STORIA STEYR
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STORIA STEYR
STORIA STEYR di William Dozza Lo Steyr è un fiume austriaco, piccolo fiume affluente del più importante Enns, che è in parte navigabile e che si immette nel Danubio a valle di Linz. Dove lo Steyr incontra l’Enns, sorge un paesino che sin dal Medioevo lavora il metallo. Questa applicazione nel campo siderurgico è resa possibile grazie alla grande quantità di ferro e legna reperibili in valle e grazie alle acque dei due fiumi che, prima muovono i magli e le macchine, poi trasportano le merci sino ai mercati di Linz e di Vienna. Il paesino si chiama Steyr e probabilmente continuerebbe tutt’oggi a costruire lucchetti e serrature se, nella seconda metà dell’Ottocento, un geniale meccanico-commerciante, Josef Werndl, non avesse obbligato tutti i “fuochi” a lavorare per lui per ammodernare i fucili dell’imperialregio esercito austriaco. Nasce qui l’impresa Steyr che, a cavallo del secolo, è la più grande costruttrice di armi portatili del mondo con una produzione dell’ordine di 13 mila fucili alla settimana. Gran parte del merito di questo sviluppo va a un ingegnere delle ferrovie austriache, Ferdinand Ritter Von Mannlicher, geniale e prolifico inventore di meccanismi armieri. Una curiosità : durante la prima guerra mondiale, il fucile d’ordinanza Austroungarico, il terribile “ta - pum” dei nostri nonni, era il “Mannlicher Modello 1895”. Ironia della sorte, i nostri soldati rispondevano col fucile “Modello 1891 Mannlicher Carcano”, dove Carcano era il nome del capotecnico dell’arsenale di Torino che l’aveva progettato e Mannlicher era lo stesso Mannlicher austriaco, inventore del caricatore, per il quale l’Italia aveva pagato ben 350 mila lire per i diritti di sfruttamento. Finisce la guerra e nasce il problema della conversione della produzione. Poiché nel 1915 la fabbrica aveva incominciato a produrre motori per aerei, come conseguenza più o meno logica decise di costruire automobili. Cominciò nel 1921 e le cose andarono così bene da permettersi nel 1929 l’assunzione di Ferdinand Porsche il quale, dopo aver progettato una macchina che entrerà nella storia (l’Austria”), lasciò l’azienda un anno dopo per contrasti con la direzione dell’Austro Daimler che nel 1930 prese praticamente il controllo della Steyr. Fu una vera fortuna per il mondo dei motori e dell’auto in quanto Porsche colse l’occasione per mettersi in proprio, e realizzare progetti in vari campi, dalle auto ai trattori, col risultato che tutti sappiamo. All’inizio degli anni Trenta nasce una nuova azienda che si chiama ”Steyr Daimler Puch” e che produce automobili, biciclette, motocicli, armi sportive, veicoli speciali e altro, ma nessun trattore o mezzo agricolo. Le tradizioni in questo campo delle tre aziende prese separatamente rappresentano solo dei tentativi. Si trova un “Daimler-Pferd” (cavallo Daimler) o “Kraftprotze”, progettato da Ferdinand Porsche intorno al 1915 – 1917. Nel 1919 la Puch costruisce un motoaratro su licenza dell’Excelsior tedesco. La Steyr realizza nel 1928 un prototipo di trattore sullo stile del Fordson con un motore benzina a quattro cilindri da 80 cavalli. La Steyr Daimler Puch va’ avanti con la suddetta produzione sino alla fine degli anni Trenta quando tutto viene riconvertito a scopi militari. Nel 1945 a guerra finita, si ripropone il problema di cosa produrre per la pace. Il paese ha bisogno di ricostruire e si pensa subito ai camion, poi ai trattori, poi alle automobili per le quali, abbandonata l’idea di progettarne di proprie, si fa un accordo con la Fiat per l’assemblaggio di alcuni modelli e fra questi, a partire dal 1959, di una 500 con motore boxer di 500 e 650 cm3 progettato e costruito in casa. La collaborazione con la Fiat dura tuttora tant’è vero che la trasmissione della Panda 4x4 è di origine Puch-Steyr. Per quanto riguarda l’agricoltura, nel 1947 viene alla luce il primo trattore Steyr: un veicolo mosso da un motore bicilindrico diesel da 26 cavalli. Sarà il capostipite di tutti gli Steyr a venire, una gamma comprendente oggi potenze da 58 a più di 200 cavalli, talmente apprezzata da far gola ai grandi del trattore mondiale. Infatti, a metà degli anni Novanta viene comprata dalla americana Case IH, la quale un paio di anni dopo viene a sua volta acquistata dalla New Holland, società del gruppo Fiat. Nota- La scritta Steyr al centro di un bersaglio, è il marchio che contraddistingue tutta la produzione della casa austriaca: dalle armi ai camion, dai trattori alle biciclette.