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BERGOGLIATE XIII
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BERGOGLIATE XIII
l papa e il grande iman. Ma Gesù e Maometto avevano "la stessa idea di conquista"?
Più di cinque anni dopo la porta sbattuta in faccia a Benedetto XVI, colpevole di
aver pregato pubblicamente per le vittime di attentati alle chiese cristiane d'Egitto, il
grande iman di Al-Azhar, lo sceicco Ahmad Muhammad al-Tayyib, ha riallacciato i
rapporti con la sede di Pietro, incontrando papa Francesco in Vaticano, a
mezzogiorno di lunedì 23 maggio.
Predica il comunicato diffuso dopo l'incontro:
"Il colloquio, molto cordiale, è durato circa 30 minuti. I due autorevoli interlocutori
hanno rilevato il grande significato di questo nuovo incontro nel quadro del dialogo fra la Chiesa cattolica e
l’Islam. Poi si sono intrattenuti principalmente sul tema del comune impegno delle autorità e dei fedeli delle
grandi religioni per la pace nel mondo, il rifiuto della violenza e del terrorismo, la situazione dei cristiani nel
contesto dei conflitti e delle tensioni nel Medio Oriente e la loro protezione".
Che cosa pensi papa Francesco dell'islam, l'ha già fatto capire più volte, sia pur con diplomatica parsimonia.
L'ultima volta pochi giorni fa, in un'intervista al quotidiano cattolico francese "La Croix", interamente tradotta su "
L'Osservatore Romano" del 17 maggio, nella quale tra l'altro ha detto:
"Non credo che oggi ci sia una paura dell’islam in quanto tale, ma di Daesh e della sua guerra di conquista, tratta
in parte dall’islam. L’idea di conquista è inerente all’anima dell’islam, è vero. Ma si potrebbe interpretare, con
la stessa idea di conquista, la fine del vangelo di Matteo, dove Gesù invia i suoi discepoli in tutte le nazioni".
Quasi nessuno ha reagito a questa incredibile parificazione tra la propagazione dell'islam con la spada, predicata
da Maometto, e il comando missionario di Gesù.
Per fortuna ci ha pensato un commentatore tra i più
competenti ed equilibrati, Aldo Maria Valli, il numero uno dei
vaticanisti della televisione di Stato italiana, in un commento
nel suo blog personale:
> Francesco, Europa, Islam
Il commento è da leggere tutto, perché analizza acutamente anche altri passaggi discutibili dell'intervista a "La
Croix", come il rifiuto di ogni riferimento all'identità ebreocristiana dell'Europa, che secondo il papa "può essere
trionfalista e vendicativo" o addirittura "colonialista".
Ma ecco che cosa Valli scrive sul punto, citando un islamologo qualificato, molto ascoltato negli anni di Benedetto
XVI:
"Sorvoliamo sul fatto che oggi ci sia più paura di Daesh, cioè dello Stato islamico, che dell’Islam in quanto tale:
se ne può discutere. Le vere parole problematiche sono quelle con cui Francesco dice che, con lo stesso metro di
giudizio, si può interpretare come attività di conquista anche la missione affidata da Gesù ai discepoli.
"Qui il papa riprende un’idea già espressa in 'Evangelii gaudium', quando, affermando che i fondamentalismi ci
sono da entrambe le parti, sia fra i cristiani sia fra i musulmani, li mette sostanzialmente sullo stesso piano.
"Ma è un’affermazione che non sta in piedi. E per spiegarlo ci rifacciamo a quanto scrive un esperto di Islam
come il padre Samir Khalil Samir, anche lui gesuita, che a proposito di
'Evangelii gaudium' e del parallelo fatto dal papa afferma (Asianews, 19
dicembre 2013): 'Personalmente, non metterei i due fondamentalismi sullo
stesso piano: i fondamentalisti cristiani non portano le armi; il
fondamentalismo islamico è criticato, anzitutto proprio dai musulmani, perché
questo fondamentalismo armato cerca di riprodurre il modello maomettano.
Nella sua vita, Maometto ha fatto più di sessanta guerre; ora se Maometto è il modello eccellente (come dice il
Corano, 33:21), non sorprende che certi musulmani usino anche loro la violenza ad imitazione del fondatore
dell’Islam'.
"E a questo punto occorre parlare della violenza nel Corano e nella vita di Maometto. Sentiamo ancora il padre
Samir: 'Nel paragrafo 253 [di Evangelii gaudium] si legge: Il vero Islam e un’adeguata interpretazione del Corano
si oppongono ad ogni violenza. Questa frase è bellissima, ed esprime un atteggiamento molto benevolo del papa
verso l’Islam. Mi sembra però che essa esprima più un desiderio che una realtà. Che la maggioranza dei
musulmani possa essere contraria alla violenza, può anche darsi. Ma dire che il vero Islam è contrario ad ogni
violenza non mi sembra vero: la violenza è nel Corano. Dire poi che un’adeguata interpretazione del Corano si
oppone ad ogni violenza ha bisogno di molte spiegazioni. Se l’Islam vuole rimanere oggi in questa visione legata
al tempo di Maometto, allora ci sarà sempre violenza.
Ma se l’Islam – e vi sono parecchi mistici che l’hanno fatto – vuole ritrovare una spiritualità profonda, allora la
violenza non è accettabile. L’Islam si trova davanti a un bivio: o la religione è una strada verso la politica e verso
una società politicamente organizzata, oppure la religione è un’ispirazione a vivere con più pienezza e amore.
Chi critica l’Islam a proposito della violenza non fa una generalizzazione ingiusta e odiosa: mostra delle questioni
presenti, vive e sanguinanti nel mondo musulmano. In Oriente si comprende molto bene che il terrorismo islamico
è motivato religiosamente, con citazioni, preghiere e fatwa da parte di imam che spingono alla violenza. Il fatto è
che nell’Islam non vi è un’autorità centrale, che corregga le manipolazioni.
Ciò fa sì che ogni imam si creda un muftì, un’autorità nazionale, che può emettere giudizi ispirati dal Corano fino
a ordinare di uccidere'.
"Ho citato a lungo le parole del padre Samir perché sono chiare e pongono il
problema nella giusta prospettiva. L’Islam ha un problema con la violenza di
matrice religiosa, come aveva segnalato Benedetto XVI a Ratisbona nel
2006. Negarlo vuol dire prima di tutto non aiutare l’Islam a fare i conti con se
stesso.
"Certo, ogni religione, in misura più o meno accentuata, può avere un problema con la violenza, perché ogni
religione, compresa quella cristiana, può essere usata in modo fanatico e violento. Ma sostenere che il
cristianesimo e l’Islam siano, in questo senso, speculari, non è corretto, perché il Nuovo testamento e il Corano
non sono la stessa cosa. Un cristiano fanatico, che interpreti come un mandato di conquista il compito assegnato
da Gesù agli apostoli, snatura completamente il Vangelo. Un islamico fanatico, che interpreti come mandato di
conquista alcuni messaggi di Maometto, può trovare nel Corano parole che sostengono la sua tesi".
*
POST SCRIPTUM – Anche lo storico della Chiesa e delle civiltà Rémi Brague, francese, ha criticato
l'equiparazione fatta da papa Francesco tra l'espansione bellica dell'islamismo e il mandato di Gesù ad
ammaestrare e battezzare tutte le genti. Lo ha fatto il 24 maggio su "Le Figaro", a sua volta ripreso da "Le Salon
Beige", corredando la sua critica con citazioni del Corano:
> Rémi Brague: "ne pas renvoyer dos à dos islam et christianisme"
--------------------------L DRAMMA DELL'ORA PRESENTE DELL'UMANITA'? I PETTEGOLEZZi
.
Oggi papa Bergoglio è tornato, per la millesima volta, su un tema a lui caro: i pettegolezzi. Sono queste le
tragedie del mondo. Dev'essere per questo che la Madonna da 150 anni è apparsa con tanta accorata
drammaticità...
E' questa la piaga che sta portando l'umanità nel baratro.
Non l'"emergenza antropologica" che ormai - con la dittatura del relativismo - ha spazzato via i fondamenti sacri
della società umana (solo l'aborto ha fatto un miliardo di vittime negli ultimi venti anni).
Non l'odio anticristiano che in tante parti del mondo disprezza o perseguita, umilia, uccide o emargina i cristiani .
Non la grande apostasia che sta letteralmente cancellando la fede in Gesù Cristo.
No. tutte queste sono quisquilie. Il vero, grande dramma del mondo sono i pettegolezzi.
Bergoglio stamani ha detto che "chi non sparla è sulla buona strada per diventare santo".
Dev'essere per questo che il portavoce di Bergoglio nei giorni scorsi ha fatto un'apologia di Marco Pannella che
somigliava a una canonizzazione. Evidentemente Pannella non faceva pettegolezzi dunque Pannella santo
subito.
Il fatto che Bergoglio continui a dedicare al tema pettegolezzi uno spazio così enorme (a fronte dei suoi terribili
silenzi : vogliamo ricordare Asia Bibi?), mi fa pensare che davvero lo ritenga il problema più importante per
l'umanità di oggi. E mi ricorda questa celebre scena di un film di Benigni...
https://www.youtube.com/watch?v=0MveTkhbvwc
-------------------------------------SPETTACOLARE INTERVENTO DI STANISLAW GRYGIEL, FILOSOFO E AMICO DI KAROL WOJTYLA.
GRYGIEL DEMOLISCE L' "AMORIS FURBIZIA" BERGOGLIANA: «C'È DA ASPETTARSI CHE A BREVE
SEGUIRÀ IL CAOS»
AGGIUNGE: "CI VORREBBE UN NUOVO PASCAL"
(per la cronaca, Pascal, nelle "Lettere provinciali" demolì il casuismo dei gesuiti del suo tempo che finiva per
distruggere l'oggettività del Bene e del Male. Bergoglio è su questa via, ma fa molto peggio imponendo quella
"pratica" come nuova prassi (E NUOVA DOTTRINA) alla Chiesa: una delegittimazione della legge morale e della
Parola di Dio che porta la Chiesa nel baratro... e gli uomini dietro di lei).
QUALCHE BRANO:
Attraverso il cogito, che è anche un pratico volere, s' insinua nella Chiesa il dubbio ariano se Cristo sia davvero
Dio e se i sacramenti siano ciò che la fede della Chiesa dice di vedere in essi, ovvero non siano che segni vuoti
scritti sotto la spinta emotiva nelle situazioni concrete. Amoris laetitia ci costringe a una profonda riflessione sulla
fede, sulla speranza e sull' amore, cioè sul dono della libertà ricevuto da Dio, poiché essa stessa non porta un
chiaro messaggio riguardo al "dono di Dio" che sono la verità, il bene, la libertà e la misericordia.
Basta aprire la Bibbia per sapere che con il "dono di Dio" gli uomini fin "da principio" ebbero difficoltà e non
sempre i sacerdoti li aiutavano a vincere la loro "dura cervice" (Es 32, 9).
....
I sacerdoti e i Mosè che oggi dovrebbero aiutarci a vivere nella presenza della Parola del Dio vivente,
storicamente incarnata e presente in mezzo a noi per sempre nell' Eucaristia, si trovano tra l' incudine e il
martello. Da un lato su di loro esercitano pressioni gli uomini "di duro cuore" e da un altro lato li inquietano le
parole di Cristo che, poiché in Lui Dio crea l' uomo, "sapeva quello che c' è in ogni uomo" (Gv 2, 25): "Fu pure
detto: Chi ripudia la propria moglie, le dia l' atto di ripudio; ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il
caso di concubinato, la espone all' adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio" (Mt 5, 31-32).
Alcuni dei nostri pastori e "arcipastori", cercando di non commettere apertamente l' errore di Mosè e nello stesso
tempo di non esporsi anche alle critiche da parte dei "cuori sclerotici", ci assicurano che l' indissolubilità del
matrimonio è fuori discussione. Entrano però in un vicolo cieco quando comunque pretendono che il pensiero
pratico sui matrimoni falliti si appoggi anche su una piccola parola - "ma" - che permetta loro di costruire
commenti casistici con i quali giustificare l' adulterio.
....
Se si dovesse andare avanti così, c' è da aspettarsi che a breve seguirà il caos, in cui le persone soggette all'
inclinazione al male andranno in giro per le parrocchie e perfino per le diocesi in cerca dei casuisti più furbi. Oggi
ci serve urgentemente un Pascal, che scriva "Le nuove Provinciali". Le parole di Cristo sono chiare e univoche.
Spiegando alla gente il Decalogo, ordina in modo inequivocabile: "Sia /.../ il vostro parlare sì, sì: no, no; il di più
viene dal maligno" (Mt 5, 37).
.....
Nel Giardino degli Ulivi i discepoli di Cristo dormono, mentre Egli è in agonia accanto a loro. Essi invece, in modo
assonnato e quindi irresponsabile, si adattano alla politica correttezza imposta da un Inquisitore invisibile che fa
da padrone nella quarta Roma delle organizzazioni internazionali.
....
E' alla Chiesa che incombe l' obbligo di predicare in modo orante la verità che tutti apparteniamo a Dio e che
perciò a noi tutti si riferiscono le parole con cui Cristo, dopo aver spiegato il senso del Decalogo, conclude il
grande discorso sul Monte delle Beatitudini: "Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste" (Mt
5, 48).
http://ilsismografo.blogspot.it/…/italia-il-dramma-di-papa-…
----------------------------------E QUESTO E' IL DISASTROSO REGIME OBAMIANO, (ANTICRISTIANO E FILOISLAMICO), CHE PIACE
TANTO A PAPA BERGOGLIO
https://www.lastampa.it/…/usa-rifugiati-cristia…/pagina.html
USA, rifugiati. Cristiani? Pochi, anzi meno...
I rifugiati cristiani siriani non sembrano essere graditi negli Stati Uniti. Nell'ultimo mese, secondo quanto afferma il
Catholic News Service, dei 499 rifugiati dal Paese dove l'amministrazione Obama con i suoi alleati - Turchia,
Arabia saudita, Qatar - appoggia formazioni di chiaro stampo terroristico, nessuno è cristiano. 495 di loro sono
definiti come musulmani sunniti, e gli altri quattro semplicemente musulmani, dal centro che elabora i dati sui
rifugiati. Ma i dati di questo mese non sono un'eccezione: dei 2235 rifugiati siriani accolti negli USA, solo dieci (lo
0.44 per cento) sono cristiani. Tre cattolici, due ortodossi un greco ortodosso e quattro identificati semplicemente
come cristiani. Da notare che i cristiani sono la maggior minoranza religiosa in Siria, circa il 10 per cento della
popolazione globale.
E bisogna ricordare anche che i cristiani sono, come gli alauiti, la minoranza maggiormente presa a bersaglio
dalla persecuzione dei jihadisti. Dopo gli attacchi a Parigi e a Bruxelles i responsabili USA temono che i jihadisti
possano usare il canale dei rifugiati per infiltrare loro uomini in Occidente. Il direttore dell'Intelligence James
Clapper ha detto a un Comitato del Senato che l'ISIS Stava "utilizzando il torrente di migranti (verso l'Europa) per
inserire dei loro agenti nel flusso". iria, Padre Ibrahim: “Aleppo svuotata da cristiani, 2/3 scappati”. Parroco
Comunità latina al Tg2000: “Ad Aleppo rimaste 12 mila famiglie.
C’è amarezza” Intanto a TV2000 ha parlato un sacerdote cattolico che è ad Aleppo. “I cristiani che hanno
lasciato Aleppo sono i 2/3. Sono rimaste 12 mila famiglie, circa 60 mila cristiani. Ma oggi c’è il rischio di svuotare
Aleppo dai cristiani”. Così ha detto Padre Ibrahim Alsabagh, parroco Comunità latina ad Aleppo, commentando
la notizia del missile sparato dai jihadisti che sabato 21 maggio ha colpito la Scuola di Terra Santa di Aleppo in
Siria, mirando evidentemente a terrorizzare i civili. “Tantissimi cristiani – ha spiegato il parroco - hanno resistito
all’idea di lasciare il Paese perché attaccati alla loro terra e chiamati a dare testimonianza proprio in Siria. Dopo
quest’ultimo attacco anche i cristiani che non avrebbero mai lasciato il Paese da quindici giorni stanno pensando
di scappare dalla Siria.
Ora l’idea è quella di lasciare tutto”. “La situazione – ha aggiunto il parroco - è drammatica. La gente aveva
deciso di continuare a vivere ad Aleppo anche senz’acqua, senza elettricità e con il caro vita, ma l’attacco al
Collegio di Terra Santa dimostra che nessuna zona è stata risparmiata”. “Quando una famiglia di Aleppo ci dice
di voler andare via – ha concluso il parroco - non riusciamo a dire nulla. Non possiamo obbligare le famiglie a
rimanere.
Accogliamo con amarezza sempre questi annunci e possiamo solo pregare. Facciamo di tutto per alleggerire la
vita e la ‘croce’ qui in Siria ma dobbiamo rispettare la loro libertà”.