Mal d`Africa di Bruno Rossi
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Mal d`Africa di Bruno Rossi
Anno III - Numero 85 - Giovedì 10 aprile 2014 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40 Parlamento Governo Concorrenza La Tav diventa legge ma si sfiora la rissa Salva-Roma, decreto in aula con fiducia Ha ragione Caprotti: maximulta alla Coop a pag. 3 a pag. 7 a pag. 9 BERLUSCONI DI FRONTE AL TRIBUNALE DI SORVEGLIANZA: UNA INCREDIBILE STORIA DI POLITICA E GIUSTIZIA. CHE DIRANNO ALFANO, MARONI, LA MELONI? di Francesco Storace Q uesto 10 aprile entra nella storia politica dell’Italia. Anche se la decisione dei giudici dovesse essere resa nota nei giorni a venire, gli italiani che si riconoscono da anni nel centrodestra e nel suo leader – a partire da quanti ne hanno ricevuto prebende e onori – rischiano di non avere più la voce della loro rappresentanza. Silvio Berlusconi potrebbe andare agli arresti domiciliari; o essere spedito a svolgere servizi sociali, magari imponendoglieli tra i più umilianti; comunque, messo nella condizione di non poter svolgere la campagna elettorale. Peggio, non avrà neppure il diritto di voto. È una questione che fa parlare l’Italia, l’Europa, il mondo. Qualunque sia il punto di vista di chiunque fra noi – innocentista, colpevolista – certo non potrà suonare meno che incredibile quanto accade. Mancherà il megafono, la voce in cui da vent’anni si riconoscono tanti milioni di italiani e italiane. Berlusconi potrebbe essere tolto di scena per via giudiziaria e non politica. Non c’è bisogno di essere suo elettore per constatarlo. Basta non essere tra i più faziosi dei suoi avversari. Mi dice un amico “c’è la legge Severino, del resto”. Certo, una legge che applica una sanzione per comportamenti avvenuti – se avvenuti – quando la sanzione non era prevista. Complimenti ai legulei del diritto. È uno strano paese quello che si fa governare da tre premier consecutivi non eletti da nessuno mentre può accadere di togliere la parola all’ultimo premier voluto dal popolo. Credo che tutto il centrodestra debba reagire manifestando solidale vicinanza a Silvio Berlusconi, anche chi non sta nel suo partito. Soprattutto chi gli è stato a fianco in lunghi anni di governo non può lavarsene le mani semplicemente per ragioni legate al quorum elettorale. Da Alfano a Maroni alla Meloni, nessuno di loro può ignorare quanto sta accadendo. E comunque Forza Italia deve uscire dall’angolo in cui sembra essersi rinchiusa. IL MEGAFONO Oggi i giudici chiamati a decidere sulla rappresentanza politica del centrodestra. Forza Italia trovi comunque la possibilità di far votare sul suo leader. Ecco come Il problema non è chi sarà candidato nelle varie liste circoscrizionali (a me, ad esempio, non frega assolutamente nulla di andare a Strasburgo, perché fin da quando lasciai il ministero senza paracadute parlamentare credo di aver dimostrato il valore che dò alle poltrone ). Fossi nel gruppo dirigente di Forza Italia non esiterei a chiedere alla famiglia Berlusconi di scendere direttamente in campo con una candidatura che comunque dovrebbe SBARCHI AI MASSIMI STORICI: E ORA PREOCCUPA EBOLA Mal d’Africa Vignola a pagina 2 essere suffragata dal voto popolare attraverso le preferenze. Sarebbero gli elettori e le elettrici a decidere con il sì o con il no, altro che dinastia. Altrimenti, i cinque capilista del partito siano autorizzati a scrivere “detto Silvio” sull’accettazione di candidatura. Non è un reato e vediamo se “in nome del popolo italiano” si può combattere almeno nelle urne elettorali. Guai alla rassegnazione, perché non è proprio il caso. È evidente che il centrodestra attraversa un periodo di crisi; ma ci sono le risorse per rigenerarsi. E dopo il 25 maggio tutti dovranno e dovremo fare i conti con i nuovi scenari che saranno proposti dal libero convincimento degli italiani. Tutti noi dobbiamo aiutare il popolo ad uscire dall’incantesimo in cui vuole bloccarlo lo sbruffone che sta a palazzo Chigi. L’APPUNTAMENTO DEL 1° MAGGIO SI TERRÀ: MA, COME SEMPRE, È MISTERO SULLE SPESE Concertone rosso, bilancio… oscuro di Bruno Rossi oncertone assicurato: figuriamoci se si taglia il mezzo propagandistico più forte, o forse l’unico rimasto, in mano ai sindacati confederali. Che Guevara e bandiere arcobaleno possono quindi apprestarsi ad uscire dall’armadio, perché non c’è crisi che tenga: in piazza San Giovanni si va, e poco importa se ad assistere allo spettacolo ci saranno torme di disoccupati o studenti che non hanno alcuna speranza di essere inseriti nel mondo del lavoro. Panem et circenses, si sarebbe detto dalle stesse parti qualche annetto fa. Per carità, avvertono comunque Cgil, Cisl e Uil: la spending review è il rituale cui bisogna comunque sottoporsi, di questi tempi, e loro l’hanno onorata. Tanto da poter dare fiato alle trombe della propaganda: è stato l'organizzatore Marco Godano in persona a prendersi il disturbo di rilasciare alcune dichiarazioni all’Adnkronos, anticipando ieri che le nubi sulla preparazione del maxi evento erano state definitivamente dissipate. Piena conferma quindi sia dalla Rai per i diritti di trasmissione (con Raitre che omaggerà la sua funzione di megafono di una certa parte del Paese, assicurando l’ampia copertura mediatica dei “sobri” spettacoli in programma) che dagli sponsor C “storici”: Poste, Unipol e Eni. “Si lavora con dei piccoli ritardi che del resto in un clima di contrazione degli investimenti sono comprensibili”, ha avuto il buon gusto di affermare Godano. Che, come detto, non ha mancato di ossequiare le parole d’ordine che tutti ripetono, dall’Europa in giù. “Sicuramente sarà un Primo maggio fatto in regime di austerità, ci sono state versioni più ricche”. Certo: poter confrontare i numeri sarebbe un esercizio utile agli statistici. Ma in fatto di soldi spesi, si sa, dalle parti della Triplice non si è mai stati generosi d’informazioni… Si vocifera che l’anno scorso il taglio fu di centomila euro, ma non si sa qual fosse la… base d’asta. Fatto sta che Godano ha anche spiegato che gli ulteriori (e mai quantificati) ridimensionamenti della spesa rendono al momento impossibile svelare il nome di presentatori dal palco e artisti che si esibiranno. “Sul cast artistico non anticipo nulla”, dice il diretto interessato, trovando però le parole per dire che “il tema del concerto quest'anno sarà "Le nostre storie". È un omaggio alla storia del nostro paese e alle mille piccole storie personali di giovani e meno giovani”. Bella idea, davvero. Chissà se c’è qualche storia di aziende che non pubblicano i bilanci: quella sì, che i sindacati potrebbero sentirla “loro”… 2 Giovedì 10 aprile 2014 Attualità SEMPRE PIÙ IMPONENTE L’ONDATA CHE PRESSA SULLE NOSTRE COSTE IN VISTA DELL’ESTAT E Se andiamo a prendere ebola con le nostre navi Alfano: “Situazione critica, tra 300mila e 600mila immigrati pronti a salpare verso l’Italia” Intanto scatta il codice rosso negli aeroporti europei per l’epidemia del pericoloso virus di Robert Vignola a Mare Nostrum a male nostro il passo è breve. Come quello che separa Lampedusa dalle coste dell’Africa: una parte di queste ultime è addirittura situata assai più a nord di quel lembo d’Europa sperso nell’azzurro. Coste dietro le quali si addensa un esercito di disperati mai visto prima. E sì che di migrazioni questo mare ne ha viste, fin dalla notte dei tempi. Ma già quelle degli ultimi anni sono state di proporzioni allarmanti. Quella del 2014 è iniziata, promette sfaceli e da qualche giorno ha pure il suono sinistro di una catastrofe di dimensioni bibliche: ebola. E solo a pronunciarlo, la schiena accoglie un brivido freddo che toglie a quel Mediterraneo la residua immagine da cartolina, da catalogo dell’agenzia di viaggi, che poteva avere. Angelino Alfano, Ministro degli Interni, sembra intravedere la tragedia che bussa alle porte dell’Italia. Nelle scorse ore, davanti all’escalation di carrette del mare cariche di umanità, che chiedono di essere “salvate” dalla Marina Militare telefonando con i satellitari ai soccorsi in Italia, ha fatto il punto con tutti gli attori che stanno seguendo l’operazione Mare Nostrum. “L’emergenza si fa sempre più grave, non c’è uno stop agli sbarchi. Le Capitanerie di Porto sono impegnate D con numerose unità navali, nelle operazioni di soccorso per altre centinaia di persone. Lo stesso la Marina Militare: una situazione davvero molto, molto grave, con un bilancio di circa 4000 soccorsi in mare, quindi 4000 sbarchi, nelle ultime 48 ore”. Il fatto è che comincia ad essere inutile correre dietro ai numeri di quanti premono sulle nostre frontiere. Sarà anche per quello che Alfano, di numeri, ne ha dati altri. Ad esempio ammettendo che l’Italia spende ogni giorno 300mila euro, 9 milioni al mese, per soccorrere quelli che nella neolingua boldriniana ormai tutti definiscono “migranti”. “Il nostro Paese è sotto una pressione migratoria fortissima, che arriva prevalentemente dalla Libia. Il portavoce del Commissario europeo Malmstrom ha pienamente confermato i dati: nel Nord Africa vi sono tra le 300mila e le 600mila persone pronte a partire, e se ho sbagliato è per difetto. Quindi il tema è grave e va preso seriamente in mano dall’Europa, subito, perché questa frontiera del Mediterraneo è una frontiera eu- Superati ricorsi, giudizi e risentimenti personali. Auspicabile la permanenza di Destre Unite alle regionali in Piemonte n giornate drammatiche per il centrodestra e il suo leader, Adriana Poli Bortone, capo di Io Sud ed esponente importante della destra italiana con il ruolo di portavoce del Movimento per An, arricchisce ulteriormente il suo curriculum politico, aderendo questa volta a Fratelli d’Italia. E’ una scelta legittima, che aveva anticipato a Storace nella serata di ieri a mezzo mail e poi al telefono, e che la conferma come donna capace di superare ricorsi, risentimenti e pesantissimi giudizi – anche personali – rivolti alla dirigenza del movimento della Meloni. Del resto, si tratta di una conseguenza anche logica, rispetto all’appello che Berlusconi aveva rivolto a La Destra e non a lei, che si puo’ immaginare sia dipeso anche da vecchi contrasti legati a quando la Poli, rieletta in Parlamento nel 2008 col Pdl, non ritenne di seguire pure il partito, ritrovandosi dopo un po’ nel gruppo senatoriale dell’Udc con cui aveva condiviso nel 2005 la candidatura alla presidenza della regione Puglia contro Vendola e lo stesso centrodestra. Adriana Poli Bortone ha detto di non disperare di ritrovarsi insieme in futuro con i suoi recenti compagni di strada I Grandi appalti, sì all’utilizzo delle intercettazioni di Verdini Il via libera del Senato arriva col voto segreto, ma l’esponente di FI avverte: ora si tolga l’immunità el complesso mosaico della guerra politico-giudiziaria in Italia si innesta un altro tassello: con 144 sì, 101 no e 4 astenuti l'Aula del Senato ha dato, con voto segreto, l'autorizzazione alla magistratura a utilizzare le intercettazioni che riguardano Denis Verdini nell'ambito dell'inchiesta Grandi appalti (G8 della Maddalena e Mondiali di nuoto). Poco dopo è arrivato il via libera anche all'uso di intercettazioni telefoniche del senatore relative all'inchiesta sull'eolico in Sardegna. Le intercettazioni vedono coinvolto anche Marcello Dell'Utri, senatore all'epoca dei fatti. L'ok dell'emiciclo arriva nonostante il voto segreto, e passa con 146 voti favorevoli e 96 contrari, mentre sono 4 gli astenuti. Verdini poco prima aveva dato vita ad un intervento per certi versi drammatico: “Fate come vi pare, a me non importa niente, ma pensate al futuro. Pensateci prima perché dopo è tardi. Sperate che non vi accada quello che è accaduto a me”. Il senatore toscano ha contestato che fra le immunità esiste quella delle intercettazioni. “Si sta giocando su questo argomento. N anche se i percorsi sono ora separati. Ovviamente e’ auspicabile, per via della nuova collocazione politica e per rendere credibile questo intendimento, che non receda dalla delega concessa a nome di Grande Sud alla lista Destre Unite del Piemonte per le regionali a sostegno di Pichetto. Appena una ventina di giorni fa si svolse una manifestazione a Torino in cui molti ebbero modo di ascoltare e condividere le sue parole nei riguardi di Fratelli d’Italia. r.p. sanitaria. Perché nel Continente Nero uno dei ceppi più temibili di ebola si sta espandendo, passando di organismo in organismo, sta facendo incetta di vite umane. I dati ufficiali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità parlano di 118 morti acclarati, di altre centinaia di casi acclarati di una malattia contro la quale non esiste né vaccino né cura. E come sempre le stime potrebbero essere assai inferiori alla realtà. Il centro dell’epidemia è in Guinea, ma ha già appestato anche la Liberia, la Sierra Leone, il Ghana. Casi sospetti vengono segnalati anche in Mali, nonostante le smentite degli organi ufficiali. Già, il Mali: quell’enorme scatola di sabbia che separa l’Africa Occidentale dalla Libia, dove ci sono quelle centinaia di migliaia di immigrati pronti a fare l’ultimo passo verso l’Europa, di cui Alfano e la Maelstrom sono tanto bene a conoscenza. Qualche anno fa il grosso non sarebbe neanche arrivato ad affacciarsi sul golfo della Sirte, li avrebbe fermati Gheddafi. Oggi quel filtro non c’è più perché l’Occidente lo ha rovesciato, senza però trovargli una valida alternativa e, a scanso di equivoci, quelli che riescono a imbarcarsi li andiamo a prendere a nostre spese. Se uno dei prossimi migranti da alloggiare in qualche hotel a 5 stelle si chiamerà Ebola, non c’è che dire: la colpa sarà solo nostra. Sempre che non l’abbiamo già accolto… LA BATTAGLIA POLITICO-GIUDIZIARIA ADRIANA POLI BORTONE ADERISCE A FRATELLI D’ITALIA Percorsi separati ropea, e l’Europa non può pensare che dando 80 milioni di euro l’anno al Frontex ha risolto il problema. Noi oggi stiamo facendo un’azione di soccorso che ci rende campioni del mondo di soccorso in mare, abbiamo salvato decine di migliaia di vite umane, almeno 10 mila da ottobre scorso a oggi, con l’operazione Mare Nostrum. Ma ci sono trafficanti di esseri umani, mercanti di morte, che guadagnano e lucrano sugli esseri umani, sulla morte di altri uomini, anche sul nostro soccorso tempestivo in mare, perché rende più breve il tragitto per le loro carrette, quindi la loro operazione si fa più lucrosa e meno rischiosa”. Perciò, dopo essersi lateralmente vantato di essere un campione, Alfano manda l’ultimo avvertimento. “Ci attendono sei mesi difficilissimi, dobbiamo accelerare le procedure per espellere chi non ha titolo a stare in Italia ed accogliere chi ha diritto all’asilo. Ma l’Europa deve consentire a chi vuole andare fuori dall’Italia di farlo: gli altri Paesi europei se li devono prendere perché lì vogliono andare”. È proprio quello il punto dolente, e infatti vi batte la lingua di Alfano. Ma in Europa cosa sta succedendo, in queste stesse ore? È scattato il codice rosso negli aeroporti di Parigi, Bruxelles, Madrid, Francoforte e Lisbona. È qui che arrivano i principali voli provenienti dall’Africa ed è qui quindi che si sta ponendo una rigida barriera Se si può intercettare un parlamentare, benissimo, quest'aula tolga l'immunità parlamentare e finisce la discussione”. Altrimenti ”si potrebbe risolvere il problema con una macchinetta” che schermerebbe i cellulari. L’uomo forte di Forza Italia in Toscana ha anche usato una parabola: quella della storia che vide protagonista San Filippo Neri quando era confessore al Duomo di Firenze. "Andò da lui un signore, usuraio e assassino, un po' - ironizza - come hanno descritto me e al Santo confessa 'ho fatto tante calunnie e detto tante bugie'. A quel punto San Filippo gli dice che non può dargli l'assoluzione a meno che, propone, il penitente non prenda un pollo in una giornata di vento e vada attraverso la via larga, lo spenni e dopo essersi fermato un paio d'ore torni e raccolga tutte le penne. 'Impossibile', rispose l'uomo, che non fu assolto”. Come dire: rotto l’argine delle intercettazioni, chiunque potrà finire nel tritacarne della magistratura. Un appello che è rimasto inascoltato, al contrario dei suoi colloqui telefonici… Bruno Rossi Via Giovanni Paisiello n.40 00198 Roma Tel. 06 85357599 - 06 84082003 Fax 06 85357556 email: [email protected] Direttore responsabile Francesco Storace Amministratore Roberto Buonasorte Direttore Generale Niccolò Accame Capo Redattore Igor Traboni Progetto grafico Raffaele Di Cintio Società editrice Amici del Giornale d’Italia Sito web www.ilgiornaleditalia.org Per la pubblicità Responsabile Marketing Daniele Belli tel. 335 6466624 - 06 37517187 mail: [email protected] -----------------Autorizzazione del Tribunale di Roma n° 286 del 19-10-2012 3 Giovedì 10 aprile 2014 Attualità BAGARRE AL SENATO, CON I SOLITI GRILLINI PROTAGONISTI. INSULTI E CORI DAI BANCHI. “FUORI LA MAFIA DALLO STATO” La Tav è legge. Ma si sfiora la rissa Il senatore di FI Gibiino: “Non permetteremo che la Torino-Lione muoia sotto i colpi del qualunquismo di M5s e Sel” di Federico Colosimo rillini, vendoliani e estremisti devono arrendersi. La linea ferroviaria Torino-Lione è legge. E l’Aula del Senato si trasforma in un ring. All’interno non pugili professionisti, ma senatori pentastellati squadristi. Merita di essere raccontato, il match di ieri. Tante, le riprese. Alla fine di ognuna, non vallette accattivanti. Ma ultrà con fazzoletti No Tav al collo che decidono di avvicinarsi ai banchi di governo. Il risultato? Seduta – in questo caso incontro – sospesa e rinviata. Ma la bagarre nel palazzetto di Montecitorio è continuata anche dopo, per la solita azione di disturbo degli esponenti di M5s. Con il senatore di Forza Italia Lucio Malan e quello del Partito Democratico Daniele Borioli costretti a consegnare il testo alla presidenza. Non appena Linda Lanzillotta, vice presidente del Senato per Scelta Civica ha proclamato l’approvazione della ratifica, è scoppiato il caos. Dai banchi del movimento pentastellato è partito il coro scandito “fuori la mafia dallo Stato”. Con il democratico Stefano Esposito che a quel punto ha deciso di deridere i grillini salu- G tandoli con il più classico dei “ciao ciao”. Come per dire: avete perso, adesso potete anche andarvene. Ma è tra l’azzurro Franco Cardiello e il grillino Alberto Airola che s’è sfiorata la rissa. Con il primo che ha preso le parti del collega di partito Giacomo Caliendo, corso sotto le postazioni dei pentastellati a rivendicare: “I fascisti siete voi che impedite agli altri di parlare”. Solo l’intervento di un nutrito drappello di commessi è servito ad evitare il peggio. Anche durante l’intervento di Massimo Cervellini, parlamentare di Sel, sono volati gli stracci. Con gli uomini di “Beppe il grande” che hanno accusato i vendoliani di aver consentito che per l’Illva di Taranto “morissero centinaia di persone”. Tutti contro tutti, dunque. Da alleati – almeno in questa “battaglia” - gli esponenti di Sinistra Ecologia e Libertà sono diventati incredibilmente nemici. Ma la sostanza non è cambiata. Il provvedimento è stato approvato in via definitiva, senza modifiche rispetto al testo arrivato dalla Camera, con 173 voti favorevoli, 50 contrari e 4 nulli. Tanto rumore per nulla, dunque. Raggiante, per il via libera del Senato, il capogruppo di Forza Italia in Com- missione Lavori Pubblici e Trasporti, Vincenzo Gibiino: “La Tav TorinoLione – il primo commento - rappresenta una grande occasione di sviluppo per il nostro Paese. Il collegamento tra la Francia e l’Italia permetterà alle nostre merci di raggiungere le piazze europee attraverso una via veloce e sicura. Un’opera assolutamente necessaria per supportare la domanda di trasporto che la stessa Europa prevede: il traffico potenziale nel 2035, anno in cui è prevista l’inaugurazione dell’infrastruttura, sarà pari a 25,5 milioni di tonnellate. Vi saranno, a regime, 17 milioni di passeggeri via auto e altri 4,5 milioni via ferrovia. La Tav porterà indubitabili benefici anche dal punto di vista occupazionale. È previsto che nei cantieri saranno occupati ben 1.850 lavoratori diretti annui, 5.800 nell’indotto. Ancora una volta – continua - l’ostruzionismo portato avanti dal M5S e da Sel si rivela cieco e inconcludente. I complessivi 1116 tra emendamenti e odg rivelano la vera natura di questi movimenti che in nome della mera protesta sarebbero disposti a far perdere al nostro Paese una grande occasione di sviluppo. Forza Italia non permetterà che la Tav Torino-Lione muoia sotto i colpi del qualunquismo grillino e vendoliano”. E adesso lo scontro potrebbe spostarsi nuovamente in Piemonte. Domenica, nel cantiere di Pozzolo Formigaro (Alessandria), gli attivisti hanno indetto – dopo quello di sabato scorso – un altro presidio. “Cadranno altre reti”, questa la promessa. Tutto pronto, dunque, per un altro giorno di ordinaria follia. Con il risultato che, prima o poi, potrebbe scapparci il morto. ALTRO CHE RIVOLUZIONE: IL SEGRETARIO METTE ALL’ANGOLETTO PRODI E LETTA, CREANDO ALTRI MALUMORI Renzi usa le quote rosa per “sistemare” il partito di Igor Traboni ltro che quote rosa o ‘pennacchio’ delle donne in lista: Matteo Renzi usa le elezioni europee per dare un altro segnale al suo partito, del tipo “il padrone del pd sono io, guai a chi fiata”. E’ questo il vero significato della mossa renziana di mettere cinque donne capolista nelle circoscrizioni delle prossime europee, anche se la grancassa mediatica è già impegnata a A far passare l’ennesimo gesto del rottamatore come qualcosa di ‘rivoluzionario’ e mai visto prima. Chiacchiere, bla bla bla. In realtà, Renzi ha voluto regolare i conti all’interno del partito con le minoranze, tarpare le ali a qualsiasi sogno di gloria prodiano, prendersi l’ennesima rivincita con Enrico Letta facendo fuori la sua Cecile Kyenge. A proposito, la dottoressa italo-congolese – racconta al Giornale d’Italia una fonte vi- cina all’ex ministro – non ha preso per niente bene la mancata designazione a capolista e, benché in posizione comunque eleggibile, ha già minacciato di spendersi poco o niente nella prossima campagna elettorale. Il segretario pd ha dunque scelto Alessia Mosca per il nord ovest, Alessandra Moretti per il nord est, Simona Bonafè per il centro, Pina Picierno per il sud e Chiara Chinnici per le isole. Poi, sempre da parte di Renzi, la manfrina sulle quota rosa: “Cinque donne punto di riferimento della scommessa del Pd in questa battaglia. Il Pd si è a volte diviso al proprio interno" ed è stato "eccessivo il tono di alcuni e alcune sulla parità di genere in legge elettorale. Su questo non sono un pasdaran. Ma sarebbe molto bello avere alla guida delle liste per le europee cinque candidature di donne, non come bandierine, ma come persone che per esperienza, storia personale e lavoro fatto in questi giorni possano dare un contributo all'Europa". Ma quello di Renzi è un ribaltone non solo per la Kyenge, ma anche per Paolo De Castro, prodiano doc, che poche ore prima aveva ringraziato il Pd emiliano-romagnolo per il ruolo di capolista riconosciuto all'unanimità dalla direzione regionale. Prima che Renzi lo facesse fuori. Malumori anche in Sardegna (Renato Soru voleva fare lui il capolista) e tra le stesse donne Pd, con il sindaco di Lampedusa, Giusy Nicolini, che non è riuscita a spuntare il primo posto, come invece chiedeva Rosario Crocetta. Da qui anche altri malumori con il governatore siciliano. Mala parata per Renzi anche nel Lazio, dove il partito è già a pezzi: David Sassoli deve accontentarsi del numero 3 in lista, ma l’ex volto del Tg aveva chiesto e sperato nel posto da capolista. TUTTI I SOLDI SBORSATI DALLE FAMIGLIE NON VANNO A SOSTENERE LE ATTIVITÀ DI SALVAGUARDIA, MA FINISCONO NEL CALDERONE DELLA SPESA PUBBLICA Ecco quanto ci costa l’ambiente: 50 miliardi all’anno E adesso non si dica più che l’Italia non è in grado di mettere in sicurezza il territorio perché mancano i finanziamenti pennati e beffati. Gli italiani versano 44 miliardi di euro all’anno allo Stato e agli enti locali per le imposte ambientali, di cui il 99% finisce, purtroppo, a coprire altre voci di spesa. Ma non solo. Le famiglie pagano 9,7 miliardi in più di tasse verdi rispetto a quanto inquinato. Un paradosso. A fronte di tutti quei soldi incassati ogni stagione dall’applicazione delle imposte ecologiche, solo 448 milioni finanziano le spese per le protezioni ambientali. Insomma, tutto quel denaro che facciamo uscire giorno dopo giorno dalle nostre tasche quando paghiamo la bolletta della luce o del gas, il bollo e l’assicurazione della mac- S china, non va a sostenere le attività di salvaguardia ambientale, ma finisce nel calderone della spesa pubblica. Le tasse ambientali possono essere di quattro tipi: energia, trasporti, inquinamento e imposte di risorse. A incidere maggiormente sono quelle sull’energia, pari al 75% del totale. Su queste gravano la sovrimposta di confine sul GPL, quella sugli oli minerali e i derivati. E ancora: sui gas incondensabili, sull’energia elettrica e sui consumi di carbone. Nel settore dei trasporti paghiamo invece il pubblico registro automobilistico, le tasse sulle Rc, quelle automobilistiche a carico di imprese e famiglie. Nel settore delle attività inquinanti versiamo poi un tributo speciale per le discariche – e i risultati si vedono -, la tassa sulle emissioni di anidride solforosa e l’imposta (udite udite) sulle emis- sioni sonore degli aeromobili. L’Italia è il paese che paga le tasse più alte sull’ambiente nell’Unione Europea. Rispetto al 1995 il gettito fiscale ambientale è aumentato di oltre 100 miliardi di euro. Dalle ultime indagini emerge che la stima dei costi esterni associati alle emissioni in atmosfera di tutti i settori di attività nel 2012, famiglie incluse, ammonta a 48,3 miliardi, pari al 3,1% del Pil. Insomma, l’inquinamento ci costa quasi 50 miliardi all’anno e i risultati sono vergognosi. Entro 12 mesi l’esecutivo dovrà adottare i decreti necessari a orientare la tassazione verso nuove forme di fiscalità “pulita” e quindi il mercato verso modi di consumo e produzione sostenibili. Il piano è certamente ambizioso e si inserisce nel più ampio orizzonte della riforma del fisco. Ma porterà i risultati sperati? E adesso non si dica più che l’Italia non è in grado di prevenire e mettere in sicurezza il territorio perché mancano i finanziamenti. I soldi ci sono, ma servono per tappare altri buchi. Ma gli ambientalisti – soprattutto quelli che indossano la casacca rossa – continuano a lamentarsi che paghiamo poche tasse per l’ambiente. Per accontentarli, il governo Renzi risolverà certamente il problema. In che modo? Aumentando le imposte. Facile no? F.Co. 4 Giovedì 10 aprile 2014 Attualità ECCO LA CLASSIFICA DEI PAESI A MISURA DI RAGAZZI, ITALIA ESCLUSA L’oasi per i giovani? L’Australia Ai dipendenti Ferrari L’ un bonus da record ALTRI 4.000 EURO IN BUSTA PAGA Italia non è un Paese per giovani: questo è un dato noto ormai da tempo. Non fa dunque notizia che moltissimi giovani abbandonano la Penisola per cercare fortuna altrove. Ma quali sono gli Stati su cui puntare e soprattutto in quali nazioni la fascia compresa tra i 12 e i 24 anni vive meglio? A far chiarezza sulla questione per la prima volta ci pensa una ricerca in cui sono stati presi in considerazione 30 stati svolta dell'International Youth Foundation, il “Center for strategic and international studies” e l’azienda Hilton Worldwide. Come riporta Business Insider i ricercatori hanno puntato su 40 indicatori diversi tra i quali "la partecipazione alla vita sociale e politica, le opportunità economiche, l’istruzione, la sanità, l’accesso alle nuove tecnologie dell’informazione e della comuni- cazione, la sicurezza". In alto alla classifica troviamo Australia, Svezia, Corea del Sud, Germania e Stati Uniti. In basso invece India, Kenya, Tanzania, Uganda e Nigeria. Come si legge nella ricerca, non si fa riferimento ai primi 30 Paesi sviluppati del mondo ma a quelli scelti dal gruppo che includo il 70% dei giovani di tutto il mondo.Va detto comunque che nella classifica non è stata presa in considerazione l'Italia. Tolta la Russia nelle prime dieci posizioni compaiono i Paesi più ricchi del mondo, anche se - si legge nello studio - in quest'ultimi la fascia compresa tra i 12 e i 24 anni pur avendo un tasso di mortalità molto basso soffre molto spesso di disturbi da stress e autolesionismo. Per lo studio i dati emersi sono molto importanti visto che "le società che sono inclusive verso i giovani sono anche quelle che hanno maggiori probabilità di crescere e arricchirsi, men- tre l’esclusione aumenta il rischio di recessione, criminalità e disordini". Da questi dati si può perciò evincere una conclusione interessante e fondamentale: paesi come l’Italia che ormai sono in crisi da anni, la soluzione alla stasi imperante potrebbe essere proprio a portata di mano. Si chiamano giovani. Invece di umiliarli, maltrattarli e costringerli a portare le proprie capacità all’estero, andrebbero stimolati e tutelati nel proprio paese natale. Ma purtroppo, ad oggi, la storia è un'altra. E allora raccolgano i frutti di anni di studio e tasse universitarie, paesi come l’Australia o la Svezia che scelgono il nuovo al vecchio, il futuro al presente senza speranza. Francesca Ceccarelli usta paga sempre più ricca per i dipendenti della Ferrari. L’azienda di Maranello ha infatti ufficializzato l’extra bonus legato al 2013 e ai risultati raggiunti: 4.096 euro , ovvero il premio di produzione più alto mai erogato nella storia della Ferrari. Il premio di produzione riguarda gli ottimi risultati economici raggiunti lo scorso anno, con record di utili e fatturato, ma tiene conto anche di altri parametri come il livello della qualità. Dopo i due anticipi di mille euro già percepiti, dunque, i dipendenti Ferrari troveranno nella prossima busta paga un bel conguaglio di 2.096 euro. Il premio, spiegano dalla Ferrari, è il frutto dell'accordo sindacale di secondo livello siglato nel 2012 ed è legato a una griglia di indicatori operativi, anche allo scopo di condividere i successi dell'azienda. Lo scorso anno, oltre al premio di risultato, era stato erogato anche un premio triennale, voluto direttamente dal presidente B Montezemolo, che lo ha rinnovato per altri tre anni. “Ferrari - ricorda ancora la casa di Maranello - nel 2013 ha adottato una strategia, che continuerà nell'anno in corso e nel prossimo, che mantiene sotto le 7.000 unità la produzione di vetture allo scopo di preservare l'esclusività e il valore nel tempo. Lo scorso anno il fatturato è salito del 5% e l'utile della gestione ordinaria dell'8,3%. Tutti valori mai raggiunti prima". Una notizia che conferma in maniera inequivocabile il netto "contrasto" tra i deludenti risultati della pista con le monoposto di Formula 1 e i risultati raggiunti invece a livello di produzione . Per Flavio Briatore, intervistato da Radio 105, tutto questo non è qualcosa di incompatibile: "È ancora un'eccellenza il team Ferrari? Il brand sì, è un'eccellenza , ma il team in questo momento fatica molto. Non è un'eccellenza in competitività, in Formula 1, ma il brand è fortissimo in tutto il mondo". NUOVO SUCCESSO PER ZUCKERBERG Eurosky Tower. Entrare in casa e uscire dal solito. Facebook senza confini Boom anche in India opo l’Occidente, Mark Zuckerberg si prepara a conquistare il resto del pianeta. E’ notizia di poche ore fa infatti cheFacebook ha superato i 100 milioni di utenti in India, che è diventato così di diritto il secondo paese a toccare tale soglia dopo gli Stati Uniti. “Oggi contiamo oltre 100 milioni di persone che accedono in modo attivo a Facebook ogni mese in India”, ha detto Kevin D’Souza, responsabile Facebook in India. “Ora puntiamo a un miliardo in India, ma si tratta di un obiettivo e di una sfida molti diversi”, ha aggiunto Javier Olivan, respinsabile delle crescita mondiale del social media, parlando al giornale Econo- D mic Times. Secondo gli analisti, l’India potrebbe superare gli Stati Uniti per numero di utenti già alla fine dell’anno in corso, toccando la cifra dei 150 milioni. Ad oggi Facebook, con oltre 1,23 miliardo di utenti in tutto il mondo, sta puntando la propria attenzione ai mercati emergenti. Non deve stupire dunque che l’India conta oggi 200 milioni di utenti di internet, e più di 9 su 10 si connettono dal telefono cellulare. L’avvento di Facebook in India è aumentato velocemente grazie alla diffusione dei dispositivi mobili. Quando la società americana arrivò in India nel 2010, aveva 8 milioni di utenti nel paese. UNA NUOVA GRAFICA PER I CINGUETTII Cambiamenti in vista per il social Twitter Il quotidiano è sempre straordinario. Eurosky Tower è il grattacielo residenziale di 28 piani che sta sorgendo a Roma, nel prestigioso quartiere dell’EUR. Un progetto modernissimo e rivoluzionario che coniuga esclusività e tecnologia, ecosostenibilità ed eleganza. Eurosky Tower è destinato a diventare un simbolo di Roma e soprattutto un grande investimento che si rivaluterà nel tempo. Le residenze sono state progettate per offrire spazi comodi, ma al tempo stesso funzionali, perfettamente rifiniti in ogni dettaglio e con tagli che vanno dai 50 mq fino agli oltre 300 mq. La combinazione dell'esclusività del progetto, del prestigio della vista e della qualità progettuale offre un'opportunità unica per chi ricerca una residenza abitativa di primissimo livello nella Capitale. Al 19° piano, ad oltre 70 metri di altezza, sono state realizzate le prime tre residenze campione, altamente rifinite in ogni singolo dettaglio. Per prenotare la tua visita contatta i nostri consulenti al numero 800 087 087. RE AWARDS Premio Speciale Smart Green Building witter è pronto a cambiare. Il social media ha infatti lanciato una nuova grafica per le pagine dei profili degli utenti attraverso la quale mettere in evidenza i migliori tweet. Si legge sul blog del colosso di San Francisco che i cambiamenti sono disponibili per i nuovi iscritti e nei prossimi mesi saranno estesi a tutti gli user del mondo. La nuova versione coinvolge soltanto la piattaforma per pc e non quella per dispositivi mobile, la più usata dagli utenti del social network. Nell’ultimo trimestre dell’anno Twitter ha avuto 241 milioni di utenti mensili attivi, una crescita molto ridotta rispetto al trimestre precedente. Motivo T UFFICIO VENDITE Roma EUR Viale Oceano Pacifico (ang. viale Avignone) Numero Verde 800 087 087 www.euroskyroma.it per cui l’amministratore delegato, Dick Costolo, aveva pubblicamente ammesso che il servizio era troppo difficile da usare, promettendo di lavorare per “un Twitter migliore”. Adesso gli utenti possono inserire una foto di sfondo del profilo che occupa tutta la pagina (come per Facebook) e ancora i tweet più popolari appariranno in un carattere più grande rispetto agli altri. Insomma Twitter sta cercando di offrire soluzioni più semplici e immediate per attirare iscritti. Per vedere se la cura avrà effetto si dovrà aspettare il prossimo 29 aprile, quando il gruppo presenterà i risultati del primo trimestre del 2014. 5 Giovedì 10 aprile 2014 Esteri PREVISTO A BREVE UN TAVOLO DI TRATTATIVE FRA RUSSIA, STATI UNITI, L’UNIONE EUROPEA E LA STESSA UCRAINA Ultimatum di Kiev: 48 ore per risolvere la crisi In attesa di una soluzione diplomatica Mosca piazza i suoi militari al confine, pronti ad intervenire ncora 48 ore di tregua sono quelle concesse dal ministro dell'Interno di Kiev, Arsen Avakov per risolvere la crisi nelle regioni filorusse ad est dell’Ucraina. Nel caso in cui i negoziati in corso con i militanti dovessero fallire si ricorrerà anche all’uso della forza. Molto chiaro l’avvertimento lanciato da Avakov: «Penso che una soluzione alla crisi la si troverà entro le prossime 48 ore - e continua - i piani dell'operazione anti-terrorismo in tutte e tre le regioni non sono stati annullati, e siamo in grado di attuare in qualsiasi momento tutte le iniziative prestabilite. Esistono due opzioni», ha suggerito il ministro, «una politica, attraverso le trattative, e poi quella della forza. A chi vuole il dialogo, proponiamo colloqui e una soluzione appunto politica. Per la minoranza che invece vuole il conflitto ci sarà una risposta forte da parte delle autorità ucraine». L’Ucraina sembra trovarsi fra l’incudine ed il martello: le spinte separatiste da che spingono da oriente sobillate dalla Russia e dall’altro il tentativo delle potenze occidentali di dirimere in modo diplomatico la questione tanto delicata quanto allarmante. È emerso infatti, da fonti riservate, che il ministero degli Esteri russo ha annunciato attraverso il segretario di Stato americano, John Kerry, un nuovo vertice per risolvere la crisi ucraina, fra i partecipanti anche la Russia con il rappresentante del di- LA RUSSIA BOICOTTA FILM AMERICANO A Istiga alla droga: caccia al lupo... di Wall Street No all’ultima pellicola di Scorsese. A 5 cinema multa di 115 mila dollari per la riproduzione in sala M castero competente Serghei Lavrov. La tavolo del summit dirimente saranno seduti in quattro: Russia, Stati Uniti, l’Unione Europea e la stessa Ucraina. Il vertice dovrebbe avvenire nella prossima settimana, in un Paese europeo ancora da definire. Il capo diplomatico del Cremlino ha richiesto la presenza nelle trattative dei rappresentanti del sud-est russofono del Paese, pretendendo, prima dell’avvio alle negoziazioni, la presentazione di una bozza di una nuova Costituzione ucraina che preveda il federalismo tanto caldeggiato dalla Russia, quanto poco apprezzato da Kiev. La via della diplomazia sembra difficilmente percorribile, considerando che Mosca avrebbe decine di migliaia di militari al confine pronti a intervenire, e ieri Kerry ha denun- ciato la presenza nell'est dell'Ucraina di "provocatori" e "agenti russi inviati per creare il caos". Previsto comunque un prossimo incontro con il collega russo. Nel frattempo, una nota dell’Sbu, l’intelligence di Kiev ha comunicato il rilascio degli ostaggi presi dai separatisti filo-russi a Lugansk, nell'Est dell'Ucraina, durante l’occupazione dei palazzi di governo avvenuta domenica sera. Il rilascio è seguito alla negoziazione intercorsa con alcuni deputati. In tutto sono stati liberati 56 dei 60 prigionieri dei filorussi. Sul sito web dei Servizi ucraini si legge che "i negoziati continuano, con l'obiettivo di minimizzare i rischi per la vita e la sicurezza degli abitanti di Lughansk". Chantal Capasso ulta salata per chi proietta il film di Martin Scorsere "The Wolf of Wall Street". È successo nella fredda Siberia, la Russia non ci sta a far arricchire l’americano Martin Scorsese e così boicotta la riproduzione della sua pellicola. Cinque catene di cinema della città di Novosibirsk, la terza della Russia per numero di abitanti, sono state multate per un totale di 4 milioni di rubli (circa 115.000 dollari) per aver proiettato l'ultimo film di Scorsese. A giustificare la sanzione pecuniaria applicata dall’agenzia federale russa per il controllo narcotici, sarebbe la visione di alcune scene del film interpretato da Leonardo Di Caprio che istigherebbero l’uso illegale di droghe. Secondo quanto si legge in un comunicato di Itar-Tass , l’agenzia di stampa dello Stato russo , la riproduzione sul grande schermo delle discutibili vicende della vita di Jordan Belfort ha condannato i cinema per "aver promosso la sottocultura delle persone dipendenti da droghe" e "idealizzato l'uso di narcotici". Prevedibile il malcontento dei gestori dei multisala: non dovrebbero essere imposte multe a posteriori dato che il ministero della Cultura russo aveva precedentemente approvato la riproduzione del film di Martin Scorsese. Ad onor del vero "The Wolf of Wall Street" ha fatto discutere anche nella sua madre patria. Infatti negli Stati Uniti, le vittime del vero Jordan Belfort hanno sollevato diverse polemiche. Il personaggio che ispira il film interpretato da Leonardo Di Caprio con la tecnica del "pump and dump" di penny stock ha truffato migliaia di investitori per più di 100 milioni di dollari. Lo stratagemma che ha mietuto diverse vittime finanziarie consiste nel gonfiare il prezzo delle azioni che in realtà valgono solo pochi centesimi. Ed è per questo che nonostante le cinque nomination agli Oscar, Hollywood non gli ha assegnato nessuna statuetta. Ma Scorsese si è consolato con gli incassi record: 389 milioni di dollari. Dura la vita da regista nonostante C.C. il boicottaggio. 6 Giovedì 10 aprile 2014 Storia FILOSOFIA, SINDACALISMO, CORPORATIVISMO SONO RIASSUNTI NELLA SUA DIVERSIFICATA ED INTERESSANTE PERSONALITÀ Il mito dello Stato nel pensiero panunziano/3 Secondo il fine ideologo, esso è personificazione dell’“unità morale e sociale del popolo” di Emma Moriconi ersonalità e specificità diverse, quelle portate da Rocco, Gentile, Costamagna e Panunzio, il quale è filosofo del diritto e insieme studioso di sindacalismo, come afferma Alessandra Tarquini in “Storia della cultura fascista”: “Dopo essere stato il più importante esponente del sindacalismo nazionale – scrive – e uno dei personaggi di primo piano della politica italiana, divenne uno dei maggiori teorici di una concezione del Fascismo come Stato-Partito, caratterizzata dal considerare lo Stato ‘come un processo, come un dramma, come uno slancio di volontà’ e il Partito come il motore della rivoluzione”. Panunzio esprime con un concetto di carattere spirituale e filosofico insieme in “Il sentimento dello Stato”, personificazione dell’ “unità morale e sociale del popolo”. Continua Tarquini: “Secondo Panunzio, all’interno di questa compagine statale il Partito avrebbe svolto un ruolo decisivo: essendo un partito rivoluzionario, il Pnf si faceva Stato, aveva ‘la coscienza di essere lo Stato, tutto lo Stato; per questo avrebbe dovuto promuovere e seguire le trasformazioni necessarie a perfezionare il sistema P politico. A questo proposito Panunzio affermò che ‘pur essendo subordinato allo Stato’, il Partito aveva ‘tanta influenza sullo svolgimento di vita dello Stato stesso’ che nessuno avrebbe potuto negare ‘il suo carattere costituzionale’”. Questo concetto del “diritto dello Stato” assume, nel pensiero di Panunzio, valenza eccezionale: esso – sostiene il pensatore – è a buon titolo materia di inse- gnamento in ogni facoltà universitaria, andando a toccare molteplici aspetti della società, come il diritto, l’economia, la politica e finanche l’arte. Come per Costamagna, la concezione di Panunzio si fonda sul cosiddetto “mito dello Stato”. “Ed è in questo senso – osserva ancora la Tarquini – che l’ideologia fascista fu un’ideologia basata sul mito dello Stato e non una forma o una variante del nazionalismo, come pure è stato sostenuto”. Trattare di personaggi come Costamagna o Panunzio, ma anche come Gentile o Rocco, fornisce l’occasione anche per ragionare di “nazionalismo”. La Tarquini, abbiamo visto, ritiene che il Fascismo non possa essere considerato come una forma o una variante del nazionalismo. Sul tema molto hanno dibattuto gli studiosi, storici e filosofi e non solo. A parere di chi scrive tratteggiare il Fascismo semplicemente come nazionalismo sarebbe svilirne il significato e la portata. Ciò non toglie che il Fascismo non fu certo privo di quello spirito nazionalistico che anzi, per molti aspetti, lo ha caratterizzato. Ma certamente non fu solo questo. Fu piuttosto piena concezione dello Stato come suprema entità, non solo politica ma anche spirituale. E questo anche per la ragione che il Fascismo fu compendio di menti e spiriti diversi, e probabilmente la sua forza fu proprio in questa immensa varietà di stili e di filosofie. A dimostrazione, ancora una volta, di come in una dittatura si sia potuta sviluppare una così vasta gamma di filoni di pensiero che spesso, storicamente, è stata una assoluta rarità anche in sistemi di governo cosiddetti “liberali”: cosa che in altri regimi è stata di fatto im- possibile. Panunzio, poi, dicevamo, è un convinto corporativista: i sindacati, secondo il suo modo di vedere, attraverso il corporativismo possono entrare a far parte della direzione economica della Nazione. Ma il suo punto di vista è anche attento – da sindacalista e teorico del sindacalismo - a che i sindacati mantengano il loro ruolo e la loro funzione, che – in altre parole – il corporativismo non ne svilisca il ruolo, non possa fagocitarli, insomma. Un ultimo passaggio sembra interessante da riferire, prendendo ancora in prestito le osservazioni di Alessandra Tarquini in “Storia della cultura fascista”, e riguarda un altro dei temi più dibattuti, quello del rapporto tra Fascismo e Rivoluzione francese: “Panunzio – osserva l’autrice – sostenne che, mentre i giacobini avevano combattuto la loro battaglia in un periodo di sviluppo, i fascisti si erano confrontati con la crisi gravissima della società italiana ed erano riusciti a superarla. Anche lui, come Bottai, accostava il fascismo alle grandi rivoluzioni della storia moderna, mostrando di riconoscere il valore storico di un’esperienza politica che aveva visto la partecipazione delle masse e che era rivoluzionaria”. [email protected] 7 Giovedì 10 aprile 2014 CAMERA-SENATO NON È STATA ESCLUSA, TUTTAVIA, LA NOMINA DI UN NUOVO COMMISSARIO Oggi arriva il Salva Roma Critica Forza Italia contro Renzi S embra essere agli sgoccioli l’iter parlamentare del decreto legge sugli Enti locali, noto come il “Salva Roma”. Il governo ha messo la fiducia sul disegno di legge, che sarà discusso alla Camera nel pomeriggio di oggi. Alle 16 e 30 infatti dovrebbe iniziare la prima chiama. In serata, ci sarà anche il passaggio in seconda lettura a Palazzo Madama. Il decreto, prima di tornare in Aula, su richiesta del presidente della commissione Finanze, Daniele Capezzone, era stato rinviato nelle commissioni Bilancio e Finanze “per limitate modifiche”; le quali, a loro volta, hanno dato il via libera a sette emendamenti che erano stati proposti dal governo. Tra le correzioni quella relativa al pagamento della Tasi sulla prima casa. La disposizione riguarda però i Comuni che andranno al voto a maggio, o che non abbiano approvato il bilancio preventivo entro maggio 2014. Tra gli emendamenti approvati, pure quello che consente a Comuni e Regioni di saldare i pagamenti arretrati agli addetti a tempo determinato maturati nel periodo 2010-2013. Gli enti che hanno utilizzato finanziamenti regionali Da Roma e dal Lazio per assumere lavoratori socialmente utili possono saldare gli arretrati, sempre che non sforino il Patto di Stabilità interno. La correzione, però, va a sanare una situazione pendente per gli Lsu del Lazio. Polemico nei confronti della maggioranza il capogruppo di Forza Italia a Montecitorio, Renato Brunetta, che parla della “prima sconfitta di Matteo Renzi”. L’esponente azzurro punta il dito contro l’emendamento del governo che aveva “come unico scopo quello di condonare e sanare in maniera tombale gli atti assunti dai Comuni contro la legge Brunetta, con l’obiettivo di interrompere i procedimenti in corso avviati dalla Corte dei Conti per il recupero delle somme usate illegittimamente”. E ancora “La norma era stata definita ‘Salva Firenze’ perché riguardava soprattutto gli atti del Comune di Firenze sotto l’amministrazione guidata da Matteo Renzi. Questa volta al rottamatore non è andata bene, è stato beccato con le mani nel vasetto della marmellata. L’abbiamo sgridato pubblicamente e ha dovuto tirar via la mano in fretta e furia e accantonare, imbronciato, la sua furbata”. Rifiuti, in ginocchio da Colari Unanime la sintesi tra Ministero, Regione e Comune: “Uscire da questa impasse di vuoto giuridico” utto secondo copione, la politica sfugge davanti le sue responsabilità. C’è voluto il vertice-lampo al ministero dell’Ambiente fra il capo del dicastero Gian Luca Galletti, il prefetto di Roma, nonché ex commissario per l’emergenza rifiuti, Giuseppe Pecoraro, il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, e il sindaco della capitale, Ignazio Marino, per essere tutti concordi nell’ “uscire da questa impasse di vuoto giuridico”. Il che tradotto fa più o meno così: dobbiamo scongelare l’interdittiva che pende sugli impianti Colari, società riconducibile a Manlio Cerroni, altrimenti scoppierà una nuova emergenza. Anzi, non è tramontata nemmeno l’ipotesi che venga nominato, per l’ennesima volta, un nuovo commissario. Un incontro, quello tra le parti interessate, giunto nel giorno in cui il Tar del Lazio ha emesso il verdetto sull’area di Malagrotta. “In tempi rapidi, la Regione sarà obbligata a dichiarare la zona ad elevato rischio di crisi ambientale”. Una decisione quella del tribunale amministrativo che non lascia spazio ad in- T terpretazioni. L’area adiacente alla discarica, quindi, non potrà più accogliere nuovi impianti industriali e gli attuali devono limitare la propria attività, senza alcuna deroga o modifica. Il primo cittadino genovese, invece, continua a scaricare sui suoi predecessori i gravi problemi, cogliendo l’occasione di ricordare i suoi brillanti risultati: “Il ministro Galletti mi è sembrato molto soddisfatto – ha detto al termine dell’incontro Marino - nel vedere che Roma dal 12 giugno 2013 ha cambiato pagina: ci sono dei quartieri che oggi sono quasi al 50% di differenziata. Un passo straordina- rio rispetto alle epoche del passato”. Peccato, però, che gli operatori di Ama sono costretti ad affrontare l’emergenza quotidianamente. Dal sotto organico di personale ai mezzi. L’azienda municipale per l’Ambiente cerca di fronteggiare le criticità spostando di giorno in giorno le proprie squadre da un municipio all’altro. Inoltre, stando anche a quanto denunciato da più parti, nell’estrema periferia la raccolta differenziata è tutt’altro che decollata. Ovviamente, il nuovo sito resta una sorta di “spada di Damocle” che pende sulla testa dei Giuseppe Sarra cittadini. Discariche: anche Cupinoro sotto inchiesta lteriore inchiesta sui rifiuti del Lazio. Nel mirino della Procura di Civitavecchia la discarica di Cupinoro. L’indagine, che vede tre persone iscritte nel registro degli indagati, il legale rappresentante della ‘Bracciano Ambiente’, il direttore dei lavori e un funzionario comunale, riguarda le irregolarità delle licenze per l’attuazione dei lavori di ampliamento e di ripristino del sito ormai esaurito in previsione di futuri conferimenti di rifiuti. L’accusa è quella di avere eseguito senza la prescritta autorizzazione paesaggistica i lavori di sbancamento del terreno e il deposito del materiale di escavazione di proprietà dell’Università agraria di Bracciano. Gli inquirenti contestano di aver compiuto i lavori di ripristino utilizzando una licenza urbanistica, senza aver accertato che la zona era sottoposta a vincolo paesaggistico, rilasciata dal comune nel 2013. Un altro addebito è quello di aver scaricato rifiuti senza che fossero prima stati trattati secondo quanto dispone il ministero dell’Ambiente, che nell’agosto 2013 aveva comunicato che a partire dal 31 ottobre tale conferimento non era più consentito in quanto il sito poteva ricevere soltanto rifiuti già trattati e stabilizzati. Il funzionario, invece, dovrà rispondere di abuso d’ufficio. Marco Compagnoni U IL CASO DELLA VETRECO DI SUPINO L’appello di Storace:“Intervenire per agevolare assunzioni” seguito dell’incredibile caso della Vetreco di Supino che per una bega burocratica fra Sgi Società Gasdotti Italia Spa e ASI non riesce ad ottenere la fornitura del gas metano, il vice presidente del Consiglio regionale e capogruppo de La Destra, Francesco Storace, ha presentato stamane una interrogazione al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, per sapere come intende intervenire nei confronti del Consorzio per lo Sviluppo Industriale di Frosinone per verificare quali siano le cause che ostacolano la fornitura di gas metano alla azienda di Supino e dirimere, quindi, questa controversia che impedisce alla società di continuare ad investire e a crescere creando nuovi A posti di lavoro preziosissimi in un periodo di crisi occupazionale come quello che stiamo vivendo negli ultimi anni. Da quando l’innovativo stabilimento per il riciclo del vetro ha iniziato l’attività – si legge nell’interrogazione - la società Vetreco non riesce ad ottenere l’allacciamento alla rete di distribuzione del gas metano. Un lungo iter iniziato con la firma del contratto di allacciamento dell’impianto alla rete di distribuzione gas metano con SGI spa. A luglio 2013 viene comunicato che il collegamento dell’impianto non è possibile in quanto è necessaria la concessione di una servitù di passaggio da parte dell’ASI, il Consorzio per lo sviluppo industriale di Fro- sinone. A seguito di questo rifiuto si innesca una lunga diatriba tra SGI e ASI, con quest’ultima non intenzionata a concedere la servitù di passaggio al gestore. La Vetreco, nel frattempo - continua l’ex governatore del Lazio nell’interrogazione - non avendo ancora la fornitura di metano è costretta a rifornirsi con le bombole del gas ad un costo proibitivo. Il vice presidente, Rocco Furia, dichiara che i ritardi nella concessione richiedono una spesa maggiore per l’azienda di 500mila euro annui, soldi che avrebbe potuto investire nell’attività e nell’espansione del business. La Vetreco, invece, è costretta a mantenere l’impianto ad un regime ridotto; tutto questo ha un impatto sia sui costi fissi che sui livelli occupazionali. Considerato che – conclude il capogruppo de La Destra nell’interrogazione - la mancata fornitura di gas metano con la conseguente maggiore spesa di produzione limita la crescita aziendale e blocca l’intenzione della proprietà di provvedere a nuove assunzioni, si chiede al Presidente Zingaretti di intervenire in maniera decisa nei confronti dell’ASI per far sì che venga dato riscontro positivo alle numerose richieste di fornitura di gas da parte della Vetreco s.r.l. e dare possibilità, quindi, all’impresa di continuare ad investire e crescere. Daniele Belli ARICCIA: A UN ANNO DALLA SCOMPARSA Rapisce minore, per farla sposare in Pakistan Dopo pochi mesi, l’uomo torna in Italia senza la ragazza. Ad attenderlo i carabinieri che lo hanno arrestato na storia inverosimile. Vittima una pakistana di 16 anni, costretta a sposare un suo connazionale a cui era stata promessa in moglie all’età di due anni. Non una vicenda come tante altre. La ragazza è stata rapita da un uomo, anch’egli originario del Pakistan, residente nel comune di Zagarolo, alla quale ha contraffatto il passaporto, l’ha portata nella loro terra d’origine per farla sposare. Per l’uomo, quando è tornato in Italia, sono scattate le manette. Ad arrestarlo i carabinieri della compagnia di Velletri, in collaborazione con la polizia di frontiera aerea dell'aeroporto di Fiumicino. E’ accusato U di sottrazione internazionale di minore e contraffazione di passaporto. Gli investigatori sono al lavoro anche per cercare di riportare la minore in Italia dai suoi genitori, anche attraverso i canali di contatto internazionale. L’indagine, diretta dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia, è scaturita a seguito della denuncia di scomparsa della minorenne, dalla nascita residente nel comune dei castelli romani, presentata nel novembre 2013 dai genitori. La famiglia italiana, di origini pachistane, residente ad Ariccia, sta vivendo momenti drammatici non sapendo nulla su cosa sia accaduto alla ragazzina che, il 5 novembre dello scorso anno, è stata portata via all’insaputa dei genitori. Solamente il presunto rapinatore, alcuni mesi dopo, è tornato in Italia trovando, pronto ad arrestarlo, i militari della compagnia di Velletri. Secondo il legale della famiglia della ragazzina, tutto sarebbe avvenuto su commissione di un potente, che rivendicando una promessa di matrimonio tra il figlio e la ragazzina, contratta con i genitori della stessa quando la ragazza aveva appena due anni, a commissionare quello che appare un rapimento a tutti gli effetti. Antonio Testa 8 Mercoledì 9 aprile 2014 Da Roma UN’ALTRA TRAGEDIA FAMILIARE SCUOTE ALLE PRIME LUCI DELL’ALBA LA CAPITALE Uccide figlio e moglie, poi si costituisce al 113 A spingere il pensionato a compiere il folle gesto, la disabilità del ragazzo e la malattia della donna nnesima tragedia nella capitale d’Italia. Uccide il figlio disabile Alessandro, la moglie Maria Teresa Faravelli e poi si costituisce al 113. E’ quanto accaduto alle prime luci dell’alba di ieri a Roma, in via Maria Pezze Pascolato, nella zona del Trionfale. A telefonare agli agenti del commissariato Primavalle, intorno alle 7, un pensionato di 76 anni, Sergio Ruggero, che ha confessato il duplice omicidio. Immediato l’intervento sul posto a sirene spiegate dei poliziotti che hanno provveduto ad arrestare il presunto assassino, ancora scettico di quanto successo. Il gesto sarebbe comunque legato alla disperazione per una situazione familiare ormai insostenibile, a causa della malattia della moglie di 64enne e della disabilità del figlio di 36 anni. Agli agenti, l’uomo ha spiegato di aver prima soffocato il figlio disabile con un cuscino e successivamente ha sparato in testa alla moglie. Salgono così a 175 i casi in un anno. Liti coniugali che finiscono in tragedia, conflitti esasperati tra genitori e figli, gelosie e ossessioni, dolori insuperabili che sfociano in omicidi. Non si arresta, infatti, il triste fenomeno dei delitti in famiglia. E’ quanto rivela un recente rapporto di Eures, gli omicidi in famiglia, pur in leggero calo nel 2012 (-10,3%), si confermano SCOLARESCA IN GITA E Deceduto svizzero: un gioco finito male U il principale contesto omicidiario italiano, con il 33,3% delle vittime totali (175 nel 2012). Al secondo posto, invece, si collocano quelli compiuti dalla criminalità comune (122 vittime nel 2012 pari al 23,2% del totale, in aumento del 25,8% sul 2011), seguiti dagli omicidi della criminalità organizzata (84 vittime, pari al 16% del totale). Inferiore il numero delle vittime maturate nel contesto amicale/infragruppo (58, pari all’11%), nel luogo di lavoro (18, pari al 3,4%) e di vicinato (13, pari al 2,5%). Antonio Testa n gioco finito male. Questa l’ipotesi più accreditata dagli investigatori che stanno indagando sulla morte dello studente svizzero di 16 anni, deceduto nella notte a cavallo tra martedì e mercoledì a Roma. Un drammatico incidente quindi quello avvenuto nella Domus Nascimbeni in via Torre Rossa 68, dimora della comunità religiosa delle “Piccole Suore della Sacra Famiglia”, in cui la scolaresca alloggiava. Quando sono arrivati i sanitari del 118 il 16enne era già morto e aveva una ferita da arma da taglio al torace. La classe composta da venti allievi e accompagnata da tre insegnanti è di un istituto scolastico di Losanna. Il coltello che ha ucciso l’adolescente sarebbe stato acquistato durante il viaggio. Si attendono comunque i risultati dell’autopsia e dei test su alcol e droga. A lanciare l’allarme è stata una religiosa che aveva sentito prima dei rumori e poi delle urla. Dai primi rilievi medico-legali la causa del decesso sarebbe un’emorragia inarrestabile provocata da una ferita profondissima che ha reciso l’aorta e forse anche l’esofago. Una coltellata che ha raggiunto il cuore e tanto profonda da essere stata inferta con una lama lunga. Marco Compagnoni 9 Giovedì 10 aprile 2014 Dall’Italia IL CONSIGLIO DI STATO METTE IL PUNTO FINALE SULLA QUERELLE INFINITA TRA I DUE COLOSSI DELLA GRANDE DISTRIBUZIONE Anche le Coop piangono: maximulta da 4,6 milioni Dopo 10 anni di scontri in tribunale, Esselunga ha la meglio sulla rivale storica, condannata per “abuso di posizione dominante a fine escludente” - La soddisfazione del patron Caprotti di Federico Colosimo l tempo è galantuomo. Esselunga, controllata di Supermarkets Italiani, vince la sua battaglia contro le coop rosse. Il Consiglio di Stato ha condannato in via definitiva Coop Estense per “abuso di posizione dominante a fine escludente”. E adesso il patron lombardo Bernardo Caprotti, dopo anni di scontri in tribunale, può finalmente esultare. La “guerra” tra i due colossi è nata dopo la mancata apertura di un secondo supermercato Esselunga a Modena. Dovuto, secondo i ricorrenti, a “barriere di ingresso” messe in atto dalla rivale tra il 2001 e il 2009. In particolare, Coop Estense aveva acquistato, a un prezzo considerato quintuplo di quello di mercato, una porzione di un comparto interessato da una possibile pianificazione già iniziata da parte di Esselunga, al solo fine di bloc- I care l’iniziativa della concorrente. Una strategia legittima in termini amministrativi, ma illecita in ter- mini concorrenziali. Palazzo Spada ha confermato così la maxi multa da 4,6 milioni comminata il 6 giu- gno 2012 proprio dall’Autorità Antitrust, sanzione in conflitto, però, con un pronunciamento del Tar del Lazio arrivato nell’agosto del 2013. Secondo i giudici capitolini, infatti, mancava “la dimostrazione della sussistenza di un nesso causale tra la condotta della cooperativa e l’esclusione di Esselunga”. Ma ora il Consiglio di Stato ha messo il punto finale sulla vicenda. Facendo finalmente chiarezza. Grande soddisfazione nel quartier generale lombardo per la sentenza definitiva, con il presidente Caprotti che può finalmente gridare giustizia. “Spero – le prime parole del numero uno – che finalmente queste condotte poco lineari cessino in futuro anche in altri ambiti territoriali”. Coop Estense adesso non potrà più appellarsi a niente e nessuno. Dovrà mettere mani al portafogli e risarcire l’eterna rivale. Dopo quasi 10 anni di battaglia, Esselunga esce finalmente vittoriosa da una querelle interminabile, straziante. Ce n’è voluto di tempo. Ma alla fine, la verità è venuta a galla. PARADIGMATICO IL DATO DELL’OSSERVATORIO REGIONALE PER L’INTEGRAZIONE SUL 2013 Gli immigrati aumentano, il lavoro diminuisce A Milano il 20% della popolazione non è italiana, ma la crisi morde tutti: e il reddito medio è in picchiata di Miriana Markovic na persona su cinque a Milano è straniera. È quanto emerge dal tredicesimo rapporto dell'osservatorio regionale per l'integrazione e la multi etnicità presentato ieri mattina che evidenzia come sia nuovamente in crescita (dopo il calo del 2012) il fenomeno dell’immigrazione in tutta la regione. Nel 2013 la Lombardia accentra circa un quarto del totale dell'immigrazione presente in Italia, valutato in 4 milioni 900mila (regolari e non). In regione risultano esserci 13 stranieri ogni 100 residenti (nel 2001 il rapporto era di 5 a 100): gli immigrati sono infatti 1 milione e 279 mila persone, 42mila in più rispetto a un anno prima (+4,4%). La maggiore incidenza si registra a Milano, dove nel 2013 ci sono 20 immigrati ogni 100 residenti (nel 2012 erano 18-19): sono 258mila persone circa, ovvero 9.500 in più dell’anno precedente. Un dato che non è casuale, come si spiega nello stesso rapporto regionale sull’immigrazione, sostenuto anche dal fatto che nella città si concentrano ben 118 associazioni di stranieri (il 27,8% di quelle della Lombardia). Non solo nella capitale lombarda nel 2013 sono aumentate le strutture di accoglienza, ben sei in più rispetto all’annata precedente (in totale sono dunque 92), dato che rema in controtendenza rispetto alla regione dove i centri sono in calo. Sarà forse “merito” della gestione Pisapia, Sindaco pronto a mettere gli interessi degli immigrati anche davanti a quelli degli italiani. Ritornando alla classifica delle presenze, seguono le province di Brescia (con 198.000 persone di origine straniera) e di Bergamo (144.000 circa), poi quelle di Varese, MonzaBrianza, Pavia, Mantova, Como, Cremona, Lecco (34mila), Lodi(29mila) e Sondrio (10mila). Passando alle aree di provenienza, si conferma il primato degli est-europei con 450mila unità 13mila in più rispetto al 2012 e una crescita U del 385% rispetto al 2001. Al secondo posto ci sono gli asiatici con 311mila presenze e un incremento del 187% in dodici anni. A seguire troviamo i nordafricani con 247mila unità. Dall’analisi dei numeri risultano inoltre in calo il numero degli irregolari: sono 87mila (che non sono comunque pochi!), 10mila in meno rispetto al 2012, così come si conferma il primato della regione di maggior studenti stranieri di tutt’Italia: ben 191.526. e rappresentano quasi un quarto (24,3%) di tutti gli alunni con cittadinanza non italiana del Paese (786.630). La maggior parte di costoro (il 36,4%) si concentra nelle primarie, ma l'incremento più significativo si registra nelle secondarie di II grado in cui sono aumentati del 6,2% rispetto all'anno scolastico 2011/12 e del 33,1% rispetto al 2008/09. E mentre la Lombardia viene rimpolpata con nuovi arrivi emergono anche le piaghe del Paese. Anche gli stranieri infatti, proprio come gli italiani, risentono della crisi. Continua infatti a calare il reddito mediano che nel 2013 si è attestato a 1.300 euro (il reddito mediano è quello che ‘divide’ la popolazione a metà, il che significa che metà degli immigrati guadagna meno di 1.300 euro e l'altra metà ne guadagna di più), a fronte dei 1.400 registrati l'anno precedente. In aumento, poi, la disoccupazione. Il tasso registrato nel 2013, tra gli immigrati ultraquattordicenni, è stato pari al 15%, in crescita rispetto al 2012 (14,3%), anche se in misura attenuata rispetto al balzo registrato tra 2011 e 2012, quando l'incremento annuo fu di 2,6 punti percentuali. E sempre a causa delle depressione economica diminuiscono anche le rimesse, cioè il denaro che gli immigrati guadagnano dove vivono e spediscono nel Paese d'origine. In questo scenario il Governo si appresta a ricevere nuovi immigrati, stranieri che per mantenersi in Italia saranno probabilmente costretti a delinquere. Il fatto che il tasso di criminalità a Milano sia così alto non è di certo un caso. Un ultimo dato: nel 2013 è cresciuto il numero di stranieri proprietari di casa, sono il 21,4% (+1,3% rispetto al 2012). Segno questo anche dell’effetto della crisi del mattone. Dati quelli resi noti che sono stati definiti preoccupanti dall’assessore con delega all’Immigrazione della Regione Lombardia, Simona Bordonali. “I dati relativi al 2013 sono molto preoccupanti soprattutto alla luce della crisi economica e occupazionale che persiste – spiega Bordonali – I numeri certificano come la Lombardia continui a essere la regione più accogliente a livello nazionale, con circa il 25% del totale degli immigrati. Se da un lato si registra una diminuzione del numero di irregolari, dall’altro non possiamo non prevedere che ci sarà una inversione di tendenza in seguito all’abolizione del reato di clandestinità. Una scelta controproducente del Governo, che richiamerà nel nostro Paese un numero indefinito di disperati. In generale – ha sottolineato la titolare regionale all’Immigrazione – i dati che generano più preoccupazione sono quelli relativi al reddito e alla disoccupazione, scesi in maniera significativa, sintomo di una povertà diffusa che certamente non aiuta l’integrazione, con effetti che ricadono sugli enti locali, soprattutto sull’offerta dei servizi sociali. E’ aumentato invece in maniera consistente il tasso di disoccupazione, questo significa che attualmente le offerte occupazionali in Lombardia sono terminate e che dobbiamo fare di tutto affinché non ci siano ulteriori arrivi sul nostro territorio. Dobbiamo infatti dare risposte ai lombardi e agli stranieri regolari rimasti senza lavoro, prima di pensare ad accogliere nuove persone”. 10 Giovedì 10 aprile 2014 Dall’Italia MILANO - LA SENTENZA Clinica degli orrori: ergastolo per Brega Massone Per la Corte d’Assise è colpevole di omicidio volontario per la morte di quattro pazienti e lesioni per una quarantina di casi. Dovrà scontare 3 anni di isolamento diurno di Carlotta Bravo micidio volontario aggravato dalla crudeltà per la morte di quattro pazienti e lesioni per una quarantina di altri casi. È questa l’accusa che ha portato alla condanna all’ergastolo per l’ex primario di chirurgia toracica della clinica Santa Rita di Milano, Pier Paolo Brega Massone, emessa ieri dalla prima Corte d’Assise. Secondo l’accusa di quella che fu ribattezzata “La clinica degli orrori” l’ex primario per “monetizzare” i rimborsi dal sistema sanitario nazionale avrebbe eseguito interventi inutili nei confronti di 4 pazienti di età compresa fra i 65 e gli 89 anni, fino ad ucciderli. Brega Massone era imputato anche per una quarantina di episodi O di lesioni aggravate nei confronti di altrettanti pazienti, per truffa e falso. I giudici della prima Corte d’Assise di Milano lo hanno prosciolto solo per alcuni capi di imputazione (alcuni sono caduti in prescrizione) e lo hanno condannato all’ergastolo con 3 anni di isolamento diurno. La Corte ha fatto cadere l’aggravante della crudeltà che era stata contestata dalla Procura per l’ex chirurgo. Brega Massone, già condannato a 15 anni e mezzo di carcere per truffa e per un’ottantina di casi di lesioni (si è in attesa della Cassazione) nel primo filone processuale, è stato anche dichiarato interdetto in perpetuo dai pubblici uffici e interdetto dall'esercizio della professione medica per 5 anni. I giudici hanno disposto anche la pubblicazione della sentenza a spese di Brega Massone e altri imputati tra- mite affissione pubblica, su alcuni quotidiani e sul sito del ministero della Giustizia. Le motivazioni saranno rese note tra 90 giorni. Brega Massone è stato arrestato dai carabinieri presenti al palazzo di giustizia di Milano. Nei suoi confronti è stata disposta infatti dai giudici l’esecuzione immediata della sentenza così come era stato chiesto dai Pm Tiziana Siciliano e Grazia Pradella. L’ex primario era in aula ed è stato subito prelevato dai militari della Guardia di Finanza e portato in carcere. “C’era la possibilità concreta che Brega Massone fuggisse. Per questo è stato arrestato. L’unica ipotesi di arresto, dopo una sentenza, è che ci sia il rischio del pericolo di fuga”. Condannati rispettivamente a 30 anni e a 26 anni di carcere anche Fabio Presicci e Marco Panzera, i due ex “aiutanti” del primario. La Corte d'Assise di Milano, inoltre, ha condannato altri 4 imputati, tra cui 2 anestesisti, a pene comprese tra 1 anno e 2 mesi e 2 anni e 3 mesi. I giudici, inoltre, hanno riconosciuto risarcimenti da quantificarsi in sede civile per la Regione Lombardia, la Asl di Milano, l'Ordine provinciale milanese dei medici, Medicina Democratica e per i familiari dei pazienti e i pazienti che si erano costituiti parti civili. Per tutte queste parti civili i giudici hanno disposto, però, provvisionali immediatamente esecutive a carico di Brega Massone e di altri imputati che vanno dai 10.000 euro fino ai 100.000 euro. UNA COMMUNITY ESTESA IN TUTTA ITALIA: 24 GLI INDAGATI Adescavano bimbe online: smascherati pedofili L’indagine è partita dalle denuncia di una 12enne della provincia di Udine. Le minori venivano contattate sul web e poi convinte a inviare video e fotografie in atteggiamenti erotici di Barbara Fruch descavano bambine con i social network convincendole a inviare loro filmati e foto a contenuto erotico. È quanto è emerso da una vasta operazione antipedofilia della Polizia Postale di Udine che ha iscritto nel registro degli indagati ventiquattro persone residenti in diverse provincie, dal nord al sud. Le indagini, avviate circa un anno fa e coordinate dal Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia online di Roma e dalla Sezione Polizia Postale e delle Comunicazioni di Udine, sono partite dalla denuncia dei genitori di una delle vittime: una bambina di 12 anni della provincia di Udine. La ragazzina era in contatto con un uomo di 50 anni, residente nel centro Italia e con precedenti per tentata violenza sessuale, che si era spacciato per un adolescente e aveva carpito la sua fiducia, deviando la conversazione su argomenti sessuali: l’uomo – nel periodo in cui la polizia postale ha iniziato le indagini – stava insistendo per un incontro dal vivo, sventato appunto dagli agenti. Nel corso di quattro mesi la ragazzina aveva ricevuto 6 ri- A cariche di cellulare e aveva scambiato 133 telefonate e 2.197 tra sms, messaggi su Whatsapp e conversazioni su Skype con la “rete” dei pedofili. Le indagini hanno permesso di individuare infatti una vera e propria rete di persone che adescavano le ragazzine tra i 12 e i 15 anni sulla community di Netlog , dove tentavano di procurarsi i loro riferimenti on line, spacciandosi per coetanei. Una volta ottenuta la loro fiducia, attraverso Messenger, Skype e WhatsApp cercavano di convincere le minorenni a inviare loro filmati e foto a contenuto erotico. Ma non è finita: durante l’indagine gli inquirenti hanno scoperto un meccanismo di scambio di informazioni, contatti e materiale pedopornografico. Insomma, una vera e propria community estesa su tutto il territorio nazionale i cui membri, dopo avere adescato le minorenni, si scambiavano i riferimenti di contatto usando il browser Tor per mascherare gli indirizzi Ip. In casa di uno degli indagati infatti è stato trovato un vero e proprio archivio con nomi, età, numeri di cellulare e “note” con considerazioni sessuali. Sono emersi 7mila messaggi WhatsApp e 106 contatti Messenger. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore di Trieste, Cristina Bacer, puntano ora a capire il numero delle adolescenti cadute nella trappola. In totale, sono 24 gli indagati (con 27 perquisizioni). Tra i denunciati, in maggioranza tra i 29 e i 54 anni ma vi sono anche due ultra sessantacinquenni, figurano impiegati, liberi professionisti, studenti, operai e pensionati. Tra loro, quattro recidivi per reati commessi in danno di minori in particolare di pornografia minorile, tentata o consumata violenza sessuale. Individui “malati” pronti a mascherarsi pur di ingannare le giovani vittime. “Finalmente siete arrivati. Vediamo se la cosa finisce” avrebbe detto uno degli indagati, quando i poliziotti della Postale di Udine hanno bussato alla sua porta per eseguire la perquisizione. “Si è dichiarato contento – ha spiegato il dirigente del compartimento regionale Fvg, Pasquale Sorgonà – di essere stato individuato. L’ha vissuta come una sorta di liberazione. Ha ringraziato gli operatori dicendo che si sentiva sollevato. Si rendeva conto di commettere delle cose che non andavano bene ma non riusciva a smettere e finalmente avrebbe potuto porre fine a quella condotta”. Ingente la quantità di materiale informatico sequestrato nell’operazione ribattezzata “Micione mio”: 22 computer, 46 hard disk, 508 supporti CD e DVD, 46 pen drive usb, 50 telefoni cellulari e sim card, 11 memory card e documentazione varia ritenuta utile per il proseguimento delle indagini, svolte nelle province di Pesaro, Udine, Roma, Palermo, Caserta, Vibo Valentia, Brescia, Latina, Cagliari, Avellino, Monza e Brianza, Enna, Milano, Verbania, Lecce, Savona, Lucca, Forlì e Cesena, Genova, Torino, Bari, Verona e Benevento.. LE MAZZETTE PER NON PAGARE LE TASSE HANNO CREATO UN BUCO ALL’ERARIO DI 17 MILIONI DI EURO Equitalia truffaldina: otto arresti Fra gli indagati un funzionario, perquisiti anche i direttori di Equitalia del Lazio e della Calabria ira una brutta aria fra i corridoi di Equitalia. Ieri mattina il Nucleo Valutario della Guardia di Finanza ha eseguito otto arresti e venti perquisizioni. È l’epilogo di un’inchiesta condotta e coordinata dal procuratore aggiunto di Roma Nello Rossi e dei sostituti Francesca Loy e Stefano Fava. Iscritti nel fascicolo degli indagati il funzionario di Equitalia Sud, Salvatore Fedele, sua moglie e alcuni imprenditori e commercialisti. Mentre tra i perquisiti compaiono i nomi T del direttore di Equitalia del Lazio Alessandro Migliaccio e quello della Calabria Giovanbattista Sabia. Tra i reati contestati a vario titolo dalla Procura ci sono corruzione, concussione, bancarotta fraudolenta e documentale, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio. Le indagini, condotte dal Nucleo Speciale Polizia Valutaria, «hanno fatto emergere un vero e proprio sistema truffaldino, garantito da episodi di sistematica corruzione e messa a disposizione delle pubbli- che funzioni, che ha consentito scientificamente di non versare i dovuti milioni di euro nelle casse di Equitalia». Il generale Giuseppe Bottillo ha guidato gli investigatori i quali hanno accertato che ai funzionari dell’agenzia di riscossione venivano liquidati tra i 3mila ai 10mila euro dai vertici di alcune società per ottenere le dilazione del pagamento dei debiti con Equitalia che dopo aver saldato le prime due rate interrompevano i versamenti. Tale stratagemma veniva utilizzato per non incorrere nelle procedure di fallimento, privando l’Erario delle somme dovute dalle società. La quantificazione del danno alle casse dello Stato è di circa 17 milioni di euro, anche se gli esperti delle fiamme gialle hanno stimato che la somma potrebbe aumentare notevolmente. Considerando che le indagini sono agli inizi e mancano ancora da esaminare centinaia di casi che vedrebbero coinvolte non solo le società ma anche le persone fisiche beneficiate dell’illecita dilazione di quanto dovuto allo Stato. Chantal Capasso 11 Giovedì 10 aprile 2014 Dall’Italia DURO COLPO ALLA ’NDRANGHETA: TREDICI PERSONE IN MANETTE Le cosche dietro all’economia dell’Emilia di Miriana Markovic olpita la ‘ndrangheta emiliana. Tredici arresti e sequestro di beni per 13 milioni di euro alle cosche Arena e Nicoscia. Clan che hanno il cuore a Isola Capo Rizzuto, mente e cassaforte in Emilia Romagna, Lombardia e Veneto. È quanto è emerso nell’ambito dell’operazione dei carabinieri di Bologna, Reggio Emilia e Modena che in collaborazione coi colleghi di Crotone che hanno eseguito le misure cautelari, 7 in carcere e tre ai domiciliari, disposte dal Gip di Bologna su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. L’accusa è di avere, in concorso tra loro e nel contesto di un medesimo disegno criminoso, illecitamente e fittiziamente intestato a prestanome società, beni mobili ed immobili, con il reinvestimento di capitali di illecita provenienza, con l’aggravante di avere commesso i reati al fine di agevolare l’associazione mafiosa di riferimento. Nell’operazione sono stati sequestrate unità immobiliari, tra cui due hotel, trattori, rimorchi autoveicoli e società per un valore di circa 13 milioni di euro. L’operazione costituisce l’esito di due filoni di indagine svolte dai carabinieri di Reggio Emilia (operazione Zarina) e Bologna (operazione Aurora), condotte rispettivamente da giugno 2010 ad ottobre 2011 e da novembre 2011 ad ottobre 2012, aventi per oggetto, in gran parte, gli stessi personaggi, pertanto coordinate dalla direzione C distrettuale antimafia del capoluogo emiliano in un unico filone investigativo. A Reggio Emilia l’indagine partì da una segnalazione della locale Camera di Commercio e da un controllo dei carabinieri finalizzato a chiarire l’attività di una società calabrese nel settore degli autotrasporti con sede operativa a Gualtieri, nel reggiano, e sede legale ad Isola di Capo Rizzuto (Crotone). A Bologna le attività furono avviate a seguito dell’incendio di alcuni escavatori in una una cava di una società con attività di estrazione a Sala Bolognese, presso la quale risultavano effettuare movimento terra alcune ditte calabresi. L’indagine che ne è scaturita, coordinata dal Pm Marco Mescolini, ruota intorno a Michele Pugliese, 38 anni, detto ‘la papera’, ritenuto personaggio di spicco delle due cosche calabresi e a Caterina Tipaldi, sua ex compagna. Caterina la zarina gestiva, almeno sino all’estate 2011 quando si interruppe la relazione con Pugliese, alcune aziende a Gualtieri a lei intestate per conto dell’allora compagno. Una fitta rete di società operanti in regione (per lo più ditte di trasporti, intestate anche ad altri soggetti), tutte riconducibili a Pugliese. Che avrebbe reinvestito i capitali illeciti derivanti dalla contiguità con le cosche Arena-Nicoscia, trasferendo di fatto le attività della società Pugliese Trasporti (oggetto di sequestro) nelle società intestate ai prestanome: Global D&G, Gmp Autotrasporti, Aurora Au- COLOMBANO CERTENOLI (GENOVA) totrasporti, Vito Trasporti, Sg Trasporti e Muto Trasporti. Anche la società Nord Petroli, acquistata da Tipaldi nel giugno 2011, sarebbe stata parte di questo sistema e dopo appena tre mesi era passata, al termine della relazione tra la donna e il presunto boss, alla madre dell’uomo. Pugliese, insomma, dai domiciliari, avrebbe continuato a coordinare una articolata serie di attività in Emilia Romagna, impiegando poi gli utili derivanti in ulteriori investimenti a Isola Capo Rizzuto. Michele Pugliese è peraltro “figlio d’arte”: suo padre, Franco, fu arrestato nel 2010 per la vicenda che coinvolse anche il senatore Nicola di Girolamo, cui avrebbe garantito l’elezione raccogliendo voti tra gli emigrati calabresi in Germania. L’uomo è stato arrestato ieri a Roma dove era in permesso. Oltre a Michele Pugliese, sono finiti in carcere altri due esponenti della famiglia, Mirko, 26 anni e Mery, 35; poi Giuseppe Ranieri, 32, Vito Muto, 50, Diego Tarantino, 41, Federico Periti, 36. Ai domiciliari, oltre a Caterina Tipaldi, 31, Carmela Faustini, 59, Vittoria e Doriana Pugliese, 38 e 31, Anna La Face, 45, Salvatore Mungo 27. Le misure di custodia cautelare sono “un risultato molto importante, che ci dà la conferma della presenza in Emilia-Romagna di organizzazioni calabresi molto potenti e pericolose e di come fossero riuscite ad infiltrarsi nei settori economici e finanziari di questa regione” ha detto il procuratore di Bologna Roberto Alfonso, a capo della Dda. MILANO Trovato arsenale: caccia Mafia: il boss Provenzano all’organizzazione criminale ricoverato al San Paolo Fucili e pistole, scoperti da un geometra, erano nascosti da una fitta vegetazione n vero arsenale con tutte le munizioni è stato trovato in un terreno della Valfontanabuona, a San Colombano Certenoli, in provincia di Genova. Si sospetta che l’armamentario fosse a disposizione di un’organizzazione criminale pronta ad utilizzarlo in caso di necessità. A chiamare la polizia è stato un geometra, che mentre si occupava dei rilevamenti sulla proprietà appena messa in vendita, ha trovato un fucile dentro un involucro di cellophane. Ma questa era solo la punta dell’iceberg, visto che gli agenti hanno poi scovato ulteriori armi ben occultate all'interno dello stesso terreno. In particolare la pattuglia della squadra volanti della locale questura, unitamente a personale della squadra mobile e della polizia scientifica di Genova intervenuti in ausilio, dopo un approfondito sopralluogo dell’intera zona, hanno trovato nei pressi di un container adiacente alla strada privata di accesso al terreno, sei pistole, un’arma corta con munizionamento parabellum Nato, un silenziatore, diverso tipo di muni- U zioni per un totale di oltre 800 proiettili. Tutte le armi e le munizioni erano perfettamente confezionate in involucri di cellophane. Dai primissimi accertamenti le armi risultano avere la matricola abrasa ad accezione di una pistola sulla quale sono in corso approfondimenti. Nei prossimi giorni saranno eseguiti dalla Polizia Scientifica accurati accertamenti per verificare l’eventuale presenza di impronte digitali sia sulle armi che sui contenitori. Dopo il sequestro è stata inter- rogata per alcune ore in Questura una ventiseienne di Lavagna (Genova), proprietaria del terreno, e un suo familiare. L’elevato numero delle munizioni e delle armi in buono stato di conservazione, il meticoloso confezionamento delle stesse, la presenza di un’arma da guerra e di un silenziatore, il tipo e la qualità delle pistole, il luogo dell’occultamento inducono gli inquirenti a ritenere che le stesse possano essere nella disponibilità di un’organizzazione criminale che le avrebbe nascoste per utilizzarle in caso di necessità. I primi atti sono stati immediatamente trasmessi alla Procura della Repubblica presso il tribunale di Genova che ha già aperto un fascicolo e le indagini sono state delegate alla sezione criminalità organizzata della squadra Carlotta Bravo mobile. Il capo di Cosa Nostra, 81 anni, è detenuto in regime 41 bis: è affetto da patologie neurologiche uovi problemi di salute per il boss di Cosa Nostra Bernardo Provenzano, ricoverato ieri pomeriggio all'ospedale San Paolo di Milano. Provenzano, 81 anni, attualmente detenuto in regime di 41 bis, è affetto da patologie neurologiche:, nei giorni scorsi era stato trasferito dal carcere di Parma, a quello di Opera, nel Milanese. Un ricovero che capita a più di una settimana dagli scontri dovuti alla decisione del neoministro di Grazia e Giustizia Andrea Orlando di rinnovare il regime di carcere duro per il capomafia nonostante le sue condizioni di salute. Proteste che erano arrivate in primis dai figli di Provenzano che dal canto loro avevano chiesto che fosse reso pubblico il filmato registrato dalle telecamere di sorveglianza del carcere di Parma che – stando alle loro parole - ritrarrebbe un "detenuto speciale con gli occhi al soffitto, chiuso in una stanza blindata con tre guardie del Gom e un sondino al naso per nutrirsi”. Le Procure di Palermo, Caltanissetta e Firenze si erano pronun- N ciate contrarie alla proroga del 41, ma il ministro Andrea Orlando ha deciso comunque di confermare il regime di carcere duro tenendo conto del parere della Direzione nazionale antimafia, per la quale le condizioni di salute di Provenzano, affetto da morbo di Parkinson e da una serie di altre patologie neurologiche, non sono così gravi da non permettergli di comunicare se dovessero venire meno le restrizioni previste dal 41 bis. “Risulta conclamata oggettivamente la pericolosità di Provenzano quale capo ancora indiscusso di Cosa nostra”, ha spiegato Orlando. “Per l’ennesima volta i familiari e i difensori di Provenzano apprendono notizie che lo riguardano dalla stampa”, commenta l’avvocato del boss, Rosalba Di Gregorio. “C’è da chiedersi - aggiunge - se Provenzano era dimettibile. Cioè: perché visto che era ricoverato all’ospedale di Parma, è stato portato prima in carcere ad Opera e solo in un secondo momento nella struttura sanitaria?”. Provenzano, ai vertici di Cosa Nostra con Salvatore “Totò” Riina, fu arrestato l’11 aprile 2006 a Corleone. Era ricercato dal 10 settembre 1963, con una latitanza record di 43 anni: è condannato a 20 ergastoli, 33 anni e sei mesi di isolamento diurno, 49 anni e un mese di reclusione e 13mila euro di multa. Tra le innumerevoli condanne a carico di Provenzano ci sono quelle relative alla Strage di Capaci, alla Strage di via D’Amelio e alla stagione della strategia stragista attuata da Cosa Nostra F.Ce tra il ‘92 e il ‘93. Giovedì 10 aprile 2014 12 Società PARLANO AL GIORNALE D’ITALIA ANDREA E FRANCO ANTONELLO, AUTORI DEL VOLUME “SONO GRADITI VISI SORRIDENTI” Padre, figlio e l’autismo: una storia speciale in libreria A sostegno della causa anche l’associazione benefica “I bambini delle fate” di Francesca Ceccarelli amore di un genitore è qualcosa di indescrivibile: ma a volte capita che questo sentimento così grande venga messo in discussione dal destino, come nel caso di figli disabili. La storia di Andrea e Franco Antonello insegnano a sorridere alla vita e alle difficoltà, trovando il modo di trovare sempre il lato positivo e la strada per nuove, grandi avventure. Grazie per aver scelto di raccontarvi al Giornale d’Italia. Come nasce la vostra avventura editoriale un po’ sui generis? L’ultima cosa che immaginavo possibile nella mia vita era proprio un’avventura editoriale. Siamo partiti per un viaggio sfidando l’autismo e tutti i limiti che imponeva ad Andrea. Durante i tre mesi di viaggio scrivevo un diario, sia cronologico che di emozioni, per raccontare alla mamma e al fratello tutte le cose che ci capitavano. Appena tornati Bianca, la mamma, ha apprezzato ed ha fatto leggere il nostro diario ad amici. Da li, un conoscente di Fulvio Ervas ci ha messo in contatto ed è nata l’idea di migliorare il diario in un racconto. Ho detto “ok” perché pensavo che così le persone che conoscevano Andrea, leggendo le nostre avventure, lo avrebbero capito di più, avrebbero compreso che dietro alle sue stranezze c’era una persona profonda, e pensavo che questo sarebbe stato di aiuto per lui. Mi bastava stampare 100 copie per chi lo conosceva… . Poi invece è andata un po’ diversamente. (300.000 copie, 10 traduzioni, forse un film). Dal mondo della comunicazione e dell’imprenditoria a quello dell’attivismo e dell’impegno sociale? Come avete avvertito questo cambiamento? È stato un trauma o avete riscontrato delle somiglianze? È stata una mia decisione maturata e concretizzata nel 2005. Nessun trauma, sto facendo quello che facevo prima: contratti con le aziende per dare loro la giusta visibilità, solo che prima dicevo “questa azienda lava più bianco” ora dico “questa azienda fa sociale”. Una ribalta, a onor del vero, amplificata dai media e dal tam tam su tv e giornali. La notorietà per una volta strumento di un progetto degno della più alta stima. Perché in Italia non è possibile “fare del bene” su grande scala senza ricorrere ai grandi mezzi d’informazione? Il tubo catodico aiuta molto ma da solo non basta. Ci vuole dietro preparazione, organizzazione e metodi imprenditoriali. In Italia il sociale è ancora al livello di elemosina e carità da fare a natale. Con la fondazione stiamo cercando di cambiare questa visione, con il cuore nel sociale, ma con mentalità imprenditoriale. I media sono importanti per divulgare e spiegare questo pensiero. I figli autistici sono “speciali”: cosa può fare la società per non farli sentire “diversi”? Se ognuno di noi, dopo aver pensato 29 giorni a se stesso come è giusto che sia, dedicasse un giorno al mese a chi è stato più sfortunato, cambieremo questa società e risolveremo tanti problemi. Prima di tutto questi ragazzi hanno bisogno di amicizia, che ne comuni ne regioni ne stato mai potranno dare, sta a noi, ad ognuno di noi fare qualcosa. Una vera e propria missione quella portata avanti da lei e la sua associazione: L’ quali sono i successi conseguiti e quali in progetti in ballo per il futuro? Oggi oltre 300 aziende sostengono con versamenti costanti e mensili la fondazione, (i bambini delle fate). Questo ci permette dal 2006 di sostenere progetti a favore di tanti ragazzi. Siamo operativi in Veneto, Lombardia, Trentino, Piemonte e Toscana, ma vogliamo arrivare in ogni provincia italiana, ovunque troviamo un progetto valido da sostenere ed un gruppo di imprenditori che si associno ai nostri programmi. Nel libro scoprite le vostre dinamiche familiari: la mamma di Andrea come ha vissuto questa messa a nudo? Per il valore della causa che stiamo combattendo mi metterei a nudo in qualsiasi modo possibile senza alcun problema. Assieme alla mamma abbiamo deciso di parlare di autismo nel modo in cui stiamo facendo senza alcun limite. Solo resterà sempre fuori la nostra vita privata perchè non stiamo facendo tutto questo per noi, ma per dar voce a 400.000 ragazzi che voce non hanno. Ecco perché ci siamo solo io e Andrea in tutte le cose. Mamma e fratello non sono certo meno importanti ma la ns vita privata non centra con quello che vogliamo portare avanti. Il fratello di Andrea come vive questa realtà? Come si riesce a non far “pesare” la grande attenzione nei confronti di un figlio disabile sul resto della famiglia? Non ci si riesce. Punto. È impossibile. Alberto è molto in gamba e capisce la situazione per fortuna e questo ci aiuta molto. Sappiamo che chi sta peggio è Andrea, e ci stringiamo insieme per lui. Qual è il messaggio che volete lanciare alle famiglie che vivono la vostra stessa condizione? Ogni ragazzo autistico è diverso ed è impossibile dare alcun consiglio se non si conosce bene la situazione personale, so- ciale e anche economica. Io sto solo dicendo non nascondiamo, non vergogniamoci, tiriamo fuori il bello di questi ragazzi. Portiamoli fuori, non lasciamoli al chiuso e sorridiamo per primi. Se io fossi al posto loro vorrei attorno a me visi sorridenti non angosciati. Stare con loro ci migliora da tanti punti di vista, quello dell’indifferenza, dell’egoismo, dell’ipocrisia, caratteristiche tristi della nostra società. Stare con questi ragazzi ci fa vedere tanti problemi che per noi sono enormi per il loro vero peso. Ci rende più forti. E mi piacerebbe che proprio dalle famiglie arrivasse questo a tutte le persone del mondo. Sarebbe una bella rivoluzione. Il sorriso e la spontaneità di Andrea dicono più di mille parole. Potrebbe essere uno spot da usare nella società moderna per mediare l’eccessivo chiasso e brulicare di cose fondamentalmente inutili a discapito di emozioni e sentimenti veri. Ecco l’hai detto. Questo è uno dei prossimi obiettivi. Siamo pieni di cose inutili, anche nella testa, e perdiamo i valori veri, il sorriso di questi ragazzi ce lo può far capire. Cosa manca in Italia per facilitare la vita delle persone autistiche? Torno a quello che ho detto prima perche è per me la cosa più importante. Manca l’amicizia che nessuno ha tempo di dare. Poi ci vorrebbe educazione sociale nelle scuole, fin dalla prima elementare. Poi tante cose che dovrebbero essere a carico delle istituzioni , ma preferisco continuare a darmi da fare con cose concrete che star a criticare quello che non fanno gli altri. Quella di Andrea è una storia particolare e fortunata, soprattutto agevolata condizione economica familiare. In realtà la maggior parte dei casi non è così: ci sono ragazzi in condizioni più gravi che spesso non possono contare sulle giuste risorse finanziarie. Come dovrebbe intervenire lo Stato? Sì, io non credo che sarei così forte , positivo e allegro se non vivessi una situazione sociale ed economica da privilegiato. È proprio vedendo la situazione di altre famiglie che è nata la fondazione, per dare una mano finanziariamente a chi ne ha bisogno, sostenendo le tantissime associazioni che seguono i ragazzi. Per quanto riguarda quello che deve fare lo stato, beh, ci penserò quando diventerò presidente del consiglio, per ora, invece di criticare quello che non c’è preferisco impegnarmi su quello che so fare io, e cerco di far crescere la fondazione per moltiplicare le tante soddisfazioni che stiamo avendo ogni giorno, e portare aiuti concreti. Pensando al futuro di Andrea cosa vorrebbe augurargli? Andrea, dal profondo del mio cuore, prima di ogni altra cosa ti auguro di poter avere due amici veri e una fidanzata.