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Direzione Sociale
Dipartimento delle Dipendenze
Osservatorio Territoriale Droga e Tossicodipendenze –
OTDT
Via Turati 4, 20063 - Cernusco sul Naviglio MI
QUADERNI DELLA PREVENZIONE
“PREVENIRE I DISTURBI DA USO DI SOSTANZE IN BAMBINI E
ADOLESCENTI A RISCHIO: UNA REVIEW DELLE TEORIE E
EVIDENZE DI EFFICACIA DELLA PREVENZIONE INDICATA”.
EMCDDA – THEMATIC PAPERS 2009
Traduzione a cura di Elena Bertolini e Sergio Salviati
Anno 2012 - Quaderno n. 6
A cura di
Elena Bertolini
Sergio Salviati
Direzione Sociale
Dipartimento delle Dipendenze
Osservatorio Territoriale Droga e Tossicodipendenze –
OTDT
Via Turati 4, 20063 - Cernusco sul Naviglio MI
QUADERNI DELLA PREVENZIONE
“PREVENIRE I DISTURBI DA USO DI SOSTANZE IN BAMBINI E
ADOLESCENTI A RISCHIO: UNA REVIEW DELLE TEORIE E
EVIDENZE DI EFFICACIA DELLA PREVENZIONE INDICATA”.
EMCDDA – THEMATIC PAPERS 2009
Traduzione e sintesi a cura di Elena Bertolini e Sergio Salviati
Anno 2012 - Quaderno n. 6
Dipartimento delle Dipendenze ASL Milano Due
tel. 0292654500 – fax. 0292654501
[email protected]
Direttore Dipartimento
Alfio Lucchini
[email protected]
Responsabile OTDT
Giovanni Strepparola
[email protected]
www.aslmi2.it
Quaderni della Prevenzione. N.6. “Prevenzione Indicata”. Gennaio 2012.
Riferimenti del documento originale:
European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction (2009),
at--risk children and ad
adooPreventing later substance use disorders in at
lescents: a review of the theory and evidence base of indicated preprevention (Thematic papers. Office for Official Publications of the European Communities, Luxembourg), disponibile all’indirizzo internet:
http://www.emcdda.europa.eu/publications/thematic-papers/indicated-prevention.
Project leader: Gregor Burkhart.
Autori:
Autori: Jörg M. Fegert, Renate Schepker, Ferdinand Keller, Andrea
G. Ludolph, Paul L. Plener, Anette E. Williamson, Nora VolmerBerthele, Laura E. Weninger (University of Ulm, Germany) Nestor D.
Kapusta (Medical University of Vienna, Austria), Lisette‘t HartKerkhoffs (VU University Medical Centre, Amsterdam, Netherlands).
Indice
Introduzione
Premessa
Struttura del report
Capitolo 1 Principi di prevenzione indicata
1.1 Classificazione della prevenzione
1.2 Stima dei fattori di rischio
1.3 Conclusioni
Capitolo 2 Fattori di rischio e fattori protettivi nello sviluppo
dell’uso di sostanze e dei disturbi da uso di sostanze
2.1 Introduzione
2.1.1 Metodo
2.2 Rischio psicosociale e familiare e fattori di protezione
2.2.1 Gruppo di pari
2.2.2 Famiglia
2.2.3 Attività Sociali
2.2.4 Gruppi ad alto rischio a scuola
2.2.5 Gruppi ad alto rischio in comunità
2.3 Rischi individuali e fatttori protettivi
2.3.1 Effetti di genere
2.3.2 Personalità e temperamento
2.3.3 Psicopatologia
2.3.4 Traiettorie di rischio colleghate alle sostanze
2.4 Neurobiologia dell’addiction
2.4.1 Introduzione
2.4.2 Il sistema di ricompensa cerebrale e le sue connessioni
2.4.3 Il circuito di ricompensa
2.4.4 Meccanismo delle sostanze psicoattive
2.5 Alterazioni del sistema di ricompensa predisponenti alla
dipendenza nei disturbi psichiatrici
2.5.1 Alterazioni nella depressione
2.5.2 Alterazioni dell’ADHD
2.5.3 Collegamenti tra disturbi psichiatrici e abuso di sostanze in
adolescenza
2.6 Influenze genetiche e uso di sostanze
Capitolo 3 Linee guida e standard per la valutazione e il
trattamento delle condizioni di rischio psichiatrico per
l’abuso di sostanze in adolescenza
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Capitolo 4 Strategie e programmi nella prevenzione indicata
4.1 Introduzione
4.2 Risultati della ricerca in letteratura sulla prevenzione indicata
4.3 Programmi dalla letteratura
4.4 Programmi in Europa – Informazioni fornite dalle Agenzie
Governative
4.4.1 Strategie di ricerca
4.4.2 Programmi segnalati dalle Agenzie Governative
4.4.3 Rassegna dei programmi di prevenzione indicata
4.5 Sommario
Capitolo 5 Aspetti Etici
5.1 Introduzione
5.2 Rispetto per le persone
5.3 Beneficienza
5.4 Giustizia
5.5 Conclusioni
Capitolo 6 Conclusioni e raccomandazioni
6.1 Conclusioni
6.2 Raccomandazioni
6.2.1 Definizioni
6.2.2 Ricerche
6.2.3 Programmi
6.2.4 Etica
6.2.5 Politiche
6.3 Considerazioni finali
Sommario
Bibliografia
Risorse online
Appendice
Strumenti di valutazione
Programmi categorizzati come programmi di prevenzione indicata
Modelli logici di programmi di prevenzione indicata in letteratura
Modelli logici di programmi di prevenzione indicata segnalati dalle
Agenzie Governative Europee
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“Prevenire i disturbi da uso di sostanze in bambini e
adolescenti a rischio: una review delle teorie e evidenze di
efficacia della prevenzione indicata”.
INTRODUZIONE
Il Dipartimento delle Dipendenze dell’ASL Milano Due ha tradotto e
sintetizzato un lavoro realizzato dall’EMCDDA, curato da Gregor
Burkhart.
Il lavoro è in continuità con i “Quaderni” precedenti e ha l’obiettivo
di fornire agli operatori dell’ASL Milano Due validi supporti e spunti
di riflessione sulle evidenze di efficacia e sulle buone prassi in ambito
preventivo, dedicandosi in questo caso alla Prevenzione Indicata, una
tematica poco trattata e scarsamente diffusa negli interventi preventivi del nostro territorio.
Con la traduzione di questo lavoro dell’EMCDDA si intende stimolare una riflessione su quell’area di intervento che si colloca tra le tematiche della prevenzione e quelle tipiche del trattamento.
Individuare ed intervenire sui soggetti che presentano segnali di rischio individuale per lo sviluppo di una dipendenza, richiede un
grosso lavoro di dialogo e di interconnessione tra gli operatori dei
Servizi Specialistici che si occupano prevalentemente di cura e quelli
della Rete Territoriale impegnati nella prevenzione.
Obiettivo non secondario è quello di individuare precocemente quei
fattori di rischio che risultano fortemente collegati con lo sviluppo di
dipendenze successive, per anticiparne l’intervento.
Dott. Prof. Alfio Lucchini
Direttore dipartimento dipendenze Asl Milano 2
Emcdda – THEMATIC PAPERS 2009.
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Premessa
Il piano d'azione dell'UE sulle droghe (2005-2008) ha incluso tra
i suoi obiettivi il miglioramento dei programmi di riduzione della
domanda di droga, in particolare per quanto concerne la loro copertura, accessibilità, qualità e valutazione, garantendo al tempo stesso
un’efficace diffusione di buone prassi valutate (obiettivo 7). Il piano
d’azione ha posto come obiettivo quello di migliorare i metodi per la
diagnosi precoce dei fattori di rischio e dell’intervento precoce (obiettivo 10).
Nel 2006, l'Emcdda ha pubblicato un bando di gara per effettuare una
revisione dei principi e delle evidenze di base della prevenzione indicata e per individuare le migliori pratiche negli interventi all’interno
di quest’area.
Il bando di gara ha sottolineato la necessità di:
1) aumentare la conoscenza e la comprensione dei comportamenti a
rischio, concentrandosi sui problemi di salute mentale che si verificano durante l’infanzia e che aumentano il rischio di sviluppare problemi connessi alle droghe;
2) identificare i modelli di buone pratiche delle attività di prevenzione dell’uso di sostanze che si rivolgono ai bambini a rischio negli Stati
membri dell'UE, nei paesi candidati e in Norvegia.
Il presente rapporto è stato preparato da un’equipe multidisciplinare
di medici, psicologi e pedagogisti. I capitoli seguenti presentano una
review di ricerche (realizzate negli Stati membri dell'UE e al di fuori
dell’Europa) e di interventi di prevenzione rivolti a gruppi target a
rischio, incluse le famiglie vulnerabili e quelle con bambini vulnera-
bili. Particolare attenzione è stata dedicata alla revisione della letteratura e alle conoscenze di base degli aspetti biologici e psicologici della
prevenzione indicata, nonché dei fattori di rischio a livello individuale.
L'approccio adottato dal gruppo di studio si è prima concentrato sulle
conoscenze di base, sulla neurobiologia e sui fattori di rischio e successivamente si è concentrato su questioni di applicabilità pratica.
Così, oltre ad una revisione sistematica della letteratura scientifica,
sono stati valutati differenti programmi in tutta Europa al fine di fornire un quadro panoramico della ‘prevenzione indicata’.
Il processo di inclusione di un maggior numero di contributi possibili
sull’evoluzione dell’uso di droghe ha portato alla necessità di porre
particolare
attenzione
alle
conoscenze
neurobiologiche
dell’addiction, che rappresenta un tema in espansione.
Nel condurre la review si è più volte osservato come spesso rimanga
non diagnosticata e non trattata la popolazione ad alto rischio di sviluppare nel corso della vita un disordine da uso di sostanze (ad esempio le persone in affidamento che presentano alti tassi di disturbi).
Gli ambiti del benessere dei giovani e la medicina sembrano spesso
coesistere come entità reciprocamente esclusive, con poca o nessuna
interazione, impedendo la possibilità di identificare e affrontare le esigenze della popolazione ad alto rischio.
Un messaggio importante di questo report riguarda la necessità di una
maggior messa in rete per individuare e trattare i soggetti ad alto rischio. Obiettivo chiave di questa pubblicazione è quello di contribuire a creare l'intesa necessaria per attivare questo livello di messa in
rete tra coloro sono coinvolti nella cura dei giovani vulnerabili.
Struttura del report
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Il Capitolo 1 contiene un’introduzione sui principi della prevenzione
indicata e una riflessione sulla sua definizione operativa, utilizzata
per elaborare successive valutazioni.
Nel capitolo 2 sono presentati i risultati della ricerca sui fattori di rischio e protettivi, psicosociali e individuali. Il capitolo include le evidenze su noti fattori protettivi e di rischio di tipo psicosociale e familiare indicati in letteratura, riferendosi anche a gruppi ad alto rischio.
Una parte importante del capitolo riguarda la descrizione delle prospettive individuali e dello sviluppo neurologico, che presentano
nuove scoperte nei percorsi di crescita.
Un’attenzione particolare è data alla psicopatologia infantile connessa
con un elevato rischio di sviluppo successivo di abuso di sostanze.
Tutto questo è seguito da una panoramica di studi longitudinali che
descrivono la carriera di abuso, con l'obiettivo di utilizzare la traiettoria di consumo delle sostanze per l’identificazione dei sottogruppi.
Infine, è presentata un’analisi della neurobiologia dell’addiction.
Il Capitolo 3 elenca le linee guida e le indicazioni pratiche per la valutazione e il trattamento di specifiche condizioni di rischio psichiatrico per l’abuso di sostanze in adolescenza, disponibili nella UE,
Germania, Regno Unito e Stati Uniti.
Il Capitolo 4 cataloga i programmi individuati in letteratura e quelli
segnalati dalle agenzie governative e associate, o rintracciati tramite
ricerche in internet. Il capitolo include anche una sezione metodologica nella quale sono esplicitate le procedure per valutare le informazioni rilevanti.
Il capitolo 5 valuta le questioni etiche che si sono dibattute nelle sedi
pubbliche e professionali.
Il capitolo 6 sintetizza i risultati delle ricerche nonché gli attuali programmi di prevenzione indicata e fornisce raccomandazioni per ulteriori sviluppi.
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Tabella 1.1: Classificazione delle strategie di prevenzione, Istituto di Medicina (Mrazek e Haggerty, 1994)
CAPITOLO 1
Strategie
Universale Popolazione generale
Principi della prevenzione indicata
1.1 Classificazione della prevenzione
La prevenzione indicata può essere intesa come la terza parte della
“catena preventiva” che parte dalla prevenzione universale e dalla
prevenzione selettiva per arrivare alla prevenzione indicata, aree che
presentano numerose sovrapposizioni ai loro confini. Di seguito, nel
documento, sono presentate diverse definizioni ampiamente utilizzate per mostrare l’origine della definizione utilizzata in questo report1.
Una delle definizioni più ampiamente citate sull’approccio di “prevenzione universale, selettiva, indicata” (da ora in poi indicata come
USIP) è quella di Mrazek e Haggerty (1994), elaborata per l’Istituto di
Medicina (IOM). Questo modello può essere spiegato attraverso un
grafico (fig. 1.1), sintetizzato nella tabella 1.1.
1
Il concetto di prevenzione indicata è distinto da quello di prevenzione primaria, secondaria e terziaria. Per l’uso di quest’ultimo concetto in un contesto psichiatrico è utile fare riferimento alla dichiarazione di consenso in materia di prevenzione
dell’associazione Mondiale di Psichiatria (WPA). Qui sono definiti i tre obiettivi principali della prevenzione WPA (dicembre 2003). Prevenzione primaria: identificazione e
interventi con i gruppi ad alto rischio, è raccomandata ad es. la cura prenatale, l’avvio
di programmi di vita sani, a favore della genitorialità, e programmi di collaborazione
multi agenzia. Prevenzione secondaria: sono raccomandati interventi pre-morbosi nella malattia mentale come la depressione, il disturbo da stress post-traumatico, l’abuso
di sostanze o psicosi. Prevenzione terziaria: questo è stato definito come un intervento
precoce nella malattia mentale, ad esempio nei programmi di trattamento e riabilitazione di comunità. L’Associazione Mondiale di Psichiatria ha anche definito gli obiettivi
relativi all’educazione della comunità sulla malattia mentale (prevenzione secondaria)
e sulla riduzione della stigmatizzazione (prevenzione terziaria).
Popolazione target
Popolazione non identificata da rischi
individuali
Selettiva
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Indicata
Individui o sottogruppi con un rischio
significativamente alto di sviluppare
disturbi
Il rischio potrebbe essere imminente
o nell’arco della vita
Gruppi di rischio: biologici, psicologici, sociali
Soggetti ad alto rischio con minimi
ma rilevabile segni o sintomi che prefigurano il disturbo, ma non soddisfano livelli diagnostici dello stesso.
Soggetti asintomatici con marcatori e
individui sintomatici con sintomi precoci.
Esempi
Rischi/effetti
negativi
Costi
Vaccinazioni infantili; programmi contro il divorzio
nei counselling prematrimoniali
Bassi
Vantaggi:
bassi
costi per individuo
Programmi prescolastici per
bambini in quartieri poveri
Minimi o non
esistenti
Vantaggi: non supera un livello
moderato di costi
Training per l’interazione
genitore-bambino per bambini con problemi comportamentali
Alcuni rischi
Può essere ragionevole, nonostante i costi elevati
13
Fig. 1.1 il continuum del modello di cura dell’Istituto di Medicina
Il nuovo quadro di riferimento di Springer e Phillips (2007)
dell’Istituto di Medicina fornisce prima di tutto una descrizione generale dei target dei differenti tipi di prevenzione (Tabella 1.2). In una
descrizione più dettagliata delle tre differenti tipologie di prevenzione, Springer e Phillips sottolineano come “la prevenzione indicata è
indirizzata agli individui selezionati con problemi precoci associati
all'abuso di sostanze”. Essi puntualizzano come i “sintomi o i segni”
osservabili possono essere sia direttamente collegati all’abuso di sostanze sia a problemi associati all’abuso di sostanze (ma che non soddisfano i criteri diagnostici del DSM IV per la dipendenza).
Tabella 1.2: Classificazione degli approcci di prevenzione rivisitata
dall’Istituto di Medicina (Springer and Phillips, 2007).
Prevenzione
Universale
Rivolta alla popolazione generale o a segmenti della popolazione con una probabilità di rischio o di sviluppare il
disturbo nella media
Prevenzione
Selettiva
Prevenzione
Indicata
Specifiche sottopopolazioni con rischi significativamente
sopra la media, imminenti o riferiti al corso della vita
Rivolta a individui identificati con minimi ma identificabili segni o sintomi che suggeriscono un disturbo
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Questo sembra aprire la strada al fatto che i sintomi associabili ad una
progressione dell’abuso di sostanze possono essere riconosciuti come
parte di un disturbo psichiatrico infantile, il che consente di trattare
questi sintomi di conseguenza.
Anche se il nuovo quadro di riferimento dell’IOM sottolinea come le
misure di prevenzione indicata siano uno “stadio critico nel continuum della cura”, questo settore sembra essere piuttosto trascurato e
non è facile ottenere finanziamenti per gruppi che necessitano di attività di prevenzione e che possono anche avere bisogno di cure.
L’alto costo di realizzazione dei programmi di prevenzione indicata
(che spesso sono formulati su base individuale) è un ulteriore ostacolo
all’inclusione di tali misure nei piani di prevenzione.
La definizione dei criteri di inclusione per la prevenzione indicata determina la popolazione target dell’intervento. A questo scopo Springer e Phillips suggeriscono esplicitamente di definire i tipi di criteri
utilizzati per la selezione del target e la loro relazione con lo sviluppo
dell’abuso di sostanze.
Concludendo da altri studi, essi riassumo i seguenti punti:
•
•
•
•
•
Lo scopo dell’intervento è quello di impedire la progressione
verso un disturbo (DSM- IV)
La prevenzione indicata dovrebbe prevenire la dipendenza e i
danni associati piuttosto che cercare di evitare l’iniziazione e
l’uso
Gli indicatori dovrebbero correlare più fortemente con
l’abuso di sostanze rispetto agli indicatori utilizzati negli interventi selettivi
E’ richiesto uno strumento o una procedura di screening per
identificare gli individui a rischio
Non sono adatti indicatori riguardanti il livello familiare, dei
pari o della comunità; mentre sono appropriati indicatori individuali (come “l’insuccesso scolastico, il coinvolgimento nel
sistema della giustizia, problemi di salute o di salute mentale,
violenza o aggressione, bingedrinking, violazione dell’uso di
sostanze”).
I tre principali metodi di reclutamento sono:
• Auto-invio;
• Segnalazione degli insegnanti;
• Processi di screening iniziale (ad esempio segnalazioni
automatiche di studenti violenti o che consumano sostanze).
Per ottenere una valutazione dell’efficacia, Springer e Phillips suggeriscono che potrebbe essere utilizzata come variabile la riduzione
dell’uso o la riduzione di un uso particolarmente dannoso.
Se ci sono problemi multipli o concomitanti, trattati durante
l’intervento, anche questi indicatori dovrebbero essere valutati come
parte dell’esito.
Per sintetizzare il punto di vista dell’Istituto di Medicina (IOM) includendo un approccio simile come quello del National Institute on
Drug Abuse’s (NIDA,1997), la prevenzione indicata:
•
•
•
•
•
Si rivolge ad individui con segni o sintomi minimi ma rilevabili di uso di sostanze o di comportamenti associati;
Si rivolge ad individui ad alto rischio con indicatori iniziali di
uso di droghe (consumi di alcol, fallimenti scolastici, uso di
cannabis) ma che non soddisfano i criteri della diagnosi di dipendenza del DSM-IV;
Gli individui devono essere identificati prima dell’intervento
preventivo;
L’obiettivo dell’intervento non è quello di fermare
l’iniziazione o l’uso ma prevenire lo sviluppo della dipendenza o dei disturbi correlati e ridurre l’ampiezza, la lunghezza e
la frequenza dell’uso pericoloso;
Gli indicatori definiti devono avere una forte correlazione
con l’abuso di sostanze, in misura maggiore rispetto agli indicatori della prevenzione selettiva;
•
15
16
Rischio individuale e fattori protettivi devono essere conosciuti al fine di determinare un intervento specifico.
La Divisione dei Servizi Sanitari degli Stati Uniti - Behavioral Health
Services Division (commissione di politica sanitaria) definisce gli obiettivi dell'approccio USIP come segue:
• la prevenzione universale mira alla popolazione generale;
• la prevenzione selettiva è diretta a chi ha un rischio più alto della
media di sviluppare un abuso di sostanze;
• la prevenzione indicata è diretta a chi già utilizza sostanze, o a coloro che sono impegnati in altri comportamenti ad alto rischio, per prevenirne l’uso cronico.
Conformemente alla classificazione IOM, il servizio nazionale sanitario britannico ha fornito le definizioni riportate nella tabella 1.3
(McGrath et al., 2006).
Un altro approccio per definire il continuum USIP è stato prodotto da
Meili (2004) del servizio sanitario Svizzero (Bundesamt für Gesundheit, BAG). L’autore ha cercato di dimostrare una sovrapposizione
con il modello della prevenzione primaria, secondaria e terziaria (Figura 1.2). All’interno di questo pensiero, l’“intervento precoce” potrebbe essere inteso come “prevenzione secondaria indicata”.
Toumbourou et al. (2007), in una review, hanno elaborato differenti
rappresentazioni della prevenzione dell'abuso di sostanze e della dipendenza negli adolescenti, indicando per ognuna il livello di efficacia. Hanno inoltre descritto cinque distinte tipologie di intervento
(vedi Tabella 1.4).
Essi definiscono la prevenzione universale, selettiva e indicata unicamente sulla 'base del livello di rischio di un disturbo nei vari gruppi
target '.
Considerando che la prevenzione universale è diretta alla popolazione generale con rischio medio, la prevenzione selettiva è diretta ai
gruppi con un rischio aumentato rispetto alla media, la prevenzione
indicata si propone di intervenire sugli individui con precoci problemi emergenti.
Tabella 1.3: Classificazione della prevenzione del Servizio Nazionale di Salute Britannico
Strategie
Popolazione target
Esempi
Rischi/effetti negativi
Obiettivi
Universale
Interi gruppi di popolazione
Curriculum scolastici
di prevenzione alle
droghe
Tutti i membri si aspettano
dei benefici
Prevenire nelle
giovani popolazioni
l’inizio
dell’uso di sostanze illecite
Selettiva
Sottoinsieme della popolazione con un rischio sopra la
media di sviluppare l’uso di
droga: fattori di rischio biologici, psicologici o ambientali
Individui a rischio di sviluppare uso di droghe, ma che
non incontrano i criteri di
dipendenza del DSM-IV
Programmi doposcuola per bambini con
problemi comportamentali
Rischi di stigmatizzazione
Riduzione del consumo di THC in utilizzatori non problematici
Screening per giudicare il
livello di rischio
Rischio di stigmatizzazione
Avere dei fattori di rischio
non significa necessariamente che si svilupperà un
disturbo da uso di sostanze
Indicata
Prevenzione
Primaria
Prevenzione
Universale
Popolazione
generale
Prevenzione
Secondaria
Prevenzione
Selettiva
Sottogruppi
della popolazione
18
Prevenzione
Terziaria
Prevenzione
Indicata
Individui
con rischi
identificati
17
Figure 1.2: Sovrapposizioni tra le tipologie di prevenzione (Meili, 2004).
Tabella 1.4:Tipologie di Interventi principali e livello di evidenze (Toumbourou
(Toumbourou et
al., 2007).
2007).
Regolamentazione
Prevenzione
dell’età evolutiva
Screening precoce e
intervento breve
Trattamento
Riduzione del danno
Processo (popolazione)
Livello di evidenze
Utilizzando le leggi, le politiche e
la loro applicazione per ridurre la
disponibilità e la domanda (universale)
Miglioramento delle condizioni per
lo sviluppo dell'adolescente (mirato
e universale) e del bambino sano
Brevi interventi motivazionali per
ridurre l'uso ad alto rischio (mirato)
Prevenzione terziaria dei disturbi
da uso di sostanza (mirati)
Efficace
Riduzione del danno, ma non necessariamente dei livelli di utilizzo
(mirato e universale)
Efficace
Efficace
Ulteriori valutazione
richieste per stabilire
l'efficacia
Efficace
Toumbourou et al (2007) presentano un modello dei fattori di rischio
e protettivi per l’uso della sostanze e del danno correlato, basato sul
lavoro di Loxley et al (2005). Questo modello si basa sul concetto di
distale (ad esempio rischio precoce legato allo sviluppo, rischio sociale e comportamentale) e prossimale (ad esempio schemi e luoghi di
consumo). All'interno di questo modello, i fattori individuali sono dal
lato distale e quelli ambientali dal lato prossimale ed entrambi influenzano il livello possibile di danno da abuso di sostanze. Considerando che i fattori distali possono essere indirizzati attraverso interventi orientati allo sviluppo, di trattamento e di riduzione del danno,
i fattori prossimali possono essere affrontati da interventi normativi,
brevi, di trattamento e di riduzione del danno.
FATTORI
DISTALI
Danno neurobiologico, problemi
sociali e di sviluppo
Inizio dell’uso di
sostanze precoce, deficit di sviluppo
Aumento della
disponibilità della
sostanza
Sviluppo neurobiologoco e
dell’attaccament
o ottimale
Problemi di salute mentale , crimini, comportamenti antisociali
Ritardo nell’uso
di sostanze, Aumento del QI
Livello del danno
dall’abuso di sostanze
Diminuzione
della disponibilità
della sostanza
Schemi e contesti di utilizzo di
sostanze a rischio
Schemi e contesti
di uso di sostanze
a basso rischio
FATTORI
PROSSIMALI
Fig.1.3 Fattori protettivi e di rischio per l’uso di sostanze (dopo Toumbourou et
al, 2007)
19
20
L'Osservatorio Europeo delle Droghe e delle Tossicodipendenze (OEDT) fornisce un'altra definizione2. Secondo questa visione, le strategie di prevenzione indicata sono destinate a prevenire l'insorgenza di
abuso di sostanze nei soggetti che mostrano i primi segnali di pericolo, come ad esempio un peggioramento del consumo di alcol e di altre
sostanze cancello. Lo sforzo è rivolto agli individui con “comportamenti simili all’abuso di sostanze ad un livello sub-clinico” con
l’obiettivo di identificarli e raggiungerli con programmi speciali.
Le indicazioni della psicopatologia dello sviluppo e delle ricerche di
psichiatria infantile sottolineano come i soggetti con un elevato rischio di fallimento rispetto ai compiti dello sviluppo (ad es. la scuola
o il contatto con i pari) sono spesso predisposti ad un rischio elevato
di sviluppare un abuso di sostanze, e molti disturbi psichiatrici infantili mostrano una forte correlazione con lo sviluppo di una dipendenza.
Poiché la prevenzione indicata può essere vista come un’area compresa tra il trattamento e la prevenzione selettiva, è necessario identificare i punti di sovrapposizione di queste due aree. Definizioni chiare
del gruppo target per i differenti interventi, basate sul loro livello di
rischio, rappresentano un importante fattore nel determinare
l’efficacia.
Tuttavia, i confini tra le varie strategie di intervento non sono così
netti (fig. 1.4). Nel definire la prevenzione indicata, la sovrapposizione fra questa e il trattamento è di grande interesse, poiché qui i
“mondi” della prevenzione e del trattamento collidono. Tutto ciò può
creare problemi in un momento di riduzione delle risorse finanziarie,
poiché entrambi gli approcci potrebbero sostenere che sia dell’altra
parte la competenza della cura di quella specifica popolazione.
Il compito di differenziare il trattamento della prevenzione indicata è
reso più difficile dal fatto che lo stesso trattamento raramente è definito in modo chiaro. Nel documento pubblicato dalle Nazioni Unite
‘Guidance for the measurement of drug treatment demand’ in colla2
Vedere: http://www.emcdda.europa.eu/html.cfm/index19259EN.html
borazione con EMCDDA ( UNODC, 2006) “ il trattamento è consideconsid
rato come un intervento strutturato volto specificamente ad affrontaaffront
re il consumo di droga di una persona.”,
persona. tuttavia, questa definizione
rimane vaga nella sua applicabilità
ilità pratica. Per esempio le compagnie
assicurative pagano per il trattamento dei
d disturbi classificati e definiti (ICD
CD 10 o DSM IV) ma non per il trattamento delle condizioni che
non definiscono un quadro diagnostico.
diagnostico Va sottolineato, però, che in
presenza di un disturbo definito (in questo caso, un disturbo da uso di
sostanze) è necessario il ‘trattamento'.
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L'intervento precoce descrive un approccio collocato nell’area di sovrapposizione della prevenzione indicata e del trattamento. Il gruppo
target è rappresentato dagli individui che già fanno uso di droghe, ma
che non soddisfano i criteri per l'abuso di sostanze o di dipendenza
del DSM IV o ICD-10.
L'intervento precoce può essere classificato come prevenzione, sebbene sia spesso necessario il trattamento in questa fase del consumo di
sostanze stupefacenti.
Prevenzione Universale
Trattamento
Popolazione
Prevenzion
e indicata
Selettiva
FOCUS
Livello di Medicalizzazione
Prevenzione
selettiva
Prevenzione
Interventi precoci
Intervento
precoce
Fig. 1.4 Il continuum della prevenzione
All’interno del gruppo identificato come bisognoso di prevenzione
indicata, è presente una parte per la quale è appropriato un “interven“interve
to precoce”. Questo sottogruppo comprende le persone che mostrano
forti indicatori di sviluppo di abuso di sostanze nel corso della vita e
che consumano droga, ma non in misura tale da permettere una diagnosi di disturbo da uso di sostanze o dipendenza secondo il ICD-10 o
il DSM-IV.
IV. Rispetto ad altri approcci di prevenzione, l’intervento
precoce è più vicino al trattamento e quindi spesso richiede il coinvolgimento dei servizi del sistema sanitario.
Individuo
Prevenzione
indicata
TRATTAMENTO
Fig. 1.5 Il continuum USIP-trattamento
1.2 Stima dei fattori di rischio
Poiché le sfere della prevenzione indicata e selettiva sono separate in
funzione del potere predittivo degli indicatori (che definiscono una
probabilità di sviluppare un disturbo del consumo di sostanze nel cor-
so della vita dell'individuo), è necessario capire come i fattori di rischio sono utilizzati per selezionare le persone.
Qui è necessario rivedere il concetto di probabilità condizionale, che
può essere calcolato usando il Teorema di Bayes3. L'intuizione centrale di un approccio bayesiano è che 'una ipotesi è confermata da un
qualsiasi corpo di dati che la verità rende probabile' (Stanford Encyclopedia of Philosophy, 2003). L'intuizione basata sul teorema di
Bayes è particolarmente preziosa quando si tratta di realizzare
screening per certi indicatori. In un test per la prevalenza di determinati fattori di rischio, sono utilizzati termini come specificità e sensibilità.
La sensibilità descrive il tasso di 'veri positivi', ovvero la porzione di
popolazione con uno specifico indicatore che può essere individuato
attraverso un certo test, mentre la specificità è il tasso di 'veri negativi', che descrive la percentuale di individui senza alcun indicatore
che risultano negativi ai test. La conoscenza della specificità e della
sensibilità di un test, unitamente alla conoscenza della prevalenza di
un determinato indicatore nella popolazione permette la predizione
della verosimiglianza di un risultato del test. Sulla base di questo approccio, la 'probabilità' può essere definita come la probabilità di una
ipotesi divisa per la probabilità della sua negazione (se la probabilità
che un cavallo da corsa vinca è di 7:5, significa che ha 7 possibilità su
12 di vincere la gara).
Per definire gli indicatori di un successivo abuso di sostanze è necessario guardare la probabilità condizionata (che significa: quanto è
probabile che con un dato indicatore, in date circostanze, un individuo sviluppi un disturbo da uso di sostanze), che è definita come:
Probabilità Condizionata = probabilità incondizionata x potenza predittiva
3
Il teorema di Bayes fu creato da Thomas Bayes nel 1764 in “An essay towards solving
a problem in the doctrine of chances”.
23
24
Da questa equazione, è chiaro che la conoscenza della potenza predittiva di certi indicatori è un requisito essenziale in questo approccio di
prevenzione.
Nella figura 1.5 è rappresentato un altro approccio che definisce la
relazione tra il modello USIP e il trattamento. L’inclusione in uno dei
gruppi è determinata dal fatto che sia prevalente o meno il rischio di
utilizzo di una sostanza o di avere un disturbo da utilizzo di sostanze.
Poiché sono necessari forti indicatori per l’inclusione nel gruppo della prevenzione indicate, gli indicatori hanno bisogno di riflettere le
specifiche circostanze di un individuo sempre più quanto ci si sposta
dalla prevenzione selettiva a quella indicata e ulteriormente verso il
trattamento.
1.3 Conclusione
La prevenzione indicata può essere così sintetizzata:
• Interventi preventivi diretti all’individuo
• L’individuo si presenta volontariamente o è segnalato da
un esperto, per esempio da genitori, insegnanti, assistenti
sociali, pediatri
• L'individuo è identificato a livello individuale sulla base
della valutazione di un professionista
• L'individuo potrebbe utilizzare sostanze, ma non rispettare i criteri per la dipendenza (secondo il DSM-IV o ICD10) e/o mostrare indicatori che sono altamente correlati
con un rischio individuale di sviluppare un abuso di sostanze nel corso della vita (come disturbi psichiatrici, fallimento scolastico, comportamento antisociale). L’uso di
sostanze non è una condizione necessaria per l'inclusione
negli interventi di prevenzione
• Si distingue dalla prevenzione selettiva per la forte correlazione e la natura individualizzata degli indicatori per lo
sviluppo di un abuso di sostanze o di dipendenza
•
Si distingue dal trattamento poiché per avere un trattamento gli individui devono soddisfare i criteri del DSM
IV o del ICD 10 per l’abuso di sostanze
• L'obiettivo della prevenzione indicata non è necessariamente quello di impedire l'inizio o l'uso delle sostanze,
ma di prevenire lo sviluppo della dipendenza, di diminuire la frequenza e evitare l'utilizzo 'pericoloso' delle sostanze (per es. utilizzo moderato di alcol invece di bingedrinking).
In aggiunta, alcune misure di prevenzione indicata sono classificate
come interventi precoci, e sono così caratterizzate:
• Il termine “intervento precoce” definisce interventi mirati a individui con forti indicatori di consumo e utilizzo di
sostanze stupefacenti (ma che non giustificano le diagnosi
del DSM-IV o ICD-10 )
• Gli interventi precoci sono situati all’interno dell’area di
sovrapposizione tra la prevenzione indicata e il trattamento.
Nella review presentata nei capitoli successivi, tale definizione è utilizzata per valutare il livello di prevenzione all'interno della ricerca
in letteratura all’interno dei programmi.
Dopo aver riesaminato le definizioni e gli obiettivi della prevenzione
indicata, il prossimo capitolo esaminerà i fattori che possono precedere lo sviluppo di un disturbo del consumo di sostanze.
CAPITOLO 2
Fattori di rischio e fattori protettivi nello sviluppo di uso di sostanze e
di disturbi da uso di sostanze.
sostanze.
25
26
2.1 Introduzione
Introduzione
L'adolescenza è la fase della vita in cui di solito avviene la sperimentazione delle sostanze. Gli adolescenti sono altamente vulnerabili alle
influenze sociali, hanno più bassi livelli di tolleranza e una maggior
probabilità di diventare dipendenti a dosi più basse rispetto agli adulti
(Fowler et al., 2007). Tuttavia, la maggior parte degli adolescenti che
sperimentano sostanze non diventano consumatori problematici.
Questo capitolo presenta una rassegna dei fattori di rischio e protettivi per lo sviluppo del consumo di sostanze e disturbi da uso di sostanze. I fattori di rischio includono la personalità, i fattori biologici, sociali e la ricerca di sensazioni, le aspettative positive in relazione
all’uso di alcool, la presenza di una famiglia disfunzionale, l'uso di
droghe da parte dei pari o dei genitori, l’ereditarietà genetica e i problemi di salute mentale. Le influenze che possono moderare o attenuare gli effetti dei fattori di rischio sono considerate come fattori di
protezione e possono comprendere: la forza dell’attaccamento o del
legame tra gli adolescenti e i genitori, caratteristiche personali come
un’indole e un temperamento positivo e la presenza di sistemi di supporto esterno positivi. La traiettoria di uso delle sostanze può essere
determinata da complessi rapporti tra fattori rischio e protettivi come, per esempio, i percorsi legati al bere (Masterman and Kelly,
2003). Esempi di fattori di protezione e di rischio per i diversi ambiti
di intervento sono riportati nella tabella 2.1. Partendo da un contesto
sociale ampio della popolazione a rischio, questa panoramica progressivamente restringe la sua attenzione all'individuo ad alto rischio.
Nelle sezioni 2.3-2.5, ci si focalizza su un ambito più individuale,
comprendendo non solo i fattori di personalità, ma anche il rapporto
con la neurobiologia e con la psicopatologia, dal momento che lo sta-
to di salute mentale sembra influenzare fortemente l’uso e il consumo
di sostanze (alcol, sigarette, cannabis e/o di altre droghe illecite).
Tabella 2.1. Fattori di rischio e protettivi in sei ambiti di intervento
Ambiti
Fattori di rischio
Fattori protettivi
Individuo
Comportamenti aggressivi
precoci
Autocontrollo
Famiglia
Controllo genitoriale
Pari
Scuola
Istituzioni
Assenza di controllo genitoriale
Abuso di sostanze
Disponibilità delle droghe
Affido
Comunità
Povertà
Competenze scolastiche
Politiche antidroga
Monitoraggio di professionisti,
attività di svago
Forte attaccamento al quartiere
La sezione 2.3.4 si occupa dell’evoluzione del consumo e dell'abuso di
sostanze. Poiché ci sono molti studi trasversali (retrospettiva) e longitudinali a breve termine sulle droghe legali e sulla cannabis, qui ci si
focalizza sugli studi prospettici longitudinali effettuati ad intervalli di
tempo diversi con una dimensione sufficiente del campione. Un altro
criterio di selezione è dato da un'adeguata analisi statistica del cambiamento, preferibilmente con modelli che tengano conto della variazione delle traiettorie di cambiamento intra-individuali e dello sviluppo del rischio collegato. Una limitazione alle prove di efficacia che
dovrebbe essere tenuta in considerazione, è legata ai problemi statistici che derivano da un’analisi congiunta delle traiettorie (per un esempio, vedere Muthén, 2001), il che porta la maggior parte di questi
studi a concentrarsi sul decorso di una sola sostanza. Tra gli adolescenti, invece, si ritrova spesso il policonsumo.
2.1.1 Metodi
Nella letteratura scientifica si è effettuata una ricerca sui fattori di rischio, sulle traiettorie di abuso di sostanze stupefacenti, sulla neuro-
27
28
biologia della dipendenza e, infine, sui programmi di prevenzione indicata. La ricerca bibliografica iniziale è stata effettuata in PubMed,
nei lavori pubblicati dal 1° gennaio 2000 fino al 31 luglio 2007.
I termini di ricerca utilizzati sono: 'bambini, adolescenza' e 'dipendenza, uso di sostanze, uso problematico di sostanze, abuso di sostanze, binge drinking, abuso di alcol, abuso di droghe, dipendenza dalle
sostanze chimiche, consumo di alcol in età precoce'. Tale ricerca ha
prodotto oltre 13.000 abstracts.
Per restringere l’analisi della letteratura agli aspetti di comorbilità sono stati utilizzati i seguenti termini: 'aggressività, disturbo antisociale
di personalità, disturbo dell’attenzione/iperattività, ADHD, comunità,
disturbo della condotta, depressione, famiglia, impulsività, prevenzione indicata, intervento, salute mentale, disturbo oppositivo provocatorio, programmi di prevenzione, fattori di rischio, PTSD, affidamento, genitori tossicodipendenti, privazione, assistenza istituzionale, collocamento fuori casa, in comunità o case famiglia’. Sono stati
esclusi i documenti con i termini 'carcere, custodia e gravidanza'. In
totale, la ricerca ha portato a oltre 6.900 abstracts successivamente
esaminati singolarmente per la rilevanza, portando ad una selezione
di 390 studi per l'analisi dettagliata.
Un’ulteriore ricerca è stata realizzata in EMBASE, Social Science Citation Index, in CINAHL (Cumulative Index to Nursing and Allied
Health Literature) e in PsycINFO rispettivamente, in 64, 254, 183 e
146 abstracts supplementari, di cui ne sono stati selezionati 96, dopo
averne verificato la rilevanza.
Questi studi sono stati inclusi come parte della ricerca bibliografica
sui programmi di prevenzione indicata (vedi dopo), o hanno fornito
informazioni utili sui fattori di rischio e sulle traiettorie di consumo
utilizzate in questo capitolo.
Per l'interpretazione successiva dei risultati, si dovrebbero tenere a
mente i seguenti due punti:
•
I risultati non sono 'ponderati', in altre parole, i risultati sono
riportati senza la valutazione 'approfondita' della qualità di
•
ciascuno studio (disegno, strumenti di valutazione, dimensione del campione, analisi statistica). Poiché tutti gli studi sono
pubblicati all’interno di riviste che effettuano una revisione
tra pari, la qualità complessiva dovrebbe essere alta. Tuttavia,
vi è l'assenza di una meta-analisi, che sarebbe utile per stimare la dimensione dell’effetto assoluto e relativo di ciascun fattore o della combinazione dei fattori;
I risultati dello studio appartengono al gruppo che è stato studiato e possono essere generalizzati solo alla popolazione da
cui proviene il campione dello studio. Pertanto, i risultati di
un gruppo non possono essere validi per un gruppo con uno
background diverso, e certamente non per l'intera popolazione di adolescenti.
Questi due accorgimenti verranno affrontati nel capitolo 6, dove sarà
fornita un'interpretazione globale. Come ulteriore osservazione generale, la selezione degli studi è stata determinata in base ai criteri di
ricerca, e sono stati inclusi in questo capitolo solo i risultati pubblicati.
I risultati sono spesso indicati in termini di odds ratio (OR). L'OR indica in che misura il rischio è elevato per un gruppo rispetto al gruppo di riferimento. Ad esempio, OR = 2 significa che il rischio di sviluppare un disturbo da consumo di sostanze è due volte più elevato
rispetto al gruppo di riferimento. OR = 1 indica 'lo stesso rischio'. Per
un test statistico di significatività, l’intervallo di confidenza del OR
deve comprendere il valore 1.
2.2 Rischio psicosociale e familiare e fattori di protezione
2.2.1 Gruppo di pari
L’uso di sostanze tra gli adolescenti è fortemente influenzato dal
gruppo di pari. Preston e Goodfellow (2006) hanno esaminato
l’apprendimento sociale per l'uso di alcol negli adolescenti (12-17 anni). Gli autori hanno usato i dati di 17.709 adolescenti dell’indagine
29
30
familiare nazionale del 2002 sulla salute e l’uso di droghe e hanno diviso il campione in due sottogruppi, i bevitori (n = 6.176) e i nonbevitori (n = 11.533). È stato dimostrato che le variabili sociali di apprendimento hanno un effetto sulla frequenza d'uso e abuso di alcol.
L’atteggiamento dei pari (prevalenza di norme favorevoli a un comportamento deviante), l'approvazione personale (adozione di norme
devianti) e i comportamenti dei pari, influenzano la frequenza d’uso
di alcol negli adolescenti e la probabilità di sviluppare un abuso o una
dipendenza. La frequenza di uso di alcol è aumentata
dall’approvazione personale di uso di alcol nei pari e dal numero di
coetanei che si ubriacano almeno una volta alla settimana.
In Svizzera sono stati valutati in modo casuale 3.925 studenti di ottavo e nono grado (età media 15,3 anni) e le loro 220 insegnanti, selezionandoli sulla base di un elenco di tutte le classi delle scuole pubbliche (Kuntsche e Jordan, 2006). L’utilizzo di sostanze nel gruppo dei
pari è risultato un predittore significativo per gli studenti rispetto
all'uso di alcol e cannabis; l’incidenza della scuola (studenti che usano
a scuola) aumenta l’utilizzo personale di cannabis, non quello di alcol;
un numero di segnalazioni da parte degli insegnanti rispetto agli studenti che utilizzano cannabis nei locali scolastici e una più alta percentuale di pari che utilizzando cannabis sono collegati a un maggiore uso di cannabis degli studenti (Kuntsche e Jordan, 2006).
In uno studio longitudinale con un follow-up a 1 anno, Barnow et al.
(2004) hanno raccolto dati su 147 adolescenti, di età compresa tra 11
a 18 anni e i loro genitori. Sia le aspettative sull’alcol, misurate con il
questionario AEQ-3 (Alcohol Expectancies Questionnaire), sia la delinquenza tra pari e l’utilizzo di sostanze (misurato con un questionario sviluppato in proprio) prevedono il consumo di alcol degli adolescenti.
Kokkevi et al. (2007) hanno realizzato un’indagine trasversale a livello europeo sulla popolazione scolastica (ESPAD), che ha incluso
16.445 studenti di 16 anni delle scuole superiori provenienti da Bulgaria, Croazia, Grecia, Romania, Slovenia e Regno Unito.
Gli studenti sono stati esaminati in aula tramite un questionario anonimo, contenente gli strumenti di misura dell’autostima, dello stato
d'animo depressivo, dell’anomia e dei comportamenti antisociali. I
dati sono stati raccolti con questionari autosomministrati sull'uso di
tabacco, alcool, cannabis e altre droghe illecite.
Sono state esaminate una serie di covariate all'uso di sostanze da parte
dei compagni e dei fratelli maggiori. Si sono riscontrati odds ratio più
elevati con la variabile “uscire quasi tutte le sere”, soprattutto in relazione al fumo (OR = 3.0) e per l’uso di sostanze da parte dei compagni
e fratelli più grandi: l'uso di cannabis da parte di coetanei e fratelli
più grandi è stata associata con l'uso di cannabis degli adolescenti (
OR = 2,5-3,6) e di qualsiasi droga (OR = 2,3-3,5), il fumo di tabacco
dei pari è stata associata con il fumo negli adolescenti (OR = 3,3 per i
maschi, 3,0 per le ragazze).
Tra i 3361 studenti nei Paesi Bassi di età compresa tra i 12 ai 18 anni
(dalla prima alla quinta della scuola secondaria), valutati con un questionario di 20 items nel quale è richiesto ai soggetti di stabilire gli attributi da associare al gruppo di pari e agli individui che ne fanno parte, ne è emerso che i bevitori e i fumatori appaiono più sicuri di sè,
socievoli e aggressivi.
Si sono identificate due categorie di pre-adolescenti che bevono e
fumano più di altri: coloro che sono socievoli e sicuri di sé e coloro
che sono aggressivi ed emotivamente insicuri. Bevitori e fumatori ottengono un punteggio più basso sui risultati e sul rendimento scolastico, e un punteggio più alto sull’aggressività e sulla disattenzione
(Engels et al., 2006).
In uno studio condotto negli Stati Uniti su 13.718 studenti delle scuole superiori di grado undicesimo (età media 15,4 anni) che partecipano al National Longitudinal Study di Adolescent Health, si è evidenziato come in tutte le fasi di coinvolgimento con la cannabis (inizio
della sperimentazione, avvio di un uso regolare, la progressione verso
un uso regolare, la mancata interruzione, l’uso sperimentale, il fallimento nei tentativi di smettere, l'uso regolare), i più forti fattori predittivi sono rappresentati dal coinvolgimento dei pari con le sostanze,
31
32
la delinquenza e problemi collegati alla scuola. In questo campione
basato sulla popolazione, il 13% dei non consumatori al tempo 1, ha
utilizzato cannabis un anno dopo (al tempo 2, il 10% in via sperimentale e il 3% regolarmente).
Più della metà (55%) degli adolescenti che avevano sperimentato la
cannabis al tempo 1 ha continuato ad utilizzare la cannabis sia sperimentalmente (37%) sia regolarmente (18%). La grande maggioranza
degli utenti regolari al tempo 1 ha continuato ad usare la cannabis
(53% su base regolare e il 20% sperimentalmente). Questi numeri indicano che l'iniziazione tende a tradursi in continuazione (Van den
Bree et al., 2005).
Niemelä et al. (2006), in uno studio su una popolazione di 2306 ragazzi finlandesi nata nel 1981, reclutati durante la chiamata per il sevizio militare obbligatorio nel 1999, hanno concluso che l'uso di alcol
associato a ubriachezza in ragazzi finlandesi di 18 anni è culturalmente normativo ed è associato alla competenza sociale; l'ubriachezza è
meno comune invece tra coloro che hanno minori abilità sociali.
Le variabili relative all’apprendimento sociale, gli atteggiamenti dei
pari (prevalenza di norme favorevoli a un comportamento deviante),
l’approvazione personale (adozione di norme devianti) e il comportamento dei pari hanno un effetto sulla frequenza dei consumo e
dell’abuso di alcol.
Le aspettative sull’alcool e la delinquenza tra i pari predicono il consumo di alcol degli adolescenti.
Uscire quasi tutte le sere e l'uso di cannabis da parte dei pari e dei
fratelli maggiori è associato con l'utilizzo di cannabis degli adolescenti. Avere problemi scolastici è un forte predittore in tutte le fasi di
coinvolgimento con la cannabis (inizio della sperimentazione, avvio
di un uso regolare, la progressione verso un uso regolare, la mancata
interruzione, l’uso sperimentale, il fallimento nei tentativi di smettere, l'uso regolare).
2.2.2 Famiglia
Ci sono numerosi studi sull'associazione tra fattori familiari e l’uso di
sostanze negli adolescenti. In particolare, sono fattori predittivi l’uso
di sostanze da parte dei genitori e dei fratelli e la mancanza di supervisione dei genitori.
Merikangas e Avenevoli (2000) presentano alcuni dei risultati dello
studio Yale sulla Famiglia, comprendente 340 probandi con un disturbo da uso di sostanze, un gruppo di confronto psichiatrico di probandi con disturbi d'ansia e un gruppo di controllo. Sono state raccolte informazioni su 1.626 parenti di primo grado. Lo studio ha seguito
203 probandi di età compresa tra 7-17 anni per otto anni. I risultati
hanno indicato un‘aggregazione familiare dei disturbi da uso di sostanze in adulti e bambini.
L’utilizzo di sostanze all’interno della famiglia comporta dinamiche
sfavorevoli tra genitori e figli che possono incrementare la “vulnerabilità” dei bambini rispetto ad un successivo uso di sostanze (Kumpfer
e Bluth, 2004 ). Gli adolescenti i cui genitori usano sostanze hanno
maggiori probabilità di essere influenzati da amici che fanno uso di
sostanze rispetto a chi ha genitori che non utilizzano sostanze (Li et
al., 2002).
In uno studio condotto dal Centro di Ricerche di Pittsbourg su alcol e
gli adolescenti, con un campione di età compresa tra i 14 e i 17 anni
(194 provenienti da un programma di trattamento clinico, 170 dalla
comunità), è risultato che gli adolescenti con una supervisione inadeguata hanno una maggior probabilità di bere alcol in una varietà di
situazioni e una maggiore probabilità di sviluppare disturbi da uso di
alcol (Clark et al., 2005). D'altra parte, ricevere un alto livello di sostegno dalla famiglia sembra funzionare come un ammortizzatore del
rischio: si riduce il rischio associato con l'aspettativa negativa di riduzione della tensione e con una disposizione ad evitare le strategie di
coping (Catanzaro e Laurent, 2004).
La Genitorialità autorevole è stata identificata come un fattore protettivo che impedisce o limita l’uso di sigaretta e il consumo di cannabis,
ed è stata misurata in una popolazione di 1.461 studenti (sesto-ottavo
33
34
grado delle scuole pubbliche) nel Colorado Front Range (Stephenson
e Helme, 2006). I processi familiari prosociali (regole, monitoraggio e
attaccamento) hanno un impatto significativo sulla scelta dei pari da
parte del figlio, diminuendo il coinvolgimento con coetanei antisociali e avendo un effetto sfavorevole sull'inizio dell’uso della sostanza
(Oxford et al., 2001).
Processi decisionali indipendenti (ad esempio libertà nel scegliere
come vestirsi, come mangiare, quando e cosa guardare in televisione)
predicono una progressione verso un uso regolare nei ragazzi; attività
con la madre (discutere insieme dei voti scolastici e dei problemi personali) predice l'interruzione del regolare consumo di cannabis per i
ragazzi e le ragazze (Bree Van den et al., 2005).
Gli adolescenti che riferiscono di relazioni sane e di una comunicazione aperta con i loro genitori, percepiti come un sostegno, sono
meno coinvolti nel consumo di droga (Stronski et al., 2000). I legami
sociali negli adolescenti non influiscono i rapporti tra il comportamento nella prima infanzia e l’uso di droghe in età adulta (Ensminger
et al., 2002).
Il monitoraggio familiare, le regole, i conflitti ed i legami predicono il
rischio individuale di iniziare l’uso di sostanze illegali in adolescenza.
Un ambiente familiare, accogliente e solidale caratterizzato da un forte legame familiare e un basso livello di conflittualità prevede un
minor rischio per l'iniziazione all’uso di stupefacenti durante l'adolescenza. Un buon controllo e una buona supervisione dei genitori, caratterizzata da una stretta sorveglianza e da regole familiari chiare sul
comportamento dei bambini, può ridurre significativamente il rischio
di iniziare l’utilizzo di droghe illecite. Un più elevato livello di attività antisociali da parte dei coetanei prevede un rischio significativamente più alto di iniziazione all’uso di droghe illecite. Questo studio
ha anche riscontrato che un più elevato livello di attività pro-sociali
tra pari predice un rischio significativamente inferiore di iniziazione
all’uso (Guo et al., 2002).
Capire la cultura del paziente e della sua famiglia può aiutare gli operatori sanitari che si occupano della salute degli adolescenti a promuovere comportamenti protettivi (Horigian et al., 2006).
I fattori di rischio familiari per lo sviluppo dell'uso di sostanze in adolescenza sono: l'uso o l’abuso di sostanze in famiglia e la mancanza di
supervisione dei genitori. I fattori di protezione sono: ambiente familiare accogliente e solidale, processi familiari pro-sociali (regole, monitoraggio) e l’attaccamento.
2.2.3 Attività sociali
Aleixandre et al. (2005) hanno rilevato che i soggetti che affermano
di partecipare molto spesso ad attività sociali consumano bevande (alcol fermentato e distillato) il 54% in più rispetto a quelli che affermano di non partecipare a queste attività.
Coloro che hanno indicato di aver viaggiato hanno un incremento del
36% del consumo di bevande alcoliche rispetto a coloro che non
hanno indicato di aver partecipato a queste attività. Viaggiare è anche
predittivo di un consumo di cannabis più elevato.
I soggetti che dicono di partecipare abitualmente a delle attività culturali consumano il 48% in meno rispetto ai soggetti che non partecipano a tali attività (2,24 sigarette di cannabis in meno a settimana). I
soggetti che hanno indicato di aver partecipano ad attività sportive
consumano tabacco il 59% in meno rispetto ai soggetti che non partecipano ad attività sportive.
La religiosità (partecipare a funzioni religiose, partecipare a gruppi
religiosi di giovani, ecc) è associata ad un rischio ridotto di iniziazione all’uso sperimentale di cannabis per le ragazze, di iniziazione ad
un uso regolare per i ragazzi e le ragazze insieme e di un uso sperimentale di cannabis nelle ragazze più giovani (Van den Bree et al.,
2005). Un centinaio di studenti olandesi del primo grado della scuola
secondaria (età media 12,29) e del quarto (età media 15,53) sono stati
valutati nel sondaggio sanitario nazionale (Thush et al., 2007). Ai partecipanti è stato chiesto di classificare delle parole stimolo il più rapi-
35
36
damente possibile (misura implicita per valutare la relazione tra alcol
e aspettative) e di rispondere ad affermazioni sugli effetti (positivi)
dell’alcol (misura esplicita).
Un più alto consumo di alcol è associato a forti percezioni implicite
ed esplicite positive sull’alcol, ad una percezione più debole degli effetti negativi dell’alcol e a percezioni esplicite più forti sul collegamento tra l’alcol e il livello di eccitazione. Complessivamente, le misure implicite costituiscono una misura predittiva significativa di episodi di abbuffate alcoliche dopo un anno, mentre quelle esplicite non
lo sono. Un’interazione a tre vie tra il livello scolastico, il genere e le
associazioni implicite negative predicono in misura significativa le
abbuffate alcoliche dopo un anno. Entrambe le percezioni sull’alcol
implicite ed esplicite sembrano avere un influenza sull’uso di alcol in
adolescenza (Thush et al.,2007 ; Wiers et al., 2005 ).
In uno studio longitudinale sulle famiglie relativo allo sviluppo del
rischio legato a disturbi da uso di alcol e altre sostanze, sono stati esaminati 258 ragazzi di età prescolastica insieme ai loro genitori biologici (60% famiglie in cui si consuma alcol, 40% gruppo di controllo, tutti americani caucasici). I problemi del sonno nella prima infanzia sono risultati un marker affidabile per il consumo di sostanze in
adolescenza. I problemi del sonno aumentano significativamente la
probabilità dell’insorgenza precoce di utilizzo di alcool, cannabis e
altri stupefacenti e anche un uso occasionale e regolare di sigarette
(Wong et al., 2004).
Le attività sociali aumentano il consumo di alcol e viaggiare il consumo di cannabis, attività culturali riducono il consumo di cannabis e
attività sportive il consumo di tabacco. La religiosità è protettiva
all’iniziazione del consumo di cannabis. Entrambe le cognizioni esplicite ed implicite legate all'alcol sembrano influenzare il bere negli
adolescenti. Problemi di sonno nella prima infanzia aumentano significativamente la probabilità di insorgenza precoce di uso di alcol,
cannabis e altre droghe.
2.2.4 Gruppi ad alto rischio a scuola
Ci sono popolazioni che possono essere identificate come gruppi ad
alto rischio. Come dimostrato in uno studio di Sussman et al. (2000),
le droghe sono utilizzate da una percentuale maggiore di giovani nelle scuole secondarie di continuazione (una scuola alternativa, prevista
per i giovani con meno di 18 anni che non risultano in grado di rimanere nel sistema scolastico regolare in California) rispetto alle normali scuole superiori. Il consumo di droga nell'ultimo mese, rilevato nella fase di valutazione che viene compiuta nelle prime settimane della
scuola primaria (n = 702) ha prodotto i seguenti risultati: sigarette
57%, alcool 65%, cannabis 55%, 21% stimolanti, allucinogeni 13%,
tutte le altre droghe 5-8%.
La rilevazione effettuata nel decimo grado delle scuole comprensive
superiori (n = 1208) ha messo in evidenza come l'uso nell'ultimo mese
di queste sostanze è pari al: 24% per le sigarette, 36% per l’alcol, 22%
per la cannabis, stimolanti 2%, allucinogeni 2%, tutte le altre droghe
1–3 %. Gli autori sottolineano come non siano le scuole superiori di
continuazione a provocare negli adolescenti l'uso di droghe. I predittori più consistenti di abuso di sostanze e di dipendenza in questo
studio sono stati l’interesse verso la dipendenza, l’uso attuale di droghe e le intenzioni di usare, e l'uso di droghe da parte di amici (Sussman et al., 2000).
2.2.5 Gruppi ad alto rischio in comunità
I giovani diagnosticati con un disturbo della condotta (mediante delle Schede di Interviste Diagnostiche per il DSM IV per la diagnosi dei
disturbi di salute mentale attuali e riferiti all’arco della vita) sono stati
trovati con un tasso più alto di utilizzo di sostanze e di disturbi da utilizzo di sostanze in uno studio su 406 diciasettenni del sistema di affidi nel Missouri. Nello studio sono emerse forti relazioni tra l’avere
una diagnosi di disturbi della condotta e tutti i tipi di uso di sostanze
e disordini, attuali e riferiti all’arco della vita. Quasi la metà dei giovani in affido di questo campione ha utilizzato sostanze illecite durante la sua vita. Più di un terzo soddisfa i criteri per i disturbi da uti-
37
38
lizzo di sostanze. I giovani in affido che stanno utilizzando sostanze
illecite potrebbero utilizzarle seriamente e potrebbero avere un disturbo di abuso o di dipendenza (Vaughn et al., 2007).
Bambini e adolescenti che vivono soprattutto in comunità sembrano
mostrare fattori di rischio differenti rispetto a quelli che vivono in abitazioni private. Ford et al. (2007), hanno incrociato tre indagini di
bambini britannici accuditi dalle autorità locali (n = 1 453) e uno studio di bambini accuditi in famiglie private (n = 10 428). I bambini in
comunità avevano una maggiore prevalenza di disturbi psichiatrici
rispetto alla maggior parte dei bambini svantaggiati che vivono in abitazioni private. Le variabili legate agli affidi sono risultate fortemente collegate alla salute mentale. I bambini sotto tutela hanno la
più forte associazione con i disturbi in cui i fattori ambientali giocano
un ruolo importante come i disturbi da stress post-traumatico e i disturbi della condotta. Le ragazze sviluppano più facilmente un disturbo da stress post traumatico, i ragazzi sono più spesso diagnosticati
con disturbi da iperattività e disturbi della condotta o oppositivi provocatori.4
Schmid et al. (2006) hanno studiato 689 adolescenti con un'età media
di 14,4 anni (SD = 2.9) provenienti da 20 istituti di cura residenziali. I
risultati delle loro ricerche suggeriscono che gli adolescenti in comunità sono un gruppo ad alto rischio per quanto riguarda i disturbi psichiatrici e l’uso o l’abuso di sostanze (Tabella 2.2).
4
Disturbo oppositivo provocatorio (ODD): ICD-10: F91.3. Secondo l'American Academy
of Child and Adolescent Psychiatry (AACAP) ODD 'descrive un modello di comportamento non cooperativo, provocatorio e ostile nei confronti di figure autoritarie che interferisce gravemente con il funzionamento quotidiano del ragazzo'. I sintomi possono
includere: 'frequenti attacchi di collera, discussioni eccessive con gli adulti, spesso sfida
attivamente o si rifiuta di rispettare le richieste o le regole degli adulti, spesso irrita deliberatamente gli adulti, spesso incolpa gli altri per i propri errori o comportamenti
scorretti, spesso è suscettibile o facilmente infastidito da altri, è spesso arrabbiato o
rancoroso, spesso dispettoso e vendicativo '. Ulteriori informazioni sono disponibili
presso:
http://www.aacap.org/cs/root/facts_for_families/ant_disorderchildren_with_oppositi
onal_defiant_disorder
I Gruppi ad alto rischio di adolescenti possono essere identificati.
Questi includono studenti delle “continuation high school”5 e adolescenti in affido.
È più probabile che gli adolescenti in cura residenziale abbiano un
disturbo psichiatrico e che utilizzino sostanze.
39
Tabella 2.2. Prevalenza delle diverse diagnosi psichiatriche
Diagnosi
Disturbi della condotta
(F 91, F 92)
ADHD
(F 90.0 + F 90.1)
Depressione
(F 32, F 34)
Enuresi
Abuso di sostanze
Prevalenze
Comunità
Popolazione generale
26% (+22% F 90.1)
6%
24%
3-6%
10,4%
1-5%
6% (14 anni)
8,8%
(14 anni)
2%
4% alcol (16 anni)
1% cannabis (14 anni)
La co-occorrenza di alti tassi di disturbi psichiatrici e un elevato rischio di sviluppare disturbi da sostanza in taluni sottogruppi della popolazione giovanile indica la necessità di porre una particolare attenzione ai disturbi psichiatrici giovanile ad un livello più individuale.
2.3 Rischi individuali
individuali e fattori protettivi
2.3.1 Effetti di genere
Ci sono prove che alcuni fattori di rischio e di protezione hanno effetti differenti nei ragazzi e nelle ragazze.
La maturazione puberale sembra avere un’influenza sull'uso
dell’alcol. In un campione di 4.500 ragazzi di età pari a 9-11–13 anni
frequentanti le scuole pubbliche del Nord Carolina, la maturazione
5
Scuole alternative per studenti considerati a rischio di non completare il percorso scolastico
40
puberale precoce ha predetto in entrambi i sessi il consumo di alcol e
un disturbo da utilizzo di alcol nelle ragazze. L’effetto dello sviluppo
morfologico è più forte in chi matura precocemente.
Il livello più alto di rischi per l’uso di alcol è stato trovato nei giovani
maturati precocemente con un disturbo della condotta e che frequentano coetanei devianti.
Una supervisione negligente ha predetto l’uso di alcol nelle ragazze
che maturano precocemente, mentre la povertà e i problemi familiari
sono risultati predittivi nei ragazzi che maturano precocemente (Costello et al., 2007 ).
Quelle ragazze che hanno sperimentato la pubertà precoce passano
più facilmente all’utilizzo di sostanze in confronto a coloro che maturano più tardi (Chung et al., 2005 ).
Le femmine timide hanno meno probabilità di essere consumatrici di
cannabis da adulte rispetto alle femmine non timide (Ensminger et
al., 2002).
Una review, Essau et al. (1998) hanno rilevato che la prevalenza dei
disturbi da uso di sostanze negli adolescenti è significativamente più
alta nei maschi che nelle femmine.
Sebbene i tassi di esposizione siano abbastanza simili per i maschi e le
femmine, i maschi hanno circa il doppio di probabilità delle femmine
di usare regolarmente e quattro volte più probabilità di essere utilizzatori forti (Rey et al., 2004).
In un auto-intervista di adolescenti in assistenza residenziale, Schmid
et al. (2006) hanno rilevato che il 27,4% dei ragazzi ha riportato problemi occasionali con l'utilizzo di sostanze e il 19% problemi evidenti, mentre per le ragazze le percentuali rispettive sono del 21,2% e del
9,5%.
Nella relazione degli assistenti, i tassi di consumo di sostanze sono risultati leggermente inferiori (Schmid et al., 2006). In una popolazione
di utilizzatori di sostanze in trattamento residenziale, le femmine riferiscono un utilizzo maggiore di crack o di cocaina e hanno una
maggiore probabilità di essere dipendenti da queste sostanze rispetto
ai loro colleghi maschi. Tuttavia, nessuna differenza di genere è stata
dimostrata nell'uso e nella dipendenza da altre droghe. Non si è trovata nessuna differenza di genere per le altre sostanze nell’alcool, nella cannabis e negli allucinogeni (Lejuez et al., 2007).
I ragazzi con una storia di depressione presentano un rischio incrementato di disturbo da uso di sostanze (nessun effetto nelle ragazze).
L'ansia aumenta il rischio di sviluppare un disturbo da uso di sostanze
nelle ragazze all'età di 16 anni (Sung et al., 2004). Anche
l’associazione tra uso di sostanze e comportamenti antisociali è risultata più forte per le ragazze rispetto ai ragazzi (Kokkevi et al., 2007).
La religione riduce il rischio di inizio del consumo sperimentale di
cannabis per le ragazze e la prosecuzione dell'uso sperimentale di
cannabis nelle ragazze più giovani. Come fattore di rischio familiare,
prendere le decisioni in maniera indipendente è predittore dello sviluppo di un uso regolare di cannabis per i ragazzi (Van den Bree et
al., 2005).
In generale, i ragazzi sono a più alto rischio di uso di sostanze rispetto
alle ragazze. Per quanto riguarda i disturbi di salute mentale, la prevalenza del disturbo della condotta è maggiore nei maschi, mentre i
disturbi di internalizzazione e quello post-traumatico da stress sono
più comuni nelle ragazze. Tuttavia, tra i bambini con comportamenti
antisociali le ragazze, e non i ragazzi, sono a più alto rischio per l'uso
di sostanze.
2.3.2 Personalità e temperamento
Alcuni tratti di personalità e le attitudini sono associati ad un più alto
rischio di uso di sostanze. Le dimensioni del temperamento sono correlate all'uso di sostanze e un’analisi di modellazione strutturale ha
mostrato effetti indiretti attraverso i costrutti dell'auto-controllo
(Wills et al., 2001).
Si è dimostrato come un buon auto-controllo porti con sé maggiori
competenze accademiche e abbia un effetto diretto su un minor utilizzo di sostanze in adolescenza, mentre un autocontrollo scadente ha
41
42
un impatto che si traduce con un maggior numero di eventi di vita
negativi e maggiori affiliazioni con coetanei devianti (Wills et al.
2001).
Bergen et al. (2004) hanno anche dimostrato che un fallimento accademico predice l'uso di alcol, di tabacco e di cannabis, persino dopo
aver controllato l’influenza dei fattori socio-demografici e della depressione, dell’ansia e del comportamento antisociale.
Essere timido è risultato protettivo per l’uso di cannabis (Ensminger
et al., 2002 ): le femmine timide hanno meno probabilità di diventare
utilizzatrici di cannabis in età adulta rispetto a coloro che non sono
risultate timide. I legami sociali in adolescenza non moderano la relazione tra i comportamenti precoci negativi e l’uso di droghe in età
adulta.
Catanzaro e Laurent (2004) hanno esaminato una serie di motivi associati al bere alcolici attraverso l’utilizzo di tre strumenti: l’Alcohol
Outcome Expectancy Questionnaire (AOEQ) che misura le aspettative di risultato associate al bere, la scala Negative Mood Regulation
(NMR scale) che misura la regolazione negativa dell’umore e la scala
Reasons for Drinking, che studia i motivi per i quali le persone bevono. E’ risultato che un’aspettativa negativa di debole regolazione
dell’umore potenzia qualsiasi rischio. Bere di recente, bere nell’arco
della vita e il numero di ubriacature sono tutte associate positivamente con una forte aspettativa che l’alcol riduca la tensione. Bere per
fronteggiare le situazioni media queste relazioni. Il più alto livello di
ubriacature e il più alto livello di bevute con il fine di far fronte alle
situazioni in cui ci si trova è stato osservato in coloro che hanno punteggi più a rischio in entrambe le misure (es. più alti livelli di strategie di evitamento e di riduzione della tensione nel coping).
Le aspettative sull’alcool, misurate dal AEQ-3 (Alchol Expectancy
Questionnarie) predicono il consumo di alcol in adolescenza (Barnow
et al. 2004).
La valutazione del livello di sensation-seeking (ricerca di sensazioni)
effettuata con la scala Brief Sensation Seeking Scale (BSSS), la valutazione dell’uso di cannabis e di sigarette, dell’intenzione di consumare
e degli atteggiamenti, dimostra che la sensation-seeking è positivamente correlata con 9 delle 12 variabili che identificano l’uso di cannabis e di sigarette (ad esempio l’uso nella vita, l’uso regolare di cannabis, e atteggiamenti positivi nei confronti del fumare) (Stephenson
and Helme, 2006 ).
Cohen et al. (2007) hanno esaminato gli adolescenti con un’età media
di 13,7 anni. Il disturbo di personalità è stato associato con un aumento del rischio di concomitanti disturbi da uso di sostanze, così come
l’aumento di una successiva comparsa del consumo di cannabis. Anche se va aggiunto che tra i bambini di questa età questi sintomi sono
meglio inquadrati come tratti della personalità poichè i disturbi di
personalità non dovrebbero essere diagnosticati prima dell'età di 16
anni.
Un buon auto-controllo di sé porta ad un minor uso di sostanze in
adolescenza. Essere timido può essere protettivo per il consumo di
cannabis nelle femmine. Una debole regolazione dell'umore negativo,
una forte aspettativa di riduzione della tensione dell’alcool e bere per
far fronte alle situazioni di stress aumenta il rischio di bere alcolici.
La ricerca di sensazioni è associata all’uso di sigaretta e di cannabis.
2.3.3 Psicopatologia
Nello sviluppo dell'uso di sostanze, i problemi di salute mentale hanno una forte influenza. Per esempio, la prevalenza di problemi comportamentali, come il comportamento antisociale, il farsi male,
l’umore depresso e i tentativi di suicidio, sono nettamente superiori
nei consumatori di cannabis rispetto ai non consumatori e aumentano
ancora di più negli utilizzatori di altre droghe illecite (Stronski et al.,
2000 ).
Anche lo sviluppo mentale infantile predice i problemi di uso di alcol
in adolescenza. Essi sono associati con la persistenza dei problemi di
alcol in adolescenza e predicono l’esito dei disturbi di uso di alcol in
età adulta (Clark, 2004 ). Una scarsa capacità di adattamento e la pre-
43
44
senza di problemi psicologici sono collegati ad un orientamento sulle
ubriacature non-normativo.
L’ubriacatura frequente è comune tra gli utenti tardo-adolescenti dei
servizi di salute mentale (Niemela et al. 2006). I disturbi psichiatrici
sono fortemente associati con lo sviluppo di disturbi da uso di sostanze, sia come fattore di rischio premorboso sia come una conseguenza
(Merikangas sequele e Avenevoli, 2000). Gli adolescenti con un disturbo da uso di sostanze hanno numerosi problemi, inclusi i disturbi
di comorbilità psichiatrica (Bukstein et al., 2005 ).
In un sondaggio per conto del Dipartimento della Salute in Inghilterra (Meltzer et al, 2003), è risultato che il 32% dei ragazzi tra gli 11 e i
17 anni erano fumatori attuali e solo il 36% non aveva mai provato a
fumare. I bambini con un disturbo mentale sembrano avere molte più
probabilità di fumare. All’incirca metà dei giovani con un disturbo
mentale sono attualmente fumatori, in confronto al 19% di coloro
che non hanno un disturbo mentale. Tra i bambini con un disturbo
emozionale, il 65% sono attualmente fumatori. Nell’indagine il 45%
degli 11-17enni non hanno mai bevuto una bevanda alcolica e un
quarto ha bevuto almeno una volta nell’ultimo mese. I bambini con
un disturbo mentale hanno più probabilità di essere dei bevitori regolari rispetto ai bambini senza disturbo mentale: il 5% dei bambini con
un disturbo mentale riporta di aver bevuto quasi tutti i giorni mentre
tale percentuale si azzera nei bambini senza disturbi. Tra i bambini
con un Disturbo della condotta, il 6% ha bevuto quasi ogni giorno, e
un quarto dei bambini con un disturbo emotivo ha bevuto una o due
volte alla settimana.
I bambini con un disturbo mentale sembrano anche avere più probabilità di iniziare a bere in giovane età: il 27% dei bambini con un disturbo mentale ha cominciato a bere all'età di 10 anni o meno, rispetto all’ 11% di quelli con nessun disturbo. In questa ricerca la droga
più comunemente riportata è la cannabis: un quinto dei ragazzi tra gli
11 e i 17 anni hanno dichiarato di averla usata in qualche momento
della loro vita. Di questi bambini, la metà (11% di tutti i bambini)
l’avevano utilizzata negli ultimi 30 giorni. Il consumo di cannabis è
risultato più diffuso tra i ragazzi e tra i bambini più grandi. I bambini
con una disturbo mentale avevano una probabilità tre volte maggiore
rispetto ai bambini senza disturbi di avere fatto uso di cannabis
nell'ultimo mese: 19% rispetto al 6%.
I bambini con un disturbo mentale sono più propensi ad iniziare a bere in giovane età e ad utilizzare cannabis nell'ultimo mese.
2.3.3.1 La psicopatologia dell’esternalizzazione,d
dell’esternalizzazione,dell’internalizzazione
,dell’internalizzazione
e l’uso di sostanze
La ricerca sulle comorbilità è stata spesso interpretata per dimostrare
un modello a doppio processo in cui si arriva all’utilizzo di sostanze e
ai disturbi da utilizzo di sostanze attraverso sia dei comportamenti
devianti (in particolare disturbi della condotta) sia attraverso i disturbi di internalizzazione (tra cui l'ansia e la depressione). Nell'analizzare i dati dello studio AddHealth, Dierker et al. (2007) hanno trovato
dei supporti all’ipotesi dello schema duale: la depressione predice nelle giovani di sesso femminile l’assegnazione a un gruppo di fumatori.
King et al. (2004) hanno trovato che la depressione può predire l'inizio dell'uso di sostanze lecite nella prima adolescenza. Anche se questi risultati si riferiscono soltanto al fumo, Wittchen et al. (2007)
hanno potuto dimostrare che i disturbi di internalizzazione (disturbi
depressivi e ipomania o mania) sono associati con il consumo di cannabis e con il disturbo da uso di cannabis indipendentemente dai disturbi di esternalizzazione (ADHD, disturbo oppositivo provocatorio,
disturbo della condotta).
aggressivo: le migliori
Disturbo della condotta e comportamento aggressivo
prove sono state trovate per la correlazione tra i disturbi di esternalizzazione come l’ADHD e i disturbi della condotta. Ma i comportamenti problematici come il comportamento aggressivo (Unger et al.,
2003) o il comportamento antisociale (Kokkevi et al., 2007) sono anche fortemente correlati con l'uso di sostanze. L’aggressione fisica,
misurata in 631 studenti frequentanti le scuole di continuazione in
California attraverso una scala a 14 item adattata dall’originale
45
46
“Conflct Tactics Scale”, è stata associata ad un più alto rischio di uso
di sigaretta, cannabis e altre droghe (Unger et al., 2003).
Una aggressione di tipo non fisico è associata ad un rischio maggiore
di uso di sigarette, alcol, cannabis e altre droghe. Al contrario,
l’utilizzo di modalità non aggressive per risolvere i conflitti è associata ad un minor rischio di uso di sigarette. I sintomi dei disturbi della
condotta sono risultati dei forti predittori per lo sviluppo di disturbi
da uso di alcol in una popolazione di 506 ragazzi provenienti dallo
studio sui giovani di Pittsburgh (uno studio longitudinale cominciato
nel 1987-88 con studenti del settimo grado scolastico, valutati nei loro primi 20 anni; età media 20.4) (Pardini et al., 2007 ). Si è constatato che i problemi di condotta precoci aumentano la vulnerabilità individuale all’utilizzo di cannabis in 2436 studenti norvegesi di 12-16
anni della scuola secondaria (Pedersen et al., 2001). Una forte associazione tra i problemi di condotta e l’iniziazione alla cannabis sono stati
osservati ad un livello che molto probabilmente è subclinico, misurato con la scala di comportamenti antisociali Olweus. Gli effetti sono
significativamente più forti per le ragazze (Pedersen et al., 2001 ).
I comportamenti delinquenziali (misurati dal CBCL) sono un forte
predittore dell’uso di sostanze (Ferdinand et al., 2001 ). Mason et al.
(2003) hanno trovato che la delinquenza aumenta l’uso di sostanze,
ma l’uso di sostanze non aumenta la delinquenza. Gli studi
sull’evoluzione del disturbo della condotta e dei comportamenti aggressivi dimostrano che il nucleo di questi pazienti ha un alto rischio
di delinquenza. Allo stesso tempo, review su giovani delinquenti arrestati mostrano una maggiore percentuale di abuso di sostanze e disturbi da abuso di sostanze nei delinquenti rispetto alla popolazione
generale. In una corte di 350 adolescenti etichettati come delinquenti
Friedman e Terras (1999) hanno trovato che il comportamento sociale e la variabile “relazioni tra pari a rischio” sono più fortemente collegate al grado di abuso e uso di sostanze rispetto alle variabili di rischio legate ai problemi familiari (36% verso il 12% della varianza).
Fattori protettivi, come il comportamento conformista e la presenza
di legami convenzional, sono risultati più potenti dei fattori di rischio
legati ai comportamenti sociali nel predire la risposta al trattamento e
gli esiti dell’abuso di sostanza più gravi. Pertanto, molte strategie di
lavoro nei disturbi di condotta aggressiva nei bambini o negli adolescenti con delinquenza precoce si focalizzano sugli interventi multisistemici. Una review Cochrane sulle terapie multisistemiche per i
problemi comportamentali, emotivi e sociali nei giovani di età compresa tra i 10 e i 17 ani (Littel et al. 2005) ha mostrato risultati ambigui dopo aver esaminato 266 titoli e abstracts. Gli autori identificarono 35 studi unici, al di fuori di questi articoli, e sono giunti alla conclusione che mentre non c'è evidenza che la terapia multisistemica
abbia effetti dannosi in gioventù, l'evidenza di efficacia della terapia
multisistemica comparata con gli altri interventi è contraddittoria.
Woolfenden et al. (2006) hanno condotto una review Cochrane su
interventi familiari e genitoriali sui bambini e adolescenti con disturbi della condotta e delinquenziali. Dei 970 titoli della letteratura esaminati, solo 8 esperimenti incontrano i criteri di qualità per
l’inclusione nella review. Sono stati randomizzati un totale di 749
bambini all’interno delle loro famiglie, per ricevere un intervento
familiare o genitoriale o per essere assegnati al gruppo di controllo. Le
evidenze di queste ricerche sperimentali suggeriscono che gli interventi familiari e genitoriali per i giovani delinquenti e le loro famiglie
hanno effetti benefici nel ridurre il tempo trascorso negli istituti e nel
di ridurre un possible numero di arresti successivi. Prima di essere incarcerati alcuni delinquenti e bambini con disordini della condotta
vivono in strada come i cosiddetti bambini di strada o “bambini in fuga”. Thompson et al. (2005) hanno descritto un rischio particolarmente alto di abuso di sostanze in questi bambini. Essi hanno confrontato i giovani in fuga nei ricoveri di emergenza e nei centri di detenzione giovanile negli Stati Uniti e hanno scoperto che i giovani in
fuga ammessi al carcere minorile (n = 121) avevano un livello proporzionalmente più elevato di problemi comportamentali, tra cui
l’uso di sostanze, rispetto ai giovani ammessi nei servizi di ricovero (n
=156). L’uso di alcol o cannabis è risultato fortemente associato in entrambi i gruppi con il consumo di altre sostanze. In conclusione, l'e-
47
48
videnza mostra che la psicopatologia dell’esternalizzazione, soprattutto i disturbi della condotta, il comportamento aggressivo e la delinquenza, sono connessi ad un rischio più elevato di sviluppo successivo
di disturbi da uso di sostanze e con l'inizio dell’uso di sostanze.
Sottogruppi speciali potrebbero rappresentare un target per gli approcci di prevenzione indicata a livello individuale. Processi di selezione hanno portato ad un sovra-campionamento di tali gruppi ad alto rischio nelle case e nelle istituzioni per bambini, nei rifugi per i
bambini senzatetto e per i giovani in fuga, e nel sistema penale minorile. Pertanto, gli interventi specifici potrebbero e dovrebbero essere
progettati per questi gruppi ad alto rischio.
Problemi della condotta, comportamenti aggressivi e delinquenziali
sono forti predittori per l’uso di sostanze
ADHD: la sindrome da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) è
ADHD
stata identificata da alcuni ricercatori come un fattore di rischio per
lo sviluppo dell’uso o abuso di sostanze. Circa un quarto degli individui che entrano in trattamento per l’uso di sostanze soddisfano i criteri del DSM IV per l’ADHD. Tra gli individui con disturbi da uso di
sostanze, vi è una forte associazione tra disturbo della condotta o disturbo antisociale di personalità e ADHD (Schubiner et al., 2000).
Negli studi sui giovani di Pittsburgh, i sintomi dell’ADHD hanno poco o nessun impatto sullo sviluppo dei disordini da uso di alcol dopo
che si è introdotto un controllo per l’effetto delle co-occorrenze di
forme psicopatologiche. Il più alto rischio di sviluppare il disturbo da
uso di alcol nei giovani è associato con sintomi di co-occorenze depressive e di disturbi della condotta. (Pardini et al 2007).
In una review Lynskey e Hall (2011) giungono alle conclusioni che la
maggior parte dell’associazione tra ADHD precoce e utilizzo di sostanze successivo può essere spiegato dall’associazione tra ADHD e i
problemi della condotta che hanno dimostrato di influenzare la propensione successiva all’uso di sostanze e all’uso improprio. Sembra
plausibile che i problemi da uso di sostanze siano più facilmente asso-
ciati con il sottotipo iperattivo dell’ADHD. Recentemente Fergusson
et al (2007) hanno testato tre modelli relativi alla relazione tra problemi di condotta, problemi dell’attenzione e disturbi da uso di sostanze.
I tre modelli possono essere formulati così:
• problemi comportamentali e problemi di attenzione sono i riflessi di una dimensione più generale dei comportamenti di
esternalizzazione
• problemi di condotta e problemi di attenzione hanno conseguenze altamente specifiche (teoria della doppia via)
• problemi di condotta e problemi di attenzione si combinano
influenzando gli esiti successivi in maniera non-additiva.
Fergusson et al. (2007) hanno dimostrato che:
• I problemi di condotta sono generalmente collegati ad un
successivo abuso di sostanze
• I problemi di attenzione non sono collegati ad un successivo
abuso di sostanze quando si inseriscono nell’analisi statistica i
problemi di condotta come confondenti (eccezione: abuso di
cannabis).
La maggior parte dell’associazione tra ADHD precoce e utilizzo da sostanze successivo può essere spiegata dall’associazione tra ADHD e i
problemi di condotta
I comportamenti di internalizzazione: un’associazione tra dipendenza
o abuso di alcol e disturbi depressivi è stata dimostrata da Spak et al.
(2000) nello studio sulla popolazione svedese multiscopo ‘Women
and Alcohol in Goeteborg’. Aver sperimentato problemi psichiatrici o
psicologici durante la crescita prima dei 18 anni, così come
un’intossicazione precoce da alcol, è associato sia con l’abuso o la dipendenza da alcol sia con i disturbi depressivi. Sfortunatamente, i
problemi psicologici o psichiatrici non sono stati specificati. Non è
stata trovata nessuna associazione significativa tra elevati consumi di
49
50
alcol e gli episodi di pesanti bevute da una parte, e i disordini depressivi dall’altra.
All’interno di un campione di adolescenti che hanno una depressione
maggiore e un disturbo da uso di sostanze, coloro che hanno sperimentato prima la depressione maggiore hanno più facilmente una dipendenza da cannabis (Libby et al., 2005 ).
Per quanto riguarda il comportamento suicida, adolescenti che hanno
portato a compimento il suicidio o che lo hanno tentato, descritti in
un campione clinico e di comunità, hanno tassi più elevati di uso di
alcol, droghe illecite e presenza di problemi in confronto agli adolescenti non suicidari. Una comorbilità psicopatologica che è comune
negli abusatori adolescenti di sostanze incrementa significativamente
il rischio di suicidi tentati e completati (Esposito-Smythers and Spirito, 2004 ). Si è ipotizzato che vi è un effetto reciproco della depressione o delle tendenze suicidarie con l’uso di sostanze. In un’altra ricerca, adolescenti con problemi di internalizzazione collegati all’ansia
o al ritiro/isolamento sembrano avere un basso rischio di sviluppare
disturbi da uso di alcol (Pardini et al., 2007). L’uso di cannabis è collegato alla depressione (indipendentemente dall’età) (Fergusson et al.,
2002 ). Inoltre, la depressione o l’ansietà e la cannabis sono collegate
indipendentemente dal background familiare e individuale (incluso il
genere dei bambini, l’educazione materna, il reddito della famiglia, lo
status e la qualità coniugale materna), e l’uso frequente è associato ad
un aumento dell’ansia e della depressione (Hayatbakhsh et al., 2007).
Wittchen et al. (2007) hanno trovato in uno studio longitudinale a 10
anni che i disturbi dell’umore (inclusi i disturbi bipolari-ipomania e
mania) hanno predetto un aumento del tasso di uso di cannabis e di
disturbi da uso di cannabis, con l’eccezione della distimia, che non
predice il disturbo da uso di cannabis. Questa predizione potrebbe essere confermata dopo aver inserito nel modello di analisi la presenza
di disturbi di esternalizzazione.
Per i disturbi di ansia, i risultati sono variabili, e potrebbero essere
spiegati dall’osservazione che nella prima decade di vita, i disturbi di
ansia hanno una stabilità relativamente bassa (Wittchen et al., 2007).
I disturbi depressivi hanno un’associazione con l’abuso o la dipendenza di alcol e con la dipendenza da cannabis. Ci sono anche reciproci
effetti tra le tendenze suicidarie e l’uso di sostanze. I disturbi
dell’umore (inclusi i disturbi bipolari-ipomania e mania) predicono
l’aumento del tasso di uso di cannabis e di disturbi da uso di cannabis.
Per i disturbi di ansia, i risultati sono variabili.
Gli eventi di vita stressanti e il PTSD: l’abuso sessuale precoce è risultato associato con l’uso di sostanze sia nei ragazzi sia nelle ragazze
(Bergen et al., 2004 ) in un campione di adolescenti di età compresa
tra i 13 e 15 anni in Australia e Nuova Zelanda
In un altro studio si è trovato che giovani con disturbi post-traumatici
da stress (PSTD) avevano un tasso più alto di disturbi e di utilizzo di
sostanze, con una forte relazione tra l’essere diagnosticati con un disturbo di condotta e tutti i tipi di utilizzo o disturbi, sia attuali sia riferiti all’arco della vita (Vaughn et al., 2007 ).
Lipschitz et al. (2003) hanno studiato 104 adolescenti che hanno ricevuto cure mediche in una clinica per adolescenti. In confronto con le
ragazze traumatizzate senza il PTSD, le ragazze con un PTSD totale o
parziale hanno significativamente più probabilità di utilizzare regolarmente nicotina, cannabis e/o alcol.
In una popolazione turca di dipendenti da sostanze in cerca di trattamento, i livelli di abuso o abbandono in età infantile sono risultati
più alti. Questa scoperta supporta l’idea che l’essere stati abbandonati
o abusati in età infantile contribuisce ad una prevalenza più alta di
depressione maggiore, di PTSD, di fobie specifiche e disturbi di personalità in una popolazione di dipendenti da sostanze. In aggiunta, la
gravità della depressione e dell’ansia sono collegate con l’abuso e
l’abbandono in età infantile (Evren et al., 2006a,b).
Morojele e collaboratori (Morojele et al. 2006a,b; Morojele e Brook,
2006) giungono alle seguenti conclusioni. Più è grande il coinvolgimento degli adolescenti nell’uso di varie sostanze, più è grande la
probabilità di essere stati vittime di più di un tipo di violenza. Si è an-
51
52
che osservato che l’essere stati coinvolti in comportamenti delinquenziali è collegato ad una più ampia vittimizzazione.
L’uso di alcol e cannabis nei pari è collegato anche ad una vittimizzazione multipla. L’uso di sigarette e alcol nei genitori ha predetto la
probabilità degli adolescenti di essere stati multi-vittimizzati.
L’ingresso precoce nei disturbi della condotta è associato con l’uso
precoce di cannabis e un maggior uso di droghe cinque anni più tardi.
Coloro che hanno riferito di aver avuto esperienze negative di discriminazione molto precocemente (prima dei 12 anni) hanno più
probabilità di manifestare problemi di condotta e di segnalare un uso
precoce di droghe. La combinazione di una discriminazione precoce e
problemi comportamentali precoci li mette di fronte ad a rischio più
elevato di un uso successivo e di un possibile abuso (Gibbons et al.,
2007 ). Queste scoperte comunque dovrebbero essere interpretate con
cautela poiché le due variabili (disturbi di condotta e discriminazione) rischiano di essere facilmente confuse. La discriminazione è stata
auto-riferita senza dati oggettivi.
Abuso infantile, abbandono e disturbo da stress post-traumatico sono
associati con l'uso e l’abuso di sostanze.
Poiché i dati dimostrano che le variabili individuali possono influire
fortemente sullo sviluppo del consumo e l'abuso di droga, si ritiene
necessario concentrarsi sulla conoscenza delle sottotipizzazioni e delle traiettorie individuali del consumo di sostanze.
2.3.4 Traiettorie di rischio
rischio collegate alle sostanze
Molti studi forniscono informazioni longitudinali sull’evolversi
dell’uso e abuso di sostanze in adolescenza. La maggior parte di loro
riguarda l’evoluzione del consumo di alcol e solo una piccola parte
della cannabis. Come riportato nella sezione 2.1 sono preferiti gli studi che forniscono un'analisi adeguata del cambiamento e che si basano su un periodo di tempo e un’ampiezza del campione sufficienti.
Negli studi longitudinali deve sussistere una distinzione tra due approcci. Gli approcci basati sulle variabili utilizzano tipicamente campioni molto ampi, statistiche di tipo aggregato (medie, deviazioni
standard) e modelli di regressione logistica e standard per fare inferenze sulle variabili nel campione nel suo insieme, o per disaggregare
per i maggiori fattori socio demografici (Windle and Wiesner, 2004).
L’approccio orientato alla persona invece, riconosce esplicitamente
l’importanza delle variazioni nelle traiettorie di cambiamento intraindividuali. Dalla modellazione statistica inoltre, deve essere stabilito se la traiettoria di gruppo nel suo insieme contiene al suo interno
differenti sottogruppi le cui traiettorie hanno differenti forme (come
pure differenti antecedenti e conseguenze). Nel resto di questa sezione, il focus è sull’approccio orientato alla persona. Utilizzando le informazioni sull’evoluzione dei sottotipi e dei loro fattori di influenzamento possibili, l’ideazione e la pianificazione degli interventi può
diventare più sfumata comprendendo e lavorando con le tendenze di
sviluppo in corso. Ci sono numerosi studi sull’evoluzione del consumo e abuso di alcool durante l'adolescenza. In particolare, per quanto
riguarda il binge drinking. Chassin et al (2002) hanno trovato diverse
traiettorie: un gruppo che ha episodi molto forti di binge drinking e
precocemente, un gruppo che ha episodi più moderati e con un inizio
tardivo, e un gruppo di bevitori che ha episodi con una frequenza
bassa (la traiettoria del gruppo dei non-bingers, 40% del campione,
era nota in anticipo). Tutti i tre gruppi di bevitori hanno un rischio
accresciuto di abusare sostanze o di diventare dipendenti rispetto ai
non bevitori, con il gruppo di forti bingers precoci al più alto rischio
(Chassin et al., 2002 ). Una classificazione simile è stata già descritta
da Hill et al. (2000). Nel progetto di Sviluppo Sociale di Seattle, si sono identificate quattro diverse traiettorie del binge drinker: coloro
che diventano forti binge drinker preococemente, coloro che incrementano il binge drinking, coloro che diventano binge-drinker più
tardi e i non bingers.
Alcuni dei risultati più interessanti sono stati trovati da Mitchell et al.
(2006), che hanno analizzato i dati di 464 Indiani d’America non solo
53
54
in relazione al consumo di alcol, ma anche alle aspettative di risultato
del consumo. Essi identificano cinque sottogruppi (classi latenti).
Il sottogruppo più grande (n=198) ha sperimentato un aumento iniziale nell’uso di alcol associato ad aspettative di risultato positive fino
ai 20 anni, ma poi ne è uscito. Un secondo gruppo ha avuto un pesante uso iniziale che poi è diminuito. Gli altri sono stati etichettati come
moderati/in diminuzione, lievi/in aumento e coloro che hanno iniziano lentamente. Poiché le aspettative positive di risultato rispetto al
consumo di alcol sono collegate al cambiamento dell’uso di alcol,
queste aspettative dovrebbero essere oggetto dell’intervento
all’interno di tale gruppo. Tuttavia, le possibilità di intervento dovrebbero essere diversificate per ogni sottogruppo. Coloro che hanno
un consumo pesante iniziale e che poi diminuisce probabilmente possono beneficiare di un riconoscimento e di un trattamento precoce
del problema, mentre coloro che hanno un consumo moderato che
poi diminuisce non hanno necessariamente bisogno di un intervento.
Tuttavia, capire quali strategie hanno usato per limitare il loro consumo nel corso degli anni potrebbe essere un elemento estremamente
informativo per i progettisti. Gli altri tre gruppi, inoltre, non hanno
necessariamente bisogno di (ulteriori) interventi (Mitchell et al.,
2006). Lo studio ha dei limiti, come riportato dagli autori (ad esempio
l’aver utilizzato solo una tribù di indiani d'America), ma dimostra che
tale sottotipizzazione è un aiuto importante per indirizzare le risorse
verso i gruppi che ne hanno più bisogno.
Per quanto riguarda la cannabis, Windle e Wiesner (2004) hanno
trovato cinque traiettorie distinte in un campione scolastico di adolescenti. I gruppi sono stati etichettati come astinenti, utilizzatori sperimentali, coloro per i quali i consumi diminuiscono, coloro per i
quali i consumi aumentano (3,6%) e i cronici con alti consumi (1,7%
del campione al periodo 1, età media = 15,5). Coffey et al. (2000)
hanno inoltre concluso che l'uso di cannabis è rimasto occasionale
durante l'adolescenza, ma l'escalation ad un uso quotidiano potenzialmente dannoso nel periodo scolastico successivo si è verificato nel
12% degli utenti che hanno iniziato ad utilizzarla precocemente. Gli
adolescenti utilizzatori regolari di cannabis sembrano rientrare in una
traiettoria problematica (Patton et al., 2007). Questi risultati sono basati sulla regressione logistica, mentre l’analisi della curva di crescita
non è stata eseguita. La sottotipizzazione categoriale è stata valutata
anche da Babor et al. (2002). Gli autori concludono che le sottotipizzazioni individuali possono avere rilevanza per lo sviluppo degli interventi di trattamento.
La sottotipizzazione individuale secondo una traiettoria comune di
uso di sostanze (ad esempio, gruppo di forti consumatori precoci,
gruppo di consumatori moderati tardivi) può essere promettente per
individuare gli antecedenti precoci e predire gli esiti per ciascun sottogruppo separatamente.
2.4 Neurobiologia
Neurobiologia dell’addiction
La dipendenza è ormai riconosciuta come una malattia cerebrale cronica che coinvolge le complesse interazioni tra l'esposizione ripetuta
alle droghe, ai fattori biologici (ad es. genetici e evolutivi) e ambientali (disponibilità delle droghe, variabili socio-economiche).
Nora Volkow, NIDA, 2005
2.4.1. Introduzione
In questa sezione, viene presentata una sinossi del background biologico e fisiologico della dipendenza.
Perché gli adolescenti sono così vulnerabili allo sviluppo di un abuso
di sostanze? Perché le persone dipendenti spesso hanno altre malattie
mentali o, viceversa, perché gli adolescenti con malattie mentali sviluppano un comportamento additivo piuttosto frequentemente?
L'attenzione sarà spostata principalmente sul sistema mesolimbico cerebrale, che è parte del cosiddetto sistema di ricompensa nel cervello,
per due ragioni.
In primo luogo, nella maggior parte degli abusi di droghe aumenta il
neurotrasmettitore dopamina6.
In secondo luogo, il sistema dopaminergico rappresenta quella parte
del cervello coinvolta maggiormente nei disturbi psichiatrici. Verrà
dedicata una particolare attenzione al periodo dell'adolescenza.
55
56
“Gli adolescenti prendono un sacco di decisioni che la media dei
bambini di 9 anni riterrebbero cose stupide da fare”. Ronald E. Dahl,
NYAS Magazine, November 2003.
L'adolescenza è un periodo di trasformazione drammatica nel cervello umano sano, che porta a variazioni di volume del cervello sia a livello locale sia generale (figura 2.1). Il periodo dell'adolescenza è
spesso definito come quello compreso nella seconda decade della vita,
anche se alcuni ricercatori espandono la loro definizione dell'adolescenza per includere l'inizio dei vent'anni.
La ricerca sulla maturazione del cervello in adolescenza è particolarmente importante, poichè è solitamente considerato il periodo di picco della riorganizzazione neurale che contribuisce ai mutamenti delle
normali abilità cognitive e di personalità.
Inoltre, si è visto come sia anche il periodo di esordio più importante
delle malattie mentali, come la schizofrenia.
Nonostante l'evidenza crescente dei cambiamenti importanti durante
l'adolescenza e la prima età adulta, sia nella struttura sia nelle funzioni del cervello, sono pochi gli studi che hanno esplorato questo rapporto direttamente, utilizzando metodi di imaging in vivo. Per questo
motivo, si sa ancora poco circa il rapporto tra il comportamento degli
adolescenti e i risultati raggiunti, e gli effetti della maturazione sugli
aspetti morfologici e funzionali del cervello.
Che cosa è già conosciuto? Si sono viste importanti trasformazioni
dello sviluppo nella corteccia prefrontale e nella regione limbica del
cervello (vedi anche sotto e figura 2.2) degli adolescenti attraverso
una varietà di specie, alterazioni che includono l'apparente sposta6
I Neurotransmettitori sono sostanze chimiche che vengono utilizzate per ritardare,
amplificare e modulare i segnali tra un neurone e un'altra cellula.
mento nell'equilibrio tra i sistemi dopaminergici, mesocorticali e mesolimbici.
Recenti studi effettuati con la risonanza magnetica ad alta risoluzione
(MRI) sottolineano gli effetti della mielinizzazione in corso, indicando un processo sostanziale di maturazione (si veda la Figura 2.1).
57
Fig. 2.1 Le immagini di risonanza magnetica del cervello mostrano visualizzazioni di primo livello della sequenza di maturazione di materia grigia sopra la
superficie del cervello. I ricercatori hanno constatato che, nel complesso, il volume della materia grigia aumenta nei primi anni di vita, si assiste poi ad una
perdita sostenuta e diradamento a partire dalla pubertà, che si correla con l'avanzare delle abilità cognitive. Gli scienziati pensano che questo processo rifletta una maggiore organizzazione del cervello che riduce le connessioni ridondanti ed aumenta la mielina, che esalta la trasmissione dei messaggi cerebrali. © Copyright per l'immagine originale è detenuto dalla National Academy
of Sciences (USA).
Tabella 2.3 Classi di neurotrasmettitori
Aminoacidi
Monoamine
Catecolamine
Indolamine
Glutamato
Dopamina
Serotonina
Aspartato
Glicina
GABA
Epinefrina
Norepinefrina
Gas Solubili
Ossido nitrico
Monossido di
carbonio
Acetilcolina
Acetilcolina
58
Cambiamenti nello sviluppo in queste regioni, sensibili ai fattori di
stress, sono fondamentali per l'attribuzione di motivazioni rilevanti
all’uso di droga e altri stimoli e probabilmente contribuiscono alle caratteristiche uniche dell'adolescenza (Spear, 2000).
Una recente ricerca ha potuto rilevare uno sviluppo cerebrale locale
irregolare che, ovviamente, contribuisce all'assunzione di rischi
dell'adolescente (Galvan et al., 2005, 2006). L'impulsività e l'assunzione di rischio negli adolescenti non solo è accresciuta rispetto agli
adulti ma lo è anche rispetto ai bambini. Così, l'immaturità della corteccia frontale (figura 2.1), specialmente della corteccia orbitofrontale, non può essere l'unica spiegazione, poiché questa regione è immatura anche nei bambini. Ma solo gli adolescenti tendono a prendere
decisioni rischiose. In effetti, Galvan et al potrebbero confermare la
loro ipotesi secondo cui lo sviluppo precoce del nucleo accumbens
(parte del sistema di ricompensa del cervello; vedi figura 2.2), relativo alla corteccia orbito frontale, probabilmente è implicato nel
comportamento di assunzione del rischio negli adolescenti. In uno
studio di imaging (risonanza magnetica funzionale, fMRI) di analisi
del comportamento di ricerca della ricompensa, gli adolescenti potrebbero mostrare un'attività esagerata del nucleo accumbens, relativo alla attività prefrontale, rispetto ai bambini e agli adulti. Gli autori
hanno concluso che il processo di sviluppo di queste regioni può essere differente, e questa potrebbe rappresentare una spiegazione relativa all'unicità del comportamento di ricerca del rischio in adolescenza.
Nelle sezioni seguenti, si cercherà di delineare i diversi meccanismi
che partecipano ai processi di maturazione, i neurotrasmettitori coinvolti e l’influenza delle droghe su questo sistema cerebrale
vulnerabile degli adolescenti. Tali informazioni possono aiutare a
sviluppare interventi mirati ed adeguati alle particolari esigenze degli
adolescenti.
2.4.2 Il sistema di ricompensa cerebrale e le sue connessioni.
La dopamina è un neurotrasmettitore, vale a dire è un portatore di
informazioni tra le cellule neuronali (tabella 2.3), che si trova
nel sistema nervoso centrale (figura 2.2). I terminali neuronali sono
connessi in luoghi chiamati 'sinapsi'. I neurotrasmettitori, come la
dopamina, sono sostanze chimiche sintetizzate presinapticamente
(figura 2.3a e 2.3b).
59
Fig. 2.2 Sezioni del cervello mediane sagittali dimostrano la posizione del sistema di ricompensa. (A) regioni del cervello e le vie neuronali. Alcune parti del
cervello governano specifiche funzioni. Ad esempio, il cervelletto è responsabile
del coordinamento (rosso) e l'ippocampo della memoria. Le cellule nervose, o
neuroni, si spostano da una zona all'altra attraverso percorsi per inviare ed integrare le informazioni. (B) Il percorso di ricompensa. Il soma del neurone è
nell'area tegmentale ventrale (VTA) (in magenta) e si connette al nucleo accumbens e poi alla corteccia prefrontale. Questo percorso viene attivato quando una persona riceve un rinforzo positivo per determinati comportamenti
('ricompensa'). Questa attivazione avviene anche quando una persona prende
una sostanza stupefacente. Fonte dell’immagine originale:
http://www.drugabuse.gov/pubs/teaching/Teaching.html, non copyright limitato.
La stimolazione elettrica di un neurone rilascia un neurotrasmettitore che produce un effetto fisiologico in un secondo neurone (postsinaptico), interagendo con i recettori che sono i siti di legame nel
neurone postsinaptico.
L'attività è terminata dalla degradazione enzimatica del neurotrasmettitore e dalla ricaptazione nel neurone presinaptico.
La dopamina ha ricevuto una particolare attenzione da parte della
psicofarmacologia a causa del suo evidente ruolo nella regolazione
60
dell'umore e a causa del suo ruolo nei processi della motivazione e
della ricompensa.
Sebbene vi siano numerosi sistemi legati alla dopamina nel cervello,
il sistema mesolimbico della dopamina (Figura 2.2) per i processi
motivazionali, sembra essere il più importante.
La maggior parte delle droghe producono i loro potenti effetti sul
comportamento attraverso l'attività della dopamina mesolimbica.
La sensibilità degli adolescenti alla ricompensa sembra essere differente dagli adulti, il che li porta a ricercare più alti livelli di novità e
di stimolazione (rispetto agli adulti) per il raggiungimento delle stesse
sensazioni di piacere. (2003 Meeting of the New York Academy of
Sciences entitled ‘Adolescent Brain Development: Vulnerability and
Opportunity’.)
2.4.3 Il circuito di ricompensa
La figura 2.2 fornisce una visualizzazione del cervello tagliato a metà.
Una parte importante del sistema di ricompenesa è mostrato in figura
2.2B all’interno della quale sono evidenziate le principali strutture:
l'area tegmentale ventrale, il nucleo accumbens e la corteccia prefrontale. La corteccia prefrontale è implicata in molte caratteristiche
umane: la volontà, la pianificazione, gli affetti e il prendere decisioni.
La rappresentazione degli obiettivi e dei loro valori sono decodificati
e aggiornati in quest'area che, inoltre, è parte del circuito implicato
nelle interazioni sociali.
Il nucleo accumbens è parte dello striato ventrale. Lo striato è formato dal caudato e dal putamen, parte dei gangli basali. Il nucleo accumbens gioca un ruolo importante nella ricompense, divertimento,
piacere e nell'addiction. I circuiti che connettono queste strutture
sono evidenziati in figura 2.2B. Le informazioni viaggiano dall'area
tegmentale ventrale al nucleo accumbens e poi salgono alla corteccia
prefrontale. Questo circuito è attivato dagli stimoli di ricompensa.
La dopamina è sintetizzata nel citoplasma dei neuroni presinaptici
dagli aminoacidi fenilalanina e tirosina. La dopamina esercita i suoi
effetti sui neuroni post-sinaptici attraverso la sua interazione con i
recettori dopaminergici (figura 2.3). Questi recettori attivano un secondo sistema di messaggeri con il risultato di un cambiamento nel
livello di attività di enzimi di altre proteine all'interno della cellula
(Dunlop and Nemeroff, 2007).
61
Figura 2.3A: Una sinapsi dopaminergica. Quando un impulso elettrico arriva al
terminale, si innescano delle vescicole contenenti un neurotrasmettitore, come
la dopamina (in blu), per muoversi verso la membrana terminale. Le vescicole,
fuse con la membrana terminale, rilasciano il loro contenuto (in questo caso,
dopamina). Una volta all'interno dello spazio sinaptico (lo spazio tra i due neuroni), la dopamina si può associare a specifiche proteine chiamate recettori
della dopamina (in rosa) sulla membrana di un neurone confinante. Fonte delle
immagini originali:
http://www. drugabuse.gov/pubs/teaching/Teaching.html, copyright not restricted
62
Figura 2.3B: La neurotrasmissione della dopamina e la modulazione di oppiodi
endogeni. Qui viene mostrato un primo piano di una sinapsi dopaminergica. Il
neurotrasmettitore dopamina è sintetizzata nel terminale del nervo e confezionato in vescicole (neurone presinaptico nell'angolo superiore sinistro). Le
vescicole si fondono con la membrana e rilasciano dopamina. Le molecole di
dopamina possono poi legarsi ad un recettore della dopamina. Dopo che la
dopamina si è legata, si stacca il recettore e viene rimosso dallo spazio sinaptico da pompe di captazione (dette anche proteine) che risiedono nel terminale
(le frecce mostrano la direzione del movimento). Questo processo è importante
poiché assicura che non rimanga più dopamina nello spazio intersinaptico. Ci
sono anche neuroni confinanti che rilasciano un altro composto chiamato
'neuromodulatore'. I neuromodulatori contribuiscono a migliorare o inibire la
neurotrasmissione che è controllata da neurotrasmettitori come la dopamina.
In questo caso, il neuromodulatore è un''endorfina'. L'endorfina si lega ai recettori degli oppiacei che possono risiedere nelle cellule postsinaptiche (mostrate qui) o, in alcuni casi, sui terminali di altri neuroni. Le endorfine sono distrutte dagli enzimi o rimosse da pompe di assorbimento.
2.4.4 Meccanismo delle sostanze psicoattive
2.4.4.1 Alcol
Indagini sui comportamenti adolescenziali e sull'uso di sostanze mostrano che, dopo la nicotina, l'alcol è la sostanza più utilizzata dagli
adolescenti (Deas, 2006).
L'alcol stimola indirettamente il rilascio di dopamina nello striato
ventrale (vedi la figura 2.2, lo striato ventrale è costituito dal nucleo
caudato e dal putamen, parte del sistema di ricompensa).
La neurobiologia dell'alcolismo coinvolge diversi neurotrasmettitori,
specialmente il sistema (GABA)-ergico degli acidi gammaaminobutirrici e il sistema glutamatergico.
GABA e il glutamato sono neurotrasmettitori (vedi la tabella 2.3).
Si è ipotizzato che l'alcol potrebbe inibire i terminali GABAergici
nell'area tegmentale ventrale e da qui disinibire i neuroni della dopamina in quella parte del cervello.
L'alcol può similmente inibire i terminali glutamatergici che innervano i neuroni del nucleo accumbens. L'influenza di questi sistemi
reagisce sul rilascio di dopamina.
L'alcol inibisce i neurotrasmettitori GABA e glutamato che portano
ad un amplificazione del rilascio di dopamina.
A causa dei pesanti cambiamenti che avvengono nel cervello degli
adolescenti, non bisogna meravigliarsi se l'alcol agisce sugli adulti e
sugli adolescenti in modi differenti.
Durante lo sviluppo iniziale del cervello (dal terzo trimestre della
gravidanza al terzo anno di vita, il cosiddetto ‘brain growth spurt’) c'è
una sovrapproduzione di tessuto neuronale. In adolescenza, durante
una modellazione del cervello molte sinapsi e neuroni sono ridotti o
eliminati (processo apoptico). Questo processo è influenzato, almeno
in parte, dall'interazione con l'ambiente. L'uso o l'abuso di sostanze è
uno di questi fattori ambientali che influenzano questi processi. L'alterazione più potente può essere osservata nei lobi frontali, che maturano ancora fino all'età di 20 anni o più tardi (vedi Figura 2.1).
I lobi temporali, che sono significativamente implicati nella formazione della memoria, raggiungono il loro volume massimo di materia
grigia all'età compresa tra i 16 e i 17 anni. A causa di questo processo
di maturazione, gli adolescenti sembrano essere molto più vulnerabili
ad alcuni effetti dell'alcol e meno vulnerabili ad altri (White et al.,
63
64
2000; 2002). Essi sono più vulnerabili a tutto quel che riguarda la
formazione della memoria (il che significa che sono più sensibili
all'effetto dell'alcol sul potenziamento a lungo termine, un processo
neuronale che implica la trasformazione degli impulsi elettrici nella
sintesi chimica, vedi sopra).
Negli adolescenti, in confronto agli adulti, l'alcol ha un impatto maggiore sull'attività dei cosiddetti recettori NMDA (una subunità dei siti
di legame del glutamato). Questo aumenta l'attività che ostacola i
cambiamenti intracellulari necessari alla formazione della memoria.
Negli adolescenti, il consumo di alcol diminuisce l'apprendimento e
la memoria di più di quello che fa negli adulti.
D'altra parte, gli adolescenti sono meno sedati dall'alcol e hanno meno problemi con la coordinazione muscolare e l'equilibrio. Tutto ciò
porta ad una maggiore assunzione e ad un'opinione esagerata su
quanto sia tollerato l'alcol.
2.4.4.2 Nicotina
La nicotina è la componente additiva primaria del fumo di tabacco.
Per la maggioranza dei fumatori abituali smettere di fumare è difficile
a causa della loro dipendenza da nicotina. Tuttavia, anche se la terapia sostitutiva per la nicotina comporta un importante e significativo
miglioramento clinico, per quanto riguarda il numero di successi dei
tentativi di smettere, la sua efficacia7 resta deludentemente bassa
(Balfour, 2004).
Ci sono prove di complesse interazioni nel cervello tra la nicotina e il
7
Bisogna distinguere tra efficacy e effectivenes. Secondo Marley (2000) effcacy è una
misura di quanto un intervento funziona in uno studio sperimemtale (spesso controllato e randomizzato), cercando di rispondere alla domanda: 'Che cosa può funzionare?'.
Effectivness può essere definita come la misura di come un intervento raggiunge l'effetto desiderato in un ambito clinico tipico (cercando di rispondere alla domanda: 'Cosa
funziona?'). Tuttavia, come Windeler e Antes (2007) sottolineano, definizioni di efficacy
e effictveness variano ampiamente in letteratura.
comportamento. Chaudhri et al (2006) ipotizzano che la dipendenza
dalla nicotina si sviluppi a causa sia della nicotina sia da stimoli non
farmacologici all'interno del contesto di auto-gestione delle droghe.
La nicotina stimola il rilascio di dopamina nel nucleo accumbens. I
fumatori abituali spesso ripetono la stimolazione del nucleo accumbens, causando così la dipendenza dovuta dall'attivazione complessa
del nucleo e della membrana (Balfour, 2002).
La ricerca indica che i recettori degli oppioidi, GABA B, cannabinoidi
C1 e i recettori della dopamina D2, sono coinvolti nella dipendenza
di nicotina (Berrettini e Lerman, 2005).
La nicotina aumenta il rilascio di dopamina, che spesso porta alla stimolazione del nucleo accumbens, una parte importante del sistema di
ricompensa del cervello. Questo meccanismo provoca dipendenza.
Inoltre, l'uso del tabacco può fungere da «fattore di rischio» in sé, e si
è studiato in particolar modo lo sviluppo di un uso successivo della
sostanza .
L'uso sperimentale di tabacco durante la prima adolescenza può portare alla dipendenza entro pochi anni (Best et al., 1988). Studi internazionali dimostrano che la prevalenza di fumo corrente tra i giovani
inizia a diventare evidente all'età di 13 o 14 anni (Bauman e Phongsavan, 1999). Le ragioni per il successivo sviluppo di dipendenza dalla nicotina sono varie. Ci sono prove che indicano come l’adolescenza
sia un periodo di crescente vulnerabilità biologica agli effetti additivi
di tutte le sostanze psicoattive.
Chambers et al (2003) hanno ipotizzato che una maggiore spinta motivazionale in adolescenza, insieme ad un sistema di controllo inibitorio poco sviluppato (una parte del neurocircuito motivazionale), potrebbe essere responsabile dell'uso sperimentale di droghe. Hanno inoltre suggerito che gli effetti farmacologici diretti delle sostanze psicoattive, come il tabacco sul sistema della dopamina, possono essere
aumentati durante l'adolescenza e portare a cambiamenti neurali
permanenti.
65
66
Ci sono altri fattori comuni di mediazione che contribuiscono alla
vulnerabilità degli adolescenti alle sostanze psicoattive, come la nicotina. Fumare di per sé è significativamente correlato al numero di esperienze negative nell'infanzia (abuso emotivo, fisico e sessuale), alla
separazione dei genitori, alla crescita con una sostanza abusante, alla
malattia mentale o alla carcerazione dei membri del nucleo familiare
(Anda et al., 1999).
Altri studi mostrano che i disturbi psichiatrici come l'ADHD, la depressione e l'ansia, sono legati al fumo e suggeriscono che gli adolescenti, spesso, utilizzano il tabacco come auto-medicazione per i disturbi psichiatrici (Moolchanm et al., 2000).
Oltre a questi fattori di comorbidità, studi genetici mostrano che i fattori ereditari tra gli adolescenti possono avere un impatto su alcuni
componenti della dipendenza dalla nicotina (ad esempio l'urgenza di
fumare) (Haberstick et al., 2007), con evidenze per il polimorfismo
dei geni dopaminergici coinvolti nella dipendenza dalla nicotina
(Timberlake et al., 2006).
A seconda della vulnerabilità genetica e psichiatrica, la sperimentazione e l'automedicazione con il tabacco aumenta il rischio di consumare altre sostanze psicoattive. Ci sono abbondanti prove che il fumo
del tabacco è associato con l'uso di altre sostanze psicoattive. Studi epidemiologici dimostrano che tra i giovani il fumo del tabacco e l'uso
di alcol e cannabis sono associati (Degenhardt et al., 2001; Merrill et
al., 1999; Wagner e Anthony, 2002).
Questi risultati basati sui questionari sono stati replicati parzialmente
anche nell'ambito dei marcatori biologici di sostanze stupefacenti
(Kapusta et al., 2007). Inoltre, si è scoperto che le prime esperienze
degli adolescenti con alcool e tabacco possono avere un'influenza sul
successivo sviluppo dell'uso di altre sostanze (Höfler et al., 1999; Sutherland e Willner, 1998). Utilizzando i dati dell'indagine sui giovani
a rischio del 1995, Merrill et al (1999) hanno trovato che chi aveva
fumato sigarette prima dell'età di 13 anni aveva un rischio maggiore
di usare cannabis e alcool rispetto a chi non aveva mai fumato.
Alcuni ricercatori suggeriscono che le sigarette possono essere un
'droga cancello' per l'uso di altre sostanze psicoattive (Torabi et al.,
1993; Lai et al., 2000). In giovani con ADHD è stata dimostrata la
progressione dal fumare sigarette alla dipendenza dalla nicotina e ad
altri disturbi da uso di sostanze psicoattive (Biederman et al., 2006).
Questo dato sostiene l'ipotesi che la vulnerabilità del sistema della
dopamina (così come è stato trovato nell'ADHD) svolge un ruolo importante alla predisposizione biologica per le sostanze psicoattive.
La tesi della 'droga cancello' è meglio caratterizzata da un modello
biologico. Sarebbe più opportuno parlare di 'preparazione farmacologica' durante la sperimentazione con il tabacco, piuttosto che di tabacco come una droga cancello.
L'iniziazione del fumo e la progressione verso la dipendenza dalla nicotina e altri disturbi da sostanze, sono una complessa interazione di
fattori biologici, psicologici e sociali (Moolchan et al., 2000).
L'esposizione al fumo di tabacco è uno dei diversi fattori di rischio
che interessano la regolazione del sistema di ricompensa dopaminergico. A causa delle sue influenze neurobiologiche sul cervello in via
di sviluppo, il fumo, di per sé, aumenta la probabilità per l'uso di
un'altra sostanza psicoattiva, nonché di disturbi somatici e tutto ciò
dovrebbe essere tenuto in considerazione nel momento in cui si applicano i metodi di prevenzione indicata nei giovani. Alcuni interventi dovrebbero porsi l'obiettivo di far smettere di fumare o, almeno, di ridurre il consumo di tabacco.
2.4.4.3 Anfetamine e metilfenidato
Le anfetamine sono chimicamente correlate alle sostanze norepinefrina e dopamina del neurotrasmettitore catecolamina presente in natura (vedi tabella 2.3). Nonostante la stretta somiglianza chimica, le
anfetamine non sono in grado di attivare i recettori postsinaptici cellulari normalmente stimolati dalla noradrenalina o dalla dopamina.
Invece, essi agiscono stimolando la liberazione di questi neurotrasmettitori naturali. Le anfetamine non solo bloccano la ricaptazione
del trasportatore della dopamina (figura 2.3b, 'pompa di assorbi-
67
68
mento'), ma il loro effetto più significativo è quello di provocare il
trasporto inverso della dopamina tramite il trasportatore di ricaptazione della dopamina (Hyman, 1996).
In contrasto con le anfetamine, il metilfenidato non è catturato nel
terminale dal sistema di captazione, è invece capace di bloccare il
transporter e in tal modo impedisce la ricaptazione della dopamina.
La concentrazione di dopamina aumenta nello spazio intersinaptico e
porta ad una stimolazione alterata dei recettori della dopamina.
Gli psicostimolanti aumentano anche il livello di dopamina, inibendo
la ricaptazione nelle cellule neuronali. Inoltre, aumentano il livello di
stimolazione del sistema di ricompensa.
2.4.4.4 Cannabis
Quando una persona fuma cannabis, il principio attivo, i cannabinoidi, soprattutto tetraidrocannabinolo o THC, viaggiano rapidamente al
cervello. Il THC si lega ai recettori del THC, concentrati nelle aree
all'interno del sistema di ricompensa, come pure in altri settori (figura 2.4). L'azione del THC nell'ippocampo spiega la sua capacità di interferire con la memoria e l'azione del THC nel cervelletto ha la capacità di provocare scoordinazione e perdita dell'equilibrio.
Negli ultimi anni, lo studio per scoprire dove e come funziona il THC
è stato intenso. Una teoria ipotizza che esso agisca in modo simile agli
oppiacei. Nel nucleo accumbens, il THC si lega ai recettori THC su un
terminale confinante di un neurone dopaminicoergico e questo invia
un segnale al terminale dopaminico per rilasciare più dopamina. Il recettore del THC è probabilmente un recettore presinaptico su interneuroni GABA che controllano il rilascio di dopamina.
69
Figura 2.4: la distribuzione di THC nel cervello. Sono evidenziati l'area ventrale
tegmentale, il nucleo accumbens, il nucleo caudato, l'ippocampo e cervelletto
dove è concentrato il THC. Fonte dell’immagine originale: (il copyright non è
limitato)
http://www.drugabuse.gov/pubs/teaching/Teaching.html.
Il THC migliora il rilascio di dopamina con la stimolazione dei recettori THC.
2.5 Alterazioni del sistema di ricompensa predisponenti alla dipendipendenza nei disturbi psichiatrici
Si presentano ora due esemplificazioni relative ai comportamenti di
esternalizzazione e internalizzazione.
2.5.1 Alterazioni nella depressione
L'adolescenza è un periodo ad alto rischio per lo sviluppo di disturbi
da uso di sostanza e depressivi (Rao, 2006). Gli adolescenti con una
storia di ansia o depressione hanno un rischio doppio di abuso di sostanze successivo rispetto agli adolescenti senza tale storia (Christie
et al., 1988). E’ più probabile che adolescenti con un esordio di disturbo da uso di sostanze sperimentino i sintomi depressivi e tentino
il suicidio (Bukstein et al., 1993).
70
Ci sono molte evidenze che una trasmissione dopaminergica diminuita abbia un ruolo nella depressione maggiore (Dunlop and Nemeroff ,
2007 ). La motivazione, la velocità psicomotoria, la concentrazione e
la capacità di provare piacere sono tutte collegate poichè sono regolate in parte dai circuiti della dopamina. Una compromissione di talifunzioni è una caratteristica importante della depressione. Le alterazioni fisiologiche alla base della dopamina ridotta nella depressione,
possono essere causate dalla diminuzione del rilascio di dopamina dai
neuroni presinaptici o da un’ alterata trasduzione del segnale, dovuta
probabilmente al cambio nel numero o nella funzione dei recettori.
Inoltre, potrebbe essere alterata anche l'elaborazione del segnale intracellulare.
In alcuni pazienti con depressione i disturbi collegati alla dopamina
possono essere migliorati dal trattamento con antidepressivi presumibilmente agendo sui circuiti noradrenergici e serotoninergici, che a
loro volta colpiscono la funzione della dopamina. Poiché le sostanze
d'abuso sono in grado di aumentare il livello di dopamina nello spazio
sinaptico e poiché una trasmissione alterata della dopamina sembra
giocare un ruolo nella depressione, gli adolescenti con la depressione
utilizzano tali droghe come un’'automedicazione'.
2.5.2 Alterazioni dell’ADHD
dell’ADHD
La sindrome da deficit di attenzione e da iperattività è un disturbo
neurocomportamentale precoce con alte prevalenze e eziologie genetiche, ambientali e biologiche che persiste nell'adolescenza e nell'età
adulta in una considerevole maggioranza dei bambini di entrambi i
sessi colpiti da tali disturbi. E’ caratterizzata da sintomi comportamentali di disattenzione, iperattività e impulsività in tutto il ciclo di
vita ed è associata a morbilità e disabilità considerevole. La comorbidità è una caratteristica distintiva clinica dell'ADHD sia nei bambini
che negli adulti. Sebbene la sua eziologia rimanga non chiara, prove
emergenti documentano forti fondamenti neurobiologici e genetici
(Spencer et ). L'idea che una disregolazione dei circuiti della dopamina e noradrenalina sottende all’ADHD, inizialmente è stata suggerita
dall'azione delle droghe sul disturbo, che aumenta la disponibilità sinaptica di questi neurotrasmettitori (Biederman e Faraone, 2005) e
dagli animali che mostrano come le lesioni nelle vie della dopamina
creano modelli animali di ADHD, come mostrato nello sviluppo dei
ratti (Shaywitz et al., 1978) e delle scimmie (Schneider et al.1994). al.,
2007.
Come risulta da uno dei più interessanti modelli animali di ADHD, il
ratto naturalmente iperteso (Sagvolden, 2000) mostra anomalie nel
rilascio di dopamina nelle strutture sottocorticali (Russell, 2000).
2.5.3 Collegamenti tra disturbi psichiatrici e abuso di sostanze in adoadolescenza
Una maggiore neurotrasmissione dopaminergica nel sistema mesocorticolimbico media l’effetto rinforzante delle droghe d'abuso, per es
nicotina,etanolo, psicostimolanti, oppiacei.
La vulnerabilità a sviluppare una dipendenza da droga è influenzata
da una combinazione di fattori genetici e ambientali (Kreek et al.,
2005). Questi ultimi sono descritti in dettaglio nella sezione 2.2.
L'uso e l'abuso di sostanze, tra cui l'alcol, nicotina, cannabis, sostanze
inalanti e altri farmaci, negli adolescenti è comunemente trovato in
comorbidità con le condizioni psichiatriche. Questa doppia diagnosi
richiede un'attenzione e un trattamento particolare, pochè l’uso di
sostanze stupefacenti spesso inizia in questo periodo evolutivo.
Gli adolescenti possono essere diagnosticati con un abuso di sostanze,
una dipendenza da sostanze, disturbi da uso di sostanze non altrimenti specificati, indicando un problema di consumo di sostanze in via di
sviluppo che include i sintomi, ma che non soddisfa i criteri per la dipendenza da sostanze (“orfani diagnostici").
I disturbi psichiatrici nell’infanzia e nell’adolescenza predispongono
l’individuo a comportamenti additivi e all’addiction
La comorbidità psichiatrica negli adolescenti che abusano di sostanze
rappresenta la regola piuttosto che l'eccezione e comuni comorbidità
71
72
includono l'ansia, la depressione, il disturbo bipolare, il disturbo della
condotta e il deficit dell’attenzione/iperattività (ADHD). Il trattamento del disturbo psichiatrico spesso aiuta anche ad alleviare il disturbo da uso di sostanza.
La decisione iniziale di una persona di utilizzare una droga è influenzata da fattori genetici, psico-sociali e ambientali. Una volta che è entrata nel corpo, tuttavia, la droga, agendo direttamente sul cervello,
può promuovere comportamenti continuati di ricerca della sostanza.
Gli studi hanno aumentato la comprensione dei processi neurali che
sono alla base dei comportamenti di ricerca della droga.
Un sistema dopaminergico disturbato gioca un ruolo nella maggior
parte dei disturbi psichiatrici. Le modifiche coinvolte nella maturazione dei sistemi cerebrali sono causa di disturbi psicologici ed emozionali in adolescenza, e rendono gli adolescenti vulnerabili allo sviluppo di disturbi psichiatrici.
Una volta che tale patologia si è sviluppata, il soggetto con un disturbo mentale è altamente vulnerabile a sviluppare un comportamento
di dipendenza se inizia a consumare sostanze stupefacenti.
Prendiamo, per esempio, l’umore degli adolescenti depressi a lungo
termine, che è sempre basso, almeno in parte per una ridotta neurotrasmissione nei sistemi dopaminergici e serotoninergici. Sostanze
come alcol, nicotina e cannabis aumentano la neurotrasmissione in
questi sistemi e contribuiscono a far sentire l'adolescente molto meglio. Questo tipo di utilizzo può essere interpretato come una sorta di
'automedicazione', una forma di consumo di droga che è distinta da
quella effettuata per la ‘ricerca di novità' o per aumentare il comportamento di “assunzione del rischio” che è comune in adolescenza.
Tuttavia, è anche evidente che questo tipo di automedicazione è controproducente. Negli adolescenti affetti da disturbi psichiatrici, i sistemi di trasmettitori cerebrali, in particolare il sistema dopaminergico mesolimbico, sono molto reattivi, e questo può portare più rapidamente all’emersione di schemi di comportamento di dipendenza
Le sostanze di abuso peggiorano i disturbi psichiatrici di base a causa
del loro impatto, ampio, variegato e rapido nei sistemi di trasmissio-
ne. Come mostrato in figura 2.5, la struttura e la funzione della sinapsi sono determinate da fattori genetici e ambientali. Questa è la parte della rete che è patologicamente modificata nei disturbi psichiatrici, che a sua volta rende più vulnerabili ai cambiamenti necessari per
lo sviluppo della dipendenza.
73
Il consumo di sostanze (alcol, cannabis, cocaina) può portare a ricadute nei disturbi psichiatrici.
Tuttavia, le influenze ambientali possono anche portare a cambiamenti nella morfologia del cervello (che può essere visto in cambiamenti strutturali del cervello dopo un grave trauma o una privazione). Pertanto, una migliore comprensione della neurobiologia non
può portare a mero determinismo biologico, in quanto deve tener
conto del ruolo che i fattori esterni potrebbe svolgere nell’influenzare
lo sviluppo degli individui.
2.6 Influenze genetiche e uso di sostanze
Nel follow-up dello studio Minnesota Twin Family che ha incluso
1.080 gemelli (età media 20,7 anni, 17,5 anni alla valutazione iniziale), è stata provata l'esistenza di un fattore altamente ereditabile che
sta alla base dell'associazione tra le molteplici forme di psicopatologia
di 'esternalizzazione' o disinibitoria (McGue et al., 2006).
Il problema comportamentale in adolescenza è debolmente ereditario; esiste una forte associazione fenotipica tra il comportamento problematico precoce e la psicopatologia disinibitoria.
Questa associazione sembra essere prevalentemente genetica e non
mediata dall’ambiente, in modo tale che gli individui con una vulnerabilità ereditaria a sviluppare una psicopatologia disinibitoria cercano attivamente ambienti (ad esempio, per i pari o per i contesti ad alto rischio), che rafforzano l'espressione di tale vulnerabilità (McGue
et al., 2006). Rose et al. (2001) hanno rilevato che nei gemelli finlan-
74
desi, il 76% della varianza totale nell’astinenza o nel bere è spiegata
da comuni effetti ambientali.
Fowler et al (2007) hanno esplorato il rapporto tra influenze genetiche e ambientali sull'uso delle sostanze nello studio di Cardiff (1 214
coppie di gemelli di età 11–19 anni del Galles e del nord-ovest
dell'Inghilterra). Per tutte le tre sostanze (sigarette, alcol e cannabis),
le influenze ambientali che rendono i gemelli più simili (ambiente
comune) tendevano ad essere maggiori per l'iniziazione, mentre le
influenze genetiche erano più forti per l’uso pesante.
Gli autori concludono che può essere più efficace concentrare gli interventi mirati al consumo di alcol sui fattori di rischio per lo sviluppo di un uso pesante rispetto a quelli associati con l'inizio d'uso. Al
contrario, possono essere più appropriati gli interventi volti a ridurre
l’iniziazione al consumo di sigarette e cannabis (Fowler et al., 2007).
Rhee et al. (2006) hanno esaminato le cause della comorbidità tra dipendenza da alcol e dipendenza da droghe illecite tra gli adolescenti.
Sono state testate tredici ipotesi alternative per le cause di comorbidità, ed i risultati suggeriscono che la comorbidità è una manifestazione
di un’unica suscettibilità generale a sviluppare dipendenza da sostanze.
Studi sulle influenze genetiche suggeriscono l’ereditarietà del comportamento di esternalizzazione. I fattori genetici sembrano avere
una maggiore influenza sul grado di utilizzo rispetto a all’inizio d'uso.
Mentre la genotipizzazione estesa non è una soluzione pratica (a causa di polimorfismi genici dovuti al fatto che l'espressione genica dipende da interazioni gene-ambiente), la neurobiologia offre la possibilità di disegnare un più completo quadro 'clinico' di una persona a
rischio, soprattutto nel caso di coloro che accumulano diversi fattori
di rischio (ad esempio un precoce consumo di alcol, ADHD e l'insuccesso scolastico, genitori alcoldipendenti, depressione e disturbo della
condotta). Pertanto, le istituzioni che hanno a fare con gli adolescenti
ad elevato rischio per il disturbo dell’uso di sostanze in età adulta, ma
che presentano un disturbo che in sé è una condizione di rischio, de-
vono essere ben informati sulle strategie di prevenzione indicata e sui
partner che lavorano in questo ambito, anche se una parte della prevenzione indicata è rappresentata inevitabilmente dal trattamento di
questa condizione. Dopo aver tentato di rispondere a domande riguardanti il target degli interventi, come e dove individuarlo e riconoscere le prospettive del punto di vista neurobiologico, i prossimi
capitoli si concentreranno su come intervenire. I modelli esistenti di
standard di buone prassi possono fornire le basi su cui sviluppare gli
standard di intervento per il futuro. Così come i giovani con disturbi
psichiatrici sono ad alto rischio di sviluppare un disturbo dell'uso di
sostanze nel corso della vita, sembra ragionevole riportare le linee
guida per il trattamento dei disturbi di cui sopra per sottolineare la
necessità di trattamento e per presentare un ragionamento su come
questo tipo di linee guida potrebbe sostenere l'idea di interventi basati sulle evidenze.
DROGHE
FATTORI
AMBIENTALI
GENI
Strutture sinaptiche e
funzioni
Cambiamenti stabili nelle strutture sinaitiche
Cambiamenti nelle funzioni a lungo termine
ADDICTION
Figura 2.5 .Schema che mostra come i fattori genetici e ambientali si combinano per influenzare il processo attraverso il quale una ripetuta esposizione ad
una sostanza di abuso provoca dipendenza (modificato dal Nestler, 2000).
75
76
Capitolo 3
condiiLinee guida e standard per la valutazione e il trattamento delle cond
zioni di rischio psichiatrico per l’abuso di sostanze in adolescenza
Come osservato in letteratura (capitolo 2.3), la presenza di differenti
disturbi nell’infanzia rappresentano delle condizioni di rischio per
l’abuso di sostanze successivo (depressione, ansietà e altri disturbi di
internalizzazione, aggressività, la condotta e l’ADHD e altri disturbi
di esternalizzazione).
Per l’individuazione delle linee guida e degli standard è stata realizzata una ricerca all’interno dei data-base e delle homepage dei siti di associazioni europee di psichiatria (come riportate nell’homepage della
Società Europea di Psichiatria Infantile e Adolescenziale, www.escapnet.org), oltre ad aver inviato una lettera al Presidente dell’ESCAP
(ancora senza risposta). Le Linee guida sono state recuperate dal NICE nel Regno Unito e AWMF in Germania, che sono serviti
all’interno di questo capitolo da esempio per gli interventi precoci e il
trattamento. Altre linee guida (es. Olanda), potrebbero non essere incluse in questa rassegna in quanto non sono state ricevute in tempo
per la pubblicazione.
Questi documenti differiscono tra loro rispetto alle referenze. Le linee guida NICE sono approvate dal sistema sanitario del Regno Unito
e si basano sulle evidenze, sulle considerazioni cliniche, sui giudizi
degli stakeholder (compresi i pazienti rappresentativi) e sulle considerazioni economiche.
Le linee guida AWMF tedesche di psichiatria infantile e adolescenziale (CAP) sono allo stadio I-II; i livelli di evidenza sono dati, ma
non ha ancora avuto luogo un processo di consenso con i diversi
campi della medicina, con i rappresentanti dell’ assistenza sanitaria o
con le parti interessate. Una pubblicazione sulla rivista Neuropsicofarmacologia Europea su una ‘consensus conference’ relativa
all’ADHD e all’iperattività, sembra essere il solo consenso esistente a
livello europeo, eppure questa pubblicazione non è stata certificata da
77
78
associazioni appartenenti al CAP. In assenza di linee guida formalmente accettate a livello europeo, ciò che viene riportato di seguito,
come può notare il lettore, sono le opinioni di alcuni esperti riconosciuti, ma che non rappresentano lo standard delle linee guida. Oltre
a queste fonti si sono utilizzati anche gli standard degli Stati Uniti,
sotto forma di 'parametri pratici', così come vengono pubblicati nella
Rivista AACAP (Journal of American Academy of Child Adolescent
Psychiatry ).
Tutti gli articoli trovati sono stati sottoposti ad un‘analisi del testo
qualitativa e valutati sulla base di affermazioni relative a:
• I casi in cui le condizioni descritte potrebbero o non potrebbero indurre ad un abuso di sostanze tardivo
• screening speciali o strumenti di valutazione per identificare
gli individui a rischio o già affetti da questo disturbo
• standard per interventi terapeutici ad un livello iniziale
Nelle seguenti tabelle sono citati i risultati, le fonti di informazione, i
riferimenti e i collegamenti.
80
Trattamento, proce- 1)
dure terapeutiche
Tabella 3.1:Linee guida stabilite per la valutazione e il trattamento dei disturbi d’ansia
Criteri diagnostici,
valutazione
Sintomi
Procedure
stiche
Regno Unito
Standard solo per
DSMIV e ICD 10
adulti
Diagrammi di flusso per sintomi
diagno-
Esplorazione della storia personale, automedicazione, caratteristiche culturali e individuali, strumenti di valutazione autoriferiti.
Comorbilità,
specialmente
abuso di sostanze.
Germania (AWMF)
F41; F93.0
ICD-10/DSM IV
Stati Uniti (AACAP)
DSM IV-TR
Checklist specificate
Sintomi dovuti ad abuso di medicinali o droghe
Diagramma di flusso specificati
Esplorazione (figli, genitori, scuola se possibile)
Esami fisici
Test
Kinder-Angst-Test II, KAT-II,
Angstfragebogen fur Schuler –
AFS, Childhood Anxiety Sensitivity
Index
–
CASI,Selbstbeurteilungsbogen
Angst – SBB-ANG
Presentazione clinica, differenze per età
2)
1) Procedura di screening raccomandata (relazione sui genitori di bambini
inferiori a 8 anni; relazione sui bambini di età superiore a 8 anni) per esempio il Multidimensional Anxiety
Scale for Children o lo strumento
Screen for Child Anxiety Related
Emotional Disorders
2) Se lo screening è positivo – valutazione formale (sezione dell’Anxiety
Disorders Interview Schedule-ADIS)
3) Considerare diagnosi differenziale di
altri sintomi fisici o disturbi psichiatrici che potrebbero somigliare a sintomi di ansia (somministrazione o no
di farmaci)
3)
Intervento di cura primaria con terapia psicologica
(terapia cognitivo comportamentale – CBT)
Terapia
farmacologica
(SSRI- valutazione dopo
12 settimane – un cambiamento potrebbe essere
necessario)
Auto-aiuto (biblioterapia)
Differenze fatte tra disturbi d’ansia e panico
Interventi
Interventi di cura primaria
Invio ad uno specialista
Cure in servizi di salute mentale specifici
Esiti
Tutti i questionari brevi autocompilati
Trattamento multimodale – diffe- Approccio di trattamento multimodale
renze riportate tra disturbi d’ansia 1. Terapia psicologica integrata con i
e panico
genitori
1) Terapia psicologica, compor- 1.1. Terapia cognitivo comportamentale
tamentale o familiare
basata sull’esposizione
2) Farmacoterapia – potrebbe 1.2. Psicoterapia psicodinamica
essere la prima scelta nei di- 1.3. Interventi familiari o genitoresturbi di panico gravi e ansia
bambino
generalizzata, SSRI come 2. Farmacoterapia
prima scelta, benzodiazepine 2.1. SSRI
a breve termine, betabloccan- 2.2. Altri antidepressivi noradrenergici,
ti
buspirone, benzodiazepine, venlafaxine
Valutazione del trattamento am- Prevenzione (screening della comunità)
bulatoriale dopo 4 settimane (al Trattamento ambulatoriale
più tardi) – potrebbe essere neces- Programma di skills-training per i genisario un ricovero ospedaliero
tori
Ricovero ospedaliero
Ricovero ospedaliero non specificamente
Riabilitazione
menzionato
Seguire i livelli di gravità della ‘Il clinico – dopo aver considerato… le
compromissione e altri criteri
opzioni disponibili diagnostiche e di trattamento- deve esprimere l’ultimo giudizio rispetto alla cura del particolare paziente’.
79
82
Considerazioni
rischi di abuso
Valutazione
Ricerca
sui
Indagare per una particolare
comorbilità
Comorbilità confermata, specialmente nei giovani
Tutti i trattamenti valutati,
necessaria la valutazione del
trattamento
www.nice.org.uk
Valutazione eseguita dei differenti
metodi di trattamento o dei farmaci
DGKJP (ed.), Deutscher ArzteVerlag, Koln 2007
http://www.uniduesseldorf.de/awmf/ll/ll_028.htm
Bambini con disturbo d’ansia hanno un
rischio elevato di abuso alcolico o di dipedenza in adolescenza (Schuckit e Hesselbrock,1994)
Valutazione dei differenti metodi di trattamento o dei farmaci eseguita attraverso
studi
J. Am. Acad. Child Adolesc. Psychiatry,
46:2, Feb 2007, 284–299
Tabella 3.2: Linee guida stabilite per la valutazione e il trattamento della depressione nei bambini e negli adolescenti
Regno Unito
Germania (AWMF)
Stati Uniti (AACAP)
Criteri diagnosti, valutazione
Sintomi
Linee guida sui sintomi
DSMIV e ICD 10
Diagrammi di flusso
Diagnosi in accordo al DSM IV
Procedure
gnostiche
Esplorazione dei genitori e dei
bambini
Questionari
auto
riferiti
sull’umore e sulle emozioni
(MFQ)
Nation Outcome Scale for
Children
and Adolescents (HoNOSCA) o
Strengths
and
Difficulties
Questionnaire (SDQ)
F32; F33; F34
ICD-10/DSM IV, MAS
Diagrammi di flusso per sintomi–età specifiche
Sintomi dovuti ad abuso di medicinali o
droghe
Diagramma di flusso specificati
Esplorazione (figli, genitori, scuola se possibile)
Esami fisici, comorbilità
Test
IQ,compromissione parziale delle prestazioni [fraction impairment of performance],
TGT,
Schwarzfus-Test, Depressions-Inventar fur
Kinder und Jugendliche (DIKJ), Depressions-Test
fur
Kinder
(DTK),
Attributionsstil-Fragebogen (ASF)
Diagramma di flusso specificati
1) Terapia psicologica (comportamentale,
individuale, familiare)
dia-
Trattamento,
1)
procedure terapeutiche
terapia psicologica, dipendente dalla gravità della
depressione
Sintomi in accordo al DSM IV
Esplorazione (bambini, genitori,
scuola se possibile)
Esami fisici, comorbilità
Test
IQ,compromissione parziale delle
prestazioni [fraction impairment
of performance],
Necessari più sistemi di classificazione diagnostica
- interviste
standardizzate, grafici dell’umore
nell’arco della vita – checklist dei
sintomi, scala a rapporti
Fase acuta
1. Psicoterapia (CBT, terapia
interpersonale, terapia fami-
81
84
2)
3)
4)
Interventi
Supporto genitoriale
Farmaco-terapia solamente
per depressioni gravi.
Foluxetina, come prima
scelta (no paroxetina, venlafaxina o antidepressivi
triciclici).
Terapia elettroconvulsiva
solo per depressioni che
comportano un pericolo di
vita o sintomi gravi ed intrattabili che non rispondono ad altri trattamenti,
non raccomandata per
bambini (5-11 anni)
Setting ambulatoriale preferito
1 step -professionisti della salute nelle cure primarie
2 step -servizi di salute mentale
per bambini e adolescenti, criteri di invio ad uno specialista
Invio ad uno specialista
Ricoveri, da considerare solo se
il paziente ha un rischio signi-
2) Farmacoterapia – antidepressivi triciclici, SSRI, inibitori delle monoaminoossidasi, inibitori selettivi della ricaptazione della norepinefrina, antidepressivi noradrenergici e serotoninergici selettivi, NDRI
Trattamenti ambulatoriali preferiti
Trattamenti giornalieri
Ricoveri (autodistruttivi)
Riabilitazione
liare)
2. Farmacoterapia (deve essere
la prima scelta per i disturbi
depressivi psicotici, per i sintomi gravi che impediscono
l’efficacia della psicoterapia)
SSRI prima scelta
3. Intervento psicoeducativo ai
pazienti, genitori ed insegnanti
Fase di continuazione della terapia (durata 6-12 mesi)
1. Psicoterapia
2. Farmacoterapia se necessaria
Fase di terapia di mantenimento,
se necessario
Trattamento il meno restrittivo,
sicuro ed efficace
Sono preferiti trattamenti ambulatoriali
Trattamenti giornalieri o parziali,
ricoveri, residenziali come alternativa
Esiti
Considerazioni
sui rischi di abuso
Valutazione
Ricerca
ficativo di auto- distruzione o
ha bisogno di trattamenti intensivi o la supervisione non è
disponibile. Riabilitazione
Questionari richiesta
Comorbilità, 90% dei bambini con
depressione ha altri disturbi psichiatrici, 20-30% ha un disturbo
da uso di sostanze
Da valutare, “fattori di rischio”
Comorbilità confermata, specialmente nei
giovani
Schema di classificazione della
terapia, follow-up per almeno 6
mesi
Valutazione dei metodi di trattamento o farmacologici differenti
www.nice.org.uk
Valutazione dei differenti metodi di trattamento o dei farmaci
DGKJP (ed.), Deutscher Arzte-Verlag, Koln
2007
http://www.uniduesseldorf.de/awmf/ll/ll_028.htm
Conosciuto per essere spesso accompagnato da abuso di sostanze
(Schuckit e Hesselbrock,1994)
Valutazione dei differenti metodi
di trattamento o dei farmaci
Valutazione di trattamento durante la somministrazione di farmaci dopo 6 settimane, valutazione della psicoterapia dopo 6 mesi
J. Am. Acad. Child Adolesc.
Psychiatry 37:10, October
83
86
Tabella 3.3: Linee guida stabilite per la valutazione e il trattamento del disturbo dell’attenzione e dell’iperattività
Valutazione
Criteri diagnostici
Sintomi
Procedure diagnostiche
Regno Unito
DSMIV e ICD 10
Linee guida in
costruzione
Opinioni degli esperti europei
DSMIV e ICD 10
Germania (AWMF)
F90;
ICD-10/DSM IV
Stati Uniti (AACAP)
DSM IV-TR
Combinazione di
iperattività, impulsività,
disattenzione.
Almeno 6 mesi.
Compromissione
nell’attenzione,
nell’iperattivià e impulsività.
Checklist specificate
Deficit dell’attenzione
Iperattività e/o impulsività
Deve iniziare prima dei 6
anni, per almeno 6 mesi
Dovrebbe essere effettuata da
un professionista del servizio
di salute mentale pediatrico
1) Intervista clinica
Devono essere coinvolti contesti multipli (scuola, casa e
comunità) e informatori multipli (genitori, insegnanti,
giovani)
2) Devono essere indagati i
disturbi sensoriali ricettivi
(compromissione della vista o
dell’udito), malattie fisiche, il
ritardo nello sviluppo e
Diagramma di flusso specificati
1) Esplorazione (genitori, scuola) dei sintomi, della storia,
della
comorbilità
(Droghe?), condizioni ambientali
2) Osservazione
3) Esami fisici
4) Test (IQ, compromissione
parziale
delle
prestazioni,
DiSYPS),
Deficit dell’attenzione
Iperattività e/o impulsività
Deve iniziare nell’infanzia
6/9 sintomi in accordo alla lista
del DSMIV
Compromissione in più di due
aree comporta gravità
1) Intervista ai genitori
2) Checklist dei sintomi della
Scala a rapporti standardizzata del
DSMIV, scale a rapporti (Academic Performance RS, Brown
ADD
RS,
Child-BehaviorChecklist, Conners Parents and
Teacher Rating Scales, Comprehensive Teacher Rating Scale,
Barkley, Home and School Situation Questionnaires (HSQ-R,
SSQ-R),
IOWA,
SNAP-IV,
SKAMP (vedi www.adhd.net);
Vanderbilt scales.
3) Storia
familiare
e
funzionamento
l’abuso di sostanze
3) Devono essere utilizzati
strumenti di valutazione categorici e/o dimensionali culturalmente validati (Interviste: DISC, DICA, K-SADS,
CAPA; scale dimensionali:
CBCL, IOWA CTRS, SKAMP,
Conners, N-CBRF)
Trattamento,
procedure terapeutiche
Ancora in evoluzione per bambini
di 3 anni e più
Includere la gestione delle comorbilità comuni
nei bambini, giovani e adulti
E’ essenziale l’identificazione
dei sintomi all'inizio del trattamento
ADHD senza Disturbo della
Condotta
1) Intervento psicosociale e
training genitoriale
2) Farmaci stimolanti (prima scelta metilfenidato),
potrebbero essere la prima scelta per i bambini>
6 anni, prima valutazione
della risposta dopo 2-4
settimane
ADHD con Disturbo della
Condotta
Interventi psicosociali e far-
Terapia multimodale
a)Training genitoriale,
training scolastico e autogestione
b)Terapia
psicologica,
comportamentale o familiare
c) Farmacoterapia:
1)metilfenidato – se non
c’è un abuso di farmaci o
droghe nel contesto ambientale
2) Atomoxetina – seconda scelta, prima se si conosce un abuso di droghe o farmaci.
4) Intervista diagnostica dei bambini
5) Controllo della condizione
medica (per esempio sindrome
alcol fetale)
6) Invio per test aggiuntivi (neuropsicologici o psicologici) solo se
indicati (storia del paziente, sintomi)
7) Valutazione per disturbi di
comorbilità, gli adolescenti più
grandi dovrebbero essere controllati per il Disturbo da uso di sostanze
Differente per ogni gruppo di età
piano di trattamento completo
1) Pscico-educativo per genitori e bambini
2) Terapia
comportamentale
e/o farmacologica
Terapia comportamentale come
trattamento iniziale con sintomi
lievi o moderati.
Farmaci: prima scelta Stimolanti
(FDA), anche formule di lunga
durata d'azione, in secondo luogo: bupropione, antidepressivi
triciclici, agonisti alphaadrenergici. ATX può essere considerato
se è attivo un abuso di sostanze
3) Collegamento con il sostegno
85
88
Interventi
Esiti
Ancora in sviluppo - che copre le
cure dei professionisti della salute nelle cure primarie, di comunità e secondarie
Ancora in sviluppo
maci psicostimolanti (metilfenidato prima scelta), prima
valutazione della risposta dopo 2-4 settimane, portare a
massima dose; aggiungere risperidone, valutazione del
trattamento dopo 4-6 settimane, cambiare concentrazione della dose se necessario
Diagramma di flusso specificato
Per la ADHD senza i Disturbi
della Condotta
1. Cure primarie
2. Specialisti
Per l’ADHD con i Disturbi
della Condotta
1. Invio ad uno specialista se
disponibile
2. Ospedalizzazione o trattamento residenziale dopo 12
settimane di trattamento
non efficace
Strumenti di misurazione di
risultato suggeriti: CTRS-R,
CPRS-R, IOWA CTRS, CTRS,
SKAMP, SNAP-IV, N-CBRF
della comunità scolastica e le risorse aggiuntive
4) revisioni periodiche
Trattamenti ambulatoriali
Ricoveri
Collocazione del bambino o del giovane in affido o case per bambini o
in contesti scolastici speciali
Considerazioni
sui rischi di
abuso
Comorbilità confermata in età adulta di uso di
droghe problematico
Valutazione
Ancora in sviluppo
Ricerca
www.nice.org.uk
Nessuno con ADHD, bambini
con ADHD e Disturbi della
Condotta sono ad alto rischio
di sviluppare abuso di sostanze in età adulta
Meeting per il consenso internazionale per le linee guida del 2002 – nessun meeting
ufficiale nell’Unione Europeo
o in ESCAP
Trattamento ambulatoriale. Nessuna informazione specifica sui
ricoveri ospedalieri
In assenza di sintomi per più di un
anno interrompere la terapia
“Molti bambini continueranno ad
avere una compromissione in età
adulta e questo richiederà un trattamento”
www.elsevier.com/locate/eur
oneuro
European
Neuropsychopharmacology
14 (2004)
11–28
Comorbilità confermata,
specialmente nei giovani
Da notare che gli adolescenti potrebbero usare
impropriamente i farmaci
o venderli
E’ richiesta valutazione
continua del trattamento
(1-2 prove esaustive
all’anno per i farmaci.
Valutazione dei differenti metodi di trattamento
farmacologici fatti
DGKJP (ed.), Deutscher
Arzte-Verlag, Koln 2007.
http://www.uniduesseldorf.de/awmf
15-19% dei pazienti con ADHD
inizierà a fumare o sviluppare altri
disturbi da uso di sostanze
Continuità della cura con clinici
esperti
Richiesto monitoraggio del bisogno di intervento psicosociale,
dell’efficacia della terapia farmacologica e degli effetti collaterali
Valutazione dei differenti metodi
di trattamento farmacologici fatti
J. Am. Acad. Child Adolesc.
Psychiatry 2007,
46:7, 894–921
87
90
Tabella 3.4: Linee guida stabilite per il trattamento
trattamento del disturbo di condotta/disturbo
condotta/disturbo oppositivo provocatorio
Valutazione
Criteri diagnostici
Sintomi
Procedure diagnostiche
Regno Unito
ICD 10/ DSMIV
Germania (AWMF)
F91, F92
Stati Uniti (AACAP)
DSM IV-TR: disturbo oppositivo provocatorio
Nessun standard di trattamento – Review – ‘traning genitoriale o programmi educativi nella
gestione di bambini con
disturbi della condotta
Variano ampiamente nella
presentazione
ICD-10/DSM IV
Checklist dei sintomi specifiche per
età
Sintomi specifici per età
1) Valutazione
basata
sull’osservazione e interviste con bambini,
genitori e insegnanti
2) Diverse checklist (es.
CBLC)
3) Fattori di rischio ambientali, familiari o
dei bambini stessi (uso
problematico di sostanze)
Diagramma di flusso specificati
Esplorazione (genitori, scuola) dei
sintomi, della storia, della comorbilità
(Droghe?), condizioni ambientali
Esami fisici
Test (IQ, compromissione parziale
delle prestazioni)
Esplorazione (bambini, genitori, scuola se
possibile)
Esami fisici, comorbilità
Test
IQ,compromissione parziale delle prestazioni
Strumenti di utilizzo a scopo diagnostico
forniti- specialmente diagrammi di flusso
Trattamento,
procedure terapeutiche
Interventi
1) training o programmi
educativi per i genitori
(orientati ad
essere focalizzati su breve
termine)
2) La terapia focalizzata
sui bambini - tra cui la
terapia comportamentale,
terapia cognitiva, sociale,
formazione professionale,
formazione cognitiva
3)Terapia famigliare
2) La Farmacoterapia è
necessari solo per comorbilità
Ambulatoriale
Ricovero
1) formazione dei genitori, formazione scolastica, autogestione
2)terapia psicologica
3) Farmacoterapia (metilfenidato, pipamperone, risperidone, acido valproico)
E’ necessario un trattamento a lungo termine collegato all’età
1) La prevenzione
2) Il trattamento dei disturbi in comorbidità
3) interventi familiari: la formazione dei
genitori, piano di trattamento (abuso di sostanze)
3) terapia individuali o di gruppo
4) costruzione delle abilità psico-sociali
5) Farmacoterapia - non dovrebbe trattarsi
di un intervento unico (stimolanti, atomoxetina)
Trattamenti ambulatoriali preferiti
Ricovero se sono presenti altre malattie gravi
Separazione dal gruppo dei pari
Collocazione del bambino o del giovane in affido o case per bambinigestione sociale dei casi
Il trattamento deve essere effettuato in un
contesto il meno restrittivo possibile.
Trattamento ambulatoriale.
L’ospedalizzazione dovrebbe essere necessario solo per la gestione delle crisi .
Trattamenti giornalieri o ricoveri in strutture residenziali e di ricovero possono essere
necessari se la famiglia non vuole o non è in
grado di collaborare, sono preferibili alternative nella comunità esterne alla famiglia o
modelli di tutela della famiglia
89
Tabella 3.4: Continuazione
Esiti
Considerazioni
sul rischio di
abuso
Regno Unito
La prognosi è particolarmente sfavorevole
nei disturbi della condotta che insorgono
precocemente Rafforzando l’importanza di
un intervento precoce efficace. Oltre il 60%
dei bambini che all’età di 3 anni hanno problemi, a 8 anni presentano ancora problemi
e molti di questi persisteranno in adolescenza e in età adulta. Circa il 50% dei bambini
con disturbo della condotta vengono diagnosticati in seguito con disturbo di personalità
antisociale e abuso di sostanze o altro.
Abuso di sostanze come fattore di rischio.
Confermata comorbilità, specialmente nei
giovani.
Germania (AWMF)
Stati Uniti (AACAP)
Valutazione dei differenti metodi di trattamento o farmacologici eseguiti.
Valutazione a lungo termine e analisi dei
costi-efficacia dei diversi training genitoriali
www.nice.org.uk
National Library for Health
www.mentalneurologicalprimarycare.org
Valutazione dei differenti
metodi di trattamento o farmacologici eseguiti
Valutazione dei differenti metodi di
trattamento o farmacologici eseguiti
attraverso studi randomizzati
DGKJP(ed.),Deutscher Arzte-Verlag, Koln 2007.
www.uniduesseldorf.de/aw
mf/ll/ll_028.htm
J. Am. Acad. Child
Psychiatry 46:1; 126–141,
2007
92
Confermata
comorbilità,
specialmente nei giovani.
Comorbilità con abuso di sostanze.
Per la prevenzione dei disturbi della
condotta
vedere
il
sito
www.modelprograms.samhsa.gov
Valutazione
Ricerche
Nota: Non esistono linee guida europee per questa condizione
Adolesc.
91
Capitolo 4
Strategie e programmi nella prevenzione indicata
Livello 3
Livello 2
4.1 Introduzione
93
Questo capitolo ha lo scopo di fornire un approfondimento sui programmi di prevenzione indicata esistenti. L’informazione qui riportata è il risultato di una ricerca sistematica della letteratura scientifica (
descritta sotto) integrata con i dati forniti dalle agenzie governative
in risposta ad una richiesta di informazione sui modelli europei di
prevenzione indicata. Per lo scopo di questa review, i programmi inseriti sono stati considerati come interventi preventivi se avevano:
• un gruppo target definito;
• una durata e una frequenza determinata;
• un processo di valutazione (opzionale).
Tutti i programmi sono stati etichettati su tre livelli usando la 'procedura di classificazione dei progetti di revisione in base al livello di
qualita' (Hillebrand e Burkhart, in corso di stampa), e si è aggiunto,
per quei programmi che raggiungono il livello 3, un diagramma di
flusso in accordo al modello logico fornito da Hillebrand e Burkhart
(in stampa). E’ stata inoltre inserita una valutazione dei programmi da
parte di esperti attraverso un processo di consenso. I programmi classificati di “prevenzione indicata” attraverso questi passaggi sono stati
descritti attraverso informazioni generali (come ad esempio nazionalità, frequenza, valutazione), una loro descrizione grafica - come indicato nel documento sui criteri di qualità - e assemblati nel modello
logico per la banca dati dell'Emcdda, sviluppato da Hillebrand e Burkhart (in stampa). Il modello consente agli elementi di un intervento
di essere visualizzati e fornisce una panoramica della interconnessioni
delle diverse componenti (Figura 4.1). L'utilizzo del modello logico
aiuta ad identificare sia i componenti inclusi nella progettazione sia
quelli che potrebbero essere assenti.
Progetti
promettenti
94
Livello 1
Una base teorica che è
chiaramente collegata
agli obiettivi.
Indicatori di valutazione che sono collegati
agli obiettivi e alla situazione iniziale.
Una descrizione chiara
del disegno di valutazione.
Il progetto deve avere
una durata almeno di
un anno.
Risultati progettuali
chiari.
Una base teorica che
è chiaramente collegata agli obiettivi,
alla situazione iniziale, agli indicatori.
Una descrizione
chiara del disegno di
valutazione.
Una descrizione significativa generale.
Progetti Modello
Una base teorica che
è chiaramente collegata agli obiettivi,
alla situazione iniziale, agli indicatori.
Disegno di ricerca
con gruppo di controllo (Studio controllato randomizzato è il
modello logico plausibile)
Rilevanza operativa e
qualità psicometrica
delle misure.
Messa a disposizione
dei materiali del programma così come
degli strumenti di
valutazione.
Classificazione della qualità dei programmi di Hillebrand e Burkhart
I “Modelli logici, specialmente nell’area della prevenzione delle droghe, permettono di provare e mostrare graficamente che il vostro intervento consiste di un insieme di componenti coerentemente interconnessi, logicamente collegati e che derivano l’un l’altro. Il modello
logico aumenta l’efficacia potenziale di un intervento regolando i suoi
elementi in relazione tra loro e permettendo il controllo continuo di
queste relazioni logiche…” (Hillebrand e Burkhart, in stampa).
Analisi dei bisogni
Informazione su
gruppo target e
situazione nella
comunità
Ipotesi di lavoro
Modelli teorici
Obiettivi
Controllo di
fattibilità
1 2 3
Indicatori
1 2 3
Componenti
(definire i
componenti)
Risultati
valutazione
1 2 3
Fig. 4.1: modello logico dell’Emcdda per gli interventi nella prevenzione delle
droghe
4.2 Risultati della ricerca in letteratura sulla prevenzione indicata
La ricerca nel database PubMed ha portato ad un campione iniziale di
più di 6900 abstracts, dai quali, dopo un’analisi approfondita, sono
stati selezionati 390 studi per valutazioni successive. La ricerca è stata
condotta in altri database (EMBASE, Social Science Citation Index,
Cumulative Index to Nursing and Allied Health Literature (CINAHL)
and PsycINFO) ed ha prodotto 647 studi dai quali successivamente
sono stati selezionati 96 abstracts. Gli studi selezionati sono stati poi
valutati da un team di esperti che è stato in grado di trovare 21 programmi di prevenzione indicata che incontrano i criteri per essere inclusi in questo report.
Gli studi sono stati etichettati su tre livelli, in accordo con la 'procedura di classificazione dei progetti di revisione in base al livello di
qualita' (Hillebrand e Burkhart, in corso di stampa).
95
96
Dall’esperienza si sa che specifici gruppi ad alto rischio, come i bambini collocati in case di affido, i giovani inseriti in strutture per coloro
che scappano di casa e i giovani delinquenti, possono essere considerati come target degli interventi di prevenzione indicata.
Poiché la ricerca in letteratura non ha condotto ad una selezione di
un numero di studi elevato in quel campo e solo tre studi sono stati
selezionati nella letteratura grigia europea (dalla Polonia,
dall’Ungheria e dalla Norvegia), si è realizzata una ricerca supplementare includendo non solo gli articoli pubblicati in riviste specializzate
ma anche tesi di laurea e altri report scientifici (database: CDSR, ACP
Journal Club, DARE, CCTR, CINAHL, PsychINFO, all’interno dei
quali è stata effettuato una ricerca utilizzando termini quali: abuso di
sostanze, adolescenza e delinquenza a partire dagli anni 2000).
Questa ricerca ha identificato 78 documenti che non erano stati trovati precedentemente. Tuttavia, anche con questa strategia, non è stato possibile identificare un approccio di prevenzione indicata valutata
con queste popolazioni ad alto rischio.
Diverse tesi di laurea hanno sottolineato la necessità di uno screening
sistematico dei giovani incarcerati, mostrando che tra i giovani autori
di reato, test standardizzati sono significativamente migliori a rilevare
problemi di abuso di sostanza rispetto alle interviste informali standard. Esiste un intero corpo della letteratura su 'colloqui motivazionali' e altre tecniche motivazionali, ma questi studi sono stati condotti con i delinquenti identificati come affetti da un disturbo da uso di
sostanze.
Il colloquio motivazionale potrebbe essere visto come una introduzione specifica nel trattamento. L'accesso a interventi di prevenzione
e cura sembra essere molto difficile per questi sottogruppi di giovani.
Potrebbero ottenere un trattamento solo se avessero un disturbo innegabile.
Questo ha un impatto sul loro comportamento, per esempio durante
la detenzione. Dato che gli adolescenti sotto custodia, in detenzione
e in carcere, sono un gruppo ad alto rischio facilmente accessibile ai
ricercatori e agli intervistatori per il follow-up, è stata condotta una
98
Tabella 4.1: Programmi identificati in letteratura
ricerca più ampia includendo anche le tesi di dottorato europeo e gli
abstract delle conferenze.
Tuttavia, questa ricerca non ha individuato nessun programma valutato nella prevenzione indicata. I programmi sono stati suddivisi in
interventi motivazionali, familiari, interventi nei giovani con comportamenti delinquenziali e distruttivi e altre tipologie.
Studi
Descrizione
Interventi motivazionali
Marsden
Interventi
motivaet al.,
zionali brevi per per2006
sone
che
usano
ecstasy e cocaina:
interventi manualizzati di 45-60 minuti
97
Disegno
Paese
Popolazione
Studio controllato randomizzato
verso
gruppi ai quali
è stata fornita
solo
l’informazione
Regno
Unito
16-22 anni
N=342
Studio controllato randomizzato:
trattamento
verso
gruppo di controllo in lista di
attesa
Stati Uniti
14-19 anni
N=97
4.3 Programmi dalla letteratura
letteratura
I programmi identificati dalla ricerca in letteratura sono riportati nella tabella 4.1. I modelli logici possono essere trovati nell’appendice.
Walker
et al,
2006
Adolescenti utilizzatori di cannabis (uso
nell’ultimo mese): 2
sessioni di terapia
dell’aumento motivazionale (MET)
Strumenti
Esiti
Strumenti auto costruiti
MAP: Maudsley Addiction Profile (Marsden et al., 1998)
SDS: Severity of Dependence
Scale
(Topp and Mattick,
1997)
AUDIT: Alcohol Use
Disorders
Identifi cation Test
(Conigrabe
et
al.,1995)
GAIN-I: Global Appraisal of
Individual Needs –
Initial version
(Dennis,
et
al.
2004a)
Liv.
Follow up a 6
mesi: non più
efficace
della
semplice informazione per la
riduzione dell’uso
di alcol e stimolanti
1
Follow up a 3
mesi: uso ridotto
in entrambi i
gruppi,
nessun
segno di efficacia
dell’intervento
1
100
Studi
Descrizione
Disegno
Paese
Popolazione
Strumenti
Esiti
Liv.
Studi
Descrizione
Disegno
Paese
Studenti che infrangono le regole del
campus riguardanti
l’uso di droga e alcol.
Mandare feedback a
casa vs intervista motivazionale.
Studio controllato randomizzato
Stati Uniti
Età
media
18.6 anni
N= 222
Follow up a 3
mesi: riduzione
(alcol, nicotina,
cannabis), nessuna differenza tra
gli interventi
3
Tait
et
al., 2004;
Tait
et
al.,
2005
Interventi brevi in
pronto soccorso in
casi riguardanti l’uso
di alcol e droghe. Sono fornite informazioni su dove ottenere aiuto
Studio controllato randomizzato
Australia
McCambridge e
Strang,
2005
Adolescenti che consumano droghe illegali: intervista motivazionale singola (1
h)
Studio controllato randomizzato
Regno
Unito
16-20 anni
N= 200
SDS: Social Desirability Scale
(Andrew and Meyer,
2003)
Modified
Daily
Drinking Questionnaire (Dimeff et al.,
1999)
RAPI: Rutgers Alcohol Problem Index
(White
and
Labouvie, 1989
Interviste strutturate
Popolazione
12-19 anni
N= 127
Strumenti
White et
al, 2006
1
McNally
et
al.,
2005
3 sessioni di interventi motivazionali
per studenti bevitori
forti.
30 min.
(screening), contatto
telefonico e randomizzazione, seconda
e terza sessione.
Studio controllato randomizzato
Stati Uniti
Età
media
18.85 anni
N= 73
Nessun
effetto
dopo 12 mesi, il
gruppo di controllo è inoltre
migliorato
Follow up a 6 settimane: riduzione
significativa (bevute settimanali,
bere eccessivo).
McCambridge e
Strang,
2004
Adolescenti che usano droghe illecite
(stimolanti e cannabis) reclutati attraverso i pari: intervista motivazionale
Studio controllato randomizzato
Regno
Unito
16-20
N=200
SDS: Severity of Dependence
Scale
(Gossop et al., 1995)
DAS: Drug Attitudes
Scale (Parker et al.,
1998)
GHQ:
General
Health
Questionnaire (Goldberg and
Williams, 1988)
AUDIT (Saunders et
al., 1993) Young
Adult Alcohol Problems. Screening Test
(Hurlbut and
Sher,1992)
Daily Drinking
Questionnaire
(Dimeff et al., 1999)
2
Drug use of teenagers questionnaire
(Ovenden and Loxley, 1994)
FAD: Family assessment device
(Epstein et al., 1983)
GHQ-12:
general
health
questionnaire-12
(Goldberg and
Williams, 1988)
Esiti
Follow up a 4
mesi: minor uso
di droghe “pericoloso”,
minor
uso di droghe in
chi è in terapia,
più adolescenti
che iniziano un
trattamento. Follow up a 12 mesi,
meno ricoveri in
pronto soccorso
per uso di alcol e
droghe.
Follow up a 3
mesi: riduzione
dell’uso di droghe.
Ampiezza
dell’effetto:
sigarette: 0.37
alcol: 0.34
THC: 0.75
Liv.
3
3
99
102
Baer et
al., 2001
Walters,
2000
Bevitori ad alto rischio: un intervista
motivazionale personale, un’analisi personalizzata
inviata
agli individui, contatto telefonico con i
bevitori ad alto rischio
Studio controllato randomizzato
Stati Uniti
Bevitori da moderati
a forti. Feedback personalizzato inviato a
loro
Studio controllato randomizzato (2 h. di
informazione
più il feedback
vs. solo il feedback vs. nessun
intervento)
Stati Uniti
19 anni
N=659
N= 40
Strumenti
auto
costruiti
Rutgers
Alcohol
Problem Inventory
(White
and
Labouvie, 1989)
Daily
Drinking
Questionnaire (Collins et al., 1985)
ADS: Alcohol Dependency
Scale(Skinner
and
Horn, 1984)
DCU:
Drinker’s
Check Up (Miller
and Sovereign, 1993)
AUDIT
Follow up a 4 anni:grande riduzione di uso di
alcol nel gruppo
dell’intervento
2-3
Follow up a 6 settimane.
Ampiezza effetto
1.01 per l’invio
dei feedback vs.
o.36 senza intervento vs. 0.60 per
gli interventi più
il feedback
2
Studi
Descrizione
Disegno
Paese
Popolazione
Strumenti
TLFB:
Timeline
Follow
back
(Sobell and Sobell,
1992)
CBCL, YSR
Vermont
Structured Diagnostic
Interview
(Hudziak et al.,
2004)
Alabama Parenting
Questionnaire
(Frick et al., 1999
CAPA: Child and
Adolescent
Psychiatric
Assessment (Angold
and Costello, 1995)
CDI:
Children’s
Depression Inventory
(Kovacs,
1992) Own instruments
Esiti
Liv.
Interventi centrati sulla famiglia
Kamon et
al., 2005
Adolescenti
che
hanno utilizzato almeno
cannabis
nell’ultimo mese: gestione dei fondi basato sulla famiglia (soldi per campioni di
urina negativi,. 14
settimane, una sessione a settimana.
Adolescenti e genitori separatamente
Studio pilota
Stati Uniti
15-18 anni
N=19
FACS:
Family
and
Coping
Skills
(Curry et
al., 2003
Uso di sostanze e depressione in adolescenza: parte degli
interventi familiari e
della terapia Cognitiva Comportamentale.
Training per genitori,
sessioni familiari e di
gruppo
Studio pilota
Stati Uniti
14-18 anni
N= 13
Follow up a 30
giorni:
efficace
vs.uso di sostanze e
i comportamenti di
esternalizzazione.
2
Follow up a 3 mesi:
abbassamento del
livello di depressione e riduzione
dell’uso di sostanze
2
101
104
Studi
Descrizione
Disegno
Paese
Popolazione
Strumenti
Esiti
Liv.
Interventi basati sulla scuola
BSFT: Brief
Strategic
Family
Therapy
(Robbins et
al., 2002)
Comportamenti adolescenziali osservati nel contesto
ambientale,
prevalentemente 12-6 sessioni (3-4
mesi)
Studi differenti: Studio
controllato
randomizzato
vs. gruppo di
controllo in
lista di attesa
Stati
Uniti
6-17 anni,
79 famiglie
(Coatsworth
et al., 2001)
Riduzione del
consumo
di
cannabis
ma
non dell’uso di
alcol
Coatsworth et
al., 2001)
3
Studi
Descrizione
Disegno
Paese
Popolazione
Strumenti
Esiti
Preventure
(Sully and
Conrod,
2006)
Programma
scolastico:
Regno Unito ( dal Canada)
Solo per adolescenti con
fattori di rischio identificati. 4 tipi di personalità
ansia sensibilità ansiosa,
ricerca di sensazioni,
impulsività, il pensiero
negativo
Durata: 1 x 90 minuti
Studio controllato
Regno
Unito
13-16 anni
SURPS: Substance
Use Risk Profile
Scale (Conrod and
Woicik, 2002)
CYT: Cannabis
Youth
Treatment
(Dennis et
al., 2002,
2004a)
Uso di cannabis negli ultimi 90 giorni, un sintomo di
dipendenza.
Interventi: terapia
dell’aumento motivazionale (MET), Terapia Cognitivo Comportamentale
(CBT), rete di supporto familiare (FSN), approccio di
rinforzo della comunità
adolescenti (ACRA) o terapia familiare multidimensionale (MDFT).
Studio controllato randomizzato
Stati
Uniti
RBPC: Revised Behavior
Problem
Checklist (Quay and
Peterson, 1993).
ASI: Addiction Severity Index (McLellan
et al., 1984).
FES: Family Environment Scale (Moos
and Moos , 1983).
SFSR: Structural Family Systems Rating
(Szapocznik et al.,
1991)
GAIN: Global appraisal of Individual
needs
Follow-up
12
mesi: i 5 interventi incrementano i giorni di
astinenza e la
percentuale di
adolescenti in
recupero.
Miglioro costo/
efficacia: mET o
CBT (5 sessioni),
MET o CBT (12
sessioni), ACRA
3
Project
Options
(Brown et
al., 2005)
Adolescenti, uso di alcol
almeno una volta, basato
sulla scuola, 6 sessioni,
aumento motivazionale,
skills training, feedback,
interventi individuali o
via internet
Studio controllato: auto
invio a gruppi
di intervento
(non vs. individuale
vs.
internet)
Stati
Uniti
Media: 15.9
anni
N = 1 249
Items da:
Monitoring the Future Survey (Johnston et al., 2003)
Youth Risk Behaviour Survey (CDC,
1990)
Follow up a 12 mesi: riduzione del
binge
drinking,
della frequenza e
della quantità delle
bevute (riduzione
anche di: depressione, assenze ingiustificate, attacchi di panico e impulsività).
Efficace in particolare per chi ricerca
sensazioni (sensation
Seekers)
Dopo gli interventi:
migliori effetti nei
forti bevitori
12-18 anni
N=600
Liv.
Liv.
103
106
Studi
Descrizione
Disegno
Paese
Popolazione
Strumenti
Liv.
Liv.
Altro
Follow up a 5
anni: riduzione
di fumo, uso di
cannabis, nessuna differenza
nei comportamenti
delinquenziali
3
Studi
Solhkhah
et al., 2005
Descrizione
Bupropione ritardato
negli adolescenti con
ADHD o con disturbo dell'umore
Riduzione
dell’uso di alcol
e cannabis in
entrambi
i
gruppi di intervento
2
Battjes et
al., 2004
Abusatori di sostanze
da leggeri a moderati, approccio di terapia di gruppo manualizzata, 19 sessioni
Esiti
Interventi in giovani con comportamenti delinquenziali distruttivi
UCPP: Utrecht Coping
Power Programme
(ZonnevylleBender et
al., 2007)
ATTAIN
(Gil et al.,
2004)
Terapia cognitiva manualizzata; 23 sessioni
settimanali, 1,5
ore figli e genitori
I genitori devono pagare
Studio controllato
randomizzato vs.
TAU vs controlli di
salute
Olanda
8-13 anni con
disturbo
di
comportamento distruttivo
N= 61
Giovani
quenti
Studio controllato
randomizzato: intervento CBT individuale vs. intervento
familiare
(Auto cambiamento guidato) vs.
gruppo di controllo
in lista di attesa
Stati Uniti
Media:
anni
N= 213
delin-
15.7
TLFB: Timeline
Followback interview (Sobell and
Sobell, 1992)
Interviste strutturate
PRQ:
Problem
Recognition
Questionnaire
(Cady et al., 1996)
8
Disegno
Studio “in aperto” 8, naturalistico
Paese
Stati Uniti
Popolazione
12-19 anni
N=14
Stati Uniti
N= 194
Strumenti
DUSI-R: Drug Use
Screening Inventory– Revised
ADHD
Symptom
Checklist
HAM-D: Hamilton
Rating Scale for Depression
CGI: Clinical Global
Impression
GAIN: Global Appraisal of Individual
Needs (Dennis et al.,
2002)
Circumstances, Motivations and
Readiness
Scale
(DeLeon
et
al.,
2000)
Client
Evaluation
Form (Simpson and
Chatham, 1995)
E’ uno studio in cui sia lo sperimentatore sia il partecipante conoscono il tipo di trattamento
Esiti
Follow up a 6
mesi: riduzione
dei punteggi del
DUSI, dell’ e del
ADHD
e
dell’HAM-D
Liv.
2
Follow up a 6 e
12 mesi: riduzione dell’uso di
cannabis, l’uso di
alcol rimane stabile
2
105
Studi
Supra-f
(Meili,
2004)
Waldron et
al., 2001
Descrizione
Adolescenti
con
comportamenti problematici. Invio dalla
scuola, dalla giustizia
minorile, dai genitori.
6 mesi, 1-5 volte alla
settimana.
Lavoro sulla scuola e
sul lavoro School and
job work, analisi dei
problemi, abilità di
problem
solving,
training sulle competenze sociali
12 ore (24 ore) di
terapia in una dei
quattro setting di
terapia per gli adolescenti che usano
cannabis
Disegno
Paese
Svizzera
Popolazione
11-20 anni
Strumenti
Esiti
Impianto presentato
Liv.
2
4.4 Programmi in Europa – informazioni fornite dalle agenzie govergovernative
108
Studio controllato randomizzato: Terapia
Cognitivo
Comportamentale vs. Terapia
Funzionale
Familiare vs. la
combinazione
vs. l’approccio
psico educativo
in gruppo
Stati Uniti
13-17 anni
N=120
CBCL:
Child
Behaviour
Checklist
(Achenbach,
1991)
TLFB: Timeline
followback interview
(Sobell
and
Sobell, 1992)
POSIT (McLaney et al., 1994)
Follow up a 4 mesi
per l’uso di cannabis:
la terapia funzionale
familiare e la combinazione: minor giorni di utilizzo . Terapia funzionale, terapia cognitivo comportamentale e la
combinazione:
più
adolescenti a livello
di uso minimo
1
107
4.4.1 Strategie di ricerca
Per raccogliere notizie aggiuntive sui programmi esistenti o su iniziative pianificate nei paesi europei, sono state richieste ai vari Paesi informazioni sui loro attuali programmi di prevenzione indicata.
Basandosi sulle informazioni disponibili in internet, indirizzi e contatti laddove possibile, sono state identificate le persone referenti per
i seguenti ministeri: salute, affari sociali, educazione e giustizia. In alcuni casi, a causa dell'organizzazione dei servizi governativi o per
l'assenza di una versione inglese del sito internet, non è stato possibile trovare l'indirizzo per il contatto. In 29 paesi europei sono state
spedite un totale di 100 lettere indirizzate ad agenzie o a dipartimenti
governativi.
Dal 70% dei paesi sono state ricevute risposte da almeno un ministro
o un'agenzia. I riscontri ottenuti variano ampiamente in base alla loro
qualità.
Inizialmente, dalle persone contattate sono pervenuti dei nuovi indirizzi o la notifica di invio della lettera alla persona responsabile. Oltre
a questo, alcuni paesi prevedono a livello governativo specifiche istituzioni per il monitoraggio delle droghe, come ad esempio la commissione nazionale per le Droghe e il Dipartimento per il controllo
della droga. Dalla maggior parte dei Governi contattati si è ottenuta
più di una fonte di informazioni. Le risposte sono arrivate per lo piùdal Ministero della Salute (49%) e dal Ministero della Giustizia (21%)
(vedi Figura 4.2).
Sulla base delle risposte delle agenzie governative, si è concluso
che i programmi preventivi variano ampiamente da paese a
paese. Le definizioni della prevenzione indicata sono diversificate: seppur le informazioni ricevute riguardino un grande
numero di programmi, la maggior parte di questi dovrebbero
essere definiti come approcci di prevenzione universale o selettiva.
I programmi sono stati realizzati per lo più senza alcun tipo di
valutazione (o senza informazioni sufficienti sulla valutazione).
Sembra anche che i rispettivi Ministeri o Agenzie non siano
ben a conoscenza delle altre attività di prevenzione alla droga
attive nel loro Paese.
Delle 21 pubblicazioni che incontrano i criteri per un programma di
prevenzione indicata, 16 possono essere classificate come programmi
classificabili al livello 2 o 3. Sei dei 16 programmi hanno un'origine
europea; dei 16, quattro si sono qualificati per il livello 3.
Sono state raccolte informazioni anche su siti internet e home-pages
dei progetti, studi epidemiologici, intenzioni politiche, istituti di ricerca, materiali relativi alla definizione di prevenzione, così come su
programmi universali e su programmi più specifici. Molte homepages
sono disponibili in inglese. Una rassegna del materiale raccolto è fornita nella sezione "Programmi indicati dai governi o dalle istituzioni
collegate"( tab 4.2). Sono stati valutati tutti i siti indicati dai ministeri
e le lettere che offrono informazioni sui progetti nazionali E’ stato verificato ogni collegamento, con particolare attenzione ai programmi
di prevenzione indicata.
109
110
100 lettere da 29
paesi europei
Risposte da 70.1%
dei paesi
Contatti conosciuti attraverso i progetti
21%
Ministero
della Giustizia
11%
Ministero
dell’Educazi
one
18
49
Ministero
degli Affari
Ministero
della Salute
Sociali
Approccio nominato dal nuovo contatto
Contatti di persone/comptenze
Spedito
Materiale inviato: riviste,
brochures
Collegamenti web,
homepages
Valutazione
Figura 4.2: Strategie di ricerca di programmi nei vari paesi
Gli interventi identificati come programmi (quelli con un gruppo
target , un obiettivo specificato e una descrizione dell’intervento) sono stati valutati più attentamente.
Nella ricerca dei testi si è verificata la presenza di parole chiave sul
quadro teorico, sulla durata del progetto, sul finanziamento e sulle
strategie di valutazione. I programmi inclusi sono stati giudicati con il
consenso di un gruppo di esperti e suddivisi in prevenzione universa-
•
le, selettiva o indicata (tre esperti hanno recensito i programmi in
modo indipendente, ne hanno poi discusso in gruppo fino a concordare per ogni programma l’inserimento in una categoria).
I programmi classificati come « prevenzione indicata » dovevano rispondere alla definizione fornita all'inizio di questo capitolo. Il processo di consenso di gruppo ha portato ad ulteriori categorie qualitative, funzionali all’inclusione o all’esclusione del programma alla fase
successiva di descrizione del programma.
I Programmi non sono stati classificati come progetti di prevenzione
'indicata', e quindi non ulteriormente descritti in questo report, se:
•
•
•
•
•
•
•
•
gli interventi sono stati progettati per l’intera popolazione
scolastica, anche se si sono realizzati in scuole per bambini
con difficoltà comportamentali, senza la presenza di interventi specifici orientati all’abuso di sostanze (ad esempio, Estonia
e Ungheria);
la formazione è stata rivolta ai professionisti e al personale e
non mirata ad individui (ad esempio Slovacchia);
non è stato specificato il gruppo target o è stato identificato in
modo generico, ad esempio ‘gruppi a rischio’;
gli individui sono stati selezionati senza alcun tipo di valutazione individuale del rischio (ad es. valutazione dei problemi
psicologici dei genitori, segni comportamentali individuali,
delinquenza) ma sono stati selezionati poiché vivono in quartieri svantaggiati o perché appartengono a sottogruppi etnici
etc. (ad es. Irlanda e Slovacchia);
il programma è stato descritto come “in sviluppo” o “che sta
creando la rete”, senza ulteriori spiegazioni (ad es. la Polonia);
il programma prevede iniziative di gruppi di auto-aiuto (ad
es. la Polonia);
il programma consiste, per lo più, in interventi di trattamento
o riduzione del danno (ad es. scambio di siringhe);
lo studio o il programma non prevede un intervento;
111
112
il gruppo target è costituito da giovani adulti con più di 18
anni.
Dai 53 siti selezionati, alla fine 23 programmi sono stati categorizzati
come prevenzione indicata. Le procedure di valutazione in questi 23
programmi hanno raggiunto gli standard del livello 3 in un caso, del
livello 2 in due casi e del livello 1 in cinque casi. Quindici programmi
non possono essere collocati in nessun livello poiché non hanno fornito sufficienti informazioni. Due programmi hanno gli standard necessari per la prevenzione indicata al livello 3 (IPL3) così come definita in questo capitolo.
A parte un programma Svizzero, nessun programma è stato trovato
sia in letteratura che nella ricerca governativa. In sintesi, solo alcuni
degli studi potrebbero essere descritti come efficaci, anche empiricamente, e quindi servire come modelli di buone prassi. In molti degli
altri studi la forza delle evidenze è limitata da follow-up ad intervalli
brevi o per un numero insufficiente di partecipanti. Per evitare questo problema, è necessario richiedere che gli studi aderiscano ad un
certo livello di standard di valutazione.
I politici possono in questo caso svolgere un ruolo, effettuando una
valutazione adeguata delle condizioni per finanziare i progetti di prevenzione. Studi futuri dovrebbero basarsi su un disegno randomizzato, controllato, alimentato da un numero sufficientemente grande di
individui (a seconda della questione da valutare). Dovrebbe essere realizzato almeno un follow-up a un mese. E' fondamentale che anche
gli interventi senza successo siano pubblicati al fine di fornire informazioni sui modelli che non funzionano, aiutando così altri ricercatori e singoli individui ad evitare di ripetere programmi di prevenzione valutati come inadeguati.
4.4.2 Programmi segnalati dalle agenzie governative
Origine
Fonte fornita
Inf. globale
Tabella 4.2. Programmi segnalati dalle agenzie governative
Rep. Ceca
www.vrakbar.wz.cz
Rep. Ceca
www.kcentrum.cz
Rep. Ceca
www.cnnfm.cz
Sito solo in
lingua ceca
Sito solo in
lingua ceca
Sito solo in
lingua ceca
Rep. Ceca
Rep. Ceca
www.os-semiramis.cz
www.fokusvysocina.cz
Estonia
Francia
http://euks.tai.ee/?lang=en
http://www.education.gouv.f
r/cid1116/preventiondesconduites-addictives
http://www.drogues.gouv.fr/
article94.html
www.sante.gouv.fr
www.dbdd.de
www.forumpraevention.de
www.gesundheitsforschungbmbf.de
www.gov.hu
www.sphe.ie
www.probail.ie/en/National
DrugsStrategy/NationalDrug
sStrategyFAQs
Origine
Fonte fornita
Rep. Ceca
Germania
www.p-centrum.cz X X 1
www.lwl.org/ks-download/
downloads/publikationen/
Cannabis-Expertise.pdf
www.drogfokuszpont.hu
http://www.lsppreventie.nl/index.asp?conte
nt_id=37
www.para.pl/parpaeng
www.infodrogy.sk
http://www.socialstyrelsen.s
e/en/Subjects/
www.supra-f.ch 1
Ungheria
Olanda
Polonia
Slovacchia
Svezia
Svizzera
Regno
Uni
Unito
Regno
Uni
Unito
Rep.
Rep. Ceca
www.drogfokuszpont.hu
http://guidance.nice.org.uk/t
ype
www.prevcentrum.cz
Rep. Ceca
www.web.telecom.cz/fi lia
Rep. Ceca
Rep. Ceca
www.podaneruce.cz
www.extc.cz
Rep. Ceca
www.poradenskecentrum.cz
Rep. Ceca
www.anima-os.cz
Rep. Ceca
www.auritus.cz
Rep. Ceca
www.pppbruntal.cz/citadela
Rep. Ceca
www.mestokladno.cz
InformaInformazioni globaglobale
X
X
X
X
U
S
X
X
X
X
I
?
El
1
1
X
X
2
6
X
X
X
X
X
X
3
1
1
X
X
1
1
X
X
1
113
X
Francia
X
X
X
Francia
Germania
Germania
Germania
Ungheria
Irlanda
Irlanda
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lingua ceca
Potrebbe
non essere
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lingua ceca
Sito solo in
lingua ceca
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lingua ceca
Sito solo in
lingua ceca
Sito solo in
lingua ceca
114
X
Lettonia
Lettonia
Lettonia
Lettonia
www.narcomainia.lv
www.aids.gov.lv
www.vvva.gov.lv
www.atkariba.lv
Lituania
Lituania
Norvegia
Polonia
www.nkd.lt
www.vpsc.lt/vpsc_anglu
www.shdir.no
www.narkomania.gov.pl/brief
/htm
www.bpzgov.pl/anghtml/inde
x2/html
Polonia
Svizzera
x
www.radix.ch
Sito solo in
lingua ceca
X
U
S
X
X
X
X
X
I
?
El
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
Origine
Fonte fornita
Inf.
gloglobale
Turchia
Regno Unito
Lituania
Lituania
Norvegia
Polonia
www.yeniden.org
www.talktofrank.com
www.nkd.lt
www.vpsc.lt/vpsc_anglu
www.shdir.no
www.narkomania.gov.pl/bri
ef/htm
www.bpzgov.pl/anghtml/ind
ex2/html
www.radix.ch
www.yeniden.org
www.talktofrank.com
www.puplicationsteachernet
.gov.uk
www.dh.gov.uk
www.deni.gov.uk/index/80curriculumassessment_pg/80curriculum_and_assessmentdrugsguidance_pg.htm
www.deni.gov.uk/index/80curriculumassessment_pg/
80curriculum_and_assessme
nt-drugsguidance_pg.htm
www.deni.gov.uk/index/85linkspage_pg.htm#elbs
X
Polonia
Svizzera
Turchia
Regno Unito
Regno Unito
Regno Unito
Regno
Unito
Regno Unito
(Irlanda
del
Nord)
Regno
Unito
(Irlanda
del
Nord)
Regno
Unito
(Irlanda
del
Nord)
Regno Unito
(Irlanda
del
Nord)
www.dhsspsni.gov.uk
www.dhsspsni.gov.uk/drugsalcohol-report-ni-review.pdf
U
S
I
?
El
Tabella 4.3: Programmi revisionati dai pacchetti postali
postali
Origine
X
X
X
X
X
X
115
116
Inf.
Inf.
globale
Germania
X
X
x
X
X
X
X
Contratto giovanile
1
Spagna
1
Rep. Ceca
Riconoscimento precoce e
trattamento di adolescenti a
rischio di addiction
Io e mia madre non fumiamo
Fumare non è normale
Rep. Ceca
Il fumo ed io
X
Rep. Ceca
Sistema di cura no smoking
X
Germania
FreD, intervento precoce
per giovani che consumano
droghe e che attirano
l’attenzione per la prima
volta
Interventi individuali per
ridurre il consumo di cannabis
LiechtenLiechtenstein
Rep.
Rep. Ceca
X
NB: Il valore in colonna “I” fornisce il numero dei programmi indicati in quel sito. I
programmi sono categorizzati come: U=Universale, S=Selettiva, I=Prevenzione Indicata, ? = non sono state date informazioni sufficienti, EI = intervento precoce.
I
Norvegia
X
X
X
S
1
Lituania
x
X
U
HaLT, visite in unità di cura
intensiva dopo intossicazione da alcol e servizi in continuità
Gruppo di supporto per
bambini a rischio di essere
obiettivi di programmi di
prevenzione ad alto rischio
Interventi educativi dopo le
violazioni delle regole di
protezione dei minori
X
X
Nome del programma
Germania
X
?
El
1
1
X
X
X
X
Origine
Ungheria
Inf.
globale
X
Ungheria
Lituania
X
Lituania
LiechtenLiechtenstein
LiechtenLiechtenstein
Norvegia
Norvegia
Norvegia
Norvegia
Norvegia
Norvegia
Norvegia
Norvegia
Norvegia
Norvegia
Norvegia
Nome del programma
U
Progetti per combattere contro la violenza nelle scuole e
in alter istituzioni educative
Progetti per informare sui rischio di abuso di droghe nella
scuola secondaria.
Programma per la riduzione
del consumo di alcol e per la
limitazione della dipendenza
da alcol
Gli operatori del Centro di
prevenzione della Dipendenza
di Riga controlla un numero
di internet cafè e di night
clubs
Gruppi droga
X
S
I
?
Origine
Inf.
globale
Nome del programma
U
Slovacchia
X
RO Topol’Cany, lo sport contro il fumo e le droghe per una
vita più sana
PHA SR Marihuana conosciuto-sconosciuto
Attività educative, quali lezioni per bambini e adulti;
chat; seminari; concorsi su
come smettere e vincere
Attività di pubblicazione, come brochure, volantini, film e
attività dei media
Strategia per trattare i detenuti con problemi di droga
nelle carceri slovene
X
Pragramma Saluda, prevenzione delle droghe
Fare salute
Als’Pals
Programma contro l’abuso di
alcol
SUSPERTU
X
El
117
X
118
Slovacchia
Slovacchia
X
Slovacchia
X
Slovenia
X
I
?
El
X
X
X
X
X
Spagna
Concorso per le classi della
scuola per smettere di fumare
Informazione
basata
su
internet
Campagna contro il fumo nei
giovani
Programmi di intervento scolastici
Modello di trattamento collettivo per tossicodipendenti
Trattamento di droghe imposto dalla legge
Progetto SNU
Sentenze alternative (per la
comunità)
Scontare la pena in istituzioni
per il trattamento
Progetto SNU
NGO
Progetto regionale
S
X
Spagna
Spagna
Spagna
X
X
Spagna
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
NB: Il valore nella colonna I fornisce il numero dei programmi indicati in
quel sito. I programmi sono categorizzati come: U=universale, S= selettivi, I=
prevenzione indicata, ? = non sono state date informazioni sufficienti, EI =
intervento precoce.
4.4.3 Rassegna dei programmi di prevenzione indicata.
Si presenta qui una rassegna dei programmi di prevenzione indicata che incontrano i livelli 2 e 3. Quelli classificati come prevenzione indicata, ma che
non hanno ricevuto il punteggio per il livello 2 e 3, sono stati riportati in appendice, dove sono stati inseriti i modelli logici.
Nome
Bundesprojekt Hart am LimiT — HaLT Lörrach — HaLT
Rostock — reactive
Prevenzione Indicata
Paese
Germania
Gruppo
Target
Meno di 150 adolescenti in cura intensiva dopo un episodio
di abbuffata alcolica
Descrizione
Raccolta di dati sui coma alcolici nella nazione; scoprire le
ragioni per il consumo di alcol rischioso; trovare le circostanze dei pari; trovare i disturbi psichiatrici sottostanti e iniziare
la terapia e la riabilitazione se consigliabile.
Per prevenire visite ripetute alla terapia intensiva per problemi legati all'alcol.
Inizio
2003 prima fase, agosto 2004 fase estesa
Frequenza
Programmi individuali, minimo 2 sessioni, tutti i tipi di counselling/trattamento
Questionari e fogli di monitoraggio
Strumenti
Valutazione Questionario sul disegno del programma, statistiche e report
da PROGNOS AG, Svizzera.
Livello
3
Nome
9
Increasing the number and availability of therapeutic serservices for codependents and other members of alcoholalcoholdependent families. (trad: Aumentare il n° e le disponibilità
dei servizi terapeutici per co-dipendenti9 e altri membri delle famiglie degli alcol-dipendenti))
“Co-dipendenza è un comportamento appreso che può essere passato da una generazione all'altra. Si tratta di una condizione emozionale e comportamentale che influisce
sulla capacità di un individuo ad avere un sano rapporto reciprocamente soddisfacente.
Prevenzione Indicata
119
Paese
Polonia
Gruppo
Membri della famiglia-vedi sopra
Descrizione
Training
Conduzione di ricerche/valutazioni, focus sui disturbi sofferti
dai membri della famiglia di alcolisti
Annunci e pubblicazioni sulla stampa specializzata e riviste
Inizio
Dal 1999
Frequenza
Non specificata
120
Valutazione 1998-2002
Livello
Nome
Prevenzione
Paese
Gruppo Target
Descrizione
Inizio
Frequenza
Valutazione
Livello
2
SupraSupra-f
Indicata
Svizzera
Giovani a rischio (di delinquenza, uso di droghe, depressione, ansietà, disturbi di condotta, problemi a
scuola)
Programmi differenti tra le 3 e le 42 ore a settimana
supportanti e strutturanti la vita dei bambini
Dal 2000
3 – 42 h/settimana
2003 e 2006 – ancora in follow up
3
E 'anche conosciuto come "rapporto di dipendenza", perché le persone con codipendenza spesso formano o mantengono relazioni che sono unilaterali, emotivamente distruttive e / o abusanti. Il disturbo è stato identificato una decina di anni fa come risultato
di anni di studio delle relazioni interpersonali nelle famiglie di alcolisti. Il comportamento Co-dipendente è appreso guardando e imitando gli altri membri della famiglia che
mostrano questo tipo di comportamento.” Da: www.nmha.org/go/codependency
4.5 Sommario
Per raccogliere informazioni sui programmi esistenti di prevenzione
indicata si è realizzata una ricerca sistematica della letteratura scientifica. Si sono inoltre ricercate nelle agenzie governative le informazioni sui progetti di prevenzione indicata.
Gli interventi con un gruppo target, durata e frequenza definiti sono
stati classificati come programmi di prevenzione. Tali programmi includevano un processo di valutazione, ma questa non era una caratteristica distintiva.
Tutti i programmi sono stati votati attraverso un processo di consenso
e per quelli classificati come “prevenzione indicata” sono stati costruiti i modelli logici
La prima ricerca in letteratura e la valutazione di un team di esperti,
ha selezionato 21 programmi di prevenzione indicata dalle oltre 600
pubblicazioni recenti. Di questi, 6 programmi provengono all’Europa
e quattro sono stati giudicati come “buone prassi”.
La maggior parte dei programmi identificati nella ricerca in letteratura provengono dagli Stati Uniti o da altri paesi anglofoni, e sono progettati per adolescenti che hanno iniziato il consumo di droga.
I pochi programmi in letteratura che provengono dai paesi europei
non anglofoni, prevedono l'identificazione di casi a rischio o la realizzazione di interventi in ambito scolastico, terapie di gruppo ed individuali per adolescenti con problemi comportamentali riconosciuti
o con specifici disturbi psichiatrici.
Molti programmi sono basati su interventi “terapeutici” con un’alta
frequenza e/o prevedono l’impiego di interventi manualizzati brevi,
come l’intervista motivazionale o programmi di training genitoriale10. Per affrontare le questioni specificamente connesse all'uso di
droghe o alcol, sono talvolta utilizzati interventi terapeutici esistenti
10
Uno studio (Stati Uniti) ha riguardato un programmai che includeva una psicofarmacoterapia.
121
122
con l’apporto di minime modifiche (come la terapia cognitivocomportamentale o la terapia familiare) .
Con la richiesta di informazioni rivolta alle agenzie governative si sono individuati 53 siti internet e una serie di riviste dove è stato possibile identificare 23 programmi di prevenzione indicata. Gli approcci
e le definizioni utilizzate nella prevenzione differiscono ampiamente
tra i vari paesi. La maggior parte dei programmi sono stati giudicati
come approcci di prevenzione universale o selettiva in accordo alla
definizione utilizzata in questo report. A seguito di ciò, solo tre dei
programmi europei, provenienti da paesi diversi, potrebbero essere
descritti come 'buone prassi”. Il fatto che le agenzie governative raramente riferiscono di attività di prevenzione svolte da altre agenzie
governative nel loro paese sembra suggerire che vi sia spesso una
mancanza di coordinamento tra le agenzie. Questo risultato sottolinea la necessità non solo che i programmi debbano essere scientificamente validati e basati sulle evidenze, ma anche che debba aumentare l’attenzione verso il coordinamento delle attività di prevenzione
all'interno dei paesi. I 23 programmi di prevenzione indicata provengono da Repubblica Ceca, Germania, Ungheria, Liechtenstein, Paesi
Bassi, Norvegia, Polonia, Slovacchia, Spagna, Svizzera e Regno Unito.
Questi programmi si rivolgono per lo più ai bambini e ai giovani con
problemi sociali e/o comportamentali o a figli di famiglie con problemi legati alla droga o di tipo psicologico. Alcuni si focalizzano su
chi effettua visite al pronto soccorso o sui contatti della polizia legati
al consumo di droghe e alcol. Gli interventi prevedono principalmente lavoro in gruppi incentrato sul rafforzamento dell'autostima e sulla
stimolazione di interazioni positive che, in alcuni casi, includono anche contatti individuali e familiari.
In sintesi, i programmi considerati buone pratiche sono incentrati su
differenti gruppi target, che comprendono:
- coloro che necessitano di terapia intensiva o di altri interventi
medici relativi al trattamento per l’ uso di sostanze;
- soggetti identificati come utilizzatori;
-
bambini identificati nel contesto scolastico valutati singolarmente;
- figli di genitori tossicodipendenti;
- bambini segnalati dai tribunali.
Quindi, nella maggior parte dei casi, il gruppo target già fa uso di sostanze. I bambini a rischio accedono ai programmi di prevenzione da
percorsi diversi: auto-invio, screening all’interno delle scuole, reclutamento tra pari, selezione tramite strumenti di autovalutazione a
scuola, a seguito di un trattamento sanitario o per il trattamento delle
tossicodipendenze dei loro genitori.
Tutti i programmi forniscono anche una valutazione dei bisogni individuali e collaborano con una varietà di sistemi di aiuto, anche se ben
pochi di loro inviano a sistemi di aiuto locale per 'percorsi assistenziali' sistematici.
I programmi eccellenti sono: il progetto UCPP nei Paesi Bassi, che ha
l’obiettivo di aumentare l’empowerment nei giovani delinquenti che
sono già utilizzatori, il progetto Supra-F in Svizzera, che fornisce offerte individualizzate in aree differenti; il programma HALT in Germania, il cui target sono i binge drinker in cura intensiva.
Ognuno di questi programmi ha dei limiti: nei programmi olandesi e
tedeschi sono richiesti il consenso e la collaborazione dei genitori, i
programmi svizzeri hanno prerequisiti locali con una generalizzabilità molto discutibile.
La maggior parte dei programmi trovati nella ricerca in letteratura
hanno sede negli Stati Uniti o in altri paesi anglofoni. La maggior parte è progettata per gli adolescenti dopo l’iniziazione all’uso di droghe.
I programmi provenienti da paesi europei si riferiscono all'identificazione di casi a rischio in ambito scolastico, a programmi basati sulla
scuola e terapia di gruppo ed individuale per adolescenti con problemi comportamenti riconosciuti o specifici disturbi psichiatrici.
Molti dei programmi segnalati dalle agenzie governative usano metodi comportamentali per interventi con un’alta frequenza e/o prevedono l’utilizzo di interventi manualizzati brevi come l’intervista mo-
123
124
tivazionale o programmi di training genitoriale11. Per affrontare le
questioni specificamente connesse con l'uso di droghe o alcol, sono
talvolta usati solo con minime modifiche interventi terapeutici esistenti (come la terapia cognitivo-comportamentale o la terapia familiare) .
La maggior parte dei programmi sono stati giudicati di prevenzione
universale o selettiva in accordo alla definizione utilizzata in questo
report. La maggioranza non ha la valutazione o non fornisce informazioni sufficienti. Solo tre dei programmi possono essere descritti come
'buone prassi”. In molti casi le agenzie governative non sembrano essere informate sulle attività nell’area della prevenzione delle droghe
svolte da altre agenzie governative nello stesso paese. Questo risultato
sottolinea la necessità di un miglior coordinamento delle attività di
prevenzione all'interno dei paesi.
Mentre tutti i programmi forniscono una valutazione dei bisogni individuali e collaborano con una varietà di sistemi di aiuto, ben pochi
di loro hanno sviluppato 'percorsi assistenziali' sistematici.
11
Uno studio (Stati Uniti) ha offerto una psicofarmaco-terapia.
CAPITOLO 5
5.2 Rispetto per le persone
ASPETTI ETICI
Come il rapporto Belmont cita, il rispetto per le persone comprende
almeno due convinzioni etiche: l'individuo dovrebbe essere trattato
come un agente autonomo e quelli con autonomia ridotta devono essere protetti.
L'inserimento di un soggetto in un intervento preventivo deve essere
attentamente esaminato, poiché esiste la possibilità di un effetto negativo (che verrà affrontato più avanti in questo capitolo), tanto più
che il rapporto Belmont sottolinea come le persone 'che necessitano
di protezione estesa' (come i bambini e gli adolescenti) devono essere
esclusi 'da attività che potrebbero essere pericolose'. In molti Stati
membri dell'UE e nella normativa europea sulle sperimentazioni cliniche, con l'eccezione della vaccinazione, non esiste un quadro giuridico o normativo per la ricerca su interventi di prevenzione nei bambini o negli adolescenti. Spesso, una sperimentazione sui minori è
giustificata dal beneficio potenziale individuale o del gruppo.
Questo beneficio potenziale del gruppo può essere facilmente descritto nel contesto della prevenzione indicata perché gli individui vengono proiettati o descritti sulla base di alcuni rischi definiti.
Tuttavia, l'intervento mira a ridurre il rischio di una condizione non
ancora sviluppata, come il disturbo da uso di sostanze. Deve essere
stabilita l’esistenza di un quadro giuridico che consenta studi clinici
in soggetti che sono a rischio, ma che al momento dell'intervento non
hanno sviluppato ancora la condizione alla quale mira l’intervento
stesso. Dal punto di vista dell’abuso di sostanze, questi individui devono ancora essere considerati come individui sani.
L'esempio che viene in mente è quello della vaccinazione. Rispetto a
un intervento curativo come il trattamento farmacologico, si prevede
che le sostanze utilizzate per la vaccinazione siano realmente necessarie per un numero molto più basso di persone. Al contrario, la vaccinazione ha un numero molto elevato di persone per le quali si regi-
5.1 Introduzione.
Introduzione
125
Nella prevenzione della droga, l'etica non è un tema nuovo. Tuttavia,
le questioni etiche che sorgono in materia di prevenzione indicata
devono essere considerate con attenzione, poichè l'obiettivo di questo
approccio è quello di intervenire in individui con un rischio ben definito di sviluppare un disturbo da uso di sostanze nella vita.
Questo definisce fin dall’inizio le questioni da trattare. In primo luogo, identificando le persone e lavorando con loro, queste sono poste
in una posizione particolare, distinta dai loro coetanei, e questo può
comportare il rischio di essere etichettati e stigmatizzati.
In secondo luogo informare gli individui che hanno un rischio elevato di sviluppare un disturbo nella loro vita, può di per sé aumentare il
rischio che ciò accada. In terzo luogo vi è la questione di adattare la
ricerca agli sforzi preventivi al fine di soddisfare i criteri scientifici ed
etici.
Una delle opere più note sulle questioni etiche in medicina è quella
della Commissione Nazionale per la Protezione dei Soggetti Umani
della Ricerca Biomedica e Comportamentale, che nell'aprile 1979 ha
rilasciato il 'rapporto Belmont', dal titolo 'Principi etici e linee guida
per la tutela dei soggetti umani della ricerca '12.
I principi etici di base definiti in questa relazione, e che guidano questo capitolo, sono: il rispetto per le persone, la beneficenza e la giustizia.
12
Disponibile nel sito: http://ohsr.od.nih.gov/guidelines/belmont.html
126
strano effetti negativi e il rischio di subire effetti collaterali di un
vaccino dovrebbe essere molto inferiore a quelli di un trattamento13.
Si possono distinguere tre tipi di intervento possibili: prevenzione,
potenziamento e trattamento. Lo stesso farmaco o intervento psicosociale può essere utilizzato per più di uno di questi interventi.
Per esempio, il metilfenidato è la terapia consolidata per il trattamento dell'ADHD. Il metilfenidato può anche essere utilizzato come stimolante rispetto a diversi compiti cognitivi rilevanti a scuola. Inoltre,
il trattamento con metilfenidato di bambini con diagnosi di disturbi
del comportamento e ADHD può essere preventivo rispetto ad un
successivo abuso di sostanze. In questo esempio, i disegni RCT sono
appropriati per studiare l'efficacia terapeutica del metilfenidato nel
trattamento dell'ADHD. Ma, lo stesso rapporto rischio-beneficio non
è applicabile quando l'obiettivo è il miglioramento o la prevenzione.
L'esempio della vaccinazione non si applica alla prevenzione indicata,
poiché neanche i migliori progetti includono interventi con tassi di
risposta molto alti insieme ad ottimi effetti complessivi di protezione,
senza alcun rischio significativo. In molti dibattiti etici, questo estremo rapporto rischio-beneficio sembra giustificare sperimentazioni di
vaccinazione nei bambini sani. Ma è vero anche per i programmi di
prevenzione che mirano a ridurre il rischio di abuso di sostanze nel
corso della vita?
Anche se i livelli di sicurezza ed efficacia di un intervento si trovano
ad essere paragonabili a quelli di un vaccino, si pone un secondo problema. La questione è se l'intervento deve essere somministrato solo
con il consenso del minore e/o dei suoi assistenti o se lo Stato dovrebbe costringere le persone a rischio a subire un tale intervento. Gli stati variano nella loro normativa in materia di vaccinazione obbligato13
Numero necessario da trattare '(NNT) descrive il numero di persone in un setting terapeutico che hanno bisogno di sottoporsi ad un intervento determinato, in modo che
una persona benefici dall'intervento. Se, ad esempio, l'NNT è di 5, significa che un intervento (ad esempio un farmaco) deve essere somministrato a cinque persone, affinchè uno di loro ne abbia un beneficio. Un NNT basso indica un intervento efficace. 'Il
numero necessario per nuocere' (NNH) descrive la probabilità di un effetto collaterale
di un intervento. Un NNH basso indica un alto rischio di effetti collaterali.
127
128
ria o facoltativa. In generale, la vaccinazione obbligatoria sembra essere accettabile per quelle malattie che comportano un rischio elevato di handicap e dove l'efficacia del vaccino è alta e il rischio di un
danno non intenzionale è molto basso.
Nessun programma esistente di prevenzione indicata mostra profili di
rischio e livelli di affidabilità ed efficacia simili a quelli dei vaccini.
Pertanto l’intervento, che sia forzato o obbligatorio, soprattutto nei
contesti della giustizia minorile, non può essere giustificato. Quando
un intervento di questo tipo viene offerto dalla scuola statale, o da altra agenzia, deve essere stabilita la volontà dell'individuo di partecipare.
Per gli interventi sui minori, sorgono molte altre domande, tra cui:
• Chi può e deve dare il consenso per l'intervento?
• Quanto è importante il consenso della persona che deve subire l'intervento?
• I genitori possono decidere interventi di prevenzione nel momento
in cui i bambini sono troppo piccoli per esprimere la loro volontà o
non sanno riconoscere i problemi che i genitori hanno con il loro
comportamento?
• Chi definisce i problemi?
• Chi decide sulla 'cura' e chi deve subire tutto ciò?
Questi problemi devono essere affrontati. Per i minori, la decisione di
partecipare a interventi di prevenzione non può essere basata unicamente sul consenso dei genitori o tutori legali, ma deve includere anche il consenso informato del bambino o adolescente (secondo la
normativa UE sulla sperimentazione clinica, è necessario il consenso
dei bambini dai 7 anni o più). L'importanza del consenso del partecipante aumenta con l'età e le responsabilità dell’adolescente. L'inserimento del minore nel processo decisionale è anche un passo importante nella creazione della motivazione.
5.3 Beneficienza
L’azione che è fatta per il bene degli altri cade sotto il principio etico
di beneficenza. Il “report Belmont” considera la beneficenza come un
obbligo e afferma due regole generali in cui tali azioni devono essere
effettuate: quella del "non danno" e massimizzazione dei benefici possibili e quella della riduzione al minimo di possibili danni.
Ci sono prove che non tutti gli interventi mirati agli adolescenti sono
benefici. Gli interventi di gruppo, in particolare, sono stati criticati
per il loro potenziale di aggravare piuttosto che ridurre il comportamento asociale.
Sono stati osservati risultati negativi nel trattamento dell'abuso di sostanze: una recente revisione ha evidenziato che il 7-15% dei pazienti
peggiorano durante il trattamento (Moos, 2005).
In una revisione di studi clinici sulla prevenzione all’uso di sostanze
rivolta ai giovani, Werch e Owen (2002) hanno scoperto che 17 studi
hanno mostrato uno o più effetti negativi.
Gli effetti iatrogeni dei programmi possono essere attribuiti a diverse
cause, come ad esempio: aspettative più positive circa l'uso di sostanze, un calo dell’auto-efficacia (la convinzione che uno è capace di riuscire in situazioni specifiche) per evitare l'uso di sostanze; offerta e
probabilità di uso di sigarette, alcool e droghe aumentata a causa
dell’incontro di altri all’interno del programma (Moos, 2005).
Gli adolescenti ad alto rischio tendono a formare gruppi, e sembrano
essere particolarmente vulnerabili alle influenze negative tra i pari,
questo tipo di effetti devono essere presi in considerazione e attentamente monitorati, specialmente in situazioni di gruppo.
Tali gruppi potrebbero fornire al partecipante un modello di comportamento deviante, come ad esempio l’abuso di sostanza, offrendo una
possibilità per la 'modellazione della devianza'. Le influenze dei coetanei devianti potrebbero minare gli effetti positivi di tali gruppi
(Moos, 2005).
Tuttavia, questo effetto può essere attribuito al 'restringimento della
norma', come Killeya-Jones et al (2007) hanno sottolineato: un grup-
129
130
po deviante può abbassare la percezione individuale delle norme devianti, fornendo in tal modo all'individuo un standard di comportamento inadeguato.
Gli autori, inoltre, hanno suggerito che gli adolescenti modellano il
comportamento su quello dei loro associati non perché gli piacciono,
ma perchè vogliono essere come loro'.
Poiché il corpo della letteratura sugli effetti iatrogeni nella prevenzione è in crescita, gli alti standard nella ricerca devono essere mantenuti per assicurare i migliori risultati possibili per i partecipanti alle
misure di prevenzione.
Al momento, il controllo randomizzato (RCT) sembra essere il modello migliore per valutare il beneficio di un trattamento.
L’RCT, tuttavia, spesso si concentra sui miglioramenti negli end-point
primari, di solito entro un breve periodo di tempo. Gli interventi orientati ai disturbi da uso di sostanze successivo, mirano invece ad un
risultato a lungo termine. Dato il rischio da parte dei partecipanti di
uscire dallo studio e a causa di altri effetti che intervengono nei processi di misurazione, laddove gli esiti sono a lungo termine è necessario avere un numero maggiore di partecipanti.
Segnalazioni di influenze degli interventi di gruppo sul consumo di
sostanze derivano da programmi per adolescenti con comportamenti
sociali problematici. E' stato riportato che la probabilità per l'uso di
tabacco, alcol e cannabis è aumentata nel gruppo dei 15-16 enni dopo
aver frequentato a 13-14 anni un gruppo di coetanei asociali (Dishion
e Andrews, 1995). Lo stesso gruppo ha anche mostrato che il consumo di tabacco è aumentato dopo un training di gruppo finalizzato al
rafforzamento del comportamento prosociale (Dishion et al., 1999).
Ciò può essere dovuto al fatto che nelle discussioni di gruppo se l'individuo ottiene un feedback positivo sul suo comportamento di consumo di sostanze, la norma sociale può essere spostata attraverso l'influenza dei pari asociali.
Anche nei programmi di gruppo con particolare attenzione all'uso di
sostanze si è notato spesso un aumento del consumo di alcol.
Scarsi risultati sono stati riportati per i programmi che mirano a rafforzare la capacità di resistere alla pressione dei pari relativa all'uso di
sostanze (Werch e Owen, 2002) e per altri training comportamentali
(Dishion e Dodge, 2005; Dishion e McCord, 1999).
A differenza dei programmi di prevenzione selettiva e indicata, la cui
efficacia è stata testata, i programmi di prevenzione universale sono
scarsamente valutati al riguardo. Questo potrebbe essere spiegato dal
fatto che la valutazione di tali deve essere effettuata su un numero
molto grande di partecipanti. Tuttavia, è limitante presumere che gli
individui traggano esclusivamente profitto dalla prevenzione universale.
Possono essere dimostrati come effetti iatrogeni anche atti apparentemente innocui come la somministrazione di questionari nelle scuole (Gould et al., 2005), è pertanto chiaro e necessario valutare gli interventi effettuati in aula.
La questione principale di “non maleficenza” (primum non nocere —
in primo luogo, non nuocere) nell'impostazione della prevenzione
deve essere affrontata con urgenza.
Questo è certamente vero anche per il problema della stigmatizzazione di bambini e adolescenti attraverso un processo di selezione.
Laddove gli interventi sono costruiti per identificare in una prima fase gli individui ad alto rischio, per poi trattarli successivamente, coloro che sono stati scelti per un intervento preventivo possono essere a
rischio di esclusione da parte dei loro coetanei, come risultato
dell’essere identificati come appartenenti ad un gruppo a rischio. La
possibilità di stigmatizzazione può essere ridotta ricorrendo ad una
richiesta di partecipazione autonoma agli interventi di prevenzione.
Solide conoscenze epidemiologiche sono essenziali per poter prendere eventuali decisioni relative alla definizione del probabile rischio.
Non importa quanto potrebbe essere eccellente la sensibilità o la specificità di uno strumento, è vitale per giungere ad ulteriori conclusioni valutare la conoscenza della prevalenza dei fattori di rischio nel
gruppo (teorema di Bayes, 1764). Bayes ha descritto la probabilità
condizionata come il prodotto della probabilità incondizionata per il
131
132
potere predittivo di una variabile, come un fattore di rischio identificato.
Il valore predittivo positivo di qualsiasi strumento di valutazione sarà
più alto in un gruppo con più persone a rischio — un fatto che sottolinea l'importanza dell’impianto della valutazione (ad esempio favorire gli interventi nelle case di affidamento rispetto alla scuola privata).
Dopo aver considerato gli aspetti relativi agli individui a rischio, sorgono due ulteriori problemi etici. Uno riguarda il livello di rischio al
di sopra del quale è consigliato l'intervento. Il secondo problema è su
chi si può definire quel livello.
5.4 Giustizia
Le domande sulla giustizia che vengono generate dal rapporto Belmont originano dal principio che 'gli uguali dovrebbero essere trattati
come uguali', il che significa che i vantaggi dovrebbero essere ugualmente a disposizione di tutti e gli oneri debitamente imposti a tutti.
Rispetto agli interventi preventivi, questo punto affronta la questione
di quanto siano disponibili i programmi di prevenzione per coloro
che ne hanno bisogno.
La revisione della letteratura mostra che sono state realizzate alcune
ricerche su quanto è stato fornito un adeguato supporto preventivo,
anche per coloro che sono socialmente esclusi, come i carcerati. Inoltre, alcune piccole ricerche sono disponibili in altri ambiti ad alto rischio, come le case famiglia.
Il principio di giustizia vale anche per la valutazione della prevenzione. Sembra ingiusto applicare gli sforzi preventivi ad un gruppo di
persone a rischio mentre, allo stesso tempo, si negano questi sforzi a
un altro gruppo di individui ugualmente a rischio, utilizzandoli come
controlli. Naturalmente, i gruppi di controllo randomizzati sono disperatamente necessari per valutare un programma e controllarne i
suoi effetti. Tuttavia, qualora uno studio mostri che l’efficacia di un
intervento, dovrebbe essere obbligatorio proporlo anche a coloro che
sono serviti come gruppo di controllo.
5.5 Conclusioni
Poiché gli approcci di prevenzione possono, almeno in linea di principio, essere potenzialmente dannosi, essi devono essere sottoposti alle stesse considerazioni dei programmi terapeutici. Come indicato
nella relazione Belmont, la 'ricerca rende anche possibile evitare i
danni che possono derivare dall'applicazione di pratiche sistematiche
accettate in precedenza che, ad un esame più approfondito, si rivelano ‘pericolose', una possibilità che sembra esistere nel lavoro di prevenzione.
Questo significa che i programmi di prevenzione:
• devono essere presentati ad un gruppo dirigente istituzionale per affrontare le questioni etiche e devono ottenere un giudizio positivo
per l'applicazione di interventi proposti agli esseri umani;
• devono essere valutati e valutati per il loro esito a breve, così come a
lungo termine, al fine di evitare di svolgere programmi inutili;
• devono essere costruiti su una solida base scientifica e la valutazione
dovrebbe seguire principi scientifici.
Infine, in analogia con il 'numero necessario da trattare', che è una
variabile fondamentale nei risultati degli studi farmacologici, gli studi
sull'esito delle misure preventive dovrebbe includere un 'numero necessario per prevenire'. Questa potrebbe essere una preziosa indicazione dell'efficacia di un intervento.
133
134
Capitolo 6
Conclusioni e raccomandazioni
6.1 Conclusioni
135
La prevenzione indicata è una branca relativamente nuova della prevenzione e questo si riflette nel fatto che di essa esistono diverse definizioni. Tra gli approcci esaminati in questo studio, diversi tra quelli
che non sono stati classificati dai loro autori o dalle agenzie governative come prevenzione indicata, soddisfano i criteri segnalati nella relazione corrente. Comparivano anche dei report che sostenevano di
eseguire una prevenzione indicata, ma che in realtà non soddisfacevano i criteri necessari. Pertanto, la prima esigenza di questa relazione è stata quella di sviluppare una chiara definizione di prevenzione
indicata. La definizione attuale dell'EMCDDA di prevenzione indicata è "strategie progettate per prevenire l'insorgenza di abuso di sostanze in individui che stanno mostrando i primi segni di pericolo
come il fallimento scolastico e l’abuso di alcol o altre droghe cancello’.
Pertanto, la prevenzione indicata è mirata ad un livello individuale.
Ogni individuo per essere eletto ad un approccio di prevenzione indicata deve essere identificato mediante una procedura di screening o
entrare in un dato contesto istituzionale, volontariamente o involontariamente (ad esempio attraverso il sistema della giustizia minorile).
L'individuo selezionato utilizza la sostanza, ma non soddisfa i criteri
per la dipendenza, e/o mostra indicatori che sono altamente correlati
con un rischio individuale di sviluppare un abuso di sostanze più tardi nella vita (come diversi disturbi psichiatrici infantili, comportamenti antisociali o dissociali).
Questa definizione permette l'identificazione anche delle persone che
non hanno ancora iniziato l'uso di sostanze. Lo scopo degli sforzi della prevenzione indicata non è quello di impedire l'inizio dell’uso, o
136
l'uso di sostanze in quanto tali, ma di prevenire lo sviluppo della dipendenza.
Questa definizione, descritta nel capitolo 1, è stata applicata all’analisi
nella letteratura e nella 'letteratura grigia', soprattutto per le ricerche
sui siti internet segnalati dagli organismi governativi dei diversi Stati
membri. La definizione è applicabile per la classificazione dei programmi ed è in linea con l’obiettivo di verificare sistematicamente la
fattibilità dei diversi approcci. La raccolta di informazioni è stata pertanto guidata da questa definizione al fine di descrivere i principi, i
concetti e i modus operandi della prevenzione indicata nel campo
dell'abuso di sostanze. Lo studio si focalizza sulla comprensione degli
aspetti evolutivi dei comportamenti a rischio, sui problemi di salute
mentale che costituiscono un rischio individuale per lo sviluppo di
una dipendenza e sui setting di cura istituzionali che testimoniano
processi di selezione individuale che hanno già avuto luogo.
Nell'analizzare questi fattori di rischio, è stata realizzata un'approfondita recensione della letteratura sul ben noto rischio psico-sociale
e familiare e sui fattori protettivi (cognizioni relative alla sostanza;
atteggiamenti dei pari; abuso di sostanze in famiglia, mancanza di
controllo dei genitori e di attaccamento) riferendosi ai gruppi ad alto
rischio che spesso presentano rischi psico-sociali e individuali cumulativi, come i bambini in cura adottiva o istituzionalizzati, o gli adolescenti all’interno del sistema di giustizia penale.
Data la grande quantità di studi sui fattori di rischio per l’ abuso di
sostanze, questa review si focalizza su sottogruppi derivati empiricamente, o sulle traiettorie che potrebbero essere importanti per determinare le probabilità di successo della prevenzione indicata in alcuni di questi sottogruppi. La strategia di ricerca di questo studio è
focalizzata sugli studi longitudinali e utilizza metodi statistici come
l'analisi della crescita di classe latente.
Una parte importante nella descrizione dei rischi dello sviluppo ha
riguardato una panoramica sulle prospettive individuali e sullo sviluppo neurologico. Il crescente corpo di ricerca neurobiologica e ge-
netica negli ultimi due decenni ha aperto una nuova comprensione ai
percorsi di sviluppo.
Sono stati presi in considerazione particolari fattori di rischio tra cui
la maturazione precoce e i fattori di personalità o temperamentali.
Si è dedicata particolare attenzione alla ben nota psicopatologia infantile dei disturbi psichiatrici associati ad un rischio maggiore di sviluppare successivamente un abuso di sostanze. Gli approcci diagnostici classificatori, come quelli dell'ICD-10 o del DSM-IV sono stati distinti dagli approcci dimensionali, come quelli più comunemente utilizzati nei questionari di screening sui problemi comportamentali ed
emozionali.
Una rete europea che collega tra loro gli esperti esiste già ed ha
l’obiettivo di perdere il minor numero possibile di diagnosi di ADHD
in pazienti adulti con disturbi da uso di sostanze (Istituto Trimbos,
Studio ESAP). Inoltre, poiché tale approccio di studio riferito agli adolescenti è in ritardo rispetto agli studi sui bambini, troppi di loro
con ADHD non vengono diagnosticati, soprattutto nel genere femminile. Nascere femmina è un fattore protettivo per il rischio successivo di dipendenza da sostanze. Tuttavia, se si accumulano i fattori di
rischio, il percorso di un disturbo da uso di sostanze nelle ragazze
sembra avere un rischio molto più elevato in generale, e una transizione più precoce dall'uso alla dipendenza.
Una serie di dati dimostrano come la psicopatologia dell'esternalizzazione e dell'internalizzazione, identificate con strumenti dimensionali, siano connesse ad un più alto rischio di sviluppo di disturbi da uso
di sostanze. I bambini inviati per tali problemi comportamentali in
un istituto medico o in un contesto di counselling sono spesso riconosciuti attraverso diagnosi categoriali come: disturbi della condotta,
ADHD, PTSD e depressione. Pertanto, si è esaminata la letteratura
realizzando successivamente una descrizione dettagliata degli standard di trattamento basata sull'evidenza per i principali indicatori rispetto all'abuso di sostanze successivo. Da questo si è concluso che i
bambini inviati in istituzioni specializzate per il trattamento di uno
di questi problemi descritti a livello dimensionale, o diagnosticati con
137
138
uno o più di questi disturbi (comorbidità), rappresentano una popolazione bersaglio dei programmi di prevenzione indicata.
I soggetti devono essere identificati da medici o da psicologici professionisti che lavorano con i bambini che presentano problemi comportamentali all’interno in un ambiente nel quale è possibile garantire
un'attenzione individuale, come uno studio privato, un ambulatorio o
un ricovero a tempo pieno o part-time.
Questi bambini ad alto rischio sono sovra rappresentati nei contesti
istituzionali. Questo è particolarmente vero nei luoghi di affidamento
e cura, dove sono sovra rappresentati i bambini con una storia familiare avversa o traumatica, che hanno sviluppato disturbi psichiatrici
e mostrano un precoce consumo di sostanze.
Nei diversi Paesi questi bambini sono curati in contesti differenti. Gli
affidi riguardano una percentuale elevata dei bambini più piccoli in
cura, ma molti Paesi europei sono sempre più propensi a sviluppare
forme di affido anche per gli adolescenti. Le istituzioni pedagogiche
(ad esempio Foyers, Kinderheime, case di bambini) sempre più si
confrontano con la selezione dei bambini a rischio. Questi bambini
spesso, nella loro breve storia di vita, hanno già avuto più assegnazioni in cura e sono stati esposti dai loro genitori alla negligenza o all'abuso.
Frequentemente i genitori soffrono di disturbi psichiatrici, da uso di
sostanze o da entrambi. Di conseguenza, all’interno di questo processo di selezione può essere presente una componente genetica. La ricerca effettuata dagli autori ha dimostrato che, ad esempio, nel Regno
Unito, oltre il 50% dei bambini in cura istituzionale ha una o più diagnosi ICD-10 con un elevato impatto sul funzionamento della vita
quotidiana e che il consumo precoce di una sostanza si verifica più
spesso rispetto alla popolazione generale.
Allo stesso tempo, per questi gruppi vi è un limitato accesso all'assistenza professionale. In Europa, non c'è attualmente quasi nessun
programma di prevenzione indicata che si concentra sui bambini inviati alle istituzioni psichiatriche per disturbi comportamentali ad alto rischio e nessun programma per i bambini inseriti istituti di cura.
I ragazzi in carcere mostrano tassi più alti di disturbi psichiatrici e di
uso di sostanze stupefacenti. Questo è legato ad un rischio maggiore
di sviluppare successivamente dei disturbi da uso di sostanza.
Mentre negli Stati Uniti sono presenti moltissimi studi preliminari
che impiegano l'intervista motivazionale, dalle informazioni disponibili non è stato possibile confermare l'esistenza in Europa di programmi valutati per i giovani in istituti giudiziari o di cura, anche se
in appendice si segnalano tre programmi di prevenzione indicata rivolti ai giovani delinquenti (Slovenia, Ungheria, Norvegia). Poichè il
sistema giudiziario degli Stati Uniti, con un rischio molto maggiore di
incarcerazione a breve termine, 'modella' i programmi americani, la
trasferibilità di questi studi può essere limitata.
Benché non sia stato possibile identificare molti programmi di prevenzione indicata volti ad adolescenti incarcerati, per il futuro deve
essere raccomandato all'interno dell'Unione Europea lo sviluppo di
nuovi approcci di prevenzione indicata rivolti a bambini che commettono atti delinquenziali, ai giovani scappati di casa, o ai bambini
inseriti nelle istituzioni, quali le comunità per minori. Poiché i risultati di un gruppo a rischio non possono essere trasferiti ad altri gruppi
in situazioni diverse, sono necessari programmi specifici per le popolazioni specifiche. Infatti, in molti paesi, gli approcci di giustizia minorile, i centri di cura per i giovani, l'assistenza sociale o le cure mediche sono abbastanza separati ed esistono scarse azioni di coordinamento tra questi campi.
Poiché molti individui identificati come ad alto rischio sono in cura
presso istituzioni pedagogiche e psicoterapeutiche o mediche, spesso
nel lavoro quotidiano dei professionisti in questo campo si pone il
problema dell’assenza di una prospettiva collegata all'uso delle sostanze. Le interfacce tra il sistema di prevenzione all'abuso di sostanze e il sistema di cure mediche e pedagogico per gruppi ad alto rischio
non sono definite o non sono sufficientemente definite.
Gli adolescenti istituzionalizzati vengono omessi da quasi tutti gli
studi di coorte che forniscono informazioni sulle cause naturali dei
disturbi, così come da quelli basati su campioni di popolazione. Infat-
139
140
ti, in queste popolazioni ad alto rischio vi è una scarsa conoscenza
prospettica sui rischi cumulativi e sulle interazioni dei rischi connessi
allo sviluppo di una dipendenza.
La revisione dei programmi della letteratura e dei programmi trasmessi dalle agenzie governative, ha mostrato in questo campo una
comune mancanza di programmi basati sulle evidenze. Solo il 13%
dei programmi identificati come “prevenzione indicata” inoltrati dai
governi o da associazioni affiliate, possono essere definiti "buone
prassi". E’ stata utilizzata una procedura sviluppata dall'EMCDDA per
classificare i progetti e programmi sulla base del livello di qualità.
Tra i risultati pubblicati della valutazione, la ricerca ha identificato
solo un piccolo numero di programmi empiricamente efficaci — 15
delle 21 pubblicazioni potrebbero essere conteggiate come modelli di
buone prassi nella prevenzione indicata, e solo sette di questi programmi valutati sono stati realizzati in Stati europei. Spesso, brevi intervalli di follow-up o un insufficiente numero di partecipanti hanno
diminuito le evidenze degli studi. Si potrebbe ipotizzare che molti finanziatori della ricerca e molti scienziati siano più focalizzati sullo
sviluppo di nuovi approcci rispetto al valutare i loro effetti. Forse il
modello RCT di valutazione (randomized control trial) a molti dei ricercatori nel campo non sembra appropriato.
Il modello RCT non è molto seguito in prevenzione, una strada più
appropriata è rappresentato dagli interventi basati sui rischi definiti a
livello individuale, in approcci che spesso corrispondono ad un intervento precoce.
I programmi considerati come buone prassi ruotano attorno a diversi
gruppi di destinatari, come gli utenti dei pronto soccorso e in cura intensiva del sistema sanitario, oppure utilizzatori già identificati, bambini valutati singolarmente all’interno del contesto scolastico, figli di
genitori tossicodipendenti, bambini inviati dal sistema giustiziario. In
generale, la maggior parte dei gruppi bersaglio hanno già utilizzato
sostanze.
I percorsi utilizzati per identificare i bambini a rischio sono: autoinvio, screening nelle scuole, reclutamento tra pari, strumenti di au-
tovalutazione a scuola, soggetti che hanno bisogno di terapia intensiva o di altri trattamenti medici relativi all'uso di sostanze, i centri di
trattamento delle tossicodipendenze per i genitori. La maggior parte
dei programmi utilizzano alcuni brevi interventi manualizzati, come i
colloqui motivazionali, o programmi di formazione dei genitori. Tutti
questi prevedono la valutazione dei bisogni individuali e collaborano
con una varietà di sistemi di aiuto. E chiaro che in molti dei giovani
reclutati per i programmi, l'abuso di sostanze è stato un modo per risolvere i problemi.
Sono stati individuati tre programmi esemplari: l’approccio olandese
per l’empowerment di giovani delinquenti che utilizzano sostanze
(UCPP), i progetti svizzeri di offerte individualizzate in diversi settori
(Supra-f) e l'approccio tedesco per binge-drinkers in terapia intensiva
(HaLT).
Per concludere, in primo luogo, vi è un chiaro bisogno di nuovi programmi destinati a gruppi a rischio che fino ad ora hanno ricevuto
poca attenzione, come i bambini in affido, i bambini nelle istituzioni
e/o bambini con problemi psichiatrici.
In secondo luogo, negli ambiti in cui sono stati selezionati i bambini
con problemi comportamentali - in famiglia, a scuola, nei gruppi di
pari, nei contesti lavorativi – è necessario armonizzare a livello europeo gli strumenti per l’identificazione dei gruppi. Infine, gli interventi che soddisfano i più alti standard nella classificazione (livello 3) dovrebbero essere attuati anche in altri paesi e, se necessario, adattati ai
sistemi nazionali e culturali.
6.2 Raccomandazioni
Date queste conclusioni, possono essere espresse (in corsivo) le seguenti raccomandazioni, fornendo brevi spiegazioni.
6.2.1 Definizioni
E’ necessaria una definizione comune che dovrebbe essere basata sulla definizione dell'EMCDDA presentata in questo rapporto. Dovrebbe
essere raggiunto un consenso europeo sulle definizioni dei due campi
correlati di prevenzione indicata e di intervento precoce.
141
142
L’intervento precoce, come definito qui, è situato nella sovrapposizione tra la prevenzione indicata e il trattamento e pertanto ha una
forte associazione con il campo medico. L'importanza dell’ intervento
precoce può variare in relazione alle capacità, ruoli e prestazioni dei
sistemi educativi, sanitari e di giustizia di ogni paese.
6.2.
6.2.2 Ricerche
Poichè il background professionale degli operatori della cura influenza il loro pensiero metodologico, e poiché la prevenzione sarà sempre un'attività interdisciplinare, sono necessari standard comuni per
la descrizione dei programmi, la valutazione e l’implementazione.
Nel campo più medicalizzato dell’intervento precoce, il paradigma
RCT di valutazione può essere generalmente accettato, ma questa review ha dimostrato che un approccio basato su un gruppo di controllo con numeri sufficienti per dimostrare l'efficacia di un modello di
programma è abbastanza raro.
Quindi, le caratteristiche di qualità dell’EMCDDA descritte da Hillebrand e Burkhart (in stampa) sono raramente rispettate. D'altra parte,
l'intervento di per sé deve consentire un certa flessibilità poiché
l’individualizzazione è parte della definizione.
L’impatto dei fattori di rischio nelle differenti culture e sottoculture
deve essere valutato e pesato.
La revisione della letteratura scientifica ha dimostrato che non c’è alcuna base scientifica relativa al peso dei fattori di rischio. Pertanto,
sulla base delle leggi statistiche come il teorema di Bayes, un singolo
predittore identificato in un paese (inclusi gli Stati Uniti, dove si sono
realizzati la maggior parte degli studi trovati) potrebbe non avere lo
stesso impatto in un altro paese europeo con un diverso background
culturale. Una meta-analisi dei fattori di rischio individuati in una
data sottopopolazione potrebbe aiutare a pesare la dimensioni
dell’effetto dei fattori di rischio e dei fattori protettivi.
I finanziamenti istituzionali non dovrebbero più focalizzarsi su una
moltitudine di approcci e programmi innovativi che potrebbero raggiungere nuove popolazioni. Le ricerche dovrebbero invece, ora focalizzarsi sulla replica e sull’allargamento dell’insieme delle evidenze
nella prevenzione indicata.
In aggiunta allo studio dell’efficienza e dell’efficacia di questi programmi si dovrebbe valutare anche il potenziale danno a lungo termine e gli effetti collaterali.
La review ha dimostrato che spesso le valutazione sono state realizzate su un arco temporale breve, ed è noto che molti effetti collaterali
negativi degli interventi potrebbero essere rari (quindi non inclusi
negli studi RCT realizzati) o insorgere tardivamente (e anche in questo caso esclusi dagli RCT). Sono necessari follow-up a lungo termine
nella popolazione naturalistica e nella popolazione inclusa nell’RCT.
6.2.3. Programmi
Per seguire le raccomandazioni riportate sopra, è necessario che il
programma di prevenzione indicata sia manualizzato, replicabile,
tradotto in diverse lingue europee, basato su strumenti diagnostici accessibili, derivato empiricamente e collegato a norme validate culturalmente (una lista di strumenti è fornita in appendice).
I nuovi programmi dovrebbero avere come target tutti i gruppi a rischio, anche se molti di questi individui non sono facilmente accessibili e non è facile mantenerli nel programma, senza escludere i 'rischi
più dannosi' (bad risk). I nuovi programmi dovrebbero essere sviluppati in uno sforzo focalizzato alla ricerca di bambini in affidamento,
in percorsi di cura istituzionalizzati che ricevono cure mediche o psicologiche per disturbi comportamentali ed emozionali, che sono inclini al consumo di sostanze stupefacenti. I programmi dovrebbero
essere in grado di creare un’offerta per il drop-out, agli adolescenti
con ritardo mentale e a quelli che sono già stati agganciati e curati per
tale disturbo.
143
144
6.2.4. Etica
È necessario un dibattito etico sugli interessi nazionali contro gli interessi individuali e sull'applicazione della prevenzione possibile.
L'approccio di prevenzione indicata si focalizza sui rischi ad alto impatto sul funzionamento dell’individuo. Sono necessarie maggiori informazioni sul peso dei diversi rischi nelle varie situazioni al fine di
affrontare questioni etiche relative alle scelte individuali (genitorefiglio) e sul trattamento o sulla prevenzione dei disturbi compulsivi.
Gli approcci adottati nei diversi Paesi, in particolare nel sistema della
giustizia minorile, potrebbero essere differenti.
6.2.5. Politiche
ll problema di una moltitudine di co-responsabilità nell’interfaccia tra
le diverse istituzioni e le aree di interesse comune tra i sistemi, deve
essere affrontato sia a livello nazionale sia a livello europeo. Per la costruzione dell’offerta dei servizi è necessario un dibattito europeo sulle politiche in materia di capacità di adattamento, trasferimento e
impulso alla ricerca.
I sistemi differiscono enormemente per le prestazioni di assistenza a
favore di adulti e bambini, per i consumatori di sostanze legali ed illegali, per la prevenzione e per l'intervento precoce. La trasferibilità
dei programmi in tutta Europa è minacciata anche dalla mancanza di
flessibilità del sistema e da informazioni non condivise, anche se
nell'opinione pubblica, così come nell'economia sanitaria, l'addiction
e la dipendenza sono questioni importanti e rimarranno tali per gli
anni a venire. Ci potrebbe anche essere un bisogno di nuovi sviluppi
'de lege ferenda' (che significa 'che cosa la legge dovrebbe essere', al
contrario di ciò che la legge è al momento).
Nel momento in cui si definisce una strategia europea globale devono
essere affrontate aspetti di genere e diversità culturali. Gli studi dovrebbero avere proporzioni adeguate di soggetti femminili (negli utilizzatori oscillano tra il 25%-33%) e di minoranze etniche (a seconda
dei censimenti nazionali), o almeno specificare la popolazione inclusa per genere e background culturale. La maggior parte delle infor-
mazioni attualmente disponibili provengono da studi che hanno reclutato soggetti maschi nei paesi di lingua inglese o scandinava.
L'attuazione di programmi di prevenzione indicata nei disturbi da uso
di sostanze basati sulle evidenze di efficacia ha bisogno di un approccio integrato interdisciplinare.
Poichè le scoperte della neurobiologia mostrano come la dipendenza
e alcuni disturbi psichiatrici infantili condividono comuni basi biologiche all'interno del sistema della dopamina (il sistema di ricompensa
nel cervello), moderni approcci per impedire la tossicodipendenza
negli individui dovrebbero essere in grado di affrontare un rischio
biologico più elevato.
Rischi biologici e sociali dovrebbero essere identificati a livello individuale e selezionati da una procedura di screening o di invio basata,
per quanto possibile, su conoscenze riguardanti la fisiopatologia e il
trattamento dei disturbi dello sviluppo, con particolare riguardo al
sistema di ricompensa dopaminergico. La base teorica degli interventi
in questo campo dovrebbe comprendere la psicopatologia dell'infanzia e la funzione biologica del fumo e del consumo di alcol precoce
nello sviluppo successivo di abuso di sostanze in soggetti ad alto rischio, così come l'interazione di questi fattori con disfunzioni familiari, gruppi di pari devianti, e fallimenti dell'ambito scolastico, ricreativi e professionale.
E’ necessaria la cooperazione tra il settore medico e l'ambito pedagogico e psicosociale per risolvere le sfide nella prevenzione indicata
dell'abuso di sostanze nei bambini e negli adolescenti. D'altra parte, la
prevenzione indicata sembra un approccio promettente, come è noto,
soprattutto per i giovani in un contesto multiproblematico.
Se le decisioni devono essere prese alla luce dei costi e dei benefici
delle diverse opzioni terapeutiche, per prima deve essere analizzata
l'economia sanitaria dei sistemi di trattamento dei bambini e degli
adolescenti con problemi di droga.
Considerando che l'allocazione delle risorse può variare tra gli Stati
membri europei, sarebbe opportuna, per ogni paese, l'analisi dei costi
e dei benefici di tali interventi sulla salute pubblica o sull’economia
sanitaria.
6.3. Considerazioni finali
145
146
Questa recensione, comunque, possiede diverse limitazioni. In primo
luogo, il gruppo di ricerca è stato in grado di leggere in inglese, francese, polacco, spagnolo, tedesco, ma non in tutte le altre lingue europee. Pertanto, l'analisi e la ricerca potrebbe avere perso alcuni programmi poichè alcuni siti internet nominati dagli organismi governativi non erano accessibili.
In secondo luogo, le informazioni date sono stata valutate senza che si
sia realizzata una ricerca ulteriore. Tuttavia è possibile che programmi sforniti di informazioni sulla valutazione siano, stati valutati successivamente. All’interno di questa relazione tali programmi sono stati considerati 'non' valutati ed hanno ricevuto un rating inferiore rispetto a quello che altrimenti avrebbero dovuto ricevere.
In terzo luogo, la ricerca nella letteratura attraverso uno screening
degli abstracts potrebbe avere escluso alcuni documenti pertinenti.
Ciò vale, in particolare, per i rapporti non pubblicati all’interno di
riviste, non accessibili tramite una ricerca sistematica della letteratura, in larga misura sfuggiti all'attenzione.
In quarto luogo, gli esperti di valutazione e analisi qualitative sono
inclini a pregiudizi personali che, a causa del tempo e delle risorse limitate, non possono essere sradicati attraverso un processo a doppio
legame o una replica del processo.
In quinto luogo, la traduzione della conoscenza accumulata e dei modelli di buone prassi all’interno delle politiche, dovrà essere approfondita dai responsabili politici dei vari Paesi. Da questa ricerca, nulla
può essere detto circa la trasferibilità di un modello nazionale ad
un'altra nazione, e niente può essere detto circa la prevenzione nel
suo complesso nei rispettivi paesi - solo una panoramica generale di
tutte le attività nella prevenzione selettiva e indicata potrebbe fornire
un quadro realistico.
Come primo passo per il futuro, questo studio raccomanda un nuovo
programma dell'Unione Europea nella prevenzione indicata, comprendente due grandi focus.
Primo focus: studi di grandi dimensioni con programmi stabiliti di
buone prassi per i soggetti a rischio, identificati con metodi di
screening all’interno di diversi contesti. Questi programmi dovrebbero prestare particolare attenzione:
- ad uno studio di fattibilità dell’avvio del programma nella comunità,
per verificarne la validità esterna,
- alle interrelazioni e sinergie dei diversi servizi e sistemi di assistenza
all'interno di una determinata società.
Secondo focus: sviluppo, descrizione e manualizzazione, valutazione
e implementazione di nuovi programmi specifici per i bambini inviati
alle istituzioni psichiatriche o psicologiche, per i bambini affidati in
case famiglia o in istituzioni, e per gli adolescenti incarcerati. Occorre
prestare particolare attenzione alla fattibilità di tali programmi, in base all’analisi dei costi-benefici, con particolare attenzione alla frequenza degli interventi.
147
148
Sommario
La Prevenzione indicata descrive un approccio preventivo individualizzato, mirato ad individui ad alto rischio di sviluppare successivamente un abuso di sostanze o una dipendenza. Il bisogno di una prevenzione indicata è definito dall'esistenza di forti indicatori legati ad
un successivo sviluppo di un disturbo da uso di sostanze (non ancora
presente). Il target è l'individuo, identificato attraverso procedure di
screening o tramite un accesso volontario. La presentazione degli
strumenti utilizzati per gli screening comprende anche le loro fonti.
I rischi individuali includono: i primi problemi dello sviluppo, come
ad esempio problemi del sonno, esternalizzazione e internalizzazione
dei problemi comportamentali, diversi disturbi psichiatrici infantili
(ADHD, disturbo della condotta e soprattutto l'associazione tra questi
due, depressione), disturbo da stress post-traumatico ed eventi che
hanno portato ad esso (ad esempio l’abuso infantile, la negligenza),
fallimenti scolastici, comportamenti dissociali e delinquenza. Possono contribuire anche i tratti di personalità come il sensation seeking
(ricerca di sensazioni).
Le variabili di apprendimento sociale, incluso l’atteggiamento tra pari
(prevalenza di norme favorevoli ai comportamenti devianti), così come l’approvazione personale (adozione di norme devianti), costituiscono un rischio separato. Inoltre, il fallimento scolastico e i problemi
connessi alla scuola contribuiscono alle situazioni di rischio.
Fattori familiari come l’uso e l’abuso di sostanza in famiglia e la
mancanza di controllo dei genitori costituiscono rischi aggiuntivi.
In generale, i ragazzi hanno un rischio più elevato per l'uso delle sostanze rispetto alle ragazze.
Gruppi identificati ad alto rischio includono gli adolescenti in affido o
in comunità.
La sottotipizzazione individuale, secondo traiettorie comuni di utilizzo di sostanze, può essere promettente per l’individuazione precoce
degli antecedenti e per predire, separatamente, gli esiti per ogni sottogruppo. Come spiegato nel capitolo sui meccanismi neurobiologici,
149
150
i disturbi psichiatrici e l’abuso di sostanze sono collegati. I disturbi
psichiatrici nell'infanzia e nell'adolescenza predispongono l'individuo
alla dipendenza e ai comportamenti additivi, e il consumo di sostanze (alcool, cannabis, cocaina) può portare allo sviluppo di disturbi
psichiatrici. I sistemi dei neurotrasmettitori cerebrali e soprattutto il
sistema dopaminergico mesolimbico, sono coinvolti nei disturbi psichiatrici; come risultato, il comportamento di dipendenza emerge
molto più rapidamente.
Fattori genetici e ambientali formano le funzioni e le strutture sinaptiche. Questa struttura può essere modificata patologicamente nei
disturbi psichiatrici, che possono aumentarne la vulnerabilità ai cambiamenti necessari per lo sviluppo dell’addiction.
Le influenze dall'ambiente possono anche portare a cambiamenti nella morfologia del cervello; una migliore comprensione della neurobiologia non può condurre a mero determinismo biologico, poiché
deve essere preso in considerazione il ruolo che potrebbero svolgere i
fattori esterni.
La sfida per la neurobiologia in quest'area è quella di spiegare come
determinati fattori influenzano lo sviluppo del cervello, in modo tale
da indurre un maggior rischio di sviluppo di disturbi da uso di sostanza.
Lo scopo degli sforzi della prevenzione indicata non è quello di impedire l'inizio o l'uso di sostanze, ma è quello di prevenire lo sviluppo di
una dipendenza, diminuire la frequenza di uso di sostanze ed evitare
modelli 'pericolosi” (ad esempio il consumo moderato, invece di binge drinking).
Guidati da questa definizione, all’interno della letteratura scientifica
sono state cercate sistematicamente relazioni sulla prevenzione indicata e, inoltre, sono state contattate le agenzie governative europee
per ottenere informazioni sui progetti di prevenzione indicata nei loro Paesi..
Un team di esperti ha valutato, attraverso un processo di consenso, gli
abstracts identificati mediante la ricerca in letteratura e ha selezionato 150 studi per la revisione delle versioni full text. Di questi, solo 21
hanno descritto chiaramente programmi di prevenzione indicata. Di
queste 21 pubblicazioni recenti (dal 2000), 16 programmi potrebbero
essere classificati come livello 2-3 (progetti promettenti o modelli).
Sei dei 16 programmi sono europei e quattro sono stati qualificati per
il livello 3 (progetti modello).
La maggior parte dei programmi degli Stati Uniti e dei paesi anglofoni, come l'Australia e il Regno Unito, sono stati progettati per adolescenti che hanno iniziato un consumo di droga. I pochi programmi
provenienti dai paesi europei si rivolgono ad adolescenti con identificati comportamenti problematici o specifici disturbi psichiatrici e si
caratterizzano come progetti di identificazione nelle scuole, programmi scolastici e di terapia individuali o di gruppo.
Gli interventi sono spesso ad alta frequenza e manualizzati, come
l’intervista motivazionale o training di formazione dei genitori. Per
intervenire sui problemi specificamente legati alla droga o all’uso di
alcool, sono a volte utilizzati, con modifiche minime, gli interventi
terapeutici esistenti (come la terapia cognitivo comportamentale o la
terapia familiare).
I programmi trasmessi dagli organismi governativi sono stati classificati di ‘prevenzione indicata’ se prevedono un intervento preventivo
distinto, con un gruppo target definito, una durata e frequenza determinata e un processo di valutazione (opzionale). Tutti i programmi
sono stati valutati attraverso un processo di consenso. I programmi
così classificati come 'prevenzione indicata’ sono stati in ogni caso descritti schematicamente secondo il modello logico dell'OEDT.
Dai 53 siti internet segnalati o dalle informazioni fornite su carta, sono stati categorizzati 23 programmi. Le procedure di valutazione
hanno incontrato gli standard del livello 3 in un caso, del livello 2 in
due casi (8,6%), del livello 1 in cinque casi (21,7%).
15 programmi (65,2%) potrebbero o non essere assegnati su uno dei
livelli oppure potrebbero non aver dato informazioni sufficienti. Due
programmi hanno incontrato gli standard richiesti di prevenzione indicata, e ottenuto una valutazione di livello 3. La maggior parte dei
151
152
programmi sono stati istituiti senza alcuna valutazione (o senza sufficienti informazioni sulla valutazione).
I 21 programmi di prevenzione indicata provenivano da: Paesi Bassi
(6), Polonia (3), Ungheria (2), Spagna (1), Norvegia (2), Regno Unito
(2), Germania (1), Svizzera (1), Slovacchia (1), Repubblica Ceca (1) e
Liechtenstein (1). Nella maggior parte dei casi, i programmi hanno
cercato di raggiungere i bambini e gli adolescenti con problemi sociali
e/o comportamentali o bambini provenienti da famiglie con problemi
droga correlati o psicologici.
Gli interventi prevedevano principalmente il lavoro di gruppo focalizzato sul rafforzamento dell'autostima e sulla stimolazione di interazioni positive e attività ricreative, tra cui sport o attività culturali e
creative. Alcuni di loro si sono focalizzati sulle visite al pronto soccorso o sui contatti con la polizia causati delle conseguenze del consumo di droga e alcol.
Tutti i programmi hanno incluso la valutazione dei bisogni individuali. Tutti collaborano con una varietà di sistemi di aiuto, anche se ben
pochi di loro fanno riferimento al sistema di aiuto inteso come un
percorso di cura sistematico.
Per affrontare le sfide indicate nella prevenzione dell'abuso di sostanze nei bambini e negli adolescenti, è necessaria la cooperazione tra il
settore medico e gli ambiti pedagogici e psico-sociali. Peraltro, la prevenzione indicata sembra essere un approccio promettente, soprattutto per i giovani inseriti in un contesto multiproblematico.
Sono necessarie ulteriori verifiche attraverso l’attuazione di programmi stabiliti di buone prassi, con particolare attenzione alla loro
trasferibilità transnazionale e ai rapporti costi-benefici. Laddove i
programmi esistono e siano descritti in questo report, l'accento non
dovrebbe puntare sullo sviluppo di nuovi interventi ma dovrebbe orientarsi verso lo sviluppo della loro valutazione e della loro replicabilità in diversi paesi.
Per alcuni ambiti invece, i programmi dovrebbero essere sia sviluppati che valutati, come ad esempio per i percorsi istituzionali di cura rivolti ai bambini.
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http://www.nida.nih.gov/Curriculum/HSCurriculum.html
http://www.nyas.org/publications/updateArchives.asp
http://www.who.int/substance_abuse/publications/en/Neuroscience
Stanford Encyclopaedia of Philosophy: http://plato.stanford.edu/
Interviste Diagnostiche
Appendice
Strumenti di valutazione.
Di seguito, si fornisce un elenco degli strumenti di screening o di valutazione della gravità di specifici disturbi psicopatologici. La lista è
compilata in base alla frequenza d'uso dello strumento all’interno della letteratura scientifica, alla valutazione psicometrica, alla disponibilità dei dati normalizzati in diversi paesi, e alle raccomandazioni nelle
linee guida, ma tale lista non dovrebbe essere intesa come una selezione definitiva. Strumenti di valutazione adeguati dovrebbero sempre essere scelti all’interno del contesto della progettazione di uno
studio.
Valutazione della psicopatologia
Auto-valutazione:
Youth Self Report (YSR — Achenbach, T.M. 1991). Manual
for the Youth Self Report. Burlington: University of Vermont,
Department of Psychiatry.
YASR (Young adult version of YSR)
Strength and Difficulties Questionnaire (SDQ — Goodman, Subscales
of the YSR and CBCL 1997). Age: 4–16 years (public domain).
Available at: http://www.sdqinfo.com
Valutati da altri:
Child Behaviour Checklist (CBCL — Achenbach, T.M. 1991.
Manual for the Child Behavior Checklist/4–18. Burlington:
University of Vermont, Department of Psychiatry).
YABCL (Young adults version of CBCL)
Strength and Difficulties Questionnaire (SDQ — Goodman,
1997). Age: 4–16 years (public domain).
Available at: http://www.sdqinfo.com
173
174
Esistono diverse interviste semi-strutturate cliniche diagnostiche,
come ad esempio lo strumento K-SADS per i disturbi affettivi e schizofrenici
nei
bambini
in
età
scolare.
(http://www.wpic.pitt.edu/ksads/default.htm) o il Sistema diagnostico
per i disturbi mentali nell'infanzia e nell'adolescenza (DISYPS-KJ).
Questi sistemi diagnostici includono anche ckecklist per valutare la
gravità di alcuni disturbi specifici, ad esempio la checklist per
l'ADHD del DSM-IV (American Psychiatric Association, 2000).
).
Valutazione
depressionee
Valutazio
ne della depression
Autovalutazione
Centro per gli studi epidemiologici - Scala della depressione (CES-DRadloff, 1977 pubblico dominio).
Beck Depression Inventory II (BDI-II — Beck, Steer and Brown,
1996. San Antonio, TX: The Psychological Corporation)
Valutato da altri
Child Depression Rating Scale-Revised (CDRS-R — Poznanski, E.O.
and Mokros, H.B., 1996. Children’s Depression Rating Scale, Revised
(CDRS-R) Manual. Los Angeles, CA: Western Psychological Services).
Valutazione dell’ansia
Autovalutazione
State–Trait Anxiety Inventory for Children (STAI-C — Spielberger,
C.D., Edwards, C., Lushene, R. Monturi, J. and Platzek, S. 1973. The
State–Trait Anxiety Inventory for Children. Palo Alto, CA: Consulting Psychologists Press).
Valutazione dell’aggressività/delinquenza
Sottoscale dell’ YSR e CBCL
Valutazione dell’ADHD
Sottoscale dell’ YSR e CBCL
Programmi categorizzati come “programmi di prevenzione indicate”
Nome
Prevenzione
Paese
Gruppo Target
Descrizione
Inizio
Frequenza
Valutazione
Livello
Nome
Prevenzione
Paese
Gruppo Target
Descrizione
Inizio
Frequenza
Valutazione
Livello
Nome
Prevenzione
Paese
Gruppo Target
Descrizione
Inizio
Children’s day care
Indicata
Repubblica Ceca
Bambini di età tra i 6 e i 15 anni, inviati da psichiatri, centri
di detenzione, servizi sociali comunali etc per seri problemi
di comunicazione e comportamentali
Programmi di gruppo strutturati e individuali, se necessario.
Sono anche organizzate regolarmente delle attività nei week-end e nei periodi estivi
Dal 2003
Una volta a settimana in 4 diversi gruppi
Non specificata
Nessun livello di valutazione basato sulle evidenze
AtAt-risk groups and families
Indicata
Ungheria
Giovani con problemi sociali e/o difficoltà di apprendimento e/o che vivono in quartieri disagiati
Campeggi e club, attività ricreative, attività ricreative
di genitori e bambini insieme, organizzazione di feste
Non specificato
Non chiaramente definito
Non specificata
Nessun livello di valutazione basato sulle evidenze
Prevention in prisons
Indicata
Ungheria
Detenuti
Serie di documentari didattici di nove videocassette,
discussioni in attività di gruppo - i genitori dei giovani delinquenti possono organizzare incontri informativi sulla lotta contro la droga
Dal 2003
175
176
Frequenza
Valutazione
Livello
Intervalli da 3 a 5 settimane
Non specificata
Nessun livello di valutazione basato sulle evidenze
Nome
Prevenzione
Paese
Gruppo Target
PsychoPsycho-educational family intervention
Indicata
Olanda
Famiglie dove uno o entrambi i genitori hanno un
grave problema psicologico, con almeno un figlio tra
gli 8 e i 14 anni
Supportare la comunicazione nella famiglia; aumentare la resilienza del bambino, la comprensione del disturbo; fornire informazioni sui segnali precoci della
depressione nel bambino
Non specificata
Sette sessioni alternate con genitori e figli separatamente e insieme
Non specificata
Nessun livello di valutazione basato sulle evidenze
Descrizione
Inizio
Frequenza
Valutazione
Livello
Nome
Prevenzione
Paese
Gruppo Target
Inizio
Frequenza
Valutazione
Livello
Tailor made prevention
Indicata
Olanda
Famiglie dove uno o entrambi i genitori hanno un
grave problema psicologico, con almeno un figlio tra i
8 e i 14 anni
Fornire ai genitori e ai figli informazioni mirate e
supporto. Affrontare la gravità del problema che potenzialmente si ripercuote sul bambino e migliorare la
capacità genitoriale
Non specificata
Non specificata
Non specificata
Nessun livello di valutazione basato sulle evidenze
Nome
Prevenzione
Doing and talking group CPPP 8–
8–12
Indicata
Descrizione
Paese
Gruppo Target
Descrizione
Inizio
Frequenza
Valutazione
Livello
Nome
Prevenzione
Paese
Gruppo Target
Descrizione
Inizio
Frequenza
Valutazione
Livello
Nome
Prevenzione
Paese
Gruppo Target
Descrizione
Inizio
Frequenza
Valutazione
Livello
Olanda
Giovani con uno o entrambi i genitori con problemi
psicologici o di dipendenza
Spiegare e comprendere la situazione a casa; fornire
assistenza, contatto tra le persone nella stessa situazione, rafforzare le competenze sociali ed emotive.
Non specificata
Non specificata
Non specificata
Nessun livello di valutazione basato sulle evidenze
Group course CPPP 1212-15
Indicata
Olanda
Giovani con uno o entrambi i genitori con problemi
psicologici o dipendenza
Spiegare e comprendere la situazione a casa; fornire
assistenza, contatto tra le persone nella stessa situazione, rafforzare le competenze sociali ed emotive.
Non specificata
Non specificata
Non specificata
Nessun livello di valutazione basato sulle evidenze
Group course CPPP 16+
Indicata
Olanda
Giovani con uno o entrambi i genitori con problemi
psicologici o dipendenza
Corso di gruppo via internet, spiegare e comprendere
la situazione a casa; fornire assistenza, contatto tra le
persone nella stessa situazione, rafforzare le competenze sociali ed emotive.
Non specificata
Non specificata
Non specificata
Nessun livello di valutazione basato sulle evidenze
Nome
Prevenzione
Paese
Gruppo Target
Descrizione
177
178
Inizio
Frequenza
Valutazione
Livello
Nome
Prevenzione
Paese
Gruppo Target
Descrizione
Inizio
Frequenza
Valutazione
Livello
Nome
Prevenzione
Paese
Gruppo Target
Descrizione
Inizio
Mother–
Mother–baby intervention
Indicata
Olanda
Madri con problemi mentali di neonati
Stimolare un’interazione positiva tra la madre e il
bambino
Non specificata
Non specificata
Non specificata
Nessun livello di valutazione basato sulle evidenze
Increasing the number and availability of therapeutic
services for coco-dependents and other members of alalcoholcohol-dependent families
Indicata
Polonia
Familiari di persone alcoldipendenti
Corsi di training. Conduzione di una ricerca e una valutazione focalizzata sui disturbi di cui hanno sofferto
i familiari degli alcolisti. Annunci e pubblicazioni in
riveste e giornali specializzati
Dal 1999
Non specificata
Dal 1998 al 2002
2
Development of sociosocio-therapeutic club rooms
Indicata
Polonia
Figli provenienti da famiglie con problemi alcolcorrelati
Aumentare la competenza del personale e dei tutors,
la diffusione delle tecnologie di lavoro, aumentare
l'accessibilità delle istituzioni socio-terapeutiche, sviluppare la rete di gruppi di sostegno per i bambini:
‘Parpusiak bears family’;‘Together jauntfully’
Dal 1999
Frequenza
Valutazione
Livello
Non specificata
Dal 1998 al 2002
Nessun livello di valutazione basato sulle evidenze
Nome
Children coming from families who have alcoholalcoholrelated problems, staying in careeducational centres
Indicata
Polonia
Figli provenienti da famiglie con problemi alcolcorrelati
Elaborare metodologie di lavoro psico-educative per i
bambini provenienti da famiglie con problemi alcolcorrelati che richiedono un’attenzione particolare
Programma pilota dal 2000, programma di training
dal 2003
Non specificata
Non specificata
Nessun livello di valutazione basato sulle evidenze
Prevenzione
Paese
Gruppo Target
Descrizione
Inizio
Frequenza
Valutazione
Livello
Nome
Inizio
Frequenza
Valutazione
Livello
Development of secondary and tertiary prevention of
drug addiction among children in courtcourt-imposed ininstitutional care
Indicata
Slovacchia
Pazienti di strutture di assistenza istituzionale
Per il lavoro con bambini e giovani tossicodipendenti,
creazione di due gruppi educativi specializzati in
strutture per bambini e giovani esposti alla minaccia
della tossicodipendenza
Non specificata
Non specificata
Interpretazione qualitativa
Nessun livello di valutazione basato sulle evidenze
Nome
Prevenzione
Paese
Institutional model (MulitfunC)
Indicata
Norvegia e Svezia
Prevenzione
Paese
Gruppo Target
Descrizione
Gruppo Target
Descrizione
Inizio
Frequenza
Valutazione
179
180
Livello
Nome
Prevenzione
Paese
Gruppo Target
Descrizione
Inizio
Frequenza
Valutazione
Livello
Nome
Prevenzione
Paese
Gruppo Target
Descrizione
Giovani con seri problemi comportamentali
Trattamenti residenziali di problemi comportamentali
Autunno 2005
Quotidiana
Del processo di implementazione (IMS) e degli effetti
del trattamento (Behavioural Centre, Oslo)
1
SupraSupra-f
Indicata
Svizzera
Giovani a rischio (di delinquenza, uso di droghe, depressione, ansietà, disturbi di condotta, problemi a
scuola)
Programmi differenti tra le 3 e le 42 ore a settimana
supportanti e strutturanti la vita dei bambini
Dal 2000
3 – 42 h/settimana
2003 e 2006 – ancora in follow up
3
Every child matters
Indicata
Regno Unito, è stato selezionato un numero di aree
ad interesse elevato. In queste aree ci si aspetta di
rendere più rapidi e sostenuti i progressi compiuti
nell'attuazione della visione e delle priorità stabilite in
questo piano durante il 2005/06. Le aree comprese sono quelle svantaggiate o ad alta criminalità all’interno
delle quali i problemi di abuso di droga sono prevalenti.
Figli di consumatori problematici di stupefacenti,
giovani in contatto con il sistema della giustizia penale. Studenti che non frequentano la scuola costantemente. Bambini in custodia.
I due obiettivi del lavoro nelle aree in cui si è focalizzato l’intervento sono: sviluppare e testare un modello
Inizio
Frequenza
Valutazione
Livello
Nome
Prevenzione
Paese
Gruppo Target
di buone prassi ad ampia diffusione; avere un impatto
precoce e duraturo rispetto all’invio ai servizi di bambini e giovani. Valutazione precoce di tutti i bambini
vulnerabili e i giovani appartenenti a gruppi a rischio
per problemi di abuso di droga, come parte di una più
ampia valutazione dei bisogni. Gestione della cura e
appuntamenti con professionisti per tutti i bambini e i
giovani che hanno bisogno di un supporto o di un intervento sui disturbi legati alle droghe, in linea con il
modello “Every child matters: Change for Children”.
Sistema di informazione integrato per aiutare le agenzie a lavorare insieme per tenere traccia degli interventi con i singoli bambini e giovani
Aprile 2005
Non specificata
Autovalutazione in itinere e valutazione degli esiti
annuale. Le aree locali dovranno monitorare le proprie prestazioni rispetto ai cinque outcames, e come
parte del processo di valutazione annuale forniranno
ogni primavera un'autovalutazione. Poi segue un incontro di revisione che coinvolga gli ispettorati, le
forze di governo centrale e i partner locali ogni estate,
seguirà una valutazione da parte degli ispettorati per i
servizi all’infanzia. Questa valutazione fornisce il punteggio per i servizi per l’infanzia, parte della valutazione degli esiti globale. I Servizi per l’infanzia in una
delle aree riceveranno anche un ‘analisi congiunta
della zona, inizialmente su un ciclo triennale.
1
CommunityCommunity-based interventions to reduce substance
misuse among vulnerable and disadvantaged children
and young people
Indicata
Regno Unito
Giovani svantaggiati sotto i 25 anni per (1) e (2). Bambini sotto i dodici anni per (3) e (4). Persone sotto i 25
Descrizione
181
182
Inizio
Frequenza
Valutazione
Livello
Nome
Prevenzione
Paese
Gruppo Target
Descrizione
con uso problematico di sostanze (5).
(1) Sviluppare e attuare una strategia per ridurre l’ abuso tra persone vulnerabili e svantaggiate sotto i 25
anni
(2) utilizzare screening e strumenti di valutazione già
esistenti per identificare i bambini vulnerabili e svantaggiati e i giovani sotto i 25 che stanno abusando — o
che sono a rischio di abuso —
(3) programmi di supporto basati sulla famiglia strutturati su 2 o più anni, stilati con i genitori o con i tutori del bambino o del giovane e guidati da personale
competente in quest’area
(4) “terapia comportamentale di gruppo” da 1 a 2 anni, prima e durante la transizione alla scuola secondaria. Le sessioni dovrebbero aver luogo una o due volte
al mese e l’ultima di un’ ora
(5) colloquio motivazionale (uno o più se necessario)
Luglio 2004
Diversa a seconda delle parti
Basata sulle evidenze, mancano prove dimostrate,
l’aggiornamento e la valutazione è prevista tra il 2010
e il 2012
1
Educational intervention after violation of protection
of minors rules
Indicata
Liechtenstein
Gli adolescenti che violano la protezione giuridica
messa in atto per tutelare bambini e giovani
Se gli adolescenti violano la protezione giuridica, ricevono un monito. Se è ripetuta o è un reato grave, gli
adolescenti con i loro genitori vengono invitati per un
interlocuzione nell'ufficio sociale, dove vengono esaminate le possibili ragioni e soluzioni. Successivamente si decide sulle misure educative da adottare. In Liechtenstein, questa procedura è prevista dalla legge
Inizio
Frequenza
Valutazione
Livello
Nome
Prevenzione
Paese
Gruppo Target
Descrizione
Inizio
Frequenza
Strumenti
Valutazione
Livello
Nome
Prevenzione
Paese
Gruppo Target
Descrizione
2000
Su base individuale
Non specificata
1
Bundesprojekt Hart am LimiT — HaLT Lörrach —
HaLT Rostock — reactive
Indicata
Germania
Meno di 150 adolescenti in terapia intensiva dopo
binge-drinking.
Raccolta di dati sul coma alcolico a livello nazionale,
indagare le ragioni per il consumo rischioso di alcol
anche nel contesto delle relazioni tra i pari; scoprire i
disturbi psichiatrici sottostanti e avviare la terapia e la
riabilitazione, se opportuno. Prevenire il ripetersi di
visite ai servizi di cura intensiva per problemi legati
all'alcol
2003 prima fase, 08/2004 fase estesa
Su base individuale, minimo due sessioni, tutti i tipi di
counselling e trattamento
Questionari di ricerca e fogli di monitoraggio
Questionario costruito sul programma, statistiche e
report realizzate da Prognos AG - Svizzera
3
Juvenile contract
Indicata
Norvegia
Giovani delinquenti.
Realizzazione di un accordo tra un giovane delinquente da un lato e la polizia e il Comune dall’altro.
L'intenzione del contratto è quella di contrastare lo
sviluppo di uno stile di vita criminale. Il contratto
normalmente contiene una miscela di sanzioni e di
incentivi positivi. Finora l’esperienza con tali contratti è limitata
183
184
Inizio
Frequenza
Valutazione
Livello
Non specificato
Su base individuale
Non specificata
Nessun livello di valutazione basato sulle evidenze
Nome
Early detection and treatment of adolescents at risk
for addiction
Indicata
Spagna
Persone che presentano fattori di rischio secondo lo
‘Screening on risk factors in scools’, per esempio
ADHD, aggressione, quadro depressivo.
Lo scopo del programma è ridurre i fattori di rischio e
incrementare i fattori preventivi per l’abuso di droghe. Il principale interesse è la persona, il suo benessere e la prevenzione dei futuri problemi. Il programma offre un intervento per i genitori, gli studenti
e gli insegnanti. Per l’identificazione sono utilizzati
strumenti di screening, come ad esempio CSAT, E-
Prevenzione
Paese
Gruppo Target
Descrizione
DAH, ADI, DAP, ADIS, PESQ
Inizio
Frequenza
Valutazione
Livello
Non specificato
Non specificato
Menzionato ma non specificato
1
Nome
Empecemos — multimulti-component intervention for bebehavioural problems in
primary education prevention:
Indicata
Spagna
Bambini di età tra gli 8 e 10 anni con problemi di
comportamento distruttivo nella classe (problemi di
attenzione, aggressività, impulsività, iperattività)
Prevenzione
Paese
Gruppo Target
Descrizione
Inizio
Frequenza
Valutazione
Livello
Il programma include componenti specifiche per i genitori, i bambini e gli insegnanti. In totale 21 bambini,
26 famiglie e 33 insegnanti sono stati raggiunti
dall’implementazione del programma. E’ stata anche
attivata una verifica di fattibilità dei diversi componenti del programma che ha contribuito a migliorare il
coordinamento, fornendo al contempo risultati iniziali
sull’ efficienza accoglienza del programma da parte dei
genitori e degli insegnanti
Gennaio 2005
3
Modelli logici di programmi di prevenzione indicata in letteratura
185
Programmi scolastici
Studenti: 13-16 anni
Aumento dell’ uso problematico e del binge drinking.
Bisogno di interventi più
personalizzati
Quattro tipologie di personalità sono fattori di rischio
per lo sviluppo di disturbi
da uso di sostanze:
Ansietà/sensibilità
Ricerca di sensazioni
Impulsività
Pensiero negativo
Obiettivo di ridurre comportamenti a rischio mirando ai fattori di personalità
che rappresentano fattori di
rischio per un precoce ingresso nell’uso problematico
186
Interventi workshop
di
due sessioni in gruppo (90 e
60 minuti)
Focus sui modi di affrontare la personalità rischiosa
Terapie manualizzate
Necessario formatore per i
gruppi
Tipi di personalità
Follow-up a 12 mesi: binge drinking,
frequenza e quantità di bevute ridotte
(riduzione anche di: depressione, assenze ingiustificate, attacchi di panico
e impulsività).
Particolarmente efficace per i sensation-seekers (ricercatori di sensazioni)
Preventure: Sully e Conrod (2006)
Livello 3
Bambini di 8-13 anni, con
disturbo comportamentale
distruttivo inseriti nei centri di salute mentale o negli
ambulatori psichiatrici
6 -17 anni, bambini con
disturbo della condotta,
delinquenza e altri problemi comportamentali
Abuso di sostanze e comportamenti delinquenziali
187
Il trattamento precoce di
comportamenti problematici può ridurre lo sviluppo
successivo di abuso di sostanze o comportamenti
delinquenziali.
Il disturbo comportamentale distruttivo nell’infanzia
predispone all’abuso di sostanze in adolescenza
Terapia cognitiva manualizzata; 23 sessioni settimanali di un’ora e mezza con
bambini e genitori
Riduzione dei comportamenti delinquenziali e abuso
di sostanze
Terapisti: laurea e
master in psicologia
Bambini in visita
in una clinica
I genitori devono
pagare il trattamento
Disturbo comportamentale
distruttivo infantile
Follow-up a 5 anni: riduzione del consumo di tabacco, riduzione dell’uso di
cannabis, nessuna differenza nei comportamenti delinquenziali
188
I comportamenti degli
adolescenti osservati nel
loro ambiente (famiglia)
consente di mantenere i
cambiamento positivi, riconoscendo l’influenza dei
fattori culturali
Basato sulla famiglia
Prevalentemente 12-16
sessioni (3-4 mesi)
Problemi di condotta, abuso di sostanze
Dovrebbero essere ridotti
l’uso di sostane e i problemi
comportamentali
Un terapista per
famiglia in studio o a domicilio
Bambini con problemi
comportamentali di esternalizzazione
(segnalati
dalla scuola o dai genitori)
Riduzione del consumo di cannabis,
non dell’uso di alcol
BSFT: Robbins et al. (2002), Santisteban et al. (2003). Livello: 3
UCPP: Zonnevylle-Bender et al. (2007). Livello: 3
12-19 anni. Interventi
brevi nei pronto soccorso
in caso di uso di alcol o
altre droghe
Consumare alcol al di sotto
dei 14 anni ne aumenta la
probabilità di dipendenza
Rinviare il più possibile il
consumo porta a migliori
esiti
E’ necessario l’intervento
precoce. Informazioni su
dove rivolgersi
L'assistenza è assicurata (ad
es. il counselling persona-
Prococe uso di alcol e altre
droghe
12-18 anni
Utilizzatori di cannabis
Fornire opzioni di trattamento
Riduzione del consumo di
sostanze nocive e consumo
di droga
Lo staff deve essere presente in
pronto soccorso,
specialmente il
sabato e la domenica mattina
189
190
Dipende dall’approccio
utilizzato
Due programmi di trattamento basati
sulla comunità
e due grandi
centri medici
I giovani che usano alcool o
altre droghe agganciati nei
pronto soccorso
lizzato)
Dipende dall’approccio
utilizzato: MET, CBT,
FSN, ACRA o MDFT
Follow-up a 4 mesi: un uso meno pericoloso delle droghe, minor uso di droghe in coloro che sono in terapia, più
adolescenti che entrano in trattamento
Follow-up a 12 mesi: accessi diminuiti
ai pronto soccorso per alcol o droghe
Tait et al. (2004) Livello: 3
La cannabis è un problema crescente
Testare l'efficacia relativa,
costo e costi-benefici di
cinque interventi terapeutici sul campo
Fornire modelli di manuali guida basati sulle evidenze di questi interventi
Uso di cannabis negli ultimi 90 giorni, uno o più
criteri della dipendenza o
dell’abuso di cannabis
Follow-up a 12 mesi: in tutti e cinque gli interventi aumentano i
giorni di astinenza e la percentuale
di adolescenti in recupero. Miglior
efficacia rispetto al costo: MET/CBT
(5 sessions), MET/CBT (12 sessions), ACRA
CYT (Cannabis Youth Treatment), Dennis et al. (2002, 2004b)
Livello: 3
16-20 anni in scuole di
perfezionamento.
Adolescenti che usano
droghe illecite (stimolanti e cannabis) reclutati tramite i pari
Creare un'occasione di
pensare e parlare di rischio in modo favorevole
all'identificazione
dei
problemi e alla riflessione
sulle opzioni per il cambiamento
Interventi brevi possono
influenzare
sostanze
l’abuso
Età media: 18.6 anni
Studenti che infrangono
le regole del campus per
uso di alcol e droga
Efficacia delle interviste
motivazionali
di
Studenti adde-
191
Riduzione dell’uso di alcol
e droghe
192
Gli interventi motivazionali brevi e quelli basate
sulle life-skill sono efficaci negli studenti ad alto
rischio
strati a reclutare
coetanei
Sessioni singole: intervi-
Giovani che stanno utilizzando droghe illecite
ste motivazionali
Feedback inviati a casa vs
interviste motivazionali
Breve colloquio motivazionale e intervento di
feedback scritto
Livello 3
Counsellor formati specificatamente
I profili scritti
sono hanno un
buon rapporto
costo-efficacia
Violazione delle regole
del campus per uso di alcol e droga
Follow-up a 3 mesi: riduzione
dell’uso di alcol, nicotina, cannabis
Nessuna differenza tra gli interventi
Follow-up a 3 mesi: riduzione
dell’uso di droga
Ampiezza dell’effetto:
Sigarette: 0,37
Alcol: 0.34
THC: 0.75
McCambridge e Strang (2004).
Dove c'è la necessità di un
feedback faccia a faccia
per motivare gli studenti
White et al. (2006)
Livello 3
Modelli logici di programmi di prevenzione indicata segnalati dalle
Agenzie Governative Europee
Binge drinking nelle ragazze e
ragazzi adolescenti è in aumento
Più risorse spese nelle emergenze
Applicazione della parte normativa del programma, ma non sufficiente
Immediata prima visita rivolta alla motivazione del bambino e alle migliori preoccupazioni dei genitori. Giovani
intossicati (gruppo a rischio
psichiatrico e di diventare
forti consumatori) che hanno
maggiormente bisogno di
consulenza individuale
Servizio ambulatoriale speciale e gestione dei casi sociali
Sessioni di gruppo
Counselling
Gruppo 'esperienza terapia'
Tecniche di rilassamento
Crescente numero di bambini
193
194
1,5 milioni co-dipendenti,
1,5 milioni di adulti con
problemi psicologici e
di adattamento
Destinatari:
co-dipendenti,
membri di famiglie alcoldipendenti
Responsibilità: Instytut
Psychologii Zdrowia
(+147%) con intossicazione
alcolica grave in terapia intenAumentare il numero e la
disponibilità dei servizi
terapeutici
Ottimizzare i metodi terapeutici
siva
Un medico fulltime
disponibile
24h
Database pc
Valutazione media
Undici comunità in
8 stati federali
Combattere il binge drinking e l’aumento dei costi;
capire i rischi sociali e individuali per il binge drinking
Immediata
risposta
all’emergenza alcol
Numero di casi in cura intensiva
Accettazione dei counselling
Programmi terapeutici
comprovati per due
gruppi (RCT?)
Non
specificato
Organizzazione di sessioni di training per terapisti; promozione di
programmi (corsi di
training, terapia per ottimizzare i metodi)
Livello di ansia, depressione, indipendenza, funzionamento nella società
Condotta nel 1998-2002, copertura
di 390 pazienti di sesso femminile
con risultati positivi
Significativa riduzione del numero di casi
in cura intensiva
81 % accettazione del counselling individuale
Il 40% di chi ha bisogno di una cura psichiatrica ha preferito un counselling individuali al posto di counseling di gruppo
Germania, Halt
Livello 3
Polonia, ‘Increasing the number and availability of therapeutic
services for co-dependents and other members of alcoholdependent families’. Livello 2
Destinatari: giovani tra i
12-18 anni
Responsabilità: comunità
Destinatari: 6 -15 anni, con
problemi comportamentali
e comunicativi
Responsabilità: comunità
regionale
Studio SMASH di ricerca
governativa 1999
195
Ridurre i fattori di rischio
e costruire i fattori protettivi per prevenire gli
abusi di droga
Ricerca e sviluppo supportati
tra il 2000 e il
2003
Diversi programmi, 3-42
h sett.,classificati ‘strutturati' vs 'disgregazione
sociale': costruzione di
abilità; gruppi di interazione sociale; gruppi avventura e arte
Costruire fattori protettivi
contro l'abuso di droga:
positivo legame agli insegnanti o ai genitori; competenza sociale, cognitiva
ed emotiva
Integrazione
Ansia e depressione
Auto-effi cacia
Delinquenza
Consumo di droga
Non specificato
196
Trattamenti per prevenire
Rafforzare l'auto-efficacia,
l’educazione
le abilità di comunicazio-
istituziona-
lizzata e le cure psichia-
ne e sociali; modificare il
triche permanenti
comportamento
Donatori o volontari
Riunioni di gruppo strutturato
Programmi individuali
Lavoro con i genitori
Vacanze e attività
nel week-end
Non specificato
Non specificato
6 mesi dopo ES: 0,4 per l'autoefficacia,
-0,4 per la delinquenza, -0,1 per la
cannabis, correlazione positiva con
la disintegrazione sociale
Svizzera, Supra_F
Livello 3
Repubblica Ceca, Children’s day care (asili infantili)
Livello: nessun livello per le evidenze di efficacia
Gruppo target: famiglie e
gruppi a rischio
Responsabilità: punto focale nazionale
Gruppo target: detenuti
Non specificato
Responsabilità: Servizio di
prigioni ungherese
Non specificato
197
Mappa di interventi di
prevenzione della droga,
lavorando con il coordinamento degli affari di
droga FORA
Non specificato
198
i rappresentanti di queste
Trasferimento delle conoscenze sulla promozione
della salute, sulla prevenzione delle droghe e sulla
riabilitazione
Non specificato
Non specificato
Non specificato
Interviste telefoniche con
Non specificato
Gruppo target
Setting
Interventi
Riassumere le attività di
prevenzione della droga
organizzazioni
10 organizzazioni hanno avviato
attività: campi, club, attività di ricreazione, servizio per party, corsi
di formazione per peer–tutor
Ungheria: Tracing prevention for at-risk groups and
family (Tracciatura prevenzione per gruppi e famiglie a
rischio) Livello: nessun livello per le evidenze di efficacia
Attivo dal 2003
ogni 3-5 settimane
Serie di documentari educativi, discussa da educatori e detenuti in attività di gruppo. Genitori dei
delinquenti giovani coinvolti volontariamente
Non specificato
Non specificato
Ungheria: Prevention in prisons (prevenzione in carcere)
Livello: nessun livello per le evidenze di efficacia
Gruppo target: famiglie in cui
uno o entrambi i genitori
hanno un grave problema
psicologico con almeno un
figlio nella fascia di età 8–14
Istituto Trimbos: figli di genitori con problemi psicologici hanno un rischio maggiore di dipendenza da alcol,
tabacco e farmaci
199
Rinforzare i bambini che
hanno genitori con problemi psicologici; rafforzare i
fattori protettivi
Sette sessioni alternativamente con genitori e figli
separatamente e con tutti
insieme
Non specificato
Rafforzare
un'interazione
positiva tra genitori e figli
Supporto padri anaffettivi
Fornire supporto di rete
Rafforzare il coping del
bambino e le competenze
sociali
Non specificato
Non specificato
Olanda, Psycho-educational family intervention (Interventi
psicoeducativi sulla famiglia)
Livello: nessun livello per le evidenze di efficacia
Gruppo target: famiglie in
cui uno o entrambi i genitori hanno un grave problema psicologico con almeno un figlio
Istituto Trimbos: figli di
genitori con problemi psicologici mostrano un più
alto rischio di sviluppare
la dipendenza da alcol,
tabacco e farmaci
Rinforzare i bambini che
hanno genitori con problemi psicologici; rafforzare i fattori protettivi
Rafforzare un'interazione
positiva tra genitori e figli
Supporto padri anaffettivi
Fornire supporto di rete
Rafforzare il coping del
bambino e le competenze
sociali
200
Non specificato
Fornire ai genitori e ai
bambini supporto e informazioni mirate
Non specificato
Non specificato
Olanda, Tailor-made prevention
Livello: nessun livello per la valutazione delle evidenze
di efficacia
Istituto Trimbos: figli di
genitori con problemi
psicologici mostrano un
più alto rischio di sviluppare la dipendenza da alcol, tabacco e farmaci
Gruppo target: bambini (812 anni) in cui uno o entrambi i genitori hanno un
problema psicologico o di
dipendenza
201
Rinforzare i bambini che
hanno genitori con problemi psicologici; rafforzare i fattori protettivi
Non specificato
Corso di gruppo
Rafforzare un'interazione
positiva tra genitori e figli
Supporto padri anaffettivi
Fornire supporto di rete
Rafforzare il coping del
bambino e le competenze
sociali
Istituto Trimbos: figli di
genitori con problemi
psicologici mostrano un
più alto rischio di sviluppare la dipendenza da
alcol, tabacco e farmaci
Gruppo target: bambini
(12-15 anni) in cui uno o
entrambi i genitori hanno
un problema psicologico o
di dipendenza
202
Rinforzare i bambini che
hanno genitori con problemi psicologici; rafforzare i fattori protettivi
Non specificato
Non specificato
Corso di gruppo
Non specificato
Olanda, Doing and talking group CPPP 8–12
Livello: nessun livello per la valutazione delle evidenze
di efficacia
Rafforzare un'interazione
positiva tra genitori e figli
Supporto padri anaffettivi
Fornire supporto di rete
Rafforzare il coping del
bambino e le competenze
sociali
Non specificato
Non specificato
Olanda, Doing and talking group CPPP 12-15
Livello: nessun livello per la valutazione delle evidenze
di efficacia
problemi di salute mentale
con bambini
203
Stabilizzare i bambini dai
genitori con problemi
psicologici; rafforzare i
fattori protettivi
Non specificato
Corso
internet
di
gruppo
Rafforzare
un'interazione
positiva tra genitori e figli
Supporto padri anaffettivi
Fornire supporto di rete
Rafforzare il coping del
bambino e le competenze
sociali
204
Rafforzare la buona interazione tra genitore e
figlio
Rinforzare le abilità sociali e di coping nei bam-
Non specificato
Non specificato
Olanda, Group course 16+ (Corso di gruppo 16+)
Livello: nessun livello per la valutazione delle evidenze
di efficacia
Non specificato
Stimolare
l'interazione
positiva tra la madre e il
bambino, migliorare la
sensibilità e la reattività
della madre. Attaccamento sicuro competenze socio-emotive del bambino
bini
Corsi a casa o in ricoveri
su
Istituto Trimbos: figli di genitori
con problemi psicologici mostrano
un più alto rischio di sviluppare la
dipendenza da alcol, tabacco e
farmaci
Gruppo target: madri con
Istituto Trimbos: figli di
genitori con problemi
psicologici mostrano un
più alto rischio di sviluppare la dipendenza da
alcol, tabacco e farmaci
Gruppo target: ragazzi (over 16
anni) in cui uno o entrambi i
genitori hanno un problema psicologico o di dipendenza
Non specificato
femminili
Non specificato
Olanda, Mother–baby intervention (Interventi madrebambino)
Livello: nessun livello per le evidenze di efficacia
1.5–2 milioni di bambini
vivono in famiglie con
problemi
alcol-correlati:
500 000 si sono trovati in
condizioni
drammatiche
(Witold Skrzypczyk)
Gruppo target: bambini provenienti da famiglie con
problemi alcol-correlati
Responsabilità:PARPA
I genitori con problemi alcolcorrelati spesso non sono in grado
di esercitare le loro funzioni parentali; il 90% dei bambini in un
centro di assistenza educativa
sono ' bambini alcolisti
1.5 a 2 milioni di bambini
Gruppo target: bambini
provenienti da famiglie
con
problemi
alcolcorrelati
Responsabilità:PARPA
205
I figli di alcolisti hanno
bassa autostima, non rispetto di sé, la maggior
parte hanno problemi relativi all'identità, esperienze traumatiche
Sviluppo del
programma di
Aumentare la competenza
del personale e dei docenti
Diffusione delle tecnologie
di lavoro; aumentare l'accessibilità delle istituzioni
socio-terapeutiche; sviluppare la rete di gruppi di
sostegno
206
I bambini provenienti da
famiglie con problemi
alcol-correlati meritano
particolare attenzione
Non specificato
assistenza dal
1999
Tirocini (120 ore di lezioni), classi di laboratorio —
estesi a 280 h
Training su aiuti psicoeducativi e socio-terapia
‘Parpusiak bears family’
‘Together jauntfully’
Programma pilota dal
Non chiaramente definito
Aumentare il numero di
tutor, di assistenti e di
istituzioni.
Elaborare
metodologia di lavoro
psicopedagogico. Intensificare la cooperazione.
Gruppi di sostegno Alateen. Raccogliere dati
Non chiaramente definito
2000, programma di
training dal 2003
Programma di ricerca 2002, non
chiaramente descritto
Non specificato
Polonia, Development of socio-therapeutic club rooms (sviluppo
dei stanze-club socio-terapeutiche)
Livello: nessun livello per la valutazione delle evidenze di efficacia
Polonia, Children coming from families who have alcohol-related problems,
staying in care and educational centres (bambini provenienti da famiglie con
problemi alcol-correlati inseriti in centri di cura e educativi)
Livello: nessun livello per la valutazione delle evidenze di efficacia
Per il personale delle strutture istituzionali di cura
Dal Ministero del lavoro, degli affari
sociali e della famiglia
Non specificato
207
Creazione di due gruppi
educativi specializzati nelle
case per bambini
Preparazione del personale
di assistenza istituzionale
per il lavoro con bambini e
giovani, con un’addiction
da droghe
Finanziato
Ministero
dal
208
Destinatari: giovani con gravi problemi comportamentali. Responsabilità: Consiglio Nazionale della
Sanità e del Welfare e la sua Unità
Statistica
I trattamenti residenziali
dei giovani con gravi problemi
comportamentali
possono produrre risultati
positivi
CUS, SiS e il Ministero
Norvegese per l'Infanzia e
la Famiglia
Opportunità di conoscere la
connessione tra benessere,
salute e dipendenza e di
fare scelte ragionevoli
I risultati della
ricerca del CUS
(IMS)
Formazione del personale
dal centro di formazione
del Ministero
Non specificato
Trattamenti residenziali
Attuazione:
- componenti principali e
componenti strutturali (SVQ)
- questionario di valutazione
del programma correttivo
(CPAI)
Non specificato
Valutazione differente del processo di implementazione (da l'IMS, 2008:nel 74% dei
casi sono state implementate le componenti
principali) e degli effetti del trattamento
(dal Centro comportamentale, Oslo, a partire dal 2009)
Slovacchia, Development of secondary and tertiary prevention of drug
addiction among children in court-imposed institutional care (Sviluppo
di programmi di prevenzione secondaria e terziaria nei bambini che hanno l’obbligo giuridico di stare in istituzioni di cura)
Livello: nessun livello per la valutazione delle evidenze di efficacia
Norvegia e Svezia, Institutional model (MultifunC) (Modello istituzionale (Multifuzione C).
Livello: 1
Target: figli di consumatori problematici di stupefacenti, giovani in
contatto con la giustizia penale. Coloro che sono esclusi dal percorso scolastico o sono spesso assenti.
Resp.: Dip. di educazione
Prevenzione della tossicodipendenza come un approccio
olistico multi-agenzia
Non specificato
Valutazione precoce, gestione della cura e incarico ad
un sistema informativo integrato professionale
Gruppo target: giovani vulnerabili < 25 anni
Responsabilità: Dipartimento
di salute
La strategia nazionale aggiornata sulla droga
Rafforzamento della responsabilità.
Disposizione attorno al bisogno dei bambini e dei giovani
vulnerabili. Costruzione di
servizi per i giovani e della
capacità della forza lavoro
Identificazione delle priorità;
pianificazione coerente e autovalutazione in itinere con
valutazione annuale delle
prestazioni
209
210
L’uso di droghe illecite è
maggiormente prevalente
nei giovani tra i 16 e i 24
anni
Il 24% dei giovani vulnerabili vs. 5% dei coetanei
meno vulnerabili usano
droghe
Utilizzare screening e strumenti di valutazione esistenti e offrire programmi
familiari con report strutturati (ogni 2 anni); terapia di
gruppo comportamentale e
sulle competenze dei genitori
Roe, 2005; Becker and Roe, 2005.
Le droghe di classe A nel 2003/04
hanno un costo stimato in termini
economici e sociali di 15,4 miliardi
di sterline
Riduzione uso problematico
di droghe
Non specificato
Riduzione dell’uso di droghe
e riduzione dei costi stimati
Monitoraggio attraverso NHS, review
Giudizi forniti dagli ispettorati per i
servizi ai bambini che forniscono il punteggio per i singoli elementi del servizio
Regno Unito, Every child matters (Ogni bambino conta)
Livello: 1
pianificata per il 2010
Regno Unito, Community-based interventions to reduce substance misuse
among vulnerable and disadvantages children and young people (Interventi
basati sulla comunità per ridurre l'abuso di sostanza tra bambini e giovani
vulnerabili e svantaggi )
Livello: 1
Gruppo target: minorenni
che bevono o acquistano
alcol (< 16, per tutti l'alcol; <
18, per i super alcolici)
Non specificato
Non specificato
Gruppo target: giovani delin211
Far rispettare l'aderenza
alla protezione giuridica
per i bambini e i giovani
rivolgendosi alla responsabilità dei genitori
Ufficio di assistenza sociale delegato a istituzioni qualificate
Non etichettare gli adolescenti bevitori come criminali ma come bisognosi di
sostegno
212
quenti
Non specificato
Accordi tra giovani delinquenti, Polizia e Comune
Ufficio di assistenza sociale è
delegato a istituzioni qualificate
Non specificato
Colloquio individuale
Misure educative individuali
Non specificato
Contratti individuali
Valutazione nel 2000-2002 positiva
Sistema di reportistica iniziato da tutte
le agenzie. Revisione dell’Art. 78 in
corso.
Liechtenstein, Educational intervention after violation of protection of
minors rules (Intervento educativo dopo la violazione delle regole di
protezione dei minori)
Livello: 1
Non specificato
Norvegia, Juvenile contract (Contratti giovanili)
Livello: nessun livello per la valutazione delle evidenze di efficacia
Gruppo target: persone con
fattori di rischio sulla base
dello screening ad es. ADHD,
aggressività e crisi depressiva
Review della letteratura e
epidemiologia in Spagna da
Gonzalez Menendez et al.
2007
Studenti: 7-10 anni con problemi comportamentali e di
condotta
213
Strumenti diagnostici: CSAT,
EDAH, ADI, DAP, ADIS,
PESQ
Ridurre i fattori di rischio e
costruire fattori protettivi
per prevenire l’abuso di droghe
Precoci problemi della
condotta tendono ad
aggravarsi e a diventare
cronici
214
Intereventi precoci nei disturbi di condotta per prevenire successivi problemi sociali e psicologici
Non specificato
Terapia manualizzata
Necessaria una
Ridurre i problemi di
comportamento e promuovere la competenza
sociale
formazione per
gruppi
Non chiaramente definito
Diagnosi precoce
Interventi per genitori, studenti ed insegnanti.
Riduzione dei fattori di rischio per il gruppo target
Training per genitori, 12 sessioni
Sessioni di gruppo (19) con
studenti
Sessioni per insegnanti (8)
Valutazione menzionata ma non specificata
Spagna, Early detection and treatment of adolescents at risk for addiction
(La diagnosi precoce e il trattamento degli adolescenti a rischio di dipendenza).
Livello 1
Comportamento distruttivo
Post programma: i genitori riportano riduzione
significativa degli stili educativi punitivi, più
coerenza nell’applicare le regole, minor impulsività nel problem solving. I bambini riportano
una migliore identificazione delle emozioni,
regolazione emozionale migliore e anticipazione delle conseguenze dei loro comportamenti.
Spagna, Empecemos. Multi-component intervention for behavioural problems in primary education) (Intervento multicomponente per problemi
comportamentali in istruzione primaria).
Livello 3
L’EMCDDA
L'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (OEDT) è una delle agenzie decentrate dell'Unione europea. Fondata
nel 1993 e con sede a Lisbona, è la fonte centrale di informazioni
complete sulle droghe e tossicodipendenza in Europa.
L'OEDT raccoglie, analizza e divulga informazioni fattuali, obiettive,
affidabili e comparabili sulle droghe e sulle tossicodipendenze. In tal
modo, fornisce al pubblico con un'immagine basata sull'evidenza del
fenomeno
della
droga
a
livello
europeo.
Le pubblicazioni dell'Osservatorio sono una fonte primaria di informazioni per una vasta gamma di interlocutori, fra cui i responsabili
politici ed i loro consulenti, professionisti e ricercatori che lavorano
nel campo delle droghe e, più ampiamente, i media e il
pubblico in generale.
I saggi tematici dell’ OEDT sono relazioni scientifiche su temi selezionati, basati su aspetti del fenomeno droga.
Le serie rendono disponibili i risultati della ricerca condotta dall'agenzia per un target di specialisti e professionisti nel campo delle
droghe, tra cui scienziati, accademici e politici.
215
216
I Quaderni della Prevenzione sono un’iniziativa dell’Osservatorio
Territoriale Droga e Tossicodipendenze - OTDT del Dipartimento
delle Dipendenze dell’ASLMI2.
217
Quaderni della prevenzione:
N. 1 - Sintesi dei risultati della ricerca realizzata dal Progetto
Religo
N. 2 - La prevenzione selettiva
N. 3 - I Centri di Aggregazione Giovanile dell'ASL Milano Due
N. 4 – Strumenti: EDDRA – Parte I°
N. 5 – La prevenzione nell’ASL Milano Due: i progetti (2009-2010)
Per avere una copia dei numeri arretrati, per segnalare nominativi di
persone alle quali volete far pervenire i “Quaderni della prevenzione”
o per eliminare il vostro nominativo dalla mailing list, potete inviare
una richiesta utilizzando i riferimenti riportati sotto.
Tel. 0292654500
Fax: 0292654501
E-mail:
[email protected]
[email protected]
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