il Montebaldo Luglio-Agosto 2013

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il Montebaldo Luglio-Agosto 2013
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Anno LXI
Luglio - Agosto 2013
Bimestrale edito dalla Sezione di Verona dell’Associazione Nazionale Alpini
Via del Pontiere,1 - 37122 Verona
www.anaverona.it
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A Fittanze
col
Presidente
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LA PARoLA DEL DIRETToRE
il Montebaldo
Edizione
Luglio - Agosto 2013
Per integrarsi non servono i timbri
U
ltimamente, anche per
merito del nuovo ministro per l’Integrazione
sociale, la signora di colore
Cecilia Kyenge, è tornato alla
ribalta il tema della cittadinanza ai cittadini stranieri.
Un dibattito che ha visto
schierate opposte fazioni. Da
una parte gli intolleranti, dall’altra i buonisti. Dei primi abbiamo visto la stupidità, soprattutto nei gesti personali
contro il ministro. Buttare sul
palco dove andava a parlare le
banane non è argomento. È
stupidità e basta. Dei secondi
abbiamo colto le buone intenzioni, ma non sempre supportate da lucidi ragionamenti.
Ma cosa vuol dire integrazione? Se andiamo al vocabolario della lingua italiana scopriamo almeno due significati
di fondo.
Il primo riguarda la dimensione sociale. In questa prospettiva, integrarsi vuol dire
«disponibilità degli individui
che vivono in una società a coordinare le proprie azioni,
mantenendo a un livello tollerabile i conflitti». Per dirla in
breve, la capacità di vivere accanto agli altri accettando il
compromesso per non pestarsi
i piedi.
In una seconda accezione,
quella razziale, integrarsi
vuol dire mettere insieme
razze diverse, in modo particolare persone bianche e di
colore, evitando le segregazioni. In definitiva, vivere insieme cercando di non mettere in piedi le caste, con cittadini di serie A, B, C…
È evidente da queste brevi
premesse, che sono due le piste che devono essere seguite
perché si realizzi un’autentica
integrazione. Da una parte bisogna partire da un pacchetto
comune di leggi condivise, ossia le regole della casa. Se non
si vuol pestarsi i piedi è fondamentale che all’immigrato sia
richiesto lo stesso rispetto delle norme, richiesto ad un italiano. Se questo non avviene,
il conflitto sociale si sprigiona
da solo ed immediatamente.
Sull’integrazione razziale,
prima ancora che il rispetto
delle regole, conta la cultura.
Ossia quella degli italiani e
quella di chi viene in Italia.
Ma di questo dirò tra poco.
Il ministro Kyenge sembra
privilegiare, almeno in questa
prima fase del suo operato, il
riconoscimento della cittadinanza come via maestra per
l’integrazione.
Opinione rispettabilissima
anche se trovo che questa soluzione non sia il massimo per
dare risposta alle due esigenze
di cui parlavo sopra.
L’integrazione non può avvenire con un atto giuridico,
ossia con un timbro sulle carte, per dirla più banalmente.
Essa deve passare sempre dalla vita, perché sia vera.
Certamente si tratta di una
questione che va affrontata e
risolta. Oggi in Italia vige un
rigoroso principio dello jus
sanguinis (diritto di sangue).
Ossia tu hai diritto ad essere
cittadino italiano se i tuoi genitori o almeno uno dei due è
nostrano. A questo principio si
oppone lo jus solis (diritto di
suolo), fortemente sostenuto
dal ministro. Ossia, tu sei cittadino italiano se sei nato o residente sul territorio. Dico subito che trovo le due posizioni
entrambe poco equilibrate.
Come accennavo sopra,
l’integrazione può avvenire
soltanto dal rispetto delle regole e dalla cultura. Faccio un
esempio per spiegarmi meglio.
Quando negli anni ’50 tanti
nostri connazionali si trasferirono in Svizzera per lavoro,
furono due le regole che dovettero osservare.
La prima riguardava il rispetto della legge. Chi sgarrava se ne tornava indietro a calci nel sedere. Non si trattava di
una forma di intolleranza, ma
di rispetto per tutti. Per gli
svizzeri, ma anche per gli italiani onesti.
La seconda regola fu l’obbligo per i giovani figli degli
immigrati di andare a scuola.
Fu un rospo dure da digerire,
S. GIOVANNI LUPATOTO - Domenica 14 luglio u. s., si è tenuto il
“Pellegrinaggio Nazionale” sul Monte Ortigara.
Alcuni rappresentanti del Gruppo che non hanno voluto mancare
all’appuntamento ai piedi della “Colonna Mozza”. Nella foto: il capogruppo Giampietro Ciocchetta, don Rino Massella, Claudio Provedelli, il Presidente Ilario Peraro, Aldo Perbellini e Nino Donà.
perché tanti nostri connazionali, senza cultura, ne avrebbero
fatto volentieri mano d’opera
per portare a casa un po’ di
soldi. Gli svizzeri furono su
questo inflessibili. Chi voleva
diventare cittadino di quel
Paese doveva istruirsi, conoscerne la lingua (senza la quale non ci sarà mai, dico mai,
alcuna integrazione), la storia,
le tradizioni, gli usi e i costumi… A quelle condizioni e solo a quelle si poteva far parte
dello Stato.
Vi sembra crudeltà chieder
oggi le stesse condizioni? Credete che l’aver fatto dell’Italia
un Paese dei Balocchi, dove
alcune etnie sanno di poter delinquere all’infinito sia un
buon modo per integrarsi? O
pensate che lo sia il rifiuto ad
apprendere la nostra lingua, la
nostra storia e le nostre tradizioni?
In un istituto superiore della
Bassa veronese un esperto del
ministero venuto a parlare di
integrazione, s’è sentito rispondere da una immigrata,
madre di alcuni ragazzi frequentanti la scuola: «Questo è
un problema che non ci riguarda. A noi di integrarci non ce
ne importa proprio nulla».
Basterà concedere la cittadinanza sulla carta per fare
dell’Italia un Paese senza
conflitti?
Bruno Fasani
SOMMARIO
Circolo “M. Balestrieri”
Personaggi
Vita militare
Costume alpino
Vita sezionale
Protezione civile
Penna sportiva
Vita dei Gruppi
Anagrafe sezionale
pag. 4 - 5
pag. 7
pag. 8
pag. 9
pag. 10 - 11 - 12 - 13
pag. 14
pag. 15 - 16 - 17
pag. 18 - 19 - 20 - 21
pag. 22 - 23
Direttore responsabile: Bruno Fasani
Comitato di redazione: Denis Dalbon, Ezio Benedetti, Angelo Pandolfo,
Antonio Scipione, Giorgio Zanetti, Maurizio Mazzocco
Impaginazione e grafica: Ezio Benedetti, Giuseppe Avesani
Aut. del Tribunale di Verona 15.05.1952
n. 44 del Registro - n. 1018 Vol. 11 f. 137 (06.09.1983) del Reg. Naz.
Associato all’USPI (Unione Stampa Periodica Italiana)
Stampa: Edizioni Stimmgraf srl - S. Giovanni Lupatoto
Questo numero è stato chiuso mercoledì 6 agosto 2013.
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Edizione
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LA PARoLA DEL PRESIDENTE
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La forza della convinzione
N
egli scorsi anni sono
state prese delle iniziative che non sempre
hanno trovato l’entusiasmo di
tutti, ma la consapevole partecipazione dei molti che hanno
creduto nella bontà dei progetti, ha portato a risultati di innegabile evidenza.
Ricordiamo le Lotterie effettuate nel 2009 che ci hanno
permesso di assegnare un contributo di 80 mila euro al Presidente della Cooperativa Luce e Lavoro.
Sono stati fondi importanti
per entità, ma soprattutto per il
supporto morale e di incitamento che hanno dato sprono
alla realizzazione di una sede
idonea e adeguata alle esigenze degli ospiti: disabili multiminorati. Attualmente la struttura è in fase avanzata di sistemazione.
La nostra spinta, ha consentito alla Cooperativa, di accedere a sostegni finanziari sostanziosi e indispensabili per
affrontare l’immane lavoro e
concretizzare un miraggio.
Non di minor valore è stata
la raccolta di soldi per acquistare l’ambulanza (60 mila euro) che, oltre a far bella mostra
nelle nostre manifestazioni,
interviene con grande professionalità e determinazione.
Sebbene mancasse della solita “cartina” di lezzo burocrati-
LAUREA
co, va esaltato senza timori il
provvidenziale intervento, durante il Raduno sezionale di
Ronco all’Adige, che ha permesso di salvare un infartuato,
recuperato fuori dall’ambito
della celebrazione alpina. Appagante è osservare come si
sta costituendo la nuova Squadra sanitaria!
La convinzione di programmare e organizzare con propositi a fin di bene, seppur nelle
naturali difficoltà e nelle solite
snervanti contrapposizioni di
chi è ostile o va alla ricerca di
contrarietà, ha fornito risultati
al di là di ogni previsione e
una confortante soddisfazione,
esattamente come ha rimarca-
to il nuovo Presidente nazionale Sebastiano Favero, perché «dare è più bello che ricevere».
Ilario Peraro
Gli Amici degli Alpini
con la A maiuscola…
Mercoledì 24
luglio scorso,
si è brillantemente laureata
in “Matematica “
presso l’Università di Trento Chiara Dalbon, figlia del
consigliere sezionale Denis.
Congratulazioni vivissime da
mamma Maria
Pia, i fratelli
Francesco e
Alessandro
unitamente a
Michelangelo.
Con poche parole pronunciate all’omelia funebre: «... da don
Mazzolari aveva imparato che in chiesa ci si leva il cappello, ma
non la testa». Massimo Benedetti, lo vogliamo ricordare come
una persona di sicuro valore, di solida fede, di generosa dedizione e impegno nel Gruppo alpini di S. Massimo.
BOVOLONE: cena di beneficenza organizzata dal Gruppo alpini in collaborazione con il Gruppo Parrocchiale di don Matteo. Il ricavato della serata, è
stato devoluto alla Missione in Georgia sostenuta dal Vescovo Pasotto, originario di Bovolone.
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il Montebaldo
Edizione
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CirColo Culturale
Alpini... a scuola
Oggi, qui da noi in classe
quinta, sono venuti a trovarci
gli alpini… una piccola rappresentanza però!
Sono venuti per raccontarci
la loro storia attraverso le loro
testimonianze ed un bellissimo
plicato il numero di Reggimento di appartenenza (es: il n. 6
per il VI Reggimento Alpini).
Su un lato del cappello si può
notare un piccolo fiocco: la
NAPPINA.
Il colore della nappina ha 2
significati:
- 1) distinguere il reparto di
appartenenza (es: gli alpini del
Battaglione “Verona” hanno la
nappina bianca);
- 2) indicare la specializzazione: verde per chi usa le armi
pesanti (cannoni, mortai…);
blu per chi lavora negli uffici…
ecc.
La nappina ha la funzione di
“portapenna”; infatti riveste un
pezzo di legno con un foro atto
ad accogliere la PENNA, simbolo caratteristico del cappello
quando terminano il servizio
militare): questa penna si piega
ma non si spezza.
A volte, sul cappello alpino,
ci sono delle medaglie, distintivi, stelline che l’alpino ama
mettere quando ha terminato il
servizio militare.
In particolare le stellette di
metallo sono un simbolo che il
militare porta sulla divisa durante la “naja” (=servizio militare che tutti gli alpini hanno
fatto in montagna) e significa:
«Sei un militare, l’ordine di un
superiore non si può discutere,
devi obbedienza cieca e assoluta e disciplina».
Il Corpo degli alpini è nato
nel 1872, addetto alla difesa
delle Alpi contro l’attacco
eventuale di altri Stati.
video. Perché si chiamano alpini? Perché prendono il nome
dalla catena montuosa delle
nostre bellissime ALPI, sono
i soldati delle Alpi e sul loro
cappello c’è, come fregio, la
regina di queste montagne:
l’AQUILA maestosa con le
ali spiegate.
Ma… appena sotto l’aquila,
ci sono due FUCILI INCROCIATI, perché gli alpini erano
soldati.
In centro al fregio, c’è un
cerchietto verde dove viene ap-
alpino.La penna proviene dalle
ali remiganti di uccelli montanari, cioè dalle ali che “remano” nell’aria per volare.
La penna può essere nera (da
qui il nome “penne nere” dato
agli alpini); di corvo ed è quella che la Patria (= terra dei padri) dà alle reclute con il cappello: è la meno preziosa e, se
viene piegata, si spezza.
La penna può essere anche
marrone, d’aquila, ed è quella
che si danno gli anziani di servizio prima del congedo (cioè
Il protettore degli alpini è
San Maurizio.
Gli alpini, spiegano i nostri
ospiti del Circolo Culturale
“Mario Balestrieri” di Verona,
hanno una caratteristica particolare:
“l’ALPINITÀ” cioè un insieme di:
- FRATELLANZA (usano lo
stesso linguaggio, fanno le
stesse esercitazioni…);
- SENSO DEL DOVERE
(dover fare qualcosa che vada
bene per tutta la comunità);
- SOLIDARIETA’(si aiuta
chi ne ha bisogno).
In particolare c’è un gruppo
di alpini che si occupa di solidarietà: corrono da chi ne ha
bisogno, in casi di calamità naturali o altro, lasciando temporaneamente il lavoro. E tutto
ciò senza ricompensa…
Gli alpini in congedo, hanno
creato una Associazione,
l’A.N.A.: Associazione Nazionale Alpini, allo scopo di sentirsi tutti uniti, fare Corpo, di
tenere viva la memoria di tutti
gli alpini che hanno combattuto e sofferto e dei soldati che
sono morti nelle guerre che
purtroppo ci sono state.
Gli alpini, ora, sono un
ESERCITO DELLA SOLIDARIETA’; vanno dove c’è
bisogno di aiuto, è un esercito di volontari che, al posto
dei fucili, usa picconi, tende,
vanghe, mestoli… aiutando
con ordine e disciplina.
L’1 gennaio 2004, l’allora
Presidente della Repubblica
Carlo Azeglio Ciampi, conferì la Medaglia d’Argento al
Valore Civile all’ospedale da
campo dell’ANA.
A conclusione dell’incontro, i nostri ospiti ci hanno
mostrato un bellissimo video, con musiche, canti e immagini molto coinvolgenti,
che ci hanno fatto toccare
con mano l’amore verso la
montagna e le sue bellezze
naturali, verso la Patria nostra e la nostra Bandiera, ma
soprattutto il valore e la ricchezza umana degli alpini.
Una frase ci è rimasta nel
cuore: «Il segreto per essere
felici è aiutare gli altri»,
motto nato dai racconti e dalle testimonianze degli anziani che si aiutarono tra loro
durante la guerra.
Noi alunni li abbiamo ringraziati a modo nostro, dedicando loro, a gran voce, «La
canzone del Piave».
GRAZIE ALPINI !!!
CLASSE 5^ SCUOLA PRIMARIA “Lorenzo Calabrese” di San Vito al Mantico - Bussolengo Verona.
Alunni: Sara A., Chiara B., Riccardo C., Desirè C., Tommaso C., Marika D’A., Maria Vittoria F., Sofia G., Kevin L., Elisa M., Giovanni M., Sofia M., Leonardo M., Nicholas Dino M., Chiara O., Filippo P., Aurora R., Giorgia S., Roberto T.,
Mario Pietro Z., Thomas Z., Caterina Z., Giacomo Z., Sofia Z.
Insegnanti: Donata Bovo, Licia Massella.
Sabato 28 settembre 2013, alle ore 20,30, nella baita locale, il Gruppo alpini di Rosaro, in collaborazione con il Circolo ANA “M. Balestrieri”, organizza un incontro culturale con proiezione del
documentario «1943 LA RITIRATA DI RUSSIA: sulle balke dell’onore» con testimonianze in video e
dal vivo. Ingresso libero.
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“Mario Balestrieri”
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Appuntamento con la Storia... a baita
Sede
Sede
Castelnuovo del Garda
Lazise
Malcesine
Lugagnano
Castelnuovo del Garda
Lazise
Isola della Scala
Lubiara
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Personaggi
il Montebaldo
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Bruno Bozzini, alpino centenario
Nulla è casuale nella vita. In essa tutto
ha un significato: ogni nascita, ogni respiro, ogni gesto, ogni pensiero, ogni momento del vivere e del morire hanno un
senso nel libro immenso del tempo e dell’essere; lo ha la durata stessa di quell’avventura meravigliosa che è l’esistenza,
della quale ciascuno è a un tempo protagonista, fruitore e servitore.
La vita... chi la conclude in giovane età,
chi a sessanta, settanta, ottanta, novant’anni; chi si inoltra più avanti; qualcuno
raggiunge ed oltrepassa il secolo.
Difronte a questi ultimi casi, non ci si
può non chiedere perché la vita li ami tanto, che cosa voglia esprimere con loro, di
che cosa la vita voglia che essi siano testimoni.
Tutte riflessioni che s’accavallano nella
mente quando ci troviamo al cospetto dei
nostri grandi “vecchi” e che s’intrecciano
in noi con sentimenti di stupore, di rispetto, di gioia, ma anche di affetto e di orgoglioso compiacimento, nella consapevolezza di trovarci di fronte ad autentiche
grandi pagine viventi di storia.
Tale è, senza dubbio, Bruno Bozzini, figura meravigliosa di alpino, che ha fatto
dell’alpinità la corda vibrante ed armoniosa di tutta la sua esistenza e che sta gagliardamente avvicinandosi al traguardo
straordinario del secolo di vita.
E’ sicuramente uno dei più anziani, se
non il più anziano in assoluto, fra gli alpini veronesi, il nonno di tutta la Sezione e
dei circa ventimila alpini che ne fanno
parte.
A lui mi lega una conoscenza, subito divenuta amicizia, maturata alcuni decenni
fa, quando io ero giovane capogruppo degli alpini a Spiazzi ed egli, già pensionato,
veniva a trascorrere, sul Baldo, le sue vacanze estive con l’amata Teresa.
Ricordo l’interesse con cui seguiva
quanto si organizzava nel Gruppo, la passione con cui partecipò alla grande adunata che celebrammo per il sessantesimo
della Sezione alle “Buse dei Morti” nel
1980, le chiacchierate con il presidente
nazionale Bertagnolli, con l’indimenticato
padre Mario Tonidandel, con Pier Emilio
Anti, Tito Nicolis, Nane Ainardi.
Prodigo di consigli, desideroso sempre
di conoscere cose ed amici nuovi, mi accompagnava in serate ed appuntamenti,
amava in particolare venire a qualche ma-
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nifestazione in Municipio a Caprino in
quel Palazzo Carlotti che era stato, per
qualche tempo, la sua caserma e, dalla
quale, mi raccontava di aver fatto qualche
audace “fuga” notturna per andare a trovare la “morosa”, ripresentandosi vispo e
puntuale alla sveglia all’alba.
A sua volta, mi coinvolgeva negli incontri con i suoi amici, che erano tutti alti
ufficiali alpini, da Pomarici a Pelosio, a Di
Prisco, al gen. Carlo Meozzi, che era allora, sindaco di Ferrara di Monte Baldo. Per
quest’ultimo, nutriva un affetto profondo
perché lo aveva conosciuto come comandante di artiglieria nei momenti difficili e
cruenti della Campagna di Russia.
Bruno Bozzini, nacque quasi un secolo
fa, il 24 dicembre 1913, a Valeggio s/M da
Cesare Luigi e da Maria Cordioli: una fa-
miglia sana, legata alla terra, ancorata ai
valori più profondi del mondo contadino,
quali l’amore per la famiglia, la laboriosità, l’onestà, il rispetto per gli altri, il senso
del Divino, che rimasero la bussola sicura
per tutta la vita.
A poco più di vent’anni, fu chiamato alle armi e fu destinato al 6° Alpini, nella
57ᵃ Compagnia del glorioso Btg. “Verona”. Da allora, il cappello con la penna nera, gli si incollò al capo per non staccarsene più.
Seguirono alcuni congedi e richiami,
finché giunse il momento della prova suprema: la guerra. Richiamato, sempre nel
Btg. “Verona” il 14 marzo 1941, partì con
l’Armata militare italiana di Russia (ARMIR) il 26 luglio 1942.
Con gli alpini del “Verona”, fu chiamato a far parte della Divisione “Tridentina”,
la quale, con le Divisioni “Cuneense” e
“Julia”, costituì il Corpo D’Armata Alpino. Fu là, che conobbe il maggiore Carlo
Meozzi, che comandava il Gruppo “Bergamo” del 2° Reggimento di artiglieria alpina, pure inglobata nella “Tridentina”.
Attestato con gli alpini sul Don, Bruno,
visse il dramma del terribile attacco russo
del dicembre, che costrinse gli alpini alla
ritirata. Il 12 febbraio 1943, egli venne ricoverato in ospedale a Leopoli e, qualche
giorno, dopo fu rispedito con treno-ospedale, in Italia.
Durante la ritirata, riportò il congelamento di 2° grado al piede sinistro e un
aggravamento dei disturbi polmonari, per
i quali, nel 1951, ottenne la pensione di
guerra e nel 1961 la Croce al Merito.
Bruno Bozzini, però, non amava soffermarsi troppo sui ricordi tristi della guerra.
Era sì un testimone di essa, ma nel dopoguerra, preferì operare, come alpino di pace, stare con i giovani, lavorare con gli alpini e, per gli alpini, proiettato verso l’avvenire.
Fu a lungo capogruppo a Salionze, dove, anche dopo aver abbandonato tale incarico, continuò ad essere il punto di riferimento del “mondo alpino” della zona.
Da autentico alpino, amava il buon vino, le lunghe camminate in montagna o in
campagna, le levate all’alba per andare a
pesca, a lumache, le cene cordiali con gli
amici. Lo assistette l’amata Teresa, compagna della sua vita, finché una paralisi
non la bloccò; allora tutte le attenzioni di
Bruno, furono per lei, la accudì con ogni
cura cercando di prolungarne l’esistenza,
di manifestarle fino all’ultimo il suo affetto.
La sua casa è rimasta semplice ed accogliente, luogo di fraternità e di sorriso. La
sua vita un libro aperto in cui si possono
leggere storia e valori del popolo italiano
e del mondo alpino veronese. L’augurio è,
che Bruno, riempia ancora molte pagine
di quel libro, prezioso per tutti noi, quanto è stata ed è la sua vita.
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il Montebaldo
Vita militare
Edizione
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Alpini: simbolo di virtù spirituale e qualità fisiche
Gli Alpini sin dalla loro costituzione, forti
della loro naturale attitudine alla guerra in
montagna, capaci di compiere gesta gloriose,
dimostrando particolari qualità fisiche e morali conferite dalla montagna stessa, hanno
sempre meritato, da Adua a Monte Marrone,
il grande affetto e l’incondizionata fiducia di
tutto il popolo Italiano. Con la ferrea volontà
dell’esempio, sino all’estremo sacrificio,
hanno contribuito ad esaltare le nostre tradizioni, dimostrando che le stesse devono costituire per tutti, indistintamente, il più fervido incitamento al dovere, nel ricordo tramandato di generazione in generazione, delle gesta compiute dai nostri avi e dai nostri
padri, in difesa del Sacro Suolo Italiano.
Le “tradizioni alpine”, però, non ebbero
solamente inizio dal 1872, anno di costituzione del Corpo degli Alpini, bensì possono
essere ricondotte già ai tempi di Roma, con
le “Cohortes Alpinorum o Montanorum” poste a difesa dei valichi alpini fortificati, caratterizzate quasi certamente da un reclutamento regionale tratto dai monti e dalle vallate ed alle quali può essere collegata l’idea
del Cap. Perrucchetti di affidare a truppe reclutate sul posto la difesa delle nostre frontiere terrestri. Le tradizioni procedono, poi,
con le guerre combattute nei secoli sulle Alpi, nel corso delle quali, citando solo alcuni
esempi, sono emerse la tenacia dei Valdesi in
Piemonte, fedeli al loro particolare culto religioso, amanti delle loro valli, che difesero
sfidando i rigori dell’inquisizione, l’ostilità
dei Pontefici Gregorio XI e Innocenzo VIII,
di Luigi XIV di Francia e le forze militari dei
Duchi di Savoia. In quegli anni sono emerse
la capacità di operare delle Milizie Valdostane che, nel secolo XVI, durante le guerre tra
Francia e Spagna per il predominio sull’Italia, difesero la neutralità delle loro valli. Come non ricordare, poi, la Milizia Paesana,
istituita nel 1560 in Piemonte dal Duca Emanuele Filiberto, Milizia che, come i nostri Alpini, ebbe un reclutamento regionale, per il
quale ai soldati del Duca di Savoia spettò
particolarmente il compito di difendere i
monti e le valli dove erano nati. Per non parlare, ancora, delle “Milizie Piemontesi” che,
sulle Alpi Marittime e sulle Cozie, fronteggiarono per tanti anni Spagnoli e Francesi e
che poi, dal 1792 al 1796, contesero il passo
agli Eserciti della Rivoluzione ed a quelli
Napoleonici.
Ma oltre ai ricordi del passato ed agli
esempi di truppe destinate alla difesa delle
Alpi con un reclutamento regionale, dovettero concorrere a suggerire al Perrucchetti l’istituzione di speciali truppe alpine anche le
particolari qualità dei figli della montagna.
A tal proposito, Vegezio, nel III secolo dopo Cristo, nella sua opera “De re militari”
scrisse: «E’ molto più idonea alle armi la
gente rude, che cresce a cielo scoperto e nelle fatiche, paziente del sole, noncurante dell’ombra, non usa alle delicatezze, di animo
semplice, sobria, con le membra allenate ad
ogni fatica», specificando anche le caratteristiche che desiderava per soldati romani:
«occhi vivaci, collo dritto, petto ampio, spalle muscolose, braccia forti, dita lunghe, ventre scarno, gambe asciutte».
Caratteristiche, queste, che ritengo proprie
degli Alpini, i quali, oltre alle qualità fisiche,
ben manifestano anche particolari qualità
spirituali. Infatti, come ebbe modo di scrivere Marcello Soleri (politico e Ufficiale degli
Alpini, il quale insieme a Giovanni Giolitti e
Luigi Einaudi è considerato il terzo grande
Liberale Italiano del Novecento): «La disciplina della montagna e la scuola dell’isolamento dotano l’Alpino del senso dell’orientamento, del fiuto della strada, dell’istinto
della previdenza e lo fanno esperto di ogni
bisogna ed artigiano di ogni mestiere, capace
di provvedere da solo a se stesso nelle comuni vicende, ma anche solidale con gli altri fino al supremo sacrificio nelle estreme contingenze».
Il possesso delle particolari qualità fisiche
e morali conferite loro dalla montagna, venne sempre confermato dagli Alpini in tutte le
guerre alle quali presero parte, dal 1896 al
1945, e specialmente durante la Grande
Adamello: l’“Ippopotamo”, il grande cannone
149G sulla Cresta della Croce (Adamello)
Guerra del 1915-1918 e, non ultime, in tutte
le Operazioni fuori dal territorio nazionale
che da vent’anni ad oggi, cui gli Alpini sono
chiamati a prendere parte.
In merito al valore dimostrato dagli Alpini, sono state scritte moltissime opere, dalle
quali traspaiono le loro particolari virtù nonché il culto per le loro patriottiche tradizioni.
In tale contesto, è interessante evidenziare, in
particolare, cosa scrissero alcuni Ufficiali
Generali non Alpini, protagonisti, nel bene e
nel male, della nostra storia e che degli Alpini ebbero modo di verificare il loro valore e
l’indiscussa capacità di operare in montagna:
- Maresciallo d’Italia Luigi Cadorna:
«Gli Alpini ebbero dapprima campo di dimostrare la saldezza dell’organizzazione e le loro virtù militari nelle guerre coloniali, in
Eritrea e in Libia. Ma fu soprattutto nella
guerra 1915-1918 che essi illustrarono, con
innumerevoli azioni, il loro nome e compirono, assieme all’Artiglieria da Montagna,
operazioni leggendarie sui ghiacciai dell’Adamello, ad altezze fra i 3000 e i 3400 metri,
fino a quel momento ignote a combattenti di
qualsiasi nazione».
- Maresciallo d’Italia Guglielmo Pecori
Giraldi: «Nello spirito e nel cuore di vecchio
Comandante è vivo, sereno e profondo il sentimento di ammirazione e riconoscenza che
ho per loro che, forti al pari delle rupi nati-
ve, schietti come il ghiaccio e la neve dei
monti che abitano, tenaci quanto il metallo
di più salda tempera, pazienti meglio che i
Francescani, si sono dimostrati in ogni occasione soldati impareggiabili. Durissimi
nella difesa, impetuosi attaccando, prodi
sempre, silenziosi, modesti, hanno prodigato
col disprezzo della morte il loro sangue dovunque s’è combattuto: sui ghiacciai, sulle
asperrime cime, sulle colline, in pianura».
- Maresciallo d’Italia Armando Diaz:
«Allo Stelvio, al Rombon, al Tonale, al Monte Nero, all’Ortigara, al Grappa, dovunque
fu asprezza di lotta, furono mirabili nell’esempio, nella devozione, nella tenacia, nelle
audaci imprese. Ove pareva che solo l’aquila potesse avere il suo regno, essi giunsero
con indomito valore e vi rimasero, imponendosi alla natura e al nemico. Aperta la via
alla guerra sulle più impervie cime, portandovi armi e mezzi di vita, incuranti delle fatiche, del rigidissimo inverno, in regioni di
ghiacci perenni, si affermarono impavidi, sereni, superbi».
Per brevità di trattazione, debbo citare solo alcuni fra gli innumerevoli autori che con
i loro scritti elevarono agli Alpini fervidi inni di riconoscente ammirazione, ma non posso certo esimermi, in ultimo, di citare un indimenticabile martire dell’unità della Patria,
Cesare Battisti, che così scriveva di questi
eroici soldati: «Buoni e semplici come eroi e
fanciulli, audaci e prudenti come soldati di
razza, robusti, resistenti come il granito dei
loro monti, calmi, sereni come pensatori o filosofi, col cuore pieno di passione malgrado
la fredda scorza esteriore, al pari di vulcani
coperti di ghiaccio e di neve. Tali apparvero,
sull’Alpe nostra, gli Alpini d’Italia, all’irrompere della santa guerra di redenzione e
di libertà».
In conclusione, ritengo che queste poche
ma significative affermazioni siano più che
sufficienti per farci gridare tutti a gran voce,
con ferrea determinazione: «Che gloria essere Alpini! Giù il cappello davanti agli Alpini! Onore agli Alpini! Viva le tradizioni
alpine!».
Che eroica e tremenda eredità ci hanno lasciato gli Alpini dei tempi passati, che esempi di virtù militari, morali e di amor Patrio ci
hanno tramandato quei figli della montagna
nel compimento del loro dovere, che solidità,
che costanza e che valore hanno dimostrato
quegli indomiti combattenti, che meraviglioso gesto di altruismo hanno compiuto, donando la loro vita per la vita di altri uomini.
E noi, Alpini di oggi, possiamo con fierezza vantarci di possedere analoghe virtù e
qualità che hanno fatto degli Alpini di ieri
una leggenda, un mito? Certamente sì! Come? Da un lato, servendo in armi la nostra
Patria, con grande generosità, impegno ed
amore e, dall’altro, operando nell’ambito
della nostra Associazione con onestà, dinamismo, dirittura morale, costanza e con l’esempio, senza la spinta di nessun interesse o
tornaconto personale, ma per il bene della società in cui viviamo, all’insegna della solidarietà, dell’amicizia, della fratellanza e dell’altruismo.
Gen. B. (alpino) Claudio Rondano
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Edizione
Luglio - Agosto 2013
Costume alpino
il Montebaldo
9
Quando vino faceva rima con alpino
Spesso l’immagine dell’alpino è associata alla figura di
un buontempone, con un bicchiere di vino in mano che alza, in segno di brindisi, cantando con altri compagni.
E’ evidentemente un’immagine caricaturale, abbastanza
vera se contestualizzata. La figura popolare dell’alpino nasce nella Prima Guerra Mondiale, durante la quale erano
prevalenti come soggetti militari, il fante, in pianura, e l’alpino in montagna.
Ed è proprio nella montagna
che va collocata la costruzione
dell’immagine popolare. E’ risaputo che grappa e vino sono
strumenti per vincere il freddo. Sedersi a tavola, è un modo di socializzare, anche oggi.
Era molto più frequente
quando non c’era la televisione, soprattutto in montagna,
nei paesi e nelle valli, dalle
quali prevalentemente venivano gli alpini. Allora la gente si
riuniva, in famiglia o nel borgo, raggruppata davanti al calore di un camino, per smaltire
le fatiche della giornata prima
del meritato riposo.
Ammirare le lingue di fuoco
che pian piano si affievolivano
diventando brace, sorseggiando un bicchiere di vino, liberava i pensieri più intimi. Era la
culla di una saggezza non
scritta di un popolo.
Anche il bere un bicchiere
in compagnia è un modo per
socializzare. Quante volte,
quando si incontra un amico
vicino all’ora del pasto, lo si
invita a bere assieme. Nel Veneto è un’usanza antica, quello
del bere l’”ombra”.
L’origine della definizione,
nasce dalla collocazione del
venditore di vino in piazza,
che si sistemava, riparandosi
dal sole, all’ombra del campanile e seguendone lo spostamento.
Questa è l’origine arcaica
dell’immagine esteriore dell’alpino, celebrata nel settembre del 1920 alla prima Adunata Nazionale sull’Ortigara
e resa solenne soprattutto dagli atti individuali d’eroismo,
di chi si sacrificava di fronte
al nemico, confermati nell’epica ritirata di Russia, dalla
quale emerge come un monumento di pietra un nome: Nikolajewka.
E’ paradossale come il simbolismo eroico più recente
del Corpo militare alpino si
sia costruito in conseguenza
di una sconfitta. Qui c’è la
chiave di lettura della cultura
alpina. Erano partiti per una
guerra sbagliata, rispondendo
al senso del dovere, comandati da una follia propagandistica di cui la Storia ha ben documentato.
Si son trovati a vivere un
dramma umano nel quale, le
armi, si sono trasformate in disperati strumenti di difesa, nei
quali l’esaltazione degli eroismi individuali, gli episodi di
solidarietà umana hanno avuto
un ampio quanto tragico palcoscenico.
Le pagine della memorialistica riportano decine di passaggi epici di questa ritirata:
la forza della disperazione dei
singoli, la tenacia del gruppo,
l’asprezza del luogo e la crudeltà del confronto con il nemico. L’impresa militare è
stata perdente, mentre vincente è stato lo spirito di fratellanza e di solidarietà umana.
Sono questi i valori che
hanno costituito il fondamento dell’Associazione Nazionale Alpini, che ha oggi il
compito, non facile, di fissare
nella modernità questi valori
imperituri.
L’ANA nasce per ricordare:
dal latino cor-cordis “cuore”, perché il cuore era ritenuto la sede della memoria.
E’ confermato nella “Preghiera dell’Alpino” quando si
dichiara: «.... armati come
siamo di fede e di amore... »
Oggi, l’immagine dell’alpino, è diventata un simbolo
che anche individualmente ha
cambiato la propria fisionomia. E’ lontana, pur non ripu-
diata, quella figura godereccia del buontempone amante
del vino, per lasciare spazio a
quella del componente di un
insieme ricco dei sentimenti
di fratellanza e di solidarietà,
ma anche di efficiente organizzazione collettiva, pronta a
mobilitarsi ogni qualvolta di
fratellanza e solidarietà c’è
bisogno.
Con dichiarata ammissione
di presunzione, affermiamo
che, ogni tanto, anche di interventi di soccorso morale c’è
bisogno, qualche volta anche
al nostro interno.
Viviamo un momento socialmente fra i più difficili della nostra storia recente. Anche
la nostra Associazione vive un
paradosso. L’età media degli
associati, la loro disponibilità
personale legata all’età, liberi
spesso dagli obblighi di lavoro
ma ancora in equilibrio con
l’efficienza fisica, oggi è una
risorsa.
In prospettiva diventa debolezza, se non si trova un rimedio al progressivo invecchiamento, non tanto individuale,
impossibile, ma collettivo.
Ritornando al vino, possiamo scegliere di usarlo con
una duplice funzione alla
quale si presta: insieme, per
ricordare o da soli, per dimenticare.
Matteo Lanzoni
Esercitazione delle Truppe Alpine “Falzarego 2013”
Nello splendido scenario dolomitico del Passo Falzarego, si è svolta
giovedì 11 luglio, l'esercitazione
delle Truppe Alpine “Falzarego
2013”.
Alla manifestazione, diventata
quest’anno internazionale, con la
presenza in parete di cordate francesi, libanesi, slovene, spagnole e
interforze, con rocciatori appartenenti alla Marina Militare ed ai Carabinieri.
Erano presenti: il Capo di Stato
Maggiore della Difesa, Amm. Luigi
Binelli Mantelli, il Capo di Stato
Maggiore dell' Esercito, Gen. Claudio Graziano e il Comandante delle
Truppe Alpine Gen. Alberto Primicerj. Molti gli osservatori stranieri.
L'A.N.A. era rappresentata dal
Presidente nazionale Favero, dal
Consigliere Geronazzo e da un nutrito numero di vessilli sezionali
(tra i quali anche il nostro di Verona)
e gagliardetti.
Il Gen. Primicerj, presentando l'esercitazione, ha avuto parole di elogio per gli alpini in congedo, sottolineando la loro folta presenza e la loro costante vicinanza agli alpini in
armi.
Durante l’esercitazione, gli alpini
della Brigata “Taurinense”, i “Rangers” del 4° Reggimento alpini paracadutisti e gli equipaggi di elicotteri
“A 129 Mangusta” e di “AB 412”
dell' Aviazione dell'Esercito, hanno
verificato l’addestramento e le capacità a operare in perfetta sinergia in
un ambiente difficile come quello
dell’alta montagna, che riproduce
gli scenari afgani, esibendosi anche
in arditissime simulazioni di operazioni di salvataggio di feriti.
È stato davvero emozionante assistere a questo impegnativo e suggestivo spettacolo che ha messo in risalto l'altissimo grado di preparazione e la coesione dei reparti alpini.
Agostino Dal Dosso
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il Montebaldo
Vita sezionale
Insieme a Passo Fittanze
Edizione
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Edizione
Luglio - Agosto 2013
Vita sezionale
il Montebaldo
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Ronco all’Adige: grande festa al Raduno Sezionale
Domenica 30 giugno u. s.,
grande festa nella cittadina di
Ronco all’Adige eccezionalmente imbandierata per accogliere il Raduno sezionale.
Duemila gli alpini, presenti
i vessilli delle Sezioni di
Verona, Trento, Valdagno,
Udine e Milano. Ad accompagnare il corteo, il Corpo bandistico sezionale «Edoardo ed
Oreste Tognetti» di Perzacco e
la Banda alpina di Montecchia
di Crosara.
Di raduni ne facciamo
molti, qualcuno dice anche
troppi, seguendo un rituale
rispettoso delle tradizioni alpine, sempre interessante, ma
spesso sovrapponibile.
In questa domenica dell’inizio d’estate, quando anche le
condizioni meteo sembravano
essersi accorte dell’evento,
proponendo il meglio che la
stagione poteva concedere,
alcune caratteristiche che tentiamo di raccontare, hanno
reso diverso questo incontro
celebrativo dell’anno sociale.
Ronco è una cittadina dal
tessuto urbano molto disteso e
la sfilata, partendo dalla frazione di Scardevara, si è snodata attraversando una periferia di villette e giardini imbandierati a festa come è raro
vedere, per giungere al centro.
Un corteo laterale di persone, genuinamente festanti, ha
accompagnato la marcia degli
alpini, cadenzata dal suono di
due fanfare.
Il corteo, giunto in prossimità della Casa di Riposo, ha
vissuto il primo, importante
evento della giornata.
Posizionati sui due lati,
ordinati come un picchetto
d’onore, un centinaio di ospiti,
allineati ed ordinati secondo il
grado di autosufficienza, con
il reparto delle carrozzelle
sventolante bandierine tricolori, hanno salutato gli alpini,
ricambiati dalle fanfare che si
sono fermate, improvvisando
ognuna un breve concerto.
Non è facile con le parole
restituire l’intensità dell’emozione provata in quel momento. Chi scrive questo commento ha provato quella soddisfazione che prende lo stomaco
quando sai di aver partecipato
ad una buona azione, ed intimamente ti compiaci, in pace
con la tua coscienza.
Da solo questo momento ha
meritato la partecipazione al
Raduno sezionale.
Giunti nella piazza Giuseppe Garibaldi antistante il
municipio, la solennità dell’Alzabandiera, dell’Inno Nazionale, la deposizione della
corona accompagnata in chiusura dall’onore ai Caduti e dal
Silenzio, ha chiuso la parte del
rituale militare, per dare suc-
cessivamente spazio ai saluti
del Sindaco di Ronco Moreno
Boninsegna e del Presidente
Ilario Peraro che ha ricordato
come «il Tricolore è qualcosa
che ci accomuna e ci unisce:
questa cerimonia serve a farci
CONTINUITÀ
Proviamo con tutte le nostre forze a farli crescere con lo spirito giusto che dovrebbe contraddistinguerci! Chissà che possa dare frutti!!
DA VOI IN 1 ORA
•S
• LA
•A
•V
•N
•T
riflettere e ricordare i valori
che, dal 1919, stanno alla base
della nostra Sezione, fatta di
persone degne e capaci che
non dimenticano il loro fondamento».
E’ iniziata quindi la celebrazione della S. Messa e anche
qui c’è stato un ulteriore
momento di intensità morale
degno di essere sottolineato.
In una vibrante omelia, il
Cappellano don Rino Massella, interpretando il brano
del Vangelo e commentando la
lettera di S. Paolo apostolo ai
Gàlati, ha incitato gli alpini ad
essere orgogliosi della loro
libertà; della libertà di esporre
come una bandiera distintiva
le proprie idee, della libertà di
vivere orgogliosamente i principi della cristianità, della
libertà di agire e vivere, in
coerenza con i principi dell’Associazione, ogni momento
della propria esistenza.
Una bella giornata quindi,
piena di significati, conclusasi
con una eccellente ospitalità al
rancio nelle due tendostrutture
predisposte in adiacenza alla
baita del Gruppo.
Questa la cronaca del
Raduno, alla quale aggiungiamo due considerazioni.
La prima, per esprimere il
ringraziamento al capogruppo
Denis Dalbon, che ha magistralmente organizzato, anche
nei particolari, tutto l’evento,
ringraziamento che va esteso a
tutti i suoi collaboratori che ci
hanno regalato una edificante
esperienza e, come alpini, una
bella figura di cui tutti beneficiamo.
La seconda, riguarda le presenze dei Gruppi. E’ l’unica
nota stonata che citiamo perché è bene sviluppare una
riflessione. Il Raduno sezionale, rappresenta il momento nel
quale gli alpini rinnovano il
credo di appartenenza al loro
Corpo.
Erano presenti all’incirca la
metà del gagliardetti dei
Gruppi che costituiscono la
Sezione.
Ognuno, singolarmente, può
avere un valido motivo per
mancare, ma quando il fenomeno raggiunge questa entità,
diventa un problema.
E’ una riflessione che debbono fare i capigruppo, i capi
zona e l’intero Consiglio
Direttivo Sezionale.
Non tanto per redarguire ma
per capirne le cause.
Maurizio Mazzocco
Redazione de”il Montebaldo”
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Edizione
Luglio - Agosto 2013
VIta SezIONaLe
il Montebaldo
Inaugurata una mostra a ricordo del Col. Cimolino
Domenica 9 giugno u. s., a
Dignano (Udine), è stata inaugurata una mostra per commemorare il Col. Ermando Cimolino Comandante dell’8° Reggimento Alpini nella Campagna
di Russia, dove trovava la morte il 31marzo1943 nel Campo
di prigionia di Oranki.
Nell’occasione della commovente cerimonia, la piastrina
dell’alpino Marco Mattiuzzo,
classe 1913, dell’8° Reggimento Btg. “Tolmezzo” disperso in
Russia zona di Kalitwa 16 gennaio1943, è stata consegnata alla nipote Carla.
La piastrina è stata ritrovata
nei pressi del campo di concentramento di Tambov assieme ad
altre quattro e, dopo una lunga
trafila passata dal contadino ritrovatore ad un esperto russo di
cimeli militari, Ilya, a Luca
Mazzocco, veronese di nascita
ma residente Londra, ed infine
da me veniva rintracciata, con
l’aiuto del Gruppo alpini di Dignano, l’unica nipote, Carla
Del Degan, figlia di una sorella
di Marco.
Alcune foto allegate sono
della cerimonia di consegna
della piastrina, alla presenza del
sindaco Gianbattista Turridano,
del capogruppo Luciano Persello, del sottoscritto e della nipote Carla Del Degan.
Per le altre quattro piastrine,
di tre sono stati individuati i parenti, tra cui un figlio.
Giuliano Fiorio
“Amare il disabile, amare te stesso”
Anche quest’anno l’Associazione «Noi e voi insieme» guidata dall’inossidabile presidente alpino Luciano Rainero, è riuscita a portare al Lido Adriano
(Ravenna), 17 bambini disabili
e 5 accompagnatori tedeschi
provenienti dall’Istituto Lindenhof .
Il clima non è stato favorevole, ma l’aria che si respirava
era di festa!
I bambini hanno potuto godere di varie escursioni come:
il Parco Giochi di Mirabilandia, al tipico Capanno di pesca
degustando una cena a base di
pesce. Infine, ospiti in un noto
ristorante del luogo dove, un
signore, ha offerto loro un prelibato piatto di “pasticcio di la-
sagne”. Inoltre, l’Associazione ha donato ai bambini delle
tute sportive con i colori della
squadra “gialloblu”.
Sono ormai 17 anni che
l’Associazione rinnova l’iniziativa: portare fuori dall’Istituto questi ragazzi, far respirare loro una nuova aria, conoscere nuova gente.
Vedere i loro volti sorridenti
guardando il mare, la sabbia,
ripagando i volontari dei sacrifici che ciò comporta.
Nella foto da sinistra: Luciano Rainero, con il cappello alpino e, a destra, l’alpino Giovanni Sambuco, responsabile
della Sezione Alpini in Germania.
Richiesta di visite e cerimonie nei Sacrari
Luciano Rainero
Il Commissario Generale Onoranze Caduti (Onor Caduti) ha disposto che, le richieste di accesso ai Sacrari per visite, disposizione di corone ecc.,
devono essere inviate tramite la Sede Nazionale. Pertanto, tali richieste, devono pervenire con congruo anticipo sulla data della visita corredata
dai dati relativi al numero dei partecipanti, il tipo di evento che si vuole effettuare e la tempistica di accesso al Sacrario.
Le richieste che saranno inviate direttamente a Onor Caduti, non verranno autorizzate.
Sebastiano Favero (Presidente Nazionale)
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Edizione
Luglio - Agosto 2013
VIta SezIONaLe
Cosa è
Negli ultimi tempi ci si è interrogati,
pacatamente, su cosa debba rappresentare, in concreto, un “notiziario”, con riferimento al nostro periodico sezionale.
Orbene, il notiziario, nell’accezione
giornalistica, è una raccolta di notizie collegate da un particolare filo conduttore.
La notizia è la comunicazione, la conoscenza o l’approfondimento di un fatto
portato alla attenzione dei lettori nella sua
stretta configurazione giornalistica o, il
più delle volte, corredato dalle opinioni di
chi lo riporta. In tal caso, si presume che il
commento dovrebbe essere obbiettivo, essenziale, logico.
Sulla base di siffatte elementari premesse, ne discende che il notiziario sezionale
deve costituire una raccolta periodica di
notizie rispecchianti tematiche connesse
all’attività specifica della Sezione: «il
Montebaldo è la voce della Sezione» che
informa, forma, educa.
Attraverso le sue pagine, il Presidente
ed il Consiglio Direttivo comunicano le
decisioni assunte e le iniziative intraprese, per far conoscere a tutti i soci quelle
che sono le linee guida finalizzate al perseguimento degli obbiettivi sezionali.
I soci, attraverso il notiziario, dovrebbero essere, per prima cosa, periodicamente
informati di “quello che bolle in pentola”.
Limitarsi, come in pratica avviene, alla
semplice relazione profferta in occasione
dell’Adunata convocata per l’approvazione del bilancio annuale significa, in effetti, privare i soci della percezione immediata di quanto e di come si sta operando,
non concedendo ai medesimi l’opportunità di intervenire, con proposte e suggerimenti mirati, per influenzare positivamente la gestione e favorire, in ogni caso, una
visione democratica della conduzione del-
Veronesi al Contrin
la Sezione. Ma vi sono anche altri argomenti di discussione. Al Direttore de “il
Montebaldo” perviene un numero assai
modesto di lettere: eppure, la “posta dei
lettori” costituisce il termometro dell’azione propositiva di ogni giornale che si
rispetti.
Ove, poi, tenessimo conto del tenore
delle missive giunte in Redazione, ci
renderemmo tristemente ragione del livello intellettuale e critico degli interlocutori. Don Bruno, per ovvi motivi, non
può inveire, ma di fronte a certe “Lettere al Direttore” la sua faccia è tutto un
programma.
Altro elemento di meditazione: gli alpini veronesi sono di per sé poco inclini
a soffermarsi sulla parte “formativa” del
giornale, forse perchè non trovano quella pluralità di argomenti interessanti che
sarebbe, invece, augurabile porgere per
rendere più appetibile la fruizione del
notiziario.
Da diverso tempo, si leggono sul giornale sempre le stesse “firme” e non si
nota più quella varietà di argomenti e
quella vivacità di discussione che, solo
qualche anno fa, ha meritato a «il Montebaldo» il titolo di miglior testata del
panorama informativo dei molteplici
Gruppi dell’ANA.
Un terzo dello spazio globale va, giustamente, riservato alla Vita dei Gruppi,
che sono l’immagine palpitante della
Sezione.
Sarebbe, però, opportuno che gli articoli fossero redatti in modo sintetico e con
proprietà di linguaggio. La Redazione, talvolta, si vede costretta a “limare” il modo
di esprimersi, sintetizzare i testi, eliminando accenni al tempo atmosferico, ai prati
fioriti e l’immancabile chiusura col sim-
il Montebaldo
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patico “rancio alpino”. Quando il “ritocco” si rende proprio necessario, piovono
le infiammate proteste degli estensori che,
sentendosi in cuor loro idonei per il conferimento del “Premio Strega”, mal sopportano che i loro “capolavori” vengano
minimamente ridotti o rimaneggiati.
Gli articoli di commento, in generale,
dovrebbero essere scarni, essenziali: al
posto di inutili giri di parole dovrebbero
figurare interessanti foto, documenti
espressivi, quant’altro mai sicuramente
rappresentativi della realtà, certamente
più idonei a fornire il quadro più piacevole ed accattivante degli avvenimenti che
si intende valorizzare.
Nulla da ridire sulle pagine dedicate alle Nascite, Matrimoni, Anniversari ed Annunci funebri. Sono documenti della vita
che scorre, la rappresentazione di ricorrenze belle e brutte, piacevoli o dolorose,
ma pur sempre da ricordare.
Queste scarne note, forse saranno ritenute eccessivamente critiche ma, anche
se tali fossero, sono, volte al miglioramento del nostro bimestrale che tutti desidererebbero più attraente e, soprattutto, letto e non solo sfogliato: i rilievi in
buona fede sono sempre costruttivi e,
pertanto, auspicabili.
Per rendersi conto, purtroppo, che il nostro bimestrale non è, al presente, un prodotto “d’elite”, basta scorrere i notiziari
delle altre Sezioni ANA; basta osservare,
con curiosità e partigiano interesse, le “citazioni” dei vari notiziari sezionali che appaiono su «L’Alpino», mensile nazionale
dell’ANA: mai una volta che si veda citato «il Montebaldo».
Delle due l’una: o quelli di Milano non
ci possono vedere o noi non siamo più in
grado di esprimere qualche valida, apprezzabile “ideuzza”: meditate gente, meditate…
Africanus minor
Domenica 30 giugno 2013: al centro, il consigliere nazionale angelo Pandolfo e
mons. Bruno Fasani
(foto di Paolo Menapace)
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il Montebaldo
Protezione
ciVile
Edizione
Luglio - Agosto 2013
Squadra Sanitaria: anche a Verona è realtà
Domenica 30 giugno u. s.,
in occasione del Raduno sezionale svoltasi a Ronco all’Adige, ha fatto il suo esordio nel
territorio veronese la Squadra
Sanitaria di Protezione civile
ANA di Verona prestando assistenza sanitaria agli oltre
2000 alpini intervenuti alla
manifestazione.
La Squadra Sanitaria, in tale
occasione, era presente con
due medici specialisti in anestesia e rianimazione, tre infermiere di rianimazione, sei
soccorritori abilitati al “blsd”
ed un logistico, con l’ambulanza ANA (mezzo Wolksvagen 4x4) attrezzata ad unità
mobile di rianimazione con
defibrillatore e ventilatore automatico a bordo e con il
P.M.A. (posto medico avanzato) allestito per l’occasione ad
area rossa.
Il P.M.A., montato per l’occasione nelle vicinanze del
palco autorità, era adibito a
punto di accoglienza feriti, dotato di tre letti di area verde ed
un quarto letto attrezzato a rianimazione, pronto a trattare
qualunque tipo di patologia afferisca.
Domenica, all’interno del
P.M.A., erano presenti un medico rianimatore, due infermiere di area critica, due soccorritori ed un logistico che
hanno prestato cure mediche
ad alcuni manifestanti colpiti
da lievi malori.
Fuori dal P.M.A., era presente una seconda ambulanza
pronta a trasferire gli eventuali pazienti nel caso in cui fosse
stato necessario un ricovero
ospedaliero.
La costituzione della Squadra Sanitaria di P.C. ANA è
iniziata più di un anno fa con
le prime riunioni, il reclutamento del personale, l’allestimento dell’ambulanza e degli
zaini medico-infermiere-soccorritore.
L’esordio ufficiale è avvenuto in occasione dell’Adunata Nazionale di Piacenza dove,
il nostro personale, ha prestato
servizio con 10 volontari all’interno del P.M.A. nazionale,
ricevendo i complimenti per la
professionalità dell’opera prestata, dal coordinatore nazionale delle Squadre Sanitarie.
Attualmente, il personale
che compone la nostra Squadra Sanitaria, è composto da 4
medici, 5 infermiere, 12 soccorritori con certificazione
“blsd” e due logistici. La sede,
al momento, è situata presso il
magazzino della Protezione civile del Comune di Verona al
Quadrante Europa.
Il Direttore sanitario della
squadra è rappresentato dal
dottor Mario Rossini, mentre
il responsabile delle attrezzature sanitarie e della formazione del personale è il dottor
Massimo Andreoni.
Prossimi appuntamenti della
Squadra Sanitaria sono: la processione a passo Fittanze del
COMUNICATO
Vi comunichiamo che, nella dimostrazione-evacuazione scuole, svoltasi sabato 25 maggio u. s. presso le scuole medie di Marzana, il
Gruppo alpini di Quinto ha donato un contributo di € 200,00.
Per il sostegno che il Gruppo alpini di Quinto ha dimostrato verso il
Gruppo cinofilo da soccorso e prevenzione, esprimiamo il nostro ringraziamento.
Marco Semprebon
ASSISERVICE sas di Pinali Eros & C.
LEGNAGO
ZEVIO
Via P.D. Frattini, 85 - 37045 Legnago (VR)
Tel. 0442.20430 - Fax 0442.25922
P.zza Santa Toscana, 36 - 37059 Zevio (VR)
Tel. 045.7850451 - Fax 045.6051396
E-mail: [email protected]
21 luglio dove siamo stati
presenti al completo con ambulanza e P.M.A., la grande
esercitazione delle Squadre
sanitarie nazionali in programma a marzo p.v., l’Adunata Nazionale di Pordenone,
il Raduno del Triveneto del
2014 che si terrà a Verona.
In previsione saranno realizzati dei corsi di formazione-aggiornamento al nostro
personale per elevare e mantenere la qualità professionale.
I nostri soccorritori sono
sempre presenti con una squadra a piedi o con l’ausilio dell’ambulanza, anche in manifestazioni minori per l'affluenza di partecipanti, quali
il raduno di Campofontana, il
pellegrinaggio a Costabella,
Conca dei Parpari, ecc.
L’impegno della squadra
non è rivolto solo agli appuntamenti ANA, ma siamo
iscritti alla Colonna Mobile
Nazionale della Protezione
civile e ove ci viene chiesto
l’intervento e l’attivazione, la
squadra con i propri medici,
infermieri e soccorritori si
mobilita per gestire l’assistenza sanitaria alle popolazioni colpite dalla calamità.
In occasione del Raduno
Sezionale, abbiamo avuto alcune difficoltà di tipo logistico per la mancanza di un
mezzo di trasporto dei volontari e del materiale, per tale
motivo, lanciamo un appello
a tutti i Gruppi alpini della
Sezione di Verona per un aiuto a reperire al più presto un
mezzo di trasporto utile, per
non dover appoggiarsi ad altri
Gruppi nei luoghi delle manifestazioni dove viene richiesta la nostra presenza.
Sicuri, come sempre, della
grande sensibilità degli alpini
e della loro generosità, auguriamo a tutti buone ferie.
M. dott. Andreoni
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il Montebaldo
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Soft ex-Ordinanza: 1° Trofeo “Luca Peroni”
Giunta alla quarta edizione, la gara Soft
ex-Ordinanza informale, si sta veramente
rivelando una prova cui è difficile rinunciare al punto che, altri Poligoni di Tiro
nella provincia, si stanno organizzando in
modo da creare un circuito per poter accedere alla finale a Caprino con “carica piena” ed eleggere annualmente un campione
provinciale: sta nascendo il Torneo Mosin.
Tutto ciò, sempre restando nell’ambito
alpino, che vede anche tiratori di Mantova
e della Sezione di Vicenza cimentarsi nel
colpire i bersagli con fucili militari di epoche passate.
A questa competizione, è abbinato il 1°
Trofeo “Luca Peroni”, in omaggio al giovane tiratore venuto a mancare pochi mesi fa. Chi ha avuto modo di conoscerlo, lo
aveva eletto nel cuore “Alpino Onorario”
e, in accordo con la famiglia, ci è sembrato giusto dedicare alla sua memoria una
gara alpina.
Il Trofeo è assegnato al tiratore che ha
totalizzato il miglior punteggio assoluto
tra tutte le categorie e viene rimesso in palio anno dopo anno. Sarà vinto definitivamente dal tiratore che se lo aggiudicherà
tre volte.
L’edizione 2013 ha visto molti tiratori
agguerriti ma, su tutti, si è imposto Bellini Andrea che con 143 punti ottenuti con
uno dei “Mosin Nagant” del TSN di Verona, si è portato a casa la coppa consegnata durante le premiazioni dalla famiglia
Peroni.
Come di consueto c’era anche il “Premio Schiappa” assegnato a chi realizzava
il minor punteggio assoluto con tutti i col-
pi validi: se lo è aggiudicato Gabrielli
Paolo di Tregnago con 67 punti.
Nel dare appuntamento alla prossima
edizione, ringraziamo tutti coloro che si
sono prodigati per l’ evento, inclusi ovviamente i tiratori che, con la loro partecipazione, determinano sempre la riuscita
della gara.
CLASSIFICHE
Alpini 1^ Classe: 1° Tronconi R. (Golosine); 2° Milani M. (S. Giovanni L.); 3° Castellani E. (Golosine); 4° De Beni A.
(S.Ambrogio); 5° Coato G. (S.Ambrogio);
6° Scardoni A. (S. Giovanni L.).
Alpini 2^Classe: 1° Pozzani I. (Calmasino); 2° Chesini L. (Cavalcaselle); 3° Zavattieri M. (Calmasino); 4° Tosi M. (Vero-
Alpiniadi a Roccaraso
na); 5° Righetti R. (Basson); 6° D’Amaro
N. (Peschiera).
Amici e Sostenitori: 1° Rossi M. (Golosine); 2° Spiga V. (Cerea); 3° Zenari R. (Cadidavid); 4° Livellini M. (Tregnago); 5°
Bello F. (Golosine); 6° Casagrande P.(S.
Giovanni L.).
Torneo Mosin: 1° Bellini A. (TSN Verona); 2° Castellani A. (TSN Verona); 3° Pasetto F. (TSN Zevio); 4° Castellani E.
(TSN Verona); 5° Bonamini S. (TSN Caprino); 6° Perazzoli A. (TSN Verona).
Torneo Mosin OPEN: 1° Bovo P. (TSN
Verona); 2° Costermani R. (TSN Verona);
3° Cremon G. (TSN Verona); 4° Peroni M.
(TSN Verona); 5° Tecchio G. (TSN Vicenza); 6° Castellani A. (TSN Verona).
nale sfilata tra le vie del centro cittadino. Il sindaco, alpino, e il presidente della Sezione Abruzzi, hanno salutato le
38 Sezioni presenti, ringraziando e incitando i partecipanti ad
un alto spirito sportivo e soprattutto alpino.
I migliori piazzamenti:
Cat. B 10-11: 11° Sandro Perin;
Cat. B 9: 7° Luigi Ballini;
Cat. B 8: 22° Sergio Avesani;
Cat. B 7: 12° G. Battista Zanatta;
Cat. B 6: 2° Alfredo Salerno.
INCONTRI
Alfredo Salerno, miglior veronese in gara
Sabato 23 e domenica 24
marzo u. s., la tradotta dei
“Baldi Alpini Scaligeri” in
Abruzzo ha conquistato le nevi
di Roccaraso. Due percorsi di
gara: uno per i “ veci” e l’ altro
per i “ bocia”.
Con il quinto posto conquistato in questa edizione, si è
sfatato quel fatidico scoglio del
“settimo” che non ci voleva ab-
bandonare. Una rappresentativa di 17 concorrenti, tutti al
cancelletto di partenza e tutti
arrivati al traguardo. Buoni i
singoli piazzamenti e un magico podio sul secondo gradino
per Alfredo Salerno.
Fanfara schierata all’arrivo degli atleti a creare l’atmosfera alpina. Il giorno precedente, c’è stata la tradizio-
Alcuni artiglieri da montagna del Gruppo “Verona” che avevano svolto il servizio militare nel 1969 alla Caserma Huber nelle Batterie 75 ͣ 76 ͣ -77 ͣ , si sono incontrati presso la baita del Gruppo alpini di Rosegaferro trascorrendo alcune ore fra ricordi e piacevoli emozioni.
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41° Campionato Sezionale di tiro con pistola cal. 22
Dopo tre anni, in cui il Campionato è
stato gestito dal Gruppo di Bosco Chiesanuova, il testimone è passato al Gruppo di
Tregnago .
La competizione si è svolta nei giorni di
sabato 18 e domenica 19 maggio nel nuovo stand di tiro a 25 metri a 10 linee permettendo così di ridurre i tempi di attesa e
di effettuare le premiazioni nei tempi previsti.
La partecipazione ha registrato 116 tiratori tra i “professionisti” (dotati di arma
propria), le due categorie: “principianti” e
“saltuari” (che usano armi messe a disposizione dal Poligono di Verona).
Ben otto le categorie (di cui quattro alpine) con riconoscimento ai migliori 5 risultati: il gruppo organizzatore ha preferito premiare con cesti gastronomici anziché con le consuete medaglie.
Al Poligono e al suo personale, va il consueto e sentito ringraziamento per l’appoggio alle nostre manifestazioni: in particolare al presidente Casagrande, agli alpini
Mancini e Vanzo, all’armiere Fiorin, alla
sig.ra Amalia e Dario Sona che contribuiscono allo svolgimento delle gare.
Il Trofeo, offerto dal Gruppo Alpini di
Tregnago, è stato vinto dal Gruppo di
Tregnago che ha totalizzato il maggior
numero di presenze con 26 tiratori.
Prima di passare alle classifiche, ricordiamo che la nostra Sezione, ospiterà
a settembre, il Campionato Nazionale
ANA di Tiro presso il Poligono di Via
Magellano.
CLASSIFICA INDIVIDUALE
Maestri: 1° De Guidi P. (S. Giovanni L.);
2° Cremon L. (Golosine); 3° Bonato O.
(Avesa); 4° Andreozzi L. (Avesa); 5° Lonardoni C. (Calmasino).
1^ Classe: 1° De Beni A. (S. Ambrogio);
2° Sega A. (Golosine); 3° Scardoni A. (S.
Giovanni L.); 4° Ciocchetta G. (S. Giovanni L.); 5° Provedelli C. (S. Giovanni
L.).
2^ Classe: 1° Bortoletto F. (S. Giovanni
L.); 2° Dal Forno G. (Tregnago); 3° Pozza
G. L. (Ca’ di David); 4° Righetti R. (Basson); 5° Menegoi M. (S. Giovanni L.).
Veterani: 1° Zecchinelli A. (Pescantina);
2° Coato G. (S. Ambrogio); 3° Vincenzi L.
(Parona); 4° Perbellini G. (Ca’ di David);
5° Sartor R. (Avesa).
33^ corsa in montagna
Domenica 5 maggio
u. s., a Badia Calavena,
si è svolta la 33^ edizione della corsa in montagna.
Per la cronaca, la gara è stata dominata dal
Gruppo locale che ha
occupato i primi 4 posti
della classifica rispettivamente con: Piubelli,
Roncari, Tanara e Filippazzi.
Nella gara corta, netto il dominio dell’idolo
di casa Giuseppe “Bepi” Tanara che non ha
avuto rivali. Tra le donne, prima classificata
l’atleta della Nazionale
di Sci di Fondo Debora Roncari.
Tra i ragazzi, a vincere è stato un’atleta di Castelvero, Enrico
Panato, davanti a Mattia Tanara e Federico Turrini.
CLASSIFICHE
Km 10: 1° Piubelli Isacco (Badia C.); 2° Roncari Loris (Badia
C.); 3° Tanara Francesco (Badia C.);4°
Filippozzi Angelo (Badia C.); 5° Venturini Cesarino (Tregnago).
Km 5: 1° Tanara Giuseppe (Badia C.); 2° Pertile Lorenzo (Tregnago); 3° Meneghello Roberto (Tregnago); 4° Galvani Francesco (Basson); 5° Piubelli Bruno (Badia C.).
Femminile: 1^ Roncari Debora (Campofontana); 2^ Fainelli
Alessandra (Campofontana); 3° Presa Elisa (Campofontana).
Amici: 1° Bonamini S. (Tregnago); 2°
Bortoletto L. (S. Giovanni L.); 3° Salvoro
D. (S. Giovanni L.); 4° Filipozzi A. (Tregnago); 5° Gasparini A. (Ca’di David).
Open: 1° Casagrande P. (S. Giovanni L.);
2° Bistaffa G. (Avesa); 3° Florio R. (S.
Giovanni L.).
Amiche e Allievi: 1° Scardoni F. (S. Giovanni L.); 2° Lavagnoli D. (Tregnago); 3°
Dalla Riva A. (Pescantina); 4° Poletti T.
(Avesa); 5° Prisco A. (Avesa).
Sostenitori: 1° Proietto V.; 2° D’Onofrio
G.; 3° Seri C.
CLASSIFICA GRUPPI
1° Avesa; 2° San Giovanni L.; 3° Golosine; 4° Calmasino; 5° Tregnago e di seguito S. Ambrogio, Sovizzo, Pescantina, Basson, Ca’ di David e Marano.
“Trofeo Gualdi Legnami”
Domenica 9 giugno u. s., alle ore 8.45 da Castelnuovo del Garda, ha preso regolarmente il via la 36^ corsa podistica “Trofeo
Gualdi Legnami”, gara valida per il Campionato Sezionale.
Anche quest’anno il percorso si è snodato su due tracciati di 5
e 12 km, totalmente immersi nella campagna circostante la baita
alpina, luogo di partenza e arrivo della manifestazione.
La gara ha visto, sin dalle prime battute, una partenza sprint di
Pasetto Gianluca del Gruppo Cristo Risorto, distanziando subito
gli altri concorrenti già nei primi chilometri, per poi concludersi,
con un arrivo totalmente solitario.
Il capogruppo Pietro Rossi, ringrazia i partecipanti e tutti gli alpini che hanno contribuito in modo determinante per il buon esito della manifestazione e per l’assistenza lungo il percorso.
Inoltre, un ringraziamento particolare, è rivolto al “Gruppo Podistico di Castelnuovo” per la parte tecnica, alla Protezione civile, al SOS e al lavoro oscuro di preparazione dei componenti del
Consiglio Direttivo.
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Podismo: 10° Trofeo “Gruppo Alpini Tregnago”
Domenica 26 maggio u. s.,
si è disputato il 10° Trofeo
“Gruppo Alpini Tregnago”,
gara podistica competitiva
aperta a tutti.
Il bel tempo ha consentito la
buona riuscita della manifestazione, grazie all’impegno del
Gruppo Sportivo, di Vittorio
Zambelli, By Bike, Carabinieri in congedo e il Gruppo alpini.
CLASSIFICA (12 km)
Senior: 1° Roncari Loris (Badia C.); 2° Piazzola Massimo
(Badia C.); 3° Tomellini Franco.
Amatori: 1° Piubelli Isacco
(Badia C.); 2° Bussinelli Zeno
(Tregnago); 3° Tanara Francesco (Badia C.).
Veterani: 1° Cazzola Francesco (Tregnago); 2° Venturini
Cesarino (Tregnago); 3° Presa
Stefano (Tregnago).
CLASSIFICA (6 km)
Pionieri: 1° Tanara Giuseppe
(Badia C.); 2° Bonetti Giuliano (Cristo Risorto); 3° Fiocco
Stefano (S. Michele Extra).
Over: 1° Piubelli Bruno (Badia C.); 2° Galvani Francesco
(Basson); 3° Martignoni Andrea (Giazza).
Over Plus: 1° Ulmi Sergio
(Tregnago); 2° Partelli Angelo
(Villafranca); 3° Trotti Giovanni (Tregnago).
Juniores: 1° Piubelli Emanuele (Badia C.); Sganzela Francesco (Pindemonte); 3° Salaorni Giulio (Fane).
Femminile: 1^ Presa Elisa
(Campofontana); 2^ Cordioli
Sara; 3^ Guardini Emanuela
(Fane).
1° alpino classificato in assoluto: Tanara Francesco.
Il 10° Trofeo viene assegnato
al Gruppo di Tregnago, per i
migliori piazzamenti.
Bruno Rancan
1° Trofeo Biathlon a Conca dei Parpari
Sabato 2 marzo u. s., i Gruppi alpini di Roveré V.se e Bosco Chiesanuova, in collaborazione con lo Sci Club Roveré
ed il Tiro a Segno Nazionale di
Verona, hanno riproposto una
spettacolare gara di Biathlon,
da anni sospesa, riscontrando
un notevole interesse.
Programmata in un primo
tempo per domenica 24 febbraio, si è dovuta posticipare
di una settimana a causa di una
violenta bufera di neve.
La gara consisteva nel percorrere un circuito di 3 km rigorosamente in “tecnica classica” per 2 volte, con passaggio in zona partenza, fermata
al poligono di tiro, dove si
avevano a disposizione 5 colpi
per ogni sezione di tiro. Concluso il secondo giro e quindi,
la seconda sezione di tiro, i
concorrenti dovevano percorrere un ultimo giro di 1 km.
I 40 partecipanti alla gara
hanno dato il meglio di se stessi, onorando il grande impe-
gno dei Gruppi organizzatori.
Per la cronaca, la gara è stata vinta dall’alpino di Badia
Calavena, Tanara Francesco,
al 2° posto Filippo Canteri dello Sci Club Roveré, 3° posto
per Francesco Grisi, sempre
del Gruppo di Badia Calavena.
CREST - SPILLE
BANDIERE
ABBIGLIAMENTO
STRISCIONI
Grazie ai tempi di Tanara
Francesco, Grisi Francesco,
Tanara Attilio e Ferrari Francesco, il Gruppo di Badia Calavena si è aggiudicato il bellissimo trofeo.
Alle premiazioni erano presenti i consiglieri della Sezio-
ne di Verona Rambaldel Marco (Responsabile Sport G.S.A)
e Melotti Flavio.
CLASSIFICHE
Amatori: 1° Tanara Francesco
(Badia C.); 2° Grisi Francesco
(Badia C.); 3° Brunelli Franco
(Velo).
Veterani: 1° Mazo Fabio (Bosco); 2° Angelici Giovanni
(Lavagno); 3° Tanara Attilio
(Badia C.).
Senior: 1° Corradi Paolo (Velo).
Amici Senior: 1° Canteri Filippo; 2° Pezzo Alberto; 3°
Costanzi Matteo.
Amici Amatori: 1° Maccini
Andrea; 2° Peloso Giorgio; 3°
Saccaridi Luca.
Amici Veterani: 1° Melotti
Sandro; 2° Tebaidi Sergio; 3°
Vallenari Franco.
Giovani: 1° Roncari Roman;
2° Campara Pietro; 3° Gaole
Tennis.
Femminile: 1^ Beccherie Maria Rosa; 2^ Castagna Angela;
3^ Bronzati Giulia.
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Luglio - Agosto 2013
Vita dei Gruppi
il Montebaldo
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28-29 SETTEMBRE 2013
RADUNO DI ZONA
VALPANTENA - LESSINIA CENTRALE
40O ANNIVERSARIO
FONDAZIONE DEL GRUPPO
PROGRAMMA DELLA MANIFESTAZIONE
Sabato 28 settembre
Ore 19.00
Alzabandiera presso la sede
Ore 20.30
Proiezione del filmato storico “1941/43 La campagna di Russia e la tragica
ritirata” - presso la sede - a fine proiezione risotto per tutti
Domenica 29 settembre
azienda agricola
apicoltura lessinia
Ore 9.00
Ammassamento in Via Panoramica
Ore 10.00
Sfilata accompagnata dalla Banda Cittadina di Grezzana,
alzabandiera, onore ai caduti
Ore 10.45
Saluto delle autorità
Ore 11.00
Santa Messa animata dal coro “La Sengia”
Ore 12.00
Rancio alpino
Miele
Polline
Propoli
Pappa reale
prodotti nei Comuni
del PARCO NATURALE
della LESSINIA
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37023 Grezzana (VR)
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5
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AL SABATO
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Fax +39 045 8500004
E-mail [email protected] • www.pratisrl.eu
Gli organizzatori declinano ogni responsabilità per danni fisici, morali e materiali a persone, animali e cose che dovessero succedere negli spazi interessati alla manifestazione
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Vita dei Gruppi
il Montebaldo
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BASSON
Costituzione del nuovo Gruppo alpini
Domenica 17 febbraio u. s.,
in una piazza tutta imbandierata con il Tricolore, il capogruppo Marco Fasoli e l’amico Ferdinando Bonetti (Presidente
sezionale emerito), hanno fatto
gli onori di casa, non senza una
certa commozione, alla cerimonia per la ricostituzione del
nuovo Gruppo Alpini di Basson (che si era sciolto oltre
trent’anni fa per carenza di
adesioni).
Doverosa e numerosa la presenza di Autorità, di gagliardetti, di alpini e di popolazio-
parte interessante perché si sono “svegliati” 42 alpini che
“dormivano” e non erano mai
stati iscritti all’ANA. La seconda piacevole novità, è quella che, il neonato Gruppo, conta già 46 soci “aggregati” .
La cerimonia, ben orchestrata dall’amico Bonetti, è scivolata via in scioltezza con gli
Onori alla Bandiera, ai Caduti
e la benedizione del nuovo Gagliardetto coinvolgendo il parroco Mons. Castioni, la Madrina, il Capogruppo, il Presidente sezionale Peraro.
sidente del Consiglio comunale Luca Zanotto il quale, portando i saluti del Sindaco Tosi,
si compiace perché anche il
quartiere del Basson, ha un
proprio presidio alpino sul
quale poter contare.
Fa seguito Massimo Paci,
Presidente della 3^ Circoscrizione del Comune di Verona
compiacendosi con il capogruppo, affermando che forze
nuove si inseriranno nel volontariato.
Fa eco a Paci, il cap. degli
alpini Ivan Cornale (attual-
neo gruppo della sua zona,
esortandolo ad operare con solidarietà, fraternità ed amicizia.
A chiudere la serie di interventi, è chiamato il Presidente sezionale Ilario Peraro che, oltre
a compiacersi con Marco Fasoli e tutti i suoi alpini ed
“amici”, ha voluto evidenziare
il fatto dei 42 nuovi iscritti, invitando tutti i capi gruppo della Sezione a seguire l’esempio
di Basson e ricercare i tantissimi alpini “dormienti”.
Sfilata fino alla chiesa per la
S. Messa celebrata dal parroco
ne, cosa assai rara in questi
tempi. Insomma, c’era tutto
quello che occorreva per far festa alla rifondazione del Gruppo che conta 55 soci (ben 42
nuovi iscritti), ed è questa la
Apre la serie degli interventi
il capogruppo Marco Fasoli
esprimendo sentimenti di gratitudine a quanti hanno voluto
essere con gli alpini nel giorno
della rinascita. Prosegue il Pre-
mente in servizio attivo e consigliere del Gruppo) volendo
assicurare alla popolazione di
Basson, l’apporto degli alpini.
Il capo zona di Verona 2,
Zerbato da il “benvenuto” al
Mons. Giovanni Castioni; ottime e appropriate le sue parole
nell’omelia.
Al termine, nel Centro parrocchiale, rinfresco per tutti offerto dal Gruppo.
PROVA
Il Presidente nazionale Sebastiano Favero in visita al Gruppo
Venerdì 14 giugno u.
s., presso la baita, si è tenuta l'Assemblea dei Soci della Cooperativa istituita dall'ANA per la gestione del Soggiorno Alpino di Costalovara.
Erano presenti: il
Presidente nazionale
Sebastiano Favero, il
Presidente sezionale
Ilario Peraro e il Presidente emerito Alfonsino Ercole.
Emozionante per il
Direttivo del Gruppo
avere ospitato, per la
prima volta, la un Presidente nazionale ANA.
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Edizione
Luglio - Agosto 2013
Vita dei Gruppi
il Montebaldo
GREZZANA
Pellegrinaggio a Ponticello di Braies
Domenica 2 giugno u. s., il
Gruppo alpini si è recato in
Pellegrinaggio a Ponticello di
Braies per ricordare la tragedia
del 7 marzo 1970 che ha sepolto, sotto una slavina, sette
alpini veronesi in servizio militare al 6° Battaglione “Bassano” a S. Candido.
Presenti alla cerimonia: il
sindaco di Braies Alfred
Mutschlechner, il Comandante
della Stazione dei carabinieri
M.llo Francesco Schimcariol,
il Comandante del Battaglione
“Bassano” a Brunico Ten. Col.
Daniele Moratti,il Comandante della Caserma di S. Candido
Cap. Edoardo Eger, una rappresentanza del Corpo Fore-
stale di Monguelfo, il capo zona della “Valpantena-Lessinia” Ivo Squaranti, il capogruppo alpini di Monguelfo
Roberto Ballani e i capigruppo
di Dobbiaco e S. Candido.
Facevano onore alla cerimonia i gagliardetti di Grezzana,
Poiano, Velo V.se, Quinto,
Monguelfo, Dobbiaco, S. Candido e Brunico.
Dopo l’alzabandiera, il parroco di Stallavena-Alcenago,
don Piergiorgio Bellomi, ha
celebrato la S. Messa ricordando i sette alpini veronesi
che 43 anni fa perirono tragicamente. Hanno fatto da chierichetti, Luigi Signorini e Sergio Fenzi scampati al tragico
evento. In chiusura della cerimonia religiosa, è stata letta la
“Preghiera dell’Alpino” e tutti
assieme abbiamo cantato “Il
Signore delle cime”.
Al termine, il sindaco di
Braies, ha sottolineato l’importanza dell’annuale cerimonia, e il capo zona Ivo Squaranti, ha portato ai presenti, i
saluti del presidente Ilario Peraro.
Cerimonia al Sacrario del Baldo
Domenica 16 giugno u. s., Raduno annuale dei Combattenti e Reduci, in collaborazione con i Gruppi alpini, è stato organizzato un pullman per il Pellegrinaggio. Hanno partecipato i Reduci e simpatizzanti di Grezzana, Alcenago, Azzago,
Romagnano, S. Maria in Stelle, Roveré,
Quinto ed Erbezzo accompagnati dal capo
zona ANCR Luigi Albrigi, dal capo zona
ANA Ivo Squaranti e dal vice sindaco di
Grezzana Mario Orbelli e da due reduci
ultranovantenni.
Sul cippo che ricorda i Caduti del Comune di Grezzana, è stato deposto un cesto di fiori.
La giornata si concludeva con canti patriottici e alpini nell’accogliente baita.
Ivo Squaranti
CASTEL D’AZZANO
Gli alpini e i bambini
dal solo scorrere dell'acqua sia
possibile ottenere l'energia necessaria per il funzionamento
dell'intero complesso macchinario della Pila.
A detta dei bambini e dei loro insegnanti, il maestro Alessio Perpolli della scuola di S.
Bortolo e il segretario del
Gruppo alpini Claudio Tubini,
è sorto un rapporto di scambi
culturali e, così, la scuola di S.
Bortolo, già dall'anno 2003 è
Il Gruppo alpini ha ospitato,
venerdì 17 maggio 2013, tutti
i bambini delle scuole elementari di S. Bortolo delle
Montagne e di S. Mauro di
Saline.
Gli oltre quaranta bambini,
accompagnati dagli insegnanti, sono stati ospiti del Gruppo
per tutta la giornata.
Il loro desiderio era quello
di vedere dal vivo le risorgive
e le risaie. Arrivati in baita alle 9.00, dopo il rituale “alzabandiera” con il canto dell'Inno Nazionale, ha trovato ad
attenderli una buona colazione.
I bambini, dopo un giretto
perlustrativo della risorgiva e
del parco giochi del Raziòl,
adiacenti alla baita, hanno visitato l'oasi di recupero animali selvatici feriti dell'Associazione Verde Blu, nel parco
del castello.
Ritornati in baita, è stato
servito il pranzo, ovviamente
con il primo a base di “risotto
con il tastasal”.
Nel primo pomeriggio, trasferimento a Isola della Scala
ed interessante visita all'interno della Pila Vecia della riseria Ferron e all'annesso piccolo zoo.
I bambini hanno così scoperto, tra le altre cose, come
diventata socia del Gruppo alpini, come "Amica degli alpini". Da venerdì scorso, con le
stesse motivazioni, anche la
scuola di S. Mauro è diventata
socia "Amica degli alpini".
Alle due scuole è stato fatto
omaggio del gagliardetto del
Gruppo alpini in segno di associazione allo stesso. Nella
foto: i bambini delle due scuole posano davanti alla baita.
Claudio Tubini
Via Fontanelle, 18 - 37055 Ronco all’Adige (VR)
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Luglio - Agosto 2013
Vita dei Gruppi
il Montebaldo
21
PERZACCO
Gli alpini incontrano i ragazzi del “CEOD”
Speciale abbraccio ai ragazzi e operatori del “CEOD” da parte degli alpini
perzacchesi. Si è rinnovato infatti, mercoledì 19 giugno, questo ormai tradizionale incontro: una giornata vissuta nella
simpatia, nell'affetto, nella reciproca stima e nel pranzo comunitario.
Gli alpini hanno “prelevato” ragazzi e
operatori presso la sede delle ex scuole
elementari accompagnandoli fino alla
baita dove, ad attenderli, c'era un nutrito
gruppo di giovani della locale Banda
Musicale “Edoardo e Oreste Tognetti”,
sempre encomiabili per la disponibilità e
la simpatia che dimostrano in ogni occasione.
L'ufficialità dell'incontro prevedeva
l'alzabandiera, e i saluti di rito. A seguire,
un ottimo pranzo, preparato dagli alpini
Fortunato, Flavio e Mario, onorato dagli
ospiti con apprezzamenti entusiastici. La
presenza del sindaco dott. Diego Ruzza e
del consigliere sezionale Denis Dalbon,
ha reso ancor più solenne e prestigioso
questo incontro.
Non poteva mancare la presenza del
“Mago Gigi”, che ha deliziato i ragazzi e
gli ospiti tutti con le sue fantastiche illusioni.
L'incontro si è concluso con un breve
concerto della Banda, che ha salutato ragazzi e operatori cui gli alpini hanno rinnovato l'invito per il prossimo anno.
Nella foto: il capogruppo Umberto
Mori con la responsabile del “CEOD”
Viviana Balzan.
Augusto Bonaconsa
S. GIOVANNI ILARIONE
Gita associativa
Domenica 21 luglio u. s., è stata effettuata la gita associativa con la partecipazione di circa 80 persone tra soci, loro familiari ed amici, con meta la Val Pusteria, per la visita di alcune caserme.
In mattinata è stato visitato il Forte di
Fortezza, costruito tra il 1833 ed il 1838
durante l’Impero Austro-Ungarico: imponente la scalinata che unisce il Forte
Basso con il Forte Alto con i suoi 451
gradini.
Grazie alla collaborazione e disponibilità dell'ANA Nazionale e dei Comandi
Militari, in particolar modo del Comando
del 6° Alpini, nella persona del suo Comandante Colonnello Luigi Rossi.
In sua assenza, siamo stati accolti dal
Cap. Vaia per il pranzo nella Caserma
“Cantore” a San Candido e, nel pomeriggio, si è visitata la Caserma “Lugramani”
di Brunico.
In entrambe, è stato deposto un cestino
di fiori davanti al Monumento.
La foto ritrae oltre la metà dei partecipanti nel cortile della Caserma di Brunico, con alle spalle la bandiera ed il Monumento al 19nne Sottotenente Fausto
Lugramani morto a S. Lucia di Tolmino
il 5 luglio1915.
Guido Gecchele
INCONTRI
La foto ritrae alcuni artiglieri da montagna del
Gruppo “Asiago”, che si
sono ritrovati sabato 11
maggio a Piacenza in occasione dell’Adunata Nazionale.
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22
Edizione
Luglio - Agosto 2013
il Montebaldo
NASTRI ROSA ED AZZURRI
Marco, Asia, Giulia e la piccola Laura con papà
Paolo e il nonno Dino Marcigaglia
(Gruppo Prova)
Stephan con il nonno
Franco Pachera
(Gr. Pacengo)
Marco e il piccolo Matteo con papà Davis
e il nonno Domenico
(Gruppo Terrossa)
ANNIVERSARI DI MATRIMONIO
55° di matrimonio, Mario Costa con Irene Casol e il figlio
(Gruppo Bure)
50° di matrimonio, Aldo Montanari con Marina
50° di matrimonio, Guido Girlanda con Carlina Bonizzato attorniati dai figli,
nuore e nipoti
(Gruppo Buttapietra)
(Gruppo Vago)
50° di matrimonio, Claudio Frigo con Luciana Bertolotto
(Gruppo Golosine)
Tariffe per l’Anagrafe Sezionale
Approvato dal Consiglio Direttivo Sezionale il 23 maggio 2008
1 modulo
2 moduli
(cm 4,5 x 4,5)
(cm 9 x 4,5)
euro 16,00
euro 25,00
3 moduli
(cm 13,5 x 4,5)
euro 30,00
L’annucio di
soci o amici deceduti
è gratuito.
L’annuncio di
parenti deceduti
euro 6,00
(con foto vedi a lato).
L’annuncio di
nascite, matrimoni,
anniversari
di matrimonio
euro 6,00
(con foto vedi a lato).
L’annuncio di
notizie liete
è gratuito.
Edizione
Luglio - Agosto 2013
Bure
ANAGRAfE
SOCI DECEDUTI
SEzIONALE
DECEDUTI
TRA I FAMILIARI
Buttapietra
Nello Meghi.
Buttapietra
Giovanni Peroli, padre di Antonio, Paolo, Stefano e fratello
di Renzo;
Luigi Mazzocco, amico.
Colognola ai Colli
Maria Viscomi, madre di
Graziano Valea.
Caprino
Rosa Toesco, madre di Attilio
Donatelli.
Cazzano di Tramigna
Lino Ballarini, suocero di
Marco Marchi;
Gemma Vantini, ved. Tosi, zia
di Gaetano Grandi;
Renzo Castelli, cognato di
Giorgio Piccoli.
Rino Milani;
Renzo Angiari.
Costalunga
Vittorio Prezzi;
Angelo Posenato.
Garda
Illasi
Francesco Zeni.
Parona
Giampietro Vincenzi, amico.
Peschiera del Garda
Alessandro Chincarini.
Soave
Mario Mantovani.
Marco Viviani, figlio di Silvio e
nipote del vice capogruppo
Roberto;
Pietro Gaina, fratello dell’alfiere Giuseppe e Bruno, zio del
cons. Alberto.
il Montebaldo
FIORI D’ARANCIO
S. Stefano di Zimella
Maria Ferron, madre di Sergio
Zanardo.
NASTRI ROSA ED AZZURRI
23
S. Stefano di Zimella
Roberto Longo, figlio di Mario
con Stefania Meneghello.
Cazzano di Tramigna
Matteo Nordera, nipote di Roberto.
Illasi
“ANDATI AVANTI”
Paolo Bonvicini
Isabella, nipote di Mario Dal
Castello.
Quinto di Valpantena
Arianna, nipote di Mario Costanzi;
Oliver, nipote dell’amico Renzo Giaffreda.
S. Stefano di Zimella
Maria, terza nipote del nonno
Bruno De Grandi.
Salionze
Giulia, nipote di Luciano
Preosti.
ANNIVERSARI DI MATRIMONIO
Paolo Bonvicini, (Gruppo di
Cavaion), classe 1913, reduce alpino. ONORE A TE.
Per anni sei stato un esempio per tutti noi: con il tuo
coraggio, i tuoi anni, la tua
storia. Ora, sei salito sulle
cime maestose e ci guidi da
lassù. Grazie Paolo.
Arrigo Borin
Lorenzo Baltieri
(Gr. S. Mauro di Saline)
50° di matrimonio, Giuseppe Bonente con Adriana,
i figlii Federico e Andrea e il cognato Sergio
(Gruppo Cerea)
Attilio Grossule
(Gr. Montorio)
L’alpino Arrigo Borin, (Gruppo di Castagnaro-Menà),
classe 1937,
è “andato
avanti”. Socio fondatore ed
merito del Gruppo di Castgagnaro-Menà; generoso
con alto profilo morale, sempre fiero e orgoglioso di
essere alpino. Tutti lo ricordiamo con immensa riconoscenza.
Lino Adami
50° di matrimonio, Giovanni
Campagnari con Bruna Parolini
(Gruppo Cavalcaselle)
40° di matrimonio, Fausto Bertini
con Lucia Fazion
(Gruppo Bovolone)
Antonio Castellani
(Gr. S. Lucia Q. I.)
Giuseppe Maffezzoli
(Gr. Garda)
Giorgio Maccadanza
ex alfiere (Gr. Castelvero)
Mario Rossetto
(Gr. S. Giovanni Ilarione)
Adriano Bonfante
(Gr. Nogarole Rocca)
Lino, il nostro “el sìo” e grande alpino è “andato avanti”
precedendoci nel Paradiso
delle “penne mozze” di
Cantore. Era il punto di riferimento di tutte le attività del
Gruppo di Costalunga.
Lino, ci hai lasciato un grande vuoto! Non ti dimenticheremo mai. Ciao, i tuoi alpini.
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Nasce la
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Sezione di Verona
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