Enuresi: i consigli dell`urologo

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Enuresi: i consigli dell`urologo
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Urologia
a cura del Prof. Virgilio Cicalese, Urologo - Pres. dell’Ass. Campana di Urologia
Direttore Dipartimento Nefro-Urologico (A.O. Moscati - Avellino)
Enuresi: i consigli
dell’urologo
L’enuresi primaria è un problema molto frequente
che interessa il 40% dei bambini all’età di 3 anni,
il 30% a 4 anni, il 20% all’età di 5 anni.
L’enuresi notturna (dal greco
“enourein”: mingere) è l’atto
minzionale involontario che
avviene durante il sonno
dopo un’età che, convenzionalmente, è stata fissata
dopo i 5 anni.
Si è soliti distinguere una
enuresi primaria, quando è
presente in un bambino che
non ha acquisito un periodo
asciutto notturno continuativo
superiore a 6 mesi, secondaria, quando compare in un
bambino che abbia acquisito
in precedenza, per almeno 6
mesi continuativi, il controllo
minzionale notturno.
L’enuresi sintomatica è quella
che compare o si accentua
soprattutto durante episodi
di infezione urinaria. Alcuni
Autori indicano con enuresi
complicata quella secondaria
a patologie neurologiche od
urologiche.
L’enuresi primaria è un problema
molto frequente che interessa
il 40% dei bambini all’età di
3 anni, il 30% a 4 anni, il 20%
all’età di 5 anni. Le percentuali riportate dimostrano che
quasi tutti i bambini riescono
a superare questo problema
con la crescita.
Cause dell’enuresi notturna: le ipotesi maggiormente
considerate posso essere così
riassunte:
. ritardo di maturazione dei
normali meccanismi di ini
bizione della minzione;
. fattori genetici;
. disturbi del sonno;
. fattori ormonali;
. fattori psicologici;
Esami e provvedimenti utili per
i bambini di 3-6 anni affetti
da enuresi
Quando portare il bambino
dal medico?
È inutile, prima dei 4-5 anni,
sottoporre il bambino a consulenza pediatrica.
Una visita medica ed un esame
delle urine sono necessari se
esiste anche una perdita di
urine diurne o la comparsa di
enuresi notturna dopo oltre
un mese di normale controllo
vescicale;
-invitare il bambino a bere
poco nelle 2 ore precedenti
il momento di andare a letto,
ma non proibirgli di bere se
dice di avere sete;
- evitare bevande dolci e
gasate;
- invitare il bambino a bere di
più al mattino e nelle prime
ore del pomeriggio;
- invitare il bambino ad urinare sempre prima di andare
a letto.
Come proteggere il letto?
Il cattivo odore rappresenta
un problema se le urine raggiungono il materasso o le coperte, pertanto è utile sempre
proteggere il materasso con
fogli di plastica lavabili.
Cosa dire al bambino al
mattino?
E’ assolutamente sbagliato
redarguire il bambino o schernirlo onde evitare problemi
psicologici, se ha “bagnato”, al
contrario premiare il bambino
per le notti asciutte;
- invitare il bambino ad urinare poche volte durante il
giorno.
Trattamento dei bambini di
6-8 anni
Oltre ai consigli elencati in
precedenza:
- esercizi vescicali: per determinare la capacità vescicale del
bambino ed invitarlo a trattenere a lungo le urine in vescica
se la stessa ha una piccola
capacità o ad interrompere
la minzione se la vescica ha
una normale capacità;
-aiutare il bambino a svegliarsi
di notte: possibilmente è più
utile che si risvegli da solo senza
l’aiuto dei genitori;
è essenziale lasciare accesa
una luce in bagno per tutta
la notte.
Prof. Virgilio Cicalese
Tenuta di un registro: al fine
di registrare gli episodi di
enuresi e tenere al corrente
il medico.
Rispetto delle visite di controllo: il bambino deve essere responsabilizzato su tutti i
provvedimenti descritti.
Trattamento dei bambini oltre
8 anni
Oltre alle precedenti raccomandazioni aggiungere:
-uso di una sveglia se è incapace di svegliarsi da solo;
- sistemi di allarme per enuresi:
80% di risposte positive a lungo
termine;
-terapia farmacologica: 50%
di risultati positivi, ma altissima
ricaduta dell’enuresi a brevissimo
tempo dopo la sospensione
del trattamento.
Conclusioni: l’enuresi rappresenta oggi un fenomeno
non ancora completamente
compreso, in particolare per
ciò che riguarda l’eziologia e
di conseguenza è necessario
un approccio multidisciplinare
(urologo, pediatra, psicologo).
E’ fondamentale la collaborazione della famiglia al fine
di non trasformare un problema, nella più parte dei casi
temporaneo e non realmente
grave, in qualcosa di serio che
può condizionare la vita di
relazione del bambino.
La nostra esperienza se da un
lato conferma l’efficacia delle
terapie a disposizione(farma
cologica/comportamentale),
dall’altro evidenzia, in linea
con la letteratura, una netta superiorità dell’approccio
comportamentale.
In particolare per ciò che
concerne il mantenimento
dei risultati a distanza alla
sospensione dei farmaci.
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