BRUNO SPINETOLI[1] Casetta Rossa si trova

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BRUNO SPINETOLI[1] Casetta Rossa si trova
BRUNO SPINETOLI[1]
Neuropsichiatria infantile, Responsabile del servizio TSMREE del XX e XIX Municipio della ASL – RM/E.
Casetta Rossa si trova nello stesso territorio in una zona di confine tra i due municipi.
Prima la Dott.ssa Bracci ha esposto la nostra organizzazione territoriale e la Dott.ssa Spagnoletti ha
parlato delle necessità della magistratura rispetto al territorio. Mentre ero seduto ad ascoltarle
riflettevo sulle diverse necessità ed istanze che i due enti rappresentano.
La magistratura che per sua funzione ha delle necessità che sono “assolute”, “lineari”, e per queste
emette dei provvedimenti “esecutivi” conseguenti ed il territorio che, come Servizio Sanitario
Nazionale, dovrebbe approntare una prassi di prevenzione, diagnosi e “cura” per la sua popolazione
che almeno comprenda il prendersi cura ed accompagnare, se non organizzare dispositivi di “tutela”,
nel nostro campo “tutela della salute mentale e dello sviluppo”, in dei percorsi che, per definizione,
sono “complessi”, flessibili, diacronici.
Ci sono quindi varie differenze tra le due proposizioni, e il sistema del servizio sanitario nazionale si
organizza in un modo che è oltretutto diverso, territorio per territorio, con dei territori in cui
l’organizzazione è integrata completamente nel TSMREE ed altri, come il nostro, più articolato e
complesso, forse complicato che comprende una “unità” dedicata la UTM, di cui è referente il Dr.
Elio Camilli.
I servizi cui si fa normalmente riferimento, compresa la magistratura, dovrebbero essere i TSMREE,
ma questi spesso hanno solo un “nome”, non supportato da risorse e strutture adeguate ad assolvere il
mandato istituzionale che gli è proprio. Diventa quindi difficile poter coniugare questo nome,
TSMREE, con delle prassi che siano un minimo soddisfacenti per l’utenza e per le istituzioni che le
richiedono. Spesso si aprono varie commissioni a vari livelli per discutere sul “che fare”, ma il “che
fare” richiede qualcosa con cui “poter fare”; il rischio, come spesso accade, è di rimanere nel livello
di analisi e proposizione con un pensiero in cui tutti quanti sappiamo “che cosa è bene fare”, ce lo
diciamo da molti anni, lo sappiamo e non è necessario argomentare su “cosa sarebbe meglio” per
esempio, per l’adolescente e per l’adolescente in difficoltà.
Una ulteriore particolarità della nostra ASL è che il TSMREE è di fatto organizzato per l’utenza fino
a quattordici anni, dopo tutti i ragazzi che presentano una componente legata al disagio
psicopatologico - psichiatrico fanno riferimento ad una altro servizio, dedicato, del DSM che è
l’Unità Adolescenti. Ha al suo interno una residenza, un centro diurno e la possibilità di dare
prestazioni psicoterapeutiche e ambulatoriali. Nel nostro territorio, quindi, i TSMREE di fatto si
occupano dei ragazzi fino ai quattordici anni, e dai quattordici ai diciotto anni essenzialmente per
l’area che è prevalentemente definita come disabilità, essendo l’Unità Adolescenti deputata alla presa
in carico del disagio psicopatologico e del disturbo psichiatrico.
In questa zona di confine, con questa particolarità strutturale, si inserisce la problematica, cui
accennava prima la collega riguardante i ragazzi con disabilità cognitiva lieve e “Borderline
Cognitivi”, che, spesso, in situazioni di disagio ambientale si ritrovano a fare un percorso di giustizia
che non gli è proprio, ma che deriva da altro e dall’impossibilità anche di ordine sociale di fare
qualcosa di significativo; ciò è assolutamente noto.
Proverò adesso a dirvi alcune cose sul territorio che ci riguarda: come territorio noi abbiamo fatto
delle rilevazioni di tipo statistico-epidemiologico sulla nostra utenza e su quanto viene mediamente
individuato nel Lazio e in Italia; i servizi di questo territorio sono mediamente comparabili in termini
di tipologia di utenza distinta per Diagnosi. Quindi, il problema che qui riporto e che l’utenza avverte
non è solo un problema del nostro territorio, ma probabilmente è un problema a livello nazionale,
visto che la quantità di ragazzi che accedono ai servizi rappresenta grosso modo il 3-4% della
popolazione in età evolutiva ed il dato è omogeneo su tutto il territorio nazionale.
Considerando in modo specifico l’analisi del disturbo psichiatrico - psicopatologico, o quantomeno
quello che esita prevalentemente in questo tipo di disagio, in termini di accessi dell’utenza, vi è
anche qui una sostanziale omogeneità del dato nei servizi.
Possiamo citare l’ASP, l’Agenzia di Sanità Pubblica, che aveva condotto un primo rilevamento nel
2002, che è stato poi ripetuto dai vari servizi, da cui si evince che i dati sono coerenti ed omogenei
nei vari servizi e nel tempo e che anzi si è leggermente migliorati rispetto al 2002 come possibilità di
intercettamento dell’utenza.
Resta, però di fatto, il gap tra l’aspettativa epidemiologica sul disturbo psichiatrico - psicopatologico
e quello che normalmente viene riscontrato in termini di reali accessi ai servizi. Io vi posso dire che,
nel territorio di cui mi occupo, lo scorso anno, abbiamo avuto forse tra i dieci e i quindici ragazzi che
in qualche modo potevano identificarsi in questa area di grossa problematicità, che poteva richiedere
un intervento complesso, sul tipo di quello che può essere offerto da “Casetta Rossa”, ma penso che
molto sia “utenza sommersa” che non intercettiamo.
In questo senso la possibilità di collaborare e di fare rete con strutture specializzate, convenzionate o
no, di terzo settore, ospedale, ecc., permette lo sviluppo e l’attivazione di quella che chiamiamo
“clinica del territorio” che non limita l’intervento alla sola esecuzione di un “mandato lineare del
Tribunale”, che altrimenti questi “nodi di rete”, per chi come me si occupa di organizzazione e
gestione di servizi di Tutela della Salute mentale, e quindi dei ragazzi del TSMREE, rischierebbero di
essere non una risorsa ma una limitazione.
[1] Il presente articolo risulta la sbobinatura dell’intervento effettuato durante la Giornata di Studio, rivista e corretta
dall’Autore.