ItaliaOggi 147, 22 giugno 2013

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ItaliaOggi 147, 22 giugno 2013
• Nuova serie - Anno 22 - Numero 147 - €
1,20* - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Sabato 22 Giugno 2013 •
GERMANIA
STATI UNITI
NEL MONDO
Berlinesi in via
di estinzione
I wasp nascono
sempre meno
I milionari sono
sempre di più
Giardina a pag.
Scarane a pag.
servizio a pag.
14
15
14
* Nella provincia di Rimini ItaliaOggi è in abbinata obbligatoria reciproca con Il Quotidiano di Rimini € 0,50 (0,38+0,12)
* con guida «L’assicurazione obbligatoria dei professionisti» a € 5,00 in più; con guida «IMU 2013» a € 5,00 in più; con guida «Le nuove regole del condominio» a € 5,00 in più con guida «Detrazioni fiscali su ristrutturazioni ed efficienza energetica» a € 6,00 in più
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24 Giugno 2013
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obbligatoria reciproca
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IL PRIMO GIORNALE
PER PROFESSIONISTI
Sette
E IMPRESE
rocrazia
Vittoria della bu
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MARINO LONGONI
s.it
mlongoni@clas
DI
dei ri-
,
norma sulla indennizzabilità
amministrazione
I N E V I D E N Z A Latardi
della pubblica
del Fare (dl
decreto legge
contenuta nel
emblema di come
***
presa a
69), può essere sta affrontando i problemi
questo governo il paese. Nessun dubbio
che attanaglianoLa morsa dell’apparato
sulla diagnosi. imprese è certamente
burocratico sullevincoli allo sviluppo. Le
uno dei più forti della burocrazia, le lendenunce sui costi
ità di un apparato
tezze e l’autoreferenzialsono quasi quoatto
pletorico e inefficiente
Il governo, preso
tidiane. Bene. ha deciso di proporre
della malattia,
la pubblica amImpresa/1 - Rete-soggetfiscale.
anche un rimedio:
pagherà in moneta
to senza il bonusEntrate
ministrazione le volte che arriCircolare dellene dei besonante tutte
massimo.
sull’applicazio
verà fuori tempo idea.
buona
imprese in
Sembra una
nefici per le
dello
Ma la Ragioneria
Unico 2013
fatto
pag. 13
stato deve aver
Mastroberti a
se
che
presente
applicata
Il business
a tutti
Impresa/2 nai ripassa dall’internazio ad
Fisco- Guerra
all’evasione fiscale. Ma senza
armi. I risultati
(scarsi) del G8:
bandito
segreto bancario
Cerne a pag. 11
lizzazione. Progetti
ed enti lohoc di banche le imprese
cali per aiutare
ad andare all’estero
14
Di Palma a pag.
- Nuove
Impresa/3
modalità di denuncia
lavoro
preventiva del deIl
a chiamata.
creto ministeriale
dal
sarà operativo
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it
3 luglio
giudiziario?
procedimento norma sarà
frontare un
e
l’effetto della
amministrazion
Probabilmente, i ritardi molto lunghi e
di far
tardi della pubblica
quello di favorire il contenzioso amminiavrebbe rischiato del deil testo
questa norma
di incrementare
pubblici. Così al punto da
la pubblica amminisaltare i conti
fino
un paio di
strativo. In aggiunta
anche riservata
creto è stato sterilizzato
a una pura operaziostrazione si è fuga. La prima è legata al
una
ridurre l’indennizzo
l’indencomode vie di
governativa. Insomma,
sperimentale,
al tg e
ne di cosmesi
fatto che, essendoessere cancellata tra 18
di produrre titoli
norma in gradonessun effetto concreto. Si
problemi ai
nizzabilità potrà
creasse troppi
sui giornali, ma per l’impresa che lamenta
mesi nel caso seconda, clamorosa, è nel
La
prevede infatti p.a. un percorso a ostacoli
manovratori. decreto, laddove prevede
il ritardo della
arriverà a contesto stesso del
criticità, le pubblidelle
tale che ben difficilmente
sanzione a carico
che «nel caso emergano
potranno individuacludersi con una
i. C’è anzi il ripiù adeguati
che amministrazioni
a essere
pubbliche amministrazion
Cioè il
re termini procedimentali
schio che sia l’impresa
organizzative».
pagare una
alle loro esigenze di 30 giorni potrà escondannata a
pubblico.
al puro
termine ordinario
somma all’ente
è
fino a 180. Siamo
sere allungato
In ogni caso l’indennizzo
Alla mistificazioper
euro
normativo.
30
O, più
velleitarismo
stato ridotto a
ne legislativa.
,
ritardo, con
prosaicamente i
ogni giorno di 2 mila euro.
alla presa per
un massimo di
fondelli. Finirà
Con queste prospettive
vale la pena
per non pache
di afgare nemmeno
di
pochi euro si
indennizzo, i
allungheranno
termini dei procela ratio
dimenti. Ma era di
non
della norma
velocizzarli?
anche negli altri
Il dramma è che è difficile rinvedecreto
85 articoli del più consistente di un
di
nire qualcosa intenzioni. Di ben altro
elenco di buone il paese, prostrato da
avrebbe bisogno
una riduzione
Di
una crisi devastante.
costi della macchina
consistente dei una dismissione maspubblica, di
dello Stato
siccia del patrimonio
Di una
e degli enti pubblici.
a
lotta senza quartiere
consorcorruttele e taglio
terie. Di un
secco della presorsione fiscale,
ai ufficialmente
QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO
In pensione 4 anni prima
A condizione che assegno e contributi mancanti siano versati dal
datore di lavoro e l’anticipo sia previsto da un accordo sindacale
Giornale dei
professionisti
IL
*
*
*
Festival del lavoro Mini-lifting in arrivo per
la riforma Fornero. Più
difficile passare da contratto
a progetto a subordinato
Marino-Stroppa a pag. 23
Corte costituzionale Strada spianata alle regioni
in materia di agevolazioni
Irap per sostenere cultura e
paesaggio locali
Tomasicchio a pag. 27
Decreto
calamità Dec
Via
V libera definitivo
v dalla Camera.
Per
P le vittime
del
d sisma, mutui
senza
vincoli
se
Migliorini
a pag. 28
Mig
Impresa - Ecco gli incentivi al Sud: 190 milioni sul
piatto, le domande dal 4
settembre
Lenzi a pag. 30
su www.italiaoggi.it
Documenti/1 - Il testo
del decreto del fare con la
relazione tecnica
Sì all’anticipo della pensione, se lo
vuole l’azienda o lo studio professiovu
nale da cui si dipende. Ma a tre conna
dizioni: che l’anticipo sia al massimo
di
di quattro anni; che sia frutto di un
ac
accordo sindacale; e che il datore di
la
lavoro (non necessariamente impresa) si faccia carico dell’onere di pagasa
m
mento della «retribuzione-pensione»,
inclusi contributi figurativi, durante
in
il periodo dell’anticipo. A stabilirlo è
il ministero del lavoro nella circolare
numero 24/2013 di ieri, in cui detta le
nu
istruzioni alla novità prevista dalla
is
riforma Fornero.
rif
«Nove priorità programmatiche molto impegnative».
Sono quelle che Scelta civica
ha portato all’attenzione del
premier Enrico Letta, e che,
secondo il senatore Pietro
Ichino, sono fondamentali per
ridare ossigeno al paese. Al
primo posto, lo stato deve pagare i debiti. Urgentissimo è il
provvedimento che proponiamo per consentire l’anticipazione bancaria del pagamento
dei debiti dello stato verso le
imprese: li si possono esaurire tutti in tre mesi, mettendo
in circolazione 50 miliardi». E
poi, un Codice del lavoro semplificato, «riforma matura sul
piano politico e su quello tecnico, a costo zero».
Cirioli a pagina 23
IN GERMANIA 200 TAGLI
Gruner+Jahr
studia l’uscita
dalla joint venture
con Mondadori
Pistelli a pag. 7
Capisani a pag. 21
Il decreto del Fare, ieri in Gazzetta Ufficiale, prevede il commissariamento degli enti pubblici inerti
Fondi Ue, ultima chiamata
IN EDICOLA
Documenti/2 - Il disegno
di legge sulle semplificazioni
Documenti/3 - La sentenza della Cassazione sulle
unioni
unio di fatto
Documenti/4
- Il
D
decreto
sulle garand
zie
z per le start up
innovative
in
Documenti/5
- IncenDoc
tivi alle imprese del Sud,
la circolare dello sviluppo
economico
Pietro Ichino spiega come pagare i debiti
dello Stato alle imprese in soli tre mesi
CON
ORSI & TORI
DI PAOLO PANERAI
Una bomba da mille miliardi di euro pesa sul
capo dei contribuenti europei, quindi anche italiani, nonostante in questa vicenda l’Italia sia
senza alcuna responsabilità, essendo anzi il Paese
più virtuoso, senza macchia alcuna. Si tratta
della fattura da pagare per la crisi dei subprime
del 2007, la madre di tutte le crisi, che ha devastato i conti di molte banche europee, ma appunto
nessuna italiana. Bastino alcuni dati: per liquidare i 266 miliardi di euro di titoli tossici tuttora
nella pancia della bad bank di Dexia, la banca
franco-belga, ci vorranno ancora 63 anni. In
Germania gli attivi tossici o non strategici da
liquidare arrivano a 600 miliardi. In Gran
Bretagna è acceso il dibattito sulla situazione
della Royal Bank of Scotland (Rbs), salvata
continua a pag. 00
Cerisano a pag. 24
DIRITTO
& ROVESCIO
L’escort che lavorava (anche)
a Palazzo Vecchio di Firenze
a favore di pubblici amministratori e di civil servant
faceva affidamento sulla
comprensione (e anche sulla
cecità) delle inservienti con
il mocio e lo spazzolone. La
signora senza scrupoli era
amica di un politico renziano, moralista assai. È
lo stesso che, a suo tempo,
sprizzando fuoco dalle narici frementi, si lamentava
di «dover vivere in un paese
guidato da un puttaniere».
Le ultime vicende dimostrano che lui, di quel paese, ha
diritto di godere della cittadinanza onoraria. Altroché.
Jus soli o no.
083048051048051057048051052
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Sabato 22 Giugno 2013
I COMMENTI
L’ANALISI
IMPROVE YOUR AMERICAN ENGLISH
Renzi: la politica
non si fa origliando
Renzi: politics are not
done by overhearin
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N
essuno sofsecondo le testimoDI MASSIMO TOSTI
fre di crisi
nianze raccolte dal
di astinenFatto Quotidiano (un
za (da curare con il meta- giornale sensibilissimo a ogni alito
done) a causa dei silenzi di Matteo di procura, e favorevole a tutte le
Renzi. Il quale, appunto, è onnipre- vie giudiziarie che puntano al disente (sui giornali e in tv) per chiari- scredito della classe politica). Renzi
re il suo pensiero e le sue strategie. è uno che deplora questo genere di
In una delle ultime esternazioni (al intromissioni delle toghe nei peccati
Foglio) ha annunciato che entro la (persino se non configurano reati)
prima settimana di luglio scioglierà della casta.
la riserva sulla sua candidatura alla
La pensa più o meno come i fedesegreteria del Pd. Nelle precedenti, lissimi di Berlusconi (stretti intorsi è costantemente preoccupato di no al loro leader, perseguitato dalla
garantire la propria lealtà al go- magistratura), pur considerandoli,
verno presieduto da Enrico Letta. a tutti gli effetti, come gli avversaE poi, non ha perso occasioni per ri da combattere e da sconfiggere.
Con i programmi
ribadire che la guerpolitici, con il rera contro Berlusconi
sponso degli elettodeve essere vinta
Basta coi magistrati
ri, come avviene in
sul terreno politico,
che fanno e disfano
tutti i Paesi demoe non su quello giui governi
cratici. Discutendo
diziario. Questo è un
di tasse, di ripresa,
concetto espresso da
di incentivi per l’ocmoltissimo tempo, e
quindi non ha nulla a che vedere cupazione, di riforme istituzionali,
con lo scandalo a luci rosse che sta di svecchiamento delle procedure
investendo la giunta di Firenze. In amministrative, di buon goverquella vicenda Renzi è accusato no. Senza l’assillo della moralità
(un modo come un altro per chia- privata e degli esercizi ginnici in
marlo in causa) di aver accettato le camera da letto. Ha il merito di
dimissioni dell’assessore Massimo aver capito che la gente è stufa di
Mattei (uno che ne aveva favorito origliare dai buchi della serratura,
l’elezione a sindaco), coinvolto (ma e spera che si avveri il sogno nato
non indagato) nell’inchiesta sulle nel 1994: la nascita di un bipolaescort di Palazzo Vecchio. Il sindaco, rismo perfetto, e di una democrazia
in altre parole, è accusato di cinismo dell’alternanza.
(ohibò!). Il suo è stato «un autogol»,
© Riproduzione riservata
N
cording to reports from il Fatto
obody is in a cold
Quotidiano (a newspaper that
turkey (to cure with
pays close attention to every
methadone) because of
Matteo Renzi’s silence. breath prosecutors take and is
for any judicial move that disHe is omnipresent (on print and
credits the politicl class) his
Tv) to explain his thoughts and
behavior was an own goal. Renstrategies. In one of his latest
zi deplores these intrusions by
interviews (with Il Foglio) he anmagistrates in the sins (even if
nounced that by the first week
they constitute crimes) of the
in July he will reveal whether he
caste. He feels about it kind
is running for Pd secretary. In
like Berluscothe previous inni’s most faithterviews he confile audio
ful followers
stantly worried
www.italiaoggi.it (close to their
about guaranteel e a d e r, p e r s e ing his loyalty to
cuted by judges)
the government
even though he considers them
led by Enrico Letta. Then he
enemies to fight and defeat.
never missed an opportunity to
Through political programs,
state that the war against Berwith feedback from voters, as
lusconi must be won on policies
happens in every democratic
and not in the courts. This is a
country.
concept that has been expressed
Debating about taxes, recovfor a long tome and so one that
ery, incentives for employment,
has nothing to do with the red
institutional reforms, streamlight scandal that is involving
lining of administrative proFlorence’s city council. In that
cesses and good government.
circumstance Renzi is accused
Without continued reminders
(one of the ways to involve him)
on public morality and gymnasof having accepted the resignatics exercises in the bedroom.
tion of councilman Massimo
He can boast the merit of havMattei (who had supported him
ing understood that people are
in his election campaign) who
sick of spying through keyholes,
is involved (but not under inand hope that the dream born in
vestigation) in the investigation
about escorts at Palazzo Vecchio. 1994 will come true: the birth of
a perfect bipolarism, a democThe mayor is in other words acracy of two alternatives.
cused of cynicism (gosh!). Ac-
IL PUNTO
LA NOTA POLITICA
Il Pd è ancora afflitto
dalla cultura ex comunista
DI
SERGIO SOAVE
N
el grande contenitore del centrosinistra, il Partito democratico,
il tono di fondo, la cultura
politica che appare più frequentata, soprattutto al livello della militanza diffusa,
è quella che ha origine nella
vicenda del Pci. Nei punti
apicali, invece, i dirigenti
che vengono da quella stessa radice, vengono via via
soppiantati da personalità
provenienti in modo più o
meno diretto dalla storia
della sinistra democristiana o persino dalla sinistra
socialista. Il segretario, seppure provvisorio, del partito
e quella della potente Cgil,
Guglielmo Epifani e Susanna Camusso vengono dalla
corrente lombardiana del
Psi, mentre il presidente del
consiglio e il più accreditato candidato alla segreteria,
Enrico Letta e Matteo Renzi,
vengono dalle file del partito
cattolico. Non si tratta della presunta discriminazione
a suo tempo lamentata da
Massimo D’Alema, quando
parlava degli ex comunisti
come «figli di un dio minore», tant’è vero che Giorgio
Napolitano, autorevolissimo
ex comunista, è unanimemente apprezzato ora anche dagli esponenti dell’area
moderata e di centrodestra,
È quello che ha impedito a D’Alema,
Veltroni e Bersani
di imporsi
tradizionalmente anticomunista.
Naturalmente i post comunisti hanno la possibilità di rientrare nella gara
per la guida del partito e
del governo, e le candidature annunciate anche se
ancora non formalizzate di
Fabrizio Barca e di Gianni
Cuperlo sembrano destinate a raccogliere un consenso
soprattutto in quest’area.
Con tutto il rispetto che meritano queste proposte, esse
però appaiono come tendenzialmente minoritarie. Il
fatto è che la cultura politica
che proviene dall’esperienza
comunista, se non viene filtrata da una revisione profonda e sofferta, come quella
svolta anche prima di salire
al Quirinale da Napolitano,
risulta inquinata da permanenti concezioni machiavelliche e da una sostanziale
ambiguità nei confronti del
sistema economico liberale.
Paradossalmente questi limiti vengono strumentalizzati dai partner, come si è
visto nell’unico caso di direzione del governo da parte
di un premier post comunista, D’Alema, che fu sostenuto machiavellicamente da
Francesco Cossiga perché
desse forza alla partecipazione italiana alla guerra
della Nato contro la Serbia,
e che si trovò nell’anticamera quella che un esponente
ironico della sinistra come
Guido Rossi descrisse come
«l’unica merchant bank dove
non si parla inglese». Questi
stessi difetti o altri simili,
peraltro, hanno affondato le
proposte di Walter Veltroni
e impedito a Pier Luigi Bersani di fare gol a porta vuota
nelle ultime elezioni.
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Si dilata il fronte
delle opposizioni
DI
MARCO BERTONCINI
Sarebbe rischioso dedurre che la perdita di una
settantina di suffragi a
Montecitorio, nella prima
fiducia chiesta dal governo
(rispetto al voto espresso
dalla Camera all’insediamento del gabinetto Letta), abbia un valore politico. Quando un esecutivo si
presenta in Parlamento, a
votare ci vanno quasi tutti,
di maggioranza e di opposizione; quando si tratta
di una fiducia di ordinaria
amministrazione, le assenze si sprecano. A maggior
ragione crescono quando
il margine esistente fra
sostenitori e avversari del
governo è elevatissimo. Infatti pure alcuni deputati
di opposizione non si sono
recati in aula.
Semmai, bisogna trarre
dal voto la conferma che
a opporsi non è soltanto il
M5S, che dall’alto del disprezzo col quale osserva
tutti gli altri parlamentari
rivendica di essere l’unica,
vera opposizione; ci sono
altresì i leghisti, i seguaci
di Nichi Vendola, la pattuglia di Giorgia Meloni. Si
riceve la convalida, insomma, di come il fronte delle
larghe intese sia senz’altro largo, anzi, molto largo, ma ci siano più partiti
che dell’opposizione fanno
la loro bandiera. Ciascuno
di essi cerca di esprimere
la propria identità, nella
speranza di attrarre simpatie fra gli insoddisfatti.
Non si deve trascurare
che i sondaggi indicano
una diminuzione del favore popolare nei confronti
del governo. Il Pdl non
sembra più col vento in
poppa; e se i grillini calano (c’è delusione per il
loro comportamento, ma
soprattutto la protesta
tende a spostarsi sul non
voto), qualche piccola frangia in più veleggia verso
Sel e verso Fd’It. È un sintomo dell’insoddisfazione
verso la maggioranza, ma
diremmo soprattutto verso il governo, palesemente ritenuto in eccessiva
continuità con l’esecutivo
Monti.
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4
Sabato 22 Giugno 2013
PRIMO PIANO
É la richiesta del Pdl in cambio del sì sul decreto emergenze e del sostegno in parlamento
La fiducia a Letta vale Iva e Imu
Cgil, Cisl e Uil in piazza: troppi annunci, nessuna decisione
DI
FRANCO ADRIANO
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P
oche ore prima il momento in cui la terra
ha tremato ancora (in
Lunigiana fra Massa
Carrara e La Spezia), per fortuna senza danni importanti,
il governo ha ottenuto il via
libera della Camera al decreto sulle emergenze, che tra
l’altro contiene gli interventi
in favore delle zone terremotate del maggio 2012, per la
ricostruzione in Abruzzo. Si
è trattato del primo voto di fiducia di Letta con 383 sì e 154
no. La maggioranza ha tenuto
anche dopo le ultime evoluzioni delle vicende giudiziarie
di Silvio Berlusconi. Enrico Letta lo ha ringraziato
pubblicamente proprio dopo
il voto alla Camera: «Immagino che sia rimasto deluso
ma le sue parole pubbliche
sono state senz’altro corrette e collaborative». Tuttavia,
per Letta ci sarà un prezzo
da pagare. Il conto glielo ha
presentato il suo vice a palazzo Chigi, Angelino Alfano,
all’ora di pranzo quando il
numero due del governo ha
ribadito al presidente del consiglio la linea del Pdl, ossia:
un sostegno leale al governo
purchè siano mantenuti tutti
gli impegni assunti, a partire
dall’abolizione dell’Imu e dallo stop all’aumento dell’Iva. A
fare da contorno all’incontro
che doveva fissare gli impegni delle prossime riunioni
del Consiglio dei ministri la
raffica di dichiarazioni degli
esponenti del Pdl più vicini
al Cavaliere, tutte rivolte
a battere sul tasto di Iva e
Imu. «La pazienza del Pdl
non è infinita», ha dichiarato Daniela Santanché, «il
vero banco di prova saranno
i provvedimenti su Imu, Iva e
sgravi fiscali per chi assume
(...) che diamo per scontati».
Saccomanni conferma
che su Iva e Imu ci proverà
Al termine del vertice Ecofin che ha chiuso formalemnte la procedura europea
per disavanzo eccessivo nei
confronti dell’Italia è spettato al ministro dell’economia,
Fabrizio Saccomanni,
spiegare che cosa cambia
adesso. Primo: «Non è che
si va sotto il 3% e poi si torna subito di nuovo sopra».
Dunque, al di sotto del 3%
«possiamo fare grosso modo
quello che ci pare, oltre il 3%
c’è in discussione la possibilità di scomputare la quota di
finanziamento nazionale dai
cofinanziamenti sui progetti
europei». Secondo: la priorità indicata dal governo è la
lotta alla disoccupazione giovanile. E in questo caso: «La
proposta di Bei e Commissione Ue di un meccanismo che
attraverso un sistema di leve
finanziarie metterà a disposizione delle piccole e medie
imprese europee fino a cento
miliardi di prestiti nel periodo 2014/2020 è in linea con
le indicazioni emerse alla riunione dei ministri economici a
Roma qualche giorno fa». E su
Iva e Imu? Saccomanni
non fa promesse, ma dimostra di sapere bene
quanto sta avvenendo a
Roma. «Stiamo studiando tutte le opzioni», ha
dichiarato, «l’obiettivo
è trovare intese le più
larghe possibili per
non creare nuovo debito e per promuovere,
se possibile, un meccanismo di riforma che
renda in futuro meno
gravo l’intervento delle
finanze pubbliche». Incalzato sull’Iva, il ministro dell’Economia ha
risposto che «l’aumento
dell’Iva vale due miliardi di euro» se partisse
al primo luglio come
inizialmente previsto.
Se invece partisse più
tardi, e durasse «la metà del
tempo, ossia solo tre mesi, allora costerebbe un miliardo di
euro».
Sindacati sempre
più impazienti
L’impazienza non è solo la
caratteristica degli industriali rappresentata da Giorgio
Squinzi. Oggi scenderanno
in piazza a Roma Cgil, Cisl e
Uil. Sono oltre 520 mila i lavoratori in cassa integrazione
a zero ore dall’inizio dell’anno. Una situazione insostenibile. Il segretario della Cgil,
Susanna Camusso, bacchetta il governo tutto annunci e
nessuna decisione. «La sensazione», ha sottolineato, «è
che i dossier si moltiplichino,
che non si decida sui singoli
capitoli. Credo che in parte
la ragione sia che il governo
precedente ha lasciato dietro di sé un infinito numero
di compiti di traduzione dei
tanti decreti fatti da un lato
ma dall’altro le incertezze di
non aver deciso qual è il punto vero su cui concentrarsi». E
il dibattito su Imu e Iva è «la
dimostrazione che si continua
a restare dentro gli echi della
campagna elettorale». Inoltre,
l’aumento dell’Iva non può essere collegato all’abolizione
dell’Imu. «Ciò che non va bene
è l’idea che siccome bisogna
intervenire su quello bisogna
abolire anche la tassa sulla
proprietà della casa», spiega
Camusso che è d’accordo sullo
stop all’aumento dell’Iva.
Grillo ancora nella bufera
Un’altra senatrice, Paola
De Pin, ha lasciato il Movimento 5 Stelle. Ha spiegato:
«Dopo una lunga e sofferta
riflessione annuncio la mia
uscita dal Movimento 5 Stelle.
Desidero, inoltre, manifestare
la mia piena solidarietà alla
senatrice Adele Gambaro. È
evidente che le critiche da lei
sollevate, giuste o sbagliate
che fossero, avevano un carat-
Il focus Lorien su M5S
In un focus di Lorien consulting, la società di Antonio
Valente, condotto tra il 15 e
il 17 giugno, emerge che il
M5S è diviso proprio a metà
(di qui le lacerazioni in corso)
Vignetta di Claudio Cadei
tere politico e non meritavano né la reazione che hanno
provocato, né, tanto meno, la
successiva gogna mediatica».
De Pin ritiene che questo
episodio porti all’autocensura dei parlamentari 5S: «Non
bisogna mai avere paura di
esprimere le proprie opinioni. Se questo timore dovesse
esserci, non vivremmo più in
una democrazia, ma in un altro sistema, molto più oscuro
e pericoloso». Beppe Grillo
a Ragusa per sostenere il
suo candidato al ballottaggio
ha sostenuto che il M5S ha
ottenuto il risultato di far
scomparire tutti i partiti e si
è detto convinto che si voterà
presto. Il Pd Matteo Renzi
ha voluto replicare che Grillo è come se avesse vinto il
biglietto della lotteria e lo
avesse buttato via.
tra fedelissimi e dissidenti:
due anime e due visioni. Da
un lato l’area più politico-istituzionale, favorevole ad una
soluzione di compromesso e
ad alleanze con il centrosinistra per governare. Dall’altra un’area movimentista e
contraria ad ogni forma di
alleanza. Di certo, l’elettorato
del M5S vuole tornare al voto
possibilmente con una nuova
legge elettorale. Ma il giudizio è cambiato. Oggi nessun
simpatizzante M5S dichiara
un giudizio “molto positivo”:
soltanto tre mesi fa erano più
del 20%. Il bacino potenziale (ossia i simpatizzanti) si
riduce dal 34% al 24%, così
come l’intenzione di voto è
scesa quasi costantemente da
poche settimane dopo il voto
fino ad oggi (attualmente al
19%). Ma è proprio l’ex leader indiscusso Grillo a vede-
ItaliaOggi.it
re quasi dimezzato in questo
periodo il proprio giudizio positivo (dal 43% al 24%). Così,
l’area dei dissidenti (l’anima
istituzionale e favorevole ad
accordi programmatici) tradita dalle scelte di Grillo si sta
riducendo scendendo dal 53%
al 45%. Si tratta in
gran parte di inoccupati (molti studenti e
pensionati) ossia di
coloro che si sentono più colpiti direttamente dalla crisi
economica, ma ne
sottolineano anche
le opportunità positive di cambiamento.
Perciò sarebbero più
aperti nei confronti
del governo Letta. I
fedelissimi, invece,
che corrispondono
all’area più movimentista, nonostante il crollo diffuso dei
consensi rinforzano
il loro legame con il
capo. Sono giovani
e giovani-adulti con
alto livello d’istruzione e di occupazione che non
sono collocabili né a destra né
a sinistra e formano lo zoccolo duro del movimento su
cui Grillo potrà ricominciare
a costruire.
Lusi in ospedale, processo
rinviato ad ottobre
L’ex senatore Luigi Lusi,
che fu tesoriere della Margherita, è stato colto da malore
in un intervallo dell’udienza al processo che lo vede
imputato di appropriazione
indebita per aver sottratto,
secondo l’accusa, fondi a lui
affidati. Lusi era nei corridoi
quando si è sentito male ed
è stato subito soccorso dal
medico del Palazzo di giustizia. L’ex senatore è stato
ricoverato all’ospedale Santo Spirito, dove si trova in
rianimazione. Il malessere
ha colto Lusi dopo che aveva
annunciato in aula che non
avrebbe accettato di essere
sottoposto ieri all’interrogatorio, annunciando invece il
deposito di 62 documenti che
ripercorrono tutti gli episodi della vicenda che lo vede
protagonista. Il pubblico
ministero Stefano Pesci
ha dato parere favorevole
all’acquisizione del dossier
mentre si sono opposti i difensori di parte civile Alessandro Diddi e Nicola
Madia sottolineando in sostanza che questi documenti
non possono che confermare
quanto fi no ad oggi è stato
acquisito. Il Tribunale, prendendo anche atto del malore
dell’imputato, ha rinviato il
processo all’11 e al 14 ottobre per raccogliere la testimonianza di una decine di
persone.
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6
Sabato 22 Giugno 2013
PRIMO PIANO
L’eccesso indebito di modifiche in parlamento può indurre la Consulta a cancellarli
Decreti, rischio incostituzionalità
E il ricorso del governo al voto di fiducia può aumentare
DI
IL PRESIDENTE CHIAMA VERNA, DIRETTORE TECHINT
MARCO BERTONCINI
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D
ifficile pensare che
la prima fiducia su
un decreto-legge
(eredità dell’esecutivo precedente) resti un
fatto isolato. La presenza
di corposi gruppi parlamentari di opposizione ad alzo
zero, come quelli grillini
(eventualmente ringalluzziti dalla scoperta dell’ostruzionismo), e l’attività di sostegno che può arrivare da
eletti padroni delle tecniche
di rottura (Sel, Lega, Fd’It),
potrebbero costringere il governo a ricorrere di nuovo
all’abusato strumento della
fiducia, per tagliar corto in
Parlamento. Un fatto tuttavia non va trascurato, e
il decreto-legge n. 43/2013,
ieri convertito a Montecitorio, ne costituisce rilevante
testimonianza: l’eccesso indebito di modifiche, introdotte in Parlamento rispetto al testo originario, rischia
di provocare, sia pure fra
mesi o anni, una pronuncia
d’incostituzionalità.
Il comitato per la legislazione ha espresso un parere
tanto puntuale quanto severamente critico, che occupa
la bellezza di otto pagine a
stampa. Viene opportunamente citata la sentenza n.
22/2012 della Corte costituzionale, che esclude «la possibilità di inserire nella legge
di conversione emendamenti
del tutto estranei all’oggetto
e alle finalità del testo originario».
Ove si pensi che gli articoli sono passati da 9 (nel de-
Rocca si porta i suoi
in Assolombarda
DI
BONIFACIO BORRUSO
G
Vignetta di Claudio Cadei
creto) a 26 (in conversione)
e che decine e decine sono
le disposizioni introdotte ex
novo, le preoccupazioni del comitato sono più che fondate.
Basterebbe scorrere il testo
coordinato del decreto con i
mutamenti apportati dal senato per avere una sensazione visiva dello stravolgimento
operato: le parole, le righe, i
commi, gli articoli in grassetto (così composti per distinguerli dal testo originario)
sopravanzano il rimanente.
È di pochi giorni il rinvio
alla Corte costituzionale della
cosiddetta legge Fini-Giovanardi sulla droga. Si tratta di
disposizioni introdotte in sede
di conversione di un decreto
(n. 272 del 2005) che stabiliva norme per le «Olimpiadi
invernali« e la «funzionalità
dell’amministrazione dell’Interno». Un corpo estraneo,
dunque. Per quanto sia prudente non avanzare previsioni sulle sentenze dei giudici
costituzionali, si può dire che
l’orientamento prevalente degli addetti ai lavori s’indirizza verso l’incostituzionalità
del provvedimento.
Ovviamente i troppi decreti-legge diventati convogli
cui sono stati attaccati vagoni eterogenei si prestano a
censure per incostituzionalità. Sarebbe opportuno che
le Camere prendessero atto
del problema, che fu più volte richiamato pure dal Quirinale. Da notarsi che nella
conversione operata ieri
non c’era bisogno di emendamenti; ma non è affatto
escluso che per convertire
qualche prossimo decreto si
possa tornare a simili aberranti strumenti di pessima
tecnica legislativa.
ianfelice Rocca, milanese, classe 1948, da
poche settimane a capo degli industriali della provincia di Milano, industriale egli stesso
nell’acciaio (Tenaris), nei servizi e nella sanità
(Humanitas), è arrivato scalpitante in Via Pantano, facendo sapere in giro di voler fare la sua squadra.
Commenti che non hanno fatto piacere da subito ad
Antonio Colombo, il direttore generale, classe 1951, di
Legnano (Milano), che l’altro ieri ha salutato tutti e se
ne è andato. Colombo, una lunga esperienza nell’Unione
industriali della Provincia di Varese, era arrivato ad Assolombarda nel 2007, proveniente da Confindustria, dove
era stato vicedirettore generale. Da Viale dell’Astronomia
s’era dimesso, si disse allora, in urto con la presidenza
di Luca Cordero di Montezemolo, che aveva piazzato i suoi uomini nell’amministrazione. Una circostanza
che aveva rivelato mostrato il rigore tutto lombardo di
Colombo, uomo capace ma anche poco incline al ruolo di
yes man, come infatti i rapporti tesi con Diana Bracco
dimostrarono, mentre col placido Alberto Meomartini,
oltretutto dirigente di azienda, all’Eni, e non industriale,
arrivato dopo, erano state rose e fiori. Sulle scintille con
Rocca scommettevano in molti nell’associazione meneghina ma le puntate dovranno essere sostituite: lo scontro non ci sarà. Al posto del coriaceo Colombo, Rocca ha
chiamato subito Michele Angelo Verna, romano, classe
1968, che assumerà la direzione generale di Assolombarda dal primo luglio. Il tempo di passare le consegne
della direzione risorse umane di Techint, la società che
gestisce le attività industriali del gruppo che appartiene
proprio a Rocca.
La mossa non è piaciuta a qualche vecchio socio di Assolombarda e ieri molti telefoni delle ultime aziende che
contano, a Milano e provincia, hanno squillato. «Va bene
il rapporto fiduciario», ha osservato qualche imprenditore old style, «ma portarsi il direttore del personale, si
può?!»
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APPELLO DEL PARTITO LOMBARDO A EPIFANI PERCHÉ RIPARTISCA IN SEGRETERIA GLI INCARICHI DIMENTICATI
Pd, fronda sulle deleghe in bianco per scuola e università
DI
GOFFREDO PISTELLI
N
on piace l’amnesia del traghettatore: la singolare dimenticanza di Guglielmo
Epifani, segretario nazionale del Pd, nel ripartire le deleghe
della sua segreteria, lasciando in
bianco quella di scuola e università,
fatto di cui aveva parlato ItaliaOggi
nei giorni scorsi, non piace all’interno
del partito.
Se, come avevamo riportato, era stato il responsabile scuola dei democrat milanesi, Emanuele Contu,
a gridare sul suo blog che il re del
Nazareno, Epifani appunto, era sul
punto piuttosto nudo, ora alla sua
posizioni si sono aggiunti personaggi di spicco del Pd lombardo, come
Fabio Pizzul, consigliere regionale e a lungo in predicato d’essere
il candidato alle regionali prima
di Umberto Ambrosoli o come
Marco Campione, responsabile
scuola lombardo.
Con loro anche i deputati come
Simona Malpezzi e Roberto Rampi, con la consigliera
provinciale del partito Diana De
Marchi, tutti firmatari di un appello all’ex-leader Cgil. «Le deleghe
tematiche all’interno della segreteria
sono molte e variegate», scrivono i
cinque, «politiche sociali e lavoro, politiche economiche, riforme, cultura
e comunicazione,
enti locali, Europa e difesa,
sanità, ricerca
e innovazione
tecnologica,
giovani, trasporti e infrastrutture,
ambiente. C’è
Guglielmo Epifani
in segreteria un riferimento chiaro
per tutto o quasi, eccetto istruzione
e formazione».
Eppure, notano i firmatari, che nella stessa agenda governativa non
mancano temi legati all’istruzione
di capitale importanza e citano «il
federalismo scolastico», su cui lavoreranno i 35 saggi nominati recentemente dal premier Enrico Letta.
«Quando si tratterà di affrontare
questi e tanti altri nodi», proseguono,
«quale interlocutore avranno dentro
il partito i nostri parlamentari e il
governo, le organizzazioni sindacali
e le famiglie, i docenti e i dirigenti
scolastici?».
I piddini milanesi non si spingono a ipotizzare le ragioni della singolare omissione di Epifani e che,
in ambienti del Nazareno, attribuiscono alla
volontà di tutelare
la ministra democrat Maria Chiara
Carrozza
che, prima di
entrare in parlamento, aveva presieduto il Forum dei saperi del partito,
mentre la delega, nella segreteria, ce
l’aveva la franceschiniana Francesca Puglisi, ora alla Camera.
Quello che il manifesto mostra è
che lo scontento per l’aver tolto
l’istruzione dalla segreteria non nasconde qualche manovra renziana,
come qualcuno aveva ipotizzato per
l’appartenenza riformista di Contu,
schierato col Rottamatore alle primarie. Perché se è vero che anche
Campione, appartiene alla medesima area, il deputato brianzolo Rampi è stato coordinatore della mozione Bersani in provincia di Monza,
la Malpezzi ha tirato la volata (si
fa per dire) a Laura Puppato e
la De Marchi, oggi molto vicina a
Giuseppe Pippo Civati, alle primarie aveva sostenuto il segretario
nazionale. se questo trasversalismo
crescerà a livello nazionale (si può
aderire sul blog emanuelecontu.
wordpress.com), Epifani, che sin
ora non ha replicato, dovrà battere
un colpo.
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PRIMO PIANO
Sabato 22 Giugno
Giugn 2013
7
Ichino spiega come riuscire a pagare nel giro di 3 mesi i debiti contratti dallo stato con le imprese
Subito 50 miliardi alle imprese
Le 9 priorità programmatiche presentate da Sc a Letta
tenuto sempre a distin- tutti coloro
scorso la
guersi «nella» lista e «dal- che vogliono
compattezc
Pronto un progetto
per davvero
la» lista.
za con cui
orta, sepolta. In
z
per individuare
R. Sì, sono sempre stati un la grande riqueste ore le croPd, Pdl,
e
far
crescere
partito a sé stante. E sono forma euroLega e M5s
nache politiche
L
le
eccellenze
loro che non hanno voluto pea di cui il
danno per finita la
in Senato
univeristarie italiane
rinunciare al loro simbolo nostro Paese
hanno avScelta civica di Mario Monh
nelle elezioni passate. Nes- ha urgente
versato la
ti, dilaniata dai personalismi
v
suna preclusione da parte bisogno. Io
vostra prodei montezemoliani di Italia
v
nostra nei loro confronti, se sono convinto che Renzi sia posta di nuove regole
Futura, le spinte centrifughe
vorranno partecipare al no- tra questi, come moltissime sulle nomine, mirate a
dei casiniani, idrofobi per il
stro progetto. Ci siamo pre- altre persone ed esponenti evitare passaggi autorisultato elettorale di febbrafissi il compito di unire tutti politici che oggi militano nel matici dalla politica alle
io, lo scontento degli ex-picoloro che vogliono la grande Pd o nel Pdl. Oggi noi ci pro- società pubbliche e inadiellini, convinti d’aver avuriforma europea dell’Italia, poniamo come primo nucleo movibilità dei boiardi. Lì
to pochi posti e portato molti
Pietro Ichino
non certo quello di portare di questa unione. Capisco le larghe intese le hanno
voti, come aveva documentato
che questo possa apparire fatte contro di voi e con
divisioni.
anche il sondaggista Nando
D. La mancata assun- velleitario ma appare tale l’opposizione.
Pagnoncelli alla prima riu- tevole compattezza su alcune
z i o n e d i solo perché ancora l’opinione
nione dei gruppi di Camera e scelte molto inR. Sì. E ci ha colpiti la
un
Senato. Qualcuno ci vede la cisive.
u assetto pubblica non conosce l’incisi- prontezza con cui i grillini
L’Udc
non
è
uscito
D. Quali?
di
fine dei partiti personali: ora
d partito vità e la portata delle nostre
da Scelta civica
R. Abbiamo
d a p a r t e programma. Propongo di ritocca all’ex-premier, poi verrà
per
il
semplice
motivo
d i S c e l - parlarne fra sei mesi.
il turno di Beppe Grillo, che i n d i v i d u a t o
Persino i grillini,
D. Qualche «retroscenache non ne ha aveva
ta
fra i parlamentari che caccia nove priorità
t Civica
oltre a tutti gli altri,
rista»
insiste
sul
disincanq
u
a
l
c
h
e
e quelli perde, vede assotti- programmatimai fatto parte
hanno votato contro
t e n s i o n e to che avrebbe preso il segliarsi la rappresentanza. che molto imin precedenza
i criteri di nomina
l ’ a v e v a natore Monti: la politica
Ma il rassemblement montia- pegnative, per
dei dirigenti pubblici
creata
in vista dal parlamento sano ha davvero le ore contate? noi e sopratc
L’abbiamo chiesto a uno che tutto per la maggioranza di passato. A ItaliaOggi il rebbe meno interessante
ci ha investito molto, anche cui facciamo parte. Giovedì suo collega Gabriele Al- che vista da Palazzo Chipersonalmente: Pietro Ichi- le abbiamo presentate per- bertini raccomandò che gi. Che cosa c’è di vero?
hanno aderito a queste larno, senatore di Scelta Civica. sonalmente a Enrico Let- si procedesse in fretta.
R. C’è sicuramente qual- ghe intese. Ma ci ha colpito
R. Su questo terreno c’è che cosa di vero, se ci si rife- ancora di più la prontezza
Quando lasciò il Pd, fu persi- ta, chiedendogli che entrino
no accusato d’aver scritto il nell’agenda di Palazzo Chi- stato un ritardo. Ora lo risce alle prime settimane di con cui Pd e Pdl, si sono acstiamo recuprogramma montiano men- gi.
questa
legi- cordati per respingere i nostri
q
D.Quali sono per voi i perando. Ci
tre aveva ancora la casacca
slatura.
Ma due emendamenti. Certo, acs
La nostra stella postiamo dando
democrat, come dire che il più urgenti?
da
d quando, cogliendoli avrebbero dovuto
lare è l’integrazione
R.Urgentissimo è il prov- una struttugiuslavorista faceva il dopnel
maggio rinunciare a metà delle nomin
vedimento che proponiamo ra operativa,
pio lavoro.
s c o r s o, h a ne che si apprestano a fare.
dell’Italia nell’UnioDomanda. Senatore, ma per consentire l’anticipazione articolata in
assunto
la Ma avrebbero riguadagnato
a
ne Europea anche
Scelta civica è davvero in bancaria del pagamento dei tutte le regiop r e s i d e n z a un po’ della fiducia perduta
sui diritti civili
debiti
dello ni, nominancocci come
di
d
d Scelta Ci- degli elettori.
Stato
verso do i coordinaha scritto
D.Quello che è accaduvica,
Mario
S
v
Il nostro Codice del
le
qualcuno?
Monti
l imprese: tori regionali e provinciali;
i i li
M
ti sta
t avendo un ruo- to in Senato, mercoledì, è
li
Risposta.
l si possono e al centro abbiamo ripar- lo molto forte sia sul piano destinato a ripetersi nel
lavoro semplificato
esaurire
tut- tito la responsabilità dei organizzativo, sia su quello prossimo futuro?
Così ha titoe
costa zero ma farebti
lato il CorrieR. Certamente sì, se Pd e
t in tre mesi, venti dipartimenti temati- dell’elaborazione delle scelte
be riprendere l’occumettendo
in ci di Scelta Civica. Stiamo politico-programmatiche del- Pdl torneranno a scostarsi dai
re della Sera
m
pazione sul serio
circolazione
operando senza un soldo e la nostra formazione.
ieri, per dare
principi e dagli impegni proc
50
la notizia che
D. Effettivamente, si grammatici sui qual è nato il
5 miliardi. costruendo tutto dal nulla,
E le banche ma con grandi risorse uma- sono enfatizzate le vostre governo di Letta. Non saremo
la fusione con
l’Udc, proposta dalla stessa sarebbero felici di farlo, con ne, proprio per costruire una divisioni ma pochi han- disposti a fare sconti.
Udc, non si farà. Ma l’Udc la garanzia statale che pro- formazione politica nuova, no registrato mercoledì
© Riproduzione riservata
non fa parte di Scelta Civica. poniamo, perché sarebbero non appesantita da eredità
Era davvero un titolo sbaglia- mutui che non richiederebbe- del passato.
IL CORSIVO
D. Nei giorni scorsi si
to. Anche perché, al contrario, ro alcuna ricapitalizzazione,
nelle ultime settimane, la secondo le regole di Basilea. era registrata una diversa visione sull’aborto
nostra neonata formazione Poi c’è il lavoro...
D. Siamo nel suo cam- fra Irene Tinagli e Paola
politica ha mostrato una nopo, senatore. Che cosa Binetti. Sui temi etici la
proponete?
linea di Scelta civica è la
TRIPLETE
R. Il Codice del Lavoro libertà di coscienza o ci
semplificato, una riforma sono altre opzioni?
di enorme portata, matura
R. La nostra stella polare
on sembra vero, ma c’è stato un tempo in cui
Scelta Civica non è più un
sul piano politico e su quel- è l’integrazione dell’Italia
Martin Lutero, tedesco e padre della riforma
partito ma un «business
lo tecnico, a costo zero. Ma nell’Unione Europea. Per
protestante, nutriva un’idea degl’italiani sicase». La joint-venture si
mile a quella che hanno oggi dei banchieri
sta sciogliendo, i laici di
anche la sperimentazione di noi è dunque un punto fertedeschi Daniela Santanchè e Renato Brunetta.
Montezemolo tornano in
un rapporto di lavoro dipen- mo l’allineamento, anche in
«Agli occhi degl’italiani», protestava infatti Lutero, «noi
laboratorio, i cattolici si
dente a tempo indetermina- materia di diritti civili, agli
tedeschi non siamo che porci teutonici. Ci sfruttano
barricano in seminario,
to più snello e flessibile e standard fissati dai trattati
come ciarlatani e spolpano il paese fino all’osso. SveCasini si ripara sotto lo
molto meno costoso, per ri- e dalle direttive, come apgliati, Germania!»
scudo crociato, di Fini non
mettere in moto un mercato plicati dalle Corti di LusErano i banchieri italiani, all’epoca, a guardare in
si hanno notizie (sarà nel
infartuato. E il progetto per semburgo e di Strasburgo.
tralice chi minacciava di sforare il deficit e a trattare
Principato?), Monti è torpromuovere le eccellenze E guardi che non è poco.
i crucchi (con i loro calzoncini di pelle, le loro salsicce,
nato in Bocconi (e Empauniversitarie. Poi c’è il fisco, Fermi questi standard, sì, ci
il loro passo dell’oca, i loro cappellucci piumati e i loro
ty?), Ichino in Danimarca.
il sostegno alle imprese, la possono essere orientamenti
jodel tirolesi) da perfetti ciarlatani — cioè da equivaLa sintesi l’hanno fatta
ristrutturazione delle am- diversi, secondo le sensibililenti, in salsa crucca, dei mandolinari e dei mangiai casiniani: «abbiamo
ministrazioni a legislazione tà diverse che convivono in
spaghetti.
prestato il nostro sangue
invariata. Tutte e nove le Scelta Civica.
D. Altri descrivono molPoi il vento è girato, ed è girato ancora, e poi di nuoa Monti». Dal pallore di
proposte sono disponibili sul
ti di voi, lei per esempio,
vo, è girato almeno quattro volte solo nell’altro secolo,
Monti dopo la trasfusione,
sito di Scelta Civica.
due volte i tedeschi nella polvere, due volte sull’altar,
si direbbe che non era dello
D. C h i a r i s s i m o , m a pronti a ritornare con
e può girare ancora.
stesso gruppo sanguigno.
torniamo alla mancata Matteo Renzi se dovesse
Riccardo Ruggeri
fusione con l’Udc: per la vincere il congresso Pd.
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R. Siamo nati per unire
verità i casiniani hanno
DI
GOFFREDO PISTELLI
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M
Santanchè e Brunetta
nuovi Lutero anti-banche
N
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8
Sabato 22 Giugno 2013
PRIMO PIANO
Il Pd spera di arruolare i transfughi del Movimento in gruppi di nuovi Responsabili
Agli M5S che fuggono ponti d’oro
Ma per Grillo squilla un campanello d’allarme da ascoltare
DI
CESARE MAFFI
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L’
abbandono del gruppo
parlamentare da parte
della senatrice pentastellata Paola De Pin
non va né gonfiato né ritenuto
trascurabile. La parlamentare era ignota ai stessi cronisti
politici, anche per i pochi interventi in aula finora espressi,
frutto più di preparazione dei
testi dagli uffici del gruppo che
non di propria elaborazione.
Era, insomma, una fra i tanti
parlamentari ignoti del M5S
perché non si era distinta per
qualche intervista o aperta dichiarazione di dissenso. In sé,
Beppe Grillo non perde molto. Non si dimentichi mai che
lui stesso aveva previsto un
abbandono non proprio inconsistente dei propri parlamentari, quantificato sul 15%. Siamo,
dunque, ancora lontani da un
simile esito.
Tuttavia la defezione è un segnale di palese disagio. Questi
deputati e senatori, nel breve
volgere di qualche settimana
approdati nel cuore delle istituzioni dalla propria attività
usuale, man mano trascorrono
le settimane si rendono conto
della difficoltà di credere-obbedire-combattere senza poter
nemmeno far sentire opinioni,
dissensi, valutazioni, in maniera pubblica e articolata. Coloro
che non si riconoscono nelle
decisioni assunte dopo le defatiganti riunioni di gruppo stentano a un adattamento forzato
rispetto alle opinioni decise da
colleghi cui non riconoscono alcuna capacità, alcun prestigio,
alcun merito superiori ai propri.
Il fastidio si diffonde. Dunque,
pur senza vedere ancora in dirittura d’arrivo la costituzione
di nuovi gruppi parlamentari autonomi (esaltata dal
partito dei republicones), altri abbandoni sono possibili.
Questi parlamentari, però,
non hanno alcuna capacità di
costituire un soggetto politico
efficace. Si tenga presente che
perfino personaggi di primo
piano nella vita politica, che
erano stati ai vertici delle istituzioni, come Irene Pivetti
e Marco Follini, quando
promossero scissioni si rivelarono incapaci di produrre
alcunché di concreto. Figuriamo questi sparsi deputati e
senatori, che al più potranno
trovare spinte, pacche sulle
spalle, esortazioni, complimenti da parte dei democratici, vogliosi di veder nascere
(specie al Senato) gruppi di
nuovi «responsabili», stavolta
orientati a sinistra. Il loro destino potrebbe ridursi a una
sopravvivenza parlamentare,
avendo come sbocco ultimo la
ripresentazione generosa in
qualche altro partito.
CONTRO LA CONSULTA CHE HA NEGATO IL LEGITTIMO IMPEDIMENTO
Sallusti suona la tromba
per chiamare il Cavaliere alla guerra
e, se occorre, abbatti senza paura le larghe
intese. Ma soprattutto non ascoltare il tulessandro Sallusti, direttore del
bare da scaglionati dei tuoi peggiori nemiGiornale, suona la tromba intrepici: le colombe interne al partito di plastica.
do per chiamare il Cavaliere alla
Non sono colombe, del resto, ma uccellacci,
guerra contro la sentenza che gli
dice il direttore del Giornale. Sono colombe,
ha negato, com’era facile prevedere, il lespiega meglio, che «partono col ramoscello
gittimo impedimento (che avrebbe azzerato
d’ulivo nel becco e tornano regolarmente a
il cosiddetto «processo Mediaset», giunto al
zampe vuote. Cioè sono inutili, direi dannosecondo verdetto di condanna).
se come piccioni». Non ascoltare
Sallusti, che non se ne è mai
le colombe. Ascolta piuttosto il
tuo cuore — «al massimo» ascolfidato, rulla i suoi tamburi, rata «l’umore del tuo elettorato».
taplan rataplan, per chiamare
Insomma non farti fregare.
il Condannato a combattere
Non uscire di scena «silente e
anche contro il «governissimo».
umiliato». C’è nell’aria odore di
Guardati le spalle, Berlusconi:
tradimento, come «ai tempi del
i comunisti, che ti stringono in
tentato golpe» di Gianfranco
un abbraccio mortale, è alla tua
Fini, ed è soprattutto per querovina che mirano, non s’acsto che ti devi guardare dalle
contenteranno di meno, e già
Alessandro Sallusti
colombe, che «spianano la stras’apprestano a soffocarti. Berda» e «vanno a braccetto» con chi vuole la
lusconi, non lasciarti ingannare: la sinistra
ti vuole politicamente morto, fuori concorso, tua testa, e questo «non è da colombe», è
da piccioni, anzi «da fessi o da doppiogioelettoralmente evirato, zac zac, ineleggibile, meglio se anche un po’ in galera. Letta, chisti». Non sembra di leggere un Gustavo
Zagrebelsky o un Paolo Flores d’Arcais
Bersani, Renzi e tutti gli altri siedono sul
o un Marco Travaglio e persino un Lenin
bordo del fiume, appoggiati a un tronco d’aldi destra? Traditori e doppiogiochisti, non
bero, un filo d’erba tra i denti, le mani dietro
colombe ma piccioni; cioè il diavolo, naturalla testa, e aspettano con pazienza di veder
mente. Sorge il sole, canta il gallo, o Berlupassare il tuo cadavere. Cavaliere, alla risconi monta a cavallo.
scossa! Spariglia le carte, combatti la buona
battaglia, demolisci la trappola a spallate
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DI
ISHMAEL
A
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NELLA FIRENZE DEI BANCHIERI VIETÒ I TASSI DI INTERESSE E PRETESE GRAVOSE TASSE DAI PROPRIETARI FONDIARI. RICORDA QUALCUNO
Savonarola, il primo dei demagoghi di destra e di sinistra
DI DIEGO GABUTTI
Q
uando Frate Girolamo cominciò a predicare dai pulpiti di Firenze, un genio nel
fare gli occhiacci al vizio e
alla corruzione, ai fiorentini fu subito chiara una cosa: il carnevale
mediceo era alla frutta (come oggi
la repubblica del burlesque, e infatti
nuovi Savonarola s’affacciano sulla scena). Altro che «chi vuol esser
lieto sia, di doman non v’è certezza». Girolamo, roteando le braccia e
versando lacrime vere, smaniando
e impazzando come un teleimbonitore, intonava ben altre canzoni dal
juke box dei conventi e delle chiese:
«Dimmi, o Firenze, dove son le tue
fortezze e le tue rocche, e che ti son
valute?»
Savonarola «parlava in pieno umanesimo il linguaggio della Scrittura»,
scrive lo storico delle religioni Raffaele Pettazzoni, «le sue prediche erano sopra i Salmi. Di notte conversava
con Geremia ed Ezechiele, di giorno
trasfondeva la veemente invettiva dei
Profeti nei suoi colloqui a tu per tu
con Firenze». Era profeta lui stesso:
tracciò un quadro orribile dei mali
del suo tempo, annunciò imminenti
castighi e, dopo questi, il lavacro e la
rigenerazione, un’età nuova e gioiosa.
Anticipò i temi della Riforma e quelli
dell’Utopismo. Fu l’ultimo dei clas-
sici invasati di Cristo e il primo dei
moderni e indistinguibili demagoghi
di destra e di sinistra. Per questo ci
ricorda qualcuno. Anzi, più d’uno.
Tutto era cominciato sulla strada per
Faenza, nel 1474 o giù di lì, quando
al giovane Savonarola Girolamo da
Padova, allora ventiduenne, capitò
d’ascoltare la predica d’un frate agostiniano. Studente di medicina e filosofia, tifoso di Platone e di Tommaso
d’Aquino, Girolamo decise lì per lì di
darsi al monachesimo e già tre anni
dopo, a Bologna, portava il saio dei
domenicani e componeva canzoni che
s’intitolavano De ruina mundi e De
ruina Ecclesiae. A Firenze giunse nel
1481 o nel 1482, costretto a cercar rifugio nel locale convento di San Marco
da una delle solite, misteriose guerre
che infuriavano a est, tra Vene¬zia e
gli Estensi di Ferrara. Prese subito
a predicare, ma senza successo, anzi
si dice che alla sua prima uscita in
pubblico il loggione fiorentino l’abbia
decisa¬mente coperto d’ortaggi. Gerolamo, all’inizio della carriera profetica, era cupo e impacciato, un baritono
alle prime armi. Parlava inoltre con
un pesante accento lombardo, che oggi
forse piacerebbe a Bobo Maroni, ma
che allora ai fiorentini garbava poco.
Così lasciò Firenze per Bologna, per
Brescia e Ferrara, finché il Magnifico
in persona non lo richiamò sulla piazza fiorentina (sembra su preghiera di
Pico della Mirandola, umanista finché
si vuole, ma che finì per convertirsi
anche lui al verbo savonarolista). Fu
una trionfale rentrée, il pubblico stavolta l’acclamò, tanto che il pulpito di
San Marco, dove predicava, in breve
si rivelò troppo angusto e lo si dovette
ospitare a Santa Maria del Fiore, dal
cui pergamo il nostro avrebbe poi dato
lezioni d’Apocalisse ai fiorentini fino
alla morte.
Sul clero orgoglioso e mondano, la
Casta dell’epoca, Savonarola scaricò
palate di guano retorico e nel 1494,
ormai lanciatissimo, profetò la venuta
di tale «Ciro», gran castigamatti che
aveva veduto in estasi, e assicurò che
Ciro avrebbe punito l’Italia corrotta
e peccatrice. Identificò Ciro in Carlo
VIII di Francia che scese giù dalle
Alpi a rubarsi lo stivalone tutt’intero. Ne seguì la sollevazione dei fiorentini e la caduta dei Medici, colpevoli
d’aver ceduto ai francesi le «rocche»
e «fortezze» famose. Girolamo, che
con la rivolta c’entrava poco, diventò
da un giorno all’altro il sole invitto
della rivoluzione e il gran nemico dei
tiranni. Plumbeo moralismo e radiose sorti future s’unirono giusto allora
in matrimonio. (Oggi chi le divide è
bravo). Finita una festa, ne cominciò subito un altra. Giovani guardie
rosse, i «piagnoni» di Savonarola,
gli stessi «piagnoni» che molestano
Massimo Troisi e Roberto Benigni in
Non ci resta che piangere, battevano
le strade di Firenze bruciando libri
e denunciando chiunque conducesse
«vita immorale». Nella città dei grandi banchieri, culla del capitalismo e
della modernità, s’abolì il prestito su
interesse, come nell’Iran inchadorizzato di Khomeini che piace a Beppe
Grillo, e si pretesero tasse gravose
e punitive dai proprietari fondiaRi.
Passi ancora per le anime, ché a tassarle non si sbaglia mai. Ma Savonarola e i suoi «piagnoni», in un mondo
dove non c’è rivoluzione che non abbia
dietro dei ribelli alle gabelle, mettevano a rischio l’equilibro di Firenze
minacciandone la rocca o fortezza da
tutti benamata, l’accumulazione di
fiorini.
Alessandro VI, suo sponsor, finì per
ripudiarlo nel 1496. Anche il popolo
non ne poteva più: l’astensione, come
la rivolta e la controrivolta, è un partito tra i più antichi. Savonarola venne
impiccato e poi bruciato il 23 maggio
del 1498: il suo corpo, per esagerare,
fu anche gettato in Arno. Quanto al
popolo, ben felice d’essersi liberato di
quel tetro moralista, prese subito a
rimpiangerlo, tanto che di lì a poco
avrebbe combattuto per la Repubblica
nel suo nome, il nome santo di Frate
Girolamo, essendo questo l’irriformabile costume del popolo, coccodrillo
sempre pronto ai lacrimoni.
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PRIMO PIANO
Sabato 22 Giugno
Giugn 2013
9
Cacciata dal M5S non ha più a che fare con un branco di mocciosi presuntuosi
Gambaro è una donna fortunata
Ora può parcheggiarsi al misto in attesa che l’arruoli il Pd
DI
G IULIANO C AZZOLA *
N
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ell’ormai lontano 1962
(straordinari gli anni
’60!) uscì nelle sale
cinematografiche un
piccolo capolavoro di un grande regista come Dino Risi dal
titolo «La marcia su Roma»,
interpretato da due attori geniali come Vittorio Gassman
ed Ugo Tognazzi.
Fra teoria e realtà. Il film
narrava la storia di due perdigiorno che, dopo aver collezionato tanti fallimenti, si intruppano con le squadracce fasciste
e – abbacinati dai principi del
manifesto dei Sansepolcristi –
prendono parte alla marcia su
Roma del 28 ottobre 1922 che
portò al potere, con la complicità delle forze dominanti e della
Corona, Benito Mussolini e il
Pnf. I due protagonisti, strada
facendo, si accorgono, attraverso il coinvolgimento in
una serie di episodi, che
in realtà ai loro caporioni dei sacri principi
non gliene può fregar
di meno. Così, arrivati nella Capitale, se
la squagliano proprio
quando i fascisti sfilano vittoriosi.
Gambaro ottima
per Dino Risi. Perché mi
sono tornati in mente il film e
le disavventure di Gassman e
Tognazzi (ovvero dei personaggi da loro interpretati)? Tutta
colpa di Adele Gambaro, la
nuova Giovanna d’Arco de
noantri, colei che è diventata la protagonista dell’eterna
lotta tra la libertà di pensiero e l’arroganza dei potenti.
Questa senatrice, eletta nella
mia regione per il M5S, con la
quale mi sono misurato in un
dibattito radiofonico (a Radio
Tau, a Bologna) durante la
campagna elettorale, somiglia
un po’ – ma in senso invertito
– ai protagonisti della pellicola
girata da Dino Risi.
Militanza cieca. Diversamente, infatti, dai due marciatori pentiti che si accorgono,
a loro spese, che il fascismo è
una cosa diversa da quella in
cui avevano creduto (per loro
fortuna se ne rendono conto
subito, senza dover aspettare il
25 luglio del 1943), Adele Gambaro è stata, fino all’espulsione,
militante di un movimento che
l’ha portata in Parlamento, il
cui leader si è comportato e si
sta comportando proprio come
aveva promesso in campagna
elettorale.
Grillini ingrati verso Grillo. Che cosa si aspettava di diverso la nostra senatrice? Che
ha detto o fatto di nuovo Grillo,
prima delle ultime elezioni amministrative, che non avesse
già detto o fatto centinaia di
volte in precedenza? Pensava
forse l’esimia Gambaro che l’ex
comico sbraitasse, insultasse,
minacciasse, vilipendesse le
Istituzioni democratiche soltanto per esuberanza giovanile
o per raccattare voti in campagna elettorale? E che, poi, una
volta vinte le elezioni, Grillo
avrebbe indossato, come Mussolini, l’abito da cerimonia e la
tuba per recarsi da Giorgio
Napolitano a ricevere l’incarico di formare il governo?
Ringraziare il destino.
Dobbiamo pensare, allora, che
ad Adele – una donna fatta –
la mamma non abbia spiegato
nulla. Eppure, come a tutte le
signorine di buona famiglia, le
av r a n n o
Beppe Grillo
senz’altro sconsigliato di frequentare le cattive compagnie;
ma lei, che si era associata ad
una setta, ora si stupisce che
la processino e la caccino fuori
dal movimento. Ci dia ascolto:
ringrazi il destino, perché ha
avuto fortuna. Pensi che liberazione, per una che ha un
curriculum decente, non aver
più a che fare con un branco di
mocciosi, di studenti fuori corso e di disoccupati organizzati,
ignoranti e presuntuosi.
Rielezione nel Pd assicurata. Quanto al futuro
consigliamo a Gambaro di
parcheggiare per un po’ di
tempo i suoi «magnanimi
lombi» nei seggi del gruppo
misto, in attesa che venga il
giorno in cui l’attuale governo
salterà per aria e il Pd ordinerà alla Quinta Colonna - che
è accampata all’interno del
M5S, in attesa della fatidica
ora X - di rispondere alla chiamata e di lasciare a se stessi
Grillo e Casaleggio. Lei avrà
precorso quell’incontro
storico. E – ciò che
è più importante
– si sarà garantita, a tempo debito,
una ricandidatura
con il Pd in una regione sicura come
l’Emilia Romagna.
* www.formiche.net
BRIOCHE E CAPPUCCINO
Primo Piano
di Riccardo Ruggeri
• Nel discorso di Obama a Berlino di storico c’è stato
solo il luogo
• Obama fa Kennedy, Putin fa Putin: 0-1 in contropiede
• Dicono che Draghi abbia perso il suo “tocco magico”.
Si tolga la maglia, faccia la statua, come Balo
• Alcuni italiani hanno evaso l’Ici. E i ministri?
Idem
• Mitico Giampaolino: “Pressione fiscale al 53%,
evasione in aumento”. Le due birbe saranno mica
collegate?
• Se un ministro-atleta dorme in una palestra e non
paga l’Ici, una contadina che dorme nella stalla perché deve pagare l’Imu?
Berlusconi
• Napolitano: “separare verdetto e processi”. Si chiede
B.: “si può separare cella da sbarre?”
• Ricevo una mail da un lettore: “La Consulta ha condannato B. Ma anche me: a votarlo a vita”
Sesso
• Da agosto a Zurigo sesso a pagamento solo nei
“box attrezzati” di Altstetten (sarebbe la loro Impruneta)
• I nostri giovani politici in carriera mai soli in una
stanza con una donna. Farsi castrare è eccessivo?
Polemiche
• 8 1⁄2. OK Corral fra Travaglio (uomo col fucile) e
Prospero (uomo con la pistola). Chi ama l’occulto sta
con l’uno, chi il togliattismo con l’altro
• Idem si prende le sue responsabilità, ma non si dimette. Non è mica tedesca
Dopo soli quattro mesi lo scrittore e conduttore radiofonico boccia il M5S
La zanzara Cruciani ha votato
Grillo, ma ora gli dà un bel quattro
DI
FABRIZIA ARGANO
U
n bel quattro in pagella per
i 5 Stelle. È questa la bocciatura senza appello dei
primi mesi del Movimento 5
Stelle in versione parlamentare secondo Giuseppe Cruciani, giornalista,
scrittore e “zanzara” su Radio24.
Domanda. Cruciani, lei a febbraio ha votato per il M5S. Visto
come stanno andando le cose, lo
rifarebbe?
Risposta. I conti io sono abituato a
farli alla fine, un successo elettorale
non può essere valutato in tre mesi.
Ma se devo fare un bilancio fino ad
ora, il voto politico è quattro. La delusione c’è. Gli italiani «si incazzano»
ma vogliono risultati concreti mentre
mi sembra che dai 5 Stelle non stiano
arrivando. Non è colpa dei giornali, in
questi mesi si sono fatti ricordare solo
per scontrini ed espulsioni.
D.La più recente e clamorosa è
quella della senatrice Adele Gambaro. Lei che idea si è fatto?
R. È stato un errore da parte del
M5S. Per giorni non si parla che di
questo, del meccanismo di espulsione
che è una cosa incomprensibile per la
gente. Ha un effetto controproducente
a livello di immagine. Tanto più che vuole sedersi a un tavolo con chi concosì facendo Grillo cosa dimostra? Di sidera “morto”. Questi movimenti non
avercelo “più duro” di una senatrice? vogliono istituzionalizzarsi e quindi
Non mi sembra che il risultato dal sono destinati a ridursi. C’è una fase
punto di vista pratico porti a gran- di espansione in cui si rivolgono a
una platea molto ampia, come abbiaché.
mo visto alle scorse
D. Giuliano Cazzopolitiche dove il M5S
la su Formiche.net
ha raggiunto il record
dice a Gambaro e a
di voti. Dopo però, o
chi come lei si stuquei voti li metti a
pisce per i toni ecfrutto per governare
cessivi di Grillo che
e incidere sulla scena
è sempre stato così.
politica o se non lo fai,
È d’accordo?
gli italiani alla fine diR. Assolutamente.
cono: «ma che li voto a
Chi si stupisce, stupifare?».
sce me. Non c’è stata
D. Il ribaltone di
nessuna evoluzione nei
governo con i 5 Steltoni di Grillo che sono
le ribelli ipotizzato
uguali identici ora e
da qualcuno le semprima delle elezioni.
Giuseppe Cruciani
bra plausibile?
E tutti i parlamentari
R. Francamente mi pare difficile.
ora dubbiosi, sono entrati in Parlamento grazie a lui e quegli stessi toni Il Pd dovrebbe fare affidamento su
trenta fuoriusciti ribelli per le sorti
che ora criticano. E’ assurdo.
D. Ma ora che succede? Si spac- di un nuovo governo? Fantascientifico,
cheranno come prevede Matteo direi. Poi la politica ci ha abituato a
tutto ma penso che sia più probabiRenzi?
R. Non ho la palla di cristallo ma il le il ritorno al voto in caso di caduta
M5S potrebbe restringersi a un nucleo dell’esecutivo Letta.
molto ristretto e questo forse per Gril* da www.formiche.net
lo potrebbe essere un bene. Lui non
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Sabato 22 Giugno 2013
PRIMO PIANO
Puntando sull’abbattimento delle barriere doganali anziché sullo sviluppo tecnologico
Il G8 gioca la carta sbagliata
Il commercio non è il motore chiave dello sviluppo
DI MARIO LETTIERI*
E PAOLO RAIMONDI**
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L
a decisione fi nale del
Summit del G8 di
Lough Erne in Nord
Irlanda di individuare
nel commercio, nella tassazione e nella trasparenza le
sue massime priorità riflette
pienamente l’orientamento
degli Stati Uniti e degli altri paesi occidentali. I forti
interessi in gioco sono in
verità soprattutto di natura geopolitica. Lo dimostra
anche la volontà di mettere
al centro delle discussioni la
crisi in Siria e la sicurezza
in Africa, che è grande fornitrice di materie prime.
I leader del G8, che
rappresentano la metà
dell’economia mondiale,
hanno voluto, pur riconoscendo una «protratta incertezza
economica», identificare nel
commercio «il motore chiave
della crescita economica globale». Di conseguenza hanno
elencato, in quanto decisivi
e strategici, i vari trattati di
libero scambio che saranno a
breve ratificati: quello tra gli
Usa e l’Ue, quello del Trans
Pacific Parternship, che coinvolge 12 Paesi che si affac-
ciano sull’Oceano Pacifico,
quello tra l’Ue e il Giappone
e quello tra l’Ue e il Canada.
Sono state menzionate anche
l’Unione doganale e l’integrazione della Russia con altri
Paesi dell’Eurasia che, però,
devono essere sottoposte ai
vincoli dell’Organizzazione
del Commercio Mondiale.
Ci sembra che un tale
approccio complessivo
sia molto discutibile. Non
si tratta di mettere in discussione il ruolo importantissimo del commercio che,
ricordiamolo, riflette la sottostante divisione del lavoro
a livello internazionale. Ma
il commercio è la conseguenza delle politiche di sviluppo continentali basate sui
grandi progetti infrastrutturali, sulla realizzazione
di importanti programmi
agro-industriali, sulle nuove
tecnologie e sulla ricerca. In
altre parole è lo sviluppo il
vero «motore della crescita
economica globale».
La distinzione non ha nulla di accademico. I trattati
di libero scambio, come sono
stati realizzati nei decenni
passati, implicano sempre il
trasferimento di produzione
in zone a basso costo del la-
voro e a bassa tassazione.
È una malsana competizione incentrata più sulla
riduzione dei costi che sul
miglioramento e sull’introduzione di nuove tecnologie. Il fatto che circa il 60%
del commercio mondiale di
beni riguardi le componenti
e i pezzi degli stessi, può diventare una debolezza degli
apparati produttivi dei Paesi
interessati anziché rivelare
positivi processi di grande integrazione economica
mondiale.
I veri progetti di sviluppo, invece, necessitano di sane politiche di
credito di lungo termine e
di innovazioni tecnologiche.
Ma soprattutto di lavoro
qualificato. Essi possono
e dovrebbero trasformare
i territori creando un progresso economico e sociale
nell’interesse delle collettività e non solo del profi tto
finanziario.
Perciò mettere il commercio in cima alla lista vuol
dire anche continuare nella
politica di forte competizione
per il surplus commerciale.
Solo i paesi in surplus sono
valorizzati e presentati come
virtuosi. Di fatto, anche se la
dichiarazione finale del G8
consapevolmente richiama
più volte i rischi di un protezionismo senza regole, i trattati di libero scambio e la lotta
per il surplus possono portare
a guerre commerciali.
Il comunicato finale
di Lough Erne suggerisce
anche fantasiose aspettative
secondo le quali l’abbattimento dei costi delle burocrazie doganali farebbe crescere l’economia mondiale di
1 trilione di dollari. Secondo
queste valutazioni per ogni
dollaro investito da un Paese nella riduzione delle sue
burocrazie commerciali si
determinerebbe un aumento annuale di 700 dollari nel
suo commercio.
Come è noto anche la
tassazione è strettamente
legata alle politiche di sviluppo. Lo sappiamo bene in
Italia dove tasse punitive
sul lavoro e sulle imprese
bloccano gli investimenti,
rallentano la modernizzazione dei processi produttivi
e penalizzano l’occupazione.
Invece un vero sviluppo industriale e territoriale crea
le basi reali per nuovi introiti fiscali dello Stato.
Nel campo fiscale il G8 ricalca il lavoro che l’Ocse sta
portando avanti nella giusta
lotta contro l’evasione, l’elusione fiscale ed il riciclaggio
di danaro sporco.
L’Europa e l’Italia in particolare dove si calcola un’economia sommersa superiore
al 18% del Pil ed un’evasione
fiscale di oltre 120 miliardi
di euro, non possono che esserne i primi fautori.
In conclusione il G8 saluta positivamente anche
le inefficaci politiche del
cosiddetto «quantitative easing», cioè la creazione della
nuova liquidità fatta dalle
banche centrali anche per
stimolare le economie.
Non vorremmo che le scelte sul commercio fossero una
grande illusione.
I governi del G8 sembrano
purtroppo voler continuare
con le fallimentari politiche
economiche e finanziarie che
hanno determinato la crisi
attuale della quale non si
intravede ancora una sicura
via d’uscita.
*Sottosegretario
all’Economia
del governo Prodi
** Economista
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DELL’IMPERO DI GIUSEPPE LUCCHINI
DAL 75 ALL’85% I VOTI PER POTER CEDERE QUOTE DELFIN
Le tre cassaforti
sono diventata una
Giallombardo entra nella cassaforte
lussemburghese, Delfin, di Del Vecchio
DI
ANDREA GIACOBINO
G
iuseppe Lucchini, figlio del cavaliere del lavoro Luigi, socio al 26% della holding di famiglia Sinpar (fra l’altro pattista di Mediobanca,
Pirelli e Rcs) riorganizza le sue casseforti e,
da tre che erano, le riduce a una, denominata Gilpar
Holding. Qualche giorno fa, infatti, a Brescia è stato
depositato il progetto di fusione per incorporazione
di Swb Finance e Vanaco Holding in Gilpar Holding.
Quest’ultima ha un capitale di 2,4 milioni; mentre 9,3
milioni è il capitale di Vanaco Holding e 110.000 euro
quello di Swb Finance.
Le società partecipanti alla fusione hanno previsto, al servizio dell’operazione, un aumento di capitale
di Gilpar Holding, a titolo gratuito, fino a 35,6 milioni
da effettuare con l’utilizzo di proprie riserve disponibili
e di quelle facenti parte del patrimonio netto delle due
società incorporande per le quali non esiste l’obbligo di
restituzione.
In Gilpar Holding, che ha un attivo di 27,4 milioni,
figurano il 7% circa in Sinpar iscritto per 20,8 milioni e
il 19,7% di Bicomet (metalli ferrosi) in carico di 3,7 milioni. Nell’attivo di Vanaco, pari a 26,4 milioni, ci sono il
restante 19,1% di Sinpar in carico per 56,8 milioni e una
manciata di titoli quotati oltre ad azioni Ubi Banca per
il controvalore di 858mila euro. In Swb Finance, infine,
figurano partecipazioni per 21,6 milioni: si tratta di un
ricco “giardinetto” di titoli quotati fra cui azioni Eni (in
carico per 5,7 milioni), Enel (5,6 milioni), Ubi Banca di cui
è Lucchini consigliere di sorveglianza (4,7 milioni), oltre
a quote di Mediobanca e Assicurazioni Generali iscritte
rispettivamente per 2,8 e 1,4 milioni.
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ti allo statuto: il più importante riguarda agli articoli e 15 l’innalzamento dal
75% all’85% della soglia di diritti di voto
mportanti movimenti in Delfin, la
necessaria per deliberare sulla cessione
cassaforte lussemburghese di Ledelle quote di Delfin e sul suo eventuale
onardo Del Vecchio, patron di
scioglimento e liquidazione. Viene preLuxottica. Qualche giorno fa nel
Granducato, infatti,
visto poi all’articosi è svolta un’assemlo 9 che finché Del
blea straordinaria
Vecchio avrà più del
degli azionisti pre50% dei diritti di
sieduta dallo stesso
voto di Delfin l’asDel Vecchio, che ha
semblea potrà noprovveduto a nominare da uno fino
minare un nuovo
a un massimo di tre
consigliere d’am“osservatori”, privi
ministrazione nella
di diritti di voto,
persona di Giovanma che potranno
ni Giallombardo.
partecipare e interIl nuovo entrato si
venire alle riunioni
aggiunge a Sergio
del consiglio d’amErede, avvocato
ministrazione della
d’affari da sempre
holding lussemburvicino al patron di
ghese. Questi stessi
Luxottica, Romolo
osservatori andranLeonardo Del Vecchio
Bardin e Aloyse
no poi a rimpiazzare
May. Giallombargli eventuali ammido, già in Credem, oggi è direttore genenistratori di tipo B che cessino dalla loro
rale di Unicredit Luxembourg e, proprio
funzione.
attraverso Delfin, Del Vecchio possiede il
2% circa della banca di Piazza Cordusio.
Una curiosità, infine. Il top manaIn Delfin i quattro consiglieri sono di tipo
ger di UniCredit neoconsigliere di Delfin
B mentre Del Vecchio, in quanto azionista
è fratello di Mauro Giallombardo, ex
di controllo, è consigliere di tipo A.
segretario di Bettino Craxi e già cassiere
estero dell’ex Psi travolto da TangentoMa l’assemblea è servita anche per
poli.
apportare alcuni rilevanti cambiamen© Riproduzione riservata
DI
ANDREA GIACOBINO
I
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Sabato 22 Giugno
Giugn 2013
PRIMO PIANO
11
Dopo i notav e i nostaz, arrivano i notrivel contrari alle ricerche nel sottosuolo italiano
Gas e petrolio? No, grazie!
Eppure tra Adriatico e Padania c’è il 40% del fabbisogno
DI
GIORGIO PONZIANO
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L’
Italia arranca. Nel
calderone delle responsabilità c’è posto per tutti: politici
ed evasori, banchieri e fannulloni. In più c’è la categoria
del«no a tutto», che va molto
di moda ed è ben impersonata dai grillini. Il caso più
eclatante è il notav (val di
Susa) ma vi sono anche il nostaz (contro le nuove stazioni dell’alta velocità), i nogas
(contro gli impianti geotermici), i noinc (contro gli inceneritori), e così via. Appena un
comune, una regione, lo Stato
dicono: facciamo, si costituisce un comitato contro. Intendiamoci, non si tratta, al contrario, di dire sì a tutto. Ma
con questo andazzo oggi non
sarebbe possibile realizzare
neppure l’autostrada del sole.
È vero, spesso vi è un difetto
di comunicazione, di dibattito, di coinvolgimento da parte
di chi realizza un’infrastruttura. E anche troppa rigidità: le istanze, i problemi, le
necessità dei residenti vanno
affrontati e risolti. Ma dall’altro lato bisogna acquisire la
cultura che le infrastrutture
sono necessarie a un Paese
che vuole svilupparsi e non
cadere nelle recessione, che
significa impoverimento e
disoccupazione.
Mentre il governo si
arrabatta con la finanza
pubblica ci sono esperti di
energia che ipotizzano che
sotto l’Adriatico vi siano ingenti quantitativi di idrocarburi e in particolare la
Puglia potrebbe diventare
il Texas italiano. È bastato
l’annuncio perché grillini,
vendoliani, sinistra radicale,
arrabbiati di vario genere e
colore, costituissero i primi
comitati contro. Discutere
serenamente sull’impatto di
un’ipotetica estrazione, su
come tutelare la natura, sui
livelli di sicurezza? Simulare
cosa avverrebbe in una determinata zona, quali effetti
avrebbe sul territorio? No, i
comitati sono contro a priori, non vogliono neppure gli
studi di fattibilità e le perforazioni conoscitive.
Gli approvvigionamenti di
energia hanno pesato sulla
bilancia commerciale per 62
miliardi di euro nel 2012,
andando ad intaccare buona
parte del gruzzolo dell’export,
74 miliardi. Anche chi contesta va in auto (e in treno),
sale su un low cost, accende
il termosifone (e il condizionatore), frigge l’uovo sul fornello, guarda la tv, legge di
sera grazie a un lampadario
e passeggia sotto i lampioni.
Questa energia o si produce
o si paga a chi ce la vende e
per pagarla arrivano le tasse.
Sì, ci sono le energie naturali
ma ci si sta accorgendo che le
pale deturpano e i pannelli
rubano terreno all’agricoltura. Giusto incentivarle ma
con raziocinio.
Michele Marsiglia, presidente di FederPetroli
(federazione petrolifera indipendente con sede a Padova) stima che il 40% del
nostro fabbisogno energetico
potrebbe trovarsi in Italia
mentre oggi il made in Italy
dell’energia soddisfa appena
il 7,6%. Ne consumiamo circa
1,4 milioni di barili al giorno
(circa 70 milioni di tonnellate l’anno) e ne produciamo
100 mila barili al giorno (5
milioni di tonnellate l’anno).
Nel sottosuolo italiano è stimata la presenza di riserve
sicure e documentate ancora
da estrarre per 800 milioni
di barili di greggio e 150 di
metano. Inoltre, sarebbero
presenti altri giacimenti con
un potenzialità compresa tra
i 400 e gli 800 milioni di barili di petrolio e da 120 a 200
miliardi di metri cubi di gas
naturale.
Senza crociate ma opponendosi solo a quanto sarebbe sbagliato per l’ambiente e la salute,
l’Italia potrebbe fare uno scatto
in avanti, lasciandosi alle spalle un carico fiscale spropositato
e creando nuova occupazione.
«In Italia gas e petrolio sono
stati già trovati nella pianura
padana», dice Marsiglia, «dove
operano i pozzi creati da Enrico
Mattei, non mi pare con danni
abnormi all’ambiente, oggi potremmo trovare aree con quan-
tità interessanti di idrocarburi
sia nel Sud che nel Nord».
Però c’è spesso un fuoco si
sbarramento. «Sì, troppo spesso
si fa di un voto uno strumento
che ostacola lo sviluppo imprenditoriale ed occupazionale», afferma. «La salute delle persone
e la tutela dell’ambiente hanno
senza dubbio la precedenza sul
petrolio ma bisogna lavorarci
su non erigere barricate che ci
rendono perdenti».
Negli Stati Uniti si scava
a un ritmo impressionate:
più di cento pozzi al giorno.
Un solo giacimento, chiamato Dakken nel North Dakota,
produce già 700.000 barili al
giorno. Il prezzo del greggio
consente di realizzare enormi
guadagni alle compagnie e al
mercato finanziario delle commodities e dei futures petroliferi che reinvestono sui nuovi
giacimenti cifre da capogiro:
mille miliardi spesi solo negli
ultimi due anni. «L’America è
a un passo dall’indipendenza
energetica», scrive Leonardo
Maugeri in un rapporto per
l’ università di Harvard. Ma
anche Russia, Cina, Australia,
Argentina, Canada, Venezuela,
Algeria, Nigeria, Romania, Slovacchia, Paesi baltici potranno
vivere una nuova età dell’oro
nero e del gas. L’Italia è ferma
al giacimento della Val d’Agri
(Basilicata) e a quelli della Val
Padana, a cui viene impedito di
svilupparsi.
Le trivellazioni trovano quasi sempre i geologi contrari. Il
problema contestato, solitamente, è la subsidenza, cioè il
rischio che il terreno sprofondi.
Davide Tabarelli, presidente di Nomisma-energia, spiega
a proposito di questo rischio:
«Tutti gli studi geologici dicono
di no. Poi qualche singolo geologo disposto a dire che c’è pericolo si trova sempre». E il petrolio
resta dov’è, sotto terra.
Gli idrocarburi potrebbero
essere il vero tesoretto italiano,
assicura Claudio Descalzi,
direttore della divisione exploration and production dell’Eni:
«Abbiamo in Italia notevoli
riserve che potrebbero essere
messe in produzione ma finora
sono mancate consapevolezza e
focalizzazione: per svilupparle
lo Stato dovrebbe lanciare un
progetto ad hoc».
Ma va superata la frammentazione delle competenze: «Ci potrebbero essere
opportunità per Sicilia, Emilia-Romagna, Puglia, in parte
Calabria e Abruzzo, e poi Basilicata, Piemonte, Lombardia
e Molise. Però quando si passa
al rapporto con le Regioni sono
dolori, non è possibile che le
strategie energetiche di un
Paese non siano uniformi, né
da un punto di vista progettuale né burocratico-amministrativo. È questa la causa
dei blocchi, dei rallentamenti
e delle incomprensioni fra le
parti. E questo nonostante la
maggior parte delle royalties
rimanga sul territorio, parliamo di circa 260 milioni di
euro l’ anno tra Stato, regioni
ed enti locali».
Così a Trecate, provincia di
Novara, è stata scoperta una
INDISCREZIONARIO
nuova zona di sviluppo potenziale ma un referendum locale
ha bocciato il progetto dell’Eni
di trivellare un pozzo, a Borgomanero, sempre vicino a Novara, voleva trivellare la britannica Northern Petroleum
ma la protesta dei sindaci ha
bloccato tutto, in Basilicata
sono state cancellate le nuove trivellazioni, a San Felice
(Modena) l’Independent Gas
Mananagement ha rinunciato
a un progetto di stoccaggio del
gas dopo l’altolà dei politici
locali, l’Abruzzo ha stoppato
l’iniziativa Ombrina Mare
della Medoilgas, che intendeva
verificare se ci sono giacimenti
in mare (l’associazione italiani
residenti all’estero ha scritto al
presidente della Regione che
intanto i giovani emigrano per
mancanza di lavoro) , il consiglio provinciale di Matera ha
espresso parere contrario alla
richiesta della Shell per la ricerca di idrocarburi nell’area
del golfo di Taranto, la Puglia
va a zig zag, no alle trivellazioni in mare, sì con riserva a
quelle sul Tavoliere.
Avviene quello che gli
americani chiamano «nimby»: not in my backyard. Ovvero, bene trivellare perché il
petrolio è denaro ma che non
si faccia a casa mia. Il governo Monti aveva sbloccato, col
decreto sviluppo, 3,5 miliardi
per investimenti nella ricerca
di idrocarburi, anche per dare
respiro all’industria nazionale
metalmeccanica e petrolchimica. Staremo a vedere.
© Riproduzione riservata
PILLOLE
di Pierre de Nolac
DI
PUCCIO D’ANIELLO
Ha a cuore l’arte italiana, il neo ministro per i
beni culturali Massimo Bray. Però nel governo guidato da Enrico Letta fanno
notare che Bray scorrazza per il centro storico con un’auto blu straniera,
una Bmw, quando non usa la Panda
rossa o la bicicletta.
consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, alla presenza di Papa Francesco, in programma oggi pomeriggio, trasmesso
in diretta su Rai1 e su Radio3 dall'aula Paolo
VI di Città del Vaticano. Al concerto
sarà presente anche il presidente
della Rai Anna Maria Tarantola.
*
*
*
Come viene usato twitter da parte
* * *
della pubblica amministrazione italiana? IlSocialPolitico.it si è occupato
Il primo cittadino della capitale
delle realtà locali, in particolare dei
Ignazio Marino cerca contatti con
comuni delle città più popolose d'Itail Vaticano. Anche per questo oggi a
Massimo Bray
lia: Roma, Milano e Napoli Roma camezzogiorno si recherà in visita presso la mensa sociale della Caritas diocesana di pitale (l'ente che nel 2010 ha sostituito il comuRoma, in via delle Sette Sale. Il sindaco sarà ne di Roma) ha il più elevato numero di tweet
accolto dal direttore della Caritas, monsignor (10.246), seguono il comune di Napoli (3.236)
Enrico Feroci, per poi salutare gli ospiti della e quello di Milano (2.521). L'amministrazione
mensa e incontrare i volontari e gli operatori capitolina è anche la più attiva tra le tre, podella sede. La mensa di colle Oppio è la più stando mediamente 14,5 tweet al giorno (0,6
grande struttura di accoglienza per senza di- l'ora), contro gli 11,9 (0,5 l'ora) del comune di
mora di Roma, aperta nel 1983 e convenzionata Milano e gli 1,9 (0,1 l'ora) tweet inviati dal cocon il comune di Roma: ogni giorno distribuisce mune di Napoli.Il comune di Milano domina a
tra i 400 e i 600 pasti: solo nel 2012 ne sono stati livello di interazione con i propri cittadini. Negli ultimi 200 tweet, palazzo Marino ha citato
erogati oltre 174 mila.
197 volte, 125 utenti tra loro diversi. Seconda
* * *
in classifica Roma Capitale, che, sempre negli
La Grecia sembra lontana, almeno per quanto ultimi 200 tweet, ha menzionato 70 utenti di
riguarda la sorte del servizio pubblico radiote- cui 16 differenti tra loro. Chiude il comune di
levisivo. In occasione dell'anno della fede, l'Or- Napoli. Gli ultimi 200 tweet dell'amministrachestra sinfonica nazionale della Rai è protago- zione partenopea contenevano 52 menzioni di
nista di un concerto organizzato dal Pontificio 31 diversi profili.
La Lega prende le
distanze da Borghezio.
Ormai lo trattano
come un extracomunitario.
***
Grillo: «Soltanto noi
potevamo far passare
Letta per uno statista».
Beppe sta cominciando
a fare autocritica.
***
Pagnoncelli: «Mai così
mobile l’elettorato
italiano».
Infatti la maggioranza
è di sesso femminile.
***
Ilva: Zanonato, «anche
le altre nazioni adottino le nostre misure».
Esporteremo i magistrati
italiani?
083048051048051057048051052
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12
Sabato 22 Giugno 2013
PRIMO PIANO
MONDIALIZZAZIONE / Khaled rileva la Terim che possiede il marchio Fratelli Onofri
Un egiziano entra nelle cucine
La ragione? I prodotti italiani sono più cari ma migliori
DI
Pagina a cura
CARLO VALENTINI
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A
lla fine è arrivato
un imprenditore
egiziano, Farouk
Khaled, che col suo
Engineering Group si occupa di forniture di gas. Ha
deciso di incominciare a investire in Italia, ha costituito la Eg-Italy (nominando
come legale rappresentante l’avvocato Luigi Bresciani) e acquistato la sua
prima azienda, un’impresa
meccanica in crisi, Terim,
con numeri importanti: 90
milioni di fatturato e 335
dipendenti, stabilimenti a
Rubiera (Reggio Emilia) e
Baggiovara (Modena).
Ma, per ora, l’imprenditore prende possesso del solo
sito di Rubiera, coi suoi
110 dipendenti. Sul resto
c’è solamente una prelazione, ovvero se la ripresa
produttiva, dopo la fase di
crisi, sarà rapida allora si
procederà all’intera acquisizione. È la prima volta
L’imprenditore egiziano Farouk Khaled (terzo da sinistra)
di un investimento egiziano in Emilia. Dice Farouk
Khaled: «In tutti i mercati
internazionali c’è un segmento pronto a pagare la
qualità italiana, che certo
è più costosa». Una fiducia
che si è concretizzata in una
fideiussione da un milione
di euro a garanzia dell’acquisto.
Terim era in concordato preventivo da sette mesi dopo alcuni anni
di sofferenza. Produce in
particolare elettrodomestici per la cottura anche
ad incasso (marchio Terim
e Xper), cucine d’arredo
(marchio Fratelli Onofri) e
anche frigoriferi, lavastovi-
glie, lavatrici (Terim). Oltre
a una produzione per conto
dei grandi brand: Bosch,
Electroloux,Whirlpool, ecc.
Era diventata leader del
settore, con l’export in oltre 100 Paesi. Poi qualche
errore gestionale, la crisi
dell’edilizia e quindi degli
arredi, la carenza di liquidità aveva fatto alzare bandiera bianca alla famiglia
Montorsi, che controllava
l’intero capitale. A gestire l’azienda era Massimo
Montorsi, che aveva tentato anche un’alleanza con
un’altra famiglia del ramo,
i carpigiani discendenti di
Angelo Po, che fondò, nel
dopoguerra, un piccolo impero delle grandi cucine. Ma
i vari problemi e la sempre
più agguerrita concorrenza
di Turchia ed Est Europa
nella fascia medio-bassa
hanno fatto svanire le buone intenzioni. Di qui il concordato preventivo con debiti per circa 40 milioni.
Adesso il destino di
Terim è nelle mani di Farouk Khaled, che intende
diversificare e quindi alle
partecipazioni in alcune
società che si occupano di
forniture di gas e al controllo di una di esse, appunto
Engineering Group, si aggiunge l’azienda italiana.
All’operazione potrebbero
partecipare anche alcuni
fondi arabi, alla ricerca di
investimenti oltre i confini
di quelle tribolate nazioni,
che hanno situazioni politiche e sociali ancora in
ebollizione con economie
che di riflesso segnano
il passo. Khaled non ha
voluto precisare i termini
finanziari dell’acquisto,
limitandosi ad assicurare
che farà ripartire subito la
produzione.
Una riservatezza che ha
infastidito i sindacati, che
se, da un lato festeggiano lo
scampato pericolo del fallimento, dall’altro chiedono
garanzie su un credibile
piano di rilancio.
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DOPO CHE GLI USA HANNO COMPRATO LA MARAZZI
MESSA IN VENDITA DAL COMUNE DI REGGIO EMILIA
Ceramiche modenesi,
un’altra fetta all’estero
Gli svizzeri comprano
una società energetica
D
opo gli americani di Mohawk che hanno acquistato la Marazzi, primo gruppo ceramico italiano, nel distretto di Sassuolo
arrivano i turchi di Seramiksan e rilevano il 50 % della Rondinegroup. A vendere è il fondo di private equity Progresso Sgr,
che era entrato nella compagine sociale nel 2006. L’accordo prevede una
gestione paritetica dell’azienda da parte di Seramiksan e della famiglia
Giacobazzi (che detiene l’altro 50 %). Di fatto Rondinegroup diviene
un ramo dell’azienda turca, che amplierà il catalogo con i prodotti di
fascia medioalta realizzati in Italia, rivolgendosi a un target di mercato
oggi più redditizio anche nei Paesi orientali, dove Seramiksan ha una
capillare presenza commerciale. «Il processo di globalizzazione richiede
nuovi approcci al mercato», dice Lauro Giacobazzi, che rimane presidente e ad di Rondinegroup, «perciò abbiamo deciso, in accordo con la
merchant Progresso che ha ceduto la partecipazione, di aprire il capitale
a un partner turco fortemente internazionalizzato».
Rondinegroup, che oltre alla ceramica Rondine comprende Spray Dray
(acquisita nel 2005) e Sadon (2010) fattura 63 milioni di euro e produce
(con 286 dipendenti) 6,7 milioni di metri quadrati di piastrelle oltre a
250.000 tonnellate di impasti per ceramica. Il fatturato del primo semestre 2013 è in crescita del 23% con una previsione di fatturato a fine anno
di 73 milioni di euro. Da parte sua, Seramiksan (produce anche mattoni,
tegole, isolanti e macchinari) è leader in Turchia nella ceramica, con una
capacità produttiva di 28 milioni di metri quadrati di piastrelle.
«L’Europa fatica a risollevarsi e anche l’export delle piastrelle ne risente», aggiunge Giacobazzi, «perciò bisogna spingere la presenza sui
nuovi mercati e unire le forze per arrivarci in modo vincente, ritengo
che sempre più vi saranno intrecci azionari multi-Paese, questo ci consentirà si mantenere la leadership nel mondo». Si tratta del secondo
sbarco turco nel distretto. Già il gruppo Kale (terzo produttore europeo
di ceramica, ma attivo anche in altri settori, con 700 milioni di dollari
di fatturato), aveva rilevato l’intero capitale di Fincuoghi (60 milioni di
euro di fatturato).
Nel 2012 l’export della ceramica italiana nei Paesi extra-Ue è cresciuto
di oltre il 12 % compensando in parte il forte calo del mercato interno (19,8 %) e la lieve flessione di quello europeo (- 3,11 %) Il fatturato totale
del distretto è stato di 4,6 miliardi di curo (-2,85%), di cui 3,6 miliardi
(-2,60%) grazie all’export. Ma va aggiunto che i gruppi italiani controllano una ventina di insediamenti all’estero, soprattutto negli Stati Uniti
(dove sta per entrare in funzione anche la nuova fabbrica Del Conca) e
in Russia: la loro produzione non è ovviamente conteggiata nell’export
Lo scorso anno il made in Italy della piastrella ha venduto nel mondo
382,2 milioni di metri quadrati di prodotto.
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G
li svizzeri di Amtrade arrivano in Italia. La prima bandierina
a Correggio (Reggio Emilia): hanno partecipato al bando comunale e (unici concorrenti) si sono aggiudicati la proprietà
di En.Cor, società energetica che il Comune aveva messo in
vendita. Ma la multinazionale non si fermerà qui e il suo presidente,
Matteo Coveri, precisa che l’operazione «avviene nell’ambito di un
piano di investimenti da realizzare in Italia nel settore della produzione
di energia da fonti rinnovabili».
En.Cor era stata costituita per sviluppare nel distretto comunale le
energie alternative, a cominciare da un impianto di teleriscaldamento. Ma la gestione pubblica non ha conseguito risultati apprezzabili.
La società è rimasta a metà del guado, nonostante i permessi, che
rimangono in portafoglio, e che ovviamente sono stati valutati da chi
ha partecipato al bando, per la realizzazione di impianti a biomassa e
solari. Una nota del comune precisa che vari problemi «non hanno consentito di avere i tre bilanci consecutivi in utile, condizione necessaria
per rientrare nelle maglie vincolanti del decreto-legge di riferimento,
di qui l’alienazione».
A farsi avanti è stata Amtrade Technologies, braccio operativo nel
settore delle energie naturali di Amtrade Holding, società di partecipazioni in comparti diversificati, con sede nei pressi di Zurigo. A capo
di Amtrade Technologies vi è appunto Coveri, che l’ha costituita alcuni
mesi or sono e si propone una rapida espansione in Europa e anche in
Italia. L’operazione di Correggio è la prima, rilevante, realizzata dalla
neo-società, che ha un capitale sociale di 100 mila franchi svizzeri
(l’holding ha un capitale di un milione di franchi svizzeri).
Il sindaco di Correggio, Marzio Iotti, è soddisfatto: «Abbiamo portato
sul territorio investitori in un settore innovativo. La società svizzera è
interessata in particolare a una tecnica di cogenerazione che En.Cor ha
realizzato e che utilizza un’essenza ligneo-cellulosica. In pratica si tratta di cogeneratori che, partendo dal legno realizzano il syngas e fanno
andare un motore che produce sia energia che calore. La nostra realtà
è appetibile perché ha già le autorizzazioni necessarie avviate».
Il gruppo svizzero avvia così un insediamento strategico per lo sviluppo della propria presenza in Italia. Tra le sue specializzazioni vi è
la coltivazione di boschi per uso energetico in aree golenali e la pianura
padana è un habitat assai favorevole. En.Cor possiede numerosi terreni su cui sarà possibile realizzare coltivazioni a fini energetici, che
potranno servire per alimentare le centrali che Amtrade si propone di
gestire, a partire appunto da quella di Correggio. Che la multinazionale consideri strategica l’acquisizione è confermato dal fatto che si è
addossata i 35 milioni di debiti di En.Cor con le banche.
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Sabato 22 Giugno
Giugn 2013
PRIMO PIANO
PERISCOPIO
LETTERE
Canone concordato e pressione fiscale
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DI
L’articolo di Corrado Sforza Fogliani, presidente
di Confedilizia, pubblicato da ItaliaOggi di giovedi
20 giugno, col titolo: «Punito chi affitta con contratti
concordati» solleva un tema di grande rilevanza. Indubbiamente, l`introduzione dell`Imu ha fortemente
penalizzato le abitazioni affittate a canone concordato, che secondo un`indagine, appunto, di Confedilizia nei capoluoghi di regione hanno subìto aumenti
medi rispetto all`Ici pari a +409%. Questa vera e propria stangata disincentiva uno strumento (il canone
concordato) introdotto dalla legge 431 del 1998 per
calmierare il mercato degli affitti, aiutando le tante
famiglie che vivono in condizioni di disagio abitativo.
Per questo motivo ho presentato prima un disegno di
legge (A.C. 880) e poi un ordine del giorno nell’ambito della discussione del decreto legge Imu-Cig per
sollecitare una drastica riduzione dell’aliquota base
Imu sulle abitazioni locate a canone concordato. Il
fatto che il Governo abbia accolto l’ordine del giorno,
facendolo proprio, segna una prima, importante svolta. Ora è necessario che l’impegno politico assunto
dal Governo su questo tema si concretizzi nel quadro
della riforma dell’imposizione immobiliare che verrà
presentata entro il 31 agosto.
Antonio Misiani - deputato Pd
Iosefa, la meno tedesca dei nostri ministri
Il ministro Josefa Idem è finito nella bufera per
l’Ici e Imu non pagata sulla casa-palestra suscitando
interrogazioni e richieste di dimissioni da parte di
M5S, Lega Nord e Fratelli d’Italia. «Se questa cosa
fosse successa in Germania, la ministra sarebbe gia’
stata licenziata, siamo in Italia e quindi serve una
‘spintarella’, una mozione di sfiducia», ha annunciato
Roberto Maroni. Enrico Letta ha provato a difenderla,
ma il fuoco di fila è partito anche dal Pdl che vede
applicare due pesi e due misure se si fa il paragone con il sottosegretario Michaela Biancofiore che
si vide revocare la delega alle Pari Opportunità per
un’incauta dichiarazione (mica per aver eluso il fisco
a danno dei contribuenti italiani). Ora, al di là della
valutazione della evoluzione di questa vicenda, non
le sembra ancora più grave il fatto che Letta già pensasse di assegnare le deleghe alle pari opportunità
e alle politiche giovanili, per rappresentare l’esecutivo in parlamento durante l’iter dei provvedimenti
di competenza, al sottosegretario alla presidenza del
consiglio Giovanni Legnini? L’Imu è il meno.
Franco Adriano - Roma
La crisi non è certo per tutti
Roma, esterno giorno, in pieno centro storico, a due
passi dalla Fontana di Trevi. Un pulmino nero Ncc che
porta i turisti dall’aeroporto al centro della capitale
si ferma e fa scendere davanti al loro bed & breakfast
5 americani belli grassi e con 5 valigie stracolme. Il
capofamiglia americano fa per pagare ma, visto che è
appena arrivato, non ha con sè cash per poter pagare in euro, ma solo in dollari. L’autista non si perde
d’animo: in Italia i dollari si prendono, eccome. Anzi,
con un sorriso stampato sulle labbra, tira fuori dalla
tasca un mazzo di soldi legati con l’elastico, come si
faceva una volta, ma talmente gonfio che le prime
banconote piegate si vedeva chiaramente che erano
di colore verde. Sì, proprio quelle da 500 euro, quelle
che il mio bancomat non mi ha mai rilasciato (ma
forse non gli ho mai chiesto un importo così alto...).
Quelle che in Europa sono state bandite già da tempo perchè sono un chiaro indicatore di riciclaggio di
denaro sporco o comunque di nero.
Ammetto di aver guardato con invidia quel mazzetto
di denaro, e soprattutto il fatto che non c’era bisogno
di registratori di cassa o di scontrini o di fatture per
far entrare in tasca quelle banconote. È bastato solo
un sorriso e un saluto in inglese. Poi però subito dopo
mi sono rabbuiato e ho pensato che se quel signore
un giorno si troverà a fare un incidente, l’ambulanza
e l’ospedale che lo curerà glieli avrò pagati io, con le
mie banconote forse poco verdi ma che io ogni anno
giro allo Stato attraverso le tasse che pago. Così come
pago io il rattoppo (raro) delle buche sulle strade che
percorre con il suo pulmino per portare in città i suoi
clienti. La crisi, insomma, nel paese dei furbetti, non
è per tutti.
La morale? Forse, per uscire dalla crisi, basterebbe
solo saper sorridere e parlare un po’ di più in inglese.
Arrabbiarsi e continuare a parlare solo in italiano,
invece, è da sfigati. Anzi, da contribuenti
Roberto Olivi - Roma
13
PAOLO SIEPI
Emma Bonino sulla Siri
ria: «Per ora no a soluzioni
militari». Vediamo prima
m
chi vince. Spinoza. Il Fatch
to quotidiano.
politici di lungo corso
Bersani e gli altri
al
sono degli sfigati, nel senso letterale del
termine. Gente che manteniamo da quando
sono nati. Pensano solo a salvaguardare
il loro stipendio da 15 mila euro al mese
perché sanno bene che sul mercato ne valgono 1.500 al massimo. Flavio Briatore.
Il Fatto quotidiano.
I partiti, anziché tacere e guardare
al loro interno, criticano Grillo che ha
espulso una senatrice. Sperano che non
lo facciano anche i loro elettori superstiti,
i partiti dei soldi pubblici in barba al referendum, delle tessere false e dei congressi
taroccati o mai fatti, delle regole violate
o cambiate su misura per gli
g amici,, degli
g
statuti carta straccia, dei
probiviri dormienti e del
Porcellum, montano in
cattedra col ditino alzato:
«Eh, no, certe cose non si
fanno!». Il socialista Nencini si appella addirittura
a Grasso perché salvi la Gambaro, e lui
la democrazia dei partiti la conosce bene
perché viene dal Psi: il partito di Craxi
che cacciava i dissidenti Codignola, Bassanini, Enriques Agnoletti, Veltri e altri
e si autocelebrava nei congressi con le
piramidi di Panseca e si faceva eleggere
per acclamazione. Marco Travaglio. Il
Fatto quotidiano.
La priorità, per Berlusconi, è dominare
il campo. In questo senso, le elezioni del
24 febbraio sono state per lui un successo: hanno sancito che, pure nel momento
di massima debolezza, la destra italiana
è Berlusconi. Non Monti, non Fini, non
Casini, non i giustizialisti alla Di Pietro,
non i liberisti alla Giannino, non leghisti
sia bossiani che maroniani, confermatisi
suoi docili alleati. Berlusconi ha, com’è
noto, una concezione patrimoniale del
partito che ha fondato, e che intende lasciare a qualcuno il cui cognome sia come
il suo. Marina Berlusconi, presidente del
Gruppo Arnoldo Mondadori. Aldo Cazzullo. Sette.
Marina Berlusconi sarebbe ovviamente detestata dagli antiberlusconiani, ma
nel suo schieramento sarebbe amatissima
dai militanti che avrebbero l’illusione di
rivedere
Berlusconi giovari
ne,
n per giunta femmina.
Marina
la primogenita, la
M
figlia che assomiglia di più
al
a padre, che l’ha sempre
difeso
in privato e in pubd
blico
anche nei momenti
b
più delicati, anche
anch nelle questioni di donne. Resto convinto che Renzi vincerebbe
comunque, sia contro Silvio che contro Marina. In ogni caso, il miglior alleato della
destra resterà sempre la nomenklatura
di sinistra che preferisce perdere contro
Berlusconi (o contro una Berlusconi) che
vincere insieme al nemico interno, Renzi.
Aldo Cazzullo. Sette.
Qualcuno dei genitori protesta? E io gli
faccio vedere la legge Fioroni che vieta i
telefonini a scuola. Lo so che molti non la
applicano, però bisogna avere il coraggio di
farlo. Anche se siamo nell’epoca dei genitori
sindacalisti dei figli. È venuta una madre,
avvocato, e ha obiettato che può avere motivi d’urgenza per chiamare il figlio. E io
ho risposto che la scuola ha un telefono
e che, in caso d’urgenza, noi rispondiamo
e siamo a disposizione. Ida Grella, presidente del comprensivo «Luigi Per-
na- Dante Alighieri» di Avellino. Fatto
quotidiano.
In queste condizioni di mercato la cosa
migliore sarebbe che certi p
premi li vincessero libri leggibili. Io
non so se il premio Strega
lo vincerà Walter Siti, ma
se vincerà un libro che non
si può leggere, quella boccata d’aria che, dal premio,
potrebbero avere i librai e
l’editoria, non ci sarà. Il romanzo
manzo di Siti
(e quello di Aldo Busi) una cosa in comune ce l’hanno. Tutt’e due, a differenza dei
loro autori, sono impenetrabili. Gaetano
Cappelli, autore di Romanzo irresistibile della mia vita vera raccontata fin
quasi negli ultimi e più straordinari
sviluppi. Marsilio. Il Giornale.
Truman Capote
p
si definiva uno scrittore
r totalmente orizzontale.
P pensare doveva sdraPer
ia
iarsi
sul letto o sul divano
fu
fumando
una sigaretta e
s
sorseggiando
caffè e tè alla
menta
che, nel corso della
m
giornata,
venivano sostitug
iti
Martini. Il portacenere al
i da sherry e M
suo
s fianco non doveva mai contenere più di
tre
t mozziconi di sigaretta per volta. In caso
contrario
preferiva svuotarsi le cicche nelle
c
tasche. Mason Currey, Daily Rituals.
How Artists Work. Knopf.
L’ispirazione è riservata ai dilettanti.
Tutti gli altri ogni mattina si alzano dal
letto e iniziano a lavorare. Chuck Close,
pittore e fotografo Usa, NYT.
Stasera fra le guglie del Duomo di Milano va in scena L’annuncio a Maria di
Claudel, con la regia di Stefano Braschi e
attori e coro di ragazzi dell’Istituto Sacro
Cuore. Violaine ha il volto di sei tredicenni, bambine quasi donne che tremano nel
vestito leggero al vento che frusta il tetto
del Duomo. Pietro di Craon, il costruttore
di cattedrali, ha una bella faccia antica, da
patriota carbonaro. E stasera, qui sopra,
la città vive ancora la storia dell’amoroso splendente sacrifi cio di Violaine. Ma
un altro protagonista sovrasta la scena:
questo gran cielo sopra di noi, col vento
che soffia via il grigio, scoprendo a tratti,,
dopo giorni di pioggia, un
cielo terso. Lontano, verso Ovest, si incendiano le
nuvole, colpite dall’ultimo
sole. E mentre il dramma
di Violaine si dipana, le
statue sulle guglie sembrano sentinelle, scolte di guardia nel
cielo sopra Milano. E certo è un caso, se
quando Violaine muore i ragazzi sul palco
sono investiti dall’ultimo raggio di sole.
«Cosa vale la vita, se non a essere data?»,
domanda il coro. (Giù in basso la gente
passeggia, nell’ora dell’happy hour del venerdì sera. Ignari degli angeli di marmo,
che vegliano anche su di loro). Marina
Corradi. Tempi.
Colta al volo. Potere. Conosco uno nell’ufficio stampa. Vuoi che ti giri i contatti?
New York è una città piena di indirizzi
utili, sotto le spoglie del suo caos c’è un
ordine misterioso, cosmico, ed è forse per
questo che tutti ci vanno. Teju Cole, Città
aperta. Einaudi.
La gente accorse alla processione da tutti i villaggi vietnamiti sparsi tra i canali,
da quel paesaggio da Paesi Bassi dove i
germogli verdi del riso novello e le messi
color d’oro sostituivano i tulipani e dove
le chiese prendevano il posto dei mulini a
vento. Graham Green, Un americano
tranquillo. Mondadori.
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14
Sabato 22 Giugno 2013
ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA
Secondo l’ultimo censimento, spariti 180 mila abitanti. Il borgomastro vuole indagare
Berlinesi in via di estinzione
Per la capitale indebitata sono 470 mln di aiuti in meno
da Berlino
ROBERTO GIARDINA
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Q
uando si vive troppo
all’estero si diventa
schizofrenici. Io ho due
Heimat, anzi tre, e la
parola è conosciuta anche dagli
italiani, grazie al bello e smisurato film a episodi di Edgar
Reitz, sarebbe la piccola patria,
il luogo dove ci si sente a casa.
Ho la mia Palermo, e Berlino, e
Roma. Il mio nuovo sindaco capitolino, Ignazio Marino, ha
la passione per la bici, cosa che
qui non farebbe notizia, tutti
vanno in bicicletta, e qualche
idea balzana, come quella di
chiudere i Fori imperiali, bloccando mezza città. Avrei votato
per lui, se avessi votato, perché
c’era poca scelta, ma quando
leggo queste cose, ho la fortuna di potermi rifugiare nella
mia altra Heimat, Berlino, o
meglio Charlottenburg, perché nessun locale direbbe mai
come Kennedy, «Ich bin ein
Berliner». I veri berlinesi sono
radicati nel quartiere, e dicono
«Ich bin ein Wilmersdorfer», o
un «Kreuzberger», e io sono un
«Charlottenburger», quartiere
immenso e indipendente, dove
un tempo abitarono Kafka e
Nabokov.
Berlino è una città-stato,
ha un suo Oberburgermeister, e poi un borgomastro
per ogni Bezirk, o quartiere,
che sono più indipendenti rispetto agli Arrondissement
parigini. Charlottenburg era
una cittadina a sé fin dopo la
Grande guerra. Il mio sindaco,
per cui come residente benché
straniero posso votare, è il
socialdemocratico Reinhard
Naumann, 53 anni, e ha altre
preoccupazioni rispetto a Marino. Gli sono scomparsi quasi 31
mila abitanti, tutti di un colpo.
Pensavamo di essere 321.114
e invece siamo solo 290.741.
Naumann è molto arrabbiato,
i conti non gli tornano.
L’ultimo censimento con giorno cruciale il 7 maggio 2011 (i
dati sono stati resi noti due
anni dopo) ha tolto alla Germania un milione e mezzo di
abitanti, e a Berlino 180 mila.
Per la metropoli piena di debiti
vuol dire 470 milioni di aiuti in
meno da parte del Bund, la fe-
Il quartiere berlinese di Charlottenburg (nella foto
il castello) ha perso quasi 31 mila abitanti, tutti di un colpo
derazione, cifra da suddividere
fra i tanti quartieri, circa un miliardo tenendo conto degli arretrati. Charlottenburg è quella
che ha perso di più, circa il 10%.
«Ma non è possibile», protesta
Naumann, «dai dati dei consumi energetici, o dalla raccolta
della spazzatura, dovremmo
essere addirittura di più. Se si
contano quelli che hanno una
doppia residenza dovremmo
essere oltre 340 mila». I tedeschi non sanno più far di conto?
Il sospetto è che il censimento
per risparmiare sia stato compiuto in modo poco accurato. A
Charlottenburg 2 mila questionari non sono stati consegnati
perché le persone non erano
più reperibili. Si sono trasferite
senza comunicarlo al comune.
A Berlino, si sa, si è un po’ anarchici. Inoltre, metà della città è
vissuta sotto la dittatura rossa,
seguita a quella nazista, e per
istinto si diffida delle autorità.
Si cerca di non farsi contare.
Anche l’ultimo censimento effettuato a Ovest, prima della
riunificazione, naufragò per il
boicottaggio dei cittadini, per
buona parte reduci del ‘68.
Diedero risposte assurde: abitavano in appartamenti di due
stanze e avevano dodici figli.
Allora vivevo in un sobborgo di
Bonn, a Königswinter, 41 mila
abitanti, e venne a trovarmi a
casa una giovane sondaggista
che mi rassicurò: tutto sarebbe rimasto anonimo. Ma quanti
cittadini italiani, nati in Sicilia,
con laurea in legge, e giornalisti
potevano abitare nella cittadina renana? La caduta del Muro
e la riunificazione vanificò poi
l’importanza del censimento. E
adesso? Il borgomastro intende
mandare ricercatori per scoprire i cittadini spariti. Non ci riuscirà e la conseguenza sarà che
dovrò pagare più tasse comunali. Comunque saranno inferiori a quelle della mia Heimat
giallorossa.
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Si testa un ultraleggero. Primo volo previsto nel 2016-2017 L’ultimo rapporto di Capgemini e Rbc
Eads e Siemens alleate I milionari sono
per l’aereo elettrico
sempre di più
I
l futuro dell’aviazione è elettrico? Co- «un aereo più grosso, un apparecchio regiomunque sia, i costruttori non vogliono nale tipo Atr», aggiunge Botti.
farsi trovare impreparati.
Eads non parte proprio da zero. A Bourget
Per esempio Eads, la casa madre di ha presentato diversi progetti, fra cui l’e-fan,
Airbus, ha annunciato nei giorni scorsi al Sa- un biposto elettrico sviluppato in collaboralone aeronautico di Bourget, un accordo di zione con una pmi francese (Aero Composite
partnership con la tedesca Siemens. L’obiet- Saintonge) ed equipaggiato con batterie litio
tivo è quello di mettere a punto sistemi di polimeri. L’e-fan dovrebbe fare il primo volo
propulsione
elettrici ibridi
per elicotteri
e aerei a lungo
raggio. Nell’accordo rientra
anche un terzo
partner, l’austriaca Diamond Aircraft,
specializzata
nella produzione di piccoli
aerei in materiali compositi. «Vogliamo
cominciare con
un aereo da
diporto e farlo
volare entro
L’e-fan, progetto di biposto elettrico presentato
tre, quattro
da Eads al Salone aeronautico di Bourget
anni, per poi
concentrarci su un velivolo di linea», spiega di prova quest’anno, in vista di una commerFrank Anton, vice presidente del diparti- cializzazione entro il 2016, una volta ottenumento propulsione di Siemens. «Desideriamo ta la certificazione, la tappa più difficile.
realizzare il piccolo apparecchio in diversi
L’aereo del futuro, più silenzioso, più ecoesemplari, 10, 100 o più, per maturare delle nomico, più pulito, dovrà rispondere a tre sfitecnologie che sono molto sofisticate, proprio de: l’aumento del traffico aereo, la corsa dei
come il processo di fabbricazione», gli fa eco prezzi dei carburanti fossili e l’inasprimento
Jean Botti, direttore tecnologia in Eads. In della legislazione ambientale.
seguito i due gruppi puntano a sviluppare
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La crescita della ricchezza si conferma più forte in Asia
I
Paperoni mondiali non
sono mai stati così numerosi, né così ricchi.
L’anno scorso erano
12 milioni coloro che, beati
loro, vantavano una fortuna
di oltre un milione di dollari
(oltre 760 mila euro), esclusa la residenza principale.
Secondo l’ultimo rapporto
di Capgemini e Rbc sulla
ricchezza nel mondo, tra di
loro ci sarebbe un milione di
nuovi arrivati.
In totale nel 2012 l’ammontare totale della loro ricchezza è cresciuto del 10%,
passando da 42.700 miliardi
di dollari nel 2011 a 46.200
miliardi. Un boom che si
spiega soprattutto con la rimonta dei mercati azionari
e con la ripresa del mercato
immobiliare americano.
Secondo gli autori del rapporto, entro il 2015 la ricchezza dei Paperoni di tutto
il mondo dovrebbe superare
i 55 miliardi di dollari.
Più della metà di questi
milionari vive in tre paesi,
Stati Uniti, Giappone e Germania ma la crescita della
ricchezza si conferma più
forte in Asia. A Hong Kong,
per esempio, il numero dei
milionari è balzato lo scorso
anno del 35,7% e in India di
oltre il 22%. Anche in Europa crescono, anche se più
modestamente: +7,5%. La
Germania, da sola, ne conta
più di un migliaio.
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ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA
Sabato 22 Giugno 2013
15
Sono detti così i bianchi di origine anglosassone negli Stati Uniti. Boom di ispanici e neri
I wasp nascono sempre meno
Entro il 2043 i bianchi superati dalle attuali minoranze
DI
SIMONETTA SCARANE
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G
li Stati Uniti stanno
vivendo un epocale
cambiamento demografico che nel 2043
vedrà diventare maggioranza della popolazione le attuali minoranze ispaniche,
asiatiche e afroamericane.
Una tendenza inesorabile
verso una maggiore diversità
etnica. Già ora, per la prima
volta nella storia del nuovo
continente, i bianchi sono i
più numerosi a morire che a
nascere. Il gap tra la crescita
demografica delle minoranze
etniche e il loro debole ruolo
politico potrà creare tensioni.
I bianchi costituivano il 72%
dell’elettorato nel 2012 (erano il 74% nel 2008 e l’81% nel
2000). Di certo, secondo gli osservatori politici, la crescita
delle minoranze etniche porterà voti al Partito democratico e c’è chi prevede la sua
egemonia di governo per i
prossimi 30 anni.
La svolta demografica sarà
tangibile nel 2025. La crisi
ha rallentato le nascite, già
diminuite, dei wasp, i bianchi
di origine anglosassone negli
Stati Uniti, accelerandone il
declino legato all’invecchiamento della popolazione.
Sarà così che, secondo i calcoli dell’ufficio Usa per il censimento, nel 2043 le minoranze
supereranno i bianchi, che nel
1993 costituivano l’83% della
popolazione e oggi sono il 63%,
all’incirca 198 milioni su una
popolazione totale di 314 milioni. In quella che sarà la nuova
America gli asiatici saranno
preponderanti, è la stima, in
conseguenza della forte crescita demografica attuale: hanno
fatto registrare il più alto tasso di crescita (+2,9% nel 2012),
seguiti dagli ispanici (2,2%) e
dagli afro-americani (1,3%). I
bianchi hanno movimentato il
loro andamento demografico
soltanto grazie agli immigrati
venuti dal Canada, dalla Germania, e in qualche misura
anche dalla Russia e l’Arabia
Saudita. Gli ispanici sono dal
2003 la prima minanza etnica dell’America con il 17% e
la loro presenza è destinata
a crescere sicuramente negli
Usa, tanto che secondo alcune previsioni, entro il 2060 un
americano su tre sarà «latino».
La loro crescita è il risultato
del forte tasso di natalità e
non dell’immigrazione. Le
conseguenze di questo cambiamento demografico epocale,
secondo l’istituto di demografia Brooking, saranno che gli
Stati Uniti assumeranno una
fisionomia completamente differente rispetto all’attuale. Il
cambiamento non sarà senza
conflitti, ma sarà inesorabile.
Una realtà che è già il presente di quattro stati: Hawaii,
Nuovo Messico, California, e
Texas. Da giugno gli Stati della costa Ovest stanno vivendo
un cambiamento più che annunciato: i «latini» saranno in
parità numerica con i bianchi
wasp (39% ciascuno). E poi,
poco a poco, prenderanno il
sopravvento. Gli americani
wasp dovranno rendersi conto
che il loro avvenire dipenderà
da persone che non gli assomiglieranno fisicamente. Questo
non è un male, dal momento
che le minoranze attuali, in
forza della loro crescita demografica, saranno il motore
dell’economia americana e
saranno loro a garantire la
sopravvivenza del sistema
pensionistico e dell’assistenza sociale. Sul piano politico, il
potere è ancora nelle mani dei
bianchi perchè sono i più numerosi a votare e il rischio è che ci
si ritrovi più preoccupati per le
conseguenze dell’invecchiamento della popolazione piuttosto
che dalle necessità dei giovani
e in particolare dell’istruzione.
A Washington c’è consapevolezza della virata demografica che
stanno vivendo gli Usa. Tanto
che il senato americano ha cominciato l’esame del progetto di
riforma dell’immigrazione che
prevede la legalizzazione di
11 milioni di clandestini e una
profonda riforma del sistema.
Una misura sulla quale si è dichiarato d’accordo il 74% degli
americani, secondo i risultati
di un recente sondaggio di Fox
News.
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Le due pagine di «Estero - Le notizie mai lette
in Italia» sono a cura
di Sabina Rodi
Dalian Wanda investe 1,2 mld di € per la britannica Sunseeker Vuol diventare la n. 1 degli smartphone
I cinesi saltano a bordo La cinese Huawei
degli yacht di James Bond sfida Samsung
so sul piatto 500 milioni di dollari, manterrà
DI ANDREA PIRA
comunque la sua base a Poole, nel Dorset e in
li yacht di James Bond parleran- Grand Bretagna resteranno anche produzione
no cinese. Il conglomerato Dalian e forza lavoro.
L’espansione britannica del gruppo di Wang
Wanda ha annunciato un piano da
1,6 miliardi di dollari (1,2 miliardi comprende anche il progetto di un hotel di lusdi euro) per l’acquisto del 92% di Sunseeker, so da 160 stanze nel South bank londinese. Si
produttore delle imbarcazioni usate nei film tratterebbe del primo albergo extralusso di una
di 007, e per la costruzione di un hotel cinque società cinese all’estero, primo di una catena
stelle sulle sponde del Tamigi. L’ennesimo se- che la Wanda ha intenzione di costruire in altre
gnale delle ambizioni di uscire oltre la Mura- città estere. Gli investimenti in Gran Bretagna
seguono di un anno l’acglia delle società cinesi
quisizione della catena
e del ruolo centrale del
di cinema statunitense
settore del lusso nella
Amc. Wanda pensa in
seconda economia al
grande, scriveva a fine
mondo.
maggio il settimanale
A spiegarlo è stato il
cinese Caixin. Entro il
numero uno del gruppo
2015 vuole portare il
e secondo uomo più rictotale dei propri asset
co della Repubblica poa 400 miliardi di yuan
polare, Wang Jianlin.
(40 miliardi di euro cir«I consumi cinesi sono
ca) e i profitti annuali
in crescita, soprattutto
a 20 miliardi di yuan.
per quanto riguarda i
Un successo su quattro
prodotti di lusso. Una
Uno yacht di Sunseeker, produttore
pilastri: immobiliare,
tendenza che riguarda
commercio, turismo e
yacht e aerei privati.
delle imbarcazioni usate nei film di 007
hotel di lusso.
Una crescita esponenAll’estero punta anche all’intrattenimento e
ziale», ha detto il fondatore del colosso immoal cinema, sebbene con il timore del declino del
biliare.
Il sindaco di Londra, Boris Johnson, ha settore in Europa. Anche per questo, secondo
salutato la notizia come la prova della fiducia alcuni analisti cinesi, se il gruppo ha veramente
globale nella città. Una percezione condivisa intenzione di crescere nel mondo dei cinema lo
dagli investitori di tutto il mondo, scrive Busi- deve fare non negli Usa o nel Vecchio continennessWeek, dalla Malesia alla Russia, alla Cina. te ma nelle città cinesi di seconda fascia. Ma
Molti nell’immobiliare, per accontentare la do- l’espansione della società, spiega la rivista, è al
manda nel settore del real estate dei loro ricchi momento senza limiti e diversificata, apparentemente in ogni direzione.
connazionali.
www.formiche.net
La Sunseeker, per la quale la Wanda ha mes-
G
L
a location londinese
dove il gruppo cinese
Huawei ha presentato
nei giorni scorsi il suo
nuovo smartphone, l’Ascend
P6, non era scelta a caso. Proprio lì Samsung, grande rivale
di Huawei, aveva presentato
l’anno scorso il Galaxy S3, che
ha permesso al gruppo
sudcoreano di consolidare il proprio dominio sul
mercato mondiale della
telefonia mobile.
L’obiettivo di Huawei
è molto ambizioso: diventare il numero 1 sul
mercato degli smartphone entro il 2017. Per raggiungerlo, il gruppo cinese, attualmente numero
4 mondiale, è disposto a
tutto. O quasi.
L’Ascend P6, che incarna le nuove ambizioni di Huawei, dispone
di diversi punti di forza
rispetto ai suoi concorrenti. A cominciare dallo
spessore (6,18 mm), che
ne fa il modello più sottile al
mondo. Per finire col prezzo di
vendita: a partire dai 399 euro,
«quando gli smartphone di alta
gamma dei nostri concorrenti»,
sottolinea Richard Yu, numero uno della divisione mobile di
Huawei, «sono venduti intorno
ai 600 euro».
Oltre a convincere gli operatori di tlc a spingere i propri
modelli nei loro punti vendita,
Huawei deve anche fare conoscere il proprio marchio al
grande pubblico. Se Samsung
non bada a spese per promuovere le sue novità, il gruppo
cinese si mostra più parsimo-
L’Ascend P6 di Huawei
nioso. Per accompagnare il
lancio in Europa di Ascend P6,
sarà lanciata una campagna
da 22 milioni. Noccioline, se si
pensa che il gruppo sudcoreano
l’anno scorso ha consacrato al
marketing un budget colossale:
9 miliardi di euro.
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IL MEGLIO DI CLASS DA OGGI IN EDICOLA
Sabato 22 Giugno 2013
Comunicazione, domotica, e-health, il progetto globale di Samsung ci cambierà la vita
Il futuro comincia in Corea
Da Seul arriva la più raffinata offerta di soluzioni hi-tech
D
a tempo si
Il tutto con l’orgoCopertina
sostiene
glio di produrre
UNA MISSIONE CHE PUNTA ALLA QUALITÀ
che il futunon solo tutti i
QUANDO IL
ro nasca a
dispositivi comOriente. Ma ora
mercializzati, ma
forse si possono
anche buona parNASCE IN
indicare coordinate dei componenti,
te più precise. A
assicurando così
sud del 38º paralun livello qualitalelo, per esempio,
tivo elevato, un
cablata
soluzioni
in quella Corea
costante monito‘‘
e-health
che, con una spesa
raggio della qualiannua in ricerca e
tà e un risparmio
sviluppo pari al
considerevole.
28
29
3,5% del pil e una
Dopo aver convelocità media di
quistato il
183,5 MLD
connessione a internet pari a
mercato della
7 TECHNO SOLUZIONI MADE IN KOREA DI DOLLARI
16 Mbit al secondo, ha creato
telefonia e dei
IL FATTURATO
le condizioni migliori per lo
televisori a
DI SAMSUNG
sviluppo di un sistema induschermo piatELECTRONICS
striale condiviso e si sta impoto, Samsung
nendo come il paese leader
sta ora puntannell’innovazione tecnologica.
do al settore degli
A Seul e dintorni colossi come
elettrodomestici che
Hyundai e Kia sono protagocompongono la casa
nisti nel settore auto; Lg e
digitale dove, accanto ai friSamsung sfidano senza comgoriferi di fascia medio-alta,
plessi di inferiorità Sony e
farà debuttare lavatrici, conApple. A questa ascesi inardizionatori e aspirapolveri
32
restabile è dedicata la storia
intelligenti, ovvero dotati di
di copertina del numero di
scheda wi-fi per collegarsi
giugno del maschile Class, che
alla rete e interagire con i
assicurazioni vita, 15ª tra le
si sofferma in particolare sul
dispositivi mobili. Ma c’è un
società di costruzioni, 16ª tra
caso Samsung.
altro settore di grande prole agenzie pubblicitarie. Gestispettiva: la sanità elettronisce persino il parco divertiL’azienda presieduta dal
ca. Gli investimenti di
menti più antico
71enne Lee KunSamsung in questo campo si
del paese. Numeri
hee, nota a tutti
sono concretizzati anche in
che spiegano come
come produttrice
acquisizioni mirate di socieSamsung (che in
di tv e smartphotà come NeuroLogica, realtà
coreano significa
ne, è un vero colosspecializzata in sistemi per
«tre stelle») generi
so industriale,
tomografie computerizzate,
da solo ben oltre il
secondo al mondo
in
cui
Samsung
o Nexus, focalizzata sul moni10% del prodotto
nella costruzione
è presente
toraggio cardiaco.
interno lordo della
di navi, 14ª nella
Corea del Sud.
classifica delle
© Riproduzione riservata
on una spesa annua in ricerca
e sviluppo pari al ,% del pil,
una cultura aziendale improntata alla meritocrazia e una velocità media di connessione a
internet da ogni abitazione pari
a  Mbit al secondo, la Corea
del Sud si è imposta come uno dei paesi
leader dello sviluppo basato sulla tecnologia. Proprio la connessione a larghissima banda capillare sul territorio coreano,
frutto di massicci investimenti in fibra
ottica, ha giocato un ruolo chiave nello
sviluppo del paese, creando le infrastrutture necessarie alle grandi industrie. I tempi della manifattura a basso costo e bassa qualità degli anni Sessanta e Settanta
sono ormai un ricordo. Colossi come
Hyundai e Kia sono protagonisti nel settore auto; Lg e, soprattutto, Samsung, sfidano senza complessi di inferiorità società del calibro di Sony e Apple.
Accanto agli smartphone e ai tv con cui
ha scalato il vertice del mercato mondiale dell’elettronica di consumo, Samsung
è un vero colosso industriale che si piazza al secondo posto su scala globale nella costruzione di navi, oltre a vantare la
di Davide Fumagalli
La Repubblica di Corea, ovvero la Corea del Sud
(a destra, la bandiera), conta 48 milioni
di abitanti su 100mila kmq. Capitale è Seul con
quasi 19 milioni di abitanti. Vicino al titolo, la
scritta Samsung in coreano: significa «tre stelle».
CLASS GIUGNO 2013
ti della stessa progettazione, a
LEADER INDISCUSSO
Lee Kun-hee, 71 anni,
produttori cinesi sconosciupresidente di Samsung
ti al grande pubblico,
Group. Sopra, la frase che
Samsung ha fatto una scelta
accoglie i visitatori del
controcorrente che le ha perquartier generale di
messo però di assicurare un
Yongin, periferia di Seul.
livello qualitativo estremamente elevato in ogni dispositivo a proª posizione nel campo delle assicura- prio marchio, si tratti di uno smartphozioni vita, la ª nelle costruzioni e la ª ne della linea Galaxy, l’unica a riuscire a
tra le agenzie pubblicitarie. Numeri che impensierire persino iPhone, oppure una
spiegano come la sola Samsung generi delle smart tv grazie a cui si è imposta al
ormai il % del prodotto interno lordo vertice del mercato mondiale dell’elettronica di consumo, supedi una tigre asiatica
rando ormai nella percome la Corea del Sud.
cezione qualitativa degli
Un colosso, Samsung,
utenti un nome storidiviso in molte società
co come Sony. Al concontrollate, riunite a
trario di altre realtà proloro volta in quattro
duttive, in cui i controlfiloni principali, a cui
Lee Kun-hee, 1993
li di qualità vengono
si affianca la gestione
del più antico parco divertimenti corea- effettuati prevalentemente attraverso l’ano. C’è però un filo rosso che lega tutto: nalisi di campioni, Samsung ha costruil’orgoglio di produrre non solo tutti i to un processo in cui ogni singola fase
dispositivi commercializzati, ma anche della costruzione di ogni singolo prodotbuona parte dei componenti necessari. to viene ripresa da speciali telecamere colIn un mondo che sempre più delocaliz- legati a computer dotati di un software
za la fase costruttiva, e spesso ampie par- in grado di analizzare e riscontrare in tem-
Cambiate tutto,
tranne
moglie e figli
CLASS GIUGNO 2013
Con una produzione che spazia dall’informatica agli elettrodomestici, Samsung sta costruendo intorno alla persona
un ecosistema tecnologico che permette di controllare tutti gli ambienti dal proprio smartphone
SMART TV
LED TV F8000
Caratterizzato da
una linea ultra slim,
ha una cornice
sottile meno di un
centimetro e
accede a internet
per i contenuti
multimediali.
Prezzo:
da 1.499 euro.
CLIMATIZZATORI SERIE Y
L’esclusivo sistema Smart wi-fi trasforma
lo smartphone Android in un vero
telecomando. Prezzo: da 1.090 euro.
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CAMERA
R
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otocamera dotata
sistema
perativo Android
sim telefonica,
er condividere
mmediatamente
fotografie.
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Quarta versione
dello smartphone
top, offre un display
ancora più ampio
e nuove funzioni
software.
Prezzo: 699 euro.
GALAXY TA
T B
Pensato come risposta
all’iPad, era un tablet
con display
p y da 7 pollici,
p
,
capostipite di una
famiglia di tablet
prodotti da Samsung.
LAVATRICE 12 KG SMART WI-FI
Grazie alla nuova applicazione per
smartphone Smart Control è possibile
programmare cicli e
opzioni di lavaggio.
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Sviluppati per offrire una più
semplice conservazione, combinano
le migliori tecnologie a spazi interni
più capienti. Prezzo: da 799 euro.
CLASS GIUGNO 2013
79
le nazioni
Charter
IN VACANZA A
VELE SPIEGATE
Anima & Corpo Investimenti
MIAMI
Con i suoi 6 milioni
di abitanti nell’area
metropolitana,
Miami è la città
più importante
della Florida, la cui
capitale è invece
l’assai meno nota
Tallahassee.
Noleggiare una grande
imbarcazione è l’ideale per
assaporare in ogni
momento il piacere del mare.
Dal Mediterraneo
ai Caraibi, dai mari del Sud
ai fiordi del Nord,
ecco le proposte degli
operatori più affidabili
PUNTARE SULLA CITTÀ DOVE SPLENDE DI NUOVO IL SOLE
È la destinazione del momento. Dinamica, internazionale, è ideale
per viverci, per una vacanza e per il business immobiliare.
E il suo skyline cambierà ancora più velocemente nei prossimi anni
di Chiara Cantoni
di Elena Correggia
ai caicchi ai catamarani, dai velieri ai motoryacht. Per
ogni meta un’imbarcazione, per ogni imbarcazione un differente stile di vacanza. Che si scelga la seduzione esotica
del Sudest asiatico, l’algida maestà del Grande Nord o la pittoresca cartolina delle coste mediterranee, l’esplorazione via
mare regala un’esperienza di viaggio densa di emozioni. A
patto di affidarsi all’expertise di operatori navigati. Class
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selezionato alcune tra le proposte delle migliori società di
charter, capaci di garantire un servizio di qualità, con itinerari disegnati su misura, in destinazioni di rara suggestione.
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NEL MARE DEI DELFINI. Al centro di inesplorate distese
coralline, meta top per chi pratica lo snorkeling, una lingua di
sabbia bianca, orlata di palme e alberi di casuarina, si srotola
a sud delle Isole Andamane, India. Colorato microcosmo,
popolato da ogni genere di pesci e numerosi branchi di delfini, lo specchio d’acqua di South Brother è uno dei paradisi
naturali proposti da Alessandro Mancini, personal traveller di
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La tecnica di cottura più antica del mondo, unita ai
materiali più moderni e alla sapienza del gusto italiano,
ha trasformato il rito del barbecue in un capitolo a sé
della cucina. Così oggi l’invito a una grigliata lascia
immaginare molto più che braciole, zucchine e tomini.
Merito delle nuove tecniche di cottura e di strumenti a
gas, con termometri e coperchi per garantire l’effetto
forno. E le novità 2013 spostano il limite ancora oltre,
offrendo fuochi a infrarossi, spazi ibridi per cotture
diverse contemporaneamente, piastre in acciaio o forni a
legna per cucinare la pizza sul terrazzo o in giardino.
L’unica caratteristica del barbecue rimasta intatta dalle
sue origini, infatti,
sembra essere la
necessità di uno
spazio esterno. E
un po’ di buona
compagnia.
MEDITERRANEO
67
Noleggiare una grande
imbarcazione è la
scelta ideale per assaporare
al massimo il piacere
del mare. Dal
Mediterraneo ai Caraibi, ai
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La cucina è en plein air
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Diritto
Sabato 22 Giugno 2013
LE NUOVE REGOLE
DEL CONDOMINIO
& Fisco
IN EDICOLA CON
23
IIN EDICOLA CON
FESTIVAL DEL LAVORO/ Anticipazioni del pacchetto atteso in consiglio dei ministri
Riforma Fornero, mini-lifting
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Difficile passare da contratto a progetto a subordinato
Pensione anticipata sì,
ma a tre condizioni
Paolo
Pennesi
da Fiuggi
IGNAZIO MARINO
E VALERIO STROPPA
A
meno di un anno della
sua entrata in vigore,
arriva il primo (leggero) lifting della riforma Fornero. Sarà più difficile
ottenere, per esempio, la conversione o la riqualificazione
di un contratto a progetto in
contratto subordinato (dipendente). Non basterà più dimostrare di svolgere operazioni
ripetitive, ma servirà provare
che le stesse siano anche esecutive. Se prima bastava solo
una delle due circostanze, in
futuro serviranno entrambe.
È questa una delle anticipazioni relative al pacchetto
lavoro che martedì dovrebbe
arrivare sul tavolo del consiglio dei ministri. A fornirle è
stato Paolo Pennesi, direttore generale delle attività
ispettive del ministero del lavoro, ieri a Fiuggi durante la
seconda giornata del Festival
del lavoro. Incerto è ancora se
si tratterà di un decreto legge
immediatamente operativo
(come richiesto dai consulenti
del lavoro) oppure di un ddl,
che avrebbe inevitabilmente
tempi più lunghi. Non si escludono, secondo altre fonti, anche incentivi fiscali o contributivi per le assunzioni a tempo
indeterminato, ma secondo le
prime indiscrezioni il beneficio potrebbe premiare solo
i lavoratori assunti ex novo,
escludendo quindi la stabilizzazione di quelli precari.
Per i rapporti a tempo determinato non sono previsti
stravolgimenti. Infatti, sulla
durata del contratto a termine
senza causale, ha detto Pennesi, «con la riforma Fornero si è
Marina
Calderone
trovato un punto di equilibrio
ed è difficile esasperarlo di
più, se non in situazioni eccezionali quali quelle che possono interessare alcune fasce
di lavoratori, per esempio gli
under-29 anni e gli over-50».
In tali ipotesi si potrebbe arrivare a 18 mesi, rispetto ai 12
attuali.
Possibili ritocchi dovrebbero interessare anche il ruolo
della contrattazione collettiva. Saranno previste ipotesi
aggiuntive di contratti senza
causale per aumentare la flessibilità. «Questa mi sembra la
linea di approdo futura sulla
acausalità pura», afferma Pennesi, mentre sulla riduzione
degli intervalli «si tornerà
all’antico: immagino 20 e 30
giorni».
Un’altra novità tra quelle
che dovrebbero essere varate
da palazzo Chigi riguarda i
contratti di prossimità, disciplinati dall’articolo 8 del dl n.
138/2011. «Oggi sono un po’
misteriosi», ammette Pennesi, «forse troveremo l’obbligo
di deposito per conoscenza».
Infine, sul limite massimo di
occupazione dei 36 mesi, già
superabile dalla contrattazione collettiva, «posso pensare a
misure specifiche per giovani
e over 50», spiega Pennesi,
«come pure immaginare interventi a regime. Anche in
relazione a logiche più spinte
legate a eventi o situazioni
straordinarie, come per esempio i lavori dell’Expo2015, in
cui trovare margini più ampi
di flessibilità in entrata».
Sull’apprendistato l’esecutivo tenterà di superare le attuali criticità. Il vice direttore
dell’area ispettiva del dicastero del lavoro, Danilo Papa, ha
anticipato che dovrebbero ar-
rivare interventi sulla «formazione trasversale per giovani»,
prevedendo che «fino al 2015
si privilegerà la formazione
contrattuale». Non dovrebbero esserci conseguenze, invece,
sul piano di riqualificazione
del rapporto in ordine alla
formazione trasversale.
Modifiche in vista anche
per lavoro intermittente e
associazione in partecipazione. Per il lavoro a chiamata
arriverà una proroga al 31 dicembre della fase transitoria
in scadenza il 18 luglio 2013.
Sull’associazione in partecipazione, invece, una norma
di interpretazione autentica
risolverà l’equivoco sul riferimento all’impresa nel suo
complesso e non alla singola
unità.
A richiedere un intervento incisivo sulla riforma del
lavoro a Fiuggi è stata a più
tappe la presidente del Consiglio nazionale dei consulenti
del lavoro, Marina Calderone, argomentando che la
legge varata dall’ex ministro
Elsa Fornero «non ha introdotto alcuna semplificazione,
ma solo nuovi adempimenti e
sanzioni pesantissime. È indispensabile liberare risorse ed
eliminare lacci e lacciuoli del
mercato del lavoro». Quanto
alle modalità e ai tempi del
restyling, il presidente della
commissione lavoro del senato Maurizio Sacconi ha
esortato pubblicamente il governo a fare scelte coraggiose
e intervenire con tempestività. «In caso contrario», ha
aggiunto l’ex titolare del Welfare, «l’esecutivo non sprechi
l’occasione e rimandi a un
altro momento le correzioni
necessarie della legge».
Sì all’anticipo della pensione, se lo vuole l’azienda o lo studio professionale da cui si dipende. Ma a tre condizioni: che
l’anticipo sia al massimo di quattro anni; che sia frutto di un
accordo sindacale; e che il datore di lavoro (non necessariamente impresa) si faccia carico dell’onere di pagamento della
«retribuzione-pensione», inclusi contributi figurativi, durante
il periodo dell’anticipo. A stabilirlo è il ministero del lavoro
nella circolare n. 24/2013, in cui detta le istruzioni alla novità
prevista dalla riforma Fornero. I lavoratori a cui mancano al
massimo quattro anni per il diritto alla pensione, potranno
incrociare prima le braccia intascando, in attesa di ricevere
la pensione vera e propria, una rendita d’importo pari alla
stessa pensione, ma a carico dell’ex datore di lavoro. Interessati
i lavoratori le cui pensioni devono essere liquidate dall’Inps,
incluse le gestioni Enpals e Inpdap (a eccezione dei dipendenti
pubblici), gli enti privati e privatizzati (Inpgi ecc.).
Tre fattispecie - La novità della legge 92/2012 è una
misura per facilitare l’uscita anticipata dei lavoratori vicini
al raggiungimento dei requisiti di pensionamento. A questa
prima ipotesi se ne sono aggiunte altre due col dl 179/2012.
In tutto tre possibili procedure e, in ogni caso, si fa riferimento
a datori di lavoro (imprese e non imprese) «che impieghino
mediamente più di 15 dipendenti», media calcolata sul semestre precedente la data di avvio della procedura con la
stipula dell’accordo.
Accordo sindacale aziendale - La prima ipotesi riguarda il caso in cui, in presenza di eccedenze di personale, il datore
di lavoro stipuli un accordo aziendale con i sindacati più
rappresentativi a livello aziendale (in genere con la Rsa o Rsu).
L’accordo è a formazione progressiva, nel senso che si compone
di un accordo tra le parti che lo sottoscrivono (datore di lavoro
e sindacati) e che si perfeziona con l’adesione del lavoratore,
personale e successiva, per cui la cessazione del rapporto di
lavoro sarà per risoluzione consensuale (per la quale, si evidenzia, non si paga il nuovo «ticket di licenziamento»).
Accordo sindacale di mobilità - La seconda ipotesi è
incardinata nell’ambito della procedura di licenziamento collettivo-legge 223/91. L’accordo, anziché prevedere solo l’accesso
alla mobilità, disciplinerà anche la nuova ipotesi di anticipo
di pensionamento per i lavoratori più prossimi alla maturazione dei requisiti di pensione, senza diritto all’indennità di
mobilità. Per espressa previsione anche in questo caso il datore
di lavoro non verserà il ticket di licenziamento.
Accordo per i dirigenti - L’ultima ipotesi è uguale alla prima con la differenza che interessa esclusivamente il personale
con qualifica di dirigente. L’individuazione di una fattispecie
ad hoc, spiega il ministero, deriva dal fatto che in questo caso
l’accordo deve essere stipulato dal sindacato «stipulante il ccnl
della categoria», a prescindere dalla rappresentatività della
stessa presso il datore di lavoro coinvolto. Anche in tal caso
pertanto l’accordo è a formazione progressiva, perfezionandosi
con l’adesione del dirigente.
Condizioni - In ogni ipotesi la procedura prevede che, per
incentivare l’esodo dei lavoratori più anziani, il datore di lavoro si impegni a corrispondere una prestazione pari alla
pensione che spetterebbe in base alle regole vigenti al momento
dell’adesione all’accordo di esodo e all’Inps la contribuzione
fino al raggiungimento dei requisiti effettivi di pensione. Questi ultimi possono riguardare tutte le pensioni purché perfezionati entro quattro anni dall’esodo.
Daniele Cirioli
©Riproduzione riservata
083048051048051057048051052
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24
Sabato 22 Giugno 2013
DIRITTO E FISCO
DECRETO FARE/ In G.U. il dl 69. A Milano spese di rappresentanza per l’Expo senza paletti
Fondi Ue, corsia preferenziale
Se gli enti perdono tempo scatta il commissariamento
DI
FRANCESCO CERISANO
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U
na corsia preferenziale
per i fondi strutturali
europei. Tutti gli enti
pubblici, comprese le
scuole, le università e le camere di commercio, dovranno
dare precedenza ai progetti da
realizzare grazie ai finanziamenti comunitari relativi alla
programmazione 2007-2013,
inclusi i contributi per lo sviluppo rurale e la pesca. E in
caso di inerzia delle amministrazioni competenti, lo stato o
la regione potranno sostituirsi
all’ente inadempiente nominando un commissario ad acta.
Lo prevede il decreto legge 21
giugno 2013 n. 69 (cosiddetto
«decreto del fare») che è stato
pubblicato sul Supplemento
normativo n. 50/L alla Gazzetta Ufficiale n. 144 di ieri. Il
governo Letta punta dunque a
evitare di incorrere nelle sanzioni previste dall’Unione europea per la mancata attuazione dei progetti cofinanziati
con i fondi Ue. E la strategia
per sveltire le pratiche è
duplice. Non solo, come detto, una corsia preferenziale
nella trattazione degli affari
connessi all’utilizzo dei fondi,
ma anche maggiore concertazione. Si prevede infatti che,
qualora si riscontrino criticità
nelle procedure di attuazione
dei programmi, gli enti interessati debbano convocare
una conferenza di servizi
allo scopo di «individuare le
inadempienze e accertarne le
eventuali cause, rimuovendo,
ove possibile, gli ostacoli verificatesi». In caso di ulteriore inerzia, lo stato, sentite le
regioni interessate, potrà nominare uno o più commissari
ad acta.
Spese di rappresentanza senza limi- DA MERCOLEDÌ 26 GIUGNO
ti per l’Expo 2015. Il
IN EDICOLA
decreto 69 esonera gli
enti locali coinvolti
nell’organizzazione
dell’Expo 2015 (in
pratica il comune e la
provincia di Milano)
dai limiti alle spese
per relazioni pubbliche, convegni, mostre,
pubblicità e missioni
(anche all’estero). Si
tratta di paletti molto
restrittivi (meno 80%
rispetto ai costi sostenuti nel 2009 per
la prima categoria
di spese, meno 50%
per le missioni) che
secondo la relazione
tecnica al dl avrebbero impedito l’utilizzo
delle risorse. Di qui
la necessità della deroga che però durerà
«per lo stretto limite
Disponibile anche sul sito
temporale richiesto
www.classabbonamenti.com
dall’evento».
Acquisto della
cittadinanza. Per i giovani
iovani vare il possesso dei requisiti
stranieri sarà più facile di- con ogni ulteriore documentaventare cittadini italiani. Chi zione idonea. La possibilità di
è nato in Italia e ha risieduto ottenere la cittadinanza dovrà
nel nostro paese legalmente e essere portata a conoscenza
senza interruzioni fino ai 18 degli interessati (da parte
anni di età può diventare a degli ufficiali di stato civile) a
tutti gli effetti italiano se di- partire dalla maggiore età e
chiara entro un anno dal com- fino al compimento del dicianpimento della maggiore età di novesimo anno. Diversamente
voler acquistare la cittadinan- il diritto potrà essere esercitaza. Questo è quanto già pre- to anche oltre il 19° anno.
vede la legge n. 91 del 1992.
Ma per facilitare le istanze il
Il testo del decreto
decreto «del fare» precisa che
sul buon esito della domanda
con la relazione
non dovranno influire negatiillustrativa sul sito
vamente eventuali inadempiwww.italiaoggi.it/
menti da parte dei genitori o
della pubblica amministraziodocumenti
ne. Anzi, il giovane potrà pro-
Infrastrutture, defiscalizzazione ridotta
Si abbassa a 200 milioni, dagli attuali
500, il tetto per la defiscalizzazione delle infrastrutture che le imprese realizzano con il concorso dei capitali pubblici. Una decisione contenuta nel decreto
Fare nonostante il governo non sia in
grado di quantifi care l’impatto fi scale
relativo alle minore entrate per le opere
pubbliche realizzate in project finance.
Sulla modifica, la relazione tecnica non
è positiva: «In mancanza di elementi che
consentano di verificare gli effetti sul
quadro macro-economico e gli effetti
prospettici sulle entrate, non risulta
possibile verificare positivamente la
disposizione», si legge nella relazione.
Traduzione: si teme che possano derivare minori entrate dall’approvazione
dalla riduzione del tetto a 200 milioni
di euro che garantirebbe a chi stipula
un contratto di partenariato pubblicoprivato (Ppp) e alle società di progetto,
un credito di imposta a valere sull’Ires
e sull’Irap finalizzato a riequilibrare il
piano economico-finanziario. L’attuale
tetto è a 500 milioni in virtù dell’articolo 33 della legge 221/12 di conversione
del decreto 179/2012. La nuova norma-
tiva prevede anche che la defiscalizzazione sia applicabile senza termini di
scadenza mentre oggi riguarda opere
la cui progettazione definitiva venga
approvata entro il 31 dicembre 2015.
Riguardo le concessionarie autostradali il governo ha abbandonato l’ipotesi
di concentrare più gestori autostradali
in un unico concessionario. Dal decreto
Fare è stata stralciata la norma dell’ex
articolo 26 che conteneva la disciplina delle concessioni autostradali che
avrebbe consentito di unificare più
soggetti gestori di tratte interconnesse, complementari o contigue, in un
unico concessionario. La costituzione
del concessionario unico avrebbe comportato una serie di obblighi quali la
redazione di un piano economico finanziario unitario e la stipula di un’apposita convenzione unitaria per una durata non superiore alla scadenza degli
originari rapporti concessori. Infine,
sono state riviste le somme per la A24 e
A25: da 108,07 milioni scendono a 90.7
milioni.
Andrea Mascolini
©Riproduzione riservata
Edilizia e immobiliare,
operazioni Iva separate
L imprese edili e quelle immobiliari potranno separaLe
rre, ai fini dell’applicazione dell’Iva, le operazioni imponibili e le operazioni esenti, indipendentemente dalla
p
ttipologia dell’immobile. È quanto prevede il ddl semplificazioni approvato dal governo, che si prefigge finalmente
c
di modificare l’art. 36, terzo comma, del dpr n. 633/72, per
d
rrimuovere una limitazione letterale causata dalla riforma
del regime Iva sulle operazioni immobiliari del 2006.
d
La disposizione citata, in deroga al principio secondo cui
L
ll’opzione per l’applicazione separata dell’Iva è ammessa
iin presenza di più attività, contraddistinte da codici Ateco
diversi, consente di esercitare l’opzione anche ai soggetti
d
che effettuano sia locazioni/cessioni esenti di fabbricati a
c
destinazione abitativa, sia locazioni/cessioni di altri fabd
bricati o altri immobili.
b
La disposizione, che originariamente non riguardava le
L
operazioni di cessione, aggiunte solo recentemente dal
o
dl n. 1/2012, venne introdotta nel 1998 allo scopo di perd
mettere alle imprese che locavano sia fabbricati abitativi
m
ssia altri fabbricati di separare, in sostanza, le operazioni
llocative esenti da quelle imponibili, in modo da evitare
che gli acquisti inerenti a tali ultime operazioni soffrisc
ssero le limitazioni del diritto alla detrazione per effetto
del meccanismo del pro rata generale. In quel contesto,
d
lla norma raggiungeva questo obiettivo, per lo meno in
rrelazione alle locazioni di fabbricati, perché le locazioni
di fabbricati strumentali per natura erano imponibili. Nel
d
2006, però, il quadro è profondamente cambiato. La riforma del dl n. 223/2006, infatti, ha introdotto, restando
solo al tema delle locazioni, la possibilità di locare in
esenzione da Iva anche i fabbricati strumentali per natura. Di conseguenza, la disposizione dell’art. 36, terzo
comma, dal punto di vista letterale, non consente più di
separare di fatto le locazioni esenti da quelle imponibili,
in quanto i due settori separabili sono:
1) le locazioni esenti di (soli) fabbricati abitativi,
2) le locazioni (esenti o imponibili) di altri fabbricati
o immobili.
In pratica, l’impresa che affitta un fabbricato strumentale per natura in regime di esenzione, deve imputarlo al secondo settore, il quale pertanto viene a essere
anch’esso interessato dall’indetraibilità; idem per l’affitto di un terreno non edificabile. Viceversa, la locazione di un fabbricato abitativo in regime di imponibilità
(divenuta possibile, per le imprese di costruzione, a
seguito del dl n. 83/2012), non può essere imputata al
secondo settore, in quanto ha per oggetto un fabbricato
abitativo.
Queste limitazioni non erano certo nell’intenzione del
legislatore del tempo, ma discendono accidentalmente
dalle successive modifiche della disciplina delle operazioni immobiliari, non sempre coerenti con il quadro
normativo generale (un altro esempio di incoerenza è il
divieto di detrazione dell’Iva per l’acquisto di fabbricati
a destinazione abitativa, salvo che per determinati soggetti). La problematica troverà soluzione completa con
la norma inserita dal governo nel ddl semplificazioni.
Si prevede, infatti, di riformulare la suddetta disposizione dell’art. 36, terzo comma, stabilendo che possono
avvalersi della facoltà di applicare separatamente l’imposta anche i «soggetti che effettuano sia locazioni o
cessioni di immobili esenti da imposta, che comportano
la riduzione della percentuale di detrazione a norma
dell’articolo 19, comma 5, e dell’articolo 19-bis, sia locazioni o cessioni di immobili imponibili». Oggetto di
separazione, quindi, sarebbero le operazioni immobiliari
esenti e quelle imponibili, indipendentemente dalla tipologia dell’immobile che ne forma oggetto (fabbricati
abitativi o strumentali, terreni edificabili e non), in
modo da consentire al contribuente, rispettando e rafforzando lo spirito della norma originaria, di sottrarsi
all’applicazione del pro rata generale e di determinare,
invece, l’imposta ammessa in detrazione con il principio
(primario) dell’imputazione
specifica dei beni e servizi
La bozza del del
acquistati, secondo il nesso
semplificazioni sul con l’operazione «a valle».
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G I U ST I Z I A E S O C I E TÀ
Sabato 22 Giugno 2013
25
ANTIRICICLAGGIO/ I dati all’incontro Assifact Accordo tra i ministri europei
Factoring pigro
Cambio packaging
Solo 42 le segnalazioni all’Uif per le sigarette
DI
FABRIZIO VEDANA
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S
oltanto 42 segnalazioni
inviate all’Uif e ben 20
società di factoring non
ne hanno fatta neppure una. È emerso in occasione
dell’incontro tenutosi in Assifact in occasione dell’annuale
assemblea di bilancio che ha
messo in luce un crescente
interesse per le operazioni di
cessione di crediti sia pro solvendo che pro soluto.
L’incontro ha visto la partecipazione dell’Unità di informazione finanziaria di Banca
d’Italia, della Guardia di finanza, di accademici e rappresentanti del mondo degli intermediari che hanno messo in luce
le importanti novità contenute
nei recenti provvedimenti con
i quali la Banca d’Italia ha
dettato nuove disposizioni in
materia di adeguata verifica
e di tenuta dell’Archivio unico
antiriciclaggio.
L’Uif ha dato conto delle
segnalazioni di operazioni sospette di riciclaggio ricevute
dalle società di factoring che,
sebbene ancora poche rispetto
a quelle inviate da banche e
poste, risultano in crescita anche grazie ai chiarimenti che al
riguardo sono stati forniti da
Banca d’Italia con comunicazione dell’aprile 2012 recante
specifici indici di anomalia connessi al settore del factoring.
Delle 42 segnalazioni
ricevute dall’autorità
di vigilanza circa il 50%
è risultano tuttavia
collegate al fatto che
il cliente della società
segnalante è stato oggetto di indagini penali e non a una specifica
operatività sospetta.
Una rilevante parte
delle altre segnalazioni
risulta invece connessa
alla rilevata inesistenza del credito oggetto
del contratto di factoring. Durante il convegno sono stati poi evidenziati i
rilevanti impatti che le nuove
normative di Banca d’Italia, in
vigore da gennaio 2014, sono
destinate ad avere su procedure e software con costi stimati
di qualche decina di migliaia di
euro per ogni intermediario.
Forte dei Marmi choosy
Ma l’Authority dice no
Il comune di Forte dei Marmi vuole tenere alto il livello della qualità della sua struttura commerciale, nel
centro storico, per soddisfare una clientela d’élite, ma
l’Autorità garante per la concorrenza e il mercato non
è d’accordo. Ciò in quanto l’introduzione di vincoli
alla libera iniziativa economica deve essere limitata a
quanto strettamente necessario per il perseguimento
di specifiche esigenze di interesse pubblico e rispettare
anche il principio di proporzionalità.
È sulla base di questi principi che il garante (Bollettino
n. 23 del 17 giugno 2013) ha formalmente invitato il
comune della Versilia di rivedere la posizione assunta e
di rimuovere, quindi, le restrizioni introdotte dal consiglio comunale rispettivamente con le delibere 20/1999
e 76/2011. In particolare, con il provvedimento di due
anni fa, l’organo collegiale, all’unanimità, aveva deciso
di non consentire l’apertura di bar e ristoranti non
riconducibili alla tipicità nazionale e in tal modo mettendo al bando ristoranti cinesi, giapponesi ed etnici
in genere. Ma allo stesso tempo, aveva deciso anche
di non consentire l’apertura di negozi, a meno che gli
stessi non trattassero prodotti riconducibili per produzione, manifattura e/o presentazione alla tradizione
nazionale e rispettassero un livello medio-alto di qualità. Il consiglio, in pratica, integrava i limiti posti alla
fine degli anni 90, che impedivano l’apertura di agenzie
immobiliari e di assicurazioni, banche, internet point
o lavanderie a gettone.
Nell’invitare il comune a riconsiderare le limitazioni,
il garante ha rilevato che la regolamentazione di Forte
dei Marmi si pone in contrasto con la recente normativa posta a tutela della concorrenza e con i principi di
liberalizzazione contenuti nel dl 201/2011, convertito
con legge 214/2011 e nel dl n. 1/2012, convertito con
legge 27/2012.
Anche perché, ha sottolineato l’Antitrust, «gli interessi
di tutela e valorizzazione del patrimonio storico e artistico del centro storico cittadino di Forte dei Marmi,
che pur rappresenta un bene pubblico meritevole di
tutela, possono essere conseguiti anche mediante il
rispetto di particolari criteri di presentazione della
merce al pubblico».
Marilisa Bombi
© Riproduzione riservata
Grande attenzione andrà
inoltre dedicata ai controlli e
alla formazione del personale
dell’intermediario che dovrà
essere istruito su come leggere
una dichiarazione dei redditi
la cui raccolta viene suggerita dalla Banca d’Italia e dalla
Guardia di finanza al fine di
poter accertare la provenienza del denaro utilizzato per
effettuare l’operazione e la coerenza della stessa rispetto al
profilo fiscale e Antiriciclaggio
del cliente.
© Riproduzione riservata
N
ovità in arrivo sui
pacchetti delle sigarette. Per quanto
riguarda le avvertenze di salute combinate
(testo-immagine), ci sarà
per queste ultime una dimensione dell’area ad esse
riservata pari al
65% della
superficie
frontale e
posteriore
del pacchetto, ma
in tale percentuale è
incluso anche il bordo
da 1 mm.
Per quanto
riguarda il
limite per
la presenza di additivi, eliminata la
previsione di adozione automatica di livelli massimi
a seguito del loro riconoscimento da parte di soli tre
stati membri. Salvaguardati i sistemi di notifica della
composizione di prodotti del
Donna abbandonata con un figlio
Unioni di fatto,
nuova apertura
DI
DARIO FERRARA
N
uova apertura alle
unioni di fatto da
parte della Cassazione. Alla donna abbandonata dal convivente con
un figlio piccolo a carico non si
può negare il patrocinio a spese
dello stato in una causa per il
risarcimento del danno da violazione degli obblighi familiari, motivando il «no» sul mero
rilievo che non sussiste alcun
obbligo del genere fra le persone legate da un vincolo di convivenza more uxorio: il giudice
del merito deve invece verificare se la lesione denunciata da
chi chiede il patrocinio per i non
abbienti riguardi un diritto che
rientra nei diritti fondamentali
della persona e, dunque, sia suscettibile di ristoro nello schema risarcitorio di cui all’art.
2043 cc. È quanto emerge dalla
sentenza 15481/13 del 20 giugno dalla III sezione civile della
Cassazione. Il ricorso dell’avvocato della signora è accolto contro le conclusioni del sostituto
procuratore generale: troppo
frettoloso il tribunale che rigetta l’istanza di liquidazione del
compenso del legale nell’ambito
della causa per il risarcimento
da violazione degli obblighi
familiari (poi dichiarata estinta). La donna è lasciata dall’ex
convivente con un bimbo di un
anno da mantenere e una promessa di matrimonio disattesa:
reclama i danni per la mancata
assistenza, morale e materiale, ma anche per la lesione del
diritto alla sessualità negatale
durante la vita insieme (l’uomo
la lascia per una nuova relazione sentimentale). Il ricorso
è accolto laddove punta sulla
lesione di diritti fondamentali
della persona. Resta basilare,
ricordano gli «ermellini», che
il giudice del merito indaghi
se il diritto oggetto di (asserita) lesione sia riconducibile a
quelli meritevoli di tutela costituzionale. E il rispetto della
dignità e della personalità deve
essere garantito sia prima sia
durante il matrimonio. In base
alla giurisprudenza di legittimità che ha ancorato il danno
non patrimoniale a tutti i beni
fondamentali tutelati dalla
Costituzione, allora, si può ben
affermare che la violazione dei
diritti fondamentali della persona si possa ben configurare
anche all’interno di una coppia
di fatto, a patto che l’unione abbia caratteristiche di serietà e
stabilità.
La sentenza
sul sito www.italiaoggi.it/documenti
tabacco già esistenti. Confermata infine la possibilità
per gli stati membri di vietare la vendita a distanza
di prodotti del tabacco, in
linea con quanto l’Italia,
attraverso il ministro della
salute, ha richiesto. Questi i
principali contenuti dell’accordo raggiunto dai ministri
della salute al Consiglio
dell’Unione europea. L’Italia, con il ministro Beatrice
Lorenzin, spiega una nota,
«ha partecipato attivamente ai lavori, segnalando
la necessità di apportare
alcune modifiche al testo
di compromesso proposto
dalla presidenza irlandese,
al fi ne di contemperare le
primarie esigenze di tutela
della salute con altre comunque rilevanti, quali la
lotta alla contraffazione e
la tutela dall’introduzione
sul mercato di tabacco di
provenienza non controllata. Tutte le richieste italiane sono state accolte e compaiono nel testo risultante
dalla mediazione», conclude
la nota.
CIRCOLARE
Lavandino
sui carretti
dei gelati
DI
STEFANO MANZELLI
La vendita dei gelati sfusi in
forma ambulante richiede l’impiego di un mezzo di trasporto con un adeguato sistema di
refrigerazione e un lavandino
con serbatoio per l’erogazione
di acqua fresca. Lo ha chiarito la circolare della polizia
municipale di Torino n. 54 del
12 giugno 2013. Sarà sempre
più raro trovare in circolazione i tradizionali carretti dei
gelati a pedali dotati di tutte
le necessarie strumentazioni
finalizzate a garantire la sicurezza alimentare dei prodotti.
Nel caso del comune di Torino
le recenti modifiche al regolamento d’igiene hanno infatti
dettagliato meglio i requisiti
igienico-sanitari richiesti dai
venditori di gelato sfuso. In
particolare il mezzo di trasporto ora dovrà essere dotato
di un sistema di refrigerazione
atto a garantire in ogni momento la temperatura necessaria, i contenitori dovranno
essere protetti da contaminazione ma soprattutto dovrà
essere installato un lavandino ad hoc con acqua potabile
fresca. Oltre al cartello degli
ingredienti, conclude la nota,
occhio infine all’autocertificazione in materia di igiene.
© Riproduzione riservata
083048051048051057048051052
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26
Sabato 22 Giugno 2013
I M P O S T E E TA S S E
SENTENZA DELLA CASSAZIONE SULLE SOCIETÀ AMMESSE AL CONCORDATO PREVENTIVO
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La cessione frazionata d’impresa sfocia in abuso di diritto
Stipulare un contratto che,
seppur valido, ha come causa
reale un indebito risparmio
d’imposta è un’operazione
che può essere bollata dal
fisco come elusione fiscale.
Infatti l’impresa ammessa al
concordato preventivo non può
cedere l’azienda
in modo frazionato con accordi
che, anche se regolari, possono
essere contestati dall’amministrazione
finanziaria
come abuso del
diritto.
È quanto affermato dalla
Corte di cassazione con la
sentenza n. 15743 del 21 giugno 2013.
Dunque, la sezione tributaria
ha respinto il ricorso di una
società che, dopo essere stata
ammessa al concordato preventivo, aveva venduto con
contratti, tempi e scopi diversi i vari «pezzi» dell’azienda.
La sentenza
sul sito www.italiaoggi.it/documenti
5NIONE%UROPEA
&ONDOSOCIALEEUROPEO
Il fisco ha contestato l’operazione commerciale sostenendo
che avesse come unico scopo
quello dell’indebito risparmio
dell’Iva. Quindi ha recuperato
la maggiore imposta.
A questo punto la contribuen-
ca, assumendo un rilievo di
fondo, che gli stessi concetti privatistici sull’autonomia negoziale regrediscano
a semplici elementi della
fattispecie tributaria». Ciò
comporta che, ancorché non
possa prescindersi dall’interpretazione della volontà
negoziale secondo i canoni
generali, nell’individuazione della materia imponibile
dovrà darsi la preminenza
assoluta alla causa reale
sull’assetto cartolare, con
conseguente tangibilità, sul
piano fiscale, delle forme
negoziali, in considerazione
della funzione antielusiva
sottesa alla disposizione in
parola, sicché l’autonomia
contrattuale e la rilevanza
degli effetti giuridici dei singoli negozi (e non anche di
**&( .%!()*(+**+( ,##$#*- *()'&(*#/ )*(**&%&#"(
te ha adito la Ctp ma senza
successo. Stesso verdetto di
fronte alla Ctr che ha confermato la decisione pro
amministrazione.
«In tema di imposta di registro, la scelta, compiuta
dal legislatore con l’art. 20
del dpr 26 aprile 1986, n.
131, di privilegiare, nella
contrapposizione fra «la
intrinseca natura e gli effetti giuridici» e il titolo o
la forma apparente di essi,
il primo termine, unitariamente considerato, impli-
Assessorato Regionale dell’Istruzione e della Formazione Professionale
Bando di Gara n. 17/2011
Programma Operativo del Fondo Sociale Europeo 2007/2013
Regione Siciliana C(2007) del 18 dicembre 2007
Pubblicazione concernente il D.D.G. n. 670 del 05 Marzo 2013 di revoca della
procedura aperta indetta con D.D.G. n. 3698 del 12/08/2011 per l’acquisizione
del Servizio di “Realizzazione di azioni integrate finalizzate alla valorizzazione
e diffusione di esperienze di eccellenza nel sistema di formazione
professionale regionale” Programma Operativo Regionale 2007/2013 del
Fondo Sociale Europeo. Si comunica che, ad ogni effetto di legge, il D.D.G.
n. 3698 del 12/08/2011, con cui il Dipartimento Regionale dell’Istruzione e
della Formazione Professionale ha bandito la procedura aperta di cui sopra,
è stato revocato con D.D.G. n. 670 del 05 marzo 2013, disponibile nel sito
http://www.sicilia-fse.it.
F.to Il Dirigente Responsabile dell’Area Affari Generali. Dott. Marcello Maisano.
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MASSIMA E OFFERTA MINIMA PRESE IN CONSIDERAZIONE AI FINI DI TALE AGGIUDICAZIONE EURO
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&ONDOSOCIALEEUROPEO
quelli economici, riferiti alla
fattispecie globale) restano
necessariamente circoscritti alla regolamentazione
formale degli interessi delle
parti, perché altrimenti finirebbero per sovvertire i detti
criteri impositivi. Anche la
procura generale del Palazzaccio ha chiesto di respingere il ricorso della società.
Debora Alberici
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&ONDOSOCIALEEUROPEO
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I M P O S T E E TA S S E
La Corte costituzionale sulla competenza legislativa
Salvi i bonus Irap
Agevolazioni regionali legittime
DI
ROXY TOMASICCHIO
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S
trada spianata alle
regioni in materia di
agevolazioni Irap per
favorire e sostenere
cultura e paesaggio locali. A
sancirlo è stata, ieri, la Corte
costituzionale (sentenza n.
153), dichiarando infondata
la questione di legittimità costituzionale della legge della
regione Toscana n. 45 del 31
luglio 2012 (Agevolazioni fiscali per favorire, sostenere e
valorizzare la cultura e il paesaggio in Toscana) promossa
in riferimento all’articolo 117,
comma 2, lettera e) della Costituzione.
La vicenda prende le mosse
da un ricorso presentato dal
presidente del consiglio dei
ministri nei confronti della
regione Toscana che, a parere
del ricorrente, avrebbe stabilito, nella legge 45/2012, agevolazioni fiscali consistenti
in crediti di imposta sull’Irap
pari al 20% delle erogazioni
liberali destinate in favore
dei soggetti beneficiari dei
finanziamenti. Disposizioni che, per il presidente del
consiglio dei ministri, esulano
dalla competenza legislativa
regionale in quanto attinenti a un tributo istituito e di-
sciplinato con legge statale,
sebbene il gettito sia attribuito alle regioni. A parere dei
giudici della Consulta, invece, non si può sostenere che
il credito d’imposta non trova
specifica previsione nell’art.
5, comma 1, del dlgs 68/2011.
Norma che, anzi, riconosce
alle regioni la potestà di ridurre le aliquote Irap fino ad
azzerarle.
Chiedendo che la questione
di legittimità costituzionale
fosse dichiarata infondata, da
parte sua, la stessa regione
Toscana aveva ribattuto che,
da un lato, è certa la competenza concorrente in materia
di valorizzazione dei beni
culturali e ambientali (materia contemplata dall’art. 117,
terzo comma, Cost.), dall’altro
lato, le misure previste dalla
legge regionale sottoposta a
giudizio di legittimità sono
incentivanti e strumentali
proprio alle citate attività
di promozione del territorio
toscano. Le agevolazioni fiscali sull’Irap non possono
quindi essere precluse alla
regione. Principio ribadito,
appunto, dalla stessa normativa statale, attuativa
dell’art. 119 Cost. in materia
di federalismo fiscale (combinato disposto della legge
delega 42/2009 e del decreto
legislativo 68/2011) che stabilisce che per i tributi propri
derivati, istituiti e regolati da
leggi statali, il cui gettito è attribuito alle regioni (come nel
caso in questione, con l’Irap),
queste ultime possono, con
propria legge, modificare le
aliquote e disporre esenzioni, detrazioni, deduzioni, nei
limiti e secondo i criteri fissati dalle leggi statali e nel
rispetto della normativa comunitaria. Inoltre, dal punto
di vista temporale, a decorrere dal 2013 ciascuna regione
a statuto ordinario può, con
propria legge, ridurre le aliquote Irap fino ad azzerarle e
disporre deduzioni dalla base
imponibile. La regione Toscana, secondo quanto sostenuto
in sua difesa, e come accolto
dalla Consulta, con la legge n.
45, prevedendo un credito di
imposta sull’Irap pari al 20%
è intervenuta, indirettamente, sull’aliquota del tributo
in linea con quanto previsto
dalla disciplina statale. Per
di più la legge toscana, prevedendo che l’agevolazione
fiscale operi a decorrere dal
2013, costituisce un intervento consentito dalle norme statali in materia di federalismo
fiscale.
Sabato 22 Giugno 2013
27
Anomalie studi di settore,
via libera alle repliche
Alle comunicazioni di anomalia degli studi di settore
per il triennio 2009-2011 si potrà ora replicare. Dal 26
giugno sarà, infatti, disponibile sulla piattaforma internet
dell’Agenzia delle entrate, l’apposito software «Comunicazioni anomalie 2013» attraverso il quale i contribuenti
e gli intermediari potranno rispondere alle segnalazioni
di anomalia ricevute nei giorni scorsi dal fisco. A dare
la notizia del software è stata la stessa Agenzia, in un
comunicato stampa diffuso ieri.
Con l’utilizzo dell’applicativo software sarà possibile
segnalare eventuali imprecisioni o errori contenuti nelle
comunicazioni di anomalia ricevute, quali per esempio,
la modifica dei criteri di valutazione e di indicazione nel
modello dati rilevanti dello studio di settore delle rimanenze, da un esercizio all’altro. Allo stesso tempo i contribuenti e i loro intermediari potranno segnalare al fisco
i motivi che hanno determinato l’anomalia riscontrata ed
eventuali informazioni rilevanti in ordine alla stessa.
Si ripete così anche quest’anno il copione già sperimentato negli esercizi passati con il fisco che invia missive
e segnalazioni di anomalie, vere o presunte tali, e i contribuenti che vengono chiamati a valutare la possibile
replica tramite l’apposito software. Oltre agli studi di
settore anche quest’anno molti contribuenti stanno ricevendo segnalazioni di anomalia in ordine al confronto
fra i redditi posseduti e alcune spese rilevanti effettuate.
Per queste segnalazioni funzionali all’accertamento sintetico non esiste, almeno per ora, uno specifico software
di risposta come avviene per gli studi di settore. Non può
sfuggire nemmeno il particolare momento nel quale il fisco invia tali segnalazioni. Ormai da alcuni anni le missive
arrivano puntuali ai contribuenti proprio nel periodo di
scadenza della dichiarazione annuale dei redditi. E non
è certo un caso. Basta leggere un passaggio contenuto
nelle comunicazioni di anomalia degli studi di settore
ricevute proprio in questi giorni, per rendersene conto.
Pur trattandosi di un’anomalia che necessita di ulteriori
approfondimenti, recita infatti la missiva, «la invitiamo in
ogni caso a valutare con attenzione quanto evidenziato,
soprattutto in vista della presentazione della dichiarazione Unico 2013 (periodo d’imposta 2012)». Come dire
contribuente avvisato, mezzo salvato.
Andrea Bongi
BREVI
Sono state elette ieri le massime
cariche dell’ente che gestisce la
previdenza e l’assistenza dei notai
italiani per il triennio 2013-2016.
Mario Mistretta è stato eletto presidente della Cassa nazionale del notariato. Ad affiancarlo con la carica
di vicepresidente è Antonio Caputo,
notaio in Parma. Brunella Carriero,
notaio in Matera, ricoprirà la carica
di segretario della Cassa. Notaio dal
1982, Mistretta è presidente del Consiglio notarile di Brescia e dal 2010 al
2013 è stato Revisore dei conti presso
il Consiglio nazionale del notariato.
È stato docente di diritto commerciale presso l’Accademia della Guardia
di finanza di Bergamo e docente di
diritto di famiglia presso l’Università
di Brescia. Componenti del Comitato
esecutivo della Cassa sono stati eletti
i notai: Pietro Caserta, Marco De Benedittis, Antonluigi Magi e Gustavo
Vassalli.
«Facendo seguito alla richiesta
del Consiglio nazionale forense di
un incontro urgente, inviata lo scorso
17 giugno, il ministro della giustizia
Annamaria Cancellieri ha fissato la
data il prossimo 3 luglio». Lo ha annunciato il presidente del Consiglio
nazionale forense, inviando ieri una
lettera agli Ordini forensi rappresentativi dei 26 distretti. L’incontro era
stato chiesto dal Cnf all’indomani
dell’approvazione, da parte del Consiglio dei ministri, del decreto legge
«del fare», che ha introdotto misure,
spiega una nota, «ritenute non adeguate a risolvere la questione di come
garantire il miglior servizio giustizia
ai cittadini, sotto il profilo processuale, economico e organizzativo».
Un segno tangibile di vicinanza
ai lavoratori del fisco: martedì 25
il prefetto di Torino Alberto Di Pace
si recherà in visita all’Agenzia delle
entrate per incontrare il personale
degli uffici torinesi. L’iniziativa
fa seguito agli episodi di violenza
nei confronti del personale che si
sono verificati negli ultimi mesi nei
front office degli uffici delle Entrate.
L’incontro si svolgerà alle ore 11
nel Salone di rappresentanza della
direzione regionale del Piemonte, in
corso Vinzaglio 8. Saranno presenti
anche il questore di Torino Antonino
Cufalo, il comandante regionale dei
Carabinieri gen. Pasquale Lavacca e
il comandante regionale della Guardia di finanza Gen. Carlo Ricozzi.
L’Agenzia delle dogane e dei monopoli è stata ufficialmente iscritta
nell’elenco degli organismi autorizzati al controllo della produzione
e della commercializzazione delle
bevande spiritose con indicazione
geografica, prima Autorità pubblica abilitata a certificare l’origine
dei prodotti alcolici. Dell’avvenuta
iscrizione è stata data comunicazione
ufficiale dal ministero delle politiche
agricole alimentari e forestali.
L’arretrato crescente «ha lo stesso
impatto soffocante che ha il debito
pubblico. È un fardello di cui dobbiamo liberarci». Lo ha sottolineato
il vicesegretario dell’Ocse, Pier Carlo
Padoan, alla presentazione al senato
del rapporto «Giustizia civile: come
promuovere l’efficienza», aggiungendo che «la capacità del Paese di uscire
dalla crisi si indebolisce». Padoan
stima un impatto sul pil intorno
«all’1%». «Se la giustizia civile non
funziona, ha spiegato, c’è minore
concorrenza e minore fluidità nel
mercato del lavoro».
In vista della stretta negoziale della
prossima settimana tra il Consiglio
dei ministri agricoli, il Parlamento
europeo e la Commissione per la riforma Pac, al cui interno vi è l’aggiornamento della normativa zucchero
2015/2020, la Cgbi, Confederazione
generale dei bieticoltori italiani,
ribadisce in una nota «l’assoluta necessità di un mantenimento dell’attuale organizzazione di mercato del
settore dello zucchero fino al 2020,
affinché il settore bieticolo-saccarifero italiano possa continuare nello
sforzo di miglioramento della propria
competitività intrapreso all’indomani
della precedente riforma del settore
del 2006».
«Auspico che l’intervento del governo sia efficace per ridare al concordato
le finalità sue proprie che avevano
ispirato il legislatore con la sua introduzione». Così Roberto Scazzosi,
presidente della Bcc di Busto Garolfo
e Buguggiate, ha concluso il suo
intervento in apertura del convegno
«Crisi d’impresa - Nuove procedure
concordatarie per uscire dalla crisi.
Luci e ombre», che si è tenuto ieri. I
numeri dicono che nei tre tribunali
di riferimento per l’operatività della
Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate il
ricorso alle procedure concordatarie
dal 2007 al 2012 è in media triplicato
dal 2007 al 2012, passando da 472
casi a 1212 a Milano, da 36 a 113 a
Busto Arsizio (Varese) e da 36 a 120
a Varese.
Sono stati sottoscritti da Confcommercio due accordi per la detassazione del salario di produttività. Il
primo, confederale, sottoscritto con
Cgil, Cisl e Uil, informa una nota,
prevede un’ampia formulazione per
la produttività che può essere applicata nei diversi settori rappresentati;
il secondo, con le categorie Filcams,
Fisascat e Uiltucs, dove le parti,
concordando anche le modalità di
attuazione, individuano gli istituti
che concretamente nel contratto del
terziario hanno dimostrato di incrementare la produttività quando
applicati in azienda.
È stato rinnovato il contratto collettivo nazionale di lavoro per gli addetti
del settore dell’autonoleggio, del soccorso stradale e dei parcheggi/autorimesse. L’intesa, raggiunta da Aniasa,
Associazione di Confindustria che
rappresenta le imprese del settore, e
le organizzazioni sindacali Filt-Cgil,
Fit-Cisl e Uiltrasporti interessa oltre
10 mila lavoratori e prevede aumenti
retributivi medi di 105 euro e l’erogazione di una tantum di 210 euro per il
periodo gennaio-giugno 2013.
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Sabato 22 Giugno 2013
I M P O S T E E TA S S E
Le agevolazioni previste dal decreto emergenze convertito ieri in legge
Fisco soft per le calamità
Per le vittime del sisma mutui senza vincoli
DI
BEATRICE MIGLIORINI
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S
tato di emergenza
prolungato fino al 31
dicembre 2014 per i
comuni colpiti dagli
eventi sismici del 2012. Gli
enti locali in questione beneficeranno, quindi, oltre che
dell’allentamento dei
vincoli derivanti dal patto di stabilità
anche della
detassazione
dei contributi destinati a
interventi di
ricostruzione
di case e industrie. Più
tempo, inoltre, per le domande di accesso ai finanziamenti agevolati. Questi i contenuti del
decreto emergenze (43/2013)
che, ieri, ha ottenuto la fiducia alla camera ed è stato
convertito in legge.
Zone sismiche. Per le
popolazioni coinvolte nel
terremoto 2012, rimaste con
case o edifici danneggiati, la
legge prevede misure semplificate per l’accensione dei
mutui. All’art. 6, è stato, infatti, stabilito che «il contributo destinato a interventi
di riparazione, ripristino o
ricostruzione di immobili di
edilizia abitativa e a uso produttivo viene erogato sotto
forma di indennizzo, ragion
per cui i soggetti autorizzati
al credito possono contrarre
fi nanziamenti senza obbligazioni o vincoli». Previste
poi delle agevolazioni anche
per le imprese, che potranno
accedere al finanziamento
agevolato per il pagamento di imposte, contributi e
premi per le somme dovute
fino al 15 novembre 2013,
potendo inoltrare la richiesta fino al 31 ottobre (si veda
ItaliaOggi del 14 giugno).
Sempre a favore di imprese
e comuni, oltre alla sospensione di Imu e Tares per i fabbricati
distrutti o inagibili,
è stato infine previsto all’art. 6-nonies,
l’allentamento dei
vincoli derivanti dal
patto di stabilità interno. Non mancano
poi, le misure volte a
garantire la prosecuzione dell’assistenza
abitativa e la prosecuzione dell’attività
di rimozione delle macerie,
nei comuni colpiti dal sisma
dell’Aquila nel 2009.
Emergenze ambientali.
All’interno della legge spazio
anche ai problemi relativi
agli impianti di depurazione
e smaltimento dei rifiuti in
Campania: è stato prolunga-
to fino a 36 mesi il mandato
dei commissari straordinari, con il compito di vigilare
sulla realizzazione dei siti
per raccolta e smaltimento
dei rifiuti. Previsto infine lo
sblocco di 630 milioni utili
per riattivare i lavori per la
Tav e la Variante di vValico.
Porti ed Expo 2015. Per
le zone portuali di Genova e
Piombino, il decreto ha poi
previsto, tramite la collaborazione con gli enti locali e i
presidenti di regione, di trovare i fondi utili sia a ripristinare la sala operativa del
porto di Genova, sia a riattivazione l’area industriale di
Piombino tramite l’attuazione di un nuovo piano regolatore. Previste infine, misure
volte a garantire il rispetto
dei tempi e degli obblighi
internazionali assunti dal
governo italiano, per l’Expo
2015, con particolare riguardo agli impegni assunti con
il Bureau international des
expositions (Bie).
© Riproduzione riservata
Gdf, in 5 mesi smascherati
oltre 3.500 evasori totali
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Quasi 5,5 miliardi di euro recuperati a tassazione dal
fronte dell’evasione fiscale internazionale; oltre 3.500
evasori totali scoperti in cinque mesi. E ancora, danni
all’erario accertati per 957 milioni e truffe smascherate
per oltre 800 milioni di euro. Sono solo alcuni dei numeri,
resi noti ieri in occasione del 239° anniversario della sua
fondazione, frutto delle attività della Guardia di finanza
di contrasto a diverse forme di reato: dalle frodi all’evasione fiscale, dal riciclaggio di denaro all’uso indebito di
risorse pubbliche.
Lotta all’evasione. Dall’inizio dell’anno sono stati denunciati 286 responsabili di frodi carosello, con un’evasione
all’Iva per oltre 317 milioni di euro. Quasi 5,5 miliardi
sono stati recuperati a tassazione sul fronte dell’evasione fiscale internazionale, attuata attraverso condotte
che vanno dalla residenza all’estero fittizia alle stabili
organizzazioni non dichiarate, da pratiche di transfer
pricing a manovre elusive più sofisticate. Sono stati scoperti 3.506 evasori totali, tra cui anche persone e società
solo formalmente residenti all’estero e che non dichiarano nulla in Italia. I controlli in materia di scontrini e
ricevute sono stati 166.737: il 33% è risultato irregolare.
Sono invece 14.149 i lavoratori in nero/irregolari scoperti
e 2.338 i datori di lavoro verbalizzati.
Lotta agli sprechi. Parallelamente all’impegno nella lotta
all’evasione fiscale, la Guardia di finanza ha intensificato l’azione a tutela delle uscite dal bilancio pubblico,
indirizzando le proprie risorse a contrastare i cosiddetti
«fenomeni di massa», quali le truffe a danno degli enti
previdenziali e assistenziali o le truffe per accedere alle
prestazioni sociali agevolate. Da inizio anno sono stati
denunciati alle procure della repubblica oltre 2.100 responsabili di frodi (27 milioni di euro in totale), tra cui
154 truffatori che hanno ottenuto indebitamente pensioni, assegni o rendite per inabilità e invalidità (9 milioni);
1.500 «falsi poveri» che hanno beneficiato di prestazioni
sociali agevolate (oltre 1 milione di euro). L’azione svolta
in tale settore continua a essere orientata soprattutto
verso le cosiddette grandi frodi nell’erogazione di incentivi pubblici a sostegno o per il rilancio delle attività
infrastrutturali e industriali ovvero allo sfruttamento
delle energie rinnovabili, con l’individuazione di truffe
per oltre 800 milioni.
FISCO DEGLI ALTRI
Stop alla legislazione
fiscale discriminatoria
della Grecia su latte,
prodotti lattiero-caseari
e carne proveniente da
altri stati membri. È
quanto richiesto dalla
Commissione europea.
Atene ha due mesi di
tempo per adeguarsi alla
normativa comunitaria
prima di rischiare il
deferimento alla Corte
europea di giustizia. Al
momento Atene applica
una tassa sugli acquisti
di latte e di prodotti
lattiero-caseari in modo
diverso per i prodotti
nazionali rispetto a quelli
provenienti da altri paesi
membri. Alcuni prodotti
nazionali sono esenti da
tasse, mentre altri sono
tassati in modo minore.
Viene imposta anche una
tassa sugli acquisti di
carne, sia domestica che
importata. Tale imposta
viene tuttavia utilizzata
per finanziare un organismo pubblico, denominato Elogak, che accorda
sussidi agli agricoltori
greci, dando un beneficio
solamente ai prodotti
nazionali. Secondo Bruxelles, queste disposizioni
violano le norme dell’Ue
che vietano qualunque
misura per produrre effetti equivalenti ai dazi,
creando un’imposizione
interna discriminatoria.
Un aumento dell’Iva di
due punti percentuali per
finanziare la riforma previdenziale svizzera per
consentire a tutti i lavoratori di andare in pensione
a 65 anni. L’aumento
dell’imposta sul valore
aggiunto, secondo quanto
proposto dall’esecutivo
di Berna, dovrà essere
effettuato in due tappe.
Un primo punto scatterà
all’entrata in vigore della
riforma. L’esecutivo ha
proposto anche il pensionamento flessibile per le
persone con un reddito
fino a 50 mila/60 mila
franchi annui e che hanno
versato contributi dall’età
di 18-20 anni
Il progetto di un’amnistia per i reati economici
in Russia è pronto e con
ogni probabilità verrà
esaminato alla Duma
prima della pausa estiva.
Lo ha annunciato il presidente russo, Vladimir
Putin, secondo cui l’amnistia riguarderà chi è stato
condannato in prima
grado e si impegna a risarcire i danni e le perdite
subite dalle vittime del
reato, ma non interesserà
chi ha commesso reati
contro lo stato. Di conseguenza dall’amnistia
sarà escluso l’ex oligarca
Mikhail Khodorkovsky
condannato per evasione
e frode fiscale.
Tancredi Cerne
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Sabato 22 Giugno 2013
Sabat
E N T I L O CA L I E STATO
29
Due emendamenti approvati alla camera estendono l’utilizzo anche alle unioni di comuni
L’anticipo non stoppa gli avanzi
Se richiesto per compensare la sospensione dell’Imu
DI
FRANCESCO CERISANO
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S
arà più facile per i comuni coprire i buchi
di bilancio che si apriranno a causa della sospensione dell’acconto Imu. I
municipi, ma anche le unioni
di comuni, potranno utilizzare
gli avanzi di amministrazione
non vincolati, anche se fanno
ricorso all’anticipazione di tesoreria. E questo in deroga a
quanto previsto dal Tuel che
vieta l’utilizzo degli avanzi se
l’ente ha chiesto un anticipo di
cassa. A prevederlo sono due
emendamenti approvati dalla
camera al decreto legge che
ha sospeso la rata di giugno
dell’Imu sulla prima casa e rifinanziato la cig (dl 54/2013).
Come si ricorderà il provvedimento, per coprire i 2,4
miliardi che verranno a mancare nelle casse dei comuni
per effetto della sospensione,
consente ai sindaci di richiede-
re anticipazioni di cassa (con
interessi a carico dello stato)
anche oltre il limite dei 5/12
delle entrate correnti. Peccato
però che a norma del Tuel (art.
187, comma 3-bis del dlgs n.
267/2000) gli enti che si trovano in questa condizione non
possano utilizzare gli avanzi
di amministrazione, a meno
che non si tratti di salvaguardare gli equilibri di bilancio.
Di qui la necessità di prevedere una deroga espressa per
gli enti che chiedono gli anticipi di cassa esclusivamente
per colmare i mancati introiti
dell’Imu.
Della chance, come detto,
potranno beneficiare anche
le unioni di comuni. Montecitorio ha infatti approvato
un altro emendamento che
consente ai comuni di chiedere l’estensione del meccanismo dell’anticipazione alle
unioni di cui fanno parte. Le
unioni potranno utilizzare
gli anticipi in tutto o in parte
e ovviamente in alternativa
all’utilizzo da parte del singolo comune. Alla restituzione
dell’anticipazione provvederanno i singoli comuni facen-
ti parte dell’unione in misura
pari alla quota richiesta da
ciascuno di essi.
Soddisfazione per l’approvazione dei due emendamenti è
stata espressa dall’Anci che ritiene le novità particolarmente vantaggiose per i piccoli
comuni, soprattutto alla luce
degli obblighi di associazionismo gravanti su di essi. «In
considerazione dei gravosi obblighi imposti dalla normativa
statale sulle gestioni associate
delle funzioni fondamentali,
circa 5.700 comuni e le loro
Unioni avranno così almeno
la possibilità
di superare i
limiti vigenti
all’applicazione dell’avanzo»,
ha commentato
Mauro Guerra, coordinatore nazionale
Anci piccoli comuni e primo
firmatario dei due emendamenti approvati. «Si tratta di
un primo passo verso l’obiettivo di rimuovere completamente e in ogni caso l’impedimento all’applicazione dell’avanzo
laddove si debba ricorrere ad
anticipazioni di cassa anche
per cause diverse dal mancato
gettito Imu prima casa». Ora
il decreto passa all’esame del
senato.
L’Anci incontra Letta. Lunedì pomeriggio la delegazione
dell’Anci guidata dal presidente Alessandro Cattaneo sarà
ricevuta dal premier Enrico
Letta per affrontare tutti i
temi di maggiore criticità che
gravano sulle amministrazioni
locali: dalle riforme istituzionali al patto di stabilità, dalla
finanza locale al recente decreto crescita.
Della delegazione Anci faranno parte anche Alessandro Cosimi (Livorno), Guido
Castelli (Ascoli Piceno), Federico Pizzarotti (Parma), Vito
Santarsiero (Potenza), Giorgio Orsoni (Venezia), Virginio Merola (Bologna), Paolo
Perrone (Lecce), Massimo
Zedda (Cagliari) e Andrea
Di Sorte (vicecoordinatore dei
piccoli comuni).
IL DECRETO DEL MSE DI GENNAIO 2013 EVIDENZIA NON POCHE PROBLEMATICHE APPLICATIVE
Antenne centralizzate, regole tecniche stese da privati
È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 25 del 30 gennaio scorso un
decreto del Ministero dello sviluppo
economico (22 gennaio 2013) che
detta le «regole tecniche relative agli
impianti condominiali centralizzati
d’antenna riceventi del servizio di
radiodiffusione». Il decreto disciplina
gli impianti centralizzati d’antenna
condominiali, di nuova installazione,
che ricevono i segnali del servizio di
radiodiffusione, terrestre e satellitare e ne effettuano la distribuzione
nell’edificio. Disciplina, altresì, la
progettazione e la realizzazione degli
impianti d’antenna riceventi il servizio di radiodiffusione conseguenti
al riutilizzo di parte della banda Uhf
da parte dei servizi di comunicazione
elettronica.
Il provvedimento dispone che gli impianti centralizzati d’antenna siano
realizzati in modo da «ottimizzare
la ricezione delle stazioni emittenti
radiotelevisive ricevibili e annullare
o minimizzare l’esigenza del ricorso
ad antenne riceventi individuali, in
modo tale da garantire i diritti inderogabili di libertà delle persone
nell’uso dei mezzi di comunicazione
elettronica».
Fissate queste caratteristiche generali, il provvedimento passa a dettare
ulteriori norme per «la progettazione,
la realizzazione e la manutenzione di
impianti» che rispettino le caratteristiche di cui sopra. In particolare,
gli impianti centralizzati d’antenna
(stabilisce ancora l’art. 4) non devono
determinare condizioni discriminatorie tra le stazioni emittenti i cui
programmi siano contenuti esclusivamente in segnali terrestri primari
e satellitari né condizioni discriminatorie nella distribuzione dei segnali alle diverse utenze. L’utilizzo
di un mezzo trasmissivo, poi, non
deve comportare l’esclusione di altri
magnetica;
b) le pertinenti norm
me
m e guide tecniche di impianto
del
de Cei e i relativi riferimenti
normativi
europei Cenelec e in
no
particolare
la guida Cei 100-7 e
pa
le norme della serie En 50083 ed
ENn60728
per gli aspetti funzioEN
nali
na e di sicurezza».
Per
Pe progettare, installare e fare
la manutenzione delle antenne
centralizzate,
insomma, bisogna
cen
seguire
regole che non sono conseg
tenute
nel decreto ministeriale
ten
di cui ci stiamo occupando, né
in altre disposizioni legislative o
regolamentari.
Tali regole sono
reg
infatti
contenute, oltre che in una
inf
direttiva
europea, in documenti
dir
realizzati
da due enti di natura
rea
privata:
il Cei (Comitato elettropri
tecnico
italiano) e il Cenelec (Cotec
mitato
europeo di normazione
mi
elettrotecnica).
ele
E come
ci si procura questi docuc
menti,
visto che (come detto) non
me
si tratta
di leggi o decreti? Ebbene,
t
in questo
caso è necessario procuq
rarsi
rar un volume intitolato Guide
Cei sugli impianti d’antenna per
www.italiaoggi.it
la rricezione Tv. Volume, deve preDisponibile anche sul sito www.classabbonamenti.com
cisarsi,
che non è disponibile gracisa
tuitamente,
ma che è necessario
tuit
al prezzo di 130 euro. Senmezzi trasmissivi che siano da consi- acquistare
acquis
derare equivalenti o complementari za, oltretutto, che tale acquisto possa
da qualcuno essere evitato per effettra loro.
Ma quali devono essere i «criteri re- to, ad esempio, dell’invio della pubalizzativi» delle antenne centralizza- blicazione o di suoi estratti in copia
te? La risposta è contenuta nell’art. 6 da parte di un terzo (come potrebbe
del decreto, ove si dispone che «i rife- essere, ad esempio, un’Associazione
rimenti per la conformità di proget- territoriale della Confedilizia). Le
indicazioni sul votazione, installaziolume sono infatti
ne e manutenzione
Il testo del decreto
inequivoche: «Tutti
degli impianti censulle antenne ceni diritti sono risertralizzati d’antenna
tralizzate sul sito
vati. Nessuna parte
sono: a) la direttiva
del documento può
2004/108/Ce relawww.italiaoggi.it/
essere riprodotta,
tiva agli aspetti di
documenti
messa in rete o difcompatibilità elettro-
IN EDICOLA
fusa con un qualsiasi mezzo senza il
consenso scritto del Cei».
È legittimo tutto ciò? A leggere quanto affermato dal Tar del Lazio nella
sentenza n. 5413 dell’1/4/10 (ottenuta
dalla Confedilizia con riferimento a
un decreto in materia di ascensori)
parrebbe proprio di no. In quell’occasione, infatti, i giudici amministrativi
hanno ritenuto illegittime quelle previsioni che, nell’imporre prestazioni
a privati proprietari, lascino «ampio
spazio nella loro individuazione ad
una associazione privata» (l’Uni, nel
caso di specie, ente analogo a quelli
citati nel decreto sulle antenne), «alle
cui libere determinazioni, assunte
nel tempo e finalizzate ad un continuo adeguamento delle tecniche di
valutazione dei rischi degli impianti,
da essa imposte, dipende la loro progressiva quantificazione e i vantaggi
economici che l’associazione ne ricava». Ma il Tar aggiungeva anche: «La
riprova della anomala e ingiustificata
posizione di vantaggio che ad essa si
è ritenuto di assicurare, in danno dei
proprietari, è già nell’obbligo fatto ai
privati proprietari di acquisire, ad un
prezzo esoso, limitatamente ad una
sola copia del cartaceo recante il testo
delle norme tecniche da osservare e
«ad esclusivo uso del cliente», la licenza da parte dell’Uni ad utilizzare
la normativa tecnica da essa predisposta, di cui è ritenuta proprietaria
e che per questa ragione non è pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, come
sarebbe doveroso per ogni normativa
che alla collettività si impone di applicare».
Il testo integrale del provvedimento
può essere scaricato (da parte dei titolari della relativa password) dalla
banca dati riservata del sito internet
della Confedilizia.
Corrado Sforza Fogliani
presidente Confedilizia
083048051048051057048051052
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30
Sabato 22 Giugno 2013
D I R I T TO E I M P R E SA
Circolare Mse sullo strumento d’aiuto per far nascere nuove imprese
INNOVAZIONE
Ecco gli incentivi al Sud
Start-up,
garanzie
gratuite
Domande dal 4 settembre per 190 mln €
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it
I
DI
ROBERTO LENZI
ncentivi al Sud, al via le
domande per le nuove imprese. Lo strumento mette
a disposizione 190 milioni
di euro per un regime di aiuto finalizzato a promuovere la
nascita di nuove imprese nelle
regioni Basilicata, Calabria,
Campania, Puglia, Sardegna e
Sicilia. Sono previsti contributi
a fondo perduto per finanziare
investimenti o funzionamento
di nuove imprese. Domande dal
4 settembre, prevista una clausola che prevenga la chiusura
e riapertura di società operanti
al solo scopo di incassare contributi. Sono infatti escluse
le fattispecie che configurino,
nella forma e/o nella sostanza,
l’affitto di aziende o di rami di
azienda. Vietata la locazione
da soggetti diversi da imprese. L’impresa beneficiaria e
i locatori non devono avere
alcun tipo di partecipazione
reciproca a livello societario.
Questo è quanto previsto dalla circolare esplicativa n. 21303
del 20 giugno 2013, emanata
dalla direzione generale per
l’incentivazione delle attività
imprenditoriali del ministero
dello sviluppo economico. La
circolare specifica che le spese
non potranno riguardare beni
di proprietà di soci, amministratori, dipendenti dell’impresa proponente o loro prossimi
congiunti. Per togliere gli ultimi dubbi, in una nota, riporta
che per prossimi congiunti si
intendono gli ascendenti e i discendenti entro il secondo grado (genitori-figli, nonni-nipoti),
il coniuge, i fratelli, le sorelle,
Le imprese escluse dal bando
Sono escluse dal bando le imprese con le seguenti
caratteristiche:
- sede legale e operativa al Centronord
- in contabilità semplificata
- costituite da oltre 6 mesi
- che svolgono attività di pesca, acquacoltura e
produzione primaria dei prodotti agricoli, trasformazione
e commercializzazione dei prodotti agricoli, settore
carboniero
- controllate da soci di imprese che hanno cessato
l’attività negli ultimi 12 mesi
- risultanti media o grande impresa ai sensi del dm
18/4/2005
- in forma individuale
gli affini nello stesso grado
(suoceri e cognati), gli zii e i
nipoti (articoli 74-78 del codice civile). Inoltre, specifica che
non possono essere ammissibili
i beni locati da società nella cui
compagine siano presenti soci,
amministratori, dipendenti
dell’impresa proponente o loro
prossimi congiunti.
Domanda. Possono beneficiare delle agevolazioni le imprese, ivi incluse le start-up innovative, costituite da non più
di sei mesi alla data di presentazione della domanda di agevolazione. Le imprese devono
risultare di piccola dimensione
e avere sede legale e operativa ubicata nei territori delle
regioni Basilicata, Calabria,
Campania, Puglia, Sardegna
e Sicilia. Possono richiedere le
agevolazioni anche le persone
fisiche che intendono costituire
una nuova società.
La data. Le domande di
agevolazione, corredate dei
piani di impresa, possono es-
sere presentate a partire dal 4
settembre 2013, ore 12.00, con
modalità valutativa a sportello.
L’eventuale esaurimento delle
risorse disponibili comporta la
chiusura dello sportello.
Rischio riparto. L’ultimo
giorno non sarà però un temibile «click-day», i soggetti interessati non dovranno combattere
contro il cronometro. In caso
di insufficienza delle risorse
disponibili, infatti, le domande
presentate nell’ultimo giorno
utile, se istruite con esito positivo sono ammesse alle agevolazioni in misura parziale,
commisurata ai rispettivi costi ritenuti agevolabili. Questo
significa che chi presenterà
domanda entro l’ultimo giorno
in cui sono gestite le risorse e
supererà l’istruttoria del gestore sarà certo di ottenere il
contributo, pur se in misura
eventualmente ridotta rispetto
al massimo spettante.
Agosto, si lavora. Le domande di agevolazione vanno
compilate esclusivamente per
via
v elettronica, utilizzando la
procedura informatica che sarà
messa a disposizione nel sito
internet smartstart.invitalia.
it gestito appunto da Invitalia. Il sistema e la modulistica
saranno disponibili almeno
30 giorni prima dell’apertura
dello sportello, questo significa che si potrà lavorare alla
predisposizione della domanda
solamente dai primi di agosto,
a meno che il gestore non riesca
ad anticipare i tempi rispetto
alla normativa.
Firma digitale e Pec. Le
domande devono essere firmate digitalmente dal legale
rappresentante o dalla persona fisica proponente per conto
della società costituenda, che
pertanto si devono dotare di
strumentazione idonea per la
firma digitale. Il provvedimento di concessione e la successiva accettazione sono scambiati
tramite Posta elettronica
Punteggio minimo. Approvate pure le griglie di valutazione delle domande che
assegnano punteggi per diversi criteri. Per essere ammessi
all’agevolazione sarà necessario raggiungere un punteggio
minimo che può essere conseguito a seguito della valutazione delle competenze dei
soggetti coinvolti, l’innovatività
della proposta, la cantierabilità dell’iniziativa, il mercato di
sbocco ecc.
La circolare
sul sito www.italiaoggi.it/documenti
Ricorso al Tar del Lazio
per chiudere con il Sistri
La proroga delle tasse
vale anche per i diritti
Confindustria Cuneo ha promosso un ricorso al Tar del Lazio per impedire l’entrata in vigore del Sistri, impegnandosi a
garantire il proprio supporto tecnico e a pagare le spese legali
del ricorso alle aziende del sistema confindustriale di tutta
Italia decise a partecipare a questa operazione in extremis.
In sole due settimane hanno già aderito 162 aziende. «In caso
di buon esito del ricorso», spiega il presidente Franco Biraghi, «il decreto ministeriale verrebbe annullato, rimandando
l’operatività del Sistri a successive valutazioni da parte del
governo. Senza contare che tale annullamento aprirebbe la
strada a possibili risarcimenti a favore delle imprese ricorrenti per i costi sostenuti a causa degli adempimenti previsti
dall’istituzione del Sistri». Oltre a un suo annullamento per
vizi di legittimità, il ricorso chiede la sospensione cautelare
del decreto per evitare l’immediata operatività del Sistri secondo le due date previste (1° ottobre 2013 e 3 marzo 2014), la
disapplicazione delle norme di legge sul Sistri poiché in contrasto con l’ordinamento comunitario di libera circolazione e
libera iniziativa economica dei privati e infine la proposizione
della questione di legittimità costituzionale della disciplina
di legge sul Sistri, al fine di ottenere dal Tar il rinvio della
questione alla Corte costituzionale. La forza della proposta
rivolta a tutte le aziende sta nel fatto che, mentre l’eventuale annullamento del ricorso produrrebbe effetti per tutte le
imprese coinvolte dall’operatività del Sistri, la concessione
della misura cautelare della sospensione del provvedimento
impugnato gioverebbe solamente alle imprese che hanno
firmato il ricorso.
Franco Adriano
Diritto annuale, proroga per le imprese sottoposte agli
studi settore. Con decreto del consiglio dei ministri
13 giugno 2013, pubblicato nella G.U. n. 139 del 15
giugno 2013, è stato differito il termine di pagamento
del primo acconto (saldo anno precedente) delle imposte sui redditi per l’anno 2013 per le imprese che
esercitano attività economiche per le quali sono stati
elaborati gli studi di settore e che
dichiarino ricavi o compensi di
ammontare non superiore al
limite stabilito per ciascun
studio di settore.
La proroga si applica anche
al diritto annuale dovuto
alla camera di commercio,
ricorda una nota della Cciaa
di Pistoia. La scadenza del
17 giugno 2013 è stata rinviata all’8 luglio 2013. Dal 9
luglio al 20 agosto 2013 gli stessi potranno effettuare i versamenti
con la maggiorazione dello 0,40% a titolo di interesse
corrispettivo. Tutte le imprese non soggette agli studi
di settore potranno ancora provvedere al pagamento
entro il prossimo 17 luglio con la maggiorazione dello
0,40%, o con applicazione del ravvedimento breve. Tale
Decreto si differenzia da quelli precedenti del 2011 e
2012 in quanto non include nel differimento le persone
fisiche non soggette agli studi di settore.
DI
ROBERTO LENZI
Garanzie gratuite per
imprese start-up innovative e incubatori certificati,
rilasciate su finanziamenti
erogati, a condizione che le
banche non richiedano ulteriori garanzie reali ai soci.
Con il decreto 26 aprile 2013
del ministero dello sviluppo
economico, ancora in corso
di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, le start-up
innovative possono finalmente contare su un aiuto
indispensabile per ottenere
finanziamenti dalle banche. La garanzia diretta del
Fondo centrale di garanzia
coprirà fino all’80% dell’ammontare dell’esposizione per
capitale, interessi, contrattuali e di mora. Si tratta
di un provvedimento molto
atteso, poiché uno dei punti
deboli delle nuove start-up
innovative è sicuramente
rappresentato dalla difficoltà di accedere al credito
bancario, in assenza di adeguate garanzie. L’importo
massimo che il Fondo garantisce per singola start-up
innovativa o incubatore certificato è pari a 2,5 milioni
di euro. Oltre alla garanzia
diretta, il fondo offre anche
la controgaranzia fino alla
misura massima dell’80%
dell’importo garantito dal
confidi o da altro fondo
di garanzia, a condizione
che le garanzie da questi
rilasciate non superino la
percentuale massima di
copertura dell’80%. Entro
questo limite, la controgaranzia copre fino all’80%
della somma liquidata dal
confidi o da altro fondo di
garanzia all’istituto finanziatore. La garanzia sarà
concessa senza valutazione
dei dati contabili di bilancio
dell’impresa o dell’incubatore a condizione che il soggetto finanziatore, in relazione
all’importo dell’operazione
finanziaria, non acquisisca
alcuna garanzia, reale, assicurativa o bancaria a eccezione di quella del fondo
stesso. Inoltre, queste pratiche godranno di priorità
nell’istruttoria e nella presentazione al Comitato di
gestione del Fondo. La banca è chiamata ad acquisire
un’apposita dichiarazione
sostitutiva di atto di notorietà che attesti l’iscrizione del
beneficiario della garanzia nella apposita sezione
speciale del Registro delle
imprese istituita ai sensi
dell’articolo 25, comma 8,
del dl n. 179/2012.
Il dm sul sito internet www.italiaoggi.
it/documenti
083048051048051057048051052
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Sabato 22 Giugno 2013
Saba
T R I B U TA R I ST I - L A P E T
31
Il presidente della Lapet analizza l’azione del governo Letta
Il fisco soffoca le aziende
Falcone: va invertita la rotta con urgenza
Pagina a cura
LUCIA BASILE
DI
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T
assazione al top. Stop
all’aumento dell’Iva
e abolizione dell’Imu.
Lo ha ribadito con ancor più vigore il presidente
nazionale tributaristi Lapet
Roberto Falcone. Se infatti
fino a qualche giorno fa il
governo aveva mostrato la
ferma volontà di evitare tali
interventi, ora l’orientamento prevalente sembra essere
quello di procedere a un rinvio, e più precisamente alla
Legge di stabilità di ottobre
per l’Iva, mentre per l’Imu il
nodo sarebbe rinviato a fine
agosto.
«È necessario reperire le
risorse per evitare non solo
l’aumento dell’Iva ma anche
per abolire l’Imu», ha evidenziato Falcone. «La copertura
andrebbe ricercata in quelle
misure che già abbiamo avuto
modo di suggerire. In primis
una politica monetaria espansiva. Rendendo infatti disponibile il circolante monetario
si generano maggiori consu-
mi, quindi più produzione e di
conseguenza più occupazione.
Sarebbe opportuna anche l’introduzione dell’imposta patrimoniale sui patrimoni di una
certa rilevanza,
da 2 milioni di
euro in su, per
esempio. E ancora, si potrebbe intervenire
sui costi della
burocrazia e
quelli improduttivi dello Stato,
sulla riduzione
della spesa pubblica, riducendo
o eliminando,
dove possibile,
le indennità
pubbliche».
La tassazioRoberto
ne nel nostro
paese ha ormai
raggiunto livelli oltre i quali
non è più possibile andare.
I numeri parlano chiaro. Un
recente studio condotto da
Cna ha stimato che la pressione fiscale media nazionale
per un piccolo imprenditore
si attesta al 70% e per as-
solvere all’onere tributario
sono necessari ben 254 giorni l’anno, praticamente una
scadenza ogni tre giorni. Il
dossier inoltre ipotizza che
il 20-30% delle aziende non
sarà in grado di
saldare l’acconto Irpef 2013 e
il conguaglio
2012. «In una
situazione come
questa, è chiaro
che ulteriori aumenti avrebbero conseguenze
d r a m m a t i ch e
per tutti: per i
cittadini, per le
imprese e per
lo stesso Stato,
dal momento
Falcone
che, l’incremento della pressione fiscale, accentuerebbe la
contrazione delle entrate, a
causa dei minori consumi e
per la crescita delle prestazioni in nero», ha spiegato il
presidente. Infatti, nel periodo settembre 2011-dicembre
2012, la riduzione del getti-
to è stata di 3,5 miliardi di
euro, cui si aggiungono 2,375
miliardi di euro di minori entrate nei primi quattro mesi
del 2013. Questo perché le
famiglie hanno reagito all’incremento dei prezzi, riducendo i consumi, determinando
un danno per lo Stato pari,
al momento, a 5,875 miliardi
di euro.
Interessanti anche le stime
della Cgia di Mestre, secondo cui, l’aumento dell’Iva di
un punto percentuale apporterebbe un aggravio medio
per le famiglie italiane di 88
euro con nucleo familiare di
3 persone, per arrivare ai 100
euro, se il nucleo familiare
è composto da 4 persone. I
rincari che peseranno di più
saranno quelli sul carburante o per l’acquisto dei capi di
abbigliamento, calzature, mobili, elettrodomestici, articoli
per la casa. «Praticamente a
essere colpiti saranno tutti
indistintamente», ha chiosato Falcone. «A pagarne le
spese saranno ancora una
volta i soliti noti». Anche i
dati Istat rafforzano l’idea
di evitare l’aumento Iva. Rispetto al 2011, la riduzione
della spesa per consumi è
stata del 4,3%, una variazione negativa molto superiore a
quella registrata nel biennio
2008-2009, quando, al culmine della recessione, i consumi
avevano segnato una caduta
del 2,6%.
«Ora, alla luce di tali dati
oggettivi, non esiste alcun
motivo valido per cui tergiversare ancora sulla cancellazione dell’aumento Iva
e dell’obbligo Imu». Questo
l’auspicio dei tributaristi
Lapet: occorre FARE, ma
PRESTO.
A cura
dell’Ufficio Stampa della
ASSOCIAZIONE NAZIONALE
TRIBUTARISTI LAPET
Associazione legalmente
riconosciuta
Sede nazionale:
Via Sergio I 32
00165 Roma
Tel. 06-6371274
Fax 06-39638983
www.iltributarista.it
[email protected]
Torna la mediazione civile obbligatoria
Torna la mediazione civile obbligatoria. È quanto il governo ha previsto nel
decreto «del fare». Pertanto, prima di
rivolgersi al tribunale o al giudice di
pace, è obbligatorio attivarsi presso
un organismo di mediazione autorizzato dal ministero della giustizia per
dirimere una controversia in materia
di condominio, diritti reali, divisione e
successioni ereditarie, patti di famiglia,
locazione, comodato, affitto di aziende,
risarcimento del danno derivante da
responsabilità medica e da diffamazione,
contratti assicurativi, bancari e finanziari. Unico escluso:
il risarcimento del
danno derivante dalla
circolazione di veicoli
e natanti.
«Attendevamo con
fiducia questo intervento. Sebbene non
comprendiamo come
mai ad essere esclusa
è proprio la materia
che di fatto ingolfa i
tribunali ordinari», ha
evidenziato Falcone.
Anche quando la Corte costituzionale
si era espressa in merito all’illegittimità costituzionale, per eccesso di delega
legislativa del dlgs 4 marzo 2010, n. 28
nella parte in cui era previsto il carattere obbligatorio della mediazione, la
Lapet non ha mai smesso di continuare
a credere in questa misura e nei principi
che l’hanno generata: dare un’accelerata
alla lentezza della giustizia ordinaria e
ridurne i costi. Anzi, l’obbligatorietà, per
gli iscritti Lapet, non è mai venuta meno
in quanto prevista in tutte le clausole
contrattuali, laddove, in caso di lite, è
obbligatorio preventivamente ricorrere
alla media-conciliazione.
«L’intervento del governo ora giunge a
rendere merito a tutto il lavoro che nel
corso di questi anni abbiamo fatto, fino
alla costituzione del nostro organismo
di mediazione AdrMedilapet, iscritto al
n. 467 del registro degli Organismi di
mediazione presso il ministero della giustizia», ha aggiunto il presidente.
AdrMedilapet rappresenta infatti un
ulteriore servizio che la Lapet mette a
disposizione dei suoi associati in primis
ed è una forma di tutela a cui il cittadino-
utente può rivolgersi per dirimere una
controversia grazie all’ausilio di esperti
e mediatori professionisti.
«Ora che il governo ha dimostrato di voler spingere verso il sistema alternativo
di risoluzione delle controversie, principio che trova tra l’altro giustificazione
anche da parte della Commissione Ue, è
fuori dubbio che tale procedura rappresenti un’opportunità da non perdere», ha
indicato Falcone. «Suggeriamo peraltro
il reintegro anche di quelle materie che
sono state escluse, affinché la mediazione possa finalmente ottenere il ruolo che
merita nel panorama della giustizia italiana».
083048051048051057048051052
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32
Sabato 22 Giugno 2013
L’EDITORIALE DI PAOLO PANERAI
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Segue dalla prima pagina
nel 2008 dallo Stato britannico che
ora la possiede all’82%: in discussione è se separare la good bank dalla
bad bank con il rischio di far salire
ancora di più il conto per i contribuenti.
Amplificata dalla crisi proveniente
da questi souvenir, come li ha chiamati ironicamente il quotidiano francese Les Echos, e naturalmente dalla
recessione, la crisi finanziaria continua a destabilizzare il sistema bancario europeo. Bad bank provocate
dai subprime esistono appunto oltre
che in Belgio, Francia, in Gran
Bretagna
e
in
Germania, anche in
Irlanda, Spagna,
Austria e Svizzera.
Neppure una in Italia,
perché le banche italiane si sono tenute
abbondantemente fuori
dal risiko dei subprime.
Anche la crisi del
Monte dei Paschi
(Mps) non c’entra niente con i subprime,
almeno nel senso che
non è stata la speculazione su quei titoli a
creare le perdite bensì
l’acquisto a prezzo
altissimo
di
Antonveneta, aggravato invece dall’esplosione della crisi dei
subprime nel mondo e
dai successivi tentativi del management di allora di far fronte ai problemi con l’accensione e il successivo
rinnovo di derivati.
Nei vari Paesi le bad bank hanno
assunto forme differenziate: in
Irlanda ha operato la National
asset management agency che ha
ricomprato gli attivi tossici delle banche private; altrove è stata scelta la
nazionalizzazione e poi la separazione del buono dal cattivo; in Francia e
Belgio hanno preferito mantenere le
banche private e creare al loro interno la bad bank; Natixis, la banca di
finanziamento e investimento del
gruppo cooperativo Bpce, ha fatto
nascere nel 2009 un cosiddetto Gapc
(una società di gestione dei vari cantoni) dove sono stati riuniti 35 miliardi di titoli tossici che dopo quattro
anni sono scesi a 13,5 miliardi;
Société Générale, una delle più
grandi banche francesi, ha fatto una
cosa simile: Inter Europe Conseil,
nata nel 2010 con 35 miliardi di
euro di attivo deteriorato, ha ancora,
a fine 2012, 8,8 miliardi da smaltire.
Ma i mille miliardi di euro raggruppati nelle bad bank di varia natura,
sono soltanto la punta dell’iceberg.
Altre centinaia di miliardi allocati in
fondi comuni, il cui valore naturalmente si è fortemente deteriorato,
sono iscritti nei libri contabili delle
banche europee. Per esempio la
banca di investimento del Gruppo
Crédit Agricole, ai vertici in
Francia e presente brillantemente in
Italia sotto la guida di Giampiero
Maioli, in patria, alla fine del 2012,
aveva 1,15 miliardi di attivi tossici.
La strategia è quella di prolungare lo
smaltimento dei rifiuti a lungo termine. Mentre quando sono intervenuti gli Stati si è formata una sorta
di bolletta fiscale per i contribuenti,
la tecnica di prolungare tutto nel
tempo ha un effetto altrettanto
grave: riduce fortemente la dinamica
ORSI & TORI
del sistema bancario, aggravando
così la crisi economica, cioè la recessione, e il flusso di finanziamenti alle
imprese.
Ma per capire fino in fondo la gravità
del problema occorre tener conto che
i mille miliardi della bomba sono due
volte pari al fondo di salvataggio
europeo. Nei giorni scorsi a Bruxelles
è parso ad alcuni che si sia fatto un
fondamentale passo avanti con la
decisione che il fondo salva-Stati
possa essere usato per ricapitalizzare
le banche europee. Questa decisione
avviene due anni dopo che Christine
Lagarde, il direttore generale del
Fondo monetario internazionale
(Fmi), aveva lanciato l’allarme sulla
necessità di ricapitalizzare le banche
europee. Niente in questi due anni è
stato fatto se non appunto cercare di
giocare sui tempi lunghi. Bastava
guardare retrospettivamente che
cosa è successo in Giappone dove l’intervento di ricapitalizzazione delle
banche è stato continuamente rimandato: la recessione o la stagnazione
ha dominato gli ultimi lustri di quel
Paese e soltanto con l’avvento del
nuovo primo ministro, Shinzo Abe,
e del nuovo governatore della banca
centrale si sta ora tentando di far
uscire il Paese dalla stagnazione con
l’immissione di masse enormi di
liquidità sul mercato. In Europa ciò
sta avvenendo con grandissime difficoltà sia per lo statuto della Bce che
per la permanente opposizione della
Germania, dove pure la crisi del
sistema bancario è forte. La destabilizzazione tedesca è confermata dala
ondivaga posizione del ministro
dell’Economia, Wolfgang Schäuble,
che prima difende l’operato di Mario
Draghi e poi lo critica. Solo effetto
delle prossime elezioni o è la vera
anima tedesca che spontaneamente
rispunta fuori?
Tuttavia, sia come sia, visto dall’Italia questo scenario e la bomba da
mille miliardi sono ancora più inquietanti per un motivo principale: oltre
a dover sopportare il suo enorme
debito e la politica di austerità imposta da Bruxelles, il Paese deve anche
sopportare, senza alcuna responsabilità, le conseguenze degli errori fatti
dalle banche europee e dai relativi
governi che non sono intervenuti
tempestivamente. Ma il paradosso è
ancora più paradosso perché la
Banca d’Italia è ben lungi da tenere
in conto, salvo le dichiarazioni uffi-
ciali, la straordinaria solidità del
sistema bancario, di fatto essente dai
titoli subprime e dalle relative perdite. Giorno dopo giorno un direttorio
interamente composto da bravissimi
economisti provenienti dall’ufficio
studi sempre eccellente, ma senza
nessuna esperienza operativa, pone
vincoli crescenti all’operatività delle
banche, vanificando in questo modo
la qualità degli istituti di credito italiani, il cui destino diventerà sempre
più precario visto che, essendo frenati a concedere credito alle aziende che
ne hanno sempre
più bisogno per la
recessione, si ritroveranno sempre con
più crediti di difficile rientro.
La Banca d’Italia
ha l’ambizione di
presentarsi a
Francoforte, quando
la Vigilanza passerà
alla Bce, con un bel
fiocco al collo come
primi della classe.
Ma non si rende
conto che così facendo, senza consentire
agli istituti di credito di sostenere le
aziende, la recessione, sempre più forte,
farà sprofondare sempre di più il
sistema produttivo italiano trascinando verso il basso tutto il Paese e
quindi anche la sua banca centrale.
I lettori di questo giornale sanno
bene quali sono i provvedimenti assolutamente discutibili che la Banca
d’Italia sta imponendo: dalla richiesta di svalutare del 47% gli immobili
a garanzia alle continue snervanti
ispezioni, in cui, rispetto al passato,
si sottilizza sempre più su aspetti
formali senza poi entrare nel merito
del credito, che peraltro è ora affidato
ai rating che escono in automatico
dai software che Via Nazionale ha
imposto e che non tengono conto
dell’effettiva analisi umana, imprenditoriale e strategica dell’azienda.
Dagli insuccessi della politica esclusiva di austerità del governo presieduto da Mario Monti, tutti hanno
compreso che occorre invertire il
ciclo: occorre tagliare la pressione
fiscale, ampliare il credito e non
ridurlo, ricreare nel Paese un clima
positivo. Insomma, una vera inversione della spirale che da perversa
deve diventare virtuosa. La Banca
d’Italia, non potendo più dettare la
politica monetaria, non può tuttavia
considerarsi solo un gendarme che
con le limitazioni continue non fa
altro che insterilire il credito.
Dovrebbe invece valorizzare l’integrità delle banche italiane, ben sapendo
che con quella bomba da mille miliardi non hanno niente a che spartire.
Intendiamoci: questa invidiabile integrità degli istituti di credito è merito
non solo di chi ha gestito con criteri
sani le banche ma anche, naturalmente, del buon governo che ha esercitato sul sistema in passato
Bankitalia. È un vero peccato però
che oggi in Via Nazionale non si
tenga conto che se il credito continuerà a mancare perché i vincoli
imposti costringono banchieri e bancari a ridurlo, inevitabilmente sarà
la catastrofe per il Paese e da questa
catastrofe naturalmente neppure la
Banca d’Italia si salverà. Mors tua
vita mea? Non è così, Signor
Governatore Visco. Eppure Lei è
cresciuto alla scuola di Federico
Caffè, il maggior diffusore in Italia
della teoria di John Maynard
Keynes. Non faccia mettere continuamente con le spalle al muro quei
banchieri che cercano, salvando le
aziende, di salvare se stessi. Non è il
momento di una selezione darwiniana. La vita in Italia è diventata sempre più difficile e se si lamenta che i
giovani cervelli vanno all’estero è
perché capiscono che lo spirito di
intraprendenza richiede quella fiducia che ogni giorno in Italia viene
ridotta, anzi umiliata. Compreso
quella dei banchieri più coraggiosi e
ottimisti.
*
*
*
Non pochi giornalisti invidiano
Vittorio Feltri per la sua sicurezza
nello scrivere e molti lettori lo ammirano per la sua chiarezza. Giovedì 20
il bravissimo Vittorio ha scritto un
editoriale per Il Giornale ricco di
notizie riguardanti la casa in cui è
arrivato al primo successo, la casa
del Corriere della Sera. Una notizia
dietro l’altra: Diego Della Valle,
dopo l’incontro riconciliatore con il
professor Giovanni Bazoli, arriverà
al 22% del capitale di Rcs. Nominerà
direttore Giulio Anselmi e amministratore delegato Giuseppe
Cerbone, attuale manager numero
uno di Ansa. Feltri, per usare alcune
delle sue parole esplicite, non conta
balle. È quindi tutto deciso per il
futuro della casa editrice del maggior
quotidiano italiano? Sarà davvero
Della Valle a diventare il primo azionista e quindi il gestore sia pure
attraverso giornalisti e manager collaudati?
Per quanto è stato possibile verificare soprattutto in Mediobanca,
che nei giorni scorsi ha acquistato i
diritti inoptati di Giuseppe
Rotelli e del gruppo Benetton, che
avevano comunicato ufficialmente
di non voler sottoscrivere l’aumento
di capitale, la situazione è ancora
molto fluida, anche se un punto è
fermo: non sarà ricostituito nessun
sindacato di controllo, come ha
dichiarato venerdì 21 Alberto
Nagel, amministratore delegato di
Mediobanca, durante la presentazione del piano strategico della
banca. Poiché il massimo cerimoniere dei patti di sindacato è sempre stata Mediobanca, se la banca
fondata da Enrico Cuccia dichiara che non ci sarà sindacato per
Rcs, c’è da crederci, essendo fra l’altro essa stessa il secondo azionista
della casa editrice.
Ma la situazione è fluida perché
mancano dieci giorni per poter sottoscrivere l’aumento di capitale e in
questi giorni perché si ricostituisca
un clima di collaborazione fra gli
azionisti occorre che si mettano dei
punti fissi per la rielaborazione, anzi
il forte cambiamento, del piano
industriale che la recente assemblea
di Rcs ha approvato. Se questa rielaborazione avvenisse (e a pensare che
debba avvenire sono anche le maggiori banche italiane e i loro gestori)
allora potrà accadere che anche chi,
come Della Valle, ha votato contro in
assemblea, sottoscriva nel tentativo
di salvare il maggior gruppo editoriale italiano. Impresa tutt’altro che
facile. (riproduzione riservata)
Paolo Panerai
083048051048051057048051052
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Mercati
Sabato 22 Giugno 2013
33
& Finanza
IIN EDICOLA CON
Ftse Mib -1,89%, ma spread stabile a 288 pb. Euro in calo sul dollaro a 1,3114
Torna l’ombra greca: borse giù
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A rischio la maggioranza ad Atene e gli aiuti dal Fmi
L’
ottimismo è durato
solo lo spazio di un
mattino: le borse europee hanno tentato
il rimbalzo, dopo gli scivoloni
di giovedì e in mattinata ci
sono riuscite. Poi si sono riaffacciati i timori per i disaccordi
nel governo greco, che potrebbero mettere in discussione
sia l’operatività dell’esecutivo
di Atene, sia l’erogazione del
prestito da parte del Fondo
monetario.
Di conseguenza, tutti i listini hanno registrato vendite
massicce e l’euro si è nuovamente indebolito sul dollaro.
Il Ftse Mib ha chiuso a -1,89%
a 15.254 punti, Ftse All share
-1,76%, Ftse Mid cap -1,54%,
Ftse Star -0,55%. Male anche
il resto d’Europa: Ibex -1,56%,
Cac-40 -1,11%, Ftse 100 -0,7%
e Dax -1,76%. A metà seduta,
a New York, listini in peggioramento, con il Dow Jones a
-0,36%, l’S&P 500 a -0,47%, il
Nasdaq Composite a -0,86%.
A Milano si sono avute forti
vendite sul comparto bancario, con Mediobanca (-9,42%)
che ha visto un sell on news
in assenza di un piano con
novità di rilievo. Male anche
Unicredit (-4,05%), Intesa
Sanpaolo (-3,72%), Banco popolare (-3,21%), Ubi banca
(-3,37%), Banca Mps (-2%) e
Popolare Milano -0,19%. Ha
fatto eccezione Bper (+3,51%).
Male Fiat (-2,65%). In positivo
invece Telecom Italia (+2,55%
a 0,522 euro) che, dopo aver
raggiunto giovedì i minimi che
non vedeva da 16 anni, ha costituito per gli operatori un’opportunità di acquisto, Gtech
(+1,94%), Exor (+2,23%).
Ue di nuovo divisa sulle norme per i fallimenti bancari
nia nell’Unione monetaria a partire dal
1° gennaio 2014 e hanno confermato
l’estensione delle scadenze dei prestiti
I ministri delle finanze dell’Unione
europea, riuniti per l’Ecofin a Lussemburgo, stanno incontrando difficoltà nel
raggiungere un accordo sulle
regole relative al fallimento
delle banche in crisi, dopo che
la Svezia ha minacciato di tirarsi indietro nel caso in cui
non venisse garantito maggiore potere alle autorità nazionali. Ciò porterebbe a ulteriori ritardi nell’introduzione
delle nuove regole necessarie
all’Unione bancaria europea.
In scia alla posizione svedese, anche altri governi hanno
richiesto che venga concessa
più discrezione nella scelta
di quali passività escludere
nel caso di fallimenti degli
istituti di credito.
L’Ecofin ha inoltre approvato regole più stringenti per
il controllo dei mercati derivati, aprendo
le porte ai negoziati con il parlamento
Ue. Le nuove norme, note come Mifid II,
hanno l’obiettivo di introdurre una maggiore regolamentazione dei mercati over
the counter e aumentare la concorrenza
tra le diverse clearing house dell’Ue.
I ministri delle finanze europei hanno
poi raccomandato l’ingresso della LettoSul resto del listino, ancora male le azioni ordinarie di
Rcs (-7,14%) e i relativi diritti
(-10,97%). In rosso anche Italcementi (-4,64%). In positivo
Poltrona Frau (+1,09%), con
gli analisti che hanno apprezzato l’acquisto del marchio Simon, Frendy energy (+7,79%),
Cobra (+1,75%).
Lo spread Btp-Bund, è rimasto sostanzialmente stabile e
mandazione per una revisione del sistema fiscale: «Stiamo studiando tutte le
opzioni. L’obiettivo è trovare il massimo
dell’intesa possibile, con il
vincolo di non creare nuovo
debito e promuovere un meccanismo di riforma».
Giovedì, i ministri delle
finanze si erano accordati
sulle linee guida per la ricapitalizzazione diretta delle
banche tramite il Fondo salva stati permanente (Esm).
L’Eurogruppo ha deciso di limitare a 60 mld euro, sui 500
mld euro totali, l’ammontare
che l’Esm può utilizzare per
erogare direttamente aiuti
alle banche. Il nuovo meccanismo sarà attivo entro giugno 2014. I ministri hanno
anche deciso di imporre rigide
precondizioni per ottenere la
ricapitalizzazione diretta delle banche. I
governi dovranno garantire che gli istituti di credito abbiano un cuscinetto di
capitale pari al 4,5% degli asset totali.
Il paese inoltre dovrà contribuire per il
20% della ricapitalizzazione delle banche
tramite l’Esm. L’ammontare scenderà poi
al 10% dopo 2 anni.
a Irlanda e Portogallo.
Si è chiusa formalmente anche la
procedura Ue per disavanzo eccessivo
nei confronti dell’Italia. «È un passo
sul quale tutti contavamo, una volta
che è formalmente compiuto, ci si sente
sollevati», ha commentato il ministro
dell’economia, Fabrizio Saccomanni.
Il ministro ha poi parlato della racco-
ha chiuso a 288 pb, dopo un
picco a 293 pb.
Quanto all’euro, ha chiuso
in calo a 1,3125 dollari, dopo
aver toccato un minimo da due
© Riproduzione riservata
settimane a 1,3114. Il biglietto
verde è stato favorito dalle positive stime economiche della Federal reserve e dal conseguente
annuncio di un ridimensiona-
QuotazioniRealtime
mento del piano di acquisto di
titoli, mentre sulla moneta comune ha pesato la nuova crisi
politica in Grecia. Lo yen si è
risollevato sull’euro a 128,13 ed
è rimasto stabile sul dollaro a
97,63. Infine il petrolio, anch’esso in calo: a metà seduta, a New
York, il Wti segnava 93,59 dollari al barile, contro i 100,36
dollari del Brent a Londra.
© Riproduzione riservata
TA S S I E VA L U T E
Cambi
Divisa
Quotazioni indicative rilevate dalle banche centrali
Valuta/
Euro
U.i.c.
prec.
Var.
ass.
Cross
su $
Tassi e dati macro
Tassi Euro
Ultima Prece- Variaz.
rilevazione dente assoluta
Corona Ceca
25,825
25,806
0,0190
19,5941
Tasso ufficiale di riferimento
0,50
0,75
-0,25
Corona Danese
7,4582
7,4588
-0,0006
5,6587
Rendistato Bankitalia(lordi)
3,39
-
-
Corona Norvegese
7,909
7,85
0,0590
6,0008
Tasso Inflazione ITA
1,10
1,10
0,00
Corona Svedese
8,6927
8,6724
0,0203
6,5954
Tasso Inflazione EU
Dollaro Australiano
1,4296
1,4323
-0,0027
1,0847
Indice HICP EU-12
1,40
1,10
0,30
119,80
119,80
0,00
Dollaro Canadese
1,3705
1,3651
0,0054
1,0398
HICP area EURO ex tobacco
116,95
116,83
0,12
Dollaro N Zelanda
1,7004
1,6927
0,0077
1,2901
Tasso annuo crescita PIL ITA
-2,40
-2,80
0,40
1,318
1,32
-0,0020
-
Tasso di disoccupazione ITA
12,77
11,58
1,19
Fiorino Ungherese
298,87
298,8
Franco Svizzero
1,2257
1,2319
-0,0062
0,9300
Rand Sudafricano
13,4906
13,4884
0,0022
10,2357
Sterlina GB
0,8533
0,8545
-0,0012
0,6474
Yen Giapponese
128,66
129,26
-0,6000
97,6176
Zloty Polacco
4,3289
4,3183
0,0106
3,2844
Dollaro USA
0,0700 226,7602
LEGENDA TASSI Prime rate. Il prime rate Abi è la media dei tassi ai migliori clienti
rilevati tra gli istituti bancari. È rilevato ogni quindici giorni, all’inizio e alla metà del mese.
Pil. I tassi di crescita del prodotto interno lordo riportati nella tabella sopra sono rilevati con
periodicità trimestrale. Inflazione. È la variazione dell’indice dei prezzi al consumo rilevato
ogni mese dall’Istat.
Il primo quotidiano
finanziario italiano
E.O.N.I.A.
Scadenza
Euribor
E.O.N.I.A.
Scadenza
1 sett
1 mese
2 mesi
3 mesi
4 mesi
5 mesi
0,118
0,096
0,097
0,102
0,111
0,121
Euribor
Scadenza
6 mesi
7 mesi
8 mesi
9 mesi
10 mesi
12 mesi
0,131
0,142
0,152
0,163
0,176
0,198
Preziosi e metalli
Den.
Preziosi ($ per oncia)
Oro
1298,2
Argento
20,12
Palladio
673,3
Platino
1367,5
Metalli ($ per tonn.)
Alluminio
1748
Rame
6775
Piombo
2017
Nichel
13775
Let.
1298,6
20,16
676,8
1377,5
1748
6777
2017
13780
Den.
Stagno
19510
Zinco
1809
Monete e Preziosi (quote in €)
Sterlina (v.c.)
224,72
Sterlina (n.c.)
227,64
Sterlina (post 74) 227,64
Marengo Italiano 178,56
Marengo Svizzero 175,88
Marengo Francese 175,77
Marengo Belga
175,77
Let.
19515
1809
265,98
268,62
268,62
217,03
212,03
211,81
211,29
Irs
Euribor
$ Usa Sterl. Fr. sviz. Yen
Int. Rate Swap (Euro)
Scad. Denaro Lettera
Scad.
Euro
1 Sett.
0,102 1 sett
0,031
1 anno
0,323
0,363
2 Sett.
0,107
2 anni
0,388
0,428
3 Sett.
0,114
3 anni
0,480
0,520
1M
0,127
4 anni
0,613
0,653
2M
0,174
5 anni
0,774
0,814
6 anni
0,943
0,983
7 anni
1,105
1,145
8 anni
1,258
1,298
9 anni
1,400
1,440
10 anni 1,529
1,569
12 anni 1,749
1,789
15 anni 1,980
2,020
20 anni 2,143
2,183
25 anni 2,198
2,238
30 anni 2,217
2,257
0,130
0,479
-0,005
0,090
1 sett
0,044
0,160
0,486
-0,005
0,101
1 mese
0,069
0,193
0,493
-0,003
0,117
3M
0,216
4M
0,255
5M
0,291 2 mesi
6M
0,333
7M
0,365
8M
0,395
9M
0,432
10 M
0,461
11 M
0,495
12 M
0,524 12 mesi
3 mesi
6 mesi
0,103
0,233
0,499
0,006
0,137
0,138
0,273
0,509
0,018
0,154
0,249
0,460
0,414
0,683
0,600
0,903
0,080
0,247
0,232
0,416
083048051048051057048051052
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Fonte: Icap
34
Sabato 22 Giugno 2013
ASSOCIAZIONE LA DESTRA - FIAMMA TRICOLORE
*3.0-57"#4&'
t$
RENDICONTO AL 31/12/2012
STATO PATRIMONIALE: ATTIVO
ANNO 2012
fideiussione da terzi
avalli a terzi
avalli da terzi
fideiussione a imprese partecipate;
fideiussione da imprese partecipate
avalli a imprese partecipate;
garanzie (pegni, ipoteche ) a terzi.
garanzie (pegni, ipoteche ) da terzi.
ANNO 2011
IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI NETTE:
costi per attività editoriali, di
informazione e di comunicazione;
costi di impianto e di ampliamento.
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IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI NETTE:
terreni e fabbricati;
impianti e attrezzature tecniche;
macchine per ufficio;
mobili e arredi;
automezzi;
altri beni;
A) PROVENTI GESTIONE CARATTERISTICA
1) Quote associative annuali
2)
Contributi dello Stato:
a) per rimborso spese elettorali;
b) contrib. Ann. derivante dalla
destinazione del 4 per mille
dell'IRPEF
RIMANENZE (di pubblicazioni, gadget,
eccetera).
3)
Contributi provenienti dall'estero:
a) da partiti o movimenti politici esteri o
internazionali;
b) da altri soggetti esteri.
4)
Altre contribuzioni:
a) contribuzioni da persone fisiche;
b) contribuzioni da persone giuridiche
b-bis) contribuzioni da associazioni,
partiti e movimenti politici
5)
Proventi da attività editoriali,
manifestazioni, altre attività.
€ 300
€€-
€ 1.118.285,70
1)
€ 300,00
€ 300,00
€ 300,00
€ 300,00
€ 49.804,04
€ 124,10
€ 49.928,14
FONDI PER RISCHI ED ONERI
fondi previdenza integrativa e simili
altri fondi
a) fondo accantonamento ex art. 3 della
Legge 157/99
TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO DI
LAVORO SUBORDINATO
DEBITI (con separata indicazione, per
ciascuna voce, degli importi esigibili oltre
l’esercizio successivo):
debiti verso banche;
a) entro l'esercizio successivo
b) oltre l'esercizio successivo
debiti verso altri finanziatori;
a) entro l'esercizio successivo
b) oltre l'esercizio successivo
debiti verso fornitori;
a) entro l'esercizio successivo
b) oltre l'esercizio successivo
debiti rappresentati da titoli di credito;
a) entro l'esercizio successivo
b) oltre l'esercizio successivo
debiti verso imprese partecipate;
a) entro l'esercizio successivo
b) oltre l'esercizio successivo
debiti tributari
a) entro l'esercizio successivo
b) oltre l'esercizio successivo
debiti verso istituti di previdenza e di
sicurezza sociale
a) entro l'esercizio successivo
b) oltre l'esercizio successivo
altri debiti
a) entro l'esercizio successivo
b) oltre l'esercizio successivo
RATEI E RISCONTI PASSIVI
€ 1.117.985,70
€ 1.117.985,70
€ 563.901,65
€-
€ 1.635.998,98
ANNO 2012
€ 322.853,28
€ 41.046,62
ANNO 2011
Per servizi
3)
Per godimento di beni di terzi
4)
Per il personale
a) stipendi
b) oneri sociali
c) trattamento di fine rapporto
e) altri costi
5)
Ammortamenti e svalutazioni
6)
Accantonamenti per rischi
7)
Altri accantonamenti
a) Accantonamento ex art. 3 della
Legge 157/99
Oneri diversi di gestione
8)
9)
€ 322.853,28
-€ 177.075,48
€ 198.096,00
Contributi ad associazioni
TOTALE ONERI DELLA GESTIONE
CARATTERISTICA (B)
€ 256.106,33
€ 66.746,95
-€ 499.928,76
Per acquisti di beni (incluse
rimanenze)
2)
€ 476.666,66
€ 50.228,14
TOTALE ATTIVO
PATRIMONIO NETTO
avanzo patrimoniale
disavanzo patrimoniale
avanzo dell'esercizio
disavanzo dell'esercizio
€ 40.918,62
€ 128,00
€-
RATEI ATTIVI E RISCONTI ATTIVI
STATO PATRIMONIALE: PASSIVO
€-
€ 563.901,65
B) ONERI DELLA GESTIONE
CARATTERISTICA
ATTIVITÀ FINANZIARIE DIVERSE DALLE
IMMOBILIZZAZIONI
partecipazioni (al netto dei relativi fondi
rischi);
altri titoli (titoli di Stato, obbligazioni,
eccetera).
DISPONIBILITÀ LIQUIDE
depositi bancari e postali;
denaro e valori in cassa.
ANNO 2011
€-
€ 563.901,65
TOTALE PROVENTI GESTIONE
CARATTERISTICA (A)
€ 1.117.985,70
€ 1.117.985,70
€ 1.635.998,98
ANNO 2012
IMMOBILIZZAZIONI FINANZIARIE
partecipazione in imprese;
crediti finanziari;
a) entro l'esercizio successivo
b) oltre l'esercizio successivo
altri titoli.
CREDITI (al netto dei relativi fondi rischi
e con separata indicazione, per
ciascuna voce
degli importi esigibili oltre l'esercizio
successivi)
crediti per servizi resi a beni ceduti;
a) entro l'esercizio successivo
b) oltre l'esercizio successivo
crediti verso locatari;
a) entro l'esercizio successivo
b) oltre l'esercizio successivo
crediti per contributi elettorali;
a) entro l'esercizio successivo
b) oltre l'esercizio successivo
crediti per contributi 4 per mille;
a) entro l'esercizio successivo
b) oltre l'esercizio successivo
crediti verso imprese partecipate;
a) entro l'esercizio successivo
b) oltre l'esercizio successivo
crediti diversi;
a) entro l'esercizio successivo
b) oltre l'esercizio successivo
€ 50.228,14
TOTALE PASSIVO E NETTO
CONTO ECONOMICO
€ 39.123,89
€ 30.573,50
€ 28.196,00
€ 151,78
€ 55.900,00
€ 194,50
€ 996.666,66
€ 939.966,67
€ 1.064.138,33
€ 1.026.634,67
RISULTATO ECONOMICO DELLA
GESTIONE CARATTERISTICA (A-B)
€ 169.900,00
-€ 500.236,68
-€ 1.026.634,67
C) PROVENTI E ONERI FINANZIARI
€ 198.096,00
1)
€ 169.900,00
€ 29.207,62
Proventi da partecipazione
2)
Altri proventi finanziari.
3)
Interessi e altri oneri finanziari.
€ 322.54
€ 2.797,24
€ 14,62
-€ 27.401,32
TOTALE PROVENTI E ONERI
FINANZIARI
€ 25.260,00
€ 307,92
-€ 24.604,08
D) RETTIFICHE DI VALORE DI ATTIVITÀ
FINANZIARIE
€€ 29.207,62
€ 29.207,62
1) Rivalutazioni:
a) di partecipazioni;
b) di immobilizzazioni finanziarie;
c) di titoli non iscritti nelle immobilizzazioni.
€ 24.960,00
€ 24.960,00
2) Svalutazioni:
a) di partecipazioni;
b) di immobilizzazioni finanziarie;
c) di titoli non iscritti nelle immobilizzazioni.
€€-
TOTALE RETTIFICHE DI VALORE DI
ATTIVITÀ FINANZIARIE
€ 300,00
€ 300,00
E) PROVENTI E ONERI STRAORDINARI
1)
€-
€ 1.117.985,70
CONTI D'ORDINE
beni mobili e immobili fiduciariamente
presso terzi;
contributi da ricevere in attesa
espletamento controlli autorità pubblica;
fideiussione a terzi;
Proventi
plusvalenze da alienazioni;
varie.
€-
21) Oneri
minusvalenze da alienazioni;
varie.
TOTALE DELLE PARTITE
STRAORDINARIE
€ 42.011,02
€-
AVANZO DELL'ESERCIZIO ( A-B+C+D+E )
-€ 42.011,02
€-
€-
-€ 499.928,76
-€ 1.051.238,75
IL TESORIERE
Stefano Morselli
NOTA INTEGRATIVA AL BILANCIO AL 31.12.2012
Il quinto rendiconto della Associazione costituita il 29 febbraio 2008 tra i movimenti politici “LA DESTRA” e “MS FIAMMA
TRICOLORE “ per la partecipazione congiunta alle elezioni politiche del 13 e 14 aprile 2008, chiude con un disavanzo di
gestione di € 499.928,76.
Per quanto riguarda i criteri di formazione e di valutazione si precisa che il rendiconto in approvazione è conforme al
dettato degli articoli della legge n.2 del 2 gennaio 1997 e agli allegati A, B e C come modificata per effetto della legge
96/2012. Per quanto possibile e compatibilmente con la natura non lucrativa dell’ente, sono stati adottati i criteri di
redazione e valutazione del codice civile e i principi contabili italiani.
In particolare, i criteri di redazione del bilancio sono ispirati a regole di prudenza, e nella prospettiva di continuazione
dell’attività dell’Associazione.
Nello Stato Patrimoniale e nel Conto Economico, nonché nella presente Nota Integrativa, vengono fornite tutte le
informazioni obbligatorie che sono ritenute sufficienti a fornire una rappresentazione veritiera e corretta della situazione
patrimoniale e finanziaria dell’Associazione.
In omaggio al principio di competenza, i costi e i ricavi sono stati rilevati e imputati all’esercizio al quale le operazioni si
riferiscono, indipendentemente dalla manifestazione numeraria.
In qualità di soggetto non commerciale l’Associazione non detrae l’IVA addebitata dai fornitori in fattura: pertanto il
tributo costituisce onere accessorio ed è parte integrante del costo.
t Immobilizzazioni: nel bilancio non sono esposte immobilizzazioni in quanto l’Associazione, per lo svolgimento della
sua attività, si avvale delle strutture appartenenti ai movimenti politici partecipanti alla coalizione.
t I crediti sono esposti al valore nominale, tenendo altresì conto della loro possibilità di realizzo;
t le disponibilità liquide sono iscritte per il loro effettivo ammontare alla data del 31.12.2012;
t i debiti sono espressi al valore nominale;
In relazione alle voci dello Stato Patrimoniale si forniscono i seguenti dettagli:
ATTIVO
Crediti per contributi elettorali: risulta azzerato il credito di € 1.117.985,70 al 1.1.2012 per effetto dell’incasso dell’ultima
rata di rimborso per spese elettorali concesso ai sensi della legge 157/1999.
Il credito, iscritto in bilancio nella misura originaria di € 6.202.918,20 fu decurtato come da piano di riparto pubblicato
nella G.U. del 30/7/2009 n.175 che tagliava i contributi del tredici per cento, per € 486.411,00 e successivamente
nell’esercizio 2011.L’ultima rata incassata è stata ancora decurtata per effetto della legge 96/2012 e l’ammontare
stanziato ha subito un decremento rispetto al contributo erogato nell’anno precedente: la voce risulta azzerata quale
conseguenza del decremento dovuto alla liquidazione del piano di riparto 2012 come da decreto pubblicato sulla G.U.
175 del 28/7/2012 per € 563.901,65 e del minor incasso definitivo di € 554.084,05.
Variazioni intervenute nelle altre voci dell’attivo:
Crediti diversi
Cassa/valori
Depositi bancari
SALDO AL
1.1.2012
VARIAZIONI (+)
VARIAZIONI (-)
SALDO AL
31.12.2012
-
300
-
300
128
-
4
124
44.919
573.088
564.203
49.804
I risconti attivi, pari a zero, risultano decrementati € 476.667,00: essi si riferiscono alla quota di contributi erogata alla
083048051048051057048051052
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segue
Sabato 2
22 Giugno 2013
M E R CAT I E F I NA N Z A
35
La nuova piazzetta Cuccia presentata al mercato. Ma è bocciata dalla borsa: -9,42%
I tre pilastri di Mediobanca
Saranno il Cib, il retail e il wealth management
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it
A
ncor meno holding
di partecipazioni e
sempre più «banca»,
nelle sue varie declinazioni. È questo il futuro di
Mediobanca, definitivamente
sancito dal piano strategico
2014-2016 approvato giovedì
all’unanimità dal cda e presentato ieri alla comunità finanziaria. Il mercato forse si
aspettava novità di rilievo. In
mancanza di queste, ha fortemente penalizzato il titolo,
che è anche stato sospeso per
eccesso di ribasso e ha chiuso
a -9,42%.
Il piano conclude un processo intrapreso da tempo. Lo
stesso Nagel ha convenuto che
il salotto buono «va in soffitta». «Io», ha affermato nel corso del primo investor day della storia di Mediobanca, «non
ho mai concepito Mediobanca
come banca di sistema».
Il piano prevede tra i suoi
assi portanti la riduzione
dell’esposizione alle partecipazioni azionarie per 2 miliardi
di euro, di cui 1,5 attraverso
cessioni. Una importante, già
indicata, sarà quella di un 3%
di Generali (dal 13 al 10%).
Ora, anche le poche partecipazioni strategiche rimaste, ad
esclusione di Generali, ovvero
Rcs e Telco-Telecom, passano
a «disponibili per la vendita»
e piazzetta Cuccia uscirà dai
rispettivi patti di sindacato in
tempi «brevi» e in accordo con
gli altri azionisti, utilizzando
le prime finestre utili, che per
entrambi gli accordi cadono a
settembre. Passaggio successivo, la dismissione.
Unico punto fermo rimarrà
il Leone di Trieste, di cui Mediobanca, pur riducendo il proprio peso nell’azionariato, intende rimanere «un azionista
stabile», come ha detto Nagel.
Le risorse recuperate verran- banking (Cib), Retail (Cheno veicolate per rinforzare le Banca! e Compass), Wealth
attività del Cib oltre confine, management.
Tra le novità, l’avvio della
dove Mediobanca è presente
piattaforma Medioda anni con sedi
banca alternative
a Madrid, Francoasset management
forte, Londra, Pa(Maam) e lo sviluprigi e New York.
po dell’offerta di
È inoltre previsto
prodotti di risparl’ingresso in alcumio gestito attrani mercati in forte
verso CheBanca!
sviluppo (Turchia,
Sulla base di queMessico e Cina),
ste linee strategicon l’obiettivo di
che, il piano punta
raggiungere, al
a portare il roe
giugno 2016, il
dall’attuale 6% al
45% dei ricavi da
10-11% a giugno
clientela non do2016.
mestica.
Tra i principali
Il piano di MeAlberto Nagel
obiettivi finanziadiobanca, che
ri, ci sono poi un
«non ha bisogno
di aumenti di capitale», si Core Tier1 secondo i paramefocalizza quindi su «crescita, tri di Basilea3 stabilmente
redditività e disciplina nell’al- all’11-12%, con un target di
locazione del capitale» e si pay-out del 40%. I ricavi banconcentra sullo sviluppo delle cari sono attesi a 2,1 miliardi
tre attività bancarie specializ- al 2016, +10% annuo. Già nel
zate: Corporate e investment trimestre in corso, l’ultimo
«Pensiamo che, grazie alle sinergie che metteremo in
campo tra le due società, riusciremo a dare vita al migliore
modello possibile per affrontare i prossimi tre anni». Lo ha
affermato l’a.d. di CheBanca! e di Compass, Gianluca Sichel,
durante la presentazione del Piano strategico al 2016 di
Mediobanca, riferendosi al modello di business adottato per
le due società da lui guidate, dopo che la merchant milanese
ha valutato anche la possibilità di fondere le due strutture.
«Siamo giunti alla convinzione unanime che la migliore opzione era quella di presidiare entrambi i mercati» del retail
banking e del credito al consumo «e costruire due piattaforme distinte che possano scalare i rispettivi mercati», ha
spiegato il manager.
dell’esercizio 2012-2013,
2012-2013 tutte
le partecipazioni (esclusa Generali) saranno portate a valore di mercato, con una svalutazione complessiva di 400
milioni, che inciderà sull’esercizio che termina a fine mese,
determinando una perdita di
200 milioni di euro.
Come detto
detto, l’accoglienza
del mercato è stata fredda:
il titolo ha chiuso a -9,42% a
4,404 euro. Secondo Nagel,
che ha minimizzato lo scivolone, «avremo un giudizio
compiuto solo nelle prossime
settimane».
© Riproduzione riservata
Bankitalia: le banche aiutino il rilancio delle imprese
«Non vi potrà essere ripresa duratura
in mancanza di un adeguato sostegno finanziario alle imprese». Lo ha ribadito
il vicedirettore generale di Bankitalia,
Fabio Panetta, sottolineando che «il sistema bancario deve fare la sua parte»
per il rilancio dell’economia.
«Gli effetti della recessione sui bilanci
degli intermediari, sulla disponibilità di
credito vanno contrastati con azioni decise, per razionalizzare i costi, innovare il
modello di attività, rafforzare la capacità
di selezionare le aziende sane, dotate di
progetti imprenditoriali competitivi».
Panetta ha quindi ricordato che «il
principale ostacolo all’offerta di prestiti
è il peggioramento del rischio di credito
provocato dal prolungarsi della recessione». Infatti, «nel primo trimestre 2013 il
tasso annuo d’ingresso in sofferenza è
salito al 2,8% per il complesso del credito
e al 4,5% per i prestiti alle imprese. In
base agli indicatori prospettici, il flusso
di sofferenze rimarrebbe elevato nella
restante parte dell’anno». Pertanto, «le
tensioni nell’offerta di prestiti sono destinate a proseguire nei prossimi mesi»,
mentre «per riavviare il circuito del
credito è in primo luogo necessario un
forte impegno delle banche per tenere
pienamente conto delle prospettive di
sviluppo della clientela. Ciascuna banca», ha concluso Panetta, «deve essere
consapevole delle esternalità negative
che deriverebbero per l’intera economia
italiana, per essa stessa, da una stretta
creditizia indiscriminata».
Per sostenere l’economia, «il rafforzamento del Fondo di garanzia per le pmi
deciso dal governo va nella giusta dire-
coalizione nel 2009 per € 1.600.000,00, per la parte che si riferisce all’ultima annualità 2012.
PASSIVO
Il patrimonio netto, negativo per € 177.075,48 è costituito dalla somma algebrica dei precedenti risultati di gestione di
€ 322.853,28 e del disavanzo di gestione 2012 di € 499.928,76.
Variazioni intervenute nella voce Fondi per rischi ed Oneri:
La voce si riferisce all’accantonamento per favorire la partecipazione delle donne in politica, di cui alla legge 157/1999,
art. 3. Rispetto all’esercizio 2011 registra un incremento di € 28.196,00 dovuto all’accantonamento pari al cinque per
cento dei contributi incassati nel 2012. Il fondo, che al 31.12.2012 presenta un saldo di € 198.096,00 non ha subito
decrementi .
Variazioni intervenute nella voce Debiti:
Debiti v/fornitori
CheBanca! e Compass
viaggeranno separate
SALDO AL
1.1.2012
VARIAZIONI (+)
VARIAZIONI (-)
SALDO AL
31.12.2012
24.960
35.007
39.254
29.208
I risconti passivi, € 1.117.986,00 al 31.12.2011,risultano decrementati di pari importo: quanto ad € 563.901,65 quale
quota di contributo incassato per il 2012 di € 563.901,65 e per la differenza quale storno di ricavo a seguito della
menzionata legge sui tagli dei costi alla politica.
Si precisa inoltre:
- che non sussistono partecipazioni in imprese controllate e collegate;
- che non si è proceduto alla patrimonializzazione di alcun onere finanziario;
- che la società non ha percepito proventi da partecipazione di alcun genere.
In ordine al conto economico si precisa quanto segue:
Proventi della gestione caratteristica € 563.901,65:
Sono costituiti solo dall’ultima quota dei contributi dello Stato per spese elettorali di cui alla legge 157/1999, per la quota
corrispondente al piano di riparto 2012.
Oneri della gestione caratteristica € 1.064.138,00:
zione», ha proseguito Panetta, spiegando
che «gli effetti sul credito possono essere
significativi: un incremento della dotazione di 3 miliardi può consentire la concessione di garanzie su un flusso di nuovi
finanziamenti dell’ordine di 40 miliardi.
Nel dare attuazione al provvedimento,
è essenziale subordinare gli interventi
all’effettiva erogazione di nuovi finanziamenti e assicurare condizioni migliori
alle banche con una più sostenuta dinamica del credito complessivo. Occorre
includere tra i potenziali beneficiari le
aziende dotate di capacità competitiva
e di solide prospettive di crescita, pur se
caratterizzate da tensioni finanziarie. È
necessario che la garanzia si traduca in
un effettivo miglioramento delle condizioni applicate sui prestiti».
© Riproduzione riservata
Per servizi, € 39.124,00 sono così ripartiti:
Spese amministrative e professionisti
€ 20.370
Bancarie e pubblicazione bilancio
€ 5.541
Cariche sociali (Collegio Revisori)
€ 13.213
Accantonamenti € 28.196,00: in osservanza al disposto dell’art.3 comma 1, legge 157/1999 sono state accantonate
risorse pari al 5% dei contributi ricevuti per accrescere la partecipazione attiva delle donne in politica. La voce trova
contropartita tra i Fondi del Passivo dello Stato patrimoniale.
Contributi ad associazioni € 996.667,00: nel corso del 2012 l’Associazione ha erogato contributi sulla base degli
accordi associativi, ai movimenti politici la “DESTRA” per € 468.000,00 ed alla “Fiamma Tricolore “ per € 52.000,00 per
un totale di € 520.000,00 .La differenza rispetto all’importo di € 996.667,00 pari ad €476.667,00 corrisponde alla quota
costante di risconto pluriennale relativo al contributo erogato anticipatamente e contabilizzato nel 2009 ai partecipanti
alla coalizione per € 1.600.000,00, di competenza 2012.
Proventi ed oneri fi nanziari, € 308,00: rispetto all’esercizio precedente la voce accoglie importi di scarso rilievo in
quanto sono stati estinti i conti correnti passivi. Gli interessi attivi sono quelli maturati sui c/c attivi e sui crediti per
contributi liquidati nel 2012.
Impegni non risultanti dallo Stato Patrimoniale
Alla data del 31/12/2012 non vi sono impegni che non risultano esposti nello Stato Patrimoniale.Il presente rendiconto,
composto da Stato patrimoniale, Conto economico e Nota integrativa, rappresenta in modo veritiero e corretto la
situazione patrimoniale e finanziaria nonché il risultato economico dell’esercizio e corrisponde alle risultanze delle
scritture contabili.
Roma 11 aprile 2013
IL TESORIERE
Stefano Morselli
RELAZIONE SULLA GESTIONE 2012
La gestione 2012 ha registrato tra i fatti di rilievo l’incasso dell’ultima rata di contributi elettorali, in misura inferiore
alla metà rispetto a quelli attesi per effetto della legge 96/2012. Ai sensi della legge 2 gennaio 1997 si precisa che
l’Associazione non ha svolto attività culturali, di informazioni e comunicazione in quanto non ha partecipato ad altre
elezioni. Tutte le spese rendicontate sono state sostenute direttamente dall’Associazione.
Non sussistono partecipazioni in imprese né tramite società fiduciarie né per interposta persona.
L’Associazione non ha ricevuto finanziamenti da persone fisiche o giuridiche.
Il rimborso delle spese elettorali, al netto delle spese di funzionamento è stato attribuito ai movimenti politici facenti
parti della coalizione per € 520.000,00 come precisato in Nota Integrativa a commento della voce “Contributi ad
Associazioni”.
Di tutte le erogazioni effettuate è stata predisposta ed inviata alla Presidenza della Camera dei Deputati la dichiarazione
congiunta prevista dall’art.4, c. 3 della Legge 659/81.
Non si sono verificati fatti di rilievo dopo la chiusura dell’esercizio.
Ai sensi della legge 2/1997, allegato “B” punto 7, art.8 si evidenzia che l’Associazione, ai sensi dello Statuto, ha raggiunto
lo scopo associativo.
Vi invito pertanto ad approvare il presente rendiconto al 31.12.2012 unitamente alla nota integrativa.
Roma 11 aprile 2013
IL TESORIERE
Stefano Morselli
083048051048051057048051052
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Sabato 22 Giugno 2013
M E R CAT I E F I NA N Z A
POLAR CAPITAL FUNDS
Comparto
Classe
di Azioni
Global Technology
NAV
EUR
GBP
USD
Valori al
www.reyl.com
14,01 19/06/2013
11,98 19/06/2013
18,76 19/06/2013
Healthcare Opportunities
EUR
GBP
USD
Polar Japan Fund
USD
GBP
JPY
UK Absolute Return Class A EUR
Class A GBP
Class A USD
Class I EUR
Class I GBP
Class I USD
11,51
9,85
10,88
20,16
13,04
1971,26
11,19
9,55
14,76
11,43
9,76
15,09
19/06/2013
19/06/2013
29/05/2012
20/06/2013
20/06/2013
20/06/2013
20/06/2013
20/06/2013
20/06/2013
20/06/2013
20/06/2013
20/06/2013
Valori al
20/06/2013
Reyl (Lux) Global Sicav
Valori al 21/06/2013
EMG Ivy Asset Strategy A (EUR)
EUR 1183,19
www.polarcapital.co.uk
Elite France-Europe B
Em Mkts Eq B($)
Em Mkts Eq F($)
Em Mkts Eq J(Chf)
Em Mkts Eq L
Em Mkts Eq O
European Equities B
European Equities C(Chf)
European Equities D($)
European Equities F
European Equities H
Long/Short Em.Mkts Eq B ($)
Long/Short Em.Mkts Eq E
Long/Short European Eq B
Long/Short European Eq D ($)
North American Eq. B($)
North American Eq. E
North American Eq. F($)
North American Eq. G
North American Eq. H($)
EUR
USD
USD
CHF
EUR
EUR
EUR
CHF
USD
EUR
EUR
USD
EUR
EUR
USD
USD
EUR
USD
EUR
USD
100,56
144,69
142,72
127,02
142,84
144,49
257,78
234,18
256,14
250,12
243,17
110,67
109,88
111,99
112,30
183,82
172,70
179,47
167,27
169,05
USD
EUR
EUR
USD
USD
EUR
EUR
USD
123,74
125,57
123,59
122,04
131,30
132,12
128,82
128,13
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Reyl (Lux) Tactical Allocations
Unit Linked
APF-Linea bilanciata
APF-Linea europea
APF-Linea mondiale
APF-Linea nord america
Seven Stars Invest
UBS (Lux) Money Mkt Inv. EUR P-dist
USB (Lux) Bd Fd EUR P Acc
Fidelity Fd FPS Moderate Gr Fd A EUR
Templeton Growth (Euro) A Acc
Fidelity Fd Europ. Gr Fd A EUR
Div Income D
Div Income E
Div Income F
Div Income H
Quality Bond Fund D
Quality Bond Fund E
Quality Bond Fund F
Quality Bond Fund H
valori in EURO
20/06/2013 49,71
20/06/2013 88,55
20/06/2013 52,28
20/06/2013 88,80
20/06/2013 115,26
14/06/2013 311,30
14/06/2013 351,19
14/06/2013 10,53
14/06/2013 12,16
14/06/2013 10,99
Chiara Vita S.p.A.
Via Gaggia, 4
20139 Milano
UNIT LINKED
ASPECTA Assurance International Luxembourg S.A.
Sede secondaria di Milano: via Russoli 5 - 20143
Sede legale: L 2453 Luxembourg . Goldbell 1 - Rue Eugène Ruppert, 5
www.aspecta.it
MetLife Europe Limited
Rappresentanza Generale per l’Italia
Via Andrea Vesalio n. 6
00161 Roma
Valorizzazione al: 20/06/13
MetLife Liquidità
1,000
MetLife Protezione in Crescita 80%
1,085
MetLife Protezione in Crescita 70%
1,121
MetLife Protezione in Crescita 90%
1,043
Alico Monet. Protetto
Alico P.P. Eur 2013
Alico P.P. Eur 2014
Alico P.P. Eur 2015
Alico P.P. Eur 2016
Alico P.P. Eur 2017
Alico P.P. Eur 2018
Alico P.P. Eur 2019
Alico P.P. Eur 2020
Alico P.P. Eur 2021
Alico P.P. Eur 2022
Alico P.P. Eur 2023
Alico P.P. Eur 2024
Alico P.P. Eur 2025
Alico P.P. Eur 2026
Alico P.P. Eur 2027
Alico P.P. Eur 2028
Alico P.P. Eur 2029
Alico P.P. Eur 2030
Alico P.P. Eur 2031
Alico P.P. Eur 2032
Alico P.P. Usa 2013
Alico P.P. Usa 2014
Alico P.P. Usa 2015
Alico P.P. Usa 2016
Alico P.P. Usa 2017
Alico P.P. Usa 2018
Alico P.P. Usa 2019
Alico P.P. Usa 2020
Alico P.P. Usa 2021
Alico P.P. Usa 2022
Alico P.P. Usa 2023
Alico P.P. Usa 2024
Alico P.P. Usa 2025
Alico P.P. Usa 2026
Alico P.P. Usa 2027
Alico P.P. Usa 2028
Alico P.P. Usa 2029
Alico P.P. Usa 2030
Alico P.P. Usa 2031
Alico P.P. Usa 2032
Alico P.P. Global 2013
Alico P.P. Global 2014
Alico P.P. Global 2015
Alico P.P. Global 2016
Alico P.P. Global 2017
Alico P.P. Global 2018
Alico P.P. Global 2019
Alico P.P. Global 2020
Alico P.P. Global 2021
Alico P.P. Global 2022
Alico P.P. Global 2023
Alico P.P. Global 2024
Alico P.P. Global 2025
Alico P.P. Global 2026
Alico P.P. Global 2027
Alico P.P. Global 2028
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1,011
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0,990
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0,950
Alico P.P. Global 2029
Alico P.P. Global 2030
Alico P.P. Global 2031
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Alico Prot.Trim. Eur
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Alico Gest.Bilanc.Glob
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Alico Gest.Bilanc.Eur
Alico Gest.Cresc. Eur
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Alico Aper.Indiciz.Eur
Alico Aper.Indiciz.Usa
Alico Aper.Indiciz.Glo
Alico Aper.Indiciz.Ita
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Alico R. Prudente
Alico R. Bilanciato
Alico R. Crescita
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Alico Multi Comm.
Alico R. Peak Usa 2013
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Alico R. Peak Eur 2013
Alico R. Peak Eur 2014
Alico R. Peak Eur 2015
Alico R. Peak Eur 2020
Alico R. Peak Eur 2025
Alico R. Peak Eur 2030
Alico R. Peak Eur 2035
Alico R. Peak Asia 2013
Alico R. Peak Asia 2014
Alico R. Peak Asia 2015
Alico R. Peak Asia 2020
Alico R. Peak Asia 2025
Alico R. Peak Asia 2030
Alico R. Peak Asia 2035
Alico Sec. Acc. 2016
Alico Sec. Acc. 2017
Alico R. Sec. Acc. 2017
Alico P.P. Asia 2013
Alico P.P. Asia 2014
Alico P.P. Asia 2015
Alico P.P. Asia 2020
Alico P.P. Asia 2025
Alico P.P. Asia 2030
Alico P.P. Asia 2035
Alico Long Investment
Alico Energy
Alico Agriculture
Alico Metals
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1,035
1,079
1,005
1,080
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1,232
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1,020
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0,775
1,012
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1,119
1,020
1,048
1,050
1,074
1,134
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1,168
1,014
1,072
1,095
1,124
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1,275
1,327
1,219
0,991
1,086
1,122
1,094
1,124
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1,227
1,256
1,254
1,224
0,656
0,347
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0,635
www.metlife.it
UNIDESIO 760071
11,776
14/06/2013
UNIDESIO 760106
11,018
14/06/2013
UNIDESIO 760170
10,780
14/06/2013
UNIDESIO 760072
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14/06/2013
UNIDESIO 760109
11,090
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UNIDESIO 760173
10,641
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10,890
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UNIDESIO 760073
10,930
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UNIDESIO 760110
10,848
24/05/2013
UNIDESIO 760174
UNIDESIO760074
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UNIDESIO 760124
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UNIDESIO 760179
10,583
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UNIDESIO 760075
12,499
14/06/2013
UNIDESIO 760125
11,165
14/06/2013
UNIDESIO 760180
10,738
14/06/2013
UNIDESIO 760077
11,143
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UNIDESIO 760129
11,682
14/06/2013
UNIDESIO 760181
10,656
14/06/2013
UNIDESIO 760078
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14/06/2013
UNIDESIO 760130
10,781
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UNIDESIO 760182
9,634
14/06/2013
UNIDESIO 760079
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14/06/2013
UNIDESIO 760133
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14/06/2013
UNIDESIO 760183
10,706
14/06/2013
UNIDESIO 760080
10,884
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UNIDESIO 760137
10,619
14/06/2013
UNIDESIO 760184
10,678
14/06/2013
UNIDESIO 760082
10,164
14/06/2013
UNIDESIO 760139
11,564
14/06/2013
UNIDESIO 760185
10,691
14/06/2013
UNIDESIO 760085
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14/06/2013
UNIDESIO 760140
11,489
14/06/2013
UNIDESIO 760186
10,614
14/06/2013
UNIDESIO 760087
12,012
14/06/2013
UNIDESIO 760141
10,281
14/06/2013
UNIDESIO 760187
10,745
14/06/2013
UNIDESIO 760088
10,908
14/06/2013
UNIDESIO 760145
11,127
14/06/2013
UNIDESIO 760188
10,575
14/06/2013
UNIDESIO 760091
11,255
14/06/2013
UNIDESIO 760147
11,180
14/06/2013
UNIDESIO 760189
10,760
14/06/2013
UNIDESIO 760092
11,218
14/06/2013
UNIDESIO 760149
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UNIDESIO 760191
10,320
14/06/2013
UNIDESIO 760095
10,465
14/06/2013
UNIDESIO 760150
11,221
14/06/2013
UNIDESIO 760192
10,861
14/06/2013
UNIDESIO 760096
10,628
14/06/2013
UNIDESIO 760156
10,160
14/06/2013
UNIDESIO 760193
10,796
14/06/2013
UNIDESIO 760097
11,304
15/03/2013
UNIDESIO 760157
11,223
14/06/2013
UNIDESIO 760198
9,261
14/06/2013
UNIDESIO 760098
11,515
14/06/2013
UNIDESIO 760158
10,179
14/06/2013
UNIDESIO 760201
10,646
14/06/2013
UNIDESIO 760202
10,822
14/06/2013
UNIDESIO 760099
11,232
14/06/2013
UNIDESIO 760159
10,917
14/06/2013
UNIDESIO 760203
11,332
14/06/2013
UNIDESIO 760100
10,965
14/06/2013
UNIDESIO 760160
10,621
14/06/2013
UNIDESIO 760205
10,438
14/06/2013
UNIDESIO 760102
10,858
14/06/2013
UNIDESIO 760163
10,153
14/06/2013
UNIDESIO 760206
10,456
14/06/2013
UNIDESIO 760104
10,454
14/06/2013
UNIDESIO 760167
10,708
14/06/2013
UNIDESIO 760210
10,297
14/06/2013
UNIDESIO 760105
10,725
14/06/2013
UNIDESIO 760169
11,248
14/06/2013
UNIDESIO 760216
9,855
14/06/2013
UNIT LINKED - FONDI INTERNI
AZZOAGLIO CONSERVATIVO
AZZOAGLIO DINAMICO
AZZOAGLIO EQUILIBRATO
UNIDESIO PRUDENTE
UNIDESIO MODERATO
UNIDESIO ATTIVO
UNIDESIO VIVACE
OBBLIGAZIONARIO MISTO
AZIONARIO EURO
AZIONARIO GLOBALE
6,2580
4,7010
5,9020
11,0750
10,6910
10,3730
9,6370
10,1960
7,9310
9,5180
14/06/2013
14/06/2013
14/06/2013
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14/06/2013
14/06/2013
14/06/2013
BILANCIATO
10,1860
CONSERVATIVE
10,2950
14/06/2013
BOND MIX
10,3640
14/06/2013
BALANCED
10,6720
14/06/2013
GLOBAL EQUITY
11,6230
14/06/2013
UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO BREVE TERMINE 10,2310
14/06/2013
UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO MEDIO TERMINE 10,6960
14/06/2013
UNIDESIO AZIONARIO AREA EURO
9,3220
14/06/2013
UNIDESIO AZIONARIO INTERNAZIONALE
11,1760
14/06/2013
INDEX LINKED
PIP - FONDI INTERNI
INDEX TOP 22
108,8200
29/05/2013
A+/S&P
THREE 2009
107,9000
29/05/2013
AA-/S&P
INDEX SIX 2009
101,0000
29/05/2013
AA-/S&P
FTSE MIB
96,4620
19/06/2013
FTSE MIB 2010
94,6970
19/06/2013
EUROSTOXX 50 - 2010
95,8550
19/06/2013
INDEX TRENTA 2011
100,3830
19/06/2013
INDEX FOUR E 50 - 2011
98,9790
19/06/2013
INDEX STOXX EUROPE - 2011
99,3010
19/06/2013
EUROSTOXX 50 - 2012
95,0450
19/06/2013
PREVIMISURATO
12,7020
13/06/2013
PREVIBRIOSO
11,0310
13/06/2013
PREVIDINAMICO
12,3160
13/06/2013
FPA - LINEE
LINEA 1
LINEA 1 - FASCIA A
LINEA 1 - FASCIA B
LINEA 2
LINEA 2 - FASCIA A
LINEA 2 - FASCIA B
LINEA 3
LINEA 3 - FASCIA A
LINEA 3 - FASCIA B
12,0020
12,4070
12,0950
11,8660
12,0890
12,1310
11,7520
11,8930
12,7310
Helvetia Compagnia Italo-Svizzera
di Assicurazioni sulla Vita S.p.A.
Via G.B. Cassinis, 21 - 20139 Milano
INDEX LINKED
31/05/2013
31/05/2013
31/05/2013
31/05/2013
31/05/2013
31/05/2013
31/05/2013
31/05/2013
31/05/2013
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UNIT LINKED - FONDI INTERNI
SCK DYNAMIC
100,00
14/06/2013
A+/S&P
S&BRIC 8-40
107,63
14/06/2013
A2/S&P
S&BRIC 8-40 SECOND EDITION
123,88
14/06/2013
A2/S&P
HELVETIA 4-30
99,39
19/06/2013
HELVETIA WORLD EQUITY
117,6900
HELVETIA EUROPE BALANCED
187,3800
18/06/2013
HELVETIA WORLD BOND
216,3700
18/06/2013
HELVETIA GLOBAL BALANCED
153,5400
18/06/2013
HELVETIA GLOBAL EQUITY
100,2300
18/06/2013
ATTIVO SPECIFICO
HELVETIA QUATTRO.10
14/06/2013
98,0067
18/06/2013
FPA - LINEE
19/06/2013
PIP - FONDI INTERNI
LINEA GARANTITA
11,5920
31/05/2013
LINEA BILANCIATO
12,3390
31/05/2013
HELVETIA MULTIMANAGER FLESSIBILE
10,2700
18/06/2013
LINEA OBBLIGAZIONARIO
11,9610
31/05/2013
HELVETIA MULTIMANAGER EQUITY
10,2700
18/06/2013
LINEA AZIONARIO
8,6820
31/05/2013
www.helvetia.it
www.chiaravita.it
083048051048051057048051052
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PROSPETTO DEI VALORI CORRENTI
DELLE POLIZZE INDEX LINKED
DATA ULTIMA QUOTAZIONE AL 31 MAGGIO 2013
VALORE AL
31/05/2013
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PRODOTTO INDEX
EMITTENTE TITOLO
OBBLIGAZIONARIO
Index Up 1-2008
98,140
MORGAN STANLEY
CARISMI Più Certezza 8
99,040
UNICREDIT S.p.A.
Carismi Più Certezza 9
98,250
MEDIOBANCA S.p.A.
PRODOTTO INDEX
VALORE AL
31/05/2013
GGlobal Alternative Energy & Water Serie XIII Settembre 2007
Lombarda vita 6&6
99,300
104,440
EMITTENTE TITOLO
OBBLIGAZIONARIO
EMITTENTE OPZIONE
MOODY | S&P | FITCH
MOODY | S&P | FITCH
Baa1 | A- | A
SOCIETÉ GENERALE
A2 | A | A+
Baa2 | BBB+ | BBB+**
SOCIETÉ GENERALE
A2 | A | A+
- | BBB+ | -
SOCIETÉ GENERALE
A2 | A | A+
EMITTENTE OPZIONE
MOODY | S&P | FITCH
C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE
Baa2 | - | A
CREDIT SUISSE INTERNATIONAL
MEDIOBANCA S.p.A.
- | BBB+ | -
COMMERZBANK AG
Baa1 | A- | A
ABN AMRO BANK NV
MOODY | S&P | FITCH
A1 | A+ | A
Baa1 | A- | A+
Lombarda vita 6&6 New
104,290
MORGAN STANLEY
Lombarda Vita Best of Euro-USA 2008-2014
112,430
ABN AMRO BANK NV
Lombarda Vita BRIC 40 “5 + 5”
103,420
NIBC Bank NV
LOMBARDA VITA BRIC 40 “5,10 + 5,10”
103,810
MEDIOBANCA S.p.A.
Lombarda Vita Classic Markets
103,476
CREDIT SUISSE INTERNATIONAL
A1 | A+ | A
Lombarda Vita Classic Markets New
104,220
MEDIOBANCA S.p.A.
- | BBB+ | -
BANCO BILBAO SA
Lombarda Vita Euro Sector
104,430
MEDIOBANCA S.p.A.
- | BBB+ | -
FORTIS BANK SA
A2 | A+ | A+
Lombarda Vita Euro Sector New
104,200
BANCA IMI S.p.A.
BNP PARIBAS
A2 | A+ | A+
A3 | A | A
SOCIETÉ GENERALE
- | (1) | -
CREDIT SUISSE INTERNATIONAL
- | BBB+ | -
- | BBB+ | BBB+
BNP PARIBAS
A3 | A | A
A2 | A | A+
A1 | A+ | A
A2 | A+ | A+
Baa3 | BBB- | BBB+
* Rating della Società Incorporante Banco Popolare Scarl - ** Rating della Società Incorporante Madre Unicredit S.p.A. - (1) La Compagnia assume integralmente il rischio di controparte
SEMPREINDIPENDENTE
083048051048051057048051052
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083048051048051057048051052
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M E R CAT I E F I NA N Z A
Sabato 2
22 Giugno 2013
39
Accordi anche con Rosneft per il Mare di Barents e il Mar Nero
Più peso Eni in Russia
Con Gazprom su costo gas e South Stream
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F
itta rete di incontri e
di accordi, ieri a San
Pietroburgo, per l’a.d.,
dell’Eni, Paolo Scaroni. L’Eni ha infatti raggiunto
un accordo sulla revisione
dei prezzi del gas acquistato dalla russa Gazprom per
tutto il 2013. Gazprom sta rinegoziando i contratti take or
pay con alcuni partner europei.
Con Eni «ci siamo accordati
su condizioni reciprocamente
accettabili per l’anno 2013»,
ha detto Miller a margine del
Forum sull’energia.
«Abbiamo raggiunto un accordo soddisfacente per gli acquisti di gas che stiamo facendo
dall’1 gennaio al 31 dicembre di
quest’anno», ha dichiarato, da
parte sua, Scaroni, precisando
che, «da qui alla fine dell’anno,
avremo tempo per negoziare in
futuro tutte le clausole contrattuali, attualmente in vigore e
che forse non sono più adatte
ai mercati di oggi». Miller ha
invece sottolineato che «la cosa
più importante è che i volumi
degli acquisti quest’anno sono
aumentati». Inoltre è stato annunciato che l’avvio dei lavori
Ed Enel cede l’asset di Marcinelle
Enel e Gazprom hanno firmato una lettera d’intenti per la cessione della centrale
termoelettrica di Marcinelle, in Belgio, per
il valore di 227 milioni di euro. A siglare
il documento, «non vincolante», sono stati l’a.d. di Enel, Fulvio Conti, e il numero
uno del colosso del gas russo, Alexei Miller,
nell’ambito del Forum economico di San
Pietroburgo.
L’intesa riguarda la vendita del 100%
della società Marcinelle energie, che possiede la centrale belga (420MW). All’intesa
seguirà un accordo finale vincolante, «i cui
termini e condizioni saranno concordati ed
eseguiti entro la fine di settembre 2013».
per il gasdotto South Stream
avverrà nel secondo trimestre
del 2014. Scaroni ha spiegato
che sono stati concordati i vari
meccanismi «che ci consentiranno entro il primo ottobre di
prendere la final investment
decision, in modo da poter iniziare i lavori nel secondo trimestre del 2014».
L’a.d. dell’Eni ha anche firmato, insieme al presidente di
Rosneft, Igor Sechin, il perfe-
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La cessione di Marcinelle a Gazprom fa parte di un più vasto programma di dismissioni di asset per 6 miliardi di euro che
Enel ha annunciato lo scorso marzo alla
presentazione del suo business plan 20132017. Come ha spiegato giovedì lo stesso
Conti, la società ha avviato un graduale
disimpegno da questa parte di mercato europeo, diventata «sempre meno strategica».
Per Gazprom, che invece sta cercando di
aumentare la sua presenza negli impianti
di produzione in Europa, dove fornisce un
quarto del fabbisogno di gas, si tratta della
prima grossa operazione in questo senso.
zionamento degli accordi per la
conduzione congiunta delle attività esplorative nell’offshore
russo del Mare di Barents e del
Mar Nero. Questi progetti sono
parte della più ampia cooperazione tra Eni e Rosneft sancita
nell’ambito dell’accordo di cooperazione strategica firmato
il 25 aprile 2012, che prevede
lo sviluppo congiunto dei blocchi offshore russi, lo scambio
di tecnologia e personale e la
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partecipazione di Rosneft a
progetti internazionali di Eni.
I due gruppi hanno costituito
tre società miste per lo sviluppo
delle licenze nell’offshore russo, nelle quali Rosneft detiene
il 66,67% ed Eni il 33,33%.
Infine, Scaroni ha avuto colloqui con il presidente e a.d. di
Sonatrach, Abdelhamid Zerguine per le attività di Eni
in Algeria.
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CRESCITA
BREVI
Brembo
in Usa
e in Brasile
Saras. Rosneft e Saras hanno sottoscritto
una jv per il commercio
di petrolio e prodotti petroliferi. Essa sarà operativa nel 2014.
Brembo, nell’arco dei tre
esercizi compresi tra il 2013
e il 2015, investirà 115 milioni
di euro in Nord America, per
l’ampliamento del polo di Homer (Detroit) nel Michigan, e
in Brasile, per il trasferimento
e il potenziamento dell’attuale stabilimento di San Paolo.
Negli Usa, l’investimento
ammonterà a 83 milioni di
euro e incrementerà la capacità produttiva del distretto
industriale di Homer. L’ampliamento del sito si è reso
necessario per l’acquisizione
di nuovi business e di ulteriori quote di mercato presso
i principali clienti nordamericani quali Chrysler, General motors e Ford. L’operazione porterà a raddoppiare
il fatturato della consociata
Brembo North America inc.,
che dovrebbe passare dai
178,5 milioni di euro del
2012 a circa 350 nel 2015.
In Brasile saranno utilizzati 32 mln di euro per
trasferire l’attuale stabilimento da Sao Paolo a Santo
Antonio de Posse (a nord di
Sao Paolo). Il fatturato della
consociata Brembo do Brasil
ltda, aumenterà del 100% il
fatturato dal 2012 al 2015,
passando da 66,6 a 130 milioni di euro.
Lukerg renew, jv
tra Erg Renew e LukoilEcoenergo, ha sottoscritto due accordi con
Vestas per l’acquisizione
del 100% di due parchi
eolici, già operativi in
Romania e in Bulgaria.
Indesit company ha
confermato la chiusura
degli stabilimenti italiani e il taglio di 1.425
posti. I sindacati hanno
proclamato uno sciopero.
Il gruppo si è detto pronto a riavviare il confronto
con i sindacati sul piano
di riorganizzazione.
I fatti separati
dalle opinioni
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Fiat. Nell’ambito della normale attività di
finanziamento, Fiat ha
firmato il rinnovo di
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mld di euro con 9 banche. La nuova linea «è disponibile per le generali
esigenze aziendali e per i
fabbisogni legati al capitale di funzionamento».
Interroll. Il gruppo
svizzero di logistica,
con 30 sedi nel mondo,
ha deciso di aprire una
divisione in Italia, con
base a Rho.
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