. Perdita délia memoria in molteplici settori: la cul- tura, le arti, le tecniche, tutte le discipline scientifiche, la religione, i valori, ecc. Alcune conoscenze, abilità e tradizioni artistiche non verranno più tramandate né si svilupperanno più per mancanza di trasmissione inter- generazionale. Il disinteresse per la storia, come discipli na scientifica, accélérera questa perdita di memoria. 11. Disoccupazione: fabbriche dalle dimensioni trop- po grandi a causa délia contrazione del mercato. Taie situazione è ulteriormente aggravata dall'aumento délia produttività e dalla de-localizzazione. Infatti, moite imprese europee trasferiscono verso paesi emergenti parte délie loro attività informatiche particolarmente sensibili, e anche questo è motivo di perplessità... 12. Perdita del dinamismo, rifiuto dell'innovazione e del rischio. Studi recenti hanno rivelato questo atteggiamento in Germania e in Belgio. 13. Pressioni migratorie: accentuate dal peso demo grafico dei paesi a fecondità relativamente elevata, dalla permeabilità délie frontière e, allô stesso tempo, dalla nécessita di importare manodopera. Per il 2030, si prevede che il 30% délia popolazione tedesca sarà d'origine straniera, mentre nel 2050, circa il 50% délia popolazione di Francoforte e di Monaco sarà d'origine straniera. 14. Squilibri tra le strutture per età dei vari paesi. Confrontare i casi délia Turchia con quello délia mag- gioranza dei paesi europei. Tensioni prevedibili, per questa stessa ragione, tra i paesi dell'Unione Europea. Queste tensioni verranno ulteriormente accentuate da una alleanza tra la popolosa Turchia e la Russia per accerchiare l'Europa. 42 15. Indebolimento dell'affermazione e délia visibilité délia sovranità, in cui interviene la componente demografica. La Cina e il Cile sono certo nazioni sovrane, ma la loro sovranità deve essere analizzata tenendo conto dell'effettivo délia loro popolazione. Nel 1998, Pinochet veniva arrestato a Londra nel momento in cui Li Peng, primo ministro cinese, era ricevuto da Sua Maestà, con fasto impériale. 16. Difesa nazionale indebolita. Il nemico potenziale che minaccia la sovranità è esterno alla nazione. È quel che è, indipendentemente dalla consistenza demografica délia nazione e dall'età média délia sua popolazione. 17. Posto dell'Europa nel mondo: nel 1950, il 22% dél ia popolazione mondiale; nel 2000, il 12%; nel 2050, il 7%. Taie evoluzione non sarà senza conseguenze négative per i paesi in via di sviluppo. 18. L'Europa si trova in una situazione paragonabile a quella di Roma al tempo del suo declino18. In conseguenza del déficit demografico dell'Impero, dovuto in particolare alla pratica dell'aborto, dell'infanticidio e dell'eutanasia, tanto i legionari quanto i funzionari non erano più romani ma "barbari" o "germanici". A questi Roma dava assai facilmente lo status di cittadini. Tali naturalizzazioni per decreto burocratico si moltiplicano oggi tra noi, in quanto occorre sopperire al déficit demo grafico nazionale. A queste naturalizzazioni si attribuisce erroneamente un effetto di integrazione automatica. 19. Tali naturalizzazioni comportano, per le nazioni europee colpite da precarietà demografica, la cancellazione délia propria identità culturale e délie proprie radici religiose. E, come avveniva a Roma, i naturalizzati per decreto hanno una fecondità più elevata dei naziona18 Cfr. al riguardo il libro di M. Steyn, America alone, Regnery, New York 2006. 43 li d'origine. Questi immigrati acquistano presto un peso crescente negli affari dellp Stato di accoglienza, in cui essi invecchiano e ove adottano a poco a poco comportamenti di fecondità indotta. Infine, gli autoctoni diventa- no prigionieri di coloro che occupano la loro nazione, o che occupano impieghi nazionali imprudentemente delocalizzati verso paesi emergenti, in conseguenza dell'indebolimento demografico délia loro nazione. 20.1 disinformatori considerano politicamente scorretto che ci si interroghi sulle cause profonde dei disordi- ni che questi immigrati possono provocare. Comunque, in tutti i casi che abbiâmo ricordato, la causa ultima di tali disordini e délie difficoltà in génère va cercata nel comportamento dei nazionali nei confronti délia vita, e non in capri espiatori giunti dall'estero. *«£• «î* *X* *£• •y» »^% #J* #J* In conclusione, il rifiuto dell'Enciclica di Paolo VI ha avuto conseguenze dirette e indirette sulla popolazione europea. Tali conseguenze sono importanti, osservabili e spesso misurabili. Sembra che VHumanae vitae sia stata più vivamente contestata nei paesi europei di tradizione cristiana, ed è in questi stessi paesi che il crollo demografico è maggiormente accentuato. 44 III Cosa possiamo fare? 1. Informarci,formare e prendere coscienza délia gra vita délia situazione. Spiegare, ad esempio, che la causa principale délia crescita demografica non è l'aumento délia fecondità, in ribasso ovunque, ma l'aumento délia speranza di vita. Analizzare ciô che fanno i governi, le organizzazioni internazionali pubbliche, le ONG, ecc. 2. Iniziative semplici possono avère effetti determinanti per cambiare la mentalità a favore délia vita e délia famiglia. Tra le tante iniziative, citiamo a titolo di esempio: a. l'appello lanciato il 20 dicembre 2007 da Giuliano Ferrara in favore di una moratoria per Vaborto1. Se si décide una moratoria per la pena di morte, ciô vuol dire che si sospende l'applicazione di questa pena per darsi un tempo di riflessione. Questa mo ratoria è a favore di persone colpevoli e condannate a conclusione di un processo secondo le norme vigenti. A maggior ragione, una moratoria analoga dovrebbe essere adottata per sospendere l'effetto di leggi che permettono l'aborto, ossia l'esecuzione capitale di esseri umani innocenti e senza difesa. 1 Fonte: http://www.la7.itblog/post_dettaglio.asp?idblog=GIULIANO_ FERRARA_-_Gli_editriali_ll&id=1521. 45 b. Nello stesso momento in cui, in Italia e in altri paesi, veniva diffusa la moratoria di Giuliano Ferrara, in Francia si viene a conoscenza di una sentenza délia Corte di Cassazione, datata 6 febbraio 2008, secondo cui il bambino nato morto, qualunque sia la sua età e il peso, puô essere registrato allô Stato civile. Alain Legoux, avvocato générale, ha immediatamente osservato che que sta sentenza farà giurisprudenza2. Essa âpre la strada a un riconoscimento giuridico dei bambini morti in utero. c. Negli USA, nel villaggio di Peyton, Colorado, Kristi Burton si è impegnata dall'età di 13 anni nella lotta contro l'aborto. Ora ha 20 anni, è battista praticante e studia diritto. Nel 2007 ha fondato l'associazione Colorado for Equal Rights3. Mira a ottenere mediante référendum un emendamento alla costituzione del suo Stato. Questo emendamento prevede semplicemente che «The term "Person" or "Persons" shall include any human from the time of fertilization» [Il termine persona o perso- ne comprende tutti gli esseri umani dal momento del concepimento]. Le firme necessarie per il ré férendum sono state convalidate e il référendum è previsto per il 4 novembre 2008. Una proposta analoga è stata presentata anche nello Stato del Montana4. d. Un quarto esempio di iniziativa a favore délia vita è in via di elaborazione a Washington. Questa ini ziativa è partita dall'amministrazione Bush ed è 2 Cfr. A. CHEMIN, La Cour de cassation élargit la notion d'enfant sans vie, in «Le Monde» (Paris), 9 febbraio 2008. 3 Indirizzo postale: P.O. Box 298, Peyton CO 80831. 4 Fonte: http://www.coloradoforequalrights.com, l'articolo on line, datato 29 maggio 2008, è intitolato "Human Life Amendment Signatures Certified Historié Amendment Officially on November's Ballot". 46 stata rivelata al pubblico da Robert Pear nel New York Times del 15 luglio 20085. L'articolo, che ci tiamo parzialmente, si intitola "Abortion Proposai Sets Condition on Aid" (Proposta sull'aborto pone condizioni ai finanziamenti pubblici). Il prestigioso quotidiano ha avuto accesso alla proposta dell'amministrazione Bush. Cosa propone il documento in progetto? «L'amministrazione Bush intende richiedere che tutti i beneficiari di finanziamenti che rientrano nei programmi di assistenza sanitaria federali certifichino di non rifiutare l'assunzione di infermiere e altri operatori contrari all'aborto e anche verso alcuni metodi di controllo délie nascite. Secondo là bozza di una proposta di legge, gli ospedali, le cliniche, i ricercatori e le facoltà di medicina dovrebbero firmare «certificati scritti» come prerequisito all'ottenimento di denaro nell'ambito di qualsiasi programma gestito dal Dipartimento délia Salute e dei Servizi alla Persona (Department of Health and Human Services) [...]. Nella proposta, ottenuta dal New York Times, l'amministrazione afferma che potrebbe escludere dai finaziamenti federali singole persone o enti che discriminano coloro che sono contrari all'abor to sulla base di «credenze religiose o convinzioni morali». La proposta definisce l'aborto nel modo seguente: «qualsiasi procedura - inclusa la prescrizione, distribuzione e somministrazione di qualsiasi farmaco o l'attuazione di qualunque procedura o qualsiasi azione - che risulti nella terminazione 5 R. Pear, 'Abortion Proposai Sets Condition onAid", in «The NewYork Times», http://www.nytiimes.com/2008/07/15/washington/15rule.html. 47 délia vita di un essere umano in utero nel perio- do tra il concepimento e la nascita, sia prima che dopo l'impianto». Non puô sfuggire a nessuno il fatto che siamo in presenza di un'iniziativa délia più grande importanza. Bisogna sperare che non passera molto tempo prima che sia messa a punto e applicata. I sostenitori dell'aborto hanno subito alzato il solito clamore, ma la proposta è fondata sulla roccia. Riconosce il carattere abortivo di «alcune tipologie di controllo délie nascite», e intende proteggere il diritto all'obiezione di coscienza non solo agli individui ma anche aile istituzioni. E soprattutto rende inattaccabile il diritto alla vita dell'essere umano dal concepimento alla nascita naturale. 3. Alcuni considerano indispensabile l'apporto di una cinquantina di milioni di immigrati in Europa. Ma bisognerebbe trovarli, dare loro un lavoro, occorrerebbe che avessero le necessarie qualifiche. Bisognerebbe anche che si integrassero, che alimentassero, al giusto livello, i contributi sociali, che contribuissero al finanziamento délie pensioni e che investissero i loro risparmi nella na zione d'accoglienza. 4. Evitare i tranelli del vocabolario: salute riprodut- tiva, génère, maternità senza rischi, famiglia, matrimo nio, ecc. Il linguaggio equivoco è, in effetti, uno dei principali strumenti di ogni disinformazione. 5. Smascherare il consolidarsi progressivo, su scala mondiale, di un sistema di diritto puramente positivo che si ispira a Kelsen (1881-1973). Taie sistema distrug- ge a poco a poco le istituzioni giuridiche délie nazioni sovrane e rende vano ogni riferimento ai diritti inalie- nabili di ogni uomo. Come fa notare Tocqueville, nelle democrazie occidentali il cittadino è un individuo, non una persona. «Agli occhi délia legge, il padre non è altro 48 che un cittadino più anziano e più ricco dei suoi figli»6. Ne segue che il diritto positivo porta facilmente a met tere in questione l'istituzione naturale délia famiglia. In générale, l'influenza del clima neo-liberale tende a erodere i vincoli di solidarietà naturali. 6. Rispondere aile aspirazioni délia maggior parte dei giovani. Studi recenti realizzati in Europa mostrano che le giovani coppie vorrebbero avère 2,6 figli, o più. Ma la fecondità effettivamente osservata è di 1,5 figli. Si puô fare molto per colmare questo divario. 7. Aumentare Vaiuto agli studenti che si sposano e hanno figli durante gli studi, mediante sussidi appropriati, tra cui uno per l'alloggio. 8. Poiché la contraccezione, l'aborto e le sterilizzazioni provocano il crollo délia fecondità, e dunque l'invec chiamento, lottare contro queste pratiche. 9. Riconoscere e onorare il ruolo délia donna nella società, e in particolare il suo contributo alla formazione intégrale del capitale umano. Bisogna tuttavia fare molta attenzione per quanto riguarda politiche familiari come quella sostenuta in Germania dalla dottoressa Ur sula von der Leyen. Questo tipo di politica si ispira aile idée di Friedrich Engels e mette l'accento sulla riorganizzazione del tempo del lavoro. Secondo questo proget- to, dopo il parto la madré deve poter riprendere al più presto la sua attività nella società di produzione, in par ticolare grazie alla moltiplicazione dei nidi d'infanzia7. A questo tipo di progetto occorre preferire quelli che favoriscono la libéra scelta délia madré tra l'educazione dei figli, il suo impegno professionale e la conciliazione tra queste due opzioni. Precisiamo che le politiche familiari 6 De la démocratie en Amérique, II, III, c. 8. 7 Cfr. ad esempio http://www.stern.de/politik/deutschland/: Kinderbetreuung-Bischof-Mixa/586499.html, articolo di giornale che pré senta le critiche formulate dal Vescovo cattolico di Augsburg, Walter Mixa. 49 di questo génère presuppongono la cooperazione dei datori di lavoro. 10. Lottare contro tutto ciô che umilia e dégrada la donna: pubblicità, cinéma, erotismo, pornografia, ecc. 11. Assicurare una migliore diffusione dei metodi naturali di controllo délia fecondità, specialmente quelli più moderni, i più semplici possibili, e che offrono una sicurezza oggettiva a coloro che li utilizzano. 12. Favorire e onorare la famiglia: spiegare il ruolo délia famiglia nella società e nella formazione del capitale umano. Proporre un'imposizione fiscale nettamente degressiva secondo il numéro di figli (Allan Carlson). Diritto di voto fin dal giorno délia nascita (Otto de Habsbourg). Destinare alla famiglia il denaro attualmente utilizzato per finanziare gli aborti. 13. Onorare le famiglie numerose, non deriderle né colpevolizzarle. Adoperarsi affinché siano accessibili alloggi adeguati e prestiti vantaggiosi. 14. Agire al livello délie reti éducative; complementa- rietà genitori-educatori (Amartya Sen). Acculturazione degli immigrati. 15. Integrare gli anziani; riconoscere i loro servizi. Considerare la possibilità di ritardare volontariamente l'età délia pensione. 16. Mobilitare le associazioni cristiane locali, nazio nali e internazionali e servirsi ampiamente dell'insegnamento di Deus caritas est. 17. Organizzare l'attività di lobbying cooperando all'elaborazione di programmi politici. 18. Insistere presso i Pastori affinché predichino la solidarietà tra generazioni, la visibilité dell'azione dei cristiani nella società, attraverso le molteplici istituzioni cristiane. 19. Vigilare affinché nessuna istituzione cristia na insegni idéologie inaccettabili (come per esempio l'ideologia del gender) o pratichi atti moralmente illeciti. Le cliniche cristiane devono evitare di mettere le loro strutture a disposizione di coloro che praticano l'aborto e la sterilizzazione. Laddove possibile, considerare l'opportunità delYobiezione di coscienza per le persone ma anche per le istituzioni. 20. Rileggere o leggere l'Enciclica senza pregiudizi e spiegarla alla luce di ciô che ha avuto luogo in questi quarant'anni. 51 IV Document!: recenti prese di coscienza Ecco alcuni titoli apparsi recentemente e che rivelano le preoccupazioni crescenti di fronte all'ingegneria riproduttiva e all'evoluzione demografica. - Comparatifs: Accroissement et vieillissement de la po pulation dans les États membres d'ici 2035, dossier délia série «Les Européens au quotidien», pubblicato on line l'I settembre 2008 sul sito http://www.touteleurope.fr/fr/ actions/social/les-europeens-au-quotidien/presentation. html. Questo rapporto pubblicato da Eurostat è datato 26 agosto 2008. - "Mères porteuses, à quel prix? Légaliser la gestation pour autrui au service des couples infertiles est une for me de prostitution", articolo di Caroline Eliacheff e René Frydman, in «Le Monde», 1 luglio 2008. - "La fécondation in vitro est vécue comme un parcours du combattant. Annie Bachelot, Psychosociologue à Vln- serm, a analysé les effets de la prise en charge médicale de Vinfertïlité sur les couples concernés", intervista di CÉCILE Prieur, in «Le Monde», 25 giugno 2008. Vi si legge in particolare: «Dopo aver tentato la FIVET, più di una coppia su quattro abbandona, spesso con il progetto di indirizzarsi verso l'adozione». L'intervista rimanda al n. 161 dei «Cahiers de l'INED», che ha per titolo: De la 53 pilule au bébé éprouvette. Choix individuels ou straté gies médicales?, Paris 2008. - "Renault mise sur les ingénieurs des pays émergents", in «Le Monde», 10 giugno 2008. - "Le nombre de divorces explose depuis neuf mois", in «La Libre Belgique», 28 maggio 2008. - Les quarante et un ans de cotisation ne suffiront pas, intervista a Raphaël Hadas-Lebel di Rémi Barroux - Caroline Monnot et al., dossier pubblicato in «Le Monde» 23 maggio 2008. - "Que faire pour maintenir plus de seniors au travail?", articolo di Bernard Thibault, e dossier, in «Le Monde», 14 maggio 2008. - "Le ras-le-bol des retraités allemands", articolo di MAR-N CEL LlNDEN, in «La Libre Belgique», 24 aprile 2008. - Aborto é primeira causa de mortalidade na Europa, articolo di Nieves San Martin, in «Fides», www.fides. org e ripreso in «Zenit» (edizione portoghese http://www. zenit.org), 22 aprile 2008. Disponibile su http://www. fides.org/spa/documents/dossier_crisis_familia_290308. doc. - "La bomba demografica", in «Iberia Universal», 14 aprile 2008. Nel cappello si legge: «Il pensionamento di milioni di giapponesi figli del baby boom degli anni '40, coincidendo con un tasso estremamente basso di natalità, compromette la seconda economia del pianeta». - Ûbernehmen die Alten die Macht?, dossier, in «Bild», 10 aprile 2008. Nel cappello si legge: «Stiamo andando verso la Repubblica Tedesca dei Pensionati [...]. I fatti: 20 milioni di tedeschi beneficiano di una pensione. Nel 2050 al più tardi saranno 30 milioni. In quel momento 54 oltre la meta degli elettori saranno pensionati. Anche i partiti invecchiano. Mentre il 48% dei membri délia CDU hanno oltre 60 anni, taie percentuale si colloca al 47% nel Partito Socialdemocratico Tedesco». Testo su http://www.bild.de. - "Le FMI presse la Belgique de prendre des mesures pourfaire face aux coûts du vieillissement", in «La Libre Belgique», 26 marzo 2008. L'articolo riprende uno studio di Luc Everaert, economista del FMI. Disponibile su «Trends», http://www.trends.be/fr/index.jsp, con il titolo Vieillissement: Les trois 'conseils d'ami' du FMI à la Bel gique. - "Royal Collège warns abortion can lead to mental ïllness", in «Sunday Times», 16 marzo 2008. - "LAllemagne est menacée de pénurie de main-d'œuvre". Nel cappello si legge: «Secondo uno studio di McKinsey, intorno al 2020 potrebbero mancare sul mercato del lavoro circa 2,4 milioni di persone, per lo più qualificate», articolo di Marie de Vergés, in «Le Monde», 10 maggio 2008. - "Les familles monoparentales cumulent les vulnérabi lités", in «Le Monde», 20 luglio 2007. - "Europe: la démographie baisse dangereusement". Ar ticolo a firma di C. G., in «L'Écho», 12 maggio 2007. - "Se préparer aux nouveaux défis démographiques", articolo di Jean-Michel Severino, in «Le Monde», 13 marzo 2007. - "Population. Des chiffres éclairants ou effrayants", ar ticolo a firma di M. F. C. che présenta il Rapporto annuale del FNUAP, in «La Libre Belgique», 7 settembre 2006. 55 - "La croissance va pâtir du vieillissement de la popu lation", articolo di Philippe Ricard, in «Le Monde», 15 febbraio 2006. - "La famille revient. Vers une révolution conservatri ce", in «Courrier international», 816 (22-28 giugno 2006), pp. 32-38. - La population européenne vieillit. Comment cela vat-il nous affecter? Que faut-il faire?, comunicato stampa di presentazione del Livre vert (citato supra al capitolo II), Bruxelles, Commissione europea; rif.: IP/05/322 del 17 marzo 2005. - Vieillissement actif en Europe, vol. 1, Éd. du Conseil de l'Europe, Strasbourg, http://www.coe.int 2004. - "L'Europe face au défi du vieillissement", articolo di Stéphane Kovacs, in «Le Figaro», 14 febbraio 2003. - "Le grand âge oblige à repenser la protection sociale", articolo d'YvES Mamou e Antoine Reverchon, in «Le Monde», 16 settembre 2003. - La France face à ses vieux, dossier, in «Le Monde», 1415 settembre 2003. 56 Seconda parte Testi I Humanae vitae Lettera Enciclica del Sommo Pontefice Paolo PP. VI 1. Il gravissimo dovere di trasmettere la vita umana, per il quale gli sposi sono liberi e responsabili collaboratori di Dio creatore, è sempre stato per essi fonte di grandi gioie, le quali, tuttavia, sono talvolta accompa- gnate da non poche difficoltà e angustie. In tutti i tempi l'adempimento di questo dovere ha posto alla coscienza dei coniugi seri problemi, ma col récente evolversi délia società, si sono prodotti mutamenti tali da far sorgere nuove questioni, che la chiesa non puô ignorare, trattandosi di materia che tanto da vicino tocca la vita e la félicita degli uomini. Aspetti nuovi del problema e competenza del magistero 2.1 cambiamenti avvenuti sono infatti di grande im- portanza e di vario génère. Si tratta anzitutto del rapido sviluppo demografico, per il quale molti manifestano il timoré che la popolazione mondiale cresca più rapidamente délie risorse a disposizione, con crescente angu- stia di tante famiglie e di popoli in via di sviluppo. Per questo è grande la tentazione délie autorité di opporre 59 a taie pericolo misure radicali. Inoltre, non solo le condizioni di lavoro e di alloggio, ma anche le accresciute esigenze, sia nel campo economico che in quello délia educazione délia gioventù, rendono spesso oggi diffici le il sostentamento conveniente di un numéro elevato di figli. Si assiste anche a un mutamento, oltre che nel modo di considerare la persona délia donna e il suo posto nella società, anche nel valore da attribuire all'amo- re coniugale nel matrimonio, e nell'apprezzamento da dare al significato degli atti coniugali in relazione con questo amore. Infine, questo soprattutto si deve consi derare, che l'uomo ha compiuto progressi stupendi nel dominio e nell'organizzazione razionale délie forze dél ia natura, cosï che si sforza di estendere questo dominio al suo stesso essere globale; al corpo, alla vita psichica, alla vita sociale, e perfino aile leggi che regolano la trasmissione délia vita. 3. Taie stato di cose fa sorgere nuove domande. Se, date le condizioni délia vita odierna e dato il signifi cato che le relazioni coniugali hanno per l'armonia tra gli sposi e per la loro mutua fedeltà, non sia forse indicata una revisione délie norme etiche finora vigenti, soprattutto se si considéra che esse non possono esse re osservate senza sacrifici talvolta eroici. Ancora: se estendendo a questo campo Tapplicazione del cosiddet- to "principio di totalité", non si possa ammettere che rintenzione di una fecondità meno esuberante, ma più razionalizzata, trasforma l'intervento materialmente sterilizzante in una lecita e saggia regolazione délia na talité. Se non si possa ammettere cioè che la finalité procreativa appartenga all'insieme délia vita coniuga le, piuttosto che ai suoi singoli atti. Si chiede anche se, dato l'accresciuto senso di responsabilité dell'uomo mo- derno, non sia venuto per lui il momento di affidarealla 60 sua ragione e alla sua volonté, più che ai ritmi biologici del suo organismo, il compito di trasmettere la vita. 4. Tali questioni esigevano dal magistero délia chiesa una nuova approfondita riflessione sui principi délia dottrina morale del matrimonio: dottrina fondata sulla legge naturale illuminata e arricchita dalla rivelazione divina. Nessun fedele vorrà negare che al magistero délia chiesa spetti di interpretare anche la legge morale naturale. È infatti incontestabile, corne hanno più volte dichiarato i nostri predecessori, che Gesù Cristo, comunicando a Pietro e agli apostoli la sua divina autorité e inviandoli a insegnare a tutte le genti i suoi comandamenti, li costituiva custodi e interpreti autentici di tutta la legge morale, non solo cioè délia legge evangelica, ma anche di quella naturale. Infatti anche la legge naturale è espressione délia volonté di Dio, Fadempimento fede le di essa è parimenti necessario alla salvezza eterna degli uomini. Conformemente a questa sua missione, la chiesa ha dato sempre, ma più ampiamente nel tempo récente, un adeguato insegnamento sia sulla natura del matrimonio sia sul retto uso dei diritti coniugali e sui doveri dei coniugi. 5. La coscienza délia medesima missione ci indussé a confermare e allargare la commissione di studio che il nostro predecessore Giovanni XXIII, di v.m., aveva costituito nel marzo del 1963. Questa commissione, che comprendeva, oltre a parecchi studiosi délie varie di scipline pertinenti, anche coppie di sposi, non solo ave va per scopo di raccogliere pareri sulle nuove questioni riguardanti la vita coniugale, e in particolare una retta regolazione délia natalité, ma anche di fornire gli elementi di informazione opportuni, perché il magistero délia chiesa potesse dare una risposta adeguata all'at61 tesa non soltanto dei fedeli, ma dell'opinione pubblica mondiale. I lavori di questi esperti, nonché i giudizi e i consigli successivi di un buon numéro dei nostri fratelli nell'episcopato, o spontaneamente inviati o da noi richiesti, ci hanno permesso di meglio misurare tutti gli aspetti del complesso argomento. Pertanto di gran cuo- re esprimiamo a tutti la nostra vivissima gratitudine. 6. Le conclusioni aile quali era pervenuta la commis sione non potevano tuttavia essere da noi considerate corne certe e définitive, né dispensarci da un personale esame di tanto grave questione; anche perché non si era giunti, in seno alla commissione, alla piena concordanza di giudizi circa le norme morali da proporre, e soprat tutto perché erano emersi alcuni criteri di soluzioni, che si distaccavano dalla dottrina morale sui matrimo nio proposta con costante fermezza dal magistero dél ia chiesa. Perciô, avendo attentissimamente vagliato la documentazione a noi offerta, dopo mature riflessioni e assidue preghiere, intendiamo ora, in virtù del mandato da Cristo a noi affidato, dare la nostra risposta a queste gravi questioni. Principi dottrinali Una visione globale dalVuomo 7. Il problema délia natalité, come ogni altro pro- blema riguardante la vita umana, va considerato, al di lé délie prospettive parziali - siano di ordine biologico o psicologico, demografico o sociologico - nella luce di una visione intégrale dell'uomo e délia sua vocazione, non solo naturale e terrena, ma anche soprannaturale ed eterna. E poiché, nel tentativo di giustificare i metodi artificiali di controllo délie nascite, da molti si è fatto ap- pello aile esigenze, sia dell'amore coniugale, sia di una 62 paternité responsabile, conviene chiarire e precisare accuratamente la vera concezione di queste due grandi realté délia vita matrimoniale, richiamandoci principal mente a quanto è stato esposto recentemente a questo riguardo, con somma autorité, dal concilio Vaticano II, nella costituzione pastorale Gaudium et spes. Uamore coniugale 8. L'amore coniugale rivela massimamente la sua vera natura e nobilté quando è considerato nella sua sorgente suprema, Dio, che è "Amore", che è il Padre "da cui ogni paternité, in cielo e in terra, trae il suo nome". Il matrimonio non è quindi effetto del caso o prodotto dél ia evoluzione di inconsce forze naturali: è stato sapientemente e provvidenzialmente istituito da Dio creatore per realizzare nell'umanité il suo disegno di amore. Per mezzo délia reciproca donazione personale, loro propria ed esclusiva, gli sposi tendono alla comunione délie loro persone, con la quale si perfezionano a vicenda, per collaborare con Dio alla generazione e alla educazione di nuove vite. Per i battezzati, poi, il matrimonio riveste la dignité di segno sacramentale délia grazia, in quanto rappresenta l'unione di Cristo e délia chiesa. Le caratteristiche dell'amore coniugale 9. In questa luce appaiono chiaramente le note e le esigenze caratteristiche deiramore coniugale, di cui è di somma importanza avère un'idea esatta. E prima di tutto amore pienamente umano, vale a dire sensibile e spirituale. Non è quindi semplice trasporto di istinto e di sentimento, ma anche e principalmente è atto délia volonté libéra, destinato non solo a mantenersi, ma an che ad accrescersi mediante le gioie e i dolori délia vita quotidiana; cosï che gli sposi diventino un cuor solo e 63 un'anima sola, e raggiungano insieme la loro perfezione umana. È poi amore totale, vale a dire una forma tutta spéciale di amicizia personale, in cui gli sposi generosamente condividono ogni cosa, senza indebite riserve o calcoli egoistici. Chi ama davvero il proprio consorte, non lo ama soltanto per quanto riceve da lui, ma per se stesso, lieto di poterlo arricchire del dono di se. Èancora amore fedele ed esclusivo fino alla morte. Cosi infatti lo concepiscono lo sposo e la sposa nel giorno in cui assumono liberamente e in piena consapevolezza l'impegno del vincolo matrimoniale. Fedelté che puô talvolta esse- re difficile, ma che sia sempre possibile, e sempre nobile e meritoria, nessuno lo puô negare. L'esempio di tanti sposi attraverso i secoli dimostra non solo che essa èconsentanea alla natura del matrimonio, ma altresi che da essa, corne da una sorgente, scaturisce una intima e du- ratura félicité. È infine amore fecondo, che non si esaurisce tutto nella comunione dei coniugi, ma è destinato a continuarsi, suscitando nuove vite. "Il matrimonio e l'amore coniugale sono ordinati per loro natura alla procreazione ed educazione délia proie. I fîgli infatti sono il preziosissimo dono del matrimonio e contribuiscono moltissimo al bene degli stessi genitori". La paternità responsabile 10. Perciô l'amore coniugale richiede dagli sposi che essi conoscano convenientemente la loro missio ne di paternité responsabile, sulla quale oggi a buon diritto tanto si insiste e che va anch'essa esattamente compresa. Essa deve considerarsi sotto diversi aspetti legittimi e tra loro collegati. In rapporto ai processi biologici, paternité responsabile significa conoscenza e rispetto délie loro funzioni: l'intelligenza scopre, nel potere di dare la vita, leggi biologiche che riguardano la persona umana. In rapporto aile tendenze delTistinto e délie passioni, la paternité responsabile significa il 64 necessario dominio che la ragione e la volonté devono esercitare su di esse. In rapporto aile condizioni fisiche, economiche, psicologiche e sociali, la paternité respon sabile si esercita, sia con la deliberazione ponderata e generosa di far crescere una famiglia numerosa, sia con . la decisione, presa per gravi motivi e nel rispetto délia legge morale, di evitare temporaneamente od anche a tempo indeterminato, una nuova nascita. Paternité re sponsabile comporta ancora e soprattutto un più profondo rapporto all'ordine morale chiamato oggettivo, stabilito da Dio e di cui la retta coscienza è vera inter prète. L'esercizio responsabile délia paternité implica dunque che i coniugi riconoscano i propri doveri verso Dio, verso se stessi, verso la famiglia e verso la société, in una giusta gerarchia dei valori. Nel compito di trasmettere la vita, essi non sono quindi liberi di procede- re a proprio arbitrio, corne se potessero determinare in modo del tutto autonomo le vie oneste da seguire, ma, al contrario, devono conformare il loro agire all'intenzione créatrice di Dio, espressa nella stessa natura del matrimonio e dei suoi atti, e manifestata dall'insegnamento costante délia chiesa. Rispettare la natura e lafinalità delVatto matrimoniale 11. Questi atti, con i quali gli sposi si uniscono in casta intimité e per mezzo dei quali si trasmette la vita umana, sono, corne ha ricordato il récente concilio, "onesti e degni", e non cessano di essere legittimi se, per cau se mai dipendenti dalla volonté dei coniugi, sono previsti infecondi, perché rimangono ordinati ad esprimere e consolidare la loro unione. Infatti, corne l'esperienza attesta, non da ogni incontro coniugale segue una nuova vita. Dio ha sapientemente disposto leggi e ritmi natura- li di fécondité che giédi per se distanziano il susseguirsi délie nascite. Ma, richiamando gli uomini all'osservanza délie norme délia legge naturale, interpretata dalla sua 65 costante dottrina, la chiesa insegna che qualsiasi atto matrimoniale deve rimanere aperto alla trasmissione délia vita. Inscindibili due aspetti: unione e procreazione 12. Taie dottrina, più volte esposta dal magistero dél ia chiesa, è fondata sulla connessione inscindibile, che Dio ha voluto e che l'uomo non puô rompere di sua ini- ziativa, tra i due significati dell'atto coniugale: il signi ficato unitivo e il significato procreativo. Infatti, per la sua intima struttura, l'atto coniugale, mentre unisce con profondissimo vincolo gli sposi, li rende atti alla generazione di nuove vite, secondo leggi iscritte nell'essere stesso dell'uomo e délia donna. Salvaguardando ambe- due questi aspetti essenziali, unitivo e procreativo, l'atto coniugale conserva integralmente il senso di mutuo e vero amore ed il suo ordinamento all'altissima vocazio- ne dell'uomo alla paternité. Noi pensiamo che gli uomini del nostro tempo sono particolarmente in grado di affer- rare quanto questa dottrina sia consentanea alla ragione umana. Fedeltà al disegno di Dio 13. Giustamente infatti si avverte che un atto coniu gale imposto al coniuge senza nessun riguardo aile sue condizioni ed ai suoi giusti desideri non è un vero atto di amore e nega pertanto un'esigenza del retto ordine morale nei rapporti tra gli sposi. Cosi, chi ben riflette dovré anche riconoscere che un atto di amore recipro- co, che pregiudichi la disponibilité a trasmettere la vita che Dio crêatore di tutte le cose secondo particolari leg gi vi ha immesso, è in contraddizione sia con il disegno divino, a norma del quale è costituito il coniugio, sia con il volere dell'Autore délia vita umana. Usare di que66 sto dono divino distruggendo, anche soltanto parzialmente, il suo significato e la sua finalité è contraddire alla natura dell'uomo come a quella délia donna e del loro più intimo rapporto, e perciô è contraddire anche al piano di Dio e alla sua santa volonté. Usufruire invece del dono dell'amore coniugale rispettando le leggi del processo generativo, significa riconoscersi non arbitri délie sorgenti délia vita umana, ma piuttosto ministri del disegno stabilito dal creatore. Infatti, come sui suo corpo in générale l'uomo non ha un dominio illimitato, cosi non lo ha, con particolare ragione, sulle sue facolté generative in quanto tali, a motivo délia loro ordinazione intrinseca a suscitare la vita, di cui Dio è principio. "La vita umana è sacra, ricordava Giovanni XXIII; fin dal suo affiorare impegna direttamente l'azione créa trice di Dio". Vie illecite per la regolazione délia natalità 14. In conformité con questi principi fondamentali délia visione umana e cristiana sui matrimonio, dobbiamo ancora una volta dichiarare che è assolutamente da escludere, come via lecita per la regolazione délie nascite, l'interruzione diretta del processo generativo gié iniziato, e soprattutto l'aborto diretto, anche se procurato per ragioni terapeutiche. E parimenti da condannare, come il magistero délia chiesa ha più volte dichiarato, la sterilizzazione diretta, sia perpétua che temporanea, tanto dell'uomo che délia donna. È altresï esclusa ogni azione che, o in previsione dell'atto coniugale, o nel suo compimento, o nello sviluppo délie sue conseguenze naturali, si proponga, come scopo o come mezzo, di impedire la procreazione. Né, a giustificazione degli atti coniugali resi intenzionalmente infecondi, si possono invocare, come valide ragioni, che bisogna scegliere quel maie che sembri meno grave o il fatto che tali atti costituirebbero un tutto con gli atti fecondi che furono posti o poi seguiran67 no, e quindi ne condividerebbero l'unica e identica bonté morale. In vérité, se è lecito, talvolta, tollerare un minor maie morale al fine di evitare un maie maggiore o di promuovere un bene più grande, non è lecito, neppure per ragioni gravissime, fare il maie, affinché ne venga il bene, cioè fare oggetto di un atto positivo di volonté ciô che è intrinsecamente disordine e quindi indegno délia persona umana, anche se nell'intento di salvaguardare o promuo- vere béni individuali, familiari o sociali. È quindi errore pensare che un atto coniugale, reso volutamente infecondo, e perciô intrinsecamente non onesto, possa essere coonestato dall'insieme di una vita coniugale féconda. Liceità dei mezzi terapeutici 15. La chiesa, invece, non ritiene affatto illecito Fuso dei mezzi terapeutici necessari per curare malattie dell'organismo, anche se ne risultasse un impedimento, pur previsto, alla procreazione, purché taie impedimen to non sia, per qualsiasi motivo, direttamente voluto. Liceità del ricorso ai periodi infecondi 16. A questo insegnamento délia chiesa sulla mo rale coniugale, si obietta oggi, come osservavamo so- pra (n. 3), che è prerogativa delFintelligenza umana dominare le énergie offerte dalla natura irrazionale e orientarle verso un fine conforme al bene dell'uomo. Ora, alcuni si chiedono: nel caso présente, non è forse razionale, in circostanze cosi complesse, ricorrere al controllo artificiale délie nascite, se con ciô si ottiene l'armonia e la quiète délia famiglia e migliori condizio- ni per l'educazione dei figli gié nati? A questo quesito occorre rispondere con chiarezza: la chiesa è la prima a elogiare e a raccomandare l'intervento delFintelligenza in un'opera che cosi da vicino associa la creatura ra68 gionevole al suo creatore, ma afferma che ciô si deve fare nel rispetto dell'ordine da Dio stabilito. Se dunque per distanziare le nascite esistono seri motivi, derivanti dalle condizioni fisiche o psicologiche dei coniugi, o da circostanze esteriori, la chiesa insegna essere allora lecito tener conto dei ritmi naturali immanenti aile funzioni generative per Fuso del matrimonio nei soli periodi infecondi e cosi regolare la natalité senza offendere minimamente i principi morali che abbiamo ora ricordato. La chiesa è coerente con se stessa, sia quando ritiene lecito il ricorso ai periodi infecondi, sia quando condanna come sempre illecito Fuso dei mezzi direttamente contrari alla fecondazione, anche se ispirato da ragioni che possano apparire oneste e gravi. In fatti, i due casi differiscono completamente tra di loro: nel primo caso i coniugi usufruiscono legittimamente di una disposizione naturale; nell'altro caso essi im- pediscono lo svolgimento dei processi naturali. È vero che, nell'uno e nell'altro caso, i coniugi concordano con mutuo e certo consenso di evitare la proie per ragio ni plausibili, cercando la sicurezza che essa non verre; ma è altresï vero che soltanto nel primo caso essi sanno rinunciare all'uso del matrimonio nei periodi fecondi quando, per giusti motivi, la procreazione non è desiderabile, usandone, poi, nei periodi agenesiaci a manifestazione di affetto e a salvaguardia délia mutua fedelté. Cosi facendo essi danno prova di amore veramente e integralmente onesto. Gravi conseguenze dei metodi di regolazione artificiale délia natalità 17. Gli uomini retti potranno ancora meglio convincersi délia fondatezza délia dottrina délia chiesa in questo campo, se vorranno riflettere aile conseguenze dei metodi di regolazione artificiale délie nascite. Considerino, prima di tutto, quale via larga e facile aprireb69 bero cosi alla infedelté coniugale ed alFabbassamento générale délia moralité. Non ci vuole molta esperienza per conoscere la debolezza umana e per comprendere che gli uoraini- i giovani specialmente, cosi vulnerabili su questo punto - hanno bisogno d'incoraggiamento a essere fedeli alla legge morale e non si deve loro offrire qualche facile mezzo per eluderne l'osservanza. Si puô anche temere che l'uomo, abituandosi all'uso délie pratiche anticoncezionali, finisca per perdere il rispetto délia donna e, senza più curarsi del suo equilibrio fisico e psicologico, arrivi a considerarla come semplice strumento di godimento egoistico e non più come la sua compagna, rispettata e amata. Si rifletta anche all'ar- ma pericolosa che siverrebbe a mettere cosi tra le mani di autorité pubbliche, incuranti délie esigenze morali. Chi potré rimproverare a un governo di applicare alla soluzione dei problemi délia collettivité ciô che fosse riconosciuto lecito ai coniugi per la soluzione di un problema familiare? Chi impediré ai governanti di favorire e persino di imporre ai loro popoli, ogni qualvolta lo ritenessero necessario, il metodo di contraccezione da essi giudicato più efficace? In tal modo gli uomini, volendo evitare le difficolté individuali, familiari o sociali che s'incontrano nell'osservanza délia legge divina, arriverebbero a lasciare in balia dell'intervento délie autorité pubbliche il settore più personale e più riservato délia intimité coniugale. Pertanto, se non si vuole esporre all'arbitrio degli uomini la missione di generare la vita, si devono necessariamente riconoscere limi ti invalicabili alla possibilité di dominio dell'uomo sui proprio corpo e sulle sue funzioni; limiti che a nessun uomo, sia privato, sia rivestito di autorité, è lecito infrangere. E tali limiti non possono essere determmati che dal rispetto dovuto alFintegrité del corpo umano e délie sue funzioni naturali secondo i principi sopra ricordati e secondo la retta intelligenza del principio di totalité, illustrato dal nostro Predecessore Pio XII. 70 La chiesa garante degli autentici valori umani 18. Si puô prevedere che questo insegnamento non saré forse da tutti facilmente accolto: troppe sono le voci, amplificate dai moderni mezzi di propaganda, che contrastano con quella délia chiesa. A dir vero, questa non si meraviglia di essere fatta, a somiglianza del suo divin fondatore, "segno di contraddizione", ma non lascia per questo di proclamare con umile fermezza tutta la legge morale, sia naturale, che evangelica. Di essa la chiesa non è stata autrice, né puô, quindi, esserne arbitra; ne è soltanto depositaria e interprète, senza mai poter dichiarare lecito quel che non lo è, per la sua intima e immutabile opposizione al vero bene dell'uomo. Nel difendere la morale coniugale nella sua intégralité, la chiesa sa di contribuire all'instaurazione di una civilté veramente umana; essa impegna l'uomo a non abdicare alla propria responsabi lité per rimettersi ai mezzi tecnici; difende con ciô stesso la dignité dei coniugi. Fedele all'insegnamento come all'esempio del Salvatore, essa si dimostra arnica sincera e disinteressata degli uomini che vuole aiutare, fin dal loro itinerario terrestre, "a partecipare come figli alla vita del Dio vivente, Padre di tutti gli uomini". Direttive pastorali La chiesa eemadre e maestra" 19. La nostra parola non sarebbe espressione adeguata del pensiero e délie sollecitudini délia chiesa, madré e maestra di tutté le genti, se, dopo aver richiamato gli uomini alla osservanza e al rispetto délia legge divina riguardante il matrimonio, non li confortasse nella vita di una onesta regolazione délia natalité, pur in mezzo aile difficili condizioni che oggi travagliano le famiglie e i popoli. La chiesa, infatti, non puô avère altra condotta verso gli uomini da quella del Redentore: conosce la loro debolezza, ha compassione délia folla, accoglie i pecca71 tori; ma non puô rinunciare a insegnare la legge che in realté è quella propria di una vita umana restituita nella sua vérité originaria e condotta dallo Spirito di Dio. Possibilità délia osservanza délia legge divina 20. La dottrina délia chiesa sulla regolazione délia na talité, che promulga la legge divina, appariré facilmente a molti di difficile o addirittura impossibile attuazione. E certamente, come tutte le realté grandi e benefiche, essa richiede serio impegnoe molti sforzi, individuali, familiari e sociali. Anzi, non sarebbe attuabile senza l'aiuto di Dio, che sorregge e corrobora la buonavolonté degliuomini. Ma a chi ben riflette non potré non appariré che tali sforzi sono nobilitanti per l'uomo e benefici per la comunité umana. Padronanza di se 21. Una retta e onesta pratica di regolazione délia na talité richiede anzitutto dagli sposi che acquistino e pos- seggano solide convinzioni circa i veri valori délia vita e délia famiglia, e che tendano ad acquistare una per- fetta padronanza di se. Il dominio dell'istinto, median te la ragione e la libéra volonté, impone indubbiamente una ascesi, affinché le manifestazioni affettive délia vita coniugale siano secondo il retto ordine e in particolare per l'osservanza délia continenza periodica. Ma questa disciplina, propria délia purezza degli sposi, benlungi al nuocere all'amore coniugale, gli conferisce invece un più alto valore umano. Esige un continuo sforzo, ma grazïe al suo benefico influsso i coniugi sviluppano integralmente la loro personalité, arricchendosi di valori spiri- tuali: essa apporta alla vita familiare frutti di sérénité e di pace e agevola la soluzione degli altri problemi; fa vorisée l'attenzione verso l'altro coniuge, aiuta gli sposi a bandire l'egoismo, nemico del vero amore, e approfon72 disce il loro senso di responsabilité nel compimento dei loro doveri. I genitori acquistano con essa la capacité di un influsso più profondo ed efficace per l'educazione dei figli; la fanciullezza e la gioventù crescono nella giusta stima dei valori umani e nello sviluppo sereno ed armonico délie loro facolté spirituali e sensibili. Creare un ambiente favorevole alla castità 22. Noi vogliamo in questa occasione richiamare Fattenzione degli educatori e di quanti assolvono compiti di responsabilité in ordine al bene comune dell'umana convivenza, sulla nécessité di creare un clima favorevo le alFeducazione délia castité, cioè al trionfo délia sana liberté sulla licenza, mediante il rispetto dell'ordine mo rale. Tutto ciô che nei moderni mezzi di comunicazione sociale conduce aile eccitazioni dei sensi, alla sfrenatez- za dei costumi, come pure dgni forma di pornografia o di spettacoli licenziosi, deve suscitare la franca e unanime reazione di tutte le persone sollecite del progresso délia civiltè e délia difesa dei béni supremi dello spirito uma no. Invano si cercherebbe di giustificare queste depra- vazioni con pretese esigenze artistiche scientifiche o di trarre argomento dalla liberté lasciata in questo settore da parte délie pubbliche autorité. Appello ai pubblici poteri 23. Ai governanti, che sono i principali responsabili del bene comune e tanto possono per la salvaguardia del costume orale, noi diciamo: non lascino che si degradi la moralité dei loro popoli; non accettino che si introducano in modo légale in quella cellula fondamentale dello stato, che è la famiglia, pratiche contrarie alla legge naturale e divina. Altra è la via mediante la quale i pubblici poteri possono e devono contribuire alla soluzione del problema 73 demografico: è la via di una provvida politica familiare, di una saggia educazione dei popoli, rispettosa délia legge morale e délia liberté dei cittadini. Siamo ben consape- voli délie gravi difficolté in cui versano i pubblici poteri a questo riguardo, specialmente nei paesi in via di svi luppo. Aile loro legittime preoccupazioni abbiamo consacrato la nostra enciclica Populorum progressio. Ma, con il nostro predecessore Giovanni XXIII, ripetiamo: "Queste difficolté non vanno superate facendo ricorso a metodi e a mezzi che sono indegni dell'uomo e che trovano la loro spiegazione soltanto in una concezione prettamente materialistica dell'uomo stesso e délia sua vita. La vera solu zione si trova soltanto nello sviluppo economico e nel pro- gresso sociale, che rispettano e promuovono i veri valori umani individuali e sociali". Né si potrebbe senza grave ingiustizia rendere la divina Provvidenza responsabile di ciô che dipendesse invece da minore saggezza di governo, da un senso insufficiente délia giustizia sociale, da egoistico accaparramento o ancora da biasimevole indolenza nell'affrontare gli sforzi e i sacrifici necessari per assicurare la elevazione del livello di vita di un popolo e di tutti i suoi figli. Che tutti i poteri responsabili - come certuni gié fanno cosi lodevolmente - rawivino generosamente i loro sforzi. E non cessi di estendersi Faiuto vicendevole tra tutti i membri délia grande famiglia umana: è un cam po quasi illimitato che si âpre cosi all'attivité délie grandi organizzazioni internazionali. Agli uomini di scienza 24. Vogliamo ora esprimere il nostro incoraggiamento agli uomini di scienza, i quali "possono dare un grande contributo al bene del matrimonio e délia fami glia e alla pace délie coscienze, se, unendo i loro studi, cercheranno di chiarire più a fondo le diverse condizioni che favoriscono una onesta regolazione délia procrea- zione umana". È in particolare auspicabile che, secondo 74 Faugurio formulato da Pio XII, la scienza medica riesca a dare una base sufficientemente sicura ad una rego lazione délie nascite, fondata sull'osservanza dei ritmi naturali. Cosi gli uomini di scienza, e in modo spéciale gli scienziati cattolici, contribuiranno a dimostrare con i fatti che, come la chiesa insegna, "non vi puô essere vera contraddizione tra le leggi divine che reggono la trasmissione délia vita e quelle che favoriscono un autentico amore coniugale". Agli sposi cristiani 25. E ora la nostra parola si rivolge più direttamente ai nostri figli, particolarmente a quelli che Dio chiama a servirlo nel matrimonio. La chiesa, mentre insegna le esigenze imprescrittibili délia legge divina, annunzia la salvezza e âpre con i sacramenti le vie délia grazia, la quale fa dell'uomo una nuova creatura, capace di corrispondere nell'amore e nella vera liberté al disegno del suo Creatore e Salvatore e di trovare dolce il gio- go di Cristo. Gli sposi cristiani, dunque, docili alla sua voce, ricordino che la loro vocazione cristiana iniziata col battesimo si è ulteriormente specificata e rafforzata col sacramento del matrimonio. Per esso i coniugi sono corroborati e quasi consacrati per l'adempimento fedele dei propri doveri, per Fattuazione délia propria vocazione fino alla perfezione e per una testimonianza cristiana loro propria di fronte mondo. Ad essi il Signore affida il compito di rendere visibile agli uomini la santité "e la soavité délia legge che unisce l'amore vicendevole degli sposi con la loro cooperazione all'amore di Dio autore délia vita umana. Non intendiamo affatto nascondere le difficolté talvolta gravi inerenti alla vita dei coniugi cristiani: per essi, come per ognuno, è stretta la porta e angusta la via che conduce alla vita". Ma la speranza di questa vita deve illuminare il loro cammino, mentre coraggiosamente si sforzano di vivere con 75 saggezza, giustizia e pieté nel tempo présente, sapendo che la figura di questo mondo passa. Affrontino quindi gli sposi i necessari sforzi, sorretti dalla fede e dalla speranza che "non delude, perché l'amore di Dio è stato effuso nei nostri cuori con lo Spirito santo, che ci è stato dato"; implorino con persévérante preghiera Faiuto divino; attingano soprattutto nell'eucaristia alla sorgente délia grazia e délia carité. E se il peccato facesse ancora presa su di loro, non si scoraggino, ma ricorrano con umile perseveranza alla misericordia di Dio, che viene elargita con abbondanza nel sacramento délia penitenza. Essi potranno in tal modo realizzare la pienezza délia vita coniugale descritta dall'apostolo: "Mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la chiesa [...]. I mariti devono amare le loro mogli come il proprio corpo. Amare la moglie, non è forse amare se stesso? Ora nessuno mai ha odiato la propria carne, che anzi la nutre e la cura, come fa Cristo per la chiesa [...]. Grande è questo mistero, voglio dire riguardo a Cristo e alla chiesa. Ma per quel che vi concerne, ognuno ami la sua moglie come se stesso e la moglie rispetti il proprio marito". Apostolato tra i focolari 26. Tra i frutti che maturano da un generoso sforzo di fedelté alla legge divina, uno dei più preziosi è che i coniugi stessi non di rado provano il desiderio di comunicare ad altri la loro esperienza. Viene cosi a inserirsi nel vasto quadro délia vocazione dei laici una nuova e notevolissima forma dell'apostolato del simile da par te del simile: sono gli sposi stessi che si fanno apostoli e guide di altri sposi. Questa è senz'altro tra tante for me di apostolato una di quelle che oggi appaiono più opportune. 76 Ai medici e al personale sanitario 27. Abbiamo in altissima stima i medici e i membri del personale sanitario ai quali, nell'esercizio délia loro professione, più di ogni interesse umano, stanno a cuore le superiori esigenze délia loro vocazione cristiana. Per- severino dunque nel promuovere in ogni occasione le soluzioni, ispirate alla fede e alla retta ragione, e si sforzino di suscitarne la convinzione e il rispetto nel loro ambiente. Considerino poi anche come proprio dovere professionale quello d'acquistare tutta la scienza necessaria in questo delicato settore, al fine di poter dare agli sposi che li consultano i saggi consigli e le sane direttive, che questi da loro a buon diritto aspettano. Ai sacerdoti 28. Diletti figli sacerdoti, che per vocazione siete i consiglieri e le guide spirituali délie singole persone e délie fàmiglie, ci rivolgiamo ora a voi con fiducia. Il vostro pri mo compito - specialmente per quelli che insegnano la teologia morale - è di esporre senza ambiguité l'insegnamento délia chiesa sui matrimonio. Siate i primi a dare, nell'esercizio del vostro ministero, Fesempio di un leale ossequio, interno ed esterno, al magistero délia chiesa. Taie ossequio, ben lo sapete, obbliga non solo per le ragio ni addotte, quanto piuttosto a motivo del lume dello Spirito santo, del quale sono particolarmente dotati i pastori délia chiesa per illustrare la vérité. Sapete anche che è di somma importanza, per la pace délie coscienze e per l'unité del popolo cristiano, che, nel campo délia morale come in quello del dogma, tutti si attengano al magistero délia chiesa e parlino uno stesso linguaggio. Perciô con tutto il nostro animo vi rinnoviamo l'accorato appello del grande apostolo Paolo: "Vi scongiuro, fratelli, per il nome 77 di nostro signore Gesù Cristo, abbiate tutti uno stesso sentimento, non vi siano tra voi divisioni, ma siate tutti uniti nello stesso spirito e nello stesso pensiero". 29. Non sminuire in nulla la salutare dottrina di Cri sto, è eminente forma di carité verso le anime. Ma ciô deve sempre accompagnarsi con la pazienza e la bonté di cui il Redentore stesso ha dato l'esempio nel trattare con gli uomini. Venuto non per giudicare, ma per salvare, egli fu certo intransigente con il maie, ma paziente e misericordioso verso i peccatori. Nelle loro difficolté, i coniugi ritrovino sempre nella parola e nel cuore del sacerdote l'eco délia voce e dell'amore del Redentore. Parlate poi con fiducia, diletti figli, ben convinti che lo Spirito santo di Dio, mentre assiste il magistero nel pro- porre la dottrina, illumina internamente i cuori dei fedeli, invitandoli a dare il loro assenso. Insegnate agli sposi la necessaria via délia preghiera, e istruiteli eonvenien- temente, affinché ricorrano spesso e con grande fede ai sacramenti dell'eucaristia e délia penitenza, e perché mai si scoraggino a motivo délia loro debolezza. Ai vescovi 30. Cari e venerabili fratelli nell'episcopato, con i quali condividiamo più da vicino la sollecitudine del bene spirituale del popolo di Dio, a voi va il nostro pen siero riverente e affettuoso al termine di questa enci- clica. A tutti rivolgiamo un pressante invito. A capo dei vostri sacerdoti, cooperatori del sacro ministero, e dei vostri fedeli, lavorate con ardore e senza sosta alla salvaguardia e alla santité del matrimonio, perché sia sempre più vissuto in tutta la sua pienezza umana e cristiana. Considerate questa missione come una délie vostre più urgenti responsabilité nel tempo présente. Essa compor ta, come sapete, un'azione pastorale concertata in tutti i campi délia attivité umana, economica, culturale e so ciale: solo infatti un miglioramento simultaneo in questi vari settori permetteré di rendere non solo tollerabile, ma più facile e gioconda la vita dei genitori e dei figli in seno aile famiglie, più fraterna e pacifica la convivenza nell'umana société, nella rigorosa fedelté al disegno di Dio sui mondo. Appello finale 31. Venerati fratelli, dilettissimi figli, e voi tutti, uo mini di buona volonté, grande è l'opéra di educazione, di progresso e di amore alla quale vi chiamiamo, basati sulla fermissima dottrina délia chiesa, di cui il successore di Pietro è, con i suoi fratelli nell'episcopato cattolico, fedele depositario e interprète. Opéra grande in vérité, ne abbiamo l'intima convinzione, per il mondo come per la chiesa, giacché l'uomo non puô trovare la vera félicité, alla quale aspira con tutto il suo essere, se non nel rispet to délie leggi iscritte da Dio nella sua natura e che egli deve osservare con intelligenza e amore. Su quest'opera noi invochiamo, come su voi tutti, e in modo spéciale sugli sposi, l'abbondanza délie grazie di Dio santissimo e misericordiosissimo, in pegno délie quali vi diamo la nostra benedizione apostolica. 79 II Discorso di Sua Santità Benedetto XVI ai partecipanti al Congresso internazionale promosso dalla Pontificia Université Lateranense, nel 40° Anniversario dell'Enciclica Humanae vitae Sala Clementina Sabato, 10 maggio 2008 Venerati Fratelli nell'Episcopato e nel Sacerdozio, cari fratelli e sorelle, è con particolare piacere che vi accolgo al termine del lavoro, che vi ha impegnati a riflettere su un problema antico e sempre nuovo quale la responsabilité e il rispet to per il sorgere délia vita umana. Saluto in modo par ticolare Mons. Rino Fisichella, Magnifico Rettore délia Pontificia Université Lateranense, che ha promosso que sto Congresso internazionale e lo ringrazio per le espressioni di saluto che ha voluto rivolgermi. Il mio saluto si estende poi agli illustri Relatori, Docenti e partecipanti tutti, che con il loro contributo hanno arricchito queste giornate di intenso lavoro. Il vostro contributo si inserisce efficacemente all'interno di quella più vasta pro- duzione che, nel corso dei decenni, è venuta crescendo su questo tema cosi controverso e, tuttavia, cosi decisivo per il futuro dell'umanité. Gié il Concilio Vaticano II, nella Costituzione Gau- dium et spes, si rivolgeva agli uomini di scienza solleci81 tandoli ad unire gli sforzi per raggiungere un'unité del sapere e una certezza consolidata circa le condizioni che possono favorire una «onesta regolazione délia procreazione umana» (GS, 52). Il mio Predecessore di venerata memoria, il Servo di Dio Paolo VI, il 25 luglio del 1968, pubblicava la Lettera enciclica Humanae vitae. Quel documento divenne ben presto segno di contraddizione. Elaborato alla luce di una decisione sofferta, esso costituisce un significativo gesto di coraggio nel ribadire la continuité délia dottrina e délia tradizione délia Chiesa. Quel testo, spesso frainteso ed equivocato, fece molto discutere anche perché si poneva agli albori di una profonda contestazione che segnô la vita di intere generazioni. A quarant'anni dalla sua pubblicazione quell'insegnamento non solo manifesta immutata la sua vérité, ma rivela anche la lungimiranza con la quale il problema venne affrontato. Di fatto, l'amore coniugale viene descritto alFinterno di un processo globale che non si arresta alla divisione tra anima e corpo né soggiace al solo sentimento, spesso fugace e precario, ma si fa carico dell'unité délia persona e délia totale condivisione degli sposi che nell'accoglienza reciproca offrono se stessi in una promessa di amore fedele ed esclusivo che scaturisce da una genuina scelta di liberté. Come potrebbe un simile amore rimanere chiuso al dono délia vita? La vita è sempre un dono inestimabile; ogni volta che si assiste al suo sorgere percepiamo la potenza dell'azione créatri ce di Dio che si fida dell'uomo e in questo modo lo chiama a costruire il futuro con la forza délia speranza. Il Magistero délia Chiesa non puô esonerarsi dal riflettere in maniera sempre nuova e approfondita sui principi fondamentali che riguardano il matrimonio e la procreazione. Quanto era vero ieri, rimane vero anche oggi. La vérité espressa nelVHumanae vitae non muta; anzi, proprio alla luce délie nuove scoperte scientifiche, il suo insegnamento si fa più attuale e provoca a riflet tere sui valore intrinseco che possiede. La parola chia- ve per entrare con coerenza nei suoi contenuti rimane quella dell'amore. Come ho scritto nella mia prima En82 ciclica Deus caritas est: «Euomo diventa realmente se stesso quando corpo e anima si ritrovano in intima uni té... Non sono né lo spirito né il corpo da soli ad amare: è Fuomo, la persona, che ama come creatura unitaria, di cui fanno parte corpo e anima» (n. 5). Tolta questa unité si perde il valore dellà persona e si cade nel grave pericolo di considerare il corpo come un oggetto che si puô comperare o vendere (cfr. ibid.). In una cultura sottoposta alla prevalenza dell'avere sull'essere, la vita umana rischia di perdere il suo valore. Se l'esercizio délia sessualité si trasforma in una droga che vuole assoggettare il partner ai propri desideri e interessi, senza rispettare i tempi délia persona amata, allora ciô che si deve difendere non è più solo il vero concetto dell'amore, ma in primo luogo la dignité délia persona stessa. Come credenti non potremmo mai permettere che il dominio délia tecnica abbia ad inficiare la qualité dell'amore e la sacralité délia vita. Non a caso Gesù, parlando dell'amore umano, si richiama a quanto operato da Dio all'inizio délia creazione (cfr. Mt 19,4-6). Il suo insegnamento rimanda a un atto gratuito con il quale il Creatore ha inteso non solo esprimere la ricchezza del suo amore, che si âpre donandosi a tutti, ma ha voluto anche imprimere un paradigma sui quale l'agire dell'umanité deve declinarsi. Nella fécon dité dell'amore coniugale Fuomo e la donna partecipano all'atto creativo del Padre e rendono évidente che all'ori- gine délia loro vita sponsale vi è un "si" genuino che viene pronunciato e realmente vissuto nella réciprocité, rimanendo sempre aperto alla vita. Questa parola del Signore permane immutata con la sua profonda vérité e non puô essere cancellata dalle diverse teorie che nel corso degli anni si sono succedute e a volte perfino contraddette tra loro. La legge naturale, che è alla base del riconoscimento délia vera uguaglianza tra le persone e i popoli, mérita di essere riconosciuta come la fonte a cui ispirare anche il rapporto tra gli sposi nella loro respon sabilité nel generare nuovi figli. La trasmissione délia vita è iscritta nella natura e le sue leggi permangono 83 come norma non scritta a cui tutti devono richiamarsi. Ogni tentativo di distogliere kTsguardo da questo principio rimane esso stesso stérile e non produce futuro. È urgente che riscopriamo di nuovo un'alleanza che è sempre stata féconda, quando è stata rispettata; essa vede in primo piano la ragione e l'amore. Un acuto maestro come Guglielmo di Saint Thierry poteva scrivere parole che sentiamo profondamente valide anche per il nostro tempo: «Se la ragione istruisce l'amore e l'amore illumina la ragione, se la ragione si converte in amore e l'amore acconsente a lasciarsi trattenere entro i confini délia ragione, allora essi possono fare qualcosa di grande» (Natura e grandezza dell'amore, 21,8). Cos'è questo "qualcosa di grande" a cui possiamo assistere? È il sorgere délia responsabilité per la vita, che rende fe- condo il dono che ognuno fa di se all'altro. È frutto di un amore che sa pensare e scegliere in piena liberté, senza lasciarsi condizionare oltre misura dall'eventuale sacrificio richiesto. Da qui scaturisce il miracolo délia vita che i genitori sperimentano in se stessi, verifîcando come qualcosa di straordinario quanto si compie in loro e tramite loro. Nessuna tecnica meccanica puô sostituire l'atto d'amore che due sposi si scambiano come segno di un mistero più grande che li vede protagonisti e compartecipi délia creazione. Si assiste sempre più spesso, purtroppo, a vicende tristi che coinvolgono gli adolescenti, le cui reazioni manifestano una non corretta conoscenza del mistero délia vita e délie rischiose implicanze dei loro gesti. Eurgenza formativa, a cui spesso faccio riferimento, vede nel tema dél ia vita un suo contenuto privilegiato. Auspico veramente che soprattutto ai giovani sia riservata un'attenzione del tutto peculiare, perché possano apprendere il vero senso dell'amore e si preparino per questo con un'adeguata educazione alla sessualité, senza lasciarsi distogliere da messaggi effimeri che impediscono di raggiungere Fessenza délia vérité in gioco. Fornire false illusioni nell'ambito dell'amore o ingannare sulle genuine responsabilité che si è chiamati ad assumere con l'esercizio délia propria 84 sessualitè non fa onore a una société che si richiama ai principi di liberté e di democrazia. La liberté deve coniugarsi con la vérité e la responsabilité con la forza délia dedizione all'altro anche con il sacrificio; senza queste componenti non cresce la comunité degli uomini e il rischio di rinchiudersi in un cerchio di egoismo asfîssiante rimane sempre in agguato. Einsegnamento espresso dall'enciclica Humanae vi tae non è facile. Esso, tuttavia, è conforme #lla struttura fondamentale mediante la quale la vita è sempre stata trasmessa fin dalla creazione del mondo, nel rispetto dél ia natura e in conformité con le sue esigenze. Il riguardo per la vita umana e la salvaguardia délia dignité délia persona ci impongono di non lasciare nulla di intentato perché a tutti possa essere partecipata la genuina vérité dell'amore coniugale responsabile nella piena adesione alla legge inscritta nel cuore di ogni persona. Con questi sentimenti imparto a tutti voi l'Apostolica Benedizione. 85 Bibliografia di Michel Schooyans - Chrétienté en contestation: VAmérique latine, Le Cerf, Paris 1969. - Destin du Brésil. La technocratie militaire et son idéo logie, Duculot, Gembloux 1973. - La Provocation chinoise, Le Cerf, Paris 1973. Trad. it. La provocazione cinese, Coines, Roma 1975. - LAvortement, problème politique, Université catholi que de Louvain, Dipartimento di Scienze Politiche, la ed. 1974; 2a ed. rivista e ampliata 1981 (traduzione in inglese). Trad. it. L'aborto, problema politico, Elle Di Ci, Leumann (Torino) 1975. - Demain, le Brésil?, Le Cerf, Paris 1977 (traduzione in spagnolo). - Droits de l'homme et technocratie, CLD, Chambray-lèsTours 1982. - Démocratie et libération chrétienne. Principes pour l'action politique, Lethielleux, Paris 1986. - Maîtrise de la vie, domination des hommes, Lethiel leux, Paris 1986 (traduzione in brasiliano e inglese). - Théologie et libération. Questions disputées, Le Préam bule, Longueuil (Québec) 1987. - L'enjeu politique de Vavortement, 2a éd., O.E.I.L., Pa ris 1991 (traduzioni in spagnolo, polacco e brasiliano; 87 traduzione in russo in preparazione). Trad. it. Aborto e politica, Libreria Editrice Vaticana, Citté del Vaticano 1991. - De "Rerum novarum" à <eCentesimus annus", Pontificio Consiglio Iustitia et Pax, Citté del Vaticano 1991 (con R. Aubert), (traduzione in brasiliano). - Initiation à l'Enseignement social de l'Eglise, L'Emmanuel, Paris 1992 (traduzione in spagnolo, slovac- co, inglese e cinese). Trad. it. Introduzione alla dottrina sociale délia Chiesa, Edizioni Cercate, Verona 1995. - Bioéthique et Population, Fayard, Paris 1994 (traduzio ne in spagnolo, slovacco, inglese, portoghese, tedesco e cinese). Trad. it. Bioetica e popolazione. La scelta délia vita, Ares, Milano 1995. - La dérive totalitaire du libéralisme, Prefazione di Sua Santité Papa Giovanni Paolo II, 2a éd., Marne, Paris 1995 (traduzione in inglese; traduzione in italiano, spagnolo e portoghese in preparazione). - Pour comprendre les évolutions démographiques, 2a éd., Université de Paris-Sorbonne, APRD, Paris 1995 (tradu zione in spagnolo). - L'Évangile face au désordre mondial, Prefazione del Cardinale Joseph Ratzinger, 2a éd., Fayard, Paris 1998 (traduzione in inglese, spagnolo). Trad. it. Nuovo disordi ne mondiale. La grande trappola per ridurre il numéro dei commensali alla tavola delVumanità, Ed. San Paolo, Cinisello Balsamo (Milano) 2000. - Le crash démographique, Le Sarment-Fayard, Paris 1999 (traduzione in inglese; traduzione in tedesco, porto ghese, spagnolo e italiano in preparazione). 88 - La face cachée de l'ONU^ Le Sarment-Fayard, Paris 2000, 4a ristampa, 2002 (traduzione in inglese USA, spa gnolo, polacco, croato; traduzione in italiano in prepara zione). - Via Crucis délie Famiglie, Pontificio Consiglio per la Famiglia - Ed. Rinnovamento nello Spirito Santo, Roma 2001. - Euthanasie: Le dossier Binding et Hoche, Le Sarment, Paris 2002 (in collaborazione con Klaudia Schank). - Pour relever les défis du monde moderne. L'Enseigne ment Social de l'Église, Prefazione di René Rémond, l'Académie française, Presses de la Renaissance, Paris 2004. - Le terrorisme à visage humain, François-Xavier de Guibert, 2a éd., Paris 2008 (in collaborazione con AnneMarie Libert), (traduzione spagnola e italiana in prepa razione). - Entretiens sur les Idoles de la Modernité, François-Xa vier de Guibert, Paris 2008 (in corso di stampa; traduzio ne italiana e spagnola in preparazione). 89 Nella stessa collana 01. GlAMPAOLO CREPALDI, STEFANO FONTANA La dimensione interdisciplinare délia Dottrina sociale délia Chiesa. Uno studio sui magistero. 02. GlAMPAOLO CREPALDI Globalizzazione. Una prospettiva cristiana. 03. STEFANO FONTANA Per una politica dei doveri dopo il fallimento délia stagione dei diritti. 04. CamilloRuini Verità di Dio e verità delVuomo. Benedetto XVI e le grandi domande del nostro tempo. 05. PaulPoupard Populorum progressio tra ricordi e speranze. 06. GlAMPAOLO CREPALDI, PAOLO TOGNI Ecologia ambientale ed ecologia umana. Politiche delVambiente e Dottrina sociale délia Chiesa. EDIZIONI CANTAGALLI Via Massetana Romana, 12 Casella Postale 155 53100 Siena Tel. 0577 42102 Fax 0577 45363 www.edizionicantagalli.com e-mail: [email protected] OSSERVATORIO 1NTERNAZIONALE GARD. VAN THUÀN SULLA DOTTRINA SOCIALE DELLACH1ESA VVVVVV.VANTHUANOBSERVATORY.ORG QO|07/LA PROFEZIA DI AOLO VI Aquarant'anni dalla sua pubblicazione, l'Enciclica Humanae vitae con tinua aprovocare reazioni appassionate. Al termine di infinité consulta- zioni eresistendo ainsistenti pressioni, Paolo VI si pronuncia. Siamo nel 1968. Molti si attendevano che il Pontefice avrebbe seguito la maggio- ranza degli esperti eche avrebbe ammesso la contraccezione artificiale per le coppie sposate. Egli invece riafFerma che non bisogna separare le due finalità dell'unione coniugale: la fecondità e Tamore. Una corren- te di oppositori dichiara subito rEnciclica inaccettabile; il dissenso si diffonde tra alcuni pastori; il Papa è sottoposto alinciaggio mediatico. Oggi comprendiamo meglio che, dietro la questione délia contraccezio ne, si nascondono altre sfide importanti: il relativismo el'individualismo nell'ambito délia morale, il diritto délie autorità pubbliche ad interve- nire in materia di demografia, il ruolo degli esperti, l'autorité del Papa, la possibilità di rivedere gli insegnamenti pontifici, la corresponsabilità nella Chiesa. Purtroppo, la maggior parte di coloro che hanno denigrato XHumanae vitae non hanno notato che è anzitutto la ragione a giu- stificare la posizione di Paolo VI. L'Enciclica conferma le conclusioni evidenti di una série di discipline scientifiche, enei dati forniti da queste discipline non esiste ombra di verità rivelata. Chiunque puô constatarlo. MHumanae vitae puô essere compresa soltanto se èvalorizzato il ruolo délia ragione nella ricerca del senso ultimo délia vita edell'amore. Filosofo e teologo, Michel Schooyans èsacerdote délia diocesi di Bruxelles eprofessore emerito presso l'Università di Lovanio. Èmembro dellAccade- mia Pontificia délie Scienze Sociali (Roma), dellAccademia Pontificia per la Vita (Roma), dellAccademia messicana di Bioetica (Messico), del Population Research Institute (Washington), dell'Istituto di Demografia Politica (Parigi). Le sue ricerche riguardano la filosofia politica, le idéologie contemporanee, le politiche demografiche ela morale sociale. ISBN: -1 hada a ïp'i T?B-6fl-fl2?2-H21-4 9 l788882"72421 e &*&» e 1925 € 9,90 4