la canalizzazione dei fiumi

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la canalizzazione dei fiumi
L’AMBIENTE
SCHEDA A7
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la canalizzazione dei fiumi
I
I nostri fiumi e torrenti sono gravemente
minacciati o compromessi oltre che
dall'inquinamento, cioè dall'immissione di
sostanze estranee, dall'alterazione delle loro
caratteristiche morfologiche ed idrologiche.
Gli ambienti lotici, cioè con acqua corrente,
ospitano comunità biologiche complesse
dal punto di vista strutturale e funzionale,
ed estremamente sensibili alle variazioni
ambientali. Sin dall'antichità l'uomo ha
regolato il flusso delle acque in base alle
proprie esigenze urbanistiche ed agricole:
canali di irrigazione e bonifica, dighe e
captazioni hanno modificato nei secoli il
paesaggio della nostra regione. Le crescenti
esigenze di acqua hanno progressivamente
condotto ad una diffusa artificializzazione
del reticolo idrografico. L'acqua è sottratta
lungo l'intera asta fluviale: nella testata del
bacino essa viene deviata ed intubata al
servizio di centraline
idroelettriche, mentre
scendendo lungo il suo corso
essa viene sottratta in più punti
per usi potabili o industriali o
irrigui. Molti corsi ospitano
ormai in modo intermittente
l'acqua; a seconda delle
stagioni essi appaiono veri e
propri fiumi o tristi e brulli
solchi sabbiosi e ghiaiosi. Quali
organismi possono
sopravvivere in queste
condizioni? Ben pochi. Questi
ambienti sono diventati veri e
propri deserti, colonizzati
durante i pochi mesi con
acqua da specie banali ed
opportuniste. Questi tratti
asciutti costituiscono inoltre
una pericolosa interruzione
nella continuità dell'asta
fluviale, separando le aree a
monte dalle aree a valle ed
impedendo così migrazioni,
Il Po a Crissolo.
A Crissolo il Po ha carattere torrentizio. Questo aggrava la situazione
perché a periodi anche lunghi di
portata
minima
succedono
improvvisi e violenti fenomeni di
piena. Senza scomodare la situazione eccezionale dell’ottobre
2000, la costrizione del torrente in
una sorta di budello è estremamente pericolosa e soprattutto è
rischioso edificare le case con le
fondamenta nell’alveo del torrente.
Con la partecipazione
della
Fondazione
Cassa
di Risparmio
di Saluzzo
L’AMBIENTE
la canalizzazione dei fiumi
SCHEDA A7
SCHEDA N. 1
risalite e scambi tra le comunità. Oltre
all'eccessivo prelievo, un grave
sconvolgimento agli equilibri fluviali è
causato dalla rettificazione e dalla
canalizzazione degli alvei. Un fiume,
lasciato al suo corso naturale, tende a
divagare in meandri, seguendo le
caratteristiche del suolo e la morfologia del
territorio; così facendo, esso perde energia
e, se di quando in quando le piogge lo
alimentano eccessivamente, invade l'area in
prossimità delle sponde, allagandola e
rimettendo nel circuito ecologico sostanze
e materiale lì presenti. Ora, immaginiamo di
rettificare il corso di questo fiume,
dragandone il letto per asportare sabbia e
materiale inerte da costruzione, costruendo
massicciate e prismate sulle sue sponde
eliminando i meandri e le curve, in nome di
una razionalizzazione del territorio.
La presa del canale irriguo di Sanfront.
Le captazioni idriche rappresentano un fenomeno
assimilabile quanto ad effetti alle scogliere ed alla
canalizzazione. Privare il fiume della sua portata
lo costringe a funzionare a regime ridotto e
soprattutto è compromessa la sua capacità auto
depurante. Esattamente come accade con un
motore a scoppio che sotto una certa cilindrata
non funziona per lo scopo che ci si prefigge,
anche il funzionamento del fiume, sotto una
certa portata, si blocca.
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1. Scogliere di protezione a valle di Sanfront.
2. Scogliere “ecologiche” nella RNS Varaita.
Le scogliere servono per difendersi e riparasi in caso di piene ed alluvioni.
A livello teorico il principio funziona. Quello che funziona meno è l’insieme dei fenomeni, delle cause e
degli effetti che la presenza di una scogliera innesca nel regime idraulico del fiume. Su tutti va citato
l’aumento della velocità della corrente, non più frenata dalla vegetazione, dalle anse e dai meandri.
L’elevata velocità aumenta l’energia cinetica dell’acqua e dunque la capacità erosiva e distruttiva del
corso d’acqua che, in presenza di spazio sufficiente, ha modo di lanciarsi e trasformarsi in una creatura
mostruosa ed inarrestabile. Per quanto riguarda gli aspetti ecologici le scogliere uccidono il fiume perché lo privano della sua parte più ricca, la sponda naturale che dovrebbe salire dolcemente al livello di
campagna. E’ in questa parte infatti che trovano rifugio quasi tutte le forme viventi del fiume nei primi
stadi della loro vita. La scogliera invece tende ad entrare direttamente nell’acqua alta, in un ambito
quindi privo di vegetazione ed inadatto a protegger la vita al suo sorgere.
Foto: Archivio Parco del Po Cuneese, Mario De Casa, Renzo Ribetto - Testi: Stefano Fenoglio, naturalista e Renzo Ribetto - © Parco del Po Cuneese - Mar. 02