Sondare se stessi è la fatica più dura [LETTERE AL DIRETTORE]
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Sondare se stessi è la fatica più dura [LETTERE AL DIRETTORE]
[LETTERE AL DIRETTORE] Sondare se stessi è la fatica più dura # La seguo con interesse, anche se non regolarmente, fin dai tempi in cui dirigeva Famiglia Cristiana, e ho sempre apprezzato il suo equilibrio, oltre che il suo “bello scrivere. Non sempre ho condiviso le sue posizioni, che a volte mi sembrano fin troppo “tolleranti”, del tipo «un colpo al cerchio e uno alla botte». Ma non sono più praticante da circa 40 anni, per cui si tratta di opinioni del tutto personali. Le scrivo avendo letto su Club3, cui siamo abbonati da molti anni, il sondaggio L’amore non ha terza età. Per le mie vicende personali, non sono purtroppo in grado di apprezzare più di tanto il servizio, per quanto ben fatto. Trovo invece che si parli e si scriva troppo poco delle difficoltà delle coppie che, pur essendo ancora insieme dopo 30 - 40 o più anni di matrimonio, faticano a sopportarsi (sforzandosi comunque di farlo per le più svariate ragioni) a causa di incomprensioni, incompatibilità di carattere, divergenze di opinioni e di mentalità, mancanza di interessi comuni che hanno minato nel tempo il loro rapporto, iniziato con tante illusioni e speranze. Quanti sono i matrimoni che si posso- La pubblicità necessaria e l’Otto per mille # Sono un vostro abbonato e tra le cose che trovo interessanti nella rivista vi è anche il fatto che contiene poca pubblicità. Non sono contrario per principio all’informazione sui prodotti, ma sono contrario al martellamento continuo e ripetitivo, perché questi costi si ripercuotono sul prodotto, e quindi sul consumatore finale, e in momenti come questi non mi sembra ci possiamo permettere spese aggiuntive. Una propaganda particolarmente indigesta trovo quella fatta dalla Chiesa che chiede offerte per la solidarietà e poi ne butta una bella fetta in pubblicità. Chi vuole firmare per devolvere l’otto per mille a favore della Chiesa non ha bisogno di un continuo martellamento. Mi sa dare una spiegazione plausibile di questo comportamento? Danilo Bastiani, e-mail 156 LUGLIO 2008 CLUB3 no definire riusciti, e quanti invece i coniugi che non si separano per motivazioni che lei saprebbe sicuramente elencare meglio di quanto possa fare io? Questo è il sondaggio che interesserebbe a me. Come si barcamenano, per esempio, per quanto riguarda il sesso, le coppie di questo genere? Avrete le vostre buone ragioni per voler mettere in risalto gli aspetti positivi, ma quante coppie si riconoscono realmente nel sondaggio pubblicato, al di là di quelle intervistate? La ringrazio per l’attenzione, non desidero essere identificata, ma trovo che la rivista è molto varia e interessante; e apprezzo particolarmente il Notes. Una lettrice - abbonata Grazie a lei per gli apprezzamenti e la sincerità. I sondaggi che più contano – l’ho scritto più volte – sono quelli del proprio cuore: è lì il segreto del successo o dell’insuccesso della vita di coppia. Non ci “giriamo attorno” in qualche modo nella speranza di stimolare la ricerca e aiutare i diretti interessati a interrogarsi, parlarsi e capirsi. Prima che sia troppo tardi. Senza pubblicità un giornale non vive e non cresce. Non sono dunque certo che i nostri amministratori condividano il suo entusiasmo per la poca pubblicità; ma noi non forziamo la mano, prendiamo “quel che passa il convento”, sperando in tempi migliori. Chiesa e Otto per mille: il prodotto propagandato è buono, testi e immagini sono coerenti. L’insistenza è regolata dal “mercato”: se i “ritorni” sono soddisfacenti, la pubblicità si autofinanzia; e non c’è scandalo nell’uso del mezzo quando il fine è commendevole. Un po’ più di garbo, signor parroco! # Abito a Palermo, ho 47 anni, sono avvocato, coniugata da 25 anni con una figlia che frequenta l’Università. Ho avuto sino ad oggi la fortuna di conoscere sacerdoti fantastici, missionari illumi- nati dalla fede, che accolgono il prossimo con il sorriso, e lei che, attraverso il giornale, ci comunica con gentilezza i suoi pensieri. Mi permetto di raccontarle un episodio accaduto ieri pomeriggio. Entro nella chiesa da me frequentata quando ero ragazzina per recitare il Rosario. Mi giro intorno, non conosco più nessuno perché da anni ne frequento un’altra. Stava per iniziare la Messa e un gentile signore mi chiede di leggere la prima lettura. Spesso partecipo alla Messa cantando e a volte leggendo, perciò ho accettato. Credo di aver letto bene, al meglio delle mie capacità. Quasi al termine il parroco, con voce imponente e tono severissimo, si rivolge a coloro «che non sanno leggere», rimproverandoli platealmente. Poi va nello specifico e restringe il campo, rivolgendosi ai «nuovi lettori» che farebbero meglio ad astenersi dal leggere in pubblico, visto che non lo sanno fare. E va avan- ti per interminabili imbarazzanti minuti. Mi è apparso tutto surreale. Che il parroco si riferisse a me, unica “nuova lettrice” della giornata, l’avranno compreso anche i capitelli, ma speravo di aver frainteso. Ogni mio dubbio è svanito quando il signore che mi aveva chiesto di leggere è venuto a scusarsi, e a complimentarsi, per il modo in cui avevo letto senza errore alcuno. Mi chiedo: il parroco, anziché sbraitare e offendere i “nuovi lettori”, ha mai chiesto ai suoi fedeli se gradiscono il suo modo di leggere il Vangelo? Per fortuna che la Parola di Dio è talmente grande da far sorvolare sulle piccolezze degli uomini. C.A., Palermo Per fortuna, signora! Moralità e responsabilità # In un mondo come quello di oggi, dove ogni giorno saltano ai nostri occhi violenze, aborti, eutanasia, ci si interroga spesso sull’etica della vita, sul sesso e sui problemi ad esso collegati. Ultimamente sulle riviste, soprattutto di scienza, si parla sempre più spesso di masturbazione, dei suoi effetti positivi e negativi, della sua influenza sugli adolescenti. La Chiesa nel suo Catechismo della Chiesa cattolica condanna la masturbazione come offesa alla castità, in quanto «l’uso deliberato della facoltà sessuale è ricercato al di fuori della relazione sessuale che realizza, in un contesto di vero amore, Indirizzare le lettere a: Leonardo Zega, Lettere al direttore Club3, Via Giotto 36, 20145 Milano. Si prega di scrivere breve e chiaro e di preferire possibilmente la e-mail: [email protected] # Leggendo l’articolo apparso sull’ultimo numero, «Il ritorno dei dischi volanti, alla ricerca del pezzo perduto», ho pensato di segnalare la mia disponibilità a cedere un bel numero di dischi “La voce del padrone” ad amatori che siano interessati, con un’offerta relativa alla qualità e ai contenuti. La loro anzianità va dal 1940 al 1950 e sono conservati in ottime condizioni. Per contattarmi scrivere a: Giovanni Marabotti, via Fiume 6/23, 16043 Chiavari (Ge). l’integro senso della mutua donazione e della procreazione umana». Poi però, sempre nel Catechismo, si dice che «al fine di formulare un equo giudizio sulla responsabilità dei soggetti, si terrà conto dell’immaturità affettiva, della forza delle abitudini contratte, dello stato d’angoscia o degli altri fattori psichici o sociali che possono attenuare la colpevolezza morale». Qual è la sua opinione in proposito? Tanino V. Bagheria (Pa) La Chiesa pensa quel che dice: la masturbazione è un disordine morale perché fa un uso indebito della capacità sessuale, e quindi oggettivamente peccaminosa. Altra cosa però è la responsabilità soggettiva, per cui si devono tenere presenti appunto le “cautele” cui fa riferimento anche l’articolo del Catechismo citato. Il “terrorismo” psico-fisico di alcuni, secondo cui sempre, in qualsiasi circostanza, a qualsiasi età, l’atto è gravemente colpevole, è fuori luogo. Ma lo è anche il permissivismo secondo cui la masturbazione altro non sarebbe che uno sfogo naturale senza nessuna valenza psico-fisica e fuori da ogni preoccupazione di carattere religioso. Non è così: ogni atto umano comporta responsabilità. Fermezza e flessibilità nel rapporto di lavoro # Sono un abbonato. Mi permetto di raccontarle un’esperienza che mi ha “toccato” duramente. Un idraulico, venuto a casa per riparare (meglio dire pulire) uno scaldabagno, tra lavoro e chiacchiere ha “faticato” sì e no un’oretta, al termine della quale, come compenso alla sua fatica, mi ha chiesto 150 euro. La cosa ha indignato grandemente il figlio presente. Perché? Perché il ragazzo da tempo scrive articoli per un giornale, che glieli paga con la bella somma di venti euro l’uno. Solo che per stendere ogni articolo, l’autore deve lavorare non meno di quattro ore, tra la ricerca attenta e il controllo delle notizie e la stesura del pezzo. In conclusione: un’ora di lavoro a mio figlio viene remunerata con cinque euro, contro i 150 dell’idraulico. E si tratta di un giovane laureato in economia e commercio, con abilità di ricerca apprezzate. Se affermo che tutto questo suona disprezzo per la sua laurea e mortifica l’intelligenza del ragazzo e la sua professionalità, penso proprio di non sbagliarmi, non crede? Lettera firmata, Cremona Non si sbaglia affatto. È anzi questa “anomalia” una della cause più concrete del disagio giovanile, insieme a precariato, sfruttamento, incertezza sul futuro, discriminazione. Qualcuno finalmente aprirà gli occhi? Il neosenatore Pietro Ichino, un giurista molto esperto di questioni di lavoro, ha invitato il suo partito, il Pd, e i sindacati a “spiazzare” il Governo con riforme audaci (via l’articolo 18 ad esempio) che pongano correttezza e giustizia nel rapporto di lavoro al posto della rigidità attuale che favorisce gli occupati a scapito delle nuove leve. CLUB3 157 LUGLIO 2008