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COMUNICATO STAMPA Molto più di un buon motivo Esce il 7 febbraio 2012 il nuovo cd di Lu Colombo, Molto più di un buon motivo, un omaggio a Joaquin Sabina, per l’etichetta UP Art Records Direzione artistica di Sergio S. Sacchi Esce il 7 Febbraio 2012 Molto più di un buon motivo il nuovo album in acustico di Lu Colombo, tributo a Joaquin Sabina, con cui la cantante milanese consolida il legame con la canzone d’autore stabilito con l’Uovo di Colombo (2003), a più di vent’anni dai successi dance degli anni ’80 (Maracaibo, Dance All Nite, Rimini Ouagadougou) ‐ e si riaffaccia alle scene. Il CD è pubblicato dall’etichetta indipendente Up Art Records nella collana “Song series”, inaugurata con il disco Sartoria Italiana fuori Catalogo della cantautrice romana Pilar. Racconta Lu Colombo: “Sono passati anni da quelle prime spensierate, secondo la definizione ufficiale, canzoni, ed è sull’onda delle riflessioni che mi hanno accompagnata in tutto questo tempo, e anche a causa del successo italiano ed estero dei brani anni 80 e dell’Uovo di Colombo, che mi sono detta, arrendendomi alla necessità di affrontare nuovamente l’immane fatica di costruire un album: ora ne facciamo un altro. Ma più ancora, sono le canzoni di Sabina, belle e stimolanti, il motivo molto più che buono che mi ha convinta a realizzare quest’album di canzoni destinate a un pubblico pensante.” Molto più di un buon motivo nasce dall’incontro quasi fortuito, tra il 2003 e il 2004, di Lu Colombo con le canzoni di Joaquin Sabina, cantautore spagnolo celeberrimo in Spagna e in tutto il Sudamerica ‐ “un esistenzialista, lo definisce Lu, nonostante il suo successo commerciale, di dimensioni trans nazionali” – ma inspiegabilmente ancora poco conosciuto in Italia. Scintilla cui si deve la nascita dell’album è la canzone 19 giorni e 600 notti, un brano molto teatrale presentato da Lu Colombo al Premio Tenco nel 2008, dove conquista Sergio S. Sacchi che s’investe nella produzione artistica dell’intero progetto. L’universo poetico di Sabina, permeato di suggestioni e di citazioni sorprendenti, e il mondo interiore della cantante trovano corrispondenza tra le righe dei testi di Sabina tradotti da Sergio S. Sacchi. “Sono le tinte forti, oltre al ritmo, delle sue canzoni ad attrarmi“ racconta la Colombo, che nella sua professione parallela, di pittrice e decoratrice murale, lavora con quegli stessi colori, accostandoli e reinventandoli instancabilmente. La sua voce sulle canzoni di Sabina, fa il resto, fissandoli indelebilmente. Il tour live inizierà nella primavera del 2012 e vedrà Lu Colombo affiancata da uno strepitoso quartetto acustico guidato da Marco Poggiolesi alle chitarre acustiche ed elettriche e Michele Staino al contrabbasso e tromba; non si escludono ospiti a sorpresa, tra cui forse lo stesso Sabina. “Che mi abbia chiamata, del tutto inaspettatamente, in un momento di grande esitazione, confida la Colombo, vorrà forse dire qualcosa. Che riusciamo ad averlo con noi in una qualche occasione, è un fatto per nulla prevedibile, e sicuramente non scontato. Ma questo è soltanto un altro “buon motivo” di fascinazione per Sabina.” Ufficio Stampa: Nicoletta Tassan Solet UP Art Records – a division of Art Up Art ‐ Music & Arts Sede Operativa: via G. Borsi 2, 20842 Besana in Brianza (MB) fax 0362‐801690 www.upartrecords.com www.artupart.com Contatti: Eleonora Biscardi +39 334 2169260 [email protected] COMUNICATO STAMPA Official website: www.lucolombo.it Video: http://www.lucolombo.it/it/video 19 giorni e 600 notti: http://www.youtube.com/watch?v=e68lOZZ5INM Maracaibo poplatinmexicanfolk version: http://www.youtube.com/watch?v=vgGBdkbw4fU&feature=channel_video_title LU COLOMBO Lu è nata nel 1952. Vive tra Milano, Firenze e qualche volta il resto del mondo ma, in verità, è "tra" il luogo dove trascorre la maggior parte del suo tempo. Si diletta con la musica e le parole da sempre, fino a che il piacere diventa mestiere con le dovute conseguenze per se per tutti. Negli anni ‘60 e ‘70 canta e suona la chitarra in più di un gruppo giovanile e muove i primi passi nel mondo musicale scrivendo colonne sonore e cantando per la pubblicità. Ama tutti i generi musicali, il ballo e le discoteche ma non disdegna il patrimonio nazional‐popolare che impara frequentando osterie e cabaret. Negli anni ‘80 si fa conoscere con le canzoni Maracaibo, Dance all nite e Rimini Ouagadougou. Lu svolge anche un’intensa attività di decoratrice murale e pittrice. Ha partecipato a importanti lavori di restauro in tutto il mondo. Dopo una lunga pausa di riflessione e ricerca musicale produce L'uovo di Colombo dove riconferma la sua presenza sulla scena italiana in qualità di autrice, cantante e produttrice. In questo disco si respirano differenti influenze musicali, dagli anni ‘30, al latino, dal pop anni ‘70 alla canzone d'autore. Il suo nuovo lavoro nasce dalla passione per le canzoni di Joaquin Sabina, cantautore spagnolo celeberrimo, il cui mondo poetico, vicino al proprio mondo interiore, prende vita attraverso la sua voce, che ama enfatizzarne i contenuti. Sergio S. Sacch, che traduce la teatrale 19 giorni e 600 notti che Lu presenta al Premio Tenco nel 2008, si impegna nella produzione artistica del progetto, coinvolgendo numerosi musicisti. Formato il trio, Lu parte per girare un video in Camargue alla festa dei gitani. E così comincia l'avventura di Molto piu' di un buon motivo. Joaquin Sabina Cantautore e poeta, Sabina è nato a Ubeda, in Andalusia, nel 1949. E’ considerato il massimo esponente della canzone d’autore spagnola oggi. La sua biografia è segnata da un esilio forzato a Londra dal 1970 al 1977 a seguito del lancio di una bomba molotov contro una banca, come forma di protesta contro il processo di Burgos. Ritornato in patria, esordisce nel 1978 nelle vesti di cantautore. E’ considerato il cantore per eccellenza della Madrid degli anni ‘80, quella della movida madrileña che consacra il regista Pedro Almodóvar e il fotografo Alberto García Alix. Traduttore dei grandi successi italiani degli anni ’80 in spagnolo, in veste di cantautore ama mescolare diverse esperienze musicali: dal rock, al tango, dal son alla rumba andalusa. Il grande successo commerciale, in tutta l’America Latina oltre che in Spagna, inizia negli anni ’90 per culminare nel 1999 con il disco 19 días y 500 noches. Forti sono le sue relazioni con molti esponenti della cultura e della politica latino‐americana, da Fidel Castro a Gabriel García Márquez al subcomandante Marcos. La sua poetica, in parte giocata sul ruolo della “canaglia”, poggia sulla sua natura di raffinato costruttore di versi. Nella sua complessa e affascinante personalità convivono il Sabina tabagista, cocainomane e alcolizzato colto da ictus nel 2001, da cui si riprende benissimo, il Sabina colto filologo, capace di inedite citazioni, l’equilibrista del verso che pubblica canzoni e libri di poesie, il Sabina che smette di assumere cocaina ed entra in depressione e si ritira per alcuni anni dalle scene, il Sabina che ritorna alla grande nel 2009 con il disco Vinagre y rosas, suo diciannovesimo album. E l’infaticabile Sabina che, probabilmente, pubblicherà a breve il suo undicesimo libro. COMUNICATO STAMPA CENNI INTRODUTTIVI DI SERGIO SECONDIANO SACCHI Lo stato di grazia della migliore canzone d’autore, nel caso si tratti di canzone straniera, non trova mai un canale di diffusione nella discografia. Non dico più o meno adeguato: non ne trova proprio. Il caso di Joaquin Sabina, probabilmente il più vivace dei grandi poeti della canzone d’autore in lingua spagnola, dimostra efficacemente l’assunto. Mai un suo disco è stato pubblicato sul nostro mercato. Essendo in patria (e in tutto il mondo ispanofono, USA compresi) rappresentato da una major, non c’è proprio speranza – paradossalmente ‐ che ciò avvenga. Per ovvie questioni di scala di mercato che hanno sempre il sopravvento su altri tipi di considerazioni. Se non esiste la possibilità di una conoscenza diretta, esiste però un’altra strada per arrivare al personaggio: quella di un disco‐tributo attraverso traduzioni. Io sono normalmente portato a nutrire una profonda diffidenza nei confronti dei tributi discografici che, normalmente, vanno a tutto vantaggio non dell’omaggiato, ma dell’omaggiante. In parole povere: troppi omaggi a personaggi molto famosi da parte di interpreti di notorietà decisamente inferiore. Quindi ho sempre riservato le mie attenzioni, invece, a personaggi da scoprire come Vladimir Vysotskij, Pablo Milanés, Lluís Llach. Oppure, insieme al mio compagno di viaggio Enrico de Angelis, a personaggi da recuperare dai limbi della dimenticanza: Sergio Endrigo, Bruno Lauzi, Sergio Bardotti. Con la complicità di Sergio Staino che non solo mi ha messo in contatto con Lu Colombo, ma che mi ha anche manifestato l’amore di lei per le canzoni di Sabina, mi sono lasciato trascinare in questa esaltante avventura. Lu Colombo era l’interprete femminile che cercavo da anni, possiede un timbro grave e incisivo che promuove la vibrazione cardiaca, ha una voce che sa di vita, non di astratti vocalizzi. E, soprattutto, quelle canzoni così apparentemente “leggere” che le hanno dato il successo, nascondevano poetiche intriganti. E le composizioni, dai ritmi più disparati, di Sabina sono, prima di tutto, canzoni sanguignamente intellettuali che si immergono nell’esistenza. Joaquin Sabina è interprete molto difficile da tradurre, con tutte quelle acrobazie ritmiche, con quella sapienza filologica, con i suoi divertiti richiami culturali,quella mania della citazione spesso sotterranea. Ma proprio perché unisce questa sapienza tecnica a una poetica da “canaglia” risulta irrimediabilmente affascinante. Il fatto stesso che lo stesso Sabina, dopo avere ascoltato il disco, abbia sentito la necessità di telefonare per congratularsi sia per le interpretazioni che per le traduzioni (lui che negli Anni Ottanta era il traduttore spagnolo per eccellenza di tutti i successi italiani) ci ha dato la conferma che non avevamo fallito l’obiettivo artistico. Sabina non ha telefono né pc, non risponde nemmeno al Subcomandante Marcos che pure è suo amico. L’essersi spontaneamente fatto vivo, vorrà pure dire qualcosa … LE CANZONI CHIUSURA PER FALLIMENTO / MOLTO PIÙ DI UN BUON MOTIVO Probabilmente le due canzoni che aprono e chiudono il disco erano, in origine, un unico e lunghissimo brano. Oppure Sabina ha voluto divertirsi in uno dei suoi soliti “esercizi di stile” riprendendo in un secondo tempo un tema già usato. In questa rumba costruisce il racconto attraverso l’accostamento ripetitivo di tante piccole situazioni quotidiane trovando poi nel ritornello l’esplicazione e la definitiva conclusione. Il tutto giocato sul filo della rima, dell’assonanza, del gioco di parola. Nelle due versioni originali il ritornello è uguale. In quelle italiane cambia. O meglio: se ne offrono due versioni diverse. Questo permette, tra l’altro, di entrare nei meccanismi della trasposizione in rima. UNA CANZONE PER LA MADDALENA La canzone nasce dalla collaborazione di due straordinarie personalità: Joaquin Sabina per il testo e Pablo Milanés per la musica (i due sono molto amici, tanto è vero che l’abitazione madrilena del cantautore cubano si trova nello stesso edificio di quella di Sabina). Il richiamo evangelico acuisce la toccante raffigurazione dell’umanità di questa prostituta diventata uno dei personaggi più celebri della canzone ispanica moderna. Il brano è stato cantato con grandissimo successo da ambedue i cantautori (nonché ripreso da vari interpreti, tra cui la cantante di flamenco Maria Jiménez, la regina del tango Adriana Varela e il cantautore catalano Joan Isaac che l’ha adattata nella sua lingua). COMUNICATO STAMPA LUNE DI MIELE Una tipica canzone in uno stile molto caro a Sabina: quello mariachi in cui, già nella musica, l’atmosfera festosa cela una vena nemmeno tanto mascherata di tristezza. E, parimenti, il linguaggio scanzonato contiene un richiamo a valori, troppo spesso ignorati, di etica sociale e di civile convivenza. La canzone era già stata precedentemente incisa da Giovanni Block per il disco del Club Tenco Quelle piccole cose dei Pan Brumisti. COME UN MAL DI DENTI Il testo della canzone è stato tratto da una lettera inviata all’amico Sabina dal Subcomandante Marcos. Il quale l’ha trasformata in una lirica di altissima tensione emotiva e poetica attraverso una sua tipica tecnica compositiva: la sequenza di varie condizioni psicologiche prive di apparenti collegamenti. AL CHIOSCO DI GIOSUÈ Paradigmatica canzone del repertorio “canaglia” rappresentante una variopinta raffigurazione di una tipica fauna notturna madrilena. L’intraducibilità letteraria delle varie situazioni ha fatalmente costretto ad alcuni adattamenti (il bar è diventato un chiosco e tutti i personaggi che circondano il protagonista sono stati inventati di sana pianta). MILLENOVECENTOQUARANTASETTE Usando una formula dello stesso Sabina, si tratta di una “liberissima versione” di De purisima y oro. La quale parla della Madrid del dopoguerra (riferendoci, naturalmente, alla guerra civile spagnola) ed è una canzone zeppa di riferimenti storici, culturali, geografici e sociali di quel periodo. Una canzone quindi intraducibile. Ma la musica (dello stesso Sabina) ha offerto una chiave di trasposizione: la Napoli del nostro dopoguerra. Con tutti gli adattamenti del caso. GIOCARE PER GIOCARE Ecco il Sabina più scanzonato che non rinuncia, anche se in chiave giocosa, a richiami seri e di impegno civile (come quello relativo alla condizione dei carcerati e al loro diritto di potere avere lenzuola di seta). L’arrangiamento, festoso e al contempo colto, sottolinea quest’atmosfera sempre in bilico dove “ci mancano sciocchezze per i seri / Pensare adagio per andare in fretta”. 19 GIORNI E 600 NOTTI È il brano che dà il titolo all’album più famoso e venduto di Joaquin Sabina, 19 dias y 500 noches. Si tratta anche della prima canzone del cantautore spagnolo pubblicata da Lu Colombo su un disco (l’album del Club Tenco Quelle piccole cose dei Pan Brumisti del 2008). Fu proprio da quell’episodio che partì l’avventura di questo album interamente dedicato alle canzoni di Sabina. Nella versione qui presentata troviamo l’aggiunta delle percussioni di Joe Damiani e delle trombe di Demo Morselli. INSIEME A TE Il testo della canzone va decisamente controcorrente, con l’espresso rifiuto di tutte quelle caratteristiche che la cultura quotidiana riserva alla figura e al ruolo muliebre. In un’interpretazione femminile viene ad acquistare, conseguentemente, delle valenze quasi femministe. Come sempre Sabina sparge qua e là, con noncuranza e nonchalance, raffinate citazioni letterarie, come è il caso di César Vallejo di “morirò a Parigi con la pioggia...”. CAMERA VUOTA È la seconda canzone del disco con chiare evocazioni musicali messicane. E di nuovo Sabina racconta una dolorosa storia d’amore con tono spregiudicato e ironico. Tono che, paradossalmente, contribuisce ad amplificare il senso di solitudine che pervade tutte le sue canzoni d’amore. COSÌ GIOVANI E VECCHI Canzone di chiaro stampo autobiografico da cui emerge tutta la personalità psicologica di Joaquin Sabina, ricca di eccessi e non priva di una certa disperazione esistenziale. Per renderla credibile da una voce femminile, il testo si trasforma in un’esperienza generazionale con un soggetto che dal singolare si trasporta al plurale.