Movimenti di popolazione

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Movimenti di popolazione
ALFONSO GIORDANO
Movimenti di popolazione
UNA PICCOLA INTRODUZIONE
© 2014 LUISS University Press – Pola S.r.l.
Proprietà letteraria riservata
ISBN 978-88-6105-188-1
LUISS University Press
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00198 Roma
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Via Praga 1 - 24040 Verdellino (BG)
Prima edizione febbraio 2015
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Indice
Premessa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p.
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Capitolo 1
Il fenomeno dei movimenti di popolazione
1.1
La storia dei movimenti di popolazione:
un breve excursus . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“
11
1.2 La geografia dei movimenti di popolazione:
paesi di origine, transito e destinazione . . . . . . . . .“
17
1.3 Le tipologie di movimenti di popolazione:
per una tassonomia delle migrazioni
e dei migranti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“
22
1.4 Le teorie esplicative dei movimenti
di popolazione: fattori di spinta e attrazione . . . .“
28
Capitolo 2
Le implicazioni dei movimenti di popolazione
2.1 Movimenti di popolazione e demografia:
capitale umano e invecchiamento . . . . . . . . . . . . . .“
33
2.2 Movimenti di popolazione e spazio geografico:
processi di urbanizzazione
e configurazioni territoriali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“
37
2.3 Movimenti di popolazione e cultura:
globalizzazione e interazioni socio-culturali . . . .“
41
2.4 Movimenti di popolazione e politica:
partecipazione ed ethnic politics . . . . . . . . . . . . . . . .“
44
2.5 Movimenti di popolazione e dinamiche
economiche: sviluppo, investimenti e lavoro . . .“
48
5
2.6 Movimenti di popolazione e sicurezza:
immigrazione e criminalità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“
59
2.7 Movimenti di popolazione e diritti:
per una tutela dei migranti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“
63
2.8 Movimenti di popolazione e questioni ambientali:
il rapporto uomo-ambiente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 70
Capitolo 3
La geopolitica dei movimenti di popolazione
in Europa
3.1 Movimenti di popolazione e continente europeo:
le funzioni dell’immigrazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 75
3.2 Immigrazione e paesi europei: le politiche nelle
mete tradizionali e nelle nuove destinazioni . . .“
81
3.3 Movimenti di popolazione e Unione europea:
per una politica comune sulla migrazione . . . . . .“
92
Capitolo 4
I movimenti di popolazione in Italia
4.1 I movimenti di popolazione nel tempo: da paese
di emigrazione a paese di immigrazione . . . . . . . .“ 101
4.2 L’immigrazione nello spazio: paesi di provenienza
e presenze sul territorio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 105
4.3 Le funzioni dell’immigrazione:
demografia ed economia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“
113
4.4 Le politiche per gli immigrati:
normative e problematiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 120
Conclusioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 127
Per approfondire . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“
131
Bibliografia dei testi citati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 135
Note . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“
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Premessa
Gli esseri umani hanno le gambe: per questo, da sempre, si
sono spostati, a volte per migliaia di chilometri, in fuga da
qualcosa o guidati dal desiderio di scoperta, per allontanarsi
o per avvicinarsi, per conoscere o per dimenticare.
I termini associati all’esperienza del movimento sono
molteplici ed evocativi: nomadismo, colonizzazione, esplorazione, viaggio, conquista, pellegrinaggio, esodo, traversata.
Lo stesso vale per le figure romantiche o temibili che questa esperienza ha ispirato: dal diplomatico alla spia, dal mercante al militare, dall’invasore all’evangelizzatore, dall’esule al profugo. Insomma, per gran parte della loro storia
gli umani sono stati in movimento, mentre la sedentarietà
ha costituito un’eccezione. Per questo si può sostenere
che “gli umani sono una specie migratoria” (Massey et al.
2005).
In effetti, i movimenti di popolazione hanno reso possibile la diffusione della specie umana nei continenti, dall’Africa, ritenuta la culla dell’uomo anatomicamente moderno, all’Asia occidentale, all’Europa e poi verso l’Asia
orientale, arrivando nelle sue fasi finali alle Americhe e poi
all’Australia. La dispersione e distribuzione geografica dell’umanità hanno quindi permesso la colonizzazione da
parte dell’uomo di vari territori, passando attraverso diverse
abitudini, affinando così le tecniche di sopravvivenza e contribuendo a complessi processi di selezione umana. In definitiva, dalla mobilità indotta dal cercar cibo a quella legata
all’attività agricola, dall’occupazione di terre alle invasioni
barbariche, dalle scoperte geografiche al colonialismo, dagli esodi di massa all’attuale globalizzazione migratoria, la
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storia delle popolazioni umane è stata segnata da spostamenti territoriali.
Migrare, però, non significa solo cambiare luogo ma anche varcare un confine. È chiaro quindi che uno dei principali attori nel processo migratorio, oltre ai migranti stessi, è lo Stato, quale organizzazione territoriale di partenza
o di accoglienza. E lo Stato, come sosteneva il fondatore della Geografia politica Friedrich Ratzel nella prima parte del
suo grande trattato Politische Geographie (1897), significativamente intitolata “La connessione tra territorio e
Stato”, «è una porzione di umanità e una porzione di territorio. L’uomo non è pensabile senza la terra, e tanto
meno lo è la più insigne opera dell’uomo sul nostro pianeta,
ovvero lo Stato». Insomma, lo Stato tramite i suoi confini,
siano essi ben controllati o meno, solleva questioni di jus
territoriale che frammentano le dinamiche migratorie.
Ciò nonostante, tutti i grandi imperi così come gli Stati moderni che hanno lasciato il loro marchio nella storia, sono
stati organizzazioni territoriali dotate di grande diversità
culturale, derivante appunto da movimenti e incroci tra popolazioni.
Da quando, nel XIX Secolo, sono diventati un fenomeno di massa, i movimenti di popolazione rappresentano qualcosa di intimamente popolare. Hanno ispirato film, romanzi, canzoni, rappresentazioni teatrali. Allo stesso tempo si tratta di un argomento facilmente banalizzabile dai media e potenzialmente sfruttabile in maniera populistica da parte della politica. Ciò accade in particolare durante i cicli economici
sfavorevoli nei quali è facile individuare le cause del problema proprio in una delle fasce deboli delle società, gli immigrati, che pure, nella maggior parte dei casi, non abbandonano i propri paesi di origine a cuor leggero. Spesso la ragione che li spinge è la ricerca di migliori occasioni di vita in
altri territori e altrettanto spesso essi contribuiscono al benessere del paese ospitante. I benefici dell’immigrazione
sono, però, solitamente sottostimati a favore delle pur esistenti problematiche legate a integrazione e sicurezza che
vengono, invece, frequentemente enfatizzate.
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Ci sono poi i migranti la cui motivazione a partire non è
la “semplice” speranza di migliorare la propria esistenza
ma la costrizione a fuggire da tragedie umanitarie o catastrofi
naturali. E frequentemente, purtroppo, nel loro viaggio forzato trovano la morte. Questo breve testo è stato elaborato
nell’arco di un 2014 che ha visto l’attraversamento del Mar Mediterraneo verso le coste italiane da parte di più di 160.000
persone che sfuggivano dagli eventi geopolitici in atto in Africa e Medioriente, e delle quali sfortunatamente circa 3.000
hanno perso la vita. Una catastrofe umanitaria cui l’Italia ha
meritoriamente – e, va detto, in solitudine – risposto con una
imponente operazione di pattugliamento e salvataggio chiamata Mare Nostrum.
In ogni caso, il fatto che i movimenti di popolazione siano ormai un argomento di interesse pubblico è confermato dalla loro rilevanza nelle agende politiche di Stati e Organizzazioni Internazionali e dall’attenzione loro riservata
dai mezzi di comunicazione. Tuttavia, molti concetti restano
poco chiari e le statistiche, pur quando sono rese con lo scopo di informare e non di allarmare, spesso non aiutano, data
la mutevolezza e complessità del fenomeno migratorio, a
comprenderne tutte le sfaccettature e conseguenze, che riguardano ogni aspetto della vita umana.
Il processo migratorio coinvolge, infatti, una pluralità
di discipline d’analisi: è essenzialmente “geografico” perché
è connesso ai movimenti delle persone nello spazio con conseguenze sugli equilibri territoriali e ambientali sia del
luogo di partenza sia di quello di destinazione; è “demografico” poiché incide sulla struttura d’età della popolazione
di origine e di accoglienza; è “economico” sia perché molti
spostamenti avvengono a causa della disparità salariale tra
aree geografiche sia perché può contribuire allo sviluppo
economico dei paesi; è “politico” quando gli Stati sentono
di dover controllare i propri confini e disciplinare i flussi in
entrata e in uscita; è “giuridico” perché coinvolge molte sfere relative ai diritti dell’uomo; è “socio-culturale” giacché la
struttura sociale e il sistema culturale di entrambi i luoghi
di partenza e arrivo ne subiscono l’influenza e a loro volta
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condizionano il migrante; è “psicologico” in quanto influisce sulle motivazioni del migrante a partire e sulla sua capacità di adattamento alla società ospitante.
Questa “piccola introduzione” si propone quindi, pur
nella consapevolezza della vastità del fenomeno, di fornire al lettore una serie di agili spiegazioni corredate da dati
sufficienti per comprendere le questioni fondamentali sollevate dai movimenti di popolazione contemporanei, nell’intento, soprattutto, di stimolare la sua curiosità ad approfondire un argomento di così intensa presenza nella vita
quotidiana di ognuno.
Il testo si compone di quattro capitoli. Il primo tenta di
inquadrare il fenomeno dei movimenti di popolazione nei
suoi tratti storici e geografici, definendo poi le tipologie di
migranti e migrazioni, nonché le principali motivazioni
alla base del processo migratorio. Il secondo capitolo cerca, seppur brevemente, di dar conto delle diverse implicazioni derivanti dai movimenti di popolazione: demografiche,
geografiche, culturali, politiche, economiche, giuridiche, ambientali. Il terzo capitolo si concentra sul continente europeo descrivendo storie e politiche dei paesi principali
mete di migrazioni e dell’Unione Europea. Il quarto capitolo
si occupa dell’Italia tracciandone la sua storia da paese di
emigrazione a meta di immigrazione con le relative sfide e
opportunità.
Desidero ringraziare i collaboratori e colleghi Antonietta Pagano, Giulia Maria Baldinelli e Giuseppe Terranova per la paziente e preziosa rilettura del testo e per l’utile confronto. Gli
eventuali errori sono, naturalmente, da attribuirsi solo all’autore.
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