Non può essere un caso quello
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Non può essere un caso quello
CRISTIAN Capitan la medaglia della maturità A 30 anni Savani ha avuto in Austria la sua definitiva consacrazione nell’Europeo della rinascita azzurra di Adriano Torre L’esultanza del capitano azzurro Ha il volto e lo sguardo del bravo ragazzo, di buona famiglia. Ha le parole semplici e giuste, l’intelligente umiltà di chiedere scusa pensando di aver sbagliato, come ha fatto dopo la sconfitta con la Francia nella prima fase di questo Europeo, a Innsbruck, in cui nervosismo e delusione per il 3-2 subito dai francesi avevano preso il sopravvento nei minuti successivi al fischio finale. Ha chiesto scusa (e non era nemmeno necessario) perché Cristian Savani da Castiglione delle Stiviere si sente capitano dentro il cuore e l’anima, non solo perché ha la fascia sotto il numero sulla maglia «e un capitano deve dare l’esempio, deve restare sereno e lucido anche nei momenti di tensione e difficoltà». Anche perché nella sua carriera, sbocciata in ritardo rispetto alle sue potenzialità, di diffi4 coltà ne ha vissute e non poche, momenti amari che lasciano il segno, critiche a volte ingiuste e pesanti. Traspare da una sua frase: «I giovani bisogna incoraggiarli e sostenerli»... Lui ci è passato in carriera, in cui l’educazione e il marchio di “bravo ragazzo” non lo hanno aiutato a raccogliere prima quel che avrebbe meritato. E finalmente questo Europeo della rinascita azzurra ha permesso all’Italia e al mondo di conoscere il vero Cristian Savani, quello che aveva il sogno di dedicare ai suoi genitori una medaglia importante da protagonista, quello che aveva Andrea Giani come idolo sportivo, quello che si definisce «semplice ma testardo», detesta le persone false e ama andare al Lago di Garda. Un Savani che finalmente esprime il meglio di sé perché si è sentito partecipe e coinvolto in un gruppo accomunato dagli stessi obiettivi, «un gruppo che sa stare assieme dentro e fuori dal campo, e se qualcuno si manda a quel Paese in partita, ha voglia di spiegarsi dopo il fischio finale. Non come accadeva in passato, che finita la partita non ci si spiegava e ognuno viveva per conto proprio». Il gruppo di cui è capitano e si sente onorato di esserlo. Ha partecipato a cinque Europei portando a casa ha due medaglie d’oro nel 2003 e 2005, praticamente senza toccare il campo, ma questa finale, stavolta è davvero sua, ha dimostrato quell’affidabilità che in passato poche volte gli era stata riconosciuta. Ha giocato con maturità, intelligenza, continuità. Perché lui le doti tecniche le ha sempre avute, aveva bisogno soltando di sentire attorno a sé la fiducia e di vivere in un ambiente pronto a riconoscergli le sue doti di signorilità e i suoi valori emotivi, grandi e sensibili. Aveva bisogno di motivazioni pure, genuine, ma vere. Perché un grande giocatore è soprattutto un grande dentro “dentro”, ma ci sono più strade per essere grandi uomini. E Cristian Savani proprio per la sua sensibilità di bravo ragazzo ha percorso quella più difficile. Ecco perché questa finale Europea è davvero sua. SAVANI: Ho realizzato il sogno di ogni bambino 5 La fame di vittorie la nostra benzina Questa squadra ha ancora ampi margini di crescita. Non vedo l’ora di andare in Giappone per giocare la World Cup di Gianluca Pasini Voci più basse, quasi al buio, si distendono i muscoli contratti dalla fatica e dalla tensione. L’ultima palla è un po’ più lontana. Riavvolgiamo il nastro con la storia di questa Nazionale… “Non solo all’inizio dell’Europeo. Andrei fino a maggio a quando ci siamo conosciuti. Lì è iniziato un percorso che, pur senza allenamento, ma quasi solo giocando, ha fatto arrivare i primi segnali. Poi il nastro scorre, supera le finali di World League. Ci riporta a Cavalese, al periodo di lavoro vero, sette settimane assieme. Un momento anche faticoso, in cui ci siamo messi in discussione, abbiamo messo alla prova la nostra capacità di sacrificio. Puntando su una preparazione meticolosa per cercare di limare le distanze che ci separavano dalle squadre che ci stavano davanti. E arriviamo all’Europeo: la medaglia non è del colore che speravano di conquistare. Ma è un punto di partenza. Volevamo subito la vittoria. Forse sarebbe stato troppo presto, chissà? Quando perdi in quella maniera puoi dire e pensare tutto e il contrario di tutto”. I n realtà c’è molto di più dietro questo argento… “C’è il viaggio in Giappone dove dal 20 novembre al 4 dicembre giocheremo la World Cup. E’ questa la medaglia più bella che potevamo conquistare a Vienna. Per due motivi. Uno banale: abbiamo una chance in più di andare all’Olimpiade. Una nostra interna: sette mesi senza trovarci per un gruppo “giovane”, con meno esperienza rispetto a molti avversari, sarebbero stati troppi. Questa Italia ha bisogno di giocare tanto, contro le squadre migliori del mondo: Brasile, Stati Uniti, Russia, Serbia, Polonia, Cuba”. E si arriva a parlare di ana- grafe dei giocatori in campo e delle presenze. “Non ci si può fare nulla, ma i giocatori che avevamo dall’altra parte della rete, penso ai centrali della Serbia che ho avuto a Macerata, sono più o meno coetanei dei nostri, ma guardate le presenze internazionali che hanno già maturato. Questi numeri tanto diversi hanno un peso specifico quando arrivi a giocare certe partite e certi palloni. Non lo possiamo cambiare subito, né cancellare questa differenza, ma il viaggio in Giappone ci permetterà di crescere ancora”. N on può essere un caso quello che è successo in Austria. Vero? “Non sempre, ma per larghi tratti questa squadra ha fatto vedere una pallavolo con caratteristiche importanti. Per fisicità (penso alla battuta), alla tattica (l’Italia è stata la prima nei muri) e intensità (capacità di giocarsela fino all’ultima palla). Le tre doti che fanno la differenza, dal mio punto di vista: quei colpi o li hai dentro o se non li hai, non ti verranno mai. Se fai un gesto tecnico per mezzo set, con il lavoro, puoi ripeterlo prima per un set intero, poi per due, per tre, fino a farlo per tutta la partita…”. N onostante tante cose positive non è facile rassegnarsi a quello che si è visto nella finale di Vienna. “Alla fine del terzo set sembrava di essere in un film di Woody Allen con quella battuta che danza sulla rete e cade nel nostro campo… Non può essere questa la differenza che c’è tra una squadra vincente e una perdente”. A marezza? “Subito tantissima, meno dopo. Ma io sentivo che doveva andare in maniera diversa. Ero certo che fosse il nostro momento. Ho iniziato a maturare questa sensazione a metà agosto, prima del Memorial Wagner, percepivo che questa squadra poteva arrivare fino in fondo. Per i ragazzi la convinzione è venuta dopo. Mano a mano che si avvicinava il torneo. L’ho visto nelle loro facce e nei loro occhi al momento dell’Inno, era una serata speciale: la componente emozionale nel match con la Serbia, in quel palazzetto, coi fischi per Dragan, era diversa da tutte le altre partite. Ripartiamo da lì”. Nella foto a sinistra il ct azzurro Mauro Berruto con il Presidente Federale Carlo Magri 27 Sono le partite in cui Mauro Berruto ha guidato la nazionale azzurra. L’esordio è avvenuto a Lione il 27 maggio 2011 contro la Francia battuta per 3-0 nella prima gara della World League. 6 7 FATTI E PENSIERI Ripercorriamo l’avventura continentale di Mauro Berruto e i suoi atleti: da Villafranca a Vienna passando per la fondamentale Innsbruck di Carlo Lisi PARTENZA Villafranca, 8 settembre ore 9.30: foto di gruppo per immortalare il momento. Poi puntuale la squadra azzurra, dopo aver caricato sogni e bagagli è partita con destinazione Innsbruck, prima tappa dell’Europeo. Dentro al bus della squadra tutto è tranquillo. C’è chi legge, chi guarda un film sull’ipad, chi si interroga sul settaggio per la connessione dell’iphone. Dopo 4 ore siamo a giunti a destinazione. PENSIERI Nel mondo del web ognuno esprime come vuole i suoi pensieri, chi li pubblicizza tramite il suo profilo Facebook, chi li affida alle immagini di un filmato, chi “butta” un pensiero veloce su Twitter. Tutti modi per avere un filo diretto con il mondo degli appassionati, che a loro volta cercano in tutte le maniere di essere vicini. Una maniera per esorcizzare lo stress e l’attesa di giocare una grande manifestazione, per cui si è lavorato tanto. Finalmente si inizia. Dopo quasi 5 mesi di preparazione. Domattina partiremo alla volta di Innsbruck. Quello che é fatto ormai è fatto. Non c’è piu spazio per rimpianti o rimproveri. Non serve più farsi domande se abbiamo fatto troppo o troppo poco. Noi siamo questi. Con i nostri pregi e i nostri difetti. La mia speranza piu grande sta nel trovare la capacità di accettarli quando saremo in difficoltà. Perchè ne avremo di difficoltà. Spero che ognuno riesca ad esaltare i propri pregi e quelli degli altri,e a passare sopra i reciproci difetti. Spero che avremo la pazienza dentro e fuori dal campo. 8 QUALIFICAZIONE Sono bastate due gare alla truppa di Berruto per portare a casa il primo risultato concreto: la qualificazione alla fase successiva ed il conseguente viaggio verso Vienna. Due vittorie con Belgio (3-1) e Finlandia (3-0), meritate e sofferte. Savani e compagni in entrambi i match hanno fatto una capatina all’inferno. Contro i fiamminghi, guidati da Depistele che il nome da diavolo ce l’ha davvero, l’Italia ha perso il primo set e nel terzo ha rischiato di Perchè ti assicuro che 5 mesi di convivenza quotidiana abbassano molto il livello di sopportazione. E per questo serve energia. Mentale soprattutto. Spero che ne avremo a sufficenza. Spero che riusciremo a isolarci quando sarà il momento. Perchè tutto quello che sta fuori dalla palestra per le prossime 2 settimane é inutile. Le critiche e i complimenti, 2 medesimi impostori, come diceva Ruyard Kipling,non ci dovranno toccare. Perchè ci distraggono da cio che conta davvero. Spero di avere abbastanza fame e di essere abbastanza umile da anteporre i bisogni della squadra al mio ego personale. complicarsi parecchio la vita. Proprio il capitano Savani con una prestazione super ha risolto il problema. Contro la Finlandia, l’ex-squadra del ct Berruto, il sestetto tricolore ha cominciato in maniera traumatica ed ha rischiato di sprofondare. Poi dimostrando qualità e combattività è riemersa ha recuperato sette lunghezze di svantaggio e trascinato da un Mastrangelo in grande condizione ha chiuso il match in soli tre parziali. Spero di avere fortuna,perchè serve anche quella. Spero che il lavoro fisico e tecnico,mai cosi duro come in questo periodo,dia i suoi frutti ora che ne ho bisogno. Confido nel supporto morale di chi mi è caro davvero,perchè vivo nella certezza che il loro giudizio non cambierà in funzione del risultato. Ma spero lo stesso di renderli orgogliosi. Come spero di rendere orgoglioso un intero movimento e orgogliosa l’intera nazione che ho l’onore di rappresentare. E infine spero di avere la forza di lottare su ogni palla come fosse l’ultima perchè nello sport si puo anche perdere,ma lasciando il campo di battaglia con la consapevolezza di avere dato tutto.. AVANTI Gli azzurri hanno chiuso la prima fase cedendo contro la Francia al tie-break dopo essersi garantito il primo posto con la conquista del primo set. Lo stop non è stato digerito benissimo, alcuni sono usciti dal campo nervosi. Il giorno seguente, il 13 settembre, il trasferimento pomeridiano a Vienna. Qualche ora libera trascorsa a passeggiare. Poi la ricerca della massima concentrazione. OBIETTIVO “Il nostro obiettivo è cambiato, speravamo di giocare sino all’ultimo giorno, adesso speriamo di farlo sino all’ultima gara in programma.” Sono le parole di Mauro Berruto pochi minuti dopo che la sua Italia aveva battuto i suoi ex allievi della Finlandia ed era tornata dopo 6 anni tra le prime 4 del continente. PERFETTI Il 17 settembre si gioca la semifinale. Il match che può cambiare il giudizio su un intero Europeo, trasformandolo da buono a ottimo. Al mattino Bira Birarelli ha ancora dolore all’alluce per la botta data al palo della rete contro la Finlandia. Stringe i denti e va in campo. L’Italia in campo è impeccabile e l’ex-maestro Anastasi, seduto sulla panchina della Polonia, non può far altro che ammirare i suoi ex-allievi volare in finale. Un grande risultato per la pallavolo azzurra, che torna a mettersi al collo una medaglia. LA NOTTE La notte prima di una finale è qualcosa di speciale, uno di quei momenti che sogni e temi. Ognuno cerca di esorcizzarla a modo suo. Simone Parodi uscito triste dalla gara dei quarti in cui non si era piaciuto e raggiante dopo la semifinale, in cui aveva fatto bene ha scritto nel web: “…vado a letto con la consapevolezza di far parte di un gruppo meraviglioso che, dopo aver lavorato duramente per tutta l’ estate e dopo aver scalato un centimetro al giorno, sa che domani può conquistare la vetta dell’ Europa...siamo un gruppo giovane che ha tanta voglia di migliorare e dimostrare quanto valiamo...bisogna solo crederci e capire cosa voglia dire vincere la medaglia d’ oro!” Il ct ha pensato ad alta voce nella sua pagina ufficiale: “Vorrei scrivere questa notte, ma non posso. Così il mio modo di condividere le emozioni passa attraverso qualcosa che ho scritto anni fa, nel mio primo libro. Avevo sentito questa storia e mi era Le riflessioni di ROCCO Barone “Stare fuori è mentalmente più pesante, decisamente meglio stare magari in panchina. Vorresti essere lì ad aiutare i tuoi compagni in qualsiasi modo e in qualsiasi circostanza e non puoi farlo. Sono comunque molto orgoglioso di aver preso parte al primo europeo della mia carriera, insieme ad un gruppo di atleti, ma soprattutto di persone straordinarie. Le mie sensazioni da fuori sono molto positive e ispirano fiducia. Guardando i volti dei miei compagni, sentendo l’atmosfera che si respira vedo e sento, quasi “tocco” la grande voglia di raggiungere un qualcosa di veramente importante (per scaramanzia preferisco non dire cosa!). Abbiamo dimostrato che ce la possiamo giocare con tutti. Siamo l’Italia, Siamo forti, rispettiamo tutti, ma non abbiamo paura di nessuno. Mauro è un grandissimo allenatore ci da carica e tranquillità. Non abbiamo i favori del pronostico incontreremo avversari temibili, ma sono certo che quando usciremo dal campo domenica sera avremo dato il meglio di noi. Come finirà? I conti si fanno alla fine.” sembrata bellissima. L’ho raccontata senza sapere, senza neanche immaginare, che mi sarebbe un giorno capitato. Domani alle 18:00. Forza, Italia! Mauro Il team manager degli azzurri Stefano Sciascia (arrivato alla quarta finale europea consecutiva tre con le donne, prima di Vienna), ripreso dallo scatto di Fiorenzo Galbiati, mentre sta andando in lavanderia. Lui è uno dei componenti dell’efficiente staff azzurro composto dal vicect Andrea Brogioni, dall’assistente Andrea Giani, dal dottor Piero Benelli, dai fisioterapisti Davide Lama e Leonardo Arici, dall’osteopata Stefano Scollo, dal preparatore atletico Andrea Pozzi, dagli scoutman Matteo Carancini (prezioso amico di iVolley che ci ha fornito i video tecnici degli ultimi punti delle gare), Fabio Gabban e Federico Cian. 9 EUROPAGELLE Mauro BERRUTO 8 ARGENTO Tutta la pallavolo italiana ha sognato di salire sul gradino più alto del podio. Invece siamo usciti dalla finale con la bocca amara, per una sconfitta di misura (un solo punto in meno realizzato rispetto ai neo campioni continentali della Serbia), per un arbitraggio che non ci è piaciuto e che almeno un po’ ci ha penalizzato. MAGRI: Questa squadra ha fatto un grande Europeo Felici perché Dragan Travica, come alzatore, e Andrea Bari, come libero, sono stati premiati come i migliori nel ruolo. Tristi perché Gigione Mastrangelo, aveva meritato a suon di numeri e prestazioni quello di miglior muro. Non abbiamo riportato in Italia l’oro che avevamo sognato ma mentre si lasciava Vienna nella notte l’argento azzurro brillava come la Luna e ci faceva capire che i tempi delle vacche magre sono finti. Siamo tornati. s.v. A Innsbruck ha visto i compagni dalla tribuna, a Vienna è tornato titolare, dimostrando carattere e volontà. Premiato come miglior libero. Non ha avuto il piacere di mettere piede in campo, ma durante gli allenamenti non si è mai risparmiato dimostrando orgoglio e amore per la maglia. Emanuele BIRARELLI Dante BONINFANTE Simone BUTI s.v. 7 Ha iniziato l’Europeo in panchina, ma quando ha conquistato il posto nel sestetto ha fatto pienamente il suo dovere. Prezioso a muro, bravissimo al servizio. Quando è stato chiamato sapeva bene quale era il suo ruolo e lo ha accettato con serenità, portando professionalità e buon umore nel gruppo. Partito titolare in campo ha mostrato le sue qualità. Rilevato da Birarelli, poi è tornato protagonista in occasione della finale per la medaglia d’oro. Andrea GIOVI Michal LASKO Gabriele MARUOTTI 6,5 8 s.v. Ha iniziato la rassegna continentale alla grande, poi il suo rendimento è calato e nella seconda parte del torneo ha lasciato la “maglia diversa” a Bari. L’Austria ha consacrato definitivamente l’opposto azzurro. Ha giocato un torneo eccellente, mettendo in campo tanti colpi, potenza ed esperienza. Dopo l’esclusione dalla squadra del Mondiale 2010, il suo Campionato Europeo lo aveva già vinto con la convocazione. è stato poco utilizzato. Luigi MASTRANGELO Simone PARODI Giulio SABBI 8 7 s.v. Ha giocato l’Europeo con l’entusiasmo di un ragazzino. A muro è stata una autentica colonna della squadra. In attacco ed al servizio ha sempre fatto più che bene. Il suo è stato l’Europeo della volontà. Ha recuperato dal grave infortunio a tempo di record, quando è entrato ha fatto bene, benissimo in semifinale con la Polonia. Dalla serie A2 alla massima ribalta continentale. Ha giocato solo un paio di spezzoni di gara, ma l’Austria rimarrà come una tappa fondamentale della sua carriera. Cristian SAVANI Dragan TRAVICA Ivan ZAYTSEV 8 Capitano di nome e di fatto. Ha giocato un Europeo eccezionale, risultando sempre determinante. In attacco è stato devastante, al servizio potente ed intelligente. 10 7 Rocco BARONE Al primo europeo sulla panchina, porta subito una medaglia. Per merito suo l’Italia ha mostrato una nuova pelle e una nuova filosofia di gioco. 7,5 CONTRATTEMPO Domenica 18 settembre è il gran giorno della finale. Gli azzurri hanno in programma un leggero allenamento, ma al momento di partire dall’hotel si sono ritrovati, per un disguido dell’organizzazione, senza il bus. Il direttore delle squadre nazionali, Libenzio Conti, ha preso in mano la situazione e chiamato i taxi necessari. Andrea BARI 7,5 Sfrontato e generoso. In campo e fuori si è mosso come un leader. Al servizio, come sempre, ha fatto la sua parte. Premiato come miglior alzatore. 7,5 Per la prima volta titolare in un Europeo, ha cercato in ogni occasione, di fare tutto al meglio. È il più giovane dei titolari, una colonna del domani. 11 Prima fase Prima fase ITALIA-FINLANDIA 3-0 ITALIA-FRANCIA 2-3 (22-25 25-18 29-27 25-15) (25-23 27-25 25-21) (28-26 25-22 17-25 21-25 11-15) ITALIA: Buti 8, Travica , Zaytsev 14, Mastrangelo 12, Lasko 18, Savani 21. Libero: Giovi. Parodi, Maruotti, Sabbi. Non entrati: Birarelli, Boninfante. All. Berruto. BELGIO: Raymaekers 7, Van den Dries 4, Verhanneman 8, Verhees 10, Depestele 3, Claes 4. Libero: Dejonckheere. Klinkeberg 2, Van Walle 14, Kruyner, Deroo 3. Non entrati: Coolman. All. Gewehr. ARBITRI: Piasetski (Blr) e Jacyna (Pol). Spettatori: 1400. Durata set: 27, 27, 35, 24. Italia: bv 9, bs 16, mv 10, e 14. ricezione 57% (38%), attacco 56%. Belgio: bv 7, bs 14, mv 5, e 9. ricezione 42% (30%), attacco 44%. ITALIA: Savani 13, Buti 2, Travica 1, Zaytsev 9, Mastrangelo 18, Lasko 11. Libero: Giovi. Parodi, Birarelli 6. Non entrati: Maruotti, Sabbi, Boninfante. All. Berruto. FINLANDIA: Esko 3, Kunnari 2, Shumov 3, Oivanen Mi. 6, Siltala 11, Oivanen Ma. 10. Libero: Hyvarinen. Sivula 7, Sammuelvo, Tuominen 2, Lehtonen. Non entrati: Tervaportti. All. Castellani. ARBITRI: Jacyna (Pol) e Piasetski (Blr). Spettatori: 1500. Durata set: 29, 32, 28. Italia: bv 5, bs 14, mv 13, e 11. ricezione 43% (33%), attacco 45%. Finlandia: bv 4, bs 7, mv 7, e 10. ricezione 52% (44%), attacco 35%. ITALIA: Zaytsev 9, Mastrangelo 11, Lasko 17, Savani 8, Birarelli 9, Travica 5. Libero: Giovi. Parodi 10, Sabbi, Boninfante, Maruotti. Non entrato: Buti. Allenatore Berruto. FRANCIA: Ngapeth 20, Vadeleux 9, Rouzier 12, Tuia 2, Trefle 15, Pujol. Libero: Exiga. Lyneel, Marechal 7, Toniutti 1, Moreau 6. Non entrato: Hardy-Dessources. Allenatore Blain. ARBITRI: Hobor (Hun) e Piasetski (Blr). Spettatori: 1600. Durata set: 34, 26, 23, 25, 14. Italia: bv 4, bs 27, mv 17, e 14. ricezione 42% (34%). attacco 42%. Francia: bv 4, bs 21, mv 14, e 12. ricezione 45% (31%) attacco 50%. TURBO SAVANI SUONA LA CARICA SUPER MASTRO Qualifica l’Italia Esordio vincente degli azzurri. La squadra di Mauro Berruto ha sofferto in avvio, contro un Belgio molto motivato e ben orchestrato dal regista Depistele. Momento chiave il terzo parziale, in cui l’Italia ha annullato 3 palle-set ai fiamminghi prima di imporsi grazie a un ottimo Savani. Passata la paura gli azzurri hanno dilagato nel quarto, fino al punto finale di Travica. 12 Prima fase ITALIA-BELGIO 3-1 Secondo successo azzurro e il 3-0 sulla Finlandia regala la qualificazione al turno successivo. Grande prestazione di Gigi Mastrangelo, che chiude con 18 punti e ben otto muri vincenti. L’Italia ha sofferto molto nel primo set vinto in rimonta dopo essere stata in svantaggio 16-9. Decisivo per la rimonta l’ingresso di Emanuele Birarelli, poi confermato da Berruto per tutta la gara. Gli Azzurri Nei QUARTI L’Italia centro l’obiettivo si qualifica direttamente per i quarti di finale. Gli azzurri di Mauro Berruto si garantiscono l’ingresso tra le prime otto vincendo i primi due set, poi subiscono la rimonta dei francesi che chiudono al secondo posto nella pool. Tra le note più liete la positiva esibizione di Simoa lungo in ne Parodi, campo nella prima parte di gara. Pool A (Vienna): 10 settembre: Slovenia-Austria 3-0 (25-20 25-21 25-20), Serbia-Turchia 3-0; 11 settembre: SloveniaSerbia 1-3 (9-25 23-25 25-23 23-25), Austria-Turchia 0-3 (21-25 22-25 20-25); 12 settembre: Turchia-Slovenia 2-3 (18-25 23-25 25-16 25-19 1225), Austria-Serbia 0-3 (16-25 19-25 16-25). Classifica: Serbia 9, Slovenia 5, Turchia 4, Austria 0. Pool B (Karlovy Vary): 10 settembre: Russia-Estonia 3-0 (25-17 25-19 25-17), PortogalloRepubblica Ceca 2-3 (20-25 25-20 25-21 16-25 13-15);11 settembre: Portogallo-Russia 1-3 (15-25 25-23 22-25 13-25), Repubblica CecaEstonia 3-0 (25-20 25-14 2520); 12 settembre: EstoniaPortogallo 3-0 (25-23 25-17 25-22), Repubblica CecaRussia 0-3 (19-25 14-25 18-25). Classifica: Russia 9, Repubblica Ceca 5, Estonia 3, Portogallo 1. Pool C (Innsbruck): 10 settembre: Francia-Finlandia 3-1 (25-14 17-25 31-29 28-26); ItaliaBelgio 3-1 (22-25 25-18 29-27 25-15); 11 settembre: Belgio-Francia 3-1 (31-29 34-36 25-20 25-23), ItaliaFinlandia 3-0 (25-23 2725 25-21), 12 settembre: Finlandia-Belgio 3-0 (25-21 25-22 25-22), Italia-Francia 2-3 (28-26 25-22 17-25 2125 11-15). Classifica:Italia 7, Francia 5, Finlandia (qs0,66) e Belgio (qs0,57) 3. Pool D (Praga): 10 settembre: Slovacchia-Bulgaria 3-2, Germania-Polonia 1-3; 11 settembre: Slovacchia-Bulgaria 3-2 (26-24 27-25 24-26 19-25 18-16), GermaniaPolonia 1-3 (19-25 20-25 25-22 22-25); 12 settembre: Bulgaria-Germania 3-1 (25-16 25-27 26-24 25-23), Polonia-Slovacchia 1-3 (2523 21-25 18-25 23-25). Classifica: Slovacchia 8, Bulgaria 7, Polonia 3, Germania 0. Quarti di Finale Semifinale Finale ITALIA-FINLANDIA 3-1 ITALIA-POLONIA 3-0 ITALIA-SERBIA 1-3 (25-18 25-20 29-31 25-21) (25-22 25-21 25-20) (25-17 20-25 23-25 24-26) ITALIA: Zaytsev 15, Mastrangelo 8, Lasko 20, Savani 23, Birarelli 6, Travica 2. Libero: Bari. Parodi 2, Boninfante. Non entrati: Maruotti, Sabbi, Buti. All. Berruto. FINLANDIA: Esko 3, Kunnari 14, Shumov 5, Oivanen Mi. 16, Siltala 2, Oivanen Ma. 11. Libero: Hyvarinen. Hietanen 7, Sammuelvo 3, Lehtonen 2. Non entrati: Sivula. Tervaportti. All. Castellani. ARBITRI: Zenovich (Rus) e Hobor (Hun). Spettatori: 1500. Durata set: 24, 26, 34, 22. Italia: bv1, bs 20, mv 16, e 7. Ricezione 50% (37%); attacco 56%. Finlandia: bv 3, bs 20, mv 7, e 9. Ricezione 69% (53%); attacco 46%. ITALIA: Savani 17, Birarelli 3, Travica 6, Zaytsev 2, Mastrangelo 8, Lasko 17. Libero: Bari. Parodi 4. Non entrati: Maruotti, Sabbi, Buti, Boninfante. All. Berruto. POLONIA: Kubiak 7, Nowakowski 4, Zygadlo 2, Kurek 8, Mozdzonek 9, Jarosz 10. Libero: Ignaczak. Kosok 2, Mika. Non entrati: Drzyzga, Ruciak, Gruszka. All. Anastasi. ARBITRI: Piasetski (Blr) e Loderus (Hol). Spettatori: 6200. Durata set: 24, 28, 25. Italia: bv 6, bs 9, mv 6, e 12. Ricezione 54% (46%), attacco 68%. Polonia: bv 2, bs 9, mv 5, e 9. Ricezione 50% (38%), attacco 45%. ITALIA: Savani 20, Birarelli, Travica 4, Zaytsev 7, Mastrangelo 13, Lasko 15. Libero: Bari. Parodi 6, Maruotti, Buti 4. Non entrati: Sabbi, Boninfante. All. Berruto. SERBIA: Nikic 10, Stankovic 8, Milijkovic 18, Kovacevic N. 15, Podrascanin 10, Petkovic 1. Libero: Rosic. Terzic 2, Rasic 1, Mitic. Non entrato: Kovacevic U., Starovic. All. Kolakovic. ARBITRI: Loderus (Ned) e Zenovich (Rus). Spettatori: 8500. Durata set: 24, 26, 28, 29. Italia: bv 8, bs 20, mv 10, e 8. Ricezione 65% (54%). Attacco 52%. Serbia: bv 6, bs 11, mv 10, e 12. Ricezione 41% (36%). Attacco 48%. Note: Note tecnico contro l’Italia Si RITORNA tra le prime 4 L’Italia centra il primo grande obiettivo annunciato alla vigilia, ritorna dopo 6 anni tra le prime quattro del continente, ha la garanzia di stare in campo sino alla fine della manifestazione. Grande prova degli azzurri con il capitano Cristian Savani scatenato, ispirato da Dragan Travica, fiancheggiato da Michal Lasko e Ivan Zaytsev. La Finlandia combatte ma si deve arrendere al quarto set. per proteste di Mauro Berruto sul 17-15 del 4 set. AD UN PASSO DAL PARADISO Berruto l’ha definita la partita “Quasi perfetta”. L’Italia gioca la semifinale con la potenza di un tifone, spazza via la Polonia di Andrea Anastasi in soli tre set. Feroci e determinati, gli azzurri sbagliano pochissimo e trovano in Lasko e Savani, poi affiancati da Parodi gli elemnti che fanno crollare il muro dei campioni uscenti. Sostenuto da una buona ricezione Travica esprime il meglio di sé stesso. Eliminazione diretta 14 settembre Play Off: a Vienna Slovenia-Finlandia 2-3 (18-25 25-21 23-25 2518 12-15); Francia-Turchia 3-1 (25-19 25-23 19-25 25-21). a Karlovy Vary: Repubblica Ceca-Polonia 23-25 25-22 29-31 18-25), Bulgaria-Estonia (25-20 2523 25-22). 15 settembre. Quarti di finale: a Vienna Serbia-Francia 3-1 (32-30 25-20 23-25 26-24); Italia-Finlandia 3-1 (25-18 25-20 29-31 25-21). A Karlovy Vary Russia-Bulgaria 3-1 (22-25 25-19 25-18 2519); Slovacchia-Polonia 0-3 (23-25 17-25 19-25). 17 settembre. Semifinali: Italia-Polonia 3-0 (25-22 2521 25-20); Serbia-Russia 3-2 (25-23 17-25 22-25 3331 15-13). 18 settembre Finale terzo posto: Polonia-Russia 3-1 (25-23 18-25 25-21 25-19) ; Finale primo posto: Serbia-Italia 3-1 (17-25 2520 25-23 26-24). L’Italia vince l’ARGENTO L’avventura austriaca non è finita come avremmo sperato. L’Italia dopo un bel primo set ha subito il ritorno della Serbia ed ha ceduto in quattro set. Peccato perché anche in finale gli azzurri hanno fatto buone cose, a partire da Savani che con l’ennesima prova da incorniciare ha chiuso con il 71%. Tanti i rimpianti tricolori anche per alcune decisioni arbitrali che li hanno penalizzati. Conquistando l’accesso in finale, Berruto e gli azzurri si sono garantiti lapartecipazione alla Coppa del Mondo, il primo torneo che assegna dei posti per le Olimpiadi di Londra 2012. In Giappone scenderanno in campo dodici formazioni: le cinque squadre campioni continentali, le quattro migliori del ranking mondiale tra le finaliste continentali, il Giappone paese organizzatore e due wild card. Oltre all’Europeo, che ha qualificato Italia e Serbia; si è concluso il torneo Norceca (Nord e Centro America) che ha visto il successo di Cuba davanti agli Stati Uniti. 13 AZZURRE, OBIETTIVO TRIS Europei in Italia e Serbia: prima fase a Monza e Busto Arsizio, a Belgrado le finali di Carlo Lisi Ancora due giorni e s’inizierà una rassegna continentale tra le più attese degli ultimi anni. Un torneo già importante per il titolo che mette in palio, che assume una ulteriore rilevanza, come sempre accade nell’anno che precede i Giochi Olimpici. Il grande obiettivo delle partecipanti è il podio, ma soprattutto la finale per l’oro che apre le porte alla partecipazione alla Coppa del Mondo. Il torneo che si svolgerà nel mese di novembre in Giappone è il primo che assegna dei “passaporti” per Londra 2012, vi parteciperanno la prima e la seconda classificata più una eventuale wild card, che a quanto si dice potrebbe finire alla Polonia. INSIEME – Gli splendidi ricordi dell’Europeo maschile del 2005, quando Roma e Belgrado ospitarono in contemporanea le due fasi eliminatorie, prima del gran finale nella nostra Capitale, ha spinto il presidente serbo Boricic e quello italiano Magri a ripetere l’esperienza, ma questa volta a partiti invertite, con le finali da giocare in riva al Danubio. Una replica che è sinonimo di garanzia di successo. SEDI – Due le sedi in Italia, altrettante in Serbia: Monza (pool B) e Busto Arsizio (pool D) nella penisola, Belgrado (pool A) e Zrenjanin (pool C) oltre adriatico. In Lombardia da mesi si sta lavorando per essere pronti per un appuntamento atteso dagli appassionati di volley e da tutti gli sportivi italiani, che sperano di vedere ancora una volta le azzurre grandi protagoniste, finire il torneo con una medaglia lucente al collo. 14 ITALIA – Le azzurre sono campio- RIVALI – Molto agguerrito il grupnesse uscenti, titolo conquistato nel 2007 in Lussemburgo e conservato nel 2009 a Lodz. Le punte più alte di una storia che le ha viste protagoniste assolute nell’ultimo decennio inaugurato dall’argento di Varna (2001) replicato a Zagabria (2005). Barbolini potrà contare su larga parte del gruppo storico da Eleonora Lo Bianco a Francesca Piccinini, da Antonella Del Core a Serena Ortolani e via dicendo. In più ci sarà Carolina Costagrande, grande schiacciatrice argentina di nascita, ma italiana di famiglia, per molto tempo protagonista del campionato di casa nostra. Tra le titolari dei due precedenti trionfi mancheranno Tai Aguero, che dopo Lodz ha chiuso con l’azzurro e Jenny Barazza, che nel corso dell’estate è diventata mamma. Purtroppo anche Paola Cardullo, a causa della frattura alla mano destra che si è procurata nelle finali del World Grand Prix a Macau. po delle rivali, da cui emergono temibili Serbia e Russia. Le prime non solo come padrone di casa, ma soprattutto per quello che hanno vedere sin qui nell’estate giungendo terze nella Final Eight del WGP; le seconde, campionesse del mondo in carica, che cercano di rinverdire una tradizione che le ha viste sul gradino più alto del podio per diciassette volte, ma che non trionfano più dal lontano 2001. Insieme a loro le altre grandi di sempre: Olanda, Germania, Polonia, Bulgaria, senza dimenticare la Turchia. Insomma tanto equilibrio, sinonimo di un grande spettacolo che non mancherà. 15 L’Europeo? Duro e difficile come sempre Cambio tattico in casa azzurra: Gioli torna al centro. Ortolani opposto. alternativa giocare con tre martelli di Pasquale Di Santillo L’uomo e l’allenatore tranquillo che gli abita dentro, restano tranquilli anche se intorno c’è la pressione dei grandi appuntamenti, come grande è l’Europeo femminile in condominio tra l’Italia di Monza e Busto Arsizio e la Serbia, ormai alle porte. Massimo Barbolini il coach che nel 2006 raccolse i cocci di una Nazionale un tantino agitata, per portarla al doppio trionfo europeo del 2007 e 2009, senza dimenticare l’oro in Coppa del Mondo, quello alla Grand Champions Cup e i tre bronzi al Grand Prix e nemmeno i due piazzamenti - un quarto e un quinto posto ai Mondiali, oltre al maledetto quarto di finale olimpico a Pechino 2008, è pronto all’ennesima battaglia. Ci arriva con qualche tensione di troppo dopo un Grand Prix di gioie, dolori e sofferenze chiuso al settimo posto, ma il tecnico modenese sembra divertirsi a spegnere qualsiasi focolaio di incendio. Del resto, per lui era tutto previsto. “Non posso certo dire - attacca Massimo - che il risultato mi abbia soddisfatto, ma quando incontri nazionali del calibro di Brasile e Stati Uniti, ci può stare perdere. E comunque ero stato chiaro dall’inizio: questa stagione aveva sempre avuto, un solo doppio grande obiettivo: l’Europeo come viatico della Coppa del Mondo in Giappone, valida per la qualificazione alle Olimpiadi di Londra 2012. E’ chiaro che se vuoi far riposare le ragazze non porti tutte le migliori al Grand Prix, altrimenti non arrivano alla fine.” 16 Troppo riposo? “E’ una questione di scelte e io rifarei le stesse. Magari mi sbaglio, ma alla fine sarò giudicato per i risultati. Piuttosto, se avessimo perso qualche punto in meno con Kazakhistan e Thailandia, magari saremmo entrati nelle finali come quarte e nel girone con Russia, Serbia, Cina e Thailandia, avrebbe potuto finire diversamente. Fa parte del gioco.” A proposito di scelte: le voci circolate subito dopo il Grand Prix hanno trovato conferma. La Gioli torna centrale e l’opposto dovrebbe essere Serena Ortolani. Un ripensamento? “Attenzione: la strada era quella giusta, altrimenti Simona non avrebbe messo a terra 30 punti con gli Usa e con la Cina. Insomma, resto convinto della bontà del progetto, ma non posso nemmeno negare che la ragazza avreb- be avuto bisogno di molto più tempo per entrare alla perfezione nei meccanismi di un nuovo ruolo. Problemi ce ne sono stati e ce ne sarebbero stati ancora. Avrebbe avuto bisogno di più tempo e noi non ne abbiamo con Europei e speriamo Coppa del Mondo alle porte. Ho sempre e solo pensato al bene della squadra e la cosa stava diventando anche un alibi, allontanando l’attenzione da altri problemi. Senza parlare della pressione cui era stata sottoposta la ragazza ad ogni partita e io non mando nessuno al massacro. Allo stesso tempo la Ortolani in questa stagione ha fatto bene, allora ho preferito tornare ad uno schema di gioco che ci ha dato tante soddisfazioni in passato. Anche se la presenza di un libero diverso potrebbe farci cambiare ancora. Per questo nella Palladium Cup ho provato a giocare con tre martelli”. E la Gioli che dice? “E’ contenta di tornare al suo ruolo naturale, non è certo una bocciatura per lei. Si era rimessa in discussione per il bene della squadra, non certo per il suo.” Che Europeo si aspetta, Barbolini? “Duro, difficile, come sempre. Sia nel primo girone, dove la Turchia è in crescita continua grazie al solito gruppo di ottime atlete capeggiate da Darnel e Gotze, per non parlare dell’Azerbaijan della Mammadova da prendere con le molle, senza dimenticare la Croazia di Usic&C. una mina vagante. E soprattutto in prospettiva degli accoppiamenti della seconda fase dove rischiamo di trovare nei quarti la Russia. Ci sarà da soffrire, ma abbiamo la possibilità di continuare un ciclo che dura ormai dal 2007 e non capita così di frequente nello sport...” 17 “Daremo il massimo. Non mi sento vecchia ma ora penso anno per anno. Intanto arriviamo a Londra…” di Gian Luca Pasini 1999 l’Italia organizza un altro Europeo in casa, a Roma: è il primo in assoluto per Francesca Piccinini, che però qualche giorno prima dell’esordio… “Mi ricordo bene quei giorni. Mi infortunai a un occhio in allenamento pochi giorni prima dell’Europeo e passai tutto il torneo ad aspettare che arrivasse l’idoneità a scendere in campo. Passavano i giorni e io aspettavo, ma alla fine non ho giocato mai. Peccato. Per noi era un momento importante… Quel ricordo non può essere piacevole.” Sono passati 12 anni c’è un altro Europeo in Italia: a Monza e Busto Arsizio. “Sì è vero anche se le finali si giocheranno a Belgrado il resto del torneo saremo in casa, penso che sarà una grande manifestazione e noi faremo di tutto per conquistare una bella medaglia. Dato che siamo campionesse in carica da due edizioni...” L’estate azzurra però è stata abbastanza complicata. “Penso che il tempo fra le finali del Grand Prix e l’Europeo sia stato sufficiente a recuperare la forma giusta. Siamo giocatrici grandi, esperte, penso che al momento buono, quando si inizierà a giocare verrà fuori il meglio di noi. D’altra parte era anche difficile fare diversamente. 18 Gli impegni sono tanti e le atlete, come dicevo hanno la loro età, bisogna fare delle scelte e diversamente rispetto all’anno prima Barbolini ci ha fatto ruotare per tutto il Grand Prix. Il nostro obiettivo primario della stagione sono gli Europei.” Quindi il Mondiale in Italia del 2014 è troppo lontano? “Certo sarà un’altra grande occasione: ma adesso penso a questo Europeo di Monza, all’Olimpiade di Londra del prossimo anno (per la quale ci dobbiamo ancora qualificare, fra l’altro) e poi si vedrà.” Il riposo è importante. “Il campionato italiano è molto stressante, poi c’è la Champions, ci sono gli altri impegni della Nazionale, i viaggi e tutti gli allenamenti, penso che fosse giusto dare un po’ di respiro alle giocatrici che sono state più in campo, quelle con più anni.” Molte delle sue colleghe hanno scelto di andare a giocare all’estero: lei questa esperienza l’ha fatta più di dieci anni fa in Brasile, nel Rexona allenato da Bernardinho. Come ricorda quell’anno? “Bello. Molto intenso: che mi ha fatto crescere tanto come atleta, ma anche come persona. Ero giovane, era tutto nuovo per me. Me la sono dovuta sbrigare - senza aiuti - in un sacco di circostanze pratiche. Ma è stato anche un anno difficile, duro: la famiglia era lontana, i miei lavoravano e non potevano certo venirmi a trovare tutti i mesi. La nostalgia si è fatta sentire.” Già due volte Francesca ha chiamato in causa l’età: si sente vecchia? “No. Ma a vent’anni si guarda lontano, potrei dire i Giochi di Rio de Janeiro 2016. Ma adesso si pensa anno per anno. E poi a me fa sentire meglio ragionare a raggio breve.” Anche per questo ha deciso di prolungare il contratto con Bergamo? “Mi fido della società e delle scelte che ha fatto. E poi noi giriamo così tanto con la Nazionale e con le Coppe e anche se mi erano arrivate altre proposte per andare a giocare all’estero ho preferito stare più vicino alle persone a cui voglio bene.” 19 Pool A (Belgrado, Serbia) Pool B Pool C (Zrenjanin, Serbia) (Busto Arsizio, Italia) Turchia: Formazione giova- Polonia: Nazionale tra le più Olanda: Le vice-campiones- ne e in crescita, con alla guida il brasiliano Marco Aurelio Motta, ex ct della nazionale femminile italiana dal 1991 al 1996. Si è classificata al secondo posto dell’European League 2011, sconfitta in finale dalla Serbia. All’Europeo del 2009 ottennero il 5° posto; seste nel Mondiale in Giappone, superate dalle azzurre nella “finalina”. vincenti d’Europa, in tre delle ultime quattro edizioni è arrivata a podio (2003 e 2005 oro, 2007 quarte, 2009 bronzo). Deludente il World Grand Prix 2011, chiuso solo al decimo posto. In stagione nell’unico confronto con le azzurre ha ceduto 3-1. vorite per la vittoria finale, potrà contare sull’appoggio del pubblico di casa. In questo 2011 ha conquistato il 3° posto al suo primo World Grand Prix (3-0 alla Russia) e vinto l’European League battendo in finale le padroni di casa della Turchia (3-0). Nello scorso europeo si è classificata al 7° posto. sieme a Italia e Serbia. La vittoria del Mondiale giapponese ne ha rilanciato fortemente le quotazioni, dopo il disastroso europeo del 2009 (6° posto, peggior risultato di sempre). Nel World Grand Prix 2011 si è classificata in quarta posizione, superata nella “finalina” dalla Serbia. Germania: Dal 2006 in panchina c’è l’italiano Giovanni Guidetti, capace nel 2009 di portare le tedesche a un passo dal podio europeo. Ha partecipato al World Grand Prix 2011, chiudendo con deludente 13° posto. In stagione Germania e Italia si sono affrontate cinque volte, con un bilancio in favore delle azzurre 3-2. Francia: Quinta partecipazione ai Campionati Europei per le transalpine, 14esime nel 2009. Sì è guadagnata il visto per la rassegna continentale, eliminando negli spareggi la Finlandia. Ha preso parte all’European League 2011, non qualificandosi per la fase finale. Ucraina: Ritorna a giocare gli Europei dopo aver saltato le ultime tre edizioni (9° posto nel 2003). Ha ottenuto l’accesso grazie al primo posto nel girone C di qualificazione, in cui erano presenti: Israele, Slovacchia e Gran Bretagna. 20 senza consecutiva agli Europei, nel 2009 si è fermata al 12° posto. Il miglior risultato risale all’edizione 2005 quando andarono vicinissime al podio (4° posto). Nella fase di qualificazione hanno chiuso al primo posto il girone A, ottenendo 6 vittorie in altrettanti incontri, senza concedere un set. Croazia: Squadra lontana dai fasti che tra il 1995 e 1999 vinse tre argenti europei, può comunque contare su giocatrici di primissimo livello quale il capitano Maja Poljak e l’ex di Pesaro Senna Usic. Negli spareggi di qualificazione ha avuto la meglio sul Belgio. Presente all’European Legue 2011, non ha centrato l’accesso alla fase finale. se d’Europa in carica non presentano grosse novità rispetto alla passata edizione. Arrivano da un 2010 negativo, costatole anche l’esclusione dal World Grand Prix 2011. Tre i precedenti quest’anno con le azzurre: 2 amichevoli vinte dall’Italia, successo delle olandesi nel torneo di Montreux. Russia: Grande favorita in- Azerbaijan: Quarta pre- Serbia: Tra le maggiori fa- Pool D (Monza, Italia) Bulgaria: L’ultimo podio eu- Romania: Ritorna ai Cam- pionati Europei dopo aver saltato le ultime due rassegne. Il miglior risultato risale al lontano 1963, quando arrivò la medaglia di bronzo. Impegnata nell’European League 2011, non è arrivata alla fase finale. Diverse le atlete romene che giocano in Italia: Nucu, Turlea e Corjeutanu. ropeo risale al 2001, quando ottenne la medaglia di bronzo. Ha superato di slancio le qualificazioni, aggiudicandosi il proprio girone, con un solo set lasciato per strada. Ha preso parte all’European League 2011, salendo sul gradino più basso del podio. Tra le sue giocatrici spicca Elitsa Vasileva, campione d’Italia con Bergamo. Repubblica Ceca: Ottava partecipazione alla rassegna continentale, nel 2009 è arrivata decima. Il suo palmares può vantare due medaglie: argento (1993) e bronzo (1997). Percorso netto nel girone di qualificazione (6 vittorie su 6), concluso al primo posto davanti alla Francia. Ha disputato l’European League 2011, finendo al 4° posto. Israele: Quarant’anni dopo torna ai Campionati Europei. L’ultima volta era stata nel 1971, quando il torneo si disputò in Italia. Negli spareggi di qualificazione si è imposta sulla Bulgaria. Ha partecipato all’European League 2011, cogliendo una vittoria su dodici incontri. Spagna: E’ la quarta volta consecutiva che accede alla fase finale dell’Europeo (9° posto nel 2009). Si è qualificata, grazie alla vittoria del proprio girone davanti alla Croazia. Nell’European League 2011 non è riuscita a raggiungere la fase finale. ITALIA-Croazia nella prima giornata Pool A (Belgrado) – 24 settembre: Germania-Ucraina (ore 17), FranciaSerbia (ore 20); 25 settembre: FranciaGermania (ore 17), Serbia-Ucraina (ore 20); 26 settembre: Ucraina-Francia (ore 17), Serbia-Germania (ore 20). Pool B (Monza) – 23 settembre: Turchia-Azerbaijan (ore 17.30), Croazia-Italia (ore 20.30); 24 settembre Croazia-Turchia (ore 17.30), ItaliaAzerbaijan (ore 20.30); 25 settembre: Azerbaijan-Croazia (ore 17.30), ItaliaTurchia (ore 20.30). Pool C (Zrejanin) – 24 settembre: Israele-Polonia (ore 16), Romania-Rep. Ceca (ore 19); 25 settembre: IsraeleRomania (ore 16), Polonia-Rep.Ceca (ore 19); 26 settembre: Rep.Ceca-Israele (ore 16), Polonia-Romania (ore 19). Pool D (Busto Arsizio) – 23 settembre: Olanda-Spagna (ore 17.30), BulgariaRussia (ore 20.30); 24 settembre: Bulgaria-Olanda (ore 17.30), RussiaSpagna (ore 20.30); 25 settembre: Russia-Olanda (ore 17.30), SpagnaBulgaria (ore 20.30). da Roma ‘99 1999 – Italia 3a Le azzurre di Frigoni conquistano a Roma la medaglia di bronzo. 2001 – Italia 2a A Varna, con Bonitta in panchina, sconfitta in finale (3-2) dalla Russia. 2003 – Italia 6a In Turchia un’Italia senza continuità finisce sesta. 2005 – Italia 2a In Croazia solo la Polonia in finale ferma le azzurre. 2007 – Italia 1a Formula nuova, finali a BELGRADO Le 16 formazioni partecipanti sono state suddivise in quattro gironi (A, B, C, D) composti da quattro squadre ciascuno, due in Italia e due in Serbia: Pool A (Belgrado), Pool B (Monza), Pool C (Zrenjanin), Pool D (Busto Arsizio). Le prime classificate di ciascun raggruppamento si qualificheranno ai quarti di finale, le seconde e le terze si affronteranno in un play-off per raggiungerle, mentre le ultime saranno eliminate e saranno classificate dal 13° al 16° posto a seconda dei risultati ottenuti nelle pool. Le squadre vincitrici dei quarti di finale si qualificheranno alle semifinali, quelle sconfitte saranno classificate dal 5° all’8° posto in base alla somma di tutti i risultati dei quarti e quelli ottenuti nelle pool. Questa fase si giocherà a Monza per le squadre scese in campo in Italia ed a Belgrado per quelle che hanno giocato in Serbia. Semifinali e finali si giocheranno nella capitale serba. Oro meritatissimo conquistato battendo la Serbia in finale. 2009 – Italia 1a In Polonia stupendo bis delle ragazze di Barbolini. 21 AZZURRO ITALIA Che cosa significa la parola azzurro per un atleta? Per molti è il sogno che hanno cullato da bambini, per altri il massimo da raggiungere oppure addirittura una seconda pelle. Ci siamo divertiti a chiederlo alle azzurre in preparazione per l’Europeo italo-serbo. Guardate le mini interviste e gustatevi le risposte che hanno dato le ragazze di Massimo Barbolini, soprattutto guardate le loro espressioni. Martina Guiggi Sara Anzanello Nata il 30/07/1980 Centrale, 193 cm Vittorie in azzurro: 1 Mondiale (02), 1 World Cup (07) Nata l’1/05/1984 Centrale, 183 cm Vittorie in azzurro: 1 Europeo (07), 1 World Cup (07), 1 Mediterraneo (09) Nata il 7/01/1987 Opposto, 187 cm Vittorie in azzurro: 2 Europeo (07 e 09), 1 World Cup (07), 1 G. C. C. (09), 1 Universiade (09) Francesca Piccinini Nata il 10/01/1979 Martello, 184 cm Vittorie in azzurro: 1 Mondiale (02), 1 Europeo (09), 1 World Cup (07), 1 G. C. C. (09), 1 Mediterraneo (09) N.11 Eleonora Lo Bianco Nata il 22/12/1979 Alzatrice, 171 cm Vittorie in azzurro: 1 Mondiale (02), 2 Europeo (07 e 09), 1 World Cup (07), 1 G. C. C. (09), 1 Mediterraneo (09) Antonella Del Core Nata il 5/11/1980 Martello, 180 cm Vittorie in azzurro: 2 Europeo (07 e 09), 1 World Cup (07), 1 G. C. C. (09), 1 Mediterraneo (09). N.17 22 Valentina Arrighetti Nata il 26/01/1985 Centrale, 185 cm Vittorie in azzurro: 1 Europeo (09), 1 G. C. C. (09), 1 Universiade (09) N.13 Lucia Bosetti Nata il 9/07/1989 Martello, 175 cm Vittorie in azzurro: 2 Europeo (07 e 09), 1 World Cup (07), 1 G. C. C. (09) Vittorie in azzurro: 1 Europeo (09), 1 G. C. C. (09), 1 Universiade (09) N.15 N.16 Francesca Ferretti Giulia Leonardi Nata il 17/09/1977 Centrale, 185 cm N.8 N.12 N.14 Simona Gioli Nata il 15/10/1980 Martello, 188 cm N.7 N.1 Serena Ortolani Carolina Costagrande Nata l’1/12/1987 Libero, 165 cm N.19 Nata il 15/02/1984 Alzatrice, 180 cm Vittorie in azzurro: 1 Europeo (07), 1 World Cup (07) N.20 23 Lo Bianco, un SOGNO in cinque cerchi zzu rro tec Par he pic Olim 3 49 in A 0 P res ni zio ipa en ze Sul web è nato un movimento per sostenere la sua candidatura a portabandiera all’Olimpiade. La spingono le compagne e il popolo del volley di Cristina Gatti Il 14 gennaio 2011 è nata la pagina su facebook “Leoportabandiera” (http://www.facebook.com/ leoportabandiera), per sostenere la candidatura di della capitana azzurra Eleonora Lo Bianco, come Portabandiera alle Olimpiadi di Londra nel 2012. In questi mesi è stato fatto un percorso simboleggiato dalla solidarietà verso questa idea, cresciuta ogni giorno di più intorno all’ idea che “Leo” incarna i valori più veri dello sport e quindi può renderci orgogliosi di rappresentarci come nazione ai Giochi Olimpici. Questa “mission” ha trovato molte forme: lo spazio e l ‘attenzione che i media hanno dedicato a supporto dell’iniziativa, la disponibilità di molte persone a promuoverla tramite il passaparola e con gli striscioni nei palazzetti, il semplice gesto di esprimere il proprio apprezzamento attraverso un “click”. Tutto questo oggi si concretizza in più di 7000 persone che insieme formulano una richiesta agli organi sportivi più alti del nostro paese: il desiderio che il capitano della nostra nazionale femminile faccia parte del novero dei candidati ad avere l’onore di fare il portabandiera dell’Italia. In molti si sono espressi a favore di questa iniziativa, ma noi vogliamo rappresentare l’opinione che hanno espresso alcune delle sue compagne di squadra e tanti semplici appassionati. 24 3 Vittorie in Champio ns Leagu e 1 Oro iale d on M Serena Ortolani: “Non ci sono motivazioni…Deve essere LEI! Perché è unica, ha sempre difeso e portato in alto la maglia azzurra. È umile, pur avendo vinto tanto. Questo la differenzia dagli altri!” Elisa Cella: “Si, voglio Leo portabandiera a Londra, perché è un simbolo nel nostro sport ed è la dimostrazione vivente di caratteristiche come la tenacia, la forza di volontà e coraggio”. Francesca Ferretti: “Se lo meriterebbe il simbolo del volley in Italia”. Marina Zambelli: “E’ un mito della pallavolo, è un idolo indiscusso”. Noemi Signorile: ”E’ una persona splendida, indipendentemente dal fatto che in campo è la migliore. Ogni sport cresce e si sviluppa grazie ai campioni che lo interpretano, ma soprattutto grazie a tutti coloro che lo amano e lo seguono con passione, ovvero la gente “comune”, tifosi che seguono i propri beniamini, li supportano, soffrono e gioiscono con loro e per loro, rendendoli grandi non solo in campo: Davide: “Leo rappresenta la tenacia, la voglia di vincere e la forza di rinascita di un’intera nazione! Leo è la portabandiera dell’Italia nel mondo”. 2 Tr Francesca: “E’ la migliore palleggiatrice al mondo in attività e una delle più forti di tutti i tempi.” ion fi E uro pe i Raffy: “Lei il mio idolo sportivo sin da piccola, con quelle sue mani morbide e vellutate che, ogni volta che accarezzano il pallone, mi trasmettono un’emozione unica...”. Martina non dimentica che “Ha conquistato il cuore di tutti i tifosi di qualsiasi squadra, chi meglio di lei potrebbe rappresentare la nostra Italia?” Helene :“Anche in Francia ci fa sognare.” Maria Antonietta ha un pensiero ancora più profondo: “E’ colei che insegna che la forza non risiede solo nei muscoli, ma come per essi bisogna allenarla tutti i giorni, ricordandoci che niente è perduto per sempre. Ha dimostrato che anche quando si è a terra ci si può rialzare, cosicché ognuno di noi, prendendo esempio, continui a portare la propria di bandiera, difendendo cioè i propri sogni”. Daniele la sostiene perché “Ha grinta, sa cosa è il sacrificio, ha carisma, carattere, è trascinatrice. E’ in grado di rappresentare il vero spirito sportivo.” Sara: “E’ mente, cuore e passione infinita”. Luca: “Campionessa nel Dna.” 25 26 27 Lima, 31 luglio 2011: le azzurrine di Marco Mencarelli regalano all’Italia il primo, storico, titolo mondiale nella categoria juniores dopo l’unica medaglia fino ad ora conquistata, l’ argento del 1997. Quello ottenuto da Scarabelli e compagne, arrivate alla rassegna iridata come campionesse europee in carica dopo la vittoria del settembre 2010 in Serbia, è stato un successo storico, arrivato al termine di un torneo durante il quale le azzurrine hanno inanellato sette vittorie (con Cuba, Serbia, Perù, Stati Uniti, Repubblica Dominicana, Cina e Brasile) dopo la sconfitta dell’esordio proprio contro la formazione che poi avrebbero annichilito in finale: il Brasile. La formazione verdeoro, battuta 3-1 (21-25, 25-13, 25-20, 2522) nella gara conclusiva, era la favorita della vigilia, presentatasi al mondiale peruviano con una striscia di 47 match vinti consecutivamente tra prejuniores e juniores dal 2008, ai quali ha aggiunto i sette successi che l’hanno condotta in finale, per un totale di 54. La vittoria delle azzurrine è stata il coronamento del lungo lavoro di un gruppo di atlete che nel giro di due anni sono riuscite a conquistare prima il titolo continentale e poi quello mondiale, confermandosi quindi ai vertici della pallavolo giovanile planetaria e testimoniando la validità di un progetto tecnico del quale hanno fatto parte anche diverse atlete che hanno maturato importanti esperienze nel Club Italia. Baggi, Bertone, Bianchini (fino al 2010) Diouf, Pisani e Vietti. Il ct Mencarelli (anche lui al primo successo nei Mondiali juniores dopo i tre titoli continentali vinti 28 consecutivamente in categoria) ha affiancato loro altre giovani promettenti ragazze: il capitano Chiara Scarabelli, sfortunata protagonista a causa di un infortunio al ginocchio sinistro che le ha impedito di scendere in campo a partire dalla seconda gara della seconda fase, Sara Alberti, Caterina Bosetti, talento assoluto nominata MVP della manifestazione, Letizia Camera, Silvia Lotti e Carolina Zardo. La sedicesima edizione dei Campionati del Mondo organizzata dal Perù è stata un successo tecnico per l’Italia, ma ha anche rappresentato una vera e propria festa per l’intera nazione che ha seguito con molta attenzione la manifestazione: i maggiori media nazionali, infatti, hanno dato ampia visibilità alla rassegna iridata con intere pagine sui quotidiani e molte ore di dirette televisive, anche perché alla guida della formazione di casa c’è Natalia Malaga, argento ai Giochi Olimpici di Seoul del 1988 e vera e propria beniamina del pubblico. D’altronde il volley femminile in Perù è uno degli sport nazionali più popolari e alcune vecchie conoscenze del campionato italiano e fuoriclasse del passato come Cenaida Uribe, Perez del Solar e Cecilia Tait (anche loro protagoniste delle Olimpiadi in Corea del Sud) ricoprono oggi incarichi politici. La speranza è che ora le dodici azzurrine che hanno scritto una pagina importante della pallavolo giovanile nazionale possano essere protagoniste anche in futuro. Per proseguire il loro processo di maturazione, avrebbero bisogno di giocare anche nei nostri campionati. CHIARA, ragione e sentimento “Studio e pallavolo le mie priorità. Amo la montagna, i thriller e la musica italiana” Cosa fai nel tempo libero? “Io amo la montagna o comunque più in generale gli ambienti poco affollati. Sono una persona tranquilla, una delle cose che più mi piace è passeggiare all’aria aperta, in tranquillità cercando di allontanarmi dagli stress di tutti i giorni”. Genere musicale preferito? “La musica italiana e l’hip-hop, ma dipende molto dal mio umore e dal tipo di giornata che ho avuto. Tra gli italiani amo Laura Pausini e Ligabue, quando devo rilassarmi ascolto Michael Bublè, invece prima di una gara per caricarmi Beyoncè”. di Marco Trozzi Chiara Scarabelli nata a Codogno (LO) l’08/09/1993. E’ il capitano della nazionale juniores campione d’Europa e del mondo. Schiacciatrice, alta 180 cm gioca nella Rebecchi Nordmeccanica Piacenza. In azzurro ha vinto una medaglia d’oro ai recenti Campionati del Mondo, un oro agli Europei juniores in Serbia nel 2010 e un bronzo agli Europei cadette a Rotterdam nel 2009. “Scara” è la classica brava ragazza, senza troppi fronzoli per la testa, che ama la vita tranquilla, la pallavolo, con delle idee molto precise sulla sua vita e sul suo futuro. Quando hai iniziato a giocare a pallavolo? “Ho iniziato a giocare a 8 anni in una società della provincia di Piacenza, il mio primo anno di pallavolo che definirei seria è stato nel 2007/2008, quando avevo 14 anni con il Club Italia, poi c’è stato il passaggio a Novara due anni e infine a Piacenza dove gioco tutt’ora”. Perché hai scelto la pallavolo? “Ho iniziato perché mia sorella maggiore giocava. Allora, per imitarla, ho cominciato a farlo anch’io, chiaramente come passatempo”. Il tuo hobby? “Sicuramente la lettura, qualsiasi genere, anche se il thriller è quello che preferisco, mi piace molto come scrive Giorgio Faletti. Quando ho tempo libero o in ritiro leggo anche 4/5 libri”. Che scuola frequenti? Frequento il liceo scientifico, quest’anno ho la maturità. Per quanto riguarda l’università non ho ancora deciso anche se quello che prediligo è il campo della medicina. In particolare mi piacerebbe approfondire il ramo delle scienze alimentari. Una branca che mi permetta di mettere in collegamento l’importanza di una corretta alimentazione con l’attività sportiva”. Il cinema è una tua passione? “Mi piace andare al cinema, ma non la definirei una passione. Vale lo stesso discorso che ho fatto per i generi musicali, dipende dal mio umore. Se ho bisogno di ridere scelgo decisamente Pieraccioni, ma in assoluto due film che amo sono Il miglio verde e Le ali della Libertà. Mi hanno colpito molto e fatto commuovere”. Se dovessi descriverti? “Sono una ragazza riflessiva, prima di prendere una decisione ci penso molto e questo mi permette di non avere mai rimpianti o pentimenti perché cerco sempre di fare la cosa migliore per me in quel momento. I miei amici dicono che sono una persona che sa ascoltare, sensibile, ma che delle volte si fa valere poco proprio perché pensa soprattutto al bene degli altri. Credo che in alcuni frangenti dovrei essere un po’ più istintiva, meno razionale”. Il tuo obiettivo? “Sono felice della vita che faccio, non mi manca nulla, lo studio e la pallavolo sono le mie priorità; non so dove mi condurranno, ma ad essere sincera il mio più grande obiettivo è arrivare all’ultimo istante della mia esistenze e poter dire di non aver alcun tipo di rimpianto. Questo mi farebbe sentire realmente soddisfatta e realizzata”. 29 di Leandro De Sanctis Come si fa a non considerare Trento di nuovo favorita per lo scudetto? I campioni d’Italia, d’Europa e del Mondo sono rimasti quasi integralmente gli stessi. Se n’è andato il centrale azzurro Sala, è arrivato Djuric. Il principale nemico dell’Itas può annidarsi in casa, nel senso di appagamento che prima o poi assale chi tanto ha vinto, quel malessere invisibile che si trasforma in piccolissime sfumature che prima facevano la differenza in senso positivo e poi come d’incanto cessano di esistere senza un perché. Ma è solo un’ipotesi, remota si augura la banda di Stoytchev, che può alimentare la speranza delle rivali. In realtà, proprio il cambiar pochissimo di Trento, rispetto alle abbondanti novità registrate in molte altre squadre, costituiscono teoricamente un valore aggiunto per i tricolori. Ma chi può sperare di dar fastidio a Kaziyski e compagni? La prima fila del Gran Premio del volley vede in pole l’Itas, le altre sono alle spalle. Un drappello di club che aspirano al ruo30 lo di pretendente al titolo, a quel posto nella finale che concluderà una stagione compressa e atipica, come sempre nell’anno dell’Olimpiade (Calendario A1). Difficile sostenere che Cuneo non sia all’apparenza meno forte del team che per lungo tempo ha tenuto in scacco i trentini. Al posto di Giuliani, l’uomo del primo storico scudetto cuneese, è arrivato in panchina l’astigiano Gulinelli, allenatore di valore capace di far lievitare con il suo atteggiamento il rendimento delle sue squadre, come ha dimostrato a Castellana Grotte. Molto dipenderà dalla voglia che avrà il brasiliano Vissotto, tornato in Italia a rimpiazzare Nikolov: nell’anno olim- pico sul rendimento dei brasiliani all’estero è prudente non scommettere. E poi c’è da colmare il vuoto lasciato da Parodi. Non sarà facile. Tra le aspiranti reginette spicca la Lube Macerata, autrice dell’ennesima rivoluzione: aveva puntato su Berruto solo un anno fa, ma il torinese è asceso al ruolo di ct azzurro. Giuliani prova a fare il profeta in patria (è di San Severino Marche) ed a forgiare una squadra che ha perso un palleggiatore super come Vermiglio (c’è Travica, il suo erede in Nazionale) ma ha la coppia di martelli azzurri (Savani-Parodi, con Kovar prima riserva) ed un nuovo libero di valore come il francese Exiga. Alle spalle di questo terzetto, se non tutto, molto potrebbe succedere ed il ruolo degli allenatori sarà di fondamentale importanza per gli equilibri di un campionato che promuoverà ben dodici squadre alla prima fase di play off, i quarti di finale a concentramenti che qualificheranno le quattro semifinaliste. Piacenza ha puntato sull’esperienza e sui bulgari: Zhekov e Nikolov accanto a Papi e Zlatanov. Modena spera nelle qualità del suo tecnico Danie- le Bagnoli e nel rendimento di Dennis, bloccato nelle ultime semifinali solo da un infortunio…). San Giustino ha ritrovato Fefè De Giorgi, il coach della finale scudetto perugina, puntando sull’asse serbo Petkovic-Starovic. Roma è rimasta scottata dal comportamento della società con cui aveva allestito un mega accordo di mercato ed è un’incognita, nel bene e nel male: Giani giocherà la carta Sabbi, il giovane opposto re dei marcatori in A2 e chiede all’esperienza di Boninfante (e Paolucci) l’indispensabile qualità di gioco. Accanto a super Zaytsev, molto dipenderà dalla sostanza del rientro di Cisolla (bloccato da un infortunio nella scorsa stagione) che potrebbe alternarsi con Maruotti. Monza conta di ripetere una stagione tranquilla, come Vibo. Latina ha affidato le sue risorse al professor Prandi, decano della A1, Verona deve fare i conti con l’addio al suo cannoniere Lasko. Per le matricole Padova e Ravenna, club storici del volley risaliti dalla A2, l’obiettivo da raggiungere è quello della salvezza. Per la Sisley, ridimensionata e trasferita da Treviso a Belluno, un campionato spot per cercare di avere un futuro nel volley, dopo l’annunciato addio del gruppo Benetton. 31 Birarelli In coppia con Kazisky “Dietro di noi Cuneo e Macerata, le possibili sorprese Modena e San Giustino” Sono curioso di vedere come si adatterà al nostro campionato Ngapeth. Visotto è un grande acquisto, con un opposto di tale livello guadagnano molto in potenza. Mi fa sorridere che il brasiliano insieme a Grbic comporrà di nuovo quella diagonale che nel 2009 vinse insieme a noi la Champions League.” di Matteo Bocchia Finale del campionato 20072008: l’Itas Diatec Trentino batte Piacenza in gara 3 e si laurea per la prima volta nella sua storia campione d’Italia. E’ l’inizio dell’epoca d’oro per Trento, che da quel momento in poi farà sua l’Europa e poi il Mondo. Emanuele Birarelli, insieme a Bari e Kazyski è uno che tutti questi trionfi gli ha vissuti in prima persona. Successi che potrebbero appagare qualcuno, non il centrale di Ostra, pronto a gettarsi nella mischia del nuovo campionato che è alle porte. “La scorsa stagione è stata fantastica, penso che fare meglio sia quasi impossibile. Siamo riusciti a compiere un impresa che altre grandi società hanno mancato. Confermarsi è difficilissimo, perché quando raggiungi certi traguardi, basta una partita sbagliata e hai già fatto un passo indietro rispetto all’anno precedente. Il nostro vantaggio è che la voglia di vincere è rimasta intatta, ogni stagione si riparte da zero. Punto e a capo.” 32 La caccia al tricolore sta per ripartire, Trento è la grande favorita, quanta pressione avvertite? “Nessuna, perché anche se sulla carta abbiamo i favori del pronostico lavoriamo sempre con la stessa tranquillità. C’è ancora voglia di far bene, ma senza l’angoscia di sbagliare.” Siete tra le formazioni che hanno cambiato di meno, un ulteriore vantaggio rispetto alle altre? “Credo di si, come dimostrano i risultati eravamo già al top. La cosa importante era confermare l’organico, cosa che è stata fatta. L’innesto di Djuric è un ottimo colpo, perché anche se in Italia non è conosciutissimo, a livello internazione ha dimostrato grandi potenzialità. Un altro punto di forza è la nostra panchina che la società quest’estate ha ulteriormente rinforzato.” Scelta opposta quella di Cuneo che presenta diverse novità ? “Cuneo ha cambiato parecchio, la perdita di Parodi è una partenza pesante. Cambiamenti importanti anche a Macerata? “Parodi e Travica sono due ottimi arrivi, che rendono la Lube ancora più forte dello scorso anno. Il fatto di poter contare su un blocco italiano, già affiatato per via della nazionale, agevola molto le cose. Non scordiamoci poi che i loro stranieri sono tutti di altissima qualità.” Chi vedi come possibile sorpresa tra le altra squadre? “Scommetterei su Modena, perché è una società molto organizzata, che può contare su un allenatore di primo piano come Bagnoli. Da tenere sott’occhio la nuova San Giustino di De Giorgi, nella quale i punti di forza sono i giovani e il fattore casa: portargli via dei punti è sempre davvero complicato.” Cosa pensi della nuova formula adottata per il Campionato? “E’ un format interessante che rende più imprevedibili i play off. Prima potevi permetterti qualche sconfitta, ora ne basta una e rischi di essere fuori. Per le favorite è più pericoloso, ma alla fine sono convinto vincerà la sempre la migliore.” Tutte le avversarie sperano non sia ancora una volta Trento. 33 34 35 di Fabrizio D’Alessandro È in partenza la nuova serie A2 con le sedici formazioni pronte a contendersi i due posti per il salto nella massima serie. Campionato che si presenta come sempre all’insegna dell’incertezza, con qualche formazione che parte più accreditata, ma che dovrà confermare sul campo la sua reale forza. Torneo perfetto per essere il trampolino di lancio verso l’attività di vertice ed anche verso la maglia azzurra (Calendario A2). In questo senso significativo il percorso di Giulio Sabbi: bomber ad Isernia, approdato in A1, dopo un’estate in Nazionale. La mancata iscrizione di Forlì (retrocessa dall’A1) e Cortona (promossa dalla B1) ha permesso il reintegro di Corigliano (che aveva presentato preiscrizione all’A2) e Club Italia A.M. Roma (retrocessa dalla A2 ma inserita negli accordi tra Lega e Federa- LA FORMULA Anche quest’anno prevede la promozione diretta della prima classificata al termine della stagione regolare ed un’altra promozione per la squadra che vincerà i play off, ai quali prenderanno parte le squadre classificate dalla 2a all’11a posizione. La 16a classificata retrocede direttamente in B1, per le altre tre retrocessioni, si disputeranno play out che vedranno impegnate le formazioni dalla 12a alla 15a posizione (previa una differenza punti inferiore a 12 tra 12a e 15a squadra, in caso contrario la penultima retrocede direttamente). zione per il prosieguo del progetto di club maschile federale nella seconda serie nazionale). Dalla serie A1 è scesa una delle favorite al salto di categoria, Castellana Grotte, che si prepara con Luca Monti alla guida, a cavalcare le zone alte della classifica . A puntare in alto c’è anche Santa Croce che si affida all’opposto italiano Matteo Paoletti per avere un’importante coppia di schiacciatori straniera formata da Snippe e Hradzira. Ha puntato su un giusto mix tra giovani ed esperti il Volley Segrate pescando dal Club Italia per far sue le prestazioni di giovani promesse come il libero Pesaresi, il palleggiatore Pinelli e lo schiacciatore Preti. Milano conferma la diagonale MatteraDi Manno, con l’inserimento del forte Vedovotto, classe 1990. In Umbria arriva, a Perugia, l’esperienza di Goran Vujevic, elemento di spicco della formazione allenata da una vecchia conoscenza del volley italiano, il serbo Kovac. Reggio Emilia a ritmo di tango con in regia l’argentino Santiago Orduna ed in panca alla guida la legenda Hugo Conte, torna a Loreto invece il lettone Janis Peda dopo uno scudetto a Cuneo. Dalla società marchigiana, arriva a Città di Castello il palleggiatore Visentin. Tra i palleggiatori esperti della categoria spicca Mario Scappaticcio che servirà a Sora i 215 cm dell’opposto olandese Van Dijk. Un infortunio dell’ultimo minuto ha costretto Genova a sostituire Ereu con l’ungherese Meszaros. Dopo una stagione in B1, torna in A2, ad Isernia, il centrale cu- 36 bano Cardona richiamando per il ruolo di opposto Francesco De Luca reduce dalla promozione in A2 con Molfetta. La squadra barese di coach Pino Lorizio punta tutto sull’opposto Uchikov ex Padova. Dalla B1 salgono anche Cantù che nel consolidato gruppo della promozione inserisce l’opposto ex Gela Valdir, ed Atripalda del confermato capitano Marcello Bruno. A completare l’organico le ripescate Corigliano dall’alto dei 212 cm dell’opposto australiano Edgar, ed il Club Italia Roma dei gioiellini Vettori e Mazzone. Il primo appuntamento è per domenica prossima alle 18. I BONITTA-BOYS DEL CLUB ITALIA Cambiano alcuni volti, ma non il progetto: per il secondo anno il Club Italia si presenta ai nastri di partenza dell’A2 maschile, con l’obbiettivo di far maturare le giovani speranze azzurre. Per guidarlo c’è Marco Bonitta, ex ct dell’Italia femminile e da diverse stagioni calatosi nella realtà dell’A2 (tre le stagioni passate a Cavriago). Rispetto allo scorso anno, quattro gli elementi confermati: l’opposto Vettori, il centrale Mazzone, gli schiacciatori Fedrizzi e Paris. Molti, invece, i giocatori che dopo l’esperienza di Vigna di Valle sono partiti, trovando spazio nei campionati nazionali: Pinelli, Pesaresi e Preti (Volley Segrate 1978); Sperandio (Caffè Aiello Corigliano); Della Corte (Fenice Volley Isernia) e Lanza (Itas Diatec Trentino). Sul fronte degli arrivi l’unico “over” è il palleggiatore Latelli, che dopo numerosi anni trascorsi in A1, ricoprirà il ruolo di “chioccia” per i ragazzi. Gli altri volti nuovi sono: Marchiani (alzatore), Castellani (opposto), De Paola (schiacciatore); Pambianchi (centrale); Prandi e Marchisio (liberi). Completano l’organico Valsecchi e Gabriele promossi dal Club Italia di B1. 37 COSì FAN(S) TUTTI Il tifo è divertimento, il tifo è passione, il tifo è entusiasmo, il tifo è sfottimento, il tifo è amore. Queste pagine le vogliamo dedicare ai nostri tifosi, allo loro capacità di comunicare con i loro Beniamini e con gli avversari, anche solo alla voglia di fare tifo E di essere protagonisti. Così fan(s) tutti vuole diventare un appuntamento fisso con il contributo di tutti. Questo spazio è dedicato al grande pubblico della pallavolo, che potrà inviarci le foto delle sue coreografie più o meno elaborate, spontanee e non, largo agli striscioni più dolci e divertenti. Aspettiamo i vostri contributi a [email protected] 38 39 40 41 LA CARICA DEI 2000 Si è svolto dal 3 all’8 luglio a Bibione il tradizionale appuntamento con il Beach&Ball, manifestazione promossa dalla Federazione Italiana Pallavolo in collaborazione con Kinder+Sport. Circa 1900 ragazzi (di età compresa dai 9 ai 19 anni), provenienti da associazioni sportive ed istituti scolastici, si sono affrontati sui campi di beach volley allestiti sul litorale veneto. Diversi i tornei disputati, tra i quali anche quelli di Sand Volley dove si sono cimentate formazioni miste. L’evento giunto alla 15a edizione ha dimostrato ancora una volta la grande passione dei ragazzi per questa disciplina, su cui la Federazione punta sempre di più. 42 43 Una stagione indimenticabile “Quante emozioni: il mondiale a Roma, la passione della gente, i nostri sorrisi con l’oro europeo. Ed ora lavoriamo per l’Olimpiade” di Marco Trozzi Alla fantastica stagione del beach volley che volge al termine, manca un solo appuntamento: l’Open di Phuket in Thailandia, ma l’Italia ha già eletto come protagoniste assolute del 2011 Greta Cicolari e Marta Menegatti. La coppia dell’Aeronautica Militare ha regalato ai colori azzurri Cosa ha significato riportare il titolo europeo in Italia dopo nove anni? Menegatti: “Indubbiamente è stata una sensazione davvero fantastica; sapere di aver scritto una pagina bellissima di questo sport, è una sensazione davvero inebriante. Ci ripaga dei tanti sacrifici che abbiamo fatto per arrivare al meglio a questo traguardo. Dopo l’impegno di questi ultimi anno si cominciano a vedere i frutti del nostro lavoro”. 44 Facci un bilancio della stagione Cicolari: “Indubbiamente positivo. L’annata è stata lunga e faticosa, ma sappiamo che c’è ancora tanto da fare per entrare a far parte definitivamente dell’elite del beach volley. In non avevamo cominciato nel migliore dei modi. Dopo il 25esimo posto ottenuto a Sanya (Open disputato in Cina alla fine di aprile, ndr) ci siamo guardate in faccia e ci siamo dette che quella non era la strada giu- sta e che se avessimo voluto fare qualcosa d’importante avremmo dovuto cambiare marcia e così è stato. Per me poi è stato un anno difficile a causa degli infortuni, ma alla i risultati ottenuti mi hanno ripagato di tutti i sacrifici fatti”. Qual è stato il segreto del vostro successo? Menegatti: “Francamente non credo ce ne siano, a parte la cultura del lavoro e la volontà di raggiungere a tutti i costi l’obiettivo dei Giochi Olimpici, che è il traguardo che ci siamo prefissati quando una serie di risultati straordinari proprio nell’anno preolimpico schiudendo rosei orizzonti in vista di Londra 2012. Aver conquistato il titolo Europeo il 13 agosto in Norvegia, un obiettivo che mancava all’Italia dal 2002, è un punto di partenza dal quale partire per altre conquiste. abbiamo cominciato la nostra avventura. Nella nostra filosofia c’è di giocare senza sentire troppo la pressione addosso. Lissandro ci ha insegnato che nel beach volley a volte il sangue freddo conta più di qualsiasi colpo ad effetto”. I vostri prossimi obiettivi? Cicolari: “Volgiamo migliorarci e andare, se possibile, oltre i nostri limiti, giochiamo insieme da poco tempo (dal 2009, ndr), quindi credo che abbiamo ancora grandi margini di miglioramento. D’ora in poi lavoreremo per arrivare all’appuntamento olimpico, quest’anno abbiamo posto le basi ma dobbiamo fare di meglio e di più per centrare l’obiettivo qualificazione. ”Una cartolina di questo 2011? Menegatti: : “Noi sorridenti e felici sul podio, ma devo ammettere che anche aver disputato i Campionati del Mondo in casa è stata una sensazione davvero fantastica. “ Cicolari: “Sono assolutamente d’accordo con Marta, vincere e salire sul podio è sempre qualcosa di assolutamente meraviglioso, che ti riempie il cuore di gioia, ma credo che anche l’aver fatto avvicinare molte persone al nostro sport è qualcosa di altrettanto importante. Il nostro compito, oltre a quello di ottenere risultati sportivi di una certa importanza è anche quello di essere testimonial del beach volley. Avere molti fan che ci chiedono autografi al termine di ogni gara , sentire il calore del pubblico del Foro Italico che ha fatto un tifo indiavolato per noi, oltre che riempirci d’orgoglio ci ha fatto capire quanto amore ci sia intorno al nostro sport. Cercheremo di non deludere nessuno.” 45 Verso Londra: gli azzurri terzi alla Continental Cup Continua il cammino dell’Italia maschile alla ricerca del pass olimpico di Matteo Bocchia Gli azzurri chiudono al terzo posto la fase zonale della Continental Cup, rimandando la qualificazione diretta alla finale. Per accedere all’ultimo raggruppamento, che consegnerà un lascia passare olimpico, l’Italia dovrà sostenere un ulteriore turno. La formula, infatti, prevede che le 2e, 3e, 4e, e 5e classificate della fase zonale passino attraverso dei gironi di semifinale, terminati i quali le prime accederanno alla finale. Il format della competizione è il “country contro country” al meglio dei cinque incontri. In caso di pareggio (2 vittorie a testa) si gioca un “Golden set” a 15 punti, con la possibilità di schierare una nuova coppia, scegliendo sempre però tra i quattro atleti convocati. Matteo Ingrosso Paolo Nicolai 46 COPENAGHEN Per Nicolai-Lupo e i gemelli Ingrosso la tre giorni di gare in Danimarca si è rivelata assai intensa, lasciando anche qualche rammarico per quello che poteva essere e non è stato. La Pool C svoltasi a Copenaghen vedeva presente oltre all’Italia: Portogallo, Olanda, Turchia, Danimarca e Romania. In base agli incroci decisi dal seeding i ragazzi di Dodd hanno affrontato nel primo round la formazione portoghese. Più ostica del previsto la sfida contro i lusitani, rappresentati dalle coppie PintoPuga e Pedrosa-Moreira. Determinanti sono stati i due successi dei gemelli Ingrosso che hanno rimediato al ko di Lupo-Nicolai contro Pedrosa-Moreira. Paolo Ingrosso SCOGLIO OLANDA Archiviata la pratica Portogallo gli azzurri si sono trovati di fronte i favoriti del girone, ovvero gli olandesi Nummerdor-Schuil e Boersma E.-Spijkers. La sfida è stata combattutissima, testimonianza ne è che tutti e quattro gli incontri sono terminati al tie-break. In apertura Nummerdor-Schuil hanno superato gli Ingrosso, poi è stata la volta di Nicolai-Lupo che contro Boersma E.-Spijkers riportavano la serie in parità. Fondamentale il match successivo, interpretato molto bene da Nicolai-Lupo che però nel secondo set mancavano diversi match point, consentendo a Nummerdor-Schuil di arrivare al tie-break. Qui gli azzurri sembravano avere di nuovo in mano la gara, ma una volta avanti 12-9, subivano una rimonta che regalava sul 16-14 il 2-1 agli “orange”. A siglare il punto finale ci pensavano Boersma E.-Spijkers. Daniele Lupo GOLDEN SET Ancora più dura la sfida per il terzo posto, giocata contro la Turchia. Per assegnare la vittoria è stato necessario il “Golden Set”, dove Nicolai-Lupo hanno regolato Sekerci-Gögtepe 15-7. La finale per il primo posto, ha invece visto l’Olanda imporsi 3-1 sui padroni di casa della Danimarca. TENERIFE La Continental Cup tornerà in campo a Tenerife il 30 settembre dove si svolgerà l’ultimo raggruppamento della fase zonale, in cui è inserita l’Italia femminile. Le avversarie sono: Germania, Spagna, Repubblica Ceca, Slovacchia e Norvegia. Il World Tour in Marocco La strada per Londra 2012 Riparte da Agadir il World Tour 2011, protagonista in Marocco dal 4 al 9 ottobre. Nella tappa africana scenderanno in campo per l’ultima volta in stagione le coppie maschili. L’appuntamento conclusivo per le donne è invece fissato a Phuket (Thailandia) dal 1 al 6 novembre. 24 le coppie maschili e femminili 2 il numero massimo di squadre per nazione 16 le formazioni qualificate in base al ranking 1 la Wild Card per il paese ospitante 5 le coppie provenienti dalla Continental Cup 2 i pass che rilascia la World Cup 47