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La Goccia n. 18 - 13 settembre 2008
Sommario
La Goccia n. 18- 13 Settembre 2008
Questo periodico
è associato alla
Unione Stampa
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DEL 15 MAGGIO 1992
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HANNO COLLABORATO
A QUESTO NUMERO:
GIUSEPPE CARRERA
MARIO D’ALCONZO
ROBERTO MUSCOLINO
GIUSEPPE PIZZULLI
DON FRANCO CONTE
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PIETRO LOSPINUSO
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VITO CONTE
IMPAGINAZIONE E GRAFICA:
STEFANO GIOVE
MAURIZIO FALIVENE
STAMPA
FALIGRAPH
Proverbi ginosini…
Miroglio...
di Stefano Giove
pag. 4
Si discute...
di Marilena Surdo
pagg. 5/6
Crisi Miroglio...
di O.O. S.S.
pag. 6
Le favole di grim
di Grim
pag. 7
Comune povero…
di Segr. La Destra
pag. 19
Piano sanitario...
di Pietro Lospinuso
pagg. 20/21
Lospinuso comunicati...
di Tommaso Francavilla
pag. 21
Dal palazzo di Città...
di U S Com Gin
pag. 22
Versus di From
di From
pag. 7
Notizie flash…
di Giulio Pinto
pag. 8
Noi e il fisco...
Lirica…
di Giovanni Avarello
pag. 24
Burraco…
di G. A.
pag. 25
di Mario D’Alconzo
pag. 9
Importante…
Al via...
di Cosimo Di Tinco
pag. 9
Intervista Vizzielli…
di Stefano Giove
pagg. 10/11
Nuovo anno...
di M. Teresita Galeota
pag. 12
L’avvocato...
di Rosamaria Busto
pag. 13
Giuseppe Ungherese…
di Stefano Giove
pag. 14
Storico risultato…
di Paolo Costantino
pag. 17
Distretto sanitario…
di Paolo Costantino
pag. 18
di Giovanni Carducci
pag. 31
L’insegnamento…
di Paolo Nico
pag. 32
Laterza…
di Angela Tucci
pag. 35
Il parere del medico...
di Piero Zanelli
pag. 36
Prigionieri...
di Giuseppe Pizzulli
pag. 37
Il racconto
di Giove/Carrera
pagg. 38/39
Colonia estiva...
di Antonello Lovecchio
pag. 41
di Michele Antonicelli
pag. 26
Due serate…
Opera Prima...
ag. 42
di Pierino Perrone
di SG
pag. 27
Tortorella…
Sera d’agosto
pag. 43
di Michele Maggiore
pag. 27
Come la penso io
di Don Franco Conte
pag. 28
Symbola…
di Elena Clemenza
pag. 29
Home Page
di Roberto Muscolino
pag. 30
di Gianluca Catucci
Ginosa, buona…
di Domenico Ranaldo
pagg. 44/45
Ginosa, sogni…
di Domenico Ranaldo
pag. 45
Ginosa-Laterza...
Lettera Firmata
pag. 46
Considerazioni ginosine…
di Pierino Perrone
pag. 31
3
46
Questo numero de
La Goccia è stato chiuso
alle ore 18.00 del 10 settembre 2008
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La Goccia n. 18 - 13 settembre 2008
Miroglio: non ripetere
gli stessi errori
«L’attuale e reiterata situazione di provvedimenti di cig (Cassa Integrazione guadagni) della Filatura e tessitura di Puglia Srl (Miroglio), è sicuramente in parte scaturita dai cambiamenti degli scenari economici, dall’apertura dei mercati
dell’Est, ai quali consegue la delocalizzazione della produzione delle aziende
italiane verso l’estero e, in alcuni casi la chiusura definitiva delle stesse. Questo
quanto accaduto e accade alla Miroglio Spa da oltre 5 anni.
Ancor prima dell’insediamento dello stabilimento, le Amministrazioni – regionali
e locali – furono chiamate a sopportare il peso per la realizzazione del progetto
Miroglio che doveva veder sorgere un polo tessile di interesse strategico.
In questi 12 anni di vita dello stabilimento, noi lavoratori abbiamo sopportato più
di tutti i costi per l’insediamento della Miroglio, come ad esempio la formazione
che è stata a nostro carico, la contrattazione di secondo livello ecc:, e da 5 anni
sopportiamo anche il costo della crisi in termini produttivi, economici e sociali.
La convocazione di un Consiglio comunale monotematico è la dimostrazione
che finalmente si sia presa coscienza di una crisi reale, che interessa direttamente 240 lavoratori della Filatura e Tessitura di Puglia e indirettamente l’intero
territorio sul quale ricadono inevitabilmente le conseguenze.
La possibile chiusura dello stabilimento o una ulteriore diminuzione del personale, senza un serio programma di sviluppo, che non si limiti ai soli incentivi o
all’utilizzo degli ammortizzatori sociali, farebbe ricadere su tutti i Comuni colpiti
le decisioni della Direzione della Miroglio causando un rilevante problema sociale; si ricordi che l’età media dei lavoratori è di 40 anni circa e molti di loro hanno
famiglia con figli e hanno contratto un mutuo per l’acquisto della prima casa,
senza dimenticare la medesima condizione in cui versano gli operai delle altre
aziende come ad esempio la TBM e la Natuzzi…»
Questa la parte iniziale del documento letto da un lavoratore nel corso della seduta monotematica del Consiglio comunale di Ginosa, che ha inteso affrontare
la crisi dello stabilimento Miroglio di Ginosa.
La partecipazione dei lavoratori e dei rappresentanti istituzionali ha dimostrato
una sensibilità nuova rispetto alla situazione di crisi che investe sia il settore
tessile che quello del mobile imbottito.
Tralasciando alcuni aspetti puramente demagogici (occupiamo Alba), dal Consiglio comunale, anche grazie al contributo dell’assessore regionale Barbieri, è
emersa una nuova concezione del rapporto tra Istituzioni e imprenditori interessati a realizzare attività produttive sul nostro territorio, tenuto conto che vi sono
disponibilità economiche che possono essere utilizzate (POR).
Si tratta di superare la concezione di chi crede che “grazie a Miroglio” si sono
avuti 12 anni di stipendio per qualche centinaio di lavoratori che hanno prodotto
un importante ritorno economico sul nostro territorio.
Questa logica ci porta a pensare che Miroglio sia una sorta di benefattore che
sia venuto qui a portare i suoi soldi. La realtà, invece, è che Miroglio ha investito qui, in quanto vi erano i benefici della legge 181 che gli hanno permesso di
ricevere 60 miliardi di lire a fondo perduto ed altre somme importanti a interessi
minimi. Ha ricevuto, inoltre, la libertà di realizzare il proprio insediamento dove
gli tornava più utile (gli è stata confezionata una apposita legge regionale) e,
altro aspetto, ha ricevuto, come ulteriore omaggio, qualche anno di pace sociale
(il sindacato non aveva diritto di esistere e rivendicare una contrattazione) e
la formazione professionale che è stata a carico dei lavoratori. Cosa succede
adesso? Quelli che erano dei giovani carichi di speranze 12 anni fa, oggi sono
dei padri di famiglia che hanno una prospettiva terribile dinanzi, quella della chiusura dello stabilimento tessile di Ginosa, con tutto quello che ne consegue.
Proprio la data di lunedì prossimo, quando ci sarà l’incontro al Ministero delle
attività produttive, potrebbe divenire quella nella quale Miroglio annuncia il suo
disimpegno dallo stabilimento di Ginosa. Chiudendo così una esperienza produttiva e, con essa, le portea 240 famiglie.
Qualcuno ha detto che adesso l’obiettivo primario deve essere il mantenimento
dei posti di lavoro. D’accordo! Ma come?
Non vorremmo che i soliti procacciatori d’affari si siano attivati per “intercettare”
nuove esperienze produttive che possano attingere alle risorse finanziarie pubblichee disponibili.
Credo che un primo aspetto sia quello di evitare che si ripetano le esperienze
del passato e che ci sia un unico interlocutore che metta insieme i Comuni della
zona occidentale della nostra provincia con i rappresentanti delle Organizzazioni Sindacali e del governo regionale pugliese affinché ci sia un unico soggetto
capace di interloquire con gli eventuali imprenditori interessati ad avviare attività
produttive nel nostro territorio. La logica di strappare per il proprio Comune questo o quello stabilimento ci ha portato a commettere errori gravi e giungere alla
conclusione di lamentarci, come faceva il sindaco di Laterza, di non essere tenu-
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ti in nessuna considerazione: «di noi non si ricordano
nemmeno per farci gli auguri a Natale».
Si tratta di non accettare la logica del “cogli l’attimo”
e di pensare seriamente a quale sviluppo ci possa
essere per il nostro territorio. Nel corso dei lavori del
Consiglio, un lavoratore mi diceva rassegnato: «Ce
lo aspettavamo. Fin dal primo momento abbiamo
pensato che quando scadevano i termini imposti dalla legge, questa fabbrica sarebbe andata via.» E in
queste parole vi era l’amarezza e l’impotenza di chi
non riesce a cambiare il corso degli eventi e li subisce
passivamente. Pare che quello che ci viene dato sia
“carità”.
Togliamoci di dosso questa etichetta di mendicanti e
diveniamo soggetti attivi che decidono, per la parte
che compete loro, sul proprio futuro. Questo sarà passibile se, tutti insieme, riusciremo a “fare squadra”.
A proposito di fare squadra. Si è notata l’assenza dei
parlamentari della Pdl Nessa, Patarino e Franzoso.
Probabilmente trattenuti da altri impegni improrogabili. Almeno così vogliamo credere!
Stefano Giove
attualità
La Goccia n. 18 - 13 settembre 2008
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Si discute la crisi Miroglio nel Consiglio
comunale monotematico congiunto
Andare ad Alba per rivendicare
diritti fondamentali nell’attuale
società, questo uno dei punti
emersi durante il consiglio comunale monotematico congiunto, indetto dall’Ente comunale
di Ginosa, lunedì 8 settembre
nel Palazzetto dello sport. A
riempire gli spalti della struttura
sportiva gli operai dell’azienda di
tessitura Miroglio di Ginosa avversi in una crisi che rende tragico pensare al loro futuro. Il 15
settembre gli operai dell’azienda
Miroglio, accompagnati da una
rappresentanza sindacale ed
il sostegno degli enti comunali
approderanno al Ministero dello Sviluppo Economico per far
sentire tutta la loro disperazione.
La questione è stata affrontata nel consiglio
comunale monotematico svoltosi lunedì sera all’interno del Palazzetto dello Sport di
Ginosa e dove ad intervenire sono stati: i capigruppo comunali, i sindaci di Mottola, Giovanni Quero, di Laterza, Giuseppe Cristella
e di Palagianello, Michele Labalestra. Voce
sempre vicina alle vicende del settore del
tessile e dell’imbottito quella dell’Onorevole
Ludovico Vico, mentre sempre impegnati
nel risolvere questa crisi territoriale anche
i consiglieri regionali Pietro Lospinuso e
Paolo Costantino, l’assessore provinciale
al Lavoro Raffaella Quaranta e l’assessore
regionale al Lavoro Marco Barbieri. Hanno,
inoltre, preso parte alla seduta Nicola Calabrese (quale Rsu della Miroglio) e per le
organizzazioni sindacali, sono intervenuti
Luigi D’Isabella (Segreterie Confederali Cgil
Cisl Uil) e Giuseppe Maffucci (Segreterie
Provinciali di categoria Cgil Cisl e Uil).
Tra i risultati che hanno
ottenuto gli operai di quest’azienda, che assorbe forza lavoro non appartenente
solo al territorio ginosino
ma anche ai comuni limitrofi ed i cui rappresentanti
hanno preso parte al consiglio comunale congiunto
indetto dall’amministrazione Montanaro; il cui primo
rappresentante, il sindaco
Luigi Montanaro, in apertura di seduta ha subito
letto le proposte avanzate
dall’Ente: sostegno ai lavoratori, organizzazione di un
incontro presso il Ministero
dello Sviluppo Economico,
presso il ministero del Lavoro ed anche dell’Assessorato alle Attività
Produttive della Regione Puglia. Quindi
quale attore principale nella vertenza per
il mantenimento degli attuali livelli occupazionali del settore.
Durante il consiglio monotematico, diversi
sono stati gli interventi anche da parte degli operai stessi, tra i quali la lettura di una
nota verbalizzata, in chiusura di consiglio,
in cui viene richiesta la dichiarazione da
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La Goccia n. 18 - 13 settembre 2008
Crisi Miroglio
parte dei sindacati
dello
stato di agitazione ed uno
sciopero per il
15 settembre,
che permetterà ai lavoratori
di andare a
manifestare
presso il Ministero dello
Sviluppo Economico, ed un
secondo sciopero il giorno successivo per discutere in merito a quanto potrebbe
avvenire proprio nel suddetto Ministero.
Filo conduttore di tutti gli interventi è stata la critica alla odierna
mentalità imprenditoriale che ha come unico obiettivo il costo di produzione. Per la consigliera comunale indipendente di minoranza,
Caterina Giannatelli, gli attuali problemi sono da ricollegare “…alla
questione Meridionale, con il diverso trattamento dato alle regioni
del Sud Italia e che hanno oggi come risposta questa imprenditoria
del mordi e fuggi che non è interessata alla crescita occupazionale ma agli investimenti”. Come ribadito dal consigliere regionale di
AN, Pietro Lospinuso, il quale ha fatto eco ad una osservazione del
sindaco ginosino: “… non bisogna continuare a dare fondi ad imprenditori che hanno questa mentalità. Bisogna, invece, vigilare e
chiedere conto di quanto proposto in fase di insediamento”. Di Legge 181 ha parlato il consigliere regionale del PD, Paolo Costantino,
il quale ha auspicato però la deliberazione di una legge ad hoc che
risolvi al più presto e non prolunghi questo stato di cose.
L’assessore Quaranta ha invece sottolineato la bontà del consiglio
comunale congiunto ma anche il peso dell’assenza dell’interlocutore principale: il cda della Miroglio. Altra assenza non indifferente
era quella di una rappresentanza dei lavoratori del plesso, ormai
chiuso, di Castellaneta. Circa l’insediamento di questi due siti industriali, ha ribadito in chiusura di dibattito il consigliere comunale
del PD Felice Bitetti, che i terreni non furono acquisiti ma pagati
dall’azienda stessa, o da altri imprenditori privati e anche che i sovvenzionamenti ricevuti ammontarono a circa 601 mld di vecchie lire
attualizzate.
L’assessore regionale Barbieri ha evidenziato “…come la elargizione non controllata di fondi statali non ha mai fatto bene alla società.
Mi auguro che si potrà iniziare a parlare di vera democrazia al più
presto, ma questo potrà avverarsi solo quando ci sarà la vera occupazione”. Singolare la proposta avanzata dal sindaco di Mottola di
andare a manifestare ad Alba, sede giuridica della Miroglio, mentre
si è auspicato, da parte delle rappresentanze sindacali, di organizzare uno sciopero che unifichi gli operai delle diverse aziende che
compongono il settore in crisi, e cioè del tessile e dell’imbottito.
Marilena Surdo
attualità
Crisi Miroglio: La lettera del
sindacato unitario che
denuncia il rischio che Ginosa
possa perdere le più
importanti realtà produttive
Agli organi di stampa
Le scriventi Organizzazioni Sindacali esprimono preoccupazione per l’andamento economico e produttivo del settore
tessile nel territorio di Ginosa. Segnali poco confortanti arrivano dagli stabilimenti, in particolare dallo stabilimento di
Filatura e Tessitura di Puglia del gruppo Miroglio, giunta al
termine del periodo di Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria, ma con pochissime commesse.
Il consiglio comunale convocato per lunedì 8 settembre a
Ginosa sulla crisi del settore tessile e del mobile imbottito,
che arriva alla vigilia dell’incontro tra le OO.SS e la direzione dello stabilimento, deve servire a confermare l’impegno
da parte delle istituzioni locali a sostenere le OO.SS. nella
difesa dei posti di lavoro e nel mantenimento di pezzi importanti del sistema produttivo locale, elavando la sensibilità
dei livelli istituzionali superiori (Provincia, Regione e Governo centrale) in modo che si costruisca una reale e concreta
possibilità di superamento della crisi e si pongano le basi per
uno sviluppo dell’economia dell’area ionica.
Questo consiglio comunale viene convocato ad una
settimana dall’incontro presso il Ministero dello Sviluppo
Economico previsto il 15 settembre. Il rischio che Ginosa
possa trovarsi nel giro di poco tempo a perdere le più importanti realtà produttive è reale. E’ necessario dunque che al
Ministero si chieda che vengano definite politiche industriali
efficaci per garantire sviluppo nella zona Occidentale della
provincia ionica e più in generale nel Mezzogiorno, in particolar modo per i settori che maggiormente sono colpiti dalla
crisi, con l’obiettivo di intervenire concretamente per arginare gli effetti negativi attraverso il rilancio o la riconversione
delle attività.
Occorrerà fare in modo che tutti i soggetti interessati
partecipino attivamente nella vertenza territoriale, a partire
dalla stessa Miroglio, la cui responsabilità sociale nel territorio è evidente, fino a tutti i Comuni della zona Occidentale.
FEMCA-CISLTARANTO
FILTEA-CGIL TARANTO
UILTA-UIL TARANTO
attualità
VERSUS
di from
OSSIMORI
(d’onnipotenza)
Parlami, mi piaci
quando taci,
seguimi, sei libera
di andare
ovunque
ma non altrove,
svelami cose nuove
ch’io già conosca,
pensami, insegnami
ad ascoltare
perché riesca
a insegnarti
a non pensare,
finanche
insultami
lodandomi,
maltrattami
incensandomi
e poi proponiti
astenendoti,
apriti
chiudendoti,
amami di odio puro
e scrivilo sul muro
d’un nero
invisibile
e indelebile
perché possa
davvero
io solo leggere
e di te scrivere,
d’un blu cubitale,
da cavalier ministro,
il male
ancestrale
del tuo sinistro
natale.
Opponiti, rossa
opposizione mia,
alla tua ragione,
fanne falò,
scuotiti, fai di te
quel che io
voglio tu sia:
e non avrò
altro dio
all’infuori di me.
La Goccia n. 18 - 13 settembre 2008
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Le favole di Grim
Il filo spezzato
C’era una volta, non lontano da qui, il paese di Occhiocitrullo. Diversi lustri addietro, su quel paese, s’abbatté un’immensa nebbia, che portò povertà e carestia nelle case. Soltanto i regnanti poterono sopravvivere
alla miseria. Per i poveri che vivevano del lavoro delle loro braccia, non ci fu via di scampo; si sbarrarono
i cancelli di fucine e opifici e tutti coloro che, sudando in quegli inferni, si guadagnavano un pezzo di pane,
non ebbero più neanche quell’opportunità.
A memoria d’uomo, non s’era mai giunti al punto di sì tanta enorme povertà che, per tirare avanti, si sarebbe venduta anche l’anima al diavolo!
E con un diavolo si trattò, quando, dall’Alba, giunse al villaggio il grande mercante di filati, messer Mivoglio!
Quello giunse ad Occhiocitrullo in pompa magna, accompagnato da uno dei messeri di corte, che di traffici se ne intendeva. Ed in cambio di diversi forzieri d’oro, d’un ampio spazio nei migliori terreni del contado
e la facoltà di poter scegliere le braccia da fatica da lui ritenute più confacenti al suo commercio, promise
che avrebbe costruito, lì, un enorme capannone per la tessitura e il commercio delle sue stoffe. Di lavoro
ce ne sarebbe stato per molti occhiocitrullesi (non per tutti) ma per molto, molto tempo. A condizione che i
patti fossero mantenuti.
Di fronte alla miseria che dilagava nel villaggio e di fronte a qualche briciola che qualche cortigiano pensava di poter raccogliere, le richieste del mercante parvero poca cosa e di facile soddisfazione.
Da parte di sua maestà, però, venne una richiesta: volle che, per assicurare ricchezza e prosperità, pubblicamente il mercante dichiarasse che da quel luogo non sarebbe più andato via. Messer Mivoglio non si fece
scrupolo a promettere (tanto, si sa, promessa di mercante, come quella di marinaio) e, nella pubblica piazza, solennemente giurò...
E, sebbene, al villaggio, ci fosse qualcuno che diffidava di tanta magnanimità e tali giuramenti, e cercava
di mettere in guardia gli sprovveduti malcapitati, ben presto dovette rassegnarsi a tacere perchè nessuno fece caso a quelle che furono considerate soltanto invidiose malevolenze.
Il grande capannone della filatura fu eretto in men che non si dica e, nel frattempo, al villaggio gli abitanti
cominciarono a guardarsi in cagnesco perchè, s’era sentito dire (e così era) che non tutti avrebbero potuto
trovar posto in quella filanda, che soltanto i più accondiscendenti alle voglie del padrone, avrebbero avuto
l’onore d’essere scelti per faticare e sudare.
A quel punto, figuratevi quali gare di accondiscendenza s’avviarono fra gli occhiocitrullesi!
Venne il giorno delle fatidiche scelte! E, diversamente da quanto s’era sentito dire, furono ammessi a varcare la soglia della filanda, tutti coloro che avevano un santo in paradiso.
A quel punto, però, non importava più nulla; e visto che la miseria aveva lo stesso sapore per tutti,
tanto valeva accontentarsi del fatto che almeno un nutrito gruppo s’era sistemato per sempre.
Ma non erano passati neanche tre lustri dalla promessa fatta che il mercante ritornò dall’Alba e annunciò
(ancora una volta, in pompa magna) che la filanda doveva spostarla in un altro villaggio assai distante da
Occhiocitrullo e che, pertanto, gli occhiocitrullesi potevano tornare a casa a riposarsi per sempre.
«Cooosa!!!» Esclamarono, ad una voce, re, granduchi, cortigiani e filatori. «Dopo aver avuto: tutti i denari che chiedevi, il più bell’appezzamento di terreno esistente nel circondario, i filatori più devoti, con questa
moneta ci ripaghi?!»
«E che volete – fu la risposta – che ci rimetta di mio per sfamare voialtri? Se lo facessi che razza di mercante sarei?!», così dicendo diede ordine di smantellare la filanda.
Cosa potevano mai fare i poveretti delusi e abbandonati a se stessi, se non urlare e levare i pugni in alto
per sfogar la rabbia? Ché solo a quello potevano servire quei pugni levati.
Morale della favola: la folla assordante non disturba l’orecchio del mercante
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cronaca
La Goccia n. 18 - 13 settembre 2008
Notizie
Flash
Rubrica a cura di Giulio Pinto
Salve. Ben trovati. Siamo tornati a raccontarvi i fatti che accadono nel nostro
circondario.
Un mese di stop trascorso a Marina di
Ginosa mi ha reso ancora più consapevole che non si può abbandonare un
territorio bellissimo e far sì che chiunque
si senta padrone. Abbiamo assistito in diretta a scene di autentico far west: gente
che circolava in mutande nei negozi alimentari e nelle strade, bici, auto e moto
in circolazione non rispettando la segnaletica, mediamente due o tre vigili effettivi
dislocati a fronte di una popolazione estiva di migliaia di abitanti, strade sporche
e mai pulite da giugno, mese in cui si è
rotta la spazzatrice meccanica, viale Ionio occupato, abusivamente(?) da tavolini, sedie, ospitanti il “meglio” della gioventù estiva. Ed infine rumore , rumore e
rumore. L’improvvisazione è stata attuata
ogni giorno.Un turismo “country” e basta!
È necessario che i marinesi interessati
e che dicono di essere doc escano allo
scoperto per iniziare a tracciare un percorso su cui rilanciare il turismo in quella
che fu definita Perla dello Jonio.
Tonino Giove sugli extracomunitari
Caro Italiano, europeo, occidentale, extracomunitario, nordafricano, clandestino, ecc., caro governo di dx e sx. Sono
buddista, quindi molto permissivo, tollerante, rispettoso, chiedo scusa se sono
un po’ irritato ascoltando i vari TG nei
quali notiziano i vari sbarchi nell’isola di
Lampedusa e rimbarchi su velocissimi
aliscafi o aerei. Noi invece andiamo con
treni lenti ed aliscafi lentissimi. Esistono
anche traghetti per smistare i nostri fratelli diversamente benestanti in altri luoghi
di accoglienza. Una precisazione doverosa rivolgendomi agli italiani e non: sapete
quanta burocrazia
bisogna superare per trasportare un ammalato grave da un ospedale ad un altro?
Tanta ed inimmaginabile . E per finire :
extracomunitari, nordafricani, clandestini, ecc., ne abbiamo le …(bip) piene.
Vi suggerisco di querelarvi nei confronti
di giornali e Tv che usano questi termini
e che d’ora in poi usino il termine “ospiti
sbarcanti” che è il più appropriato!! Con
affetto Tonino Giove
Congratulazioni
Lo scorso 22 luglio ha conseguito la laurea in Chimica farmaceutica e tossico-
logica Manuela Mastria con 110 e lode.
Figlia del maresciallo della Guardia di
Finanza, Enzo Mastria e dell’insegnante
Angela Castellano. La neo dottoressa ha
discusso la tesi sperimentale “ Sviluppo
di uganzi del recettore postadrenergico”,
relatore chiar.mo prof. Antonio Scilimati.
Discarica di materiale inerte
in sei nei guai
Nelle scorse settimane gli agenti della
polizia provinciale hanno sequestrato un
terreno di circa duemila metri quadrati
in località Costa della Crognola. L’area
veniva utilizzata come discarica abusiva
di rifiuti derivanti da cantieri edili. Sei le
persone denunciate. A quattro di esse è
stata contestata la violazione di norme
ambientali. Per gli altri due si indaga per
abuso di ufficio in quanto, secondo l’accusa, avrebbero favorito la realizzazione delle opere sequestrate.
Risultava malato ma faceva il barista
Per l’Inail era completamente inabile al
lavoro, in seguito ad un presunto incidente riportato durante l’attività di infermiere a Cassano Murge. In realtà il 42
enne P.G. cassanese, faceva il barista a
Marina di Ginosa. Il reato è stato scoperto dai carabinieri marinesi al comando
del maresciallo Vito Capozzi. Dopo una
serie di indagini dalle quali è emerso
che l’uomo aveva chiesto l’aspettativa.
Non avendola ottenuta si era causato
un infortunio ed il conseguente periodo
di convalescenza …virtuale ..perchè nel
contempo lavorava presso il bar marinese dove i carabinieri lo hanno sorpreso in
flagranza di reato.
Maxi rissa fra bulgari
Una furibonda rissa si è sviluppata nelle
scorse settimane a Marina di Ginosa. I
carabinieri di Marina di Ginosa, prontamente intervenuti, hanno separato quattro bulgari che si picchiavano a mani
nude e con colli di bottiglie rotte. Tutti i
contendenti hanno fatto ricorso alle cure
dei sanitari.
Arrestato il rapinatore delle banche
Compiva rapine alle banche con la rapidità di un topo..e gli andava sempre bene.
Oltre venti gli istituti di credito visitati, alcuni anche a Ginosa, ma le telecameråe
poste agli ingressi sono servite per individuare il malvivente e giungere alla sua
cattura. Si tratta di Rocco Frammartino,
28enne nativo di Pollicoro; a conclusione
di una accurata indagine che portava al
riconoscimento del Frammartino, il nucleo dei carabinieri locali alla presenza
dei marescialli Capozzi, Barnabà e Capobianco nonché gli omologhi della stazione di Policoro procedeva alla cattura
del delinquente.
cronaca
La Goccia n. 18 - 13 settembre 2008
9
Al via la 6ª edizione della Festa Tricolore
Consiglio Comunale Michele Divitofrancesco, Antonio Bradascio,
Pierino Parisi, Mario Toma e Cenzino Principe.
Si prosegue venerdì 19 settembre, sempre in piazza IV Novembre, dove alle
20.30 il giornalista di RAI 3 Salvatore Catapano intervista il Ministro Raffaele FITTO ed il Presidente dei Senatori del PDL
Maurizio GASPARRI, tema della serata
“La costituzione del PDL e le politiche
del Governo Nazionale”.
Sabato 20, si comincia alle ore 20.00 con
la Tavola Rotonda: “La Sfida a FloriLa regolamentazione dei profili formativi deldo…”, che di fatto apre la campagna eletl’apprendistato professionalizzante è rimessa
torale per le prossime elezioni provinciali
alle regioni, previa intesa con le associazioni
a Taranto. Vi prenderanno parte il Capodei datori di lavoro e dei lavoratori. Con la regruppo di AN in Consiglio Provinciale Augolamentazione vengono definite le modalità
gusto Pardo, il Capogruppo di FI, nonché
di erogazione e di articolazione della formaSindaco di Massafra Martino Tamburano,
zione che può svolgersi sia all’interno che
il Sindaco di Ginosa Gino Montanaro ed
all’esterno delle singole aziende. La scelta
il Consigliere Provinciale di AN Leonardo
va operata in ordine alle capacità formative
Conserva che metteranno a nudo le inefinterne all’azienda rispetto a quella disponibificienze dell’attuale governo provinciale
le presso i soggetti esterni abilitati. I requisiti
guidato da Gianni Florido e la completa
relativi alle capacità formative sono definite
assenza della Zona Occidentale dalle podai contratti di lavoro collettivi.
litiche dell’Amministrazione Provinciale.
La legge 133/2008 che ha convertito il D.L.
A seguire è prevista la partecipazione del
112/2008 (manovra finanziaria estiva) ha
Ministro della Difesa Ignazio LARUSintrodotto un radicale cambiamento del preSA, nonché presidente di Alleanza Naziodetto istituto, prevedendo che, in caso di fornale.
mazione esclusivamente aziendale, è inappliSi conclude domenica 21 settembre con
cabile la disciplina che presuppone , per la
una serata dedicata interamente alle polivalidità dell’apprendistato professionalizzantiche regionali; alle 20.30 Tavola Rotonda
te, la presenza di una disciplina regionale e
“Lo sfascio della Giunta Vendola e il
contrattuale collettiva.
Piano della Salute”, a cui prenderanno
Pertanto, i profili formativi dell’apprendistato
parte il Presidente del Gruppo di AN alla
sono determinati dai contratti collettivi, che
Regione Puglia Roberto Ruocco, il Presidevono indicare:
dente del Gruppo di FI Rocco Palese ed
- la nozione di formazione aziendale;
i Consiglieri Regionali Pietro Lospinuso e
- la durata e le modalità di erogazione delSergio Silvestris.
la formazione, le modalità di riconoscimento
Sono stati tra gli altri invitati a portare il
della qualifica professionale ai fini contrattuali
loro saluto gli On.li Carmelo Patarino e
e la registrazione nel libretto formativo.
Pietro Franoso, il Sen. Lino Nessa ed il
Sulla base della normativa, cosi come ristrutCoordinatore Regionale di AN Sen. Adriaturata, le aziende interessate devono dimona Poli Bortone.
strare di possedere una capacità di formaTutte e quattro le serate saranno allietazione che viene parametrizzata in rapporto
te dalle esibizioni delle Palestre e delle
alla presenza di locali idonei, di tutor ed altri
Scuole di Ballo cittadine, e da intrattenidipendenti che devono seguire l’apprendista
menti musicali.
durante il percorso formativo. Il datore di laNon mancheranno gli stands del periodico
voro si deve fare carico, inoltre, di assolvere a
Alleanza Jonica e di Azione Giovani.
tutti gli obblighi richiesti dai contratti collettivi
in ordine ai controlli da parte degli organi di
Geom. Cosimo Di Tinco
vigilanza e dell’ente preposto.
Dott. Mario D’Alconzo
Gent.mo Direttore
“La Goccia”
Noi e il Fisco
Semplificato il percorso
dell’apprendistato
Parte da giovedì 18 per concludersi domenica 21settembre la 6ª edizione della Festa
Tricolore dei Circoli di Alleanza Nazionale
di Ginosa e Marina di Ginosa, che anche
quest’anno ho l’onore di presiedere per la
2ª volta. Tema principale della manifestazione, da cui ne abbiamo anche estrapolato il Titolo è: “Verso il PDL”.
Quattro giorni di incontri, dibattiti e comizi che affronteranno i principali temi del
momento, con particolare riferimento alla
nascita del PDL, alle prossime Elezioni
Provinciali, al dibattito in corso a livello regionale sul Piano di Salute ed alle vicende
amministrative del Nostro Comune.
Venendo al programma politico quindi, si
comincia giovedì 18 settembre in piazza
IV Novembre alle ore 20.00 con la Tavola
Rotonda moderata dalla giornalista Maria
Florenzio: “Amministrazione Comunale,
consuntivo e prospettive”. Sarà questo
il momento in cui i cittadini potranno ascoltare dagli interventi degli Amministratori,
quello che si sta facendo e quello che bolle
in pentola per il nostro territorio. Vi prenderanno parte gli Assessori Comunali Mino
Malvani, Vincenzo Di Canio, Tony Bitetti,
Stefano Notarangelo, Giulio Galante e
Felice Vizzielli, il Presidente del Consiglio
Comunale Vito De Palma, i Capigruppo in
10
attualità
La Goccia n. 18 - 13 settembre 2008
Inizia il nuovo anno scolastico, intervista
all’assessore alla PI Felice Vizzielli che chiede
alle famiglie: «Aiutateci a servivi meglio»
L’uscita di questo numero de La Goccia
coincide con l’avvio delle lezioni del nuovo
anno scolastico. Il ministro Gelmini ha già
provveduto a creare un clima di incertezza
con i provvedimenti adottati, questa incertezza si trasmette anche alle scuole
del nostro territorio e, nelle prossime
uscite del nostro giornale, avremo modo
di approfondire la questione scuola attraverso inchieste specifiche. L’inizio del
nuovo anno scolastico è anche un banco
di prova per l’amministrazione comunale
che deve approntare strutture e servizi al
fine di renderli adeguati alle esigenze sia
degli alunni che del personale impegnato
in questo ambito. A tale proposito abbiamo rivolto alcune domande all’assessore
Felice Vizzielli che gentilmente ha fornito
precise risposte.
Assessore Vizzielli, come si presenta
la situazione degli edifici scolatici ginosini all’avvio delle lezioni?
«Molte cose sono in fermento! Le posso
già dire in anticipo che i risultati positivi
vanno a merito dell’apparato e degli uffici comunali impegnati in questo delicato
settore. Diciamo che questa amministrazione si sta confrontando con un problema che si trascinava da circa dieci anni,
vale a dire: l’adeguamento degli edifici
alle norme di sicurezza. Noi stiamo portando
a compimento questo importante obiettivo.»
Forse sarebbe opportuno soffermarsi su
ciascun Istituto per avere un quadro completo. Cominciamo da Marina di Ginosa e
precisamente dall’I C “Leone”.
«Per quanto riguarda il Comprensivo di Marina di Ginosa possiamo dire che il plesso “Boschetti-Alberti” è già adeguato alle norme di
sicurezza. Sebbene manchi il certificato per
un piccolissimo intervento di adeguamento
richiestoci dai Vigili del Fuoco. Per quanto
riguarda il plesso “Leone”, abbiamo già il
certificato dei Vigili del Fuoco. Ovviamente per
un contenitore così grande vi è la necessità di
effettuare continui interventi di manutenzione.
Una carenza permane, che fino ad oggi non
sono riuscito a risolvere, ed è quella relativa
all’adeguamento della palestra che richiede
una spesa di circa 30mila euro. Non voglio
promettere niente ma è nostra intenzione fare
in modo che entro la fine di questo anno scolastico ci siano le risorse per realizzare questo
intervento.»
Passiamo alle scuole di Ginosa e cominciamo dal Comprensivo “S. G. Bosco” dove vi
è una situazione delicata in quanto sono in
corso lavori che condizioneranno le attività
scolastiche.
«Per quanto riguarda questo Istituto, noi già
dallo scorso anno avevamo espletato una gara per aggiudicare i lavori di
adeguamento alle norme di sicurezza.
La ditta che si aggiudicò i lavori, su mia
sollecitazione, avviò il cantiere, ma
dopo qualche giorno si tirò indietro.
Pensammo che sarebbe stato possibile affidare i lavori alla ditta che
era arrivata seconda nella gara, ma
questa ipotesi non trovava un supporto giuridico, per cui, abbiamo
dovuto rifare la gara. L’appalto se
l’è aggiudicato una ditta di Altamura
che ha già iniziato i lavori.»
Quali sono i tempi previsti per la
consegna della scuola?
«I tempi sono quelli previsti da contratto: 360 giorni. Si tratta di realizzare un intervento dal costo di
700mila euro e i lavori previsti sono
quelli di una nuova centrale termica, una adeguata riserva idrica, la
creazione di un vano ascensore per
servire i tre piani, le scale di sicurezza, adeguamento degli impianti
e adeguamento di alcune stanze.
Si tratta di un intervento importante
che richiede un certo arco di tempo.
Ovviamente siamo consapevoli che
per gli utenti e per gli operatori del
“S. G. Bosco” sarà un anno particolare
e chiediamo a tutti di collaborare per ridurre al minimo i disagi.»
Vediamo un altro Istituto: “Carducci”.
«Il Comprensivo Carducci ha due plessi scolastici, il Plesso di Piazza Orologio e quello di via Costa della Crognola,
il “Giovanni Paolo II”, che essendo una
scuola nuova non ha alcun problema,
tranne che per l’ubicazione. Per quanto
riguarda il plesso “Carducci” lo abbiamo candidato a finanziamento con i
attualità
fondi Inail, per un intervento di restauro e di
adeguamento alle nuove norme di sicurezza.
Dobbiamo quindi aspettare il risultato della
nostra richiesta.»
Assessore, la situazione del Comprensivo
Deledda qual è?
«Il Comprensivo “Deledda” è composto di due
plessi: il plesso di via della Pace e quello di
via Morandi. Per quanto riguarda il plesso
“Deledda” di via Della Pace, non vi è bisogno
di alcun intervento. Proprio quel plesso è l’unico ad essere dotato del certificato di idoneità
antincendio. Ovviamente rimane indiscutibile
che vi è la necessità di sviluppare l’attività di
manutenzione ordinaria. Per quanto riguarda
il plesso di via Morandi, vi è stato un problema
irrisolto con la ditta che realizzò i lavori. Siamo
riusciti a finanziare un piccolo progetto per il
quale proprio in questi giorni partirà la gara,
per un importo di 70mila euro, che prevede
la realizzazione di una nuova aula, anche per
soddisfare la crescente richiesta di iscrizioni
che riceve quella scuola, viene completato,
come da progetto, il montacarichi per collegare le cucine alla mensa, l’ascensore per
servire i tre livelli, la realizzazione della rampa
di scale per l’adeguamento alle norme antincendio. Sempre con la stessa somma è prevista la realizzazione di una piattaforma con
tappeto antitrauma affinché i ragazzi possano svolgere adeguatamente l’attività motoria,
almeno all’aperto. Si tratta quindi di dotare il
plesso di una palestra all’aperto. Questo intervento lo realizzeremo con il ribasso d’asta
della gara di appalto per la realizzazione della
scuola. Proprio in questi giorni ci è pervenuta
dalla Regione Puglia il via libera per utilizzare questi soldi. A questa somma si aggiunge
la somma derivante dalla fidejusione che si è
resa disponibile dopo la chiusura della controversia con la ditta che ha realizzato la scuola.»
Parliamo adesso del Comprensivo “Calò”.
«Per questo Istituto Comprensivo vi sono due
plessi, il “Lombardo-Radice” e il “Calò”. Per
quanto riguarda il “Lombardo-Radice” stiamo
realizzando un intervento di 250 mila euro che
prevede la realizzazione di una nuova centrale termica, ascensori, impianto elettrico, nuova recinzione esterna, nuova scalinata ester-
La Goccia n. 18 - 13 settembre 2008
na. I lavori li abbiamo completati. Rimane
una piccola cosa da completare e la ditta
che sta realizzando i lavori ha incontrato
delle difficoltà con i suoi fornitori. Questo
ci impedisce di liquidare l’ultimo Sal e di
conseguenza non possiamo avere il certificato dei Vigili del Fuoco. Stiamo solleci-
tando la ditta ad ottemperare ai suoi doveri
al fine di chiudere la pratica.»
Per quanto riguarda la Lorenzini e il
Calò?
«La Lorenzini è una piccola scuola che lavora egregiamente e dispone di locali adeguati. Per quanto riguarda il “Calò” devo
dire che si sta realizzando un bellissimo
intervento di 360 mila euro per la realizzazione di nuovi bagni, del nuovo tronco
fognario e per la pitturazione interna ed
esterna.»
Assessore Vizzielli, per quanto riguarda il servizio trasporto alunni vi sono
delle novità?
«Prima di entrare nel merito della domanda, voglio ribadire che gran parte del merito per il buon funzionamento dei servizi
deve essere accreditato agli Uffici della PI
e al personale che vi lavora. Abbiamo rinnovato l’affidamento dei servizi nei tempi
giusti e dal momento che ad operare sarà
11
la stessa ditta dello scorso anno avremo
una continuità del servizio che non potrà
che essere un fatto positivo. Ogni bambino che si servirà dello scuolabus, avrà
il suo tesserino e gli uffici con solerzia e
competenza hanno già predisposto tutto.
Mi lasci dire che, ancora una volta, assicureremo il servizio trasporto alunni in
maniera gratuita e lo faremo anche per i
bambini della scuola Materna che non è
scuola dell’obbligo. In molti Comuni a noi
vicini questo servizio viene pagato con un
ticket dagli utenti.»
Il servizio mensa…
«La mensa scolastica sarà gestita dalla
cooperativa La Mammillaria che è una
garanzia per tutti. Siamo uno dei pochi
Comuni dove i pasti vengono preparati
in ogni scuola e i bambini mangiano pasti
caldi come a casa loro. Qualcuno ha detto
che a Laterza si paga qualche centesimo
im meno. A Laterza funziona un servizio
centralizzato di preparazione dei pasti.
Sono convinto che le peculiarità positive
delle mense scolastiche ginosine devono
essere salvaguardate. Significa garantire
ai nostri ragazzi un servizio mensa di alta
qualità.»
Lei ci fornisce un quadro positivo per
l’avvio del nuovo anno scolastico.
«Ci saranno sacrifici per i lavori che stiamo realizzando, questo, però, significa
che il futuro per la scuola ginosina è sicuramente positivo. Colgo l’occasione per
ringraziare i Dirigenti scolastici, i docenti, il
personale della scuola tutti, così come voglio ringraziare le famiglie e, soprattutto gli
alunni, per la preziosa collaborazione che
ci offrono e ci permettono di svolgere nel
miglior modo possibile il nostro compito.»
Vuole rivolgere un appello?
«Collaboriamo insieme per la gestione di
queste emergenze che sono determinate
dalla volontà di avere a Ginosa e Marina
di Ginosa dei plessi scolastici sicuri e funzionali. Alle famiglie voglio dire: aiutateci a
servirvi meglio.»
Stefano Giove
[email protected]
12
attualità
La Goccia n. 18 - 13 settembre 2008
Nuovo Anno scolastico: l’augurio e le…
preoccupazioni del capogruppo Pd, dott.ssa Galeota
Inizia il nuovo anno scolastico e ho chiesto
al capogruppo consiliare del Partito democratico una sua opinione sulla situazione
delle strutture scolastiche a Ginosa. Questa
la riposta che mi è stata data:
«Riapre la scuola anche quest’anno, a
Ginosa con tutti i suoi problemi di sempre
mentre la stampa ci informa ogni giorno sul
problema del caro libro, sui decreti ministeriali che in pochissimo tempo vogliono cambiare il volto del sistema scuola, tornando
all’insegnante unico nell’elementari, il voto
in condotta, l’obbligo del grembiule e infine
lo stravolgimento della scuola media che a
detta del Ministro Gelmini è il punto debole
di tutto il sistema scolastico!!!!!
Noi a Ginosa siamo ancora in affanno a
causa delle precarie condizioni per i lavori
edili in cui versano i nostri edifici scolastici.
Gli alunni ginosini rientrano a scuola trovando il proprio istituto così come l’avevano
lasciato in giugno. Ma le difficoltà maggiori
riguardano l’istituto San Giovanni Bosco e
Calò, mentre al Lombardo Radice pare che
finalmente, dopo 3 anni, siano terminati i
lavori.
All’Istituto Calò le operazioni di rifacimento
e messa a norma degli impianti elettrici e di
riscaldamento e la ristrutturazione generale
di alcuni bagni pare stiano per essere conclusi, il Dirigente assicura che per il 15 settembre, giorno di inizio delle lezioni, almeno
all’interno l’istituto sarà agibile, salvo le pitturazioni, comunque i lavori continueranno
nel cortile esterno di accesso alla scuola.
All’Istituto San Giovanni Bosco, i lavori di ristrutturazione e messa in sicurezza sono in
pieno svolgimento poiché ripresi il 15 luglio
u.s. e continueranno per un anno. La lunga
sospensione dei lavori dovuto a problemi
procedurali nell’assegnare i lavori alla ditta
ha costretto già l’anno scorso gli alunni e
gli operatori scolastici a vivere un anno di
grande disagio, con ambienti senza porte
con dispersione di calore e rumori e con
una provvisoria e scarsa illuminazione. Oggi la condizione dell’Edificio appare ancora
più compromessa, sia gli spazi esterni che
quelli interni sono interamente interessati
da lavori di ristrutturazione. L’istituto S.G.
Bosco appare sventrato nelle ali laterali per
l’impianto degli ascensori, delle scale di sicurezza e dei nuovi bagni, le sezioni centrali
sono interessate da lavori di rifacimento degli ambienti e degli impianti elettrici. Tutto
l’immobile è quindi un vero cantiere in cui
bisognerebbe entrare con elmetto e scarpe antinfortunistiche. Il cortile attraverso il
quale si accede alla palestra e ai locali del
sotto palestra, adibiti a mensa scolastica,
è interamente occupato da materiali e da
un’enorme gru.
In un incontro del 2 settembre scorso indetto dal Dirigente scolastico, si sono confrontati l’Impresa, i tecnici progettisti, addetti alla sicurezza il rappresentante dei genitori e
l’assessore alla Pubblica Istruzione Felice
Vizzielli.
Il quadro non è confortante e fa riflettere,
non esiste un piano di lavoro, che l’impresa assicura sarà predisposto nei prossimi
giorni, non si può conoscere ancora oggi in
quale ordine cronologico e tecnico si procederà, si ribadisce però che non si vogliono i doppi turni.
Come sempre si giunge all’inizio dell’anno
scolastico per preoccuparsi dei molteplici
aspetti di un’agognata ristrutturazione del
più antico istituto scolastico ginosino. Per
l’intero scorso anno in consiglio comunale
io e il gruppo del PD ci siamo preoccupati di
tenere accesa l’attenzione dell’assessore e
dell’amministrazione tutta su questi aspetti
dell’Istituto San Giovanni Bosco, ma come
sempre chi ci amministra dà prova di assenza di programmazione e progettazione,
si procede a vista, mettendo a dura prova
i diritti dei cittadini utenti che sostengono
questo comune pagando regolarmente le
tasse (aumentate notevolmente negli ultimi
anni di gestione di centro destra) e che vedono lesi regolarmente i loro diritti e vengono privati di quei servizi essenziale come la
scuola che permettono una vita serena.
Non c’è da parte dell’Amministrazione alcuna proposta alternativa se non i doppi
turni. Si potevano programmare i lavori per
tempo, compartimentandoli, procedendo
ai lavori, prima in un’ala e poi nell’altra ala
dell’istituto, chiedendo collaborazione ed
ospitalità per parte dell’utenza ad altri istituti di Ginosa. In ultima analisi si potevano
individuare locali in fitto per permettere a
parte degli alunni di liberare la scuola, ciò
avrebbe garantito al contempo la sicurezza degli alunni, degli operatori scolastici ed
anche degli operai dell’impresa che si vedranno costretti ad operare con la presenza di 780 ragazzi nella struttura. Ma tutto
questo come se fosse un nuovo problema
si discute solo il 2 settembre!? E il 15 si
torna a scuola. Comunque auguro un buon
anno scolastico a tutti gli studenti e operatori scolatici ginosini e marinesi che sia un
anno proficuo.
Il capogruppo consiliare PD
Marta Teresita Galeota»
attualità
La Goccia n. 18 - 13 settembre 2008
13
L’Avvocato Gelmini boccia la
scuola elementare italiana
Ridicole e inammissibili le proposte della Ministra della PI. Apriamo un dibattito sul nostro giornale.
Quando il nostro Direttore mi ha chiesto di
pensare e scrivere su quello che sta succedendo ancora una volta alla scuola italiana e
le ripercussioni che avrà sul nostro territorio
il Decreto partorito dal team Tremonti-Gelmini-Brunetta- Berlusconi, ha sfondato una
porta aperta.
Ormai da alcune settimane, i giornali riportano, a seconda della parte politica che sostengono, notizie estrapolate dal Decreto Legge
n.137/1.09.08 e dalle numerose interviste
fatte alla Signora Gelmini che al termine dei
suoi interventi ha sempre risposto”bisogna
risparmiare”. Una motivazione di alto valore
pedagogico, che le ha fatto meritare un bel 4
in pagella e un bel 5 in condotta visto come
ha preso tali decisoni, cioè senza consultare
le parti interessate( Sindacati, docenti, ATA,
famiglie). Poco importa.
Addirittura il SIR (Servizio di informazione
religiosa) organo di informazione dei Vescovi
italiani, si dice fermamente contrario alle proposte di questo Governo in materia scolastica e non solo (vedi polemica sugli editoriali
di Famiglia Cristiana di luglio e agosto).
Ad esempio, è di notevole interesse ciò
che scrive sul sito del SIR un grande pedagogista come Cesare Scurati, che gli addetti
ai lavori ricorderanno, come membro della Commissione Falcucci per i programmi
dell’85 e sostenitore della Legge 148 del ’90
che introdusse poi tre docenti nella scuola
elementare, lasciando ai nostalgici l’idea del
maestro tuttologo ed introducento il lavoro
d’èquipe pedagogica e la pluralità dei saperi,
che ha fatto salire la scuola elementare italiana ai primi posti nel mondo.
Gurda caso però le ultime due ministre Moratti-Gelmini hanno messo mano al primo
ciclo d’istruzione, sia nei contenuti che nelle
modalità organizzative dell’insegnamento/
apprendimento, lasciando ancora nel guado
la scuola secondaria superiore, che dai risultati OCSE-P.I.S.A. dello scorso anno scolastico, non ne esce a testa alta. Perché?
Perché cambiare sempre e solo dalla scuola elementare, che invece ha sempre dato
prova di ottimi livelli sia nei risultati che nella
qualità dei docenti, compresi quelli di soste-
gno, lingua straniera e religione che si sono via via affiancati agli altri docenti della
classe, divenendone contitolari e collaboratori a 360° nella realizzazione della
programmazione educativo-didattica dei
gruppi classe loro assegnati?
Perché cambiare?
Afferma ancora Cesare Scurati:“La reintroduzione del maestro unico sembra
un ingenuo ritorno al passato; ciò che
occorre, in un’epoca come la nostra di
esasperata articolazione e specializzazione dei saperi, è una pluralità concorde che sappia costruire con coerenza,
nella quale, come in un’orchestra, il
singolo offra il proprio contributo ad
un discorso d’insieme. (…)“Non va peraltro dimenticato – sottolinea ancora
il pedagogista - che nelle attuali condizioni di sviluppo culturale e dei saperi
la scuola elementare fa sempre bella
figura, a dimostrazione che l’utilizzo
corretto della pluralità dei docenti da
garanzie sui risultati di contenuto che
costituiscono poi i criteri di valutazione”. Volere il ritorno al maestro unico
è, insomma, “come dire: ‘In questa gara siamo tra i primi, però buttiamo via
la bicicletta”.
Vi propongo ancora un commento di un
altro autorevole pedagogista Luciano
Corradini: “Il maestro unico: una “figura romantica” o “nostalgica”, che rischia di fatto di rivelarsi anacronistica,
in un’epoca come la nostra in cui “i saperi stanno esplodendo”. Così Luciano Corradini, pedagogista, presidente
dell’Associazione italiana docenti universitari (Aidu) e presidente emerito
dell’Uciim (Unione cattolica italiana insegnanti medi), definisce la figura del
“maestro unico”, reintrodotta da un
decreto legge sulla scuola, approvato
dal Consiglio dei ministri il 28 agosto
scorso e pubblicato il 1 settembre sulla Gazzetta ufficiale. “I motivi per cui è
stata introdotta nel mondo della scuola
la pluralità degli insegnanti non rispondono a bieche esigenze sindacali di
aumentare i posti di lavoro – puntualizza Corradini al Sir – ma dai saperi che
stanno esplodendo: anche gli insegnanti
laureati finiscono per specializzarsi in un
ambito o nell’altro”. “E’ vero – prosegue
l’esperto – che la continuità nei rapporti
con una classe può determinare una migliore comprensione delle dinamiche di
apprendimento, e che una brava maestra
competente è meglio di tre persone che
litigano tra di loro e non si conoscono,
ma è anche vero che oggi non c’è più chi
riesce ad avere la padronanza assoluta
delle idee chiave di tutte le discipline,
che non si possono coltivare tutte allo
stesso modo”.
In questa prospettiva, l’introduzione (o
meglio, la reintroduzione) del maestro
unico nelle aule scolastiche “sarebbe
una perdita dal punto di vista dei saperi,
e sul piano pedagogico rappresenterebbe un salto indietro”.
Altri commenti a quanto scritto da Scurati e
da Corradini risulterebbero superflui.
Forse qualche docente nostalgico si starà
già sfregando le mani al pensiero di ritornare indietro nel tempo, ma a parer mio non so
quanto gli convenga.
Ci piacerebbe allora porre alcune domande
agli esponenti sindacali di categoria a proposito del Decreto 137, ai Dirigenti Scolastici e naturalmente ai docenti ed al personale
ATA del nostro territorio:
- Cosa pensate delle novità introdotte dal
Ministro?
- Quali ripercussioni avranno sui posti di lavoro a Ginosa e nella provincia di Taranto?
- Come pensate di affrontare seriamente il
problema?
Aspetto le vostre risposte sul nostro giornale o sul sito arcipikkia.it al fine di poter indire
un’assemblea pubblica a breve per informare e sensibilizzare tutti. Perché la scuola
non è solo degli addetti ai lavori, la scuola
è il futuro del nostro Paese, ma qualcuno
forse lo ha dimenticato.
e… buon anno scolastico!?
Rosamaria Busto
14
attualità
La Goccia n. 18 - 13 settembre 2008
Giuseppe Ungherese: «Bilancio positivo del
nostro impegno per garantire la sicurezza di tutti»
La sicurezza rappresenta per i
turisti un fattore importante per
poter trascorrere le vacanze in
serenità e tranquillità. La stagione estiva si sta concludendo e
abbiamo voluto rivolgere alcune
domande al presidente del Ser,
Giuseppe Ungherese, per sapere in quale modo è stata garantita la sicurezza ai residenti di
Ginosa e Marina di Ginosa, che
durante l’estate raggiungono cifre significative.
Il Ser ha svolto un ruolo importante nel garantire questa sicurezza e parliamo sia di servizio di
118 che di sicurezza a mare.
Signor presidente, vuole dirci
qual è il quadro consuntivo
per i servizi di sicurezza che il
SER ha gestito questa estate?
«Quest’anno abbiamo svolto vari servizi, volti a garantire la sicurezza dei cittadini e lo
abbiamo fatto in collaborazione con le forze
dell’ordine presenti sul territorio. La nostra collaborazione si è realizzata a livello comunale
con la Polizia Municipale, sia il sabato che la
domenica di luglio e agosto e prevedeva un
servizio di informazione e di regolamentazione del traffico, piuttosto intenso in queste giornate. Con il nostro servizio si è cercato di dare
agli utenti tutte quelle indicazioni utili per evitare di trovarsi in situazioni di difficoltà. Queste
informazioni sono state fornite anche durante
le tante manifestazioni che si sono svolte e
che hanno visto l’arrivo di migliaia di turisti. Il
nostro servizio di informazioni ed assistenza
sulle strade si è esteso anche per una zona
di Castellaneta Marina utilizzando per questo
servizio la collaborazione di “Amici in aiuto”.
Per quanto riguarda il servizio di sicurezza
devo dire che dal primo luglio al trentuno di
agosto abbiamo svolto quello di salvataggio
a mare e aiuto alla Guardia Costiera. Abbiamo coperto il servizio di sicurezza a mare per
una fascia costiera lunga circa 6 chilometri di
spiaggia libera. Per garantirlo ci siamo serviti
di un gommone, il katamarano che abbiamo
presentato in piazza alcuni mesi fa, che aveva a bordo un diportista, due assistenti bagnanti, e, a turno, un medico o un infermiere.
Questa unità di sicurezza aveva il sostegno
del servizio di 118 di Taranto.»
Presidente, le chiedevo un bilancio di
questa vostra attività.
«Ritengo che sia senza alcun dubbio positivo. È positivo sia il servizio svolto per la
sicurezza stradale che quello relativo alla sicurezza a mare. Giusto per darle una indicazione in termini di numeri, il nostro servizio di
salvataggio a mare ha visto almeno un intervento operativo al giorno sia di media che di
grande pericolosità. Le faccio un esempio. I
lidi dispongono di pattini che noleggiano a chi
ne fa richiesta. Il pattino può ospitare al massimo 4 persone. Alla partenza dal lido tutto
è in ordine, appena l’imbarcazione si allontana, a bordo si aggiungono altri passeggeri
raggiungendo numeri incredibili (fino a 10
persone). Questo, ovviamente, mette in pericolo la sicurezza di tutti. Noi siamo intervenuti riportando a riva i passeggeri in soprannumero e rimettendo la situazione in condizioni di sicurezza. Altro intervento era quello
di far risalire a galla pescatori subacquei non
provvisti di boa di segnalazione galleggiante. Ovviamente a
questi interventi si aggiungono
gli interventi tipici delle località
turistiche marinare (malori, pericoli di annegamenti, puntura
di tracine o altro). Per quanto
riguarda quest’ultimo aspetto
della nostra attività dobbiamo
dire che vi è stata una ottima
collaborazione tra noi e gli
assistenti bagnanti che operavano da riva. Siamo riusciti
a far giungere il medico sulla
postazione in maniera rapida
anche grazie all’impegno della
CRI che ha garantito interventi
sul posto senza dover inviare
l’utente al presidio sanitario.
Faccio un esempio: se una
persona veniva punta da una tracina,
attraverso il sistema di collegamento
radio, si fornivano allo stesso, con gli
operatori della CRI, tutti gli interventi
sanitari necessari, riducendo in questo
modo i tempi di attesa e rendendo, efficacissimo l’intervento.»
Presidente, quindi, un buon lavoro
di squadra ha garantito in maniera
efficace la nostra sicurezza?
«Si in effetti è così! Voglio, a tale proposito rivolgere alcuni ringraziamenti. Voglio ringraziare la Capitaneria di Porto
che è stata eccezionale per disponibilità nei nostri confronti. Lo stesso discorso vale per la Guardia di Finanza, con
la Polizia di Stato, con la Croce Rossa
Italiana, con la Polizia Municipale di
Ginosa e, un grazie voglio dire anche
ai nostri amministratori che ci hanno
dato questa opportunità. Ovviamente
questa nostra esperienza non poteva
esserci senza il supporto della Centrale
Operativa del 118 che ha messo a nostra disposizione un’acqua scooter per
garantire interventi rapidi in qualsiasi
momento.»
Stefano Giove
riceviamo e pubblichiamo
La Goccia n. 18 - 13 settembre 2008
17
STORICO RISULTATO: APPROVATO
IL PIANO REGIONALE DELLA SALUTE (P.R.S.)
9 e 10 Settembre 2008 sono due
date storiche per la Puglia. La ottava legislatura guidata dal Centrosinistra firma il suo atto più importante: il Piano Regionale della Salute.
Una Legge che innova la Sanità
in Puglia, coinvolgendo i direttori
generali. A loro è demandata infatti la redazione dei P.A.L. I piani attuativi locali. Le loro proposte saranno esaminate e valutate
dalla Giunta quindi nessuna delega in bianco ai Direttori Generali. Anche perché qualsiasi scelta passa dai
cordoni della borsa regionali, la sanità assorbe in Puglia e nelle altre regioni circa l’80%
del Bilancio regionale ed è una delle principali
competenze delle Regioni. In Puglia c’è un record, è la regione più longeva d’Italia e a sua
volta l’Italia è la nazione più longeva al mondo dopo la Francia. Non possiamo quindi dire
di stare male, ma è chiaro che compito nostro è elevare qualità e livello della assistenza sanitaria e lo stiamo facendo. Basti pensare all’attivazione della PET-TAC che finalmente si possono fare in Puglia, mentre fino
ad un anno fa bisognava recarsi da Napoli in
su. Basti pensare al rinnovo delle attrezzature
tecnologiche (TAC, RMN, radiologia convenzionale); apparecchi obsoleti acquistati agli
inizi degli anni ‘90 oppure al potenziamento
degli organici con la stabilizzazione di oltre
5.000 precari (medici, tecnici, infermieri, terapisti, autisti etc).
C’è un’altra cosa importante: prima di varare questo Piano abbiamo fatto una campagna d’ascolto durata un anno e molte proposte, anzi quasi tutte sono state recepite dal
Governo regionale. Non abbiamo imposto
nulla ma a noi spettava il dovere di decidere dopo aver ascoltato. E non approvato tutto nel chiuso della Sala Giunta in una notte di
mezz’estate.
Tutti hanno contribuito e fatto proposte. Non è stato facile ascoltare e confrontarsi
ma abbiamo ascoltato Sindaci, Medici, Sindacati Movimenti e Cittadini. Il piano
si basa su dati epidemiologici e non su teorie o principi
poco dimostrabili. E’ basato
su dati di fatto che portano maggiori attenzione alle
donne, alla salute dei bambini e degli anziani. Completamente falso il dato che il Piano non se ne
faccia carico. Va ricordato inoltre che alcune Regioni sono già al terzo, quarto Piano
della Salute, mentre il centrodestra che finora ha governato la Puglia, di Piano ne
ha concepito solo uno in tanti anni. Per
giunta quel Piano concentrava tutto negli
ospedali che sarebbero stati congestionati da una popolazione anziana che ora è al
20% della popolazione totale ma secondo
le previsioni sfiorerà il 40% nel 2050.
Gli anziani ed i malati cronici vanno curati a domicilio, o altrimenti ospitati in case
protette (R.S.S.A. Residenze socio-sanitarie assistenziali) o in R.S.A (residenze sanitarie assistenziali). Per questa ragione i
posti di lungodegenza sono stati ridotti da
2500 a 900: non abbiamo bisogno di cronicari.
Nel contempo aumentano i posti letto
per la riabilitazione (+200) ed i posti letto per acuti + 2.000. Il Piano Regionale
della Salute prevede 17.759 posti letto totali così suddivisi: 15.338 per acuti, 1719
per riabilitazione, 702 per lungodegenza.
Nel piano si affronta il problema delle malattie mentali, delle donne nel senso della particolarità della domanda sanitaria da
loro espressa non riferita alla sola fase ri-
produttiva, degli immigrati, tutte tematiche
che necessitano di una programmazione
attenta in un quadro già in affanno per le
strutture ed i problemi ereditati.
Per contro la riduzione della spesa si otterrà con la riduzione dei ricoveri inappropriati (+15% in Puglia rispetto alla media
nazionale) e con la riduzione dei giorni di
degenza ospedaliera. Bisogna puntare al
day-hospital e così potremo risparmiare
210 milioni di euro all’anno.
Senza questo non saremo mai in grado di
abbattere la spesa che comunque resta in
Puglia tra le più basse d’Italia come sostenuto dall’Assessore Tedesco che ha una
indubbia competenza in materia, peraltro
riconosciutagli anche dalle opposizioni,
non sulla stampa ovviamente.
Una cosa è certa, sia pure con molto sforzi e qualche errore, la sanità pugliese sta
lentamente risorgendo. Certo, c’è chi il
tempo passa a denunciare alla stampa la
mancanza di una garza invece che a lavorare, o chi addebita a noi i disastri compiuti
quando l’Ospedale di Castellaneta si inaugurava più volte senza verificare effettivamente che tutto fosse in regola.
Consideriamo che la Regione Toscana ha
impegnato 14 anni per cogliere gli attuali
ed eccellenti risultati da quando fu approvato il suo Piano Regionale.
Con pazienza, ragionevolezza i Pugliesi si
renderanno conto che la nostra Sanità non
è affatto male, che questo Piano Regionale della Salute darà una svolta in tempi che
calcoliamo tra i 3 e i 5 anni.
Questo dunque sarà uno sforzo collettivo,
di quanti vivono e lavorano dalla Sanità,
con l’auspicio che gli spazi di politicizzazione si riducano e ci si ricordi tutti di quel
giuramento che ogni medico fa agli inizi
della propria carriera.
Il Consigliere Regionale
Paolo Costantino
18
attualità
La Goccia n. 18 - 13 settembre 2008
DISTRETTO SANITARIO: IL GOVERNO VENDOLA FA
RINASCERE IL POLIAMBULATORIO ASL A GINOSA
Dopo appena tre anni di Governo Regionale
di CentroSinistra il Distretto socio-sanitario
di Ginosa è rinato.
Il Governo di centrodestra aveva di fatto realizzato una scatola vuota e quei pochi servizi
che erano stati attivati negli anni in cui al Comune di Ginosa governava il centrosinistra
erano stati soppressi da Fitto & Co..
Qualche esempio: la specialistica era stata
ridotta a poche branche, il servizio di senologia e il servizio di radiologia convenzionale erano stati chiusi nel 2001, il presidio di
pronto intervento (oggi P.I.S.) funzionava a
“corrente alternata” e spesso era inattivo nei
giorni feriali, il servizio di fisiokinesiterapia
veniva svolto per poche ore settimanali.
Il Governo Vendola che punta ad una efficiente rete di servizi sanitari dislocata sul
territorio, approvando in data 10 Settembre
2008 il Piano Regionale della Salute ha definitivamente eliminato la visione ospedalocentrica che era propria del centrodestra.
Questa idea aveva di fatto sguarnito di servizi il territorio provocando un innalzamento
del tasso dei cosiddetti ricoveri impropri con
grandi sprechi di risorse economiche soprat-
tutto con effetti deleteri sulle prestazioni
effettivamente erogabili. La scelta prioritaria di fornire i servizi territoriali ha influito
anche sul nostro Distretto ed oggi possiamo elencare un numero elevato di servizi attivati.
E’ stato riattivato il servizio di senologia,
nel quale è possibile eseguire la mammografia, la ecografia e la visita senologica,
da alcune settimane è presente l’oncologo che effettua anch’esso ecografie mammarie.
La Radiologia convenzionale è stata riaperta e si effettuano prestazioni a giorni
alterni con risultati lusinghieri in termini di
numero e di qualità degli esami.
La specialistica conta le seguenti branche: dermatologia, oncologia, ortopedia,
neurologia, ginecologia, otorinolaringoiatra, endocrinologia e diabetologia.
Il servizio di otorinolaringoiatra è stato dotato di audiometro.
Il servizio di fisioterapia è stato potenziato con l’aumento del personale medico e
paramedico e con l’acquisto di nuove attrezzature.
Il presidio di pronto intervento funziona 24 h/24h,
al mattino l’equipe medico-infermieristica è completa, dalle 20 in poi interviene il servizio di continuità assistenziale.
Il consultorio familiare è tornato a funzionare
con ottimi risultati. La specialistica di oculistica,
chirurgia vascolare più eco-doppler arti inferiori,
l’ecografia si effettuano presso il Presidio di Laterza, le prestazione per altre branche vengono
effettuate a Castellaneta. E’ importante sottolineare che con il Governo Vendola nella nostra
Regione sono stati avviati finalmente gli screening (la ricerca diagnostica) per il carcinoma
mammario, uterino e del colon. Da pochi giorni
è partita l’importante campagna di vaccinazione
contro il carcinoma del collo dell’utero nelle donne, le ragazze di 14 anni lo effettueranno gratuitamente presso l’Ufficio di Igiene presentandosi con la lettera inviata loro dalla Asl. Questi
sono segnali importanti che dimostrano come il
centrosinistra intende cambiare la Sanità. Continuando a dare la fiducia al Governo Vendola gli
obiettivi che ci siamo posti nel Piano Regionale
della Salute potranno essere colti pienamente.
Il consigliere regionale
Paolo Costantino
REGIONE PUGLIA:
Impegni concreti per gli LSU
un anno o meno dalla pensione decida di
cancellarsi dalle liste degli L.S.U.
Il nucleo fondante di contributi riguarda
però quegli LSU che rientreranno a lavorare in enti pubblici ed aziende private in
forma stabile, dimostrando che la lotta al
precariato non è un inutile slogan per la
Giunta Vendola.
10.000€ in forma di contributo straordinario andranno agli Enti Pubblici che stabilizzino questi lavoratori nella loro pianta
organica come dipendenti pubblici o come
dipendenti di società che svolgano servizi
per il Settore Pubblico, la cosidetta esternalizzazione dei servizi.
Saranno agevolate inoltre le imprese che
decidono di assumere con la stessa somma, 10.000€, in due rate annuali. Fra i
lavoratori socialmente utili ci sono tante figure specializzate che potrebbero trovare
nuova collocazione all’interno di imprese
in crescita. Ce ne sono anche in Puglia
che lo ricordiamo è la più dinamica tra le
Regioni del Sud (dati Bankitalia). L’unico
vincolo per la concessione del contributo
è la assunzione a tempo indeterminato ma
con un ulteriore vantaggio a carico delle imprese. Potranno far svolgere ai lavoratori un tirocinio formativo della durata massima di tre mesi.
L’eventuale formazione esterna sarà pagata dalla Regione Puglia.
Questi lavoratori erano spariti dalle cronache,
nessuno se ne occupava più ma il problema
di un futuro senza certezze permane. Questo
provvedimento che porta la firma dell’Assessore Marco Barbieri è anche la prosecuzione di un
programma di svuotamento della platea storica
di precari.
Finora lo ricordiamo erano a carico di tanti Enti
Pubblici dove svolgevano una funzione spesso non compatibile con i profili professionali e
dando luogo a numerose dispute sull’utilizzo di
questi lavoratori e sulle risorse loro assegnate.
Fatto sta che i problemi politici e sociali causati
da una economia che non vuole regole e costrizioni rimbalzano alla politica. Per ogni lavoratore
estromesso senza sua colpa dal ciclo produttivo si apre un problema in più per la politica. Ma
la maggioranza di centrosinistra alla Regione
Puglia ha a cuore questi problemi e li risolve.
Il Consigliere regionale
Paolo Costantino
In Puglia ci sono 1971 lavoratori socialmente utili da stabilizzare. L’economia non si
occupa di questi ma la Regione Puglia sì,
anche in accordo e con il sostegno economico dell’ultima Finanziaria del Governo Prodi.
L’obiettivo è far rientrare questi lavoratori
nel normale mercato del lavoro. Si tratta
della Delibera di Giunta Regionale n°1076
del 25 Giugno 2008, pubblicata sul B.U.R.P.
(Bollettino Ufficiale della Regione Puglia)
n.122.
La novità più importante riguarda i 20.000€
che saranno concessi direttamente al lavoratore che si autoimpiega, che insomma
apre una partita IVA e si mette in proprio,
magari sfruttando abilità e professionalità
che il precedente lavoro non gli aveva dato
modo di soddisfare. Basterà solo produrre
la documentazione idonea e non andare in
pensione nei due anni a seguire. Ma anche
i 10.000€ che saranno concessi a chi, ad
attualità
La Goccia n. 18 - 13 settembre 2008
Comune povero o povero Comune?
In un’Italia tagliata in due dalla forbice dei
redditi (Nord-Sud), Ginosa si colloca al terzultimo posto dei comuni della Provincia di Taranto. È quanto emerge dai dati delle dichiarazioni dei redditi
2006 raggruppati
per territorio e attualizzati al 2007
con gli indici Istat
dal Centro Studi Sintesi per il
Sole24Ore.
Ginosa presenta
un reddito medio
annuo di 8.481
euro per contribuente,
che
diventa di 5.613
euro se riferito
al numero di abitanti, e di 15.255
se si fa riferimento al reddito
per famiglia. Facendo qualche
semplice calcolo
si arriva ad un
dato
piuttosto
catastrofico:
il
reddito
medio
mensile dichiarato dai contribuenti ginosini è
pari a 706,75 euro, quello per nucleo familiare 1.271,25 euro, è come tutti i comuni del
Sud rimane lontana anni luce dalle vette del
Nord.
I dati emersi da questa classifica dovrebbero
consigliare, a chi di dovere, di essere estremamente prudenti nell’affrontare il tema tanto di moda del federalismo fiscale. Infatti, la
classifica dei redditi testimonia che mentre
nel Nord Italia continua la crescita nel Sud,
senza nessuna eccezione, si segnala un dato negativo diffuso. Ora se con il federalismo
fiscale i nostri concittadini saranno chiamati a
pagarsi direttamente, attraverso l’esborso di
tasse e imposte locali, i servizi eroganti sul
piano territoriale è del tutto evidente che, con
questa situazione, il sistema territoriale meridionale rischia il collasso. Pertanto c’è necessità che in sede centrale si avvii una seria
e serena riflessione su questi temi evitando,
per quanto possibile, di correre dietro alle
istanze della Lega Nord. Allo stesso modo
è necessario che, in sede locale, la classe
dirigente si interroghi per individuare quelle
soluzioni che possono permettere un’inversione di tendenza rispetto al dato negativo
che si è registrato in questi anni.
Considerato che da oltre un decennio il nostro Comune ha rappresentanti nell’amministrazione provinciale e regionale che hanno
rivestito e rivestono ruoli di rilievo, dovremmo chiederci come questi personaggi hanno impegnato il loro tempo nelle istituzioni
e cosa hanno portato per la popolazione
ginosina. A giusta ragione è da sottolineare
che le cifre, però, non tengono conto dell’evasione fiscale, molto forte specialmente
al Meridione. Infatti, secondo una recente
indagine di Contribuenti.it, l’Italia si conferma il Paese europeo
con la più alta evasione, con il
48% del reddito imponibile che
non viene dichiarato al fisco.
A livello territoriale, invece,
l´evasione è diffusa soprattutto
al Sud (34,5% del totale nazionale), seguito dal Nord Ovest
19
(26,5%), dal Centro (20,1%) e dal Nord
Est (18,9%). L´indagine di Contribuenti.it
ha inoltre rilevato che «i principali evasori
sono industriali (32%), bancari e assicurativi (28%), seguiti da commercianti (12%),
artigiani (11%), professionisti (9%) e lavoratori dipendenti (8%)». E’ assolutamente ignobile dichiarare pubblicamente che
“Ginosa
cresce”
quando i dati reali
sono quelli riportati
nella tabella seguente, il benessere di
una popolazione non
si misura dalla Bandiera Blu, da Battiti
Live o da tante altre
manifestazioni che si
devono pur fare, ma
si misura da un processo di ampliamento delle possibilità
umane che consenta
agli individui di godere di una vita lunga e
sana, essere istruiti
e avere accesso alle
risorse necessarie a
un livello di vita dignitoso, nonché di
godere di opportunità politiche economiche e sociali che
li facciano sentire a
pieno titolo membri
della loro comunità
di appartenenza. La
Destra ginosina con questa riflessione
pubblica vuole aprire un dibattito costruttivo con tutte la altre forze politiche, sociali,
sindacali e professionali per portare il nostro territorio ad essere l’isola felice di un
tempo e a badare soprattutto ad essere e
non ad apparire, a maggior ragione oggi
che vi è la crisi delle industrie locali Miroglio e Natuzzi che potrebbe ulteriormente
aggravare la situazione economica della
nostra popolazione.
Per contattare La Destra di
Ginosa e Marina di Ginosa inviare una e-mail al seguente
indirizzo:
[email protected]
Le Segreterie
di Ginosa e Marina di Ginosa
20
argomenti
La Goccia n. 18 - 13 settembre 2008
Lospinuso: «Piano sanitario tardivo e inutile»
Il Piano di Salute approvato dal Consiglio Regionale non è soltanto assolutamente tardivo, tanto più rispetto agli impegni più solenni
della campagna elettorale di Vendola, ma è
anche e soprattutto assolutamente inutile,
perché non è un Piano e non gioverà in alcun
modo alla Salute dei Pugliesi.
Non è un Piano perché gli manca tutto quello
che serve ad un Piano per essere tale. Gli
mancano anzitutto le scelte, demandate, con
un ulteriore rinvio che può forse servire alla
sinistra ad arrivare senza troppi traumi alle
elezioni ma che determinerà ulteriori e forse
anche irrimediabili danni alla Sanità pugliese,
alla graziosa discrezionalità di Direttori Generali partiticizzati che finora, peraltro, hanno
gestito il sistema nel segno della più assoluta
improvvisazione oltre che della più totale disattenzione nei confronti delle problematiche
di Bilancio, sulla base quasi sempre degli occasionali input dei loro politici di riferimento.
Mancandogli le scelte, a questo “pseudoPiano” mancano i tempi di attuazione, i crono-programmi che ne delineano le priorità e
consentono di valutarne gli stati di avanzamento.
E mancano le risorse, che restano del tutto
indeterminate.
Certo è che non si vede quale nuovo “Piano”
si possa produrre se –nonostante le tasse a
carico dei Pugliesi aumentate da Vendola e
compagni nel dicembre scorso- nei primi sei
mesi dell’anno i conti sanitari hanno registrato un ulteriore buco di 190 milioni, senza che
si sia visto un solo miglioramento sul terreno
dei servizi. Ancor più inquietante il pensiero
che a gestire questo Piano siano i Direttori Generali che non hanno completamente
ignorato le normative in materia di contenimento del deficit, a dimostrazione anche di
quale conto tengano delle volontà del legislatore regionale, ridottesi di fatto a mere “grida”
di manzoniana memoria. A questi signori,
che o sono incapaci o si ritengono “legibus
soluti”, stiamo, con questo Piano che scarica di fatto ogni concreta decisione su di loro,
spensieratamente consegnando la Salute,
e le tasche, dei Pugliesi, di fatto abdicando,
dopo tre anni e mezzo di traccheggiamenti
a vuoto, al compito per il quale siamo stati
eletti.
Infine è anche clamorosamente mancato, a
meno che non si sia svolto tra sordi, quell’
“ascolto” la cui presunta carenza è stata pu-
re l’oggetto principale delle contestazioni
al Piano-Fitto, come nonostante tutti gli
annunci, i costi e le strumentalizzazioni
propagandistiche (si pensi alla lettera ai
Pugliesi, o alle chiacchiere a vuoto che
nella mia Provincia sono state organizzate
financo nei bar) che a tale ascolto facevano ossessivo riferimento, abbiamo avuto
prova in occasione delle audizioni in Commissione Consiliare, laddove si è assistito
ad un autentico fuoco di fila di critiche e
dissensi da parte di ogni genere di soggetti, da cui è emerso nella sua crudezza
il quadro di un’occasione totalmente perduta per dare finalmente una risposta alla
domanda di Salute dei Pugliesi, oltre che
alle istanze di operatori costretti ad assistere impotenti al degrado incessante di
un servizio essenziale, di un diritto costituzionale, su cui pure molte parole sono
state dette e si continuano a dire al vento,
anche in questa fase storica segnata dalla
scommessa del federalismo, che stiamo,
anche e soprattutto con questo pseudo“Piano”, di fatto decidendo di perdere.
A tal riguardo mi limiterò a citare il documento di pesantissima denuncia redatto
da presso che tutte le sigle sindacali mediche, senza alcuna distinzione di colore
politico (A.N.A.A.O, ASSOMED, CIMO
ASMD UMSPED, CGIL FP MEDICI, CIVEMP, FEDERAZIONE CISL, MEDICI
COSIME, FESMED, AAROI, SMI, SNABI,
SINAFO) in cui non si esitava ad affermare che, in materia di Sanità pugliese “La
svolta promessa è rimasta inevasa. Le
criticità sono rilevanti e persistono”.
Insomma, altro che “Piano di Salute” come
pomposamente si auto-definisce: siamo
di fronte ad un topolino morto partorito da
una montagna di chiacchiere, un fallimento annunciato.
Graverà anche e soprattutto, questo fallimento, sulle aree sanitariamente più deboli del nostro territorio, a cominciare dalla
cenerentola jonica, che in questi anni ha
dovuto registrare la più tragica pagina dell’intera storia della Sanità pugliese senza
che di fatto nulla si muovesse a suo favore
da parte della Regione, a partire da quell’Ospedale di Castellaneta che resta una
grande risorsa dimenticata, una speranza
abbandonata a sé stessa con gravissimo
nocumento per un’intera area territoriale,
quella jonica-occidentale, che è anche non
a caso per Florido e compagni una sorta
di figliastra.
Per commisurare le ingiustizie in materia di
Salute da parte di questo Governo Regionale ai danni di un territorio che pure- per i
prezzi umani che paga all’industrializzazione della Puglia- avrebbe titolo- semmai- ad
un trattamento privilegiato nel quadro delle
politiche sanitarie regionali, basti pensare
alla vergognosa discriminazione da parte
di questo Governo in materia di fondi per
l’edilizia e l’impiantistica ospedaliera, con
soli 14 milioni di euro assegnati alla nostra
Provincia, e per un solo intervento in un
solo Ospedale, a fronte dei centinaia assegnati alle Province egemoni di questa
stagione politica.
Basti pensare al degrado sostanziale dei
nostri Ospedali, documentatamente quanto inutilmente denunciato dai nostri operatori e da noi altrettanto inutilmente evidenziato con interrogazioni ed interventi in
gran parte rimasti lettera morta.
Un degrado che questo Piano di Salute
aggraverà ulteriormente, tant’è che ci ridurrebbe, rispetto alle previsioni originarie, i posti-letto (2033 di cui 1407 pubblici
e 626 privati, rispetto alla prima bozza del
Piano che ne prevedeva 2362 di cui 1498
pubblici e 534 privati, con un significativo
decremento di 91 dei primi ed incremento
di 82 dei secondi).
Certo è che le nostre Comunità, per di più
in perfetta sintonia con i nostri operatori
riceviamo e pubblichiamo
sempre più critici verso le attuali politiche sanitarie della Regione, guardano
a questo Piano non già con la speranza di vedersene migliorare servizi ampiamente inadeguati e deficitari, ma
con il fondato timore di vederli invece
ulteriormente decurtare e degradare,
come dimostrano i rilievi fortemente
critici e le relative proposte di emendamento che vengono da Martina come
da Grottaglie, da Massafra come da
Mottola, da Manduria come dal Capoluogo, dai Medici a partire dal loro
Ordine Professionale in quanto tale
come dai Sindacati di ogni categoria,
e che è nostro dovere raccogliere e
rilanciare, come abbiamo fatto con
i nostri emendamenti, che peraltro
si devono misurare con un impianto
complessivo assolutamente negativo,
che non andrebbe soltanto emendato,
ma completamente riscritto.
A tale degrado di pubblici servizi, in
quest’area derelitta della Puglia che
è la Provincia di Taranto, la Regione
sembra addirittura abbia rinunciato
a porre riparo, anche attraverso una
delega allo stato sostanzialmente in
bianco al privato, sia pur qualificato
come il “San Raffaele”, con riferimento
al cui insediamento allo stato non sappiamo nulla.
Per queste ragioni, generali e specifiche, non si poteva votare per questo
Piano di Salute, tardivo, vuoto, addirittura controproducente pur con tutti i
rattoppi che comunque abbiamo tentato di apportargli in sede di emendamenti. Tra questi, di particolare importanza quello che può restituire, sia
pure tra almeno sei mesi, una qualche
dimensione di Piano Regionale a questo documento sterile e confuso, con
l’obbligo ai Direttori Generali a definire
entro quel termine i PAL e la deliberazione unica di approvazione da parte
della Giunta.
Adesso è tempo di denunciare ai Pugliesi un grande bluff, che corona forse
irreparabilmente una politica disastrosa che è riuscita nel miracolo all’incontrario di sfondare i conti regionali nel
contempo degradando i servizi al cittadino e rinunciando di fatto a costruire
una Sanità di qualità. I cui danni sconteremo a lungo, letteralmente, sulla
nostra pelle.
Pietro Lospinuso
Comunicati stampa
Pietro Lospinuso
Lospinuso (AN): “Sull’inquinamento a
Taranto Vendola scriva a sé stesso”
Il Consigliere Regionale e Presidente Provinciale AN di Taranto Pietro Lospinuso ha
diffuso la seguente nota:
“Leggendo la pubblica missiva del nostro
Governatore al Presidente Berlusconi sulla
questione dell’inquinamento derivante dall’ILVA di Taranto, non posso non ritornare all’
“Accordo di Programma” che il precedente
Governo-Berlusconi siglò con il Governo-Fitto e con tutti i soggetti interessati, Provincia
di Taranto a guida-Florido e CGIl compresi,
che, oltre a mettere in moto ingenti finanziamenti da parte dell’azienda, stanziava 56 milioni di euro di fonte pubblica in un progetto
complessivo che, se realizzato, avrebbe certamente apportato comunque importanti benefici, anche in termini di salubrità, all’area
in questione e relativa popolazione. Su quell’
“Accordo” è stato l’Assessore Losappio- dello stesso Partito sia dell’on.Vendola che dell’on.Ferrero, che oggi pare stazioni dinanzi
all’ILVA- a dichiarare pubblicamente, ed addirittura platealmente, che l’azienda aveva
onorato e comunque stava onorando i propri
impegni, mentre quel che è certo è che né
la Regione di Vendola né il Comune del suo
compagno Stefano hanno fatto altrettanto,
visto che hanno dirottato verso altri lidi quei
56 milioni di euro, allo stato ancora di fatto
non sostituiti da alcunché, in presenza soltanto di buone intenzioni “a babbo morto”.
Pur comprendendo perfettamente le difficoltà del nostro Presidente, che deve oggi dare
un segnale di esistenza in vita su un tema sul
quale sta lucrando il suo vittorioso competitore nel suo Partito, e registrando un nuovo
metodo di governo consistente nello scaricare su Berlusconi –dalle questioni sanitarie
a quelle di politica industriali fino alle tematiche ambientali- tutto quello che la Regione
di Vendola e compagni avrebbe dovuto fare
e non ha fatto, mi permetto di dire che anche
su questo tema i nostri governanti regionali
e locali hanno sbagliato indirizzo. Dovrebbero infatti scrivere a sé stessi, denunciando
la propria inettitudine e mettendosi in mora.”
Per la Segreteria
Tommaso Francavilla
La Goccia n. 18 - 13 settembre 2008
21
AN-PDL: “Il furente attacco di Losappio ai
Comuni pugliesi è l’ufficializzazione del
fallimento della strategia di questo Governo
Regionale in materia di rifiuti, da noi
ampiamente previsto”.
Il Gruppo Consiliare di AN-PDL (Ruocco, Attanasio, Congedo, Lospinuso, Marmo, Marinotti,
Silvestris) ha diffuso la seguente nota:
“L’attacco furente, non privo di inaccettabili toni
minatori, dell’Assessore Losappio ai Comuni
pugliesi in materia di tassi di raccolta differenziata, in realtà altro non è che l’auto-declaratoria di fallimento della rovinosa strategia di questo Governo Regionale in materia di rifiuti. Essa
conferma che la spropositata previsione di un
55% di differenziata da raggiungersi su scala
regionale in tre anni si è rivelata –come avevamo reiteratamente e pubblicamente previstouna follia, tant’è che Losappio esalta i Comuni
che si sono, con enormi sforzi, attestati intorno ad un molto più modesto al 30%, ma quel
che è più grave è che essa era il pretesto per
non realizzare, con finalità che nel migliore dei
casi erano meramente ideologiche, gli impianti
di termovalorizzazione la cui insostituibilià per
il completamento del ciclo è ed era assolutamente acclarata. Al Presidente dell’ANCI Lamacchia, che ha replicato con meritata durezza
alla suddetta, gratuita reprimenda assessorile
nel contempo reclamando la pubblicizzazione
degli impianti di smaltimento, ricordiamo che
i tre impianti di termovalorizzazione bloccati
dal duo Vendola-Losappio sarebbero stati, per
l’appunto, di proprietà pubblica. Quanto ai Comuni soavemente definiti dall’ Assessore “canaglia” per il loro mancato impegno nella promozione della “differenziata”, constatiamo con
sorpresa che tra essi ci sarebbe anche quello
su cui veglia- grazie ad un’Amministrazione di
sinistra- l’alto patronato dell’attuale Presidente
della Commissione Ambiente del Consiglio Regionale, autorevolissimo esponente della maggioranza vendoliana ed addirittura dello stesso
Partito del Governatore e dell’Assessore di cui
sopra. Ma quel che più ci preme di sapere, al
di là delle fustigazioni prossime venture delle
suddette “canaglie”, è come intenda il Governo regionale rimediare al gravissimo errore di
previsione commesso. Su questo ci attendiamo
un’ennesima, spocchiosa replica di Losappio,
ma sappiamo fin d’ora che non avremo la risposta che è dovuta ai Pugliesi”.
Per la Segreteria
Tommaso Francavilla
22
La Goccia n. 18 - 13 settembre 2008
dal palazzo di Città
GINOSA: ANCORA UN SERVIZIO PER
L’OFFERTA SANITARIA PUBBLICA.
Per l’utenza femminile, visita oncologica, ecografia mammaria bilaterale,
ago aspirato della mammella e terapia palliativa del dolore.
Continua ad essere migliorata la qualità
dell’offerta sanitaria pubblica, a Ginosa,
per servire l’utenza dell’intero Distretto
Socio – Sanitario 1, ovvero i Comuni di
Laterza, Castellaneta e Palagianello,
Ginosa inclusa.
Infatti, presso il locale
Poliambulatorio, relativamente alla specialistica di
Oncologia, è, da giorni, in
servizio la dott.ssa Alba
Rosaria Cifarelli: ogni mercoledì, dalle 9 alle 15, quindi, l’utenza femminile potrà
sottoporsi a visita oncologica, ecografia mammaria
bilaterale, ad ago aspirato
della mammella e, laddove
necessario, a terapia palliativa del dolore.
Prestazioni sanitarie, queste, che certamente concorrono alla prevenzione
del carcinoma mammario,
se aggiunte al già attivo servizio pubblico
di Senologia, richiesto a gran voce dalla
popolazione femminile locale, costretta,
in passato, a rivolgersi altrove per le esigenze del caso. Tra l’altro, presso il Poliambulatorio “San Pio” di Ginosa, oltre
a poter usufruire dello screening per la
prevenzione dei tumori al seno, le donne di età compresa tra i 25 e 65 anni,
possono anche sottoporsi allo screening
dell’utero, poiché oltre ad un modernissimo e sofisticato mammografo, vi è un
ecografo ed un colposcopio. Senza, poi,
dimenticare la somministrazione gratuita
del vaccino contro il virus Papilloma per
le ragazzine sino ai 12 anni di età.
“Insomma - spiega il sindaco Luigi
Montanaro – una prevenzione a 360°
per le donne, contro specifiche forme
di carcinoma. Ben 2.600 ne sono state convocate, per sottoporsi a questi
esami specifici e, aldilà delle attese,
la risposta è stata molto positiva, visto
che per il servizio di Senologia, come
anche per le altre prestazioni specialistiche, ad esso connesse, le donne
del posto si sono attivate in più occasioni, stimolate anche dalle consiglieri
comunali Anna Maria Fiore e Caterina
Giannatelli. E, poi, non vanno trascurati l’impegno dell’assessore ai Servizi Sociali, Stefano Notarangelo, per le
battaglie intraprese in tal senso, affinchè il servizio potesse essere attivato
in loco, né la disponibilità mostrata dal
direttore generale dell’Asl TA/1, Domenico Colasanto e dal direttore del
Distretto Socio – Sanitario 1, Donato
Di Campo”.
“Certamente – ha concluso lo stesso
Stefano Notarangelo – se si sommano
il servizio di Senologia, le nuove prestazioni in materia di Oncologia, l’Assistenza Domiciliare Integrata, il progetto di screening sanitario, con visite specialistiche di Oculistica,
Otorinolaringoiatria
ed Ortopedia presso
il Centro Medico di
Riabilitazione di Marina di Ginosa, per
gli alunni dell’istituto
comprensivo
“Raffaele Leone” della
borgata
marinese,
l’Ecografia Ostetrica,
la Mammografia, la
Radiologia Convenzionale, la Dermatologia,
l’Endocrinologia, la Fisioterapia e la Neurologia disponibili pressi il Poliambulatorio
di Ginosa, nonché l’attività del Centro
Prelievi, del Consultorio, la Ginecologia, l’Ortopedia e l’Otorinolaringoiatria,
operativi presso i Poliambulatori di
Ginosa, in via Palatrasio e di Marina
di Ginosa, in Viale Italia, possiamo,
a gran voce, affermare che a Ginosa
la sanità pubblica ha risposte concrete nei confronti dell’utenza e funziona
bene, in un discorso di piena completezza ed integrazione con quella che è
la risposta sanitaria dell’intero Distretto
Socio – Sanitario 1”.
Ufficio Stampa comune di Ginosa
24
attualità
La Goccia n. 18 - 13 settembre 2008
Lirica a Marina di Ginosa . Concerto di Rosa Puntillo,
Anna Fasolino e Moreno Patteri per la raccolta fondi per
la ristrutturazione della chiesa Maria SS Immacolata
Una chiesa, un pianoforte, tre giovani:
niente apparecchiature sofisticate,
niente riflettori o luci psichedeliche!
Solo una pianista, un tenore, un
soprano hanno saputo comunicare, al
fortunato pubblico presente, emozioni
intense e quel “piacere dell’animo” che
solo l’Arte può donare.
Non sono un grande intenditore, ho
avuto la fortuna di assistere a concerti
e opere dal vivo, ma la gioia intima che
ho provato ascoltando Anna Fasolino
e Moreno Patteri è stata assolutamente unica e totalmente coinvolgente: la
nostra chiesetta si riempiva delle note
limpide e sonore scaturite dai loro petti
ed era come se si espandesse per accoglierle meglio: durante l’”Ave Maria”
ho chiuso gli occhi e mi sono sentito
trasportare nelle più belle cattedrali
della Cristianità. Mi scuso, se mi sono
lasciato prendere dall’entusiasmo, ma
bisogna pur che comunichi ad altri le
bellissime sensazioni provate!
Il concerto, organizzato al fine di reperire fondi per la ristrutturazione
della Chiesa Parrocchiale, si è svolto, presso la stessa chiesa Maria SS
Immacolata di Marina di Ginosa, alle
ore 21 di domenica 31 agosto. Il Parroco, Don Renzo Di Fonzo, ha brevemente illustrato la manifestazione,
passando la parola al sig. Gabriele
Iacono, il quale ha presentato i tre
artisti:
Rosa Puntillo, pianista - Anna Fasolino, soprano - Moreno Patteri tenore.
Il programma era così articolato:
Haendel – Largo
Gounod – Ave Maria
Schubert – Ave Maria
Franck – Panis Angelicus
Verdi (Otello) – Ave Maria
Santa Lucia (Sul mare luccica…)
Leoncavallo – Mattinata
Lahar – Tace il labbro
Lehar – Tu che m’hai preso il Cor
Verdi (Traviata) – Brindisi
Alla richiesta di un BIS gli artisti hanno
risposto con un entusiasmante “funiculì
funiculà”
Alla fine del concerto è stato chiamato il
sig. Vito De Palma il quale ha espresso
la soddisfazione dell’Amministrazione
Civica e sua personale per la riuscita
della serata veramente bella.
A conclusione di queste brevi note, facendomi interprete dei sentimenti e delle
aspettative di tutta la comunità marinese,
sento il bisogno di rivolgermi alla nostra
Amministrazione perché renda più frequenti questi concerti, magari contattando sin da ora questi stessi giovani che,
grazie allo studio assiduo e appassionato hanno saputo così bene perfezionare il grande Talento che il Buon Dio ha
voluto donare loro: Vogliamo ascoltarli
ancora!!.
Giovanni Avarello
attualità
Burraco contro i tumori!
La
Biblioteca
Civica Ginosa – Sezione Marina di Ginosa
ha organizzato, durante i mesi estivi, una serie di tornei di Burraco
per beneficenza.
Le manifestazioni sono state ospitate dal lido “Bagno
Cesena” che ha fornito
gratuitamente gli spazi,
i tavoli, l’illuminazione
e tutto quanto serviva
al sereno svolgimento
dei tornei.
La ditta “Focacceria da Mariangela”
forniva le focaccine,
offerte dall’organizzazione ai concorrenti, a
prezzo davvero stracciato, dando una mano a ridurre le spese
a tutto vantaggio della
quota da destinare, in
parti uguali, all’ A. I. R.
C. (Associazione Italiana per la Ricerca sul
Cancro) e a Telethon:
alla fine dei 7 tornei
la somma raccolta
(1.200,00 €, mentre
l’anno scorso ci siamo
fermati a 900,00 €) ci
rende gratificati e compiaciuti del successo
ottenuto!
L’ o r g a n i z z a zione ringrazia il sig.
Vittorio Vagellino il quale, pazientemente e gentilmente, provvedeva al trasporto delle
focaccine dal luogo di produzione alla sede dei tornei, e la sig.ra Rosa Sannelli la quale si
occupava del reperimento e della gestione dei premi da destinare ai vincitori.
G. A.
Nozze d’Oro per Angelo e Filomena Carpignano
Il 4 settembre 2008 Angelo e Filomena Carpignano hanno festeggiato, insieme a Don Domenico Cantore, ai figli ed ai nipoti, il loro 50º anniversario di
matrimonio. Grazie per il grande esempio di fedeltà coniugale.
La Goccia n. 18 - 13 settembre 2008
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attualità
La Goccia n. 18 - 13 settembre 2008
Ospedale di castellaneta: chi l’ha detto che non è funzionale?
Importante testimonianza di una pensionata
Si parla tanto di malasanità in Puglia (e non
solo in Puglia), di strutture non idonee, di personale, medico e paramedico, non all’altezza
o sott’organico. Insomma, di uno stato di inefficienza nel quale verserebbero gli ospedali,
le cui conseguenze si ripercuoterebbero inevitabilmente sui degenti.
Da questo contesto non sarebbe escluso
il nosocomio di Castellaneta,
ultimamente ricusato dai più,
ma non da Maria Rosa Teruggi, anziana pensionata di
Palagianello, già Ostetrica, la
quale, recentemente, è stata
sottoposta ad intervento chirurgico a causa della rottura
del femore.
La signora ha voluto rendere la sua testimonianza, invero
importante considerato il suo
passato di operatrice sanitaria.
«Lo scorso mese di luglio –
racconta Maria Rosa – a causa della rottura del femore,
si rese necessario sottopormi ad intervento chirurgico. A
familiari ed amici che mi soccorsero, chiedendomi in quale struttura volessi ricoverarmi, espressi, senza esitazione
alcuna, la mia volontà di scegliere l’ospedale di Castellaneta».
I soccorritori non nascosero
un certo scetticismo sulla scelta operata, ricordando i negativi accadimenti registrati in
quel nosocomio, ma la signora Teruggi, ribadendo la sua irremovibile decisione, sostenne la validità e l’efficienza della scelta operata. E la fiducia
sarebbe stata ampiamente ripagata fino al punto che l’interessata non ha lesinato di ringraziare pubblicamente il personale sanitario della struttura
ospedaliera.
«Cinque anni fa – ricorda la
signora Teruggi - venni operata all’altro femore presso
l’ospedale di Acquaviva delle Fonti, dove rischiai di morire. A luglio scorso, optai
per Castellaneta, nella consapevolezza
che la struttura potesse contare su medici preparati ed altamente professionali.
I fatti mi diedero ragione, perché l’intervento riuscì perfettamente, grazie al dott.
Galante, Primario del reparto ortopedia e
dei suoi collaboratori. Ma peccherei di parzialità se non ringraziassi il dott. Semeraro
del reparto cardiologia, l’anestesista e tutto il personale, medico e paramedico, addetto alla sala operatoria e non, con particolare riferimento all’infermiere Lorenzo D’Erchia. Tutti - sottolinea Maria Rosa
– si dimostrarono encomiabili dal punto
di vista professionale e,
soprattutto, umano visto
che mi garantirono un’assistenza perfetta sotto
ogni profilo. Per questo
ho voluto pubblicamente ringraziarli tutti. Grazie, infinite, perché la loro professionalità, la loro
competenza, la loro abnegazione hanno ridato
credibilità ad una struttura sanitaria ingiustamente additata come ospedale inefficiente. Certo – ha
concluso l’ex ostetrica –
il nosocomio necessita
di miglioramento strutturale e qui rivolgo l’appello
ai competenti organi pubblici perché l’ospedale
di Castellaneta, il nostro
ospedale possa sempre
migliorare il suo grado di
efficienza e funzionalità»
Fin qui la signora Teruggi. Noi abbiamo registrato
una testimonianza importante di una degente che
ha voluto pubblicamente
ringraziare la struttura sanitaria di Castellaneta.
Ciò non può che farci
piacere, perché l’evento
non fa altro che infondere
fiducia ai cittadini e dimostrare che esistono casi di
malasanità, ma che se ne
registrano altri, molti altri,
di buona sanità.
L’auspicio è che si possa perseverare su questa
strada!
Michele Antonicelli
attualità
Al sorgere del sole
Opera prima di Anita Lassandro
La Goccia n. 18 - 13 settembre 2008
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Sera d’agosto
(Strofa: 4 strofe 4 versi
Metro: 16 sciolti endecasillabi versi 1965 - ‘66… 1989)
Lunare luce del notturno cielo
prima terrestre meta spaziale
corte, già si trattano grandi sogni
per le stelle con le più lunghe teorie
Comun sembra cosmogonico ordine,
qualor dòmino con le ordiali
immagin Universi di sistemi
di stelle, neocultura di notizie.
Vasta la surrealità d’eterei veli
sta con gli splendori dei gialli astri
e ondulano aerei pian con lune
tra rapidi giorni di luci e nere
regioni d’oltre stella Sol. Vicina
è la cosmonave dei lunghi tempi
intorno al nostro pianeta Terra.
Pura la sera d’agosto si quieta
Nei giorni scorsi, in redazione, ci è giunta una lettera con la quale ci
veniva chiesto «perché non vi siate occupati della pubblicazione del
libro di Anita Lassandro “Al sorgere del sole”.
La nostra risposta è stata immediata: “non eravamo a conoscenza
della pubblicazione.”
Abbiamo letto il libro e abbiamo cercato di avere notizie sulla giovane
autrice.
Anita Lassandro è nata a Leverkusen il 15 giugno 1971.
La sua passione per la scrittura nasce molti anni fa, quando da lettrice, soprattutto di classici della letteratura russa e di autrici come Grazia Deledda, decise di cimentarsi direttamente con la pagina bianca.
«Scrivere, per me, è un modo di analizzare la realtà che mi circonda.
- dice Anita Da sempre appassionata delle vicende dei piccoli paesi, spesso dimenticati e solo marginalmente colpiti dagli eventi che hanno scosso
l’Italia, dopo molti e brevi soggiorni in questi piccoli centri, con l’ausilio delle persone dette “la memoria storica” di tali realtà, ho iniziato la
stesura della mia prima opera dal titolo “ Al sorgere del sole”, senza
per questo narrare di vicende realmente accadute.»
Gli interessi di Anita vanno oltre la scrittura «Tra le mie passioni, oltre
naturalmente la scrittura, ci sono la ricerca di prodotti tipici dei posti
di montagna e la musica.
Ascolto Fabrizio de Andrè ma anche giovani band che ho il piacere di
conoscere casualmente grazie all’ausilio dei computer e, in particolare, dello space apertomi un po’ di tempo fa.
Mi piace viaggiare, ma aimè non lo faccio spesso, e le mie gite si
limitano a qualche breve soggiorno nella città eterna e in posti dove
l’aspetto architettonico del luogo diventa fondamentale nella gestione
della vita del luogo; Oria, con il suo castello e Lecce con il Barocco
ne sono esempi evidenti.»
SG
Michele Maggiore
28
attualità
La Goccia n. 18 - 13 settembre 2008
Rubrica a cura
di don Franco Conte
E dopo i piccoli del precedente articolo è
ora la volta dei grandi. Dell’uomo, appunto.
Al quale si deve rispetto, ammirazione, passione, affetto, amore. Per quale uomo? Per
tutti gli uomini. Ma anche per ogni persona
con la sua storia, le sue sofferenze, le sue
speranze e anche con le sue disperazioni.
Forse è perché la mia deformazione giornalistica mi abitua a leggere le idee e anche i
sentimenti alla luce delle notizie, che non
ho potuto non scorrere i giornali mentre meditavo su quanto sto
scrivendo e sentivo la televisione
parlarmi di tutti gli angoli della nostra terra dove il sangue e il pianto
terrorizzano l’uomo.
Questo uomo, questo capolavoro
di Dio, questo essere divino per
adozione, la cui primitiva e radicale dignità, se riscoperta continuamente, non può che rinnovare il
primitivo e radicale stupore, è continuamente ucciso, perseguitato,
conculcato proprio dall’uomo.
Ai nostri giorni, in questi giorni, la
violenza continua il suo accanimento in vari campi di morte. Mi
chiedevo con orrore se per caso oggi non ci
stessimo abituando alla violenza, alla coabitazione con la violenza. Ormai il conto dei
morti, dei colpiti si deve fare di settimana in
settimana, se non di giorno in giorno. L’arroganza di chi spara può essere spiegata
solo con un accecamento diabolico e folle.
Ma anche dire “folle” può essere diventato un luogo comune. Folle non significa da
incoscienti; in questo caso sta per malattia
morale straziante ed oscura. La gente che
si organizza per uccidere è come se si fosse messa nell’impossibilità di appartenere
alla specie umana: è un mostro che cresce
come l’uovo nel serpente, è una radice orrenda che trasforma l’uomo in demonio. È
solo il demonio che può far concepire un
disegno omicida.
Ma perché tanta violenza? Perché, poi,
questa violenza, continua, diffusa, contro
le donne? E non contro “la donna”, come
si dice in linguaggio già troppo ideologico e
formale, ma contro Chiara, Maria e le altre,
le troppe altre, che sui giornali dei giorni nostri hanno nomi, storie, luoghi particolari ?
Cosa scatta in un uomo, come me, come il
mio unico lettore, per diventare da amante
assassino, o da desideroso di una bellezza,
suo violento e feroce distruttore?
Ogni storia, appunto, ha sue caratteristiche
particolari. E nessuna morte, come nessuna vita, assomiglia all’altra. Oltre alla verità
giudiziaria, resterà qualcosa di misterioso
nelle personalità coinvolte. Si prevedono
leggi, è giusto; si alzano i toni dei tribuni,
Come la penso io …dalla A alla Z
U - UOMO
è normale. Ma nel silenzio della nostra coscienza, di noi uomini qualcosa forse possiamo confessarcelo. Qualcosa che non sia
solo un luogo comune. Che non sia un generico: “è sempre stato così”, perché non è
vero. E se fosse che i numeri avvicinano il
passato al presente, è vero che le condizio-
ni, lo sviluppo, le condizioni di educazione
sono cambiate. E allora diciamoci qualcosa,
noi uomini, che non sia solo un vile diversivo. Che non sia politicamente corretto.
Io vorrei incontrare quelli che sparano, vorrei incontrare quelli che sfruttano e si arricchiscono sulla salute e sulla pelle degli uomini, vorrei incontrare quelli che affamano
i bambini con un sistema sociale ingiusto,
vorrei incontrare quelli che disprezzano la
vita degli uomini nella strada, nella natura,
nei rapporti. Vorrei chiedere loro se sanno.
Vorrei dire loro: guarda l’uomo, guarda il figlio di Dio, creato da Lui, adottato da Lui, reso regale sacerdozio da Lui; guardalo e poi
rifletti su che cosa stai distruggendo; pensa
a che cosa rimarrà di questa distruzione,
pensa che tutto l’uomo sarà degradato dal
tuo gesto e tu stesso sarai meno uomo e ti
porrai al confini del creato, tra gli esseri più
abominevoli.
Il fatto è che quegli uomini non capirebbero.
Mi risponderebbero di non fare il melodramma e che con la poesia non si risolvono i
problemi politici, economici, sociali.
Infatti, è questo l’errore fondamentale: l’aver
creduto che l’uomo fosse in funzione dei sistemi o della collettività o della produzione
e l’aver dimenticato che, al di sopra dell’uomo, c’è solo Dio e Gesù Cristo (che però è
anche uomo). Non a caso Giovanni Paolo
II° dedicò proprio a questo tema la sua prima Enciclica: la “Redemptoris hominum”,
appunto. Un’enciclica che è un canto all’uomo, una celebrazione dell’uomo.
Credo che il mio unico lettore convenga nel
dire che il cristianesimo sia l’unica fede che,
essendo religione di Dio, è anche religione dell’uomo, perché nel cristianesimo si
adora il mistero del “Dio fatto uomo”. Tutto
questo comporta forti responsabilità per il
cristiano. In effetti non bastano né i lamenti, né i melodrammi, né gli epicedi (…‘sta
volta ho voluto dare
sfoggio della mia cultura classica: gli epicedi
erano i canti funebri che
si intonavano nell’antica
Grecia). I cristiani devono evangelizzare anche
questo, cioè annunciare
di nuovo la grandezza e
la dignità dell’uomo. E
lo devono fare attraverso le loro opere.
Conosco cristiani che si
battono contro l’aborto,
ma poi magari, se colpiti personalmente dalla
prova, sono disposti a far abortire le proprie
figlie o mogli. Conosco cristiani che parlano
di dignità dell’uomo, ma poi disprezzano le
persone con le quali hanno quotidiani rapporti. Conosco cristiani che si riempiono la
bocca con la parola amore, ma poi non conoscono il rispetto…se non per il potente di
turno. È in questo senso, sì, in questo senso che allora possiamo davvero dirci complici perfino del terrorismo, se non abbiamo
lottato e testimoniato a favore dell’uomo.
Ogni offesa all’uomo è, si può dire, un’offesa a questa stessa preferenza di Dio
su ogni altro essere del creato, a questo
suo sapere come sono veramente fatti gli
uomini. Egli stesso si è voluto fare “nessuno”, perché tutti i nessuno della terra siano
coscienti di avere un nome e un volto nel
cuore di Dio. Perché ogni nessuno possa
cogliere la preziosità della sua vita e capire
che la grandezza, la nobiltà non dipende
dai natali, dalla ricchezza, dal poter. I nessuno della società possono essere grandi
perché la grandezza è nella fedeltà al divino che è in ciascuno, la capacità di non
fuggire di fronte alle ore oscure, la capacità
di non lasciarsi spezzare dal dolore.
Diciamocelo, che vorremmo noi uomini essere il dio di questi nessuno. Finendo per
essere, così, un dio violento. O meglio, divenendo bestie.
Il Redentore dell’uomo aspetta da noi che
la redenzione arrivi per tutti. Anche per gli
uccisi.
E anche per gli uccisori.
attualità
La Goccia n. 18 - 13 settembre 2008
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NUOVI SUCCESSI PER SYMBOLA
Gli allievi dei corsi di musica si impongono al Concorso Internazionale Città di Massafra
Grande affermazione per gli allievi della Scuola di Musica di Symbola al 6°
Concorso Internazionale “V. Martina”, tenutosi a Massafra dal 23 al 30 agosto
scorsi. Tra concorrenti provenienti da Italia, Corea, Giappone, Stati Uniti, un
posto d’onore per Symbola. Alla Classe di Canto della Maestra Roberta Delliponti vengono infatti assegnati ben due premi. Nella sezione III categoria C
(canto leggero e jazz) Rossella Maggi conquista il 2° Premio col punteggio di
93/100, con una pregevole esecuzione di “La vie en rose”. Carmen Valentino
(9 anni!) conquista invece il 3° Premio col punteggio di 85/100. Nella sezione V
categoria A (musica da camera) gli scatenati percussionisti del Symbola Young
Percussion, allievi del Maestro Gabriele Maggi, ripetono l’exploit della scorsa
edizione, conquistando per il secondo anno consecutivo il 1° Premio Assoluto
col punteggio di 98/100. Angelo Maggi, Gerardo Lomagistro, Antonio Traetta,
Pietro Di Tinco hanno infatti conquistato la Giuria, presieduta dal M° Roberto
Corlianò, con una esecuzione ricca di virtuosismo e musicalità. Il concorso ha
visto anche l’affermazione di Alberto Semeraro, allievo del M° Tommaso Cotrufo, vincitore di due premi (1° di categoria e 1° Assoluto tra i juniores di tutte
le categorie) e dalla conferma di Michele D’Urso, allievo del Maestro Maggi,
vincitore per il terzo anno consecutivo della categoria Solisti. Sono oramai tante
le affermazioni dei nostri allievi in importanti concorsi, frutto di un lavoro svolto
sempre con grande serietà e professionalità. Non a caso, lavoriamo anche durante le vacanze! Forse, perché ci piace troppo “fare” musica. E, soprattutto, ci
piace insegnarla bene! Venite a trovarci, stiamo già lavorando a nuovi importanti progetti, per ragazzi ed adulti. Symbola è in via Sonnino 22, a Ginosa.
Elena Clemenza
30
attualità
La Goccia n. 18 - 13 settembre 2008
Indirizzi siti
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continua
l’opinione
La Goccia n. 18 - 13 settembre 2008
31
Le considerazioni ginosine di Pierino Perrone16
U MALE PAJIATÒRE
Poche sere fa recandomi giù alla
Gravina passai davanti alla chiesetta di
Sant’Antonio.
Poiché in questo quartiere avevo vissuto gli
anni della mia infanzia ed in quella chiesetta
avevo fatto il chierichetto mi fermai, e fra i
tanti bei ricordi mi affiorò alla mente una
discussione tanto accesa avvenuta in quel
periodo.
Come ebbi modo di scrivere in un articolo
di qualche tempo fa parlando di quel
signore che al mattino insieme al suo asino
e a vari contenitori di legno raccoglieva gli
escrementi umani, ricordo che una piccola
parte del “raccolto” la usava per concimare
il suo orto ed il grosso lo vendeva ai
contadini.
Un pomeriggio, a pochi metri dalla
chiesetta, uno dei clienti dell’imprenditore
non voleva pagare quanto pattuito perchè
a suo dire il prodotto era scadente.
“Tùtte pessciàture e picche mmèrde”
sosteneva.
Questo battibecco fece pervenire nel luogo
molti curiosi.
L’imprenditore, sentendosi offeso sia per
la sua onestà ma soprattutto per la sua
professionalità, affermava: “A mé vu vulìte
parlà de mmèrde, ie so nàte jìnde a
mmèrde”. A conferma di ciò egli affondava
le mani nei contenitori e raccogliendo il
prodotto fra le mani diceva: “Vid’avvedè
tùtte fruttè è!”.
Il
cliente
dovette
pagare
quanto
stabilito anche perchè i testimoni che
videro il venditore stringere fra le dita
tutto quell’impasto confermarono che
effettivamente egli aveva ragione a dire
che si trattava di tùtte fruttè.
*****
U MELÒNE D’ACQUA
La mattina del 4 di agosto mi recavo in
piazza percorrendo Viale Martiri d’Ungheria
meravigliandomi nel vedere una cosa
alquanto insolita.
Agli angoli delle vie le donne di Ginosa
che solitamente contrattano i prezzi per
pro
verbi
gino
sini
raccontati da
Giovanni
Carducci
acquistare fagiolini, cicorie, cocomeri,
pesche, fichi ecc. quella mattina
compravano solo l’anguria.
Chiesi ad una di queste signore il perchè
di questa scelta.
Senza fermarsi rispose dicendomi: “Se
vede ca nònne a lette u giurnàle”.
Per curiosità mi recai subito in edicola
e guardando i vari quotidiani vidi sulla
Gazzetta del Mezzogiorno l’articolo al
quale ella si riferiva.
“Sei fette di angura e hai lo stesso
effetto del Viagra”.
All’interno il giornalista Nicola Simonetti
spiegava che “L’anguria contiene la
citrullina, un aminoacido che sollecita
la dilatazione dei vasi sanguigni. La
citrullina, poi, genera arginina la quale, a
sua volta, fa sprigionare ossido di azoto e,
in definitiva, è alla base dell’instaurarsi e
del mantenersi dell’erezione dell’organo
sessuale maschile”.
In parole povere u melòne... le fasce
nzeppà mégghie.
Nel pomeriggio mentre ero seduto davanti
la porta di casa passò un conoscente
e salutandomi mi raccontò cosa gli era
successo al rientro dal lavoro.
Invece di trovare come al solito la tavola
apparecchiata con gli usuali piatti, vide,
al posto di essi, un vassoio con 6 grosse
fette di anguria (la moglie evidentemente
si era recata presto per fare l’acquisto e
potè scegliere l’anguria più grossa) e a
fianco delle stesse il quotidiano.
Messaggio ricevuto: il mio conoscente si
armò di forchetta e coltello e incominciò a
mangiare l’anguria.
Dopo la quarta fetta il marito cominciava
ad essere impaziente e si contorceva sulla
sedia. La moglie, convinta che l’effetto
Viagra cominciasse a dare i segni tanto
sperati, lo incoraggiava stimolandolo a
finire in fretta.
Quando finalmente ingoiò l’ultimo boccone
la moglie si alzò e andò in camera da letto
e il marito si alzò e andò... al gabinetto
dove rimase per un buon quarto d’ora.
‘
Finalmente libero da tutto quel liquido
ingerito decise di farsi una passeggiata
fumandosi una sigaretta.
Mentre il mio conoscente mi raccontava
il fatto accadutogli continuava a ridere.
Gli domandai il perchè e mi rispose
dicendomi che tra una ventina di giorni i
fichi d’india sarebbero arrivati al massimo
della produzione. Continuò dicendomi
che se la Confagricoltura insieme alla
Confcommercio dichiarassero che “6 chili
di fichi d’india hanno lo stesso effetto di
due pastiglie di Viagra” sicuramente la
moglie glieli avrebbe fatti trovare in tavola.
Continuò dicendomi che, se con le angurie
se la cavò con una seduta di 15 minuti,
quanto sarebbe durata la stessa se
annuzzàva?
Se i ricercatori della Texas University
ancor prima della ricerca avessero parlato
con un ginosino avrebbero scoperto che a
Ginosa le proprietà benefiche dell’anguria
erano ben conosciute da tempo, tanto che
si è sempre detto di un uomo poco virile:
Carmenùcce è pìcche de melùne.
32
La Goccia n. 18 - 13 settembre 2008
riceviamo e pubblichiamo
Domenica l’ingresso di don Michele nella parrocchia Santa Croce a Laterza
L’INSEGNAMENTO DI SAN PAOLO NEL MONDO ATTUALE
Parte lunedì il convegno ecclesiale della diocesi castellanetana
Con San Paolo iniziamo
l’anno pastorale! È l’invito
del Vescovo della Diocesi di
Castellaneta, Mons. Pietro
Maria Fragnelli in occasione
della celebrazione dell’annuale convegno ecclesiale
diocesano. Il convegno è il
momento in cui la Chiesa
locale di Castellaneta si inDiocesi di Castellaneta contra per rinnovare il suo
impegno
evangelizzatore
nel territorio nel prossimo
anno pastorale. Un anno importante , in cui la comunità castellanetana vedrà la conclusione della visita Pastorale che sta portando il Vescovo nei sette comuni
della Diocesi.
Il convegno ecclesiale diocesano si terrà nei giorni 15,
16 e 17 settembre, alle ore 17, al centro pastorale Lumen Gentium a Castellaneta. Un appuntamento che
prenderà spunto dall’opera evangelizzatrice di San
Paolo apostolo, di cui ricorre il bimillenario della nascita L’incontro dal titolo “Io non mi vergogno del Vangelo” è un viaggio sulle orme di San Paolo, di come
i suoi insegnamenti troverebbero attuazione nell’oggi
caratterizzato dalle incertezze dell’antropologia, all’indifferenza, dalla religione “fai da te”, dall’ambivalenza
delle comunicazioni.
“Sono lieto di invitare tutti all’annuale Convegno diocesano per l’inizio dell’anno pastorale – scrive Mons Fragnelli presentando l’incontro – Sono certo che voi tutti
vorrete rendervi disponibili per questo appuntamento
durante il quale, accogliendo le indicazioni del Santo
Padre per l’Anno Paolino, tracceremo il nostro percorso diocesano in questo secondo ed ultimo anno della
visita Pastorale.
Ad anticipare i lavori del convegno sarà un’altra importante celebrazione che riguarderà la comunità laertina
della Parrocchia di Santa Croce. In seguito alla nomina
di don Lorenzo Cangiulli ad educatore nel Seminario
Teologico Regionale Pio XI in Molfetta, don Michele
Quaranta gli succederà come parroco delle parrocchie di Santa Croce e di San Giovanni Bosco a Laterza. L’ingresso ufficiale di don Michele nella parrocchia
avverrà domenica 14 p.v., con la solenne cerimonia
officiata dal Vescovo della Diocesi di Castellaneta,
Mons. Pietro Maria Fragnelli alle ore 19.30
Ufficio Stampa
Diocesi Castellaneta
Dott. Paolo Nico
PROGRAMMA DEL CONVEGNO
Lunedì 15 settembre - ore 17
Si può formare ancora l’uomo? – Con San Paolo di fornte alle incertezze dell’antropologia e della pedagogia.
Retatore: Prof. GIUSEPPE PULCINELLI, docente di Sacra Scrittura nella
Pontificia Università Lateranense
Martedì 16 settembre – ore 17
Come formare i credenti oggi? – Con San Paolo di fronte alle sfide dell’indifferenza e del “fai da te” religioso
Relatore: Prof. SALVATORE SANTORO, Docente di Sacra Scrittura nell’ISSR di Reggio Calabria
Mercoledì 17 settembre – ore 17
Quali pastori e formatori oggi? – Con San Paolo di fronte alle ambivalenze
delle comunicazioni
Relatore: Prof. GIORGIO COPERTINO docente di Sacra Scrittura nell’istituto
Santa Fara di Bari
attualità
La Goccia n. 18 - 13 settembre 2008
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LATERZA: SECONDO APPUNTAMENTO
CON LE “OFFICINE D’ARTE”
Si è conclusa il 28 agosto
la rassegna estiva “Officine
d’Arte Estate 2008” organizzata
dall’associazione Sol Levante di
Laterza.
La rassegna era composta da
tre eventi distribuiti nel mese di
Agosto e già il primo evento non
ha deluso le aspettative.
Svoltosi il primo agosto in
concomitanza con la sagra
dell’arrosto, ha visto come
protagonista
l’orchestra
di
percussioni “La Bandita” la quale
si è esibita in un corteo ritmico per
le vie del centro storico.
Formata sul modello delle batterie
di samba carioca e del bloccoafro del nord-est del Brasile, “La
Bandita” ha coinvolto la gente
trasmettendo l’energia vitale dei
ritmi Sudamericani: dal Samba al Maracatù
del Pernambuco.
Il secondo appuntamento ,il 22 agosto, è
trascorso a suon di pizziche e tarantelle.
La piccola e suggestiva piazza Vico Balbo
ha fatto da palcoscenico al gruppo folk “La
Jura”.
Gruppo sorto recentemente dall’incontro
di giovani ballerini e musicisti, provenienti
da Ginosa, Laterza e Gioia del Colle, tutti
accomunati da una passione autentica e
profonda verso la musica popolare, nelle
sue varie sfaccettature. Il concerto è stato
preceduto anche da una proiezione sulle
origini e sul significato sociologico della
pizzica.
Infine il 28 agosto due grandi artisti di fama
internazionale, Roberto Ottaviano al sax
e Davide Santorsola al pianoforte, hanno
tenuto un concerto jazz nell’auditorium
comunale ”Giannico”, ex chiesa del
Purgatorio. (nella foto insieme ai ragazzi
dell’Associazione Sol Levante n.d.r.)
Il concerto “Angeli negli angoli” trae il
titolo da un pezzo scritto dal sassofonista
Ottaviano ed è il risultato di una profonda
meditazione sul modo di vivere odierno.
Tutti siamo inconsciamente succubi della
frenesia quotidiana e seguendo falsi dei
dimentichiamo i valori reali della
vita i quali rimangono lì, come gli
angeli negli angoli. I due musicisti
hanno regalato al pubblico una
rivisitazione davvero originale di
tre grandi della musica: Puccini,
Wilder, Gershwin; un progetto
dedicato a Puccini in occasione
dei 150 anni della sua nascita.
Due grandi nomi per una serata
di intense emozioni, tutti rapiti
dal turbinio dei suoni e dai
momenti di alto lirismo.
Data
la
risposta
molto
soddisfacente del pubblico e
soprattutto dei giovani, si ha la
dimostrazione di come si possa
fare molto anche con pochi
mezzi a disposizione.
Angela Tocci
Domenica 21 settembre in Piazza IV Novembre
L’Amministrazione Comunale e L’Avis Collaborano con
“Associazione Italiana
Sclerosi Laterale Amiotrofica”
alla giornata nazionale SLA
“quello buono sostiene la ricerca”
Venite a partecipare a questa iniziativa
36
l’opinione
La Goccia n. 18 - 13 settembre 2008
Le malattie della Terza Età
rubrica a cura del dottor Pietro Zanelli
specialista in Geriatria e Gerontologia clinica
Problematiche urologiche nell’anziano
Oltre il 30% di anziani che vivono a
domicilio e oltre il 50% di quelli che risiedono in reparti di degenza a lungo
termine presentano il fenomeno dell’incontinenza urinaria.
L’incontinenza potrebbe portare ad
una significativa morbilità determinando l’irritazione peritoneale, cellulite,
piaghe da decubito.
Gli anziani incontinenti potrebbero muoversi meno per paura
dell’incontinenza esacerbata dal
movimento. La ridotta attività contribuisce al decondizionamento e
alla perdita dell’indipendenza funzionale. Inoltre la tensione psicologica causata dall’incontinenza
può contribuire all’isolamento ed
alla depressione.
Quattro meccanismi distinti determinano incontinenza urinaria. Il tipo comune di incontinenza negli anziani è quello dello stimolo, conseguente ad iperattività del muscolo detrusore;i saintomi associati sono pollachiuria,nicturia
ed incontrollabile bisogno di mingere.
L’incontinenza da stress è la conseguenza di una perdita di tono dei muscoli pelvici o dello sfintere uretrale. Le
attività fisiche che aumentano la pressione intra-addominale, come tosse,
starnuti o sforzi, favoriscono la perdita
di urina.
L’incontinenza da sovra riempimento è determinata dalla ritenzione di urina. Questo tipo di incontinenza si verifica quando il volume vescicale supera
un livello critico creando una pressione
sufficiente per la perdita di urina.
I pazienti riferiscono perdite frequenti di piccole quantità di urina.
L’incontinenza funzionale è data dall’incapacità fisica a raggiungere il bagno in tempo per mingere ed è determinata da limitazioni funzionali.
In molti casi più di un meccanismo
potrebbe contribuire al problema ed
in questo caso si parla di incontinenza mista. Tale problematica richiede
un approccio terapeutico multi articolato che si rivolge all’insieme dei fattori eziologici. La valutazione dell’incontinenza urinaria deve focalizzare l’attenzione su di un’anamnesi accurata e su
un esame obiettivo dettagliato, in particolar modo della pelvi, del retto e della prostata. Dovrebbe essere eseguita
un’urinocultura per valutare un’eventuale infezione, ematuria o glicosuria.
La valutazione del residuo vescicale post-minzionale dovrebbe essere effettuata nei pazienti in cui si sospetti
un’ostruzione.
La consulenza urologica dovrebbe
essere presa in considerazione nei pazienti con infezioni ricorrenti del trat-
to urinario,aumentato volume residuo
post-minzionale, ematuria, prolassompelvico o massa prostatica. Importante
è il test uro dinamico che aiuta a comprendere la causa dell’incontinenza attraverso il monitoraggio della pressione
endovescicale correlata al volume vescicale, alla pressione intra-addominale, alle attività stressanti, ai sintomi
di urgenza ed alla perdita urinaria.
Il trattamento di tutti i tipi di incontinenza include la correzione
delle alterazioni cliniche sottostanti, che contribuiscono all’incontinenza e la modifica degli agenti
che la peggiorano. I pazienti dovrebbero evitare la caffeina, l ‘alcool e, se la nicturia è un problema, non dovrebbero ingerire liquidi nelle ore che precedono il sonno. Se possibile dovrebbero eviutare farmaci che
possono aggravare l’incontinenza come i diuretici. La strategia terapeutica
dovrebbe avvalersi di esercizi a carico
della muscolatura pelvica in caso di incontinenza da stimolo o da stress. Minzioni programmate ogni due ore, se necessario con assistenza, possono ridurre l’incontinenza da urgenza o da
stress funzionale. Talora vengono usati
farmaci anticolinergici per ridurre l’attività del muscolo detrusore ma sono da
prescrivere con cautela nell’anziano.
L’incontinenza da sovra riempimento
può essere trattata chirurgicamente o
con farmaci alfa-litici, capaci di ridurre
i sintomi dell’ipertrofia prostatica benigna.
auguri a…
La Goccia n. 18 - 13 settembre 2008
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RUBRICA A CURA DI GIUSEPPE PIZZULLI
Prigionieri del male e del peccato
Tutti gli esseri umani nascono liberi
ed uguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di coscienza e di ragione, e
devono agire gli uni verso gli altri con
spirito di fratellanza. Così recita il primo articolo della Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo, adottata
dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il 10 Dicembre 1948.
Questo testo è di alto valore simbolico, se si tiene conto che tale documento vide la luce dopo la fine della seconda Guerra Mondiale, dove i
diritti dell’uomo erano stati calpestati
e un intero popolo votato allo sterminio. Tutti popoli anelano la libertà, ma
molti ancora vivono nell’oppressione,
in miseria, schiavitù, privati della loro
dignità, dove quei diritti sopra citati
non esistono per loro.
Ma io voglio parlarvi di un’altra schiavitù che emerge ogni giorno, anche
nelle Nazioni Democratiche, dove la
libertà è assicurata con pari dignità dell’uomo e della donna, ed è “la
schiavitù del male”. Infatti ogni giorno
sentiamo e vediamo alla TV, o leggiamo i giornali, tanti fatti di cronaca
che ci lasciano sconcertati, fanno allibire, inorridire, indignare. Gente dedita al furto, alla rapina, lo stupro, la
violenza, le uccisioni; gente che ha
fatto della trasgressione una regola,
“iniziati” di mafia e camorra o di sette
sataniche, come “le bestie di Satana”.
Sono persone rimaste intrappolate da
“legami del Maligno” e devono obbedire al loro padrone, Satana.
Milioni e milioni di persone, nelle Nazioni libere, sono schiavi del peccato,
stimolati dalle loro insane passioni e
dalla loro “natura peccatrice”. Molti
giovani, e non solo, nella frenesia del
godimento dei piaceri più sfrenati, divertimenti, discoteche, droghe sempre più
sofisticate e deleterie, sballo incosciente,
credendo di essere liberi restano, invece,
“prigionieri del peccato”, asserviti al loro
spietato padrone, schiavi in catene, “servi
del peccato” e del Diavolo che li ha sedotti e ingannati.
E’ lui il “Despota”che influenza le menti e i
cuori e li induce alla ribellione, ai delitti più
efferati, alle azioni più inaudite e bestiali,
anche su bambini innocenti. Satana con
le sue astuzie millenarie e le sue malefiche seduzioni, cerca sempre nuovi adepti
e nuovi schiavi nel suo impero del Male, e
molti sono gl’incauti che cadono nelle sue
trappole, invaghiti da falsi miraggi.
Chi potrà liberare l’uomo da queste schiavitù?
E’ possibile uscirne fuori da queste trappole infernali?
Può l’uomo vivere una vita veramente libera?
Oh cari amici, la risposta è che: solo Gesù Cristo può liberare l’uomo dalla sua
schiavitù morale e spirituale. Egli è l’Unico Liberatore che può riscattare l’uomo
dalla schiavitù del peccato.
Gesù dice: “Conoscerete la Verità, e la
Verità vi farà liberi…Chi commette il peccato è schiavo del peccato. Se il Figliuolo vi libera voi sarete veramente liberi”.
(Gv.8,32-36).
Gesù Cristo è il vero, grande Liberatore, che in virtù del Suo sacrificio sulla
croce, per l’espiazione dei nostri peccati,
Egli ci libera dalla maledizione del peccato, ci libera dalla colpa del peccato,
purifica le nostre coscienze , (Eb.10,1923), ci libera dal timore della morte, dal
Giudizio,(Gv.5,24), e ci dona la Vita Eterna.
Qualcuno potrebbe dire: com’è possibile
tutto ciò?
Ebbene, affidando la propria vita al
Salvatore Gesù, confessando i propri peccati, riceverlo nel proprio cuore quale Salvatore e Liberatore. Solo
Gesù può dare all’uomo una “Nuova
Natura”, non più asservita dal peccato, non più la vecchia natura Adamitica
tendente al peccato, ma una Vita Nuova, nuova mente e nuovo cuore.
Gesù ci dona una vita totalmente trasformata dalla Potenza dell’Evangelo,
affrancata e liberata dalla legge del
peccato, per vivere in Cristo. (Rm.8,13). “Ora se alcuno è in Cristo, egli è
una nuova creatura, le cose vecchie
sono passate, tutto è diventato nuovo. Tutto questo viene da Dio che ci
ha riconciliati a Se, per mezzo di Gesù
Cristo.(2 Co.5,17-20)… Siate, dunque,
riconciliati con Dio”.
Perché la gente è ancora schiava
quando è a portata di mano la vera
Libertà?
Basta invocare Gesù, il Liberatore, ed
Egli viene prontamente in aiuto. Forse
tra i nostri lettori o lettrici, c’è qualcuno
che si sente oppresso, travagliato, tribolato o schiavo di passioni ingannatrici e ha bisogno di essere liberato?
Gesù dice: “Venite a Me voi che siete
travagliati ed aggravati, ed Io vi darò
riposo”.(Mt.11,28). Il Signore dice: “Lasci l’empio la sua via e l’uomo iniquo i
suoi pensieri, e si converta a Me ed Io
avrò pietà di lui”. Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, e le mie
vie non sono le vostre vie, dice l’Eterno. (Is.55, 1-3,7,8).
Ci sarà qualche “schiavo” che vorrà
venire in possesso della libertà di Cristo? Dio vi benedica in una decisione
positiva e la pace del Signore sia con
voi.
38
La Goccia n. 18 - 13 settembre 2008
I racconti de La Goccia
La règgine de le cuzzetèdde
Adattamento di un racconto popolare siciliano
A cura di Stefano Giove e Adele Carrera
C’era una volta un pecoraio che
viveva in una casetta con la moglie e sette
figli maschi.
La donna desiderava tanto avere una figlia
femminina, che avrebbe assicurato l’assistenza quando con l’avanzare dell’età sarebbero divenuti vecchi, lei e il marito.
Ma nonostante i tanti tentativi e i sette figli
maschi che li testimoniavano, la figlia femmina non arrivava e questo era motivo di
grande dispiacere per la poveretta.
Un giorno, mentre era intenta a raccogliere
cicorielle, come spesso le accadeva, cominciò a pensare al suo dolore: sentiva il vuoto
nel cuore per quella mancanza. E, senza
accorgersene, cominciò a parlare ad alta
voce, come se volesse raccontare la sua
sventura al mondo intero.
«Povera sventurata che sono! Il mio cuore
non può godere della gioia di una figlia femmina e quando sarò vecchia non avrò nessuno che mi vorrà bene! Perchè sono così
sventurata e condannata a vivere con questa ferita nel cuore?». Così ripeteva la donna. E il tono della voce diventava sempre
più alto, tanto da divenire unurlo disperato.
All’improvviso sentì una voce: «Posso aiutarti io – disse - a lenire la tua ferita e darti la
gioia che desideri!»
La moglie del pastore, sbalordita, si guardò
intorno ma non vide nessuno. «Povera me!
- gridò - Adesso soffro anche di allucinazioni!».
Ma la voce ripeté, più forte: «Posso aiutarti
io a lenire la tua ferita e darti la gioia che
desideri!»
La pecoraia pose attenzione e colse la direzione dalla quale proveniva la strana voce.
Fissò lo sguardo su una grossa pietra ch’era
nel prato e si accorse che la voce proveniva
proprio da lì, da quella pietra lucente, striata
di giallo. S’avvicinò guardinga e vide che
non si trattava di una pietra ma di un grosso
lumacone (che in paese chiamavano caperrone), tanto grosso che mai ne aveva visti
di simili. E quello fissandola, ripeté: «Posso
aiutarti io a lenire la tua ferita e darti la gioia
che desideri! Ti darò la figlia che desideri.
Prima, però, devi promettermi che me la ridarai, quando te la chiederò!»
Alla donna non sembrò vero poter avere
la tanto desiderata figlia femmina e, senza
badare alla contropartita richiestale, accettò
l’offerta del caperrone.
Dopo nove mesi, nella casetta del pecoraio
arrivò l’agognata figlia femmina!
Grande fu la gioia per la nascita. Ma il tempo
della gioia fu breve. Il caperrone, dopo pochi
giorni, si presentò nella misera casa e chiese di avere, come pattuito, la bambina.
La reazione della pecoraia fu terribile e cacciò via il caperrone minacciandolo che se
non avesse lasciato quel posto immediatamente lo avrebbe schiacciato senza alcuna
pietà. E quello, senza proferir parola, andò
via.
La bambina cresceva ch’era una meraviglia!
Aveva la pelle bianca come il latte e i capelli
color castano chiaro, quasi lo stesso colore
delle striature che aveva sul guscio il caperrone.
Un giorno, mentre la madre era intenta a
pettinarle i capelli, scoprì che sulla testa della piccola erano spuntati due cornini, proprio
simili a quelli che hanno sulla testa le cuzzetèdde (le lumache).
La poveretta, spaventata, prese una forbice
e li tagliò. Ma il tentativo di togliere quei cornini dalla testa della figlia si rivelarono inutili
perché quelli, appena tagliati, ricrebbero.
Stanca di provare e riprovare senza cavarne un ragno dal buco, la donna decise di
mettere in testa alla bambina una coppolina
che non avrebbe mai tolto.
Il tempo passava, la piccola cresceva sana
e forte e, purtroppo, insieme a lei anche i
cornini, che divenivano, ogni giorno di più,
motivo di preoccupazione per la madre che,
continuamente diceva al marito: «Chi se la
sposa una ragazza con i cornini in testa? E
chi si sposerà i nostri figli maschi se si scopre che la loro sorella ha le corna delle cuzzitèdde sulla testa?».
Le preoccupazioni della donna erano anche
quelle del marito e fu a quel punto che decisero che era meglio liberarsi della bambina,
prima che la sventura si abbattesse, ancora
più violenta, su tutta la famiglia.
Giunta l’estate, il pecoraio era d’uso portare
il gregge sui pascoli di montagna, dove le
pecore trovavano erba tenera in quantità.
Portò con sé anche la figlia e, avvicinatasi
la sera, decise che avrebbero passato la
notte in una grotta per ripararsi dal freddo
e dai lupi che s’aggiravano in quei luoghi.
Al mattino, svegliatasi, la sorpresa della
bambina fu grande quando s’accorse che
nella grotta era rimasta sola e del padre e
delle pecore non v’era alcuna traccia!
Pensò che l’uno e l’altre fossero nei dintorni e che li avrebbe ritrovati. Ma dopo
aver girovagato, in lungo e in largo, senza
nessun risultato, ritornò mesta alla grotta,
almeno lì il riparo dal freddo della notte
imminente era assicurato.
Ma nella grotta avvenne un fatto strano.
Apparvero migliaia di cuzzetèdde, che lentamente le si avvicinarono. La ricoprirono
tutta con la loro bava; come per un misterioso incantesimo, si ritrovò trasformata in
una lumachina e fu trasportata sotto terra,
dov’era il regno delle cuzzetèdde.
Lì, la condussero al cospetto del caperrone, ch’era il re di quel regno. Quello l’accolse come una regina, la tenne con sé e
fu da tutti riverita come tale.
La piccola cuzzetèdde, a mano a mano
che passavano i giorni, diventava sempre
più triste e sentiva nostalgia del mondo
degli uomini. Aveva nostalgia della madre
e del padre, sebbene l’avessero abbandonata. Il caperrone vedendola soffrire,
un giorno le chiese perchè fosse così triste. «Desidero tanto vedere mia madre!»
Fu la risposta.
A quel punto il caperrone, mosso da compassione per le sofferenze della piccola,
le disse: «Ti farò tornare nel regno degli
uomini e potrai incontrare la tua mamma.
Però non devi né dire, né far vedere a
nessuno i tuoi cornini!» E quella stessa
notte ritornò ad essere la bambina di prima e si ritrovò nella casetta insieme alla
sua mamma.
I genitori rivedendola dopo tanto tempo,
rimasero stupefatti e non nascosero il loro
disappunto. «Ebbene, se è riuscita a ritornare qui da noi, che non sia di peso per la
famiglia, che lavori sodo per guadagnarsi
il cibo che consuma.» Disse la madre e
così fu.
Per la piccola furono riservati i lavori più
duri e più umili.
I racconti de La Goccia
Il tempo passava e la ragazza aveva sempre in testa il cappellino che copriva la sua
capigliatura e le sue corna. Intanto la madre la incalzava perchè voleva vederle la
testa, nella segreta speranza che i cornini
fossero seccati e la potesse maritare. La
ragazza rifiutava e non permise a nessuno
di toglierle il cappello. Irritata, la madre le
disse che in quella casa per lei non v’era
più posto e la cacciò via.
La poverina ritornò nel bosco e ritornò alla grotta dove l’aveva abbandonata il suo
papà qualche anno prima. Pur con il cuore
spezzato dal dolore per essere stata cacciata via dalla propria madre, pensò che,
forse, la sua vita era nel regno delle lumache e il ritorno nella grotta rivelava la
segreta speranza di essere ripresa dalle
lumachine. Il sonno la colse con questa
speranza.
L’indomani, il risveglio fu ancora più amaro. Era ancora lì nella grotta e di lumachine
nemmeno l’ombra. Pensò di uscire dalla
grotta e girovagare nel bosco sperando di
ritrovare là il caperrone per supplicarlo di
farla ritornare nel suo regno.
Nel bosco ben altro fu l’incontro che fece:
incontrò un giovane e bellissimo principe
che s’era perduto da qualche giorno e vagava alla ricerca di un luogo dove potersi
riposare e rifocillare. Vedendola, quello le
chiese se poteva aiutarlo. La ragazza, felice di aver incontrato il bel giovane, non
volle deluderlo e lo condusse nella grotta
dicendogli: «Aspettami qui e ti porterò del
cibo.»
Cominciò a cercare qualcosa da mettere
sotto i denti ma non trovò nulla.
Quando ormai tutte le speranze di aiutare
il giovane erano perse e il suo viso era rigato da grosse lacrime, da sotto un masso
avanzò strisciando il caperrone che le si
avvicinò dicendo: «Non devi preoccuparti
mia principessina. Tu non sei mai sola. Ci
sono io che penso a te e quando ti serve
del cibo, tirati un cornino e vedrai quello
che succede!» Detto questo, il caperrone
sparì sotto la pietra.
La fanciulla ritornò alla grotta, e, rinfrancata, fece come le aveva detto il caperrone:
si tirò un cornino dalla testa e, come per
incantesimo, nella grotta venne imbandita
una tavola con tanto ben di dio. Il principe
mangiò con appetito e alla fine del pranzo
i due giovani si raccontarono le loro storie.
Per qualche tempo i due vissero felici nella
grotta e, quando avevano fame, la ragazza, in segreto, si tirava un cornino dalla
testa e il pranzo era bello e servito. Tanto,
quelli le ricrescevano ogni volta.
Un giorno il principe disse alla fanciulla che
avrebbe voluto portarla con sé a palazzo
reale. In realtà il principe ne era follemente
innamorato e non riusciva a pensare di vivere lontano da lei.
Finalmente riuscirono a trovare la strada
del ritorno, giunti al castello, il principe presentò alla regina la fanciulla che nel bosco,
lo aveva salvato da morte sicura. Quando
madre e figlio furono da soli, quello confessò i sentimenti che provava per la ragazza
e il desiderio di sposarla e vivere sempre
insieme a lei.
La regina, sulle prime, soffrì la gelosia delle
madri che si vedono portare via, da un’altra
donna, il proprio figlio. Ma l’insistenza del
principe fu tale che infine acconsentì.
Il principe ricevuta la benedizione della madre disse alla fanciulla che voleva sposarla,
nonostante ella non fosse di nobili origini.
Chiedeva soltanto di poterla ammirare in
tutto il suo splendore e, soprattutto voleva
ammirare la sua splendida capigliatura perennemente celata da quel cappellino. La
ragazza non poteva disobbedire alla promessa fatta al caperrone e, con grande dolore, gli rispose che non avrebbe esaudito il
suo desiderio.
Ma i principi non sono abituati a ricevere rifiuti e quello della ragazza lo avevo offeso
in modo grave.
La vita di palazzo reale e soprattutto i rapporti tra i due giovani cambiarono drasticamente. Il principe andava a caccia e non degnava di uno sguardo la povera fanciulla. A
corte si sparse la voce che il principe avrebbe sposato la figlia di un re di un regno confinante col suo, che gli avrebbe consentito
di diventare più potente.
La fanciulla, saputa la notizia, cominciò a
disperarsi per la sorte malvagia che le impediva di vivere la sua storia d’amore. Era
ormai vicino il giorno del matrimonio e mentre a corte fervevano i preparativi, il giovane
andò dalla fanciulla del bosco della quale
era sempre innamorato, e le disse che era
disposto a rimanere per sempre con lei se
gli avesse mostrato la sua chioma.
Il principe non finì di parlare che la ragazza
s’era sfilato il cappellino e, come per incanto, le
caddero sulle spalle capelli di color castano dorato, striati di rosso che di pari non
se n’erano mai visti. Il principe ne rimase
estasiato e cercò di accarezzare quella
chioma splendente. Ma appena la mano
sfiorò i capelli, la fanciulla si ricoprì di bava
e scomparve. Era ritornata ad essere una
cuzzetèdde.
Il principe, sconvolto, non riuscì a darsi pace. Ritornò nel bosco e ritrovò la grotta dove
aveva conosciuto il suo amore. Rimase lì a
La Goccia n. 18 - 13 settembre 2008
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piangere e disperarsi. Vinto dalla stanchezza si addormentò e in sogno gli apparve la
fanciulla del bosco: «Ritornerò da te – gli
disse - se ti farai baciare sulla bocca dalla
prima creatura di Dio che vedi!». Il principe si
svegliò e si guardò intorno, non vide niente e
nessuno. Cominciò a girovagare per il bosco
ma non incontrò nessun essere vivente.
Camminò per tutto il giorno ma non riuscì ad
incontrare nemmeno una formica. Stanco
morto si sedette sotto un albero di carrubo e
si addormentò. Al risveglio vide sotto i piedi
un caperrone. Piano piano, quello salì sullo
stivale, proseguì fino alla cinta e scivolòsu
per la camicia, fino a giungergli al collo. Il
principe era schifato dalla scia bavosa che
il caperrone lasciava al suo passaggio. Sentiva sul collo il calore umido della bava del
caperrone che gli procurava un certo fastidio, sentiva anche un forte bruciore. Ma,
rimase immobile facendo proseguire il suo
percorso al lumacone. Il desiderio di poter
riabbracciare il suo amore era tanto grande
che avrebbe accettato qualsiasi supplizio.
Il caperrone salì lungo il mento e sfiorò le
sue labbra. Arrivato al centro della bocca si
piazzò e rimase immobile inondando la sua
bocca di bava urticante. Il dolore che avvertì
il principe fu tanto forte che perse i sensi.
Il risveglio fu dolce e gioioso. Aveva accanto il suo amore. Era bellissima anche se dai
suoi ricci spuntavano due cornini simili a
quelli delle lumache.
Dopo essersi scambiati un lungo bacio, la
ragazza raccontò al principe la sua disavventura.
Il suo vero padre era un caperrone e se il
principe l’amava per davvero, così come diceva, doveva accettarla così come era: con
i cornini in testa. Gli chiese anche di perdonare il pecoraio e sua moglie, nonostante
l’avessero abbandonata e di permettere loro
di vivere una vita dignitosa a palazzo reale.
Il principe acconsentì ad ogni sua richiesta
e subito dopo, spuntò davanti a loro un re
con una splendida corona sul capo. Era il
caperrone che aveva ripreso le sue antiche
sembianze: una megera, tanti anni prima, gli
aveva fatto un incantesimo che si sarebbe
rotto solo quando una ragazza lo avesse
amato come un padre e non si fosse vergognata dei cornini.
Il principe, la ragazza e il re arrivarono a palazzo reale e grande fu la gioia della regina
nel rivedere il suo figliolo. Le raccontarono
la storia e venne stabilito, senza indugio,
il giorno del matrimonio fra il principe e la
regina delle cuzzetèdde (così volle essere
chiamata la fanciulla). Il giorno delle nozze,
come per incanto, i cornini caddero dalla testa della reginetta e non ricrebbero più. E
vissero felici e contenti.
attualità
La Goccia n. 18 - 13 settembre 2008
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Colonia estiva a Marina di Ginosa: una tradizione che continua
La piccola “Comunità Educativa” della Casa di’Accoglienza per minori
“Annibale Maria Di Francia” soggiorna nel mese di Luglio a Marina di Ginosa
In questa stagione estiva di cui
stiamo vivendo le ultime giornate nella borgata marinese la
moltitudine dei turisti si è, come
di consueto, riversata copiosamente e, in particolar modo le
famiglie hanno affollato le nostre spiagge. Questo per chi
ha potuto, soprattutto in questo
frangente in cui la crisi e il caro vita rendono i portafogli degli
italiani sempre più leggeri, godere di una vacanza, anche se
concentrata in pochissimi giorni.
Tanti sono però coloro che sono
rimasti a casa o che per un motivo o per l’altro hanno dovuto
rinunciare alle tante agognate
vacanze.
Non sono mancati anche i gruppi dei giovani, coppie di anziani e ragazzi che concorrono a
rendere sempre più variegata la
massa dei turisti che sceglie Marina di Ginosa.
Anche per i modi di fare turismo,
oggi lo si può dire, a Marina di
Ginosa riscontriamo una certa
eterogeneità, c’è chi preferisce
acquistare e chi prendere in locazione un appartamento, chi un
bungalow, chi sceglie l’alternativa dei bed and breakfast e chi
preferisce il campeggio.
C’è ancora un’alternativa nei
modi di fare vacanza, che a Marina di Ginosa può considerarsi
una tradizione, la colonia. Al termine di via Stella Maris c’è ancora una struttura un tempo adibita
proprio ad ospitare i piccoli turisti provenienti
dai centri dell’entroterra, poi adeguato ad
edificio scolastico, oggi sede di una struttura
alberghiera, ma pur sempre indicato come il
palazzo de “la colonia”.
E anche quest’anno si è tenuta la colonia
a Marina di Ginosa, ma presso i locali del
Plesso “Maria Boschetti Alberti” dell’Istituto
Comprensivo “Raffaele Leone” che per tutto
il mese di Luglio ha ospitato la piccola comunità della Casa di Accoglienza “Annibale
Maria Di Francia” di Altamura.
Abbiamo incontrato l’educatrice immediata del gruppo Suor Rizolina delle Figlie del
Divino Zelo, una congregazione di religiose fondata proprio da Padre Annibale M.
Di Francia nel 1887 che, assieme ai Padri
Rogazionisti, costituisce una famiglia che
fonda la sua esistenza nell’apostolato e
nel sevizio rivolto agli ultimi, ai poveri, agli
emarginati a coloro che vivono situazioni
familiari disagiate, sia dal punto di vista
economico che puramente sociale, i cui
disagi maggiori sono proprio i più piccoli
a subirli.
La casa ospita circa dieci ragazzi, di
età che varia da 0 a 11 anni per i maschietti e da 0 ai 18 per le femminucce, e, grazie al prezioso apostolato
delle suore e degli educatori cui sono
affidati i piccoli dal Tribunale per i minori di concerto con gli enti preposti
ai Servizi Sociali, i ragazzi possono
crescere in un ambiente sano da cui
si può far tesoro dei suggerimenti
educativi su cui Padre Annibale, canonizzato nel 2004 da Papa Giovanni Paolo II, ha edificato tutta la sua
vita di uomo di Dio, vicino agli ultimi:
il segreto dell’educazione è l’amore.
A dare una mano a Suor Rizolina gli
accompagnatori volontari del gruppo:
la signora Paola Fiamma e i coniugi
Nicola e Lina Bianchi chiamati affettuosamente “nonni” dai ragazzi.
La giornata tipo del gruppo comincia
con la sveglia alle 8,00 cui fa seguito
a colazione e la mattinata in spiaggia
presso lo stabilimento “Lido Verde”.
Per le 12,30 il rientro, il pranzo e il
momento ricreativo da trascorrere
nuovamente al mare o presso l’alloggio con attività ludiche.
La comunità educativa ha lasciato
Marina di Ginosa a fine Luglio, ma il
programma estivo prevedeva anche
un soggiorno nelle campagne vicine
ad Altamura, al fine di far cambiare
aria ai ragazzi che in questi giorni saranno tornati sui banchi di scuola.
Gli educatori conoscevano Marina di
Ginosa e pensano sia il luogo ideale,
per le sue caratteristiche urbane e
naturali, per trascorrere le vacanze,
questo particolarmente per le famiglie e quindi anche per la grande famiglia
della Comunità Educativa “Annibale Maria
Di Francia”.
Alla domanda – ci si rivede in Luglio 2009?suor Rizolina non ha dato una conferma certa anche se è soddisfatta per l’accoglienza e
per tutto il soggiorno, comunque ci auguriamo che la piccola comunità torni sulle nostre
spiaggie e che la tradizione della colonia a
Marina di Ginosa continui.
Antonello Lovecchio
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argomenti
La Goccia n. 18 - 13 settembre 2008
DUE SERATE IN
GRAVINA
di Pierino Perrone
Alcuni anni fa, durante un viaggio con
il pullman da Bari, mi trovai
a parlare con un giovane
studente lavoratore ginosino
che abitava a Parma e che
stava rientrando a Ginosa per
un breve periodo.
Nonostante la stanchezza
accumulata durante le
molte ore di viaggio in treno
parlando di Ginosa notai
l’entusiasmo nell’espressione
del ragazzo nel descrivermi la
gioia che provava ogni qual
volta si recava nella Gravina.
Mi raccontava che, dopo aver
salutato i suoi e dopo una
salutare doccia, si sarebbe
subito recato in quel luogo.
Questa premessa per
sottolineare l’importanza che
alcune meraviglie di Ginosa
hanno per i ginosini che
abitano oltre il ponte di San
Leonardo.
Vorrei anche farvi partecipi di
quanto io sia legato a questi
luoghi che, nella mia infanzia
ammiravo nella loro bellezza
anche dalla finestra di casa.
Purtroppo per motivi non
dipendenti dalla mia volontà
questa estate non ho potuto
seguire le varie rappresentazioni
proposte: ho partecipato solo a
due di queste e cioè alla prima
serata del programma “Terre de
u’ Munachicchie” e alla serata del
concorso di poesia in vernacolo.
Le considero entrambe delle serate
indimenticabili.
All’entrata della Gravina uno
spettacolo ci veniva offerto dalle
varie esposizioni di centrini fatti a
mano, quadri e sculture di vari artisti;
si trovavano gli stand dove si
potevano assaporare le orecchiette
e la salsiccia alla brace, i formaggi
tipici...
A questo proposito vorrei
sottolineare la nobile causa delle
serate; il ricavato delle vendite era
devoluto in beneficenza a favore
del Mato Grosso.
Ho apprezzato tantissimo lo
spettacolo dei Burattini fatto dalla
compagnia “Il flauto magico” sia
per la storia della formica che mi
permise di ricordare ciò che ci
veniva raccontato da piccoli, ma
in particolar modo per la bravura
degli attori che, pur non essendo
professionisti, recitavano molto
bene.
Il concerto del gruppo “U’
Munacidde”, proveniente dall’alta Murgia,
ha proposto delle cantate di ispirazione
popolare con testi e musiche davvero
coinvolgenti. Ricordo che una di queste,
e precisamente quella che racconta
la storia dell’infedeltà coniugale della
moglie del pastore, veniva cantata anche
a Ginosa con qualche modifica: nel
ritornello loro cantavano “scéme
pastòre / scéme pastòre / quante
péchere puórte nnànde” e nella
nostra versione ginosina a ciò
si aggiungeva “e ne puórte
ciéndequarante / vidi u pastòre
quantè gnurànde”.
Il gruppo, molto affiatato e
coinvolgente, cantava e recitava
con tanto pathos.
La serata dedicata al concorso
di poesie in vernacolo mi ha
molto sorpreso per la bravura dei
poeti. Non posso fare paragoni
con le edizioni precedenti ma
sicuramente le poesie presentate
erano di buon livello e molto
avvincenti.
La composizione che si riferiva
alla conservazione degli alimenti
nei tempi passati metteva in
risalto i veri valori contadini e
l’arte del non sprecare niente.
Quella che invece parlava del
“felòne” mi era molto più vicina
perchè il tema mi riguardava da
vicino avendone forse abusato
durante il periodo scolastico.
Quando ho ascoltato la poesia
che parlava del gomitolo nella
quale traspariva tutta la filosofia
di Protagora non nego di essermi
commosso.
Quando abitavo a Ginosa ricordo che
tutto ciò che di bello veniva proposto era
merito dei Padri Monfortani, tant’è che
spesso asserivo che se non ci fossero
stati si sarebbero dovuti inventare.
Quest’estate quando ho assistito
alla manifestazione de le “Terre de u’
Munachicchie” ideata dall’Arci di Ginosa
ho pensato quanto Ginosa è cresciuta
culturalmente.
eventi sportivi
La Goccia n. 18 - 13 settembre 2008
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Il nostro atleta ginosino conquista la Basilicata
Tortorella stravince a Pietrapertosa
Piero Tortorella si conferma insuperabile. A Pietrapertosa in Lucania,
conquista il 1° posto assoluto in una gara su una distanza di 16 Km.
Ormai non ci sono più termini per definire il nostro atleta ginosino
Pierino Tortorella. Anche in Basilicata si conferma imbattibile. A Pietrapertosa in provincia di Potenza, Tortorella conquista il 1° Posto
assoluto, nella gara podistica interregionale “ Correre tra le Dolomiti
Lucane” in collaborazione con la Fidal Basilicata e con il patrocinio
dei Comuni di Castelmezzano e Pietrapertosa. Un percorso fatto di
sali e scendi, molto impegnativo. Su oltre 100 partecipanti, il nostro
ginosino ha sbalordito tutti, conquistando la piazza d’onore su una
distanza di Km. 16,200. Percorso suggestivo, tra le dolomiti Lucane,
passando per Castelmezzano con arrivo a Pietrapertosa. All’arrivo il
nostro Campione Regionale nella categoria MM45, è stato accolto
da un lungo applauso dalla comunità potentina. 1° Posto assoluto
con super cesto di prodotti tipici locali e super trofeo offerto dal Comune di Pietrapertosa. Dopo l’ennesimo successo, Tortorella si sta
preparando per il Corripuglia 2008, con la gara di Martina Franca,
per difendere il titolo di Campione Regionale in carica.
[email protected]
(Gianluca Catucci)
Carmine Baldari
Ringrazia
Alla Redazione,
Sono lieto manifestarvi il mio gradimento e tutta la mia stima
per la vostra formulazione di auguri di compleanno e tutte le
buone cose sottolineate a mio beneficio. Grazie, siete stati
davvero straordinari.
Mi congratulo ancora per aver citato anche Maria Boccuni e
Peppino Carrera, entrambi anziani come il sottoscritto.
Grazie, ancora e cordiali saluti.
Carmine Baldari
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La Goccia n. 18 - 13 settembre 2008
eventi sportivi
SECONDA CATEGORIA / Paiano e Sambito firmano il 2-0 che stende il Laterza nel derby di Coppa Puglia
Ginosa, buona partenza: Laterza ko nel derby di Coppa
I biancazzurri, alla prima uscita ufficiale, partono bene e si aggiudicano l’andata del
primo turno di Coppa Puglia imponendosi al “Miani” sui cugini laertini con un secco 2-0. Domenica 14 settembre il ritorno al “Madonna delle Grazie” di Laterza
(fischio d’inizio ore 16,00). Intanto, la Lega ha ufficializzato i calendari dei campionati regionali: il Ginosa esordirà domenica 21 settembre in trasferta a Monteroni,
mentre poi avrà due gare interne di fila contro Pro Gioia e Gioventù Campi. I biancazzurri partono con ambizioni di vertice e puntano alla vittoria del torneo.
Dario Giosuè
Giuliano Paiano
Parte bene il Ginosa nella prima uscita ufficiale della stagione. I biancazzurri del tecnico Antonio Pizzulli, davanti ad un pubblico numeroso, si impongono al “Miani” sui
cugini rivali del Laterza con un secco 2-0
e si aggiudicano l’andata del primo turno di
Coppa Puglia. Da premettere che la società si è mossa bene sul mercato nei giorni
scorsi ed ha piazzato alcuni colpi importanti: sono giunti in casa biancazzurra l’esperto
attaccante Giuliano Paiano, ginosino doc,
prelevato dal Forza Matera (Eccellenza lucana – 17 presenze e 11 reti la scorsa sta-
gione) e l’interessante attaccante juniores
De Biasi prelevato dal Laterza. Nonostante
il caldo torrido la compagine ginosina ha
dimostrato di essere più in palla rispetto ai
laertini che solo nella ripresa sono risultati
più intraprendenti. La prima rete giunge al
13’ quando Paiano, ben servito da De Biasi, si invola verso la porta avversaria e, con
l’aiuto di un pasticcio difensivo, supera Mastrodomenico in uscita. Al 43’ Larocca si oppone con bravura ad un tiro maligno di Pacciana. Nella ripresa al 1’ Paiano, con una
fucilata dal limite, chiama il portiere ad un
intervento non facile, mentre all’8’ Sambito
raccoglie in area un invito di Lomagistro
ed in semirovesciata firma il raddoppio (un
autentico “eurogol” che raccoglie gli applausi del pubblico presente). Al 14’ Orfino
coglie la traversa interna, mentre alla mezzora ancora Paiano impegna severamente
il portiere con un bolide dal limite. Domenica 14 settembre return-match in notturna
al “Madonna delle Grazie” di Laterza con
fischio d’inizio alle ore 20,30. A fine gara
abbiamo sentito il presidente Dario Giosuè
per un punto sulla stagione appena iniziata. “Partiamo con i piedi per terra, essendo
una neo-promossa, - dichiara il massimo
dirigente ginosino - ma puntiamo decisi
alla vittoria del campionato. La squadra è
ben attrezzata per puntare in alto e stiamo
per completare la rosa con due nuovi innesti di esperienza in difesa.” Il sodalizio jonico sta per concludere con due difensori
di esperienza. “Siamo in trattativa con due
giocatori di categoria superiore che hanno
militato anche in Eccellenza e Promozione. Penso che riusciremo a concludere
con entrambi prima dell’inizio del campionato, anzi forse uno riusciamo a tesserarlo
per la gara di domenica a Laterza.” La società si aspetta per quest’anno una maggiore partecipazione dell’imprenditoria locale e dell’Amministrazione comunale. “Mi
aspetto per quest’anno una partecipazione
maggiore da parte dell’imprenditoria locale
e dell’Amministrazione comunale. E’ ovvio
che salendo di categoria - sostiene il presidente Giosuè - le spese aumentano e mi
aspetto una mano dagli imprenditori locali.
Poi voglio sottolineare che le condizioni
eventi sportivi
del terreno di gioco sono pessime e mi aspetto per quest’anno
che l’Amministrazione comunale
possa sistemare un terreno che
al momento è molto polveroso e
non ci permette di esprimerci al
meglio. Spero che quanto prima
Ginosa possa avere un terreno in
erba come lo hanno nei paesi limitrofi.” Intanto la Lega ha ufficializzato i calendari dei campionati
regionali: il Ginosa esordirà domenica 21 settembre in trasferta
a Monteroni, mentre poi avrà due
gare interne consecutive contro
Pro Gioia (28 settembre) e Gioventù Campi (5 ottobre). Questo
il programma della 1a giornata (21
settembre ore 15,30): CisterninoVirtus Latiano; Fiamma Sportiva
Monteroni-Ginosa; IschiatarantoAnspi Talsano; Lizzano-Lizzanello; Pezze-Real S. Pietro Vernotico; Pro Gioia-Gioventù Campi;
Squinzano 2006-Torre; SurboStruda.
Tabellino della gara (GinosaLaterza 2-0)
GINOSA: Larocca, Giampetruzzi,
Orfino, De Tommaso, Lovecchio,
Sambito (28’ st Lapiscopia P.),
Chiedi (21’ st Petrelli), Innato,
Paiano, Lomagistro, De Biasi (16’
st Papapietro). A disp.: Lapiscopia
R., Calabrese, Caserta, Bozza.
All. Pizzulli
LATERZA:
Mastrodomenico,
Bongermino S., Caldaralo A., Nico, Bongermino M., Perrone (35’
pt Basile), Caldaralo M. (43’ st Fanelli), Pacciana, Clemente (41’ pt
Brizio), Ficarella, Pavone. A disp.:
Tortorelli, Carrera, Lampaca, Valente. All. Francavilla
ARBITRO: Pansini di Bari.
RETI: 13’ pt Paiano; 8’ st Sambito.
Domenico Ranaldo
(www.asginosa.it - ranaldo.
[email protected])
La Goccia n. 18 - 13 settembre 2008
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SECONDA CATEGORIA /
Ufficializzato il calendario nel corso della “Festa dei Calendari” a Fasano
Ginosa, sogni e speranze partono da
Monteroni
I biancazzurri esordiranno domenica 21 settembre in trasferta a Monteroni.
L’esordio al “Miani” è per il 28 settembre contro il Pro Gioia, mentre il 5
ottobre ospiteranno la Gioventù Campi per la seconda gara interna consecutiva. Il torneo si concluderà il 10 maggio 2009 con il Ginosa a chiudere in
trasferta sul campo del Surbo. Appendice al campionato con play-off e playout. La società ginosina premiata alla “Festa dei Calendari” quale vincitrice del torneo di Terza Categoria della passata stagione.
Grande partecipazione delle società
alla quarta “Festa dei Calendari” svoltasi giovedì 28 agosto alla Sierra Silvana di Fasano, organizzata dal Comitato regionale della FIGC Puglia, alla presenza del presidente della Lega
Nazionale Dilettanti Carlo Tavecchio e
del presidente del Comitato regionale Puglia Vito Tisci. In rappresentanza dell’ASD Ginosa erano presenti il
massimo dirigente Dario Giosuè ed
il direttore sportivo Gino Carrera. Nel
corso della manifestazione sono state premiate tutte le società vincenti i
rispettivi campionati regionali (dall’Eccellenza alla Seconda Categoria) e
provinciali (Terza Categoria), tra cui la
società ginosina che ha ricevuto la coppa per aver vinto (anzi stravinto) il torneo di Terza Categoria
nella passata stagione. A conclusione della serata sono stati presentati i calendari dei campionati
regionali. Il Ginosa farà il suo esordio domenica 21 settembre in trasferta a Monteroni, mentre l’esordio al “Miani” è per il 28 settembre contro il Pro Gioia. Il 5 ottobre, poi, i biancazzurri ospiteranno la
Gioventù Campi per la seconda gara interna consecutiva. Previsti anche tre derby: Ginosa-Anspi
Talsano alla 9a giornata (16 novembre in casa, 22 marzo 2009 a Talsano), Ischiataranto-Ginosa alla
10a giornata (23 novembre a Taranto, 29 marzo 2009 in casa), Lizzano-Ginosa alla 14a giornata (21
dicembre a Lizzano, 3 maggio 2009 al “Miani”). Il campionato chiuderà il sipario domenica 10 maggio 2009 con il Ginosa impegnato in trasferta al “V. Mazzola” di Torchiarolo contro il Surbo. La prima
classificata sarà promossa in Prima Categoria, mentre l’ultima retrocederà al campionato inferiore.
Come appendice al campionato ci saranno i play-off e play-out. I play-off vedranno impegnate le
quattro squadre classificate dal 2° al 5° posto in gare di andata e ritorno con semifinali e finale: la
squadra vincitrice avrà la possibilità di essere ripescata in Prima Categoria. I play-out, invece, vedranno impegnate le quattro squadre classificate dal 12° al 15° posto in gare di andata e ritorno (la
15a contro la 12a e la 14a contro la 13a): le due vincitrici delle rispettive gare saranno salve, mentre
le due perdenti retrocederanno in Terza Categoria. Sono previsti quattro riposi: 28 dicembre 2008, 4
gennaio, 18 gennaio e 12 aprile 2009. I biancazzurri del tecnico Pizzulli partono con i piedi per terra
ma con ambizioni di vertice e tanta voglia di stupire, continuando sui ritmi della passata stagione.
L’avversario più temibile dovrebbe essere il Lizzano guidato dal tecnico Palmieri che già lo scorso
anno ha sfiorato i play-off e quest’anno, dopo essersi rinforzata, tenta la scalata al vertice. Sarà un
campionato tutto da vivere, con la speranza che il 10 maggio 2009 i colori biancazzurri possano
trionfare nuovamente.
Domenico Ranaldo (www.asginosa.it - [email protected])
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La Goccia n. 18 - 13 settembre 2008
eventi sportivi
Il Derby Jonico giocato su un terreno irriconoscibile
Ginosa-Laterza
Cristella
c’è,
Montanaro
non
c’è
Siamo alle solite. Inizia la nuova stagione, con il “Miani” inguardabile. Un manto…. di polvere avvolgeva i giocatori in campo. Ma la notizia più triste è che al Miani, domenica scorsa, il primo cittadino del
Comune di Laterza, Giuseppe Cristella, era presente in trasferta a tifare per la propria squadra. Mentre
sono rimasti delusi gli oltre 500 tifosi biancazzurri che non hanno trovato il loro primo cittadino a tifare
Ginosa.
È partita la nuova stagione per la gloriosa e storica A.S. Ginosa,
con una vittoria per 2-0 nel derby con i cugini laertini, nel 1° Turno
della Coppa Puglia. Ma la notizia del giorno che ci hanno segnalato
i supporters biancazzurri, che avremmo voluto non pubblicare, è
che ancora oggi, nell’anno 2008, il nostro Campo Sportivo, che tutti
chiamano Stadio, è una vera e propria polveriera. È vergognoso
come Ginosa, un paese di 25.000 abitanti, non abbia, ancora oggi,
un terreno in erba sintetica. Domenica scorsa, ritornava dopo anni
di assenza il derby con i cugini laertini. È stato deprimente vedere
giocare i 22 in campo in un terreno pieno di povere. A volte non
si riuscivano a riconoscere i calciatori per l’ondata di polvere che
arrivava sul Miani. E pensare che a 7 Km., nella vicina Laterza, un
certo sindaco di nome Cristella Giuseppe, ha inaugurato qualche
anno fa, un vero gioiello che tutta la Puglia invidia. Uno stadio con
una pista atletica, un terreno in erba sintetica ed una splendida
tribuna coperta. Non parliamo poi della vicina Castellaneta, dove
addirittura hanno 2 Stadi con l’erbetta. Basti pensare che la scorsa
settimana si è allenato il Taranto per preparare le gare interne nel
campionato di Serie C.
E Ginosa? Chiedetelo al primo cittadino Avv. Luigi Montanaro.
Nell’ultima gara della scorsa stagione, ha fatto delle promesse,
che ancora oggi i tifosi, gli sportivi e tutti gli addetti ai lavori stanno
aspettando. Ma sig. Sindaco, lei che ha giocato a calcio, si spera
sia un vero sportivo, come fa a non avere rimorsi vedendo un campo pieno di polvere nella sua Ginosa? Non pensa al suo collega
che a pochi Kilometri da lei, ha uno Stadio cercato, voluto ed inaugurato prima di noi? Non vede in giro, in altri paesi vicino a noi quali
impianti sportivi hanno
realizzato? O per lei
la tribuna coperta che
è stata realizzata può
bastare? Non pensa
ai giovani che vanno
a giocare su quel terreno e che mangiano
e respirano polvere,
che possano prendere
anche delle infezioni
pericolose? Inoltre, da
quando lei, è il primo
cittadino, noi tifosi, non
l’abbiamo mai visto al
campo a vedere una gara del Ginosa. Togliendo l’ultima giornata della scorsa stagione, che doveva esserci per forza, perché il
Ginosa vinceva il campionato, in altre circostanze, il nostro sindaco
di…tutti, è stato sempre assente. Le chiediamo: ma la domenica
pomeriggio, non ha mai tempo di seguire il suo Ginosa? Volevamo
ricordare, che quando era sindaco un certo Paolo Costantino, ogni
domenica era puntuale presente sui gradoni, del vecchio Teresa
Miani, mentre oggi che Paolo Costantino, è Consigliere Regionale e che, la squadra la scorsa stagione era in Terza Categoria, il
dott. Paolo Costantino, era sempre presente al Miani a tifare il suo
Ginosa. Domenica scorsa, invece si è toccato il fondo. Quando
noi tifosi abbiamo visto il primo cittadino del Comune di Laterza,
presente in trasferta a seguire la propria squadra, siamo rimasti
senza parole. E il nostro Gino Montanaro dove era? Ma sapeva
almeno che il Ginosa giocava in casa allo Stadio Miani…pardon al
“POLVERONE MIANI? Sig. Sindaco, cerchi di dare delle risposte
concrete, perché se continua così, promettendo e mai mantenendo, nessuno più vorrà delle risposte da lei. Chiediamo scusa se
siamo stati un po’ pesanti con il nostro primo cittadino, ma vedere
lo scempio di domenica scorsa nel POLVERONE del Miani, senza
il nostro Sindaco che doveva regalare il saluto alla squadra del
paese che comanda non è da tutti. Ringraziamo il vero Sindaco
Giuseppe Cristella per la presenza al Miani. Domenica prossima il
derby di ritorno si giocarà alle ore 16,00 nello splendido Stadio Madonna delle Grazie di Laterza e potremo ammirare il piccolo gioiello che i nostri cugini hanno a disposizione. Fatti e non parole….
sig. Sindaco di Ginosa. Segnaliamo questa piccola curiosità agli
organi di stampa, per far presente che lo Stadio Miani nel 2008, è
ancora un Campo di….Polvere.
( Tifosi e sportivi Biancazzurri)