120419 Baudelaire - Centro Culturale di Milano

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120419 Baudelaire - Centro Culturale di Milano
“Mussapi legge Baudelaire”
in occasione della pubblicazione del libro
“CHARLES BAUDELAIRE
Tu metteresti l’universo intero
Poesie per giovani innamorati”
(Adriano Salani Editore 2012)
a cura di
Roberto Mussapi
Sala Verri di via Zebedia 2, Milano
Giovedì 19 aprile 2012
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Via Zebedia, 2 20123 Milano
tel. 0286455162-68 fax 0286455169
www.cmc.milano
Testi-CMC
“Mussapi legge Beaudelaire”
CAMILLO FORNASIERI. Un caro benvenuto a tutti. Sono il direttore del Centro Culturale di
Milano che è molto lieto, con l’editore Salani, di presentarvi e vivere insieme un momento di
ascolto, di reading, che Roberto Mussapi ha voluto offrire al Centro e a tutti noi in occasione di
questa bella edizione del libro Charles Baudelaire. Tu metteresti l'universo intero. Poesie per
giovani innamorati. E’ una selezione operata dal poeta, scrittore e traduttore Mussapi e, solo
l'introduzione, la quale accompagna la scelta antologica da Les fleurs du mal, basterebbe veramente
a comprare il libro e a tenerselo stretto. E’ davvero bella, perché, nella sua concisione, tocca
veramente tutti i punti fondamentali e decisivi per riconoscere i tratti della grandezza di Baudelaire,
come sanno fare i poeti che sono anche comunicatori - come Mussapi -, studiosi, traduttori. Il tema
dell’amore è senz’altro uno dei temi dominanti la nostra esistenza, e penso che stasera in noi tornerà
più volte, perché non saremo posti in modo frontale dinanzi a un antico o a un moderno di un’altra
epoca, ma saremo coinvolti non solo emotivamente, ma come pensiero, come giudizio. Infatti, in
questa introduzione, voglio accennarvi alcune cose che mi hanno colpito per metterle in comune, e
farne come dei punti leggeri, temporanei e volanti per poi ascoltare anche i commenti che Mussapi
vorrà fare, oltre al reading: per Mussapi stesso, e come chiave per decifrare Baudelaire, l’amore non
è qualcosa di sentimentale, ma è una passione che tocca tutti prima o poi ed è come estrinseca alla
vita, anzi è come una cifra, una chiave di lettura che introduce alla vita più nel suo profondo. E
infatti lui concluderà questo percorso con due poesie che con l’amore - lui lo accenna - non hanno
nulla a che fare: parlano del tema del viaggio, del tema della memoria. E perché il viaggio? Perché
nell'amore, se non sai staccarti da te stesso e salpare verso un altro - non solo nel senso di un
piacere, ma proprio nel senso di capire che l’alterità è anche uno scontro, una diversità profonda e
da cui pur sei attratto - ecco, se non c’è questo tema del viaggio, dell’amore non si può accennare o
capire nulla. Ecco, questo l'ho trovato un accento culturale anche piuttosto diverso dai tempi
culturali da cui veniamo, come anche quando dice che non si può essere indifferenti alla vita: è
difficile che si accenda una passione se si è apatici. se non si è impegnati con la vita. Lui fa qualche
esempio, ma dice che i viaggi, la musica, lo sport, non vanno intesi tanto come delle cose che
qualcuno pratica e qualcuno meno, ma come un impegno con la vita nella sua totalità, nei suoi
desideri più generali e totali. Questo ci porta subito un po’ a fondo su Baudelaire, che lui definisce –
e da molti è definito – come colui che apre la stagione della modernità della poesia, ma anche della
modernità da un punto di vista più intero, filosofico, storico, di pensiero culturale. Infatti Baudelaire
stesso è stato critico d’arte, acceso difensore del tema della bellezza in quelle origini della
modernità, nei primi anni dell’Ottocento in cui il lavoro, la macchina delle metropoli, già iniziavano
a sorgere, mentre la disperazione iniziava a circolare attorno nelle vie, anche splendenti, dell’epoca.
Quindi Baudelaire era un anticipatore e, nello stesso tempo, è un classico perché tiene fede al
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cardine della bellezza. Ma sul tema dell’amore è la fisicità della carne - dice Mussapi -, non un
punto nell’iperuranio, astratto. Lui dice: tutto è vivente, tutto è carne, tutto è bellezza, respiro,
odore, ma sfugge l’origine, il cuore, il segreto ultimo di quel corpo, di quel punto attrattivo. Ecco, io
l'ho trovato davvero un modo intelligente e corrispondente alla verità di trarre da Baudelaire (che ha
parlato in Les fleurs du mal di tanti temi) quello dell’amore, uno dei più delicati. Potrebbe essere
rischioso per un progetto, come quello di Salani, di parlare ai giovani attraverso la poesia, quindi
riavvicinarli a questo modo di dire il mondo e di dire sé: come mi capita di ricordare spesso,
Romano Guardini indica bene uno dei dogmi del nostro tempo, secondo cui dei poeti si può sempre
dire come dicevano le cose ma non bisogna mai addentrarsi nel vedere se era vero o no quello che
dicevano. Invece io credo che un poeta o uno scrittore scrivano per raccontare un’esperienza, per
dire un giudizio, dire una parola sul mondo e dunque entrare per forza nel tema del vero, della
verità. Non del verosimile: della verità. E dunque concludo, prima di presentare il nostro ospite,
leggendovi un pezzo, per farvi assaggiare che cos’è quest’introduzione al libro, perché ci parla di
Baudelaire come di colui che ci svela questa verità meravigliosa: «Tu che leggi, che stai leggendo
Baudelaire e anche me che l’ho tradotto, portato alla mia e alla tua lingua, non sei un estraneo, sei
parte di lui, l’autore, e di me, suo tramite e messaggero, perché se tu ti immedesimi in quei versi li
fai vivere. Senza di te lettore, senza destinatario, sarebbero morti nel buio. Lo comprese Baudelaire
in un verso memorabile dedicato ad ognuno di voi che legge, ad ognuno di noi che ascolta: «Tu
lettore, recitante, mio simile, fratello». In questa unione profonda di ricerca della verità, di
esperienza umana e di desiderio della bellezza e di nostalgia di un fine ultimo, inseriamo Baudelaire
qui, al nostro Centro. Roberto Mussapi è uno dei più grandi poeti italiani contemporanei, è – lo
abbiamo già accennato - un autore totale, drammaturgo, saggista, narratore. E’ una presenza per noi
amicale, ma direi anche antica, perché proprio qui, nel 2000, (forse con qualche presenza
precedente), presentava Antartide, che è un po’ l'inizio della fisionomia della poesia italiana del
nostro tempo. Ricordiamo poi almeno i saggi della sua opera, presentati qui al Centro: il suo
poemetto La veneziana, fu introdotto da un saggio di Yve Bonnefoy, e fu poi lui, prima di quel
2000, a portare qui il famoso autore francese Bonnefoy o anche a tradurre suoi colleghi, come
Walcott, che è stato qui da noi tre anni fa e proprio settimana scorsa. Questi pochissimi dati ci
indicano la statura internazionale, da cui anche l'interesse, dell’aspetto della traduzione, intesa
proprio come immedesimarsi, accompagnarsi all'esperienza di un autore, che lo ha portato a toccare
Stevenson, Melville, Byron, Guillaume, Properzio, Ovidio, Heaney, Walcott e Bonnefoy (che
abbiamo già ricordato) e poi, anche per Salani, mi pare, autori classici, latini e romantici. In questa
serie di Salani si inserisce il libro che questa sera viene presentato in questa forma, che ripropone
Mussapi con la sua voce, con la sua interpretazione. Concludo dicendo che per Salani ha realizzato
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La grande poesia del mondo, in cui non solo sceglie e traduce una sua ideale squadra di poeti, da
Omero fino a Yeats, ma, fatto unico nell’industria discografica del settore, recita con la sua voce le
loro poesie. E allora lo chiamiamo e lo ascoltiamo. Grazie.
Segue la lettura teatrale di Roberto Mussapi. Ascolta l’audio della lettura nella pagina
precedente (Approfondimenti) o in mediateca indicando il titolo dell’incontro e l’autore.
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