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TRIMESTRALE DELLA SEZIONE DI LECCO
Anno 61° - N. 4 Ottobre/Novembre/Dicembre 2014
Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro
“Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L 27/02/2004 n° 46)
art. 1. comma 2 DCB” - CMP Milano Roserio
Direttore Responsabile: Paolo Ferrario
Redattore Capo: Nino Venditti
Redattori: Luigi Bossi, Augusto Cogliati,
Emiliano Invernizzi, Ivan Piazza,
Luca Ramon Valsecchi, Enzo Vavisa
Redazione presso A.N.A. Lecco:
Via Pescatori, 23 - Telefono 0341.364.108
Autoriz.: Trib. di Lecco n. 31 del 3-9-53
Grafica: PrePrint - Lecco
Stampa: La Grafica - Molteno (LC)
Personaggi
pagina 4
Corrado e Giulio Venini
padre e figlio alpini
medaglie d'oro al V.M.
Giovani
pagina 8
Alessandro racconta
il suo anno di naja
nel 7° Alpini
APPUNTI SULLA
GRANDE GUERRA
pagina 3
CENTRO STUDI
pagina 10
VITA DEI GRUPPI
pagina 11
ANAGRAFE ALPINA
pagina 14
Carissimi Alpini e Amici degli Alpini,
mi rivolgo a voi con grande amiciè ancora lungo e difficile.
sempre: “Andiamo avanti”, ”Vai
zia, stima e gratitudine, e tantissiIl periodo storico che stiamo viavanti cosi”. Questo per me e per
ma emozione, perché queste mie
vendo non è per niente facile,
tutto il Consiglio della Sezione è
parole e pensieri raggiungano voi e
ma voi mi insegnate cose meramotivo di grande sostegno e di
le vostre famiglie in occasione delvigliose solo con lo sguardo, con
grande forza.
le imminenti feste di Natale.
il sorriso ed in particolare mi dite
Mi rivolgo a voi
come si fa in famiglia, perché ritengo
essere in una granesatta
quel giorno, la memoria
de famiglia, per
Ho veduto il Cristo! Da
re i segni
mi guidò d’istinto a scopri
condividere questo
dell’irrevocabile incontro
e profonda
to la maschera essenziale
sot
o
ist
Cr
l
periodo di riposo e
de
ci
sti
eri
att
car
denudato dal dolore.
riflessione dopo l’indi ogni uomo percosso e
sto con gli alpini, 1946
tensissimo tratto di
Don Carlo Gnocchi, Cri
sentiero che insieme
abbiamo percorso.
Un anno pieno di attività che vi ha visti
impegnati su tanti
fronti, dove abbiamo
messo in campo tanta dedizione e tanta
concretezza.
Sono orgoglioso di
aver camminato insieme a tutti voi, che
sempre mi accogliete
con grande entusiasmo, direi a volte in
maniera
esagerata,
quando ho l’occasione
di partecipare alle vostre attività.
Essere in mezzo a voi
per uno scambio di
idee e di opinioni, dove
vi è l’unità d’intenti e
Alpini
l’obiettivo è il bene coAssociazione Nazionale
co
Lec
mune, consapevole che
Sezione di
il sentiero da percorrere
ezionale
S
lio
sig
on
C
il
e
te
en
sid
re
P
l
I
augurano
o
buon Natale e felice Anno nuov
Allora, carissimi Alpini, che questo periodo Natalizio sia per noi
tutti un momento in cui dobbiamo lasciarci guidare dalle voci
che vengono dal cuore, dai valori che rappresentano il Presepe e
l’alberello illuminati di luci che
trasmettono serenità, pace, umiltà e tanta speranza per andare
avanti uniti tutti insieme.
A voi, carissimi Alpini, alle vostre
famiglie, a tutti quelli che in maniera spassionata ci sono vicini
per camminare su questo sentiero e portano insieme a noi questo
zaino pesante, un augurio personale e a nome di tutti i nostri Consiglieri, per questo Natale, che sia
bello e semplice per ripartire tutti
insieme con il nuovo Anno 2015.
E allora vi dico GRAZIE perché
tutto ciò che mi avete trasmesso,
confezionato con il nastro tricolore, è il regalo più bello che un
presidente possa ricevere dai suoi
Alpini.
Un cappello alpino pieno di tante
cose belle ed importanti e con abbraccio ci diciamo:
Buon Natale e Buon Anno
Il vostro Presidente
Marco Magni
notizie alpine
Penna Nera delle Grigne
Raduno del 2° raggruppamento a Monza
Impressioni di un capogruppo
Il presidente e alcuni consiglieri con il vessillo all'ammassamento
È stata una domenica davvero
speciale quella che ci ha visti protagonisti della pacifica invasione
di Monza, in occasione del raduno del 2° Raggruppamento il 19
ottobre: la Sezione di Lecco ha
fatto la sua parte e la presenza di
50 gagliardetti ne è la conferma.
Vorrei raccontarvi l’importante
raduno interregionale con gli occhi di un Alpino capogruppo.
Come di consueto, partenza di
buon’ora e arrivo in una Monza ancora tranquilla, anche se
Monza - Raduno presso il Monumento ai Caduti
vi incrociamo già tante penne
nere. Non appena ci mettiamo
in cammino per raggiungere
l’ammassamento, incontriamo il
Presidente Marco Magni ed altri
Consiglieri di Sezione, oltre a numerosi alpini di altri gruppi con i
quali è un piacere raggiungere la
Villa Reale, finalmente riportata
agli antichi splendori d’un tempo
(voluta dall’Imperatrice Maria Teresa d’Austria perché si potessero
vedere le montagne grazie «alla
solubilità dell’aria ed all’amenità
del paese»).
Dopo una sobria colazione alpina (impossibile rinunciarvi), raggiungiamo il nostro settore e lo
scenario che ci attende è davvero
quello delle grandi occasioni. Anche il meteo sembra dalla nostra
parte ed è un piacere salutarsi tra
Alpini e contarsela un po’ su…
Ad un certo punto mi sento chiamare da un Alpino della Sezione
Monza - La fanfara della Brigata Alpina Taurinense
Monza - Sabato 18 ottobre 2014
Sgambata attraverso la Brianza
Un paio di giorni di festa, frutto
di un grande lavoro, durato ben
un anno, che gli alpini monzesi
non vedevano l’ora di mettere in
pratica. Si è trattato infatti di uno
tra i raduni più numerosi d’Italia
che comprende complessivamente nelle due regioni, Lombardia ed
Monza – Foto dei nostri alpini partecipanti al raduno
pagina 2
Emilia Romagna: 20 sezioni, per
un totale di più di 100 mila soci.
Proprio in occasione di questo
raduno tenutosi a Monza nello scorso mese di ottobre, dove,
come sempre, sono albergati i
valori della morale, della lealtà
e della gioia di vivere, alcuni alpini dei Gruppi di Olgiate Calco,
Monte San Genesio e Osnago,
hanno preso la via di Monza a
piedi (con ritorno in serata in treno per poi ripartire il giorno dopo
sempre in treno ). A Villasanta c’è
stata la tappa per il pranzo e qui
si sono aggiunti altri quattro alpini del Gruppo di Sirtori.
Massimiliano Casiraghi
(Gruppo Alpini Osnago)
di Como e, non appena metto a
fuoco, riconosco un viso familiare.
Ed è così che, dopo pochi minuti, ci ritroviamo in 5 commilitoni
del 2°/86, in quel di Vipiteno Gam
“Sondrio” e potete immaginare
le emozioni forti suscitate dai ricordi e dagli immancabili aneddoti… Vi confesso che è la prima
volta che mi capita un incontro
tanto inatteso quanto gradito: è
proprio vero che la grande famiglia alpina riserva sempre piacevoli sorprese!
I discorsi poi delle varie autorità presenti (Mario Penati, presidente sezione Monza, il sindaco
Roberto Scanagatti, il prefetto
Giovanna Vilasi) ci hanno fatto riflettere sull’importanza di quanto
stavamo vivendo, vuoi per l’85°
di fondazione della sezione Ana
di Monza, vuoi per la città stessa, che mai era stata teatro di un
evento così importante. E che
dire del discorso del presidente
nazionale Sebastiano Favero: idee
chiare ed espresse con semplicità
e determinazione, alla maniera
alpina! E speriamo possano cogliere nel segno, soprattutto per
riportare in auge la “naja”, intesa
come propedeutica alla protezione civile, ma che possa plasmare
alla maniera alpina i nostri giovani, troppo spesso abbandonati a
se stessi.
Lo sfilamento poi ci ha riempito di
emozioni forti, data la generosa e
festante partecipazione della tantissima gente accorsa. Gli Alpini
sono sempre applauditi, dovunque vadano, ma non è solo per
il folclore che, giustamente, non
manca mai: è soprattutto perché
ci mettiamo sempre la faccia in
prima persona, e oggigiorno di
gente mascherata c’è n’è davvero
troppa in giro a fare danni…
Noi Alpini del gruppo Monte San
Genesio abbiamo chiuso il settore di Lecco esponendo il nostro
striscione: “ALPINI: DARE, NON
CHIEDERE”. Siamo convinti di
aver fatto riflettere molte persone
che ci hanno applaudito e condiviso il concetto, oltretutto siamo
stati anche onorati dall’applauso
del presidente nazionale!
La conclusione vuole essere un
accorato invito a continuare su
questa strada: andiamo nelle città e facciamoci sentire perché la
gente ha bisogno più che mai degli Alpini!
Carlo Brambilla
Anno 61 - numero 4
notizie alpine
Trimestrale della Sezione di Lecco
Appunti sulla Grande Guerra
a cura di Ivan Piazza
Comincia la battaglia delle trincee
La resistenza del piccolo Belgio rallenta l’avanzata tedesca
E i soldati dell’Impero si impantanano in una guerra di posizione
Conclusa in modo positivo per la
Germania, con la conquista della
cintura di forti che difendevano
la capitale belga, la prima fase del
Piano von Schlieffen, con la prevista violazione della neutralità
belga, per le truppe d’invasione
tedesche al comando del Generalissimo von Moltke, si presentava
la necessità di effettuare la seconda parte del piano preparato fin
dal 1905 dall’allora Capo di Stato
Maggiore.
La rapida conversione delle truppe tedesche e l’altrettanto rapida
calata su Parigi, era affidata alla
Prima Armata comandata dal Generale Alexander von Kluck, sul
fianco all’estrema destra, dalla Seconda Armata del Generale Karl
von Bulow e dalla Terza Armata
del Generale Max von Hausen:
l’insieme di queste tre Armate costituiva una forza d’urto di formidabile potenza.
Ma una serie di decisioni prese
dai vari Comandanti d’Armata,
segnatamente von Kluck e von
Bulow, senza preventivamente consultare il Comandante in
Capo, il progressivo peggioramento delle comunicazioni che
da inadeguate erano diventate
disastrose, gettarono le basi per
quegli accadimenti che portarono
in breve a trasformare quella che
nelle intenzioni sarebbe dovuta
essere una Guerra di movimento
in quello che realmente fu.
Nel frattempo, la BEF (British ExOttobre-Novembre-Dicembre 2014
peditionary force) al comando
del Maggiore Generale sir Jonh
French, sbarcata sul continente
il 12 di agosto, si era concentrata
nella zona di Maubeuge, ma il suo
schieramento sul campo era stato
in qualche modo ritardato tanto
che le truppe Britanniche si presentarono al confine con il Belgio solo il 21 giungendo a Mons e
scontrandosi in quel luogo con la
Prima Armata di von Kluck il successivo 23.
Per una nazione con le pretese
imperiali della Gran Bretagna, la
BEF, posta al comando del Generale Sir John French, aveva dimensioni abbastanza ridotte: appena
quattro Divisioni e l’equivalente
di una Divisione di cavalleria; in
totale circa 100mila uomini.
Battuti dai tedeschi, gli inglesi si
ritirano verso Le Cateau dove, su
posizioni abbastanza precarie, si
scontrano nuovamente con la Prima Armata di von Kluck.
Ancora battuti, marciando giorno
e notte, i superstiti raggiungono la
Marna dove si attestano a difesa.
A questo punto iniziano per le
armate germaniche i primi grossi
problemi: le truppe hanno percorso ormai oltre 350 chilometri
marciando e combattendo e sono
esauste, le linee di rifornimenti
si sono oltremodo allungate, altri due Corpi d’Armata sono stati
distaccati ad est per fronteggiare
la mobilitazione russa, mentre i
francesi, al contrario, hanno linee
oltremodo brevi e possono contare su un esercito numericamente
molto superiore.
Grazie alla resistenza del piccolo
esercito belga, i francesi hanno il
tempo di rischierare sulle nuove
posizioni i resti dei reparti decimati al fronte che ora sanno di dover difendere la capitale.
E qui, sulla Marna, si arresta l’avanzata tedesca, crollano le illusioni di una guerra rapida, di
movimento, del «per Natale tutti
a casa».
In soli otto giorni, dal 5 al 13 di
settembre, i due schieramenti
perderanno oltre 550mila uomini
mentre la Battaglia della Marna
segnerà il capolinea per il Capo di
Stato Maggiore Helmut von Moltke che, considerato responsabile
della sconfitta, in preda ad una
grave forma di esaurimento nervoso, viene rimosso dall’incarico
e sostituito dal Generale Erich von
Falkenhayn.
Il Fronte Occidentale da questo
momento si stabilizza su una linea che va dal Mare del Nord al
confine con la Svizzera.
Ci saranno ancora tentativi di superarsi in quell’ultima porzione di
1914, e uno degli scontri più importanti sarà la prima battaglia di
Ypres dove, dal 17 di ottobre al 22
di novembre il Corpo
di Spedizione Britannico si scontra con la
Sesta Armata tedesca
guidata dal Principe
Rupprecht di Baviera.
La fine dello scontro vedrà i tedeschi
acquisire un grosso
vantaggio strategico,
avendo occupato alcune delle più ricche
regioni
industriali
della Francia e del
Belgio, ma l’obiettivo
principale di occupare Ypres fallisce.
Nasce, proprio nel
corso della prima
battaglia di Ypres,
l’uso moderno della
trincea, quando ci si
rende conto che i pochi posti dove
ripararsi sono i crateri prodotti
dall’esplosione dei proietti di artiglieria; da qui al collegare tra di
loro questi crateri con camminamenti protetti e scavare ricoveri il
passo è breve.
In breve i contendenti si organizzeranno a difesa e un reticolo di
trincee contrapposte, disposte
su vari ordini, spesso distanti tra
loro poche decine di metri, coprirà per centinaia di chilometri
il fronte. Proprio nel settore di
Ypres, si registrerà un fatto che,
privo di reale valore dal punto
di vista militare, acquisterà col
passare del tempo un significato
umano che probabilmente va ben
al di la delle intenzioni degli stessi protagonisti: la tregua di Natale
tra soldati degli opposti schieramenti.
Alla fine del 1914, era evidente
che il piano von Schlieffen si era
rivelato non attuabile, che nel
cercare una rapida vittoria per poi
negoziare una pace da posizioni
di forza, i tedeschi avevano fallito.
Con tutte le parti in grado di contare su milioni di uomini, era impossibile assicurarsi una facile
vittoria.
Prima che la guerra terminasse,
troppi uomini sarebbero morti.
pagina 3
notizie alpine
Penna Nera delle Grigne
Ricordiamo Corrado Venini
eroe della Grande Guerra
...Ogni libertà deve avere un limite nella libertà altrui...
Così scriveva la medaglia d’oro al
Valor Militare a.m. capitano Corrado Venini nel 1916 in una nobilissima lettera lasciata alla moglie per il
figlio Giulio Corrado, da poco nato
il 6 novembre 1915, che rimane il
suo testamento. Fu ferito mortalmente infatti in battaglia dallo
scoppio di una granata nemica il
18 maggio 1916
a Cima Maggio,
in val Posina.
Egli era intento
a rianimare e riordinare i reparti dei suoi alpini
del btg. Monte
Suello
scossi
dalle
perdite
subite in seguito all’offensiva
scatenata dagli austriaci nel
Trentino e continuò «per ben sette
ore a dirigere l’azione e ad incitare
i suoi uomini alla più strenua resistenza, offrendo fulgida prova di
altissime virtù militari». Poi, due
giorni dopo essere stato trasportato nel 35° ospedaletto da campo,
vi spirò per le ferite riportate con
il pensiero rivolto alla Patria: «Se
io cado per la Patria, dovrai nella
mia morte trovare una ragione di
più per amare questa nostra Italia... » e alla famiglia.
Il nobile messaggio al figlio ebbe
senz’altro grande influenza nella
formazione del giovane Giulio il
quale, nella seconda guerra mondiale, emulò poi le gesta eroiche
del padre e fu insignito come lui
della medaglia
d’oro al Valor
Militare a.m.
meritata nella
campagna di
Grecia. Tragico
e nel medesimo
tempo sublime
comune destino.
«Ama la libertà,
ma non eccedere: ogni libertà
deve avere un
limite nella libertà altrui: diffida
di chi in nome di essa spregia la
disciplina sociale, quella dello spirito e anche del corpo».
Corrado Venini era nato a Como
nel 1880: studi classici e scuola militare di Modena dalla quale uscì
sottotenente assegnato al 3° reggimento alpini dove intanto si stava
sperimentando l’utilizzo degli sci
in ambito militare. Promosso tenente fu assegnato alla compagnia
sciatori, da poco costituita, nella
quale divenne pure istruttore dei
primi corsi per alpini sciatori. Qui
lo scopriamo anche poeta nelle
parole dell’Inno degli alpini sciatori, noto e più volte cantato, poi,
non solo nel corso della guerra, e
dell’Inno del 3° alpini il cui spartito
troviamo pubblicato sul quindicinale di scelta musica
per pianoforte “Il pianista dilettante” edito
a Torino.
Il testo di quest’ultimo è permeato di
amor di Patria e nobili
sentimenti che possiamo verificare, per
esempio, nella parte
finale: «Noi gettiam di
sfida un grido: / non si
passa, oppur si muore! / Vivan gli Alpini,
siamo del terzo. / Morendo: Italia! ciascun
dirà!».
Quando il suo reparto
interviene in Calabria
nel 1905, in soccorso della popolazione
colpita dal grave ter-
remoto, ottiene un attestato di benemerenza pubblica.
A fine 1912, capitano, viene trasferito al 5° alpini, battaglione Vestone ed opera in Libia al comando di
una compagnia meritando numerosi encomi solenni.
Rimpatriato, dal maggio 1915
partecipa alle operazioni di guerra contro l’Austria in val di Ledro,
comandando poi la 91a compagnia appena utilizzata, con altre,
a costituire il nuovo battaglione di
milizia mobile Monte Suello che è
inviato a combattere sugli Altipiani
vicentini in quella che fu definita
dagli italiani come Strafexpedition,
traduzione in tedesco di “spedizione punitiva”. Il Penna Nera delle Grigne ha già
Varenna - Tomba della famiglia Venini
Componimenti attribuiti a Venini
pagina 4
Anno 61 - numero 4
notizie alpine
Trimestrale della Sezione di Lecco
celebrato in tempi non lontani
la figura dell’eroe, anzi di padre
e figlio eroi, per la firma Niven, il
nostro Nino Venditti, mentre scriveva del nostro gruppo alpini di
Varenna: «Un gruppo dedicato ad
un eroe».
Oggi tuttavia rammentiamo ancora la medaglia d’oro alla memoria capitano Corrado Venini,
nell’occasione del centenario della Grande Guerra, perché figlio
dei “nostri” laghi (Como, Porlezza
come origine della famiglia, e infine Varenna) e con quel pizzico
d’orgoglio per il suo desiderio di
trovare riposo terreno nel cimitero di Varenna. «Difficilmente, se
io cado, potrò dormire accanto ai
miei cari a Varenna - scriveva ancora al figlio -. Ma là verrà inciso il
mio nome». E invece le cronache
del tempo ci riportano la notizia
che nel 1926 a Varenna si svolsero
le onoranze alla salma del capi-
Lapide sulla tomba di famiglia
tano Corrado Venini, classe 1880,
del 5° alpini, battaglione di milizia
mobile Monte Suello, tre encomi
solenni e medaglia d’argento al
V.M., poi medaglia d’oro al V. M.
alla memoria. «La sezione alpini
di Lecco è rappresentata da numerosi soci, con gagliardetti e corona
verde trasportata al seguito della
bara da due alpini in servizio».
Varenna - Cippo nel viale delle rimembranze
Ora riposa nella tomba di famiglia, “appesa” tra lago e monte nel
cimitero di Varenna. Le varie lapidi ricordano, tra gli altri, il padre
generale di brigata e la madre, la
moglie ed il figlio Giulio Corrado,
quello della lettera dal fronte. Tenente nel 3° reggimento granatieri
di Sardegna e, lui pure, medaglia
d’oro al V.M. alla memoria nella
seconda guerra mondiale (Costone est di Lekduchaj, 1 gennaio
1941), fu ferito e cadde in analoga
situazione a quella del padre.
Corrado Venini: un predestinato?
Comunque un grande esempio di
uomo e di alpino!
Alla sua figura il nostro ricordo,
oggi, e nel futuro.
Luigi Bossi
Giro delle baite zona Lecco I monumenti ai Caduti della
«Acqua al nostro rifugio Cazzaniga-Merlini»
e signorilità dal capogruppo Silvano Panzeri e dai suoi valenti
collaboratori, hanno gustato, in
allegra compagnia, un ottimo ed
abbondante "rancio alpino", non
tralasciando di raccogliere, come
al solito, un discreta somma di
denaro da devolvere alla nostra
Sezione, per contribuire all’importante spesa sostenuta per portare
l’acqua potabile al
nostro Rifugio.
Agli ideatori e collaboratori di questa sempre più
bella iniziativa:
mille grazie ed un
lungo applauso.
Rancio Laorca - I partecipanti al rancio della solidarietà
Enzo Vavisa
Sabato, 25 ottobre 2014, la bella
sede del gruppo ANA Rancio-Laorca Monte Medale ha ospitato la
12ª tappa del «Giro delle Baite di
Lecco e circondario».
I partecipanti alla manifestazione, accolti con calorosa amicizia
Grande Guerra
Venerdì 14 novembre è stato
presentato a Lecco, in sala don
Ticozzi, il volume “I monumenti
ai Caduti della Grande Guerra”
Il censimento per la provincia di
Lecco, a cura di Lucia Ronchetti,
direttrice dell’Archivio di Stato
di Como. L’opera, come ha affermato il prefetto di Lecco, Antonia
Bellomo, che ne ha curato la presentazione, è frutto di una collaborazione sinergica tra l’Archivio di Stato e le Amministrazioni
Comunali del territorio, nata nel
2010, come ha poi riferito la curatrice, con le prime richieste
d’informazione ai Comuni. Il
prefetto di allora, Marco Valentini, aveva promosso la ricerca
nell’ambito delle celebrazioni dei
150 anni dell’Unità d’Italia. La
pubblicazione avviene in occa-
sione del centenario della Grande
Guerra che costituisce la naturale
prosecuzione di quella iniziativa:
ricuperare la memoria collettiva.
La realizzazione è grazie al contributo della Provincia, del Comune
di Lecco e della Fondazione della provincia di Lecco. 267 pagine
descrivono 194 manufatti alla cui
ricerca hanno partecipato anche
insegnanti e studenti del Liceo
Manzoni di Lecco.
Luigi Bossi
Un dono per la chiesetta
del Morbegno alle Betulle
209 Medaglie d’oro al V.M.
sul Labaro Nazionale
Accompagnata da una lettera autografa indirizzata al nostro presidente, il capogruppo Luigi Aldeghi, a nome del gruppo alpini di Cassina
Valsassina, ha donato alla sezione una bella tovaglia da posare sull’altare della chiesetta del Morbegno al Pian delle Betulle. Un «piccolo
capolavoro fatto a mano dalla moglie di un nostro alpino» la definisce
e la dedica a tutti i morbegnini come è raffigurato sul tessuto. Grazie davvero al capogruppo, al gruppo ed alla gentile signora che ne
ha curato la confezione. Con l’assicurazione che il telo farà parte del
“corredo” della nostra “tenda dell’anima”.
Luigi Bossi
L’alpino paracadutista caporal maggiore capo Andrea Adorno ha ricevuto il 4 novembre dal Presidente della Repubblica la medaglia d’oro al V.M. per eroico comportamento in Afghanistan nel corso di una
operazione mirata a disarticolare l’insurrezione afghana. Ferito ad una
gamba, manteneva stoicamente la posizione garantendo la sicurezza
necessaria per la riorganizzazione della sua unità. È il primo graduato
dell’esercito italiano, vivente ed in servizio, a ricevere tale ricompensa.
Il presidente ANA Favero, nella recente riunione dei presidenti a Milano,
ha comunicato che sul nostro Labaro nazionale, simbolo dell’Associazione, sono ora appuntate 209 medaglie d’oro al Valor Miliare.
Luigi Bossi
Ottobre-Novembre-Dicembre 2014
pagina 5
notizie alpine
Penna Nera delle Grigne
Protezione Civile, non solo emergenza
Intenso programma di formazione dei nostri volontari
16 Novembre 2014. Alla spicciolata arrivano gli alpini a Sala al Barro. Quando ci arrivo io diversi volontari e alpini sono già al lavoro
per predisporre tutto il necessario
per la riuscita della festa.
Dopo gli onori al vessillo ed alla
bandiera ci spostiamo nel salone
predisposto per le relazioni.
«Il volontario è l’espressione più
vera di una società civile che ha
voglia e capacità di essere padrona del proprio futuro». Dopo il
ricordo dei volontari andati avanti ed i saluti alle autorità civili e
militari, il coordinatore Piero cita
la frase di Franco Gabrielli, Capo
Dipartimento della Protezione
Consegna del Premio a Ugo De Giovanbattista
Civile.
Ha, poi, continuato: «Il volontario
è il custode del territorio e forza
civile di tutela della comunità:
migliorare la vita di tutti, cominciando dalla propria. La Protezione Civile è previsione, prevenzione, soccorso e superamento
dell’emergenza, ma per fare questo occorre soprattutto formazione, addestramento e sicurezza
personale».
Per meglio prepararci, dopo incontri di zona con i volontari, nei
prossimi mesi sarà aggiornato
e codificato l’organigramma da
parte del consiglio sezionale.
La relazione del coordinatore è
proseguita, poi, con l’elenco degli
interventi a supporto delle manifestazioni alpine, della comunità
o di altre associazioni. Ho contato
17 interventi per i gruppi pronto intervento e logistico, 5 per la
squadra anti incendio, 12 per i cinofili, 10 per le trasmissioni mentre il gruppo scuola/cultura ha fat-
Il Personaggio
È Ugo l’alpino dell’anno
Premiato per la decennale attività
nella Banda e nella Protezione civile
Il premio è stato assegnato
all’alpino Ugo De Gianbattista
del gruppo di Perledo.
Appena terminata la cerimonia
di premiazione e prima dell’inizio della Messa ho chiesto ad
Emiliano dove potevo trovare
Ugo per sentire le sue impressioni a caldo sul premio ricevuto.
«Ecco, quello è il suo strumento», mi dice Emiliano indicandomi un trombone rovesciato
sotto il pennone dell’alza bandiera. Poi abbiamo visto Ugo tra un
gruppetto di alpini che lo complimentavano.
Avvicinatomi, ho chiesto ad Ugo
come si sentiva in quel momento: «Sono emozionato ed un poco
disorientato. Non ho fatto nulla di
speciale; ho solo fatto quello che
fanno gli alpini», è stata la sua risposta.
Ho sentito che sei tra i fondatori della banda
della Sezione
di Lecco, chiedo ancora.
«Si, mi piace la
musica e mi diverto a suonare
il mio trombone e visto che
avevo la possibilità di far parte di una banda
alpina ho incominciato questa attività nel
1974».
Felice Bono (a sinistra) e Ugo De Giambattista (a destra)
pagina 6
Ma sei anche un volontario di
Protezione Civile?
«Si, sono un volontario della
squadra trasmissioni da quando
è stato fondato il nucleo di Protezione Civile. Le esperienze più
importanti sono stati gli interventi umanitari nella ex Juguslavia, prima a Zagabria e poi a Sarajevo. All’epoca avevo una ditta
di auto trasporti ed ho messo a
disposizione alcuni automezzi».
Il tuo capo gruppo mi ha detto
che partecipi anche alle attività
del gruppo…
«Mi sembra ovvio partecipare
alle attività ed alle manifestazioni
del gruppo come tutti gli alpini».
Non è che fai anche qualcosa
d’altro?
«Ora sono in pensione ed ho più
tempo libero. Al martedì vengo a Sala al Barro per aiutare a
mantenere in ordine mezzi e attrezzature», è la sua risposta.
La Messa sta per iniziare ed Ugo
si muove per partecipare alla cerimonia.
Resto un attimo a meditare sulle
poche parole che l’alpino Ugo
mi ha detto. Complimenti al
Presidente ed al consiglio per la
scelta di premiarlo.
Tarcisio Colombo
to 28 esercitazioni di evacuazione
e 10 visite alla linea Cadorna. Il
logistico si ritrova, inoltre, ogni
martedì, per gestire automezzi,
attrezzature e materiali.
Chiude il proprio intervento il coordinatore richiamando, prima,
gli aspetti legislativi regolati da
leggi nazionali, anche questi rivolti alla tutela del volontario, poi, rivolgendo i ringraziamenti ad ogni
singolo volontario per l’impegno
profuso durante l’anno.
Successivamente è intervenuto
Flavio Polano, presidente della
provincia di Lecco, che ha posto
l’accento sulle oggettive difficoltà
dovute alle variazioni climatiche,
alla varietà ed alla fragilità del nostro territorio. Questa situazione
ci porta spesso a gestire le emergenze; noi dobbiamo essere capaci di trasformare gli interventi
non più sulle emergenze ma sulla
prevenzione. Ecco la necessità di
aprire ai giovani e di crearci un futuro migliore
Il nostro presidente Marco Magni, dopo aver rivolto i ringraziamenti alle autorità civili e militari ed ai nostri volontari, ci ha
invitati a condividere, anche nel
nostro giorno di festa, idee e disponibilità per poter sempre meglio soddisfare le richieste della
popolazione.
Infine l’attestato per i volontari
che hanno raggiunto 80 anni di
età e la consegna del premio alla
memoria del nostro presidente
Raffaele Ripamonti all’alpino
Ugo De Gianbattista del gruppo
di Perledo.
Chiude la mattinata la celebrazione della Messa, officiata da don
Paolo, missionario del Pime che
durante l’omelia ci ha ricordato i
valori alpini: tradizione e memoria, solidarietà, amicizia, disponibilità ad aiutare il prossimo. E subito mi tornano alla mente le due
figure più importanti di questa
nostra manifestazione: Alessandro Merlini, fondatore del nucleo
P.C. e Raffaele Ripamonti, entrambi autorevoli figure di alpini,
presidenti della Sezione di Lecco.
Ora, chiusa la parte istituzionale
della manifestazione, che continui la festa, più che meritata, dei
nostri magnifici volontari, almeno una volta all’anno, favoriti anche da Giove pluvio che benigno
ci ha evitato la doccia.
Tarcisio Colombo
Anno 61 - numero 4
notizie alpine
Trimestrale della Sezione di Lecco
Volontario, sei un…rubalavoro?
Ho sentito da alcuni anche questa: la Protezione Civile è il corpo nel quale affluiscono tutti
i fanatici scartati dalla Polizia,
Esercito e Carabinieri, costituito al fine di risparmiare sui costi dei Vigili del Fuoco, addetti
ecologici, edili e altri lavori più
o meno sporchi. E poi ancora: è
un disperato tentativo di salvare
la finanza pubblica, in cambio
della possibilità di poter indossare una divisa con qualche
lustrino fosforescente. Si usa
gente che si abbassa a compiere
gratuitamente i più umili e degradanti dei lavori, ma anche in
mansioni tecniche per le quali
lo Stato, perennemente in crisi,
non vuole e non può, spendere
danaro in stipendi (spesso inutili), compensi, ecc...Va bene, nessuno è cieco. Forse si avrebbero
più posti di lavoro con solo soccorritori professionisti, c’è però
il non piccolo problema, chi li
pagherebbe tutti? Conosciamo
che il nostro territorio e non
solo, è purtroppo, in certe sta-
gioni dell’anno, ricco di calamità
dove in molti casi occorrono un
surplus di uomini e mezzi. Poi in
verità mi sembra che il fenomeno
volontari non tolga lavoro a nessuno. Non credo che ci sia la fila
di persone che, pur pagati, vogliano far parte di associazioni ove,
quando occorre, non esistono feste, Pasqua, Natale e Capodanno.
Mi domando poi il perché si offende. Ognuno è libero di scegliere la sua strada, non per le divise
luccicanti e robe del genere, è la
solita secolare storia: non si può
più pensare di fare del bene senza essere criticati. Non importa. Il
volontariato è una scelta che parte dal cuore, una scelta giusta perché consente di far qualche cosa
per il prossimo, anche se toglie
piccoli spazi ai propri interessi
quotidiani. Crede, e chi scrive con
loro, che essere volontario significa essere una persona che aiuta altri senza secondi fini, spesso
senza un grazie (come suddetto).
È una cosa alla portata di tutti e
specialmente nel mondo di oggi,
dove, non si fa niente per niente. I
valori che il volontario, con il proprio esempio, intende trasmettere ai giovani i valori del «fare»
senza essere costretto: gratuità,
senso di vicinanza, solidarietà e
fratellanza.
Tutto questo non è pura retorica
è solo verità. Le associazioni nella costellazione del volontariato
sono tantissime, ognuna con i
propri intenti, con i propri orientamenti sociali mirati, ognuna
con le proprie forze. Qualcuna tra
le più eclatanti sono d’esempio: la Croce Rossa
Italiana, Bianca e Verde,
Avis, Aido, Medici Senza
Frontiere, Soccorso Alpino, quelle ospedaliere,
gli ecologici, i volontari
di enti religiosi per la protezione dell’infanzia, per
l’aiuto agli handicappati,
alle preziose guardie ecologiche, ai missionari in
terre lontane e rischiose,
ai più miseri e altre organizzazioni impegnate nel
sociale. L’elenco è lunghissimo,
si può riempire un dizionario
ove, però, sotto alla vocale «A»
puoi trovare l’acronimo Ana con
la sua storia, con la sua Protezione Civile. Un percorso iniziato nel 1976 dalle macerie del
Friuli devastato dal terremoto e
speriamo terminato a L’Aquila.
Fiore all’occhiello, lo scrivo con
una certa presunzione, il nostro nucleo di Protezione Civile
«Sandro Merlini» costantemente presente al richiamo di aiuto
che provenga da qualsiasi parte
del territorio ed oltre.
Niven
Riunione dei capigruppo della Sezione di Lecco
Presso la Sala Conferenze dell’Unità di Protezione Civile, a Pescate, venerdì 7 novembre si è svolta
la riunione dei Capigruppo.
In apertura si procede al saluto
alla Bandiera.
Sono presenti 52 gruppi su 70
1 - Aggiornamento lavori
al rifugio Cazzaniga-Merlini
Il presidente dichiara che i lavori
al rifugio sono finiti e che i risultati sono stati più che soddisfacenti. Ringrazia per la partecipazione
tutti gli alpini che hanno collaborato. Un particolare ringraziamento ai tecnici che hanno curato la realizzazione dell’opera, Ing.
Negri, Arch. Spreafico e Ing. Dario
Comini.
Prende la parola l’Ing. Negri per
illustrare e commentare le foto
relative all’esecuzione dei lavori
e per complimentarsi con Cesare
Goretti per l’esecuzione materiale dei lavori con passione e competenza.
L’arch. Spreafico illustra l’aspetto
economico che ha avuto un costo
totale di € 89.932,00
Il contributo regionale è di circa €
46.000,00 pari al 50% della spesa.
Ottobre-Novembre-Dicembre 2014
2 - Attività sezionali
in programma
Il presidente comunica che il prossimo cantiere da aprire sarà al Pian
delle Betulle per non far scadere
il progetto. I lavori riguarderanno
il tetto e possibilmente l’impianto
elettrico, per avere un illuminazione
più adeguata e diffusa e quello di riscaldamento. Occorrerà intervenire
anche sul muro di sostegno esterno
in parte inclinato e pericolante.
Elenco prossime manifestazioni:.
13.12.14 - Concerto di Natale, 40° di
fondazione delle Banda e consegna
delle borse di studio Ugo Merlini.
Verrà consegnato un riconoscimento alla Dr.sa Elena Giorgioni
che ha redatto una tesi sulla storia
del nostro giornale Penna Nera.
23.01.15 - Messa di Nikolajewka a
Merate
In febbraio Cerimonia di Nikolajewka a Madesimo. Sarà preceduta da un incontro organizzativo
a Mandello con i presidenti delle
sezioni di Como, Colico e Sondrio.
Lori illustra le attività sportive:
Ai piani di Bobbio tutto è andato
molto bene.
15.02.15 - 80° Campionato sci di
fondo ad Asiago
08.03.15 - 38° Campionato di sci
alpino a Schilpario
22.03.15 - Slalom a Chiomonte in
val di Susa
21.06.15 - Corsa a staffetta a Bedonia
19.07.15 - 44° corsa in montagna a
Soligo-Conegliano
Ramon aggiorna sulla preparazione del sito che serve per avere
più possibilità di approccio sul
territorio per tutte le info riguardanti la sezione.
Invernizzi informa che tutte le
notizie su Penna Nera verranno
riportate sul sito. Chiede di comunicare qualsiasi attività in atto
presso i gruppi.
La banda festeggia il 40° di fondazione.
Caglio di Osnago chiede info sulla
consegna del nostro Penna Nera
che non arriva a tutti i suoi iscritti. La stessa cosa si verifica anche
presso altri gruppi. Si faranno
controlli.
Il ritiro bollini sarà possibile dopo
il 19 novembre.
3 - Attività Protezione civile
Il presidente informa che entro
l’assemblea di marzo presenterà
un nuovo organigramma. Farà un
giro nelle zone per individuare le
figure di capisquadra e vice capisquadra.
Dell’Era informa che quanto fatto
sulla Linea Cadorna l’anno scorso è andato tutto bene così anche
per il collaudo. Ringrazia Ivan
Piazza per la sua attività presso le
scolaresche. Adesso il problema
sarà di ben gestire la manutenzione.
4 - Adunata dell’Aquila 2015
Tavola: fino ad ora 76 iscritti per
partecipare con l’organizzazione
sezionale.
Da informazione sui contributi
per i lavori relativi al rifugio e alle
Betulle, pervenuti ad oggi.
Mariano Spreafico comunica che
non c’è una partecipazione attiva
all’Adunata dell’Aquila da parte
delle autorità amministrative e
l’organizzazione è molto in ritardo.
5 - Comunicazioni varie
Presidente: ulteriori prossimi interventi di manutenzione alle coperture dei manufatti a Pescate e
a Sala al Barro.
pagina 7
notizie alpine
Penna Nera delle Grigne
La Voce dei Giovani
La naja volontaria oggi…
Alessandro Regazzoni racconta il suo anno nel 7° alpini
Alessandro e i compagni di naja
«Ho svolto il Rav (Reggimento addestramento volontario) a Verona.
Successivamente ho prestato servizio nel 7° Reggimento alpini nel
battaglione Feltre a Belluno con
l’incarico di Alpino fuciliere. Il tutto da marzo 2009 a marzo 2010».
Fino a pochi anni fa non si diceva
forse “Car”?
Chiediamolo ad Alessandro Regazzoni del Gruppo di Belledo.
L’idea di questa “intervista” è nata
durante una manifestazione alpina in vetta al monte Resegone
seduti intorno ad un tavolo, ricordando momenti di vita alpina
passata, e per l’appunto Alessandro, che in quel momento sedeva
accanto a me, non si trovava con le
esperienze da lui vissute, se non in
minima parte.
«Gavetta, cubo, sveglia alle sei.
Campo estivo, mi sembra di aver
fatto qualcosa», mi diceva …
Vediamo cosa ci racconta, e ognuno di noi si metta a confronto con
le proprie esperienze.
Perché hai voluto diventare
alpino e provare questa esperienza militare?
Non avevo un motivo ben preciso,
forse per continuare la tradizione
familiare “alpina”, in quanto mio
nonno era stato alpino così come
alcuni miei zii e cugini.
Dove hai fatto domanda per
diventare alpino?
Presso il distretto di Como.
Poi mi hanno mandato a Verona
per due mesi al Rav (prima si chiamava Car).
In camerata eravamo in 15 tutti volontari e provenienti da tutta Italia.
pagina 8
C’erano altri 3 campi di addestramento, e precisamente a Napoli,
Ascoli e Chieti.
La sveglia era alle sei, colazione e
alzabandiera alle otto.
Attività fisica e poi addestramento
vario, pressappoco come il vostro,
sentendovi parlare.
Dimenticavo; c’erano le donne,
che alloggiavano in compagnie separate.
Dopo il “Rav” dove ti hanno
trasferito ?
Dopo mi hanno traferito a Belluno
al 7° reggimento con incarico di Alpino fuciliere.
Com’era la giornata tipo in caserma?
La sveglia non era roboante con
musiche o trombettate, ci si poteva alzare anche dieci minuti prima
dell’alza bandiera; l’importante
era essere in ordine per quel momento.
La colazione si poteva fare in camera, allo spaccio o in mensa. (di
solito in mensa non c’era nessuno).
In camerata eravamo in sei e ognuno aveva il comodino, sedia e armadietto.
Attenzione che il “cubo” andava
sempre fatto.
Dopo l’alza bandiera venivano dati
i compiti.
Alla sera invece il contrappello era
alle undici e si doveva essere in
stanza, ma si poteva essere anche
a letto.
Di solito passava il sergente o il caporale di giornata.
Nonnismo
Ne ho sentito parlare, ma non ne
ho visto nemmeno l’ombra .
Tre amici
Forse perché eravamo tutti volontari e consapevoli delle nostre scelte e non c’era tempo per stupidaggini. Ok qualche scherzo...
Cosa mi dici invece della gavetta...
La gavetta l’abbiamo vista i primi
giorni, poi l’abbiamo dimenticata
nell’armadietto. Il pranzo, quando eravamo fuori per esercitazione, ci veniva portato dai mezzi
dedicati e servito in piatti di plastica.
La razione K?
Una volta sola.
Turni di guardia?
Sì, quelli venivano fatti, con l’aiuto delle telecamere.
Si facevano quando la compagnia
usciva per addestramento, allora
si simulava un’azione in campo
nemico e la caserma diventava
un obiettivo sensibile e chi stava
in caserma faceva la guardia.
Solo in questa occasione sono salito sulla garitta.
Campi estivi e invernali?
Campi estivi e invernali come li
intendete voi mai fatti, sulle Dolomiti non siamo mai andati se
non quelle del Bellunese. Si facevano dei campi in autunno di
addestramento con orienteering
sul territorio.
Un giorno alla settimana si facevano marce intorno al bellunese.
Ricordo che l’unica volta che
sono andato nel cuore delle Dolomiti e precisamente sulla Marmolada, è stato per andare a trovare un mio commilitone che era
stato traferito per un mese a far
da guardiano al museo che c’è
in cima appunto alla Marmolada
all’arrivo della funivia. (Il Museo
è annesso alla stazione di arrivo a
Serauta (quota 2.950 m) che parte
da Malga Ciapèla (1.500 m). É il
più alto d’Europa e si trova proprio sui luoghi dove si è combattuta la Grande Guerra tra Italiani
e Austro-Ungarici ndr.).
In tenda hai dormito?
Sì, certo.
Non posso dire di certo di aver
“sentito l’acqua giù per le spalle...” questo lo ammetto; però lo
spirito alpino in qualche modo
l’ho percepito e ne ho fatto tesoro.
Quali altre attività hai svolto?
Ho partecipato all’operazione
“Strade sicure”, in affiancamento all’arma dei Carabinieri nello
svolgere i pattugliamenti su punti
e presidi sensibili.
Quali esperienze di vita ti sei
portato a “casa” da questo anno
di vita alpina?
È stata sicuramente un’esperienza positiva che mi ha arricchito a
livello umano .
Ho imparato ad “obbedire”, a rispettare compagni e superiori.
Mi ha stimolato a cercare soluzioni personali in situazioni critiche.
L’esperienza è stata più appagante anche perché, da quello che
avevo sentito prima della partenza sul “nonnismo” ho riportato
solo esperienze positive.
Come la vivi oggi questa tua
esperienza, all’interno del tuo
gruppo alpino?
Sono appena entrato grazie alla
spinta del capogruppo Roberto
Riva.
Per il momento non partecipo attivamente alla vita del gruppo.
Non ci sono tanti giovani e sinceramente non trovo quello spunto
per partecipare più attivamente.
Se non si frequenta la sede o la
baita, si rimane fuori dal giro.
Vorrei chiudere con una riflessione: lascio ad ognuno di noi il
compito di riflettere su quanto
raccontato da Alessandro e trarne
le dovute conclusioni.
Mi rivolgo in particolare a tutti
i capigruppo: cerchiamo di non
vivere solo di ricordi ma di essere
con il nostro esempio, portatori
di valori che oggi per comodità o
per moda ci dimentichiamo.
La nostra storia non è fatta solo di
gloria, ma anche di tutte le bruttezze della guerra.
Luca Ramon Valsecchi
Anno 61 - numero 4
notizie alpine
Trimestrale della Sezione di Lecco
Anche gli alpini lecchesi all’Adamello 2014
Il cinquantunesimo Pellegrinaggio annuale in Adamello è stato dedicato a Giovanni Paolo II
nell’anno in cui è diventato Santo.
Così il ricordo dei caduti della
Grande Guerra nel centenario
dallo scoppio è stato celebrato accostandolo al Grande Papa
ricordando l’anniversario dei
30 anni dalla sua prima visita a
sorpresa (con il Presidente della
Repubblica Sandro Pertini). Nel
1988 vi ritornò poi ufficialmente
celebrando una Messa alla Lobbia Alta, che diverrà poi il luogo
sacro, simbolo della pace nelle
terre dove vi furono i conflitti più
cruenti.
E proprio lì all’Altare del Papa si
sarebbe dovuta svolgere la cerimonia solenne del sabato. Purtroppo come molte volte quest’estate il meteo non l’ha permesso.
Il gruppo più numeroso di rappresentanti della sezione di Lecco
formato da 7 alpini ha fatto parte
della colonna 6 del versante trentino. Dopo la salita al rifugio Carè
Alto del venerdì, effettuata col bel
tempo, il morale (nonostante le
previsioni meteo) era alto. Il sabato mattina alle 2.30 si parte con un
cielo sereno che illude la maggior
parte dei pellegrini. Dopo un’ora
circa di cammino in direzione Passo del Cavento una pioggerellina
fine calma il buonumore. Via via il
tempo peggiora, qualche lampo,
qualche tuono e inizia a piovere
copiosamente. È ancora ampiamente buio e la pioggia sulle rocce
e sul sentiero rende ancora più difficile la salita. Ci alziamo di quota
arrivando sul ghiacciaio a circa
3000 mt, la pioggia si trasforma
in neve che si attacca sulle nostre
mantelle e sui nostri zaini.
Le guide fanno un summit e d’intesa con le altre colonne e gli organizzatori dichiarano dietro-front.
Troppo pericoloso salire ancora
soprattutto in vista del percorso
che ci resta da affrontare sia per
difficoltà tecniche che lunghezza.
Si rientra con una lunga discesa
sotto una pioggia autunnale che
non smette fino a fondovalle.
La messa all’altare del Papa è stata annullata. È stata celebrata una
Messa nel rifugio Caduti all’Adamello per i fortunati che erano
giunti in quota il venerdì con il bel
tempo (c’era l’amico del gruppo di
Galbiate che ci ha raccontato di un
venerdì spettacolare sia dal punto
di vista meteo che storico con la visita delle trincee in quota).
La domenica si è tenuta la cerimonia conclusiva a Tione di Trento con la Messa celebrata dal car-
Adamello - Immagini dei nostri gruppi con i consiglieri nazionali e sezionali Mariano e Cesare
Una attraversata tra storia e presente
Sabato 6 settembre, di buon mattino, tre figli di alpini partono a
piedi da Ca’ San Marco diretti al
Cimone di Margno. Li aspetta
un’attraversata di 28,4 Km., 1641
metri di dislivello positivo e 2019
La bellezza delle vallate
Ottobre-Novembre-Dicembre 2014
negativo, ma la giornata è buona,
l’affiatamento li sostiene e l’aria
frizzante del mattino ristora la
fatica dei primi passi. L’itinerario
è affascinante e suggestivo dal
punto di vista naturalistico. In
sequenza vengono attraversati: il
Passo di Verrobbio - dove si possono vedere i resti delle trincee e
altre opere di fortificazione (Linea Cadorna) della prima guerra
mondiale, fatti di camminamenti,
I tre giovani escursionisti con lo storico «Papi»
dinale Re che ha portato i saluti di
Papa Francesco e ha sottolineato
l’amore di Papa Wojtyla per quei
luoghi e ha ribadito la Santità di
quest’ultimo.
In conclusione i veci e i più presenti commentavano che nelle
precedenti 50 edizioni mai la cerimonia in quota era stata completamente annullata! Cosa vorrà
significare? Anche questa edizione
è storia.
Sicuramente è stata l’edizione dei
pellegrini. Centinaia di persone
sono partite nei vari giorni della
settimana e dai vari punti dell’Adamello con una meta comune.
Non è stato possibile raggiungerla. La memoria ai caduti è stata
resa lo stesso, forse anche in maniera più forte, sentita e naturale.
Nel ritornare a valle, rammaricato per non poter raggiungere la
meta, pensavo che cento anni fa
migliaia di uomini non poterono
scegliere di tornare indietro! E
quanti non ritornarono più del
tutto! allora forse va bene così,
silenzio e nessun rimpianto!
L’Adamello quest’anno non ha
sentito i tanti e forse troppi elicotteri, ma ha visto tantissimi cappelli
alpini, gagliardetti e vessilli muoversi in silenzio quasi portando
rispetto a quei luoghi.
Per la cronaca la sezione di Lecco
era rappresentata dal consigliere
Cesare Goretti e dagli alpini con i
gagliardetti dei gruppi di Ballabio,
Cortabbio, Esino Lario, Galbiate,
Pasturo, Primaluna, Olgiate Calco.
Emilio Galbani
gallerie e finestre di osservazione
- il Lago di Pescegallo, il Rifugio
Salmurano, la Val Tronella, il Lago
di Trona, l’idilliaco Lago Zancone, la Bocchetta di Trona sotto la
protezione del Pizzo Tre Signori
- e un improvviso acquazzone -,
il Rifugio Santa Rita. Percorrendo tratti selvaggi e stupendi della
Gran Via delle Orobie, partiti alle
8 i tre raggiungono il Cimone di
Margno poco dopo le 18, unendosi poi agli alpini per la tradizionale fiaccolata verso i Piani delle
Betulle. Al tramonto il saluto di
un arcobaleno che dal fondo della Val Brembana solcava il Pizzo
e si gettava nell’Alpe Varrone, ha
benedetto questo viaggio fatto di
bellezza, di fatica, di memoria e di
amicizia.
Franco Ciresa (Papi)
pagina 9
notizie alpine
Penna Nera delle Grigne
Dal Convegno del Centro Studi a Costalovara
Invito a Sezioni e Gruppi ad interpretare il centenario della Grande Guerra
Il rifugio alpino di Costalovara
Nella bella cornice del Soggiorno
Alpino il 25 e 26 ottobre si sono
ritrovati i referenti del Centro Studi Ana e Sacrari per confrontarsi
sulle tematiche che l’Associazione sta portando avanti: la celebrazione del centenario della Grande
Guerra innanzitutto, con i temi
“ricordo dei Caduti” e “trasmissione della memoria ai giovani”.
Quanto al primo la sede nazionale
si è fatta promotrice dell’accordo
quadro con OnorCaduti, che permetterà agli alpini di partecipare
alla manutenzione e al presidio
dei Sacrari, dai grandi nazionali
sino ai piccoli e locali, secondo le
convenzioni che via via saranno
approntate.
Per il secondo è disponibile,
come ha esposto Gianluca Marchesi, il progetto “il Milite...non
più ignoto” che sta coinvolgendo
scuole e studenti in una ricerca
su nomi di Caduti, documenti, lapidi, vie, piazze per un concorso
il cui bando è allo studio, anche
con appoggio dello Sme, e per il
quale si pensa ad un evento finale
a livello nazionale.
Il presidente del Centro studi, il
nostro consigliere nazionale Mariano Spreafico, ha presentato
il logo ufficiale “Gli alpini per il
Centenario” da utilizzare accanto al logo Ana in iniziative organizzate direttamente da Sezioni
e Gruppi. Per eventi in collaborazione con altri occorrerà autorizzazione del Centro Studi descrivendo brevemente l’iniziativa a
cui si intende abbinarlo. Tutte le
manifestazioni dovranno essere
comunicate per tempo al Centro
Studi per documentazione e memoria. Inoltre è stata aperta sul
sito dell’Ana una pagina dove saranno segnalate iniziative, articoli, bibliografie e altro:
www.ana.it/pagine/
gli-alpini-per-il-centenario.dot
Mauro Depetroni ha poi proiettato e commentato un vademecum
illustrativo delle linee guida per allestire una mostra ed ha concluso
che occorre anche, e non è secondario, definire per tempo la possibile esportabilità della stessa.
Proprio su quest’ultimo tema
si è soffermato Andrea Bianchi,
presentando il progetto di una
piccola mostra sulla storia de-
Pian Sciresa
I 40 anni del «Cippo degli alpini»
Per i 40 anni esatti dall’inaugurazione del Cippo degli Alpini
posto nella Pineta di Pian Sciresa, gli Alpini di Malgrate si sono
radunati al Cippo lunedì 22 settembre per ricordare l’evento.
Al ritrovo erano presenti: il parroco di Malgrate don Andrea
Lotterio, il vicesindaco alpino del
Comune di Malgrate Innocente
Vassena, i rappresentanti degli
«Amici della Croce di Pian Scire-
Pian Sciresa - L’altare del Cippo
pagina 10
sa», il presidente della Sev di Valmadrera e tutti i capigruppo degli
Alpini di Malgrate che nei 40 anni
di vita del Cippo si sono succeduti
nella conduzione dell’associazione, in ordine decrescente alpini:
Emilio Giovari, Giuseppe Longhi,
Adolfo Fumelli e Umberto Anghileri. Unici assenti il capogruppo
dell’inaugurazione Luciano Verlino salito prematuramente nel
Paradiso di Cantore ed il primo ca-
pogruppo Andrea Chiarcos, momentaneamente impossibilitato
a camminare. Don Andrea con
una preghiera ha ricordato tutti
gli Alpini e volontari che hanno
lavorato per la costruzione e la
manutenzione del Cippo ed in
particolare il “vecio” Luigi Biffi
ideatore ed al tempo vera anima
dell’iniziativa. La breve cerimonia si è conclusa con la recita della «Preghiera dell’Alpino» e con il
rancio in compagnia.
Per il gruppo Clorindo Riva
Pian Sciresa - Un buon rancio in compagnia
Il logo “Alpini per il centenario” da utilizzare
accanto al logo ANA”
gli alpini nella Grande Guerra
su pannelli roll up, che per il
poco spazio impegnato sarà disponibile all’itinere -nel livello
base eventualmente da integrare
in loco- presso gruppi e sezioni
con il solo impegno del trasporto dalle zone di deposito. Questa
mostra, che per la sua configurazione non avrà necessità di locazioni attrezzate, sarà un’interessante opportunità da prenotare
sollecitamente presso il Centro
Studi nazionale.
Prima dell’apertura ufficiale del
dibattito il direttivo si è intrattenuto sui campi scuola e Marchesi ha presentato un filmato
con situazioni e momenti ripresi durante le ultime esperienze.
Quest’anno, oltre ai 13 campi
di "Anch’io sono la Protezione
civile" organizzati in accordo e
secondo il format del Dipartimento nazionale della Protezione civile, l'Associazione ha dato
vita al primo campo scuola Ana,
allestito a Griante.
Sulla base di risultati confortanti e dell’esperienza acquisita si
è allora convenuto di prevedere
un unico tipo di campi, con un
regolamento preciso, che l’Ana
porterà avanti affiancando e aiutando il Ministero, ma con gestione in prima persona. Avverrà nel
rispetto del protocollo imposto
ma rimodulandolo leggermente,
ampliando e inserendo in maniera equilibrata aspetti che riguardano da vicino gli alpini e che ci
interessa comunicare ai ragazzi:
memoria, ricordo, coralità, ecc.
Nel successivo dibattito anche il
nostro Ivan Piazza ha portato un
contributo sottolineando le responsabilità e quindi professionalità, capacità e attenzione che
debbono avere le persone alle
quali vengono affidati i giovani.
Tanta carne al fuoco e tante proposte che ci si augura diventino
pretesto per tavoli di lavoro di
Gruppi, Zone, Sezione.
Luigi Bossi
Anno 61 - numero 4
vita dei gruppi
Trimestrale della Sezione di Lecco
Vita dei Gruppi
a cura dei gruppi della sezione di Lecco
Barzio
Festeggiati i 30 anni del Bivacco
Domenica 20 luglio il gruppo si
ritrova come ogni anno al Gesolo in Valle di Corda e quest’anno
in particolare per festeggiare il
30° di costruzione del «Bivacco
Penne Nere Gruppo Barzio».
La festa inizia al mattino ore 9 con
la camminata alpina, gara a tempo non competitiva aperta a tutti
(piazzale funivia - bivacco) - Ore
11 arrivo dell’ultimo di 30 concorrenti.
Ore 11,30 ritrovo all’entrata Bivacco dove sulla parete è stata
murata una marmina a ricordo
del 30° di fondazione con ringraziamento a tutti quanti alpini e
simpatizzanti hanno contribuito
alla costruzione.
Presente tutto il consiglio in carica, il sindaco Andrea Ferrari,
Ass.ne Naz. Carabinieri Barzio
e reduci, il nostro alfiere Mario
Scandella col nostro gagliardetto accompagnato anche dai gagliardetti provenienti da Cassina
Valsassina, Pasturo e Introbio.
Benedizione della marmina da
parte del parroco di Barzio Don
Lucio Galbiati e a seguire Messa
al Gesolo.
Ore 13 pranzo per tutti. Ore 14
premiazione di tutti i concorrenti
della camminata alpina da parte
del sottoscritto Giuseppe Arrigoni Marocco. Si ringrazia per i
premi la ditta Invernizzi formaggi
di Maggio di Cremeno, la Rinascenza e Sorgente sport di Barzio
e Sport Specialist di Barzanò. Un
grazie a tutti quelli che hanno
partecipato alla manifestazione e
arrivederci all’anno prossimo.
il capogruppo
Giuseppe Arrigoni Marocco
Belledo
Il Tirano a Ponte di Legno
Il Battaglione Tirano è stato sciolto il 21 Marzo 1991 ed il 31 Agosto 2014 si è svolto il IV raduno di
coloro che hanno militato in questo glorioso battaglione a Malles
Venosta nel 1953, composto da
cinque compagnie, 46-48-49-09
mortai e la comando, alla quale
partecipai dopo aver svolto il corso alla scuola militare di Aosta,
nel lontano 1957.
Eravamo presenti in circa 1.200
alpini tra "Veci" e bocia, attraverso le vie di Ponte, tra l’entusiasmo
di numerosi amici, familiari e
Ottobre-Novembre-Dicembre 2014
Barzio - La targa commemorativa
gente del posto che sempre accompagnano le sfilate.
Tra i gagliardetti c’era anche
quello del Gruppo di Belledo.
La cerimonia si è svolta in maniera usuale; sfilata con bande,
autorità civili e militari,onore ai
caduti, Messa al campo celebrata
dal Vescovo, ex Alpino del Tirano,
venuto dal Brasile per onorare la
manifestazione.
L'organizzazione è stata perfetta,
la parteciapzione dei residenti
molto sentita, numerosi i battimani e la Messa molto partecipata, terminata con la preghiera
dell’alpino ed il canto “Signore
delle cime”. Un plauso a tutti...
Arrivederci alla prossima - Tirano
...mai tardi.
Alpino Gianbattista Villa
«Monte Resegone» Belledo
Garbagnate Monastero
e Brongio
I nonni, i bambini e gli alpini
con la Protezione civile Ana
Numerosi sono stati i partecipanti
alla giornata organizzata dal Gruppo Alpini di Garbagnate Monastero e Brongio nella mattinata di
domenica 5 ottobre, che ha visto
Belledo - Ponte di legno, raduno del Tirano
nonni, genitori, bambini ed alpini
camminare per le vie del paese.
La manifestazione ha visto quale premessa alcune altre iniziative. Si è iniziato il venerdì con
una giornata dedicata alle scuole
dell’infanzia e Primaria: prove di
evacuazione con la Protezione
Civile locale, coordinata dall’alpino Ivan Piazza, la proiezione
di un filmato «Ma chi sono questi
alpini?» e una mostra preparata
dagli alunni e dedicata ai nonni e
all’ambiente.
La sera del sabato si è svolta la premiazione dei lavori presenti alla
mostra ritenuti più meritevoli; a
seguire un filmato, presentati da
Cristian Mornico, sulla Protezione
civile Ana della Sezione di Lecco
illustrante alcuni interventi nelle
zone terremotate e alluvionate, e
per finire la proiezione di diapositive, ben commentate dall’amico
Ivan Piazza, sulla storia ed il recupero della Linea Cadorna.
La giornata di domenica è iniziata con un corteo che partendo
dalle scuole ha raggiunto il locale
monumento agli alpini; dopo l’alzabandiera sulle note dell’Inno
d’Italia, la madrina del Gruppo
Alpini, signora Rosanna Valsec-
Garbagnate Monastero e Brongio - La testa della sfilata
chi, ha depositato un omaggio
floreale. Il silenzio, suonato magistralmente con la tromba, ha
concluso il breve ma intenso
momento. Presenti il consigliere
nazionale Mariano Spreafico ed il
consiglieri sezionale Mauro Farina oltre al sindaco e altre autorità
locali.
Da qui è poi iniziata la camminata non competitiva con piazzole
e luoghi da visitare e conoscere
iniziando con la vecchia Filanda,
ormai ristrutturata ed adibita ad
abitazioni. Sul posto un pannello
illustrante le attività che ivi erano
svolte, un tavolo con rami e foglie
di gelso con sopra un centinaio
di bozzoli gentilmente donatoci
dal Museo della Seta di Como. Il
signor Romeo, giovane ottantenne, ha illustrato alcuni aspetti
dell’allevamento del baco che
fino a tempi non tanto lontani costituiva una reale fonte di lavoro
per gli abitanti del paese. Alcuni
componenti del Gruppo Firlinfeu
di Pusiano hanno poi eseguito dei
canti sulla filanda.
Passati oltre ci si è soffermati
presso il palazzo dei nobili Fumagalli, signorotti del luogo nei
secoli passati. Micanzi, attuale
Garbagnate Monastero e Brongio - Penne nere in posa
pagina 11
vita dei gruppi
Penna Nera delle Grigne
Garbagnate Monastero e Brongio - Alpini e scolari
proprietario, ha gentilmente concesso di visitarne i giardini e parte
dei locali.
La camminata è proseguita poi
per via Italia dove in una piazzola
era presente una grande cornice in cui si stagliava la chiesetta
di San Martino. Un pannello illustrava con immagini l’interno
della stessa e Umberto Colombo
ha recitato alcune filastrocche da
lui composte sulla valle e la chiesetta.
Poi dopo un piccolo ristoro, preparato dai gestori della locale
pizzeria, si è passati a visitare la
casa Butti, risalente al 1500 e descrittaci dall’attuale proprietario
Boselli che ci ha permesso di visitare anche i bellissimi e ben curati
giardini. Alcuni balli del Gruppo
Firlinfeu di Pusiano, con i loro
antichi costumi brianzoli, hanno
reso l’atmosfera della vita contadina del passato.
Indi si è entrati a visitare la chiesetta dei Santi Nazaro e Celso,
risalente al XI secolo dove la signora Elisabetta Rigamonti ne ha
illustrato la storia e le sue bellezze.
Infine raggiunto i pressi del campo di calcio. Don Giacomo ha celebrato la Messa al campo.
Al termine dopo i saluti delle autorità presenti, il sindaco Sergio
Ravasi, il presidente sezionale
Marco Magni e il Consigliere nazionale Mariano Spreafico, si è
passati alla tavola con menu alpini (cassola, brasato, zola, polenta,
ecc..).
Nel pomeriggio il Gruppo Protezione civile della Sezione di Lecco
ha presentato i propri mezzi e le
attrezzature a sua disposizione
e dato vita a bellissimi momenti
con le unità Cinofile e la squadra Antincendio boschivo coinvolgendo i presenti, in particolar
modo i più giovani.
In chiusura si è proceduto all’estrazione di numerosi premi per
i partecipanti alla camminata
mattutina. Il Capogruppo Lorenpagina 12
Garbagnate Monastero e Brongio - Tanti ragazzi alla manifestazione
zo Bruno ha poi concluso: «Vorrei
ringraziare tutti coloro che a vario titolo hanno collaborato alla
buona riuscita di questo evento
e tutte le persone che con la loro
presenza hanno voluto partecipare alla nostra iniziativa».
Il Gruppo
San Genesio
Ricordato il mezzo secolo dell’Alpino della Vetta
Il 28 settembre 2014 è stata una di
quelle date che entreranno negli
annali del Gruppo Alpini Monte
San Genesio, il sodalizio che riunisce le Penne Nere di Rovagnate,
Perego e Santa Maria Hoè. In una
giornata autunnale solo per le
tinte del cielo, alla presenza delle
autorità locali e dei rappresentanti di un gran numero di gruppi
del territorio nonché di semplici
cittadini, si è festeggiato il compleanno dell’Alpino di Vedetta,
la statua eretta cinquant’anni orsono per ricordare tutti i combattenti andati avanti nel cammino
della vita. Opera dello scultore
Santo Caslini, il monumento,
come già ben spiegato dal nome
scelto per lo stesso dal consiglio
direttivo di allora guidato da Danilo De Capitani, rappresenta
effettivamente un alpino, realizzato in bronzo, quale “simbolo
tangibile della nostra presenza
nel territorio della Valletta” come
afferma l’attuale capogruppo
Carlo Brambilla nel libretto appositamente realizzato in occasione
di questo importante traguardo
raggiunto. «Dall’ubicazione a suo
tempo individuata, sta ad osservare i nostri paesi e non li perde
mai di vista». Il monumento – dal
20 settembre 1964 - è infatti posto a Santa Maria, alla confluenza
della strada che sale da Rovagnate
con quella che da Tremonte porta
verso Hoè, rivolto verso le colline
di Perego. «Dal suo sguardo, sereno ma determinato, comprendiamo lo stile della sua presenza:
stare in mezzo a tutti noi come
farebbe un fratello maggiore».
E proprio dinnanzi all’Alpino si
è conclusa la cerimonia ufficiale,
modulata dal seguente programma.
Aperta con l’alzabandiera a Villa
Sacro Cuore, la mattinata è poi
proseguita con la Messa presso
la parrocchiale di Rovagnate, celebrata da Padre Celestino Buzzi;
a seguire il corteo si è inerpicato
fin su a Santa Maria facendo sosta dapprima al cimitero del paese poi alla baita degli alpini. Nel
primo “stop” si è voluto rendere
omaggio, alla presenza anche dei
parenti, a Giorgio Perego, giovane
santamariese morto durante l’edificazione del primo monumento pensato per onorare i caduti
di tutte le guerre, un’opera che, a
San Genesio - Un momento della manifestazione
seguito della tragedia, non venne
mai completata e della quale l’Alpino di Vedetta, eretto solo diversi
anni dopo, rappresenta dunque
la seconda versione, completamente riprogettata in maniera
originale dal Caslini.
Alla sede del gruppo, invece, si
sono susseguiti gli interventi
della autorità con Paola Panzeri, presidentessa dell’Unione dei
comuni della Valletta, a rompere
il ghiaccio raccontando un aneddoto personale. Prendendo la parola, ha infatti citato le fotografie
di tre giovanissimi che, da piccola, si fermava ad osservare a casa
di conoscenti. Si trattava di tre
combattenti di appena 17, 18 e 20
anni spirati dopo una brevissima
permanenza al fronte. Morti in
guerra insomma così come tutti
quei soldati il cui sacrificio è poi
servito per «elevare l’Italia da territorio a Patria», una Patria che,
attraverso la propria Carta Costituzionale, all’articolo 4, chiede
ad ognuno di «continuare a fare
la propria parte» anche oggi, in
tempo di pace ma soprattutto anche oggi dinnanzi alle nuove sfide dettate dalla crisi economica:
«ci si può rialzare anche dopo la
tempesta» il messaggio di speranza lanciato in chiusura, passando il microfono a Marco Magni,
presidente sezionale. Egli, ha così
definito in più passaggi, il monumento come il «punto di riferimento da seguire per i valori che
rappresenta, per la fede e l’amore, per l’umiltà e la semplicità anche in una società difficile come
la nostra». Lo zaino dell’alpino
– ha poi ripreso– «è affardellato
di valori. Noi dobbiamo andare
avanti stando vicino alle Amministrazioni e alle Forze dell’ordine,
dobbiamo essere riferimento per
i nostri giovani dicendo loro che
non tutto è dovuto, quello che vogliono se lo devono guadagnare
come hanno fatto i nostri Veci».
San Genesio - Una bella immagine del gruppo
Anno 61 - numero 4
vita dei gruppi
Trimestrale della Sezione di Lecco
San Genesio - Il bellissimo monumento cinquantenario
Anticipando la sorpresa preparata
dagli Alpini del gruppo San Genesio – una mostra fotografica dedicata al sodalizio – il Presidente
sezionale ha infine pubblicamente
ringraziato per la propria presenza
anche i membri del Coro Stelutis che esordì appunto 50 anni fa
in occasione dell’inaugurazione
della statua dell’Alpino. Nato a
Rovagnate, mantenendo fede alle
proprie origini, si è poi trasferito a
Brivio continuando a proporre un
repertorio di canzoni «che contengono i nostri valori» ha proseguito
Magni. «E se cantati, questi valori
raddoppiano». Ecco quindi che
i cantori hanno intonato “Stelutis Alpinis” prima di rimettersi in
marcia verso il monumento dinnanzi al quale, dopo l’esecuzione
del Piave e del Silenzio da parte
della Banda G. Verdi di Airuno, che
ha presenziato alla ricorrenza, è
stata deposta una corona d’alloro,
ulteriore omaggio all’Alpino e ai
suoi ideali nonché a tutti i caduti
che egli rappresenta.
La giornata di festa si è conclusa
con il “rancio” presso l’oratorio di
S. Maria Hoè, sempre con la partecipazione del Coro Stelutis che ha
inizialmente allietato il pranzo con
l’esecuzione di alcuni brani e poi
Valmadrera/M. Barro - Il simpatico omaggio donato agli alpini
ha mantenuto alta la qualità canora degli immancabili canti alpini.
Gruppo Alpini «Monte San Genesio»
Valmadrera
«Amici Della Speranza»
di Villasanta e concerto
pro Telethon
Come ormai tradizione, anche
quest’anno abbiamo ospitato,
presso la nostra baita sul Monte
Barro, un nutrito gruppo di ragazzi
disabili e volontari dell’Associazione «Amici della Speranza» di Villasanta (MB), una lodevole organizzazione che nutre, ricambiata,
una fraterna amicizia decennale
con le penne nere valmadreresi e
con l’amministrazione del Parco,
nonché, per il suo interessante
museo. La bella giornata di sole,
almeno all’inizio, ha consentito
a tutti di godere della bellezza del
posto e di una discreta raccolta di
castagne presenti quest’anno. Grazie alla partecipazione numerosa
di alpini, tutto si è svolto nel migliore dei modi. Un buon piatto di
pastasciutta, luganega, spiedini e
dolci hanno accompagnato giovani e meno giovani. Non è mancata
una bella cantata in compagnia.
Al termine della giornata, i ragaz-
zi dell’associazione hanno donato
agli alpini un caro ricordo con la
consegna al capogruppo Giancarlo Invernizzi, di un collage di foto
a ricordo delle giornate degli anni
precedenti. Il presidente dell’asso-
ciazione, Francesco Radaelli, ha
ringraziato di cuore gli alpini per
l’ospitalità invitandoli a Villasanta in occasione di una prossima
manifestazione organizzata dagli
Amici delle Speranza. Ci siamo
lasciati dandoci appuntamento al
prossimo anno. Ma le attività solidari del gruppo non finiscono qui.
Nella serata del 28 novembre con
il patrocinio del Comune, ha organizzato, per la raccolta fondi a favore di Telethon (l’organizzazione
che finanzia più di 2.200 progetti
di ricerca e il lavoro di oltre 1.400
ricercatori. Perché nascere con
una malattia genetica non sia una
condanna), presso l’Auditorium
Fatebenefratelli di Valmadrera, un
applauditissimo concerto del Coro
Grigna, diretto dal maestro Giuseppe Scaioli.
Antimo/Niven
Chi si riconosce? Vediamoci all’Aquila!!!
Battaglione L’Aquila - 1966-1967 Tarvisio
Telefonare a Giuseppe Gaddi (nella foto in seconda fila al centro)
del gruppo Mandello del Lario - Sez. di Lecco
Tel. Mobile: 3394607040
Calendario Sezione e Gruppi 2015
MARZO
GENNAIO
11 Cassina Valsassina - Assemblea annuale del gruppo
18 Nazionale Comm. Novo Postojalwca Caduti della Cuneense a Cuneo
23 Sezionale Comm. battaglia di Nikolajewka a Merate
24 Nazionale 72ª Comm. battaglia di Nikolajewka a Brescia
FEBBRAIO
Sezionale Comm. battaglia di Nikolajewka a Madesimo con le
sezioni di Como, Colico e Sondrio
Sezionale Campionato sezionale e intersezionale di sci slalom
8
giagante a Madesimo con le sezioni di Como, Colico e Sondrio
15 Nazionale 80° Camp. Nazionale Sci di fondo ad Asiago
7
Ottobre-Novembre-Dicembre 2014
7
Sezionale Assemblea annuale dei Delegati a Lecco
Nazionale 38° Camp. Nazionale Sci alpinismo a Schilpario
Sez. Bergamo
Nazionale 49° Camp. Nazionale Sci slalom a Pian del Frais
22
Chiomonte Sez. Susa - Torino
Sezionale Concerto di Pasqua del coro Grigna e consegna borsa di
28
studio “Corrado Pedroni” a.m.
8
Iniziative sezionali/nazionali
Iniziative dei gruppi
pagina 13
anagrafe alpina
Penna Nera delle Grigne
Anagrafe alpina
Acquate
(Matrimoni) Il consiglio del
gruppo alpini si congratula
con i papà Basilio Rigamonti, padre di Roberto e Stefano Ravasio, padre di Silvia,
per l’unione in matrimonio
dei rispettivi figli ed augura
agli sposi tanti anni di serenità e amore.
Airuno
(Lutti) Il gruppo partecipa al dolore dei soci Paolo e Giovanni Tavola per la
scomparsa della cara mamma Edvige. È vicino alla socia Donatella Balasso per
la dolorosa perdita del caro
papà Sergio.
Alle famiglie le più sentite
condoglianze.
Annone Brianza
(Lutti) Tutti gli alpini si stringono al capogruppo Franco
e Mario Martinoia ed alle
loro famiglie per la dolorosa
perdita del caro fratello Bruno, classe 1939. Si uniscono
le sincere condoglianze della famiglia Venditti. Il gruppo porge le condoglianze
più sentite ai soci: Angelo
Bartesaghi per la morte della suocera Ester; Gabriele
Sesana per la scomparsa del
suocero Mario.
(Anniversari) Dario Panzeri
per il 15° di nozze; Alvaro
Gioia e Giuseppe Vassena
per il 35°; Dionigi Panzeri, Giuliano Sala, Federico Bartesaghi e Francesco
Catanzaro per il 40°; Elio
Corti, Bonaventura Stefanoni, Luigi Sala, Alessandro
Tentori e Erminio Arrigoni
per il 45°; Franco Martinoia
per il 50° d’oro; Ferdinando
Nava per il 55° di smeraldo.
Perché ogni giorno possiate
ricordare con le vostre spose, con gioia ed emozione, il
momento in cui il Signore vi
ha uniti. Auguri alpini!
Ballabio
(Lutti) Tutto il gruppo partecipa al forte dolore del
proprio socio alpino Martino Locatelli per la prematupagina 14
ra scomparsa in tenera età
del figlio Samuele e unisce
sentite condoglianze a tutti
i familiari del piccolo. Commosso cordoglio alpino
all’aggregato Fiorenzo Corti
per la perdita del caro papà
Giuseppe.
Barzago
(Lutti) Il gruppo alpini, porge sentite condoglianze al
socio Ettore Redaelli per la
perdita del fratello Alberto.
Belledo
(Lutti) Ci ha lasciato il socio
artigliere alpino Angelo Fumagalli, alla moglie Giuseppina e familiari, esprimiamo
le più sentite condoglianze.
Inoltre partecipiamo al cordoglio del socio Gigi Bellani
per la perdita della cara sorella Anna.
Cassago Brianza
(Lutti) Condoglianze all’alpino Gianfranco Bosisio per
la scomparsa della suocera Rosa, all’alpino Bruno
Crippa per la scomparsa del
papà Mario e all'alpino Ambrogio Pozzi per la scomparsa del cognato Camillo.
(Nascite) Fiocco rosa per
l’alpino Edoardo Proserpio
per la nascita della nipote
Agata.
Cernusco Lombardone
(Matrimoni) Il gruppo si
​
felicita con il socio alpino
Pierluigi Dell’Orto e la moglie Rossella per il matrimonio del figlio Matteo con la
sig.na Maddalena Spreafico.
Ai novelli sposi auguriamo
gioia e felicità e una vita matrimoniale lunga e serena.
Cesana Brianza
(Nascite) Per la nascita del
primogenito Alessio auguri
e felicitazioni al papà Alessandro Colombo e signora
ed al nonno Giancarlo.
Colle Brianza
(Nascite) Tanti auguroni al
papà Luca alla mamma Ste-
fania ai nonni Gianni ed Enrico, tutti alpini, per il battesimo della piccola Camilla.
Cortenova
(Lutti) Sentite condoglianze all’alpino Mario Melesi e a tutta la famiglia, per
la scomparsa della moglie
Lina. Sincere condoglianze
anche all’alpino Giuseppe
Galperti, e a tutta la famiglia, per la perdita della sorella Dolores.
Esino Lario
(Lutti) Sentite condoglianze
ai famigliari per la scomparsa del socio aggregato Augusto Teruzzi.
(Nascite) Fiocchi rosa e celesti nel gruppo. Congratulazioni al socio alpino
Giancarlo
Acquistapace
diventato bisnonno per la
nascita della Bis-nipotina
Melissa Bertarini; al socio
alpino Luciano Maglia per
la nascita della nipotina
Chiara Maglia; al socio aggregato Fabio Viglienghi
per la nascita della nipotina Beatrice Maglia; al socio
alpino Davide Balatti per la
nascita della figlia Elena; al
socio alpino Gianluca Viglienghi per la nascita del figlio Tommaso. Felicitazioni
a tutte le mamme e papà.
Galbiate
(Lutti) Il capogruppo, consiglieri e tutti gli alpini e
simpatizzanti del sodalizio, si stringono al dolore
dell’alpino Giovanni Riva
per la scomparsa della moglie Maria Galbusera, preziosa volontaria in tante
manifestazioni associative.
Ai famigliari e parenti le più
sentite condoglianze di tutti gli alpini galbiatesi e non.
Il capogruppo, il consiglio e
tutti i soci comunicano che
l’amico degli alpini Alfonso
Ferrari, custode della nostra
sede, è andato avanti. Ai cari
le più sentite condoglianze.
(Nascita) Il gruppo annun-
cia la nascita della piccola
Camilla figlia dell’alpino
Marco Sironi. Al neo papà
e alla neo mamma Elisa, le
felicitazioni e auguri di tutto
il gruppo.
Introbio
(Nascite) Vivissime congratulazioni da tutto il gruppo,
al socio alpino Ezio Artusi
per la nascita del secondogenito Michele. Alpini avanti!!
Limonta
(Complimenti) Nel mese
di ottobre l’alpino Camillo
Mauri, nato a Como il 24-101924, iscritto al nostro gruppo, decorato «Croce di Ferro
al Merito Sofferenza Campo
Concentramento nazista»
in Germania 1943/1945, ha
compiuto la bellezza di 90
anni. Agli auguri del gruppo
si uniscono quelli sentiti di
tutti gli alpini della Sezione
di Lecco.
Maggio
(Nascite) Il gruppo si congratula con il socio alpino
Giovanni Invernizzi per la
nascita della piccola Tessa
tanti auguri alla mamma! Al
socio Giovanni Manzoni per
la nascita del nipotino Luca
auguri ai genitori! Al socio
aggregato Giuseppe Invernizzi per la nascita della nipotina Eva, complimenti a
mamma e papà!
(Anniversari) Felicitazioni ai
soci alpini: Franco Invernizzi con la moglie Rosangela,
Evangelista Locatelli con la
moglie Luigia, Roberto Locatelli con la moglie Vanda
per il loro 50° anniversario
di matrimonio ...auguri dal
gruppo!
Mandello Lario
(Lutti) È mancata Claudina
Gaddi, vedova di un grande
alpino Giovanni Zucchi, reduce di Russia e tante altre
campagne; nonché mamma di Antonio e Nunzio
Anno 61 - numero 4
anagrafe alpina
Trimestrale della Sezione di Lecco
Zucchi e nonna di Michele,
Giancarlo e Giovanni, tutti
quanti soci del Gruppo di
Mandello del Lario.” Il socio
Giuseppe Cedro è andato
avanti il 4 ottobre. Il gruppo
si stringe attorno ai familiari rinnovando sentite condoglianze.
(Matrimoni) Felicitazioni al
socio Elio Alippi che ha condotto in sposa la gentile Paola. Il gruppo augura ogni
bene e felicità.
Margno
e Crandola Valsassina
(Lutti) Il gruppo, porgendo sincere e sentite condoglianze, partecipa al dolore
del socio Giovanni Denti per
la scomparsa della mamma
Maddalena Malugani.
(Nascite) Felicitazioni all’alpino Andrea Tantardini
per la nascita della piccola
Vittoria. Congratulazioni a
mamma Vania.
Olgiate Calco
(Nascite) Il gruppo e la Protezione Civile si felicitano
col socio Alessandro Chierichetti e mamma Marianna per la nascita del bocia
Adam, che ha promosso
al grado di nonno il nostro
Guido. Auguri alpini anche
dal «vecio» Niven.
Pasturo
(Lutti) Il gruppo è vicino e
porge sentite condoglianze
al socio Francesco Arrigoni
per la prematura scomparsa
del nipotino Samuele Locatelli. Sentite condoglianze ai soci Giuseppe Negri
e Adriano Agostoni per la
scomparsa del fratello e cognato Antonio Negri.
(Matrimoni) Felicitazioni al
socio Antonio Ticozzi per
il matrimonio della figlia
Marta con Riccardo. Auguri
ai familiari tutti.
(Anniversari) Felicitazioni
al socio Mario Bergamini e
alla moglie Annamaria per i
loro 50 anni di matrimonio.
Pescate
(Lutti) Il gruppo porge sentite condoglianze alla moglie Maria e ai figli per la
scomparsa dell'alpino Angelo Brusadelli.
Primaluna
(Nascite) È nata Giorgia. Il
gruppo si congratula con
papà Alessandro, mamma
Tania e con i soci Giulio e
Alberto Tantardini. Auguri
di ogni bene alla neonata.
Rancio Laorca
(Lutti) Il gruppo alpini
«Monte Medale» porge sentite condoglianze al socio
Roberto Rota per la perdita
della cara mamma Gabriella. Sincere condoglianze anche alla famiglia del nostro
socio tenente Gianbattista
Perossi «andato avanti».
Robbiate
(Lutti) Il socio fondatore
alpino Mario Sala è andato avanti. Tutta la famiglia
alpina e gli amici Robbiatesi lo ricordano sempre
con grande affetto. Sentite
condoglianze alla moglie
Elisabetta e ai figli Giuliano e Adelio. Sentite condoglianze anche al socio alpi-
San Genesio - Il compianto Silvestro con i figli
Ottobre-Novembre-Dicembre 2014
no Adriano Bonfanti per la
perdita della cara mamma
Maria.
San Genesio
(Lutti) L’alpino Marco Trabucchi, dopo lunga e tremenda malattia è andato
avanti. Sentite condoglianze alla moglie Anna e alle
figlie Luana, Lavinia e Roberta. Sentite condoglianze
anche all’alpino Giordano
Crippa per la perdita della
carissima sorella Isidora. Il
nostro capogruppo onorario, sergente Silvestro Lavelli, è andato avanti. Già
segretario all’epoca della
costruzione del Monumento all’Alpino, è stato Capogruppo dal 1972 al 1994 e
proprio nel settembre del
suo ultimo anno di mandato è stata inaugurata la Baita che tutti conoscete. Tutto
il gruppo si stringe attorno
ai figli Cesare e Matteo ed
ai parenti tutti - «Ciao Silvestro, il tuo esempio continuerà a guidarci per gli
anni a venire!» - Il sergente
Valentino Gilardi è andato
avanti. Alpino schivo e riservato, ha camminato con
il gruppo negli ultimi anni
della sua marcia terrena.
Le più sentite condoglianze
alla moglie Ester ed a tutta
la famiglia.
(Nascite) È con gioia grande che diamo il benvenuto
alla piccola Vittoria, seconda nipotina del vice capogruppo Emilio Fumagalli:
complimenti vivissimi ai
genitori Elisa ed Enrico, ed
anche a nonna Roberta.
(Matrimoni) Il primo agosto
Varenna - Etta e Ivan felici tra tante penne nere e non solo
l’alpino Massimiliano Ravasi ha sposato la dolce Silvia
Gatti: auguroni ai neosposi
e un arrivederci alle prossime feste alpine!
San Giovanni
(Matrimoni) Il socio alpino
Lodovico Combi é lieto annunciare le nozze del figlio
Marco con la gentil signorina Angela Rusconi. Auguri
vivissimi dal gruppo.
Sirone
(Lutti) Il gruppo alpini annuncia con dolore la scomparsa dell’alpino Francesco
Giunchi, di anni 71, e porge
le più vive condoglianze alla
moglie Mariateresa, al figlio
Pierluigi ed a tutti i familiari.
(Nascite) Il gruppo porge
i migliori auguri all’alpino
Francesco Casiraghi per la
nascita della nipotina Carolina, figlia di Raffaele e Fabrizia.
Sueglio
(Matrimoni)
Il
gruppo
esprime le sue più sentite
felicitazioni per le nozze,
celebrate il 4 Ottobre scorso, del socio aggregato Valerio Arnoldi con la gentile
Angela Buzzella Ganzinelli.
Valmadrera
(Lutti) Il gruppo si unisce
al dolore dell’alpino Gianni
Valsecchi per la scomparsa
del fratello Fulvio, cl. 43.
(Nascite) Il gruppo si congratula con il socio Luigi De Lucia per la nascita della nipotina Zoe. Auguri vivissimi alla
piccola ed ai genitori, anche
da parte di Nino Venditti.
Varenna
(Matrimoni) Il gruppo augura tanta felicità al proprio
capogruppo Ivan Acquistapace e alla moglie Etta, che il
21 settembre si sono uniti in
matrimonio. Ai novelli sposi
tantissimi auguri unitamente a quelli sinceri del «vecio»,
ex varennese, Niven.
(Nascite) Congratulazioni al
nostro socio Roberto Noci
per la nascita della nipotina
Sofia. Auguri alla nascitura e
felicitazioni ai neo genitori.
pagina 15
notizie sportive
Penna Nera delle Grigne
Tiro, Lecco guarda tutti dall’alto
I nostri atleti ai primi tre posti della gara
di carabina di San Giovanni Lupatoto
P.Mantegazza 3°-Marco Rambaldel-F.Sabadini 1°-C.Bianchi 2°
In libera uscita, domenica 12 ottobre alle due di un assolato pomeriggio, siamo andati in centro città
a mischiarci nella gran folla dei
turisti : il Ponte di Pietra sull’Adige,
Piazza delle Erbe, il Liston, l’Arena.
Che bella Verona!
Alle 8.30, Fabrizio, Claudio ed io
eravamo entrati nello storico Tiro
a segno di Verona per partecipare
alla Gara di tiro con carabina calibro 22 organizzata dagli alpini del
Gruppo di S. Giovanni Lupatoto
e aperta ad altri Gruppi e Sezioni.
Gara scoperta da Fabrizio, essa si
presentava sul web come gara “alla
portata di tutti”. Avendo frequentato diverse gare di tiro, noi tre
siamo diventati un po’ esigenti, ci
piacciono le gare moderatamente
competitive e molto associative,
le gare in cui tutti sparano, alla
pari, con armi e munizioni fornite
dall’armeria del Tiro a Segno, gare
in cui sono severe, come è indispensabile siano, le prescrizioni di
comportamento e maneggio delle
armi ma per le quali le formalità burocratiche sono mantenute
semplici. Al bar, per tirarci su dopo
levataccia e viaggio in auto, facciamo i primi incontri con gli alpini
veronesi. Come: «Venite da Lecco?
Benvenuti». Entriamo nella navata
delle linee di tiro e ci presentiamo
al grande organizzatore della gara,
il capogruppo Giampietro Ciocchetta che ci accoglie con grande
piacere e ci presenta al tavolo delle iscrizioni. Noi veniamo inseriti
nel primo turno di tiro. La gara si
svolge in due giorni, sabato e domenica mattina. Sempre più alpini
sono presenti, si chiacchera, poi ci
Notizie Sportive
Atleti, abbiamo bisogno di voi
Appello a partecipare alle manifestazioni sportive alpine
Quest’anno l’attività sportiva ha
avuto un risultato nella media
delle precedenti stagioni.
Il rammarico da parte mia nasce
dal fatto che sicuramente si potrebbe ottenere molto di più
considerando quello che le sezioni, nostre vicine di casa, sono
in grado di fare.
Mi riferisco ovviamente a Sondrio e Bergamo, e anche se
quest’ultima è una sezione molto più numerosa della nostra
con cui difficilmente potremmo
competere, Sondrio come iscritti
è sugli stessi numeri.
Con questo vi chiedo una maggiore partecipazione ai campionati
nazionali e posso garantire che se
proverete a partecipare a queste
manifestazioni vi potrete rendere
conto che il livello dei partecipanti è molto alto , pertanto gli atleti che fanno competizioni tutto
l’anno potrebbero dedicare un
fine settimana agli alpini!
Ricordo in occasione del campionato nazionale di corsa in monta-
Alpiniadi estive - La squadra lecchese
pagina 16
gna del 2012 organizzato dalla
nostra sezione a Perledo, abbiamo piazzato ai primi 6 posti
ben 3 atleti ed al momento delle
premiazioni uno di loro mi disse: «L’anno prossimo avremo la
staffetta più forte in assoluto».
L’anno successivo la corsa in
montagna a staffetta si svolse
a Forca di Presta località nelle
Marche, dove io ero presente,
oltretutto posto magnifico.
Il mese precedente la manifestazione ho contattato tutti i partecipanti della corsa di Perledo 45
atleti, ho avuto tante risposte
negative in quanto la manifestazione si svolgeva a 600 km da
casa o con la scusa che c’erano
altre manifestazioni.
Anch’io nella mia disciplina faccio gare tutte le settimane, ma
quando c’è una manifestazione
alpina rinuncio per partecipare
al nostro campionato.
Per tanto faccio appello al vostro
spirito alpino e per qualsiasi informazione sono a vostra disposizione.
Giordano Lori
responsabile sportivo
allontaniamo ed andiamo ai nostri
posti. Bersaglio a 100 metri, 25 colpi di cui 5 di prova, su 5 bersagli,
tiratori seduti con canna e gomito
destro appoggiati, un cannocchiale per vedere dove vanno le pallottole. Le armi sono buone e ben
tarate quindi si vede già il primo
colpo di prova nel bersaglio.
Dovete però immaginare, se sparato non trovate dove è andato il colpo. Cosa fate poi? Mirate più alto?
Più a destra? Naturalmente mirate
ancora al centro e sperate di vedere dove è andato il colpo.
Terminati i tiri entro il tempo stabilito si passa in retrovia a guardare
i nuovi tiratori, ad assaporare i tramezzini al salame e al formaggio,
a ciacolare, a bere un bicchiere o
due, ad infilzare i sottaceti.
Veniamo presentati a Marco Rambaldel consigliere sezionale per lo
sport che si compiace per la nostra
partecipazione, lui dedica in estate
parecchio tempo ad organizzare
ed a condurre il recupero di trincee
e postazioni in Carnia, ci racconta
di ritrovamenti di materiali, di munizionamento ed anche di caduti,
di comportamenti buoni ma qualche volta non buoni dei volontari.
L’armeria del tiro a segno possiede
anche fucili Mosin-Nagant modello entrato in servizio nell’Impero
Russo nel 1891 esso è stato utilizzato nelle due guerre mondiali e
prodotto ancora negli anni sessanta. Fu forse il primo fucile Russo dotato di caricatore. È così che
inganniamo parte del tempo di attesa prima delle classifiche e delle
premiazioni, tirando col Nagant.
Non ci siamo sottratti all’importante dovere di partecipare alla
riffa acquistando bigliettini con
numeri che si dimostreranno quasi vincenti. In palio c’erano bei cestoni ricolmi di cose buone. Come
tutti i concorrenti avevamo già ricevuto una borsa con vino e pasta
locali.
Intanto i tiri erano cessati ed i fogli
classifiche con almeno cento partecipanti erano stati appesi, venivano ora le premiazioni.
I primi ad essere chiamati per le
premiazioni siamo stati noi della
sezione di Lecco, 3°,2° e 1° classificato!!! Con 3 targhe, applausi e foto
ricordo. Alla fine delle premiazioni veniamo ancora premiati con
un’altra targa per la Sezione.
Veramente hanno fatto le cose in
grande i Veronesi, sapeste quanti
premi e quanti applausi.
Ancora saluti e ringraziamenti reciproci ed arrivederci, quindi in
libera uscita...
Paolo Mantegazza
Anno 61 - numero 4