Sfoglia gli articoli del 5 Novembre 2012

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Sfoglia gli articoli del 5 Novembre 2012
Rassegna del 05/11/2012
INDICE RASSEGNA STAMPA
Rassegna del 05/11/2012
UNIVERSITÀ DI FIRENZE
Unita` Toscana
04/11/12 P. 29
Al Meyer scoprono gene dell'epilessia
1
2
ALTRI ATENEI TOSCANI
Tirreno
04/11/12 P. 11
Il rettore precisa: «Nessun raddoppio»
Tirreno Pisa
04/11/12 P. 1-I
«Così abbiamo risparmiato»
Unita` Toscana
04/11/12 P. 30
Indennità di ateneo «Notizie false»
Corriere Della Sera Corriereconomia
05/11/12 P. 1-9
Università, l'indipendenza aiuta i talenti
Isidoro Trovato
Adriana Bazzi
Giovanni Parlato
3
6
7
MONDO UNIVERSITARIO
Corriere Della Sera - La
Lettura
04/11/12 P. 7
I cervelli fuggono in Svizzera
Corriere Della Sera Corriereconomia
05/11/12 P. 35
Lauree da giramondo
Corriere Della Sera Corriereconomia
05/11/12 P. 35
L'esempio Usa, i «tecnolicei»
Corriere Della Sera Corriereconomia
05/11/12 P. 35
Prova il master prima di farlo
Corriere Della Sera Corriereconomia
05/11/12 P. 36
Master Cibo e moda: Milano sale in cattedra
Corriere Della Sera Corriereconomia
05/11/12 P. 36
Spesa da tagliare: competenze a tutto campo
Corriere Della Sera - La
Lettura
04/11/12 P. 6
Il prof non è Rain man
Lorenzo Salvia
17
Corriere Della Sera - La
Lettura
04/11/12 P. 26
Nel cuore dell'impero assiro
Daniele Morandi
Bonacossi
19
Italia Oggi Sette
05/11/12 P. 44
Scarso orientamento e precariato allontanano i giovani dal lavoro
Duilio Lui
22
Italia Oggi Sette
05/11/12 P. 44
Il 71% degli under35 disponibile a qualunque occupazione
23
Italia Oggi Sette
05/11/12 P. 44
L'occasione si trova nelle nicchie
24
Italia Oggi Sette
05/11/12 P. 44
Lavoratori manuali cercansi
26
Italia Oggi Sette
05/11/12 P. 46
CORSI & MASTER
27
Italia Oggi Sette
05/11/12 P. 46
Analisi finanziaria, formazione per tutti
29
Italia Oggi Sette
05/11/12 P. 47
Si punta sui giovani neolaureati
30
Italia Oggi Sette
05/11/12 P. 47
Tecnologia e business a braccetto
Italia Oggi Sette
05/11/12 P. 48
Giovani designer, arrivano 14 borse
Italia Oggi Sette
05/11/12 P. 49
Giovani tecnici per la consulenza
Laura Rota
34
Messaggero
04/11/12 P. 18
Laurea in medicina anomalia italiana
Anna Villella
35
Sole 24 Ore
05/11/12 P. 4
Apprendistato, avanti piano
Francesca Barbieri
36
Sole 24 Ore
05/11/12 P. 4
I vincoli sulle stabilizzazioni restringono i nuovi ingressi
Alessandro Rota
Porta
38
Sole 24 Ore
05/11/12 P. 5
Giovani e consumi: il taglio del budget è tre volte la media
Francesca Barbieri
39
Sole 24 Ore - Domenica
04/11/12 P. 29
Economia della conoscenza
42
Sole 24 Ore - Nova
04/11/12 P. 43
Le particellesi autoassemblano
43
Sole 24 Ore - Nova
04/11/12 P. 43
Il Dna al sicuro? Ora c'è un'app
44
Sole 24 Ore - Nova
04/11/12 P. 47
I nuovi robot che escono dai laboratori
Indice Rassegna Stampa
10
12
Carlo Formenti
13
14
'I Viviana Vestrucci
15
16
Robert Hassan
31
33
Giuseppe Caravita
45
Pagina I
INDICE RASSEGNA STAMPA
Rassegna del 05/11/2012
Sole 24 Ore Eventi Speciali 05/11/12 P. 8
I rifiuti sono le nostre risorse
47
Sole 24 Ore Eventi Speciali 05/11/12 P. 12
Un laboratorio mobile a portata di inquinamento
48
Sole 24 Ore Eventi Speciali 05/11/12 P. 12
Per fare un tessuto ci vuole un rifiuto
49
Sole 24 Ore Eventi Speciali 05/11/12 P. 15
Innovazione nelle ricerche ambientali
50
Sole 24 Ore - Dossier
05/11/12 P. 5
Il trapianto di doppio rene
51
Stampa
05/11/12 P. 12
Per uscire dalla crisi boom di iscrizioni negli istituti tecnici
Flavia Amabile
53
Stampa
05/11/12 P. 18
A che ora c'è la lezione di spread?
Sara Ricotta Voza
56
Stampa
05/11/12 P. V
Un ponte tra scuola, università e mondo del lavoro Così il programma Fixo aiuta i giovani a
entrare in azienda
Unita`
05/11/12 P. 13
Università, percorso pieno di ostacoli per i nuovi tirocini
Mario Castagna
58
Unita`
05/11/12 P. 15
Sbagliato aumentare le tasse universitarie
Marco Meloni
59
Sole 24 Ore - Domenica
04/11/12 P. 24
Tecnica uguale pensiero
Gilberto Corbellini
60
Sole 24 Ore
04/11/12 P. 10
Cultura, un patrimonio da difendere e da valorizzare
Cesare Peruzzi
62
57
SEGNALAZIONI
Indice Rassegna Stampa
Pagina II
SALUTE
Al Meyer scoprono
gene dell'epilessia
Da 15 anni i neurologi davano la
caccia ai geni di questo tipo di
epilessia e oggi un gruppo di
medici del Meyer e dell'Università
di Firenze hanno svelato le cause
genetiche di una forma di epilessia
infantile. Il team diretto dal
professor Renzo Guerrini,
Direttore del Dipartimento di
Neuroscienze dell'AOU Meyer, ha
scoperto che la malattia è causata
dalla mutazione di un gene la cui
sigla è PRRT2.
Università di Firenze
Pagina 1
AUMENTI DELLE INDENNITÀ ALL'ATENEO
il rettore precisa:
«Nessun raddoppio»
PISA
Il rettore dell'Università di Pisa,
Massimo Augello, interviene sugli aumenti delle indennità per
i consiglieri, rettore e pro rettore, decisi dal cda dell'ateneo.
«Ma quale raddoppio - esclamaAugello, che aggiunge- Nessuno ce lo imponeva eppure abbiamo attuato un risparmio
complessivo del 20% sulle indennità rispetto a prima».
La legge Gelmini ha visto le
facoltà sostituite dai dipartimenti. Così ora abbiamo venti
direttori di dipartimento anziché 59 tra presidi di facoltà e direttori. «Abbiamo chiesto di ridurre complessivamente del
10% la spesa per le indennità spiega il rettore - e in consiglio
d'amministrazione è stata portata la proposta. A cui abbiamo
attuato un ulteriore risparmio
superiore al 10%. L'indennità è
passata da 5.052 giuro per direttori di dipartimento e prorettori
a circa 7.000 come lordo dipendente. Ciò si traduce in un importo netto annuo di 3.500 euro
rispetto ai 2.500 euro del passato».
«Poiché il primo obbiettivo
del risparmio del 10% lo abbia-
mo poi fissato al 20% - continua
a spiegare il rettore - ho ritenuto che l'ulteriore risparmio si
poteva attuare riducendo non
più l'indennità dei direttori che
devono fare fronte a un carico
di lavoro più pesante rispetto a
prima, ma modificando il moltiplicatore di 4 e 10 per vicario e
rettore. E questo moltiplicatore
è stato ridotto fino a ridurre la
spesa complessiva del20%».
«L'indennità del rettore - sottolinea Augello - è ben lungi da
"raddoppiare: passa da 50.523
euro lordo dipendente a 56.000
euro lordo dipendente, mentre
quella del prorettore vicario
passa da 20.210 giuro a 23.000
euro lordo dipendente. Ciò significa una indennità netta annua rispettivamente di circa
28.000 e 11.500 giuro».
«L'unico aumento percentualmente ma non realmente significativo è per i consiglieri, il
cui gettone di presenza passa
da 162 a circa 320 euro lordo di pendente, per un compenso
netto stimato, su 15 sedute annue, in meno di 2.700 euro l'anno, a fronte di un impegno a tutto tondo per gestire l'Università».
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Altri atenei toscani
Pagina 2
«Così ab'go biamo risparmiato»
Pa r l a il re o re: non é v e ro c he h o r addoppia o l'i
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PARAT, IN PISA I
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«Così ahhíamo riyiarmùrto»
Altri atenei toscani
Pagina 3
«Così abbi
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II rettore Augello replica alle accuse: «Non è vero che la mia indennità è raddoppiata, l'aumento è solo del 10 per cento»
di Giovanni Parlato
1 PISA
Raggiungiamo al telefono il rettore Massimo Augello mentre
si sta giocando la partita Milan-Chievo. Il Magnifico è un tifoso rossonero e sul televisore
scorrono le immagini della partita. Il Milan ha bisogno di rifarsi dopo un pessimo inizio di
campionato e anche il suo tifoso Augello ha voglia di scendere in campo e giocare la sua
partita: una partita speciale,
giocare in pressing sui giornali
che hanno lanciato i titoli sulle
indennità di direttori di dipartimento, prorettori e rettore
schizzati verso l'alto. Cifre raddoppiate.
Rettore, ma in tempi di spending review, non le sembra
troppo? «Ma quale raddoppio,
ma no!» esclama il Magnifico il
quale aggiunge: «Nessuno ce
lo imponeva, nessuna legge ci
diceva cosa dovevamo fare. Eppure abbiamo attuato un risparmio complessivo del 20%
sulle indennità rispetto a prima. E anche questa è spending
review».
Il varo della legge Gelmini ha
portato a riscrivere di sana
pianta lo Statuto dell'Università con la fine delle facoltà sostituite dai dipartimenti. Una rivoluzione che ha portato a rivedere il numero degli incarichi.
Prima i presidi delle facoltà (didattica) erano 11 e i direttori di
dipartimento (ricerca) erano
48. La legge Gelmini ha unificato didattica e ricerca riducendo il numero complessivo da
59 a 20: tutti direttori di dipartimento e facendo scomparire la
figura dei presidi di facoltà.
«A questo punto abbiamo
chiesto agli uffici, visto il numero inferiore di direttori, di ridurre complessivamente del
10% la spesa per le indennità spiega il rettore - ed ecco che in
consiglio d'amministrazione è
stata portata la proposta. A cui
abbiamo attuato un ulteriore
risparmio superiore al 10%.
L'indennità è passata da 5.052
euro per direttori di diparti-
Altri atenei toscani
II rettore dell'università Massimo Augello
mento e prorettori a circa
7.000 come lordo dipendente.
Ciò si traduce in un importo
netto annuo di 3.500 euro rispetto ai 2.500 giuro del passato».
Prorettore vicario e rettore
aumentano la loro indennità
calcolando
rispettivamente
per 4 e per 10 l'indennità che
spetta ai direttori di dipartimento. «Poiché il primo obbiettivo del risparmio del 10%
lo abbiamo poi fissato al 20% continua a spiegare il rettore
Augello mentre il suo Milan ha
segnato la prima rete con Emanuelson - ho ritenuto che l'ulteriore risparmio si poteva attuare riducendo non più l'indennità dei direttori che devono fare fronte a un carico di lavoro
più pesante rispetto a prima,
ma modificando il moltiplica-
tore di 4 e 10 per vicario e rettore. E questo moltiplicatore è
stato ridotto fino a toccare la riduzione di spesa complessiva
del20%: eccola nostra speding
review».
Domandiamo di quanto è
aumentata l'indennità di rettore e vicario. Ed è ben contento,
il professore Augello di questa
domanda, anche se il tifoso accusa il colpo: Pellissier ha pareggiato per il Chievo. «L'indennità del rettore - spiega
Massimo Augello - è ben lungi
dal risultare "raddoppiata",
passa, sempre su base annua,
da 50.523 euro lordo dipendente a circa 56.000 euro lordo dipendente, mentre quella del
prorettore vicario passa da
20.210 euro a circa 23.000 euro
lordo dipendente. Ciò significa
una indennità netta annua ri-
spettivamente di circa 28.000 e
11.500 euro».
Tuttavia, non si può negare
che un aumento c'è stato. E lo
stesso rettore spiega: «L'unico
aumento percentualmente ma
non realmente significativo è
quello che riguarda i futuri consigli eri, il cui gettone di presenza passa da 162 a circa 320 euro
lordo dipendente, per un compenso netto stimato, sulla base
di una previsione di 15 sedute
annue, in meno di 2.700 euro
all'anno, a fronte di un impegno a tutto tondo per la complessiva gestione dell'Università».
E quei titoloni sul raddoppio
delle indennità? «Il confronto
va fatto su una base omologa e
non fra un lordo amministrativo e un lordo dipendente inferiore al primo. In questo caso,
Pagina 4
Un conto é il lorde calcolato al dìpendente
un altro il lordo che paga l'a mmínìstrazìone
II Terreno hi pubblicato in queste giorni il dato dell'indennità annua
lorda prevista all'Universitàdi Pisa peri direttori di dipartimento,
parametro da cui discende tutto il resto; nel 2011 era di 5.052,24
euro e nella delibera di aumento approvata mercoledì scorso dal cda
era di 8.800 euro. Numeri verificati: il primo sul sito dell'Ateneo,
dove è iaidicato come « indennità di carica lorda», il secondo sui
brogliaccio della delibera che sarà pubblicata in questi giorni, dove
è indicato come « indennitá di carica lorda». Naturale eseguire un
confronto tra due ` entità" confrontabili , il cui calcolo mostra che
l'aumento sarebbe stato del 74 , 18%. in realtà I"iaadicazionedei
documenti accademici era incompleta , dal momento che i Smila
euro circa sono i soldi lordi che i professori si ritrovano loro busta
paga, per prassi chiamati « lordo dipendente ». kientre i quasi 9mlla
approvati il 31 ottobre sono il costo accademico complessivo,
comprensivo di contributi e altri oneri , che per prassi è chiamato
«lordo amministrazione ». Secondo un comunicato scritto
dall'Università ieri sera , gli 8.800 euro di « lordo amministrazione»
diventano ,< circa 7.000 euro lordo dipendente». E, confrontando
questi ultimi con l'indennitàdei 2011. il rincaro diventa "solo" del
39%, circa. Per rettore e prorettore vicario si deve moltiplicare
l'indemani di base per 10 e per 4 rispettivamente. Il Tirreno ha
subito scritto che in delibera è stata prevista un'autoriduzione solo
per queste due cariche . ma il "quanto" non era stato diffuso e il
broghaccio rimandava a domani (lunedì 5) per il numero ufficiale.
Aggiungiamo oggi che era impossibile calcolarlo, vesta chela spesa
nominale complessiva per le due cariche più i dieci prorettori
risulterebbe di 211.200 euro e che nella bozza di delibera as rivai' in
cda si prevedeva per loro un impegno di spesa di 237.500 euro.
tutti i calcoli portano fuori strada». Ed in questa stessa pagina
spieghiamo la differenza che
intercorre fra i due parametri.
Il rettore Massimo Augello si
è conquistato il suo prestigioso
incarico nel corso di una carriera ricca di traguardi e anche
nel corso di una campagna
elettorale in difesa del precariato. Con un'attenzione quasi
maniacale a cosa accade fuori
dalle proprie mura. «E i fatti lo
dimostrano - afferma il Magnifico. L'ateneo, il suo vertice e
tutti i suoi organi collegiali sono stati sempre particolarmente attenti e sensibili a ciò che
accade che succede nel nostro
Paese. Negli ultimi due anni,
infatti, il nostro ateneo, forse
unico in Italia, ha realizzato
una corposa manovra di assunzione di personale, che ha per-
Altri atenei toscani
messo ad alcune centinaia di ricercatori, amministrativi e tecnici, di uscire da una condizione di disoccupazione o di precariato».
E per gli studenti? «Abbiamo
attuato una significativa riduzione delle tasse degli studenti
e ha mirato a salvaguardare soprattutto le fasce più deboli.
Inoltre, ha continuato a praticare, pur fra tante difficoltà,
una politica dei servizi agli studenti che non è seconda a nessuna in Italia per quantità e
qualità e di forte sostegno alle
loro richieste e alle loro esigenze. Su questa linea di grande attenzione per questi temi abbiamo intenzione di proseguire»
conclude il rettore, mentre il tifoso si gode il vantaggio del Milan con Montolivo.
ORIPROOLZIONE RISERVATA
Pagina 5
PISA
indennità di ateneo
«Notizie false»
Sei giovani democratici di Pisa
esprimono «sconcerto per quanto
accaduto nell'ultimo cda di
ateneo» che ha deciso di
raddoppiare i gettoni di presenza,
«notizie false, e cifre fantasiose» le
definisce l'Università di Pisa che
smentisce il «presunto raddoppio
delle indennità di carica del
rettore, dei prorettori e dei
direttori dei nuovi dipartimenti» e
«l'obiettivo prioritario è stato, e
rimane, ridurre la spesa».
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Altri atenei toscani
di Michchng o
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Pagina 6
Università,
l'indipendenza
aiuta i talenti
colloquio con ü rettore della S. Anna di Pisa su limiti e potenzialità
degli atenei italiani.
A
Di ISIDORO TROVATO
A PAGINA 9
Altri atenei toscani
Pagina 7
Formazione Continua la serie di interventi sul tema della governance e il rinnovo della classe dirigente
molo le ecc ellenze allevano i talenti
Carrozza (S. Anna): «Troppi atenei fotocopia, servono specia izzazioni. E autonomia dalla po itica»
Di ISIDORO TROVATO
ifficile non è sapere , ma
far buon uso di ciò che si
sa. La frase di Han Fei, filosofo cinese del 200
avanti Cristo, potrebbe campeggiare nelle aule di una qualsiasi uni
versità italiana. Perché sembra proprio questo il problema delle nuove generazioni: per quanto si impegnino in una formazione seria, specializzata e internazionale, fanno fatica ad emergere: in pochi scardinano la gerontocrazia del potere che
è sempre ben solida ai vertici del
Paese.
«In Italia il percorso formativo
incide sulle prospettive di carriera
ma non è determinante
sostiene
Maria Chiara Carrozza, giovane ret
tore della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa . Nel privato si valuta con più attenzione il percorso
formativo, gli studi, l'università frequentata ma poi a fare la differenza è la capacità di mettere a frutto
ciò che hai studiato. Insomma, il
pezzo di carta non basta ed è anche
giusto che sia così. Il problema vero sta nella lentezza con cui si dà
fiducia ai giovani e nello scetticismo con cui li si mette alla prova.
Chi si è formato attraverso un percorso alto e selettivo non vuole es
sere promosso d'ufficio, vuole
un'occasione per dimostrare le sue
capacità .
Ij
chio nel ricambio generazionale
della classe dirigente». Per rendere più competitivi i nostri atenei c'è
anche chi sostiene la necessità dell'abolizione del valore legale del titolo di studio che però potrebbe apparire come una sorta di rinuncia
al principio di diritto allo studio.
«Ma in Italia il diritto allo studio
non esiste già più
sbotta il rettore
i tagli progressivi fanno sì
che non ci siano fondi per le borse
di studio neanche per chi le merita.
E poi il sistema universitario non
deve essere creato solo per privile
giare i talenti: noi dobbiamo portare alla laurea anche gli studenti
"normali', soltanto così si crea mobilità sociale e si fa un buon servizio al Paese».
Però, malgrado gli sforzi, le nostre università rimangono sempre
in fondo ai ranking internazionali
di categoria, segno che forse anche
la qualità difetta. E la critica più diffusa è che in Italia ci sono troppe
sedi universitarie che drenano fon
di altrimenti destinabili a chi realmente forma eccellenze. «Non credo che il problema sia soltanto il
numero, effettivamente eccessivo,
delle sedi universitarie
obietta il
rettore
. Bisogna differenziare,
non possiamo avere decine di università che fanno le stesse propo-
ste con piani di studio più o meno
identici. Sarebbe necessario differenziare l'offerta specializzando al
e uni centri. E questo servirebbe an
che a decongestionare certi atenei monstre come La Sapienza. Ma
su questo tema non bisognerebbe
dimenticare un altro aspetto: serve
maggior collegamento tra la scuola
e l'università, l'ultimo anno (lì liceo
dovrebbe servire da orientamento
per chi deve operare una scelta oculata. Questo selezionerebbe gli
iscritti ed eviteremmo molti studenti demotivati»,
' r aumentare la competitività
se ve anche un corpo docente dì
primo livello e magari con l'apporto di personalità internazionali.
Funziona la modalità del concorso
per la selezione in ambito universitario o è meglio l'avviso pubblico
con job specification e un processo
di selezione trasparente? «Sicuramente il secondo modello è quello
che risponde alle mie idee
sorride Carrozza
. Non mi piace il sistema dei concorsi accademici con
il metodo notarile che affida a norme rigide la valutazione del merito. Le università devono essere in
grado di scegliersi i docenti in base
alle loro attività, al curriculum, al
prestigio, ma anche perché devono
essere le persone giuste per quel tipo di università. E necessario che
ci sia qualcuno che si assuma la responsabilità di una decisione dopo
aver seguito un processo trasparente di selezione. Poi saranno i fatti a
dire se la scelta è stata giusta o sbagliata e chi l'ha assunta si farà carico delle conseguenze. Io credo a
questo metodo di selezione così come, promuovendo il cambio dello
statuto della Sant'Anna, abbiamo
scelto amministratori indipenden
ti. Serve un cambio culturale. la co
sa pubblica deve essere gestita da
amministratori indipendenti, non
legati alla politica, che facciano so
lo l'interesse della scuola. Non a caso noi abbiamo scelto tra gli ex allievi di S. Anna». Un modello. Vedremo quanti avranno il coraggio
di imitarlo. Perché a volte il talento
è figlio del coraggio di certe scelte.
e proprio questo setaccio
Foi
troppo stretto che limita eccessivamente la presenza dei giovani nei
ruoli di vertice e li spinge a scegliere il percorso di crescita all'interno
di multinazionali straniere. «Di per
sé l'esperienza in una multinaziona
le non è una calamità
osserva
Carrozza . Lavorare all'estero, in
contesti molto diversi dai nostri,
con relazioni internazionali è sicuramente un'esperienza arricchen
te. Il punto è che sì verifica sempre
più raramente che un giovane talento italiano che va via dall'Italia
vi torni perché allettato dalle proposte del nostro Paese. E la fuga
dei talenti sta già pesando parec-
Altri atenei toscani
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ADRIANA BAZZI
Italia non è un Paese dì cervelli in fuga. Se si
considerano numeri e percentuali, gli italiani che emigrano nei laboratori di ricerca
scientifica, sparsi per il mondo, non si comportano diversamente dai colleghi europei.
Tutto fisiologico. Ancor più degli italiani cercano opportunità all'estero i tedeschi e i belgi, un po' meno gli svedesi e i francesi, anche se a casa loro le risorse non mancano.
L'Italia, però, soffre di un grave problema che la rende
anomala rispetto ad altre nazioni europee: non è sexy
per gli stranieri. Non richiama, cioè, cervelli dall'estero
ed è penultima nella classifica dell'attrazione: dietro dì
lei c'è solo l'India. Non si parla di «brain drain», esodo di
cervelli, ma nemmeno di un «brain gain», attrazione di
cervelli, che compensi le perdite e il saldo diventa negativo. Così la situazione italiana risulta estremamente critica in un sistema di ricerca mondiale che sì sta sviluppando nel nome dell'interscambio e della globalizzazione.
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Se fino a qualche anno fa le superpotenze scientifiche
si chiamavano Gran Bretagna, Stati Uniti, Germania e
Francia, adesso al tavolo della scienza siedono anche Cina, Corea del Sud, Brasile, India e Singapore. Persino realtà minori, che stanno nascendo un po' dappertutto (anche in Africa dove, per esempio, ha preso il via un progetto di mappatura del Dna delle popolazioni autoctone), si
fanno strada grazie a network di collaborazioni: è la
«brain circulation», la circolazione dei cervelli.
Due studi hanno fotografato la nuova mappa della ricerca mondiale e alcuni dati sono appena stati pubblicati da «Nature». Uno è stato condotto proprio dalla rivista
scientifica che ha coinvolto i suoi lettori, l'altra fa parte
del progetto G1obSci, partito due anni fa e coordinalo da
tre ricercatori, Chiara Franzoni del Politecnico di Milano, Giuseppe Scellato del Politecnico di Torino e Paula
Stephan della Georgia State University ad Atlanta. I risultali definitivi saranno pubblicati sulla rivista «Nature Biotechnology» nel dicembre prossimo.
L'Italia, dunque, si trova a metà nella classifica dei Paesi esportatori di scienza, classifica che vede al primo posto l'India e agli ultimi due Stati Uniti e Giappone (nel
progetto GlobSci sono stati presi in considerazione quattro campi di ricerca: biologia, chimica, scienze ambientali e della Terra e scienza dei materiali). «I ricercatori emigrano - commenta Chiara Franzoni - dove vedono migliori prospettive di carriera, ambienti di ricerca più stimolanti e possibilità di accedere a finanziamenti. Non a
caso i Paesi con la più grande diaspora dì scienziati, come l'India, sono quelli con le infrastrutture peggiori. Ma
c'è una nuova tendenza da segnalare: se in passato i Pae-
Mondo Universitario
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C orea
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S
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si che attiravano dì più erano soprattutto quelli extraeuropei, negli ultimi anni si sta registrando una maggiore
mobilità all'interno dell'Europa».
Pochi, però, scelgono l'Italia come meta di ricerca: preferiscono la Svizzera - il Paese che ha in proporzione il
maggior numero di ricercatori stranieri, il 57 per cento
-, il Canada, gli Stati Uniti e persino la Spagna e il Brasile. «La spiegazione? - continua Franzoni - Salari bassi,
un mercato del lavoro che non segue le regole europee,
scarsa attenzione al merito, problemi di lingua». E troppa
burocrazia, aggiungono gli interpellati da «Nature».
Una situazione che penalizza anche gli italiani, quando
rientrano, dopo un periodo trascorso all'estero. Di solito,
infatti, gli emigranti di ritorno (sono i due terzi del totale)
raggiungono maggiori performance, intese come qualità
delle pubblicazioni scientifiche, quando si confrontano
con i nativi che non si sono mai mossi: i nostri ricercatori,
invece, fanno un passo indietro e non riescono a sfruttare
al meglio le esperienze maturate.
Il fenomeno del rientro degli scienziati nella nazione di
origine è, comunque, in crescita e le rotte più battute sono quelle verso i «Bric» (Brasile, Russia, ma soprattutto
India e Cina). In passato, per esempio, almeno sette cinesi su dieci, emigrati negli Stati Uniti, tendevano a rimanere lì, mentre negli ultimi anni il numero si sta riducendo,
nonostante il principale contingente di ricercatori stranieri, nei laboratori americani, sia di origine cinese.
La Cina, nonostante sia ritenuta una potenza emergente nel campo delle biologia e della fisica, grazie ai massicci investimenti voluti dal governo negli ultimi anni,
non riesce ancora ad attrarre stranieri. Entro il 2020 po-
trebbe essere il Paese con il più grande impatto sulla ricerca mondiale, ma pochi (solo l'8 per cento dei 2.300
ricercatori intervistati da «Nature») sono disposti a trasferirsi, soprattutto per ragioni politiche (ritengono il regime troppo autoritario) e culturali. Qualcuno, come
Louise Ackers dell'Università di Liverpool, pensa d'altra
parte che l'idea dell'emigrazione permanente sia orinai
obsoleta e ipotizza, per il futuro, una figura di ricercatore «di passaggio». Secondo la studiosa, un laureato, specializzando o già specializzato, potrebbe trascorrere brevi periodi all'estero, giusto il tempo per stabilire reti di
collaborazione e poi tornarsene a casa: oggi Internet permette di vivere in un Paese, ma dì lavorare in due o Ire.
Non tutti sono d'accordo, ma un dato è certo: oggi la
ricerca si fa in gruppo e nel 2ort almeno quarantaquattro lavori, pubblicati su riviste di fisica, erano firmati da
più dì tremila autori.
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Pagina 10
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re dei cervelf:
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LEGENDA
Paese d'origine o--n destinazione
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lavorano all'estero
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CARRIERE DELLA SERA
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Lo studio
L'indagine commissionata
dalla rivista «Nature» a Laura
Harper e Fiona Watt ha
coinvolto 2.300 lettori della
rivista, la maggior parte dei
quali laureati e specializzati,
ai quali è stato chiesto un
parere sulla loro disponibilità
a emigrare, sui fattori che
potevano condizionare
la decisione e sulla loro
carriera professionale
II piano
Il progetto GlobSci
è cominciato due anni fa con
l'obiettivo di mappare i flussi
migratori degli scienziati e ha
coinvolto 17 ricercatori di 16
nazioni. Questi ultimi sono
stati selezionati fra gli autori
di ricerche scientifiche
in 4 campi: biologia, chimica,
scienze ambientali e della
Terra e scienza dei materiali
Mondo Universitario
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Lauree da giramondo
re lauree in una. Bocconi,
University of Southern California e Hong Kong University
of Science and Technology lanciano il World Bachelor in Business (Wbb), corso di laurea di
primo livello con il triplo degree. Gli studenti potranno vivere e studiare in tre continenti, ottenendo tre diplomi di laurea da tre distinte università
imparando anche l'italiano e il
cinese (tutte le lezioni si svolgeranno comunque in inglese).
In pratica, si studia ogni anno in un continente diverso, e
il quarto anno si potrà scegliere in quale dei tre atenei terminare il proprio percorso di stu-
di. Il primo anno si soggiorna a
Los Angeles, per esplorare la vibrante cultura imprenditoriale
della Southern California, il secondo ci si trasferisce in Asia,
per incontrare i leader della finanza nei grattacieli di Hong
Kong.
Tre anni dopo, dal Pacific
Rim si va a vivere nel cuore dell'Europa, a Milano, per studiare
e conoscere meglio i mercati
europei. La formazione, orientata su business e diritto, avrà
un taglio globale, con focus sui
diversi Paesi, utile proprio per
aiutare gli studenti ad acquisire una visione completa.
Il calendario prevede una
formazione d'aula, una full immersion culturale nei tre Paesi
Mondo Universitario
e un'esperienza nel mondo dei
lavoro . I primi 45 studenti ammessi, provenienti da tutto il
mondo, inizieranno il loro giro
nell'autunno 2013. A disposizione 1 milione di dollari per
borse di studio.
B. MIL.
C RI{ ODUZONE RISERVATA
Dal Mediterraneo
al Mare del Nord
arte a gennaio il master in
«Port Economics and management» all'Università Ca' Foscari di Venezia. Interamente in inglese, punta a formare competenze manageriali necessarie
per la gestione economica, territoriale e ambientale dei porti.
Previsti stage e collaborazioni
con le principali università di città portuali come Anversa e Rotterdam e università del Mediterraneo specializzate in studi marittimi, come l'Università dell'Egeo,
www.unive.itlmaster-pem.
A Roma, invece, si svolge il
master che approfondisce strumenti teorici, metodologici e applicativi per comprendere e gestire le opportunità offerte dall'innovazione dei prodotti e dei servizi, in ottica di tourist experience, sia per migliorare l'offerta dei
singoli operatori che nella gestione delle reti di impresa. Ideato
dal Cts e patrocinato da Astoi
(Associazione tour operator italiani) parte il 26 novembre a Roma.
Iscrizioni entro il 13 novembre:
masterturismoroma@centrostu
dicts.it.
0 RIPRODUZONE RISERVATA.
Pagina 12
L'analisi La lezione americana
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i «tvcnolìcei*»
Nati per avvicinare studio e lavoro
Sei anni con focus sul «pratico»
DB CARLO FORMENTI
li Stati Uniti hanno la più alta percentuale di laureati
al i. ondo, un patrimonio che, fino a poco fa, veniva
considerato un formidabile vantaggio competitivo, anche
perché la rivoluzione digitale aveva dilatato a dismisura la
domanda di forza lavoro a elevata qualificazione tecnico
scientifica. Erano gli anni in cui giovani talenti come Larry
Page e Sergey Brin, o come Mark Zuckerberg (i primi fondatori (lì Google, il secondo di Facebook) abbandonavano
l'università per fondare imprese miliardarie. Finché sono
arrivate, prima, la crisi del 2001, che ha avviato la migrazio
ne di centinaia di migliaia di posti di lavoro verso i Paesi in
via di sviluppo, poi, quella del 2007, che ha provocato massicci licenziamenti anche nei settori ad elevato tasso di in
novazione, due eventi che hanno cambiato lo scenario, al
punto che, oggi, i neolaureali devono fare i conti con un
mercato del lavoro che richiede competenze forse meno
elevate ma più aderenti alle esigenze delle imprese.
L 'per far fronte a questa mutazione che, in molti Stati
dell'Unione, stanno nascendo le P-Tech. Si tratta di istituzioni innovative che propongono un curriculum unificato
di sei armi
i primi quattro corrispondono a quelli della
tradizionale «high school», gli ultimi due a una sorta (lì
«laurea breve»
che prevede l'acquisizione di un ampio
range di nozioni tecnico scientifiche, con forte priorità per
le competenze pratiche (fra le materie (lì insegnamento c'è
u'orkplace learning, ovvero apprendimento sul luogo di
lavoro).
Non a caso, a fornire la consulenza per la creazione del
la prima di queste scuole
entrata in funzione l'anno
scorso a New York
è stata Ibm, che non solo ha coinvolto i propri impiegati in un lavoro di brainstorming per definire quali nozioni trasmettere agli studenti, ma ha garantito attività di formazione per i docenti e ha anche «prestato» qualche professore alla scuola.
L'idea è insomma quella di incoraggiare i ragazzi «a fare come Page»,
cioè ad accorciare il curriculum per arrivare prima
«al sodo»? In un certo
senso sì, a condizione di
non nutrire illusioni su co
sa si intende per arrivare
al sodo. La promessa non
è infatti quella di arricchirsi in tempi brevi. bensì quella di
avere discrete possibilità di ottenere un lavoro da 40 mila
dollari l'anno.
Nel caso dell'esperimento newyorkese, Ibm, pur non garantendo l'assunzione automatica per i ragazzi che concluderanno con profitto il cielo di studi, promette che avrà
per loro un occhio di riguardo, se e quando avrà bisogno
di assumere giovani in posizioni come quelle di specialista
in software addetto a rispondere ai quesiti degli utenti (sia
business che consumer) (lì computer. E per chi non avrà
questa opportunità? A leggere le interviste rilasciate dagli
studenti, è evidente che sono in molti ad accarezzare sogni
più ambiziosi: da chi afferma di voler diventare un avvoca
io esperto in diritto informatico, a chi si immagina come
futuro inventore (lì nuove protesi digitali, a chi pensa che
acquisire nozioni tecnologiche e scientifiche gli servirà a
diventare scrittore di fantascienza. Tuttavia, anche senza
volerli scoraggiare, è assai più probabile che, chi non troverà posto nelle braccia di mamma Ibrn, finirà nelle schiere
dei programmatori,free lance che sviluppano applicazioni
per tablet e smartphone.
L rthr„ 1%ßm
nel progetto
P-Tech.
«Incoraggiamo
i giovani»
Mondo Universitario
Pagina 13
Prova il master prima di farlo
artecipare a una lezione gratuita, per capire
se il master risponde alle
proprie esigenze di carriera.
La chance è offerta dalla
Cattolica con l'Executive Master Pmi e competitività. Il
14 dicembre sarà possibile
partecipare gratuitamente
alla lezione di «operations
management ». Disegnato
su misura per imprenditori
e manager di piccole e medie imprese , il master prevede due giornate introduttive in aula, una sequenza di
unità didattiche online e un
Mondo Universitario
progetto sul campo . Iscrizioni su www. unicatt.it/pmi entro il 10 dicembre.
Parte invece il 7 marzo e
dura fino a giugno il corso,
per diventare esperti in Corporate social responsibility
(Csr). Si apprenderanno le
tendenze dei mondo della
sostenibilità in Europa e nel
mondo, con alcune delle più
innovative esperienze realizzate in Italia. La email è: [email protected].
BA. Mlll.
0 R PP,ODUZIONE RISERVATA
Pagina 14
Post laurea Le proposte della città del made in Italy. Stage nelle imprese
C bo
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•
Ivfflao sale in cattedra
Po itecnico, Bocconi e Catto ica partono con i nuovi corsi
Da a gestione della catena a design alimentare, le novità
DB VIVIANA VESTRUCCI
iventare professionisti della moda e del
cibo, per imparare a
progettare, gestire e
comunicare tutto quanto ruota
intorno ai due pilastri del ma
de in Italy. P ciò che offrono i
nuovi master delle università
milanesi. Per la moda ci sono i
tre corsi in Fashion Direction
del Milano Fashion Institute,
consorzio per l'alta formazione
nella moda fondato nel 2007
da Bocconi, Cattolica e Politecnico con le rispettive competenze: progettuali (Politecnico). di
management (Bocconi) e socio-comunicative (Cattolica).
L'obiettivo è dare agli st
denti capacità specialistiche
multidisciplinari per gestire
l'intero processo produttivo e
di comunicazione della moda,
facendo leva sul legame del settore con Milano, sede di oltre
600 showroom e tremila aziende, delle associazioni di categoria e delle principali fiere specializzate. I temi dei corsi, che
durano 12 mesi e si concludono
Mondo Universitario
con uno stage obbligatorio
presso le aziende, sono «Brand
& Product» gestione e pianificazione dei processi creativi e
di sviluppo delle collezioni),
«Retail & Experience» (canali
e processi distributivi), «Communication & Social Media»
(valorizzazione dei marchi con
i nuovi media).
Dive; lepos- ibilitàdi -17oc-
Le aziende impegnate nel
settore della moda che ruotano
intorno alla metropoli lombarda
co lavorativo: a seconda del
master, gli studenti potranno
inserirsi in azienda come «intermediari» tra i creativi (stilisti, art director, architetti ) e i
manager responsabili d'area;
oppure come retail area manager, sture supervisor o altri profili commerciali, se l'indirizzo
scelto è quello dedicato alla distribuzione; ancora, come professionisti della comunicazione
verbale e visuale in qualità di
fashion stylist, trend analyst,
social and new media manager. Due dei corsi sono tenuti
in inglese, per tutti sono previste borse di studio (in via di definizione). I posti per ogni master sono 25, con termine di
i; 'iziore a fine novembre.
Sempre in tema roda, il
Consorzio Universitario Po
li.Design del Politecnico ha ideato il master «Design dell'Accessorio», dedicato a scarpe,
gioielli, borse, cappelli. Alla prima edizione, il corso dura 12
mesi, ha 20 posti, offre quattro
borse di studio, prevede la didattica in inglese e chiuderà le
iscrizioni a fine settembre
2013. Prepara a progettare accessori nella produzione sia ar
tigianale sia ad alta tecnologia,
per le aziende della pelletteria
e calzatura. dell'occhiale, del
gioiello, della valigeria.
Sul fronte «cibo» sono attivi
sia la Bocconi sia lo Iulm, con
approcci diversi. Il master in
«Food design» dello Iulm, in
collaborazione con la Scuola
politecnica di design (Spd), intende formare progettisti del-
l'alimentare che, oltre alle conoscenze di marketing e comunicazione, abbiano competenze
progettuali e di design del cibo.
A conclusione, l'ex studente
avrà imparato a coordinare la
progettazione non solo dei processi di produzione, distribuzione e consumo dei prodotti ali
mentari, ma anche del cibo
stesso dal punto di vista estetico e comunicativo, e seguirà le
attività di comunicazione e promozione. Il corso, in inglese, è
aperto non solo ai neolaureati,
ma anche a professionisti con
esperienza professionale nell'enogastronomia o in settori contigui, ed è in collaborazione
con aziende e associazioni del
comparto alimentare. La Bocconi, con il «Master of management in food & beverage», intende mettere a fuoco l'aspetto
manageriale del fenomeno food che, oltre ad essere una delle industrie italiane trainanti, è
anche costume, gusto, tradizione. Obiettivo è formare manager gestionali per i comparti lo
odservice, ristorazione, alberghiero e commerciale.
Oltre allo studio dei modelli
di business e marketing e delle
strategie delle aziende di maggiore successo, il master prevede sedute di degustazione e incontri con esperti del settore. Il
corso è in inglese. dura 12 mesi
e parte dal prossimo gennaio.
Pagina 15
Pubblica amministrazione
Spesa da tagliare:
competenze
a tutto campo
tempo di spending review per il settore
pubblico. Che ha bisogno anche di nuove
competenze manageriali per superare la sfida
della riduzione dei costi e del miglioramento
dell'efficienza. Nel mirino in tutta Europa c'è soprattutto la sanità, un settore che nei prossimi
anni dovrà affrontare profonde riorganizzazioni e riforme.
«Health Economics &. Management» è uncorso post-laurea biennale promosso dall'Università (lì Bologna. E' parte di un più ambizioso
progetto (lì internazionalizzazione che porterà
ad un Master biennale con altre 3 università partner. leader nel
management sanitario: Universïty of
Oslo, Management
L'i ncidenza della
Center Innsbruck e
spesa sanitaria
la Erasmus Universi
tv Rotterdam. Si ot- in alcuni Pae si Ue
terranno doppi titoli
con validità legale in Italia ed in uno dei paesi
partner. dove si svolgerà almeno un semestre.
«Meritocrazia e pubblica amministrazione,
Meritocrazia e giovani, Meritocrazia e lavoro»
è il titolo del workshop che Asfor (Associazione italiana per la formazione manageriale), organizza il 6 novembre nella Fiera del Levante
di Bari. Un incontro dove si vogliono gettare le
basi per idee e proposte che possano poi tornare utili al paese, in termini di cultura manage
riale. «Occorre agire mettendo il merito al centro delle politiche pubbliche, come nei comportamenti privati» spiega Elisabetta Salvati, con
sigliere Asfor con delega Mezzogiorno. L'iniziativa si potrà seguire in diretta via strearning su:
w-ww.controweb.it.
BA. MILL.
© RIPROD IZIONE RISERVATA
Mondo Universitario
Pagina 16
Dentro o Mori t1n test a crocette & il primo strumento scelto dal ministero per se'- _ a°e gIi znsegnanti: in 200 mila per 11-542 posti
Tuffo
pronto p(--r il c I ] cors( della scuola. . -.
di LORENZO SALVIA
eglio una testa ben fatta che una
testa ben piena». La frase è celebre, anche un po' usurata. Modernissima quando la scrisse Michel
+ +
- de Montaigne verso la fine del Cinquecento, epoca ' i cui essere eruditi era ancora un valore
assoluto. Addirittura scontata ai giorni nostri, quando una
memoria formidabile può essere sostituita (non sempre,
per carità) da Google, che ci segue ovunque insieme al telefonino che abbiamo in tasca. Più che accumulare nozioni
quello che conta è saper ragionare, saper apprendere. Difficile non essere d'accordo . E con il passare degli anni, anche al di là delle intenzioni del suo autore, quella frase è
diventata uno slogan, un manifesto, in molti casi un vero e
proprio programma scolastico. Il saper ragionare prima
del sapere punto e basta, un patrimonio comune filtrato
poi dagli insegnamenti di don Milani, di Gianni Rodari e
anche da una serie di degenerazioni che hanno portato i
nostri ragazzi a non saper più se davanti alla a si mette la
lettera acca. Eppure. Quello che vale per gli studenti vale
anche per i loro insegnanti?
Dopo quasi quindici annidi paralisi, avremo finalmente
un concorso per selezionare maestri e professori. Una scelta coraggiosa, quella del ministro dell'Istruzione Francesco Profumo, che ha dovuto vincere le resistenze di chi
voleva continuare ad assumere solo dalle liste dei precari.
Il concorsone porterà in cattedra i giovani, anche se è vero
fino a un certo punto perché con le regole scelte per il bando sarà difficile avere vincitori al di sotto dei 35 anni. Bene, comunque. Ma come prima cosa gli aspiranti insegnanti saranno tentati di fare proprio quello che Montaigne
considerava un orrore. Riempirsi la testa, più che tenerla
sgombra e allenarla per ragionare bene.
.I
1 .ss1 ., ;ti
tenze. Nel migliore dei mondi possibili sarebbe bello dedicare una giornata intera a ogni candidato. Ma sono i numeri a dire che non si può: per 11 .542 posti vengono stimate
200 mila domande, le iscrizioni scadono il 7 novembre.
Anche al ministero i test preselettivi sono considerati un
male necessario. Seconda avvertenza, dedicata agli aspiranti Rain mnan. Il giorno della prova ogni candidato avrà
davanti lo stesso schema: 7 domande di informatica, 7 di
lingua straniera, 18 di comprensione del testo e 18 di logica. Cinquanta quesiti in cinquanta minuti. Ma rispetto al
listone delle «multiple choice» pubblicato a novembre,
l'ordine delle risposte potrebbe cambiare. Per ogni quesito la risposta A diventerà ad esempio B, la D diventerà C e
così via. Più che riempirsi la testa, dunque, conviene allenarla. Anche con i tanti libri e quiz online già disponibili
da settimane con un discreto grado di approssimazione
all'esame reale. Resta l'interrogativo di fondo, però. «Individuare la parola da scartare: raso, tapelo, alida, ofragano». La risposta giusta è tapelo, gli altri sono tutti anagrammi di nomi di fiori. Davvero non c'è altro modo per
trovare gli insegnanti più bravi?
«Visto il numero dei candidati - dice Benedetto Vertecchi, professore di Pedagogia all'Università di Roma Tre - la
prima scrematura non può essere fatta che con i test. Ma
dipende da che tipo di test». Il professore usa da vent'anni
questo strumento nei suoi corsi e indica un possibile modello alternativo, i quiz progressivi: «Si parie da una domanda
banale, si continua con una meno banale e così via aumentando il grado di difficoltà. In ogni caso, prima di essere
usati, i test vanno provati sul campo. Altrimenti si rischiano
gravi distorsioni». Un esempio? «Anni fa, in un quesito per
ragazzini, usai la parola pesca: chi veniva da una città di mare pensò alla pesca con la canna e le reti , chi veniva da altre
zone pensò invece al frutto . Sembra stupido ma non lo è».
Sì ai test, ma non fatti così, anche da Giorgio Israel, profes-
Il primo gradino del concorsone sarà quello dei test preselettivi. Poi ci saranno le prove scritte, gli orali e anche la
lezione simulata . Chi non superala preselezione, però, sarà subito fuori. I test non riguarderanno le materie di insegnamento ma misureranno le capacità logico-deduttive.
Verso la fine di novembre il ministero pubblicherà un elenco di 3.500 domande «multiple choice», con più risposte a
disposizione e la casella giusta da barrare. Da quel listone
saranno sorteggiati 5o quesiti per ogni candidato, operazione da fare lo stesso giorno della prova, in programma
verso la metà di dicembre. Una procedura non nuova, versione tecnologica di quella usata nell'ultimo concorso per
i presidi, due anni fa. Ma con un buco disegnato dalle due
possibilità che i candidati avranno in quei venti giorni: potranno esercitarsi sul listane del ministero, e quindi allenare una testa ben fatta; oppure mandare a memoria il maggior numero possibile di domande, e quindi avere una testa ben piena. Rain man non avrebbe dubbi: lui sapeva
ripetere a memoria un libro dopo averlo letto una sola volta, il listone ministeriale sarebbe un giochino. E bisogna
ricordare che quella portata al cinema da Dustin Iloffman
era una storia vera. Ma per tutti gli altri che cosa succederà? E, soprattutto, che tipo di insegnanti seleziona una prova del genere?
Prima di dare una risposta sono necessarie due avver-
Mondo Universitario
Pagina 17
sore del dipartimento di Matematica alla Sapienza di Roma,
che sul tema si è più volte pronunciato : «I quesiti sulla comprensione del testo trasformano le persone in imbecilli.
Non siamo all'esame perla patente dove serve un comportamento standard. In ogni brano ci sono almeno dieci sfumature diverse, è assurdo ridurle a quattro caselle da barrare».
Non solo: «Spesso le persone più capaci in una prova del
genere risultano le peggiori. Chi esita davanti alle ambiguità ha più sfumature di giudizio e può essere un insegnante
migliore». Niente quiz, dunque? «Sì, ma fatti sulle regole
base delle materie fondamentali. Oggi abbiamo laureati che
non sanno fare una divisione o se mettere l'accento sulla e.
Ê questa l'emergenza della nostra scuola».
Chi invece boccia i test alla radice è Giuseppe Bertagna,
professore di Pedagogia all'Università di Bergamo: «Sono
diseducativi, introducono il concetto di lotteria in un mondo dove dovrebbe valere la competenza». D'accordo, ma
con quei numeri non è una scelta ineluttabile? «Di ineluttabile c'è solo il futuro , questa è solo una decimazione pensata per risolvere un problema di ordine pubblico». Secondo
lui, la soluzione ci sarebbe: «Gli insegnanti dovrebbero essere selezionati non con un unico concorso nazionale, ma da
gruppi di scuole. Così divisi, i candidati sarebbero meno numerosi e ci sarebbe tutto il tempo di valutarli in modo serio, senza lotterie». Un sistema adottato in altri Paesi, che
potrebbe funzionare bene nelle situazioni sane , forse meno
bene in altri casi. E che scardinerebbe i due colossi nazionali, burocrazia ministeriale e sindacato , che oggi regolano la
partita. Nemmeno il governo dei professori ha osato tanto.
[email protected]
ú RIPRODUZIONE RISERVATA
Le prove
II concorso per selezionare
11.542 insegnanti delle
scuole elementari, medie
e superiori comincia con un
test di preselezione comune
per tutti . Poi lo scritto sulle
materie specifiche
di insegnamento, che per
le discipline scientifiche
consisterà in una prova di
laboratorio . Passo successivo
l'orale, in due fasi:
un colloquio e una lezione
simulata su una traccia
estratta 24 ore prima
Le date
Le iscrizioni al concorso
scadono mercoledì
7 novembre alle 14.1123
novembre si conoscerà la
data del test di preselezione,
previsto a metà dicembre. II
15 gennaio sarà pubblicato il
calendario delle prove scritte
ILLUSTRAZIONI DI CHIARA DATTOLA
Mondo Universitario
Pagina 18
Scoperte Un si' ina c. i a c i
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Qui nacque e s.i ermo:il prínio. -c io gl.ol- `-1 della, stc a
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MORANDI BONACOSSI
1
0-
a riscoperta dell'Assiria e delle vestigia del primo impero globale
della storia, esteso dalla Mesopoal Delta del Nilo, fu uno dei
1
prodotti certo secondari, ma assai significativi, del Secolo dei Lumi e del
vace interesse verso il recupero delle civiltà antiche nato in Francia, ma presto diffusosi anche in Inghilterra, a partire dalla
spedizione napoleonica in Egitto (1798-99)
e dalla monumentale Descrizione dell'Fgitto redatta dai savants di Napoleone, che
di quella campagna costituì la più straordinaria ricaduta scientifica.
In quella temperie culturale post-illuminista maturarono le prime ricerche archeologiche condotte nella provincia ottomana
di Mosul, nel nord dell'Iraq, dal viceconsole francese di origine italiana, Paolo Emilio Botta, e dall'inglese Austen Henry Layard, i quali - tra il 1842 e il 1819 - effettuarono straordinarie scoperte nelle tre
successive capitali dell'impero assiro:
Kalhu (odierna Nimrud), Dur-Sharruken
(Khorsabad) e, da ultima, Ninive
(Quyunjiq).
L'arrivo di dozzine di sorprendenti rilievi che descrivevano le imprese dei sovrani
assiri e delle statue colossali di tori androcefali al British Museum e al Louvre - dove la collezione di antichità assire scavate
da Botta a Khorsabad si arricchì rapidamente a dismisura, tanto da portare all'apertura della prima esposizione pubblica di arte
assira già nel 1847 - fu accompagnato da
un enorme successo di pubblico.
Mondo Universitario
Oggi, per colmare i vuoti di una esplorazione archeologica negli ultimi decenni fortemente compromessa dalle guerre, la Missione archeologica italiana in Assiria dell'Università di Udine ha iniziato - tra luglio e ottobre 2012 - un nuovo progetto di
ricerca interdisciplinare nell'entroterra dell'antica Ninive, denominato «Progetto archeologico regionale Terra di Ninive».
Obiettivo della ricerca è la ricostruzione
del tessuto insediativo, economico e demografico dell'entroterra rurale di Ninive fra
preistoria ed età islamica e della trasformazione dell'ambiente naturale antico come
conseguenza di variazioni climatiche e dell'impatto che le attività di
sussistenza dell'uomo, soprattutto agricoltura e pastorizia, ebbero sul territorio. Particolare attenzione
viene rivolta all'insediamento e all'utilizzo del territorio in epoca neo-assira, soprattutto nelle sue risorse
fondamentali, terreni agricoli e acqua, e alla rete infrastrutturale creata dagli ingegneri dell'impero (canalizzazioni, dighe, sbarramenti
di corsi d'acqua e rete viaria), la cui ricostruzione permetterà per la prima volta
di comprendere l'organizzazione di quello che fu il cuore geografico, politico e culturale di uno
dei primi imperi della storia.
Le ricerche condotte dall'Università di
Udine hanno permesso d'individuare quasi
250 siti archeologici distribuiti nella campagna di Ninive e datati fra il VII millennio
a.C. e l'epoca ottomana. La gran parte di
questi insediamenti era abitata in età tardo
assira, fra l'ti'III e il VII secolo a.C., epoca in
cui il re assiro Sennacherib (705-681 a.C.)
abbandonò la vecchia capitale fondata dal
padre, Sargon, a Dur-Sharrukin/Khorsabad, per spostare il centro del suo impero
nella città di Ninive e costruire una capitale
di dimensioni (75o ettari rispetto ai precedenti 200) e splendore mai visti prima di
allora. Le iscrizioni di Sennacherib menzionano la deportazione di quasi mezzo milio-
ne di prigionieri di guerra in Assiria e in
particolare a Ninive e nel suo territorio.
Contemporaneamente, tra il 702 e 688
a.C. circa, il re assiro costruì una grande e
articolata rete di canali d'irrigazione nella
regione pedemontana a nord di Ninive, dove opera la missione italiana. Al ramificato
sistema irriguo dell'entroterra di Ninive,
ancora poco conosciuto in sé, si collegavano elementi edilizi e monumentali di grande importanza: il primo acquedotto in pietra della storia Qerwan) e una serie di rilievi rupestri di grandi dimensioni raffiguranti il re e le principali divinità assire nei siti
di Khinis, Shi1u Maliktha, Faideh e Maltai.
Nelle iscrizioni celebrative che accompagnavano i grandi rilievi fatti scolpire dal sovrano a Khinis, Sennacherib vantava di
aver deviato le acque dei fiumi in diciotto
aree distinte e di averle fatte confluire in
un sistema di canali che forniva acqua per
l'intero arco dell'anno ai campi della pianura di Ninive «che, a causa della mancanza
d'acqua, erano caduti in abbandono ed erano coperti da ragnatele, mentre i contadini, che non conoscevano le tecniche d'irrigazione artificiale, rivolgevano gli occhi al
cielo aspettando la pioggia».
La ricognizione archeologica ha permesso di evidenziare l'esistenza nella «Terra di
Ninive» di una fitta rete di piccoli insediamenti agricoli e fattorie che punteggiavano
la campagna assira e si allineavano in molti casi lungo la rete di canali regionali costruita da Sennacherib per una lunghezza
complessiva di oltre 16o chilometri. Una simile distribuzione spaziale dell'insediamento indica che questo monumentale sistema idraulico era in grado d'irrigare
un'area dell'Assiria settentrionale ben più
grande dell'immediato entroterra della capitale. L'intera fascia rurale pedemontana
a nord di Ninive traeva dunque beneficio
dai canali di Sennacherib, ottenendo, grazie a questo enorme intervento di pianificazione territoriale e di creazione d'infrastrutture su scala regionale, un innalzamento
del rendimento agricolo accompagnato da
una considerevole riduzione del rischio di
perdita dei raccolti a causa della siccità,
Pagina 19
una piaga ricorrente nella regione allora come oggi.
Lungo un tratto del canale, presso il villaggio di Faideh, la missione italiana ha
compiuto una scoperta eccezionale: sei rilievi assiri scolpiti nella parete rocciosa del
canale affioravano dal terreno che ne colmava l'antico letto. I rilievi, raffiguranti verosimilmente una processione cui partecipavano le divinità principali del pantheon
assiro, come nel caso dei pannelli scolpiti
nella roccia presso Maltai , si sommano ad
altri tre analoghi rilievi noti fin dagli anni
7o del secolo scorso, costituendo così un
complesso monumentale straordinario e
assolutamente unico, la cui integrità è purtroppo seriamente minacciata dalle attività
industriali svolte nel vicino villaggio.
La ricognizione del grande canale che
da Khinis portava a Ninive, che il sovrano
assiro aveva chiamato «Canale di Sennacherib», ha riservato altre grandi sorprese.
Fino a oggi, infatti, il mondo scientifico
tendeva a ritenere che il grande acquedotto di Jertivan, costruito per permettere al
«Canale di Sennacherib» di valicare una
stretta valle fluviale lungo il suo percorso
per Ninive, costituisse un'opera d'ingegneria unica e ineguagliata. Le ricerche sul
campo hanno permesso d'individuare altri
cinque acquedotti analoghi, costruiti con
gli stessi blocchi squadrati di calcare e la
stessa tecnica impiegata nell'acquedotto di
Jertivan. Gli acquedotti romani costruiti per
portare acqua alla capitale a partire dalla fine del 1V secolo a.C., che indussero Plinio
il Vecchio (Naturalis Historia XXVI, 123),
colino di ammirazione, ad osservare che
«chi vorrà considerare con attenzione ... la
distanza da cui l'acqua viene, i condotti
che sono stati costruiti, i monti che sono
stati perforati, le valli che sono state superate, dovrà riconoscere che nulla in tutto il
mondo è mai esistito di più meraviglioso»,
avevano avuto illustri antecedenti nell'Assiria di quattro secoli prima.
Università degli Studi di Udine
Direttore della Missione archeologica
italiana in Assiria
U RIPRODUZIONE RISERVA' A
Mondo Universitario
La m issione
Daniele Morandi Bonacossi
(nella foto) è direttore della
missione archeologica n
Assiria dell'Università di
Udine, in collaborazione con
lo State Board of Antiquities
and Heritage di Bagdad e a
Direzione delle Antichità
della Regione dei Kurdistan
iracheno, con il sostegno
del ministero degli Esteri,
della regione Friuli-Venezia
Giulia, Informest e della
provincia di Udine
La chn.rà
L'Assiria , il cui centro si
trovava nell'alta valle del
Tigri (Iraq settentrionale), si
formò come entità
indipendente fra XIX e XVIII
secolo a . C., quando un capo
tribale , Shamshi-Addu,
unificò un 'estesa regione.
Dopo una lunga crisi, a
potenza assira culminò con i
re della dinastia sargonide,
fra VIII e VII secolo a.C., che
crearono il primo impero
globale della storia, dall'Iran
e dal Golfo Persico al
Mediterraneo e all'Egitto
Pagina 20
C!,,: ;
y7/u'L zft ; ;
Mondo Universitario
Dall'alto: una mappa dell'impero assiro
e la regione delle ricerche, con in primo
piano l'acquedotto di Jerwan; il re assiro
Sennacherib nel Grande Rilievo di Khinis;
i rilievi di Maltai; archeologi al lavoro
Pagina 21
i\'onostan.te la forte crisi. ci sono rnoltee/ 1Ire professionali che le aziende faticano a reperire
Scarso orientamento e precariato
allontanano i giovani dal lavoro
Pagine a cura
DI DUILIO LUI
giovani «non devono essere troppo choosy (esigenti,
ndr) nella scelta del posto
di lavoro. E meglio prendere
la prima offerta di lavoro che
capita e poi, da dentro, guardarsi intorno». Le parole pronunciate dal ministro del lavoro
Elsa Fornero qualche giorno fa
hanno diviso e fatto discutere,
ma anche centrato in pieno un
problema in apparenza paradossale: anche in un periodo di
forte crisi occupazionale come
quello attuale, resta la distanza
tra offerta e domanda di lavoro,
tanto che ci sono diverse figure
professionali che le aziende faticano a reperire sul mercato.
Esigenti o disinformati? In
merito alle considerazioni del
ministro, tra gli addetti ai lavori prevalgono i distinguo. «Ritengo che si debba porre l'attenzione non tanto su quanto sono
esigenti, bensì su quanto sono
informati sul mondo del lavoro»,
commenta Tommaso Aiello, ceo
di Emblema, società che organizza iniziative di raccordo tra
università e imprese nei campi
Mondo Universitario
del placement e
della ricerca (tra
cui la Borsa del
Placement, diretta all'incontro
tra i rappresentanti degli uffici
placement delle
università, italiane e straniere,
e i responsabili
Uno scenario
che complica
l'inserimento
dei più giovani, a maggior
ragione dopo
la riforma del
sistema pensionistico che
allunga l'attività lavorativa.
risorse umane
delle aziende per
allineare domanda e offerta di
lavoro). «Troppo
spesso ci si ritrova davanti a
potenziali candidati che non sanno a chi o come
proporsi o che non hanno idee di
quali sono le figure contrattuali
o, ancora, di come il web abbia
radicalmente mutato i processi
di ricerca e selezione. E vero che
ci sono tanti laureati indisponibili ad accettare lavori che non
ritengono adeguati, ma penso
che sarebbero molti di meno se
fossero davvero orientati al lavoro da formatori e famiglie».
E più netta la posizione di
Giulio Bertazzoli, partner di
Spinlight pan, società di consulenza sul lavoro. «Non vedo
alcuna difficoltà nel reperire
giovani neolaureati, se non
quelle derivanti dal fatto che
alcune aziende offrono contratti
di stage (poi si tratta di effettivo
lavoro) che non rappresentano
un canale di entrata, ma fine a
se stessi. I giovani, quindi, cercano di sfuggire alla logica del
lavoro precario senza possibilità di sbocco». Fatta questa premessa, Bertazzoli sottolinea la
rigidità del mercato del lavoro
italiano «ancora oggi dominato
dalla logica del posto fisso, più
che da quella dell'eccellenza».
Un deficit
strutturale.
Giuseppe Cristoferi, presidente di Elan
International,
non vede invece novità particolari negli ultimi tempi. «Le difficoltà delle
aziende nel trovare alcuni profili professionali ci sono sempre
state e sempre ci saranno: il
mondo si muove velocemente, le
esigenze delle aziende e le loro
richieste di lavoro qualche volta superano l'offerta, che resta
indietro per qualità e quantità»,
è la sua opinione. «È naturale
che sia così, non solo nei settori
più avanzati, ma anche in quelli dove una forte regolamentazione (statale, comunitaria o
internazionale) impone nuove
regole di compliance più rigorose e strutturate». Anche Stefano Giorgetti, amministratore
delegato di Kelly Services Italia, riscontra un atteggiamento
più maturo da parte dei giovani,
«che accettano il "compromesso" dello stage o del contratto a
tempo determinato, visti come
un trampolino di lancio per far
conoscere le proprie capacità e
imparare».
Quindi, se non si trovano giovani idonei a ricoprire questi
ruoli non è però ascrivibile al
fatto che gli stessi sono choosy.
«Risultano tali solo se i profili
proposti non sono quelli ad alta
specializzazione, ma quelli a minor contenuto e a minor reddito,
dove l'offerta eccede la domanda», ribatte Cristoferi, sottolineando che in queste situazioni il giovane non in possesso di
qualificazioni tali da aspirare
alle nicchie, e che si trova molti
concorrenti, «dovrebbe adeguarsi alle condizioni proposte. Poi,
una volta inserito, farsi valere
se ne ha le capacità. Ma sembra
che la consapevolezza di questa
situazione presso i giovani sia
ormai largamente generalizzata», aggiunge.
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11 ?'1 % c leadi uncler35 clrsoonilaile a qualunq ue occupazione
Se mai in passato sono stati schizzinosi
nella scelta del primo lavoro, sicuramente oggi non lo sono più. La ricerca «II futuro delle nuove generazioni in Italia,
promossa dallo Ial nazionale (Innovazione apprendimento lavoro) in sinergia con
la Cisl, e realizzata dall'Istituto di ricerche Demopolis su un campione di 3.600
giovani tra i 18 e i 34 anni, offre un'immagine proattiva dei giovani, evidenziando la loro disponibilità ad adattarsi
alle difficoltà del mercato. Infatti, il 71%
tra degli intervistati afferma che oggi è
preferibile fare qualsiasi lavoro, anche
non interessante, purché retribuito. Proprio quest'ultimo è il discrimine tra la
maggioranza degli under 35, mentre solo
il 20% ritiene preferibile attendere per
trovare un lavoro che rispecchi le proprie
aspirazioni.
Per i giovani l'occupazione è una priori-
Mondo Universitario
tà di vita, anche più della famiglia, con
trend in crescita in tempi di crisi: tra gli
under 35 è infatti passato dal 75% del
2007 al 91% del 2012, superando tra
le cose importanti della vita il primato
duraturo della variabile famiglia (90%).
La disillusione la fa da padrone quanto
alle prospettive di carriera: per il 78%
degli under 35 anni, la chiave per aprire
le porte del lavoro è la raccomandazione, mentre il 53% crede nel destino. Il
curriculum e le abilità personali sono
riconosciute da poco meno della metà
degli intervistati: serve preparazione
(49%), motivazione e spirito di iniziativa (48%). Per il 41% conta l'appoggio
politico, per il 23% l'aspetto fisico, solo
per il 32% il lavorare con impegno.
Una conferma in tal senso arriva dal
Rapporto Giovani curato per l'Istituto
Tomolo da Ipsos e un gruppo di docen-
ti dell'Università Cattolica, secondo il
quale i giovani tra i 18 e i 29 anni (il
campione era formato da 9 mila persone) non restano con le mani in mano. Più
del 45% di chi lavora non è soddisfatto
della propria occupazione, ma si adegua
accettando stipendi più bassi rispetto a
quanto considerato adeguato e si adatta a occupazioni che non rispondono
alle proprie aspettative e non coerenti
con il titolo di studio (47%). A questo si
aggiunge il fatto che un giovane su tre
deve fare i conti con un lavoro altamente instabile nelle prospettive occupazionali. Tra chi ha un lavoro, solo il 20% è
pienamente soddisfatto dell'attuale impiego, mentre oltre il 25% è poco o per
nulla contento. Un giovane su quattro,
quindi, pur di lavorare e non rimanere
a casa, accetta un impiego lontano dalle
proprie aspettative. Per finire, anche i
laureati appaiono molto meno esigenti
di quanto a volte si dica: tanto che uno
su tre tra coloro che hanno conseguito
il titolo accademico svolge un lavoro
pienamente coerente con quanto studiato.
Considerate le difficoltà dell'attuale
mercato del lavoro, quasi un giovane
su due (il 48,9% perla precisione) si dichiara pronto ad andare all'estero per
migliorare le proprie opportunità di lavoro, mentre meno del 20% esclude del
tutto questa eventualità. La mobilità è
nelle corde soprattutto dei ragazzi del
Nord (fascia nella quale si tocca il 52%)
e tra i maschi (oltre la metà contro un
terzo delle ragazze). Quanto al titolo di
studio, sono proprio i laureati a prendere maggiormente in considerazione la
possibilità di fare fortuna (lavorativamente parlando) oltreconfine.
Pagina 23
Loccasione si trova nelle nicchie
iù che le macroaree,
sono le nicchie professionali quelle che offrono attualmente le
maggiori opportunità lavorative. Giuseppe Cristoferi indica,
tra le figure che le aziende faticano maggiormente a reperire
sul mercato, il lead software
developer - cloud computing
focused. «Una posizione», spiega, «indicata per chi è motivato
nello sviluppo di applicazioni ad
alto valore di business perché
si utilizzano le capacità nelle
tecnologie emergenti per progettare e sviluppare la prossima generazione di software». Il
boom della nuvola informatica,
che consente di spostare piattaforme, software e infrastrutture
dagli uffici aziendali all'esterno,
perché vengano gestite da specialisti informatici, sta creando
anche altre opportunità lavorative. Come il cloud architect,
«un ruolo tecnico che deve lavorare con i clienti principali e
potenziali, aiutandoli a progettare soluzioni corrette», chiarisce Cristoferi. Le sue responsabilità principali includono la
progettazione e l'architettura di
soluzioni Cloud based innovative e pratiche per i clienti. «Questo profilo definisce la roadmap
per l'adozione di questo sistema
e interagisce con il Cio/Cto del
cliente e i loro team di progetto». Infine, tra i ruoli gettonati
in questo settore, c'è anche il
cloud alliance manager, «un
ruolo che ha una visione complessiva della gestione della
partnership con il fornitore di
questi nuovi servizi che viene
effettuata attraverso sviluppo
e attuazione di programmi di
marketing sostenuti dallo sviluppo di strategie competitive
rispetto ai fornitori, prezzi e
soluzioni».
Mondo Universitario
Non è una novità assoluta
l'altra figura indicata dal numero uno di Elan International,
ma anche la sua conferma in un
periodo di tagli generalizzati in
ambito bancario colpisce. Si
tratta del private banker, vale a
dire del professionista chiamato
a gestire portafogli finanziari di
una certa entità (in genere da
500 mila euro in su). «Pur essendo un profilo consolidato, la ri-
sentono maggiormente la mancanza. Mi riferisco a ingegneri,
periti industriali e operai specializzati, come, per esempio, i
saldatori, professionisti che il
mercato fatica ormai a reperire
in Italia e chiama dall'estero».
A caccia di ingegneri e Tra i laureati, gli ingegneri
periti. Per Vincenzo Mattina, meccanici, con una buona conovicepresidente dell'agenzia per scenza dei più evoluti software
il lavoro Quanta, «i profili tecni- per la progettazione, sono tra i
ci sono quelli di cui le imprese profili più ricercati. «E lo stesso
vale per gli ingegneri chimici e
soprattutto gli ingegneri elettrici, specializzazione che sono
sempre in meno a scegliere»,
aggiunge Mattina. Un'altra
professione per cui le imprese
faticano a trovare candidati è
quella degli infermieri, «anche
a causa di un percorso universitario molto selettivo, in cui
oltretutto si tende a fare anche
meno tirocinio pratico di quanto
ne garantisce il percorso professionale. In pochi raggiungono
effettivamente il titolo oggi e
il numero di infermieri professionisti provenienti dall'estero,
anche senza titolo di laurea, è
sempre più alto».
cerca presenta oggi più difficoltà
che in passato perché il valore
del private banker, che è dato
principalmente dal parco clienti che gestisce, è più volatile di
una volta», spiega l'esperto.
Pagina 24
C_L
Occhio alle opportunità internazionali
Se la situazione di blackout è per certi
versi inevitabile, cosa resta da fare ai giovani per non restare a lungo tagliati fuori
dal mercato? «In Italia c'è sicuramente una
barriera fra le aziende e i giovani laureati.
La crisi ha ingolfato il mercato del lavoro e
ha cancellato moltissime posizioni qualificate iniziali che attraevano i neolaureati»,
riflette Gianluca Gioia, managing partner
di Mcs. «I giovani più preparati, perciò, non
trovano sbocchi e per entrare nel mondo
del lavoro dovrebbero cercare un impiego
all'estero o accontentarsi di una posizione
meno prestigiosa. Ma in questo caso, spesso, sono le stesse aziende a preferire dei
diplomati». Insomma, un nodo difficile da
_ Z occlll. ( ZoIZ,e
Dolo il diislolaaa di -;era€ala ssxiseri€are occorre
eon iirofitto mi corso iaieraiiale, al tc riiirnd: del quale sa sdastaene l'csaarae di
albilitazione. l'rolialbifraaeaite C dfaiestdb iaaeceanisiiadb a s(-a.iialbiare la freddezza dei 9í43vani
italiani verso la f>rofessionw di ottlco, earatter,iszala da o"ca"s:, lì
del 20-25%,
lai€r eleaate rislac, ; ;s3l.a =]<;::::aaadla (o meglio
sarebbe dire di aliilítati), lln mestiere che
si può sa delgere nelle aziende di produzione
delle lenti o aprendo azu'atthitza (li ottico íia
jr-oibrio. (,damkito dlefi'ottiCo. sc eo €irlo €1€1a11tda stabilito dal decreto regio
della
professione (31 maggio 1928, da. 1>34), è di
sciogliere, se non sul piano individuale con
la scelta di guardare al mercato del lavoro in
ottica internazionale e non più limitata solo
al territorio italiano. Con la crisi le aziende
spingono sulle vendite. Guardando alle professioni con una platea più vista, Gianluca
Gioia indica tra le più richieste i product
manager, i sales manager e gli esperti legali.
«Per le figure commerciali e di marketing
vengono richieste una buona capacità analitica dei dati di mercato e una serie di competenze economiche: un mix non facile da
trovare nel singolo candidato». Un concetto
che estende ai legali interni alle società, che
devono avere «competenze sulla contrattualistica aziendale».
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riparare c endec°c occhiali e lenti oftaliiiielae su fFB L' iillSdkB3i' del iaaedid-o, a 3ìi4: rao che
non si tratti dla l<-fati ]7rotettrve o dla dbcebiali cora°etfisì (lei difetti semplici di miopia e
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localizza te sn tematiche come fisica, ogatometria, c'aaeal.attoldb„ ia e a dAatoiaaia fisioiia tolaa„ i-
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sds11'e drluziorae tc.enolo1giea della sia°ariaaentaziiaue e da seiiiiitari con addetti ai la dbri.
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Mondo Universitario
...dy
.
Pagina 25
Lavoratori manuali cercansi
«Le aziende faticano a trovare risorse,
strategiche e di nicchia, con elevata
esperienza», osserva Danilo Arcaini,
responsabile Divisione industria di
Openjobmetis. «Una complessità proporzionale al livello di specializzazione: i profili iper specializzati sono talmente rari che le imprese che possono
contare su queste professionalità se
le tengono ben strette».
La difficoltà nel trovare risorse specializzate, sottolinea Arcaini, nasce
da uno scollamento generazionale: i
padri non riescono a «passare il testimone» ai figli e così il know-how si
disperde, complice la distanza tra la
scuola e il mondo del lavoro. Così nel
mercato si creano posizioni vacanti
soprattutto sul fronte dei lavori manuali: «Un saldatore di base ha uno
stipendio di 2 mila euro che diventano anche 4 mila per i più esperti»,
spiega Arcaini. «Valorizzare il tirocinio formativo in azienda è una soluzione per aiutare i ragazzi a capire le
proprie inclinazioni fin dalle scuole
superiori.
Questo non significa scoraggiare
la formazione universitaria, ma un
migliore collegamento tra scuola e
lavoro aiuterebbe a ridurre la disoccupazione giovanile già oltre il 34%
Mondo Universitario
(fonte Istat, settembre 2012)».
Detto del saldatore («da quello di
base allo specialista in radiografia
e a tig»), il responsabile di Openjobmetis indica altri due profili che le
aziende faticano a reperire: i carpentieri e tornitori, «figure che devono
saper leggere disegni e dar seguito
alle indicazioni tecniche degli ingegneri. Lo stesso vale per i fresatori
Cnc: la conoscenza della fresa a controllo numerico impone la capacità di
programmare la macchine con diversi
linguaggi, oltre a uno specifico livello
di esperienza per le attività di stampaggio, produzione di pezzi in serie e
produzioni personalizzate».
Su questa linea si muove anche
l'analisi di Alessandra Rizzi, chief
operations officer somministrazione
di Randstad, che indica tra le figure
più difficili da reperire il montatore
meccanico, cioè il perito «in grado di
montare gruppi, e particolari meccanici anche con componentistica idraulica e pneumatica, sulla base di documenti di lavoro e disegni tecnici».
Le attività prevalenti di questa figura professionale riguardano la
preparazione delle attrezzature per
il montaggio, l'assemblamento della
varie componenti, il controllo della
conformità del prodotto e l'adeguamento dei particolari e dei gruppi
meccanici. Mentre opera nel settore
vendite l'altra figura indicata dalla
manager Randstad, vale a dire il
junior controller, «incaricato di predisporre dati di reporting mensile
e di chiusura esercizio, oltre che di
analizzare e predisporre i costi delle
divisioni».
Pagina 26
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Mondo Universitario
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Mondo Universitario
Pagina 28
L'Aiaf amplia il catalogo dei corsi
Analisifinanziaria,
forinazione per tutti
iaf lancia nuovi corsi di
formazione. Accanto al
corso istituzionale per
i
analisti finanziari, di
durata semestrale da ottobre
a marzo di ogni anno e che consente di conseguire la certificazione internazionale Ciia frutto di una formazione a tutto
tondo sull'analisi finanziaria,
a partire dal secondo semestre di quest'anno ha lanciato
22 nuovi corsi di formazione
veloce, della durata media di
un paio di giorni, e rivolti non
solo ai professionisti del settore ma anche a un pubblico più
generico come il corso base di
valutazione degli investimenti
finanziari. Con il mese di novembre 2012, poi, scatteranno
anche i corsi che più si avvicinano ai bisogni aziendali, come
quello in corporate finance che
si terrà il 15 e 16 novembre e
il corso di valutazione delle
aziende nei giorni 21-22 e 23
novembre 2012. In particolare,
Aiaf ha aumentato l'offerta formativa per quei settori «laterali» all'analisi finanziaria che
riguardano professioni come
Finvestor relator, il consulente
Mondo Universitario
finanziario indipendente o il
consulente finanziario d'impresa, figura sempre più importante in questo preciso momento
storico che deve far dialogare
la banca con l'impresa per consigliare i giusti e più adeguati
investimenti. I corsi Aiaf, tra
cui quello istituzionale di base
a cui ci si può ancora iscrivere
per la terza fase in programma
dal prossimo 7 gennaio 2013
a marzo 2013, sono rivolti a
professionisti del settore che
vogliono aggiornarsi e specializzarsi, ma anche a neolaureati (triennali o magistrali) in
discipline economiche e che,
magari, abbiano già maturato
una breve esperienza lavorativa in materia. Per maggiori
informazioni e per iscriversi
ai vari corsi Aiaf, consultare il
sito web: www.aiaf.it.
Pagina 29
SO
i figura dell'IC lm iness peehilisa
rï ns",i
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,c;lo,.t p,rs,íindo Al b•, i.,eti p.iro. [;irra_rnendo in una s,oereta di ",.nule:.zri
può cluiuc.-li as,auiaare anche ur_ ruolo di
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un proiilo misto.
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Mondo Universitario
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anairgeniwiit) e hiïsine>,,
inte)li;;p)ce. Queni nnibit a iie"aitdono figure cûi r aa _itter 4tao e sI~FCih re_L;i
figura delhl`s ha paesi; Ip
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in mtìircr•.i tatti, ta lornendo modelli di detu-ìizione
degli obie
strumenti di crrlil), ,
e nli; ï,r,ra, oppiir•e indicci
t),r3r,ibi.i percorsi di erep o r t l.:avoYir•e lai
[orizzea4ao?)e dei talei
Co21re urt..'rioPi' Cseli,piil, Supl,7tn con
_. rïirriPi)ta inn(:,iti dì 1 attrtiit;a di rPcr uitirlg o l'attkit:ì di _llitrreiidintc:ntci.
Il ruoh) del bai i.,ess sp .ciali_ t conr,ul-
ta)r` nea .aiea ciin, rcr •icïz.ienda che
Ai di com - "'Ino nell'or
ruarketinq, pïrò .uataire:
:-.ell
)er.tz,!>ne
di numi contatti e
nuove rilaportunit;a
di vendita oppure,
per .) :izie.rd;i di
servizio, puo :aiutare il potenu,irilento
di -nn a .,tri,ttrtrri di
cIdi center. Questa
;ale.. nell'ainbi`_o bu-.ia'.Y çs intella;;ence.
rog ,.t,i e r ali z:i
tirsc tti di
ai
ul)porto della clirezionr e delle di-, erse
i•t,-. . . zaAoni. In
p art
laie. ri •.ce
a pridurre modelli
:'ùde'ici accessibili
d;i chi necessita di
itt(i>[. , :•.]üAti
tic-ie e retti Ama' in grir ia.si niornc.ito
P. ctnMdì a Pssit)ili con .,olnzioni nicll ili
í t;_bl t, celhdair•i ecc :. , ccr.,d ríle
n,a Marta.
Pagina 30
Laurca in economia o ingegneria e attitudine al problern solving nel profilo c/cl professionista
Tecnologia e business a braccetto
All'It specialist c
Pagina a cura
DI ROBERT HASSAN
el settore dell'Information technology si
cercano soprattutto figure professionali che
abbiano un profilo misto in termini di competenze tecniche e
di comprensione del business.
Un esempio viene dall'It business specialist consultant, un
ruolo di cerniera tra i sistemi
informativi e i processi di business. Da una parte questo
professionista è responsabile
di raccogliere i business needs, dall'altra di anticipare le
esigenze dell'utenza dei sistemi informativi, promuovendo
studi di fattibilità e iniziative
volte a sensibilizzare i clienti
sui vantaggi che la tecnologia
può offrire a supporto della
re-ingegnerizzazione dei processi. L'It business specialist
consultant, chiamato anche
business processes Ict consultant, ha dunque la responsabilità di documentare a tutti
i livelli le caratteristiche funzionali del processo che deve
essere informatizzato e sul
quale saranno implementati i
sistemi informativi. E, inoltre,
essenzialmente il responsabile della raccolta dei requisiti funzionali da parte degli
utenti, della documentazione
e della relativa trasmissione
dei requisiti stessi alle figure
tecniche per l'implementazione. Questa figura, che generalmente ha un range retributivo
che si aggira circa tra gli 50
mila-80 mila euro lordi annui,
si occupa quindi di assicurare
la rispondenza delle soluzioni
applicative alle specifiche esigenze di business e riveste un
ruolo molto dinamico, in quanto gestisce le problematiche
organizzative con un adeguato programma di training e di
preparazione agli utenti. Nel
caso di un processo di mera
reingegnerizzazione può essere anche responsabile della ridefinizione del processo
stesso.
Collocandosi quindi a metà
strada tra i sistemi informativi e i processi di business, il
business processes Ict consultant si occupa di revisionare
e configurare tutti i processi
Mondo Universitario
sul nt un ruolo dí cerniera trai processi
core nell'ambito dell'applicativo e agisce sui livelli di produttività ed efficienza nelle operazioni a supporto delle attività
di business. Se da un lato deve
conoscere i processi aziendali
e tenere conto dell'evoluzione
del business, dall'altro deve
far emergere la tecnologia
che si può mettere a disposizione di questa evoluzione. In
un mercato in continua evoluzione come quello odierno,
l'Information technology è
un asset strategico, capace di
creare vantaggio competitivo.
Ciò è possibile se le esigenze in
termini di business diventano
immediatamente traducibili in
termini It. Questo professionista infatti è la figura chiave
affinché questa traduzione
sia possibile. Si tratta inoltre
di un ruolo determinante, in
quanto gestisce la conformità
alle diverse normative a cui
sempre più aziende devono
ormai ottemperare.
Per essere un buon business
processes Ict consultant occorre avere competenze di analisi e progettazione di processi
aziendali e conoscenze di soluzioni applicative specifiche
del settore. E richiesta la laurea in economia e commercio o
ingegneria gestionale o lauree
affini. Buone doti di relazione
e attitudine al problem solving
completano il profilo. Questo
profilo, per essere autonomo,
deve aver maturato almeno
quattro anni di esperienza nel
ruolo. All'interno delle società
di consulenza, è specializzato
per settori e, più nel dettaglio,
in specifici processi di business, per esempio financial,
human resources, billing. Si tratta di una
figura professionale
che è comparsa sul
finire degli anni 90
con la new economy;
la sua naturale crescita confluisce, nella maggior parte dei
casi, nella figura del
project manager e, a
seguire, nel program
manager.
Il business processes Ict consultant, in
origine definito Edp
manager, è un ruolo
rimasto a lungo sconosciuto
alla maggior parte delle risorse aziendali. Nel tempo
però, l'Information technology ha abbandonato la veste
esclusiva di automatismo di
determinati processi aziendali per assumere sempre più un
ruolo strategico. Dare al business processes Ict consultant
l'importanza e la fiducia che
necessita, facendogli condividere ogni decisione strategica
come membro fondamentale
del gruppo dirigente, è la chiave di volta per la reale innovazione di un'azienda.
Questa figura riesce a trasformare l'esigenza di una società in un progetto concreto,
modificando i processi e gli
asset aziendali. Come primo
step deve organizzare l'organigramma dei flussi aziendali,
coadiuvando le necessità tecnologiche con la fattibilità del
progetto e, dove necessario,
deve saper modificare completamente il processo aziendale. Inoltre, deve conoscere i
sistemi di Erp e Crm e le attività di early warning legata ai
processi aziendali. Occorre che
abbia capacità di timetable per
organizzare progetti e processi
in modo strutturato e capire
le nuove aree di business. La
tecnologia al servizio del cliente, nell'ottica di un miglioramento dei margini di profitto,
riveste dunque sempre più un
ruolo di agevolazione e velocizzazione dei processi distributivi. Il ruolo delle
figure nel settore
Information technology quindi si
ridisegna attorno
a nuove esigenze
delle aziende che
tendono sempre
più ad esternalizzare la tecnologia
diventata commodity e a razionalizzare i costi interni.
C'è sempre più un
interesse, da parte
degli imprenditore
del settore, verso
nuove tecnologie
che permettono di prevedere
i costi e di aprirsi verso nuove
opportunità.
Nel settore turistico, per
esempio, il business processes Ict consultant è una figura
fondamentale per facilitare i
processi di analisi produttiva degli agenti di viaggio che
diversamente risulterebbero
molto costosi se affidati a società esterne.
Pagina 31
Mans ione,
Studì e stipendio
E rlCJllesta la laurea m F.conoE rFSpi) l1SaL il(ì dl raccogliere i
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gestionale o lauree affini
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Mondo Universitario
Anticinoa le esiaenzedell'utenze del SISteUl! Iilt01"t7latl`,II. pf"O
muovendo stl.adt dl tattii?!llta
Competenze
Occorre avere, COEl'1peterlZ2 dl
analisi e Progettazione dl 0rocessi aziendali e conoscenze
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Buone doti di relazione e attltUdlne al .??"i)L)ir^,!i"! SJIVIiIÇS.
Deve aver maturato almeno
uattro anni di esperie,rlra rel
ruolo
Pagina 32
Riparte We l,ik,e talents dello led
Giovani designer,
arrivano 14 borse
uattordici borse di
studio targate Ied per
selezionare, premiare
e valorizzare il talento
creativo di giovani designer.
Parte infatti la nuova edizione
di We like talents con cui led
mette a disposizione 14 borse
di studio a copertura parziale
della retta di frequenza (50%)
su altrettanti master di design, moda, visual communication e management in partenza da gennaio 2013 nelle
sei sedi italiane dello led.
Quattordici i master che
partecipano all'iniziativa: product design e interior design,
fashion design, fashion communication: stylist and p.r. e
fashion marketing, product
and retail management, brand
management and communication, pubblicità. art direction
and copywriting - led Milano,
Yacht Design - led Torino, design for social business - led
Venezia, graphic design - led
Firenze, arts management - led
Firenzelled Roma, marketing e
comunicazione, digital media
communication e design della
ristorazione - led Cagliari.
Mondo Universitario
I master led sono percorsi di
alta formazione rivolti a neolaureati, diplomati in scuole
private a livello universitario e
professionisti del settore. Ogni
percorso formativo si sviluppa
attraverso lezioni in aula tenute da esperti e professionisti
del settore, interventi di visiting professor, progettazioni in
collaborazione con aziende e/o
enti esterni.
Per partecipare alla selezione è necessario inviare un
curriculum vitae, una lettera motivazionale che spieghi
perché si vuole frequentare il
master e perché si ritiene importante questo percorso per
la propria formazione e un
proprio portfolio di progetti
accademici e/o professionali
(solo per alcuni dei master in
programma).
Le candidature dovranno essere inviate all'indirizzo [email protected] entro
e non oltre il 25 novembre
2012 specificando il master
per cui si sceglie di presentare
la propria domanda di borsa di
studio. Per informazioni, consultare il sito www.ied.it.
Pagina 33
La società assicrner°à nei pt ossim i sei mesi 500 rieolaitreati da destinare alle sedi plincipali
Giovani -tecnici per la consulenza
Ingegneria e fi sica tra le lauree piú ricercate in Accenture
Pagina a cura
Di LAURA ROTA
ccenture, azienda globa-
le di consulenza direzionale, servizi tecnologici
e outsourcing, collabora con i suoi clienti, aziende
e pubbliche amministrazioni,
per aiutarli a raggiungere alte
performance. «Nei prossimi sei
mesi», afferma Monica Palma,
recruiting director Accenture,
«considerando che il nostro
anno fiscale comprende il periodo settembre 2012-agosto
2013, abbiamo in programma
di assumere 500 persone per
le principali sedi italiane, in
particolare Milano, Roma e
Napoli. Il 70% delle risorse che
ricerchiamo», continua Palma,
«è neolaureato in ingegneria
informatica, elettronica, gestionale e delle telecomunicazioni,
informatica, matematica, fisica
ed economia, con spirito d'iniziativa, curiosità, desiderio di
apprendere, passione verso le
nuove tecnologie, interessati a
mettere le loro qualità al servizio dell'innovazione e a lavorare
in team».
Mondo Universitario
Per l'inserimento dei neolaureati è previsto il contratto
di apprendistato professionalizzante. «Siamo interessati»,
spiega Palma, «anche a giovani professionisti con competenze funzionali e tecniche,
capacità di project management, abilità nell'interazione
con il cliente e nella gestione
di gruppi di lavoro. L'assunzione dei candidati esperti
avviene con contratto a tempo indeterminato. Chi non
ha ancora ultimato gli studi
ha l'opportunità di conoscere l'azienda e sperimentare
un'esperienza formativa e di
orientamento professionale
tramite uno stage che ha la
durata di almeno tre mesi e
può essere rinnovato o trasformarsi in assunzione».
«Accenture», prosegue Palma,
«è attenta alla formazione e alla
crescita professionale delle proprie risorse, che non si sentono semplici dipendenti, ma
parte attiva di una comunità
che condivide valori e progetti.
Eroghiamo formazione articolata su ambiti diversi, allo scopo
di fornire competenze tecniche,
gestionali, relazionali, sia in
aula che mediante training on
the job».
A sostegno della crescita ciascun professionista beneficia di
un percorso di training personalizzato, concordato con il proprio
career counselor e dell'assistenza di un supervisor, il diretto
referente sui progetti. Ogni
gruppo professionale è seguito
da un people advocate.
«L'attenzione all'individuo, al merito, al talento
e al worklif'e balance si
sostanzia attraverso un
continuo confronto con
colleghi più esperti», aggiunge Palma.
Fra i principali canali
di reclutamento di particolare efficacia sono il sito
professioni.accenture.it,
che contiene informazioni sull'organizzazione e le
attività dell'azienda, sui
valori e sulle opportunità
professionali, e gli eventi
dedicati all'orientamento
organizzati nelle università italiane. Il processo
di selezione prevede colloqui di gruppo e interviste individuali con la funzione
recruiting e con i manager delle
diverse linee di business. «Negli ultimi due anni», aggiunge
Palma, «abbiamo sempre più
intensificato il contatto tra i
professionisti del recruiting e i
candidati attraverso la pagina
Facebook Accenture in Italia e
Linkedin; il 9% dei curriculum
che riceviamo annualmente
proviene dai social media. Siamo anche presenti su Twitter
alla pagina http://twitter.com/
Accenture. Ogni tre mesi circa,
organizziamo live chat ad hoc
su Facebook e Linkedin, dove
i candidati hanno l'opportunità di interagire direttamente
con l'azienda. Particolarmente
richiesta è una buona conoscenza della lingua inglese: in
fase di selezione stiamo perciò
testando, per alcune figure, un
test online di inglese. Accanto
ai nuovi canali di reclutamento, rimane centrale il rapporto
con le università. Ogni anno
organizziamo circa 100 eventi tra career e recruiting day,
corsi di orientamento, collaborazioni con oltre 24 atenei.
Un'altra iniziativa che stiamo
sperimentando da tre anni è
il Talent Game, un torneo di
business rivolto agli studenti
del 1° e 2° anno di specialistica delle facoltà di economia,
ingegneria, matematica, fisica, informatica e umanistiche.
I vincitori accedono a uno stage
retribuito di almeno tre mesi,
eventualmente indirizzato alla
realizzazione della tesi».
Pagina 34
Laurea in medicina
anornalia italiana
Da più tempo e in forme diverse i giovani medici laureati
lamentano quella che è a tutti
gli effetti una anomalia tipicamente italiana: le modalità di
accesso alla formazione specialistica che dovrebbe fornire una formazione di alto livello e assicurare per 5-6 anni, ad
ogni specializzando, una buona retribuzione. Nella formazione specialistica lo Stato,
attraverso borse di studio erogate dal Miur e talvolta anche
dalle Regioni, impegna un
gran numero di risorse finanziarie che dovrebbero andare
naturalmente ai medici più
meritevoli. In Spagna, tosi come in altre nazione europee
con modalità ispirate a una
logica meritocratica, il concorso è a livello nazionale e si
compone in genere di una prova scritta unica per tutte le
università e di una prova orale
le cui domande vertono su
ogni branca della medicina.
Chi ha il punteggio più alto
potrà entrare nella scuola di
specialistica prescelta. Anche
in Francia è così. In Italia il
concorso prevede invece che
ciascun ospedale possa predisporre una propria graduatoria attraverso la valutazione
di una prova scritta e una
orale oltre alla valutazione di
un curriculum che avvengono
in maniera del tutto discrezionale. Il sistema di reclutamento che dunque avviene a livello locale facilita l'instaurarsi
di logiche clientelari. Un'altra
difficoltà è determinata dal
fatto che spesso non potendo
in alcun modo sapere in anticipo quanti siano i partecipanti
a un concorso per quell'anno
in un determinato ospedale, i
partecipanti a un'area specialistica possono rimanere per
diversi anni fuori in determinati ospedali più affollati e
lasciare posti di specializzazione vuoti in altre sedi. Questo
sistema di reclutamento, inoltre, oltre a creare disservizi e
spreco di risorse pubbliche,
porta anche alla dequalificazione dei tirocini e allo sfruttamento degli studenti.
Professoressa Anna Villella
Roma
Mondo Universitario
Pagina 35
Apprendistato, avanti piano
Difficoltà digestione e ritardi sulla formazione frenano le imprese
Francesca Barbieri
Avanti adagio. Tra luci e ombre,l'apprendistato fatica a prendere quota c a diventare il canale d'ingresso principale dei giovani nel
mercato del lavoro a oltre un anno
dal varo del nuovo Testo unico,
che puntava a semplificare in manieramassiccia il contratto, soprattutto sul fronte della formazione.
'A sei mesi dall'entrata a regime
definitiva della legge, nella pagella
delle imprese i voti più bassi sono
legati alle difficoltà per interpretare le nuove regole, ai ritardi di alcune Regioni, alle rigidità in uscita. E
secondo un'indagine della Fondazione studi dei consulenti del lavorosolo un'azienda su cinque ritiene
piùfacile avviare l'apprendistato di
mestiere o professionalizzante per
l'assunzione di giovani tra i 18 e i29
anni (che riguarda 275% deiragazzi inseriti attraverso questo canale). Anche se sulla carta il contratto
èpienamente operativo nel settore
privato - grazie alle intese siglate
tra le parti sociali nei diversi settori
- e la circolare 128 dell'Inps della
scorsa settimana ha sbloccato gli
"sconti" contributivi per lemicroaziende, le imprese segnalano alcune regole che penalizzano la diffusione dell'apprendistato.
Se, infatti, per tutti è positivo
l'aver affidato ai datori di lavoro la
gestione della formazione tecnico-professionale (si vedano le
schede a lato) «c'època chiarezza
sulla figura del tutor - sottolineano da Confimprese, l'associazione delle aziende del franchising
la legge stabilisce la sua presenza,
ma non è precisato se ci debba essere una costante supervisione,
che complicherebbe le cose soprattutto perle società localizzate
in Regioni diverse». Tra le nuove
rigidità in uscita, si segnalano poi
l'impossibilità di far passare di livello l'apprendista e i costi per recedere dal contratto.
Confindustria, invece, sposta
l'obiettivo sulla durata massima
dellaformazione: 3 anni fissati dalla legge, che salgono a 5 nell'artigianato e per alcune qualifiche.
Da viale dell'Astronomia sottoli-
neano che «sarebbe stato meglio
fissare il tetto in base alle dimensioni aziendali, a prescindere dal
settore di riferimento». E dal turismo emerge il disappunto verso il
divieto per i contratti collettivi di
ridurre la durata dei percorsi di
"qualificazione" (chiarito dalla risposta del ministero del Lavoro
all'interpello 34/2oi2, sivedaIlSole 24 Ore dello ottobre).
Nel pubblico impiego, invece,
l'apprendistato continua a essere
un perfetto sconosciuto: il Testo
unico ha esteso alla Pa la disciplina del contratto professionalizzante e di alta formazione, che doveva essere "sbloccato" da un apposito decreto della Presidenza
del Consiglio da varare entro un
anno dall'entrata in vigore della
legge (cioè entro il25ottobre scorso), provvedimento che per ora
nonè arrivato.
Molti tasselli mancanti, poi, si
concentrano sull'apprendistato
"qualificante", che ha come destinatari i ragazzi tra i i5 e i 25 annidi
età. In questo caso sono le Regioni
a dover definire le regole p er la formazione, nel rispetto di standard
minimi- «Alcuni enti - evidenziano daConfcommercio -sono inritardo nell'avviare i corsi, altri hanno emanato discipline nettamente
distanti l'una dall'altra: tutto questo comportanonpoche difficoltà
per le aziende con sedi sparse sul
territorio, che sono scoraggiate
nel realizzare assunzioni». Senza
contare che risulta ancora inattuata la messa a punto degli standard
per verificare la "bontà" dei percorsi formativi realizzati con l'apprendistato per la qualifica e con
quello di alta formazione.
«Dacircaio anni- conclude Enrica Carminati, ricercatrice di
Adapt e responsabile del portale
www.fareapprendistato.it - si tenta di strutturare un repertorio nazionale delleprofessioni, abbinato
a un valido sistema di standard p er
la certificazione delle competenze. Siamo comunque ancora lontani dal realizzare il progetto, che al
momento è solo sulla carta».
RADIO 24
RADIO
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--
LA PASS WNP
SISHJTE
SPECIALE RIFORMA
Lunedì del lavoro
a salvadanaio
Al via da oggi 5 puntate
speciali di Salvadanaio, in
onda per 5 lunedì dalle 12,15,
dedicati alla Riforma Fornero.
I temi saranno:
1. Contratto a termine
eapprendistato;
2. Contratto a chiamata
evoucher;
3. Modifiche
al lavoro autonomo;
4. Le nuove procedure
di licenziamento;
5.I1 nuovo sistema degli
ammortizzatori sociali
Mondo Universitario
Pagina 36
Le pagelle delle associazioni imprenditoriali sull'apprendistato
ASSOLAVORO
CONFARTIGIANATO
CONFCOMMERCIO
PUNTI DI FORZA
PUNTI DI DEBOLEZZA
• Opportunità perle aziende
di rivolgersi alle agenzie per
il lavoro e di queste ultime
di promuovere l'apprendistato
verso le i mprese
• Peri[ lavoratore opportunità
di avere un doppio tutor (uno
dell'azienda e uno dell'agenzia)
• Ancora margini elevati di
semplificazione burocratica
• Rischio di "apprendistato
fai date", senza le competenze
necessarie e con effetti negativi
• Taglio normativo delle risorse
destinate dalle agenzie perla
formazione al lavoro
• Azienda diventa protagonista
nella formazione
• Maggiori possibilità di creare
staffette tra anziani e giovani
• L'apprendistato perla qualifica
diventa la chiave di volta per
orientare i ragazzi e fare incontrare
domanda e offerta di lavoro
• Nell'apprendistato perla
qualifica c'è poca formazione
in azienda e i salari di partenza
sono, in percentuale, troppo alti
• Le percentuali di conferma
degli apprendisti andrebbero
fissate nei contratti collettivi
e non dalla legge
• Le aziende hanno un ruolo
centrale nella formazione
perl'apprendistata
professionalizzante
• Riduzioni contributiveefiscali
• Maggior durata della formazione
per le professionalità
di carattere artigiano
? • Costo del lavoro maggiore
perilcontributo all'Aspi
s • Ritardi regionali nell'avvio
dei corsi di formazione
! • Recenti interpretazioni
del lavoro rendonoincertele
: previsioni dei contratti collettivi
per assumere apprendisti
• Risparmio del 19% dei contributi • Costi e rischio cause
• L'erogazione in azienda
per l'azienda che recede
CONEIMPRESE
LeluenESeMGl vxcur:ui ltemt:xnYI
dell'80% della formazione
• Se un giovane dimostra
per l'apprendistato
capacità superiori al livello
professionalizzante permette
d'inquadramento non può
di seguire meglio le risorse
essere promosso, a meno
CONFIMPRESE,
di dimissioni e riassunzione
e di formarle in linea
alle esigenze aziendali
• Poca chiarezza sultutor
.....................................................................................................................................................................................................................................
• Maggior rilievo assegnato
• Sarebbe stato più opportuno
fissare distinte durate massime
alle parti sociali nel definire
i contenuti dell'apprendistato
della formazione sulla base
professionalizzante
delle dimensioni aziendali,
a prescindere dal settore
di riferimento
CONFINDUSTRIA
- ..................................................................................................................................................................................................................................
• Costo del lavoro ridotto
i • Incertezza sul ruolo delle Regioni
• Introduzione del praticantato : • Meglio lasciare ai contratti,
collettivi l'individuazione dei
nell'apprendistato di alta
formazione
limiti percentuali di conferma
• Maggior ruolo assegnato
• Una maggior durata rispetto ai 36
alla contrattazione collettiva,
mesi massimi, considerati anche
CONFPROFESSIONI
soprattutto
gli sgravi contributivi, sarebbe
per il professionalizzante
stata una valida opportunità
. . . . . . . . . . . ............ . . . . . . : . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .11 .............. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. . .. . .. . . . . . . . . . . .. . . . .. . . . ............. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
• Validità dello strumento,
• I continui cambiamenti
a livello di contenuti, per
normativi creano
l'inserimento dei giovani
incertezza interpretativa
• Difficoltà gestionali,
• Positivo l'aver rafforzato
il contratto di apprendistato
soprattutto perla formazione
per la qualifica eil diploma
• Non poter assumere apprendisti
FEDERALBERGHI
perla qualifica stagionali
depotenzia lo strumento
.
Fi
FIPE
Mondo Universitario
• Maggior ruolo delle aziende
nella formazione
per l'apprendistato
professionalizzante
• Possibilità di stipulare
contratti di apprendistato
professionalizzante
su cicli stagionali
• Procedurefarraginose per
l'apprendistato di primo livello,
molte ore di formazione e poca
alternanza scuola-lavoro
• La formazione sulle competenze
di base affidata alle Regioni
perii professionalizzante
rischia di essere poco efficace
Pagina 37
ridi. Percentuali di conferma a[ 50% dal 2015
I vincoli sulle stabilizzazioni
restringono i nuovi ingressi
Alessandro Rota Porta
L'apprendistato consente ai
.datori di lavoro di avere benefici
economici consistentiin un abbattimento del carico contributivo,
in cambio dell'erogazione della
formazione. Nonostante il Testo
unico (Dlgs 167/2ou) abbia cercato dirimuovereiprincipaliostacoli che in precedenza ne avevano
rallentato l'applicazione, a frenare questo circolo che dovrebbe essere virtuoso, vì sono però una serie di fattori bloccanti e di criticità, coni quali la diffusione di questo istituto deve fare iconti.
La tipologia "professionalizzante", ad esempio, pur essendo
stata implementata dalla maggiorparte dei settori sul fino dilana dello stop allaprevigenteregolamentazione (25 aprile 2012), vive ancora di un quadro incompiuto e "raffazzonato". In alcuni ambiti contrattuali (come, ad esempio, industria e artigianato) - dove non tutti i contratti collettivi di
comparto s ono ancora intervenuti sulla materia - l'applicazione
dell'istituto è sìpossibilema difficoltosa per via della commistione tra vecchie discipline e - ove
queste non siano compatibili con
il Dlgs 167 - la disciplina di massima fissata dalle intese interconfederali, spesso scarnae generica.
Inoltre,pervia déll'assottigliarsi
deifondidestinatiall'offertaformativa pubblica erogata dalle Regioni, graveranno maggiori costi sui
datori dilavoro, in quanto comunque responsabili della formazione
Mondo Universitario
(nota del Lavoro dell3luglio 2012).
Sorte peggiore sta invece vivendo l'apprendistato per l'acquisizione del diploma la cui regolamentazione della formazione nonostante lo schema delineato
dalla Conferenza Stato-Regioni il
15 marzo scorso - è ancora ferma
al p alo p er via della mancata emanazione delle discipline regionali
(che solo in pochi territori sono
già state licenziate). Stesso destino accomuna in parte l'apprendistato di alta formazione e ricerca.
Infine, ipaletti di stabilizzazio-
L'Inps ha appena chiarito
le modalità operative
a cui le microimprese
devono attenersi per avere
l'esonero dai contributi
.........................................................................
ne minima (per le aziende con
più di lo dipendenti) introdotti
dalla legge 92/2012 (riforma Fornero) nella misura del 5o% dei
contrattidiapprendistato stipulatinell'ultimo triennio, rischieranno di bloccare la stipula di nuovi
rapporti: peraltro, l'abbattimento
della percentuale di conferma al
30% fino al 18 luglio 2015 rappresentauna "agevolazione" solo sulla carta poiché - a tale data -labase di riferimento sarà il periodo
2012-2015 e aver confermato il
30% dei rapportinel corso di questi anni non sarà sufficiente 1í per
procedere a nuove assunzioni di
apprendisti.
Altro freno, che comporterà di
fatto una decurtazione deglisgravi, sarà il contributo sul recesso
(fino a 1,5 mensilità Aspi) introdotto dalla legge 92, a partire dal
2013 e dovuto per tutte le cause di
interruzione del rapporto, diverse dalle dimissioni o dal recesso
del lavoratore.
Nell'ambito degliinterventi disposti alla materia da parte della
riforma, sono invece da apprezzare l'apertura all'allungamento del
periodo di formazione fino a cinque anniperlefigureprofessionali dell'artigianato individuate dai
Ccnl (nell'apprendistato professionalizzante) cosìcome lapossibilità di ricorrere all'apprendistato in staffleasing, grazie al correttivo operato dal Dl 83/2012 alla
legge 9a. E positiva è la circolare
128/2012 pubblicata dall'Ihps venerdì scorso (si veda Il Sole 24
Ore del 3 novembre) che rende
note sia la disciplina normativa
sia le modalità operative cui dovranno attenersi i d atoridi lavoro
che, a seguito dell'assunzione di
apprendisti, vogliono richiedere
gli sgravi previsti dalla legge di
stabilità 2012. Anche se la soluzione adottata-che arriva dopo quasi un anno - rischia ora di mettere
in difficoltà molti datori di lavoro
che sono chiamati apresentarein
tempi rapidi una dichiarazione
all'Inps per certificare il rispetto
delle regole sul "de minimic"
® RIPRODUZIONE RISERVATA.
Pagina 38
Giovani e cons
il taglio del budget
è tre- volte la media
La spesa degli under 35 è scesa del 12%
rispetto al calo generale del 4,7%
PAGINAA CURA DI
Francesca Barbieri
; a Un triplo passo indietro rispetto alla media. La battuta
d'arresto è pesante per i consumi dei giovani: sempre più in affanno ad arrivare a fine mese, le
famiglie under 35 hanno stretto
i cordoni dellaborsa, conrinuncemarcate allevociviaggi etempo libero, trasporti e comunicazione, arrivando a fare economie anche su un capitolo essenziale come le cure sanitarie.
Dall'elaborazione condotta
dal centro studi Datagiovani
per Il Sole 24 Ore emerge che in
tre anni una coppia giovane ha
tagliato -in termini reali -la sp esamediamensile dei 12% (scendendo a 2.600 euro), rispetto al
-4,7% riferito al totale delle famiglie. Quasi tre volte in meno. A
ridursi sono innanzitutto i costi
di trasporto, rivisti al ribasso di
oltreil2o%, seguitidaquellimedici (-15,4%), mobili e arredamenti (-i4D%0, casa (-10%), tempo libero e istruzione (-84%),
abbigliamento e calzature
(-o,4%). L'unico capitolo di spesa che non ha il segno meno è
quello dedicato a cibo e bevande, rimasto inalterato.
L'unione decisamente non
fa la forza per le finanze deigiovani italiani. Molto meglio restare single, almeno fino ai 35
anni. Per potersi permettere di
spendere di più in alimentari
(+5,6% in tre anni), qualche sfizio sull'arredamento (+54%) e
non toccare la spesa sanitaria
,(+2,2 per cento).
«Itrendpeggiorano drasticamente per lé coppie con un figlio - sottolinea Michele Pasqualotto, ricercatore di Datagiovani-, che tagliano quasitutto, apartire da sanità (-18%), tabacchi (-n%), svago (-10%) e
persino alimentari (-3,1%)».Allafine, non stupisce più di tanto
ilrecorditaliano del42%digiovani tra i 25 e i 34 anni residenti
ancora tra le più solide mura domestiche di mamma e papà.
Per chi prova a spicçare il volo,
invece, la condizione abitativa
Mondo Universitario
non è di certo agiata, in appartamenti di taglia small e quasi
sempre in affitto.
«Le famiglie "nature" - spiega Pasqualotto - hanno residenze che sfiorano in media i ioo
metri quadrati, le coppie con figlisi devono accontentare di circa io metri quadrati in meno,
mentre i single scendono a 70».
Ela spesanon èproprio allaportata di tutti. Per l'affitto si paga
dai 40o ai 46o.euro al mese, per
ilmutuo dai59o ai66o.I single e
le coppie configli dichiarano un
affitto medio di circa 40o euro,
che sale a circa46o nel caso delle coppie senza eredi, quelle che
scontano in misura maggiore il
gap con le famiglie italiane in genere (pagando il 25% in più al
mese). Gli oltre 46omila nuclei
giovani (i122% del totale) che
hanno, invece, stipulato un mutuo rimborsano rate medie che
INATTIVI
In Italia
i Neet costano
il 2% del Pil
Oltre i12% del PiL Èil costo dei•Neet, giovani che non
studiano né lavorano, per
l'economia italiana, calcolato
dall'agenzia europea Eurofound, in termini di mancata
partecipazione al mercato del
lavoro. In tutta Europ a la generazione degli scoraggiati ammonta a 14 milioni di persone,
circail5,5D%D degliunder25, quota che in Italia decolla al 22,7%.
Una generazione che costa allaUe oltre15o miliardi di euro
in termini di potenziale "sprecato", calcolato tenendo conto del mancato guadagno per
individui e famiglie, ma anche
dei costi pubblici, come sussidi di disoccupazione, sostegni
perla casaeperifigli.
0 RIPRODUZIONE RISERVATA
vanno dai 59o euro dei single ai
circa 66o delle coppie.
Il rischio default, in sostanza, è più forte per le famiglie
giovani: una su cinque si è trovata almeno una volta nell'ultimo anno in arretrato conlebollette (più del doppio della medianazionale) e i117%nelpagamento di canoni di affitto o rate delmutuo. Quasi la metà delle coppie con figli, poi, non riesce afar fronte a spese impreviste con risorse proprie, rispetto al 33% del totale.
«In manc anza7di solide p olitiche che favoriscano il passaggio alla condizione adulta- commenta Egidio Riva, ricercatore
in sociologia dell'Università
Cattolica di Milano - si rischia
una drammatica contrazione
delle chance dei giovani, che faticano sempre di più a conquistare la propria indipendenza e soprattutto a governare il proprio
progetto di vita».
La causa principale di questa "precarietà" è da rintracciare, secondo gli esperti, nelle maggiori difficoltà lavorative che colpiscono le nuove
generazioni.
«Un tasso di disoccupazione
oltre il 35% - osserva Maurizio
Del Conte, docente di diritto
dellavoro allaBocconi-è lapeggiore ipoteca allaripresa economica del Paese. Quando-si arriva a questi livelli, la disoccupazione non è più un effetto della
congiuntura sfavorevole, ma ne
diventa la causa, con ripercussioni negative sulla capacità di
spesa e di risparmio».
Gli fa eco Daniela Del Boca,
ordinario di economia politica
all'Università di Torino: «L'incertezzasullavoro, con contratti più flessibili rispetto al passato e stipendi bassi, ha portato i
giovani a ridurre i consumi. Eppure, come dimostrano le statistiche, pur di lavorare viene accettato sempre più spesso un
impiego al di sotto dei propri livelli di formazione».
[email protected]
O RIPRDDUZIDNE RISERVATA
Pagina 39
Il gap rispetto agli adulti
Variazione percentuale 2008 - 2011 della spesa media mensile familiare per capitolo di spesa
Single under 35
Alimentari
e bevande
t_` Coppia senza figli under 35
Abbigliamento
Abitazione
+5,6
Totale famiglie
Arredamenti
ecc.
Sanità
Trasporti
Tempo libero
e istruzione
Altre spese
Totale
-4,3 -22,1
-7.,8 -8,4
-12,8 -16,2
-3,2 12,0
+2,2
+5,4
0,0
-11,9 -0,4
747 J 4.t.,°
-15,4
-14,3
1,7 10,1
-r0,9
Nota: la variazione percentuale della spesa media è stata calcolata rivalutando la spesa 2008 al 2011
applicando l'indice dei prezzi al consumo FOI (famiglie di operai ed impiegati) per il periodo corrispondente
rl
Tasso di disoccupazione . Settembre 2011 - Settembre 2012 . Dati destagionalizzati , valori %
2011 2012
------.---------------------------------------------- ------------ -------------
40
Disoccupazione under 25
-------------------
35 ----------------------------------------------
-----
Gli over educated sono
i laureati, tra i 25 e i 34
anni, e i diplomati,
tra i 20 e i 24 anni,
impiegati in mansioni
poco qualificate
MASCHI
Ott I Nov •I Dic I Gen I Feb I Mar I Apr I Mag
Giu I Lug I Ago
21,6%
FE ' MINE
.
}} M
3OE4
Indicatori di disagio economico per motivo del disagio e tipologia familiare. Dati in %
Single under 35
: Coppia senza figli under 35
21 Coppia con figli under 35
Totale famiglie italiane
In arretrato
con le bollette
In arretrato
con l'affitto
o il mutuo
In arretrato
con`altri debiti
(diversi dal mutuo)
Giudica pesanti
gli oneri
per l'abitazione
Non può fare fronte
a spese impreviste*
Non può permettersi
una settimana
di vacanza '
8,6 10,6 19,7
12,2 10,6 16,8
13,1 17,4 16,9
39,1 38,3 46,9
44,3 34,9 47,5
35,8 30,1 45,7
*Di un ammontare approssimativo di 750 euro con spese proprie
Nota: i dati sul disagio economico sono riferiti agli ultimi microdati Istafdisponibili (2010)
Mondo Universitario
Fonte: Elaborazione Datagiovani su datiIstat
Pagina 40
-+ ii NOI E GLI ALTRI
La disoccupazione giovanile
.11
W
ITALIA
GERMANIA
01
FRANCIA
35,1%
8%
25,7%
Tra i 15-24enni le persone in cerca
di lavoro sono 608mila, il 10,1%
della popolazione in questa fascia
d'età. Iltasso di disoccupazione
dei 15-24enni, cioè l'incidenza dei
disoccupati sul totale di quelli
occupati o in cerca di impiego, è
pari a135,1%, in aumento di 1,3
punti percentuali rispetto al mese
precedentee di 4,7 punti nel
confronto tendenziale . 11 nostro
Paese ha anche un alto livello di
Neet, giovani che non studiano e
non lavorano, pari a122,7%
secondo Eurofound , e checostano
all'economia oltre 112% dei Pil
Secondo l'ultima rilevazione di
Eurostat, è cresciuto per il settimo
meseconsecutivoil numero di
disoccupati in Germania, a
conferma di una maggiore
vulnerabilità alla crisi anche della
più importante economia
delt'Eurozona . Ma iltasso di
disoccupazione giovanile è rimasto
sostanzialmente invariato,pari
all'8%a settembre2012 (stesso
dato registrato ad agosto), rispetto
all'8,3% dei settembre 2011. A
livello complessivo la
disoccupazione maschile è al 5,6%,
mentre quella femminile è al5,1%
In Francia il tasso di
disoccupazione giovanile è
aumentato di oltre tre punti
nel giro di un anno (dal22,2%
dei settembre 2011 al25,7%
del 2012). Il Governo punta a
contrastare la disoccupazione
giovanile con un piano perla
creazione di loomila nuovi
posti di lavoro nelle zone più
disagiate e la creazione di
2mila contratti a tempo
indeterminato da Ila fine di
quest'anno . Previsti inoltre
lOmila nuovi posti perii
servizio civile degli under25
t
SPAGNA
OLANDA
GRAN BRETAGNA
54,2%
9,7%
20,4%
Assieme alla Grecia, la Spagna
detieneil record della più alta
disoccupazione giovanile in
Europa. A settembre oltre la metà
dei giovani iberici (54,2%)
risultava alla ricerca di un lavoro,
rispetto al 47,8% dei 12 mesi
precedenti . A livello generale il
tasso di disoccupazione è pari al
25,8% (25,6% tra gli uomini e
26,1% tra le donne). Nella
manovra finanziaria di Madrid per
il2013 spicca il taglio dei sussidi
di disoccupazione , che limitano la
durata a un massimo di sei mesi
Trai Paesi virtuosi sul fronte del
mercato del lavoro giovanile si
distinguono i Paesi Bassi, che
registrano il 9,7% di
disoccupazione dei lavoratori
u nder 25, il secondo livello più
basso in Europa . Da evidenziare
però la crescita di quasi due punti
percentuali del tasso di
disoccupazione giovanile
nell'arco di un anno (nel settembre
2011 era pari all'8%).L'Olanda è
anche lo Stato europeo con il
minore tasso di Neet tra gli under
30, parial5,5%
In Gran Bretagna un giovane
su cinque è senza lavoro
(ultimo dato Eurostat a luglio
di quest'anno). Il trend dei
disoccupati under 25 è
comunque in calo rispetto al
2011: a settembre dello
scorso anno il tasso di
disoccupazione giovanile era
al 22,1 per cento . Il tasso di
disoccupazione generale è
molto più basso e si attesta
intorno all'8%, con le donne
«in vantaggio» sugli uomini
(7,3% contro 8,4%)
Mondo Universitario
Pagina 41
ALLO IULM
Economia
della
conoscenza
Domani
all'Università
Iulm di Milano si
terrà un convegno
sul tema
dell'«economia
della conoscenza»
e del ruolo delle
Fondazioni
universitarie in
proposito. Fra i
relatori, oltre al
rettore
dell'ateneo, il
professor
Giovanni Puglisi,
ci saranno anche
il professor Luigi
Nicolais,
presidente del
Consiglio
nazionale delle
Ricerche, il
professor Angelo
Miglietta del Crt,
Gianluca Garbi,
amministratore
delegato della
Banca Sistema, il
professor
Salvatore
Carrubba,
vicepresidente
della Fondazione
Iulm. Diversi gli
argomenti e i
punti di vista che
si affronteranno
nel corso della
giornata: dalla
collaborazione tra
università e
impresa, con un
occhio alle
esperienze
internazionali, al
rapporto
complementare
tra fondazioni e
finanza.
Mondo Universitario
Pagina 42
Le particelle
si autoassemblano
Un team di scienziati della New
York University e di Harvard
ha creato nuovi tipi di particelle,
i/iooesimo di diametro
di un capello umano, che si
assemblano spontaneamente in
strutture simili a molecole. Il
metodo, descritto su «Nature»,
si ispira alla natura: come
i chimici hanno un'intera tabella
periodica degli atomi tra cui
scegliere quando sintetizzano
molecole e cristalli, così è stato
sviluppato un "set di costruzione"
simile per realizzazione reticoli
colloidali con pochi legami
direzionali, tipici dei materiali
avanzati. Il trucco sta nell'aver
usato filamenti di Dna,
come "estremità appiccicose" a
cui le patch di particelle possono
aderire. Così colloidi con
proprietà differenti, come
dimensione, colore, funzionalità
chimica o conducibilità elettrica,
potrebbero servire per
costruire cristalli fotonici
per display- ottici o chip per
computer.
Mondo Universitario
Pagina 43
Il Dna al sicuro?
Ora c'è un'app
Con i prezzi per sequenziare il
genoma in rapida diminuzione l'azienda 23&Me di Mountain
Vie« è in grado di fornire la
lettura del genoma a soli 299
dollari - un'app per smarthphone
per portare con sè una copia
criptata del proprio Dna non è
una cosa così futuristica come
potrebbe sembrare. L'idea alla
base di Genodroid, progetto di
crittografia di Emiliano De
Cristofaro, del laboratorio Xerox
Parc a Palo Alto, in California, e
proprio quella di indagare come
la gente potrà trasportare in
sicurezza le informazioni
genetiche.
Mondo Universitario
Pagina 44
I nuovi robot
che escono
dai laboratori
Automi, umanoidi, interfaccia cervello-computer:
avanza una generazione di apparati al servizio
dell'uomo, negli ospedali, nell'industria, nelle case
di Giuseppe Caravita
esoscheletro dell'Ekso Bionics viene indossato dal disabile con l'aiuto di un tecnico di riabilitazione
dell'Istituto Prosperius Tiberino di Umbertide (Perugia). Il sistema
lo aiuta ad alzarsi. Comincia il suo percorso di riappropriazione dei passi, aiutati
dai motori, dall'armatura e dai sensori
del robot. Oggi i maggiori 14 centri di ria-
Con una stima di 4 milioni
di macchine vendute nel 2012,
il mercato cresce a ritmi del 10%
bilitazione motoria, in non più di due anni, hanno adottato la tecnologia Ekso, un
tempo riservata alle ricerche militari.
Questo è solo un esempio della nuova
robotica. Fino a un paio di anni fa, infatti, era un mondo piuttosto piccolo, per
addetti ai lavori, scuole e gruppi universitari che mettevano in mostra i loro prototipi. A ruote, zampe, telecamere e
ovunque fili.
Mondo Universitario
Oggi però la robotica evoluta, umanoide e di servizio, sta rapidamente crescendo. Secondo il World Robotics 2012, dai
2,5 milioni di robot di servizio venduti
nel 2011 si passerà a una media di quattro
milioni all'anno, dal 2012 al 2015. Con
una crescita, nonostante la crisi globale,
rilevata allo per cento.
Robot personali, nei servizi, negli
ospedali. Uno spaccato emergente visibile tra i 66 espositori (raddoppiati) che terranno banco a Robotica 2012 alla Fiera
di Milano dal? al9 novembre. Un evento
passato da pochi stand tre anni fa, a punto di ritrovo di 56 produttori italiani (tra
cui i big dei robot industriali) e sette atenei, oltre alla Scuola Sant'Anna di Pisa e
all'Istituto italiano di tecnologia di Genova che si presenterà con iCub, il robot androide. Un convegno ospiterà il 9 novembre Daisuke Kurabayashi, del Tokyo Institute of Technology, uno dei massimi
esperti al mondo di robotica, impegnato
sulla traduzione di stimoli neurali in comandi robotici. Ci saranno infine varie
dimostrazioni dal vivo, compreso l'esoscheletro Ekso.
La frontiera si sta muovendo in particolare nella robotica connessa all'uomo.
Ne è un esempio brain computer interface (Bci) il prototipo dell'Università di Trieste che, da una cuffia a sensori, decodi-
fica i segnali del cervello e li traduce in
comandi per un computer, che è quindi
letteralmente comandato dal pensiero.
E questo vale per qualsiasi oggetto, compresa una sedia e rotelle.
Dalla ricerca all'industria. Come il nuovo robot della Loccioni, Modibot. Un robot mobile, dotato di braccio, a misura
della diagnostica industriale e dei test
delle macchine. A differenza di stazioni
fisse, il nuovo robot assicura maggiore
flessibilità, insieme all'accuratezza delle procedure di test. I robot autonomi entrano nelle fabbriche, ma anche in volo e
sott'acqua. Come il Minirov dell'Università delle Marche, doppio sottomarino
che può operare fino a 300 metri e inviare mappe sottomarine immediatamente
utilizzabili. E le "bolle aeree" di Eye Sky,
startup bolognese, che ha messo a punto
dei piccoli droni capaci di volare in circolo e di realizzare immagini a 360 gradi,
mediante un software di integrazione
dei singoli scatti. Una super-foto aerea
realizzata grazie all'intelligenza interna
al drone.
Robotica 2012 passerà il testimone a
Makers Italy, l'evento dedicato al mondo
dei makers, dei creativi digitali e tecnologici (in programma dal 9 all'U novembre).
Pagina 45
Indossabile . A Robotica 2012
sarà presentata l'ultima
versione di Ekso,
l'esoscheletro utilizzato per
la riabilitazione di pazienti
con problemi motori. Ekso
Bionics, azienda americana,
ha introdotto opzioni che
consentono ai pazienti di
gestire con maggiore
autonomia e controllo
l'esoscheletro, progredendo
gradualmente
PAROLA CHIAVE
Brain computer
interface
Un'interfaccia neuale, nota anche come
brain-computer interface (bci) e un
mezzodI coil unicazionetrauli ce rve lIo e
in dispositivo esterno q_i ile A esempio
un computer N elle classiche bci
rnono-direzionali, i l dispositivo esterno
riceve comandi da segnali derivanti
dall'attività, cerebi ale, q_i ili ad esempio il
segnale elettroencefalografico
LA MANIFESTAZIONE
Milano. Si svolgerà dal 7 al 9 novembre,
Robotica 2012, la fiera internazionale della
robotica umanoide e di servizio.
Parteciperanno 66 espositori, di cui 56
italiani e 10 esteri. Presenti importanti
atenei, grandi nomi della ricerca (Enea, lit,
Scuola Superiore Sant'Anna) e prestigiosi
marchi (Abb, Comau, Kuka Roboter Italia,
Loccioni, Schunk, Aldebaran, Arduino,
Euroa, VIS Lab). Seguirà Makers Italy (dal 9
all'11 novembre).
Mondo Universitario
Pagina 46
POLITECNICO DI TORINO / Tutte le nuove iniziative del Diati
i
fiuti
-
nostre
®•
;`
All appuntamento riminese il dipartimento presenterà 3 progetti
ttenere dai rifiuti nuove
0 risorse per il miglioramento della qualità dei prodotti. È questo l'obiettivo del
gruppo di ricerca del Diati
(dipartimento di ingegneria
dell'ambiente, del territorio
e delle infrastrutture) di cui
fanno parte Mariachiara Zanetti e Giuseppe Genon, professori del Politecnico di Torino, con Silvia Fiore, Barbara
Ruffino e Franco Marchese.
Diati a Ecomondo 2012 presenterà tre progetti, il primo
dei quali consiste nella Digestione anaerobica di frazioni
organiche di rifiuto perla produzione di energia e/o il riutilizzo del residuo di digestione
(digestato). È stato organizzato un convegno perla presentazione dello stato dell'arte e
dei risultati più avanzati a livello nazionale delle ricerche
realizzate su queste tematiche. In particolare il gruppo
del Diati presenta i risultati
ottenuti nell'ambito della collaborazione con Università di
Torino, Amiat e Regione Piemonte.
Un altro incontro riguarderà
il fluff (residuo di frantumazione degli autoveicoli) per
uno scambio di esperienze
a livello nazionale su questa
tematica. La normativa eu-
Mondo Universitario
Mariachiara
Zanetti,
professore
ordinario
direttore Diati
ropea infatti obbliga gli stati
membri a raggiungere un recupero delle frazioni utili dai
veicoli dismessi pari all'85%.
Per questo in Italia è nato il
network Grida (a cui appartengono oltre al Politecnico
,di Torino diverse università
italiane come Bologna, Padova, Roma e Catania) per
ottimizzare la gestione dei
residui provenienti dalla demolizione degli autoveicoli
ai sensi della vigente e futura
normativa. È prevista quindi
la presentazione dei risultati
ottenuti in modo congiunto
dal gruppo di ricerca e dai
ricercatori del gruppo Strade,
sempre del Diati, che fa riferimento a Ezio Santagata in
relazione all'utilizzo del polverino proveniente da pneumatici fuori uso nelle pavimentazioni stradali.
In tale ambito l'attività di
ricerca e applicativa è stata
svolta in collaborazione con
Ecopneus e Provincia di Torino. A Ecomondo 2012 saranno infine presentati i risultati
in itinere del progetto di ricerca Tyrec4life finanziato dalla
Comunità Europea.
Pagina 47
UNIVERSITÀ DI BARI / Il progetto Voc and Odor è finanziato dalla Regione Puglia
Dr
Altamente specializzato, è dotato di sistemi fissi e mobili per il monitoraggio dei composti organici volatili
frumenti particolarmente
S sofisticati e laboratori di
ultima generazione permettono al Mezzogiorno di guadagnarsi il primato in termini
di ricerca scientifica. È quanto accade all'Università degli
Studi di Bari, con il progetto
Voc and. Odor: "Valutazione
delle emissioni di composti
organici volatili e degli impatti
odorigeni prodotti dai nuovi
materiali e dalle nuove tecnologie per i sistemi produttivi':
Nella sfera di questo progetto,
finanziato dalla Regione Puglia nell'ambito dell'accordo di
programma quadro "Ricerca
Scientifica'- Reti di laboratori
pubblici di ricerca, il laboratorio di Sostenibilità ambientale del dipartimento di
Chimica dell'università barese
ha progettato e realizzato un
laboratorio mobile altamente
specializzato, dotato di sistemi
fissi e mobili per il monitoraggio strumentale e sensoriale
di Composti organici volatili
(Voc) emessi in ambienti indoor, da attività industriali
e da traffico. Ovvero, ricerca
scientifica all'avanguardia con
un obiettivo focalizzato: valutare oltre il rischio per la salute anche l'impatto osmogeno
Mondo Universitario
prodotto dalle sorgenti indagate. Non per nulla, il laboratorio della Aldo Moro rappresenta una realtà unica a livello
nazionale e internazionale.
Ne parla direttamente il responsabile scientifico Gianluigi de Gennaro: ' Lémissione
di Voc, generalmente provenienti da materiali, da attività
industriali, nonché da traffico
autoveicolare, può rappresentare-causa di patologie acute
e croniche per la popolazione esposta, al di là dellessere
causa di molestia derivante
dal cattivo odore. La dotazione strumentale presente
all'interno del laboratorio
mobile permette di effettuare
una valutazione complessiva
dellemissione di Voc coniugando l'aspetto di caratterizzazione analitica con la percezione sensoriale associata
allodore emesso':
Il progetto si distingue per alcuni punti sostanziali, soprattutto la peculiarità del mezzo
mobile risiede nella possibilità
di poter trasportare in siti di
particolare interesse un equipaggiamento strumentale assolutamente sofisticato, senza
rinunciare alle elevate prestazioni di un laboratorio fisso.
Si tratta di strumentazioni
all'avanguardia. Il laboratorio
mobile - continua il responsabile scientifico - ospita una
camera di misura olfattometrica dotata di un olfattometro
a otto postazioni progettato
apposta per la determinazione
direttamente in campo delle
concentrazioni odorigene di
campioni gassosi mediante
olfattometria dinamica, metodologia sensoriale che impiega
valutatori umani per la determinazione oggettiva della molestia olfattiva secondo la normativa Uni En 13725/2004.
Tale configurazione è ad alto
contenuto innovativo e consente di effettuare per la prima
volta indagini olfattometriche
in situ con 8 rinoanalisti". In
più, le otto postazioni a disposizione del panel per l'analisi
sensoriale permettono di migliorare l'accuratezza della misura, rispondendo in maniera
più adeguata alla normativa di
riferimento.
Si va ancora oltre, perché il
laboratorio mobile ospita anche un sistema integrato di
Gascromatografia (GCxGC),
Olfattometria (Odp), Spettrometria di massa a elevata
risoluzione temporale (Qqq)
per la caratterizzazione dei
Voc, completo di attrezzatura
e accessori per il campionamento. "Tale sistema analitico
consente di effettuare la caratterizzazione di un gran numero di Voc, molto superiore
a quello che generalmente si
può acquisire con le metodologie convenzionali, al fine di
ottenere profili di emissione
tipici della sorgente emissiva
indagata; conclude il professore de Gennaro.
Il laboratorio, che rimane
dunque una realtà d'eccellenza su scala nazionale e
internazionale, è peraltro
equipaggiato con una camera
controllata per la determinazione delle emissioni provenienti da materiali. Tutto a
testimoniare che si è davanti
non solo al primo sistema
mobile per la caratterizzazione spinta di miscele odorigene e più complessivamente
di Voc ma, senza timori di
essere smentiti , anche al più
attrezzato e completo laboratorio di ricerca scientifica
che sia mai stato realizzato in
questo ambito.
Pagina 48
SPIN-PET / La società spin-off dell'Università di Pisa partecipa a Supertex
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Nella ricerca si utilizzano materiali a base di Pet nel tessile tecnico
Dalla filiera del riciclo
agli arredi di interni e
non solo: Spin-PET, società
spin-off dell'Università di Pisa, sta partecipando, ássieme
ad altri partner industriali, al
progetto europeo Supertex. Il
progetto mira a valorizzare
materiali a base di Pet di riciclo (da raccolta differenziata
urbana e da scarti industriali)
nel tessile tecnico. In sostanza
dal Pet, anche misto a polietilene, si ricaveranno filamenti
adatti a produrre tessuti per il
settore degli arredi di interni
e per autoveicoli. I risultati di
tale progetto saranno presen-
Mondo Universitario
tati in un convegno ad Eco- - e post-industriali,, dal settomondo 2012.
re automotive e da rifiuti di
Spin-PET, nello specifico, è apparecchiature
elettriche
una società attiva nella ricerca ed elettroniche (Raee), oltre
e sviluppo di nuovi materiali
all'impiego di plastiche bioplastici, a partire soprattutto
degradabili.
da plastiche post-consumo o
Prototipi in materiale tecnoplastiche e materiali da fonti plastico per applicazioni nel
rinnovabili, con particolare settore automotive, robotica,
attenzione alla sostenibilità
domotica, elettrodomestici,
ambientale. In partnership carrelli-spesa e protezioni
con aziende, realtà italiane, ' sportive sono stati ottenuti a
belghe e spagnole, laboratori partire da Pet post- consumo
universitari e del Cnr (Consi-_ e post-industriale (scaglie da
glio Nazionale delle Ricerche)
bottiglie e vaschette alimensviluppa propri progetti centari), reso idoneo allo stamtrati sul riutilizzo di plastiche paggio ad iniezione ed alla
da imballaggi post-consumo estrusione in lastre termoformabili.
Spin-PET assiste, con opportune sperimentazioni e indagine di laboratorio , le aziende
che vogliono valorizzare scarti plastici o vogliono sostituire plastiche vergini con plastiEsempi
che recuperate o bioplastiche
di possibile
da fonti rinnovabili per speriutilizzo
cifiche applicazioni. Molte le
del materiale
tipologie di sperimentazione
a base
offerte: dalla determinazione
di Pet
della composizione e propriedi riciclo
tà dei materiali plastici, anche
eterogenei, alla messa a punto di formulazioni plastiche
idonee per specifiche applicazioni, sulla base dei necessari
requisiti tecnici e in linea con
le normative del settore.
Pagina 49
UNIVERSITÀ DI MESSINA / Le attività dei dipartimenti di Ingegneria
Innovazione nelle ricerche ari
I rifiuti sono la base per la fornitura di materie prime secondarie
C ontinua a crescere. l'attenzione verso attività produttive orientate alla razionalizzazione delle risorse naturali,
stimolata peraltro dal supporto
della florida attività legislativa
degli ultimi decenni. È in questo contesto che si inserisce il riciclo dei rifiuti, sia in termini di
risparmio di materie prime e di
energia che per l'avvio di nuove
attività produttive che vedono i
rifiuti come base per la fornitura di materie prime secondarie.
La valorizzazione dei rifiuti urbani e speciali tramite appropriate tecnologie finalizzate al
recupero dei componenti utili
contenuti in essi rappresenta
oggi un importante tassello
nell'ottica dellécoefficienza globale. Deciso in tal senso l'impegno della ricerca scientifica.
È il caso dell'Università degli
Studi di Messina, nello specifico del dipartimento di Ingegneria elettronica, chimica e
Ingegneria industriale , dove la
professoressa Patrizia Primerano da anni porta avantiricerche
innovative su diverse tematiche
ambientali. Tra queste, è particolarmente attiva da anni nella
valorizzazione dei rifiuti prodotti da attività civili (vetro) e
industriali (ceneri di petrolio).
Ed ecco, tra le sperimentazioni,
che riguarda il vetro, nel segno
dell'innovazione nel riciclo di
questo materiale, che va molto
oltre quanto finora è stato fatto,
laddove l'innovazione appunto
passa dallo studio di procedimenti all'avanguardia. Si punta
a produrre qualcosa dal valore
aggiunto, con sbocco commerciale, che concorre, nello stesso
tempo, a diminuire la quantità
di rifiuto da portare alla discarica. "Mi sono interessata da
tempo dell'ottimizzazione di
trattamenti estrattivi della silice
dal vetro post uso di colore misto, non vincolati alle specifiche
stringenti di colore richieste dal
riciclo alla fornace - afferma
la professoressa Primerano -,
finalizzati alla produzione di
silicati di sodio. I vari campi
di impiego del silicato di sodio
prodotto possono consentirne l'assorbimento e dar vita ad
attività produttive in grado di
evitare gli esuberi da conferire
in discarica. Il residuo solido
inestratto che rimane dai trattamefiti del vetro ha potenzialità di utilizzo nel campo degli
adsorbenti di cui si parlerà a
Ecomondo':
Al momento, la docente
dell'Università di Messina sta
continuando a lavorare anche
sulle ceneri di petrolio con la
finalità di accompagnare l'estrazione dei metalli pregiati. con
l'utilizzp della frazione carboniosa residua. Insomma, la bellezza della ricerca sta proprio in
questo, nell'essere in continua
evoluzione e nel regalare risultati fino a pochi anni fa impensabili.
La prof.
Patrizia
Primerano
nn rianrnan lnvnrn eli rirnrrn
Mondo Universitario
Pagina 50
NTO D @
Paolo Rigotti
responsabile del Centro trapianti rene
e pancreas dell'Azienda
ospedaliera-universitaria di Padova
e presidente di Nord Italia Transplant
Uno dei fenomeni più rilevanti degli ultimi
anni nell'attività di trapianto di organi è l'aumento dell'età dei donatori. Negli ultimi due
anni, nell'ambito del Nord Italia Transplant
(Nit), i donatori di età superiore ai 60 anni
sono stati maggiori di quelli di età inferiore
ai 60. Con l'avanzare dell'età, però, gli organi si deteriorano progressivamente. Così,
per ovviare alla riduzione di capacità funzionale dell'organo, si trapiantano entrambi i
reni di un donatore anziano nel paziente ricevente.
È intuitivo che due reni, anche se non perfetti, trapiantati insieme offrono una capacità
funzionale complessiva superiore a quella di
un rene singolo, per quanto in ottime condizioni.
Questa metodica viene utilizzata nel caso.di
riceventi anziani, in modo da mantenere una
corrispondenza tra l'età del donatore e quella del ricevente.
È per questo che capita che i pazienti anziani
vadano paradossalmente incontro a una minore lista di attesa rispetto ai giovani.
Questa tecnica è stata introdotta in Italia da
Giuseppe Remuzzi, nefrologo di Bergamo,
Mondo Universitario
e si è sviluppata oggi.in alcuni centri, tra cui,
oltre a quello di Padova, anche quelli di Genova, Varese, Verona e Udine.
Negli ultimi dieci anni in Italia sono stati effettuati circa mille trapianti di questo tipo,
di cui quasi 200 a Padova.
Vari i parametri da considerare per
giungere alla decisione clinica di effettuare un trapianto doppio: biopsia,
parametro di funzione renale, valutazione macroscopica dei reni.
La procedura chirurgica che
consente di effettuare un trapianto di rene doppio è leggermente più complessa rispetto a quella del trapianto singolo. In particolare, due possono essere i modi di collocare
i reni nell'organismo ricevente:
un organo a destra e uno a sinistra nella parte inferiore dell'addome;
entrambi dallo stesso lato.
II vantaggio di quest'ultima collocazione,
che è preferibile, è quello di poter effettuare
un'unica incisione. In generale, questo tipo
di intervento non comporta rischi aggiuntivi
rispetto al trapianto singolo, ma ha una durata di circa un'ora e mezza in più.
I risultati sono comunque sôddisfacenti: secondo il Nit, la sopravvivenza e la funzionalità
dei reni doppi sono sovrapponibili a quelli
del trapianto standard singolo.
I reni
I reni sono organi parenchimatosi escretori dei vertebrati. Insieme alle vie urinarie costituiscono l'apparato urinario, che filtra dal sangue i prodotti di
scarto del metabolismo e li espelle tramite l'urina. II settore della medicina che studia i
reni e le loro malattie è chiamato nefrologia. Gli antichi agopuntori li definivano l'inizio e la fine della vita. Il loro compito principale è quello di mantenere il corretto equilibrio idro-salino nell'organismo, nonché di assicurare ogni
giorno, per mezzo delle loro unità
funzionali, i nefroni, una costante
depurazione dei circa 150-170 litri
di sangue che, circolando, pervengono loro dalle arterie renali, sangue che poi, liberato di materiali di
scarto e di liquidi in eccesso, passa
nelle vene renali.
FISIOLOGIA
I reni non hanno solo il compito, tramite i nefroni,
di eliminare i prodotti di scarto del catabolismo
azotato e i prodotti tossici che vi giungono, ma
anche quello di regolare il volume dei liquido extracellulare e quindi il contenuto idrico dell'organismo e poi di regolare il 'pH ematico tramite riassorbimento ed eliminazione di bicarbonato HCO3-, hanno anche importanti funzioni endocrine,
secernendo diversi ormoni ad azione sistemica
(quali renina ed eritropoietina) ed attivando il calcitriolo.
Pagina 51
LA STRUTTURA
I reni sono due organi retroperitoneali simili a
due grosse fave di colore bruno -rossastro, posti
subito a lato della colonna vertebrale. Ogni rene
da un polo all'altro misura circa 12 cm di
lunghezza , 6 cm di larghezza e 3 cm anteroposteriormente, con il rene sinistro
tendenzialmente più lungo del destro di 1-1,5
cm, anche se i due reni possono risultare di
dimensioni molto simili, il loro peso è variabile,
mediamente circa 150 g negli uomini e 135 g
nelle donne. Normalmente non sono palpabili. Il
rene destro è posto leggermente più in basso
del sinistro a causa dell'ingombro del fegato ed
è leggermente più corto e tozzo , il sinistro più
allungato e leggermente più piatto. L'asse
longitudinale di un rene è infero-laterale,
mentre quello trasversale è postero -laterale,
così che si distinguono due facce, una anterolaterale e una postero -mediale.
Nell'ilo dei reni, localizzato presso il suo
margine mediate, penetrano i vasi di maggior
calibro diretti a quest ' organo, l'arteria renale e
la vena renale, rispettivamente, ramo dell'aorta
e affluente della vena cava inferiore, vasi
linfatici e nervi.
Mondo Universitario
Pagina 52
Per uscire dalla crisi
boom di iscrizioni
negli istituti tecnici
Per la prima volta da anni meno studenti scelgono i licei
Il mercato approva. Ma quali sono gli indirizzi migliori?
FLAVIA AMABILE
ROMA
sionali. Quest'anno, per la prima volta da anni, gli studenti di
queste discipline sono in auavvocato? Vuol
mento rispetto ai licei. Ad aver
dire condannarsi
scelto dopo la terza media
ad un futuro preun'opzione diversa dai licei socario negli studi
no stati 1'1,5% in più negli istitudei grandi proti professionali e lo 0,4% in più
fessionisti. Il medico? Innannei tecnici. Sono un esercito di
zitutto bisogna superare i test
un milione e 420mila studenti,
per entrare nelle università e
pari al 53,4% del totale. D'altra
poi dopo anni ed anni di stuparte se traduciamo le scelte
dio e specializzazione si ridelle singole famiglie degli ultischia di commettere un erromi anni in cifre nazionali ottere e vedersi rovinare la vita da
niamo un quadro non brillante:
una denuncia con risarcimenil 23% dei ragazzi tra i 15 e i 29
to danni. Vuoi mettere, inveanni non studia, non lavora,
ce, il tecnico superspecializnon fa nulla. E il tasso di disperzato? Le aziende ne hanno un
sione scolastica è il 18%, molto
bisogno urgente, ne mancano
lontano dall'obiettivo 2020 di
circa 100 mila,
una percentuale
nonostante la
NUMER I D I SASTROS I inferiore al 10%,
crisi e una dianche dalla
Oggi i123% dei giovani ma
soccupazione
media europea
frai15ei29anni del 13,5%.
dai ritmi incalnon studia né lavora
«Di
sicuro
zanti.
Ormai la renell'aumento
altà è questa, gli italiani si illudelle iscrizioni ai tecnici incidono sempre di meno e con
de il momento di crisi econospirito pragmatico ricominmica - spiega il sottosegretaciano ad iscrivere i loro figli
rio all'Istruzione, Elena Ugoliagli istituti tecnici e profesni - Le famiglie si interrogano
Mondo Universitario
su quale scelta possa essere
più adatta a trovare un'occupazione. E gli istituti tecnici e
professionali possono essere
la risposta giusta. Ma sta cambiando anche il clima culturale. Si inizia a dire di nuovo che
il lavoro, la capacità di costruire, di fare e di innovare sono il
valore che ha fatto grande il
nostro Paese e che questo valore non si deve perdere».
I nuovi iscritti hanno scelto
soprattutto il settore prettamente tecnologico, come Meccanica meccatronica ed energia, Informatica e telecomunicazione, Chimica, materiali e
biotecnologie, mentre nell'ambito degli Istituti Professionali si registra un notevole
aumento degli studenti iscritti specialmente
nel settore servizi, e in particolare l'indirizzo
alberghiero.
Il futuro della
scuola è questo,
insomma. L'aveva capito già
Mariastella Gelmini: quando
era ministro dell'Istruzione
aveva fatto approvare un
riordino della scuola secon-
daria che assegna a professionali e tecnici un ruolo più
rispettoso dei nuovi tempi.
Prevede settori e indirizzi che
permettono una scelta precisa e concreta,
dall'enogastronomia alle produzioni industriali per i professionali, alla
grafica e al sistema moda per i tecnici.
Dal prossimo anno saranno
pienamente operative le linee
guida varate un mese e mezzo
fa, a distanza di cinque anni
Pagina 53
dalle precedenti mai applicate.
ruolo agli Istituti Tecnici SupeSi costituiscono sul territorio i
riori (Its) quali scuole speciali
Poli tecnico professionali, come
di tecnologia che devono rireti tra istituti tecnici e professpondere a rigorosi standard
sionali, centri di formazione
per l'accesso ai contribuiti del
professionale acMinistero delcreditati e iml'Istruzione e per
NOVITÀ
prese, legati atil riconoscimenSul territorio nascono to
traverso i settori
del Diploma di
ipoli tecnici legati Tecnico Superiocomuni, le filiere
alle filiere produttive re. «È l'unica
produttive delle
eccellenze delstrada per fornil'industria italiana.
re una prospettiva occupazioViene rafforzata l'istruzione
nale agli studenti», spiega Eletecnica superiore, quella che
na Ugolini. Il ministero, però, a
viene impartita dopo il diploquesto punto ha fatto la propria
ma. Si assegna più autonomia e
parte. Ora tocca alle Regioni.
Le iscrizioni agli istituti professionali
(SU 100 DOMANDE DI ISCRIZIONE ALLA CLASSE PRIMA - anno scolastico 2012-2013)
Settore Servizi
Enogastronomia
I
e ospitalità
alberghiera
It
J)1
Settore Servizi
Servizi
-qoh•,w
Socio-sanitari
12°A
o
/_0_\
Servizi per
l'agricoltura
e lo svilu pp o
rurale
I
Settore IndustriaArtigianato
Manutenzione ti
e assistenza tecnica
14%
CennmfflnLA STAMPA
Le iscrizioni agli istituti tecnici
(SU 100 DOMANDE DI ISCRIZIONE ALLA CLASSE PRIMA - anno scolastico 2012-2013)
Settore Economico
Amministrazione Finanze
e Marketing
Settore
Tecnologico
Informatica 42
Meccanica 4N
meccatronica
0
9%
E Costruzioni
31%
Settore
Tecnologico
_ El ett r
w° 10%
Mondo Universitario
Chimica
6%
Agraria
41 5%-
Pagina 54
I casi vincenti settore per settore
I
Il birrificio
A Como il prof A Gallarate
si lavora
degli studenti è un artigiano si riparano
gli aeroplani
perla Ducati di Torino
del legno
A Bologna
G
li studenti che vogliono
specializzarsi nella filiera meccanica hanno a
disposizione istituti in tutt'Italia. Per l'aerospaziale si può andare a Maddaloni, in provincia
di Caserta. Il centro di formazione «Villaggio dei Ragazzi»,
ha un polo scolastico e di alta
formazione in questo settore
con il coinvolgimento di
Finmeccanica. A Udine l'istituto di istruzione superiore «A.
Malignani» ha percorsi tecnici
di diverso livello con la partecipazione dell'impresa meccanica «Danieli», un'eccellenza nel
settore dei trasporti, nella logistica, nell'elettronica, la meccatronica e l'energia. A Bologna
l'«Aldini Valeriani» è un istituto storico del settore meccanico locale. Lo scorso anno gli
studenti hanno costruito per la
Ducati pezzi di moto su commissione. A Vicenza all'«ITS
Meccatronico» i ragazzi frequentano tre giorni in azienda
e due in formazione, seguendo
il modello tedesco. A Lanciano,
in provincia di Chieti, non sono
da meno: l'Its Nuove Tecnologie per il Made in Italy sistema
Meccanica «Automotive» permette ai ragazzi di costruire un
sistema di trasporto merci intelligente integrato ecologico e
la sperimentazione di progetti
a livello nazionale europeo. Nasce da un Consorzio di 73 imprese del settore.
[FLAAMA.[
Mondo Universitario
Torino i mestieri si studiano alla Piazza dei
Mestieri, un luogo di accoglienza e di incontro e una
formazione professionale di
qualità, attraverso Corsi attivati nella modalità della alternanza scuola/lavoro in settori
che vanno dalla ristorazione
all'informatica. Vi è anche un
vero ristorante dove a servire
sono i ragazzi stessi, un birrificio, una fabbrica di cioccolato,
una tipografia, che rappresentano laboratori ma anche luoghi di produzione effettiva. Chi
è interessato a diventare una
persona altamente qualificata
nell'Hospitality Management
trova a Jesolo, in provincia di
Venezia, l'Istituto Professionale Alberghiero «Cornaro». Usa
il sistema dell'alternanza
scuola/lavoro ed è capofila della Rete che comprende tutti gli
istituti tecnici alberghieri italiani, ha costituito, con altre
realtà del lavoro, un Its raccordandosi con numerosissime
strutture alberghiere. L'Istituto Professionale di Stato per i
Servizi Alberghieri e Turistici
«Panzini» di Senigallia, in provincia di Ancona, ha costituito
un network internazionale: i
ragazzi partendo da qui riescono a lavorare in tutto il
mondo; con il progetto pasticceria e progetto forno producono alimenti di grande qualità che vendono a terzi . [FLA.AMA.[
Como la «Fondazione
Cometa» è un istituto
molto particolare: persino i banchi di legno riciclati
sono pezzi di design, perché attraverso la bellezza i ragazzi riscoprono la loro dignità. Attivano corsi di formazione professionale Tessile, Operatore
Sala Bar, Operatore Legno arredamento. Fra gli esperimenti, le Botteghe scuola: ad esempio alla Contrada degli artigiani nel cuore di Como sono ricostruite le antiche botteghe. I
ragazzi sono affiancati da un
artigiano esperto che insegna
loro il mestiere in modo artistico: le loro vecchie sedie impagliate restaurate sono oggetti
d'arte. Il Consorzio di alta
scuola di formazione orafa
«Tarì» di Napoli rappresenta
un laboratorio creativo per studenti e designer settore dell'alta oreficeria. Ancora in provincia di Napoli, ad Arzano, l' impresa di alta sartoria artigianale Kiton ha una scuola di livello
internazionale per formare
grandi sarti. Il corso dura 2400
ore di cui 700 ore di teoria e
1700 di pratica. L'80% dei giovani che hanno ottenuto il diploma lavora stabilmente. Chi
è interessato alle calzature ha
come punto di eccellenza l'Its
di Porto Sant'Elpidio, in provincia di Fermo, nato in stretto
raccordo con i più grandi calzaturifici delle Marche. [ FLA.AMA.[
A
A
Gaeta si va a studiare la
mobilità sostenibile all'Its «G.Caboto», con la
partecipazione di Confitarma.
Chi è interessato al mare può
fare riferimento al Polo economico del mare: l'Accademia Italiana della Marina Mercantile
di Genova che gestisce l'Istituto
tecnico superiore Its che forma
ufficiali di marina e di coperta
con una capacità di fornire occupazione del 90%. L'istituto
tecnico Nautico di riferimento
che è un'eccellenza, sono realtà
che lavorano a stretto contatto
con Confindustria Genova, Federpesca, Confitarma. Per quel
che riguarda i trasporti e la logistica intermodale, a Gallarate, in provincia di Varese, con la
collaborazione dell'Istituto di
Istruzione secondaria «Ponti»
di Gallarate, si preparano i ragazzi come manutentori di aerei, in collaborazione con l'Agusta e le strutture aeroportuali
del vicino aeroporto di Malpensa. Il corso è di tre anni, la figura professionale in uscita molto
specializzata e molto richiesta
sul mercato. Al Sud si può scegliere la mobilità sostenibile e il
settore aerospazio presso l'Istituto tecnico industriale «Fermi» di Francavilla, in provincia
di Brindisi, che opera con Alenia Aerospazio e Agusta e da
cui provengono molte figure
destinate a lavorare nel polo aeronautico pugliese.
[FLA. AMA.]
Pagina 55
A che ora c'è la lezione di spread?
Si diffondono i corsi di economia per studenti di elementari e inedie: "Si preparano al futuro"
caso
SARA RICOTTA VOZA
MILANO
erché non
vanno alla Zecca
per risolvere la
crisi?»; «E se uno i soldi se li
tiene in casa?»; «Ma perché
quella banconota vale 500
euro se è un pezzo di carta?».
«Lo spread? Più alto è peggio
è, più basso è meglio è».
E un sabato mattina alla
scuola Faes Monforte di Milano. La sala è piena di bambini e ragazzini dai 9 ai 13 anni, tutti scesi giù dal letto per
andare a «lezione di crisi».
Alcuni spinti dai genitori, altri da interesse proprio, tutti
già immersi in quel vocabolario fatto di «spread», «rating», «default» che infesta i
tigì e tante discussioni fra i
genitori. Loro fanno le elementari e le medie, il professore
che tiene la lezione insegna Finanza al Politecnico di Milano.
Non sono abituati gli uni al linguaggio dell'altro e l'argomento non è dei più semplici. Però,
a quanto pare, si capiscono.
«Ditemi il nome della prima
azienda che vi viene in mente»,
chiede il professor Alessandro
Giorgino. «L'Ilva», risponde
Marco, 10 anni. «E che fa l'Ilva?», continua il professore,
che forse si
aspettava il nome di un caso
aziendale più felice. «L'acciaio risponde una ragazzina - ma ha
problemi per come lo fa».
Essere bambini ai tempi
della crisi vuol dire crescere
con parole dell'economia che
parlano più di ostacoli e di pericoli che di prospettive e opportunità. Parole che possono
mettere paura, e la paura del
futuro è la peggior zavorra non
solo per i giovani ma per un Paese intero. Per questo il Poli-
Mondo Universitario
tecnico di Milano, assieme alla
rivista «Focus Junior», organizza lezioni come questa, nelle università, nelle scuole elementari e media.
«Quello che i bambini già
sanno mi ha sorpreso in positivo - dice il professor Giorgino specie perché nel nostro Paese
la cultura finanziaria non è
stata mai molto sviluppata. La
mia generazione viveva in un
contesto più semplice, si compravano titoli di Stato e lo si faceva in banca.
La crisi ha fatto
emergere cose
nuove con cui i
ragazzi devono
confrontarsi».
Spread, rating, default: alla fine il messaggio è... «I messaggi sono
due. Il primo è che siano consapevoli di essere i cittadini di
domani e che è importante essere bene informati. Il secondo
è il tema del risparmio. I bambini oggi sono abituati solo a
"consumare" e non a "investire". Se però spieghi loro che si
mette da parte ora per avere
qualcosa di più bello nel futuPaladino -: il fine è farli riflettero, lo capiscono benissimo».
re sul valore del denaro».
«La non conoscenza porta
Spiegare senza spaventarli,
sempre paura e il nostro vuole
visto che molte conseguenze
essere un contributo a rendere
della crisi le vivono già sulla
i bambini più consapevoli e
propria pelle: secondo l'ultimo
quindi meno paurosi nei conrapporto Eurispes-Telefono
fronti del futuro», spiega il retAzzurro un bambino su quattore Giovanni Azzone, che per
tro ha dichiarato che la proil 1500 anniversario del politecpria famiglia è stata colpita
nico milanese ha organizzato
dalla crisi e che papà e mamanche lezioni di robotica, nauma sono diventati più nervosi.
tica, urbanistica.
Ma, alla fine, i bambini capiQuelle di economia hanno
ranno o saranno solo più conavuto un gran successo (200
fusi? «Se io "traduco" la finanbambini ogni volza in una storia
ta) e cominciano
fatta di elementi
1
I
a tenersi un po' in
sono propri
«Un giorno potranno che
tutta Italia, andel mondo in cui
collegare le immagini vivono, loro la
che grazie al proa concetti più astratti» capiscono e un
getto di educazione finanziaria
giorno la ricollevoluto dal ministro dell'Istrugheranno anche a definizioni
zione Profumo in collaboraziopiù astratte», spiega Fabio
ne con la Banca d'Italia. EspeRondot, psicoterapeuta e aurienze simili sono portate avantore di «Apprendere, istruzioti anche dal consorzio Bancario
ni per l'uso» (Sonda). CapiranPatti Chiari e dal Museo del Rino anche lo spread? «Se io prosparmio di Torino: «Noi offriapongo un gioco che nessuno
mo percorsi didattici sulla movuole fare e devo faticare per
neta e sul risparmio - spiega la
convincere gli amici, il mio
direttrice del Museo Giovanna
spread sale...».
BOMBARDATI
«Crescono con parole
che parlano di ostacoli
più che di opportunità»
Pagina 56
Un ponte tra scuola, università e mondo del lavoro
Così il programma Fixo aiuta i giovani a entrare in azienda
Previsti 30 mila tirocini e 5 mila contratti con bonus da 4-6 mila euro per l'assunzione di apprendisti
cadranno il 31 dicembre i termini
per cogliere l'opportunità prevista dal programma Fixo Scuola e
università, 2011-2013, che offrirà
a 30mila laureati un periodo di tirocinio extracurricolare, finalizzato all'inserimento nel mondo
del lavoro, e 5mila contratti di apprendistato in alta formazione.
I progetti
Il programma, promosso dal ministero del Lavoro e gestito dall'agenzia nazionale Italia Lavoro,
vedrà la partenza nelle prossime
settimane dei nuovi progetti, che
nella edizione precedente hanno
realizzato circa 16mila tirocinii,
alla fine dei quali una quota significativa di giovani stagisti ha
avuto un contratto di lavoro. Il
programma, che ha una dotazione di risorse complessiva di quasi 50 milioni di euro, prevede il
coinvolgimento di oltre 70 atenei
italiani, presso i quali verranno
stilati e pubblicizzati i bandi di
partecipazione. Il programma
coinvolgerà anche i diplomati.
L'obiettivo è quello di favorire
l'integrazione tra scuole, università e mondo del lavoro e vedrà il
ruolo attivo anche dei sistemi dei
servizi al lavoro delle diverse regioni. Nel programma sono previsti anche incentivi economici,
sia per i ragazzi che per i datori
di lavoro. I destinatari diretti sono le regioni e le province, oltre
che le scuole e le università.
Quelli indiretti e beneficiari sono i
giovani, soprattutto laureati, a cui
università e
regioni offriI
ranno diverse opportunità.
Circa
1.900 laureati, dottorandi e dottori di ricerca
verranno coinvolti in percorsi di
inserimento lavorativo e supporto a programmi di autoimprenditorialità. A 5mila laureati verranno offerti 5mila contratti di
apprendistato in alta formazione (terza tipologia), che permet-
Mondo Universitario
teranno di lavorare e concludere
i loro programmi di studio. Mentre 30mila laureati verranno
coinvolti in percorsi di inserimento attraverso tirocini di
orientamento e formazione extracurricolari.
Le imprese
A partire dal 22 ottobre possono
presentare la richiesta di partecipazione e contribuzione anche
gli studi professionali, non sostitutiva del praticantato. Beneficiarie sono le imprese che assumano a tempo pieno o parziale
giovani con età compresa tra i 18
e i 29 anni con un contratto di apprendistato in alta formazione, finalizzato al conseguimento della
laurea, triennale, magistrale, master e dottorati. Per questo le imprese riceveranno un bonus di
6mila euro per ogni giovane assunto con contratto di apprendistato a tempo pieno; di 4mila euro per ogni assunzione a tempo
parziale di almeno 24 ore la settimana. Le domande di contributo
andranno rivolte per via telematica a Italia Lavoro, programma
Fixo (www.fixo.italialavoro.it).
formazione e selezione di personale qualificato e di giovani talenti. Con il project work di sei
mesi, destinato a inoccupati e disoccupati laureati da non oltre 18
mesi, le aziende possono inserire
i giovani in progetti innovativi in
corso di sperimentazione. Possono così testare sul campo le persone e coglierne le motivazioni al
lavoro, senza particolari oneri,
compensati dal programma
Fixo. Per i contratti di apprendistato in alta formazione, l'azienda può abbattere i costi di formazione dell'apprendista. Per i giovani, nel caso dei project work,
sono previste borse di studio,
dell'ammontare di 5-7mila euro.
Nel caso dell'apprendistato, ovviamente, percepiscono uno stipendio. Inoltre, i giovani coinvolti in programmi di autoimprenditorialità, per sviluppare idee e
progetti innovativi, hanno la
possibilità di ricevere una borsa
complessiva di 5mila euro, a cui
si aggiungono 2mila euro destinate alle università per le spese
di formazione. In questi casi è
necessario verificare i bandi
usciti o che usciranno presso le
singole università.
[w.v.]
I vantaggi
Il programma offre vantaggi a
tutti. Alle imprese, che possono
avere agevolazioni nella ricerca,
Pagina 57
44
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ministeri Protesta
degli studenti: «Deve
te enire governo»
MARIO CASTAGNA
ROMA
Era il 25 gennaio e il decreto «Cresci
Italia» prometteva importanti novità per i giovani professionisti. All'insegna della liberalizzazione si permetteva ai giovani che avessero voluto intraprendere la carriera all'interno di uno degli ordini regolamentati
(avvocati in primis), di iniziare il tirocinio obbligatorio (per 6 mesi sui 18
complessivi) durante l'ultimo anno
dei percorso di studi, promettendo
quindi una decisa accelerazione nel
percorso a ostacoli verso la libera
professione. Sino a quel momento i
mesi di praticantato obbligatorio
erano 24 e per due anni gli studi di
avvocati avevano a disposizione manodopera qualificata disponibile a lavorare anche gratuitamente in cambio dell'agognato certificato di avvenuto praticantato. Le nuove norme
prevedevano quindi una riduzione
della durata del tirocinio ma soprattutto che i primi sei mesi potessero
essere svolti, in presenza di apposita
convenzione quadro tra il Consiglio
Nazionale Forense e il MIUR durante gli anni di studio universitari.
La norma non è mal stata chiara.
Dapprima sembrava che tutti i praticanti fossero coinvolti nella riduzione della pratica forense. Dopo qualche mese il ministero della Giustizia
diceva invece che la norma aveva effetto solo per l'avvenire. Dopo proteste e mobilitazioni a dirimere definitivamente la questione fu il ministero dell'Università con una circolare
che precisava come la norma fosse
immediatamente applicabile, sottolineando che la volontà del legislatore
era facilitare l'accesso dei giovani al
mondo del lavoro.
Mondo Universitario
Risolto il problema del «quando»
rimane però il problema del «come». Infatti, come recitava la circolare ministeriale, «per i primi sei mesi,
il tirocinio può essere svolto in concomitanza con gli studi, in presenza
di un'apposita convenzione quadro
stipulata tra i consigli nazionali degli ordini e il ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca».
Ma se oggi si apre uno qualsiasi dei
siti delle facoltà di Giurisprudenza
delle università italiane, alla voce ti-
rocinio e praticantato, si aprirà un laconico avviso che annuncia che i tirocini
universitari non possono essere attivati, in attesa della famosa convenzione.
Una beffa per i tanti ragazzi che, alle
soglie della laurea, si vedono sbarrare
una strada facilitata e sono costretti ad
intraprendere il tradizionale calvario
di praticantato lungo e malpagato.
Gaetano Caravella, dell'esecutivo
nazionale della Rete Universitaria Nazionale, sta promuovendo in questi
giorni una campagna per costringere
governo e ordine degli avvocati a firmare la convenzione: «Quello che chiediamo è che il governo intervenga, superando le resistenze degli ordini professionali e promuovendo la stipulazione
della convenzione prevista dalla normativa che consentirebbe un più veloce ingresso dei laureati nel mercato del
lavoro». Sul banco degli imputati chiaramente ci sono gli ordini professionali: «Le resistenze degli ordini professionali sono fortissime e difficilmente superabili».
Una situazione di stallo che riguarda anche un'altra situazione simile. Dopo che la legge 9212012 ha introdotto
l'obbligo di rimborso spese per gli stagisti sono saltati tutti i bandi di stage che
la fondazione Crui oganizzava all'interno della pubblica amministrazione
(molto richiesti erano quelli organizzati nelle ambasciate italiane all'estero in
collaborazione con la Farnesina). Le
procedure di presentazione delle domande presso le università sono bloccate da mesi «in attesa di un accordo in
conferenza Stato-Regioni che definisca le linee guida sui tirocini».
Pagina 58
Sbaffiato aumentare
le tasse uníversìtarìe
DOPO LE POLEMICHE SU ROTTAMAZIONI E
REGOLE, SEMBRA FINALMENTE GIUNTO IL
TEMPO DI PARLARE Di PROGRAMMI. Bersani ha
dato al rilancio di istruzione e ricerca un'importanza centrale, con l'avvio della campagna al Cern e da azioni chiare: la marcia
indietro imposta al governo su ulteriori tagli alla scuola o interventi improvvisati sugli enti di ricerca, il contrasto all'aumento
delle tasse la scorsa estate, le proposte per
il diritto allo studio.
Nei giorni scorsi anche Matteo Renzi ha
espresso alcune idee - agevolare la contribuzione dei privati, portare gli investimenti a
livelli europei, attrarre i talenti - che sembrano condivisibili. Tuttavia, nel concreto il
programma di Renzi sembra molto distante dalle esigenze degli studenti e dell'università italiana su un punto decisivo: il legame
tra diritto e merito e la concezione
dei l'istruzione come servizio pubblico universalistico, accessibile a tutti gli studenti
«capaci e meritevoli, ancorché privi di mezzi», come recita la Costituzione. La sua proposta prevede 1a possibilità di aumentare le
tasse accompagnandole con prestiti d'onore all'inglese. In Europa, si confrontano il
Mondo Universitario
modello continentale e quello angloamericano. Nel primo , tasse bassissime (Francia,
Belgio , Svizzera ) o inesistenti (quasi tutti i
Länder della Germania, Norvegia, Svezia,
Finlandia, Danimarca , Irlanda), con un forte intervento nel diritto allo studio. In Italia
solo il 7°!o degli studenti ha una borsa (258
milioni di fondi pubblici), contro il 25,6°c
della Francia (1,6 miliardi), il 30% della Germania (2 miliardi) e il 18% della Spagna
(943 milioni), mentre siamo al terzo posto
perla tassazione media in Europa (1.289 S),
dopo Regno Unito e Paesi Bassi.
Nel Regno Unito il governo ha dato alle
Università la possibilità di alzare le tasse fino a 9.000 sterline all'anno, opportunità subito colta da tutti gli atenei (non solo i migliori). I risultati sono negativi: gli studenti
meno abbienti rinunciano a iscriversi, i piani di restituzione dei prestiti vacillano e ora
persino il vice-premier Clegg si scusa. Negli
Usa questo sistema ha generato un
debito monstre (oltre mille miliardi di dollari) a carico degli studenti, cui Obama sta
cercando di porre rimedio.
Perché il modello anglosassone trova favori anche da noi? Il ragionamento parte da
due presupposti : le tasse universitarie sarebbero troppo basse rispetto al costo di ciascuno studente e l'università, pagata da tutti, è frequentata dai ceti medio-alti. l poveri
pagherebbero l'università ai ricchi. Ciò è falso per il primo punto (le tasse in Italia sono
già tra le più alte in Europa ), e sbagliato per
il secondo. Infatti, a parte il fatto che i «rischi», al netto dell'evasione fiscale, sono anche coloro che pagano più tasse, la vera sfida riformista è aprire l'università a fasce
più ampie, chiedendo certo di più (maggiore progressività) ai pochi che se la possono
permettere, ma non aumentando la tassazione media. Che, al contrario, deve essere
riportata nella media Ue. Invece, così si av-
valora l'idea che il «servizio università» non
sia universale e si accetta l'idea di un suo
sottofinanziamento pubblico perpetuo. La
qualità diffusa del sistema universitario evaporerà, e i veri benestanti potranno comunque andare nelle private o all'estero. Con
tanti saluti a giustizia , mobilità e circolazione dei cervelli.
Le proposte del Pd sono fondate su un
modello radicalmente diverso. Le priorità
sono invertire la drammatica tendenza della «fuga dall'università» che blocca la mobilità sociale, formare le persone mantenendo un'alta qualità diffusa, superare il blocco
del turn over per avere una classe docente
giovane e competente, collegare istruzione
e lavoro. A monte, rilanciare l'orientamento. Per questo, dobbiamo avere regole chiare per la ripartizione delle risorse fondate
su qualità degli atenei e coesione del sistema, promuovere (migliorandone gli strumenti applicativi) la valutazione , premiare
i docenti più bravi. Occorre agire non solo
sulle strutture ma soprattutto sulle persone, studenti e ricercatori. Per promuovere
merito ed equità dobbiamo puntare tutto
sul diritto allo studio . L'Italia merita un Erasmus interno, un diritto allo studio mobile
che incentivi trasferimenti tra atenei non
sulla direttiva sempre più obbligata dal Sud
al Nord, ma come esperienze di vita e di ricerca legate alle vocazioni degli studenti.
Sostengo Bersani per molti motivi, non
ultimo perché ha ben presenti queste priorità e sa come portarle nell'azione di governo. Però non mi dispiacerebbe affatto se
Renzi si convincesse che aumentare le tasse universitarie è il messaggio più sbagliato
che si possa dare agli studenti, e - perlomeno su questo punto - cambiasse il suo programma. Né io né lui siamo più tanto giovani, e questo sarebbe un bel segnale verso i
veri giovani italiani.
Pagina 59
STORIA DELLA CIVILTÀ SCIENTIFICA
Tec ni ca ugua l e pe n s i e ro
Bollati Boringhieri ripropone l'opera di Singer
che è alla base di tutte le riflessioni successive
sull'innovazione. L'approccio darwiniano
è applicato allo sviluppo tecnologico
di Gilberto Corbellini
a presentazione di Gian Arturo Ferrari alla ristampa
dell'opera di Charles Singer
et al. coglie il senso e il significato della Storia della tecnologia come prodotto di
un'evoluzione storiografica. Evoluzione
consentita da un ambiente, quello anglosassone, che avendo intorno al19oo scelto di puntare sull'istruzione scientifica
dei giovani - e non più solo sulla formazione tecnica - a metà del secolo si era trovato investito da ricadute innovative rivoluzionarie in ogni ambito della vita umana. Senza contare lo "stimolo" delle guerre. Soprattutto la seconda. La consapevolezza di aver realizzato un'impresa che
chiudeva un'epoca si ha rileggendo i saggi di Singer e Rupert Hall nel quarto fascicolo, del 196o, di Technology and Culture.
Rivista non casualmente fondata nel
1959, cioè un anno dopo la pubblicazione
dell'ultimo volume della Storia della tecnologia, e pubblicata dalla Johns Hopkins
University, che aveva a lungo corteggiato
Singer, e svolse un ruolo trainante tra le
due guerre per valorizzare la portata culturale e formativa di una storia "progressiva" delle scienze. Ricordiamo che i cinque
volumi originari della Storia della tecnologia furono pubblicati tra il 1954 e il 1958
grazie all'investimento privato dell'Imperial Chemical Industry Ldt. I due volumi
aggiuntivi, riguardanti il Novecento, arri-
L
Segnalazioni
varono nel 1978. Tra il 1961 e il 1965 i volumi originari erano tradotti in italiano da
Boringhieri, che nel 1982 e 1984 pubblicava gli ultimi due.
Partendo dal quel che scrive Ferrari ci si
può chiedere perché non sono state più
prodotte opere di tale mole e sostanza sulla storia della tecnologia. A parte che gli
imprenditori occidentali finanziano di
meno le iniziative serie e con un valore formativo alla razionalità, preferendo metter soldi solo in eventi generici di mondanizzazione della scienza, ci sono forse altre due ragioni. La prima è che quello fu
un indispensabile lavoro di sistemazione,
possibile per l'impostazione dei curatori,
delle conoscenze empiriche relative ai
prodotti del sapere tecnico-pratico, contestualizzati all'interno delle culture di riferimento. Quelli erano storici tendenzialmente compilativi, Singer in particolare
era zoologo e medico di formazione, e
whiggish. Il loro lavoro rese possibile cominciare a speculare sulle dinamiche che
muovono l'innovazione tecnologica. In altre parole, la storia della tecnologia ha potuto diventare una scienza empirica più
matura, passando da una tassonomia delle tecniche allo studio dei meccanismi causali del cambiamento tecnologico.
La seconda ragione è la svolta epistemologico-storiografica innescata dalla pubblicazione, esattamente cinquant'anni fa,
della Struttura delle rivoluzioni scientifiche, di Thomas Kuhn. Quel libro catalizzava, cioè velocizzava un processo di reclutamento di filosofi e sociologi in un'impresa di culturalizzazione della scienza, della
tecnologia e delle loro storie facendone
un po'... "carne di porco". In estrema sintesi, si può dire che la storia della tecnologia, dopo Singer et al. e dopo Kunh, ha preso due strade. Da un lato è diventata terreno di scorrerie, del tutto legittime e alcune anche funzionali, per storici, filosofi e
sociologici in cerca di casi con cui riempire contenitori teorici preconfezionati, ovvero da piegare strumentalmente a letture ideologiche. Gli esiti che hanno avuto
più successo culturale lungo questa tradizione sono stati, non a caso, gli approcci
costruttivisti e relativisti dei science and technology studies (STS).
L'altra strada, meno conosciuta in Italia, è stato il tentativo di fare della storia
della tecnologia (e anche della scienza) un
tema di indagine naturalistica. Negli anni
Ottanta si è aperto uno spazio di riflessione teorica che ha messo in discussione il
presupposto per cui l'evoluzione della tecnologia sarebbe guidata dall'applicazione dell'intelligenza umana - che è alla base dell'idea comune e anche delle tradizioni storiografiche prevalenti. Nel senso
che si può discutere se i progetti tecnologici umani siano davvero più intelligenti, o
dovuti a un tipo di intelligenza guidata da
una logica diversa da quella che produce
gli oggetti naturali viventi. Ci sono prove
che anche l'evoluzione tecnologica è stata
governata, anche a livello della creatività,
da processi di tipo darwiniano, con muta-
I cinque volumi originari furono
pubblicati tra il 1954 e il 1958
finanziati dall'Imperial
Chemical Industry. I due
sul'900 arrivarono nel 1978
Pagina 60
zioni spontanee o variazioni impreviste
seguite dalla trasmissione differenziale
delle varianti funzionali in una dato contesto adattativo.
Questa intuizione risale al famoso articolo di Samuel Butler Darwin among the
machine del 1864 e viene usata, implicitamente, anche nel saggio scritto da H.S.
Harrison su «Scoperta, innovazione e diffusione» per l'opera di Singer et al. Come
chiave storiografica compare formalmente un testo famoso di George Basalla del
1988, The evolution of technology, dove la
metafora darwiniana è usata per caratterizzare alcuni aspetti delle trasformazioni adattative dei manuf atti/artefatti sotto
la pressione selettiva degli ambienti umani. L'approccio evoluzionistico ai cambiamenti tecnologici probabilmente più influente e interessante è quello dello storico dell'economia Joel Mokyr, che invece
degli artefatti ha studiato evoluzionisticamente i cambiamenti nelle conoscenze
tecniche per costruirli. Per finire con la
sintesi, ecumenica sul piano della teoria
evoluzionistica, curata nel 2000 dal filosofo e sociologo della scienza John Ziman,
Technological innovation as an evolutionary process. L'approccio evoluzionistico,
arricchito da idee neurocognitive, ha cose
interessanti e utili da dire sulle dinamiche
del cambiamento tecnologico, oltre che di
quello scientifico.
Il filosofo della tecnica e influente intellettuale Lewis Mumford scrisse tre formidabili recensioni/ articoli dedicati alla
Storia della tecnologia su The New Yorker
nel 1956, 1958 e 1960. Nel primo criticava
l'idea di un'autosufficienza della tecnica,
e quindi dello studio della tecnologia,
che traspare nel progetto dell'opera di
Singer et al., rispetto a un orizzonte antropologico-evolutivo, e oggi diremmo
anche neurocognitivo, che inquadri le
abilità pratiche e le innovazioni tecniche
rispetto allo sviluppo del pensiero simbolico e astratto. E non a caso indicava nel
saggio d'apertura di Kenneth P. Oakley,
«L'abilità tecnica come prerogativa dell'uomo» la chiave per capire che la tecnica è pensiero. Come dire che la tecnofobia alimentata dai pettegolezzi filosofici
di heideggeriani, relativisti, nihilisti, metafisici e antirealisti è mera espressione
di un'incapacità di pensare.
MACCHINE INUTILI 1 Jean Tinguely «Ludwing Wittgenstein. Filosofo», 1988. Museo
Tinguely, Basilea, donazione Niki de Saint Phalle
Segnalazioni
Pagina 61
Cultura,
un patrimonio
da difendere
e da valorizzare
di Cesare Peruzzi
al mondo della cultura e dell'economia arrivala richiesta pressante di una politica industriale per
il settore dei beni artistici. «Se il
Manifesto lanciato a febbraio dal Sole 24
Ore ha «sdoganato il rapporto cultura-economia», come dice il vice ministro Roberto Cecchi, la prima giornata di Florens, la
Biennale internazionale dei beni culturali
e ambientali, in programma nel capoluogo toscano fino a domenica prossima, certifica due dati di fatto: la cultura è uno straordinario motore di sviluppo (in prospettiva, forse il più potente) e rappresenta un
elemento di coesione e d'identità irrinunciabile per ogni società. «La collaborazione pubblico-privato, in questo campo, è
indispensabile e bisogna che la valorizzazione del patrimonio artistico e paesaggistico torni al centro dell'agenda
politica», sottolinea Giovanni Gentile,
presidente della Fondazione Florens.
«Senza cultura non c'è coscienza di un
popolo», aggiunge Jacopo Morelli, leader dei giovani imprenditori di Confindustria. «E il settore del futuro, su cui
investire perchè la domanda mondiale
va in quella direzione», spiega Luigi
Abete, presidente di Civita servizi. «Ma
per attrarre risorse private servono le
condizioni, fiscali e di governance trasparente, che oggi mancano», puntualizza Lorenzo Bini Smaghi, presidente
della Fondazione Palazzo Strozzi.
L'apertura della seconda edizione della
Biennale fiorentina ha vissuto intorno alle
due tavole rotonde su "governance e valorizzazione del patrimonio culturale", organizzate nel Salone dei Cinquecento dalla
Fondazione Florens e dal Sole 24 Ore, in
contemporanea ad altri incontri (quello sul
cinema e i festival nell a Sala dei Dugento),
mentre nelle piazze e neiluoghi di culto della città decollavano eventi (ne sono previsti
30), come davanti alla Chiesa di Santa Croce con l'installazione di Mimmo Paladino
(che in serata ha tenuto una lactiomagistralis) e, soprattutto, come l'ostensione nel Battistero di San Giovanni dei crocifissi lignei
di Donatello, Brunelleschi e Michelangelo,
il cui confronto ravvicinato (deltuttoinedito) offre una lettura privilegiata della storia
della scultura religiosa del Quattrocento.
«Le risorse sono importanti, ma un am-
biente favorevole allo sviluppo è indispensabile, a cominciare da un minor peso della burocrazia», dice Gentile, che ha fatto
gli onori di casa insieme al responsabile
dell'inserto cultura del Sole 24 Ore, Armando Massarenti, e al sindaco di Firenze, Matteo Renzi. «Mentre ilmuseo del Louvre firma un accordo da un miliardo di dollari
con Abu Dabi, a Firenze non si riesce a
completare l'allargamento della Galleria
degli Uffizi perchè mancano 27 milioni
promessi dal Governo precedente e mai arrivati», sottolinea Renzi. «E il segno di una
mancanza di attenzione ingiustificata - aggiunge - e pensare che gli Uffizi sono potenzialmente una macchina da soldi».
La soprintendente del Polo museale fiorentino, Cristina Acidini, consideranon corretto il paragone Louvre-Uffizi («Loro hanno una capienza di4omilapersone al giorno,
contro le nostre 6mila») e sostiene che il
«rapporto pubblico-privato non sia un tabù.
Anzi-aggiunge-il sistemaitaliano ègiàaperto». Se imprenditori come Ferruccio Ferragamo e Stefano Ricci, confermano l'importanza strategica del rapporto con la cultura
(anche manifatturiera) di un territorio e portano esempipositivi di collaborazione conle
istituzioni, la questione sollevata a Firenze rimane quella di un cambio di passo da parte
della politica, tenuto conto che la cultura vale il 2,3 %del Pilnazionale e dà lavoro a 60 omila persone», come ricorda il numero uno di
Unioncamere Toscana, Vasco Galgani.
Di «scarsa presenza italiana nella produzione creativa» e del rischio di «diventare
una periferia culturale entro il 2020», parla
l'economista dello Iulm, Pierlugi Sacco. E
il presidente di Banca Cr Firenze (gruppo
Intesa Sanpaolo), Giuseppe Morbidelli, individua un legame stretto tra «cultura, progresso economico e innovazione». La richiesta di un «cambio di rotta e di un tavolo nazionale sull'industria creativa» arriva
anche da Roberto Grossi, presidente di Federculture. Ma il vero segnale lo lancia Cecchi. «Serve una carta delle certezze e una
delle opportunità - dice -. È finita l'epoca in
cui si doveva solo difendere il patrimonio:
oggi occorre valorizzarlo, cominciando a
semplificare le procedure. Quello che auspico - aggiunge - è un lavoro di razionalizzazione e di messa in rete delle informazioni». Purchè non resti un libro dei sogni.
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