La popolazione umana globale ha subito tre grandi esplosioni

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La popolazione umana globale ha subito tre grandi esplosioni
La popolazione umana globale ha subito tre grandi esplosioni demografiche legate a
innovazioni tecniche e mostra una crescita esponenziale
L’uomo moderno comparve sulla Terra meno di un milione di anni fa. Nel tempo le
dimensioni delle popolazioni umane sono rimaste pressappoco in equilibrio con le
risorse alimentari disponibili, aumentando lentamente man mano che i nostri antenati
si espandevano e scoprivano nuovi territori.
Quando si mette in grafico il logaritmo delle dimensioni della popolazione umana
rispetto al tempo (Figura 32.7) risultano evidenti tre impennate nella crescita della
popolazione, ciascuna derivante da una fondamentale scoperta tecnica che ha
incrementato le risorse alimentari o migliorato le condizioni sanitarie:
esplosione 1:
esplosione 2:
esplosione3:
rivoluzione culturale (uso di attrezzi e abbandono del nomadismo);
rivoluzione agricola;
rivoluzione industriale.
Nel corso del tempo l’uomo ha continuato a fare progressi nelle tecniche colturali,
nella medicina e nell’igiene, riducendo la mortalità e allungando la vita meda, progressi
che hanno parzialmente messo a tacere i fattori di controllo che in precedenza
limitavano considerevolmente la crescita della popolazione e cioè, soprattutto, le
carestie e le malattie.
Nel complesso la curva di crescita della popolazione mondiale presenta una tipica
forma a J (Figura 32.8).
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Ci sono voluti centinaia di milioni di anni perché la popolazione umana raggiungesse il
miliardo. Tuttavia una volta stabilita, nel 1800, una base riproduttiva di un miliardo di
persone, c’è voluto sempre meno tempo per raggiungere un altro miliardo: 130 anni
per raggiungere 2 miliardi, 30 anni per i 3 miliardi, 15 anni per i 4 miliardi, 13 anni per
arrivare ai 5 miliardi nel 1987.
Il tasso di crescita attuale della popolazione umana globale è elevato e in 39 anni
potremmo raddoppiare
Il tasso attuale di natalità per l’uomo è
27.7 nuovi nati ogni 1000 persone l’anno; la
mortalità è di 9.5 persone su 1000, per cui
l’attuale
tasso
di
crescita
della
popolazione si aggira attorno a 18.2 per
1000 all’anno: 27.7 (tasso di natalità) – 9.5
(tasso di mortalità) = 18.2 (tasso di
crescita).
Spesso gli aumenti di popolazione si
esprimono come incremento percentuale
annuo, cioè come numero di persone
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aggiunte ogni 100 individui per anno. Attualmente la media dell’incremento annuo di
tutti i paesi è dell’1.8% (vedi Tabella 32.2), e questo significa che alla popolazione
attuale basteranno meno di 56 anni per raddoppiare.
In altre parole se si aggiungono ogni anno 1.8 persone a una popolazione di 100, quella
popolazione ci mette 55.6 anni per passare a 200 (55.6*1.8 = 100).
Tuttavia, come si diceva prima, le dimensioni della popolazione modificano la velocità
di crescita, per cui un tasso dell’1.8% corrisponde a un tempo di raddoppiamento di 39
anni soltanto, anziché 55.6, per via della base riproduttiva più ampia.
La popolazione mondiale continuerà ad aumentare anche nel corso del XXI secolo e, se
sarà così, in quale misura?
Per dare una risposta scientifica a questa domanda, importante sotto molti aspetti, le
Nazioni Unite (tramite la Divisione demografica del Dipartimento degli affari
economici e sociali) rivedono ogni due anni le proprie stime e proiezioni.
La proiezione secondo la variante media, ritenuta più attendibile delle altre, indica,
in base ai dati elaborati nella revisione del 2002, che nella prima metà del secolo il
tasso di mortalità dovrebbe restare di circa 9 morti l’anno ogni 1000 persone,
risalendo a oltre 10 solo nel 2040-2050.
Il tasso di fecondità dovrebbe, invece, scendere da 2.69 nel 2000-2005 a 2.02 nel
2045-2050.
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L’accrescimento demografico dovrebbe quindi continuare a diminuire: il numero medio
di persone che si aggiungerà annualmente alla popolazione mondiale dovrebbe scendere
da 76.6 milioni nel 2000-2005 a 28.8 milioni nel 2045-2050.
Nonostante tale rallentamento, la popolazione mondiale dovrebbe superare i 7 miliardi
nel 2015 e gli 8 miliardi nel 2030, salendo nel 2050 a 8.9 miliardi. Ciò equivarrebbe a
un aumento di oltre 2.8 miliardi nella prima metà del secolo.
I paesi in via di sviluppo (PVS) hanno una crescita rapida e un elevato tasso di
fecondità che influenzano profondamente la crescita mondiale
Esiste una forte differenza tra la struttura per sesso e età delle popolazioni dei PVS
(molte nazioni dell’Africa, dell’Asia e del Sudamerica) rispetto ai PS (Figura 32.9).
Nei PVS la popolazione cresce rapidamente perché molti individui stanno entrando
nell’età riproduttiva. Essendo anche densamente popolati, questi paesi hanno un forte
effetto sull’andamento della popolazione mondiale.
Benché le piramidi di popolazione siano utili a prevederne la crescita, esse non danno
informazioni su un altro fattore che influenza l’incremento di popolazione, e cioè il
tasso di fecondità.
Per tasso di fecondità si intende il numero medio di figli per donna tra i 15 e i 44 anni
di età (l’età riproduttiva).
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Facendo la media dei tassi di fecondità attuali di tutti i paesi del mondo si ottiene un
valore leggermente sotto 2.7 nascite per donna; tuttavia nei PS è di 1.9, mentre nei
PVS è di 4.5.
Per mantenere costante la popolazione al tasso di mortalità attuale ci vorrebbero
tassi di fecondità tra 2.1 e 2.5: quindi nei PS, che hanno una fecondità media di 1.9,
la popolazione scenderà, mentre crescerà rapidamente nei PVS che hanno una
fecondità media di 4.5.
Siamo vicini allo sfondamento della capacità portante della Terra? Quale sarà il
destino dell’uomo?
I fattori di controllo dipendenti dalla densità stanno già cominciando a deprimere la
crescita numerica della popolazione umana, una popolazione in continua espansione che
sta riducendo la capacità della terra di sostenere la vita (Figura 32.10).
Ogni anno muoiono di fame o di malattie collegate alla malnutrizione tra i 10 e i 20
milioni di persone (principalmente bambini).
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Anche nelle nazioni più ricche la sovrappopolazione ha accelerato il passo del
deterioramento ambientale, peggiorato la qualità di vita e ridotto probabilmente la
capacità portante dell’ambiente.
È possibile che la popolazione umana abbia già sfondato il tetto della capacità
portante? Se è così, che cosa ci aspetta? Un crollo fino alla capacità portante
originale, o anche a una capacità portante inferiore, oppure l’estinzione?
Molti biologi pensano che queste conseguenze indesiderabili si possono evitare con uno
sforzo immediato per rallentare la crescita demografica e proteggere l’ambiente:
questi sono i problemi che dobbiamo fronteggiare oggi.
Il progresso biotecnologico per incrementare la produzione alimentare, i metodi per
neutralizzare i rifiuti che altrimenti vanno a contaminare la biosfera e altri
provvedimenti per controllare il tasso di crescita potranno forse contribuire domani
a salvarci dalla catastrofe della sovrappopolazione.
La popolazione umana sta attualmente crescendo a ritmo esponenziale e, come ogni
altra specie, dovrà prima o poi raggiungere un limite. L’uomo ha la peculiarità di saper
analizzare e prevedere gli sviluppi futuri e anche di modificare a proprio vantaggio
l’ambiente. Dovrà impegnarsi a fondo per risolvere il problema dell’esplosione
demografica.
5) EFFETTI DELLA
SULL’AMBIENTE:
CRESCITA
DELLA
POPOLAZIONE
UMANA
Per cominciare comprendere ciò che sta accadendo, pensiamo a qualcosa che tutti
diamo per scontata, e cioè all’aria che ci circonda.
La composizione dell’atmosfera attuale è il risultato di eventi geologici e metabolici,
tra cui la fotosintesi, che ha cominciato a svolgersi miliardi di anni fa.
Poi, a un certo momento, compreso tra i 4 e i 6 milioni di anni or sono, sono comparsi
sulla scena i primi ominidi. Esattamente come noi, i primi esseri umani respiravano
ossigeno da un’atmosfera che aveva origini antiche. E, come noi, anch’essi erano
protetti da uno scudo d’ozono presente nella stratosfera dalle pericolose radiazioni
ultraviolette provenienti dal Sole.
Le dimensioni delle loro popolazioni non erano cospicue e le loro interazioni con la
biosfera non erano significative.
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Circa 10'000 anni fa, tuttavia, ebbe inizio l’agricoltura, che gettò le basi per una
rapida crescita demografica. Con l’agricoltura e con le successive rivoluzioni sanitaria
e industriale, la crescita della popolazione umana ha assunto un andamento
esponenziale in un arco di tempo che, paragonato alla storia della vita sulla Terra, è
solo un lampo.
Attualmente, la popolazione umana, il cui numero è in continua espansione, sta
avanzando richieste poco realistiche alla biosfera. Noi attingiamo da essa energia e
risorse e le diamo in cambio montagne di prodotti di rifiuto.
Così facendo, stiamo mettendo in pericolo la stabilità degli ecosistemi terrestri,
stiamo inquinando l’idrosfera e modificando la composizione dell’atmosfera.
6) ALTERAZIONI DELL’ATMOSFERA:
Se paragoniamo la Terra a una mela, l’atmosfera è, in proporzione, meno spessa della
sottile buccia che riveste la mela.
Eppure, questo sottile involucro d’aria che circonda il pianeta riceve ogni giorno, già
solo dagli Stati Uniti, più di 700'000 tonnellate di inquinanti.
Gli inquinanti sono sostanze introdotte nell’ambiente che, essendo per qualità e
quantità estranee alle sue condizioni naturali, alterano le caratteristiche delle
comunità vegetali e animali in esso
presenti.
Per quanto ci riguarda più direttamente, gli
inquinanti sono sostanze che hanno effetti
negativi sulla nostra salute, sulle nostre
attività
o
sulla
nostra
stessa
sopravvivenza.
La Tabella 37.1 elenca i principali
inquinanti dell’atmosfera, che includono: gli
ossidi di carbonio, di zolfo e di azoto, i
composti
organici
volatili
(tra
cui
clorofluorocarburi, CFC), gli ossidanti
fotochimici e le particelle sospese.
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7) UN PROBLEMA DI APPROVVIGIONAMENTO DI ENERGIA:
La curva esponenziale della crescita della popolazione umana è accompagnata da un
rapido incremento nei consumi di energia. Tale incremento non è dovuto solo
all’aumento del numero degli utenti, ma anche a consumi smodati e sprechi.
Le attuali riserve di energia sono limitate! Quando si sente parlare di disponibilità
abbondanti, va tenuto presente che c’è una grossa differenza tra riserve totali di
energia e le quantità di energia netta disponibile.
L’energia netta è quella che rimane dopo aver sottratto l’energia richiesta per
localizzare. estrarre, trasportare. immagazzinare e consegnare l’energia ai
consumatori.
Inoltre, mentre alcuni tipi di energia, come l’energia solare, sono rinnovabili, altri,
come il carbone o il petrolio, non lo sono. Attualmente, il 79% delle riserve
energetiche a cui attingiamo fanno parte della seconda categoria (Figura 37.12).
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I COMBUSTIBILI FOSSILI
I combustibili fossili sono i resti, contenenti carbonio, di piante che vissero centinaia
di milioni di anni fa. Le piante, sepolte da sedimenti e compresse assieme ad essi, si
sono trasformate gradatamente in carbone, petrolio e gas naturale. Oggi, noi
estraiamo tutti questi materiali dalle viscere della Terra.
Anche con un comportamento improntato a un risparmio rigoroso, è probabile che le
riserve oggi note di petrolio e di gas naturale si esauriscano nel corso del secolo. Con
l’esaurirsi dei giacimenti di petrolio e di gas naturale più facilmente raggiungibili, si
cominceranno a cercarne di nuovi, spesso in aree tuttora selvagge come gran parte
dell’Alaska e in altri ambienti fragili come le piattaforme continentali.
L’energia netta diminuisce all’aumentare dei costi per la sua estrazione e per il suo
trasporto; e ancor di più salgono i costi ambientali connessi con l’estrazione e il
trasporto.
E per quanto riguarda il carbone? Le riserve mondiali potrebbero soddisfare i bisogni
energetici della popolazione umana per diversi secoli. Ma la combustione del carbone è
stata ed è una delle cause principali di inquinamento atmosferico. La maggior parte
dei giacimenti di carbone è infatti di bassa qualità, in quanto ha un alto contenuto di
zolfo. se lo zolfo non viene rimosso prima o dopo la combustione, i suoi ossidi (in
particolare il diossido o anidride solforosa) si riversano nell’aria, aggravando così il
problema, di portata mondiale, delle piogge acide.
La combustione dei combustibili fossili libera inoltre (come il petrolio e il gas naturale)
anidride carbonica e accentua di conseguenza l’effetto serra.
8) CONCETTI DI SINTESI:
Popolazione:
Tasso di fecondità: Nell’uomo, il numero medio di nati di ogni donna di età
compresa tra 15 e 44 anni.
Tasso di natalità:
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L’insieme degli individui della stessa specie che abitano nella
stessa regione.
Numero di nati per ogni mille individui di una popolazione o di
un’area riferito all’unità di tempo.
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Tasso di mortalità: Numero di morti per ogni mille individui di una popolazione o
di un’area riferito all’unità di tempo.
Curva di sopravvivenza:
Diagramma della speranza di vita, rappresentata come
numero di sopravvissuti in funzione dell’età.
Potenziale biotico:
Capacità innata di una popolazione di aumentare enormemente il proprio ammontare se non esistessero limitazioni all’
accrescimento; tasso di accrescimento massimo di una
popolazione.
Capacità portante:
L’ammontare di una popolazione che può essere sostenuto
indefinitamente da un dato ambiente.
Resistenza ambientale:
I fattori che contrastano l’accrescimento numerico di una
popolazione.
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