Newsletter Febbraio 2012 n.2 del 2 marzo 2012.

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Newsletter Febbraio 2012 n.2 del 2 marzo 2012.
Newsletter Febbraio 2012 n.2 del 2 marzo 2012.
Licenziamento illegittimo per il rifiuto di trasferimento in altro reparto
La Corte di Cassazione, con la Sentenza n. 1401 del 31 gennaio 2012, ha statuito l'illegittimità del licenziamento dell'operaio che
rifiuta il trasferimento in un altro reparto, in assenza della dovuta formazione e della specifica informazione, da parte
dell'azienda, riguardo i rischi connessi alla nuova attività.
Nello specifico, la Suprema Corte ha sottolineato che il comportamento di rifiuto del lavoratore è giustificato, ai sensi
dell'articolo 1460 del codice civile, dal mancato adempimento della società, ed è finalizzato non solo alla garanzia della tutela
personale ma anche al miglioramento della sicurezza collettiva dei dipendenti in azienda.
Infortunio: il piano di sicurezza non è sufficiente per escludere la responsabilità del datore
La Corte di Cassazione, con la Sentenza n. 3983 del 31 gennaio 2012, ha sottolineato che in caso di infortunio sul lavoro, non può
considerarsi esclusa la responsabilità del datore di lavoro per il solo fatto che il lavoratore ponga in essere un comportamento
vietato dal piano di sicurezza.
Nello specifico la Suprema Corte chiarisce che non può considerarsi ammissibile la difesa dell'imprenditore che a fronte
dell'incidente occorso al lavoratore, dichiara che lo stesso ha tenuto un comportamento vietato dal piano di sicurezza del
cantiere e dalla segnaletica. Altresì non possono nemmeno essere concesse le attenuanti al datore di lavoro, poiché la norma di
riferimento, art. 62 n. 6 c.p.c., ne esclude il riconoscimento in caso di pagamento diretto da parte dell'INAIL.
In stato di gravidanza abbandona il luogo di lavoro per malore: non è licenziabile
Con la Sentenza n. 1089 del 26 gennaio 2012 la Corte di Cassazione è intervenuta in merito al licenziamento di una lavoratrice in
stato di gravidanza che aveva abbandonato il posto di lavoro a seguito di un malore.
In particolare la Suprema Corte ha sentenziato come illegittimo il licenziamento di una lavoratrice in stato interessante che
sentendosi male,
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abbandoni il luogo della sua prestazione lavorativa
senza darne comunicazione al proprio datore,
indipendentemente dal fatto che abbia in precedenza comunicato o meno all'azienda il suo stato di gravidanza.
Il datore di lavoro che si fa restituire una parte della retribuzione commette il reato di estorsione
La Corte di Cassazione, con la Sentenza n. 4290 del 1° febbraio 2012, ha chiarito che nel caso in cui il datore di lavoro sottopaghi
il lavoratore, tutelandosi da eventuali azioni da parte di quest'ultimo, commette reato di estorsione.
Nello specifico la Suprema Corte sottolinea che risulta penalmente perseguibile a titolo di estorsione il comportamento
dell'imprenditore che versi ai dipendenti l'intera retribuzione e se ne faccia firmare quietanza, salvo contestualmente richiedere
la restituzione di una parte della somma corrisposta.
Necessario il rispetto delle garanzie dello Statuto per il licenziamento del dirigente inadempiente
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La Corte di Cassazione, con la Sentenza n. 1424 del 1° febbraio 2012, ha statuito l'illegittimità del licenziamento in tronco del
dirigente inadempiente, per mancato rispetto delle garanzie procedimentali in tema di sanzioni disciplinari (art. 7, commi 2 e 3,
dello Statuto dei lavoratori).
Nello specifico, la Suprema Corte ha chiarito che tali garanzie (contestazione dell'addebito e ascolto della difesa del lavoratore)
vanno applicate nel caso di licenziamento di un dirigente, a prescindere dalla sua collocazione nell'ambito dell'azienda, sia nel
caso gli venga addebitato un comportamento negligente sia nell'ipotesi che il recesso sia determinato da condotte che hanno
compromesso la fiducia del datore di lavoro.
Part-time: revocati gli sgravi in caso di nullità del contratto
La Corte di Cassazione, con la Sentenza n. 1430 del 1° febbraio 2012, ha chiarito che devono considerarsi nulli i contratti a tempo
parziale, precedenti al D.Lgs n. 61/2000, privi dell'indicazione del'orario.
Nello specifico la Suprema Corte sottolinea che il Decreto in parola non ha alcun valore retroattivo e conseguentemente gli
eventuali sgravi contributivi fruiti dall'azienda, andranno restituiti all'INPS. La scelta dei giudici muove dalla considerazione che
l'irretroattività trova il suo fondamento nella volontà di evitare che il datore di lavoro, sfruttando l'indeterminatezza delle
clausole contrattuali, possa strumentalizzare a suo favore la pattuizione in relazione all'orario, stipulata con il lavoratore.
Nuove aliquote per la gestione separata INPS: Circolare INPS
Con Circolare 3 febbraio 2012, n. 16, l'INPS, ha annunciato le nuove aliquote contributive per gli iscritti alla Gestione Separata
INPS, conseguenti all'aumento di un punto percentuale stabilito con Legge di stabilità 2012 (art. 22, co. 1, L. n. 183/2011).
Pertanto, le aliquote per l'anno 2012, sono così fissate:
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27,72% (27,00% IVS + 0,72 aliquota aggiuntiva), per i soggetti non assicurati presso altre forme pensionistiche
obbligatorie;
18,00%, per i soggetti titolari di pensione o provvisti di altra tutela pensionistica obbligatoria.
È stato inoltre stabilito il massimale reddituale nella misura di euro 96.149,00 per l'applicazione delle aliquote sopra indicate.
Infine, è stato indicato anche il minimale reddituale per l'accredito dei contributi, stabilito in euro 14.930,00.
Mancato rinnovo della polizza assicurativa contro infortuni e malattia: risarcimento al dipendente
La Corte di Cassazione, con la Sentenza n. 1414 del 31 gennaio 2012, ha chiarito che, in caso di impegno da parte dell'impresa
verso i propri dipendenti a garantire una copertura assicurativa contro infortuni e malattia, il mancato rinnovo del contratto o la
non sostituzione con uno di altra assicurazione comporta il risarcimento del danno ai lavoratori; non esiste, tuttavia, un vincolo
per l'azienda nella scelta della compagnia assicurativa.
Nello specifico, la Suprema Corte ha sottolineato che risulta violato l'obbligo di mantenere, in favore del dipendente, una
copertura assicurativa attraverso stipula di polizza con premio a carico dell'impresa, la quale polizza non deve essere
necessariamente quella già esistente.
Infortunio sul lavoro e danno morale per lesioni della dignità personale
La Corte di Cassazione, con la Sentenza n. 1716 del 7 febbraio 2012, ha chiarito che il danno morale, conseguente ad un
infortunio sul lavoro, è configurabile non soltanto qualora il lavoratore abbia ricavato sofferenze psichiche, ma anche qualora la
dignità umana della persona sia lesa, rendendo di fatto applicabile tale fattispecie di danno anche nel caso in cui il lavoratore sia
ridotto ad uno stato vegetativo a seguito dell'infortunio patito, perdendo inoltre ogni legame affettivo con i propri familiari.
Nel caso in specie, la Suprema Corte ha precisato che al dipendente spetta solamente dimostrare il nesso causale tra l'infortunio
sul lavoro e il danno subito e al datore la prova contraria per essere scriminato. Inoltre, non è riscontrabile un'iniziativa del
lavoratore che potesse esonerare dalla responsabilità il datore. Oltretutto, quest'ultimo non aveva predisposto un piano di
sicurezza ad hoc per le attività pericolose (nel caso esaminato, attività lavorative svolte sull'orlo di un'apertura non protetta da
adeguato parapetto), e la sola formazione antinfortunistica non è ritenuta sufficiente in presenza di lavorazioni estremamente
rischiose.
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Licenziamento: se arrivano le giustificazioni non serve aspettare i cinque giorni
La Corte di Cassazione, con la Sentenza n. 1884 del 2012, ha chiarito che in caso di licenziamento del lavoratore a fronte della
mancanza di giustificazione delle assenze, lo stesso deve essere considerato valido anche nel caso in cui non siano rispettati i
cinque giorni dalla contestazione al prestatore.
Nello specifico la Suprema Corte sottolinea che il rispetto del decorso del periodo di cinque giorni non è volto a dar modo al
datore di lavoro di ritornare sui suoi passi, bensì a permettere al lavoratore di esperire proficuamente le proprie difese. Nel caso
in esame, posto che il lavoratore aveva già provveduto a fornire le proprie giustificazioni, il rispetto del termine dei cinque giorni
non risulta più necessario.
Condanna del datore per omesso versamento dei contributi
La Corte di Cassazione, con la Sentenza n. 4938 pubblicata l'8 febbraio 2012, ha statuito la condanna del datore di lavoro per
omesso versamento delle ritenute previdenziali ed assistenziali sulle retribuzioni dei lavoratori dipendenti, in quanto la firma
apposta sul modello Dm 10 non consente all'imprenditore in debito con l'INPS di invocare a sua discolpa il dissesto dell'azienda.
Nello specifico, la Suprema Corte ha sottolineato che la compilazione e la presentazione del modello Dm 10 certificano il debito
del datore nei confronti dell'Istituto e attestano la corresponsione delle retribuzioni, non rilevando l'alibi della crisi economica
per giustificare il mancato pagamento degli stipendi.
Decreto Semplificazioni: le novità per i datori di lavoro
È stato pubblicato sul Supplemento Ordinario n. 27 della Gazzetta Ufficiale 9 febbraio 2012, n. 33, il Decreto Legge 9 febbraio
2012, n. 5, c.d. "Semplificazioni".
Per quanto concerne le disposizioni di maggior interesse per i datori di lavoro, il decreto in commento prevede, tra l'altro:
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la semplificazione dei controlli nelle imprese;
che la comunicazione obbligatoria di assunzione (UniLav) sia valida anche ai fini degli obblighi di comunicazione della
stipula del contratto di soggiorno per lavoro subordinato per l'assunzione di lavoratori extra UE;
novità in materia di astensione anticipata dal lavoro per la lavoratrice in gravidanza;
novità riguardanti le sanzioni applicabili nel caso di omessa registrazione sul LUL;
Sicurezza sul lavoro: l'appaltatore deve informare dei rischi i dipendenti dell'appaltante
La Corte di Cassazione, con la Sentenza n. 5420 del 10 febbraio 2012 ha chiarito che, in caso di appalto, la responsabilità della
ditta appaltante in relazione ai rischi per i lavoratori della ditta appaltatrice, non può essere esclusa a priori.
Nello specifico la Suprema Corte sottolinea che, indipendentemente dal fatto che i dipendenti della ditta appaltatrice operino in
totale autonomia, rispetto ai lavoratori dell'appaltante, quest'ultimo è comunque tenuto ad informare i primi dei rischi
connaturati alla loro attività lavorativa.
La Cassazione conferma che la tempestività del licenziamento è un criterio relativo
La Corte di Cassazione, con la Sentenza n. 1995 del 13 febbraio 2012, ha ribadito che il principio della tempestività nella
contestazione dell'addebito e nell'intimazione del licenziamento per giustificato motivo soggettivo è da ritenersi un criterio
relativo, e il periodo di tempo intercorrente tra il verificarsi del fatto e la contestazione può essere più o meno lungo in funzione
della complessità aziendale, ai fini delle necessità di valutazione e accertamento dei fatti. Inoltre, tale principio, chiarisce la
Corte, "acquisisce rilevanza nel momento in cui l'arco temporale tra contestazione e sanzione incida sul diritto di difesa del
lavoratore".
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Nel caso in specie, la Suprema Corte conferma il licenziamento di un dipendente di un istituto di credito che aveva compiuto
numerose irregolarità e, stante oltretutto la richiesta dello stesso di differire il provvedimento sanzionatorio per limitare le
proprie responsabilità, non si può imputare all'azienda la mancanza di tempestività nell'adottare il provvedimento di espulsione.
Cassazione: l'apprendista non è indeterminato anche se svolge mansioni effettive
Con la Sentenza n. 2015 del 13 febbraio 2012 la Corte di Cassazione interviene in merito alla licenziabilità "ad nutum" in caso di
apprendistato "non genuino", che nasconde quindi un rapporto a tempo indeterminato.
La Cassazione in merito ha precisato che, se durante il periodo d'apprendistato siano svolte effettive mansioni lavorative, magari
anche ripetitive, il lavoratore non può eccepire che il suo rapporto di lavoro sia un tempo indeterminato "mascherato da
apprendistato" in quanto la tipologia contrattuale dell'apprendista prevede un mix appunto tra formazione e lavoro ad essa
finalizzata.
Licenziamento per mancato superamento del periodo di prova della lavoratrice incinta
La Corte di Cassazione, con la Sentenza n. 2010 del 13 febbraio 2012, ha statuito la legittimità del licenziamento della lavoratrice
dopo il periodo di prova, anche se in stato di gravidanza, in mancanza di elementi che provino il comportamento discriminatorio
del datore di lavoro; infatti, il divieto di licenziamento in connessione con lo stato oggettivo di gravidanza non opera in caso di
esito negativo della prova (art. 54, D.Lgs n. 151/2001).
Nello specifico, la Suprema Corte ha sottolineato che la dipendente, alla quale spetta l'onere della prova, non ha fornito
elementi di fatto idonei a fondare, in termini precisi e concordanti, la presunzione di discriminazione non essendo risultata
provata "l'assunta conoscenza da parte del datore di lavoro, alla data del licenziamento, dello stato di gravidanza, il prospettato
superamento della prova e l'allegata esiguità del periodo di prova".
Licenziamento del dipendente in malattia assente alle visite di controllo
La Corte di Cassazione, con la Sentenza n. 2003 del 13 febbraio 2012, ha statuito la legittimità del licenziamento del dipendente
in malattia, in ragione della sua assenza alle visite domiciliari o di controllo disposte dall'INPS, nonché dell'invio tardivo dei
certificati medici.
Nello specifico, la Suprema Corte ha sottolineato che la condotta del lavoratore si pone in contrasto con il potere datoriale di
controllo, in quanto impedisce all'imprenditore l'effettuazione di un'adeguata verifica sullo stato di salute del proprio
dipendente, pregiudicando irrimediabilmente il vincolo fiduciario.
Sportello unico previdenziale: implementato l'applicativo DURC
L'INAIL, comunica nella Nota protocollo n. 1010 del 14 febbraio 2012, che è in fase di rilascio l'implementazione (versione
4.0.1.18) dell'applicativo DURC. Tra le novità l'Istituto comunica la chiusura dell'applicativo 4.0 alle aziende e loro intermediari
con riferimento alle richieste di DURC per il settore dei contratti pubblici e per agevolazioni, finanziamenti, sovvenzioni ed
autorizzazioni.
Inoltre l'INAIL informa che la richiesta di DURC può essere presentata anche dai seguenti intermediari abilitati in Punto cliente ai
servizi telematici dell'INAIL:
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Consulente del lavoro e subdelegati;
Legale rappresentante società capogruppo e subdelegati;
Legale rappresentante consorzio società cooperative e subdelegati, Avvocato e subdelegati;
Commercialista ed Esperto contabile e subdelegati;
Responsabile Ufficio Servizio di Associazione - Società e subdelegati;
Responsabile Ufficio Servizio di Associazioni - non Società e subdelegati;
Responsabile Ufficio CAF imprese e subdelegati.
Le modifiche dell'anagrafica o della password dell'intermediario e le variazioni che l'intermediario apporta alle ditte "in delega"
devono essere effettuate tramite le apposite funzioni di Punto Cliente. Tali modifiche valgono per tutti gli altri servizi on-line resi
disponibili dall'Istituto e saranno automaticamente recepite dall'applicativo di Sportello Unico Previdenziale ai fini della richiesta
di DURC.
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Semplificazione nelle ispezioni sul lavoro: intesa fra Ministero e consulenti del lavoro
In data 15 febbraio 2012, fra il Ministero del Lavoro ed il Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Consulenti del Lavoro, è stato
sottoscritto un Protocollo d'intesa per migliorare la gestione delle ispezioni in azienda, attraverso la semplificazione dei tempi di
verifica e di riscontro della documentazione.
Nel caso di documentazione già nella disponibilità degli organi ispettivi, in quanto presente nelle banche dati a disposizione del
Ministero del Lavoro e, quindi, acquisibile preventivamente o in fase di accertamento, la stessa non dovrà più essere richiesta
alle aziende nel corso della verifica ispettiva. Tra i documenti che non dovranno più essere consegnati dalle aziende agli ispettori
rientrano, ad esempio, le comunicazioni obbligatorie telematiche di instaurazione del rapporto di lavoro (Unilav e Uniurg), salvo
che per i lavoratori domestici, i prospetti informativi di collocamento obbligatorio, il DURC, le informazioni relative ai modelli
UNIEMENS dal 2010 in poi consultabili da Net-INPS, come riportato nell'elenco (integrabile con successivi accordi) allegato al
Protocollo.
Il Ministero del Lavoro illustra il Decreto semplificazioni
Il Ministero del Lavoro, nella Circolare n. 2 del 16 febbraio 2012, fornisce chiarimenti operativi in merito alle novità introdotte
dal Decreto Legge n. 5 del 9 febbraio 2012 (Decreto semplificazioni).
In particolare la Direzione generale per l'attività ispettiva comunica che:
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dal 1° aprile 2012 la procedura di interdizione anticipata dal lavoro per gravi complicanze della gravidanza è devoluta
alle ASL;
i lavoratori extra nei settori del turismo e dei pubblici esercizi sono soggetti agli obblighi di comunicazione delle
assunzioni generalmente previsti in tali settori (comunicazione preventiva dei soli dati essenziali del lavoratore e del
datore di lavoro da completare entro i successivi tre giorni dall'instaurazione del rapporto di lavoro);
le comunicazioni di sospensione degli obblighi occupazionali relativi al collocamento obbligatorio nel caso di aziende
interessate da interventi di integrazione salariale, con unità produttive ubicate in più province, sono effettuate
direttamente al Ministero del Lavoro.
Infine, il Ministero prende in esame le novità relative alle semplificazioni introdotte in materia di Libro Unico del Lavoro e di
responsabilità solidale negli appalti.
Calcolo della retribuzione media giornaliera con riposi giornalieri per "allattamento"
L'INPS, con il Messaggio n. 2781 del 16 febbraio 2012, ha fornito alcuni chiarimenti in merito al calcolo della retribuzione media
giornaliera utile al calcolo dell'indennità di congedo parentale nel caso in cui, nel periodo di riferimento per il calcolo della
stessa, la lavoratrice madre abbia fruito di riposi giornalieri per "allattamento".
Nel particolare, l'Istituto precisa che tale indennità deve essere calcolata tenendo conto sia degli emolumenti corrisposti dal
datore di lavoro per l'attività lavorativa prestata dalla lavoratrice, sia delle indennità corrisposte alla lavoratrice stessa per le ore
di allattamento utilizzate nel periodo di riferimento.
Infortunio sul lavoro: il datore è responsabile anche in caso di lavori non concordati con l'appaltatore
La Corte di Cassazione, con la Sentenza n. 6389 del 17 febbraio 2012, ha chiarito che in caso di appalto esterno, la responsabilità
del datore di lavoro committente in relazione al piano di sicurezza, non può considerarsi esclusa per il solo fatto che
l'appaltatore svolga lavorazioni che esulino dal contratto con l'appaltante.
Nello specifico, la Suprema Corte sottolinea che incombe sull'imprenditore appaltante la responsabilità di istruire i dipendenti e
curarsi del rispetto di tutte le norme di sicurezza, anche nel caso in cui l'appaltante decida di svolgere lavorazioni collaterali ma
escluse dal contratto di appalto. Per tale ragione in caso di infortunio sul lavoro sarà l'imprenditore che ha commissionato il
lavoro a rispondere di eventuali mancanze in ordine al piano di sicurezza.
Intervento sostitutivo della stazione appaltante in caso di DURC irregolare
Il Ministero del Lavoro, nella Circolare n. 3 del 16 febbraio 2012, fornisce chiarimenti in merito al regolamento di esecuzione ed
attuazione del D.Lgs 12 aprile 2006, n. 163 (codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture) ed in particolare in
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merito alle disposizioni di cui all'articolo 4, commi 2 e 3, D.P.R. n. 207/2010 relativo all'intervento sostitutivo della stazione
appaltante in caso di inadempienza.
Tale norma ha introdotto un meccanismo in base al quale, in presenza di Durc irregolare, le stazioni appaltanti si sostituiscono al
debitore principale, versando in tutto o in parte, direttamente agli istituti previdenziali e casse edili interessate, le somme
dovute in forza del contratto di appalto.
INPS: al via gli incentivi per le assunzioni per l'anno 2010
Con il Messaggio n.2891 del 17 febbraio 2012, l'INPS comunica che si sono concluse le istruttorie per l'assegnazione degli
incentivi (si veda di seguito) per assunzioni avvenute nel corso del 2010: l'Istituto ha provveduto ad avvertire le aziende escluse,
mentre quelle ammesse potranno verificare la comunicazione di accoglimento tramite l'applicazione "DiResCo" sul sito
istituzionale dell'Istituto.
Si ricorda che gli incentivi in esame riguardano l'assunzione di:
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disoccupati ultracinquantenni, titolari di indennità di disoccupazione non agricola con requisiti normali (comma 134,
primo periodo, della disposizione citata);
che abbiano almeno 35 anni di anzianità contributiva, per i quali siano scaduti determinati incentivi connessi alla
condizione di disoccupato del lavoratore (comma 134, secondo periodo, della disposizione citata);
disoccupati di qualunque età, titolari di indennità di disoccupazione ordinaria o del trattamento speciale di
disoccupazione edile (comma 151 della disposizione citata).
DURC e le ultime novità INPS
L'INPS, con il Messaggio n. 2860 del 17 febbraio 2012, che annulla e sostituisce il precedente Messaggio n. 2826/2012 di pari
oggetto, rende noto l'aggiornamento dell'applicativo dello Sportello Unico Previdenziale 4.0 dovuto al recepimento delle più
recenti disposizioni normative in materia di DURC.
In particolare, viene comunicata la chiusura (a partire dal 14 febbraio 2012) dell'applicativo alle aziende e loro intermediari con
riferimento alle richieste di DURC per il settore degli appalti pubblici, in ragione dell'obbligo da parte delle Stazioni Appaltanti
pubbliche e delle Amministrazioni procedenti di effettuare l'acquisizione d'ufficio del DURC nel caso di appalto, subappalto,
affidamento di contratti pubblici di lavori, forniture e servizi, contratti pubblici di forniture e servizi in economia con affidamento
diretto, agevolazioni, finanziamenti, sovvenzioni ed autorizzazioni. Inoltre, l'Istituto fornisce indicazioni sulla sospensione del
servizio di regolarità contributiva AGR-CAU.
Rimborsi chilometrici: documentazione necessaria per la prova
Con Sentenza n. 2419 del 20 febbraio 2012, la Corte di Cassazione entra nel merito di una diatriba che riguarda l'INPS e
un'azienda informatica, la quale aveva avanzato ricorso dopo le cartelle esattoriali presentate dall'Istituto per omissione
contributiva riguardante somme erogate ai dipendenti sottoforma di rimborsi chilometrici, pur senza avere prova dettagliata
degli spostamenti effettuati dai propri dipendenti, motivo per il quale l'INPS aveva presentato la propria richiesta.
La Suprema Corte, novando i principi sinora conosciuti sul tema e cassando la richiesta dell'Istituto previdenziale, ha affermato
che "l'onere probatorio del datore di lavoro che invochi l'esclusione, dall'imponibile contributivo, delle erogazioni in favore dei
dipendenti, è assolto documentando i rimborsi chilometrici con riferimento al mese di riferimento, ai chilometri percorsi nel
mese, al tipo di automezzo usato dal dipendente, all'importo corrisposto [.] sulla base della tariffa ACI, senza che occorra, al
riguardo documentazione specifica ed analitica recante [...] l'analitica indicazione dei viaggi giornalmente compiuti, delle località
di partenza e di destinazione, con specificazione dei clienti visitati e riepilogo giornaliero dei chilometri percorsi".
Premio INAIL per lavoratori in mobilità assunti con il contratto di apprendistato
L'INAIL, con Nota n. 1100 del 15 febbraio 2012, interviene in merito al regime contributivo applicabile ai lavoratori in mobilità
assunti con contratto di apprendistato ai sensi del nuovo Testo Unico per l'apprendistato (D.Lgs n. 167/2011).
In particolare l'Istituto, facendo riferimento sia a precedenti orientamenti che ad un recente parere dell'Ufficio Legislativo del
Ministero del Lavoro, chiarisce che, ai sensi della disposizione specifica contenuta nell'art. 7, comma 4, del Decreto Legislativo n.
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167/2011, il regime contributivo agevolato a carico del datore di lavoro (10%) per l'assunzione con rapporto di apprendistato dei
lavoratori in mobilità non può trovare applicazione ai premi assicurativi.
Mobilità: la procedura è legittima anche se interessa solo una sede decentrata
La Corte di Cassazione, con Sentenza n. 2429 del 20 febbraio 2012, ha chiarito che deve essere considerata legittima la scelta del
datore di lavoro di ricorrere alla procedura di mobilità in un singolo centro operativo e non nel complesso aziendale. Nello
specifico la Suprema Corte sottolinea che la legittimità del ricorso alla procedura di mobilità non è legata al fatto che la stessa
interessi l'intero complesso aziendale con tutte le sue delocalizzazioni. In tal senso ben può accadere che detta procedura
interessi esclusivamente una sede decentra. Il fondamentale requisito legale che va sempre e comunque rispettato, è
rappresentato dalla presenza delle esigenze tecnico produttive.
Cassazione: sproporzionato ma non ritorsivo il licenziamento per gravi accuse contro il datore
Con la Sentenza n. 2316 del 17 febbraio 2012, la Corte di Cassazione interviene in merito ad un licenziamento di un dipendente
che, a seguito di una sua lettera nella quale faceva accuse infondate al datore di lavoro, era stato poi licenziato.
In particolare la Suprema Corte, pur riconoscendo sproporzionato il licenziamento in relazione alla causa addotta e intimando
quindi il reintegro, non ha ritenuto il licenziamento anche ritorsivo.
Licenziamento: legittimo quello del dipendente che usa il telefono dell'ufficio per gestire affari privati
La Corte di Cassazione ha sancito la legittimità del licenziamento nei confronti del lavoratore il quale, in maniera ricorrente, si sia
servito del telefono aziendale per gestire interessi economici privati e slegati dal da quelli del datore di lavoro.
Questo è quanto emerge dalla sentenza della Suprema Corte n. 2014 del 13 febbraio 2012 in base alla quale la legittimità del
licenziamento trova la sua ragion d'essere nel venir meno, da un lato del vincolo fiduciario e dall'altro del rispetto da parte del
prestatore di un comportamento riconducibile ai canoni di buona fede e correttezza.
Ispezioni: le differenze contributive accertabili anche dall'ispettore del lavoro
Con la Sentenza n. 6644 del 20 febbraio la Corte di Cassazione interviene in merito alle informazioni esigibili da parte
dell'ispettore del lavoro in caso di ispezione in azienda ed in particolare in relazione agli aspetti contributivi.
La Suprema Corte ha sentenziato che anche il funzionario ispettivo della Direzione provinciale del lavoro può richiedere di
verificare le differenze contributive sulle spettanze retributive dei dipendenti oggetto di verifica.
Incidente automobilistico durante un permesso: non è infortunio in itinere
Non può essere qualificato come infortunio in itinere l'incidente automobilistico occorso al lavoratore mentre rientrava a casa
durante un permesso retribuito dopo aver svolto attività lavorativa all'esterno della sede aziendale. Il permesso orario,
sentenzia la Suprema Corte, interrompe di fatto il nesso di causalità tra il tragitto in auto verso casa e "l'occasione di lavoro"
richiesta per il riconoscimento dell'infortunio in itinere.
È questa la posizione della Corte di Cassazione nella Sentenza n. 2642 del 22 febbraio 2012: nel caso in specie, un lavoratore
aveva chiesto ed ottenuto un permesso orario retribuito per rientrare a casa in anticipo per il pranzo, dopo la visita medica
presso l'ASL locale richiesta dal datore di lavoro. La Corte ha sancito che il permesso orario, essendo volto a soddisfare
un'esigenza del tutto personale quale rientrare nell'abitazione per il pranzo, non può essere ricondotto all'"occasione di lavoro"
e quindi il nesso causale viene a cadere, escludendo l'indennizzo dell'INAIL per l'infortunio occorso.
Possibile il controllo della mail del lavoratore ma solo "ex post"
La Corte di cassazione - Sezione lavoro - nella Sentenza 23 febbraio 2012, n. 2722, afferma il diritto del datore di lavoro di
controllare la posta elettronica e gli accessi ad internet "ex post". La Corte sostiene, infatti, che non sono violate le garanzie dello
Statuto dei lavoratori sui limiti nei controlli a distanza dei dipendenti, nel caso in cui emergano in un secondo momento elementi
"tali da raccomandare l'avvio di una indagine retrospettiva", che non riguardi lo svolgimento della prestazione.
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Nella fattispecie la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso di un dirigente di banca contro la sentenza di licenziamento,
intimato sulla base di informazioni raccolte dal controllo della posta elettronica, che rivelava la divulgazione di informazioni
protette, effettuato non preventivamente ma dopo che il comportamento lesivo era emerso.
Mobilità: l'indennità in caso di licenziamento illegittimo non riduce il risarcimento del danno
In materia di licenziamento illegittimo, la Corte di Cassazione ha chiarito che il datore di lavoro non potrà, al momento della
commisurazione da parte del giudice, chiedere che dallo stesso vengano detratte le somme percepite dal prestatore a titolo di
indennità di mobilità.
Nello specifico la Suprema Corte con la Sentenza n. 2716 del 23 febbraio 2012 ha specificato che tutte le indennità previdenziali
non possono essere considerate ai fini della riduzione del risarcimento del danno per licenziamento illegittimo. La ragione di tale
decisione trova il suo fondamento nel fatto che le sopra menzionate indennità non sono mai definitive e ne può essere richiesta
la restituzione dagli Istituti competenti
Licenziamento: legittimo sostituire il lavoratore qualificato con l'apprendista che costa meno
In materia di licenziamento illegittimo, la Corte di Cassazione ha chiarito che non può essere considerato tale a priori il
provvedimento espulsivo che ha come obiettivo quello di sostituire il lavoratore con un apprendista.
Nello specifico la Suprema Corte con la Sentenza n. 2874 del 24 febbraio 2012 ha specificato che, in un'ottica di necessario
contenimento delle uscite e di riorganizzazione dell'attività aziendale, la scelta di sostituire i lavoratori qualificati a tempo
determinato con gli apprendisti, qualora vada nella direzione di ristrutturare/riorganizzare l'attività lavorativo, non può essere
considerata illegittima e conseguentemente non può determinare alcuna pretesa da parte del lavoratore licenziato.
Infortunio: responsabilità del datore di lavoro che sottovaluta il rischio per il lavoratore
In materia di infortunio sul lavoro, la Corte di Cassazione ha chiarito che la responsabilità del datore di lavoro non può
considerarsi automaticamente esclusa nel caso in cui l'infortunio si verifichi in presenza del totale rispetto delle norme di
sicurezza.
Nello specifico la Suprema Corte con la Sentenza n. 2506 del 2012 ha specificato che, fermo restando l'onere della prova
gravante sul lavoratore, il datore di lavoro potrà essere condannato all'eventuale risarcimento del danno da responsabilità
extracontrattuale, legato ad un comportamento volto a sottovalutare i rischi specifici delle lavorazioni cui il dipendente viene
adibito.
Illegittimità del licenziamento ritorsivo intimato al manager
Il licenziamento del dirigente intimato in seguito al contrasto con il presidente, circa il distacco di alcuni dipendenti considerato
un'ipotesi di somministrazione di manodopera vietata, è da considerarsi illegittimo quando sussiste la prova del probabile
intento punitivo dello stesso.
Nello specifico, la Corte di Cassazione, con la Sentenza n. 2958 del 27 febbraio 2012, ha sottolineato che è sufficiente che la
rappresaglia del datore di lavoro sia verosimile per dichiarare illegittimo il recesso in quanto, ai sensi degli artt. 2727 e 2729 c.c.,
basta che il fatto da provare sia desumibile da quello conosciuto come conseguenza ragionevolmente possibile.
Conversione del contratto a termine: indennità corrisposta anche senza un danno effettivo del dipendente
Con riferimento al regime risarcitorio previsto in caso di conversione del contratto a tempo indeterminato, introdotto dal
Collegato Lavoro (art. 32, comma 5, della Legge n. 183/2010), la Corte di Cassazione ha fornito alcuni chiarimenti sull'indennità
spettante al lavoratore, accogliendo i principi già enunciati dalla Corte Costituzionale (Sentenza n. 303/2011).
Nello specifico la Suprema Corte, con la Sentenza n. 1411/2012, ha precisato che l'indennità è onnicomprensiva, va riconosciuta
anche in assenza di un danno effettivo del dipendente e calibrata in relazione alla peculiarità delle singole vicende e non trova
applicazione la detrazione dell'aliunde perceptum. Inoltre, si sottolinea che il danno forfetizzato copre esclusivamente il periodo
che passa dalla scadenza del termine del contratto fino a quello della sentenza di conversione del rapporto: da tale momento il
datore di lavoro è obbligato a riammettere in servizio il lavoratore e a corrispondergli le retribuzioni dovute.
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