La Roma di Luis Enrique

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La Roma di Luis Enrique
Pronti a quello che ci aspetta
P
er una volta vorrei iniziare
queste mie considerazioni da
una festa: e tutti sappiamo
bene quanto abbiamo bisogno di
momenti di serenità in questo tempo tanto angosciante.
Una festa, dicevo, e non saprei
come altro chiamare la manifestazione che si è svolta a Firenze, a inizio dicembre,
tra Coverciano e il Salone dei Cinquecento in
Palazzo Vecchio. In questa cornice straordinaria
è stata aperta idealmente la Hall of Fame (letteralmente Sala della Fama) del calcio italiano, su
iniziativa della FIGC e del Museo del Calcio. Diciamo la verità: quello di celebrare le glorie storiche del movimento calcistico non è mai stato il
nostro forte. In questo senso gli anglosassoni sono stati dei maestri da sempre, pur avendo in generale raggiunto neppure la metà dei nostri traguardi. La memoria di un grande passato, al netto della retorica, è invece il primo momento nella costruzione di un futuro
degno. Ben venga dunque la Hall
of Fame italiana. E ci piace sottolineare che tra i primi sette personaggi che ne sono entrati a far
parte, con Baggio, Collina, Galliani, Platini e Riva, ci siano anche due allenatori, Lippi e Sacchi. Uomini diversi, nei modi, nei
caratteri, nelle idee, ma comunque
capaci di lasciare un segno epocale.
Epocale è senza dubbio anche il nuovo accordo collettivo tra AIAC e Lega di B (oltre a
quello con l’AIC, di cui diamo conto in questo
numero de “l’Allenatore”), praticamente raggiunto (manca solo la firma), che per la prima
volta è allargato ai preparatori atletici. Un segno
di grande attenzione e lungimiranza da parte del
presidente Abodi, che segna anche un modo corretto d’intendere i rapporti tra le componenti.
Sempre nel solco delle buone notizie, segnalo il
recupero del rapporto tra AIAC e AEFCA, l’associazione europea che riunisce le associazioni degli allenatori, sancita dalla presenza di una nostra
delegazione al simposio annuale che
in questo caso si è svolto ad Antalya
in Turchia. Noi restiamo comunque convinti della necessità di un
maggiore impegno comune nella
difesa dei diritti della categoria, reso
sempre più attuale dalla sempre
maggior circolazione continentale
da parte degli allenatori. Per questo serve una
politica più incisiva anche nei confronti delle
istituzioni internazionali, FIFA e UEFA, per ottenere la giusta attenzione alle nostre specifiche
problematiche.
E come ben sapete, i problemi non mancano
mai. Siamo reduci da un serrato confronto con
la Lega Nazionale Dilettanti, risoltosi comunque positivamente. L’obbligatorietà dell’allenatore abilitato è stata confermata anche tra i Dilettanti: sono in corso di perfezionamento i
nuovi corsi riservati alla nuova figura di allenatore destinati anche alla Terza Categoria. L’impianto complessivo di regole insomma ha tenuto. Ma le insidie sono continue. Ci sono fatti, in questa coda di 2011, che
ci lasciano perplessi. Come valutare il grande affannarsi intorno alla possibile modifica
dell’articolo 22 delle NOIF dopo le sentenze penali di Napoli
su Calciopoli che hanno coinvolto
dirigenti sportivi? Prima di entrare
nel merito delle questioni, senza dubbio la
tempistica del dibattito è sospetta. E ancora: si
torna a parlare della modifica della legge 91. È
curioso che la Lega di A in particolare, dopo un
anno di durissima contrapposizione sul rinnovo
dell’accordo collettivo con l’AIC, concluso con
un’intesa che prevede tra le altre cose controlli
stringenti anche sulla vita extrasportiva di un
tesserato, neghi poi il carattere di subordinazione che è alla base del rapporto tra società e calciatori/allenatori. Queste dunque saranno le
sfide per il prossimo anno. Siamo pronti, come
sempre.
editoriale
di Renzo Ulivieri
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l’ allenatore
allenatore sul campo
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Così è nata la Roma
di Luis Enrique
di Massimo Lucchesi
D
opo il passaggio di proprietà e i nuovi arrivi, sia in ambito dirigenziale
che tecnico, c’è molta curiosità e attesa per capire l’evolversi del progetto
ideato e guidato sul campo dal neoallenatore giallorosso Luis Enrique.
Reduce da tre stagioni molto positive sulla panchina del Barça B, l’ex-giocatore delle Furie Rosse prova a ripercorrere la strada già intrapresa alcuni anni fa da Pep Guardiola che fu chiamato a guidare un top-team come il Barcellona dopo l’esperienza avuta con la seconda squadra. Luis Enrique può contare su uno staff piuttosto ampio e funzionale al progetto tecnico-tattico che
sta cercando di perseguire. Dalla Spagna, su espressa richiesta del tecnico asturiano, sono arrivati De La Peña,
Robert Moreno González, Antonio Llorente e Rafael Cabanellas.
Ivan De La Peña era alla sua prima esperienza da collaboratore tecnico ed era stato chiamato da Luis Enrique dopo aver concluso, la stagione scorsa, la carriera calcistica indossando la maglia dell’Espanyol: purtroppo il
12 agosto si è allontanato da Roma e dalla Roma “per un periodo temporaneo” non ancora terminato.
Un’esperienza ben più radicata la possiede, invece, l’allenatore in seconda, Moreno González. Il trentaquattrenne tecnico spagnolo (è nato a Barcellona il 10 settembre 1977) proviene dagli Allievi del Barcellona ed è al
momento il più giovane della storia della Catalogna ad aver conseguito il titolo di allenatore, dieci anni fa.
Luis Enrique si fida molto di Moreno González, tant’è che, oltre a lavorare sul campo, è lo stesso González a
essere arrivato a Trigoria prima degli altri per preparare il ritiro, vedere le immagini degli allenamenti riprese
dalle telecamere e montarle per poi analizzarle con lo staff e la squadra.
A svolgere invece la funzione del preparatore atletico è un altro
giovane e capace professionista: si tratta di Rafael Pol Cabanellas, nato a Campanet il 13 gennaio 1987. Cabanellas possiede una formazione universitaria di alto livello ed è ricercatore, nel settore sportivo, in un progetto congiunto
tra l’Università di Barcellona e quelle di Vienna e
Colonia. Singolare è il modo con cui Cabanellas e
Luis Enrique si sono conosciuti e hanno iniziato a
collaborare: Luis Enrique, dopo aver letto e apprezzato in maniera particolare il libro La preparación
física en el futbol, scritto da Cabanellas, decide di chiedere il numero di telefono dell’autore alla casa editrice per
avere un contatto diretto. Da quel giorno è nata tra i due
una proficua collaborazione che dura già da circa tre anni.
Antonio Llorente svolgerà invece l’inedita funzione di mental coach. Anch’egli in campo a fianco di giocatori e tecnici durante il ritiro di Riscone, Llorente è un ex-sportivo a livello agonistico
avendo giocato a basket, nel Real Madrid, per oltre vent’anni prima
di iniziare a studiare e applicare strategie per aiutare le persone a “rendere” di più (lo ha fatto anche per svariate aziende dopo aver smesso
di praticare la pallacanestro). A completare lo staff giallorosso ci
sono infine gli italianissimi Tancredi e Nanni (si occuperanno dei portieri) e la competenza di Aurelio Andreazzoli
allenatore sul campo
La preparazione precampionato
della Roma
elevatissimi attraverso un “importante” lavoro fisico;
b. partire dall’organizzazione della fase offensiva (e dall’allenamento alla contrapposizione tattica) per cercare di ottimizzare la capacità della
squadra di recuperare la palla e, solo successivamente, ripartire e “fare male” in contrattacco.
Se invece si ritiene possibile riuscire a segnare
anche dopo aver tenuto la palla per circa un minuto (come ha saputo fare ad esempio il Barcellona nella sfida con il Real Madrid vinta per 5-0 al
Camp Nou la scorsa stagione) e comunque dopo
un’azione elaborata, sviluppata a ritmi mediamente bassi, ecco che gli obiettivi del lavoro fisico, tecnico e tattico possono essere diversi.
Ho personalmente seguito tutta la preparazione che la squadra giallorossa ha effettuato a Riscone, a eccezione della giornata di sabato 16 luglio,
della quale riepilogo il lavoro svolto dalla Roma
secondo quanto descritto dal sito ufficiale della
società capitolina. Debbo dire che il lavoro fatto
svolgere alla squadra dallo
staff tecnico giallorosso è
stato estremamente inteUn calcio basato
In questo caso la prioressante e per molti versi
sul possesso-palla significa rità viene data all’organizinnovativo.
zazione offensiva, con lo
Se di frequente in Italia il
consentire
alla
squadra
scopo di allenare la squaperiodo precampionato vedra a sfruttare l’ampiezza
niva o viene considerato codi potersi esprimere
del terreno di gioco, porme una fase della stagione
tando un numero adeguautile a “costruire” le basi
in
maniera
sostanzialmente
to di giocatori nella metà
atletiche del giocatore e il lacampo avversaria (costrinvoro tecnico-tattico era ed è
più creativa
gendo molti degli antagocomunque condizionato da
nisti a ripiegare), con la
quello fisico, così non è staconseguenza di facilitare il pressing istantaneo in
to a Riscone, dove invece, per quanto visto:
zona offensiva o ultraoffensiva nel caso in cui l’azione di attacco non vada a buon fine e gli avver1. il lavoro fisico è stato subordinato a quello
sari riescano a recuperare la sfera.
tecnico-tattico e non viceversa;
In questo caso il tempo medio col quale na2. il lavoro sulla fase difensiva è stato subordisce e si sviluppa l’azione offensiva è estremanato a quello sulla fase offensiva;
mente più ampio dei pochi secondi a disposizione per sviluppare “l’attacco in ripartenza” e di
Ritengo che questi due aspetti meritino un
conseguenza perde di significato incentrare l’alapprofondimento e un’analisi più dettagliata.
lenamento della squadra sulla quantità dei cariMentre in Italia la credenza più diffusa è quella
chi di lavoro atletico. Ciò ovviamente non siche per fare goal è quasi indispensabile riuscire a
gnifica che un “tipo” di calcio sia più efficace
recuperare la palla e poi, con un rapido contratdell’altro, poiché sul risultato incidono anche e
tacco, tentare di offendere la porta avversaria,
soprattutto altri fattori (come la qualità dei giospesso all’estero l’idea di gioco è diametralmente
catori a disposizione). Certo è che un calcio baopposta.
sato sul possesso palla e giocato su ritmi mediaPer perseguire un calcio sviluppato sull’abilità
mente più bassi rispetto a quello degli avversari
della squadra di rubare palla e ripartire a mille
(senza che ciò ne pregiudichi l’efficacia) signifiall’ora la finalità della preparazione precampionaca consentire alla squadra di potersi esprimere
to è obbligatoriamente quella di:
in maniera sostanzialmente più creativa e recuperare con più facilità tra una gara e l’altra, ria. contribuire a innalzare la capacità dei giocatori
ducendo, alla lunga, il rischio di infortuni.
di sostenere, con grande continuità, ritmi di gioco
l’ allenatore
(già presente con Luciano Spalletti e confermato dalla società dopo il lavoro fatto con Montella nell’ultima parte della stagione scorsa).
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l’ allenatore
allenatore sul campo
IL LAVORO SUL CAMPO SEDUTA DOPO SEDUTA
Sabato 16 luglio – Mattina e pomeriggio
Ore 17.00
Ore 10.30
Ritrovo nella sala stampa del centro con visione dell’allenamento del mattino.
• Riscaldamento e lavoro atletico
• Lavoro tattico con squadra divisa in due gruppi
• Partita 10vs10 su campo di m 70x60.
• Riscaldamento:
corsa e posture
• Torello e stretching
• Possesso in posizione:
6vs6 con 3 sponde
Domenica 17 luglio – Mattina e pomeriggio
Ore 10
• Riscaldamento: corsa e posture
• Torello e stretching
• Partita con le mani e goal di testa 10vs10 su
campo di m 20x40
re, si insiste sullo scorrimento della palla da
un settore all’altro del campo.
La seduta termina con stretching e posture.
Ore 17.00
• Partita contro selezione locale. Tutti i giocatori
giocano un tempo a eccezione di Taddei, Caprari e Antei che giocano tutte e due le frazioni.
ROMA-SELEZIONE VAL PUSTERIA 10-0
• Schemi 11vs0 (con due squadre – gialli e rossi
– che si alternano). I giocatori sono schierati
con il modulo 4-3-3 e sviluppano i flussi di
gioco richiesti da Luis Enrique. In particola-
ROMA (4-3-3): Lobont (1' st Curci); Cicinho
(1' st Rosi), Antei, Cassetti (1' st Greco), Taddei;
De Rossi (8' st Crescenzi), Pizarro (1' st Verre),
Perrotta (1' st Viviani); Caprari, Totti (1' st Vucinic), Borriello (1' st Menez)
Marcatori: 3' Totti, 13' Caprari, 15' Borriello,
18' Taddei, 33' Borriello, 35' Perrotta, 41' Borriello; 9' st Viviani, 37' st Verre, 43' st Menez
Lunedì 18 luglio – Mattina
• Riscaldamento: corsa e posture
• Palleggio individuale in movimento
• Palleggio a coppie in movimento
• Treccia a tre giocatori
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• Possesso palla 9vs9 su metà campo. Per ottenere un punto occorre fare 50 trasmissioni. Il
conteggio riprende quando la squadra che ha
temporaneamente perso il possesso-palla la
riconquista.
• Calcio tennis (3vs3): torneo da tre partite di
5' ciascuna
allenatore sul campo
Martedì 19 luglio – Mattina e pomeriggio
Mattina
• Riscaldamento: corsa libera
• Esercitazioni atletiche con corsa tra i paletti.
Vengono utilizzate varie tipologie di corsa
(avanti/indietro).
l’ allenatore
• Addominali e dorsali
Pomeriggio: riposo
• Centrocampisti e attaccanti
I giocatori sono schierati con i due interni di
centrocampo, i laterali di difesa e il tridente offensivo. Si gioca 6vs6 + 1 “comodino” (Totti) che
funge, alternativamente, da riferimento avanzato
per la squadra in possesso-palla. Il campo è 30x60
metri con tre piccole porticine. Obiettivo della
squadra è quello di giocare la filtrante per il riferimento avanzato e concludere dopo l’inserimento
e la sponda (assist) di Totti.
Il gruppo si ricompatta.
La squadra viene quindi divisa in due gruppi. I
difensori centrali e i centromediani lavorano con
Luis Enrique. Difensori laterali, centrocampisti e
attaccanti con De La Peña.
• Difensori
Lavoro tattico analitico col portiere che palleggia con i difensori centrali (che si aprono
molto) all’interno della metà campo difensiva.
L’obiettivo è quello di superare due avversari
mediante l’avanzamento palla al piede di un centrale. A una certa altezza del campo è il mediano
che si abbassa e funge da “libero”, ricostruendo il
3 contro 2 sulla tre quarti difensiva. Più avanti
c’è un altro centrocampista (interno) che funge
da vertice più alto.
Note: i difensori centrali si staccano in arretramento e ricevono. Il mediano è posizionato a
12/15 metri dalla metà campo e si stacca quando
il difensore sta per arrivare alla sua altezza.
• Esercitazione 11vs8 in uno spazio di m 70x60
con una zona di 50x60 m all’interno dove la
squadra in superiorità numerica deve mantenere il possesso (10 passaggi) per effettuare il
punto. I difendenti, se recuperano la palla,
possono calciare liberamente verso la porta
avversaria dalla linea posizionata a una ventina di meri dalla porta, senza che il portiere
possa intervenire. Ciò vincola i rossi all’aggressione immediata una volta persa la palla.
Quando la palla esce l’azione si riprende con
la rimessa del portiere.
La seduta prosegue con una partita 11vs9 su
campo ridotto (una porta è posizionata al limite dell’area di rigore). I giocatori in superiorità numerica
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l’ allenatore
allenatore sul campo
devono fare goal. I giocatori in inferiorità numerica
(a cui mancano i difensori centrali) possono calciare
liberamente verso la porta avversaria dalla linea posizionata a una ventina di meri dalla porta, senza che il
portiere possa intervenire. In pratica il portiere della
squadra in possesso-palla è più impegnato a fungere
da regista arretrato che da estremo difensore.
La seduta termina con stretching e posture.
Pomeriggio
• Riscaldamento: corsa più allunghi e corsa balzata
• Torello 8vs2
• Esercitazione di passaggi a valenza sia fisica che
tecnico-tattica. I giocatori sono disposti a
rombo. Il vertice basso verticalizza per il vertice alto con i giocatori intermedi che effet-
tuano un movimento corto-lungo avvicinandosi al riferimento avanzato dal quale uno dei
giocatori riceve lo scarico. A seguire, il giocatore intermedio che ha ricevuto lo scarico
smista sulla corsa per il compagno che riceve
sul versante di campo opposto e conduce la
palla nei pressi del cinesino da dove era iniziata la sequenza. I giocatori ruotano quindi
tutti in senso orario, scambiandosi le posizioni tra loro.
• Possesso 5vs3 su campo di metri 25x15 e con
giocatori nei ruoli
• Partita 9vs9 all’interno della metà campo e
sviluppata da linea laterale a linea laterale. Alle due squadre (che dispongono dei portieri
come riferimento arretrato) mancano i difensori centrali. Il punto viene ottenuto se
un elemento conduce la palla oltre la linea di
fondo. Luis Enrique vuole che la palla non
stazioni a lungo in una certa zona del campo
e le squadre siano brave nel cambio di gioco.
• Partita 9vs9 in un campo di metri 60x60 (una
porta è posta all’altezza del cerchio di centrocampo). Le due squadre sono schierate, pur
mancando a entrambe i difensori centrali.
La seduta termina con stretching e posture.
Mercoledì 20 luglio – Mattina e pomeriggio
Mattina
• Riscaldamento: corsa
10
• Serie di allunghi sugli 80 metri a cui segue lo
stretching
• Torello 8vs2
• Esercitazioni di possesso-palla su campo ridotto
con due squadre in parità numerica impegnate a effettuare 10 passaggi senza perdita del
pallone, obbligatorio passare la palla a un
compagno che non sia colui dal quale è stata
ricevuta. Anche in questa occasione l’attenzione era rivolta a possesso e transizione negativa orientata all’immediata aggressione.
allenatore sul campo
Pomeriggio
• Riscaldamento: corsa e scioglimento braccia e
gambe in libertà
• Sviluppo di azioni offensive in situazione di
11vs6 (passivi)
La squadra ricerca un prolungato possesso palla con la rifinitura che avviene prevalentemente
tramite cross laterale e, in misura minore, attraverso il filtrante per l’ala che si proietta in profondità.
I punti salienti dello sviluppo del gioco riguardano:
1. abbassamento del centrocampista centrale
in mezzo ai due difensori che sono molto aperti;
2. i due esterni di difesa più alti degli interni
(che sfilano dietro) coi quali sviluppano continua-
mente lo scorrimento di palla da destra a sinistra e
viceversa;
3. l’attaccante centrale (Totti) più basso delle
ali e in posizione di trequartista. Totti gioca l’apertura per i laterali, lo scarico sugli interni e il filtrante per le ali;
4. l’alternanza dello scorrimento palla dei
quattro sopra menzionati (laterali di difesa più interni di centrocampo) alla verticalizzazione centromediano-centravanti;
5. l’alternanza della giocata difensore centrale
per l’interno opposto alla verticalizzazione dritto
per dritto per l’ala che gioca a scarico;
6. il taglio dentro dell’ala con l’inserimento
nello spazio del laterale di difesa.
l’ allenatore
• Esercitazione di possesso-palla con le porticine.
Per fare punto occorre che il compagno riceva
il pallone solo dopo aver attraversato una delle
porticine disseminate nel campo di gioco.
La seduta termina con stretching e posture.
• Partita 8vs8 (portieri inclusi) più jolly (Totti) che gioca esclusivamente in fase offensiva con la squadra in possesso-palla. Le
squadre sono schierate e non dispongono
dei difensori centrali. Il campo è di metri
35x40 (doppia area). Quando la palla esce
la rimessa in gioco la effettua il portiere.
Al termine della partita posture e stretching.
Giovedì 21 luglio – Mattina
Esercitazione del cacciatore: un giocatore (cacciatore) è inizialmente chiamato a catturare un avversario che, a sua volta, diventa cacciatore alleandosi e tenendo per mano il compagno e così via,
fino a che tutta la squadra da preda diventa cacciatore, formando un lungo cordone con i giocatori che si tengono per mano.
La squadra si sposta quindi su uno spazio attiguo al campo principale dove effettua un lavoro
di corsa in slalom.
• Esercitazione tattica a tre squadre (gialli/
verdi/rossi) con due jolly laterali (bianchi) che
giocano esclusivamente in fase offensiva, con
la squadra in possesso-palla. Un campo di metri 70x60 (le porte sono posizionate sulla linea
dell’area di rigore) è suddiviso in tre settori di
25 metri circa. All’interno dello stesso sono
posizionate tre squadre: due di esse si affrontano (una attacca e l’altra difende la porta) con
la terza che attende dinanzi alla porta opposta.
Se sono i difendenti a recuperare la palla e a
guadagnare il settore centrale neutro, saranno
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l’ allenatore
allenatore sul campo
loro a trasformarsi in attaccanti e ad affrontare
la squadra in attesa. Se invece gli attaccanti
riescono a fare goal, saranno loro stessi ad attaccare di nuovo nel verso opposto.
L’esercitazione prevede che la squadra che attacca possa contare sui jolly laterali (bianchi) e di
conseguenza si venga a creare una situazione di
7vs5, a squadre schierate (quattro difensori più un
centromediano per i difendenti – due centrocampisti centrali, due ali e un centravanti, oltre ai laterali jolly, per gli attaccanti).
L’esercitazione vede le squadre in possesso-palla ricorrere con particolare insistenza agli scorrimenti laterali per trovare spazi e tempi per l’attacco in profondità.
• Esercitazione 7vs5 su una metà campo, con una
porta difesa dal portiere e tre porticine (una
centrale e due laterali) all’altezza della metà
campo. La squadra che attacca, con i giocatori
schierati (due interni, due laterali, due ali e un
attaccante centrale), deve riuscire (attraverso
rapidi scorrimenti di palla) a sfruttare la superiorità numerica ed evitare che i difendenti,
una volta recuperata la palla, riescano a calciarla all’interno di una delle tre porticine poste all’altezza della metà campo.
• Partita 9vs9 (portieri inclusi) con un jolly (Caprari) che gioca con la squadra in possessopalla, su un campo di metri 85x60 (una porta è posizionata sulla linea dell’area di rigore).
La seduta termina con stretching e posture.
Pomeriggio: riposo.
Venerdì 22 luglio – Mattina e pomeriggio
Mattina
• Riscaldamento con corsa e posture
• Esercitazioni atletiche con corsa tra i paletti
(disposti a zig-zag). Vengono effettuate sia
corse in avanti che all’indietro.
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• Esercitazioni atletiche con la palla. I giocatori
sono disposti a rombo. Inizialmente il possessore passa la palla a sinistra e corre per raggiungere la postazione situata alla sua destra.
A seguire, invece, al possessore è chiesto di
giocare a destra e spostarsi a sinistra. È posta
grande attenzione alla velocità e alla precisione del passaggio (prevalentemente effettuato
rasoterra). Il passaggio in alcune circostanze è
effettuato di prima mentre in altre (quando
la traiettoria del pallone non è pulita) è preceduto dal controllo di palla.
• Gioco di posizione 5vs3. Quattro giocatori sono
posti sul perimetro (uno per lato) e schierati in
base al ruolo. Un ulteriore elemento funge da
“regista” e gioca al centro dello spazio di gioco.
Tre difendenti sono posti anch’essi all’interno
dello spazio di gioco e impegnati a recuperare il
pallone. Quando i difendenti recuperano il
pallone guadagnano un punto.
allenatore sul campo
Pomeriggio
• Esercitazione 3vs2 per la conclusione verso la
porta difesa dai portieri, all’interno di uno
spazio di dimensioni doppie rispetto all’area
di rigore (doppia area metri 32x40).
Si attacca alternativamente nei due versi. Il
giocatore che fa goal, dopo aver attaccato una
porta, prosegue per attaccare anche la successiva
collaborando con i giocatori che precedentemente
avevano difeso. Se invece gli attaccanti non segnano, la successiva azione offensiva viene sviluppata
dagli ex-difendenti a cui si aggiunge un compagno posto di fianco alla porta precedentemente
attaccata.
• Esercitazione di possesso-palla 8vs8 in uno spazio di metri 70x40 (da area ad area) diviso in
due metà dalla linea di metà campo e senza la
possibilità di utilizzare le fasce laterali.
• Riscaldamento: corsa e scioglimento braccia e
gambe in libertà
• Esercitazione di goal a canestro 11vs11 sviluppata per il lato lungo all’interno dell’area di
rigore (metri 40x16). I giocatori non sono
schierati e si muovono liberamente.
• Esercitazione 11vs11: passaggi con le mani e
conclusione di testa all’interno di uno spazio
di metri 25x40, con le due porte difese dai
portieri. Malgrado che anche in questa esercitazione i giocatori non siano schierati, c’è
un discreto rispetto delle posizioni.
l’ allenatore
Ogni squadra ha il compito di arrivare a dieci
passaggi consecutivi all’interno della propria metà
campo. I difendenti devono invece recuperare
palla e trasferirla velocemente nel settore opposto
dove cercano di raggiungere le dieci trasmissioni
senza intercettamento avversario.
La seduta termina con stretching e posture.
• Torello 8vs2
• Gioco di posizione 6vs3 (con tre gruppi di tre
elementi) in uno spazio di 18x15 metri circa.
13
l’ allenatore
allenatore sul campo
modo che ogni gruppo giochi un tempo in posizione di “comodino” e due tempi alternandosi tra
fase di offesa e difesa.
Mentre tre giocatori di un gruppo fungono da
“comodini” (jolly) e sono disposti in verticale
(vertice basso, giocatore al centro dello spazio di
gioco e vertice alto), gli altri due gruppi si alternano in fase di possesso e non possesso.
Il gruppo che recupera la palla gioca infatti con
i “comodini” in situazione di 6vs3, con quattro
elementi sui quattro lati del perimetro e due “registi” centrali. I giocatori sono tendenzialmente
schierati in base al ruolo.
Il gruppo che ha perso il possesso di palla diventa quindi difendente con l’obiettivo di riconquistare la palla e il conseguente privilegio di giocare in fase di possesso, costringendo gli avversari
a difendere a loro volta.
L’esercitazione viene sviluppata in tre tempi in
• Esercitazione ombra per il cross e la finalizzazione. Sul campo vengono delineate sei postazioni: due interne e due laterali poco oltre
il limite di metà campo, una centrale sulla tre
quarti campo e due laterali leggermente più
avanzate.
L’esercitazione vede i laterali, alternativamente di destra e sinistra, andare al cross dopo la seguente serie di passaggi: un interno avanza palla
al piede di qualche metro e verticalizza per il trequartista che scarica sull’interno opposto, il quale a sua volta manda al cross il laterale vicino inseritosi in verticale nello spazio liberato dall’ala.
In area si apprestano a ricevere il cross l’ala opposta (che taglia diagonalmente verso il centro),
il trequartista (che si inserisce in verticale), l’ala
vicina (che entra a centro area dopo movimento
a rotazione) e l’interno (che arriva a rimorchio)
che ha dato inizio all’azione.
Dopo la conclusione i vari giocatori recuperano la propria postazione iniziale. I giocatori sono
tendenzialmente schierati in base al ruolo.
Esercitazioni di tiro da fuori area da fermo e in
movimento.
La seduta termina con stretching e posture.
Sabato 23 luglio – Mattina e pomeriggio
Mattina
• Riscaldamento: corsa ad allunghi in gruppo
• Esercitazione di torello 6vs2
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• Sviluppi offensivi in situazione di 11vs0 con due
squadre che si alternano attaccando le due porte una in un senso e l’altra in senso opposto.
L’azione parte sempre dal portiere che serve rasoterra un difensore centrale che si apre lateralmente o il centromediano che si abbassa, in mezzo ai due, in posizione centrale.
L’azione si sviluppa in modo insistito da destra
a sinistra prima che la squadra giunga alla rifinitura tramite il cross di un laterale.
La seduta termina con stretching e posture.
allenatore sul campo
ROMA-SÜDTIROL 3-0
ROMA: Curci (1' st Lobont); Rosi (1' st Cicinho), Cassetti (15' st Antei), Brighi (1' st Crescenzi), Taddei (1' st José Angel); De Rossi (15'st
Perrotta), Viviani (1' st Pizarro), Greco; Verre,
Borriello (1' st Totti), Caprari (1' st Vucinic).
A disp.: Pigliacelli, Antei. All.: Luis Enrique.
SÜDTIROL: Iacobucci (13' st Mair), Grea, (1' st
Kiem, 9' st Fodor) Franchini, Santonocito (1' st
Ciaghi), Cascone, Martin, Fischnaller (1' st Chiavarilli), Furlan (1' st Timpone), Ferrari (18' st Pfitscher), Romano, Schenetti (1' st Albanese).
A disp: Giarediello, Nazari, Bedendo. All.:
Stroppa.
Marcatori: Vucinic, Vucinic, Borriello
Domenica 24 luglio – Mattina
• Riscaldamento: corsa e scioglimento braccia e
gambe in libertà
• Torello 17vs3 con la squadra che lavora nel
cerchio di centrocampo. Vanno a cacciare la
palla il calciatore a cui è stata intercettata e i
compagni posti a destra e sinistra.
Esercitazione di possesso 6vs4 in uno spazio di
metri 20x20 circa. I giocatori in possesso-palla sono posizionati con cinque elementi sul perimetro
(su un lato vi sono due giocatori) e un giocatore
centrale (regista).
l’ allenatore
Pomeriggio
In questa esercitazione i giocatori non sembrano orientati in base ai ruoli.
Al termine del tempo prefissato l’allenatore alterna i compiti e le posizioni dei giocatori.
• Partita di pallamano 8vs8 all’interno dell’area
di rigore.
Ogni squadra per fare goal deve far terminare
la palla all’interno della porticina avversaria posta
sul lato corto dell’area di rigore. Di fronte alla
porta è delimitata dai cinesini una piccola area
dove nessun giocatore delle due squadre può entrare e dove è necessario, da parte del tiratore,
“schiacciare” e far rimbalzare la palla affinché il
goal sia valido. Questo vincolo fa sì che le squadre
debbano necessariamente avvicinare la porta da
attaccare manovrando senza poter tirare dalla lunga distanza.
La seduta termina con stretching e posture.
Pomeriggio: riposo.
Lunedì 25 luglio – Mattina e pomeriggio
• Riscaldamento: corsa e scioglimento braccia e
gambe in libertà
• Esercitazioni atletiche con corsa tra i paletti
(disposti a zig-zag). Vengono effettuate sia
corse in avanti che all’indietro.
Esercitazione di 2vs1 finalizzata al tiro. Gli attaccanti partono da due postazioni situate una decina di metri fuori dall’area di rigore e, dopo aver
effettuato un breve percorso in scatto avanti/indietro, ricevono palla dal tecnico e puntano il difendente che, partendo di fianco alla porta, li affronta all’altezza del limite dell’area.
Dopo la scontata conclusione verso la porta, i
giocatori invertono le posizioni e parte senza pause il terzetto successivo. In considerazione degli
spazi e del fatto che i giocatori non hanno tempi
morti tra una ripetizione e l’altra, l’esercitazione
sembra avere più valenza organica che tecnica.
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l’ allenatore
allenatore sul campo
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• Esercitazione di 3vs2 finalizzata al tiro. L’esercitazione è, nel suo sviluppo, del tutto simile
alla precedente. Gli attaccanti, prima di ricevere la palla, eseguono anche in questa proposta un breve percorso in scatto avanti/indietro/avanti/indietro/avanti. Una volta ricevuta la palla, gli attaccanti vengono affrontati
dai difensori che scattano verso il limite dell’area partendo dai lati della porta. La fase di
gioco rispetto alla precedente è più prolungata e non sempre succede che gli attaccanti
riescano a concludere a rete.
• Possesso-palla 7vs4. La squadra è divisa in
due gruppi. L’esercitazione viene effettuata
in un campo dalle dimensioni di metri
30x20. I giocatori in possesso della palla sono schierati e prendono posizione con un
vertice basso, due esterni (arretrato e avanzato) per ogni lato, un giocatore centrale e
un vertice alto. A ostacolare il mantenimento palla dei sette attaccanti agiscono quattro
difendenti che hanno l’obiettivo di recuperare il maggior numero di palloni nel tempo
prefissato. Si gioca a tocco libero, anche se
spesso i giocatori effettuano uno o due tocchi. Nell’esercitazione c’è ordine e i giocatori, in posizione, cercano di muovere velocemente la palla da un settore all’altro dello
spazio di gioco. Al termine di ogni prova
vengono alternate le funzioni dei giocatori
sul campo.
• Partita 11vs11, a squadre schierate, su campo
di metri 70x60 (le porte sono poste al limite
dell’area di rigore).
La seduta termina con stretching e posture.
Pomeriggio
• Riscaldamento: corsa e scioglimento braccia e
gambe in libertà
• Torello 9vs2
• Esercitazione tattica sull’uscita in verticale da
dietro.
All’interno del campo sono evidenziati, attraverso la disposizione di aste e cinesini, tre rombi
(uno centrale e due laterali) che fungono da riferimento per i giocatori. Sul campo i giocatori sono
schierati ed eseguono una serie di verticalizzazioni
come evidenziato a seguire.
Nel vertice basso del rombo laterale, sia di destra che di sinistra, è schierato il difensore centrale
mentre il difensore laterale e l’interno di centrocampo sono posizionati sui riferimenti intermedi,
con l’ala che è posta sul vertice alto.
I giocatori che prendono posizione nel rombo
al centro del campo sono invece il centromediano, gli interni e la punta centrale.
L’esercitazione si sviluppa in questo modo: il
riferimento arretrato corre all’indietro per recuperare un pallone alle sue spalle (simulando la ricezione di palla dal portiere) e conduce in avanti per
qualche metro prima di verticalizzare per il riferimento centrale che riceve dopo aver eseguito un
movimento lungo-corto.
In contemporanea al movimento (contrapposto) dei due vertici, i giocatori intermedi prima
accorciano muovendosi verso il riferimento arretrato in possesso di palla e quindi avanzano (sulla
verticalizzazione) per ricevere il successivo passaggio di scarico del vertice alto.
Oltre alla coordinazione dei movimenti dei vari componenti della catena viene prestata attenzione alla qualità (precisione e velocità) del passaggio.
allenatore sul campo
L’esercitazione ha sempre inizio dal portiere
che cede palla a uno dei due difensori centrali
che si abbassa a ricevere ai limiti del campo di
gioco.
Una volta che il difensore centrale ha ricevuto
la palla ed è penetrato all’interno dello spazio di
gioco, la squadra in superiorità numerica, con i
giocatori scaglionati in maniera ordinata sul
campo, cerca di mantenere il possesso mentre
viene ostacolata dagli otto difendenti.
La finalità dell’esercizio è quella di consentire
ai giocatori, schierati secondo il consueto modulo di gioco, di familiarizzare con la fase di impostazione della manovra. Al termine del tempo
prestabilito vengono invertite le posizioni di alcuni giocatori con i difendenti che prendono il
posto di alcuni compagni.
Dopo l’esercitazione tecnico-tattica i giocatori eseguono alcuni allunghi sui 70 metri.
• Partita a tre squadre 6vs6 su campo ridotto
(22x40 metri circa) con le porte difese dai
portieri.
l’ allenatore
• Esercitazione 10vs8 su campo ridotto (60x60
metri circa). Una squadra è schierata con i
giocatori in posizione e alcuni di essi (ad
esempio interni di centrocampo, difensori
laterali, ali) sono obbligati a muoversi esclusivamente nella fascia di campo a loro assegnata. I difendenti, seppur ordinati, sono
invece liberi di muoversi nelle varie zone di
campo e recuperare il maggior numero di
palloni nel tempo prestabilito.
In uno spazio poco più piccolo di una doppia
area si sfidano a rotazione tre squadre composte
ognuna da sei elementi più il portiere. La squadra
che fa goal rimane in campo e viene sfidata dagli
avversari precedentemente in attesa.
Quando la palla esce la rimessa spetta sempre
al portiere. Il tocco è libero e non c’è fuorigioco.
La seduta termina con stretching e posture.
Martedì 26 luglio
Mattina
• Sviluppi di gioco in situazione di 11vs0
• Maxitorello sul cerchio di centrocampo 18vs3.
A cacciare il pallone vanno il giocatore che
ha sbagliato il passaggio e i due compagni vicini posti ai suoi lati.
La palla è sempre rimessa in gioco dal portiere
che la cede a uno dei due difensori centrali in posizione “aperta”. Nella prima parte la squadra si è
prevalentemente concentrata sul fraseggio e sul
mantenimento, mentre in una fase successiva si
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l’ allenatore
allenatore sul campo
sono ricercati anche movimenti e sviluppi funzionali alla finalizzazione.
La seduta, più corta del consueto in quanto la
Roma si dovrà trasferire a Innsbruck dove alla sera
giocherà un triangolare contro Admira Wacker e
PSG, termina con stretching e posture.
• Torneo di Innsbruck
ROMA-PSG 0-3 (DURATA 45')
ROMA (4-3-3): Curci; Rosi, Antei, Cassetti, José Angel; Pizarro, Viviani, Greco; Borriello, Totti,
Caprari.
PSG (4-2-3-1): Areola; Jallet, Bisevac (29' Camara), Sakho, Tiené; Chantome, Matuidi; Menez
(29' Bahebeck), Hoarau, Nené; Gameiro (33' Erding).
Marcatori: 2' e 32' Hoarau, 31' Gameiro.
ADMIRA WACKER-ROMA 0-1 (DURATA 45')
ROMA (4-3-3): Lobont; Rosi, Viviani, Cassetti,
Taddei; Brighi, Pizarro, Perrotta; Caprari, Verre,
Vucinic.
WACKER (4-5-1): Egger; Bstieler, Bea, Harding, Bilgen; Abraham, Wernitznig, Ildiz, Merino, Perktold; Hinterseer.
Marcatori: 1' Caprari.
Analisi conclusiva
Seguendo giorno dopo giorno il ritiro della
squadra romanista, oltre al fatto che Luis Enrique
indossasse sempre gli occhiali da sole, sono due gli
aspetti che in particolare mi hanno colpito:
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a. ad allenarsi sul campo non vi erano mai più
di 22 giocatori (anzi, nel corso di una seduta mattutina, un leggero infortunio a Perrotta ha “co-
stretto” Luis Enrique a vestire i panni del giocatore/allenatore per completare il lavoro secondo
quello che era il programma tecnico-tattico previsto);
b. il lavoro fisico svolto senza la palla è stato
estremamente ridotto ed è stato completamente
abolito il lavoro sul fondo e anche il miglioramento della potenza aerobica attraverso ripetute su varie distanze;
c. un approccio ai giocatori, da parte dello staff
e di Luis Enrique in particolare, più diretto e meno distaccato.
In merito al secondo aspetto, Luis Enrique ha
più volte specificato alla stampa che il lavoro proposto è funzionale al tipo di calcio che la Roma
vuole giocare.
Non avendo ancora la Roma disputato gare
ufficiali sulle quali poter effettuare riflessioni specifiche è possibile ricorrere all’analisi dello stile di
gioco del Barcellona, che è sicuramente un modello importante sia per ciò che riguarda la disposizione in campo che per gli sviluppi di gioco voluti da Luis Enrique, per cercare di capire le ragioni del lavoro svolto dalla squadra a Riscone.
In media il Barcellona mantiene, durante la
partita, la palla per il 70% circa (con punte anche
superiori all’80%). Questo dato non sta a significare un continuo e incessante assedio alla porta
avversaria con un numero complessivo di azioni a
partita superiori alla media. Anzi, al contrario, il
mantenimento del possesso-palla è funzionale a
mantenere la gara su ritmi generalmente più bassi,
e in diverse partite anche notevolmente più bassi,
rispetto alla media. Ciò fa sì che il dispendio fisico
generale richiesto ai giocatori del Barcellona sia
più basso rispetto a quello degli avversari e s’impenni solo in alcuni frangenti della partita: quando la squadra “abbandona” la fase di possesso per
passare all’attacco e quando, persa la palla, si cerca
un immediato recupero. Questo tipo di calcio
consente ai giocatori di recuperare energie fisiche,
ma anche mentali, durante la fase di palleggio e
alla lunga limita gli infortuni, permettendo ai giocatori di poter recuperare e giocare con efficacia
ogni tre giorni.
Naturalmente, per poter riuscire a praticare “il
calcio del Barcellona” occorre avere degli interpreti estremamente preparati nel ricevere e muovere
allenatore sul campo
Riuscire a portare un numero elevato e adeguato di giocatori nella metà campo avversaria è
funzionale altresì a costringere i rivali a ripiegare e
a non poter essere nelle condizioni ottimali per ripartire. Anzi, la prolungata fase di possesso ha
proprio lo scopo di svuotare di energie fisiche e
nervose gli avversari, in maniera che quando recuperano la palla sia possibile pressarli istantaneamente con efficacia senza doversi eccessivamente
preoccupare di ripiegare per tamponare una ficcante ripartenza avversaria.
In estrema sintesi, una preparazione incentrata
più a far correre e “sudare” la palla che non il giocatore, tant’è che i vari settori del campo di Riscone venivano annaffiati a rotazione per far circolare
la sfera alla massima velocità: e al rientro a Trigoria la squadra ha continuato a lavorare sul campo
C in attesa del termine dei lavori effettuati sul
campo B, con l’erba che deve essere alta appena
18 millimetri.
l’ allenatore
la palla in spazi anche stretti (e la struttura fisica
di molti giocatori del Barça è proprio funzionale a
ciò) e non è necessario sottoporsi a estenuanti sedute di allenamento basate sulla ricerca della massima efficienza atletica da mantenere per novanta
minuti di gioco.
Ecco quindi che, come correttamente fatto notare dal tecnico romanista, la squadra si è preparata e allenata in relazione del calcio che vuole proporre, privilegiando l’organizzazione di gioco e lo
sviluppo delle abilità individuali nel contesto specifico.
Per riuscire a mantenere il possesso di palla e
di conseguenza ritmi di gioco mediamente bassi è
fondamentale infatti che la squadra sappia avanzare nella metà campo avversaria, presidiare adeguatamente in ampiezza tutto il fronte offensivo e
muovere palla da un settore all’altro del campo,
prima di far impennare la velocità dell’azione per
cercare la finalizzazione.
Massimo Lucchesi
Nato a Viareggio il 25 gennaio 1968.
Allenatore di base. Autore di numerosi libri e DVD inerenti gli aspetti tecnico-tattici del gioco del calcio tradotti e pubblicati anche in inglese, tedesco, russo, greco e croato. Editore e direttore del sito www.allenatore.net e della omonima casa editrice. Ha partecipato come relatore a numerosi seminari, prevalentemente
all’estero.
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