fondi pensione

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 CLASSE 5^ A ITC L. LUZZATTI PROGETTO GIORGIO LUZZATTI … “IL FUTURO PRIMA” “SEI DAVVERO TROPPO GIOVANE PER PENSARE ALLA PENSIONE?” Siamo la classe 5^ A dell’ITC Luzza; di Valdagno. Abbiamo trovato le richieste del concorso di quest’anno molto interessan7 ma allo stesso tempo complesse e, prima di risolvere il caso pra7co presentatoci dalla banca, abbiamo voluto conoscere e approfondire le nostre conoscenze e competenze nel campo della previdenza. Per questo prima di iniziare a tra=are l’argomento abbiamo deciso di raccogliere alcune informazioni a riguardo. COSA SONO I FONDI PENSIONE? I FONDI PENSIONE sono gli strumen7 tecnici individua7 dal legislatore per realizzare la previdenza complementare aggiun7va rispe=o a quella erogata dagli en7 pensionis7ci o b b l i g a t o r i . T r a m i t e u n f o n d o p e n s i o n e il lavoratore investe volontariamente risparmi durante la vita lavora7va, allo scopo di garan7rsi una pensione aggiun7va. Perché aderire ai fondi pensione? Per i lavoratori più giovani la pensione sarà liquidata con il sistema contribu/vo, cioè calcolata sui contribu7 effeEvamente versa7 durante l’intera vita lavora7va anziché sulle ul7me retribuzioni. Questo comporterà, tra circa vent’anni, che il rapporto tra pensione e l’ul7ma retribuzione si a=esterà intorno al 50%. Pertanto il lavoratore deve costruirsi una rendita aggiun7va a quella erogata dal sistema obbligatorio. Vantaggi dei fondi pensione Il fondo pensione serve per garan7re un tenore di vita adeguato al momento della pensione. Esso riveste notevole rilevanza sopra=u=o per i lavoratori più giovani. Il legislatore ha previsto una serie di provvedimen7:   Il lavoratore beneficia della deduzione dei contribu7 versa7 al fondo. E’ inoltre reso più conveniente il tra=amento fiscale delle prestazioni offerte dal fondo;  Esiste la separazione dei soldi del fondo pensione da quelli del capitale del gestore: il fondo pensione cos7tuisce il patrimonio autonomo e separato da quello del sogge=o gestore e dai partecipan7 e l’erogazione delle prestazione pensionis7che sono a favore dei partecipan7 stessi. Per tanto non sono ammesse azioni esecu7ve né da parte dei creditori del sogge=o gestore, né da parte dei creditori partecipan7;  Se l’adesione avviene su base contra=uale colleEva è possibile des7nare una quota dell’accantonamento annuale al tra=amento di fine rapporto; Altri vantaggi:  Le risorse del fondi pensione sono depositate presso una Banca depositaria la quale svolge una funzione di accertare la legiEmità di alcune operazioni di per7nenza del fondo;   Il partecipante, può richiedere la liquidazione delle prestazioni so=o forma di capitale al massimo del 50% sulla posizione individuale , al momento in cui abbia maturato il diri=o alle prestazioni pensionis7che;   Il fondo pensione può prevedere anche delle prestazioni assicura7ve accessorie per invalidità e premorienza;   I fondi pensioni non sono soggeE ad IRE, IRPEG ed IRAP le cui ritenute opera7ve sui reddi7 di capitale e sui reddi7 diversi sono a 7tolo d’imposta;   Il contributo del lavoratore può concorrere a formare i suo reddito imponibile se trasferisce al fondo pensione una quota del TFR almeno pari al contributo versato. Perché non è troppo presto per parlare di fondo pensione? Prima si comincia a pensare alla propria previdenza e meglio è. I giovani di adesso molto probabilmente, nel loro futuro, avranno più difficoltà economiche rispe=o agli anziani di oggi. Secondo quanto affermano mol7 esper7 della materia pensionis7ca, i giovani miglioreranno la propria situazione futura se avranno la lungimiranza di fare i passi gius7, quindi una giusta programmazione economica. Anche la proporzione fra la natalità e mortalità del nostro Paese dovrebbe far rifle=ere. Sempre più anziani che riscuotono le pensioni e sempre meno giovani che versano contribu7. Dove andremmo a finire? Appunto per questo i giovani d’oggi dovrebbero prevenire a quello che potrà essere un grande ostacolo nel loro futuro e informarsi su quali possano essere i metodi migliori per farlo. ProgePo Giorgio Luzza;: “Il futuro prima” Per fare un’ analisi precisa sul quesito posto abbiamo ritenuto necessario fare alcune considerazioni di fondo: chi arriva oggi alla pensione dopo 42 anni di lavoro non guadagnava certo 2000 € mensili 42 anni fa, si presume quindi che sia la retribuzione sia il TFR di Giorgio siano radicalmente varia7 negli anni come anche i contribu7 versa7 alla previdenza pubblica e le regole di conversione di ques7 contribu7 in pensione. L’ipotesi della pensione contribu7va di 1500 € su un ne=o di busta paga di 2000 € mensili è in linea con gli esi7 dei “simulatori della pensione” che abbiamo trovato sul sito del giornale economico “IL SOLE 24 ORE”. h=p://epheso.24oreborsaonline.ilsole24ore.com/PrevIntLightSole24Ore/
Calcola1_Sole24Ore.aspx?ID=Sole24Ore Le varie riforme durante gli anni … Nel corso degli anni sono state a=uate da parte dello stato diverse riforme sulla previdenza: con la legge 335 entrata in vigore il 1° gennaio 1996 coloro che entravano nel mondo del lavoro avrebbero dovuto andare in pensione con sistema contribu7vo. Fino a quel momento, con almeno 18 anni di contribu7, si poteva mantenere il sistema retribu7vo. La recente riforma Con la riforma Mon7 -­‐ Fornero, che chiude un lungo ciclo di riforme (Amato, Dini e Maroni) è stato introdo=o nella previdenza pubblica un conce=o da tempo presente nelle polizze assicura7ve e negli strumen7 della previdenza complementare, cioè la necessità di rivedere periodicamente (ogni 3 anni) i coefficien7 di conversione capitale/pensione u7lizza7 per calcolare la pensione maturata per ogni Euro di capitale accantonato. I coefficienS in vigore Ragionando sui coefficien7 a=ualmente in vigore, ovvero quelli a cui Giorgio farà riferimento per la pensione, abbiamo cercato e trovato la tabella dei tassi tecnici e abbiamo messo a confronto i vari risulta7, arrivando al punto che per ogni Euro di capitale accantonato per Giorgio il tasso di conversione è di 0,05735. Quindi un capitale accantonato di 100.000 € genera una rata annuale di rendita vitalizia di 5.735 € annuali, circa 478 € su base mensile, non distante dal fabbisogno di Giorgio, che deve integrare i 1.500 € della pensione contribu7va fino a 2.000 € del suo reddito. I risultaS della riforma Si è arriva7 al calcolo della pensione con il metodo contribu7vo che ha permesso all’INPS di sanare parzialmente il suo deficit di bilancio, nonostante l’aumento del numero degli anziani nel nostro paese e grazie all’aumento dell’età pensionabile. La quesSone del TFR Una parte molto importante della previdenza complementare, per i lavoratori dipenden7, quindi per il nostro Giorgio, è derivante dall’u7lizzo dell’is7tuto del TFR. Facendo alcuni calcoli abbiamo trovato che l’importo accantonato e des7nato a TFR è pari al 6,91% della retribuzione annuale lorda. Supponendo che Giorgio negli ul7mi 6 anni (dopo la riforma Maroni) abbia des7nato il TFR ad un fondo di previdenza complementare possiamo ipo7zzare un primo contributo di circa 10.000-­‐12.000 Euro proveniente dal TFR. La soluzione … Dunque, per arrivare con una certa sicurezza all’integrazione dei 500€ mensili è stato opportuno per Giorgio aderire alla PREVIDENZA COMPLEMENTARE, anche adeguandoli con versamen7 volontari ovvero: Ipo7zzando che Giorgio abbia aderito a una forma di Piani Integra7vi Pensionis7ci possiamo arrivare alla conclusione che un risparmio tra i 1500€ e i 2500 € annuali abbia costruito insieme al TFR quel capitale (120.000€ totali) che oggi ha le cara=eris7che per risolvere il quesito, cioè l’ammontare di circa 500€ su base mensile, o meglio 6.000€ su base annua, di pensione integra7va. I vantaggi nell’adesione alle FIP & il punto chiave Giorgio nell’aderire a ques7 piani integra7vi pensionis7ci trae un enorme vantaggio fiscale: I versamen7 all’interno dei FIP sono oggi fiscalmente deducibili fino a 5.164 € all’anno. Questo è il punto chiave della nostra soluzione, infaE Giorgio con i suoi 2.000 € mensili di reddito ne=o, ha abba=uto le sue imposte di circa il 39-­‐40% (IRPEF 38% più varie addizionali) di quanto accantonato annualmente. Se alla fine del piano ha inves7to nel suo FIP 2.500 € all’anno cioè 105.000 € totali in 42 anni, il “costo reale” del piano volontario è stato di circa 64.000 €, e ha così risparmiato circa 40.000 € di imposte. * * (da un’ intervista che la nostra classe ha fa=o a un esperto del se=ore) Ulteriori vantaggi … L’a=uale norma7va prevede inoltre che alla scadenza delle FIP, che coincide con l’età di maturazione dei requisi7 della pensione pubblica, il 50% del totale maturato può essere ri7rato in un’unica soluzione, anziché essere conver7to nella rendita vitalizia. La tassazione finale delle prestazione del FIP, per Giorgio che ha aderito per ben 42 anni, è del 9% (tassazione minima grazie ai mol7 anni di adesione al fondo) su quanto lui ha versato e dedo=o (al 39-­‐40%), quindi una tassazione assolutamente non paragonabile al beneficio fiscale goduto durante la fase di accumulo. In conclusione … Giorgio all’età di 70 anni potrà ancora contare sulla sicurezza dei 2.000 € mensili poiché è stato previdente e ha aderito ad un fondo pensione che, secondo la nostra previsione, gli perme=erà di percepire un’integrazione alla pensione di 478 € mensili aggiun7 al vitalizio di 1.500 €. Riflessioni personali Grazie a questo concorso, che ci ha fa=o rifle=ere molto sulla ques7one della previdenza, abbiamo potuto avvicinarci, s e p p u r v i r t u a l m e n t e , a l l e tema7che a=uali riguardan7 la pensione e ci auguriamo che questo Proge=o sia uno spunto importante di riflessione per i Giorgio di oggi e di domani.