salumi - Coldiretti
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salumi - Coldiretti
Mangio sano , in for mat o e soddisfatto MORTADELLA BOLOGNA IGP E' prodotta in otto regioni del Centro-Nord Italia, zone dalla più antica preparazione tradizionale di questo insaccato, esclusivamente con carni suine, italiane o d'importazione. Le carni sono ricavate da tagli diversi. Perfetta nei ripieni, dà molto gusto per esempio nel tortino di patate. ALL’IGIENE In alcune lavorazioni si aggiunge solo sale, come nella maggior parte dei prosciutti crudi di qualità, ma in tutti gli altri vengono aggiunti i conservanti nitriti e nitrati. Sono sali utilizzati per garantire dal rischio dello sviluppo del Clostridium botulinum, spesso affiancati dall'antiossidante acido l-ascorbico (innocuo), che ne potenzia gli effetti. Sono usati in quantità controllate, e in alcuni salumi DOP in contenuto inferiore ai valori di legge, ma si tratta comunque di additivi da limitare (vedi scheda additivi). In mortadella e prosciutto cotto, poi, sono spesso, ma non sempre, utilizzati una lunga serie di altri ingredienti e additivi: caseinati e altri derivati del latte, glutammato monosodico e altri insaporenti, additivi stabilizzanti. Sono dati che si trovano sulle etichette dei prodotti confezionati. TEST QUANTO NE MANGI mai salame prosciutto crudo prosciutto cotto mortadella bresaola speck coppa altri q q q q q q q q qualche volta q q q q q q q q spesso ai pasti nel panino q q q q q q q q q q q q q q q q q q q q q q q q Responsabile del progetto: ACU - Associazione Consumatori Utenti - Onlus Progetto editoriale: Giubilesi & Associati - Progetto grafico: Luca Negri & Associati - Milano - Fotografie: Orlando Zambarbieri OCCHIO Sono alimenti tradizionali e, allo stesso tempo, moderni, pratici da portare in tavola. Per questo fanno sempre più spesso da cena veloce. I salumi sono carni, principalmente suine, trasformate per potersi conservare a lungo. La composizione dei salumi può essere varia, ma le componenti base sono tre: le proteine, i grassi e il sale. Le proteine sono molto concentrate, e fanno dei salumi un vero secondo piatto. I grassi possono andare dal 2 al 40%. Il sale risulta più concentrato nei salumi ben stagionati, mentre è meno necessario nei salumi cotti. Il sale è tanto più abbondante quanto più è secco il salume: si arriva a valori record di 7g per etto del peso nel prosciutto crudo (ricorda che dovremmo mangiare al massimo 9 grammi di cloruro di sodio al giorno, in tutto!). Per questo, quando si mangiano i salumi, nello stesso pasto non devono mancare carboidrati (pane, pasta, riso) e ortaggi e frutta, naturalmente ricchi di potassio, il minerale “nemico” del sodio. Oltre al sodio i salumi contengono sali minerali come ferro e zinco e le vitamine del gruppo B. SALUMI Campagna promossa dall'Unione Europea - Schede scuole medie PER SAPERNE DI PIU’ Conosci i salumi tipici italiani? Quella che segue è la carrellata di una parte della grande varietà di salumi DOP e IGP (per le differenze vai alla scheda dei prodotti tipici) che le tradizioni del nostro paese offrono. PROSCIUTTO DI PARMA DOP Fin dai tempi di Catone in Censore, II sec. a.C., si tramandano metodi di conservazione delle cosce di suino, per arrivare a Marco Terenzio Varrone (I sec. a.C.) che afferma che a Roma si importavano quarti di maiali e prosciutti di produzione della Gallia padana. Oggi la lavorazione del Prosciutto di Parma DOP è limitata alla zona collinare della provincia di Parma, ma l’allevamento dei maiali è distribuito in 11 regioni dell’Italia centro settentrionale. A 9 mesi di vita pesano 160 chili. Dopo la lavorazione la carne ha la forma a “coscia di pollo”, viene poi salata senza uso di additivi e stagionata per 10 mesi. I prosciutti che pesano fino a 9 chili, vengono stagionati per 10 mesi e 12 per quelli di peso superiore. La fetta è dolce e profumata. PROSCIUTTO DI SAN DANIELE DOP Anche a San Daniele del Friuli la lavorazione della coscia del maiale si perde nella notte dei tempi. Oggi la produzione è ancora concentrata in questo comune ma i suini sono allevati in 11 regioni, in Italia e senza congelare le carni. Il Prosciutto di San Daniele si riconosce perché la coscia conserva lo “zampino” che gli dà la caratteristica forma a chitarra. Attraverso la pressatura, una parte del grasso si distribuisce nella parte magra e il prosciutto risulta poi più morbido. La stagionatura supera i 12 mesi e questo lo rende meno umido e più costoso. PROSCIUTTO TOSCANO DOP I suini sono allevati in sei regioni del Centro-Nord Italia, con criteri comuni alle produzioni di San Daniele e Parma. La lavorazione avviene in Toscana, e porta alla produzione di un prosciutto dalla forma tonda e dalla caratteristica impepatura esterna. Al sale, infatti, si aggiungono pepe ed erbe aromatiche (aglio, rosmarino, ginepro), oltre a una piccola dose di nitrato di sodio o potassio. La stagionatura dura almeno un anno. Ottimo con il pane senza sale. SALAME DI VARZI DOP Il salame Varzi è prodotto da otto secoli è prende il nome del paese della provincia di Pavia, nella Comunità montana Oltrepo Pavese. I suini provengono dalla stessa zona di produzione del salame e zone confinanti, si usano carni italiane e fresche in diversi tagli magri e grassi. La salatura utilizza sale e nitriti e nitrati; ‘'uso di pepe nero solo in grani, infuso d’aglio e vino r osso filtrato, determinano un sapore particolare. Viene poi insaccato in budelli naturali e legato con corde. La stagionatura varia a seconda delle dimensioni: si arriva fino a due chili. Al taglio, è tener o e di colore r osso vivo, con impasto compatto e parte grassa perfettamente bianca. Il sapore è dolce e delicato. CAPOCOLLO DI CALABRIA DOP Insieme alla Soppressata di Calabria DOP, il Capocollo di Calabria DOP è un salume che ha origini risalenti al periodo della colonizzazione greca delle coste joniche. La produzione era legata a una razza suina, ora quasi scomparsa, la “nera di Calabria”. Oggi sono prodotti in tutto il territorio della regione a partire da suini nati e/o allevati in Calabria. Il Capocollo di Calabria si prepara utilizzando le carni della parte superiore del lombo dei suini, disossato e quindi salato a secco, con sale da cucina macinato. La preparazione prevede l'utilizzo, oltre che di sale, di pepe e aceto di vino. Al taglio il capocollo ha un colore roseo naturale, con piccole striature di grasso e un sapore delicato che si affina con la maturazione. BRESAOLA DELLA VALTELLINA IGP Documenti storici provano l'uso della salagione delle cosce di manzo in Valtellina a partire dal 1400. C'è chi fa derivare Bresaola dal termine “brasa”, brace, cioè i braceri usati per l'asciugatura. Se la lavorazione è nella sola provincia di Sondrio, le carni bovine utilizzate possono avere diverse provenienze (è infatti un prodotto IGP e non DOP). La Bresaola della Valtellina è prodotta solo con carne ricavata dalle cosce di bovino dell'età compresa fra i due e i quattro anni. Si rifila la carne per pareggiare e smussare, poi viene salata con sale e aromi naturali e possono essere inoltre utilizzati vino, zucchero e alcuni additivi. La stagionatura dura alcuni mesi. SPECK DELL’ALTO ADIGE IGP La tradizione e gli storici fanno risalire la produzione in Alto Adige, dello speck, al periodo delle invasioni longobarde. E' prodotto nell'intera provincia di Bolzano, a partire da cosce di suino che devono essere fresche e non congelate. Queste vengono disossate, rifilate, salate e aromatizzate a secco. La tipica forma schiacciata è ottenuta con la pressatura; le cosce sono poi affumicate a freddo (utilizzando legno di faggio), a una temperatura massima di 20°C. La stagionatura va da un minimo di quattro mesi in su, a seconda delle dimensioni della coscia. E' importante che, al consumo, l'aroma del fumo non prevarichi sugli altri profumi.