l`allevamento all`aperto del suino
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l`allevamento all`aperto del suino
Accessori Mangiatoie mobili per scrofe collocate in modo da essere facilmente disponibili alle scrofe e ai verri presenti in allevamento. Come si vede dalla foto n.8 permettono il caricamento periodico del mangime e sono protette dagli agenti atmosferici mediante un telo impermeabile. ENTE REGIONALE DI SVILUPPOE ASSISTENZA TECNICA IN AGRICOLTURA L’ALLEVAMENTO ALL’APERTO DEL SUINO Foto n°8 Il basso impatto ambientale, il ridotto costo delle strutture, il minor costo di produzione del kg di carne, l'ottenimento di prodotti più sani e naturali nel rispetto dei dettami sul benessere degli animali sono peculiarietà in grado di favorire questa tipologia di allevamento, soprattutto in aree dove il pascolo brado crea non pochi problemi di natura sanitaria. In risposta anche alle esigenze di molti consumatori che prediligono carni provenienti da animali allevati secondo queste metodiche. NOTA DIVULGATIVA Allevamento all’aperto del suino Ingrasso Per allevamento all’aperto dei suini, meglio noto come “Plein Air”, si intende una nuova tecnica di stabulazione degli animali che negli ultimi anni è andata diffondendosi in Europa, principalmente in Gran Bretagna, dove il 25% delle scrofe è allevato secondo queste metodiche. Molto spesso il suino allevato all’aperto non va oltre il peso di 30 - 35 kg. A volte però, si preferisce chiudere il ciclo sino a 100 kg. In tal caso il finissaggio avviene in strutture particolari, del tipo visibile nella foto n.6, ove è possibile frazionare gli ambienti, dividendo gli animali in fasce d’età. La caratteristica principale di questi allevamenti è basata sull’utilizzo di capannine mobili, poggiate direttamente sul terreno e facilmente spostabili in cui vengono ricoverati gli animali, separati nelle varie fasi di allevamento mediante l’utilizzo di recinzioni, per lo più elettriche, anch’esse facilmente trasferibili. (foto n.1) Foto n°6 Foto n.1 In generale la metodica presenta notevoli vantaggi per l’allevamento delle scrofe nelle fasi di fecondazione, gestazione, maternità e per i suinetti post svezzamento. Esistono però numerosi esempi, soprattutto in Francia, dove gli animali vengono allevati fino a cento Kg, completando il ciclo di ingrasso. Recinzioni Tutto l'allevamento viene recintato esternamente con una robusta rete metallica in grado di isolare e proteggere gli animali. All'interno tutti i frazionamenti vengono effettuati mediante l'utilizzo di recinzioni elettriche che garantiscono la separazione degli animali secondo le varie fasce d'età e sono, allo stesso tempo, facilmente spostabili. (foto n.7). In Italia stranamente questa tipologia di allevamento stenta a decollare malgrado esistano le stesse condizioni che ne hanno decretato il successo all’estero, anzi, in alcune regioni, come la Sardegna, tutta una serie di ulteriori motivi economico-sociali che dovrebbero favorire notevolmente la diffusione. Partendo dal presupposto che tutte le metodiche dell’ allevamento intensivo possono essere trasferite all’aperto, i vantaggi di tale pratica possono essere : * Ambientali: Foto n°7 Il basso impatto ambientale, il ridotto costo delle strutture, il minor costo di produzione del kg di carne, l’ottenimento di prodotti più sani e naturali nel rispetto dei dettami sul benessere degli animali sono peculiarietà in grado di favorire questa tipologia di allevamento, soprattutto in aree dove il pascolo brado crea non pochi problemi di natura sanitaria. In risposta anche alle esigenze di molti consumatori che prediligono carni provenienti da animali allevati secondo queste metodiche. Le capannine per le scrofe spesso ospitano anche il verro, semprechè non si decida di separarlo, in ogni caso le capannine adottate sono le medesime. Svezzamento Vengono generalmente adoperati ricoveri in grado di ospitare dai 45 agli 80 animali. Spesso, come si può osservare nell’immagine , si tratta di locali coibentati, attrezzati di abbeveratoi e mangiatoie. All’esterno è presente un recinto delimitato da transenne che permette ai suinetti molta libertà di movimento. La struttura visibile nella foto è realizzata in legno con copertura in lamiera zincata. All’interno troviamo gli abbeveratoi, alimentati da un serbatoio collocato nella parte superiore del ricovero e collegato direttamente alla rete idrica. Nella parte posteriore sono collocate le mangiatoie caricabili dall’esterno. Il tutto è montato su una slitta in legno che permette lo spostamento della struttura mediante trascinamento con mezzi meccanici. (foto n.5). mimetizzabili. Possono essere sfruttate aree marginali collinari e montane e, all’occorrenza, l’azienda può essere inserita nell’ambito delle rotazioni agrarie con coltivazioni di cereali o altre colture. Manca completamente il problema liquami che viene risolto con lo smaltimento diretto sui terreni delle deiezioni, rispettando solamente l’equilibrio tra superficie disponibile e peso vivo del bestiame allevato. * Economici: i costi per la realizzazione di tutto l’impianto sono il 70-80% inferiori ad un analogo intensivo, così come la manodopera necessaria per la conduzione dell’allevamento passa da un rapporto di un addetto/100 scrofe a un addetto/150 scrofe. Il plein air permette lo sfruttamento di ghiandatico e altri alimenti spontanei. Il costo di produzione del Kg di carne si riduce di conseguenza. * Qualità delle produzioni: il Plein Air risponde appieno alle esigenze di benessere animale. I suini hanno la possibilità di esprimere tutti i comportamenti tipici della specie come grufolare, socializzare e svolgere ginnastica funzionale. In pratica l’eliminazione degli stress determina un netto miglioramento dello stato fisico e sanitario che, associato al pascolamento, si traduce ovviamente in una migliore qualità delle carni provenienti da questi animali. La conversione al biologico, in queste condizioni, è estremamente facilitata. Oltre ai vantaggi esistono sicuramente anche dei limiti, legati alle caratteristiche stesse dell’allevamento, del tipo: Alimentare * Difficoltà a distribuire al suolo il mangime, soprattutto in inverno con terreni umidi o, peggio, sotto la pioggia, in qual caso si registrerebbero sicuramente degli sprechi. Climatico * Problemi derivanti dal surriscaldamento delle capannine in estate. Genetico * Scelta degli animali non facile per le caratteristiche dell’allevamento basato sul pascolamento. Tecnico * Carenza di assistenza tecnica legata all’innovazione. Foto n°5 Scelta degli areali L’allevamento plei air prevede la disponibilità di terreni proporzionata al numero dei capi da allevare. Mediamente si considera ottimale un rapporto di 15-20 scrofe per ettaro. L’area totale, ovviamente più estesa, da destinare all’impianto dell’allevamento deve essere adeguatamente recintata con rete metallica al fine di proteggere gli animali da predatori o da contatti con selvatici. All’interno si provvederà a realizzare dei paddok con recinzioni elettriche, da destinare alle diverse fasi di allevamento, facilmente spostabili nel momento in cui si decide di trasferire gli animali. Infatti per preservare la struttura del suolo, per risanare gli areali dai parassiti e dall’eccessivo carico di nitrati si interviene trasferendo periodicamente gli animali da una zona ad un’altra. La permanenza dei suini sullo stesso terreno non deve mai superare i due anni. I terreni devono essere leggermente declivi e con buona capacità drenante. In estate, qualora non siano presenti degli alberi, è importante predisporre aree ombreggiate e possibilmente piccoli laghetti Si sconsiglia la verniciatura delle gabbie perchè i solventi possono dare fastidio alle scrofe. Le scrofe vengono trasferite in questa zona dell’allevamento 10-15gg. prima del parto. Foto n°3 Fecondazione - gestazione: Normalmente in questa tipologia di allevamento la fecondazione avviene naturalmente. Vengono utilizzate capannine in grado di alloggiare collettivamente le scrofe, generalmente in gruppi di 5 - 8. Non è necessario alcun tipo di coibentazione giacchè nei nostri climi, trattandosi di animali adulti, non si rilevano mai picchi di temperatura così estremi da richiederlo. Vale sempre la necessità di predisporre, nella stagione estiva, delle zone ombreggiate.(foto n.4) tutte le strutture, comprese le recinzioni interne, sono asportabili e, all’occorrenza, facilmente Attrezzature Parto: Vengono utilizzate capannine individuali, provviste o meno di fondo sul quale predisporre abbondante lettiera. In commercio esistono vari modelli in legno, vetroresina e lamiera zincata con o senza coibentazione. Al momento del parto, all’esterno, in prossimità dell’apertura anteriore, viene aggiunto un piccolo recinto con la funzione di impedire l’uscita dei suinetti nei primi giorni di vita. Le gabbie parto coibentate sono da preferire soprattutto nel periodo estivo giacchè temperature eccessive possono indurre la scrofa in lattazione ad assentarsi per troppo tempo dalla nidiata. Foto n.4