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Giovedì, 7 agosto ore 20.30 Palestra di Castaneda Matthias Ziegler, flauto Lanet Flores Otero, clarinetto Matthias Würsch, armonica a calici e xilofono Daria Zappa, violino Anna Reinhard, violino Hariolf Schlichtig, viola Mirjana Reinhard, violoncello Käthi Steuri, contrabbasso Annina Demenga, pianoforte Yuka Oechslin, pianoforte Alessandro Tini, presentatore Concerto Claude Debussy (1862-1918) “Prélude à l’après-midi d’un faune”(1894) (Arrangiamento Gustave Samazeuilh per flauto e pianoforte) Kaija Saariaho *1952 “Sept Papillons” I Dolce, leggero, libero II Leggero, molto espressivo III Calmo, con tristezza IV Dolce, tranquillo V Lento, misterioso VI Sempre poco nervoso, senza tempo VII Molto espressivo, energico Robert Schumann (1810-1856) Sei pezzi in canone, op. 56 (Arrangiamento Theodor Kirchner per trio pianoforte) I Non troppo veloce II Con sentimento III Andantino IV Profondo V Non troppo veloce VI Adagio Pausa Maurice Ravel (1875-1937) “La Valse”per due pianoforti Mouvement de valse viennoise Camille Saint-Saëns (1835-1921) “Le Carnaval des Animaux” (1886) Grande fantaisie zoologique I Introduzione e marcia reale del leone II Galline e galli III Hémiones (animali veloci) IV Colombe V Elefanti VI Canguri VII Acquario VIIIPersonaggi dalle lunghe orecchie IX Il cucù in fondo al bosco X Voliera XI Pianisti XII Fossili XIII Cigno XIV Finale Claude Debussy (1862-1918) “Prélude à l’après-midi d’un faune” 1894 (Arrangiamento Gustave Samazeuilh) per flauto e pianoforte L’après-midi d‘un faune è una poesia scritta da Stéphane Mallarmés tra il 1865 e il 1867. Descrive il sogno sensuale di un fauno che si risveglia dal sonnellino pomeridiano. Egli si ricorda (o era solo un sogno?) di avere scoperto, mentre stava intagliando un flauto di pan, due ninfe che poi ha tentato di inseguire per tutto il pomeriggio. Queste riuscirono a sfuggirgli, ma altre due le prese e le condusse in una radura. Ora non si ricorda più che cosa fosse successo realmente, perché anche queste due ninfe riuscirono a sfuggirgli. Egli vive in uno stato che rimbalza tra il rimorso, l’azione e la giustificazione. I sensi di colpa lo assalgono, mischiati alla paura di avere offeso la dea Venere e per questo teme di essere duramente punito. Appesantito dal troppo vino rientra nel suo bel sogno. La musica di Debussy e la poesia di Mallarmés rappresentano anche l’origine del balletto di Vaslav Nijinskys del 1912. L’arrangiamento per flauto e pianoforte è opera di Gustave Samazeuilh. Kaija Saariaho *1952 “Sept Papillons” “Sept Papillons“ fu il primo pezzo che Saariaho scrisse dopo la sua opera “L’amour de loin“, anzi venne composto durante le prove della stessa a Salzburgo. Si percepisce il desiderio di ricercare un modello musicale che non avesse nulla a che fare con l’opera, né in quanto stile, né in quanto lingua. Tutti i riferimenti metaforici all’opera (l’intramontabilità, l’amore, la malinconia, la morte, ecc.) sono riferiti a ciò che è effimero. Così questi sette quadretti rappresentano la fragilità e la fugacità della vita. “Sept Papillons“ venne commissionata dalla Fondazione Rudolf Steiner e venne eseguita per la prima volta a Helsinki nell’anno 2000. Robert Schumann (1810-1856) Sei pezzi in canone, op.56 (Arrangiamento Theodor Kirchner) per trio di pianoforti Nel 1845 Robert und Clara Schumann si trasferirono a Dresda dove si dedicarono intensamente allo studio del contrappunto, occupandosi in particolare delle opere di J. S. Bach. Sono di questo periodo i Sei pezzi in canone op. 56 che furono composti per il pianoforte a pedali, uno strumento oggi praticamente scomparso, simile al pianoforte, ma munito di una pedaliera che permetteva di esercitarsi in casa su partiture scritte per organo. Questi pezzi op. 56 furono più volte arrangiati tra gli altri da Georges Bizet (per pianoforte a quattro mani), da Claude Debussy (per due pianoforti) e da Clara Schumann (per piano solo). La versione che verrà presentata in quest’occasione è quella per pianoforte (trio), clarinetto e violoncello secondo la rielaborazione di Théodor Kirchner. Maurice Ravel (1857-1937) “La Valse” per due pianoforti Mouvement de valse viennoise La Valse fu commissionata da Sergei Djagilews per un balletto sul tema “Vienna e i suoi valser”dei balletti russi. Djagilew rifiutò la composizione asserendo che fosse soltanto un “ritratto di un balletto”. Così questa composizione venne eseguita per la prima volta a Parigi nel 1920 come pezzo per orchestra. Affinché fosse chiaro per tutti, Ravel inserì nella partitura le seguenti annotazioni: “Delle coppie ballano il valzer nella nebbia. A poco a poco la nebbia si dissolve e lascia scorgere una sala immensa nella quale turbinano molte altre coppie. La scena si rischiara progressivamente lasciando intravedere dei lampadari lucentissimi. Siamo in una residenza imperiale attorno al 1855”. Lentamente al posto dell’atmosfera gioiosa del valzer si fanno strada dei ritmi spezzati e delle dissonanze. Il pezzo termina in un’esplosione di violenza e caos. Nel 1921 Maurice Ravel arrangiò questa composizione per due pianoforti. Camille Saint-Saëns (1835-1921) “Le Carnaval des Animaux” (1886) Grande fantasia zoologica C. Saint-Saëns sfruttò l’occasione dei concerti di carnevale nei quali si esibiva il famoso violoncellista Charles Lebouc per schizzare già nel 1861/65 il “Carnaval des animaux“. In questa composizione per orchestra da camera i vari strumenti imitano e diffondono i versi di diversi animali, trasformandoli in divertenti parodie. L’elefante si muove al tempo del “Ballo della sifilide” di Berlioz, oppure sulla melodia del “Sogno di mezzanotte” di Mendelssohn-Bartholdy. Le tartarughe strisciano galanti al rallentatore verso il “Can-Can”. Saint-Saëns si burla pure di sé stesso in una curiosa parodia che scherza sul fatto di dieci anni prima in cui fu il primo compositore ad inserire in un componimento sinfonico intitolato “La danza macabra” un pezzo di solo per xilofono. Nel carnevale degli animali fa apparire anche i fossili, rappresentati scherzosamente da risate sarcastiche, sottolineate da un’aria di Rossini. In un corteo finale appaiono ancora tutti gli animali del carnevale. Donnerstag, 7. August 20.30 Uhr Turnhalle Castaneda Matthias Ziegler, Flöte Lanet Flores Otero, Klarinette Matthias Würsch, Glasharmonika und Xylophon Daria Zappa, Violine Anna Reinhard, Violine Hariolf Schlichtig, Viola Mirjana Reinhard, Cello Käthi Steuri, Kontrabass Annina Demenga, Klavier Yuka Oechslin, Klavier Alessandro Tini, Sprecher Konzert Claude Debussy (1862-1918) “Prélude à l’après-midi d’un faune”(1894) (arrangiert von Gustave Samazeuilh für Flöte und Klavier) Kaija Saariaho *1952 “Sept Papillons” I Dolce, leggero, libero II Leggero, molto espressivo III Calmo, con tristezza IV Dolce, tranquillo V Lento, misterioso VI Sempre poco nervoso, senza tempo VII Molto espressivo, energico Robert Schumann (1810-1856) Sechs Stücke in kanonischer Form, op. 56 (arrangiert von Theodor Kirchner für Klaviertrio) I Nicht zu schnell II Mit innigem Ausdruck III Andantino IVInnig V Nicht zu schnell VI Adagio Pause Maurice Ravel (1875-1937) “La Valse”für zwei Klaviere Mouvement de valse viennoise Camille Saint-Saëns (1835-1921) “Le Carnaval des Animaux”(1886) Grande fantaisie zoologique I Introduction et Marche royale du Lion II Poules et Coqs III Hémiones (animaux véloces) IV Tortues V Eléphant VI Kangourous VII Aquarium VIII Personnages la longues oreilles IX Le Coucou au fond des bois X Volière XI Pianistes XII Fossiles XIII Cygne XIV Final Claude Debussy (1862-1918) “Prélude à l’après-midi d’un faune” 1894 (arrangiert von Gustave Samazeuilh) für Flöte und Klavier L’après-midi d‘un faune ist ein symbolistisches Gedicht, das Stéphane Mallarmés zwischen 1865 und 1867 geschrieben hat. Es beschreibt das sinnliche Erleben eines Fauns beim Erwachen aus seinem nachmittäglichen Schlaf. Er erinnert sich, (oder war es doch nur ein Traum?) am Morgen beim Schnitzen einer Panflöte zwei Nixen entdeckt zu haben, die er dann verfolgte. Diese konnten entkommen, aber zwei andere verschleppte er auf eine sonnige Lichtung. Er ist sich nicht sicher, was dort geschah. Aber auch diese zwei Nymphen konnten entkommen. Er schwankt zwischen Reue über seine Tat und Rechtfertigung seines Verlangens. Schuldgefühle verbunden mit Angst bemächtigen sich seiner, Angst, sich an der Göttin Venus vergangen zu haben und schwer bestraft zu werden. Vom vielen Wein müde geworden, kehrt er in den Traum des Morgens zurück. Debussys Musik und Mallarmés Gedicht dienten später als Basis für ein gleichnamiges Ballett Vaslav Nijinskys von 1912. Das Arrangement für Flöte und Klavier stammt aus der Feder von Gustave Samazeuilh. Kaija Saariaho *1952 “Sept Papillons” “Sept Papillons“ war das erste Stück, das Saariaho nach ihrer Oper “L’amour de loin“ schrieb. Entstanden ist es während der Probezeit der Oper in Salzburg. Der Wunsch, eine Welt zu finden, die nichts mit der Oper (weder im Stil noch in der Sprache) zu tun hat, ist spürbar. Alle Metaphern der Oper beziehen sich auf das Unvergängliche, Liebe, Sehnsucht, Tod. Bei “Sept Papillons“ bezieht sie sich aber auf das Vergängliche. Die sieben Miniaturen verbildlichen Zerbrechlichkeit und Kurzlebigkeit, die weder Anfang noch Ende haben. “Sept Papillons“ wurde von der Rudolf Steiner-Stiftung in Auftrag gegeben und im Jahre 2000 in Helsinki uraufgeführt. Robert Schumann (1810-1856) Sechs Stücke in kanonischer Form, Op. 56 (arrangiert von Theodor Kirchner) für Klaviertrio 1845 zogen Robert und Clara Schumann nach Dresden, wo sie intensive kontrapunktische Studien aufnahmen und sich ausgiebig mit dem Werk J. S. Bachs beschäftigten. In dieser Zeit entstanden u.a. die Sechs Stücke in kanonischer Form Op.56. Diese sechs Studien wurden für Pedalflügel geschrieben, ein Pianoforte mit eingebauter zusätzlicher Pedalklaviatur, wel- ches heute fast in Vergessenheit geraten ist. Die Stücke Op.56 wurden vielfältig arrangiert, u.a. von Georges Bizet für Klavier zu vier Händen, von Claude Debussy für zwei Klaviere und von Clara Schumann für Klavier solo. Hier wird eine Fassung für Klavier, Klarinette und Violoncello nach der Bearbeitung von Théodor Kirchner für Klaviertrio präsentiert. Maurice Ravel (1857-1937) “La Valse” für zwei Klaviere Mouvement de valse viennoise “La Valse“ war ein Auftragswerk Sergei Djagilews für ein Ballett zum Thema “Wien und seine Walzer“ für die Ballets Russes. Djagilew lehnte das Stück aber ab, mit der Begründung, es sei kein Ballett, sondern das Porträt eines Balletts. So wurde das Werk 1920 in Paris als reines Orchesterwerk uraufgeführt. Zur Verdeutlichung stellt Ravel seiner Partitur folgendes Programm voran: “Flüchtig lassen sich durch schwebende Nebelschleier hindurch walzertanzende Paare erkennen. Nach und nach lösen sich die Schleier auf: man erblickt einen riesigen Saal mit zahllosen im Kreise wirbelnden Menschen. Die Szene erhellt sich zunehmend; plötzlich erstrahlen die Kronleuchter in hellem Glanz. Eine kaiserliche Residenz um 1855.“ Nach und nach treten an die Stelle der Walzerseligkeit verzerrte Rhythmen und dissonante Harmonien. Das Stück endet in einem Ausbruch von Gewalt und Chaos. 1921 arrangierte Ravel das Stück für zwei Klaviere um. Camille Saint-Saens (1835-1921) “Le Carnaval des Animaux” (1886) Grande fantaisie zoologique Die alljährlich stattfindenden Fastnachtskonzerte des damals berühmten Cellisten Charles Lebouc waren der Anlass für C. Saint-Saëns, die schon 1861/65 entstandenen Skizzen zum “Carnaval des Animaux“ niederzuschreiben. In seinem Werk für Kammerorchester lässt er durch verschiedene Instrumente Tierrufe imitieren und verstreut ganz nebenbei lustvoll parodistische Seitenhiebe auf seine bereits verstorbenen Berufskollegen. Der Elefant trampelt im Takt des Sylphentanzes von Berlioz oder zur Melodie des Sommernachtstraums von Mendelssohn-Bartholdy. Schildkröten kriechen galant in Zeitlupe zu Offenbachs Can-Can. Sich selbst veralbert Saint-Saëns mit einer kurios klappernden Parodie: Zehn Jahre zuvor hatte er als erster Komponist in der sinfonischen Dichtung “Danse macabre” (Totentanz) das Xylofon als Solo-Instrument eingesetzt. Nun orchestriert er im “Karneval der Tiere” mit dem “Hölzernen Gelächter” den Auftritt der “Fossiles”, der versteinerten Tiere – untermalt von einer Rossini-Arie. Am Schluss treten nochmals alle Tiere des Carnavals im Umzug auf.