Valore Terra - Gruppo Grigi

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Valore Terra - Gruppo Grigi
Dagli allarmismi alla consapevolezza
L’equivalenza tra consumo di carni rosse e rischio cancerogeno
è da qualche mese al centro delle riflessioni e delle polemiche di
esperti nutrizionisti, di allevatori e di medici. Il rimbalzo più
potente di questa associazione è quello sui consumi, tanto che
la Confesercenti ha registrato, a seguito della diffusione della
notizia, un immediato crollo di vendite nelle macellerie pari
al 20% e la Coldiretti paventa un effetto simile a quello generato dall’aviaria. Come sempre di fronte ad una notizia che
chiama in causa il delicato rapporto tra alimentazione e salute
c’è la necessità di inquadrare il fenomeno in modo completo,
evitando la via facile dell’allarmismo e piuttosto invitando ad
una comprensione di tutti i dettagli che caratterizzano la questione. Tutto è iniziato dopo la pubblicazione da parte dello
IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) di
una breve nota sulle pagine di The Lancet Ocology, eminente rivista scientifica, in cui lo IARC sintetizzava il risultato di
un progetto di ricerca decretando carcinogenico il consumo di
carni rosse conservate e probabilmente carcinogenico quello di
carni rosse.
Il panel dei 22 ricercatori ha assunto questa decisione a maggioranza
sulla base, come affermato nella nota, dell’analisi di circa 800 lavori,
dei quali soltanto 27 hanno riguardato le carni conservate (12 responsi positivi su 18 lavori per studi epidemiologici e 6 positivi su
9 su casi-controllo, per complessivi 18 positivi su 27 pari al 67%)
e 29 le carni rosse (7 positività su 14 per studi epidemiologici e 7
positività su 15 per casi-controllo, per complessivi 14 su 29 pari al
48%). Inoltre, il panel ha anche fornito, sulla base di alcune stime
un indicatore di rischio quantificandolo pari al 18% di incremento
di CRC per ogni 50 g di consumo giornalieri di carni conservate e
pari al 17% per ogni 100 g di consumo giornaliero di carni rosse.
Partendo dall’assunto che una sana alimentazione deve essere bilanciata e pertanto non deve essere caratterizzata dall’eccessivo consumo
di carni è importante al tempo stesso evitare associazioni dirette e del
tutto infondate tra il consumo di carne rossa e l’insorgere di patologie
cancerogene. Possiamo parlare di occorrenze e anch’esse implicano la
considerazioni di alcune variabili per essere ritenute valide. Variabili
quali la specie di animale considerato e il modo in cui è stato allevato,
il taglio della carne e nello specifico la tecnica di cottura impiegata, ad
esempio: fritture, barbecue e grigliate sono generalmente più pericolosi per le sostanze che si possono sprigionare rispetto ad altri metodi
floriana
puccci
direttore
responsabile
Demonizzare in chiave assoluta il consumo di carne rossa è un
atto di disinformazione, i dati che arrivano dalla comunità scientifica vanno letti e interpretati con lucidità in un’ottica di maggiore
completezza e accuratezza di analisi. Molto probabilmente quello
che ad oggi ha senso accogliere è l’invito a rivedere le attuali raccomandazioni sui limiti all’assunzioni di carne, in una prospettiva
integrata e sensata che sappia bilanciare i rischi e i benefici legati al
consumo di carne rossa e lavorata, fornendo le migliori indicazioni
dietetiche alla popolazione.
di preparazione. Non bisogna poi dimenticare che la carne rossa
è un alimento ad lato valore nutrizionale, come sottolineato dagli
esperti dell’IARC nella medesima nota del The Lancet Oncology,
la carne rossa contiene anche proteine e micronutrienti importanti: come la vitamina B, il ferro e lo zinco.
# editoriale
dalla
semina
alla
tavola
anno 1
numero #1
dicembre 2015
_gennaio 2016
dall’ismea: agevolazioni per il primo
insediamento in agricoltura fino a
70mila euro
Con l’esplicito intento di sollecitare e supportare il ricambio generazionale, l’Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) ha istituito le agevolazioni per
l’insediamento di giovani in agricoltura, mettendo a disposizione fino a 70mila euro per i giovani agricoltori che intendono insediarsi per la prima volta in un’azienda agricola
nel territorio nazionale. Il premio è rivolto ai giovani di età
compresa tra i 18 e i 39 anni, che devono presentare un
piano aziendale per lo sviluppo dell’attività imprenditoriale
articolato su un periodo minimo di 5 anni per ottenere
la possibilità di accedere ad un mutuo di 15,20, 25 o 30
anni. Per accedere al finanziamento è necessario dimostrare che il piano aziendale è sostenibile dal punto di vista
economico e finanziario e che l’insediamento non avvenga
in aziende create dal frazionamento di imprese esistenti.
L’insediamento dovrà inoltre avvenire successivamente alla
presentazione della domanda di ammissione all’agevolazione e durare un periodo minimo di 5 anni. Il premio di insediamento è elargito nel quadro di un’operazione di leasing
finanziario concesso da Ismea, per un intervento minimo
di 200mila euro fino a un massimo di 2 milioni di euro,
che verrà erogato in due tranches e dovrà essere rimborsato
in rate semestrale posticipate. Con una significativa crescita
nell’occupazione giovanile (+14%), l’agricoltura è rimasto
uno dei pochi settori in grado di offrire prospettive lavorative reali e concrete, così come finanziamenti ed agevolazioni rivolti soprattutto alle giovani generazioni. Sono sempre
più numerosi i giovani che scelgono di investire nell’agricoltura, a conferma della dinamicità di un settore capace di
unire tradizione e innovazione.
Per ulteriori info
www.ismea.it
val
ore
ter
ra
# news
# bandi
PSR 2015-2020
È tempo di invio per i tanto attesi bandi PSR. Il 20 novembre 2015 è avvenuta
l’approvazione del piano nazionale di Sviluppo Rurale per il periodo 2015-2020,
concordato in sede di conferenza stato-regioni. Il programma prevede un finanziamento pubblico totale di 2,14 miliardi di euro, suddiviso in in tre misure:
• Gestione del rischio (1,64 miliardi di euro)
• Investimenti irrigui (300 milioni)
• Biodiversità animale (200 milioni di euro)
Ora che i PSR sono stati tutti approvati, si attendono i bandi; nel frattempo ecco
in sintesi l’ammontare totale delle risorse disponibili e le principali Misure in
termini di risorse adottate per la Regione Umbria.
Umbria - Il PSR libera risorse per quasi 877 milioni di euro di finanziamento
pubblico (più di 378 milioni di euro dal bilancio dell’UE e 499 milioni di euro di
cofinanziamento nazionale). Le quattro principali Misure del PSR in termini di
bilancio (finanziamento pubblico totale) sono le seguenti:
203 milioni di euro assegnati alla Misura 4 (investimenti in immobilizzazioni
materiali)
141,5 milioni di euro assegnati alla Misura 10 (pagamenti agro-climatico ambientali)
103 milioni di euro assegnati alla Misura 7 (servizi di base e rinnovamento dei
villaggi nelle zone rurali)
80 milioni di euro assegnati alla Misura 8 (investimenti nello sviluppo delle aree
forestali e miglioramento della redditività forestale sviluppo delle aziende agricole e delle imprese).
è un progetto
a cura di gruppo grigi
via mattei, 38
06083 bastia umbra (pg) italy
t. +39 075 8011560
[email protected]
www.gruppogrigi.it
redazione
floriana pucci
hanno collaborato
leonardo fazi
dario bavicchi
sabatino castellani
clarita cavallucci
massimo giacchi
daniele di mambro
progetto grafico e
impaginazione
iktome adv - perugia
www.iktome.it
stampa
grafiche diemme
bastia umbra - perugia
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dicembre e gennaio:
pratiche di preparazione
del terreno
I mesi di dicembre e gennaio sono solitamente mesi di “riposo” per le attività di semina in campo aperto. Ciò equivale
a dire che ci si dedica prevalentemente alle attività di preparazione propedeutiche alle coltivazioni che inizieranno a
partire da febbraio e che daranno il loro raccolto durante la
stagione primaverile e estiva come: piselli, girasole e mais.
L’impossibilità di seminare è collegata a due importanti indicatori : la temperatura minima di germinazione, al di sotto
della quale la pianta non nasce e la temperatura media di
crescita che garantisce alla pianta una volta germinata la possibilità di svilupparsi adeguatamente.
La lavorazione di estirpatura si esegue con uno specifico attrezzo detto estirpatore che effettua dei tagli verticali sul terreno
già lavorato in precedenza, rompendo la crosta superficiale della
terra, ossigenando il terreno e riducendone in parte la zollosità
e la cavernosità al fine di ottenere un profilo più omogeneo del
terreno stesso. Mediante questa tecnica, che rivolta le zolle di
terra si portano inoltre in superficie i rizomi delle piante infestanti, garantendone l’eliminazione e una migliore pulizia del
terreno che si andrà in seguito a seminare. Nei casi in cui si è a
contatto con terreni poco compatti e in tempera (ovvero con il
giusto grado di umidità in modo tale da poter lavorare senza
recare danno ne al terreno ne alle attrezzature usate ) l’estirpatura è utilizzata anche in sostituzione dell’erpicatura. Un terreno
estirpato si presenta a colpo d’occhio abbastanza regolare, con
una superficie leggermente ondulata disegnata dall’azione di
taglio eseguita dai singoli bracci dell’attrezzo e con una scarsa
zollosità in superficie. Condizioni di questo genere si sfruttano,
semplificando le lavorazioni di preparazione, soprattutto con
colture che non necessitano di particolari cure come ad esempio
i cereali autunno-vernini (frumento, orzo, avena).
Come anticipato, sebbene le condizioni climatiche non consentano la semina, il cuore dell’inverno è il momento più
opportuno per effettuare importanti lavori di preparazione
del terreno come l’estirpatura. Si tratta di una lavorazione
del terreno che si situa tra l’aratura e l’erpicatura funzionale
alla preparazione del letto di semina. L’aratura, ovvero una
delle prime lavorazioni applicate al campo utile a creare un
ambiente fisico ospitale e idoneo alle piante coltivate ed eseguita tramite aratro, uno strumento che pratica il taglio e
il rovesciamento del blocco di terreno. D’altro canto l’erpicatura, è invece una lavorazione complementare eseguita
come lavoro di rifinitura prima della semina, che consiste
nello spianare e sminuzzare il terreno smosso dall’aratro, per
mezzo appunto dell’erpice.
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i consigli di orto mio
Endivie, scarole e cicorie: piccoli trucchi per mantenerle sane e
saporite
Sane e rustiche, endivie ricce, scarole e cicorie hanno esigenze molto
simili: irrigazioni diradate, concimazioni equilibrate, partendo da una
buona dotazione di letame o stallatico e senza eccedere con l’azoto
dopo il trapianto. Trattate adeguatamente sono in grado di garantire
produzioni veramente generose ed è veramente sufficiente attenersi ad
alcune minime regole basilari.
Imbianchimento di endivie e scarole
Endivie e scarole vanno sottoposte a trattamenti specifici per indurre
l’imbiancamento del cuore in modo da renderlo dolce, tenero e carnoso; ideale da utilizzare nelle insalate miste dove la speciale consistenza
del cuore imbiancato si coniuga perfettamente al sapore delle lattughe
e al gusto amarognolo dei radicchi. Per effettuare un imbianchimento
efficace occorre prima di tutto, individuare un momento giusto. Le
piante sono pronte dopo avere ben sviluppato le foglie esterne, quando sono a buon punto nel riempimento del cuore. Ciò avviene per le
varietà autunnali tra i 40 e i 60 giorni dal trapianto, in funzione della
varietà e del clima. A questo punto è importante assicurarsi che le foglie siano asciutte prima dell’operazione, onde evitare l’insediamento
di patologie. Riguardo al procedimento di imbiancamento esistono
due scuole di pensiero: un metodo molto utilizzato consiste nel legare
tutti insieme con una corda o un elastico gli apici delle foglie esterne
della pianta portandole ad unirsi verticalmente. Lasciando le piante in
questo modo per 7- 15 giorni, si completerà il processo di imbiancatura. In alternativa si può utilizzare un vaso di diametro 14-25 cm a
seconda della dimensione dei cespi. Si ribalta sopra la pianta in modo
che stringa le foglie esterne come per la legatura.
Trattamenti preventivi per le cicorie
Se endivie e scarole necessitano dell’imbianchimento le cicorie richiedono invece qualche piccola accortezza finalizzata ad evitare la malattia più comune, ovvero il mal bianco, che attacca normalmente le
piante in fase di maturazione coprendo le foglie con un caratteristico
feltro biancastro. Le piante gravemente colpite rallentano notevolmente lo sviluppo e possono avere forti ripercussioni sulla produttività e la qualità finale. Un ottimo rimedio per questo fungo è lo zolfo
bagnabile, prodotto bio da applicare preventivamente ogni 15 gg. La
ruggine è un altro fungo potenzialmente molto pericoloso, riconoscibile per la presenza di pustole puntiformi color ruggine appunto, che
a maturazione producono spore che a contatto con le mani le tingono
in modo caratteristico. La ruggine si previene efficacemente con prodotti a base di Azoxystrobin, di breve carenza e ottima azione anche
contro molti altri fughi. Si applica un mese dopo il trapianto e si può
ripetere dopo 3 settimane.
leonardo fazi
grigi società agricola
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consigli di lettura
per approfondire
Atlante delle razze autoctone. Bovini, equini, ovicaprini, suini allevati in Italia
Una descrizione esaustiva e organica delle razze bovine, suine, ovine, caprine, equine e asinine allevate in Italia. Sono prese in considerazione tutte le razze autoctone ancora esistenti,
comprendendo anche quelle cosmopolite, che
hanno trovato larga diffusione in Italia. Per
ognuna viene proposta una scheda un corredo di immagini fotografiche, una descrizione
delle caratteristiche di ogni specie che include
informazioni riguardanti le origini storiche,
la consistenza, la distribuzione geografica, le
caratteristiche morfologiche, le attitudini produttive e, per le razze minacciate di estinzione,
le principali iniziative di salvaguardia già in
atto o ancora da adottare.
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L’orto:
un piacere che non
conosce letargo invernale!
L’orto è un piacere anche nei mesi freddi. Bastano alcuni
accorgimenti e qualche buona protezione per prolungare
fino ai geli la coltivazione di ortaggi come lattughe, radicchi,
spinaci, tutti i tipi di cavoli, indivie e scarole, rucola e tante
erbe aromatiche, che non temono il freddo purché siano in
una zona un poco protetta dai venti gelidi. La parola d’ordine per non avere delusioni è qualità in tutto; dalle sementi
(convenzionali o bio), alle piantine, dai terricci agli attrezzi,
fino ai sistemi di protezione (teli, tunnel, serre).
La moda dell’orto in terrazzo ha conquistato ormai gli Italiani, sia per il piacere di raccogliere sapori genuini che per
il gusto di ritrovare il ritmo delle stagioni.
Nel vostro punto vendita potrete trovare tutto ciò che può
aiutarvi a creare un piccolo orto che regala sapori anche in
inverno. I raccolti non saranno abbondanti, ma qualche ravanello, un bel cespo di cavolo e i sapori di salvia e rosmarino vi possono accompagnare per tutta la stagione autunnale
e invernale, in base al clima della zona e alla disponibilità
di serre o di angoli soleggiati e protetti dal gelo. Fare l’orto, insomma, è un piacere tutto l’anno, anche in terrazzo: è
facilissimo infatti allestire qualche vaso, cassetta o altri contenitori con gustosi ortaggi... e allora, che soddisfazione, il
raccolto!
Anche le nostre erbe aromatiche trovano spazio nell’orto
autunnale ed invernale. Qualche esempio? Salvia, alloro, rosmarino e timo possono regalare piacevoli aromi tutto l’anno. Si tratta di piante che sopravvivono al freddo se sono
collocate in angoli protetti e soleggiati, e in ogni caso stanno
bene all’aperto fino a novembre-dicembre anche nelle zone
dove l’inverno è gelido. Una piccola serra o tunnel saranno
la soluzione ideale per prolungare la vita di queste piante
mediterranee e regalare il piacere di fragranze speciali nei
piatti della tradizione autunnale e invernale.
Insomma il nostro orto ci accompagna senza soluzione di
continuità lungo tutte le stagioni e ci permette di riscoprire
quei sapori genuini che altrimenti svaniscono tra le fredde
scaffalature dei supermercati.
Buon orto a tutti!
Daniele Bigi,
Alessio Zanon
Il Sole 24 Ore
Edagricole, 2008
602 pagine
Lawrie’s. Scienza della carne
Il libro ormai conosciuto come “Il Lawrie”
è una voce autorevole nel mercato europeo
come testo di riferimento per studenti e professionisti operanti nel settore delle carni.
Perno della trattazione è la conoscenza e la
comprensione dei processi di produzione,
conservazione e lavorazione delle carni per
preservarne ed esaltarne la qualità alimentare,
argomento di grandissima attualità soprattutto in questo momento di cambiamento riguardo nutrizione animale e produzione della
carne. L’ edizione integra la tradizione con i significativi sviluppi scientifici nel settore: dalla
bioinformatica e le nanotecnologie delle tecniche genetiche, dalle nuove scoperte in campo
microbiologico alle tecniche di macellazione
e preparazione delle carni, accompagnando il
lettore dal momento dell’allevamento alla trasformazione del muscolo in carne fino al consumo. In particolare, vi si approfondiscono
i miglioramenti ottenuti nella comprensione
dei meccanismi legati ai difetti della carne e
nell’identificazione delle tossine e dei patogeni
nei prodotti carnei e in genere ai procedimenti
legati al miglioramento della qualità finale.
Lawrie R. Andrew,
Ledward David
2012
Edagricole New Business Media
dott. agr.
dario bavicchi
bavicchi spa
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Quando una semplice
stalla diviene un centro
produttivo di eccellenza e
sperimentazione
Novità, sperimentazione e un’intensa attività di ricerca sono
i presupposti su cui si fonda la gestione della stalla di Casalina. Qui la tecnologia diventa un volano allo sviluppo della qualità, in un’ottica di crescita costante che guarda alla
qualità del prodotto finale ben sapendo che esso non può
prescindere dal benessere dell’animale allevato. A parlarci
della gestione del luogo è Sabatino Castellani, il responsabile
di stalla che ci introduce alle migliorie apportate negli ultimi due anni. “Il primo ammodernamento significativo - ci
dice Sabatino - è stata l’introduzione, nella stalla centrale,
dei materassini per gli animali in 120 cuccette”. Quello che
apparentemente può sembrare un vezzo finalizzato a garantire il maggior comfort dell’animale è in realtà una scelta
strategica con risvolti molto pratici quali: la semplificazione
delle operazioni di pulizia e disinfezione delle cuccette stesse.
“I materassini - argomenta Sabatino – sono infatti semplici
da sostituire, da lavare e da disinfettare, giornalmente sono
sottoposti ad un trattamento per eliminare il sudore animale
assorbito garantendo condizioni ideali di igiene e comodità
per l’animale”. Il benessere dell’animale sembra essere il diktat di questa stalla dove alloggiano bovini di razza frisona,
animali docili molto indicati nella produzione del latte di
qualità. Le frisone - continua Sabatino - sono 120 da lattazione e circa 118 per la riproduzione effettuata utilizzando
tori canadesi, esemplari di razza molto pregiati per la monta,
che garantiscono alla stalla una buona genealogia. Addentrandoci nell’intervista scopriamo che le attenzioni riserva-
>
sempre più pets
nelle nostre case
Gli animali che vivono insieme all’uomo, in Italia, sono tradizionalmente chiamati animali d’affezione o familiari; nei
paesi di lingua inglese sono invece denominati “Pets”. Negli
ultimi anni si è assistito ad una crescente ripresa di interesse
per la natura e in modo particolare per gli animali. Si tratta
sicuramente di un fenomeno positivo inevitabile perché le
macchine, il lavoro, gli altri svaghi, tra i loro numerosi vantaggi, non offrono quello del contatto diretto con la natura.
Un animale è infatti in continua evoluzione e in grado di
fornire ogni giorno nuove sorprese, inoltre ha sempre qualcosa da insegnarci in cambio di cure, affetto e rispetto. Oggi
vivono in Italia, oltre dieci milioni di cani, circa otto milioni
di gatti, dodici milioni di uccellini...Le famiglie italiane, ma
anche quelle di altri paesi nel mondo, in seguito ai nuovi
stili di vita, e all’affermazione di una cultura ecologista, sono
sempre più disponibili ad ospitare nelle proprie case animali
d’affezione. I motivi che spingono a tenere animali in casa
sono molteplici: di tipo utilitaristico, edonistico o affettivo.
Spesso queste motivazioni si sovrappongono. Un cane da
caccia, ad esempio, può essere anche un ottimo compagno
di vita del padrone. Attualmente molti animali vengono
tenuti soprattutto per la compagnia e in molti casi essi si
sostituiscono all’uomo dando conforto alle persone sole, agli
anziani e a tutti coloro che hanno bisogno di cure (pet therapy). Parallelamente alla crescita della popolazione animale
si è naturalmente verificato anche un incremento del settore
(pet market) che riguarda la loro alimentazione e cura. Oggi
tale settore presenta un giro di affari notevole e sicuramente
è destinato a svilupparsi ancora in futuro.
clarita cavallucci
consulente gruppo grigi
medico veterinario
nutrizionista ph.d.
te al bestiame sono molteplici, che si inquadrano in un’ottica
generale di monitoraggio costante capace di valorizzare più
aspetti della vita dell’animale. Intanto le frisone si rilassano
ascoltando musica, preferibilmente classica. A mungerle poi
è un robot programmato per trattare la mammella in modo
tale da prepararla e predisporla alla mungitura, attivando una
prassi selettiva che conduce all’ottenimento di un latte dall’eccellente coefficiente di qualità. La mammella viene massaggiata
e lavata, il latte ottenuto dalla mungitura non contempla la
presenza dei primi schizzi, che non sono ottimali e pertanto
sono scartati automaticamente dal robot. Inoltre tutto il latte
munto è analizzato e sottoposto a procedura di analisi in tempo reale, questo monitoraggio tempestivo offre un’immediata
presa visione dello stato di salute dell’animale e della qualità del suo latte. In aggiunta il robot è anche dispensatore di
un “mangime premio” che integra l’alimentazione controllatissima dell’animale a base di fieno di primo taglio, di erba
medica con una sorta di gratificazione per la produzione, che
appaga l’animale incentivandolo in modo naturale. L’attività
di controllo e supervisione dello stato di salute dell’animale
riguarda anche le più delicate fasi di inseminazione artificiale e
di parto. Nel caso dell’inseminazione si individua con certezza
il momento più opportuno grazie ad un rilevatore posizionato
sul collare dell’animale che offre indicazioni puntuali sulle sue
condizioni di fertilità; mentre un dispositivo altrettanto efficace è in grado di segnalare con un allarme preciso, che invia
un messaggio all’operatore di stalla in prossimità di un parto
imminente consentendo di assistere l’animale nel migliore dei
modi. Attualmente la stalla di Casalina è conferitrice di latte ad
alta qualità per il Gruppo Grifo Agroalimentare. Chiediamo
a Sabatino di indicarci i parametri dell’eccellenza che caratterizza questa stalla. “ Di certo l’eccellenza si lega all’altissima
qualità del latte prodotto, ma anche alla qualità della filiera e
dei processi produttivi. Processi che vedono collaborare in sinergia il Gruppo Grigi con il mondo dell’università generando
un sistema virtuoso di messa in rete delle competenze che è
il vero dato innovativo della produzione”. In questa ottica di
cooperazione e sinergia la stalla si apre anche in qualità di luogo formativo, qui due volte a settimana sono ospitati studenti
stagisti della facoltà di veterinaria a cui si offre l’opportunità di
realizzare un’esperienza diretta ed applicativa della teoria studiata. In poche parole la stalla di Casalina si configura come
punto di contatto tra pubblico e privato, uniti nella ricerca
costante della qualità e del perfezionamento produttivo.
>
alimentazione e qualità dei
La storia di allevatori che raccontiamo in questo primo numero di
origine
animale
Valore prodotti
Terra è una storiadi
speciale
in tutti i sensi.
Siamo all’inter-
no della Fattoria Capanne, luogo ameno per parlare di allevamenti
e agricoltura,
siamoche
infatti,
all’interno
di (ruminati),
un’azienda sono
agricola,
che
Gli alimenti
forniamo
ai bovini
sostanze
sfrutta vegetali
i terrenicontenenti
circostantimolecole
al carcere
di
Capanne,
grazie
ad
una
più o meno complesse. Il processo digestivo rende poi disponibili varie categorie di nutrienti
a funzione energetica o plastica (proteine, grassi, carboidrati,
minerali, vitamine ecc.) per funzioni fisiologiche di base (mantenimento) e produttive (accrescimento, ingrasso, lattazione,
riproduzione, ecc.). La modulazione della dieta destinata agli
animali ed in particolare ai ruminanti, offre interessanti prospettive nel miglioramento delle proprietà nutrizionali della
carne e del latte e derivati, soprattutto per quel che riguarda la
frazione lipidica. Nei paesi occidentali, gli alimenti, compresi
quelli di origine animale come il latte, la carne e i loro derivati, vengono consumati non solo perché apportano nutrienti
essenziali per l’organismo (proteine, grassi, minerali,vitamine
ecc.) ma anche per le loro proprietà extra-nutrizionali come gli
aspetti sensoriali (odore, sapore ecc.) e, più recentemente, per
le caratteristiche dietetico-funzionali (effetti sulla motilità intestinale, capacità antiossidante ecc.). I prodotti animali contengono molte sostanze bioattive che esercitano questi effetti
extra-nutrizionali e molte di esse sono contenute proprio nella
componente lipidica. I grassi, così genericamente definiti, e il
colesterolo sono infatti temuti nella popolazione occidentale
ma, nel contempo, la frazione lipidica degli alimenti di origine animale contiene elevate quantità di composti con effetti
nutraceutici, contenuti sia nel latte che nella carne. Sia il
latte e derivati, che la carne, sono “per sè” alimenti con ottime
caratteristiche nutrizionali (fonti di macro e oligo-elementi ad
elevata biodisponibilità, apporto di proteine di alto valore biologico, ecc.). Nei lipidi sono contenute la maggior parte delle
componenti nutraceutiche presenti in questi alimenti (acidi
grassi Ω3, Ω6 e CLA). Il ferro contenuto nelle carni inoltre
è meglio assimilabile dall’organismo umano rispetto a quello
contenuto nelle fonti vegetali. Inoltre le proteine di origine
vegetale sono meno ricche di aminoacidi essenziali. La carne,
un tempo appannaggio solo delle tavole nobiliari o destinate
ai giorni di festa, rappresenta un importante alimento nell’ambito di una dieta varia ed equilibrata. Gli Italiani sono, dopo i
giapponesi, la popolazione più longeva al mondo.
>
prodotto in evidenza:
mantenimento con pesce
Centro offre una gamma di prodotti per alimentazione di
animali domestici sia secchi che umidi, verificati e controllati
in tutte le fasi della lavorazione per salvaguardare la salubrità
e la salute degli animali. Si tratta di una linea completa di
mangimi per cani e gatti di tutte le razze in ogni fase della
crescita. I formulati sono preparati con materie prime selezionate e sono pensati per garantire il giusto apporto di
proteine, grassi e sali minerali. I prodotti Centro forniscono
agli animali tutte le sostanze nutritive necessarie alla crescita
dei cuccioli e al mantenimento del loro stato di salute in età
adulta.
Per il benessere del nostro cane adulto si consiglia l’alimento
di mantenimento a base di pesce, pasto completo pensato
per la dieta del cane a partire da 12 mesi. L’alimento è a
base di tonno, appetibile, perfettamente digeribile e con
un’elevata biodisponibilità. Contiene inoltre una scorta rilevante di vitamina E, antiossidante naturale, oltre alla polpa
di barbabietola che fornisce il giusto nutrimento alle cellule
intestinali.
Tutti i prodotti Centro sono frutto di una ricerca che punta
alla selezione delle materie prime e alla creazione di prodotti che soddisfano le esigenze nutrizionali degli animali. Le
materie prime scelte per i prodotti sono tutte di massima
qualità, con il corretto dosaggio di carboidrati e grassi altamente digeribili, per fornire energia, regolarizzare e proteggere l’apparato gastro-intestinale degli animali. I prodotti
contengono infine acidi omega 3 e omega 6 per supportare
le funzioni vitali, mantenendo un aspetto sano del pelo folto
e lucido e ritardando l’invecchiamento delle cellule; il calcio
per rafforzare ossa e denti, le vitamine e i sali minerali per
una nutrizione bilanciata.
>
intanto in cantina...
La vendemmia 2015 è ormai conclusa, e i preziosi frutti di un’annata qualitativamente esaltante sono ormai
stati trasformati nel nettare degli Dei. Nella nuova
cantina di Benedetti e Grigi, tecnologicamente all’avanguardia, i grappoli sono stati trasformati prima in
mosto, poi da lì il lavoro silenzioso ma profumatissimo dei lieviti ha trasformato il succo d’uva in vino,
che adesso comincia il suo percorso di affinamento che
lo vedrà cambiare fino a raggiungere la sua massima
espressione nei prossimi mesi.
Massimo
massimo
giacchi
responsabile cantina
benedetti & grigi
>
un calice d’assaggio
montefalco rosso
Il Montefalco rosso è considerato il vino del territorio
per eccellenza. Frutto dell’assemblaggio di Sangiovese,
Sagrantino e Merlot, si presenta nell’annata 2011 con
un colore rosso intenso con riflessi violacei. Al naso
ricorda la frutta rossa matura con sentori di spezie e
vaniglia. Il gusto è morbido e vellutato. Si beve fin da
subito rivelando la sua forza, con il tempo mitiga la sua
nota tannica.
Intenso e spregiudicato come un brano dei Led Zeppelin scalderà le serate autunno-invernali accanto ad
arrosti e formaggi stagionati.
>
traguardi di grande qualità
per la vendemmia 2015
Si è conclusa da poco la vendemmia 2015 ,possiamo dire con
certezza che è stata una stagione memorabile da un punto di
vista della qualità delle uve.
Sicuramente l’annata 2015 verrà ricordata come la vendemmia più interessante nell’ultimo decennio , era molto tempo
che ormai non si raccoglievano le uve al tempo dovuto , in
Umbria quest’anno abbiamo avuto una vendemmia veramente interessante sotto ogni profilo uva sanissima con una
maturità polifenolica da manuale di enologia , non a caso in
cantina abbiamo dei vini rossi molto interessanti che lasciano presagire dei prodotti che lasceranno un bel ricordo.
I vini bianchi in particolare Grechetto e Trebbiano Spoletino hanno dato la conferma del loro potenziale enologico
e vanno a rafforzare il concetto di vitigni autoctoni , è per
questo motivo che l’azienda Benedetti e Grigi con la nuova
cantina e con una tecnologia all’avanguardia e con le giuste
conoscenze siamo riusciti ad esaltare al massimo quello che
madre natura ci aveva consegnato tra le mani.
daniele
di mambro
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