L`olio della lampada - Fondazione Laudato Si

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L`olio della lampada - Fondazione Laudato Si
Raphaël
P E R I O D I C O T R I M E S T RA L E D E L L A C O O P E RAT I VA S O C I A L E RA P H A Ë L
L’olio
della lampada
N. 1/2001
FEBBRAIO
ANNO
2001
XVII
DON PIERINO FERRARI
R
a
p
h
a
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l
Periodico trimestrale
della coop. di solidarietà
Coop. sociale Raphaël
Clusane d’Iseo
via Risorgimento
tel. 030/ 9829136
Spedizione
in abbonamento postale
Art. 2 comma 20 lett. C)
legge 23.12.1996 n. 662
Filiale di Brescia
Tassa pagata
Autorizzazione
del Tribunale di Brescia
n° 25 del 7/8/1975
L. 1.000
Direttore responsabile:
Angelo Onger
Tipografia: F.lli Tagliani
via Cairoli, 9 - Calcinato
L
a notte è passata, il giorno s’avvicina.
È stata una lunga notte. È vero. Non è ancora giorno, ma ad oriente si fa chiaro. Sono le luci dell’alba.
La lampada ci ha permesso di mantenerci in piedi a vegliare, perché il tesoro fosse custodito. Le uniche nostre armi sono stati gli
occhi aperti e vigilanti e l’olio, per mantenere viva la fiamma: la
speranza.
La notte è fatta per sognare, ma sogna soltanto chi dorme.
(CONTINUA
A PAG.
9)
Raphaël -
M
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FEBBRAIO
entre mi accingo a
stendere queste note avverto due preoccupazioni:
dover concentrare in poco spazio un argomento
molto denso e complesso; non ripetere cose già
dette in questa sede. Non
do molta importanza al
pericolo di ripetermi perché ci sono cose che dovremmo dirci continuamente per farle diventare
vita. Quanto allo spazio,
siccome non ho la presunzione di sapere tutto
e, in particolare, di sapere
il giusto, come sempre mi
limito a esprimere alcune
riflessioni, lasciando a
ciascuno il compito di correggerle, svilupparle, integrarle,... buttarle.
L’argomento intanto è
suggerito dalla facilità
con cui, dentro e fuori il
matrimonio, si compongono e si rompono i rapporti tra le persone. Tanto
per dire, l’indissolubilità
del matrimonio fa parte di
un bagaglio ideologico
superato. È vero che la
stragrande maggioranza
delle coppie continua a
sposarsi in chiesa, ma
questo non basta a modificare la realtà dei fatti
che disegna le porte del
matrimonio come quelle
di un albergo, con il via
vai continuo delle persone per cui non sai mai
quali sono quelle che restano e quelle che sono
di passaggio. Sposarsi,
separarsi, risposarsi e ri-
l’editoriale
2001
Alberi
senza
radici
ANGELO ONGER
separarsi sono operazioni
quasi normali.
La base culturale su cui si
fondano tali comportamenti è in gran parte fornita da un concetto dell’amore che è privo di qualsiasi prospettiva di tempo; il motto dominante è
«fin che dura». Come corollari naturali vengono le
affermazioni: se non c’è
l’amore è inutile (e impossibile) stare insieme; la
convivenza forzata genera ipocrisia, se non violenza; anche per i figli è
meglio avere dei genitori
separati che vivere in uno
stato di continua tensione; e via di seguito.
Quando ci si interroga su
tale situazione, penso
che non basti chiamare in
causa il venir meno della
convinzione religiosa e
quindi della condivisione
dello spirito evangelico.
La frattura appare più estesa e più profonda. Una
delle componenti fondamentali della esperienza
quotidiana è certamente
la mancanza del radicamento e/o la conseguente precarietà di tutti i punti di riferimento più importanti: la grande evoluzione in atto nel mondo del
lavoro e in quello delle
comunicazioni (trasporti e
mass–media) trascina la
vita di ogni persona in un
vortice di difficile gestione.
Un filosofo contemporaneo definisce in questo
modo la nostra condizione: «L’esistenza dei soggetti umani è diventata una successione di passaggi da alcuni ambiti
sconnessi ad altri ambiti
sconnessi, senza che ci
sia una continuità di esperienze né un progressivo arricchimento personale. Questo accade non
solo nel corso di una settimana, ma perfino nel
corso di un sol giorno. Nel
volgere di ore o di minuti
si passa da un universo di
valori a un altro totalmente diverso, così che l’individuo non si può riconoscere in nessuno di essi:
si deve mettere la maschera per rappresentare
ciascuno dei diversi ruoli
senza che il portatore della maschera sappia bene
chi è e dove vive» (T. Berger).
Alla fine si capisce bene
come e perché oggi la
maggioranza delle persone viva non tanto di grandi speranze o prospettive
globali, quanto di progetti
a breve scadenza, di obiettivi a portata di mano.
Questo induce a parlare
di morte delle ideologie,
della mancanza di valori,
di pensiero debole e via
di seguito.
Sono giudizi condivisibili,
a patto che si tenga conto
del fatto che ci sono dei
valori largamente condivisi e vissuti, quale che sia
il giudizio etico che se ne
voglia dare. Primo fra tutti il diritto soggettivo a vivere la propria vita e la rivendicazione in assoluto
della felicità. Mi è rimasta
impressa l’opinione di una signora che si esprimeva così: «La vita è mia
e me la rovino io, quando
lo dico io e comunque a
modo mio». Questo è un
pensiero tutt’altro che debole e tutt’altro che raro
da riscontrare nelle opi-
l’editoriale
nioni correnti. La stessa
cosa si può dire della diffusa aspirazione–rivendicazione ad avere tutto e
subito.
I rapporti di copia sono ulteriormente compromessi
da una cultura del sesso
che è passata dal proibizionismo al permissivismo senza soluzione di
continuità. Alla base c’è
sempre una sopravalutazione del sesso nella costruzione di un rapporto
umano fondato su tutto
l’essere piuttosto che sugli organi genitali. Siamo
molto lontani dalla ricerca
di un equilibrio che collochi il sesso nel quadro
complessivo della vita,
senza isolarlo da una parte come veicolo di tutti i
mali e dall’altra come
possibile strada verso il
paradiso terrestre. A me
pare che la Chiesa soffra
a sua volta di un’enfasi
quando sembra attribuire
al sesto comandamento
una importanza che non
ha e che non avrebbe se
si prendesse sul serio il
primo comandamento,
quello dell’amore. Mi fa
innervosire sentire dei ragazzini, interrogati sulla
natura del peccato, rispondere che il peccato è
«fare le brutte cose».
Poi non bisogna dimenticare che anche il matrimonio viene ampiamente
sfruttato dal punto di vista
del consumismo e dello
spettacolo. In Giappone
Raphaël -
ci sono alberghi che forniscono tutti i servizi possibili ai novelli sposi, compresa una finta cappella
con un finto prete e un finto rito cattolico: una mistificazione che spaventa!
Ma che entra nel grande
calderone degli esibizionismi. Tanto da farmi pensare che da noi la chiesa
il prete e il rito sono veri,
ma lo spirito spesso è
molto vicino alla finzione.
Neanche a farlo apposta,
mentre stavo concludendo queste note, sul mio
tavolo di lavoro è arrivato
il dossier di una società
di pubbliche relazioni del
Lussemburgo. Vi cito le
prime righe della prima
pagina: «Matrimonionline
è il primo e unico sito al
mondo che permette di
celebrare matrimoni virtuali su Internet. Un matrimonio che avviene nel
cyberspazio, un’unione
tra bit e circuiti elettronici
ma con il sapore vero di
un segno di affetto e di amore. Per sposarsi su Internet non vi sono barriere: né di età, né di censo…né di sesso: qualunque coppia è bene accetta senza alcuna preclusione. Le possibilità sono
infinite: accompagnati da
due simpatiche guide a
forma di cuori alati si costruiscono a poco a poco
gli alter ego virtuali, i personaggi che rappresenteranno gli innamorati
durante il matrimonio.
Anche il luogo delle nozze è a loro discrezione:
Parigi come Venezia,
Capri come New York, o,
per i più avventurosi, la
Luna o Marte. Stabilito il
giorno e l’ora della cerimonia i futuri sposi si incontreranno via Internet
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comunicando in chat. Alle nozze potranno assistere amici e conoscenti;
l’intera cerimonia, se lo si
desidera, viene memorizzata nel sito e può essere rivissuta quante volte si vuole. Matrimonionline spedisce a chi lo
chiede una coppia di fedi
reali e un certificato che,
senza la pretesa di alcuna validità, accresce il
valore simbolico del momento vissuto».
In questo contesto, ve ne
rendete conto anche voi,
diventa quasi impossibile
parlare di fedeltà e di indissolubilità. Di più: si
perdono i confini fra il reale e l’immaginario e avanzano quelli della paranoia. È in gioco non solo
e non tanto il matrimonio
e/o il rapporto di coppia
quanto il senso della vita.
Dovremo riparlarne.
3
•
Una visita alla «Plantula» (noviziato delle Missionarie Francescane del
Verbo Incarnato ove è sepolta la Serva di Dio Madre Giovanna Francesca dello Spirito Santo) per rinsaldare le radici
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Amici di Raphaël
2001
L’agenda
degli amici
di Raphaël
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La Redazione di Raphaël è
grata a quanti vorranno
comunicare le varie iniziative
che intraprendono in favore di
Raphaël, inviando materiale
(fotografie, cronaca, commenti)
alle segreterie degli ambulatori
di Calcinato, di Clusane e di
Castel Goffredo.
Messaggi in musica
a Castegnato
CARLO SERRA E LUCIANO MAFEZZONI
Già da parecchio tempo il nostro gruppo Amici di
Raphael aveva pensato di invitare a Castegnato don
Piero e la comunità Mamré, a presentare la sua opera
ed il suo modo particolare di vivere la fede, alla luce del
Vangelo, in comunione e a servizio degli altri, «i più deboli ed indifesi».
Nonostante qualcuno di noi avesse avuto modo di conoscere
già da vicino don Piero ed il suo operato, ci sentivamo un po’
preoccupati e titubanti, sia nel coinvolgimento delle varie associazioni presenti nel nostro paese, sia per la buona riuscita della manifestazione.
Questi ostacoli sono stati ampliamente superati già dai primi incontri che si sono tenuti con i vari responsabili dei gruppi di Castegnato.
Queste persone ci hanno sostenuto e hanno dato la loro piena
disponibilità e collaborazione nell’organizzazione della serata.
Questo spirito di amicizia ci ha reso più fiduciosi, ci ha dato un
nuovo slancio a continuare la strada intrapresa, inoltre ci ha fatto capire che non ci dobbiamo scoraggiare prima di partire ma
dobbiamo avere più fiducia negli altri e nella provvidenza.
Finalmente è arrivata la serata programmata, «Messaggi in musica» che abbiamo voluto inserire nell’ambito delle manifestazioni dell’inaugurazione del nostro polivalente dell’oratorio, nella
giornata dedicata al tema della solidarietà.
La partecipazione della gente è stata molto positiva ed entusiasmante. Fin dall’inizio della serata siamo stati coinvolti
dall’atmosfera di gioia e speranza che ci veniva trasmessa
da don Piero attraverso dialoghi, diapositive e dalle sue canzoni.
Molto commoventi sono state le testimonianze del dott. Bianchi
che ha scelto di mettere la sua professione a servizio degli ammalati, di suor Liliana che presta la sua opera a favore dei malati terminali e a sostegno delle loro famiglie.
Così pure sono stati presentati molto bene dall’ing. Biolghini e
da Beatrice la struttura e gli scopi dell’associazione Raphaël, gli
obiettivi che si prefiggono di raggiungere, in particolar modo la
realizzazione di un sogno – il «Laudato Sì’» – una struttura per
i malati di cancro.
Questi messaggi non ci hanno certo lasciato indifferenti, anzi ci
hanno fatto riflettere molto; tuttora ci interpellano e chiedono a ognuno di noi una risposta generosa, impegnandoci in prima persona, senza delegare ad altri ciò che ci viene richiesto, inizian-
Amici di Raphaël
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do col saper vedere con occhi nuovi i fratelli che sono nel bisogno.
Sembra che questa scelta di vita sia in contrasto con quanto ci
viene proposto oggigiorno, ognuno pensa a se stesso, al proprio
star bene, pertanto non vede o non vuol vedere oltre chi gli sta
accanto. San Paolo apostolo, nella lettera ai Corinzi, ci invita ad
aspirare ai carismi più grandi, attraverso la carità. Tutto l’operato di don Piero ci sembra improntato verso questo traguardo che
si traduce in gesti concreti di carità, accoglienza, semplicità,
provvidenza, passione, ascolto di Dio (per saper cogliere il disegno che Lui ha su ognuno di noi), attenzione all’altro e la preghiera che dà forza a tutto.
Come ci viene appunto spiegato in questa lettera, la carità non
avrà mai fine, tutto passerà, ma non la carità.
Auspichiamo pertanto che ognuno di noi sappia essere sempre
segno di carità e di speranza.
...e a Caionvico
Segnaliamo la bella serata di Messaggi in Musica tenutasi a Caionvico, resa particolarmente calda dal parroco,
l'amico don Gianfranco, che con il seguente scritto aveva invitato don Piero:
«L'ho sempre detto che sei tutto matto; oggi aggiungo: ...
sei inguaribile.
È giunta l’ora che tu faccia conoscere anche alla mia comunità la tua opera di... salvezza.
Ti attendo la sera di lunedì 18 dicembre.
Mi auguro che i miei parrocchiani subiscano il tuo contagio.
Con l'amicizia e la stima di sempre.
Don Gianfranco Prati».
A bocce ferme
Anche quest'anno la società bocciofila GB di Cortefranca ha organizzato il campionato provinciale a
terne 2001, 17° trofeo Bianchetti Ferdinando A.M.
Il campionato si è concluso sabato 20 gennaio; il
Presidente di Raphaël, don Pierino Ferrari è stato
invitato in quanto la società ha devoluto un'offerta
alla Cooperativa.
Un grazie a tutti gli promotori e in particolare al presidente del comitato Jannucci e del bocciodromo
Bianchetti.
•
Chi desiderasse
proporre nel
proprio paese
«Messaggi in
musica» si rivolga
a Beatrice, n. tel.
030/ 9969662
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volontari
Portatori
di spirito
umano
ono un po’ restia a parlare
suoi familiari erano andati a
del mio servizio come volonfar visita ad altri parenti.
taria, ma ho accettato di
Confesso che inizialmente
condividere la mia esperienl’idea di passare sola con lei
za pensando fosse cosa utitutte quelle ore mi spaventale.
va un po’.
Alla nostra attività come voSentendosi molto di peso allontari Raphaël non è richiela famiglia questa signora rista una grande capacità tecpeteva continuamente di vonica: serve piuttosto molta
ler morire o quantomeno di
sensibilità, attenzione, dolvoler dormire assumendo
cezza e sollecitudine.
del Tavor. Era inoltre terroNoi dobbiamo essere qualirizzata dall’idea del freddo e
LUCIANA TIRALI
ficate in umanità.
per questo si avvolgeva in
Generalmente il nostro comsciarpe e golf di lana: muopito consiste nel tener comverla diventava alquanto difpagnia all’ammalato, essere
ficoltoso, perché ogni volta
dì appoggio ai familiari ed eventualmente sostituirli se bisognava risistemare il tutto.
si devono assentare.
In quella giornata non feci altro che assecondarla anLe situazioni che si presentano non sono facili; an- che in queste sue piccole manie, ognuno di quei golf
ch’io, dopo 5 anni, non posso dire di aver acquisito si- aveva una storia che lei puntualmente mi raccontava
curezza. Ogni volta che devo affrontare una nuova si- e questo favorì anche il passare del tempo.
tuazione mi assalgono gli stessi dubbi e le stesse in- Nonostante i familiari mi avessero dato tutte le indicacertezze di non essere in grado di dare ciò che l’am- zioni per prepararle il pranzo e la cena, io cercai di
malato e la famiglia si aspettano.
coinvolgerla chiedendole in continuazione dove si troQuando entro in una casa la mia preoccupazione più vassero le varie cose che mi servivano: questo la fece
grande è quella di capire, naturalmente non per giudi- sentire meno estranea a ciò che le accadeva intorno.
care, ma per essere veramente di aiuto in quei parti- Per accontentarla, il pomeriggio, mi ero sdraiata un po’
colari momenti.
vicino a lei per riposare e questo la tranquillizzò molto.
Per portare una piccola testimonianza della mia espe- Quando arrivò sera e i suoi familiari tornarono, mi resi
rienza vorrei parlarvi di una giornata trascorsa ad assi- conto che il bilancio della giornata era stato positivo,
stere un’anziana signora (malata di tumore), mentre i perché avevo dato loro la possibilità di stare tranquilli;
lei in quelle ore era stata serena; non aveva ripetuto di voler morire ed io, quella sera, come ogni volta che torno dopo essere
stata ad assistere un malato, provavo una
grande pace. Una pace che si prova solo
quando riusciamo a dimenticare noi stessi,
quando abbiamo la sensazione di aver fatto del bene.
Io credo molto nell’utilità di questo nostro
servizio e vi posso assicurare che questa
mia convinzione non è senza fondamento,
ma è dimostrata dall’accoglienza e dalla
gratitudine che mi hanno sempre dimostrato tutte le persone che in questi anni mi
hanno permesso di essere loro vicina.
•
radio Raphaël
Raphaël -
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2001
Incontrarsi
nell’etere
Radio Raphaël ha cominciato a
diffondere i suoi messaggi nel
1990 e da allora, senza
interruzione, ha svolto
un’instancabile attività finalizzata
a raggiungere i seguenti obiettivi:
– promuovere un’educazione
sanitaria che ponga al centro la
prevenzione, quale arma
vincente contro il cancro;
– creare una rete di collegamento
per quanti, in nome della
solidarietà, desiderano
condividere la sollecitudine per
ogni sofferenza dell’uomo;
– dilatare a distanza il calore
dell’amicizia, vissuta in nome
dei comuni ideali e offrirsi
quale strumento di coesione
affettiva per quanti già li
vivono;
– trasmettere, in funzione di una
crescita globale della persona
diversificate proposte culturali
e formative, incorniciate da
buona musica.
LE FREQUENZE
Lago d’Iseo e Franciacorta ................FM
Pianura bresciana ..............................FM
Basso lago di Garda ..........................FM
Alto lago di Garda ..............................FM
Lago d’Idro .........................................FM
Pinzolo e Madonna di Campiglio .....FM
92.7
105.8
103.1
106.2
107.2
107.1
MHZ
MHZ
In questi anni Radio Raphaël è
diventato uno prezioso strumento
di sensibilizzazione e di unione
affettiva: lo testimoniano tanti
riscontri quotidiani.
Radio Raphaël è anche tua:
aiutaci a migliorarla e a
propagandarne l’ascolto.
MHZ
MHZ
MHZ
MHZ
Il responsabile tecnico della radio
Luciano Gatti
7
Raphaël -
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2001
radio Raphaël
I ricordi
di ieri e le
voci di oggi
ovistando nella mia
mati sott’olio per l’invermemoria, ricordo di esno. Ogni casa aveva in
sere stato a Clusane in
bella vista i suoi archetti
un lontano giorno intorche i gatti, sornioni,
no agli anni sessanta.
sbirciavano da lontano
Con mia moglie, sposati
con finta indifferenza,
da pochi anni, decidemmuovendo impercettibilmo di fare una gita al lamente i baffi.
go per gustare la tinca
Non ricordo altro, ma
al forno con la polenta.
quelle visioni mi sono
Era un sabato mattina
sufficienti per passeglimpido di primavera e,
giare idealmente e beaquando giungemmo lì
tamente per le vie del
CARMELO (ALBINO - BG)
nel vostro paese, alla vivostro paese.
sta del lago splendente
nella luce abbagliante
Come vedo le
del sole, anziché prosepersone di Clusane
guire per Iseo, ci fermammo.
conosciute attraverso la radio
Forse fummo attirati dall’atmosfera di pace che si La prima voce giuntami da Clusane è stata quella
respirava tra quelle prime case del paese.
del vostro parroco, don Pietro, che quella sera di
Certo, le automobili allora erano poche, e le per- circa due anni fa, recitava la compieta. Ebbene: la
sone potevano ancora camminare tranquille per sua benedizione mi toccò profondamente.
le vie delle contrade ed anche soffermarsi a di- Il potere comunicativo del vostro Pastore è eccescorrere. Le voci, i richiami e gli strilli dei bambini zionale perché coinvolge, convince e commuove.
non erano soffocati dai rumori assordanti e insop- Il suo tratto semplice e chiaro sa rendere facili anche i concetti di non agevole comprensione; la
portabili di oggi.
Del paese mi è rimasta un’immagine visiva piutto- sua parola è quindi molto efficace. Il suo modo di
sto vaga, ma molto bella. Case antiche in muratu- fare infaticabile, sempre premuroso e alla mano,
ra solitamente di sassi a vista, con tetti spioventi mi ricorda Papa Giovanni. Ha la stessa statura, è
quasi sin sulla strada e degradanti dolcemente più minuto, ma deve avere lo stesso cuore.
verso il lago. A molte di queste abitazioni si acce- I suoi capelli abbondanti, sono ormai tutti bianchi.
deva salendo alcuni gradini esterni sui quali le Supera la sessantina ed è sempre sorridente.
È un cantautore di alto livello soprattutdonne si sedevano a pulire il pesce tra i vasi
to di musica sacra, ed anche un pianidei gerani. Ecco, io vedo ancoo
n
o
f
e
l
sta provetto.
ra l’armonia di quel borgo trane
t
eri di
m
u
n
i
r
I
o
Le sue litanie sono come bellissimi
quillo che si compiace della sua
bulat
degli am
fuochi d’artificio scoppiettanti, vivaci e
dignitosa semplicità. Vedo i tetti
sempre nuovi, in un repertorio inericoperti di coppi e il selciato orto
69662
sauribile per ritmo e tonalità. Ogni
Calcina
dinato delle sue viuzze interne.
030/99 200
64
9
/9
0
3
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volta, dopo la Salve Regina, aspetto
Infine, ciò che mi è rimasto parti88
/99820
la sorpresa.
colarmente impresso nella mente,
fax 030
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è stata la vista di strani archetti di
e
2913
Clusan
030/98 025
Intorno a don Pietro ruotano molte
legno tesi con lo spago su cui sta829
x 030/9
fa
persone. Dalle voci mi sono fatto
vano infilzati tanti pesciolini aperti
o
Goffred 6/771292
un’idea di come possono essere.
longitudinalmente, esposti alla luce
7
Castel
03
Innanzitutto ci sono due sacerdodel sole. Mi dissero allora che, dopo
80024
Lograto
ti, entrambi di mezza età; uno di
la cura del sole, sarebbero stati siste030/97
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Rivolte
030/99
radio Raphaël
Raphaël -
media statura, con l’accento tipico di chi ha soggiornato negli Stati Uniti d’America e l’altro, più alto, con la voce scura e molto severo, dev’essere
delle parti di Cremona. Sia l’uno che l’altro sono
schietti e pragmatici nelle loro omelie della messa
e non indulgono mai in inutili voli pindarici.
Poi c’è la bellissima voce che canta, alternandosi
con don Pietro, nelle litanie della Vergine; ma che
si esibisce anche da sola. C’è pure un signore onnipresente che fa tantissime cose, ma che non
dev’essere un sacerdote poiché non l’ho mai sentito celebrare la S. Messa. Recita il S. Rosario, guida il canto in chiesa con voce robusta e convinta.
Ci sono poi i giovani: quello dalla «r» arrotata, che
annuncia la comunione spirituale per gli ascoltatori
di Radio Raphaël. Dev’essere molto diligente e
bravo; ricordo molto bene e quindi riconosco subito la voce della signorina, dal marcato e piacevole
accento bresciano, che una sera ha recitato in modo perfetto la bellissima poesia «Il tempo di un’Ave
Maria». Si tratta di una studentessa molto brava.
Infine, c’è la voce del popolo cristiano, il cui canto
risuona tra le volte della chiesa nella quale anch’io
mi rifugio e mi nascondo, ascolto, prego e canto
con tutti voi.
All’organo c’è un artista che spesso lo sento cimentarsi con sonate di Bach. Dev’essere giovane,
perché non disdegna di conciliare l’organo con le
chitarre.
Altre voci si presentano saltuariamente, rendendo
difficile la loro caratterizzazione.
Per oggi basta. Chiedo scusa e vi saluto.
FEBBRAIO
2001
L’olio della lampada - segue da pag. 1
Chi veglia attende, pensa, prega, soffre,
spera che faccia giorno.
Il nostro desiderio d'avere la disponibilità di
un luogo dove curare gli ammalati di cancro
è iniziato nel 1983.
Un ventaccio – non opera divina – è
infuriato dai quattro punti cardinali, durante
la lunga notte.
Era il soffio delle bocche di politici, di
amministratori, di burocrati, di gente–bene.
Volevano spegnere la fiamma, ma più
soffiava il ventaccio, meno efficace appariva
l'effetto.
Ora, gli «uomini della notte», all'apparire
dell'aurora si stanno ritirando.
Ci vengono incontro gli «uomini del giorno».
Li salutiamo e acclamiamo con
riconoscenza.
Grazie, Amici, d'aver creduto alla nostra
speranza, affinché, per la vostra
lungimirante saggezza, il desiderio di molti
divenga realtà.
•
C
ara radio Raphaël,
sono di Goito (Mn) ridente località posta sulle sponde del
Mincio.
In questo dolce e caro periodo
natalizio ho goduto tanto le
trasmissioni. Appena rientravo
in casa, cercavo le ciabatte e
le tua voce.
È stato un continuo legame,
creando la giusta poesia del
Natale: S. Messa, catechesi,
Rosario e tanta buona musica,
tanto da farmi sentire più buono, e di vedere con ottica diversa le cose.
Chiedo al Signore di mandare
il suo Spirito in questa parrocchia, di passare per le vie di
questo paese, di entrare in tutte le famiglie portando pane e
bene.
Chiedo di proteggere i suoi
giovani e di tenerli lontano dal
filo diretto
male.
Grazie radio Raphaël, al Parroco che certamente l'ha voluta, ai suoi collaboratori per la
continua disponibilità a mantenerla in funzione.
Alleluia, alleluia!
U GO
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Raphaël -
FEBBRAIO
Nuove
modalità di
esenzione dal
pagamento
delle
prestazioni
clinico–
strumentali
10
ambulatori
2001
Verrà consegnata una
tessera color AZZURRO ai
pazienti oncologici con malattia in fase attiva:
pazienti che, dopo il trattamento
primario, sono andati incontro a
recidiva di malattia, oppure che
si presentavano tali già al momento della diagnosi.
L’esenzione è totale, e si applica
per tutte le visite e tutti gli esami.
È tuttavia possibile che, ove ciò
non sia di pregiudizio alla salute
e al conforto del paziente, gli esami ematochimici possano essere richiesti dal medico di famiglia.
N.B.: Per i pazienti in cui la diagnosi non è stata fatta nella nostra struttura l’esenzione non si
applica agli esami che il medico
richiede al momento della presa
in carico (prima visita).
Sono tre i messaggi che vengono offerti agli amici di Raphaël quando si riuniscono per il loro aggiornamento. Eccoli:
1. è necessario manifestare il coraggio dell'impossibile
2. bisogna importare scienza, piuttosto che esportare malati;
3. chi è sano deve pensare e solidarizzare con chi è malato.
È per quest'ultima convinzione che la Cooperativa Raphaël intende
essere solidale con i malati oncologici, nel modo che viene descritto
qui di seguito.
Verranno distribuite ai malati tre tipi di tessere, ognuna delle quali
esprimerà il tipo di esenzione, accordato alle specifiche persone.
Verrà consegnata una
tessera color ROSA ai pazienti oncologici in trattamento adiuvante:
pazienti di qualsiasi provenienza
che eseguono presso di noi la
chemioterapia complementare
al trattamento chirurgico.
Esenzione limitata al costo di:
– visite cliniche (senza limitazione di numero).
– controlli ematochimici per la richiesta del ciclo successivo di
chemioterapia
– tutti gli esami strumentali (incluso es. ematochimici, TAC
ed endoscopia) che il medico
ritenga, nel corso della terapia,
essere pertinenti con la malattia di base, con la ricerca di eventuali recidive e con la ricerca di effetti collaterali alla terapia in corso.
P.S.: non si applica l’esenzione alle seguenti categorie di persone:
– pazienti sottoposti ad asportazione di lesioni considerate precancerose
(es. adenomi del colon, CIN della portio, iperplasia atipica della mammella,etc.);
– pazienti oncologici di qualsiasi tipo che vengono seguiti per i controlli
e/o le terapie da altre strutture, e che si servono dei nostri servizi per
eseguire gli esami richiesti altrove;
– utenti di qualsiasi provenienza, oncologici e non oncologici, che eseguono esami strumentali solo con richiesta esterna.
Verrà consegnata una tessera color VERDE ai pazienti
oncologici in follow-up ordinario presso la nostra struttura:
Pazienti che, concluse le terapie
complementari all’intervento chirurgico, entrano in regime di controllo clinico–strumentali di sorveglianza, secondo lo schema fissato dal protocollo interno (compresi
i pazienti sottoposti ad asportazione di lesioni tumorali «in situ»)
Esenzione limitata al costo di:
– visite cliniche (senza limitazione di numero)
– controlli strumentali previsti dal
protocollo di osservazione (di
regola, esclusi i controlli ematochimici, che possono essere richiesti al medico di famiglia durante la visita precedente)
– tutti gli altri esami strumentali (incluso es. ematochimici, TAC ed
endoscopia) che il medico ritenga, nel corso della visita, essere
pertinenti con la malattia di base
e la ricerca di eventuali recidive.
L’esenzione, se non si verificano
recidive, viene interrotta dopo 5
anni dalla diagnosi di malattia.
N.B. per i pazienti la cui diagnosi iniziale non è stata fatta nella
nostra struttura l’esenzione non
si applica agli esami che il medico richiede al momento della
presa in carico (prima visita)
dai medici
Raphaël -
FEBBRAIO
2001
L’isterosonografia
Una tecnica alternativa per la diagnosi dei polipi dell’utero
DOTT.SSA MARIA AMICO
Una nuova tecnica
A chi è rivolta
In cosa consiste
Vantaggi
Da qualche mese è stata introdotta presso il nostro centro di Calcinato l’isterosonografia, ovvero una tecnica per la diagnosi di neoformazioni endouterine
(polipi e miomi).
L’indagine è rivolta a pazienti che, sia nel corso di un controllo preventivo, sia
in seguito alla comparsa di perdite ematiche vaginali intermestruali, emorragie
mestruali o perdite ematiche in menopausa, siano state sottoposte ad un’ecografia transvaginale. Se nel corso di quest’ultimo esame si rileva la presenza di
un «sospetto» polipo endocavitario, o se l’esame
non è dirimente, il passaggio successivo dell’iter
diagnostico consiste nel sottoporre la paziente
all’isterosonografia.
Detta tecnica non richiede alcun tipo di anestesia, né generale né locale (a volte viene
praticata un’iniezione intramuscolare per
impedire che la pressione arteriosa scenda durante l’esecuzione dell’esame) e
consiste nell’introdurre, mediante un piccolo catetere monouso inserito all’interno
dell’utero, 10–20 ml di soluzione fisiologica sterile che permettono la distensione della cavità uterina e la visualizzazione al suo interno di eventuali polipi o di
un eccessivo ispessimento dell’endometrio (= mucosa che riveste l’interno dell’utero).
Se l’esame risultasse positivo, la paziente verrà inviata presso un centro ospedaliero per la rimozione del polipo mediante isteroscopia in anestesia generale.
In caso contrario riteniamo concluso l’iter diagnostico.
Il vantaggio di detta metodica consiste
nell’evitare in circa il 50% dei casi (come
risulta dai dati finora elaborati presso il
nostro centro) il ricovero ospedaliero e
l’anestesia generale sulla base del solo
dubbio diagnostico indotto dall’ecografia
transvaginale.
11
Raphaël -
N
12
FEBBRAIO
egli ultimi dieci anni
l'avvento di nuovi farmaci
antidepressivi,
scevri da importanti effetti collaterali che caratterizzavano gli antidepressivi della prima
generazione (nata intorno alla fine degli anni
cinquanta),
sembra
consentire l'accesso ad
una dimensione nuova
nel trattamento del male di vivere dell' uomo
d'oggi.
Tuttavia
operazioni
diagnostiche riduzioniste e schemi di riferimento troppo rigidi
molte volte perdono di
vista l'uomo del nostro
tempo, che con l'avvento di un esasperato
tecnicismo, vive precariamente per la perdita
di valori tradizionali e
per la difficoltà di strutturare validi modelli
culturali.
La cultura del Manuale
diagnostico e statistico
dei disturbi mentali,
quarta edizione (D.S.M.
IV), insiste in un’attitudine al colloquio psichiatrico, caratterizzato dalla ricerca nel paziente
dei punti diagnostici
quasi fossero dei sintomi, trascurando altri eventi di natura più spiccatamente emotiva, ivi
inclusi quelli concernenti la relazione con il
curante.
La «cultura» del D.S.M.
IV taglia corto con ogni
dai medici
2001
Note sulla
depressione
PROF.
GIORGIO MAX
pretesa psicodinamica
o esistenziale, omologando l'evento centrale
della psicopatogenesi
depressiva in una categoria di uguali, variabili
solo per la gravità dell'affezione.
Ecco la nuova sostanza
«mirata» che sconfigge
la depressione, ma che
poi rivela che la ricerca
di questo rimedio «definitivo» è dovuta a una
valutazione meramente
economica.
Secondo recentissime
stime del Wall Street
Journal, negli Stati Uniti
17 milioni di persone
soffrono di patologie
depressive dimostratesi
resistenti agli attuali psicofarmaci: un mercato
del valore di 7 miliardi di
dollari.
E così il fiorire di congressi, corsi di aggiornamento che altro non
servono che ad aggiungere
qualche
precisazione alla «scheda»
per l'impostazione operativa (tecnica), consegnando all'operatore il
potere supremo di sancire una rappresentazione del mondo come
sistema di valori, di
priorità operative.
Così l'età della tecnica,
ampiamente prevista
da filosofi del calibro di
Tillich («Il coraggio di esistere») di Heidegger,
di Jünger, recentemente scomparso, esautora
l'uomo dai suoi diritti,
dalle sue responsabilità
di vivente, consegnandolo all'illimitatezza di
un corpo senza nascita
o morte, eternamente
funzionale, bene inalienabile di cui godere, di
un godimento illimitato
e terribile, consegnato
ad una euforia senza fine.
Così l'immaginario dell'uomo della «tecne» si
eternizza in un infinito
videogame, e questa
perdita della prospettiva
umana, questa invulnerabilità della macchina,
questa eternità da supermercato dei cloni,
rende l'Altro come una
irregolarità di visione,
scotoma, macchia, inciampo da eliminare.
Eppure la mia idea di
partenza era, ed è, che
i nuovi antidepressivi
costituiscono un grosso
passo avanti nella terapia delle depressioni:
certamente; ma a patto
di non ignorare quella
che considero la colpa
fondamentale del totalitarismo della tecnica,
che consiste nel venir
meno all’assoluta solidarietà con l'uomo in
quanto uomo.
Riprendendo in mano la
ricerca filosofica e storica della depressione, emerge il carattere «eracliteo» della depressione: depressione come
divenire nell'uomo, come presenza nel suo
destino.
Si pone quindi urgente
la necessità di ricuperare una identità soggettiva come il problema più
grande che ognuno,
non le folle, i greggi degli uguali, dovrà cercare
come il progetto più significativo della propria
esistenza.
A una rifondazione della
relazione, nell'accezione più elevata del suo
significato, come unico
modello per combattere
l'anestesia delle coscienze e l'analfabetismo delle sensibilità:
che sia il desiderio dell'Altro a darci la misura
della nostra umanità co-
dai medici
sì messa a dura prova!
In quest'ottica allora è
consentita la terapia
farmacologia: non a
discapito della relazione paziente terapeuta,
Raphaël -
non come una panacea onnipotente che
tutto guarisce e tutto
risolve: ma come una
spinta al movimento
giusto.
S
Ci vorrà molto tempo e
un'intensa esperienza
per riconvertire a misura d'uomo questo
impianto perverso. Anche perché credo che
FEBBRAIO
2001
per correggere i nostri
errori ci voglia più
tempo che per commetterli.
(2. CONTINUA)
13
olidarietà con l’uomo in quanto uomo
I nostri lutti
Ci hanno lasciato fisicamente, ma continuano ad assisterci dal Cielo
Maria Tortelli
Calcio, 30 gennaio 2001
Teresina Ferrari
14 novembre 2000
Raphaël -
14
FEBBRAIO
2001
Amici di Raphaël
Non consiglio a un amico di cercare danaro, se, non a enti di
beneficenza ai quali proporre idee da tradurre in storia.
Ad un amico consiglio di cercarsi amici.
Chi può misurare il valore di una amico, se non Iddio?
Posso dire d'avere speso la mia vita in cerca di amici. Penso
sia stata una vita spesa bene.
È un'impresa da batticuore, perché l'offerta della propria
amicizia può subire rifiuti, indifferenze, tradimenti.
L'insistenza della ricerca viene comunque rimunerata.
Una delle proposte di amicizia che mi fu superlativamente
corrisposta l'ebbi con il dottor Marco Teggia.
Accadde come succede a due musicisti, ai quali piace una
stessa musica. Prendemmo il nostro strumento e
cominciammo a provare gusto nelle armonie, che ne
uscivano.
Con Marco venne Camillo, Angelo, Giorgio …. Così da fare
un'orchestra.
Sì. Un’orchestra di amici che ritrovano gusto a suonare della
"bella" musica.
Infatti, il più «...pronto» è stato chiamato, per la migliore
orchestra che la «piazza» offre. Angelo lo ricorda così:
M
arco carissimo,
permettimi di scriverti, anche se so che tu preferisci parlare e me l’avevi anche detto, quando ti
scrissi, prima della tua partenza per l’A.R.P.A. di
Milano.
Ma tant’è: «il vecchio», «la storia», «la preistoria»,
o «il rompiscatole», come, alcune volte mi chiamavi, è fatto così; ha le sue fisime e le sue abitudini.
Risale a oltre trent’anni la nostra amicizia in quella stupenda compagnia che non finisce mai di stupirci, di provocarci, di interrogarci e di appassionarci.
Diceva don Pino, nell’omelia alle tue esequie, che
ti eri lamentato perché alcuni amici, che ti venivano a trovare, erano pieni di paura e non sapevano cosa fare o dire.
Io sono stato uno di quelli, che addirittura, per la
paura, non sono venuto nemmeno a trovarti,
quando ho saputo che le cose andavano male: mi
accontentavo di sapere notizie degli altri o di chiamarti al cellulare …
L’incontro con don Pierino è stato certamente una
P
osta per il
dott. Marco Teggia
DON
PIERO FERRARI
circostanza che
ci ha
permesso un lavoro grande per quella sfida all’uomo nella quale tu hai giocato tutto.
Sono molto triste, triste come quando hai lasciato
Desenzano per compiti più importanti, triste per la
consapevolezza del più che avremmo potuto fare
ancora …
Ma mi sono ricordato di quanto mi diceva don Piero,
non molto tempo fa: uno viene, fa quanto gli è chiesto e poi se ne va!... Così ha fatto l’angelo Raphaël!
Accompagnandoti al camposanto è svanita la tristezza e si è rafforzata la consapevolezza che
continuare ad essere nei progetti ai quali tenevi
molto, è il mio modo per esserti vicino in quanto
certo della tua «paterna» protezione.
Grazie Marco, ora il «vecchio» sei tu, vegliami
dalla tua privilegiata postazione.
Tuo Angelo
Domenica 17 dicembre, III° di avvento
Nel giorno del funerale di Marco Teggia
Amici di Raphaël
Raphaël -
Suor Anna Maria Bonvicini
Gavardo la vide venire alla luce, Montorsoli la salutò per il Cielo,
chiamata a cantare la gloria di Dio nel coro delle vergini il 4 febbraio 2001.
Ora, è rimasto un vuoto da colmare: nel cuore della mamma e dei
fratelli, nella Congregazione delle Missionarie Francescane del
Verbo Incarnato, nella Chiesa, che Anna Maria ha servito a Casto, a Villa Carcina, a Lugano, a Pisa, a Roma, a Caldine e Montorsoli.
Schiva di onori propri ha onorato il volto di Gesù nei fratelli, per i
quali s’è prodigata, entrando nelle case, dove c’erano malati da
confortare, sofferenze da sollevare, speranze da ravvivare.
Anna Maria nacque il 23 novembre
1952. A vent’anni, dopo maturata riflessione, entrò nella Famiglia Religiosa, fondata dalla Serva di Dio,
Madre Giovanna Francesca dello
Spirito Santo, nella quale si donò
per sempre a Gesù, Verbo Incarnato, il 25 marzo 1981.
Con tenerezza e pazienza si dedicò
alla formazione pratica delle giovani,
candidate alla donazione totale nella Verginità.
Il suo «testimone», adesso, è libero,
perché un’altra giovane donna lo
prenda, così che la luce del Verbo
Incarnato brilli ancora nel fosco delle miserie umane e nelle giovani, bisognose di luce, per decifrare il proprio progetto di vita.
D.P.
P.S. Raphael è un «fiore», cresciuto
nel «giardino», coltivato da Madre
Giovanna Francesca dello Spirito
Santo.
FEBBRAIO
2001
Avviso
I gruppi locali degli Amici di
Raphaël che desiderano
comunicare prossime iniziative o informare su manifestazioni effettuate, oppure
i lettori che desiderano la
pubblicazione della fotografia di un congiunto deceduto, sono pregati di inviare il
materiale a: Ambulatorio
Raphaël – via Vittorio Emanuele II – Calcinato, all’attenzione di Beatrice.
15
Raphaël -
FEBBRAIO
2001
Amici
CONVOCAZIONE DI
ASSEMBLEA ORDINARIA
DEI SOCI
Raphaël
periodico della coop.
di solidarietà sociale
Raphaël
n° 1 - febbraio 2001
In questo numero:
I Soci della Associazione di Volontariato
Amici di Raphaël,
con sede in Calcinato (Bs), via Vittorio Emanuele II,
sono convocati in assemblea ordinaria
– in prima convocazione –
per il giorno
31 marzo 2001 alle ore 13.00
16
in seconda convocazione
per il giorno
sabato 31 marzo 2001 alle ore 16.00
presso il «Laudato sì’»
di Rivoltella del Garda
via Agello, n. 1
per discutere e deliberare sul seguente
ordine del giorno:
1) Esame ed approvazione del bilancio al 31.12.2000 e relazione del
Consiglio Direttivo;
2) Esame e approvazione del bilancio preventivo anno 2001 e relazione del Consiglio Direttivo;
3) Rapporto del Collegio dei Revisori sul bilancio al 31.12.2000;
4) Varie ed eventuali.
Il Presidente
Roberto Marcelli
N.B.: È consuetudine intervenire direttamente alla seconda convocazione
L’olio della lampada
1-9
Alberi senza radici
2-3
L’agenda degli amici
di Raphaël
4-5
Portatori di spirito umano
6
Incontrarsi nell’etere
7
I ricordi di ieri e le voci
di oggi
Filo diretto
8-9
9
Nuove modalità di esenzione 10
L’isterosonografia
11
Note sulla depressione 12-13
I nostri lutti
13
Posta per il dott. Marco Teggia 14
Suor Anna Maria Bonvicini 15
Convocazione assemblea
16