Nel 2006, Robert Redeker scrisse un articolo di aspra critica all
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Nel 2006, Robert Redeker scrisse un articolo di aspra critica all
[ISLAM/POLITICA] DI MARCO DELL’ORO IL PROFESSORE CHE VIVE BLINDATO Nel 2006, Robert Redeker scrisse un articolo di aspra N on sono il nuovo Rushdie, dice. Però da mesi vive in un nascondiglio segreto, sotto la protezione della polizia, e il suo incubo scuote le coscienze della laicissima Francia. Professore di Filosofia al liceo “Pierre-Paul-Riquet” a Saint-Orens de Gammeville (Tolosa), Robert Redeker è vittima di una fatwa, la condanna a morte decretata contro i nemici dell’islam. L’ha ricevuta il 19 settembre, quando il quotidiano Le Figaro pubblicò un suo articolo dal titolo profetico: “Di fronte alle intimidazioni islamiche, che cosa deve fare il mondo libero?”. Fu subito l’inferno. In Tunisia il quotidiano venne ritirato dalla vendita “per insulto all’islam”. In serata, il professore affermò di aver ricevuto minacce di morte, avvisando il preside di non poter più assicurare le sue lezioni: «Sul sito internet che mi condanna a morte c’è la mappa per raggiungere casa mia e uccidermi, c’è la mia foto e quelle dei luoghi dove lavoro». Il giorno dopo, senza essere nominato, Redeker fu denunciato su Al Jazira e la mattina del 21 settembre sentì suo- I PRECEDENTI 14 FEBBRAIO 1989 L’ayatollah Khomeini proclama una fatwa chiedendo la morte di Salman Rushdie (nella foto), scrittore e autore di Versetti satanici, libro giudicato blasfemo e offensivo dell’islam. In base alla fatwa ogni musulmano “zelante” è chiamato ad assassinare critica all’islam. Da allora vive nascosto e protetto nare il campanello della sua abitazione. Era la polizia. Da quel momento il professore non ha più casa e cambia rifugio in continuazione. Ci sono voluti mesi perché Redeker facesse di nuovo sentire la sua voce. Il 15 novembre, in un teatro di Tolosa, alcuni intellettuali tra cui Bernard-Henri Lévy, Alain Finkelkraut e Pascal Bruckner gli portano solidarietà. Lui è presente ma resta dietro le quinte. Parla ma senza farsi vedere. Spiega la sua paura: «Certo che non mi aspetto un commando di miliziani», dice, «ma cosa accadrebbe se un invasato della banlieue di Tolosa decidesse di guadagnarsi il paradiso rispondendo alla fatwa?». Orgoglioso, non si pente: «Non cambierei una virgola di quello che ho scritto». Purtroppo non è un problema di virgole. Ecco una frase del suo articolo, nemmeno delle più virulente: «Odio e violenza abitano il libro con cui ogni musulmano è educato, il Corano. Come al tempo della guerra fredda, violenza e intimidazione sono le vie utilizzate da un’ideologia a vocazione egemonica, l’islam, per posare la sua cappa di piombo sul Rushdie e gli editori del libro: è prevista una ricompensa di 1 milione di dollari, 3 se il giustiziere è iraniano. Il presidente Khatami annulla la fatwa nel 1998, ma è tardi: sono già stati commessi attentati contro librerie e giornali; il traduttore giapponese di Rushdie è stato ucciso, altri feriti. NOVEMBRE 1993 Nel Bangladesh, Teslina Nasreen (nella foto), mondo». Vero che quando l’articolo apparve erano i giorni di Ratisbona e delle polemiche contro il Papa. Ma resta difficile condividere il tono di quell’attacco, che si spiega – forse – solo ricordando che quella della provocazione è una vecchia tradizione francese, dagli anarchici ai surrealisti. Soltanto il ministro dell’Educazione, Gilles de Robien, mentre solidarizzava con il professore, sentì il dovere di ricordargli le virtù della moderazione. Gli intellettuali d’Oltralpe hanno difeso il principio della libertà d’espressione senza entrare nel merito del testo di Redeker: troppo figli di Voltaire («Anche se non sono d’accordo con quello che dite, sono pronto a battermi perché voi possiate dirlo») per ammettere la grossolanità delle sue tesi. Intanto, fanno pensare i risultati del sondaggio del settimanale cattolico La Vie: quasi la metà dei francesi pensa che le religioni non devono essere oggetto di alcuna critica. Vien da chiedersi se siano gli stessi francesi che, nei fatti, dimostrano sempre meno interesse per la pratica religiosa. 왎 ginecologa, finisce nel mirino di un gruppo fondamentalista dopo la pubblicazione del suo libro Lajja (La vergogna) che racconta le violenze subite da una famiglia indù in questo Paese musulmano. Teslina si è rifugiata in Svezia per continuare la sua lotta. Ora vive a Berlino. 2 NOVEMBRE 2004 Ad Amsterdam il regista Theo Van Gogh (foto a destra), pronipote del pittore, è ucciso in strada da Mohammed Bouyeri, un olandese di origine marocchina che viene anche trovato in possesso di una lista di persone tra le quali la deputata olandese di origine somala Ayaan Hirsi Ali, nota per le sue critiche all’islam. 30 SETTEMBRE 2005 Il quotidiano danese Jyllands-Posten pubblica dodici caricature del Profeta. “ ” Che cosa accadrebbe se un invasato della banlieue di Tolosa decidesse di guadagnarsi il paradiso rispondendo alla fatwa? La protesta infiamma le piazze del mondo arabo-musulmano. 25 SETTEMBRE 2006 A Berlino, la direttrice della Deutsche Opera annulla le rappresentazioni dell’Idomeneo di Mozart, che mette in scena le teste tagliate di Poseidone, Gesù, Budda e Maometto. Aveva ricevuto una telefonata di avvertimento da parte di un gruppo del fondamentalismo islamico. CLUB3 31 SETTEMBRE 2007