questo è l`annuncio più difficile della mia vita: scrivere su
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questo è l`annuncio più difficile della mia vita: scrivere su
la foto è di Enzo Baldoni questo è l’annuncio più difficile della mia vita: scrivere su di te e sulle tue campagne. Delle due cose, la seconda è la più facile. Hai scritto la storia della pubblicità italiana, hai usato il copywriting in modo intelligente, ironico, graffiante, inaspettato e specialmente sintetico. Te ne sei andato proprio come hai vissuto, in punta di piedi. E proprio durante la settimana del Festival di Cannes, quando tutti i pubblicitari erano impegnati e distratti. Hai fatto entrare nella memoria collettiva dei modi di dire, hai lanciato prodotti, hai creato successi. I tuoi copy sono entrati nella Hall of Fame, anche se a te non importava nulla. I tuoi titoli sono stati citati, spiegati, illustrati e in molti casi anche rubati. Ma non importa. La tua grandezza è sempre stata quella di volare alto. Di alzare le spalle. Di scrivere di nuovo e di nuovo ancora. “O così o Pomì.”, “Io esiste.” per Max, “Poche palle.” per Ford, “Ancora una e poi basta.” per patatine Pai, “Il tuo capo dice che sei bravo, intelligente, ambizioso. Come mai hai un capo?” per Mondadori. E poi venti anni di lavori assieme, in diverse agenzie fino ad aprire la nostra. Eri socio ma hai preferito non scrivere Pino Pilla vicino a Lorenzo Marini. Ti è bastato essere un partner dietro le quinte. “Il tuo domani sei tu.” per le Generali, “Mi offriresti un whisky? No.” per il lancio di Baileys. “Spengono un’era, ne accendono un’altra.” per BTicino. “Non vincerete mai alla lotteria.” per Fondiaria. “Abbiamo Intenzione Di Sconfiggerlo” per AIDS Ministero della Salute. “Segno dei tempi” per Fastweb. “Per voi che amate farvi non vedere.” per Ferretti Yacht. Ecco, una goccia nel mare dei tuoi titoli e della moltitudine di campagne fatte assieme. Con centinaia di premi che tu non hai mai voluto appendere. La modestia ti ha accompagnato in questo mondo di superbia. L’umiltà ti ha incoronato in questo mondo di narcisismo. I tuoi studi di farmacia ti hanno permesso di creare titoli con la precisione alchemica delle medicine. Parlare di te è molto più difficile, caro Pino. Perché tu hai sempre usato la sottrazione. Persino nel tuo nome, che in realtà è Agrippino. Sottrazione non perché nel meno c’è il più, ma perché la riservatezza presuppone il silenzio. L’intelligenza non ama il rumore. Una contraddizione bellissima: un uomo docile che fa rumore con la forza del silenzio nelle sue campagne stampa. Molte delle quali sono apparse in questo quotidiano, che amavi. Io non riesco a descriverti in un titolo o in una frase di sintesi, sono solo un art director. Ma ne ho trovata una bella, che ti calza giusta giusta. È di Tagore: “Le stelle non si vergognano di sembrare lucciole”. Mi mancherai sempre. Tuo,