Sfoglia gli articoli del 5 Novembre 2012
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Rassegna del 05/11/2012 INDICE RASSEGNA STAMPA Rassegna del 05/11/2012 UNIVERSITÀ DI FIRENZE Unita` Toscana 04/11/12 P. 29 Al Meyer scoprono gene dell'epilessia 1 2 ALTRI ATENEI TOSCANI Tirreno 04/11/12 P. 11 Il rettore precisa: «Nessun raddoppio» Tirreno Pisa 04/11/12 P. 1-I «Così abbiamo risparmiato» Unita` Toscana 04/11/12 P. 30 Indennità di ateneo «Notizie false» Corriere Della Sera Corriereconomia 05/11/12 P. 1-9 Università, l'indipendenza aiuta i talenti Isidoro Trovato Adriana Bazzi Giovanni Parlato 3 6 7 MONDO UNIVERSITARIO Corriere Della Sera - La Lettura 04/11/12 P. 7 I cervelli fuggono in Svizzera Corriere Della Sera Corriereconomia 05/11/12 P. 35 Lauree da giramondo Corriere Della Sera Corriereconomia 05/11/12 P. 35 L'esempio Usa, i «tecnolicei» Corriere Della Sera Corriereconomia 05/11/12 P. 35 Prova il master prima di farlo Corriere Della Sera Corriereconomia 05/11/12 P. 36 Master Cibo e moda: Milano sale in cattedra Corriere Della Sera Corriereconomia 05/11/12 P. 36 Spesa da tagliare: competenze a tutto campo Corriere Della Sera - La Lettura 04/11/12 P. 6 Il prof non è Rain man Lorenzo Salvia 17 Corriere Della Sera - La Lettura 04/11/12 P. 26 Nel cuore dell'impero assiro Daniele Morandi Bonacossi 19 Italia Oggi Sette 05/11/12 P. 44 Scarso orientamento e precariato allontanano i giovani dal lavoro Duilio Lui 22 Italia Oggi Sette 05/11/12 P. 44 Il 71% degli under35 disponibile a qualunque occupazione 23 Italia Oggi Sette 05/11/12 P. 44 L'occasione si trova nelle nicchie 24 Italia Oggi Sette 05/11/12 P. 44 Lavoratori manuali cercansi 26 Italia Oggi Sette 05/11/12 P. 46 CORSI & MASTER 27 Italia Oggi Sette 05/11/12 P. 46 Analisi finanziaria, formazione per tutti 29 Italia Oggi Sette 05/11/12 P. 47 Si punta sui giovani neolaureati 30 Italia Oggi Sette 05/11/12 P. 47 Tecnologia e business a braccetto Italia Oggi Sette 05/11/12 P. 48 Giovani designer, arrivano 14 borse Italia Oggi Sette 05/11/12 P. 49 Giovani tecnici per la consulenza Laura Rota 34 Messaggero 04/11/12 P. 18 Laurea in medicina anomalia italiana Anna Villella 35 Sole 24 Ore 05/11/12 P. 4 Apprendistato, avanti piano Francesca Barbieri 36 Sole 24 Ore 05/11/12 P. 4 I vincoli sulle stabilizzazioni restringono i nuovi ingressi Alessandro Rota Porta 38 Sole 24 Ore 05/11/12 P. 5 Giovani e consumi: il taglio del budget è tre volte la media Francesca Barbieri 39 Sole 24 Ore - Domenica 04/11/12 P. 29 Economia della conoscenza 42 Sole 24 Ore - Nova 04/11/12 P. 43 Le particellesi autoassemblano 43 Sole 24 Ore - Nova 04/11/12 P. 43 Il Dna al sicuro? Ora c'è un'app 44 Sole 24 Ore - Nova 04/11/12 P. 47 I nuovi robot che escono dai laboratori Indice Rassegna Stampa 10 12 Carlo Formenti 13 14 'I Viviana Vestrucci 15 16 Robert Hassan 31 33 Giuseppe Caravita 45 Pagina I INDICE RASSEGNA STAMPA Rassegna del 05/11/2012 Sole 24 Ore Eventi Speciali 05/11/12 P. 8 I rifiuti sono le nostre risorse 47 Sole 24 Ore Eventi Speciali 05/11/12 P. 12 Un laboratorio mobile a portata di inquinamento 48 Sole 24 Ore Eventi Speciali 05/11/12 P. 12 Per fare un tessuto ci vuole un rifiuto 49 Sole 24 Ore Eventi Speciali 05/11/12 P. 15 Innovazione nelle ricerche ambientali 50 Sole 24 Ore - Dossier 05/11/12 P. 5 Il trapianto di doppio rene 51 Stampa 05/11/12 P. 12 Per uscire dalla crisi boom di iscrizioni negli istituti tecnici Flavia Amabile 53 Stampa 05/11/12 P. 18 A che ora c'è la lezione di spread? Sara Ricotta Voza 56 Stampa 05/11/12 P. V Un ponte tra scuola, università e mondo del lavoro Così il programma Fixo aiuta i giovani a entrare in azienda Unita` 05/11/12 P. 13 Università, percorso pieno di ostacoli per i nuovi tirocini Mario Castagna 58 Unita` 05/11/12 P. 15 Sbagliato aumentare le tasse universitarie Marco Meloni 59 Sole 24 Ore - Domenica 04/11/12 P. 24 Tecnica uguale pensiero Gilberto Corbellini 60 Sole 24 Ore 04/11/12 P. 10 Cultura, un patrimonio da difendere e da valorizzare Cesare Peruzzi 62 57 SEGNALAZIONI Indice Rassegna Stampa Pagina II SALUTE Al Meyer scoprono gene dell'epilessia Da 15 anni i neurologi davano la caccia ai geni di questo tipo di epilessia e oggi un gruppo di medici del Meyer e dell'Università di Firenze hanno svelato le cause genetiche di una forma di epilessia infantile. Il team diretto dal professor Renzo Guerrini, Direttore del Dipartimento di Neuroscienze dell'AOU Meyer, ha scoperto che la malattia è causata dalla mutazione di un gene la cui sigla è PRRT2. Università di Firenze Pagina 1 AUMENTI DELLE INDENNITÀ ALL'ATENEO il rettore precisa: «Nessun raddoppio» PISA Il rettore dell'Università di Pisa, Massimo Augello, interviene sugli aumenti delle indennità per i consiglieri, rettore e pro rettore, decisi dal cda dell'ateneo. «Ma quale raddoppio - esclamaAugello, che aggiunge- Nessuno ce lo imponeva eppure abbiamo attuato un risparmio complessivo del 20% sulle indennità rispetto a prima». La legge Gelmini ha visto le facoltà sostituite dai dipartimenti. Così ora abbiamo venti direttori di dipartimento anziché 59 tra presidi di facoltà e direttori. «Abbiamo chiesto di ridurre complessivamente del 10% la spesa per le indennità spiega il rettore - e in consiglio d'amministrazione è stata portata la proposta. A cui abbiamo attuato un ulteriore risparmio superiore al 10%. L'indennità è passata da 5.052 giuro per direttori di dipartimento e prorettori a circa 7.000 come lordo dipendente. Ciò si traduce in un importo netto annuo di 3.500 euro rispetto ai 2.500 euro del passato». «Poiché il primo obbiettivo del risparmio del 10% lo abbia- mo poi fissato al 20% - continua a spiegare il rettore - ho ritenuto che l'ulteriore risparmio si poteva attuare riducendo non più l'indennità dei direttori che devono fare fronte a un carico di lavoro più pesante rispetto a prima, ma modificando il moltiplicatore di 4 e 10 per vicario e rettore. E questo moltiplicatore è stato ridotto fino a ridurre la spesa complessiva del20%». «L'indennità del rettore - sottolinea Augello - è ben lungi da "raddoppiare: passa da 50.523 euro lordo dipendente a 56.000 euro lordo dipendente, mentre quella del prorettore vicario passa da 20.210 giuro a 23.000 euro lordo dipendente. Ciò significa una indennità netta annua rispettivamente di circa 28.000 e 11.500 giuro». «L'unico aumento percentualmente ma non realmente significativo è per i consiglieri, il cui gettone di presenza passa da 162 a circa 320 euro lordo di pendente, per un compenso netto stimato, su 15 sedute annue, in meno di 2.700 euro l'anno, a fronte di un impegno a tutto tondo per gestire l'Università». CORI 'ROD17 ONE RISERVATA ---------------------- CJ9CIII:4 Iri pIp,rviil, ..,1 cla¡polcll.riu .r:i.lir:i ,. ,;: #.,: -rI.,J•'i Altri atenei toscani Pagina 2 «Così ab'go biamo risparmiato» Pa r l a il re o re: non é v e ro c he h o r addoppia o l'i tt t .....,r ._ it PARAT, IN PISA I Y< o>9 abbi -. nsi,r,um,, «Così ahhíamo riyiarmùrto» Altri atenei toscani Pagina 3 «Così abbi ato 11 20%» o risp II rettore Augello replica alle accuse: «Non è vero che la mia indennità è raddoppiata, l'aumento è solo del 10 per cento» di Giovanni Parlato 1 PISA Raggiungiamo al telefono il rettore Massimo Augello mentre si sta giocando la partita Milan-Chievo. Il Magnifico è un tifoso rossonero e sul televisore scorrono le immagini della partita. Il Milan ha bisogno di rifarsi dopo un pessimo inizio di campionato e anche il suo tifoso Augello ha voglia di scendere in campo e giocare la sua partita: una partita speciale, giocare in pressing sui giornali che hanno lanciato i titoli sulle indennità di direttori di dipartimento, prorettori e rettore schizzati verso l'alto. Cifre raddoppiate. Rettore, ma in tempi di spending review, non le sembra troppo? «Ma quale raddoppio, ma no!» esclama il Magnifico il quale aggiunge: «Nessuno ce lo imponeva, nessuna legge ci diceva cosa dovevamo fare. Eppure abbiamo attuato un risparmio complessivo del 20% sulle indennità rispetto a prima. E anche questa è spending review». Il varo della legge Gelmini ha portato a riscrivere di sana pianta lo Statuto dell'Università con la fine delle facoltà sostituite dai dipartimenti. Una rivoluzione che ha portato a rivedere il numero degli incarichi. Prima i presidi delle facoltà (didattica) erano 11 e i direttori di dipartimento (ricerca) erano 48. La legge Gelmini ha unificato didattica e ricerca riducendo il numero complessivo da 59 a 20: tutti direttori di dipartimento e facendo scomparire la figura dei presidi di facoltà. «A questo punto abbiamo chiesto agli uffici, visto il numero inferiore di direttori, di ridurre complessivamente del 10% la spesa per le indennità spiega il rettore - ed ecco che in consiglio d'amministrazione è stata portata la proposta. A cui abbiamo attuato un ulteriore risparmio superiore al 10%. L'indennità è passata da 5.052 euro per direttori di diparti- Altri atenei toscani II rettore dell'università Massimo Augello mento e prorettori a circa 7.000 come lordo dipendente. Ciò si traduce in un importo netto annuo di 3.500 euro rispetto ai 2.500 giuro del passato». Prorettore vicario e rettore aumentano la loro indennità calcolando rispettivamente per 4 e per 10 l'indennità che spetta ai direttori di dipartimento. «Poiché il primo obbiettivo del risparmio del 10% lo abbiamo poi fissato al 20% continua a spiegare il rettore Augello mentre il suo Milan ha segnato la prima rete con Emanuelson - ho ritenuto che l'ulteriore risparmio si poteva attuare riducendo non più l'indennità dei direttori che devono fare fronte a un carico di lavoro più pesante rispetto a prima, ma modificando il moltiplica- tore di 4 e 10 per vicario e rettore. E questo moltiplicatore è stato ridotto fino a toccare la riduzione di spesa complessiva del20%: eccola nostra speding review». Domandiamo di quanto è aumentata l'indennità di rettore e vicario. Ed è ben contento, il professore Augello di questa domanda, anche se il tifoso accusa il colpo: Pellissier ha pareggiato per il Chievo. «L'indennità del rettore - spiega Massimo Augello - è ben lungi dal risultare "raddoppiata", passa, sempre su base annua, da 50.523 euro lordo dipendente a circa 56.000 euro lordo dipendente, mentre quella del prorettore vicario passa da 20.210 euro a circa 23.000 euro lordo dipendente. Ciò significa una indennità netta annua ri- spettivamente di circa 28.000 e 11.500 euro». Tuttavia, non si può negare che un aumento c'è stato. E lo stesso rettore spiega: «L'unico aumento percentualmente ma non realmente significativo è quello che riguarda i futuri consigli eri, il cui gettone di presenza passa da 162 a circa 320 euro lordo dipendente, per un compenso netto stimato, sulla base di una previsione di 15 sedute annue, in meno di 2.700 euro all'anno, a fronte di un impegno a tutto tondo per la complessiva gestione dell'Università». E quei titoloni sul raddoppio delle indennità? «Il confronto va fatto su una base omologa e non fra un lordo amministrativo e un lordo dipendente inferiore al primo. In questo caso, Pagina 4 Un conto é il lorde calcolato al dìpendente un altro il lordo che paga l'a mmínìstrazìone II Terreno hi pubblicato in queste giorni il dato dell'indennità annua lorda prevista all'Universitàdi Pisa peri direttori di dipartimento, parametro da cui discende tutto il resto; nel 2011 era di 5.052,24 euro e nella delibera di aumento approvata mercoledì scorso dal cda era di 8.800 euro. Numeri verificati: il primo sul sito dell'Ateneo, dove è iaidicato come « indennità di carica lorda», il secondo sui brogliaccio della delibera che sarà pubblicata in questi giorni, dove è indicato come « indennitá di carica lorda». Naturale eseguire un confronto tra due ` entità" confrontabili , il cui calcolo mostra che l'aumento sarebbe stato del 74 , 18%. in realtà I"iaadicazionedei documenti accademici era incompleta , dal momento che i Smila euro circa sono i soldi lordi che i professori si ritrovano loro busta paga, per prassi chiamati « lordo dipendente ». kientre i quasi 9mlla approvati il 31 ottobre sono il costo accademico complessivo, comprensivo di contributi e altri oneri , che per prassi è chiamato «lordo amministrazione ». Secondo un comunicato scritto dall'Università ieri sera , gli 8.800 euro di « lordo amministrazione» diventano ,< circa 7.000 euro lordo dipendente». E, confrontando questi ultimi con l'indennitàdei 2011. il rincaro diventa "solo" del 39%, circa. Per rettore e prorettore vicario si deve moltiplicare l'indemani di base per 10 e per 4 rispettivamente. Il Tirreno ha subito scritto che in delibera è stata prevista un'autoriduzione solo per queste due cariche . ma il "quanto" non era stato diffuso e il broghaccio rimandava a domani (lunedì 5) per il numero ufficiale. Aggiungiamo oggi che era impossibile calcolarlo, vesta chela spesa nominale complessiva per le due cariche più i dieci prorettori risulterebbe di 211.200 euro e che nella bozza di delibera as rivai' in cda si prevedeva per loro un impegno di spesa di 237.500 euro. tutti i calcoli portano fuori strada». Ed in questa stessa pagina spieghiamo la differenza che intercorre fra i due parametri. Il rettore Massimo Augello si è conquistato il suo prestigioso incarico nel corso di una carriera ricca di traguardi e anche nel corso di una campagna elettorale in difesa del precariato. Con un'attenzione quasi maniacale a cosa accade fuori dalle proprie mura. «E i fatti lo dimostrano - afferma il Magnifico. L'ateneo, il suo vertice e tutti i suoi organi collegiali sono stati sempre particolarmente attenti e sensibili a ciò che accade che succede nel nostro Paese. Negli ultimi due anni, infatti, il nostro ateneo, forse unico in Italia, ha realizzato una corposa manovra di assunzione di personale, che ha per- Altri atenei toscani messo ad alcune centinaia di ricercatori, amministrativi e tecnici, di uscire da una condizione di disoccupazione o di precariato». E per gli studenti? «Abbiamo attuato una significativa riduzione delle tasse degli studenti e ha mirato a salvaguardare soprattutto le fasce più deboli. Inoltre, ha continuato a praticare, pur fra tante difficoltà, una politica dei servizi agli studenti che non è seconda a nessuna in Italia per quantità e qualità e di forte sostegno alle loro richieste e alle loro esigenze. Su questa linea di grande attenzione per questi temi abbiamo intenzione di proseguire» conclude il rettore, mentre il tifoso si gode il vantaggio del Milan con Montolivo. ORIPROOLZIONE RISERVATA Pagina 5 PISA indennità di ateneo «Notizie false» Sei giovani democratici di Pisa esprimono «sconcerto per quanto accaduto nell'ultimo cda di ateneo» che ha deciso di raddoppiare i gettoni di presenza, «notizie false, e cifre fantasiose» le definisce l'Università di Pisa che smentisce il «presunto raddoppio delle indennità di carica del rettore, dei prorettori e dei direttori dei nuovi dipartimenti» e «l'obiettivo prioritario è stato, e rimane, ridurre la spesa». 9 xif Altri atenei toscani di Michchng o iniip NJliom Pagina 6 Università, l'indipendenza aiuta i talenti colloquio con ü rettore della S. Anna di Pisa su limiti e potenzialità degli atenei italiani. A Di ISIDORO TROVATO A PAGINA 9 Altri atenei toscani Pagina 7 Formazione Continua la serie di interventi sul tema della governance e il rinnovo della classe dirigente molo le ecc ellenze allevano i talenti Carrozza (S. Anna): «Troppi atenei fotocopia, servono specia izzazioni. E autonomia dalla po itica» Di ISIDORO TROVATO ifficile non è sapere , ma far buon uso di ciò che si sa. La frase di Han Fei, filosofo cinese del 200 avanti Cristo, potrebbe campeggiare nelle aule di una qualsiasi uni versità italiana. Perché sembra proprio questo il problema delle nuove generazioni: per quanto si impegnino in una formazione seria, specializzata e internazionale, fanno fatica ad emergere: in pochi scardinano la gerontocrazia del potere che è sempre ben solida ai vertici del Paese. «In Italia il percorso formativo incide sulle prospettive di carriera ma non è determinante sostiene Maria Chiara Carrozza, giovane ret tore della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa . Nel privato si valuta con più attenzione il percorso formativo, gli studi, l'università frequentata ma poi a fare la differenza è la capacità di mettere a frutto ciò che hai studiato. Insomma, il pezzo di carta non basta ed è anche giusto che sia così. Il problema vero sta nella lentezza con cui si dà fiducia ai giovani e nello scetticismo con cui li si mette alla prova. Chi si è formato attraverso un percorso alto e selettivo non vuole es sere promosso d'ufficio, vuole un'occasione per dimostrare le sue capacità . Ij chio nel ricambio generazionale della classe dirigente». Per rendere più competitivi i nostri atenei c'è anche chi sostiene la necessità dell'abolizione del valore legale del titolo di studio che però potrebbe apparire come una sorta di rinuncia al principio di diritto allo studio. «Ma in Italia il diritto allo studio non esiste già più sbotta il rettore i tagli progressivi fanno sì che non ci siano fondi per le borse di studio neanche per chi le merita. E poi il sistema universitario non deve essere creato solo per privile giare i talenti: noi dobbiamo portare alla laurea anche gli studenti "normali', soltanto così si crea mobilità sociale e si fa un buon servizio al Paese». Però, malgrado gli sforzi, le nostre università rimangono sempre in fondo ai ranking internazionali di categoria, segno che forse anche la qualità difetta. E la critica più diffusa è che in Italia ci sono troppe sedi universitarie che drenano fon di altrimenti destinabili a chi realmente forma eccellenze. «Non credo che il problema sia soltanto il numero, effettivamente eccessivo, delle sedi universitarie obietta il rettore . Bisogna differenziare, non possiamo avere decine di università che fanno le stesse propo- ste con piani di studio più o meno identici. Sarebbe necessario differenziare l'offerta specializzando al e uni centri. E questo servirebbe an che a decongestionare certi atenei monstre come La Sapienza. Ma su questo tema non bisognerebbe dimenticare un altro aspetto: serve maggior collegamento tra la scuola e l'università, l'ultimo anno (lì liceo dovrebbe servire da orientamento per chi deve operare una scelta oculata. Questo selezionerebbe gli iscritti ed eviteremmo molti studenti demotivati», ' r aumentare la competitività se ve anche un corpo docente dì primo livello e magari con l'apporto di personalità internazionali. Funziona la modalità del concorso per la selezione in ambito universitario o è meglio l'avviso pubblico con job specification e un processo di selezione trasparente? «Sicuramente il secondo modello è quello che risponde alle mie idee sorride Carrozza . Non mi piace il sistema dei concorsi accademici con il metodo notarile che affida a norme rigide la valutazione del merito. Le università devono essere in grado di scegliersi i docenti in base alle loro attività, al curriculum, al prestigio, ma anche perché devono essere le persone giuste per quel tipo di università. E necessario che ci sia qualcuno che si assuma la responsabilità di una decisione dopo aver seguito un processo trasparente di selezione. Poi saranno i fatti a dire se la scelta è stata giusta o sbagliata e chi l'ha assunta si farà carico delle conseguenze. Io credo a questo metodo di selezione così come, promuovendo il cambio dello statuto della Sant'Anna, abbiamo scelto amministratori indipenden ti. Serve un cambio culturale. la co sa pubblica deve essere gestita da amministratori indipendenti, non legati alla politica, che facciano so lo l'interesse della scuola. Non a caso noi abbiamo scelto tra gli ex allievi di S. Anna». Un modello. Vedremo quanti avranno il coraggio di imitarlo. Perché a volte il talento è figlio del coraggio di certe scelte. e proprio questo setaccio Foi troppo stretto che limita eccessivamente la presenza dei giovani nei ruoli di vertice e li spinge a scegliere il percorso di crescita all'interno di multinazionali straniere. «Di per sé l'esperienza in una multinaziona le non è una calamità osserva Carrozza . Lavorare all'estero, in contesti molto diversi dai nostri, con relazioni internazionali è sicuramente un'esperienza arricchen te. Il punto è che sì verifica sempre più raramente che un giovane talento italiano che va via dall'Italia vi torni perché allettato dalle proposte del nostro Paese. E la fuga dei talenti sta già pesando parec- Altri atenei toscani Pagina 8 i7ï4 'iïi C4"e3%2e '/,%lZÖï/„"'/„ïi t11 in Mc ¡ifnçsri . .,.. ,,._i_. ...'i !i¡ Pia ;7 'i J.i'3 i. 4. ., 13giÌGrr";,i 1.. _,..%!ï¡;i ."iipQ'r,'i{}(P ..,i_i;?S.it.;?jm !Ì% s'i1Sr; n.., !¡i /(i .'{.SS i I. .l-: .. . . . „ 4(?ii .. ... .. !;'r,'d%r'!í.I SC) di jïi/Ç!ÁSSSí„i p7{;<;%/? Er avo-so una ;¢if'S'íCr%.. .`.>;;ïiç'4iS;a di C°s . ,:: 4{4-t.%iii'i, rçl:';'sr'=; r : ,,. ,..., r ..". ..". ;,:" :. ,.:; ..,. ... , ,, _s;i r .. ,:.' a mr;o `iu!,3 r "._. " i s:,i ,%''+% S .;? r's,"'. .i 's';'s.; .,!./S <J/...E!..,.E 6E +.... " i/:)t, //.; I.,,..I/./ I,.Ice Altri atenei toscani aie !.CS ... s r r -.i...,; ,.,r,, <::; ! Í ..,..., í'''.íw "'.: ïr r.../ I ',/.. !S. r è r✓ l../.. !.. di Pagina 9 Partenze e arrIA Il nostro t;'u Le nuove r 0' ott sono gli sc°ien2 e de í capacità di attrarre stranie,ri. «'Troppa ï?u; ricercai rt Russia . ADRIANA BAZZI Italia non è un Paese dì cervelli in fuga. Se si considerano numeri e percentuali, gli italiani che emigrano nei laboratori di ricerca scientifica, sparsi per il mondo, non si comportano diversamente dai colleghi europei. Tutto fisiologico. Ancor più degli italiani cercano opportunità all'estero i tedeschi e i belgi, un po' meno gli svedesi e i francesi, anche se a casa loro le risorse non mancano. L'Italia, però, soffre di un grave problema che la rende anomala rispetto ad altre nazioni europee: non è sexy per gli stranieri. Non richiama, cioè, cervelli dall'estero ed è penultima nella classifica dell'attrazione: dietro dì lei c'è solo l'India. Non si parla di «brain drain», esodo di cervelli, ma nemmeno di un «brain gain», attrazione di cervelli, che compensi le perdite e il saldo diventa negativo. Così la situazione italiana risulta estremamente critica in un sistema di ricerca mondiale che sì sta sviluppando nel nome dell'interscambio e della globalizzazione. ...................................................... Per gglì s " nostro Paese I- °"s -7 » «« a -,io W a che non segue le L _g scarsa attenzio ne al r e, merito Se fino a qualche anno fa le superpotenze scientifiche si chiamavano Gran Bretagna, Stati Uniti, Germania e Francia, adesso al tavolo della scienza siedono anche Cina, Corea del Sud, Brasile, India e Singapore. Persino realtà minori, che stanno nascendo un po' dappertutto (anche in Africa dove, per esempio, ha preso il via un progetto di mappatura del Dna delle popolazioni autoctone), si fanno strada grazie a network di collaborazioni: è la «brain circulation», la circolazione dei cervelli. Due studi hanno fotografato la nuova mappa della ricerca mondiale e alcuni dati sono appena stati pubblicati da «Nature». Uno è stato condotto proprio dalla rivista scientifica che ha coinvolto i suoi lettori, l'altra fa parte del progetto G1obSci, partito due anni fa e coordinalo da tre ricercatori, Chiara Franzoni del Politecnico di Milano, Giuseppe Scellato del Politecnico di Torino e Paula Stephan della Georgia State University ad Atlanta. I risultali definitivi saranno pubblicati sulla rivista «Nature Biotechnology» nel dicembre prossimo. L'Italia, dunque, si trova a metà nella classifica dei Paesi esportatori di scienza, classifica che vede al primo posto l'India e agli ultimi due Stati Uniti e Giappone (nel progetto GlobSci sono stati presi in considerazione quattro campi di ricerca: biologia, chimica, scienze ambientali e della Terra e scienza dei materiali). «I ricercatori emigrano - commenta Chiara Franzoni - dove vedono migliori prospettive di carriera, ambienti di ricerca più stimolanti e possibilità di accedere a finanziamenti. Non a caso i Paesi con la più grande diaspora dì scienziati, come l'India, sono quelli con le infrastrutture peggiori. Ma c'è una nuova tendenza da segnalare: se in passato i Pae- Mondo Universitario , C orea , _ S ud .¡ si che attiravano dì più erano soprattutto quelli extraeuropei, negli ultimi anni si sta registrando una maggiore mobilità all'interno dell'Europa». Pochi, però, scelgono l'Italia come meta di ricerca: preferiscono la Svizzera - il Paese che ha in proporzione il maggior numero di ricercatori stranieri, il 57 per cento -, il Canada, gli Stati Uniti e persino la Spagna e il Brasile. «La spiegazione? - continua Franzoni - Salari bassi, un mercato del lavoro che non segue le regole europee, scarsa attenzione al merito, problemi di lingua». E troppa burocrazia, aggiungono gli interpellati da «Nature». Una situazione che penalizza anche gli italiani, quando rientrano, dopo un periodo trascorso all'estero. Di solito, infatti, gli emigranti di ritorno (sono i due terzi del totale) raggiungono maggiori performance, intese come qualità delle pubblicazioni scientifiche, quando si confrontano con i nativi che non si sono mai mossi: i nostri ricercatori, invece, fanno un passo indietro e non riescono a sfruttare al meglio le esperienze maturate. Il fenomeno del rientro degli scienziati nella nazione di origine è, comunque, in crescita e le rotte più battute sono quelle verso i «Bric» (Brasile, Russia, ma soprattutto India e Cina). In passato, per esempio, almeno sette cinesi su dieci, emigrati negli Stati Uniti, tendevano a rimanere lì, mentre negli ultimi anni il numero si sta riducendo, nonostante il principale contingente di ricercatori stranieri, nei laboratori americani, sia di origine cinese. La Cina, nonostante sia ritenuta una potenza emergente nel campo delle biologia e della fisica, grazie ai massicci investimenti voluti dal governo negli ultimi anni, non riesce ancora ad attrarre stranieri. Entro il 2020 po- trebbe essere il Paese con il più grande impatto sulla ricerca mondiale, ma pochi (solo l'8 per cento dei 2.300 ricercatori intervistati da «Nature») sono disposti a trasferirsi, soprattutto per ragioni politiche (ritengono il regime troppo autoritario) e culturali. Qualcuno, come Louise Ackers dell'Università di Liverpool, pensa d'altra parte che l'idea dell'emigrazione permanente sia orinai obsoleta e ipotizza, per il futuro, una figura di ricercatore «di passaggio». Secondo la studiosa, un laureato, specializzando o già specializzato, potrebbe trascorrere brevi periodi all'estero, giusto il tempo per stabilire reti di collaborazione e poi tornarsene a casa: oggi Internet permette di vivere in un Paese, ma dì lavorare in due o Ire. Non tutti sono d'accordo, ma un dato è certo: oggi la ricerca si fa in gruppo e nel 2ort almeno quarantaquattro lavori, pubblicati su riviste di fisica, erano firmati da più dì tremila autori. abazzïCq`corriere. ït Pagina 10 Pa re dei cervelf: ', destìnaz , or- LEGENDA Paese d'origine o--n destinazione Svizzera O Paesi Bassi O Regno Unita 0 Canada dia Germania 0 Belgio ;.á Australia 0Italia Q Svezia 0 Danimarca ",ancia {u5 Spagna 0 Brasile O Stati Unii 0 Giappone La diaspora %di ricercatori che lavorano all'estero esi ks2.<,c, iTtltactwnl éz stran€crl Pr po¡Z,pfl r,'ìCie;l.'at' Stra;3ìerl Auto!tonl } 7 iá r il r_ er) Í¿;r: . ,.'. " . Fonte:pefinea90bOd 'JSíl CARRIERE DELLA SERA V E ntro w Lo studio L'indagine commissionata dalla rivista «Nature» a Laura Harper e Fiona Watt ha coinvolto 2.300 lettori della rivista, la maggior parte dei quali laureati e specializzati, ai quali è stato chiesto un parere sulla loro disponibilità a emigrare, sui fattori che potevano condizionare la decisione e sulla loro carriera professionale II piano Il progetto GlobSci è cominciato due anni fa con l'obiettivo di mappare i flussi migratori degli scienziati e ha coinvolto 17 ricercatori di 16 nazioni. Questi ultimi sono stati selezionati fra gli autori di ricerche scientifiche in 4 campi: biologia, chimica, scienze ambientali e della Terra e scienza dei materiali Mondo Universitario G lae e s sulla x4 v. «E na potrebbe e ere ss s4 gr nde ímp tto a . .C ', globale. M a a solo l ' 8 % deì dìsposto a trasferírsì : 4'' ( .I. l » Pagina 11 Lauree da giramondo re lauree in una. Bocconi, University of Southern California e Hong Kong University of Science and Technology lanciano il World Bachelor in Business (Wbb), corso di laurea di primo livello con il triplo degree. Gli studenti potranno vivere e studiare in tre continenti, ottenendo tre diplomi di laurea da tre distinte università imparando anche l'italiano e il cinese (tutte le lezioni si svolgeranno comunque in inglese). In pratica, si studia ogni anno in un continente diverso, e il quarto anno si potrà scegliere in quale dei tre atenei terminare il proprio percorso di stu- di. Il primo anno si soggiorna a Los Angeles, per esplorare la vibrante cultura imprenditoriale della Southern California, il secondo ci si trasferisce in Asia, per incontrare i leader della finanza nei grattacieli di Hong Kong. Tre anni dopo, dal Pacific Rim si va a vivere nel cuore dell'Europa, a Milano, per studiare e conoscere meglio i mercati europei. La formazione, orientata su business e diritto, avrà un taglio globale, con focus sui diversi Paesi, utile proprio per aiutare gli studenti ad acquisire una visione completa. Il calendario prevede una formazione d'aula, una full immersion culturale nei tre Paesi Mondo Universitario e un'esperienza nel mondo dei lavoro . I primi 45 studenti ammessi, provenienti da tutto il mondo, inizieranno il loro giro nell'autunno 2013. A disposizione 1 milione di dollari per borse di studio. B. MIL. C RI{ ODUZONE RISERVATA Dal Mediterraneo al Mare del Nord arte a gennaio il master in «Port Economics and management» all'Università Ca' Foscari di Venezia. Interamente in inglese, punta a formare competenze manageriali necessarie per la gestione economica, territoriale e ambientale dei porti. Previsti stage e collaborazioni con le principali università di città portuali come Anversa e Rotterdam e università del Mediterraneo specializzate in studi marittimi, come l'Università dell'Egeo, www.unive.itlmaster-pem. A Roma, invece, si svolge il master che approfondisce strumenti teorici, metodologici e applicativi per comprendere e gestire le opportunità offerte dall'innovazione dei prodotti e dei servizi, in ottica di tourist experience, sia per migliorare l'offerta dei singoli operatori che nella gestione delle reti di impresa. Ideato dal Cts e patrocinato da Astoi (Associazione tour operator italiani) parte il 26 novembre a Roma. Iscrizioni entro il 13 novembre: masterturismoroma@centrostu dicts.it. 0 RIPRODUZONE RISERVATA. Pagina 12 L'analisi La lezione americana e "Ir _T 9 L cbcm lu U xbd i «tvcnolìcei*» Nati per avvicinare studio e lavoro Sei anni con focus sul «pratico» DB CARLO FORMENTI li Stati Uniti hanno la più alta percentuale di laureati al i. ondo, un patrimonio che, fino a poco fa, veniva considerato un formidabile vantaggio competitivo, anche perché la rivoluzione digitale aveva dilatato a dismisura la domanda di forza lavoro a elevata qualificazione tecnico scientifica. Erano gli anni in cui giovani talenti come Larry Page e Sergey Brin, o come Mark Zuckerberg (i primi fondatori (lì Google, il secondo di Facebook) abbandonavano l'università per fondare imprese miliardarie. Finché sono arrivate, prima, la crisi del 2001, che ha avviato la migrazio ne di centinaia di migliaia di posti di lavoro verso i Paesi in via di sviluppo, poi, quella del 2007, che ha provocato massicci licenziamenti anche nei settori ad elevato tasso di in novazione, due eventi che hanno cambiato lo scenario, al punto che, oggi, i neolaureali devono fare i conti con un mercato del lavoro che richiede competenze forse meno elevate ma più aderenti alle esigenze delle imprese. L 'per far fronte a questa mutazione che, in molti Stati dell'Unione, stanno nascendo le P-Tech. Si tratta di istituzioni innovative che propongono un curriculum unificato di sei armi i primi quattro corrispondono a quelli della tradizionale «high school», gli ultimi due a una sorta (lì «laurea breve» che prevede l'acquisizione di un ampio range di nozioni tecnico scientifiche, con forte priorità per le competenze pratiche (fra le materie (lì insegnamento c'è u'orkplace learning, ovvero apprendimento sul luogo di lavoro). Non a caso, a fornire la consulenza per la creazione del la prima di queste scuole entrata in funzione l'anno scorso a New York è stata Ibm, che non solo ha coinvolto i propri impiegati in un lavoro di brainstorming per definire quali nozioni trasmettere agli studenti, ma ha garantito attività di formazione per i docenti e ha anche «prestato» qualche professore alla scuola. L'idea è insomma quella di incoraggiare i ragazzi «a fare come Page», cioè ad accorciare il curriculum per arrivare prima «al sodo»? In un certo senso sì, a condizione di non nutrire illusioni su co sa si intende per arrivare al sodo. La promessa non è infatti quella di arricchirsi in tempi brevi. bensì quella di avere discrete possibilità di ottenere un lavoro da 40 mila dollari l'anno. Nel caso dell'esperimento newyorkese, Ibm, pur non garantendo l'assunzione automatica per i ragazzi che concluderanno con profitto il cielo di studi, promette che avrà per loro un occhio di riguardo, se e quando avrà bisogno di assumere giovani in posizioni come quelle di specialista in software addetto a rispondere ai quesiti degli utenti (sia business che consumer) (lì computer. E per chi non avrà questa opportunità? A leggere le interviste rilasciate dagli studenti, è evidente che sono in molti ad accarezzare sogni più ambiziosi: da chi afferma di voler diventare un avvoca io esperto in diritto informatico, a chi si immagina come futuro inventore (lì nuove protesi digitali, a chi pensa che acquisire nozioni tecnologiche e scientifiche gli servirà a diventare scrittore di fantascienza. Tuttavia, anche senza volerli scoraggiare, è assai più probabile che, chi non troverà posto nelle braccia di mamma Ibrn, finirà nelle schiere dei programmatori,free lance che sviluppano applicazioni per tablet e smartphone. L rthr„ 1%ßm nel progetto P-Tech. «Incoraggiamo i giovani» Mondo Universitario Pagina 13 Prova il master prima di farlo artecipare a una lezione gratuita, per capire se il master risponde alle proprie esigenze di carriera. La chance è offerta dalla Cattolica con l'Executive Master Pmi e competitività. Il 14 dicembre sarà possibile partecipare gratuitamente alla lezione di «operations management ». Disegnato su misura per imprenditori e manager di piccole e medie imprese , il master prevede due giornate introduttive in aula, una sequenza di unità didattiche online e un Mondo Universitario progetto sul campo . Iscrizioni su www. unicatt.it/pmi entro il 10 dicembre. Parte invece il 7 marzo e dura fino a giugno il corso, per diventare esperti in Corporate social responsibility (Csr). Si apprenderanno le tendenze dei mondo della sostenibilità in Europa e nel mondo, con alcune delle più innovative esperienze realizzate in Italia. La email è: [email protected]. BA. Mlll. 0 R PP,ODUZIONE RISERVATA Pagina 14 Post laurea Le proposte della città del made in Italy. Stage nelle imprese C bo i oddru , ,...G....% • Ivfflao sale in cattedra Po itecnico, Bocconi e Catto ica partono con i nuovi corsi Da a gestione della catena a design alimentare, le novità DB VIVIANA VESTRUCCI iventare professionisti della moda e del cibo, per imparare a progettare, gestire e comunicare tutto quanto ruota intorno ai due pilastri del ma de in Italy. P ciò che offrono i nuovi master delle università milanesi. Per la moda ci sono i tre corsi in Fashion Direction del Milano Fashion Institute, consorzio per l'alta formazione nella moda fondato nel 2007 da Bocconi, Cattolica e Politecnico con le rispettive competenze: progettuali (Politecnico). di management (Bocconi) e socio-comunicative (Cattolica). L'obiettivo è dare agli st denti capacità specialistiche multidisciplinari per gestire l'intero processo produttivo e di comunicazione della moda, facendo leva sul legame del settore con Milano, sede di oltre 600 showroom e tremila aziende, delle associazioni di categoria e delle principali fiere specializzate. I temi dei corsi, che durano 12 mesi e si concludono Mondo Universitario con uno stage obbligatorio presso le aziende, sono «Brand & Product» gestione e pianificazione dei processi creativi e di sviluppo delle collezioni), «Retail & Experience» (canali e processi distributivi), «Communication & Social Media» (valorizzazione dei marchi con i nuovi media). Dive; lepos- ibilitàdi -17oc- Le aziende impegnate nel settore della moda che ruotano intorno alla metropoli lombarda co lavorativo: a seconda del master, gli studenti potranno inserirsi in azienda come «intermediari» tra i creativi (stilisti, art director, architetti ) e i manager responsabili d'area; oppure come retail area manager, sture supervisor o altri profili commerciali, se l'indirizzo scelto è quello dedicato alla distribuzione; ancora, come professionisti della comunicazione verbale e visuale in qualità di fashion stylist, trend analyst, social and new media manager. Due dei corsi sono tenuti in inglese, per tutti sono previste borse di studio (in via di definizione). I posti per ogni master sono 25, con termine di i; 'iziore a fine novembre. Sempre in tema roda, il Consorzio Universitario Po li.Design del Politecnico ha ideato il master «Design dell'Accessorio», dedicato a scarpe, gioielli, borse, cappelli. Alla prima edizione, il corso dura 12 mesi, ha 20 posti, offre quattro borse di studio, prevede la didattica in inglese e chiuderà le iscrizioni a fine settembre 2013. Prepara a progettare accessori nella produzione sia ar tigianale sia ad alta tecnologia, per le aziende della pelletteria e calzatura. dell'occhiale, del gioiello, della valigeria. Sul fronte «cibo» sono attivi sia la Bocconi sia lo Iulm, con approcci diversi. Il master in «Food design» dello Iulm, in collaborazione con la Scuola politecnica di design (Spd), intende formare progettisti del- l'alimentare che, oltre alle conoscenze di marketing e comunicazione, abbiano competenze progettuali e di design del cibo. A conclusione, l'ex studente avrà imparato a coordinare la progettazione non solo dei processi di produzione, distribuzione e consumo dei prodotti ali mentari, ma anche del cibo stesso dal punto di vista estetico e comunicativo, e seguirà le attività di comunicazione e promozione. Il corso, in inglese, è aperto non solo ai neolaureati, ma anche a professionisti con esperienza professionale nell'enogastronomia o in settori contigui, ed è in collaborazione con aziende e associazioni del comparto alimentare. La Bocconi, con il «Master of management in food & beverage», intende mettere a fuoco l'aspetto manageriale del fenomeno food che, oltre ad essere una delle industrie italiane trainanti, è anche costume, gusto, tradizione. Obiettivo è formare manager gestionali per i comparti lo odservice, ristorazione, alberghiero e commerciale. Oltre allo studio dei modelli di business e marketing e delle strategie delle aziende di maggiore successo, il master prevede sedute di degustazione e incontri con esperti del settore. Il corso è in inglese. dura 12 mesi e parte dal prossimo gennaio. Pagina 15 Pubblica amministrazione Spesa da tagliare: competenze a tutto campo tempo di spending review per il settore pubblico. Che ha bisogno anche di nuove competenze manageriali per superare la sfida della riduzione dei costi e del miglioramento dell'efficienza. Nel mirino in tutta Europa c'è soprattutto la sanità, un settore che nei prossimi anni dovrà affrontare profonde riorganizzazioni e riforme. «Health Economics &. Management» è uncorso post-laurea biennale promosso dall'Università (lì Bologna. E' parte di un più ambizioso progetto (lì internazionalizzazione che porterà ad un Master biennale con altre 3 università partner. leader nel management sanitario: Universïty of Oslo, Management L'i ncidenza della Center Innsbruck e spesa sanitaria la Erasmus Universi tv Rotterdam. Si ot- in alcuni Pae si Ue terranno doppi titoli con validità legale in Italia ed in uno dei paesi partner. dove si svolgerà almeno un semestre. «Meritocrazia e pubblica amministrazione, Meritocrazia e giovani, Meritocrazia e lavoro» è il titolo del workshop che Asfor (Associazione italiana per la formazione manageriale), organizza il 6 novembre nella Fiera del Levante di Bari. Un incontro dove si vogliono gettare le basi per idee e proposte che possano poi tornare utili al paese, in termini di cultura manage riale. «Occorre agire mettendo il merito al centro delle politiche pubbliche, come nei comportamenti privati» spiega Elisabetta Salvati, con sigliere Asfor con delega Mezzogiorno. L'iniziativa si potrà seguire in diretta via strearning su: w-ww.controweb.it. BA. MILL. © RIPROD IZIONE RISERVATA Mondo Universitario Pagina 16 Dentro o Mori t1n test a crocette & il primo strumento scelto dal ministero per se'- _ a°e gIi znsegnanti: in 200 mila per 11-542 posti Tuffo pronto p(--r il c I ] cors( della scuola. . -. di LORENZO SALVIA eglio una testa ben fatta che una testa ben piena». La frase è celebre, anche un po' usurata. Modernissima quando la scrisse Michel + + - de Montaigne verso la fine del Cinquecento, epoca ' i cui essere eruditi era ancora un valore assoluto. Addirittura scontata ai giorni nostri, quando una memoria formidabile può essere sostituita (non sempre, per carità) da Google, che ci segue ovunque insieme al telefonino che abbiamo in tasca. Più che accumulare nozioni quello che conta è saper ragionare, saper apprendere. Difficile non essere d'accordo . E con il passare degli anni, anche al di là delle intenzioni del suo autore, quella frase è diventata uno slogan, un manifesto, in molti casi un vero e proprio programma scolastico. Il saper ragionare prima del sapere punto e basta, un patrimonio comune filtrato poi dagli insegnamenti di don Milani, di Gianni Rodari e anche da una serie di degenerazioni che hanno portato i nostri ragazzi a non saper più se davanti alla a si mette la lettera acca. Eppure. Quello che vale per gli studenti vale anche per i loro insegnanti? Dopo quasi quindici annidi paralisi, avremo finalmente un concorso per selezionare maestri e professori. Una scelta coraggiosa, quella del ministro dell'Istruzione Francesco Profumo, che ha dovuto vincere le resistenze di chi voleva continuare ad assumere solo dalle liste dei precari. Il concorsone porterà in cattedra i giovani, anche se è vero fino a un certo punto perché con le regole scelte per il bando sarà difficile avere vincitori al di sotto dei 35 anni. Bene, comunque. Ma come prima cosa gli aspiranti insegnanti saranno tentati di fare proprio quello che Montaigne considerava un orrore. Riempirsi la testa, più che tenerla sgombra e allenarla per ragionare bene. .I 1 .ss1 ., ;ti tenze. Nel migliore dei mondi possibili sarebbe bello dedicare una giornata intera a ogni candidato. Ma sono i numeri a dire che non si può: per 11 .542 posti vengono stimate 200 mila domande, le iscrizioni scadono il 7 novembre. Anche al ministero i test preselettivi sono considerati un male necessario. Seconda avvertenza, dedicata agli aspiranti Rain mnan. Il giorno della prova ogni candidato avrà davanti lo stesso schema: 7 domande di informatica, 7 di lingua straniera, 18 di comprensione del testo e 18 di logica. Cinquanta quesiti in cinquanta minuti. Ma rispetto al listone delle «multiple choice» pubblicato a novembre, l'ordine delle risposte potrebbe cambiare. Per ogni quesito la risposta A diventerà ad esempio B, la D diventerà C e così via. Più che riempirsi la testa, dunque, conviene allenarla. Anche con i tanti libri e quiz online già disponibili da settimane con un discreto grado di approssimazione all'esame reale. Resta l'interrogativo di fondo, però. «Individuare la parola da scartare: raso, tapelo, alida, ofragano». La risposta giusta è tapelo, gli altri sono tutti anagrammi di nomi di fiori. Davvero non c'è altro modo per trovare gli insegnanti più bravi? «Visto il numero dei candidati - dice Benedetto Vertecchi, professore di Pedagogia all'Università di Roma Tre - la prima scrematura non può essere fatta che con i test. Ma dipende da che tipo di test». Il professore usa da vent'anni questo strumento nei suoi corsi e indica un possibile modello alternativo, i quiz progressivi: «Si parie da una domanda banale, si continua con una meno banale e così via aumentando il grado di difficoltà. In ogni caso, prima di essere usati, i test vanno provati sul campo. Altrimenti si rischiano gravi distorsioni». Un esempio? «Anni fa, in un quesito per ragazzini, usai la parola pesca: chi veniva da una città di mare pensò alla pesca con la canna e le reti , chi veniva da altre zone pensò invece al frutto . Sembra stupido ma non lo è». Sì ai test, ma non fatti così, anche da Giorgio Israel, profes- Il primo gradino del concorsone sarà quello dei test preselettivi. Poi ci saranno le prove scritte, gli orali e anche la lezione simulata . Chi non superala preselezione, però, sarà subito fuori. I test non riguarderanno le materie di insegnamento ma misureranno le capacità logico-deduttive. Verso la fine di novembre il ministero pubblicherà un elenco di 3.500 domande «multiple choice», con più risposte a disposizione e la casella giusta da barrare. Da quel listone saranno sorteggiati 5o quesiti per ogni candidato, operazione da fare lo stesso giorno della prova, in programma verso la metà di dicembre. Una procedura non nuova, versione tecnologica di quella usata nell'ultimo concorso per i presidi, due anni fa. Ma con un buco disegnato dalle due possibilità che i candidati avranno in quei venti giorni: potranno esercitarsi sul listane del ministero, e quindi allenare una testa ben fatta; oppure mandare a memoria il maggior numero possibile di domande, e quindi avere una testa ben piena. Rain man non avrebbe dubbi: lui sapeva ripetere a memoria un libro dopo averlo letto una sola volta, il listone ministeriale sarebbe un giochino. E bisogna ricordare che quella portata al cinema da Dustin Iloffman era una storia vera. Ma per tutti gli altri che cosa succederà? E, soprattutto, che tipo di insegnanti seleziona una prova del genere? Prima di dare una risposta sono necessarie due avver- Mondo Universitario Pagina 17 sore del dipartimento di Matematica alla Sapienza di Roma, che sul tema si è più volte pronunciato : «I quesiti sulla comprensione del testo trasformano le persone in imbecilli. Non siamo all'esame perla patente dove serve un comportamento standard. In ogni brano ci sono almeno dieci sfumature diverse, è assurdo ridurle a quattro caselle da barrare». Non solo: «Spesso le persone più capaci in una prova del genere risultano le peggiori. Chi esita davanti alle ambiguità ha più sfumature di giudizio e può essere un insegnante migliore». Niente quiz, dunque? «Sì, ma fatti sulle regole base delle materie fondamentali. Oggi abbiamo laureati che non sanno fare una divisione o se mettere l'accento sulla e. Ê questa l'emergenza della nostra scuola». Chi invece boccia i test alla radice è Giuseppe Bertagna, professore di Pedagogia all'Università di Bergamo: «Sono diseducativi, introducono il concetto di lotteria in un mondo dove dovrebbe valere la competenza». D'accordo, ma con quei numeri non è una scelta ineluttabile? «Di ineluttabile c'è solo il futuro , questa è solo una decimazione pensata per risolvere un problema di ordine pubblico». Secondo lui, la soluzione ci sarebbe: «Gli insegnanti dovrebbero essere selezionati non con un unico concorso nazionale, ma da gruppi di scuole. Così divisi, i candidati sarebbero meno numerosi e ci sarebbe tutto il tempo di valutarli in modo serio, senza lotterie». Un sistema adottato in altri Paesi, che potrebbe funzionare bene nelle situazioni sane , forse meno bene in altri casi. E che scardinerebbe i due colossi nazionali, burocrazia ministeriale e sindacato , che oggi regolano la partita. Nemmeno il governo dei professori ha osato tanto. [email protected] ú RIPRODUZIONE RISERVATA Le prove II concorso per selezionare 11.542 insegnanti delle scuole elementari, medie e superiori comincia con un test di preselezione comune per tutti . Poi lo scritto sulle materie specifiche di insegnamento, che per le discipline scientifiche consisterà in una prova di laboratorio . Passo successivo l'orale, in due fasi: un colloquio e una lezione simulata su una traccia estratta 24 ore prima Le date Le iscrizioni al concorso scadono mercoledì 7 novembre alle 14.1123 novembre si conoscerà la data del test di preselezione, previsto a metà dicembre. II 15 gennaio sarà pubblicato il calendario delle prove scritte ILLUSTRAZIONI DI CHIARA DATTOLA Mondo Universitario Pagina 18 Scoperte Un si' ina c. i a c i i-ti che rl, n ; ' di qtlatft.u secoli quello ro.r,,Yiaiio o a :. io La ricostruzione del t tito rurale e urbano it Nir ®ve Qui nacque e s.i ermo:il prínio. -c io gl.ol- `-1 della, stc a di DANIELE MORANDI BONACOSSI 1 0- a riscoperta dell'Assiria e delle vestigia del primo impero globale della storia, esteso dalla Mesopoal Delta del Nilo, fu uno dei 1 prodotti certo secondari, ma assai significativi, del Secolo dei Lumi e del vace interesse verso il recupero delle civiltà antiche nato in Francia, ma presto diffusosi anche in Inghilterra, a partire dalla spedizione napoleonica in Egitto (1798-99) e dalla monumentale Descrizione dell'Fgitto redatta dai savants di Napoleone, che di quella campagna costituì la più straordinaria ricaduta scientifica. In quella temperie culturale post-illuminista maturarono le prime ricerche archeologiche condotte nella provincia ottomana di Mosul, nel nord dell'Iraq, dal viceconsole francese di origine italiana, Paolo Emilio Botta, e dall'inglese Austen Henry Layard, i quali - tra il 1842 e il 1819 - effettuarono straordinarie scoperte nelle tre successive capitali dell'impero assiro: Kalhu (odierna Nimrud), Dur-Sharruken (Khorsabad) e, da ultima, Ninive (Quyunjiq). L'arrivo di dozzine di sorprendenti rilievi che descrivevano le imprese dei sovrani assiri e delle statue colossali di tori androcefali al British Museum e al Louvre - dove la collezione di antichità assire scavate da Botta a Khorsabad si arricchì rapidamente a dismisura, tanto da portare all'apertura della prima esposizione pubblica di arte assira già nel 1847 - fu accompagnato da un enorme successo di pubblico. Mondo Universitario Oggi, per colmare i vuoti di una esplorazione archeologica negli ultimi decenni fortemente compromessa dalle guerre, la Missione archeologica italiana in Assiria dell'Università di Udine ha iniziato - tra luglio e ottobre 2012 - un nuovo progetto di ricerca interdisciplinare nell'entroterra dell'antica Ninive, denominato «Progetto archeologico regionale Terra di Ninive». Obiettivo della ricerca è la ricostruzione del tessuto insediativo, economico e demografico dell'entroterra rurale di Ninive fra preistoria ed età islamica e della trasformazione dell'ambiente naturale antico come conseguenza di variazioni climatiche e dell'impatto che le attività di sussistenza dell'uomo, soprattutto agricoltura e pastorizia, ebbero sul territorio. Particolare attenzione viene rivolta all'insediamento e all'utilizzo del territorio in epoca neo-assira, soprattutto nelle sue risorse fondamentali, terreni agricoli e acqua, e alla rete infrastrutturale creata dagli ingegneri dell'impero (canalizzazioni, dighe, sbarramenti di corsi d'acqua e rete viaria), la cui ricostruzione permetterà per la prima volta di comprendere l'organizzazione di quello che fu il cuore geografico, politico e culturale di uno dei primi imperi della storia. Le ricerche condotte dall'Università di Udine hanno permesso d'individuare quasi 250 siti archeologici distribuiti nella campagna di Ninive e datati fra il VII millennio a.C. e l'epoca ottomana. La gran parte di questi insediamenti era abitata in età tardo assira, fra l'ti'III e il VII secolo a.C., epoca in cui il re assiro Sennacherib (705-681 a.C.) abbandonò la vecchia capitale fondata dal padre, Sargon, a Dur-Sharrukin/Khorsabad, per spostare il centro del suo impero nella città di Ninive e costruire una capitale di dimensioni (75o ettari rispetto ai precedenti 200) e splendore mai visti prima di allora. Le iscrizioni di Sennacherib menzionano la deportazione di quasi mezzo milio- ne di prigionieri di guerra in Assiria e in particolare a Ninive e nel suo territorio. Contemporaneamente, tra il 702 e 688 a.C. circa, il re assiro costruì una grande e articolata rete di canali d'irrigazione nella regione pedemontana a nord di Ninive, dove opera la missione italiana. Al ramificato sistema irriguo dell'entroterra di Ninive, ancora poco conosciuto in sé, si collegavano elementi edilizi e monumentali di grande importanza: il primo acquedotto in pietra della storia Qerwan) e una serie di rilievi rupestri di grandi dimensioni raffiguranti il re e le principali divinità assire nei siti di Khinis, Shi1u Maliktha, Faideh e Maltai. Nelle iscrizioni celebrative che accompagnavano i grandi rilievi fatti scolpire dal sovrano a Khinis, Sennacherib vantava di aver deviato le acque dei fiumi in diciotto aree distinte e di averle fatte confluire in un sistema di canali che forniva acqua per l'intero arco dell'anno ai campi della pianura di Ninive «che, a causa della mancanza d'acqua, erano caduti in abbandono ed erano coperti da ragnatele, mentre i contadini, che non conoscevano le tecniche d'irrigazione artificiale, rivolgevano gli occhi al cielo aspettando la pioggia». La ricognizione archeologica ha permesso di evidenziare l'esistenza nella «Terra di Ninive» di una fitta rete di piccoli insediamenti agricoli e fattorie che punteggiavano la campagna assira e si allineavano in molti casi lungo la rete di canali regionali costruita da Sennacherib per una lunghezza complessiva di oltre 16o chilometri. Una simile distribuzione spaziale dell'insediamento indica che questo monumentale sistema idraulico era in grado d'irrigare un'area dell'Assiria settentrionale ben più grande dell'immediato entroterra della capitale. L'intera fascia rurale pedemontana a nord di Ninive traeva dunque beneficio dai canali di Sennacherib, ottenendo, grazie a questo enorme intervento di pianificazione territoriale e di creazione d'infrastrutture su scala regionale, un innalzamento del rendimento agricolo accompagnato da una considerevole riduzione del rischio di perdita dei raccolti a causa della siccità, Pagina 19 una piaga ricorrente nella regione allora come oggi. Lungo un tratto del canale, presso il villaggio di Faideh, la missione italiana ha compiuto una scoperta eccezionale: sei rilievi assiri scolpiti nella parete rocciosa del canale affioravano dal terreno che ne colmava l'antico letto. I rilievi, raffiguranti verosimilmente una processione cui partecipavano le divinità principali del pantheon assiro, come nel caso dei pannelli scolpiti nella roccia presso Maltai , si sommano ad altri tre analoghi rilievi noti fin dagli anni 7o del secolo scorso, costituendo così un complesso monumentale straordinario e assolutamente unico, la cui integrità è purtroppo seriamente minacciata dalle attività industriali svolte nel vicino villaggio. La ricognizione del grande canale che da Khinis portava a Ninive, che il sovrano assiro aveva chiamato «Canale di Sennacherib», ha riservato altre grandi sorprese. Fino a oggi, infatti, il mondo scientifico tendeva a ritenere che il grande acquedotto di Jertivan, costruito per permettere al «Canale di Sennacherib» di valicare una stretta valle fluviale lungo il suo percorso per Ninive, costituisse un'opera d'ingegneria unica e ineguagliata. Le ricerche sul campo hanno permesso d'individuare altri cinque acquedotti analoghi, costruiti con gli stessi blocchi squadrati di calcare e la stessa tecnica impiegata nell'acquedotto di Jertivan. Gli acquedotti romani costruiti per portare acqua alla capitale a partire dalla fine del 1V secolo a.C., che indussero Plinio il Vecchio (Naturalis Historia XXVI, 123), colino di ammirazione, ad osservare che «chi vorrà considerare con attenzione ... la distanza da cui l'acqua viene, i condotti che sono stati costruiti, i monti che sono stati perforati, le valli che sono state superate, dovrà riconoscere che nulla in tutto il mondo è mai esistito di più meraviglioso», avevano avuto illustri antecedenti nell'Assiria di quattro secoli prima. Università degli Studi di Udine Direttore della Missione archeologica italiana in Assiria U RIPRODUZIONE RISERVA' A Mondo Universitario La m issione Daniele Morandi Bonacossi (nella foto) è direttore della missione archeologica n Assiria dell'Università di Udine, in collaborazione con lo State Board of Antiquities and Heritage di Bagdad e a Direzione delle Antichità della Regione dei Kurdistan iracheno, con il sostegno del ministero degli Esteri, della regione Friuli-Venezia Giulia, Informest e della provincia di Udine La chn.rà L'Assiria , il cui centro si trovava nell'alta valle del Tigri (Iraq settentrionale), si formò come entità indipendente fra XIX e XVIII secolo a . C., quando un capo tribale , Shamshi-Addu, unificò un 'estesa regione. Dopo una lunga crisi, a potenza assira culminò con i re della dinastia sargonide, fra VIII e VII secolo a.C., che crearono il primo impero globale della storia, dall'Iran e dal Golfo Persico al Mediterraneo e all'Egitto Pagina 20 C!,,: ; y7/u'L zft ; ; Mondo Universitario Dall'alto: una mappa dell'impero assiro e la regione delle ricerche, con in primo piano l'acquedotto di Jerwan; il re assiro Sennacherib nel Grande Rilievo di Khinis; i rilievi di Maltai; archeologi al lavoro Pagina 21 i\'onostan.te la forte crisi. ci sono rnoltee/ 1Ire professionali che le aziende faticano a reperire Scarso orientamento e precariato allontanano i giovani dal lavoro Pagine a cura DI DUILIO LUI giovani «non devono essere troppo choosy (esigenti, ndr) nella scelta del posto di lavoro. E meglio prendere la prima offerta di lavoro che capita e poi, da dentro, guardarsi intorno». Le parole pronunciate dal ministro del lavoro Elsa Fornero qualche giorno fa hanno diviso e fatto discutere, ma anche centrato in pieno un problema in apparenza paradossale: anche in un periodo di forte crisi occupazionale come quello attuale, resta la distanza tra offerta e domanda di lavoro, tanto che ci sono diverse figure professionali che le aziende faticano a reperire sul mercato. Esigenti o disinformati? In merito alle considerazioni del ministro, tra gli addetti ai lavori prevalgono i distinguo. «Ritengo che si debba porre l'attenzione non tanto su quanto sono esigenti, bensì su quanto sono informati sul mondo del lavoro», commenta Tommaso Aiello, ceo di Emblema, società che organizza iniziative di raccordo tra università e imprese nei campi Mondo Universitario del placement e della ricerca (tra cui la Borsa del Placement, diretta all'incontro tra i rappresentanti degli uffici placement delle università, italiane e straniere, e i responsabili Uno scenario che complica l'inserimento dei più giovani, a maggior ragione dopo la riforma del sistema pensionistico che allunga l'attività lavorativa. risorse umane delle aziende per allineare domanda e offerta di lavoro). «Troppo spesso ci si ritrova davanti a potenziali candidati che non sanno a chi o come proporsi o che non hanno idee di quali sono le figure contrattuali o, ancora, di come il web abbia radicalmente mutato i processi di ricerca e selezione. E vero che ci sono tanti laureati indisponibili ad accettare lavori che non ritengono adeguati, ma penso che sarebbero molti di meno se fossero davvero orientati al lavoro da formatori e famiglie». E più netta la posizione di Giulio Bertazzoli, partner di Spinlight pan, società di consulenza sul lavoro. «Non vedo alcuna difficoltà nel reperire giovani neolaureati, se non quelle derivanti dal fatto che alcune aziende offrono contratti di stage (poi si tratta di effettivo lavoro) che non rappresentano un canale di entrata, ma fine a se stessi. I giovani, quindi, cercano di sfuggire alla logica del lavoro precario senza possibilità di sbocco». Fatta questa premessa, Bertazzoli sottolinea la rigidità del mercato del lavoro italiano «ancora oggi dominato dalla logica del posto fisso, più che da quella dell'eccellenza». Un deficit strutturale. Giuseppe Cristoferi, presidente di Elan International, non vede invece novità particolari negli ultimi tempi. «Le difficoltà delle aziende nel trovare alcuni profili professionali ci sono sempre state e sempre ci saranno: il mondo si muove velocemente, le esigenze delle aziende e le loro richieste di lavoro qualche volta superano l'offerta, che resta indietro per qualità e quantità», è la sua opinione. «È naturale che sia così, non solo nei settori più avanzati, ma anche in quelli dove una forte regolamentazione (statale, comunitaria o internazionale) impone nuove regole di compliance più rigorose e strutturate». Anche Stefano Giorgetti, amministratore delegato di Kelly Services Italia, riscontra un atteggiamento più maturo da parte dei giovani, «che accettano il "compromesso" dello stage o del contratto a tempo determinato, visti come un trampolino di lancio per far conoscere le proprie capacità e imparare». Quindi, se non si trovano giovani idonei a ricoprire questi ruoli non è però ascrivibile al fatto che gli stessi sono choosy. «Risultano tali solo se i profili proposti non sono quelli ad alta specializzazione, ma quelli a minor contenuto e a minor reddito, dove l'offerta eccede la domanda», ribatte Cristoferi, sottolineando che in queste situazioni il giovane non in possesso di qualificazioni tali da aspirare alle nicchie, e che si trova molti concorrenti, «dovrebbe adeguarsi alle condizioni proposte. Poi, una volta inserito, farsi valere se ne ha le capacità. Ma sembra che la consapevolezza di questa situazione presso i giovani sia ormai largamente generalizzata», aggiunge. © Riproduzione riservata Pagina 22 11 ?'1 % c leadi uncler35 clrsoonilaile a qualunq ue occupazione Se mai in passato sono stati schizzinosi nella scelta del primo lavoro, sicuramente oggi non lo sono più. La ricerca «II futuro delle nuove generazioni in Italia, promossa dallo Ial nazionale (Innovazione apprendimento lavoro) in sinergia con la Cisl, e realizzata dall'Istituto di ricerche Demopolis su un campione di 3.600 giovani tra i 18 e i 34 anni, offre un'immagine proattiva dei giovani, evidenziando la loro disponibilità ad adattarsi alle difficoltà del mercato. Infatti, il 71% tra degli intervistati afferma che oggi è preferibile fare qualsiasi lavoro, anche non interessante, purché retribuito. Proprio quest'ultimo è il discrimine tra la maggioranza degli under 35, mentre solo il 20% ritiene preferibile attendere per trovare un lavoro che rispecchi le proprie aspirazioni. Per i giovani l'occupazione è una priori- Mondo Universitario tà di vita, anche più della famiglia, con trend in crescita in tempi di crisi: tra gli under 35 è infatti passato dal 75% del 2007 al 91% del 2012, superando tra le cose importanti della vita il primato duraturo della variabile famiglia (90%). La disillusione la fa da padrone quanto alle prospettive di carriera: per il 78% degli under 35 anni, la chiave per aprire le porte del lavoro è la raccomandazione, mentre il 53% crede nel destino. Il curriculum e le abilità personali sono riconosciute da poco meno della metà degli intervistati: serve preparazione (49%), motivazione e spirito di iniziativa (48%). Per il 41% conta l'appoggio politico, per il 23% l'aspetto fisico, solo per il 32% il lavorare con impegno. Una conferma in tal senso arriva dal Rapporto Giovani curato per l'Istituto Tomolo da Ipsos e un gruppo di docen- ti dell'Università Cattolica, secondo il quale i giovani tra i 18 e i 29 anni (il campione era formato da 9 mila persone) non restano con le mani in mano. Più del 45% di chi lavora non è soddisfatto della propria occupazione, ma si adegua accettando stipendi più bassi rispetto a quanto considerato adeguato e si adatta a occupazioni che non rispondono alle proprie aspettative e non coerenti con il titolo di studio (47%). A questo si aggiunge il fatto che un giovane su tre deve fare i conti con un lavoro altamente instabile nelle prospettive occupazionali. Tra chi ha un lavoro, solo il 20% è pienamente soddisfatto dell'attuale impiego, mentre oltre il 25% è poco o per nulla contento. Un giovane su quattro, quindi, pur di lavorare e non rimanere a casa, accetta un impiego lontano dalle proprie aspettative. Per finire, anche i laureati appaiono molto meno esigenti di quanto a volte si dica: tanto che uno su tre tra coloro che hanno conseguito il titolo accademico svolge un lavoro pienamente coerente con quanto studiato. Considerate le difficoltà dell'attuale mercato del lavoro, quasi un giovane su due (il 48,9% perla precisione) si dichiara pronto ad andare all'estero per migliorare le proprie opportunità di lavoro, mentre meno del 20% esclude del tutto questa eventualità. La mobilità è nelle corde soprattutto dei ragazzi del Nord (fascia nella quale si tocca il 52%) e tra i maschi (oltre la metà contro un terzo delle ragazze). Quanto al titolo di studio, sono proprio i laureati a prendere maggiormente in considerazione la possibilità di fare fortuna (lavorativamente parlando) oltreconfine. Pagina 23 Loccasione si trova nelle nicchie iù che le macroaree, sono le nicchie professionali quelle che offrono attualmente le maggiori opportunità lavorative. Giuseppe Cristoferi indica, tra le figure che le aziende faticano maggiormente a reperire sul mercato, il lead software developer - cloud computing focused. «Una posizione», spiega, «indicata per chi è motivato nello sviluppo di applicazioni ad alto valore di business perché si utilizzano le capacità nelle tecnologie emergenti per progettare e sviluppare la prossima generazione di software». Il boom della nuvola informatica, che consente di spostare piattaforme, software e infrastrutture dagli uffici aziendali all'esterno, perché vengano gestite da specialisti informatici, sta creando anche altre opportunità lavorative. Come il cloud architect, «un ruolo tecnico che deve lavorare con i clienti principali e potenziali, aiutandoli a progettare soluzioni corrette», chiarisce Cristoferi. Le sue responsabilità principali includono la progettazione e l'architettura di soluzioni Cloud based innovative e pratiche per i clienti. «Questo profilo definisce la roadmap per l'adozione di questo sistema e interagisce con il Cio/Cto del cliente e i loro team di progetto». Infine, tra i ruoli gettonati in questo settore, c'è anche il cloud alliance manager, «un ruolo che ha una visione complessiva della gestione della partnership con il fornitore di questi nuovi servizi che viene effettuata attraverso sviluppo e attuazione di programmi di marketing sostenuti dallo sviluppo di strategie competitive rispetto ai fornitori, prezzi e soluzioni». Mondo Universitario Non è una novità assoluta l'altra figura indicata dal numero uno di Elan International, ma anche la sua conferma in un periodo di tagli generalizzati in ambito bancario colpisce. Si tratta del private banker, vale a dire del professionista chiamato a gestire portafogli finanziari di una certa entità (in genere da 500 mila euro in su). «Pur essendo un profilo consolidato, la ri- sentono maggiormente la mancanza. Mi riferisco a ingegneri, periti industriali e operai specializzati, come, per esempio, i saldatori, professionisti che il mercato fatica ormai a reperire in Italia e chiama dall'estero». A caccia di ingegneri e Tra i laureati, gli ingegneri periti. Per Vincenzo Mattina, meccanici, con una buona conovicepresidente dell'agenzia per scenza dei più evoluti software il lavoro Quanta, «i profili tecni- per la progettazione, sono tra i ci sono quelli di cui le imprese profili più ricercati. «E lo stesso vale per gli ingegneri chimici e soprattutto gli ingegneri elettrici, specializzazione che sono sempre in meno a scegliere», aggiunge Mattina. Un'altra professione per cui le imprese faticano a trovare candidati è quella degli infermieri, «anche a causa di un percorso universitario molto selettivo, in cui oltretutto si tende a fare anche meno tirocinio pratico di quanto ne garantisce il percorso professionale. In pochi raggiungono effettivamente il titolo oggi e il numero di infermieri professionisti provenienti dall'estero, anche senza titolo di laurea, è sempre più alto». cerca presenta oggi più difficoltà che in passato perché il valore del private banker, che è dato principalmente dal parco clienti che gestisce, è più volatile di una volta», spiega l'esperto. Pagina 24 C_L Occhio alle opportunità internazionali Se la situazione di blackout è per certi versi inevitabile, cosa resta da fare ai giovani per non restare a lungo tagliati fuori dal mercato? «In Italia c'è sicuramente una barriera fra le aziende e i giovani laureati. La crisi ha ingolfato il mercato del lavoro e ha cancellato moltissime posizioni qualificate iniziali che attraevano i neolaureati», riflette Gianluca Gioia, managing partner di Mcs. «I giovani più preparati, perciò, non trovano sbocchi e per entrare nel mondo del lavoro dovrebbero cercare un impiego all'estero o accontentarsi di una posizione meno prestigiosa. Ma in questo caso, spesso, sono le stesse aziende a preferire dei diplomati». Insomma, un nodo difficile da _ Z occlll. ( ZoIZ,e Dolo il diislolaaa di -;era€ala ssxiseri€are occorre eon iirofitto mi corso iaieraiiale, al tc riiirnd: del quale sa sdastaene l'csaarae di albilitazione. l'rolialbifraaeaite C dfaiestdb iaaeceanisiiadb a s(-a.iialbiare la freddezza dei 9í43vani italiani verso la f>rofessionw di ottlco, earatter,iszala da o"ca"s:, lì del 20-25%, lai€r eleaate rislac, ; ;s3l.a =]<;::::aaadla (o meglio sarebbe dire di aliilítati), lln mestiere che si può sa delgere nelle aziende di produzione delle lenti o aprendo azu'atthitza (li ottico íia jr-oibrio. (,damkito dlefi'ottiCo. sc eo €irlo €1€1a11tda stabilito dal decreto regio della professione (31 maggio 1928, da. 1>34), è di sciogliere, se non sul piano individuale con la scelta di guardare al mercato del lavoro in ottica internazionale e non più limitata solo al territorio italiano. Con la crisi le aziende spingono sulle vendite. Guardando alle professioni con una platea più vista, Gianluca Gioia indica tra le più richieste i product manager, i sales manager e gli esperti legali. «Per le figure commerciali e di marketing vengono richieste una buona capacità analitica dei dati di mercato e una serie di competenze economiche: un mix non facile da trovare nel singolo candidato». Un concetto che estende ai legali interni alle società, che devono avere «competenze sulla contrattualistica aziendale». Z e r() a p er g` :l oltl ct riparare c endec°c occhiali e lenti oftaliiiielae su fFB L' iillSdkB3i' del iaaedid-o, a 3ìi4: rao che non si tratti dla l<-fati ]7rotettrve o dla dbcebiali cora°etfisì (lei difetti semplici di miopia e fbrestrioiiia. (-oaaae aceerinato, per d"iaentare oü.iei occorre fi'ealiieasS.aac z3sad> al i ara',s laí,^aaatatls ;icist dil,loaraa atii e,s E l slif s : ìE3at's sE, e,aaf t°s t , eoü il naiuisteraa della sa.laatc . Le lezioni tcoriebe, localizza te sn tematiche come fisica, ogatometria, c'aaeal.attoldb„ ia e a dAatoiaaia fisioiia tolaa„ i- ca. sono interaallatte da Ii•ealiieni_i laboratori sds11'e drluziorae tc.enolo1giea della sia°ariaaentaziiaue e da seiiiiitari con addetti ai la dbri. I Mondo Universitario ...dy . Pagina 25 Lavoratori manuali cercansi «Le aziende faticano a trovare risorse, strategiche e di nicchia, con elevata esperienza», osserva Danilo Arcaini, responsabile Divisione industria di Openjobmetis. «Una complessità proporzionale al livello di specializzazione: i profili iper specializzati sono talmente rari che le imprese che possono contare su queste professionalità se le tengono ben strette». La difficoltà nel trovare risorse specializzate, sottolinea Arcaini, nasce da uno scollamento generazionale: i padri non riescono a «passare il testimone» ai figli e così il know-how si disperde, complice la distanza tra la scuola e il mondo del lavoro. Così nel mercato si creano posizioni vacanti soprattutto sul fronte dei lavori manuali: «Un saldatore di base ha uno stipendio di 2 mila euro che diventano anche 4 mila per i più esperti», spiega Arcaini. «Valorizzare il tirocinio formativo in azienda è una soluzione per aiutare i ragazzi a capire le proprie inclinazioni fin dalle scuole superiori. Questo non significa scoraggiare la formazione universitaria, ma un migliore collegamento tra scuola e lavoro aiuterebbe a ridurre la disoccupazione giovanile già oltre il 34% Mondo Universitario (fonte Istat, settembre 2012)». Detto del saldatore («da quello di base allo specialista in radiografia e a tig»), il responsabile di Openjobmetis indica altri due profili che le aziende faticano a reperire: i carpentieri e tornitori, «figure che devono saper leggere disegni e dar seguito alle indicazioni tecniche degli ingegneri. Lo stesso vale per i fresatori Cnc: la conoscenza della fresa a controllo numerico impone la capacità di programmare la macchine con diversi linguaggi, oltre a uno specifico livello di esperienza per le attività di stampaggio, produzione di pezzi in serie e produzioni personalizzate». Su questa linea si muove anche l'analisi di Alessandra Rizzi, chief operations officer somministrazione di Randstad, che indica tra le figure più difficili da reperire il montatore meccanico, cioè il perito «in grado di montare gruppi, e particolari meccanici anche con componentistica idraulica e pneumatica, sulla base di documenti di lavoro e disegni tecnici». Le attività prevalenti di questa figura professionale riguardano la preparazione delle attrezzature per il montaggio, l'assemblamento della varie componenti, il controllo della conformità del prodotto e l'adeguamento dei particolari e dei gruppi meccanici. Mentre opera nel settore vendite l'altra figura indicata dalla manager Randstad, vale a dire il junior controller, «incaricato di predisporre dati di reporting mensile e di chiusura esercizio, oltre che di analizzare e predisporre i costi delle divisioni». Pagina 26 C"c tempo ffizcs al 33 nor'e ml,Tt' `_?= i')('T 7, , 77;'('r, i al m(LstPT 7ì7 FoT7n(f zic!ì .r)nc !'!.o7]ß( ] t ffr7ol,, rP; f,4TPi7, Zr F8((lli. Pi' Tmc tlP7-o c(!iY'T(' i7/( 5gio7'i consulta ,-ï' il sito uec: Pezt'ïrrìa: r.z metà !'oz; 'r _(.,-;' ii pr t!'7a I( li i('.77/nstr7'm Ch LZ-'7-(Z !7( t n7r(7]í' iTZjrrZ'ì]Zr ÍCtRZ , zif17.7t l(isli a;'+ il 9 ftGfl. l9iG €) ,7íA'Pi771:•(' i c'he secficc^ri ,l n7v).,sz7na 25 pe]]rir,(io znav-lc u c 7 agti(r!(! `:{ii.l i 5,-7CT77 i77'ri,/ l ;Ctlt • -rluí'llo . 4 ,1'1.!2 .) 7,_ ji_T2.f 7 ')7'otrsbioìt(,"ii- (li. 7a7.."]e(fii'U, 7J,_'i' e ' st7 rrl hm elci T17C /7r M = Mi v t;rr ( inmwra1ri s('i ,-. Il e orso , i 7 e 7i ,ccx l'1 /e ( ei--?(!t(1 ZR (.UflíïOUr( `aRE' ('o,i Ca'"tPï Y(3r ( !)(I7 LI"7i)i C /l{};¿ 1 rlig7,-nlï- cl7 c(Zi t lcí'ï--. L Irft7s sii7ai)l (i7 TTrf !i(1li 1?r('- 1»1 .S't; r:Inl nu/st('T i li7Z%í'r'- c s7 co77 rrft]'e ]. r imnTi(, ilazt7s l l•ab!c-tti2'o (Ii pn'/nr,lm 7nn.77rz- c,_r. .,(7 7s', =?7'7Cl(ï (li rrC'(T('. (, , .' irl CffT((ci G` 11i77fr7 r*_.ZCf71P ha sci i•i "Z e uu7u( (icio- CZnrl7r' di cTt)('rt 0(1 «!ryzl('TsirC , t:aTlr*r7C L'(7 _,,,.f('1-('. II 7na8ï:('T roi77t'tifiZx/ (fr7f(' i,FilJrrs(' j(!C('I7(lí1 i-('í'r* i'(i7i[p Ta, 77771.ïil i1 ('ss(3 lí1 (irí'lip .it}' Ot i, IlItCiTi 71_ (.. (1! pT aTt'SSTJ- It(tii(! i 17(}1('yrruta ¿ n7J7t, f)cJti_?;yty rl lí'ILI-U(,` (,.E't ¡ttüf(?('Ul (i iï7UTìïì(r- t(!ir ( (la ClrJ(;477TC L SiYl','o 'i) lu 737'ati ?f)7?E eli tlí'rt n7 z ua/er , hanno eli ( 07, rnizcuter, nonché íï giaz'uì7i I(/i1TPClti 7I7 (lr: i't)fZRP ( '('U71O ;tï77(. 'i)7 So: 7lì] [I r71;-7ZCLfto c(i7'7?a elocC'utí', en7l}7Sía,•'LU r;-P77'CIl7]c 7rlC'7C' tnl(' i('rrf. 1/' 7- ií) rlr ll,_' l.,tifu te (lrr r; v;:'ss(tr eeil wern. tr ! ri i1,-1,'7 1Tí'7111 í'+7URU1? tu ti, ai 1/un ti t'Fut, naziorin l(1 ( r ]tnlz ( ,:,-( !, ieil(i ? 7 ;- (-( f'i71ipi ,,z, 1i t°isín'.4 tr"721i ('h(.' si 7 e7rrn,7o (t L( lv,:;nn 177°(rSSO t "i1,_a el(Iijz Pe7llor'lrin7 sr'el( ,l(zlf(* lio,i.. «/1n7 e -issrt7' o Li('" 7(1 1 ,Z'!i e „ t, ,Zn;ï' , chc íï. 5tí't;'TU , /, Zl/'ftiGr eli p('rsanol(c . Il corso r Tlialta Jna l; 'C(17'C171 (' 7! ;Z('%7[ ( lt ' Sì;( Z)iu (i S111(11 Li( (o"I7(i ('072 il FoRtE': gto ,zn,lln ,(°e/lal(i sit?in ;r , t.o u' elci ,í',S,_;ottf' (7c_ fl1,rsS'7 íl{}('Z/-ì]t.r'71- (7< <7 (li At i'(i7 Iterlie7, dei ;;7 i)17o7>/r1) T'r,(- (Ç7 t!t. 7 +7z 777(IS/zlr u Mmücr7(ï di tZ AVA rr(il 7' c7](', y( ()ilC' ( Ir(,`l(' Pi l'Lt! i"- ('I- supc'Tiíï, c,4(tl7t U7/'c, cli. Pis(t. Si ti-(lti:G Ï/.cUT(78' 7i7!!- T7r(s t7,T('S]tiTi (ihilt iic'il(i (L .'P7?r(. T7C' C] dl iaw mü! Za,7(' u(T f ' 7 ( ' c t 7 'ersz (!! Imis/ e7' !n. l nurre7nerd. (li (i, í1I(u'r'7ica(!. L'()nrí'tti,='(s ]r 1 :, 7-ustr't°. ;!.' tí' ,/r /7; _ _(;`ZO (1,111' 7(-l1 /7, '7 };i ir r7i,'"it(ili 'a1 (ü7)bffa 1}ilhi)lf('(i (' I)77,'(ït(i Ot ,'(,7/77Y(Lt(1 (7(l17,7L,lC, ?: tt( CoTBC' 1177AU'"3/t(LI'lí) .' ! I4T ü'. Ì ili 77(x•ct?]i)7 201-2 e. 'i7 ¡)Tcr'í'(lUt7o )r r 2e Glríi:(i.tlZCCz_ Il l7l ag,'ti;]].n(! ezl%b7(inv ;;r . u to SpF'r'z r't (w-sì (lz > i. nT7 u (' !; i dio /J/7'L,i'Tb t l.`z I, f rY!"'.7 n rlí'llrf _(ril a sticrlr7l1 elï lXfn, (l,: l1(ï flolta di auto Stia/l('+JOCZj /r]('ufnl. A1/Ti l:_:rf?'C7 ' BUinr77, r (;('(`7!,,,,'1717 . lrr ( ic ir!fi- iunt(tr-7r,i, RfL ialt( ` "ofi (,+l (,i71 t, IJ„iF zii( !/('CTe7', j(!i-I7('7 lo gÌi Slru,])enli !)in ido!'(ci ln r'Ina 5e'stie!re ' r¡ïrirutr c s(,,, i7e_bil, el( l-1a iluTtn,. (i1 //,issa c(m z r1_:?.(üt(trlt'i t(7?'7)í (' r(:r2 I! SCi7ü7i'(' ¡)7,i 'üTìïC _ Q: i Ut7(' lei pt°oc:'(li7nf'r ti C1!'7nii7/sftYI1iì,i, Glíï7lC ha l'ol//(tti i'u (t7 r ï; ! r' i' li' 1c ri'c i rlec-ct '.'7171]ì- sixcchi it('ila p.(t, c l7(.7"r7t(! a(7a7,' attu(lzroiir' eul ?li7 (wnl?ics'!. di nonne chí' lc' (1v('1l7ïì('uti i.r2í[l corso, ,7o7"tr'n(fa r la Teo(- unti', in (z2t:r777fo i 'T(' i ia:;ii cl('litL stimoli 'e77í' !,i du íín ca , ( nzi, eli 7R(ïl)i77t(7 dell rF+':,(!. ivt'l ti'. tasso Co7 s'v . pan li . , ; , .. 17i1; - „ '%i:7'c ("i , gr'(flí'c' j7T('(tlJ`i(iu(' (1ac'7l777r'i7tn7'U ('rrTt(!ec'(7 (' rli7)in,(" .r "f(l, t a/{ %' I at7C.17ì]C',ic l r°oiso- (17r1i77,!iiStir:tiP(1 I('! ,7ì(;T( i7r. t;uiü, i loro r;)lre,,'i'(' } í'T ZSC', ld!(?"9Z cl c()Sti, l (ir(121rS 1 . .z7(r/u (c ic „r-a;it21_ion( li, 'i7713;n17li7i1í-i rïfif)'tc' ((ali(' !?J7i7( sulla í/t1ti17(! it11'P ,7(,ffr•fïì7lï(," e l•(L (.ht=.'iUZioì7r olticU df'i (f(ecu,r/(nti Mondo Universitario h-7Ti' 71e tta íX'('JP7r (J/73it-f- el( /r ut,'to( í^icc!li. Fe7' arc r°(c t;'fhoioTi 177¡r)f7]7CIZiU7L Pagina 27 t riníi`c3 int( < t-. 01i 7;;r71!7u?1 , rl7Sj)i!- !tbile (illn r1 i('r'1 ' itttzì: `!u'u'u'. 11?ti1)U..'t , `áPBe7 (t :i n.()i'('7 ¿77•(' y7(! l7 i'j)rJ;;.S•t.l)ilt' 75('i'?ür' ï? il7N iii' r"íl i('T .47(71 i C' tli't' . . i•_7.ah, -v'',a 7 :;ytu[lalJ'•171 7r75Lt;ÿ Q..'<'??7j5i;<S L'U??•'.íl 7ïi r'UC- iri.fxrt'ri_iu??t7 ('(u? ti??tr'n. Il n?;i.nt('7'. r'Itr' s('ïttr,l' i rr ,üe7i il- ruu 20 13 r' riur( 7ri 7?ul ...ti- il Cì?'; ?'7.í1 ('uT:,,í) !ü ('ìOttU t•(tlï7 ï?'i'l'( íl¡ri 'l'(óiu"i s0óït1tlïl'iÌSitiCìT('f!017'017 !i s°i?t'7i'ï•ii ?°', 1) CI 1tt0rtt?.'Pconi i-._-'?('t- lurìt±7 ( 'u'?t✓'r ) il íÇO1('Y(' in tlltti "ii ;itQ(iL (ic1/r1 ìN( 7Qtti01 (' l7í17? Síllu n('1 j7ïii' l'i7 r7 ï(%','('tUail(1-7!'(1ti z7l(7-;7-i('7, ini7t.'i (:'il'711 .'liirltt'i( Z. iisio -( 70 LÍ;itl i' Irrcp1",.Ii 1,77 il 177"tiiU7r!lY', j571?t CT(1 L s.'ì17177? (4l'C' ìtiJ?' •.(' 1( ü ï?J('t .:.' 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Accanto al corso istituzionale per i analisti finanziari, di durata semestrale da ottobre a marzo di ogni anno e che consente di conseguire la certificazione internazionale Ciia frutto di una formazione a tutto tondo sull'analisi finanziaria, a partire dal secondo semestre di quest'anno ha lanciato 22 nuovi corsi di formazione veloce, della durata media di un paio di giorni, e rivolti non solo ai professionisti del settore ma anche a un pubblico più generico come il corso base di valutazione degli investimenti finanziari. Con il mese di novembre 2012, poi, scatteranno anche i corsi che più si avvicinano ai bisogni aziendali, come quello in corporate finance che si terrà il 15 e 16 novembre e il corso di valutazione delle aziende nei giorni 21-22 e 23 novembre 2012. In particolare, Aiaf ha aumentato l'offerta formativa per quei settori «laterali» all'analisi finanziaria che riguardano professioni come Finvestor relator, il consulente Mondo Universitario finanziario indipendente o il consulente finanziario d'impresa, figura sempre più importante in questo preciso momento storico che deve far dialogare la banca con l'impresa per consigliare i giusti e più adeguati investimenti. I corsi Aiaf, tra cui quello istituzionale di base a cui ci si può ancora iscrivere per la terza fase in programma dal prossimo 7 gennaio 2013 a marzo 2013, sono rivolti a professionisti del settore che vogliono aggiornarsi e specializzarsi, ma anche a neolaureati (triennali o magistrali) in discipline economiche e che, magari, abbiano già maturato una breve esperienza lavorativa in materia. Per maggiori informazioni e per iscriversi ai vari corsi Aiaf, consultare il sito web: www.aiaf.it. Pagina 29 SO i figura dell'IC lm iness peehilisa rï ns",i ;.aa cresc,-r•F ciL<b_mdonando 'ta pura Inh±rmntion techla i on g ,c;lo,.t p,rs,íindo Al b•, i.,eti p.iro. [;irra_rnendo in una s,oereta di ",.nule:.zri può cluiuc.-li as,auiaare anche ur_ ruolo di itcoiant del cliente. Nel nierc rn el diin q.•e la i izici per figui•e ielL rrr•a tecc,lnoca con orieirtauleito snlLra parti eC.nic7i. Si punti pe i b a ti_. r v;icr vini neol,a_rrea ea;• cui poter _rri tice i eereano profili con apa di r,i :, do nhprendilnento de lie nuc . e tecn .1.,, ie. la 'oï•tando .:,i ad u n ;;1•e,cc-• So di un proiilo misto. i! raa i at,o :id <<Lo ,,.c ciaü- ,i teccnï<n it.teso come coIeichc o. c.tce sola la ciolo,ia. è pocc ri:I_ies',o d:il niercato del -.t ,`_ore. rosi Conie cl i cc;no,ce il prz. , ->,o iaia it on lo >.ri ipplic`.ue ,,nttlcline,r tovru)rr111'[arta. partattr di Alte vie, so+ ie•r:a di ensrilen_zr) iii IrSorInalian In termini di conip ,-rrzc di ocri ic ,, p in la figurai è °crl3s• t7r• .i...," t Pio c;1 lpleLï _it:[; i.rf,itti la conipo==.it ! dei !nocessi Irnì efn-;en`e piïi di tc'7'ei? C'iini )1P'_ai)' ntP distinto -nn tenia di cc,ntikiilit,i generale da un tenia di l)rotit; ,il.ilitä o u._ teïr,;i Mondo Universitario . _ °i{ i ttl t I1E t. l ll di vendite da un tema di erme E Mano dev,li sinïk?iti di , eci dl .azi . e che in Yae:st;i m<rrrientu di mando ,rïïio niïliuraan to rzcltie. r. uci,r e•apitail rra ii.•lv;elllent, er•lli +ï <stoili:-.r• rel;itio:i.-hiia anairgeniwiit) e hiïsine>,, inte)li;;p)ce. Queni nnibit a iie"aitdono figure cûi r aa _itter 4tao e sI~FCih re_L;i figura delhl`s ha paesi; Ip CAUSE coarsu7tarit nellAezi ll<'rr1 aiuta 3lriczra7_ii r e delle hcun.an ce_,,earc°l' r definire urì modello 'per la Valorizzazione delle risorse: ad esempA partecipa in mtìircr•.i tatti, ta lornendo modelli di detu-ìizione degli obie strumenti di crrlil), , e nli; ï,r,ra, oppiir•e indicci t),r3r,ibi.i percorsi di erep o r t l.:avoYir•e lai [orizzea4ao?)e dei talei Co21re urt..'rioPi' Cseli,piil, Supl,7tn con _. rïirriPi)ta inn(:,iti dì 1 attrtiit;a di rPcr uitirlg o l'attkit:ì di _llitrreiidintc:ntci. Il ruoh) del bai i.,ess sp .ciali_ t conr,ul- ta)r` nea .aiea ciin, rcr •icïz.ienda che Ai di com - "'Ino nell'or ruarketinq, pïrò .uataire: :-.ell )er.tz,!>ne di numi contatti e nuove rilaportunit;a di vendita oppure, per .) :izie.rd;i di servizio, puo :aiutare il potenu,irilento di -nn a .,tri,ttrtrri di cIdi center. Questa ;ale.. nell'ainbi`_o bu-.ia'.Y çs intella;;ence. rog ,.t,i e r ali z:i tirsc tti di ai ul)porto della clirezionr e delle di-, erse i•t,-. . . zaAoni. In p art laie. ri •.ce a pridurre modelli :'ùde'ici accessibili d;i chi necessita di itt(i>[. , :•.]üAti tic-ie e retti Ama' in grir ia.si niornc.ito P. ctnMdì a Pssit)ili con .,olnzioni nicll ili í t;_bl t, celhdair•i ecc :. , ccr.,d ríle n,a Marta. Pagina 30 Laurca in economia o ingegneria e attitudine al problern solving nel profilo c/cl professionista Tecnologia e business a braccetto All'It specialist c Pagina a cura DI ROBERT HASSAN el settore dell'Information technology si cercano soprattutto figure professionali che abbiano un profilo misto in termini di competenze tecniche e di comprensione del business. Un esempio viene dall'It business specialist consultant, un ruolo di cerniera tra i sistemi informativi e i processi di business. Da una parte questo professionista è responsabile di raccogliere i business needs, dall'altra di anticipare le esigenze dell'utenza dei sistemi informativi, promuovendo studi di fattibilità e iniziative volte a sensibilizzare i clienti sui vantaggi che la tecnologia può offrire a supporto della re-ingegnerizzazione dei processi. L'It business specialist consultant, chiamato anche business processes Ict consultant, ha dunque la responsabilità di documentare a tutti i livelli le caratteristiche funzionali del processo che deve essere informatizzato e sul quale saranno implementati i sistemi informativi. E, inoltre, essenzialmente il responsabile della raccolta dei requisiti funzionali da parte degli utenti, della documentazione e della relativa trasmissione dei requisiti stessi alle figure tecniche per l'implementazione. Questa figura, che generalmente ha un range retributivo che si aggira circa tra gli 50 mila-80 mila euro lordi annui, si occupa quindi di assicurare la rispondenza delle soluzioni applicative alle specifiche esigenze di business e riveste un ruolo molto dinamico, in quanto gestisce le problematiche organizzative con un adeguato programma di training e di preparazione agli utenti. Nel caso di un processo di mera reingegnerizzazione può essere anche responsabile della ridefinizione del processo stesso. Collocandosi quindi a metà strada tra i sistemi informativi e i processi di business, il business processes Ict consultant si occupa di revisionare e configurare tutti i processi Mondo Universitario sul nt un ruolo dí cerniera trai processi core nell'ambito dell'applicativo e agisce sui livelli di produttività ed efficienza nelle operazioni a supporto delle attività di business. Se da un lato deve conoscere i processi aziendali e tenere conto dell'evoluzione del business, dall'altro deve far emergere la tecnologia che si può mettere a disposizione di questa evoluzione. In un mercato in continua evoluzione come quello odierno, l'Information technology è un asset strategico, capace di creare vantaggio competitivo. Ciò è possibile se le esigenze in termini di business diventano immediatamente traducibili in termini It. Questo professionista infatti è la figura chiave affinché questa traduzione sia possibile. Si tratta inoltre di un ruolo determinante, in quanto gestisce la conformità alle diverse normative a cui sempre più aziende devono ormai ottemperare. Per essere un buon business processes Ict consultant occorre avere competenze di analisi e progettazione di processi aziendali e conoscenze di soluzioni applicative specifiche del settore. E richiesta la laurea in economia e commercio o ingegneria gestionale o lauree affini. Buone doti di relazione e attitudine al problem solving completano il profilo. Questo profilo, per essere autonomo, deve aver maturato almeno quattro anni di esperienza nel ruolo. All'interno delle società di consulenza, è specializzato per settori e, più nel dettaglio, in specifici processi di business, per esempio financial, human resources, billing. Si tratta di una figura professionale che è comparsa sul finire degli anni 90 con la new economy; la sua naturale crescita confluisce, nella maggior parte dei casi, nella figura del project manager e, a seguire, nel program manager. Il business processes Ict consultant, in origine definito Edp manager, è un ruolo rimasto a lungo sconosciuto alla maggior parte delle risorse aziendali. Nel tempo però, l'Information technology ha abbandonato la veste esclusiva di automatismo di determinati processi aziendali per assumere sempre più un ruolo strategico. Dare al business processes Ict consultant l'importanza e la fiducia che necessita, facendogli condividere ogni decisione strategica come membro fondamentale del gruppo dirigente, è la chiave di volta per la reale innovazione di un'azienda. Questa figura riesce a trasformare l'esigenza di una società in un progetto concreto, modificando i processi e gli asset aziendali. Come primo step deve organizzare l'organigramma dei flussi aziendali, coadiuvando le necessità tecnologiche con la fattibilità del progetto e, dove necessario, deve saper modificare completamente il processo aziendale. Inoltre, deve conoscere i sistemi di Erp e Crm e le attività di early warning legata ai processi aziendali. Occorre che abbia capacità di timetable per organizzare progetti e processi in modo strutturato e capire le nuove aree di business. La tecnologia al servizio del cliente, nell'ottica di un miglioramento dei margini di profitto, riveste dunque sempre più un ruolo di agevolazione e velocizzazione dei processi distributivi. Il ruolo delle figure nel settore Information technology quindi si ridisegna attorno a nuove esigenze delle aziende che tendono sempre più ad esternalizzare la tecnologia diventata commodity e a razionalizzare i costi interni. C'è sempre più un interesse, da parte degli imprenditore del settore, verso nuove tecnologie che permettono di prevedere i costi e di aprirsi verso nuove opportunità. Nel settore turistico, per esempio, il business processes Ict consultant è una figura fondamentale per facilitare i processi di analisi produttiva degli agenti di viaggio che diversamente risulterebbero molto costosi se affidati a società esterne. Pagina 31 Mans ione, Studì e stipendio E rlCJllesta la laurea m F.conoE rFSpi) l1SaL il(ì dl raccogliere i I71i3 e oonIn"lerCla O Ì3"lgeúnerla . OUSIneSs needs gestionale o lauree affini . 50 nrWa-80 n-2ila eura lordi avi rlul circa Mondo Universitario Anticinoa le esiaenzedell'utenze del SISteUl! Iilt01"t7latl`,II. pf"O muovendo stl.adt dl tattii?!llta Competenze Occorre avere, COEl'1peterlZ2 dl analisi e Progettazione dl 0rocessi aziendali e conoscenze di SOIIizIOri aF3pI,:;atlVe specltlclle dr^, i öet.ii)re. Buone doti di relazione e attltUdlne al .??"i)L)ir^,!i"! SJIVIiIÇS. Deve aver maturato almeno uattro anni di esperie,rlra rel ruolo Pagina 32 Riparte We l,ik,e talents dello led Giovani designer, arrivano 14 borse uattordici borse di studio targate Ied per selezionare, premiare e valorizzare il talento creativo di giovani designer. Parte infatti la nuova edizione di We like talents con cui led mette a disposizione 14 borse di studio a copertura parziale della retta di frequenza (50%) su altrettanti master di design, moda, visual communication e management in partenza da gennaio 2013 nelle sei sedi italiane dello led. Quattordici i master che partecipano all'iniziativa: product design e interior design, fashion design, fashion communication: stylist and p.r. e fashion marketing, product and retail management, brand management and communication, pubblicità. art direction and copywriting - led Milano, Yacht Design - led Torino, design for social business - led Venezia, graphic design - led Firenze, arts management - led Firenzelled Roma, marketing e comunicazione, digital media communication e design della ristorazione - led Cagliari. Mondo Universitario I master led sono percorsi di alta formazione rivolti a neolaureati, diplomati in scuole private a livello universitario e professionisti del settore. Ogni percorso formativo si sviluppa attraverso lezioni in aula tenute da esperti e professionisti del settore, interventi di visiting professor, progettazioni in collaborazione con aziende e/o enti esterni. Per partecipare alla selezione è necessario inviare un curriculum vitae, una lettera motivazionale che spieghi perché si vuole frequentare il master e perché si ritiene importante questo percorso per la propria formazione e un proprio portfolio di progetti accademici e/o professionali (solo per alcuni dei master in programma). Le candidature dovranno essere inviate all'indirizzo [email protected] entro e non oltre il 25 novembre 2012 specificando il master per cui si sceglie di presentare la propria domanda di borsa di studio. Per informazioni, consultare il sito www.ied.it. Pagina 33 La società assicrner°à nei pt ossim i sei mesi 500 rieolaitreati da destinare alle sedi plincipali Giovani -tecnici per la consulenza Ingegneria e fi sica tra le lauree piú ricercate in Accenture Pagina a cura Di LAURA ROTA ccenture, azienda globa- le di consulenza direzionale, servizi tecnologici e outsourcing, collabora con i suoi clienti, aziende e pubbliche amministrazioni, per aiutarli a raggiungere alte performance. «Nei prossimi sei mesi», afferma Monica Palma, recruiting director Accenture, «considerando che il nostro anno fiscale comprende il periodo settembre 2012-agosto 2013, abbiamo in programma di assumere 500 persone per le principali sedi italiane, in particolare Milano, Roma e Napoli. Il 70% delle risorse che ricerchiamo», continua Palma, «è neolaureato in ingegneria informatica, elettronica, gestionale e delle telecomunicazioni, informatica, matematica, fisica ed economia, con spirito d'iniziativa, curiosità, desiderio di apprendere, passione verso le nuove tecnologie, interessati a mettere le loro qualità al servizio dell'innovazione e a lavorare in team». Mondo Universitario Per l'inserimento dei neolaureati è previsto il contratto di apprendistato professionalizzante. «Siamo interessati», spiega Palma, «anche a giovani professionisti con competenze funzionali e tecniche, capacità di project management, abilità nell'interazione con il cliente e nella gestione di gruppi di lavoro. L'assunzione dei candidati esperti avviene con contratto a tempo indeterminato. Chi non ha ancora ultimato gli studi ha l'opportunità di conoscere l'azienda e sperimentare un'esperienza formativa e di orientamento professionale tramite uno stage che ha la durata di almeno tre mesi e può essere rinnovato o trasformarsi in assunzione». «Accenture», prosegue Palma, «è attenta alla formazione e alla crescita professionale delle proprie risorse, che non si sentono semplici dipendenti, ma parte attiva di una comunità che condivide valori e progetti. Eroghiamo formazione articolata su ambiti diversi, allo scopo di fornire competenze tecniche, gestionali, relazionali, sia in aula che mediante training on the job». A sostegno della crescita ciascun professionista beneficia di un percorso di training personalizzato, concordato con il proprio career counselor e dell'assistenza di un supervisor, il diretto referente sui progetti. Ogni gruppo professionale è seguito da un people advocate. «L'attenzione all'individuo, al merito, al talento e al worklif'e balance si sostanzia attraverso un continuo confronto con colleghi più esperti», aggiunge Palma. Fra i principali canali di reclutamento di particolare efficacia sono il sito professioni.accenture.it, che contiene informazioni sull'organizzazione e le attività dell'azienda, sui valori e sulle opportunità professionali, e gli eventi dedicati all'orientamento organizzati nelle università italiane. Il processo di selezione prevede colloqui di gruppo e interviste individuali con la funzione recruiting e con i manager delle diverse linee di business. «Negli ultimi due anni», aggiunge Palma, «abbiamo sempre più intensificato il contatto tra i professionisti del recruiting e i candidati attraverso la pagina Facebook Accenture in Italia e Linkedin; il 9% dei curriculum che riceviamo annualmente proviene dai social media. Siamo anche presenti su Twitter alla pagina http://twitter.com/ Accenture. Ogni tre mesi circa, organizziamo live chat ad hoc su Facebook e Linkedin, dove i candidati hanno l'opportunità di interagire direttamente con l'azienda. Particolarmente richiesta è una buona conoscenza della lingua inglese: in fase di selezione stiamo perciò testando, per alcune figure, un test online di inglese. Accanto ai nuovi canali di reclutamento, rimane centrale il rapporto con le università. Ogni anno organizziamo circa 100 eventi tra career e recruiting day, corsi di orientamento, collaborazioni con oltre 24 atenei. Un'altra iniziativa che stiamo sperimentando da tre anni è il Talent Game, un torneo di business rivolto agli studenti del 1° e 2° anno di specialistica delle facoltà di economia, ingegneria, matematica, fisica, informatica e umanistiche. I vincitori accedono a uno stage retribuito di almeno tre mesi, eventualmente indirizzato alla realizzazione della tesi». Pagina 34 Laurea in medicina anornalia italiana Da più tempo e in forme diverse i giovani medici laureati lamentano quella che è a tutti gli effetti una anomalia tipicamente italiana: le modalità di accesso alla formazione specialistica che dovrebbe fornire una formazione di alto livello e assicurare per 5-6 anni, ad ogni specializzando, una buona retribuzione. Nella formazione specialistica lo Stato, attraverso borse di studio erogate dal Miur e talvolta anche dalle Regioni, impegna un gran numero di risorse finanziarie che dovrebbero andare naturalmente ai medici più meritevoli. In Spagna, tosi come in altre nazione europee con modalità ispirate a una logica meritocratica, il concorso è a livello nazionale e si compone in genere di una prova scritta unica per tutte le università e di una prova orale le cui domande vertono su ogni branca della medicina. Chi ha il punteggio più alto potrà entrare nella scuola di specialistica prescelta. Anche in Francia è così. In Italia il concorso prevede invece che ciascun ospedale possa predisporre una propria graduatoria attraverso la valutazione di una prova scritta e una orale oltre alla valutazione di un curriculum che avvengono in maniera del tutto discrezionale. Il sistema di reclutamento che dunque avviene a livello locale facilita l'instaurarsi di logiche clientelari. Un'altra difficoltà è determinata dal fatto che spesso non potendo in alcun modo sapere in anticipo quanti siano i partecipanti a un concorso per quell'anno in un determinato ospedale, i partecipanti a un'area specialistica possono rimanere per diversi anni fuori in determinati ospedali più affollati e lasciare posti di specializzazione vuoti in altre sedi. Questo sistema di reclutamento, inoltre, oltre a creare disservizi e spreco di risorse pubbliche, porta anche alla dequalificazione dei tirocini e allo sfruttamento degli studenti. Professoressa Anna Villella Roma Mondo Universitario Pagina 35 Apprendistato, avanti piano Difficoltà digestione e ritardi sulla formazione frenano le imprese Francesca Barbieri Avanti adagio. Tra luci e ombre,l'apprendistato fatica a prendere quota c a diventare il canale d'ingresso principale dei giovani nel mercato del lavoro a oltre un anno dal varo del nuovo Testo unico, che puntava a semplificare in manieramassiccia il contratto, soprattutto sul fronte della formazione. 'A sei mesi dall'entrata a regime definitiva della legge, nella pagella delle imprese i voti più bassi sono legati alle difficoltà per interpretare le nuove regole, ai ritardi di alcune Regioni, alle rigidità in uscita. E secondo un'indagine della Fondazione studi dei consulenti del lavorosolo un'azienda su cinque ritiene piùfacile avviare l'apprendistato di mestiere o professionalizzante per l'assunzione di giovani tra i 18 e i29 anni (che riguarda 275% deiragazzi inseriti attraverso questo canale). Anche se sulla carta il contratto èpienamente operativo nel settore privato - grazie alle intese siglate tra le parti sociali nei diversi settori - e la circolare 128 dell'Inps della scorsa settimana ha sbloccato gli "sconti" contributivi per lemicroaziende, le imprese segnalano alcune regole che penalizzano la diffusione dell'apprendistato. Se, infatti, per tutti è positivo l'aver affidato ai datori di lavoro la gestione della formazione tecnico-professionale (si vedano le schede a lato) «c'època chiarezza sulla figura del tutor - sottolineano da Confimprese, l'associazione delle aziende del franchising la legge stabilisce la sua presenza, ma non è precisato se ci debba essere una costante supervisione, che complicherebbe le cose soprattutto perle società localizzate in Regioni diverse». Tra le nuove rigidità in uscita, si segnalano poi l'impossibilità di far passare di livello l'apprendista e i costi per recedere dal contratto. Confindustria, invece, sposta l'obiettivo sulla durata massima dellaformazione: 3 anni fissati dalla legge, che salgono a 5 nell'artigianato e per alcune qualifiche. Da viale dell'Astronomia sottoli- neano che «sarebbe stato meglio fissare il tetto in base alle dimensioni aziendali, a prescindere dal settore di riferimento». E dal turismo emerge il disappunto verso il divieto per i contratti collettivi di ridurre la durata dei percorsi di "qualificazione" (chiarito dalla risposta del ministero del Lavoro all'interpello 34/2oi2, sivedaIlSole 24 Ore dello ottobre). Nel pubblico impiego, invece, l'apprendistato continua a essere un perfetto sconosciuto: il Testo unico ha esteso alla Pa la disciplina del contratto professionalizzante e di alta formazione, che doveva essere "sbloccato" da un apposito decreto della Presidenza del Consiglio da varare entro un anno dall'entrata in vigore della legge (cioè entro il25ottobre scorso), provvedimento che per ora nonè arrivato. Molti tasselli mancanti, poi, si concentrano sull'apprendistato "qualificante", che ha come destinatari i ragazzi tra i i5 e i 25 annidi età. In questo caso sono le Regioni a dover definire le regole p er la formazione, nel rispetto di standard minimi- «Alcuni enti - evidenziano daConfcommercio -sono inritardo nell'avviare i corsi, altri hanno emanato discipline nettamente distanti l'una dall'altra: tutto questo comportanonpoche difficoltà per le aziende con sedi sparse sul territorio, che sono scoraggiate nel realizzare assunzioni». Senza contare che risulta ancora inattuata la messa a punto degli standard per verificare la "bontà" dei percorsi formativi realizzati con l'apprendistato per la qualifica e con quello di alta formazione. «Dacircaio anni- conclude Enrica Carminati, ricercatrice di Adapt e responsabile del portale www.fareapprendistato.it - si tenta di strutturare un repertorio nazionale delleprofessioni, abbinato a un valido sistema di standard p er la certificazione delle competenze. Siamo comunque ancora lontani dal realizzare il progetto, che al momento è solo sulla carta». RADIO 24 RADIO -- _ 24 -- LA PASS WNP SISHJTE SPECIALE RIFORMA Lunedì del lavoro a salvadanaio Al via da oggi 5 puntate speciali di Salvadanaio, in onda per 5 lunedì dalle 12,15, dedicati alla Riforma Fornero. I temi saranno: 1. Contratto a termine eapprendistato; 2. Contratto a chiamata evoucher; 3. Modifiche al lavoro autonomo; 4. Le nuove procedure di licenziamento; 5.I1 nuovo sistema degli ammortizzatori sociali Mondo Universitario Pagina 36 Le pagelle delle associazioni imprenditoriali sull'apprendistato ASSOLAVORO CONFARTIGIANATO CONFCOMMERCIO PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA • Opportunità perle aziende di rivolgersi alle agenzie per il lavoro e di queste ultime di promuovere l'apprendistato verso le i mprese • Peri[ lavoratore opportunità di avere un doppio tutor (uno dell'azienda e uno dell'agenzia) • Ancora margini elevati di semplificazione burocratica • Rischio di "apprendistato fai date", senza le competenze necessarie e con effetti negativi • Taglio normativo delle risorse destinate dalle agenzie perla formazione al lavoro • Azienda diventa protagonista nella formazione • Maggiori possibilità di creare staffette tra anziani e giovani • L'apprendistato perla qualifica diventa la chiave di volta per orientare i ragazzi e fare incontrare domanda e offerta di lavoro • Nell'apprendistato perla qualifica c'è poca formazione in azienda e i salari di partenza sono, in percentuale, troppo alti • Le percentuali di conferma degli apprendisti andrebbero fissate nei contratti collettivi e non dalla legge • Le aziende hanno un ruolo centrale nella formazione perl'apprendistata professionalizzante • Riduzioni contributiveefiscali • Maggior durata della formazione per le professionalità di carattere artigiano ? • Costo del lavoro maggiore perilcontributo all'Aspi s • Ritardi regionali nell'avvio dei corsi di formazione ! • Recenti interpretazioni del lavoro rendonoincertele : previsioni dei contratti collettivi per assumere apprendisti • Risparmio del 19% dei contributi • Costi e rischio cause • L'erogazione in azienda per l'azienda che recede CONEIMPRESE LeluenESeMGl vxcur:ui ltemt:xnYI dell'80% della formazione • Se un giovane dimostra per l'apprendistato capacità superiori al livello professionalizzante permette d'inquadramento non può di seguire meglio le risorse essere promosso, a meno CONFIMPRESE, di dimissioni e riassunzione e di formarle in linea alle esigenze aziendali • Poca chiarezza sultutor ..................................................................................................................................................................................................................................... • Maggior rilievo assegnato • Sarebbe stato più opportuno fissare distinte durate massime alle parti sociali nel definire i contenuti dell'apprendistato della formazione sulla base professionalizzante delle dimensioni aziendali, a prescindere dal settore di riferimento CONFINDUSTRIA - .................................................................................................................................................................................................................................. • Costo del lavoro ridotto i • Incertezza sul ruolo delle Regioni • Introduzione del praticantato : • Meglio lasciare ai contratti, collettivi l'individuazione dei nell'apprendistato di alta formazione limiti percentuali di conferma • Maggior ruolo assegnato • Una maggior durata rispetto ai 36 alla contrattazione collettiva, mesi massimi, considerati anche CONFPROFESSIONI soprattutto gli sgravi contributivi, sarebbe per il professionalizzante stata una valida opportunità . . . . . . . . . . . ............ . . . . . . : . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .11 .............. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. . .. . .. . . . . . . . . . . .. . . . .. . . . ............. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . • Validità dello strumento, • I continui cambiamenti a livello di contenuti, per normativi creano l'inserimento dei giovani incertezza interpretativa • Difficoltà gestionali, • Positivo l'aver rafforzato il contratto di apprendistato soprattutto perla formazione per la qualifica eil diploma • Non poter assumere apprendisti FEDERALBERGHI perla qualifica stagionali depotenzia lo strumento . Fi FIPE Mondo Universitario • Maggior ruolo delle aziende nella formazione per l'apprendistato professionalizzante • Possibilità di stipulare contratti di apprendistato professionalizzante su cicli stagionali • Procedurefarraginose per l'apprendistato di primo livello, molte ore di formazione e poca alternanza scuola-lavoro • La formazione sulle competenze di base affidata alle Regioni perii professionalizzante rischia di essere poco efficace Pagina 37 ridi. Percentuali di conferma a[ 50% dal 2015 I vincoli sulle stabilizzazioni restringono i nuovi ingressi Alessandro Rota Porta L'apprendistato consente ai .datori di lavoro di avere benefici economici consistentiin un abbattimento del carico contributivo, in cambio dell'erogazione della formazione. Nonostante il Testo unico (Dlgs 167/2ou) abbia cercato dirimuovereiprincipaliostacoli che in precedenza ne avevano rallentato l'applicazione, a frenare questo circolo che dovrebbe essere virtuoso, vì sono però una serie di fattori bloccanti e di criticità, coni quali la diffusione di questo istituto deve fare iconti. La tipologia "professionalizzante", ad esempio, pur essendo stata implementata dalla maggiorparte dei settori sul fino dilana dello stop allaprevigenteregolamentazione (25 aprile 2012), vive ancora di un quadro incompiuto e "raffazzonato". In alcuni ambiti contrattuali (come, ad esempio, industria e artigianato) - dove non tutti i contratti collettivi di comparto s ono ancora intervenuti sulla materia - l'applicazione dell'istituto è sìpossibilema difficoltosa per via della commistione tra vecchie discipline e - ove queste non siano compatibili con il Dlgs 167 - la disciplina di massima fissata dalle intese interconfederali, spesso scarnae generica. Inoltre,pervia déll'assottigliarsi deifondidestinatiall'offertaformativa pubblica erogata dalle Regioni, graveranno maggiori costi sui datori dilavoro, in quanto comunque responsabili della formazione Mondo Universitario (nota del Lavoro dell3luglio 2012). Sorte peggiore sta invece vivendo l'apprendistato per l'acquisizione del diploma la cui regolamentazione della formazione nonostante lo schema delineato dalla Conferenza Stato-Regioni il 15 marzo scorso - è ancora ferma al p alo p er via della mancata emanazione delle discipline regionali (che solo in pochi territori sono già state licenziate). Stesso destino accomuna in parte l'apprendistato di alta formazione e ricerca. Infine, ipaletti di stabilizzazio- L'Inps ha appena chiarito le modalità operative a cui le microimprese devono attenersi per avere l'esonero dai contributi ......................................................................... ne minima (per le aziende con più di lo dipendenti) introdotti dalla legge 92/2012 (riforma Fornero) nella misura del 5o% dei contrattidiapprendistato stipulatinell'ultimo triennio, rischieranno di bloccare la stipula di nuovi rapporti: peraltro, l'abbattimento della percentuale di conferma al 30% fino al 18 luglio 2015 rappresentauna "agevolazione" solo sulla carta poiché - a tale data -labase di riferimento sarà il periodo 2012-2015 e aver confermato il 30% dei rapportinel corso di questi anni non sarà sufficiente 1í per procedere a nuove assunzioni di apprendisti. Altro freno, che comporterà di fatto una decurtazione deglisgravi, sarà il contributo sul recesso (fino a 1,5 mensilità Aspi) introdotto dalla legge 92, a partire dal 2013 e dovuto per tutte le cause di interruzione del rapporto, diverse dalle dimissioni o dal recesso del lavoratore. Nell'ambito degliinterventi disposti alla materia da parte della riforma, sono invece da apprezzare l'apertura all'allungamento del periodo di formazione fino a cinque anniperlefigureprofessionali dell'artigianato individuate dai Ccnl (nell'apprendistato professionalizzante) cosìcome lapossibilità di ricorrere all'apprendistato in staffleasing, grazie al correttivo operato dal Dl 83/2012 alla legge 9a. E positiva è la circolare 128/2012 pubblicata dall'Ihps venerdì scorso (si veda Il Sole 24 Ore del 3 novembre) che rende note sia la disciplina normativa sia le modalità operative cui dovranno attenersi i d atoridi lavoro che, a seguito dell'assunzione di apprendisti, vogliono richiedere gli sgravi previsti dalla legge di stabilità 2012. Anche se la soluzione adottata-che arriva dopo quasi un anno - rischia ora di mettere in difficoltà molti datori di lavoro che sono chiamati apresentarein tempi rapidi una dichiarazione all'Inps per certificare il rispetto delle regole sul "de minimic" ® RIPRODUZIONE RISERVATA. Pagina 38 Giovani e cons il taglio del budget è tre- volte la media La spesa degli under 35 è scesa del 12% rispetto al calo generale del 4,7% PAGINAA CURA DI Francesca Barbieri ; a Un triplo passo indietro rispetto alla media. La battuta d'arresto è pesante per i consumi dei giovani: sempre più in affanno ad arrivare a fine mese, le famiglie under 35 hanno stretto i cordoni dellaborsa, conrinuncemarcate allevociviaggi etempo libero, trasporti e comunicazione, arrivando a fare economie anche su un capitolo essenziale come le cure sanitarie. Dall'elaborazione condotta dal centro studi Datagiovani per Il Sole 24 Ore emerge che in tre anni una coppia giovane ha tagliato -in termini reali -la sp esamediamensile dei 12% (scendendo a 2.600 euro), rispetto al -4,7% riferito al totale delle famiglie. Quasi tre volte in meno. A ridursi sono innanzitutto i costi di trasporto, rivisti al ribasso di oltreil2o%, seguitidaquellimedici (-15,4%), mobili e arredamenti (-i4D%0, casa (-10%), tempo libero e istruzione (-84%), abbigliamento e calzature (-o,4%). L'unico capitolo di spesa che non ha il segno meno è quello dedicato a cibo e bevande, rimasto inalterato. L'unione decisamente non fa la forza per le finanze deigiovani italiani. Molto meglio restare single, almeno fino ai 35 anni. Per potersi permettere di spendere di più in alimentari (+5,6% in tre anni), qualche sfizio sull'arredamento (+54%) e non toccare la spesa sanitaria ,(+2,2 per cento). «Itrendpeggiorano drasticamente per lé coppie con un figlio - sottolinea Michele Pasqualotto, ricercatore di Datagiovani-, che tagliano quasitutto, apartire da sanità (-18%), tabacchi (-n%), svago (-10%) e persino alimentari (-3,1%)».Allafine, non stupisce più di tanto ilrecorditaliano del42%digiovani tra i 25 e i 34 anni residenti ancora tra le più solide mura domestiche di mamma e papà. Per chi prova a spicçare il volo, invece, la condizione abitativa Mondo Universitario non è di certo agiata, in appartamenti di taglia small e quasi sempre in affitto. «Le famiglie "nature" - spiega Pasqualotto - hanno residenze che sfiorano in media i ioo metri quadrati, le coppie con figlisi devono accontentare di circa io metri quadrati in meno, mentre i single scendono a 70». Ela spesanon èproprio allaportata di tutti. Per l'affitto si paga dai 40o ai 46o.euro al mese, per ilmutuo dai59o ai66o.I single e le coppie configli dichiarano un affitto medio di circa 40o euro, che sale a circa46o nel caso delle coppie senza eredi, quelle che scontano in misura maggiore il gap con le famiglie italiane in genere (pagando il 25% in più al mese). Gli oltre 46omila nuclei giovani (i122% del totale) che hanno, invece, stipulato un mutuo rimborsano rate medie che INATTIVI In Italia i Neet costano il 2% del Pil Oltre i12% del PiL Èil costo dei•Neet, giovani che non studiano né lavorano, per l'economia italiana, calcolato dall'agenzia europea Eurofound, in termini di mancata partecipazione al mercato del lavoro. In tutta Europ a la generazione degli scoraggiati ammonta a 14 milioni di persone, circail5,5D%D degliunder25, quota che in Italia decolla al 22,7%. Una generazione che costa allaUe oltre15o miliardi di euro in termini di potenziale "sprecato", calcolato tenendo conto del mancato guadagno per individui e famiglie, ma anche dei costi pubblici, come sussidi di disoccupazione, sostegni perla casaeperifigli. 0 RIPRODUZIONE RISERVATA vanno dai 59o euro dei single ai circa 66o delle coppie. Il rischio default, in sostanza, è più forte per le famiglie giovani: una su cinque si è trovata almeno una volta nell'ultimo anno in arretrato conlebollette (più del doppio della medianazionale) e i117%nelpagamento di canoni di affitto o rate delmutuo. Quasi la metà delle coppie con figli, poi, non riesce afar fronte a spese impreviste con risorse proprie, rispetto al 33% del totale. «In manc anza7di solide p olitiche che favoriscano il passaggio alla condizione adulta- commenta Egidio Riva, ricercatore in sociologia dell'Università Cattolica di Milano - si rischia una drammatica contrazione delle chance dei giovani, che faticano sempre di più a conquistare la propria indipendenza e soprattutto a governare il proprio progetto di vita». La causa principale di questa "precarietà" è da rintracciare, secondo gli esperti, nelle maggiori difficoltà lavorative che colpiscono le nuove generazioni. «Un tasso di disoccupazione oltre il 35% - osserva Maurizio Del Conte, docente di diritto dellavoro allaBocconi-è lapeggiore ipoteca allaripresa economica del Paese. Quando-si arriva a questi livelli, la disoccupazione non è più un effetto della congiuntura sfavorevole, ma ne diventa la causa, con ripercussioni negative sulla capacità di spesa e di risparmio». Gli fa eco Daniela Del Boca, ordinario di economia politica all'Università di Torino: «L'incertezzasullavoro, con contratti più flessibili rispetto al passato e stipendi bassi, ha portato i giovani a ridurre i consumi. Eppure, come dimostrano le statistiche, pur di lavorare viene accettato sempre più spesso un impiego al di sotto dei propri livelli di formazione». [email protected] O RIPRDDUZIDNE RISERVATA Pagina 39 Il gap rispetto agli adulti Variazione percentuale 2008 - 2011 della spesa media mensile familiare per capitolo di spesa Single under 35 Alimentari e bevande t_` Coppia senza figli under 35 Abbigliamento Abitazione +5,6 Totale famiglie Arredamenti ecc. Sanità Trasporti Tempo libero e istruzione Altre spese Totale -4,3 -22,1 -7.,8 -8,4 -12,8 -16,2 -3,2 12,0 +2,2 +5,4 0,0 -11,9 -0,4 747 J 4.t.,° -15,4 -14,3 1,7 10,1 -r0,9 Nota: la variazione percentuale della spesa media è stata calcolata rivalutando la spesa 2008 al 2011 applicando l'indice dei prezzi al consumo FOI (famiglie di operai ed impiegati) per il periodo corrispondente rl Tasso di disoccupazione . Settembre 2011 - Settembre 2012 . Dati destagionalizzati , valori % 2011 2012 ------.---------------------------------------------- ------------ ------------- 40 Disoccupazione under 25 ------------------- 35 ---------------------------------------------- ----- Gli over educated sono i laureati, tra i 25 e i 34 anni, e i diplomati, tra i 20 e i 24 anni, impiegati in mansioni poco qualificate MASCHI Ott I Nov •I Dic I Gen I Feb I Mar I Apr I Mag Giu I Lug I Ago 21,6% FE ' MINE . }} M 3OE4 Indicatori di disagio economico per motivo del disagio e tipologia familiare. Dati in % Single under 35 : Coppia senza figli under 35 21 Coppia con figli under 35 Totale famiglie italiane In arretrato con le bollette In arretrato con l'affitto o il mutuo In arretrato con`altri debiti (diversi dal mutuo) Giudica pesanti gli oneri per l'abitazione Non può fare fronte a spese impreviste* Non può permettersi una settimana di vacanza ' 8,6 10,6 19,7 12,2 10,6 16,8 13,1 17,4 16,9 39,1 38,3 46,9 44,3 34,9 47,5 35,8 30,1 45,7 *Di un ammontare approssimativo di 750 euro con spese proprie Nota: i dati sul disagio economico sono riferiti agli ultimi microdati Istafdisponibili (2010) Mondo Universitario Fonte: Elaborazione Datagiovani su datiIstat Pagina 40 -+ ii NOI E GLI ALTRI La disoccupazione giovanile .11 W ITALIA GERMANIA 01 FRANCIA 35,1% 8% 25,7% Tra i 15-24enni le persone in cerca di lavoro sono 608mila, il 10,1% della popolazione in questa fascia d'età. Iltasso di disoccupazione dei 15-24enni, cioè l'incidenza dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca di impiego, è pari a135,1%, in aumento di 1,3 punti percentuali rispetto al mese precedentee di 4,7 punti nel confronto tendenziale . 11 nostro Paese ha anche un alto livello di Neet, giovani che non studiano e non lavorano, pari a122,7% secondo Eurofound , e checostano all'economia oltre 112% dei Pil Secondo l'ultima rilevazione di Eurostat, è cresciuto per il settimo meseconsecutivoil numero di disoccupati in Germania, a conferma di una maggiore vulnerabilità alla crisi anche della più importante economia delt'Eurozona . Ma iltasso di disoccupazione giovanile è rimasto sostanzialmente invariato,pari all'8%a settembre2012 (stesso dato registrato ad agosto), rispetto all'8,3% dei settembre 2011. A livello complessivo la disoccupazione maschile è al 5,6%, mentre quella femminile è al5,1% In Francia il tasso di disoccupazione giovanile è aumentato di oltre tre punti nel giro di un anno (dal22,2% dei settembre 2011 al25,7% del 2012). Il Governo punta a contrastare la disoccupazione giovanile con un piano perla creazione di loomila nuovi posti di lavoro nelle zone più disagiate e la creazione di 2mila contratti a tempo indeterminato da Ila fine di quest'anno . Previsti inoltre lOmila nuovi posti perii servizio civile degli under25 t SPAGNA OLANDA GRAN BRETAGNA 54,2% 9,7% 20,4% Assieme alla Grecia, la Spagna detieneil record della più alta disoccupazione giovanile in Europa. A settembre oltre la metà dei giovani iberici (54,2%) risultava alla ricerca di un lavoro, rispetto al 47,8% dei 12 mesi precedenti . A livello generale il tasso di disoccupazione è pari al 25,8% (25,6% tra gli uomini e 26,1% tra le donne). Nella manovra finanziaria di Madrid per il2013 spicca il taglio dei sussidi di disoccupazione , che limitano la durata a un massimo di sei mesi Trai Paesi virtuosi sul fronte del mercato del lavoro giovanile si distinguono i Paesi Bassi, che registrano il 9,7% di disoccupazione dei lavoratori u nder 25, il secondo livello più basso in Europa . Da evidenziare però la crescita di quasi due punti percentuali del tasso di disoccupazione giovanile nell'arco di un anno (nel settembre 2011 era pari all'8%).L'Olanda è anche lo Stato europeo con il minore tasso di Neet tra gli under 30, parial5,5% In Gran Bretagna un giovane su cinque è senza lavoro (ultimo dato Eurostat a luglio di quest'anno). Il trend dei disoccupati under 25 è comunque in calo rispetto al 2011: a settembre dello scorso anno il tasso di disoccupazione giovanile era al 22,1 per cento . Il tasso di disoccupazione generale è molto più basso e si attesta intorno all'8%, con le donne «in vantaggio» sugli uomini (7,3% contro 8,4%) Mondo Universitario Pagina 41 ALLO IULM Economia della conoscenza Domani all'Università Iulm di Milano si terrà un convegno sul tema dell'«economia della conoscenza» e del ruolo delle Fondazioni universitarie in proposito. Fra i relatori, oltre al rettore dell'ateneo, il professor Giovanni Puglisi, ci saranno anche il professor Luigi Nicolais, presidente del Consiglio nazionale delle Ricerche, il professor Angelo Miglietta del Crt, Gianluca Garbi, amministratore delegato della Banca Sistema, il professor Salvatore Carrubba, vicepresidente della Fondazione Iulm. Diversi gli argomenti e i punti di vista che si affronteranno nel corso della giornata: dalla collaborazione tra università e impresa, con un occhio alle esperienze internazionali, al rapporto complementare tra fondazioni e finanza. Mondo Universitario Pagina 42 Le particelle si autoassemblano Un team di scienziati della New York University e di Harvard ha creato nuovi tipi di particelle, i/iooesimo di diametro di un capello umano, che si assemblano spontaneamente in strutture simili a molecole. Il metodo, descritto su «Nature», si ispira alla natura: come i chimici hanno un'intera tabella periodica degli atomi tra cui scegliere quando sintetizzano molecole e cristalli, così è stato sviluppato un "set di costruzione" simile per realizzazione reticoli colloidali con pochi legami direzionali, tipici dei materiali avanzati. Il trucco sta nell'aver usato filamenti di Dna, come "estremità appiccicose" a cui le patch di particelle possono aderire. Così colloidi con proprietà differenti, come dimensione, colore, funzionalità chimica o conducibilità elettrica, potrebbero servire per costruire cristalli fotonici per display- ottici o chip per computer. Mondo Universitario Pagina 43 Il Dna al sicuro? Ora c'è un'app Con i prezzi per sequenziare il genoma in rapida diminuzione l'azienda 23&Me di Mountain Vie« è in grado di fornire la lettura del genoma a soli 299 dollari - un'app per smarthphone per portare con sè una copia criptata del proprio Dna non è una cosa così futuristica come potrebbe sembrare. L'idea alla base di Genodroid, progetto di crittografia di Emiliano De Cristofaro, del laboratorio Xerox Parc a Palo Alto, in California, e proprio quella di indagare come la gente potrà trasportare in sicurezza le informazioni genetiche. Mondo Universitario Pagina 44 I nuovi robot che escono dai laboratori Automi, umanoidi, interfaccia cervello-computer: avanza una generazione di apparati al servizio dell'uomo, negli ospedali, nell'industria, nelle case di Giuseppe Caravita esoscheletro dell'Ekso Bionics viene indossato dal disabile con l'aiuto di un tecnico di riabilitazione dell'Istituto Prosperius Tiberino di Umbertide (Perugia). Il sistema lo aiuta ad alzarsi. Comincia il suo percorso di riappropriazione dei passi, aiutati dai motori, dall'armatura e dai sensori del robot. Oggi i maggiori 14 centri di ria- Con una stima di 4 milioni di macchine vendute nel 2012, il mercato cresce a ritmi del 10% bilitazione motoria, in non più di due anni, hanno adottato la tecnologia Ekso, un tempo riservata alle ricerche militari. Questo è solo un esempio della nuova robotica. Fino a un paio di anni fa, infatti, era un mondo piuttosto piccolo, per addetti ai lavori, scuole e gruppi universitari che mettevano in mostra i loro prototipi. A ruote, zampe, telecamere e ovunque fili. Mondo Universitario Oggi però la robotica evoluta, umanoide e di servizio, sta rapidamente crescendo. Secondo il World Robotics 2012, dai 2,5 milioni di robot di servizio venduti nel 2011 si passerà a una media di quattro milioni all'anno, dal 2012 al 2015. Con una crescita, nonostante la crisi globale, rilevata allo per cento. Robot personali, nei servizi, negli ospedali. Uno spaccato emergente visibile tra i 66 espositori (raddoppiati) che terranno banco a Robotica 2012 alla Fiera di Milano dal? al9 novembre. Un evento passato da pochi stand tre anni fa, a punto di ritrovo di 56 produttori italiani (tra cui i big dei robot industriali) e sette atenei, oltre alla Scuola Sant'Anna di Pisa e all'Istituto italiano di tecnologia di Genova che si presenterà con iCub, il robot androide. Un convegno ospiterà il 9 novembre Daisuke Kurabayashi, del Tokyo Institute of Technology, uno dei massimi esperti al mondo di robotica, impegnato sulla traduzione di stimoli neurali in comandi robotici. Ci saranno infine varie dimostrazioni dal vivo, compreso l'esoscheletro Ekso. La frontiera si sta muovendo in particolare nella robotica connessa all'uomo. Ne è un esempio brain computer interface (Bci) il prototipo dell'Università di Trieste che, da una cuffia a sensori, decodi- fica i segnali del cervello e li traduce in comandi per un computer, che è quindi letteralmente comandato dal pensiero. E questo vale per qualsiasi oggetto, compresa una sedia e rotelle. Dalla ricerca all'industria. Come il nuovo robot della Loccioni, Modibot. Un robot mobile, dotato di braccio, a misura della diagnostica industriale e dei test delle macchine. A differenza di stazioni fisse, il nuovo robot assicura maggiore flessibilità, insieme all'accuratezza delle procedure di test. I robot autonomi entrano nelle fabbriche, ma anche in volo e sott'acqua. Come il Minirov dell'Università delle Marche, doppio sottomarino che può operare fino a 300 metri e inviare mappe sottomarine immediatamente utilizzabili. E le "bolle aeree" di Eye Sky, startup bolognese, che ha messo a punto dei piccoli droni capaci di volare in circolo e di realizzare immagini a 360 gradi, mediante un software di integrazione dei singoli scatti. Una super-foto aerea realizzata grazie all'intelligenza interna al drone. Robotica 2012 passerà il testimone a Makers Italy, l'evento dedicato al mondo dei makers, dei creativi digitali e tecnologici (in programma dal 9 all'U novembre). Pagina 45 Indossabile . A Robotica 2012 sarà presentata l'ultima versione di Ekso, l'esoscheletro utilizzato per la riabilitazione di pazienti con problemi motori. Ekso Bionics, azienda americana, ha introdotto opzioni che consentono ai pazienti di gestire con maggiore autonomia e controllo l'esoscheletro, progredendo gradualmente PAROLA CHIAVE Brain computer interface Un'interfaccia neuale, nota anche come brain-computer interface (bci) e un mezzodI coil unicazionetrauli ce rve lIo e in dispositivo esterno q_i ile A esempio un computer N elle classiche bci rnono-direzionali, i l dispositivo esterno riceve comandi da segnali derivanti dall'attività, cerebi ale, q_i ili ad esempio il segnale elettroencefalografico LA MANIFESTAZIONE Milano. Si svolgerà dal 7 al 9 novembre, Robotica 2012, la fiera internazionale della robotica umanoide e di servizio. Parteciperanno 66 espositori, di cui 56 italiani e 10 esteri. Presenti importanti atenei, grandi nomi della ricerca (Enea, lit, Scuola Superiore Sant'Anna) e prestigiosi marchi (Abb, Comau, Kuka Roboter Italia, Loccioni, Schunk, Aldebaran, Arduino, Euroa, VIS Lab). Seguirà Makers Italy (dal 9 all'11 novembre). Mondo Universitario Pagina 46 POLITECNICO DI TORINO / Tutte le nuove iniziative del Diati i fiuti - nostre ®• ;` All appuntamento riminese il dipartimento presenterà 3 progetti ttenere dai rifiuti nuove 0 risorse per il miglioramento della qualità dei prodotti. È questo l'obiettivo del gruppo di ricerca del Diati (dipartimento di ingegneria dell'ambiente, del territorio e delle infrastrutture) di cui fanno parte Mariachiara Zanetti e Giuseppe Genon, professori del Politecnico di Torino, con Silvia Fiore, Barbara Ruffino e Franco Marchese. Diati a Ecomondo 2012 presenterà tre progetti, il primo dei quali consiste nella Digestione anaerobica di frazioni organiche di rifiuto perla produzione di energia e/o il riutilizzo del residuo di digestione (digestato). È stato organizzato un convegno perla presentazione dello stato dell'arte e dei risultati più avanzati a livello nazionale delle ricerche realizzate su queste tematiche. In particolare il gruppo del Diati presenta i risultati ottenuti nell'ambito della collaborazione con Università di Torino, Amiat e Regione Piemonte. Un altro incontro riguarderà il fluff (residuo di frantumazione degli autoveicoli) per uno scambio di esperienze a livello nazionale su questa tematica. La normativa eu- Mondo Universitario Mariachiara Zanetti, professore ordinario direttore Diati ropea infatti obbliga gli stati membri a raggiungere un recupero delle frazioni utili dai veicoli dismessi pari all'85%. Per questo in Italia è nato il network Grida (a cui appartengono oltre al Politecnico ,di Torino diverse università italiane come Bologna, Padova, Roma e Catania) per ottimizzare la gestione dei residui provenienti dalla demolizione degli autoveicoli ai sensi della vigente e futura normativa. È prevista quindi la presentazione dei risultati ottenuti in modo congiunto dal gruppo di ricerca e dai ricercatori del gruppo Strade, sempre del Diati, che fa riferimento a Ezio Santagata in relazione all'utilizzo del polverino proveniente da pneumatici fuori uso nelle pavimentazioni stradali. In tale ambito l'attività di ricerca e applicativa è stata svolta in collaborazione con Ecopneus e Provincia di Torino. A Ecomondo 2012 saranno infine presentati i risultati in itinere del progetto di ricerca Tyrec4life finanziato dalla Comunità Europea. Pagina 47 UNIVERSITÀ DI BARI / Il progetto Voc and Odor è finanziato dalla Regione Puglia Dr Altamente specializzato, è dotato di sistemi fissi e mobili per il monitoraggio dei composti organici volatili frumenti particolarmente S sofisticati e laboratori di ultima generazione permettono al Mezzogiorno di guadagnarsi il primato in termini di ricerca scientifica. È quanto accade all'Università degli Studi di Bari, con il progetto Voc and. Odor: "Valutazione delle emissioni di composti organici volatili e degli impatti odorigeni prodotti dai nuovi materiali e dalle nuove tecnologie per i sistemi produttivi': Nella sfera di questo progetto, finanziato dalla Regione Puglia nell'ambito dell'accordo di programma quadro "Ricerca Scientifica'- Reti di laboratori pubblici di ricerca, il laboratorio di Sostenibilità ambientale del dipartimento di Chimica dell'università barese ha progettato e realizzato un laboratorio mobile altamente specializzato, dotato di sistemi fissi e mobili per il monitoraggio strumentale e sensoriale di Composti organici volatili (Voc) emessi in ambienti indoor, da attività industriali e da traffico. Ovvero, ricerca scientifica all'avanguardia con un obiettivo focalizzato: valutare oltre il rischio per la salute anche l'impatto osmogeno Mondo Universitario prodotto dalle sorgenti indagate. Non per nulla, il laboratorio della Aldo Moro rappresenta una realtà unica a livello nazionale e internazionale. Ne parla direttamente il responsabile scientifico Gianluigi de Gennaro: ' Lémissione di Voc, generalmente provenienti da materiali, da attività industriali, nonché da traffico autoveicolare, può rappresentare-causa di patologie acute e croniche per la popolazione esposta, al di là dellessere causa di molestia derivante dal cattivo odore. La dotazione strumentale presente all'interno del laboratorio mobile permette di effettuare una valutazione complessiva dellemissione di Voc coniugando l'aspetto di caratterizzazione analitica con la percezione sensoriale associata allodore emesso': Il progetto si distingue per alcuni punti sostanziali, soprattutto la peculiarità del mezzo mobile risiede nella possibilità di poter trasportare in siti di particolare interesse un equipaggiamento strumentale assolutamente sofisticato, senza rinunciare alle elevate prestazioni di un laboratorio fisso. Si tratta di strumentazioni all'avanguardia. Il laboratorio mobile - continua il responsabile scientifico - ospita una camera di misura olfattometrica dotata di un olfattometro a otto postazioni progettato apposta per la determinazione direttamente in campo delle concentrazioni odorigene di campioni gassosi mediante olfattometria dinamica, metodologia sensoriale che impiega valutatori umani per la determinazione oggettiva della molestia olfattiva secondo la normativa Uni En 13725/2004. Tale configurazione è ad alto contenuto innovativo e consente di effettuare per la prima volta indagini olfattometriche in situ con 8 rinoanalisti". In più, le otto postazioni a disposizione del panel per l'analisi sensoriale permettono di migliorare l'accuratezza della misura, rispondendo in maniera più adeguata alla normativa di riferimento. Si va ancora oltre, perché il laboratorio mobile ospita anche un sistema integrato di Gascromatografia (GCxGC), Olfattometria (Odp), Spettrometria di massa a elevata risoluzione temporale (Qqq) per la caratterizzazione dei Voc, completo di attrezzatura e accessori per il campionamento. "Tale sistema analitico consente di effettuare la caratterizzazione di un gran numero di Voc, molto superiore a quello che generalmente si può acquisire con le metodologie convenzionali, al fine di ottenere profili di emissione tipici della sorgente emissiva indagata; conclude il professore de Gennaro. Il laboratorio, che rimane dunque una realtà d'eccellenza su scala nazionale e internazionale, è peraltro equipaggiato con una camera controllata per la determinazione delle emissioni provenienti da materiali. Tutto a testimoniare che si è davanti non solo al primo sistema mobile per la caratterizzazione spinta di miscele odorigene e più complessivamente di Voc ma, senza timori di essere smentiti , anche al più attrezzato e completo laboratorio di ricerca scientifica che sia mai stato realizzato in questo ambito. Pagina 48 SPIN-PET / La società spin-off dell'Università di Pisa partecipa a Supertex P ® I fare 7Q Ii sr, ® Nella ricerca si utilizzano materiali a base di Pet nel tessile tecnico Dalla filiera del riciclo agli arredi di interni e non solo: Spin-PET, società spin-off dell'Università di Pisa, sta partecipando, ássieme ad altri partner industriali, al progetto europeo Supertex. Il progetto mira a valorizzare materiali a base di Pet di riciclo (da raccolta differenziata urbana e da scarti industriali) nel tessile tecnico. In sostanza dal Pet, anche misto a polietilene, si ricaveranno filamenti adatti a produrre tessuti per il settore degli arredi di interni e per autoveicoli. I risultati di tale progetto saranno presen- Mondo Universitario tati in un convegno ad Eco- - e post-industriali,, dal settomondo 2012. re automotive e da rifiuti di Spin-PET, nello specifico, è apparecchiature elettriche una società attiva nella ricerca ed elettroniche (Raee), oltre e sviluppo di nuovi materiali all'impiego di plastiche bioplastici, a partire soprattutto degradabili. da plastiche post-consumo o Prototipi in materiale tecnoplastiche e materiali da fonti plastico per applicazioni nel rinnovabili, con particolare settore automotive, robotica, attenzione alla sostenibilità domotica, elettrodomestici, ambientale. In partnership carrelli-spesa e protezioni con aziende, realtà italiane, ' sportive sono stati ottenuti a belghe e spagnole, laboratori partire da Pet post- consumo universitari e del Cnr (Consi-_ e post-industriale (scaglie da glio Nazionale delle Ricerche) bottiglie e vaschette alimensviluppa propri progetti centari), reso idoneo allo stamtrati sul riutilizzo di plastiche paggio ad iniezione ed alla da imballaggi post-consumo estrusione in lastre termoformabili. Spin-PET assiste, con opportune sperimentazioni e indagine di laboratorio , le aziende che vogliono valorizzare scarti plastici o vogliono sostituire plastiche vergini con plastiEsempi che recuperate o bioplastiche di possibile da fonti rinnovabili per speriutilizzo cifiche applicazioni. Molte le del materiale tipologie di sperimentazione a base offerte: dalla determinazione di Pet della composizione e propriedi riciclo tà dei materiali plastici, anche eterogenei, alla messa a punto di formulazioni plastiche idonee per specifiche applicazioni, sulla base dei necessari requisiti tecnici e in linea con le normative del settore. Pagina 49 UNIVERSITÀ DI MESSINA / Le attività dei dipartimenti di Ingegneria Innovazione nelle ricerche ari I rifiuti sono la base per la fornitura di materie prime secondarie C ontinua a crescere. l'attenzione verso attività produttive orientate alla razionalizzazione delle risorse naturali, stimolata peraltro dal supporto della florida attività legislativa degli ultimi decenni. È in questo contesto che si inserisce il riciclo dei rifiuti, sia in termini di risparmio di materie prime e di energia che per l'avvio di nuove attività produttive che vedono i rifiuti come base per la fornitura di materie prime secondarie. La valorizzazione dei rifiuti urbani e speciali tramite appropriate tecnologie finalizzate al recupero dei componenti utili contenuti in essi rappresenta oggi un importante tassello nell'ottica dellécoefficienza globale. Deciso in tal senso l'impegno della ricerca scientifica. È il caso dell'Università degli Studi di Messina, nello specifico del dipartimento di Ingegneria elettronica, chimica e Ingegneria industriale , dove la professoressa Patrizia Primerano da anni porta avantiricerche innovative su diverse tematiche ambientali. Tra queste, è particolarmente attiva da anni nella valorizzazione dei rifiuti prodotti da attività civili (vetro) e industriali (ceneri di petrolio). Ed ecco, tra le sperimentazioni, che riguarda il vetro, nel segno dell'innovazione nel riciclo di questo materiale, che va molto oltre quanto finora è stato fatto, laddove l'innovazione appunto passa dallo studio di procedimenti all'avanguardia. Si punta a produrre qualcosa dal valore aggiunto, con sbocco commerciale, che concorre, nello stesso tempo, a diminuire la quantità di rifiuto da portare alla discarica. "Mi sono interessata da tempo dell'ottimizzazione di trattamenti estrattivi della silice dal vetro post uso di colore misto, non vincolati alle specifiche stringenti di colore richieste dal riciclo alla fornace - afferma la professoressa Primerano -, finalizzati alla produzione di silicati di sodio. I vari campi di impiego del silicato di sodio prodotto possono consentirne l'assorbimento e dar vita ad attività produttive in grado di evitare gli esuberi da conferire in discarica. Il residuo solido inestratto che rimane dai trattamefiti del vetro ha potenzialità di utilizzo nel campo degli adsorbenti di cui si parlerà a Ecomondo': Al momento, la docente dell'Università di Messina sta continuando a lavorare anche sulle ceneri di petrolio con la finalità di accompagnare l'estrazione dei metalli pregiati. con l'utilizzp della frazione carboniosa residua. Insomma, la bellezza della ricerca sta proprio in questo, nell'essere in continua evoluzione e nel regalare risultati fino a pochi anni fa impensabili. La prof. Patrizia Primerano nn rianrnan lnvnrn eli rirnrrn Mondo Universitario Pagina 50 NTO D @ Paolo Rigotti responsabile del Centro trapianti rene e pancreas dell'Azienda ospedaliera-universitaria di Padova e presidente di Nord Italia Transplant Uno dei fenomeni più rilevanti degli ultimi anni nell'attività di trapianto di organi è l'aumento dell'età dei donatori. Negli ultimi due anni, nell'ambito del Nord Italia Transplant (Nit), i donatori di età superiore ai 60 anni sono stati maggiori di quelli di età inferiore ai 60. Con l'avanzare dell'età, però, gli organi si deteriorano progressivamente. Così, per ovviare alla riduzione di capacità funzionale dell'organo, si trapiantano entrambi i reni di un donatore anziano nel paziente ricevente. È intuitivo che due reni, anche se non perfetti, trapiantati insieme offrono una capacità funzionale complessiva superiore a quella di un rene singolo, per quanto in ottime condizioni. Questa metodica viene utilizzata nel caso.di riceventi anziani, in modo da mantenere una corrispondenza tra l'età del donatore e quella del ricevente. È per questo che capita che i pazienti anziani vadano paradossalmente incontro a una minore lista di attesa rispetto ai giovani. Questa tecnica è stata introdotta in Italia da Giuseppe Remuzzi, nefrologo di Bergamo, Mondo Universitario e si è sviluppata oggi.in alcuni centri, tra cui, oltre a quello di Padova, anche quelli di Genova, Varese, Verona e Udine. Negli ultimi dieci anni in Italia sono stati effettuati circa mille trapianti di questo tipo, di cui quasi 200 a Padova. Vari i parametri da considerare per giungere alla decisione clinica di effettuare un trapianto doppio: biopsia, parametro di funzione renale, valutazione macroscopica dei reni. La procedura chirurgica che consente di effettuare un trapianto di rene doppio è leggermente più complessa rispetto a quella del trapianto singolo. In particolare, due possono essere i modi di collocare i reni nell'organismo ricevente: un organo a destra e uno a sinistra nella parte inferiore dell'addome; entrambi dallo stesso lato. II vantaggio di quest'ultima collocazione, che è preferibile, è quello di poter effettuare un'unica incisione. In generale, questo tipo di intervento non comporta rischi aggiuntivi rispetto al trapianto singolo, ma ha una durata di circa un'ora e mezza in più. I risultati sono comunque sôddisfacenti: secondo il Nit, la sopravvivenza e la funzionalità dei reni doppi sono sovrapponibili a quelli del trapianto standard singolo. I reni I reni sono organi parenchimatosi escretori dei vertebrati. Insieme alle vie urinarie costituiscono l'apparato urinario, che filtra dal sangue i prodotti di scarto del metabolismo e li espelle tramite l'urina. II settore della medicina che studia i reni e le loro malattie è chiamato nefrologia. Gli antichi agopuntori li definivano l'inizio e la fine della vita. Il loro compito principale è quello di mantenere il corretto equilibrio idro-salino nell'organismo, nonché di assicurare ogni giorno, per mezzo delle loro unità funzionali, i nefroni, una costante depurazione dei circa 150-170 litri di sangue che, circolando, pervengono loro dalle arterie renali, sangue che poi, liberato di materiali di scarto e di liquidi in eccesso, passa nelle vene renali. FISIOLOGIA I reni non hanno solo il compito, tramite i nefroni, di eliminare i prodotti di scarto del catabolismo azotato e i prodotti tossici che vi giungono, ma anche quello di regolare il volume dei liquido extracellulare e quindi il contenuto idrico dell'organismo e poi di regolare il 'pH ematico tramite riassorbimento ed eliminazione di bicarbonato HCO3-, hanno anche importanti funzioni endocrine, secernendo diversi ormoni ad azione sistemica (quali renina ed eritropoietina) ed attivando il calcitriolo. Pagina 51 LA STRUTTURA I reni sono due organi retroperitoneali simili a due grosse fave di colore bruno -rossastro, posti subito a lato della colonna vertebrale. Ogni rene da un polo all'altro misura circa 12 cm di lunghezza , 6 cm di larghezza e 3 cm anteroposteriormente, con il rene sinistro tendenzialmente più lungo del destro di 1-1,5 cm, anche se i due reni possono risultare di dimensioni molto simili, il loro peso è variabile, mediamente circa 150 g negli uomini e 135 g nelle donne. Normalmente non sono palpabili. Il rene destro è posto leggermente più in basso del sinistro a causa dell'ingombro del fegato ed è leggermente più corto e tozzo , il sinistro più allungato e leggermente più piatto. L'asse longitudinale di un rene è infero-laterale, mentre quello trasversale è postero -laterale, così che si distinguono due facce, una anterolaterale e una postero -mediale. Nell'ilo dei reni, localizzato presso il suo margine mediate, penetrano i vasi di maggior calibro diretti a quest ' organo, l'arteria renale e la vena renale, rispettivamente, ramo dell'aorta e affluente della vena cava inferiore, vasi linfatici e nervi. Mondo Universitario Pagina 52 Per uscire dalla crisi boom di iscrizioni negli istituti tecnici Per la prima volta da anni meno studenti scelgono i licei Il mercato approva. Ma quali sono gli indirizzi migliori? FLAVIA AMABILE ROMA sionali. Quest'anno, per la prima volta da anni, gli studenti di queste discipline sono in auavvocato? Vuol mento rispetto ai licei. Ad aver dire condannarsi scelto dopo la terza media ad un futuro preun'opzione diversa dai licei socario negli studi no stati 1'1,5% in più negli istitudei grandi proti professionali e lo 0,4% in più fessionisti. Il medico? Innannei tecnici. Sono un esercito di zitutto bisogna superare i test un milione e 420mila studenti, per entrare nelle università e pari al 53,4% del totale. D'altra poi dopo anni ed anni di stuparte se traduciamo le scelte dio e specializzazione si ridelle singole famiglie degli ultischia di commettere un erromi anni in cifre nazionali ottere e vedersi rovinare la vita da niamo un quadro non brillante: una denuncia con risarcimenil 23% dei ragazzi tra i 15 e i 29 to danni. Vuoi mettere, inveanni non studia, non lavora, ce, il tecnico superspecializnon fa nulla. E il tasso di disperzato? Le aziende ne hanno un sione scolastica è il 18%, molto bisogno urgente, ne mancano lontano dall'obiettivo 2020 di circa 100 mila, una percentuale nonostante la NUMER I D I SASTROS I inferiore al 10%, crisi e una dianche dalla Oggi i123% dei giovani ma soccupazione media europea frai15ei29anni del 13,5%. dai ritmi incalnon studia né lavora «Di sicuro zanti. Ormai la renell'aumento altà è questa, gli italiani si illudelle iscrizioni ai tecnici incidono sempre di meno e con de il momento di crisi econospirito pragmatico ricominmica - spiega il sottosegretaciano ad iscrivere i loro figli rio all'Istruzione, Elena Ugoliagli istituti tecnici e profesni - Le famiglie si interrogano Mondo Universitario su quale scelta possa essere più adatta a trovare un'occupazione. E gli istituti tecnici e professionali possono essere la risposta giusta. Ma sta cambiando anche il clima culturale. Si inizia a dire di nuovo che il lavoro, la capacità di costruire, di fare e di innovare sono il valore che ha fatto grande il nostro Paese e che questo valore non si deve perdere». I nuovi iscritti hanno scelto soprattutto il settore prettamente tecnologico, come Meccanica meccatronica ed energia, Informatica e telecomunicazione, Chimica, materiali e biotecnologie, mentre nell'ambito degli Istituti Professionali si registra un notevole aumento degli studenti iscritti specialmente nel settore servizi, e in particolare l'indirizzo alberghiero. Il futuro della scuola è questo, insomma. L'aveva capito già Mariastella Gelmini: quando era ministro dell'Istruzione aveva fatto approvare un riordino della scuola secon- daria che assegna a professionali e tecnici un ruolo più rispettoso dei nuovi tempi. Prevede settori e indirizzi che permettono una scelta precisa e concreta, dall'enogastronomia alle produzioni industriali per i professionali, alla grafica e al sistema moda per i tecnici. Dal prossimo anno saranno pienamente operative le linee guida varate un mese e mezzo fa, a distanza di cinque anni Pagina 53 dalle precedenti mai applicate. ruolo agli Istituti Tecnici SupeSi costituiscono sul territorio i riori (Its) quali scuole speciali Poli tecnico professionali, come di tecnologia che devono rireti tra istituti tecnici e professpondere a rigorosi standard sionali, centri di formazione per l'accesso ai contribuiti del professionale acMinistero delcreditati e iml'Istruzione e per NOVITÀ prese, legati atil riconoscimenSul territorio nascono to traverso i settori del Diploma di ipoli tecnici legati Tecnico Superiocomuni, le filiere alle filiere produttive re. «È l'unica produttive delle eccellenze delstrada per fornil'industria italiana. re una prospettiva occupazioViene rafforzata l'istruzione nale agli studenti», spiega Eletecnica superiore, quella che na Ugolini. Il ministero, però, a viene impartita dopo il diploquesto punto ha fatto la propria ma. Si assegna più autonomia e parte. Ora tocca alle Regioni. Le iscrizioni agli istituti professionali (SU 100 DOMANDE DI ISCRIZIONE ALLA CLASSE PRIMA - anno scolastico 2012-2013) Settore Servizi Enogastronomia I e ospitalità alberghiera It J)1 Settore Servizi Servizi -qoh•,w Socio-sanitari 12°A o /_0_\ Servizi per l'agricoltura e lo svilu pp o rurale I Settore IndustriaArtigianato Manutenzione ti e assistenza tecnica 14% CennmfflnLA STAMPA Le iscrizioni agli istituti tecnici (SU 100 DOMANDE DI ISCRIZIONE ALLA CLASSE PRIMA - anno scolastico 2012-2013) Settore Economico Amministrazione Finanze e Marketing Settore Tecnologico Informatica 42 Meccanica 4N meccatronica 0 9% E Costruzioni 31% Settore Tecnologico _ El ett r w° 10% Mondo Universitario Chimica 6% Agraria 41 5%- Pagina 54 I casi vincenti settore per settore I Il birrificio A Como il prof A Gallarate si lavora degli studenti è un artigiano si riparano gli aeroplani perla Ducati di Torino del legno A Bologna G li studenti che vogliono specializzarsi nella filiera meccanica hanno a disposizione istituti in tutt'Italia. Per l'aerospaziale si può andare a Maddaloni, in provincia di Caserta. Il centro di formazione «Villaggio dei Ragazzi», ha un polo scolastico e di alta formazione in questo settore con il coinvolgimento di Finmeccanica. A Udine l'istituto di istruzione superiore «A. Malignani» ha percorsi tecnici di diverso livello con la partecipazione dell'impresa meccanica «Danieli», un'eccellenza nel settore dei trasporti, nella logistica, nell'elettronica, la meccatronica e l'energia. A Bologna l'«Aldini Valeriani» è un istituto storico del settore meccanico locale. Lo scorso anno gli studenti hanno costruito per la Ducati pezzi di moto su commissione. A Vicenza all'«ITS Meccatronico» i ragazzi frequentano tre giorni in azienda e due in formazione, seguendo il modello tedesco. A Lanciano, in provincia di Chieti, non sono da meno: l'Its Nuove Tecnologie per il Made in Italy sistema Meccanica «Automotive» permette ai ragazzi di costruire un sistema di trasporto merci intelligente integrato ecologico e la sperimentazione di progetti a livello nazionale europeo. Nasce da un Consorzio di 73 imprese del settore. [FLAAMA.[ Mondo Universitario Torino i mestieri si studiano alla Piazza dei Mestieri, un luogo di accoglienza e di incontro e una formazione professionale di qualità, attraverso Corsi attivati nella modalità della alternanza scuola/lavoro in settori che vanno dalla ristorazione all'informatica. Vi è anche un vero ristorante dove a servire sono i ragazzi stessi, un birrificio, una fabbrica di cioccolato, una tipografia, che rappresentano laboratori ma anche luoghi di produzione effettiva. Chi è interessato a diventare una persona altamente qualificata nell'Hospitality Management trova a Jesolo, in provincia di Venezia, l'Istituto Professionale Alberghiero «Cornaro». Usa il sistema dell'alternanza scuola/lavoro ed è capofila della Rete che comprende tutti gli istituti tecnici alberghieri italiani, ha costituito, con altre realtà del lavoro, un Its raccordandosi con numerosissime strutture alberghiere. L'Istituto Professionale di Stato per i Servizi Alberghieri e Turistici «Panzini» di Senigallia, in provincia di Ancona, ha costituito un network internazionale: i ragazzi partendo da qui riescono a lavorare in tutto il mondo; con il progetto pasticceria e progetto forno producono alimenti di grande qualità che vendono a terzi . [FLA.AMA.[ Como la «Fondazione Cometa» è un istituto molto particolare: persino i banchi di legno riciclati sono pezzi di design, perché attraverso la bellezza i ragazzi riscoprono la loro dignità. Attivano corsi di formazione professionale Tessile, Operatore Sala Bar, Operatore Legno arredamento. Fra gli esperimenti, le Botteghe scuola: ad esempio alla Contrada degli artigiani nel cuore di Como sono ricostruite le antiche botteghe. I ragazzi sono affiancati da un artigiano esperto che insegna loro il mestiere in modo artistico: le loro vecchie sedie impagliate restaurate sono oggetti d'arte. Il Consorzio di alta scuola di formazione orafa «Tarì» di Napoli rappresenta un laboratorio creativo per studenti e designer settore dell'alta oreficeria. Ancora in provincia di Napoli, ad Arzano, l' impresa di alta sartoria artigianale Kiton ha una scuola di livello internazionale per formare grandi sarti. Il corso dura 2400 ore di cui 700 ore di teoria e 1700 di pratica. L'80% dei giovani che hanno ottenuto il diploma lavora stabilmente. Chi è interessato alle calzature ha come punto di eccellenza l'Its di Porto Sant'Elpidio, in provincia di Fermo, nato in stretto raccordo con i più grandi calzaturifici delle Marche. [ FLA.AMA.[ A A Gaeta si va a studiare la mobilità sostenibile all'Its «G.Caboto», con la partecipazione di Confitarma. Chi è interessato al mare può fare riferimento al Polo economico del mare: l'Accademia Italiana della Marina Mercantile di Genova che gestisce l'Istituto tecnico superiore Its che forma ufficiali di marina e di coperta con una capacità di fornire occupazione del 90%. L'istituto tecnico Nautico di riferimento che è un'eccellenza, sono realtà che lavorano a stretto contatto con Confindustria Genova, Federpesca, Confitarma. Per quel che riguarda i trasporti e la logistica intermodale, a Gallarate, in provincia di Varese, con la collaborazione dell'Istituto di Istruzione secondaria «Ponti» di Gallarate, si preparano i ragazzi come manutentori di aerei, in collaborazione con l'Agusta e le strutture aeroportuali del vicino aeroporto di Malpensa. Il corso è di tre anni, la figura professionale in uscita molto specializzata e molto richiesta sul mercato. Al Sud si può scegliere la mobilità sostenibile e il settore aerospazio presso l'Istituto tecnico industriale «Fermi» di Francavilla, in provincia di Brindisi, che opera con Alenia Aerospazio e Agusta e da cui provengono molte figure destinate a lavorare nel polo aeronautico pugliese. [FLA. AMA.] Pagina 55 A che ora c'è la lezione di spread? Si diffondono i corsi di economia per studenti di elementari e inedie: "Si preparano al futuro" caso SARA RICOTTA VOZA MILANO erché non vanno alla Zecca per risolvere la crisi?»; «E se uno i soldi se li tiene in casa?»; «Ma perché quella banconota vale 500 euro se è un pezzo di carta?». «Lo spread? Più alto è peggio è, più basso è meglio è». E un sabato mattina alla scuola Faes Monforte di Milano. La sala è piena di bambini e ragazzini dai 9 ai 13 anni, tutti scesi giù dal letto per andare a «lezione di crisi». Alcuni spinti dai genitori, altri da interesse proprio, tutti già immersi in quel vocabolario fatto di «spread», «rating», «default» che infesta i tigì e tante discussioni fra i genitori. Loro fanno le elementari e le medie, il professore che tiene la lezione insegna Finanza al Politecnico di Milano. Non sono abituati gli uni al linguaggio dell'altro e l'argomento non è dei più semplici. Però, a quanto pare, si capiscono. «Ditemi il nome della prima azienda che vi viene in mente», chiede il professor Alessandro Giorgino. «L'Ilva», risponde Marco, 10 anni. «E che fa l'Ilva?», continua il professore, che forse si aspettava il nome di un caso aziendale più felice. «L'acciaio risponde una ragazzina - ma ha problemi per come lo fa». Essere bambini ai tempi della crisi vuol dire crescere con parole dell'economia che parlano più di ostacoli e di pericoli che di prospettive e opportunità. Parole che possono mettere paura, e la paura del futuro è la peggior zavorra non solo per i giovani ma per un Paese intero. Per questo il Poli- Mondo Universitario tecnico di Milano, assieme alla rivista «Focus Junior», organizza lezioni come questa, nelle università, nelle scuole elementari e media. «Quello che i bambini già sanno mi ha sorpreso in positivo - dice il professor Giorgino specie perché nel nostro Paese la cultura finanziaria non è stata mai molto sviluppata. La mia generazione viveva in un contesto più semplice, si compravano titoli di Stato e lo si faceva in banca. La crisi ha fatto emergere cose nuove con cui i ragazzi devono confrontarsi». Spread, rating, default: alla fine il messaggio è... «I messaggi sono due. Il primo è che siano consapevoli di essere i cittadini di domani e che è importante essere bene informati. Il secondo è il tema del risparmio. I bambini oggi sono abituati solo a "consumare" e non a "investire". Se però spieghi loro che si mette da parte ora per avere qualcosa di più bello nel futuPaladino -: il fine è farli riflettero, lo capiscono benissimo». re sul valore del denaro». «La non conoscenza porta Spiegare senza spaventarli, sempre paura e il nostro vuole visto che molte conseguenze essere un contributo a rendere della crisi le vivono già sulla i bambini più consapevoli e propria pelle: secondo l'ultimo quindi meno paurosi nei conrapporto Eurispes-Telefono fronti del futuro», spiega il retAzzurro un bambino su quattore Giovanni Azzone, che per tro ha dichiarato che la proil 1500 anniversario del politecpria famiglia è stata colpita nico milanese ha organizzato dalla crisi e che papà e mamanche lezioni di robotica, nauma sono diventati più nervosi. tica, urbanistica. Ma, alla fine, i bambini capiQuelle di economia hanno ranno o saranno solo più conavuto un gran successo (200 fusi? «Se io "traduco" la finanbambini ogni volza in una storia ta) e cominciano fatta di elementi 1 I a tenersi un po' in sono propri «Un giorno potranno che tutta Italia, andel mondo in cui collegare le immagini vivono, loro la che grazie al proa concetti più astratti» capiscono e un getto di educazione finanziaria giorno la ricollevoluto dal ministro dell'Istrugheranno anche a definizioni zione Profumo in collaboraziopiù astratte», spiega Fabio ne con la Banca d'Italia. EspeRondot, psicoterapeuta e aurienze simili sono portate avantore di «Apprendere, istruzioti anche dal consorzio Bancario ni per l'uso» (Sonda). CapiranPatti Chiari e dal Museo del Rino anche lo spread? «Se io prosparmio di Torino: «Noi offriapongo un gioco che nessuno mo percorsi didattici sulla movuole fare e devo faticare per neta e sul risparmio - spiega la convincere gli amici, il mio direttrice del Museo Giovanna spread sale...». BOMBARDATI «Crescono con parole che parlano di ostacoli più che di opportunità» Pagina 56 Un ponte tra scuola, università e mondo del lavoro Così il programma Fixo aiuta i giovani a entrare in azienda Previsti 30 mila tirocini e 5 mila contratti con bonus da 4-6 mila euro per l'assunzione di apprendisti cadranno il 31 dicembre i termini per cogliere l'opportunità prevista dal programma Fixo Scuola e università, 2011-2013, che offrirà a 30mila laureati un periodo di tirocinio extracurricolare, finalizzato all'inserimento nel mondo del lavoro, e 5mila contratti di apprendistato in alta formazione. I progetti Il programma, promosso dal ministero del Lavoro e gestito dall'agenzia nazionale Italia Lavoro, vedrà la partenza nelle prossime settimane dei nuovi progetti, che nella edizione precedente hanno realizzato circa 16mila tirocinii, alla fine dei quali una quota significativa di giovani stagisti ha avuto un contratto di lavoro. Il programma, che ha una dotazione di risorse complessiva di quasi 50 milioni di euro, prevede il coinvolgimento di oltre 70 atenei italiani, presso i quali verranno stilati e pubblicizzati i bandi di partecipazione. Il programma coinvolgerà anche i diplomati. L'obiettivo è quello di favorire l'integrazione tra scuole, università e mondo del lavoro e vedrà il ruolo attivo anche dei sistemi dei servizi al lavoro delle diverse regioni. Nel programma sono previsti anche incentivi economici, sia per i ragazzi che per i datori di lavoro. I destinatari diretti sono le regioni e le province, oltre che le scuole e le università. Quelli indiretti e beneficiari sono i giovani, soprattutto laureati, a cui università e regioni offriI ranno diverse opportunità. Circa 1.900 laureati, dottorandi e dottori di ricerca verranno coinvolti in percorsi di inserimento lavorativo e supporto a programmi di autoimprenditorialità. A 5mila laureati verranno offerti 5mila contratti di apprendistato in alta formazione (terza tipologia), che permet- Mondo Universitario teranno di lavorare e concludere i loro programmi di studio. Mentre 30mila laureati verranno coinvolti in percorsi di inserimento attraverso tirocini di orientamento e formazione extracurricolari. Le imprese A partire dal 22 ottobre possono presentare la richiesta di partecipazione e contribuzione anche gli studi professionali, non sostitutiva del praticantato. Beneficiarie sono le imprese che assumano a tempo pieno o parziale giovani con età compresa tra i 18 e i 29 anni con un contratto di apprendistato in alta formazione, finalizzato al conseguimento della laurea, triennale, magistrale, master e dottorati. Per questo le imprese riceveranno un bonus di 6mila euro per ogni giovane assunto con contratto di apprendistato a tempo pieno; di 4mila euro per ogni assunzione a tempo parziale di almeno 24 ore la settimana. Le domande di contributo andranno rivolte per via telematica a Italia Lavoro, programma Fixo (www.fixo.italialavoro.it). formazione e selezione di personale qualificato e di giovani talenti. Con il project work di sei mesi, destinato a inoccupati e disoccupati laureati da non oltre 18 mesi, le aziende possono inserire i giovani in progetti innovativi in corso di sperimentazione. Possono così testare sul campo le persone e coglierne le motivazioni al lavoro, senza particolari oneri, compensati dal programma Fixo. Per i contratti di apprendistato in alta formazione, l'azienda può abbattere i costi di formazione dell'apprendista. Per i giovani, nel caso dei project work, sono previste borse di studio, dell'ammontare di 5-7mila euro. Nel caso dell'apprendistato, ovviamente, percepiscono uno stipendio. Inoltre, i giovani coinvolti in programmi di autoimprenditorialità, per sviluppare idee e progetti innovativi, hanno la possibilità di ricevere una borsa complessiva di 5mila euro, a cui si aggiungono 2mila euro destinate alle università per le spese di formazione. In questi casi è necessario verificare i bandi usciti o che usciranno presso le singole università. [w.v.] I vantaggi Il programma offre vantaggi a tutti. Alle imprese, che possono avere agevolazioni nella ricerca, Pagina 57 44 0 112L±allo 1 acc o rd i alcuni tra c t` ministeri Protesta degli studenti: «Deve te enire governo» MARIO CASTAGNA ROMA Era il 25 gennaio e il decreto «Cresci Italia» prometteva importanti novità per i giovani professionisti. All'insegna della liberalizzazione si permetteva ai giovani che avessero voluto intraprendere la carriera all'interno di uno degli ordini regolamentati (avvocati in primis), di iniziare il tirocinio obbligatorio (per 6 mesi sui 18 complessivi) durante l'ultimo anno dei percorso di studi, promettendo quindi una decisa accelerazione nel percorso a ostacoli verso la libera professione. Sino a quel momento i mesi di praticantato obbligatorio erano 24 e per due anni gli studi di avvocati avevano a disposizione manodopera qualificata disponibile a lavorare anche gratuitamente in cambio dell'agognato certificato di avvenuto praticantato. Le nuove norme prevedevano quindi una riduzione della durata del tirocinio ma soprattutto che i primi sei mesi potessero essere svolti, in presenza di apposita convenzione quadro tra il Consiglio Nazionale Forense e il MIUR durante gli anni di studio universitari. La norma non è mal stata chiara. Dapprima sembrava che tutti i praticanti fossero coinvolti nella riduzione della pratica forense. Dopo qualche mese il ministero della Giustizia diceva invece che la norma aveva effetto solo per l'avvenire. Dopo proteste e mobilitazioni a dirimere definitivamente la questione fu il ministero dell'Università con una circolare che precisava come la norma fosse immediatamente applicabile, sottolineando che la volontà del legislatore era facilitare l'accesso dei giovani al mondo del lavoro. Mondo Universitario Risolto il problema del «quando» rimane però il problema del «come». Infatti, come recitava la circolare ministeriale, «per i primi sei mesi, il tirocinio può essere svolto in concomitanza con gli studi, in presenza di un'apposita convenzione quadro stipulata tra i consigli nazionali degli ordini e il ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca». Ma se oggi si apre uno qualsiasi dei siti delle facoltà di Giurisprudenza delle università italiane, alla voce ti- rocinio e praticantato, si aprirà un laconico avviso che annuncia che i tirocini universitari non possono essere attivati, in attesa della famosa convenzione. Una beffa per i tanti ragazzi che, alle soglie della laurea, si vedono sbarrare una strada facilitata e sono costretti ad intraprendere il tradizionale calvario di praticantato lungo e malpagato. Gaetano Caravella, dell'esecutivo nazionale della Rete Universitaria Nazionale, sta promuovendo in questi giorni una campagna per costringere governo e ordine degli avvocati a firmare la convenzione: «Quello che chiediamo è che il governo intervenga, superando le resistenze degli ordini professionali e promuovendo la stipulazione della convenzione prevista dalla normativa che consentirebbe un più veloce ingresso dei laureati nel mercato del lavoro». Sul banco degli imputati chiaramente ci sono gli ordini professionali: «Le resistenze degli ordini professionali sono fortissime e difficilmente superabili». Una situazione di stallo che riguarda anche un'altra situazione simile. Dopo che la legge 9212012 ha introdotto l'obbligo di rimborso spese per gli stagisti sono saltati tutti i bandi di stage che la fondazione Crui oganizzava all'interno della pubblica amministrazione (molto richiesti erano quelli organizzati nelle ambasciate italiane all'estero in collaborazione con la Farnesina). Le procedure di presentazione delle domande presso le università sono bloccate da mesi «in attesa di un accordo in conferenza Stato-Regioni che definisca le linee guida sui tirocini». Pagina 58 Sbaffiato aumentare le tasse uníversìtarìe DOPO LE POLEMICHE SU ROTTAMAZIONI E REGOLE, SEMBRA FINALMENTE GIUNTO IL TEMPO DI PARLARE Di PROGRAMMI. Bersani ha dato al rilancio di istruzione e ricerca un'importanza centrale, con l'avvio della campagna al Cern e da azioni chiare: la marcia indietro imposta al governo su ulteriori tagli alla scuola o interventi improvvisati sugli enti di ricerca, il contrasto all'aumento delle tasse la scorsa estate, le proposte per il diritto allo studio. Nei giorni scorsi anche Matteo Renzi ha espresso alcune idee - agevolare la contribuzione dei privati, portare gli investimenti a livelli europei, attrarre i talenti - che sembrano condivisibili. Tuttavia, nel concreto il programma di Renzi sembra molto distante dalle esigenze degli studenti e dell'università italiana su un punto decisivo: il legame tra diritto e merito e la concezione dei l'istruzione come servizio pubblico universalistico, accessibile a tutti gli studenti «capaci e meritevoli, ancorché privi di mezzi», come recita la Costituzione. La sua proposta prevede 1a possibilità di aumentare le tasse accompagnandole con prestiti d'onore all'inglese. In Europa, si confrontano il Mondo Universitario modello continentale e quello angloamericano. Nel primo , tasse bassissime (Francia, Belgio , Svizzera ) o inesistenti (quasi tutti i Länder della Germania, Norvegia, Svezia, Finlandia, Danimarca , Irlanda), con un forte intervento nel diritto allo studio. In Italia solo il 7°!o degli studenti ha una borsa (258 milioni di fondi pubblici), contro il 25,6°c della Francia (1,6 miliardi), il 30% della Germania (2 miliardi) e il 18% della Spagna (943 milioni), mentre siamo al terzo posto perla tassazione media in Europa (1.289 S), dopo Regno Unito e Paesi Bassi. Nel Regno Unito il governo ha dato alle Università la possibilità di alzare le tasse fino a 9.000 sterline all'anno, opportunità subito colta da tutti gli atenei (non solo i migliori). I risultati sono negativi: gli studenti meno abbienti rinunciano a iscriversi, i piani di restituzione dei prestiti vacillano e ora persino il vice-premier Clegg si scusa. Negli Usa questo sistema ha generato un debito monstre (oltre mille miliardi di dollari) a carico degli studenti, cui Obama sta cercando di porre rimedio. Perché il modello anglosassone trova favori anche da noi? Il ragionamento parte da due presupposti : le tasse universitarie sarebbero troppo basse rispetto al costo di ciascuno studente e l'università, pagata da tutti, è frequentata dai ceti medio-alti. l poveri pagherebbero l'università ai ricchi. Ciò è falso per il primo punto (le tasse in Italia sono già tra le più alte in Europa ), e sbagliato per il secondo. Infatti, a parte il fatto che i «rischi», al netto dell'evasione fiscale, sono anche coloro che pagano più tasse, la vera sfida riformista è aprire l'università a fasce più ampie, chiedendo certo di più (maggiore progressività) ai pochi che se la possono permettere, ma non aumentando la tassazione media. Che, al contrario, deve essere riportata nella media Ue. Invece, così si av- valora l'idea che il «servizio università» non sia universale e si accetta l'idea di un suo sottofinanziamento pubblico perpetuo. La qualità diffusa del sistema universitario evaporerà, e i veri benestanti potranno comunque andare nelle private o all'estero. Con tanti saluti a giustizia , mobilità e circolazione dei cervelli. Le proposte del Pd sono fondate su un modello radicalmente diverso. Le priorità sono invertire la drammatica tendenza della «fuga dall'università» che blocca la mobilità sociale, formare le persone mantenendo un'alta qualità diffusa, superare il blocco del turn over per avere una classe docente giovane e competente, collegare istruzione e lavoro. A monte, rilanciare l'orientamento. Per questo, dobbiamo avere regole chiare per la ripartizione delle risorse fondate su qualità degli atenei e coesione del sistema, promuovere (migliorandone gli strumenti applicativi) la valutazione , premiare i docenti più bravi. Occorre agire non solo sulle strutture ma soprattutto sulle persone, studenti e ricercatori. Per promuovere merito ed equità dobbiamo puntare tutto sul diritto allo studio . L'Italia merita un Erasmus interno, un diritto allo studio mobile che incentivi trasferimenti tra atenei non sulla direttiva sempre più obbligata dal Sud al Nord, ma come esperienze di vita e di ricerca legate alle vocazioni degli studenti. Sostengo Bersani per molti motivi, non ultimo perché ha ben presenti queste priorità e sa come portarle nell'azione di governo. Però non mi dispiacerebbe affatto se Renzi si convincesse che aumentare le tasse universitarie è il messaggio più sbagliato che si possa dare agli studenti, e - perlomeno su questo punto - cambiasse il suo programma. Né io né lui siamo più tanto giovani, e questo sarebbe un bel segnale verso i veri giovani italiani. Pagina 59 STORIA DELLA CIVILTÀ SCIENTIFICA Tec ni ca ugua l e pe n s i e ro Bollati Boringhieri ripropone l'opera di Singer che è alla base di tutte le riflessioni successive sull'innovazione. L'approccio darwiniano è applicato allo sviluppo tecnologico di Gilberto Corbellini a presentazione di Gian Arturo Ferrari alla ristampa dell'opera di Charles Singer et al. coglie il senso e il significato della Storia della tecnologia come prodotto di un'evoluzione storiografica. Evoluzione consentita da un ambiente, quello anglosassone, che avendo intorno al19oo scelto di puntare sull'istruzione scientifica dei giovani - e non più solo sulla formazione tecnica - a metà del secolo si era trovato investito da ricadute innovative rivoluzionarie in ogni ambito della vita umana. Senza contare lo "stimolo" delle guerre. Soprattutto la seconda. La consapevolezza di aver realizzato un'impresa che chiudeva un'epoca si ha rileggendo i saggi di Singer e Rupert Hall nel quarto fascicolo, del 196o, di Technology and Culture. Rivista non casualmente fondata nel 1959, cioè un anno dopo la pubblicazione dell'ultimo volume della Storia della tecnologia, e pubblicata dalla Johns Hopkins University, che aveva a lungo corteggiato Singer, e svolse un ruolo trainante tra le due guerre per valorizzare la portata culturale e formativa di una storia "progressiva" delle scienze. Ricordiamo che i cinque volumi originari della Storia della tecnologia furono pubblicati tra il 1954 e il 1958 grazie all'investimento privato dell'Imperial Chemical Industry Ldt. I due volumi aggiuntivi, riguardanti il Novecento, arri- L Segnalazioni varono nel 1978. Tra il 1961 e il 1965 i volumi originari erano tradotti in italiano da Boringhieri, che nel 1982 e 1984 pubblicava gli ultimi due. Partendo dal quel che scrive Ferrari ci si può chiedere perché non sono state più prodotte opere di tale mole e sostanza sulla storia della tecnologia. A parte che gli imprenditori occidentali finanziano di meno le iniziative serie e con un valore formativo alla razionalità, preferendo metter soldi solo in eventi generici di mondanizzazione della scienza, ci sono forse altre due ragioni. La prima è che quello fu un indispensabile lavoro di sistemazione, possibile per l'impostazione dei curatori, delle conoscenze empiriche relative ai prodotti del sapere tecnico-pratico, contestualizzati all'interno delle culture di riferimento. Quelli erano storici tendenzialmente compilativi, Singer in particolare era zoologo e medico di formazione, e whiggish. Il loro lavoro rese possibile cominciare a speculare sulle dinamiche che muovono l'innovazione tecnologica. In altre parole, la storia della tecnologia ha potuto diventare una scienza empirica più matura, passando da una tassonomia delle tecniche allo studio dei meccanismi causali del cambiamento tecnologico. La seconda ragione è la svolta epistemologico-storiografica innescata dalla pubblicazione, esattamente cinquant'anni fa, della Struttura delle rivoluzioni scientifiche, di Thomas Kuhn. Quel libro catalizzava, cioè velocizzava un processo di reclutamento di filosofi e sociologi in un'impresa di culturalizzazione della scienza, della tecnologia e delle loro storie facendone un po'... "carne di porco". In estrema sintesi, si può dire che la storia della tecnologia, dopo Singer et al. e dopo Kunh, ha preso due strade. Da un lato è diventata terreno di scorrerie, del tutto legittime e alcune anche funzionali, per storici, filosofi e sociologici in cerca di casi con cui riempire contenitori teorici preconfezionati, ovvero da piegare strumentalmente a letture ideologiche. Gli esiti che hanno avuto più successo culturale lungo questa tradizione sono stati, non a caso, gli approcci costruttivisti e relativisti dei science and technology studies (STS). L'altra strada, meno conosciuta in Italia, è stato il tentativo di fare della storia della tecnologia (e anche della scienza) un tema di indagine naturalistica. Negli anni Ottanta si è aperto uno spazio di riflessione teorica che ha messo in discussione il presupposto per cui l'evoluzione della tecnologia sarebbe guidata dall'applicazione dell'intelligenza umana - che è alla base dell'idea comune e anche delle tradizioni storiografiche prevalenti. Nel senso che si può discutere se i progetti tecnologici umani siano davvero più intelligenti, o dovuti a un tipo di intelligenza guidata da una logica diversa da quella che produce gli oggetti naturali viventi. Ci sono prove che anche l'evoluzione tecnologica è stata governata, anche a livello della creatività, da processi di tipo darwiniano, con muta- I cinque volumi originari furono pubblicati tra il 1954 e il 1958 finanziati dall'Imperial Chemical Industry. I due sul'900 arrivarono nel 1978 Pagina 60 zioni spontanee o variazioni impreviste seguite dalla trasmissione differenziale delle varianti funzionali in una dato contesto adattativo. Questa intuizione risale al famoso articolo di Samuel Butler Darwin among the machine del 1864 e viene usata, implicitamente, anche nel saggio scritto da H.S. Harrison su «Scoperta, innovazione e diffusione» per l'opera di Singer et al. Come chiave storiografica compare formalmente un testo famoso di George Basalla del 1988, The evolution of technology, dove la metafora darwiniana è usata per caratterizzare alcuni aspetti delle trasformazioni adattative dei manuf atti/artefatti sotto la pressione selettiva degli ambienti umani. L'approccio evoluzionistico ai cambiamenti tecnologici probabilmente più influente e interessante è quello dello storico dell'economia Joel Mokyr, che invece degli artefatti ha studiato evoluzionisticamente i cambiamenti nelle conoscenze tecniche per costruirli. Per finire con la sintesi, ecumenica sul piano della teoria evoluzionistica, curata nel 2000 dal filosofo e sociologo della scienza John Ziman, Technological innovation as an evolutionary process. L'approccio evoluzionistico, arricchito da idee neurocognitive, ha cose interessanti e utili da dire sulle dinamiche del cambiamento tecnologico, oltre che di quello scientifico. Il filosofo della tecnica e influente intellettuale Lewis Mumford scrisse tre formidabili recensioni/ articoli dedicati alla Storia della tecnologia su The New Yorker nel 1956, 1958 e 1960. Nel primo criticava l'idea di un'autosufficienza della tecnica, e quindi dello studio della tecnologia, che traspare nel progetto dell'opera di Singer et al., rispetto a un orizzonte antropologico-evolutivo, e oggi diremmo anche neurocognitivo, che inquadri le abilità pratiche e le innovazioni tecniche rispetto allo sviluppo del pensiero simbolico e astratto. E non a caso indicava nel saggio d'apertura di Kenneth P. Oakley, «L'abilità tecnica come prerogativa dell'uomo» la chiave per capire che la tecnica è pensiero. Come dire che la tecnofobia alimentata dai pettegolezzi filosofici di heideggeriani, relativisti, nihilisti, metafisici e antirealisti è mera espressione di un'incapacità di pensare. MACCHINE INUTILI 1 Jean Tinguely «Ludwing Wittgenstein. Filosofo», 1988. Museo Tinguely, Basilea, donazione Niki de Saint Phalle Segnalazioni Pagina 61 Cultura, un patrimonio da difendere e da valorizzare di Cesare Peruzzi al mondo della cultura e dell'economia arrivala richiesta pressante di una politica industriale per il settore dei beni artistici. «Se il Manifesto lanciato a febbraio dal Sole 24 Ore ha «sdoganato il rapporto cultura-economia», come dice il vice ministro Roberto Cecchi, la prima giornata di Florens, la Biennale internazionale dei beni culturali e ambientali, in programma nel capoluogo toscano fino a domenica prossima, certifica due dati di fatto: la cultura è uno straordinario motore di sviluppo (in prospettiva, forse il più potente) e rappresenta un elemento di coesione e d'identità irrinunciabile per ogni società. «La collaborazione pubblico-privato, in questo campo, è indispensabile e bisogna che la valorizzazione del patrimonio artistico e paesaggistico torni al centro dell'agenda politica», sottolinea Giovanni Gentile, presidente della Fondazione Florens. «Senza cultura non c'è coscienza di un popolo», aggiunge Jacopo Morelli, leader dei giovani imprenditori di Confindustria. «E il settore del futuro, su cui investire perchè la domanda mondiale va in quella direzione», spiega Luigi Abete, presidente di Civita servizi. «Ma per attrarre risorse private servono le condizioni, fiscali e di governance trasparente, che oggi mancano», puntualizza Lorenzo Bini Smaghi, presidente della Fondazione Palazzo Strozzi. L'apertura della seconda edizione della Biennale fiorentina ha vissuto intorno alle due tavole rotonde su "governance e valorizzazione del patrimonio culturale", organizzate nel Salone dei Cinquecento dalla Fondazione Florens e dal Sole 24 Ore, in contemporanea ad altri incontri (quello sul cinema e i festival nell a Sala dei Dugento), mentre nelle piazze e neiluoghi di culto della città decollavano eventi (ne sono previsti 30), come davanti alla Chiesa di Santa Croce con l'installazione di Mimmo Paladino (che in serata ha tenuto una lactiomagistralis) e, soprattutto, come l'ostensione nel Battistero di San Giovanni dei crocifissi lignei di Donatello, Brunelleschi e Michelangelo, il cui confronto ravvicinato (deltuttoinedito) offre una lettura privilegiata della storia della scultura religiosa del Quattrocento. «Le risorse sono importanti, ma un am- biente favorevole allo sviluppo è indispensabile, a cominciare da un minor peso della burocrazia», dice Gentile, che ha fatto gli onori di casa insieme al responsabile dell'inserto cultura del Sole 24 Ore, Armando Massarenti, e al sindaco di Firenze, Matteo Renzi. «Mentre ilmuseo del Louvre firma un accordo da un miliardo di dollari con Abu Dabi, a Firenze non si riesce a completare l'allargamento della Galleria degli Uffizi perchè mancano 27 milioni promessi dal Governo precedente e mai arrivati», sottolinea Renzi. «E il segno di una mancanza di attenzione ingiustificata - aggiunge - e pensare che gli Uffizi sono potenzialmente una macchina da soldi». La soprintendente del Polo museale fiorentino, Cristina Acidini, consideranon corretto il paragone Louvre-Uffizi («Loro hanno una capienza di4omilapersone al giorno, contro le nostre 6mila») e sostiene che il «rapporto pubblico-privato non sia un tabù. Anzi-aggiunge-il sistemaitaliano ègiàaperto». Se imprenditori come Ferruccio Ferragamo e Stefano Ricci, confermano l'importanza strategica del rapporto con la cultura (anche manifatturiera) di un territorio e portano esempipositivi di collaborazione conle istituzioni, la questione sollevata a Firenze rimane quella di un cambio di passo da parte della politica, tenuto conto che la cultura vale il 2,3 %del Pilnazionale e dà lavoro a 60 omila persone», come ricorda il numero uno di Unioncamere Toscana, Vasco Galgani. Di «scarsa presenza italiana nella produzione creativa» e del rischio di «diventare una periferia culturale entro il 2020», parla l'economista dello Iulm, Pierlugi Sacco. E il presidente di Banca Cr Firenze (gruppo Intesa Sanpaolo), Giuseppe Morbidelli, individua un legame stretto tra «cultura, progresso economico e innovazione». La richiesta di un «cambio di rotta e di un tavolo nazionale sull'industria creativa» arriva anche da Roberto Grossi, presidente di Federculture. Ma il vero segnale lo lancia Cecchi. «Serve una carta delle certezze e una delle opportunità - dice -. È finita l'epoca in cui si doveva solo difendere il patrimonio: oggi occorre valorizzarlo, cominciando a semplificare le procedure. Quello che auspico - aggiunge - è un lavoro di razionalizzazione e di messa in rete delle informazioni». Purchè non resti un libro dei sogni. O RIPRODUZIONE RISERVATA ............................................................................................... Segnalazioni Pagina 62