maggio 2012 - enmigrinta

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maggio 2012 - enmigrinta
enmigrinta
Opponiamoci alle leggi razziste!
maggio 2012
ENMIGRINTA SOLIDARIZZA CON I LAVORATORI DELLA MEMC DI SINIGO
Pagina 1: Bullismo di stato: rimpatriati legati e con scotch da pacchi sulla bocca
Pagina 2: Discriminazione: La Corte Europea condanna la Provincia di Bolzano
Pagina 3: Personaggi: Tunisia: Ibn Khaldun
Pagina 3: Cultura: Marocco: L'arte nell'artigianato
Pagina 5: La poesia della piccola Angjela Tusha
Pagina 5: Fiabe dal mondo: Africa centrale: La girafa vanitosa
Pagina 6: Arte: Giappone: La scrittura Hiragana
Pagina 6: Auguri a: le feste nazionali dei nostri nuovi cittadini
Pagina 6: Parole dal mondo: curdo kurmanji
Pagina 7: Chi dice cosa? Quali afermazioni appartengono aquale religione?
Pagina 7: Statistiche: Filippine
Pagina 7: We love you: di Gentiana Minga
Pagina 8: Giochi: Asia: Go
Pagina 9: Strumenti musicali: Balcani: Gusla
Pagina 9: Citazioni: William Faulkner
Pagina 9: Religioni: Un po' di statistiche
Pagina 10: Cucina: Polonia: Zupa Grzybowa
Pagina 11: Gastronomia: l'Albania
Pagina 11: Enologia: i vini del Marocco
Pagina 12: Soluzioni a “Chi dice cosa?”
Bullismo di stato → rimpatriati legati e con scotch da pacchi sulla bocca
E' diventata un caso la denuncia via Facebook di un passeggero che
viaggiava il 17 aprile sul volo di linea Alitalia Roma-Tunisi delle 9:20 ed
ha assistito al trattamento inumano di due clandestini che venivano
rimpatriati dalla polizia. Seduti nelle ultime fle dell'aereo i due erano
immobilizzati, imbavagliati con nastro da pacchi marrone e bloccati
mani e piedi. Tutto intorno gli altri passeggeri, come se nulla fosse.
Alla richiesta di avere spiegazioni, al passeggero è stato detto di
riaccomodarsi al posto e che si trattatava di una normale operazione
di rimpatrio condotta dalla polizia. Routine, insomma.
A raccontarlo è Francesco Sperandeo, flmaker, che è riuscito a
scattare di nascosto una fotografa e l'ha pubblicata su Facebook.
Accompagnata da un post in cui descrive quello che ha visto. Ecco il
testo completo: "Guardate cosa è accaduto oggi sul volo RomaTunisi delle 9,20 Alitalia. Due cittadini tunisini respinti dall’Italia e trattati in modo disumano. Nastro
marrone da pacchi attorno al viso per tappare la bocca ai due e fascette in plastica per bloccare i polsi.
Questa è la civiltà e la democrazia europea. Ma la cosa più grave è stata che tutto è accaduto nella
totale indiferenza dei passeggeri e alla mia accesa richiesta di trattare in modo umano i due mi è stato
intimato in modo arrogante di tornare al mio posto perché si trattava di una normale operazione di
polizia… Normale??? Sono riuscito comunque a rubate una foto! Fate girare e denunciate!"
Stefano Pedica, vice presidente della Commissione Afari Europei e componente della Commissione
Afari Esteri al Senato, defnisce ciò che è accaduto "indecente" annunciando un'interrogazione
parlamentare. "Neanche a Guantanamo abbiamo assistito a soprusi del genere", aggiunge. Per Paola
Binetti (Udc) "incerottare due uomini e non permettergli di parlare ed esprimere il loro disagio è
davvero troppo.”
Sorpresa di quanto avvenuto si dice il portavoce in Italia dell'Alto commissariato per i rifugiati delle
Nazioni Unite (Unhcr), Laura Boldrini: "Nella mia esperienza non ho mai visto cose di questo tipo".
Boldrini ammette che fare le operazioni di rimpatrio è "a volte difcile" poiché le persone coinvolte
"oppongono ogni forma di resistenza". Ma "mettere lo scotch sul volto di una persona la umilia" e
dunque "bisogna riuscire a trovare sistemi più adeguati, in linea con il rispetto dei diritti della persona".
Link:
L'intervista di Repubblica a Sperandeo
Fonte Repubblica.it
Discriminazione → La Corte Europea condanna la Provincia di Bolzano
Sentenza della Corte di giustizia europea di condanna della
Provincia per attività discriminatoria nei confronti dei cittadini
extracomunitari nell’erogazione a loro favore dei sussidi casa.
Nel mirino dei giudici , sulla base di un esposto del cittadino
albanese «soggiornante di lungo periodo» , Servet Kamberaj, la
previsione di legge, varata alla vigilia della campagna elettorale
del 2008, con la quale si erogavano i sussidi casa agli
extracomunitari esclusivamente in base ad una quota dei fondi
disponibili proporzionale alla consistenza del gruppo dei cittadini non comunitari presenti in provincia.
Tuttavia la Corte di giustizia dell’Unione europea ha sentenziato che «gli Stati membri non possono
riservare ai cittadini di Paesi terzi soggiornanti di lungo periodo un trattamento diverso da quello
previsto per i cittadini dell'Unione in tema di sussidi per l'alloggio».
«E’ una decisione importante e di alto proflo - commenta l’avvocato Simonato - perchè la Corte ha
riconosciuto una palese violazione delle direttive dell’Unione e dei principi fondamentali di uguaglianza
dei cittadini nei confronti della pubblica amministrazione.
Due sostanzialmente i principi fssati dalla Corte: per un verso la protezione, l’assistenza e la previdenza
sociale sono fssate dai criteri europei ma poi demandate alle norme dei singoli Stati appartenenti ,
mentre per altro verso che la competenza primaria della Provincia in materia di sussidi casa non assorbe
certo anche quella esclusivamente statale che regola i rapporti fra i cittadini italiani o comunitari e quelli
extracomunitari che è e resta solo statale».
A questo punto sul piano concreto, vinta la causa in sede europea, dovranno essere riaperte tutte le
cause rimaste sospese presso il tribunale di Bolzano che, logica vuole, dovrebbero riconoscere a questo
punto ai ricorrenti extracomunitari il diritto di benefciare dei sussidi casa a suo tempo invece loro
negati.
«È una decisione che non ci sorprende - commenta l’assessore provinciale Christian Tommasini - anche
perchè autonomamente la giunta ancora nel 2010 ha ritenuto di modifcare proprio quella legge che
nella prima fase di applicazione aveva evidenziato non pochi problemi legati proprio ad una rafca di
ricorsi. Oggi quella limitazione discriminatoria non c’è più. Anzi, andiamo incontro ad un’ulteriore
riforma sia dei sussidi che del contributi sull’aftto in base esclusivamente al redditometro con principi
quindi di assoluta equità».
Fonte: altoadige.it
Personaggi → Tunisia → Ibn Khaldun
Ibn Khaldūn, il cui nome completo è Walī al-Dīn ʿAbd al-Rahmān ibn Muhammad
ibn Muhammad ibn Abī Bakr Muhammad ibn al-Hasan al-Hadramī (arabo: ‫ولي‬
‫الدين عبد الرحمن بن محمد بن محمد بن أبي بكر محمد بن الحسن الحضرمي‬‎; Tunisi, 27
maggio 1332 – Il Cairo, 17 marzo 1406, equivalenti al 1° Ramadān 732 - 26
Ramadān 808), è stato il massimo storico e flosofo del Nordafrica, e viene
considerato un sociologo ante litteram delle società araba, berbera e persiana.
Ha introdotto la nozione di storia ciclica fondata su fattori profani generati dalla
naturale tendenza ad indebolirsi delle generazioni sedentarizzate, eredi dei
conquistatori nomadi, trascinate però in un ciclo inesorabile di decadenza ad
opera della ricchezza e dal modo di vita urbano. Molto apprezzato in Occidente
per la modernità delle sue concezioni (ma anche per essere stata tradotta la sua
opera fn dal XVIII secolo), ha invece avuto un impatto più modesto sulla cultura e sul pensiero araboislamico.
L'attività principale di Ibn Khaldūn, fu quella di uomo politico, cortigiano e ministro, al servizio uno dopo
l'altro degli Hafsidi tunisini, dei Merinidi di Bugia e di Fez, degli Abdelwadidi di Tlemcen, del Sultano di
Granada e di quello d'Egitto. Fu anche ambasciatore presso il re di Castiglia, Pietro I di Castiglia, detto
Pietro il Crudele, ed il temibile Timur Lang (Tamerlano). Ebbe così la possibilità di conoscere da vicino e
porre a confronto tra loro i diversi modi di esercitare il potere, misurandone la precarietà.
I diversi sovrani, impressionati dalle sue grandi capacità e dalla sua grande cultura, gli perdonarono a più
riprese la sua versatilità e i suoi tradimenti.
Ibn Khaldūn è considerato oggi a buon diritto uno dei massimi pensatori arabi. Da quasi mezzo secolo la
sua importanza è riconosciuta negli ambienti intellettuali, sia europei sia musulmani.
Cultura → Marocco → L'arte nell'artigianato
Tappeti: L’articolo che più di tutti ha reso celebre l’artigianato
marocchino è il tappeto. I tappeti pregiati sono abbastanza cari.
Il loro valore dipende da diversi fattori: la qualità della lana; la
tecnica di produzione, a nodi (GOLIBOFT) o tessitura (KILIM); i
colori utilizzati (vegetali o acrilici); la complessità delle
decorazioni. Vi è distinzione, inoltre, tra tappeti cittadini,
prodotti prevalentemente a Rabat e a Fès (più elaborati e con
motivi tipici del Medio Oriente), e i tappeti rurali, di origine berbera, provenienti da Alto e Medio
Atlante. Le decorazioni risultano più semplici, ispirati alla natura.
Cuoio: Maroquineire era il termine usato nel 1500 per tutti gli
oggetti di cuoio che arrivavano alle corti d’Europa, importati,
appunto, dal Marocco. Marrakech e Fès sono le città più
importanti per questi articoli. Dalle famose concerie di Fès
proviene la pelle impiegata per la metà della produzione
nazionale, che consiste di POUFFE, borse, cinture, ricoperture
per libri e camicie in pelle scamosciata. Sui monti del Rif vi è una
lunga tradizione nel fare borse. Fra i souvenir maggiormente
difusi ci sono poi le BABOUCHES, le caratteristiche scarpe a
forma di pantofola, a punta davanti e aperte sul tallone. Per uomo sono solitamente gialle, grigie o
bianche. Per le donne, vengono prodotte anche in rosso e con variazioni sul modello base, da occasioni
speciali.
Legno: L’intarsio è un elemento fondamentale dell’arte marocchina,
assai utilizzato nell’architettura e ripreso nella lavorazione del legno.
Un esempio della minuzia degli artigiani è dato dalle MASHARABYYA,
i pannelli in legno traforato di cui le donne si servono per poter
guardare dalle case senza essere viste. Con la stessa tecnica si
decorano cassapanche, tavolini, cofanetti e ciotole in profumato
legno di cedro. Questi oggetti sono tipici di Tetouan, nel Rif, Salè, Fès
e Meknès, ma il paese degli intarsi per eccellenza è Essaouira, dove
gli artigiani usano soprattutto il legno di Tuia, un albero della zona
purtroppo in via d’estinzione.
Oro e metalli: Nelle cerimonie dei giorni di festa, le donne sono tutte
agghindate, è quindi facile capire l’importanza dei gioielli nella
tradizione marocchina, in cui vengono in ugual misura impiegati argento
e oro. Quest’ultimo è lavorato soprattutto a Fès: lo stile qui ripropone i
motivi andalusi, che, integrati con fligrana, trafori, perle o pietre
incastonate, risultano più elaborati. Monili in oro dalle linee più semplici
si trovano a Rabat e Meknès. L’argento ha avuto una ampia difusione
tra i berberi e si usa nella realizzazione di collane, bracciali, pendenti,
cinture e fbule per chiudere gli abiti, ma pure di armi bianche. Si
produce principalmente a Tizuit e Taroudaunt, nell’Atlante del sud. Gli
oggetti più caratteristici di uso quotidiano sono: piatti, teiere, lampade e
candelieri in ferro, rame e ottone battuto che bisogna acquistare a
Marrakech, Tetouan, Taroudaunt. Con tali materiali si producono anche specchiere, le quali ricalcano le
decorazioni architettoniche.
Ceramica: una delle forme d’arte più antiche del Marocco è la
ceramica. Nata per creare oggetti di uso quotidiano (piatti,
vasellame…), ha sviluppato stili diversi che si distinguono per
la decorazione. Quella di Fès è riconoscibile per i disegni blu,
ma anche gialli e verdi, su uno sfondo bianco; Meknès è nota
per le maioliche verdi-lucide. La vera capitale della ceramica è
però Saf, dove predominano l’ornamento foreale e i colori
brillanti. Più semplici e dall’aspetto rustico le ceramiche
berbere, generalmente gregge o al massimo colorate (e non
smaltate) con disegni geometrici. Utili da comprare i
caratteristici piatti per il TAJINE (uno stufato), dal coperchio a
forma di campana: ne esistono varie versioni, anche se la gente del luogo utilizza di solito quelli in
terracotta grezza. Con il nome "ceramica" si indicano terraglie, terracotta di produzione rurale, sia la
maiolica, di fabbricazione cittadina. La terra cotta domestica, fatta dalle donne, viene lavorata a
colombino e cotta sotto il fuoco; la maiolica, di uso commerciale, fabbricata dagli uomini, viene lavorata
al tornio, cotta in forno e quindi decorata in smalto poi vetrifcata con una seconda cottura. Le forme e i
decori sono defniti da regole rigide che comprendono elementi specifci, ma vari.
Il tatuaggio: Un tempo identifcazione tribale o rito di passaggio, simbolo
magico o amuleto contro il malocchio, è oggi essenzialmente
ornamentale. I motivi, tatuati con l’ago o disegnati con l’HARQUS,
simbolici o ispirati a gioielli, tappeti e ceramica, hanno sempre forma
geometrica con combinazioni che possono variare all’infnito. Di solito, i
tatuaggi ornano le mani e il viso, a volte il collo e i piedi. Sono eseguiti
con una cerimonia, per sottolineare alcuni momenti particolari della vita
La poesia della piccola Angjela Tusha
Presentiamo con gioia la poesia mandataci dalla piccola Angjela Tusha.
Pasqua è già passata, ma purtroppo la poesia è arrivata troppo tardi per
essere compresa in enmigrinta dello scorso mese. Grazie Angjela, anzi
falleminderit Angjela!
Ich bin Angjela, und bin in Meran geboren.
Ich komme aus Albanien.
Ich gehe in der 5.GT Oswald von Wolkenstein.
Mir gefalt lesen und schreiben.
Mir gefalt kleine poesien und geschichten in deiner Zeitung zu
schreiben .DANKE !!!!!!!!!!!!
Ich wunsche euch frohe Ostern und auch den Kindern der ganzen welt.
Besonderst wunsche ich der 5.GT frohe Ostern.
Ostern ist bald da!
Ha,Ha,Ha,Ha,Ha!
Ostereier versteckt wer ?
Alle suchen nach viel mehr!
Schokoladeeier - ach, wie lecker man hort nirgendwo ein Gemecker.
Alle freuen sich,
und auch ich,
Schon ist die Osterzeit
bald ist es soweit!
Fiabe popolari → Africa centrale → La girafa vanitosa
Ai limiti di una grande foresta, in Africa, viveva tra gli altri animali una
girafa bellissima, agile e snella, più alta di qualunque altra. Sapendo di
essere ammirata non solo dalle sue compagne ma da tutti gli animali era
diventata superba e non aveva più rispetto per nessuno, né dava aiuto a
chi glielo chiedeva. Anzi se ne andava in giro tutto il santo giorno per
mostrare la sua bellezza agli uni e agli altri dicendo: - Guardatemi, io
sono la più bella. Gli altri animali, stuf di udire le sue vanterie, la prendevano in giro, ma la
girafa vanitosa era troppo occupata a rimirarsi per dar loro retta. Un
giorno la scimmia decise di darle una lezione. Si mise a blandirla con
parole che accarezzavano le orecchie della girafa: - Ma come sei bella!
Ma come sei alta! La tua testa arriva dove nessuno altro animale può giungere... - E così dicendo, la
condusse verso la palma della foresta.
Quando furono giunti là, la scimmia chiese alla girafa di prendere i datteri che stavano in alto e che
erano i più dolci. lì suo collo era lunghissimo, ma per quanto si sforzasse di allungarlo ancor di più, non
riusciva a raggiungere il frutto. Allora la scimmia, con un balzo, saltò sul dorso della girafa, poi sul collo
e fnalmente si issò sulla sua testa riuscendo ad aferrare il frutto desiderato. Una volta tornata a terra,
la scimmia disse alla girafa: - Vedi, cara mia, sei la più alta, la più bella, però non puoi vivere senza gli
altri, non puoi fare a meno degli altri animali.
La girafa imparò la lezione e da quel giorno cominciò a collaborare con gli altri animali e a rispettarli.
Arte → Giappone → la scrittura Hiragana
Lo hiragana è un sistema di scrittura sillabico utilizzato per la
lingua giapponese.
In Giappone vengono utilizzati tre diversi tipi di scrittura: lo
hiragana (平仮名), il katakana (片仮名) e i kanji (漢字). I primi
due costituiscono la scrittura autoctona fonetica, detta kana,
il terzo è rappresentato dai caratteri ideografci di origine
cinese, generalmente non dissimili da quelli utilizzati sul
continente. Lo hiragana è facilmente distinguibile dal
katakana per la sua forma corsiva, con tratti arrotondati, ben
diversi dalle forme rigide dell'altro sillabario: scritti con i
rispettivi sistemi, avremo hiragana ひらがな e katakana カタ
カ ナ . "Hiragana" signifca "carattere prestato di uso comune", con riferimento all'origine dagli
ideogrammi e alla sua forma corsiva.
Nello hiragana, come nel katakana, ogni carattere non corrisponde esattamente ad un fonema vocalico
o consonantico, come avviene in molte lingue occidentali scritte con alfabeti, ma a un'intera sillaba. Vi
sono sillabe formate da una sola vocale, o da consonante e vocale; si dividono tradizionalmente in
sillabe pure, impure, semipure, contratte. Il sillabario hiragana, al pari del katakana, è propriamente
composto dai 46 caratteri che rappresentano le sillabe pure, e spesso è detto – arrotondando il numero
– gojūon "i cinquanta suoni"; ma a questi si aggiungono le 20 sillabe impure, le 5 sillabe semipure e le 33
sillabe contratte: in tutto 104 sillabe.
Auguri a → Le feste nazionali dei nostri nuovi cittadini
Gli auguri ai nostri nuovi amici delle comunità di:
dal 3 al 5 maggio: Giappone (Vacanza nazionale)
3 maggio: Polonia (Celebrazione della prima Costituzione)
5 maggio: Messico (Cinco de Mayo)
9 maggio: Russia (Den Pobdey – Giorno della vittoria)
19 maggio: Turchia (Giorno della Gioventù)
20 maggio: Camerun (Festa nazionale)
25 maggio: Argentina (Festa nazionale)
25 maggio: Giordania (Giorno dell'Indipendenza)
28 maggio: Etiopia (Festa nazionale per la caduta del regime Derg)
Parole dal mondo → curdo kurmanji
La lingua curda consta di tre diversi gruppi dialettico-linguistici: i dialetti
meridionali, come il leki o il kermanshahi, parlati da circa il 15% della
popolazione, nella provincia del Kurdistan iraniano; il gruppo centrale,
chiamato sorani dal nome dell’antico principato di Soran, parlato da
circa il 25% della popolazione, nelle zone al confne tra Iran e Iraq, e il
gruppo settentrionale, chiamato kurmanji, parlato da circa il 60% della
popolazione. Il curdo viene scritto usando quattro alfabeti diferenti,
quelli cirillico, armeno, arabo e latino. Ecco alcune parole in curdo kurmanji.
Benvenuto: serçawan (pronuncia: serciauan)
Salve (incontrandosi): merheba (provincia: mereba)
Salve(lasciandosi): bixatirête(pronuncia:bixatireete)
Grazie: spas (pronuncia: spaas)
Chi dice cosa? Quali afermazioni appartengono a quale religione?
Proponiamo al lettore un piccolo test, per poter saggiare la propria opinione e le proprie convinzioni
sulle religioni proprie ed altrui. Vi invitiamo ad abbinare a ciascuna delle seguenti afermazioni,
contenuta in un testo sacro, la relativa religione. Nell’ultima pagina troverete i corretti abbinamenti. Per
le afermazioni che contengono il nome della divinità o altri riferimenti troppo defnibili, questi sono
stati omessi o modifcati, per non rendere ovvia la soluzione (per esempio al posto di Allah, scriveremo
Dio, o per apostoli, scriveremo seguaci ecc.)
1.- Ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato.
2.- Coloro che avranno fatto del bene in questo mondo riceveranno il bene.
3.- Chi semina il bene raccoglierà una sicura ricompensa.
4.- Il corpo è il campo dell'azione: quello che pianti raccoglierai.
Le soluzioni a pagina 12
Statistiche: Filippine
Nelle Filippine, nel 2010:
La vita media di un uomo: 70 anni
Mortalità infantile <5 anni : 3,3 %
Mortalità materna: 94**
Analfabetismo: 3,8 %
Medici per ogni 1000 abitanti: 1,2
Posti letto per ogni 1000 ab.: 0,9
Calorie ab/giorno: 2520
Accesso acqua potabile: 91
Bambini sottopeso: 26,2%
Auto per 1000 abitanti: 10,9
In Italia, stesso periodo:
Vita media di un uomo: 78 anni
Mortalità infantile <5 anni: 0,4 %
Mortalità materna: 3**
Analfabetismo 1,6 %
Medici per ogni 1000 abitanti: 4,24
Posti letto per ogni 1000 ab.: 3,7
Calorie ab/giorno: 3660
Accesso acqua potabile: 100*
Bambini sottopeso: nessun dato
Auto per 1000 abitanti: 601
*per l’accesso all’acqua potabile, mancando il dato italiano, è stato preso come riferimento il dato relativo alla Francia
** numero di donne morte ogni 100.000 nati vivi
Fonte: “Istituto Geografco De Agostini” 2012
We love you → di Gentiana Minga
Sabato 17 marzo mentre al Pentagono si preparavano a
un’esercitazione per valutare le catastrofche
conseguenze di un confitto fra Israele e Iran, su
Internet è scoppiata la pace.
Ed è scoppiata appunto grazie a internet, a partire da
Facebook. Una coppia di israeliani, Ronny Edry e la
moglie Michal Tamir, ha creato una pagina dal titolo
“Israel loves Iran” e postato un’immagine: Ronny con il
braccio la fglia. Sotto quest’immagine una scritta:
Iranian, we will never bomb your country. We love
you”, Non ci è voluto molto perchè il messaggio
lanciato da Ronny e Michal si difondesse, diventasse quasi una parola d’ordine del popolo della rete.
centinaia e centinaia di messaggi, fotografe, video, tutti accomunati dallo stesso messaggio: we love
you. Ronny Edry di professione fa l’insegnante e il graphic designer, ha 41 anni e vive a Tel Aviv, "Ciao,
sono Ronny. Ho 41 anni. Sono un padre, un progettista grafco, un insegnante, un cittadino di Israele. E ho
bisogno del vostro aiuto. Ultimamente, nei telegiornali, sentiamo preannunciare una guerra. Enorme. I
governi parlano di distruzione, autodifesa, come se questa guerra non avesse a che fare con noi. Tre giorni
fa, ho pubblicato un poster su Facebook. Il messaggio era semplice: "Iraniani, non bombarderemo mai il
vostro paese, vi amiamo". Accanto al poster ha aggiunto: "Al popolo iraniano, a ogni padre, madre, fglio,
fratello e sorella. Perché ci sia un guerra tra di noi, è necessario che prima abbiamo paura l'uno dell'altro.
Dobbiamo odiare. Io non ho paura di voi, non vi odio. Non vi conosco nemmeno. Nessun Iraniano mi ha mai
fatto del male. Non ho nemmeno mai conosciuto un Iraniano … giusto uno a Parigi, in un museo. Un tipo
simpatico. Qualche volta qui vedo un Iraniano in TV. Parla di una guerra. Sono certo che non rappresenta
tutto il popolo iraniano. Se sentite qualcuno in TV parlare di un bombardamento su di voi … state certi che
non sta rappresentando tutti noi. Non sono un rappresentante ufciale del mio Paese. Ma conosco le strade
della mia città, parlo ai miei vicini, i miei famigliari, i miei amici e a nome di tutte queste persone … vi
vogliamo bene. Non abbiamo alcuna intenzione di farvi del male. Al contrario, ci piacerebbe incontrarvi,
prendere un cafè assieme e parlare di sport. A tutti coloro che provano lo stesso, condividete questo
messaggio e aiutatelo a raggiungere il popolo iraniano."
Ronny Edry
E’ bastato questo semplice messaggio per mobilitare centinaia e centinaia di persone. Oggi il gruppo
facebook di Edry ha ricevuto più di 37.ooo “mi piace”. Un successo clamoroso, realizzato grazie al
passaparola e ampliatosi in questi ultimi giorni grazie all’eco risuonata sui media di tutto il mondo,
compresi quelli iraniani.Il messaggio è stato condiviso e ha raggiunto il suo scopo: la pagina israel-loveiran ha più di 40.000 amici; e sul blog di Edry, i messaggi le foto, i video postati sul blog di Edry, arrivano
ininterrotti. Ed hanno raggiunto anche gli iraniani,che aggirando la censura di internet, sono riusciti a
rispondere agli israeliani. Un architetto di nome Majid ha creato un gruppo Facebook parallelo a quello
di Edry, “Iran loves Israel” E sul sito Radiofarda compare l’immagine di un manifesto con un messaggio:
– Israeliani, noi non vogliamo la bomba nucleare. Noi vogliamo pace e democrazia. Noi siamo vostri
amici.
Link:
Pagina Facebook di "Israel loves Iran"
Il blog di Edry
La pagina Facebook di "Iran loves Israel"
Il sito di Radiofarda
Giochi → Asia → Go
Il go è un gioco da tavolo strategico per due giocatori. È
noto come wéiqí in cinese (tradizionale: 圍 棋 ;
semplifcato: 围棋), igo (囲碁) o go (碁) in giapponese,
e baduk in coreano (hangŭl: 바둑). Il go ebbe origine in
Cina, dove è giocato da almeno 2500 anni; è molto
popolare in Asia orientale, ma si è difuso nel resto del
mondo negli anni recenti. È un gioco molto complesso
strategicamente malgrado le sue regole semplici; un
proverbio del go dice che nessuna partita è mai stata
giocata due volte, il che è anche verosimile considerato
che ci sono circa 4,63 · 10170 diverse posizioni possibili
su un goban 19×19. Il go è giocato da due giocatori che
collocano alternativamente pedine (dette pietre) nere e bianche sulle intersezioni vuote di una
"scacchiera" (detta goban) dotata di una griglia 19 × 19. Lo scopo del gioco è il controllo di una zona del
goban maggiore di quella controllata dall'avversario; a questo scopo i giocatori cercano di disporre le
proprie pietre in modo che non possano essere catturate, ritagliandosi allo stesso tempo dei territori
che l'avversario non possa invadere senza essere catturato. È infatti possibile catturare una pietra o un
gruppo di pietre avversarie circondandole completamente con pietre proprie, in modo che non abbiano
intersezioni libere adiacenti. Disporre le pietre vicine tra loro permette di raforzarle a vicenda ed
evitarne la cattura; d'altro canto, disporle distanti tra loro permette di creare infuenza su tutto il goban.
Parte della difcoltà strategica del gioco consiste nel trovare un equilibrio tra queste necessità opposte.
I giocatori cercano di soddisfare contemporaneamente le esigenze ofensive e difensive e scelgono tra
le priorità tattiche e i loro piani strategici. Il gioco termina quando i giocatori passano
consecutivamente, indicando che nessuno dei due può incrementare il proprio territorio o diminuire
quello dell'avversario. A parte la dimensione del goban e delle posizioni di partenza, le regole sono state
mantenute nei secoli, cosicché può essere considerato il gioco più antico ancora giocato.
Link:
Sito della Federazione Italiano Giuoco Go
Sito della Federazione europea
Strumenti musicali → Balcani → Gusla
La gusla o gusle (albanese: Lahuta, bulgaro: Гусла, croato: Gusle, serbo: Гусле,
Gusle) è uno strumento popolare a corda singola usato nei Balcani e nell'area
delle Alpi Dinariche, derivato dalla lira bizantina.
La gusla ha una sola corda (in Serbia, Montenegro, Bosnia, Erzegovina e in
Croazia nella Zagora) o due (in Bosanska Krajina e in Lika), fatte di trenta crini di
cavallo, consiste in una cassa di risonanza in legno, solitamente d'acero,
ricoperta di pelle animale e con un manico intagliato fnemente.
La si suona strofnando la corda con l'apposito archetto formato anch'esso da
crini di cavallo.
La gusla è per lo più suonata per accompagnare canti popolari.
Link:
Un'esibizione di gusla in un programma televisivo
Citazioni → William Faulkner
"Vivere nel mondo di oggi ed essere contro l'uguaglianza per motivi di
razza o colore è come vivere in Alaska ed essere contro la neve."
Religioni → Un po' di statistiche
Vi sono due opinioni comuni da sfatare: che la fede sia patrimonio della quasi totalità del genere umano,
e che la religione cattolica sia la religione nettamente predominante. Non è così.
Un essere umano su cinque non crede in nessuna religione: se a questi aggiungiamo i non praticanti e i
praticanti non consenzienti di religioni imposte, si arriva quasi a un 50 per cento di persone che regolano
la propria esistenza prescindendo da dogmi e dottrine. Quanto alle singole credenze, la frammentazione
è incredibile ed è fglia, come è facile constatare, più di particolari eredità storico-politiche che di una
libera e ponderata scelta dell’individuo: valga per tutti l’esempio dell’America Latina, “fortino” della
religione cattolica, prodotto della colonizzazione ispano-portoghese e della conversione forzata dei
nativi.
Non esistono statistiche convergenti: la fede, contrariamente a quanto afermano i vari leader religiosi,
ha una dimensione individuale e come tale non sempre facilmente identifcabile. Inoltre le varie
confessioni tendono a “barare” sulle cifre reali dei propri fedeli.
In questa sede diamo i dati percentuali tratti da una fonte cristiana (2001 World Christian Trends),
sicuramente non sospettabile di simpatie verso atei e agnostici.
Cristiani(*)
Musulmani(**)
Atei e non religiosi
Induisti
Seguaci delle religioni
cinesi
Buddhisti
Seguaci delle religioni
etniche
Seguaci delle nuove
religioni
Sikh
Ebrei
Seguaci dello spiritismo
Altri
TOTALE
1.999.563.838
1.188.242.789
918.248.462
549.583.323
33,0%
19,6%
15,2%
9,1%
384.806.732
6,4%
359.981.757
5,9%
228.366.515
3,8%
102.356.297
1,7%
23.258.412
14.434.039
12.333.735
273.873.101
6.055.049.000
0,4%
0,2
0,2%
4,5%
100,0%
(*)di cui:
Cattolici
Protestanti
Ortodossi
Anglicani
Altri
1.057.328.093
342.001.605
215.128.717
79.649.642
305.455.781
17,5%
5,6%
3,6%
1,3%
5,0%
(**)di cui:
Sunniti
Sciiti
Altri
1.002.542.801
170.100.000
15.599.988
16,3%
2,8%
0,2%
Fonte: uaar.it
Cucina → Polonia → Zupa Grzybowa
Ed ecco a voi una ricetta polacca per chi, come molti, ama i
funghi: Pochi e facili ingredienti, facile la ricetta. Armatevi di
buona volontà, provatela a fateci sapere.
Ingredienti per 4 persone
2 l di brodo vegetale,
6 grossi funghi essiccati,
1 tazza di funghi freschi tritati,
aneto o prezzemolo.
Preparazione
Lasciate i funghi essiccati in ammollo per una notte. Fateli sobbollire con quelli freschi in brodo vegetale
per un'ora. Passata l'ora di cottura, estraeteli dal brodo e tagliateli a fette, quindi riuniteli alla
casseruola. Aromatizzate la zuppa con del prezzemolo o dell’aneto.
Gastronomia → L'Albania
Nei fumi dell'entroterra si trovano il pesce persico, la trota, la trota
fario e molti altri pesci. Per esempio, nel lago Ohrid vivono una razza
unica non migratrice di salmone (Salmo salar) e l'anguilla migratrice
(Anguilla anguilla), che giunge nel lago risalendo il fume Crni Drim.
L'Albania può vantare inoltre alcune eccellenti riserve per la caccia
alla selvaggina da penna come fagiani, quaglie, gallo cedrone e altri
uccelli; e anche per la caccia grossa, per esempio al cinghiale.
A quanto risulta, gli antichi “illiri” (gli antenati degli albanesi)
iniziarono a produrre formaggio fn da epoca remota; oggi i formaggi
albanesi più difusi sono il djathé i bardhë, un formaggio bianco
salato simile alla feta greca, e il djathé kaçkavall, giallo e a pasta dura,
che ricorda il caciocavallo italiano, un formaggio fatto con una cagliata di latte intero, le cui origini
risalgono agli antichi Romani. Il latte serve anche per fare lo yogurt, detto kos, largamente usato puro in
zuppe
fredde, in varie salse e in piatti cotti al forno.
La cucina albanese è simile alla cucina greca e a quella turca.I piatti nazionali sono il riso pilaf e il
tasqebap, ricetta a base di bocconcini di vitello. Si usa molto la carne, in particolare quella di agnello,
maiale e vitello. Normalmente, nella cucina casalinga, i primi e i secondi piatti sono sostituiti da un piatto
unico. La pasta o “makaronash”, servita come “antipaste” (dall'italiano antipasto), a pranzo o a cena, è
molto popolare, per l'infuenza della vicina Italia.
Nella tradzione gastronomica albanese non può mancare il ritule delle meze, di derivazione araba,
equivalente ad uno spuntino consumato con una bevanda. Può essere alquanto modesto, costituito
solo da bocconi di cibi saporiti come dadini di formaggio, olive, noci salate e fettine di carne fredda,
oppure più elaborato, fatto di svariati piatti freddi e caldi. Il meze ha lo scopo di stimolare la sete e allo
stesso tempo di evitare di ubriacarsi bevendo a digiuno. Alcuni dei dolci tradizionali dell’area sono:
bakllava (v. Baklava), kadaif, hallva ecc.
L'Albania produce alcuni buoni vini da tavola. La bevanda nazionale è però il “raki”, una grappa di
prugne o di uva.
Enologia → i vini del Marocco
Il Marocco aveva meno vigne dell’Algeria avendo puntato sempre sulla qualità più
che sulla quantità, ciò nonostante il vigneto attuale è di circa la metà di quello del
1970. Le sue denominazioni (AOG) sono decise dal Sodevi, organizzazione centrale
della produzione vinicola. La regione più importante è quella di Fes e Meknès, a oltre
450m di altezza nel medio Atlante e produce i rossi più caratteristici, morbidi e ben
fatti, esportati con i nomi di Tarik, pesante, e Chantebled, più leggero. Dal 1993 il
Domaine de Sahari, vicino a Meknès, di 1200ha, ha aggiunto alla sua schiera di Rouge
de Guerrouane (miscela di Cinsault, Carignan, Grenache, Alicante Bouschet e Syrah)
il Cabernet, il Merlot e anche un Gris fatto con Cinsaut. Nei dintorni di Rabat si
producono rossi morbidi commercializzati con i nomi dei rispettivi distretti: Rharb,
Chellah, Zemmour e Zaer. A sud di Casablanca la specialità è il vin gris, bianco da uve rosse che si serve
ghiacciato.
Soluzioni a “Chi dice cosa? Quali afermazioni appartengono a quale religione?”
1.- Ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato. (Cristianesimo – Lettera ai Galati 6:7-8)
2.- Coloro che avranno fatto del bene in questo mondo riceveranno il bene. (Islam – Corano 39:10)
3.- Chi semina il bene raccoglierà una sicura ricompensa. (Ebraismo – Proverbi 11:18)
4.- Il corpo è il campo dell'azione: quello che pianti raccoglierai. (Sikh, Guru Granth Sahib; Gauri Var, 308)