addIo a armando trovajolI, core de roma
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Settimanale gratuito di Roma e del Lazio - Anno 2 - Numero 10 - 7 Marzo 2013 Play Time Antonio Maggio tormentone nelle radio con la sua canzone “Mi servirebbe sapere” Sede Amministrativa e Commericiale: Via Nettunense Km 0.800-0.900 n. 63 00040 Frattocchie (RM) Tel. +39 06 9300313 - Fax +39 06 93540289 www.tatasrl.it - e-mail:[email protected] a pag 21 www.lecitta.it ItalIa nel caos, nessun accordo tra pd e m5s per Il governo e dal territorio primo avviso al neopresidente della regione Zingaretti all’interno l’emergenza rifiuti sarà il duro banco di prova iniziale Open Space CIAO BENEDETTO In 7mila da tutto il mondo a castel gandolfo per l’ultima benedizione ora è attesa per il conclave alle pagg 16 e 17 Metropoli psicosi in provincia di roma, lo stupratore di velletri avvistato da pavona a colleferro: dalle forze dell’ordine arrivano inviti alla calma a pag 11 addIo a armando trovajolI, core de roma a pag 19 Sport roma, alla scoperta del giovane alessio romagnoli Il cobra tovalieri: “può diventare il nesta del futuro” w w w. n e c c h i . i t a pag 26 Tel 06/93496271 • Fax 06/93496270 2 LE CITTA’ Home Page n. 10 - 7 Marzo 2013 Il centrodestra. Dialogante con Bersani, in piazza contro i magistrati BERLUSCONI LANCIA UN PDL DI LOTTA E DI GOVERNO E c’è chi parla di nuovo di un ritorno a Forza Italia. L’ex premier intanto continua a lanciare sondaggi: “Siamo sopra Monti che è sceso di altri tre punti in nostro favore Annullate 250mila schede che ci avrebbero fatto vincere” di Daniele Priori I l Pdl di Silvio Berlusconi è diviso tra l’organizzazione della piazza, anzi, delle piazze, il paventato ritorno a Forza Italia, annunciato sul quotidiano Il Tempo proprio per l’organizzazione della piazza del 23 marzo a Roma dichiaratamente contro la magistratura e la ricerca di una governabilità per il Paese per cui Berlusconi si è ricalato nuovamente nel ruolo di statista. E’ un momento, insomma, in cui il partitone di centrodestra, tornato alla gloria grazie alle inveterate, tutt’altro che moderate, proprio di Berlusconi, si trova a vivere quella antica dicotomia che per decenni creò dibattito nel Pci-Pds-Ds: partito di lotta e di governo. E c’è già chi dice che la doppia identità avrà due nomi: Forza Italia, appunto, per dare fiato alle trombe della prote- sta, Pdl per mostrare il volto più ragionevole anche nell’ottica di riprendere consenso presso il gruppo Ppe a Strasburgo. Fatto sta che Berlusconi incontrando i parlamentari lombardi a Villa Germetto aveva detto di aspettare la direzione del Pd di mercoledì per capire il da farsi. “Aspettiamo di vedere che Bersani continui a prendere porte in faccia da Grillo, poi vediamo se il segretario del Pd è un leader e sa guidare i suoi o se li porta a sbattere”, aveva detto il Cav che invece dal segretario Pd la porta in faccia se l’è presa lui. Quindi di nuovo all’attacco: “Se non ci avessero annullato in media cinque voti a sezione avremmo vinto di oltre 250 mila voti”. L’ex premier è quindi intervenuto anche sulla situazione economica. “Ho parlato con le associazioni degli imprenditori, sono tutte preoccupate” al punto che, come se non fosse ancora finita la campagna elettorale, il Cav ha annunciato che nei sondaggi la coalizione di centrodestra sarebbe avanti mentre Scelta Civica di Monti sarebbe scesa al 6,2%. Per cui, viste le prospettive che ad oggi ci obbligano a dover considerare anche l’ipotesi di un voto bis in meno di sei mesi, valeva pure la pena annunciare - come ha fatto Berlusconi - di voler portare il Pdl in piazza almeno una volta al mese in quelle che saranno “le piazze della Libertà”. La coalizione del premier uscente analizza il voto. Incontro Monti-Casini Scelta Civica diventa partito, l’Udc prepara il congresso Il senatore Oliviero rilancia l’idea Pd-Pdl-centristi per governare il Paese L’altro centrodestra, quello riformista di Mario Monti, guarda avanti. Dalle parti di Scelta Civica, infatti, sono soddisfatti del loro risultato alla Camera e puntano, guidati dal torinese Andrea Oliveiro, col coordinamento nel ruolo di presidente di Andrea Riccardi, di andare avanti. Mercoledì scorso in contemporanea con l’assise Pd, si è svolta infatti a Roma anche la prima assemblea del movimento ispirato a Mario Monti A latere proprio dell’assemblea Oliviero già parlava alle radio dichiarando la volontà, da parte dei montiani, di sostenere il governo con una maggioranza costituita da Pd-Pd e lista Monti. “L’ideale è un governo Pd, Pdl e Scelta Civica. Bisogna rendersi conto - osserva Olivero - che il sistema è crollato, Pd e Pdl sono dimezzati e non sono più due forze maggioritarie che possono tendere al 51%”. “Credo che la figura di Mario Monti prosegue l’esponente di Scelta Civica - sia stata ed è utile al Paese ma la forma non credo possa essere quella di una ‘prorogatio’ che non puo’ riuscire a risolvere la necessità di stabilità, di garanzia e di tenuta. Noi speravamo di essere decisivi ma avremmo dovuto fare un risultato intorno al 20% per determinare una maggioranza. Dovevamo essere i grillini responsabili e invece siamo stati solo responsabili’’. Per quanto riguarda il rapporto con l’Udc, Olivero conclude: “Sarebbe un errore riproporre Scelta Civica come grande Udc. E non immagino che Scelta Civica e Udc possano federarsi per costruire un nuovo soggetto. Questo sarebbe antistorico. Bisogna andare verso un soggetto politico nuovo dei riformisti’”. UDC VERSO IL CONGRESSO Analisi del voto e convocazione del congresso: sono questi i due punti all’ordine del giorno del Consiglio nazionale dell’Udc, previsto per giovedì all’hotel Marriott. Un incontro a porte chiuse che si svolgerà giovedì prossimo e che, alla luce del risultato elettorale, per i centristi si prefigura come una vera e propria resa dei conti. Sul banco degli ‘imputati’ il leader Pier Ferdinando Casini, accusato di aver fatto scendere il partito sotto il 2 per cento alla Camera. I centristi, infatti, con l’1,78 per cento porteranno a Montecitorio solo otto deputati grazie al ‘premio’ riservato dal Porcellum al miglior perdente della coalizione. Un risultato al di sotto delle aspettative, la cui ‘croce’ potrebbe essere addossata al leader del partito, che secondo indiscrezioni potrebbe addirittura decidere di non presentarsi alla riunione. Intanto lunedì Casini ha incontrato Mario Monti per fare un’analisi del voto e discutere del futuro dell’alleanza. Tra i temi del faccia a faccia anche quello dei gruppi unici e della nomina dei capigruppo. E se Monti dovesse insistere per attribuire entrambi i ruoli a esponenti di Scelta Civica molti uomini dell’Udc sono pronti a scommettere che i malumori nel partito si moltiplicheranno. Settimanale gratuito di Roma e del Lazio Direttore Responsabile: Daniele Priori Redazione: Via Don Ugo Bassi, 8c S. Maria delle Mole - Roma [email protected] Editore: Ass. Le Città Stampa: Litosud s.r.l. Via Carlo Pesenti 130 - Roma Concessionaria Pubblicità: Ora Solution s.r.l. [email protected] Tel e Fax 06 9351927 Registrazione al Tribunale di Roma n. 52/2012 del 15-3-2012 n. 10 - 7 Marzo 2013 LE CITTA’ Home Page 3 IL RISIKO DEL GOVERNO Pd, da Bersani otto punti per conquistare Napolitano, i grillini e arrivare a Palazzo Chigi Il Colle orientato a dare un mandato esplorativo al leader democratico I l Pd e Bersani chiudono dunque ogni possibile porta a Berlusconi e continuano a inseguire Grillo e il Movimento 5 Stelle ad oggi senza grandi risultati. Al presidente Napolitano che, pare cosa ormai certa, dopo le elezioni dei presidenti di Camera e Senato e le successive consultazioni darà un incarico almeno esplorativo al segretario del Pd, Pierluigi Bersani. Di seguito i punti elencati e votati all’assemblea nazionale Pd. STOP ALL’AUSTERITY - Il Governo italiano deve rivedere le politiche europee che in particolare la Germania in seno all’Ue ci ha imposto. Insieme al controllo dei conti economici e in particolare alla politica di riduzione del debito pubblico, si deve necessariamente affiancare una politica d’investimenti necessaria per mettere in moto l’economia italiana, questo si deve fare subito per la ripresa dell’economia reale, mentre pareggio di bilancio e debito, diventano obiettivi da tenere in considerazione, ma non nel breve termine. LAVORO - Fare in modo che la Pubblica Amministrazione paghi i suoi debiti alle imprese private, attraverso l’emissione di titoli di Stato, aumentare il potere della Cassa Depositi e Prestiti a favore dell’impresa. Maggiore flessibilità del patto di stabilità degli Enti Locali, favorendo un’operazione a favore di scuola e sanità. Andare incontro alle esigenze degli utenti internet, aumento della banda larga. Ridurre il costo del lavoro stabile, portando minor vantaggio alla situazione di precariato. Salario minimo per coloro che non hanno copertura contrattuale, red- dito minimo e indennità di disoccupazione. Occuparsi della spending review, risolvere il problema esodati, rivedere l’Imu, nessun condono e rivisitazione del sistema Equitalia. Un occhio di riguardo al Mezzogiorno d’Italia, sfruttando i fondi europei. RIFORMA DELLA POLITICA, ELIMINAZIONE DELLE PROVINCE - Taglio dei costi della politica che riguarda Parlamentari, consiglieri regionali e sindaci. Smantellare le società pubbliche e quelle miste con i privati. Ridurre i costi burocratici con un occhio di riguardo ai doppi incarichi. Rivedere la legge sui partiti in toto, nuova legge elettorale con introduzione del doppio turno collegiale. GIUSTIZIA - Punire voto di scambio, falso in bilancio, approvare una legge sulla corruzione efficace, sanzioni pesanti grazie a nuove severe norme sulle frodi fiscali. ACCESSO ALLA POLITICA E AGLI INCARICHI PUBBLICI - Regolamentare la legge sui requisti di candidabilità, conflitti d’interesse. AMBIENTE - Incentivare le ristrutturazioni dedite all’efficienza energetica. fare politica verde, piano bonifiche, sviluppo smart grid, ottimizzazione del ciclo rifiuti. DIRITTI - Norme sulla cittadinanza, inserendo il diritto di nascita, diritti e doveri sulle unioni civili delle coppie omosessuali da equiparare al matrimonio, legge contro il femminicidio. SCUOLA E RICERCA - Favorire il diritto allo studio previa risorse nazionali e comunitarie, opere a favore degli immobili dediti alla scuola, eliminare i precari come graduatorie, reclutare ricercatori. La reazione grillina. Non si fa attendere la risposta dal blog di Grillo Il M5S non fa nemmeno finire il discorso a Pierluigi Dario Fo attacca: “Centrosinistra fuori dalla Storia” L’attore premio Nobel fiancheggia il comico genovese per dire un altro no al Partito Democratico Cambia il comico ma la musica resta la stessa. Mentre a Roma era ancora in corso l’assemblea del Pd il M5S si faceva vivo, ovviamente, dal blog di Beppe Grillo con un post del premio Nobel e infuocato militante grillino Dario Fo: “Fa bene Grillo a denunciare immediatamente come ha fatto in questi giorni, le manovre giustamente definite “il mercato delle vacche”, orchestrate da parte di alcuni esponenti del Pd, che cercavano di coinvolgere persone del Movimento 5 Stelle con l’intento di offrire loro cariche in un ipotetico prossimo governo. Tentativo giusta- mente denunciato - sottolinea come il solito modo puttanesco di fare politica”. “Per attuarlo però - avverte il premio Nobel - bisogna avere a disposizione persone disposte a vendersi e il Movimento a 5 Stelle, i suoi eletti, i suoi attivisti, i suoi elettori, ahimé non sono in vendita”. Fo ha dunque aggiunto: “Questi manovratori centro-sinistri insistono a muoversi fuori dalla storia e non se ne rendono conto. Mettetevi bene in testa - puntualizza - che questa, amici miei, non è la solita solfa da sala giochi di lobby del potere e dell’intrallazzo, dove un bell’inciucio con tangente premia la società dei furbacchioni. Questo che sta esplodendo davanti ai vostri occhi e’ l’inizio di una rivoluzione” n. 10 - 7 Marzo 2013 Home Page LE CITTA’ 5 ADRIANO PALOZZI “I grillini sono solo burattini mossi da un Mangiafuoco che ha ben altri interessi” Il consigliere regionale Pdl auspica grandi cambiamenti: anzitutto la legge elettorale “Nel Lazio la situazione è più chiara. Zingaretti ha i numeri per governare e noi faremo lealmente opposizione. Il nostro partito è in una fase di riorganizzazione che è cominciata col ricambio generazionale. Ma al più presto servirà un congresso nazionale” di Daniele Priori D ovrebbe essere, quella attuale, una fase di passaggio, di meritato riposo del guerriero. Invece, il neo eletto consigliere regionale del Pdl, Adriano Palozzi, non spegne i motori che, anzi, restano caldi e fumanti in vista dell’ingresso alla Pisana e per l’impegno ancora in corso di sindaco di Marino. E nel cuore la riorganizzazione del centrodestra e del Pdl in particolare. E con lo sguardo alla situazione politica nazionale che rischia di ricondurre gli italiani al voto nel giro di pochi mesi. “Gli ultimi risultati elettorali ci invitano a fare più di una riflessione sia a livello locale che nazionale - commenta Palozzi -. Come ho già avuto modo di dichiarare dopo i risultati regionali, il Pdl è pronto, numeri alla mano, alla riorganizzazione del partito che si rende oggi quanto mai necessaria. Sappiamo con certezza di essere nelle mani di un leader forte e carismatico: Berlusconi ha dimostrato di essere ancora una forza realmente trainante del partito. Quello che continua a mancare e che tutti insieme dobbiamo creare è una classe dirigente, quella serie necessaria di personalità rappresentative del partito, del programma, dei suoi elettori in grado di dialogare sia all’interno sia con gli avversari”. Quello che praticamente è stato tentato di fare prima del- l’inizio della campagna elettorale mandando in avanscoperta Angelino Alfano... “Alfano è una persona molto valida, ma il continuo evolversi degli eventi che hanno preceduto il voto richiedeva un intervento tempestivo e anche autorevole per riuscire a dare ai nostri elettori segnali di vita forti e chiari di esistenza e resistenza del Pdl”. Dopo l’intervento ‘salvavita’ di Berlusconi, c’è adesso calma e tempo per guardarsi dentro, allora? “A livello locale regionale sì, ci sono adesso le condizioni. A livello nazionale non credo ancora. La situazione è difficile: le percentuali rimandano alla ingovernabilità e io credo difficile che prevalgano buonsenso e responsabilità per un governissimo”. Colpa di chi, a suo parere? “Non è una questione di colpe. Si devono fare i conti con i numeri che non hanno decretato vincitori, ma che hanno definitivamente proclamato il malumore generalizzato del Paese. Il 25% del Movimento 5 Stelle la dice lunga in questo senso”. È questa la vera sorpresa della tornata elettorale appena conclusasi? “Un’amara sorpresa, si. Il voto di protesta, il segnale di malessere è venuto fuori nel modo peggiore, affidando cioè a un movimento che non è un partito e a un comico che non è un politico il destino del Paese. È una fase di declino preoccupante, ma che, tuttavia, ritengo assolutamente passeggera. Il fenomeno Grillo si sta rivelando da solo proprio in questi giorni, in queste ore. Hanno preso la sbornia di un ottimo risultato, ma adesso non sanno gestirlo. È questo che fa la differenza tra un movimento nato dal nulla e la politica, di cui un paese non può assolutamente privarsi”. Milioni di italiani si sono evidentemente identificati nella protesta che Grillo ha portato avanti nelle piazze in questi ultimi anni... “Certo, ma portare la ‘casalinga di Voghera’ alla Camera o ‘Mimì metallurgico’ al Senato, con tutto il massimo rispetto per casalinghe e operai, è peggio di andare diritti contro un muro. Personalmente, trovo perlomeno penoso assistere ai grillini che vanno in gita una domenica a Roma per vedere dove si trova il Parlamento, per visitare, molti per la prima volta, la sede delle massime istituzioni del Paese. Tutto questo è surreale”. Ma è la società civile che scende in campo, no? “Non credo proprio. I grillini eletti in Parlamento sono i burattini di un Mangiafuoco che, dietro il tendone, ha di che nascondere: Grillo e Casaleggio sono una coppia unita da interessi che scavalcano il bene comune. Mi ricordano, in qualche modo Di Pietro, che, anni e anni fa, esordì in politica come movimento disinteressato e poi è finito come è finito”. Torniamo nel Lazio. I dati elettorali ridisegnano nuovi scenari... “Finalmente si, c’è più chiarezza soprattutto a livello di interlocutori. Alla Regione Lazio il risultato elettorale è stato chiaro e, credo, anche solido. Zingaretti potrà governare e noi faremo un’opposizione costruttiva. Per quanto riguarda il Pdl, invece, la parola d’ordine adesso è ‘riorganizzazione’. L’affermazione di persone giovani, come me, Luca Gramazio, Pino Cangemi o Di Paolo porta una ventata di novità che è assolutamente da sfruttare. Il cambio generazionale, infatti, è in atto e il partito ha assolutamente bisogno di ridisegnare i perimetri. Auspico, al più presto, un congresso nazionale al fine di definire i quadri dirigenziali e i punti di riferimento. A maggior ragione, in vista di eventuali e imminenti consultazioni politiche che, tuttavia, mi auguro avvengano dopo la riforma della legge elettorale. Questa è veramente iniqua e per niente rappresentativa del voto popolare. Va cambiata subito con il reinserimento delle preferenze, con lo sbarramento almeno al 40 percento dei consensi per ottenere il premio di maggioranza”. 6 LE CITTA’ n. 10 - 7 Marzo 2013 Regione Lazio Regionali. Ricorso al Tar e una denuncia per truffa. Bagarre tra ex alleati nel centrodestra Storace, lista civica contro lista civetta E La Destra mette in riga tutti: facciano autocritica prima di puntare l’indice B agarre interna dalle parti di Storace tra i candidati della lista civica a sostegno (poco sostegno… in termini numerici) dell’ex candidato di centrodestra e il partito di cui il candidato medesimo è il segretario nazionale di La Destra. Galeotta è stata una conferenza stampa convocata dai (non) eletti della lista civica di Storace. Assente Storace. Nella conferenza stampa, in poche parole, si chiedeva un ricorso al Tar per chiedere la sospensione della proclamazione degli eletti delle ultime Regionali del Lazio e l’annullamento delle elezioni, una causa civile per danni e una causa penale per truffa. A promuovere l’iniziativa alcuni candidati della lista civica Storace Presidente, Antonio Paris, Luigi Abate, Pino Palmieri, Angelo Miele, Alessandro Casciani e Andrea Napoleoni, vittime a loro dire di un grave broglio. A quanto ricostruito dai consiglieri, che hanno chiesto già l’accesso agli atti all’ufficio centrale circoscrizionale di Roma, una lista, Lega Centro, apparentata con la candidatura di Francesco Storace, sarebbe comparsa a sorpresa sulla scheda elettorale con un simbolo diverso da quello precedentemente noto, col nome “Storace” scritto a caratteri cubitali. Ciò avrebbe tratto in inganno gli elettori ‘”drenando un ampio consenso e inficiando il risultato delle elezioni”. La lista Lega Centro, inoltre, denunciano i candidati consiglieri, sarebbe composta, da “professionisti della truffa elettorale”, già noti in Piemonte per vicende simili. Nessuno dei candidati inoltre risulta residente nel Lazio e vi apparirebbero anche ultraottantenni. Sta di fatto che questa lista, presentata a Roma, “pur senza fare campagna elettorale” ricordano i candidati della civica Storace, ha ottenuto circa 32 mila voti, l’1,6 per cento, a fronte di solo 170 preferenze espresse. La civica “ufficiale”, invece, composta in gran parte da ex consiglieri e amministratori locali (quindi con un seguito certo), si è fermata sotto i 27 mila voti, 1,3 per cento, ma con ben 17 mila preferenze espresse. Oggi i consiglieri chiedono chiarezza e trasparenza: “Chi doveva vigilare non ha vigilato” LA DESTRA: “PRIMA L’AUTOCRITICA, POI LE DITA PUNTATE…” Piccante la risposta del coordinatore de La Destra, Roberto Buonasorte. “Gli amici della lista civica del presidente Storace fanno bene a chiedere controlli se hanno dubbi. Sbagliano se pensano di buttarla in caciara. Gli esponenti della lista civica che oggi hanno annunciato iniziative giudiziarie stiano attenti a non sbagliare obiettivo. Anche perché in alcuni casi - prosegue - non demmo retta ai giornali che li davano in predicato di candidatura con un’altra coalizione. Se non si prendono voti, prima fare autocritica e poi alzare l’indice contro altri (ricordandosi di non sparare contro chi ha offerto l’opportunità di competere che non era obbligatoria). VALERIO SCALIA “Sono pronto a lavorare al fianco di Palozzi per rinnovare davvero il centrodestra” Parla il giovane membro del direttivo Pdl di Nettuno, presidente del Consiglio comunale Giovani: “Siamo il primo partito in città. Per Chiavetta sarà dura farsi rieleggere” Valerio Scalia è membro del direttivo Pdl di Nettuno. Ha sostenuto Adriano Palozzi alle ultime regionali ed è ora convinto che con lui sarà possibile dar vita a un nuovo centrodestra. Il dato delle ultime elezioni regionali ha parlato chiaro: il Pdl è il primo partito a Nettuno e sembra essersi ripreso la città. Un campanello d’allarme per Chiavetta e un chiaro segnale in vista delle prossime comunali... “Il Pdl ha ribadito per l’ennesima volta di essere la prima forza politica di Nettuno e se il centrodestra, come mi auguro, si presenterà unito evitando di commettere lo stesso errore di cinque anni fa (quando si presentò alle urne alquanto spaccato ndr) credo che Chiavetta avrà grossissimi problemi non solo ad essere rieletto, ma persino ad arrivare al ballottaggio! Sono rimasto davvero stupito quando ho visto che i grillini hanno staccato di sei punti e mezzo il partito che da cinque anni governa la città. Questo è un chiaro segnale di malcontento a dimostrazione di un’amministrazione della cosa pubblica arrogante e superficiale”. Adesso però per il centrodestra nettunese sarà fondamentale trovare la quadra e mettere da parte le tante divisioni interne che ne hanno accompagnato il cammino in questi ultimi anni “Dopo l’azzeramento della vecchia classe dirigente, siamo riusciti ad allestire una squadra giovane e vincente ed è normale che ci voglia del tempo per trovare il giusto equilibrio. I risultati delle urne ci stanno dando ragione e siamo quanto mai pronti a riconquistare il Comune. Spero solo che, a causa di qualche velato personalismo, non si abbocchi nuovamente alla perversa strategia del “dividi et impera” che cinque anni fa ha consegnato una roccaforte del centrodestra a Chiavetta & Co”. Per esempio, è stata trovata l’unità d’intenti intorno al nome del candidato sindaco? “In realtà non c’è ancora un’unanimità d’intenti ed ho già espresso pubblicamente che per quanto mi riguarda sosterrò ad oltranza la candidatura di Rodolfo Turano. In un momento così delicato per la politica sono convinto che Nettuno abbia quanto mai bisogno di una persona leale, onesta e trasparente come Rodolfo per controllare l’organizzazione e l’attività dell’Ente e dei suoi funzionari. Probabilmente solo chi è spinto da altri interessi può opporsi a questa sua candidatura”. Torniamo alle Regionali, hai reso pubblico il tuo sostegno ad Adriano Palozzi, che tra l’altro a Nettuno ha preso ben 400 preferenze. Perchè hai scelto di dare il tuo supporto proprio all’ormai ex sindaco di Marino? E ti aspettavi un suo risultato così importante? “Ho conosciuto l’onorevole Palozzi tramite la sua referente Antonella Turco, coordinatrice di Città Nuove, e con lui c’è stata intesa fin da subito. Condivido pienamente il pensiero politico di Adriano, uomo della provincia, e sono pronto a lavorare al suo fianco per ricostruire un nuovo centrodestra. Il nostro è stato un lavoro di squadra certosino: Adriano ha fatto davvero bene a Marino, ma a Nettuno lo conoscevano in pochi, quindi abbiamo sostenuto l’uomo più che il politico, ed ora abbiamo oltre quattrocento motivi per non deludere le aspettative dei nostri amici”. Alessandro Bellardini n. 10 - 7 Marzo 2013 Regione Lazio LE CITTA’ 7 CONSIGLIO REGIONALE, ECCO I NOMI DEI 50 ELETTI Alla maggioranza vanno 28 consiglieri, alle opposizioni 22 di cui 9 al Pdl T erminate le elezioni regionali 2013, da subito si è cominciato a fare i conti con i numeri e soprattutto con le preferenze, che hanno delineato i nuovi cinquanta consiglieri che fino al 2018 siederanno tra gli scranni della Pisana. Alla maggioranza del presidente Nicola Zingaretti spettano 28 consiglieri su 50, mentre 22 sono andati alle opposizioni. Dieci consiglieri zingarettiani sono stati eletti tramite il listino, ovvero il premio di maggioranza. Ecco i nomi di tutti gli eletti. Movimento5Stelle: Davide Barillari, Silvia Blasi, Gaia Pernarella, David Porrello, Valentina Corrado, Gianluca Perilli e Silvana Denicolò. Lista Zingaretti: Michele Baldi e Gianluca Quadrana. Listino Zingaretti: Cristiana Avenali, Daniela Bianchi, Marta Bonafoni, Cristian Carrara, Baldassare Favara, Rosa Giancola, Gian Paolo Manzella, Daniele Mitolo, Maria Teresa Petrangolini e Riccardo Valentini. Sel: Gino de Paolis. Psi: Oscar Tortosa. Centro democratico: Piero Pe- trassi. La Destra: Francesco Storace e Fabrizio Santori. ListaCivica Storace: Olimpia Tarzia. Fratelli d’Italia: Giancarlo Righini. UdcLista Bongiorno presidente: Pietro Sbardella e Marino Fardelli. Pd: Daniele Leodori, Marco Vincenzi, Massimiliano Valeriani, Mario Ciarla, Gianfranco Zambelli, Eugenio Patanè, Rodolfo Lena, Fabio Bellini, Riccardo Agostini, Simone Lupi, Enrico Panunzi, Mauro Buschini e Enrico Forte. Pdl: Mario Abbruzzese, Luca Gramazio, Pietro di Paolo, Fabio de Lillo, Daniele Sabatini, Giuseppe Simeoni, Giuseppe Cangemi, Adriano Palozzi e Antonello Aurigemma. L'esecutivo. Quasi sicuri di un posto Smeriglio, Petrangolini e Amedeo Piva Giunta Zingaretti, tutti pazzi per il toto assessori Il presidente deve scegliere la squadra di governo L'ex leader di Palazzo Valentini sta vagliando tra i tanti papabili in gioco e dovrà tener conto di due elementi: determinate le quote rosa e la rappresentatività territoriale Passata la sbornia per i festeggiamenti elettorali, per il fresco presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, è giunto il momento di fare sul serio, di dare inizio al “nuovo inizio”, per dirla col linguaggio degli slogan. E l'operatività della nuova amministrazione della Pisana passa attraverso la nomina della giunta, i cui incarichi non saranno ufficializzati prima di qualche giorno. Ecco dunque spuntare i nomi di quei papabili, amici fidati dell'ex leader di Palazzo Valentini pronti ad entrare nell'esecutivo regionale. Sicuro di un posto che conta appare essere il braccio destro di Zingaretti, quel Massimiliano Smeriglio, già assessore provinciale al Lavoro e coordinatore del comitato elettorale del fratello di Montalbano: a lui, si vocifera, potrebbe andare la vicepresidenza della Regione e forse forse la delega al Lavoro. Questa la cosa più certa tra le incertezze, per il resto si naviga a vista e si sceglie col bilancino coloro che formeranno la squadra zingarettiana. Due gli elementi su quale non si potrà sgarrare: il rispetto delle quote rosa e quindi la nomina di almeno quattro assessori donne, e la garanzia della rappresentanza istituzionale ai vari territori, equilibrando in maniera coerente il rapporto tra Roma e il resto della regione. In questo senso in testa alla lista sembrano figurare Teresa Petrangolini e Amedeo Piva, rispettivamente presidente del comitato elettorale e responsabile del programma: per la fondatrice di Cittadinanzattiva qualcuno ha scommesso la delega alla Trasparenza e alla Semplificazione; per il secondo invece addirittura la delega al Sociale. Una scelta che taglierebbe fuori l'altro fidato del neo Presidente, quel Claudio Cecchini non eletto in Consiglio regionale e già assessore provinciale alle Politiche Sociali. Chi, invece, della vecchia guardia potrebbe spuntarla è il sempreverde Civita, ex delegato ai Rifiuti a Palazzo Valentini. Punto interrogativo grande come una casa sul fronte Bilancio, assessorato che scotta davvero e sul quale si sono scomodati i nomi - nientepopodimeno che - di due ex ministri, Vincenzo Visco e Piero Giarda: papabili che in molti valutano già tramontati e probabilmente troppo “esterni” al team zingarettiano. Ritornando di slancio sul discorso quote rose tra le donne più gettonate compaiono Monique Veaute, ex direttrice di Palazzo Grassi a Venezia nonché fondatrice di Romaeuropa, Sonia Ricci, cresciuta politicamente in provincia di Latina, la neo eletta consigliera ciociara Daniela Bianchi, l'ex parlamentare piddina Paola Concia e l'attivista dei diritti della comunità Lgbt, Imma Battaglia, che ricordiamolo non è stata un fulmine di guerra quanto a preferenze ricevute dagli elettori alle recenti Regionali. Passando ai maschietti, senza dubbio un posto di rilievo (si vocifera la presidenza del Consiglio regionale, ndr) potrebbe occuparlo il corazziere Leodori, che in provincia ha demolito la concorrenza, mentre tra i “romani” la parte del leone potrebbe farla Massimiliano Valeriani, ex consigliere comunale che nella Capitale ha raccimolato oltre 12mila voti nominali: per lui si sussurra l'incarico di capogruppo, “lasciato vacante” dall'arcigno Montino. Occhio infine ai vari Patanè, Panunzi, Ciarla, Vincenzi, già assessore zingarettiamo alla Provincia, e il sindaco di Palestrina Lena. Marco Montini 8 LE CITTA’ Regione Lazio n. 10 - 7 Marzo 2013 GLI ELETTI DEL L A Sono tantissimi gli esponenti politici, espressione territoriale di Roma e provincia, elett e in Consiglio regionale. Saranno loro i portavoce delle istanze e dei bisogni dei cittadin e dei 120 comuni dell'hinterland. Le Città ve ne presenta alcuni BEATrIcE LOrEnZIn deputata Pdl mAurIZIO GAsPArrI senatore Pdl Fino a gennaio doveva essere la candidata del centrodestra alla conquista della Regione Lazio, prima di essere superata sul fil di lana da Francesco Storace. Ora è stata eletta alla Camera nel Collegio Lazio 1, quello di Roma e Provincia. Bella, volto pulito, donna attiva e impegnata recentemente ha detto la sua sulle prossime elezioni comunali nella Capitale; un endorsement al sindaco Gianni Alemanno, rimasto spiazzato dal trionfo grillino alle ultime elezioni politiche, dove il M5S romano ha riscontrato un ottimo successo. Ebbene, poco prima delle risultanze elettorali, la Lorenzin ha spiegato che un primo cittadino uscente ha tutta “l'autorevolezza per rivendicare un altro mandato, anche perché il lavoro di risanamento di Roma è stato ed è molto complicato. Ricordiamoci che Roma è una città che ha ereditato 12 miliardi di euro con una Regione Commissariata. Io sarei per lavorare per dare forza alla prossima giunta e al sindaco”. Maurizio Gasparri, capogruppo dei senatori del Popolo della Libertà nella precedente legislatura ed ex ministro delle Telecomunicazioni, siederà ancora una volta in Senato. Espressione politica del territorio capitolino - essendo nato a Roma nel 1956 -, così a commentato i dati delle elezioni politiche di fine febbraio: “Non possiamo venire meno agli impegni con gli elettori: vedremo con calma e responsabilità quale sarà lo scenario ma è certo che si è trattata dell’ennesima sconfitta della sinistra. Il nostro atteggiamento è cauto, responsabile, riflessivo”. Una diplomazia dialettica, che nei giorni successivi ha lasciato il passo a una ficcante schiettezza: “Stalker politico, morto che parla, smacchiatore fallito. Bersani mediti sulla eloquente risposta di Grillo a ipotesi di un governo insieme”. Questo il suo tweet sulla querelle tra il leader Partito Democratico e il capo di Movimento 5 Stelle. AnTOnELLO AurIGEmmA consigliere regionale Pdl rEnATA POLvErInI deputata Pdl Una ventina di giorni fa lasciava l'incarico assessorile in Campidoglio per dedicarsi in fretta e furia alla campagna elettorale. E a Roma Antonello Aurigemma ha fatto incetta di preferenze portandosi dritto dritto alla Pisana. “Desidero ringraziare - scrive sul suo blog l'esponente Pdl - le tante persone che ho incontrato nei 19 municipi e nei 120 Comuni della provincia. Un ringraziamento speciale va ai tanti militanti per aver svolto un grande lavoro a sostegno della mia candidatura, sia nei comitati elettorali sia nei gazebo sul territorio”. Ora sarà consigliere regionale di opposizione. Tra le sue dichiarazioni più interessanti, rilasciate in campagna elettorale, c'è quella sul settore agricolo: “Per rilanciare l’economia è necessario sviluppare un’agricoltura competitiva basata su qualità e sostenibilità. La mia linea sarà orientata sul rafforzamento e la salvaguardia dei nostri prodotti a livello europeo. Migliorando le performance delle istituzioni regionali e potenziare gli sbocchi di mercato”. Nuova esperienza per la ex presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, neo eletta alla Camera tra i seggi berlusconiani. Una amicizia umana e politica, quella di Renata col Cavaliere, che va avanti spedita ormai da anni e sulla quale i due puntano moltissimo. Come promesso nell'intensa campagna elettorale, la fondatrice di Città Nuove non ha dimenticato la sua Regione e ha lanciato l'impegno di restare a disposizione e di vigilare su tutto quello fatto in tre anni di amministrazione. Un ciclo si chiude e un altro, dunque, che si apre. Ma il presidente uscente del Lazio tiene molto a rivendicare ciò che ha svolto assieme alla sua Giunta: “La Regione Lazio con me ha avviato un risanamento economico che non ha precedenti. Un risanamento che ha toccato la sanità, con un disavanzo ereditato di 1,5 miliardi di euro e che riconsegniamo a 600 milioni. Un risanamento che è stato apprezzato anche nella relazione della Corte dei Conti”. mArIETTA TIDEI deputata Pd DE PETrIs consigliere regionale sel Marietta Tidei è il volto nuovo del Parlamento. L’euforia per il successo ottenuto è durata poche ore, subito deposta in favore dell’impegno che verrà. “Il momento è complesso - afferma - la mancanza di un vincitore di queste elezioni richiede un grande senso di responsabilità”. Nata a Civitavecchia, laureata in Scienze dell’amministrazione, il curriculum di Lady Tidei è una sorta di bignami della carriera politica la cui tappa finale, per ora, si chiama Parlamento. “Amo la politica, oggi più che mai la nazione necessita di interventi seri: su tutti quello del lavoro, la cui percentuale relativa alla disoccupazione è salita al 37%”. Un Paese acciaccato, dunque, che si risveglia all’indomani dell’ultima campagna elettorale con un virus di nome ingovernabilità. “Il dialogo è necessario così come serve una legge elettorale che consegni al Paese una situazione fluida, di assoluta governabilità. Il risultato delle urne ha evidenziato, con un roboante 25%, la forza di una nuova realtà: il M5S”. Su Grillo: “L’ironia ha un limite, ora è il momento di agire con maggior rigore ed assoluto decisionismo”. Raf La Capitale strizza l’occhio a Civitavecchia, che oltre al grillino Porrello, dà un altro consigliere alla Regione. È Gino De Paolis di Sel, 54enne dipendente del centro chimico di Civitavecchia. A pochi giorni dalla sua elezione è già con la mente in Consiglio: “Inizieremo sicuramente con delle riunioni di maggioranza con i capigruppo, con gli assessori - una volta nominati per procedere con i primi atti. È importante - prosegue De Paolis che già nei primi mesi di mandato la nuova Giunta regionale sia in grado di dare risposte immediate e concrete al territorio”. Volitivo e tenace, il successo del civitavecchiese è “merito del grande lavoro effettuato dal partito”, dichiara secco. Proprio nel partito si è consumata la gara per l’ambito seggio regionale. “I competitors della stessa fazione - afferma - si presentavano forti e agguerriti per questo la vittoria ha un valore ragguardevole: la strada verso la Regione non è stata certamente in discesa ma ce l’ho fatta”. Del resto tutte le strade primo o poi portano… alla Pisana. Raf n. 10 - 7 Marzo 2013 A ZIO ti in Parlamento ni capitolini Regione Lazio LE CITTA’ 9 DAnIELE LEODOrI consigliere regionale Pd PIErO PETrASSI consigliere regionale cd MOnIcA GrEGOrI deputata Pd È Daniele Leodori il consigliere regionale del Pd più votato del Lazio con 22.748 voti. Ecco la sua proposta: “Come ha detto Zingaretti alla Regione da oggi serve serenità e buon governo. Una nuova fase di cui il Partito Democratico e noi eletti ci faremo portatori, anche grazie ai risultati acquisiti, a riprova della fiducia riposta dai cittadini del Lazio”. Punto primo del suo programma le infrastrutture, in particolare le ferrovie laziali. Leodori ha parlato della necessità di mettere in sicurezza le 156 stazioni ferroviarie regionali, compresa quella di Zagarolo, con la costruzione di parcheggi adiacenti. Attenzione anche allo sviluppo e al miglioramento delle reti stradali per un armonico scambio tra centro e periferia. Anche il Piano casa tra gli interessi primari per rispondere ai bisogni dei cittadini e come volano per la ripresa nel settore dell’edilizia. Per Leodori la nuova Regione Lazio deve “puntare a una rivoluzione copernicana della logica delle scelte amministrative che avevano al centro la macchina burocratica e non i diritti dei cittadini”. Si.Ro. Con un entusiasmante rush finale nella Capitale l’assessore ai servizi sociali di Zagarolo Piero Petrassi è riuscito ad entrare in Consiglio regionale col partito Centro Democratico di Tabacci. L’exploit di Petrassi è arrivato grazie ai 689 voti di Roma che si sono aggiunti agli oltre 300 voti della sua Zagarolo, ai 386 di Tivoli ed agli oltre 150 di San Gregorio da Sassola e Palestrina. Piero, sostenuto da Mosella, da Barbieri e da Colagrossi: “La mia candidatura è stata una scelta di continuità con quanto fatto fin’ora e mettendo al centro dell’azione politica i servizi sociali, la sanità, trasporto pubblico, sicurezza scolastica. Ho assistito da dentro al totale disinteresse della Polverini nei confronti delle scuole, ai tagli su sanità e servizi sociali, alla disfatta nel trasporto pubblico. Con fatica e con coerenza dobbiamo tornare al governo del Lazio per iniziare a restituire servizi di qualità ai cittadini. Lo possiamo fare con il Centro Democratico, un voto importantissimo sia nel Lazio che a livello nazionale”. Da.Fla. Un sogno e un impegno per Monica Gregori, 33 anni, che ha vinto le primarie in Provincia di Roma e che occuperà un posto alla Camera dei deputati. Arrivata da Cineto Romano, la giovane precaria della sanità, sindacalista con le idee chiare e il vizio delle battaglie difficili, sostenuta da Milana, ha conquistato la fiducia degli elettori: “E’ la vittoria di tutti. Ora dobbiamo metterci il massimo dell’impegno per non tradire la fiducia degli elettori. Da domani inizierà un nuovo anno. Un anno fa stavo combattendo per la difesa del mio posto di lavoro e di quello di altre 23 colleghe; un momento tragico, in cui pensavo di aver perso tutto, un momento nel quale non credevo di rialzarmi e qualora ci fossi riuscita, comunque pensavo di non avere più la stessa forza per combattere. Mi sono rialzata ed ho continuato a combattere per la difesa di quei posti di lavoro, ma lo ho fatto con più forza e convinzione di prima, ho messo il mio impegno nella politica per migliorarla e fare qualcosa di concreto per il territorio”. Si.Ro. MArcO VIncEnZI consigliere regionale Pd FAbrIZIO SAnTOrI consigliere regionale La Destra Marco Vincenzi, ex sindaco di Tivoli ed ex assessore provinciale alla viabilità, è neo eletto al Consiglio regionale del Lazio ottenendo un fiume di voti raccolti anche tra Tivoli e Guidonia. Come commenta il suo grande successo a Tivoli e Guidonia in ordine al numero di preferenze da lei ottenute? “È la vittoria di una proposta politica e di un progetto per dare voce in Consiglio regionale a tutta l'area nord della provincia di Roma. A mio giudizio, c'è stato da parte degli elettori da una parte un forte e chiaro segnale di stima e di fiducia per il lavoro che ho svolto come sindaco di Tivoli e assessore provinciale alla Viabilità, dall'altra è stato apprezzato il programma elettorale che ho presentato, centrato esclusivamente sulle questioni concrete del territorio: tutela del diritto alla salute e salvaguardia dei centri di eccellenza sanitaria, lavoro e sostegno alle piccole e medie imprese, mobilità, infrastrutture e potenziamento del trasporto pubblico, welfare, turismo”. Mi.Ma. A rappresentare i bisogni di Roma in Consiglio regionale ci sarà anche Fabrizio Santori, consigliere comunale di Roma e presidente della Commissione Sicurezza. Doveva essere lo sfidante alemmaniano alle primarie di centrodestra per la scelta del sindaco ma con colpo di coda è saltato sulla scialuppa lanciatagli da Storace. Risultato? Primo degli eletti ne la Destra e posto sicuro alla Pisana. Un obiettivo raggiunto con oltre 4mila preferenze. A cui Santori ha corrisposto 4mila grazie di cuore: “A voi, a chi ci ha creduto, a chi ha distribuito ogni singolo volantino, a chi mi ha donato sorrisi, a chi è stato presente e anche a chi non ha potuto esserlo. A chi con passione si è affidato a me, a chi mi ha dato la forza di andare avanti, a chi da anni mi conosce e mi ha aiutato a crescere. A tutti e a ciascuno dedico questa vittoria”. Ma che tipo di opposizione farà Santori in Consiglio? “Un'opposizione costruttiva, lavoreremo insieme agli altri colleghi del centrodestra. Inizieremo fin da subito le nostre verifiche sui costi della politica e sulle inefficienze del sistema ospedaliero e sanitario”. Monz 10 LE CITTA’ Regione Lazio n. 10 - 7 Marzo 2013 Incompatibilità. Addio al Municipio per l'avventura tra gli scranni della Pisana I sindaci eletti in Consiglio regionale lasceranno il Comune I primi cittadini Simone Lupi, Adriano Palozzi e Rodolfo Lena dovranno presto dimettersi di Marco Montini U na storia politica opposta ma parallela quella di Simone Lupi e Adriano Palozzi, freschi eletti in Consiglio regionale. Opposta per ideologie: del Partito Democratico il primo, del Popolo della Libertà il secondo. Ma parallela in molti altri punti. Entrambi sono sindaci di due belle cittadine dei Castelli Romani, entrambi sono giovani ed entrambi sono vogliosi di crescere e mostrarsi espressione del territorio che li ha cresciuti. Da pochi giorni è iniziato per loro un nuovo percorso istituzionale, che per cause di incompatibilità li porterà a lasciare lo scranno comunale più alto. Ma adesso per Lupi e Palozzi è il momento della gioia, dei ringraziamenti dopo una campagna elettorale dura ma vincente: “Quando ho deciso di accettare la candidatura spiega il sindaco di Ciampino - l’ho fatto per spirito di servizio nei confronti della politica e dei cittadini che ogni giorno incontro sulle strade”. Cittadini che lo hanno ripagato con oltre 9mila preferenze. Un po’ meno di quelle accaparrate dal collega marinese Palozzi, che ha vinto la palma del candidato Pdl più votato in provincia di Roma. Palozzi che ha voluto festeggiare la vittoria in mezzo alla sua gente, a Marino appunto: “Ho la prova che la politica paga e ripaga quando si vive e si lavora costantemente nel territorio e per il territorio - rimarca soddisfatto l'ex presidente Cotral -. È la presenza, la vicinanza, il contatto con i cittadini che fanno emergere, se ci sono, le capacità di un amministratore. E credo che nel mio caso la regola sia confermata”. Dopo la sbornia elettorale Palozzi e Lupi dovranno lasciare la poltrona da sindaco, aprendo così a Marino e Ciampino nuovi scenari politicoamministrativi. Ammesso e non concesso che le dimissioni dei due arrivino prima dell'estate, a quel punto le funzioni dei primi cittadini verranno portate avanti dai vicesindaci: consiglio e giunta comunale dunque dovrebbero rimanere in carica sino a nuove elezioni ammi- nistrative. La prima data utile pare essere primavera 2014, in concomitanza con le Europee. Anche sul versante prenestino c'è chi dovrà abbandonare in anticipo la guida del municipio: è il sindaco di Palestrina, Rodolfo Lena, eletto anch’egli a furor di popolo consigliere regionale. Lo “zingarettiano” si è detto felice per il risultato raggiunto e per una “campagna elettorale bellissima”. Solo nella sua città infatti Lena ha sfondato le 2mila preferenze. n. 10 - 7 Marzo 2013 LE CITTA’ 11 Il caso. A febbraio ha commesso due rapine con stupro nei confronti di due donne introvabile l'aggressore seriale di Velletri Metropoli Ancora La psicosi collettiva conquista la provincia di Roma Scoppia il panico tra i cittadini: presunti avvistamenti anche a Segni e Colleferro Le forze dell'ordine anvitano alla calma e esclusono collegamenti coi fatti veliterni di Luca Priori Q uella che si è scatenata nei Castelli Romani è una vera e propria caccia all’uomo o meglio allo stupratore. Tutto è partito dalla città di Velletri, dove il 2 febbraio si è verificato il primo caso di rapina con stupro. Pochi giorni dopo, nella notte di sabato 9 febbraio, si è avuto un nuovo caso di stupro con rapina. Le dinamiche degli accadimenti sono apparse, agli occhi degli investigatori, congruenti. Il copione è sempre lo stesso: la vittima viene avvicinata e picchiata all’interno di un parcheggio, fatta salire nella propria autovettura, portata in un luogo isolato e quindi violentata. Per questo motivo, le forze dell’ordine hanno avviato la ricerca di uno stupratore che parrebbe essere seriale. Nonostante tutto ciò, le indagini, iniziate ormai quasi un mese fa, si sono arenate, e non è stata confermata ancora la corrispondenza fra gli autori dei due fatti sopracitati. A buttare benzina sul fuoco, sono stati in prima istanza i social network, tramite i quali gli utenti hanno iniziato a divulgare immagini e notizie quasi sempre da verificare; in seconda istanza la televisione. È il 20 febbraio quando vari telegiornali regionali annunciano l’arresto di un uomo a Ciampino, colto in flagranza di reato mentre rapinava una donna in un parcheggio; la figura di quest’ultimo è stata sin da subito associata a quella del presunto stupratore seriale. Corrispondenza mai confermata. Quando tutto sembrava ormai sopito, a gettare nuovamente nel panico i Castelli è stata la trasmissione “Chi l’ha Visto” andata in onda su Rai Tre, giovedì 28 febbraio durante la quale c’è stato un collegamento con Velletri, con annessa intervista ad una donna tumefatta in volto: segni dovuti all’aggressio- ne senza stupro, avvenuta qualche giorno prima sempre nella cittadina dei Castelli. Dopo la puntata si è rimesso in moto il tam tam sui social network che ha nuovamente prodotto numerosi notizie di nuovi casi e avvistamenti. Non da ultima, quella di un nuovo tentativo di violenza avvenuto a Pavona, frazione di Albano Laziale; anche in questo caso, tuttavia, le forze dell’ordine hanno prontamente chiarito come non ci sia cer- tezza sulla corrispondenza fra gli autori dei fatti accaduti. Particolare comunque insufficiente a frenare la psicosi ormai dilagante. Psicosi che in questi giorni ha travalicato addirittura i confini castellani per allargarsi a macchia d'olio sul versante casilino-prenestino: sia a Segni che nei pressi della stazione Colleferro infatti si è vociferato di presunti (e per ora fantomatici) avvistamenti dell'aggressore seriale di Velletri. Roma. Il gradito regalo verrà fatto alle associazioni sportive del territorio provinciale Sport, prevenire la morte cardiaca improvvisa: Insieme per un cuore più sano dona defibrillatori Sabato 9 marzo al Pac del Policlinico Casilino la cerimonia di consegna dei dispositivi Defribillatori in campo per prevenire la morte cardiaca improvvisa di chi pratica attività sportiva. È questo l'obiettivo che la onlus "Insieme per un cuore più sano", sabato 9 marzo, dalle ore 9, presso il Pac dei locali distaccati del Policlinico Casilino di via F. Calibresi, 11/27, a Roma, riuscirà a portare a termine con la consegna di defibrillatori e con tanto di corso per il rilascio del necessario patentino per effettuare la defibrillazione. A beneficiare dell'importante iniziativa, ideata e voluta dal cardiologo Leonardo Calò e riuscita grazie anche alla collaborazione della fondazione “Virgo Potens Enrico Bellucci” che ha concorso nell'acquisto dei defibrillatori, sono, intanto, alcune realtà sportive della provincia di Roma: l'oratorio San Barnaba di Marino, la Scuola calcio di Santa Maria delle Mole, l'Associazione pallacanestro di Marino, l'Associazione pallavolo di Marino, l'Associazione scherma di Frascati e la Scuola calcio di Ciampino. Sabato si svolgerà la cerimonia di consegna dei defibrillatori, ma, ancor più importante, si svolgerà il corso pratico e teorico rivolto alle trenta persone che rappresentano le società sportive, per il corretto uso del dispositivo in grado di effettuare la defibrillazione delle pareti muscolari del cuore in caso di ritmo cardiaco emodinamicamente non adatto. Che è la causa della morte improvvisa di atleti, soprattutto di alto livello, giovanissimi, le cui condizioni fisiche non farebbero prevedere la morte in quel momento. La cronaca, purtroppo, annovera diversi casi: da Taccola nel 1969 al giovane centrocampista del Livorno Morosini che morì nel campo dello Stadio Adriatico nel 2012. Ma di tragici eventi ce ne sono stati diversi altri nella storia dello sport ed è molto probabile che, in taluni casi, corrette manovre di rianimazione e soprattutto l'utilizzo tempestivo di un defibrillatore avrebbero fatto regredire l'arresto cardiaco. È bene, infatti, rilevare che oltre il 70 percento delle vittime di fibrillazione ventricolare muore prima di giungere in ospedale e, invece, potrebbe essere probabilmente salvato da una manovra salvavita semplice che, in attesa dei soccorsi sanitari, può essere operata anche da soccorritori non sanitari in grado di intervenire dopo aver svolto il corso cosiddetto Blod, relativo appunto alle manovre da compiere in caso di arresto cardiaco. Ma, intanto, in attesa che in Italia si concluda l'iter di legge che sancirà l'obbligatorietà della presenza in campo del defibrillatore, la onlus del dottor Calò porta avanti il lavoro e da sabato sei società sportive si troveranno dotate di mezzi e abilitate al loro utilizzo per prevenire la morte improvvisa nello sport. CO.GE.PRE Via Prenestina Nuova 133 00036 - Palestrina (RM)CO G P n. 10 - 7 Marzo 2013 LE CITTA’ 13 RIFIUTI, I CAMION DI ROMA TORNANO IN PROVINCIA Il Consiglio di Stato sospende le decisioni del Tar, che aveva detto no al trattamento dell'immondizia capitolina in quattro impianti del territorio regionale L'8 marzo il pronunciamento definitivo. Intanto in provincia continua la protesta di Marco Montini l coas rifiuti della Capitale non Ipieni accenna a placarsi: i camion stradi “monnezza de Roma” tornano impietosi nei territori dei Castelli Romani e della provincia di Viterbo. A confermarlo senza troppi fronzoli è stato qualche giorno fa il presidente dell'Ama Benvenuti, commentando la notizia dell'effettiva operatività del famigerato decreto Clini. Operatività tornata viva in seguito alla decisione del Consiglio di Stato di una settimana fa, il quale aveva accolto il ricorso presentato dal ministro dell'Ambiente contro l'ordinanza del Tar Lazio che aveva sospeso il decreto sul trasferimento dei rifiuti della Capitale nei 4 siti della regione. Un pronunciamento da record e particolare nella tempistica, quello del “CdS”, arrivato pochissime ore dopo il deposito del ricorso dello stesso Clini. Questo il quadro degli ultimi giorni di passione. Il presente dunque vede gli auto- mezzi con l'immondizia capitolina entrare alle porte di Roncigliano: una realtà che da quelle parti qualcuno già sapeva, tanto da mimetizzarsi tra i cespugli e scattare foto dell'ingresso dei camion in discarica. Un segno tangibile di quanto cittadini e associazioni siano attenti agli ultimi accadimenti e desiderosi di esprimere contrarietà al mal digerito decreto, il SalvaRoma. E non a caso la sensibilizzazione si è dimostrata subitanea, con i comitati No Inc che hanno organizzato l'ennesimo sit di protesta pacifica e civile all'entrata della discarica intercomunale di Albano (articolo in pagina, ndr). Ora politici, cittadini, comitati e giornalisti di tutta la regione attendono con ansia la decisione definitiva - prevista per l'8 marzo - del Consiglio di Stato, che esaminerà nel merito il decreto Clini dopo aver annullato il provvedimento con il quale il Tar aveva sospeso l'atto del ministro dell'Ambiente. LA SITUAZIONE A COLFELICE - Anche in Ciociaria amministratori e residenti aspettano speranzosi il pronunciamento dell'organo giudiziario. Speranzosi poiché, al contrario di Albano Laziale, i camion prevenienti da Roma ancora non sono arrivati. Come racconta il primo cittadino di Colfelice (cittadina che ospita uno degli impianti di trattamento dei rifiuti romani scelto da Clini, ndr) probabilmente gli automezzi “non arriveranno prima dell'8 marzo quando è prevista l'udienza in Consiglio di Stato. Siamo fiduciosi di poter ancora scongiurare l'arrivo dei rifiuti dalla Capitale e restiamo vigili e pronti a contrastare il trasferimento dell'immondizia nel nostro impianto”. Nel frattempo la Saf (società che gestisce l'impianto di Colfelice), tramite il presidente Fardelli, ha chiesto un incontro urgente al neo presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. Si preannuncia, dunque, una settimana davvero scoppiettante: se il Cds dovesse dar ragione a Clini, ripartirebbe l'afflusso di rifiuti in provincia facendo alzare gli scudi a sindaci e cittadini; se al contrario il tribunale dovesse confermare le istanze dei ricorrenti l'emergenza monnezza nella Città Eterna prenderebbe una piega imprevista. E a quel punto l'estero sarebbe l'unica soluzione per smaltire l'immondizia capitolina. Albano Laziale. Assente il sindaco Marini, presenti Gabbarini e Monachesi Consiglieri e parlamentari a 5 stelle alla protesta No Inc “Confermiamo ancora una volta l'impegno contro l’inceneritore dei Castelli, contro il settimo invaso della discarica, contro il decreto spalma spazzatura romana, e a favore dei concetti di riduzione, riciclo e riuso”. Questo il monito dei comitati No Inc, uscito fuori sabato in occasione dell'ennesimo sit in di protesta all'ingresso del famigerato sito di Roncigliano. Un’assemblea pubblica assai participata, alla quale hanno aderito i primi cittadini di Castel Gandolfo e Genzano, il vicesindaco di Ardea e molti eletti consiglieri regionali e parlamentari a 5 stelle, che hanno concesso la loro disponibilità istituzionale come “strumento per portare avanti tutte le azioni necessarie a fermare progetti dannosi per la salute umane, per l’ambiente e per le tasche dei cittadini”. Assenti il sindaco di Albano, Nicola Marini, e la sua giunta, eccezion fatta per il consigliere comunale Tedone. Oltre a ribadire la contrarietà, ormai consolidata e risaputa, a discariche, termovalorizzatori e decisioni cliniane, le associazioni cittadine hanno avanzato alcune richieste a Palazzo Savelli alla luce delle recenti decisioni del Consiglio di Stato: “Nel corso del sit in - spiega il referente Castri - abbiamo chiesto a Marini, che è per legge autorità di pubblica sicurezza oltre che autorità sanitaria locale, del perchè non procede con la verifica diretta degli automezzi Ama in entrata ed uscita dalla discarica di Roncigliano con l’ausilio di Municipale e delegati dell’Ufficio Ambiente”. E ancora del “perchè il primo cittadino non procede da subito al controllo del registro di carico presente nella discarica”, sollecitando al contempo “la convocazione - continua Castri - di un Consiglio comunale straordinario e urgente sulle problematiche relative alla gestione e chiusura del ciclo dei rifiuti ai Castelli e la convocazione della conferenza dei servizi, alla presenza della Pontina Ambiente, per richiedere gli adempimenti relativi alla caratterizzazione idrogeologica interna della discarica”. Monz Roma. Il presidente Benvenuti conferma che la differenziata è oltre il 30% Ama: “In estate il porta a porta in cinque municipi” L'annuncio durante l'inaugurazione delle isole verdi per la raccolta dei rifiuti al Bioparco Con l'arrivo dell'estate nell'urbe la raccolta differenziata decollerà in cinque municipi. Parola dei vertici Ama: “Da aprile partirà la campagna informativa e da giugno partirà materialmente la raccolta differenziata. I primi municipi sono il 12esimo, 17esimo, 18esimo, l'ottavo e 15esimo. Per due municipi, il dodicesimo e l'ottavo, la raccolta differenziata sarà per il cento per cento porta a porta”. L'annuncio è giunto in occasione della inaugurazione delle “isole verdi” per la raccolta differenziata dei rifiuti all'interno del Bioparco di Roma: evento che ha registrato tra gli altri la presenza del presidente Ama Piergiorgio Benvenuti, che ha definito la collaborazione con il Bioparco stesso “estremamente importante poiché ci dà l'opportunità di richiamare l'attenzione di migliaia di famiglie sull'importanza delle buone pratiche della differenziata”. Con l'occasione Benvenuti ha sottolineato l'impegno di Ama nell'accellerazione della raccolta: “Avevamo come obiettivo al 31 dicembre dello scorso anno, di raggiungere il 30%: abbiamo raggiunto il 30,2%. Un traguardo importante visto che un punto percentuale di raccolta differenziata nella città di Roma equivale a 18mila tonnellate”. Un buon obiettivo raggiunto, ma è chiaro che fare di più appare quanto mai una necessità non rinviabile. Monz 14 n. 10 - 7 Marzo 2013 LE CITTA’ Litorale sud. Risultati altalenanti per molte città litoranee: è tutto fumo e niente arrosto Rifiuti, a Pomezia la differenziata non decolla per niente A Nettuno buoni riscontri per il porta a porta. Anzio latita Nel paese pometino l’ex amministrazione ha solo “formalmente” promosso la raccolta di AlessAndro BellArdini omezia - Tutti la vogliono, tutti P la sponsorizzano ma di fatto nessuno si decide a gestirla come si deve. Questo lo status della differenziata a Pomezia. L’amministrazione, ancor prima che fosse commissariata, l’ha sempre promossa formalmente tanto che il Consiglio aveva espresso all’unanimità l’intenzione di attuare pratiche di riduzione dei rifiuti e di riutilizzo degli oggetti, anche sostenendo campagne informative ai cittadini. Lo stesso considerava la differenziata, nella forma del “porta a porta”, l’unico strumento di recupero della materia che eviterebbe il ricorso al conferimento in discarica e all’incenerimento dei rifiuti. Purtroppo ad oggi la situazione non è positiva: l’Osservatorio della Provincia di Roma rileva che a Pomezia il PaP è fermo all’8%. M5S, rappresentato in giunta da Fucci, per mesi aveva divulgato numeri peggiori, ai quali l’ex sindaco aveva replicato: “Sul territorio la differenziata, porta a porta e stradale, si attesta intorno al 16% e non al 5% come riferito, mentre per quanto riguarda esclusivamente il porta a porta siamo al 40% con una previsione di incremento del 20% nel 2012 rispetto all’anno precedente”. Di fatto la commissione Ambiente si è sempre espressa a favore di un porta a porta spinto, ma le buone intenzioni hanno dovuto fare i conti con le ingenti risorse necessarie per realizzarla. Così l’assessore Toce aveva fatto un passo indietro, stabilendo che il porta a porta fosse attuato solo nelle zone residenziali, mentre in centro e in quelle più popolose ci fossero i cassonetti o le campane multimateriale, puntualmente stracolmi, con l’immondizia che straborda fin sui cigli stradali. ANZIO E NETTUNO - Nonostante sia partita da appena tre mesi, la raccolta porta a porta a Nettuno sta già dando buoni ri- Litorale Nord A Cerveteri il porta a porta sarà presto realtà Il sindaco Pascucci: “Voglio estenderlo entro fine 2013: siamo piuttosto fiduciosi” “Ho preso con i cittadini l’impegno preciso di estendere il porta a porta a tutto il Comune di Cerveteri entro il 2013: stiamo lavorando per mantenerlo. Siamo fiduciosi affinché si possa raggiungere l’obiettivo in tempi previsti”. Così parlò Pascucci in un pomeriggio della scorsa estate. Il sindaco di Cerveteri non ha nessuna intenzione di smentirsi e soprattutto non intende sfigurare al cospetto di cittadini convinti che il “porta a porta” verrà attuato. Per adesso vige ancora la differenziata stradale”. Ed è già qualcosa - afferma Antonio residente di Marina di Cerveteri - sono sempre meno quei cassonetti colmi di ogni rifiuto. Per esempio in via Itri e in via Caere Vetus - due vie limitrofe alla piazza del mercato domenicale - sono presenti gli appositi contenitori”. Insomma, sindaco dixit, tra poco in tutta Cerveteri verrà praticato il ritiro a domicilio. Più celere a riguardo pare essere Santa Marinella. Dal 30 gennaio è iniziata la raccolta differenziata “porta a porta”. Lentamente ma è partita. Alcuni quartieri, infatti, sono in attesa di ricevere il materiale necessario. A tal proposito la Gesam sta accelerando i tempi affinché tutta la città ne sia in possesso. “Sto aspettando i miei contenitori colorati - dichiara Emma, pensionata - mentre mia sorella già ce l’ha”. Dice gesticolando con foga. Critico ma assennato il giudizio di Ivan: “il Comune, dopo varie lamentele riguardo l’igiene cittadino, sta operando al meglio. Sul sito internet ci sono le varie info con tanto di calendario per il ritiro. Un’iniziativa che va lodata. D’estate - continua il giovane - siamo invasi dai vacanzieri che non sono un esempio di civiltà: mi ricordo che nel contenitore per la plastica trovai addirittura un coperchio di un pentolino. Il porta a porta è necessario sia al livello ambientale sia civico”. raffaele Caldarelli scontri. Iniziata a dicembre, ha dapprima coinvolto 25mila cittadini delle zone residenziali e periferiche e ora è stata estesa anche in alcuni quartieri centrali. I cittadini sono stati informati con un calendario di incontri che si sono svolti tra ottobre e novembre a seguito dei quali gli sono stati forniti appositi contenitori per le diverse tipologie di rifiuto. Il Comune ha messo a disposizione un numero verde a cui rivolgersi per info o per segnalare disservizi. L’assessore all’Ambiente Pitò ha dichiarato piena soddisfazione per questi primi risultati, resi possibili sia dal buon funzionamento del servizio di raccolta che dal grande senso civico dei cittadini. Meno bene ad Anzio, dove il progetto è in cantiere da tempo, ma di fatto ancora non è partito per difficoltà nell’organizzazione del servizio, i costi esosi per gestirlo che contrappongono maggioranza e minoranza in Consiglio comunale, nonchè le polemiche legate ad un eventuale aumento delle tasse a carico degli abitanti. Fatto sta che ad oggi è stato avviato solo un piano sperimentale ad Anzio Colonia, che comunque ha portato la differenziata porta a porta al 70% nella zona. Il vicesindaco Placidi intanto ha annunciato una imminente estensione della raccolta, nonché l’apertura di un nuovo centro di raccolta ingombranti a Lavinio. DIFFEREN Castelli Romani Ciampino e Ariccia i territori ricicloni Inceneritori e discariche, due parole che a Ciampino e Ariccia non piacciono. In tema di raccolta rifiuti le amministrazioni Lupi e Cianfanelli preferiscono piuttosto ragionare in termini di “differenziata porta a porta”. Una modalità virtuosa che molti governi locali, soprattutto ai Castelli, sbandierano senza poi darne effettiva applicazione. Ebbene la città del Bernini e quella dell'aeroporto sono le eccezioni che conferma la regola, le due mosche bianche che viaggiano su una percentuale di raccolta che “sfora” il 60%. Una virtuosità, basata sul modello del riciclo e riuso, che ha fatto vincere ad Ariccia e Ciampino il desiderato premio del “Comune riciclone”, confermando le città tra le migliori nell'applicazione del Porta a porta. “Noi abbiamo iniziato grazie allo start up finanziato da Palazzo Valentini - racconta l'assessore lupiano all'Ambiente Mottola e oggi viaggiamo sul 62-63% di differenziato. Il primo step fu la zona Folgarella e nei mesi successivi ci siamo estesi a tutto il territorio”. Marco Montini n. 10 - 7 Marzo 2013 LE CITTA’ 15 Nordest romano Area Casilina Guidonia, quando la differenziata è protagonista Differenziata, San Cesareo è l'unica che fa il miracolo Bel successo del porta a porta e delle giornata ecologiche Nel resto del territorio la raccolta rifiuti fatica a concretizzarsi A Guidonia tra porta a porta e giornate ecologiche la differenziata è protagonista. Sensibile infatti la riduzione dell’indifferenziato che finisce nella discarica dell’Inviolata e qualche entrata per la vendita del differenziato. Ora l’amministrazione ha anche potuto battere cassa alla società che gestisce il sito. Nel secondo semestre 2012 Guidonia ha conferito in discarica 5.200 tonnellate di indifferenziato al costo di 80 euro a tonnellata per i giorni feriali e 86 euro per i festivi dovendo pagare alla Eco Italia ’87, la società che gestisce la discarica, circa 457 mila euro. Circa 63mila, però, le tonnellate di rifiuti di altri comuni finiti all’Inviolata che comportano ora un’entrata per il Comune pari 600mila euro. La differenziata è partita nel 2009. Nel 2010 l’indifferenziato raccolto e portato in discarica era di circa 30mila t, nel 2011 20mila e nel 2012 14mila. Diminuiscono le tonnellate e quindi anche la spesa del Comune che sversa in discarica. Guidonia differenzia i rifiuti e ci guadagna un po’. Paga tra i 4 e 5 milioni di euro l’anno per smaltire l’organico, il trasporto rifiuti ed altro; paga Nonostante le leggi degli anni scorsi che imponevano ai comuni la raccolta differenziata dei rifiuti e nonostante gli incentivi dalla Provincia per il 2012, la situazione dei paesi tra le zone casiline e prenestine non è rosea. Uno dei comuni più virtuosi è San Cesareo che nonostante abbia iniziato con ritardo, quest’anno ha già raggiunto l’importante quota del 40% grazie all’impegno della cittadinanza e all’efficienza della ditta Aimeri. Scendendo più in giù la situazione va peggiorando. A Labico, che è stato uno dei primi comuni a partire con la differenziata dal 2010, dopo un paio di anni la situazione si è cristallizzata e a oggi ancora non si è raggiunto il 50% dell’intero territorio. A Valmontone la situazione è ancora più grave, prima della “caduta” del sindaco Calvano a altri 60/70mila euro l’anno per lo smaltimento di pile esauste, toner, inerti, biodegradabili. Incassa 11mila euro l’anno per gli abiti usati, oltre 90 euro a t per carta e cartone, 100 euro a t (per l’80% del peso) per la vendita della plastica. Non di più perché il problema è che, anche se si differenzia ovunque, la qualità del differenziato è ancora scarsa. La differenziata quindi non è solo rose e fiori: costa al Comune 8 mln di euro l’anno e i cittadini hanno visto aumentare la tassa dei rifiuti del 15%. Questo è solo uno dei motivi che hanno spinto il Comune di Tivoli a non abbracciare il porta a porta e a rimanere fedele alle classiche campane. Michela Maggiani NZIAMOCI Roma Nord Nei Comuni di Formello e Bracciano il diktat è riciclare Tanti i cittadini che si recano alle apposite isole ecologiche Sono anni che il Comune di Formello ha bandito i soliti noti cassonetti verdi dei rifiuti per far spazio a secchi e secchielli di diversi colori fuori ogni porta o cancello delle case. Infatti si è deciso di intraprendere la strada del porta a porta. L’amministrazione ha fornito sacchetti ecologici e due diversi contenitori, uno verde e uno marrone, ai cittadini. Giornalmente in base alle indicazioni fornite dal calendario del Comune, vengono gettati diversi tipi di materiale che gli operatori ritirano di casa in casa. In tal modo si è riusciti a raggiungere il 60% della differenziazione e ora si punta ad arrivare entro il 2015 a differenziare il 75% dei rifiuti che produce. Formello, come altri comuni della Valle del Tevere, ha aderito a Rifiuti Zero, strategia internazionale che mira ad azzerare la produzione di rifiuti. Da dicembre delle scorso anno anche Bracciano ha deciso di raccogliere l'immondizia col porta a porta, prevedendo di ritirare le buste durante la notte. Gradualmente, zona per zona, anche gli abitanti del paese sulle sponde del lago, dunque, hanno ricevuto sacchi e bidoni nuovi dove poter conferire i diversi materiali separati per categoria. In entrambi i comuni, inoltre, è possibile recarsi alle isole ecologiche per gettare rifiuti speciali, pesanti o oggetti particolari che non potrebbero essere smaltiti altrimenti, come dispositivi elettronici o rifiuti ingombranti. Molti dei comuni a nord della Capitale, dunque, si sono già impegnati per ridurre la produzione di rifiuti e cercare di differenziare per riciclare il più possibile. E il porta a porta sembra davvero funzionare se Castelnuovo di Porto è stato addirittura inserito da Legambiente tra i territori più “ricicloni” della regione. Sara Scatena metà 2012 la raccolta era appena partita nella sola zona del centro storico e con l’arrivo del commissario ovviamente la situazione non è migliorata. Ad Artena l’amministrazione Petrichella a metà 2012 ha avviato il nuovo sistema di raccolta dei rifiuti ma non col porta a porta che è l’unico metodo universalmente riconosciuto propedeutico per avere risultati concreti, ma con i cassonetti di prossimità sulle strade principali. A distanza di mesi le percentuali sono ancora bassissime e la strada da percorrere sembra in salita. Arrivando a Colleferro la situazione peggiora completamente. Nella città dove c’è una delle discariche più grandi del Lazio, posta ai confini con il comune di Paliano e che per prima ha creduto al consorzio intercomunale Gaia la differenziata, nonostante una delibera di giunta del novembre 2011 è ancora una chimera e la giunta Cacciotti non sembra trovare soluzioni per sbloccarla in modo definitivo. Daniele Flavi Area Prenestina Olevano Romano zoppica, Genazzano non si lamenta Il sistema nei due paesi non è male ma bisogna fare di più In tema di raccolta rifiuti non è mai tutto oro quel che luccica e la differenziata sale e scende. Olevano Romano, uno dei primi comuni della provincia ad adottare il sistema porta a porta,vive un piccolo momento di crisi dovuto anche ai malumori che si respirano nell’azienda Gaia. La raccolta ha subito un lieve rallentamento rispetto al passato ma la situazione, come assicurano le istituzioni locali, è transitoria e destinata a migliorare. Non manca il malumore di cittadini che lamentano il mancato ritiro dei rifiuti nei giorni stabiliti e i sacchetti abbandonati in strada. A destar più preoccupazione sono i rifiuti ingombranti abbandonati anche in punti centrali che non giovano all’immagine del paese. Allarme denunciato con tanto di richiesta di multe salate per i trasgressori, che ha portato il sindaco Mampieri a invitare la popolazione al rispetto delle regole e a chiedere un maggior controllo della Polizia Municipale alla conformità dei rifiuti in base ai giorni di raccolta. Situazione migliore a Genazzano, dove il porta a porta ha visto la luce da poco ma registra un bel successo. Ad ottobre è stata già raggiunta l’importante percentuale del 54% di materiale riciclabile nella differenziata. “Abbiamo accolto con soddisfazione questa notizia - dice il sindaco Ascenzi -, ci conferma il buon lavoro fatto per la partenza del servizio, ma soprattutto la straordinaria collaborazione dimostrata dalla cittadinanza”. Simona Rocchi 16 Open Space LE CITTA’ CIAO BENEDETTO! Castel Gandolfo, boom di prenotazioni all’hotel Castelvecchio A Roma in affitto stanze e terrazze con Cupolone (e comignolo) bene in vista Notevole giro d’affari tra la Capitale e i Castelli. Prezzi dai 50 agli 8mila euro C Settemila cuori dai Castelli Romani e da tutto il mondo hanno atteso il Papa nell’ultimo giorno di pontificato per l’ultimo saluto in piazza della Libertà Joseph Ratzinger resterà nella residenza estiva per un paio di mesi che mi fa molto piacere. Grazie del vostro affetto. Voi sapete che questo mio giorno è diverso da quelli precedenti. Sarò pontefice fino alle otto della sera, poi non più. Sarà un semplice pellegrino ma vorrei ancora con tutto il mio cuore, con la mia preghiera, con la mia riflessione e la mia forza interiore lavorare per il bene della Chiesa e dell’umanità e mi sento molto appoggiato dalla vostra simpatia. Andiamo avanti con il Signore per il bene della Chiesa e del mondo”. Quindi l’ultima benedizione da Papa, in italiano. E poi la buonanotte. Poco prima di due ore dal- U n pomeriggio fuori dal tempo. Già dentro i libri di Storia. Immagini e rituali mai visti prima d’ora che hanno toccato tutto il mondo. Non soltanto quello cattolico. Due settimane e tre giorni dopo quel lunedì 11 febbraio, è arrivato il momento in cui Papa Benedetto XVI ha lasciato il territorio vaticano in elicottero per dirigersi a Castel Gandolfo nella residenza estiva dove il Papa emerito, Joseph Ratzinger che rimarrà Benedetto XVI per sempre, trascorrerà due mesi, il tempo di eleggere il nuovo pontefice e di ristrutturare l’ex monastero di clausura il palazzo di Santa Marta dove Benedetto abiterà fino all’ultimo giorno assieme al segretario monsignor George Ganswein, alle sue Memores Domini, le laiche e le suore che si occuperanno delle faccende domestiche. A pochi metri, nel Palazzo Apostolico, lasciato da Ratzinger alle 17 del 28 febbraio, risiederà il nuovo pontefice. Ma torniamo a quel giorno: giovedì scorso. Un pomeriggio, dicevamo, al di fuori del tempo e già nella Storia. Attimi nei quali, quasi paradossalmente, il più sereno sembrava essere proprio lui, il Papa di lì a poche ore emerito, mentre tutto attorno, tra i cardinali ma, di più, tra i suoi “familiari” non sono mancate neppure le lacrime a rigare i volti. Piazza San Pietro era in attesa di vedere l’elicottero prendere quota. Al resto della essenziale cerimonia di saluto hanno potuto assistere dai megaschermi sui quali scorrevano le immagini del Centro Televisivo Vaticano. A Castel Gandolfo, in quegli stessi minuti, l’attesa (rimasta invero persino un po’ delusa per la brevità del congedo) si toccava con mano. Ben 7mila persone provenienti da tutto il mondo si sono raccolte sulla piccola piazza della Libertà dove il Papa si è affacciato per l’ultima volta poco dopo le 17,30. Nel corso del viaggio da Città del Vaticano a Castel Gandolfo, lungo il quale tutti hanno potuto vedere dall’alto i luoghi della cristianità, Roma, il Colosseo, San Giovanni in Laterano e poi quella via Appia raccontata nel romanzo “Quo vadis” dove San Pietro avrebbe incontrato Cristo, è stato diffuso l’ultimo tweet, altra grande innovazione del pontificato ratzingeriano. “Grazie per il vostro amore e il vostro sostegno. Possiate sperimentare sempre la gioia di mettere Cristo al centro della vostra vita”. Questo il saluto che @Pontifex ha voluto riservare ai milioni di followers. Non appena è iniziata la sede vacante, tuttavia, anche tutti i messaggi su Twitter di B16 sono stati distrutti. Mentre non è stato distrutto l’anello piscatorio che sarà esposto pare nei musei vaticani. Di pochissimi minuti il saluto dal balcone di Castelgandolfo, affacciato sui 7mila fedeli in piazza. “Cari amici, sono felice di essere con voi, circondato dalla bellezza del creato e dalla vostra simpatia 17 Tra Papa emerito e Conclave IL PAPA EMERITO A CASTELGANDOLFO di Daniele Priori LE CITTA’ l’ultimo cambio della guardia svizzera del pontificato di Benedetto XVI. Alle 20, poi, c’era una calma apparente sulla piazza. Poche le persone rimaste ad assistere al coreografico rito delle guardie svizzere che torneranno in servizio solo con l’avvento del nuovo Papa. Nel frattempo la sicurezza di Benedetto XVI a Castel Gandolfo rimarrà nelle mani della gendarmeria vaticana. In attesa che dal Conclave, la cui riunione è prevista tra il 10 e il 15 di marzo, salga la fumata bianca che segnerà l’elezione del nuovo pontefice e vescovo di Roma. astelgandolfo sarà dunque più che mai meta di fedeli e curiosi. La presenza in città del papa emerito Benedetto XVI rende alla suggestiva località dei Castelli un ulteriore tocco di fascino e, sperano commercianti e operatori turistici, un giro d’affari che possa far finalmente girare la boa della crisi. Dall’albergo al negozio di articoli religiosi, dall’alimentare al parrucchiere, è viva e fondata la speranza di guadagnare qualcosa di più anche in questi giorni e settimane successivi al boom dei 7mila fedeli dello scorso 28 febbraio. “Abbiamo ricevuto un aumento delle prenotazioni - hanno dichiarato alle agenzie dall’hotel Castelvecchio, sito a meno di un chilometro dalla piazza castellana - e un po’ ce lo aspettavamo. La fascia di clienti, inoltre, è molto vasta: dalle famiglie alle coppie di anziani”. Mentre a Roma, come è sempre successo in tempi di Conclave, i proprietari di appartamenti, stanze, abbaini, specie in centro storico o Oltretevere, si sbizzarriscono con l’obiettivo di ospitare e… fare soldi. Così su internet spuntano ogni giorno annunci relativi ad appartamenti e posti letto messi in affitto per chiunque desideri vivere da vicino l’elezione del nuovo pontefice. Ma non solo. Si offrono pure terrazze e balconi a chi voglia effettuare le riprese dell’evento. Su eBay non è difficile leggere annunci come questo: “Occasione elezione nuovo papa-San Pietro appartamentino brevi periodi”. C’è poi chi mette a disposizione anche solo posti letto in appartamenti in condivisione, addirittura a soli duecento metri dal Cupolone: “Affitto, periodo conclave Vaticano fino a elezione nuovo papa, due posti letto a duecento metri dal cupolone’’ oppure ‘’offro due posti letto a donne/ragazze in appartamento condiviso nel periodo del conclave o comunque nel mese di marzo 2013 per max 3/4 giorni circa. Si affittano, ovviamente, anche postazioni con vista en plein air: “Terrazza panoramica di 50 mq a due passi e con visibilità totale su S. Pietro e sul cupolone. Visibilità su tragitto elicottero Papa”. I prezzi sono anche quelli per tutte le tasche. Si va, infatti, dai 50 euro a notte in condivisione agli 8mila euro per un intero appartamento a disposizione per tutto il conclave. Roma, insomma, come sempre accoglie. Ovviamente alle sue condizioni. 18 LE CITTA’ PENSIERI 3P n. 10 - 7 Marzo 2013 PERSONE P A R O L E LA LINGUA DEL PAPA: L’ITALIANO Se sbaglio, mi corrigerete… Quell’errore di pronuncia che ha reso il BelPaese megafono del verbo della Chiesa Il professor Alessandro Masi alla vigilia dell’elezione di Joseph Ratzinger ricordò in un libro il momento in cui la lingua di Dante fu adottata di fatto dalla Chiesa come sua lingua: il primo discorso da papa di Karol Wojtyla di Aldo onorAti R ileggendo “L’italiano delle parole: appunti per una politica linguistica” (Anemone Purpurea ed.) di Alessandro Masi, Segretario generale della “Società Dante Alighieri”, e propulsore della nostra lingua nel mondo, mi sono soffermato su un capitolo fortemente coinvolgente, dal titolo: “Quel sigillo del Papa sulla nostra storia: Wojtyla e la lingua di Dante”. Non so quanti abbiano riflettuto sulla verità affermata dal professor Masi, che cioè l’italiano in quanto lingua culturale, parlata nella penisola e nella città in cui è contenuto lo Stato Vaticano, è usata dalla Chiesa proprio tramite i Papi. Leggiamo uno dei punti salienti delle pagine di Masi, quando egli dice che Giovanni Paolo II, venuto da lontano, dalla Polonia, da un idioma completamente diverso dal nostro, al primo contatto coi fedeli raccolti in piazza San Pietro, dopo la nomina a pontefice, lanciò al mondo una “frase famosa che lesse nel primo discorso di saluto e di benedizione ai fedeli nell’ottobre del 1978: -Non so se posso bene spiegarmi nella vostra… nostra lingua italiana. Se sbaglio, mi corrigerete”. Continua Masi: “Scegliere di parlare in lingua italiana assorbiva dunque ogni possibile ombra di inquietudine per il futuro… Con quelle poche parole il polacco Wojtyla in qualche modo ufficializzò la lingua di Dante, rendendo valido per tutta la diplomazia vaticana il principio fondamentale del carattere italiano dell’operato della Chiesa nella storia di ieri, di oggi e di domani”. I passi citati sono stati scritti dal professor Masi il 27 marzo 2005. Sono righe profetiche: di lì a poco, sarebbe salito al soglio di Pietro un Papa tedesco, che avrebbe usato il nostro idioma per parlare alla folla assiepata in piazza San Pietro, ma noi sappiamo che la città eterna equivale, in taluni casi, al mondo (non per nulla in latino si dice: “Urbi et Orbi”). Forse non tutti si rendono conto dell’immenso sigillo che la Chiesa mette alla lingua di Dante, la quale è anche la lingua del canto e della musica (tutte le indicazioni a inizio di partitura, in ogni nazione, sono scritte nel nostro idioma: marziale, con brio, andante, lento, crescendo, allegro, moderato etc.). Nei giorni scorsi, quando Benedetto XVI ha dato l’ultimo saluto ai fedeli commossi, nel suo momentaneo ritiro di Castel Gandolfo, in quella cornice naturale di estrema bellezza nonostante il lago si stia prosciugando, ha usato l’italiano per tutti: ed erano presenti cattolici di Paesi lontani, televisioni dalla Russia, dalla Germania, dai confini della Terra. La nostra lingua è cantabile, cioè la più melodiosa del mondo. Eppure, tanti nostri connazionali non la difendono abbastanza, mescolando alla sua bellezza altre articolazioni verbali, così, forse unicamente per moda. Chissà, forse anche il nuovo Papa verrà da terre lontane, da altri continenti, eppure si esprimerà nel nostro idioma, pur conservando la Chiesa il latino quale lingua ufficiale. Ma l’italiano è uno dei “dialetti latini” più direttamente pervenuto dalle radici antiche, per cui il passaggio è naturale. La lingua è lo spirito di un popolo. Ce n’è voluto di tempo per codificare a livello nazionale il toscano! Fino a prima dell’ultimo conflitto mondiale, i vernacoli delle varie zone d’Italia erano talmente forti, da rendere impossibile la comunicazione fra la gente non acculturata. Poi la radio e la televisione sono giunte nei recessi più nascosti, dove neppure la scuola forse riusciva a imporre una parlata media comune a tutti. Così i dialetti si sono alzati per avvicinarsi alla lingua nazionale e questa si è abbassata per toccare ogni gergo possibile. Ma proprio adesso che l’Italiano univa un popolo sempre diviso, intervengono altri linguaggi impermeabili al nostro: e siamo di nuovo in un momento cruciale per la nostra lingua. n. 10 - 7 Marzo 2013 PENSIERI 3P LE CITTA’ 19 PERSONE P A R O L E ARMANDO TROVAJOLI L’addio silenzioso del maestro compositore che ha fatto innamorare generazioni di romani Da “Roma nun fa la stupida stasera” a “Aggiungi un posto a tavola”, se ne va a 95 anni in punta di piedi uno dei padri della musica leggera novecentesca. L’annuncio dato con ritardo per rispettare le sue volontà. La moglie ha dato anche notizia della cremazione di Luca BussoLetti S alutare tutti a 95 anni è un lusso che in pochi si possono permettere. È un lusso legato anche alla fortuna di avere avuto una vita sana e longeva. Tutti gli altri agi, invece, il maestro Armando Trovajoli se li è guadagnati grazie al suo sconfinato talento. Parliamo, per i due o tre alieni che sono appena scesi sulla terra e non sanno ancora chi sia Trovajoli, di uno dei più grandi compositori del Novecento, autore di brani celebri come “Roma nun fa la stupida stasera” e “Aggiungi un posto a tavola”e soprattutto autore di oltre trecento colonne sonore per il grande cinema. La sua morte è giunta alla cronaca con un voluto ritardo che spiega la stessa moglie Maria Paola, “Ho rispettato fino all’ultimo le volontà di un uomo schivo che non amava presenzialismi nè applausi. Sarà cremato’’. E così se ne va un giovanotto del 1917 che ha pigiato i tasti del pianoforte insieme ai più qualificati jazzisti del mondo (Duke Ellington, Louis Armstrong, Miles Davis, Chet Baker, Stephan Grappelli, Django Reinhardt e altri) e che ha dipinto pentagrammi con veri e propri quadri d’autore come le musiche per “Riso amaro”, “Un giorno in pretura”, “La ciociara”, “C’eravamo tanto amati”, “Profumo di donna” e “Una giornata particolare”. Quello che rende il maestro un personaggio unico, però, è anche la sua immagine. Un po’ austera, per nulla civetta né compiaciuta delle sue mani d’oro, è un’immagine che ha sempre puntato tutto solo sulla professionalità. E questa è la ragione per cui in un ambiente in cui si parla male anche della propria madre, nessuno ha mai proferito aneddoti negativi su Trovajoli. Merito del fatto che Armandino, come lo chiamavano gli amici, si limitava a girare per il quartiere dell’Olgiata con suo figlio per comprare un giornale o prendersi un caffè per poi andare a rintanarsi nel suo studio di registrazione. Tra i suoi cari, le note musicali e le chiavi di violino. È una conferma di questo ritratto il racconto che di lui fa in queste ore il comico Gigi Proietti. “Il mio rapporto con Trovajoli nacque nel 1973 quando girai “La Tosca” di Magni e lui scrisse per me “Nun je da’ retta, Roma”. Da allora, fuori dalle scene, siamo sempre rimasti molto amici. L’estate scorsa, nonostante l’età, lasciò persino casa per venirmi a vedere in scena a Caracalla. Si fermò poi per abbracciarmi e farmi i suoi complimenti. Un onore considerato che era sempre molto impegnato a comporre’’. Per noi invece un onore sarà poter dire per sempre che le sue composizioni ci appartengono almeno un pò. Perché sono nei nostri film, nei nostri ricordi. Perché sono nelle nostre emozioni. E questo renderà eterno uno dei maestri più umili e dotati della storia moderna. Redazionale Redazionale Redazionale Redazionale Redazionale Redazionale Redazionale VILLA STUART, AL VIA IL PROGETTO LESIONE MUSCOLARE Villa Stuart Sport Clinic, in collaborazione con FIFA e Comitato Regionale Lazio (LND), promuove il progetto Lesione Muscolare: per i calciatori, la visita e l’inquadramento diagnostico sono gratuiti di Paolo Brandimarte Dr.ssa Cerulli, ci illustri propositi e peculiarità alla base del progetto Lesione Muscolare. “Villa Stuart Sport Clinic, in collaborazione con FIFA e Comitato Regionale Lazio (LND), propone il progetto Lesione Muscolare. L’obiettivo è quello di individuare la patologia e definire la soluzione terapeutica più appropriata. Previo appuntamento telefonico (Tel. 06. 35528433), i calciatori potranno recarsi in clinica (Via Trionfale, 5952 - Roma): la visita e l’inquadramento diagnostico sono gratuiti”. Per essere sottoposto a visita, quali documenti deve portare il calciatore? “È importante che l’atleta si faccia rilasciare una richiesta di visita medica per lesione muscolare da parte della società di appartenenza. Con la suddetta documentazione, il calciatore ha diritto ad una visita medica fisiatrica con accertamento diagnostico (ecografia muscolare, ndr)”. Lesione muscolare, quali sono le cause che la determinano? “La lesione muscolare rappresenta il trauma più frequente tra i calciatori, con un’incidenza di circa il 70% sul totale degli infortuni. Statisticamente, la lesione muscolare può essere indotta da diversi fattori tra cui sovraccarico muscolare, fattori ambientali come freddo, alto tasso di umidità e terreni disconnessi, preparazione atletica inadeguata”. In sintesi, come possono essere classificate le diverse forme di lesione muscolare? Dr. Simona Cerulli “In base all’entità del danno Medico Chirurgo Specialista in Medicina riscontrato, la lesione muscolare Fisica e Riabilitazione può essere distinta in contratture, distrazioni – strappi di I, II e III grado”. Nella cura della patologia, che ruolo giocano la diagnosi ed il trattamento? “Una diagnosi corretta ed un trattamento efficace possono essere determinanti nel processo di riparazione muscolare e quindi nel Villa Stuart Sport Clinic recupero funzionale dell’atleta”. Via Trionfale, 5952 – 00136 Roma E-mail: [email protected] www.villastuart.it – www.imsdiroma.it n. 10 - 7 Marzo 2013 Play Time LE CITTA’ 21 ANTONIO MAGGIO “Mi servirebbe sapere”, il tormentone di San Remo che in poche settimane ha stordito tutte le radio d’Italia Vincitore di X Factor con gli Aram Quartet, ha trionfato al Festival con la formula della “canzone perfetta”: ritmo martellante, parole semplici e orecchiabili E lui ci rivela. “Lo scorso anno volevo partecipare con il brano Nonostante tutto e fui segato… Ora quel pezzo è diventato il titolo del mio album” di Marco Piraccini a anni San Remo, il più prestiD gioso Festival canoro italiano, non produce più tormentoni: così come accade da qualche estate a questa parte, manca nelle radio quella melodia facile e martellante in grado di farci canticchiare anche quando non lo vorremmo. Talvolta, però, i miracoli accadono e potrebbero essere in tanti a domandarsi “Mi servirebbe sapere” in relazione a quali possano essere gli ingredienti necessari a confezionare la canzone perfetta. Antonio Maggio ne sa qualcosa: dopo aver, anni fa, trionfato alla prima edizione di X-Factor col gruppo degli Aram Quartet, il cantautore infatti ha ora raggiunto il podio sanremese e soprattutto in poche settimane la vetta delle classifiche radiofoni- che e di vendita dove il suo album di debutto Nonostante tutto con il primo singolo estratto Mi servirebbe sapere stanno macinando risultati su risultati. “Sono autore e compositore di tutte e dieci le tracce del disco: un banco di prova importantissimo per me poiché mi metto a nudo dal punto di vista autorale oltre che interpre- tativo - spiega Maggio - Sta andando tutto oltre ogni più rosea aspettativa ed è bellissimo”. Non è tutto oro quel che luccica, recita il detto, e non è difficile cogliere nella storia, per quanto recente, di Antonio Maggio gli ostacoli, i dispiaceri, ma soprattutto le tante porte chiuse in faccia probabilmente necessarie a far crescere e maturare il talento. “Ad Area Sanremo sono stato segato un paio di volte almeno: la prima volta, nel 2004, avevo portato una canzone effettivamente inascoltabile mentre l’anno scorso mi hanno fatto fuori all’ultimo giro di boa con Nonostante tutto, la canzone che dà ora il titolo al mio album”. Nonostante tutto, dunque, almeno in questo caso la tenacia ed il talento di un giovane sono stati premiati: ci servirebbe sapere come far sempre funzionare questa formula… 22 LE CITTA’ Play Time n. 10 - 7 Marzo 2013 I CONSIGLI D'ORO PER SEMBRARE PIU' MAGRE Tra pochissimo arriva la primavera e le donne cominciano a scoprirsi, dando inizio a diete lampo per la prova bikini D’inverno è più facile dissimulare i piccoli difetti, ma con il caldo arrivano i complessi. Vi diciamo noi come evitarli di Valentina Carboni T ra due settimane arriva la primavera e tutti iniziamo a scoprirci e le donne iniziano le diete lampo per la prova bikini. D’inverno è più facile dissimulare i nostri piccoli difetti, ma quando arriva il caldo arrivano i complessi, ma c’è un trucco per sembrare più magra: saper scegliere i capi giusti. Fortunatamente esistono numerose strategie stilistiche che risultano importanti alleate per mettere da parte i complessi, che generalmente si relazionano con avere la pancia, poco seno, sedere e fianchi larghi, ecc… Molte donne non conoscono questi piccoli segreti che adesso si svelerò: mai mischiare il colore, meglio utilizzare gli stessi toni di colore. Un look monocolore farà sembrare la vostra silhouette più alta e più magra; evitare le fantasie con stampe molto grandi perchè ingrassano; non ossessionarsi con il colore nero ci sono tantissimi altri colori che si possono utilizzare basta saperli combinare; evitare i tessuti troppo spessi perchè allargano la figura, meglio scegliere un cotone o anche una lana ma sottile e leggera, evitate i tessuti elastici, gli indumenti troppo stretti marcherebbero tutti i difetti; analizzare il proprio corpo perchè è importante sapere qual è la parte che preferiamo del nostro corpo, per poterla esaltare. Se mettiamo in evidenza le nostre qualità le persone si soffermeranno su di loro; insomma si tratta di deviare l’attenzione nelle parti migliori del nostro corpo. Come comuffare la pancia? Con vestiti morbidi, bluse e meglio quelli che hanno la parte mai cinturoni in vita, perchè attrag- inferiore un pò più larga, come una gono l’attenzione sul ventre. Per i piccola campana. Qualsiasi combifianchi larghi bisogna evitare nazione sceglierete, il segreto per giacche o camicie che arrivi- sembrare più magre è sempre porno all’altezza della vita o dei tare un pò di tacco, ma senza esagefianchi stessi. Per nasconde- rare. Qualsiasi consiglio sceglierete re un sedere imponente so- di seguire, ricordate che non bisono meglio i pantaloni dritti gna mai esagerare altrimenti si con le tasche dietro per- otterrà l’effetto contrario. chè danno l’effetto di diminuire il volume, in più i pantaloni dritti offrono la sensazione di una cintura magra e allungano le gambe, alzando la figura. Bisognerà evitare i jeans a vita bassa e le cinture molto grandi, i panataloni capri e sigaretta, sono Link: valemood.blogspot.com n. 10 - 7 Marzo 2013 Play Time LE CITTA’ 23 URSULA DAVIS Hula Hoop, la diva americana di Schicchi “Vi racconto le mille forme dell’eros…” Cantante, attrice, fumettista, icona sexy degli anni Ottanta: origini finlandesi, nipote dell’attrice Bette Davis, compagna di lotte in politica di Ilona Staller “In Italia la democrazia è un’utopia, ci vorrebbe una vera rivoluzione” di Luca Bagatin rsula Davis - conosciuta dal U pubblico con lo pseudonimo Hula Hoop - cantante, attrice, fumettista, artista dell’eros di origini finlandesi e nipote della celebre attrice statunitense Bette Davis, è stata fra le principali star di “Diva Futura”, l’agenzia di casting fondata negli anni ‘80 dal compianto Riccardo Schicchi e da Ilona Staller. Il suo stile trasgressivo “Anni Sessanta” la fa amare subito dal pubblico, così come le sue battaglie contro i falsi pudori, combattute in un frammisto di fascino ed ironia. Ursula, oltre ai suoi spettacoli teatrali, ha recitato in numerosi film erotici pornosoft quali “Provocazione”, “Desideri inconfessabili”, “Diva Futura”, “Visioni erotiche”, “Obsession” e “Top model 2” ed ha inoltre collaborato al mensile “Diva Futura”, realizzando fumetti erotici ed ironici assieme. Oggi abbiamo la possibilità di intervistarla amichevolmente e con grande piacere. Per cominciare, una domanda classica, ovvero come inizia la tua carriera artistica ? “Sin da piccola ho manifestato uno spiccato senso artistico. Amavo trascorrere ore ed ore a disegnare e dipingere. Ho frequentato, poi, il Liceo Artistico e l’Accademia di moda e da li è stato tutto un susseguirsi di cose... Ma io, più che carriera lo definirei un percorso di vita dettato dalla mia natura, dalla mia voglia di fare o non fare determinate cose”. Come mai questo soprannome, “Hula Hoop” ? “Hula altro non è che il diminutivo di uno dei miei tre nomi, ovvero Ursula. L’idea di anteporre l’H mi è venuta intorno gli otto anni quando per firmare i miei dipinti preferivo una lettera esteticamente più armonica della U. Hula Hoop, invece, è il personaggio dello show creato con Riccardo Schicchi. Desideravo mantenere il mio nome e al contempo portare in giro per le discoteche uno spettacolo che rispettasse la mia personalità. Un personaggio fresco, giovane, divertente, frizzante e sconvolgentemente provocatorio. Basi musicali anni ‘60, costumi coloratissimi, sceno- grafie giocose e tanti fluorescenti hula hop, naturalmente”. È vero che sei la nipote della celebre attrice degli Anni ‘60 Bette Davis ? In effetti, peraltro, le somigli molto... “Dicono che dove c’è fumo c’è fuoco...” Da cantante e ballerina al pornosoft e poi al fumetto erotico. Una carriera poliedrica direi. Come è nata l’idea di diventare disegnatrice e fumettista ? Tu definisci i tuoi fumetti ironici ed erotici. Ovvero? “Come premesso ho sempre amato disegnare, ma non mi definirei una fumettista. Fu solo una piccola parentesi. L’idea dell’erotico/ironico è molto semplice da spiegare: lo scopo era quello di portare l’immaginazione del lettore ad alti livelli, esasperare la sua sessualità e poi farlo piombare in uno stato comico/ironico. Dietro ad ogni storia c’era una trama sottile con un finale ironico o delle immagini divertenti. Un’idea valida per abbracciare un pubblico più ampio”. A tuo parere, oggi, con l’avvento di internet, il fumetto erotico cartaceo, può avere ancora il suo fascino? “Sì, certamente sì. Io lo trovo molto più intrigante ed eccitante perché dà spazio all’immaginazione di ognuno”. Hai lavorato per moltissimi anni a fianco di Riccardo Schicchi, recentemente scom- parso. Qual è il tuo più bel ricordo di lui? “Non è che ho lavorato per moltissimi anni a fianco di Riccardo Schicchi, ho lavorato per lui e con lui nel suo periodo d’oro, nel suo momento magico. Dopo, a livello lavorativo, mi sono allontanata, un po’ per motivi personali e in parte perché trovavo che il suo modo di lavorare più che artistico e pieno di ideali stava diventando piuttosto commerciale, ma i contatti sono sempre rimasti. Di Riccardo ho molti bei ricordi, doverne scegliere solo uno mi rimane piuttosto difficile... Potrei risponderti così: Riccardo è uno dei miei ricordi più belli”. L’anno prossimo ricorrerà il ventennale dalla morte di Moana Pozzi. Tu lavorasti anche con lei, se non ricordo male. Com’era Moana? Cosa sarebbe potuta diventare? “Si, ho lavorato con Moana in diverse occasioni, film soft, l’hard non l’ho mai fatto. L’esperienza più incisiva è stata certamente durante le riprese del film di Piero Vivarelli “Provocazione”. Abbiamo avuto modo di parlare a lungo su vari argomenti. Io Moana, a dire il vero, l’ho sempre trovata un po’ particolare. C’era un lato di lei oscuro che non sono mai riuscita a decifrare. Lei dentro era inquieta, insofferente, ma in pubblico non lo dava certo a vedere. Non credo che sarebbe diventata altre cose oltre quello che già era. Penso che si sarebbe ritirata appena il fisico non le dava più quella sicurezza su cui basava la sua forza”. So che sei un’amante della natura e degli animali. Oltre, peraltro, ad aver contribuito a rompere molti tabù sessuali in un’epoca molto più bigotta di quella attuale. Hai mai pensato di impegnarti, politicamente, come fece la nostra comune amica Ilona Staller (ad anche Moana Pozzi, negli ultimi anni di vita, peraltro), per questo tipo di battaglie ambientaliste e di libertà? “La natura e gli animali sono al top delle mie preferenze, ma penso che si possa agire senza necessariamente far politica. In Italia la democrazia è un’utopia e fare una politica pulita, equa, sobria è impossibile. Io credo che ci voglia una vera sterzata, una rivoluzione vera propria non una semplice battaglia. La vita mi ha insegnato a non aspettarmi nulla da nessuno per non andare incontro a delusioni e mi domando spesso se l’unione fa la forza o chi fa da sé fa per tre ? Io ero con Ilona il giorno della presentazione del suo partito. Ero spesso da Riccardo quest’estate in ospedale... O con gli anziani e i disabili, con donne arabe malmenate dai mariti e con i ragazzi libici sparati e mutilati...eppure, dimmi, hai mai sentito parlare di me ? Hai mai visto una mia foto ? Eppure esisto e agisco. Autonomamente. L’importante è essere fedeli a sé stessi altrimenti si diventa bandiere in balia del vento”. n. 10 - 7 Marzo 2013 Sport LE CITTA’ 25 Calcio a 5. La neo matricola terribile dei Castelli Romani cede il passo nella finale di Pescara IL SOGNO DELLA COGIANCO SI FERMA A UN PASSO DAL PARADISO Nella Final Eight di Coppa Italia i genzanesi di mister Musti sono stati sconfitti per 3 a 1 contro l’ostica Alter Ego Luparense S i infrange in finale il sogno della Cogianco, che non riesce a bissare la super partita giocata contro la Marca e nonostante l’aver lottato su ogni pallone, deve alla fine cedere il passo alla Luparense, che conferma la sua grande tradizione. La partita di ieri, finalissima di una bella Final Eight 2013 organizzata in quel di Pescara, giocata di fronte ad una cornice di pubblico straordinaria che in finale ha visto anche la presenza sugli spalti di circa 150 encomiabili sostenitori giunti da Genzano, che formavano con sciarpe e bandiere una evidente macchia rossa nella curva a loro riservata, metteva di fronte la storia, rappresentata da una società abituata a vincere come la Luparense e quella che ancora di più dopo questa quattro giorni di Coppa, è indicata come la grande sorpresa dell’anno, la Cogianco. Una Cogianco tra l’altro, che è arrivata all’ultimo atto ed a sfiorare il sogno alla sua primissima partecipazione, confermando dal canto suo una propensione al raggiungimento di grandi traguardi che prosegue, dalle categorie inferiori, anche in Serie A. La partita come detto, è una battaglia su ogni palla ed in ogni angolo del campo. La Luparense può contare su meno cambi della Cogianco e si comporta di conseguenza, spezzando i ritmi quando può, difendendosi nella propria metà campo e cercando la ripartenza. Proprio in questo modo arriva l’1-0 di Honorio al 7’, un gol che manda in svantaggio la Cogianco per la prima volta in questa Final Eight. Il match torna comunque in equilibrio al 16’ grazie al gol di Mauricio, che realizza da schema d’angolo il gol che vale il pareggio alla fine dei primi 20’ effettivi. Equilibrio che regge fino a circa metà della ripresa, quando al 9’ un ottimo Miarelli deve raccogliere il pallone finito nel sacco dopo il rimpallo che favorisce Rogerio e riporta in vantaggio la Luparense. La Cogianco accusa il colpo ed Honorio prova a punirla ancora, ma Miarelli dice ancora di no e la squadra di Musti, come svegliata dal nuovo episodio, ricomincia a premere, creando qualche grattacapo a Putano che però non si lascia superare. A 2’20’’ dalla fine Musti prova col portiere di movimento, affidando l’incarico a Mauricio e la pressione si intensifica ancora, ma la Luparense chiude ogni varco ed al terzo tentativo, trova dalla distanza la porta vuota con Rogerio, quando mancano appena tre secondi, spegnendo definitivamente le speranze della Cogianco. Tanti applausi ed i complimenti di moltissimi addetti ai lavori non possono consolare la delusione a fine partita, la Cogianco ci credeva e ne aveva pieno diritto, dopo le vittorie con la Lazio e quella incredibile con la Marca. Quando il rammarico cocente del post partita sarà sfumato però, resteranno una medaglia d’argento alla prima partecipazione e tante certezze in più. La certezza di poter dare filo da torcere anche alle grandi, la certezza di poter ottenere con il lavoro grandi traguardi, la certezza di essere, in fondo sulla strada giusta per entrare in quel gota del Calcio a 5 che fino a qualche mese fa era guardato solo da lontano. La certezza insomma, di una società giovane e neo promossa in Serie A, che almeno per una sera, è stata la seconda d’I- talia. COGIANCO GENZANO: Miarelli, Everton, Rescia, Crema, Saùl, Grana, Giasson, Mauricio, De Bella, Mentasti, Paulinho, Leofreddi. All. Musti; ALTER EGO LUPARENSE: Putano, Honorio, Merlim, Canal, Rogerio, An. Bertollo, Geison, Buonanno, Saiotti, Al. Bertollo, Andretta, Cavicchio. All. Colini. ARBITRI: Alessandro Mal- fer (Rovereto), Mauro Albertini (Ascoli Piceno), Filippo Ragalà (Bologna) CRONO: Sergio Scali (Pinerolo). MARCATORI: 6'16'' Honorio (L), 15'23'' Mauricio (C) del p.t., 8'10'' e 19'57'' Rogerio (L) del s.t. AMMONITI: Geison (L), Everton (C), Cavicchio (L), Grana (C), Saul (C), Saiotti (L). ESPULSI: Andretta (L) al 9'13'' del s.t. per proteste. L'intervista. Nonostante la delusione di Coppa Italia il vicepresidente dà la carica Stefano Serani: “Comunque protagonisti di una bellissima stagione” Stefano Serani è il giovane vicepresidente della Cogianco Genzano, una sorta di primo tifoso che segue da vicinissimo le geste sportive della sua squadra. Le Città lo ha incontrato dopo la sfortunata finale di Coppa Italia, tanto rammarico nelle sue parole ma soprattutto la fondamentale consapevolezza di aver raggiunto un risultato storico, che sottolinea la splendida stagione del futsal genzanese: merito di un ambiente straordinario, dove tifosi, giocatori, staff tecnico e dirigenziale rappresentano un unicum in quanto a compattezza e passione. Allora Stefano, ci dai un giudizio spassionato sulla stagione sportiva della Cogianco? La sconfitta con la Luparense non cancella quanto di buono fatto finora? “Beh nonostante ci sia amarezza per il risultato di Coppa Italia, rimane la consapevolezza di una stagione davvero fantastica. E per questo devo ringraziare tutti i ragazzi, la società e mister Musti. Peccato per il risultato della finale di Final Eight ma sono molto soddisfatto del percorso fatto dalla squadra: non dimentichiamoci che abbiamo battuto squadre del calibro della Lazio. Sinceramente non è poco. In generale, poi, come neopromossa stiamo facendo un campionato al di sopra di tutte le aspettative: stiamo andando bene e per il resto incrociamo le dita”. Tra le note negative purtroppo è da registrare il brutto infortunio del bravo Sergio Romano. Un evento che però ha dimostrato quanto questo gruppo sia compatto. “Sergio lo conosco da un po' di tempo, è davvero un ragazzo eccezionale dal punto di vista umano e fortissimo dal punto di vista tecnico: è nazionale e giovane di livello. Recentemente è stato operato e sembra che proceda tutto bene. Ci vorrà del tempo per recuperarlo però ora è andato tutto bene. Da parte dei ragazzi e dei tifosi ho notato una solidarietà assurda: il nostro è un ambiente coeso, sono tutti bravi ragazzi, la dirigenza è composta da persone serie e professionali. Siamo un bel gruppo, che ha fantasia, passione e voglia di andare avanti”. La stagione è quasi al termine, la società sta già pensando al prossimo anno? “Dobbiamo innanzitutto pensare all'ultima parte di stagione, cercando di vedere quello che riusciamo a fare. Quello che posso dire adesso è che siamo una squadra forte e lo abbiamo dimostrato in più occasioni. Per il resto aspettiamo il 21 aprile, ultima di campionato, vedremo dove arriveremo e da lì faremo il punto. Parlare della prossima stagione ora mi sembra un po' prematuro”. Marco Montini 26 LE CITTA’ Sport n. 10 - 7 Marzo 2013 L'analisi. Serata davvero splendida quella vissuta con i tifosi all'Olimpico In Casa Roma il vecchio e il nuovo vincono sempre Totti e Romagnoli gli eroi di una domenica speciale Il capitano raggiunge Nordhal con 225 gol tra i marcatori di sempre. Il giovane Alessio segna la sua prima rete da titolare in Serie A. Storie di due uomini del vivaio giallorosso di SilviA PAnizzA ue generazioni a confronto: Totti e Romagnoli. La partita di D domenica sera all’Olimpico ha portato in casa Roma emozioni forti e palpabili. Totti raggiunge quota 225 gol in serie A, secondo marcatore di sempre. Alessio Romagnoli, appena 18enne, gioca la sua prima partita da titolare in campionato e realizza la sua prima rete. Tra i due ci sono 19 anni di differenza. “Serata unica, giocatore con Totti non lo so spiegare, è troppo bello. Esordio con il gol è un’emozione incredibile, dedico questa serata alla mia famiglia. Sono giovane, non mi preoccupo del posto da titolare, c’è tempo”, queste le dichiarazioni di Romagnoli a fine gara. L’abbraccio di tutta la squadra, arrivato anche dai compagni in panchina e la successiva commozione del ragazzo sono immagini che davvero fanno pensare al buono del calcio che ancora c’è, al di là di tutto. Nato a Roma il 12 gennaio 1995, Romagnoli è cresciuto nelle giovanili della Roma, difen- sore centrale, è stato uno dei protagonisti assoluti nella Primavera di Alberto De Rossi. Nel luglio 2011 è Zeman a portarlo in ritiro con la prima squadra, esordio domenica da titolare, gol imperioso di testa. Meglio di così non poteva andare. Dai giovani a veterani: passiamo a Totti ora a pari reti con Nordahl. Predilige le posizioni centrali, 69 le reti realizzate dentro l’area di rigore, 32 da fuori area, 73 i rigori totali realizzati. Se andiamo a considerare oltre la serie A le reti realizzate da capitan Totti salgono a 280 su 664 presenze, 225 in campionato, 17 in Coppa Italia, 16 in Champions League, 21 in Europa League e 1 nella Supercoppa Italiana. Media gol dello 0,42 %, 49 le doppiette realizzate in carriera, 4 le triplette. 105 gol segnati dal Capitano sotto la Curva Sud, proprio come quello di domenica sera: “E' doveroso fare questi record davanti a loro per ringraziarli di tutto quello che mi hanno dato”, ha detto il Pupone. L'intervista. A tu per tu con l'ex bomber di Samp, Bari, Pescara e soprattutto Roma SANDRO TOVALIERI “Alessio Romagnoli è il nuovo Alessandro Nesta” Sarebbe stato sicuramente uno spettacolo nello spettacolo se avessimo potuto vedere la sua esultanza al primo indimenticabile goal di Alessio Romagnoli in Serie A. È già, perché lui, Sandro Tovalieri, il Cobra, 143 reti tra i professionisti divise tra Pescara, Avellino, Sampdoria Ancona, Bari, Cagliari, Reggiana, e soprattutto Roma, quel ragazzo l’ha allenato nella fase forse più delicata e decisiva della carriera, quando circa due anni fa militava negli Allievi Nazionali della Roma e, soprattutto, come ci ha rivelato nel corso della nostra chiacchierata, con la decisione di cambiargli il ruolo potrebbe aver contribuito in modo determinate alla sua maturazione agonistica. “E’ vero - ha confidato il Cobra - quando lo allenavo negli Allievi della Roma, Alessio ricopriva il ruolo di terzino sinistro. Era indubbiamente un gran un terzino, decisamente sopra la media per la sua categoria (il suo idolo è Paolo Maldini ndr) ma studiando attentamente le sue caratteristiche mi sono convinto a spostarlo al centro della difesa”. “E mi sa - ha aggiunto ridendo - che non ho preso proprio una cantonata, se è vero come è vero che da quel momento il ragazzo ha preso definitivamente il volo, prima in Primavera sotto età e adesso addirittura in prima squadra”. Quali sono le sue caratteristiche principali? “Sicuramente il senso della posizione; nonostante la relativa inesperienza infatti, che a mio avviso è soltanto anagrafica, si è visto anche domenica contro avversari ben più blasonati come non abbia sbagliato un movimento. Poi aggiungerei l’anticipo ed il colpo di testa, due qualità fondamentali per un difensore centrale”. Per farlo conoscere meglio al grande pubblico, a quale grande difensore potrebbe essere paragonato? “Sinceramente in tempi non sospetti parlando con un dirigente a Trigoria gli ho detto chiaramente che la Roma potrebbe aver scoperto il nuovo Alessandro Nesta. Ebbene, oggi più che mai resto convinto di quella affermazione”. Su cosa invece Alessio deve ancora migliorare? “Senza dubbio deve imparare ad usare anche il piede destro. Ad oggi Alessio ha soltanto un piede, il sinistro, ma sono sicuro che avrà modo e maniera di lavorare in tal senso”. Alessandro Bellardini Il punto interrogativo. Sembra che viva da anni in un bilocale di Perugia Aref Al Qaddumi, sceicco farlocco o tycoon milionario? Intanto in città impazzano le fantasie dei fan giallorossi Dopo Al-Khelaïfi a Parigi e Al Nahy a Manchester sponda City, anche Trigoria si prepara ad aprire le sue porte , o per meglio dire le sue casse: ma sull'emiro non giungono buone voci Arriva lo sceicco. Una scintilla che, in un attimo, ha acceso le più sfrenate fantasie dei tifosi. Potere d’acquisto illimitato, espansione del marketing negli Emirati e, soprattutto, campioni presi a suon di petroldollari generosamente elargiti da tale Adnan Aref al Qaddumi al Shtewi. Dopo Nasser Ghanim Al-Khelaïfi a Parigi e Mansour bin Zayed Al Nahy a Manchester sponda City, anche Trigoria si prepara ad aprire le sue porte , o per meglio dire le sue casse visto che l’emiro porterebbe con sé un dote di ben 50 milioni di euro, al nuovo “tycoon” del calcio europeo. A differenza dei suoi illustri “colleghi”, Adnan ha però un passato meno limpido. Sembra che viva ormai da anni in un bilocale di Perugia, assieme a moglie e figli, con un passato da muratore e imbianchino. Scende spesso a Roma dove possiede l’A- myga Srl, società che ha sede in via Gandiglio nel cuore dei Colli Portuensi, e di cui anche chi abita i dintorni della zona sembra non aver mai sentito parlare. Inoltre, ancor prima che nel 2011 sbarcassero a Roma gli americani, questo sceicco aveva già presentato un’offerta per l’acquisto del club giallorosso, poi respinta da Unicredit a cui era stato impossibile recuperare i bilanci effettivi proprio della Amyga Srl. Insomma un quadro non proprio consono ad un principe arabo. Scavando poi nel recente passato ci si accorge che, nella capitale, il nome di al Qaddumi è tutt’altro che nuovo. Un paio di anni fa lo sceicco si presentò per l’acquisto della società Acqua Marcia, dicendosi interessato agli alberghi e agli immobili di un certo Francesco Bellavista Caltagirone. Arrivò a Roma con il suo consulente americano e firmò anche un preliminare il cui perfezionamento era condizionato all’arrivo dei soldi su un conto vincolato; una prima tranche dei 700 milioni pattuiti. L’esito della trattativa? Pare proprio che Caltagirone stia ancora aspettando. Uno storia che riporta alla mente vecchie ferite come quelle legate ai nomi dei vari Fioranelli, Flick e George Soros. La Consob, dal canto suo, ha richiesto un comunicato chiarificatore all’As Roma, e ha fatto partire le indagini in Borsa dove il titolo è letteralmente esploso alla notizia dei fantomatici petroldollari esponendo così Piazza Affari a “pericolosi” flottaggi. La Roma intanto aspetta: “L’unica condizione per la chiusura dell’operazione è l’effettivo pagamento del prezzo dell’investimento entro il 14 marzo”. Riccardo Manai n. 10 - 7 Marzo 2013 LE CITTA’ Sport 27 La decisione. La Uefa: biancocelesti senza supporters in casa agli ottavi e ai quarti Razzismo, per la Lazio Europa League a porte chiuse grazie a 300 “idioti” Nel frattempo mister Petkovic pensa anche e soprattutto alla partita di giovedì in Germania: con lo Stoccarda match vero per dimenticare la disfatta in campionato di Silvia Panizza G iovedì sera, ore 19, previsto il primo turno degli ottavi di Europa League per i biancocelesti di mister Petkovic contro lo Stoccarda in terra tedesca. I biancorossi, che sono attualmente guidati da Bruno Labbadia, un ex attaccante figlio di italiani, hanno eliminato nel turno precedente gli olandesi del Genk e in Bundesliga si ritrovano all’undicesimo posto in classifica. Il doppio confronto appare, per la Lazio, sulla carta decisamente alla portata, lo Stoccarda non è, infatti, più forte del Borussia Moenchengladbach, eliminato dai biancocelesti ai sedicesimi. Di certo non è un periodo facile per il gruppo di Lotito, dopo la brutta sconfitta del Milan, con i rossoneri che si sono accaparrati la terza posizione in graduatoria detenuta da mesi dalla Lazio. Oltretutto il gruppo biancoceleste ha appena subito una sanzione pesante dalla Uefa: ritorno con lo Stoccarda ed eventuale quarto di finale a porte chiuse, più quarantamila euro di multa. Questa la decisione della Uefa dopo il saluto nazista di circa 300 persone all’Olimpico in occasione del ritorno con il Borussia. Una stangata che davvero non ci voleva in casa Lazio, oltre al danno economico di non poco conto, infatti, l’assenza della tifoseria influenzerà non poco il percorso biancoceleste, da sempre protagonista di gare di spessore fra le mura amiche, anche grazie al sostegno sempre forte e numeroso dei suoi sostenitori. Nella giornata di lunedì il presidente Lotito ha presentato ricorso contro il provvedimento, il club biancoceleste ha allegato al reclamo delle immagini televisive e dei rapporti delle forze dell’ordine che testimoniamo che i fatti accaduti contro il Borussia Moenchengladbach sono stati in realtà travisati e ingigantiti. La Lazio era sotto il mirino dell’Uefa da tempo, esporsi in tale modo con gli ispettori sotto la curva testimonia la stupidità (o la volontarietà di colpire la presidenza, chissà) di quei pochi tifosi che vanno ancora allo stadio per tutto tranne che per sostenere i propri beniamini. Quand’è che con le telecamere che da sempre ci sono allo stadio verranno finalmente individuati e colpiti dai Daspo a vita? Quand’è che la Lazio potrà finalmente scollarsi di dosso questa etichetta di squadra con la tifoseria razzista e godersi le partite come le altre compagini? I tifosi sono stanchi ed esasperati. Qualcosa va cambiato. LA MULTISERVIZI DEI CASTELLI DI MARINO S.P.A. 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Tale abbondanza ha reso necessarie nei secoli ingenti opere di bonifica, per trasformare il territorio paludoso in fertile zona agricola. Il lago di Fondi rappresenta un esempio significativo di lago costiero. Infatti, grazie alla comunicazione con il mare tramite due canali, le maree vi stabiliscono una costante alternanza di acque dolci e salate. La costa è bassa e composta da una spiaggia di sabbia fine, orlata in alcuni tratti da una duna litoranea ancora ben conservata. Nata, secondo la leggenda, grazie all'eroe Ercole, fu scalo commerciale per i greci, subì poi l'influenza Etrusca nel V secolo e, più tardi dei Volsci. Ottenne la cittadinanza romana nel 188 a.C. Ridotta più volte in miseria a causa delle invasioni barbariche prima, e dagli assalti Saraceni poi, Fondi raggiunse la stabilità e il suo massimo splendore sotto la signoria Caetani (1299 - 1504). Nel 1300 la corte fu assegnata dal re francese Carlo VIII a Prospero Colonna il cui figlio Vespasiano, sposò in seconde nozze la giovane Giulia Gonzaga, fanciulla di straordinaria bellezza e acuta intelligenza che seppe donare a Fondi un periodo di splendore e rinascita culturale. La fama della sua bellezza fece accorrere a Fondi non solo artisti e illustri personaggi, ma anche il famigerato corsaro Kair-Ed-Din detto Barbarossa, che nel 1534 assalì la città per rapire la bella Gonzaga e donarla al Sultano Solimano II. Quella però avvertita in tempo riuscì a sfuggire al corsaro che sfogò su Fondi la sua rabbia saccheggiandola e incendiandola. Solo nel 1806 Fondi entrò nel nuovo ordinamento comunale e col risorgimento diede il via a quel progresso che la rende oggi uno dei più fiorenti centri del sud pontino. Una mostra fotografica interattiva per riscoprire il passato di Tarquinia e dei suoi abitanti, si troverà fino al 31 maggio al centro storico in via dell'Archetto 9. Memoria estesa è la prima esposizione di immagini digitali che ripercorre la storia della città e della popolazione tra fine 800 e Anni ’60 del 900. Creata da Skylab Studios, con il sostegno dell'Enel, la mostra proporrà un percorso lontano nel tempo ma vicino per i luoghi e i volti familiari che i visitatori ritroveranno nelle immagini - visibili con occhialini 3D - trasmesse su schermi e touch screen. Fondamentale è stato il contributo di fotografi, collezionisti, associazioni e cittadini che hanno messo a disposizione il loro prezioso patrimonio fotografico credendo in questo progetto fin dalla prima fase, quella denominata Museo dell'Esperienza, realizzata in collaborazione con l'Amministrazione e la scuola elementare Nardi. L'esposizione sarà visitabile dal martedì alla domenica dalle 16 alle 19. Va.Ca. ti n e v E a d n Age n. 10 - 7 Marzo 2013 stile indie rock il quartetto catanese ha sempre scritto musica per etichette indipendenti, l’ultima delle quali l’americana Touch and Go Records. Oppure come la britannica Strange Fruit Records, di Clive Silwood e del conduttore radiofonico John Peel. La storica voce della radio inglese durante le sue trasmissioni ha registrato negli studi della BBC le Peel sessions, mini concerti poi pubblicati come album di una miriade di band, tra le quali Joy Division, Cure e Oasis tanto per citarne qualcuna. Nel 1994 fu proprio la volta dei vulcanici Uzeda. Jacopo Paoletti Gli Arbouretum sbarcano nella Capitale Giovedì 7 marzo sarà una serata a stelle e strisce per tutti gli amanti della grande musica indie. Nella suggestiva cornice del Circolo degli Artisti di Roma, infatti arrivano i grandissimi e attesissimi Arbouretum che colgono l’occasione capitolina per presentare Coming out of the fog. Si tratta della loro ultima fatica, “fatica” iniziata nell'anno 2004 con Long Live The Well-Doer e proseguita nel 2007 con Rites Of Uncovering, nel 2009 con “Song of the Pearl” e nel 2011 con The Gathering. Quest’ultimo è, a detta della critica internazionale, il loro album migliore e più significativo sino ad oggi ma la novità dell’ultimo cd sembra destinata a scuotere e non poco questa classifica di merito. Il quartetto originario di Baltimore è formato da Dave Heumann alla voce e alla chitarra, Corey Allender al basso, Brian Carey alla batteria e Matthew Pierce alle “dita” (tastiere, sintetizzatori, e percussioni, ndr). Quello che rende unici gli Arbou- grottaferrata Mancano pochi mesi alla stagione estiva e come vuole la tradizione il palinsesto delle calde serate romane è puntualmente pieno zeppo di grandi eventi musicali. Ma anche alle porte della primavera non ci si può di certo lamentare soprattutto se nella Capitale, sabato 16 marzo all’Atlantico Live, arrivano i Mumford & Sons, attesi ormai con spasmodica trepidazione già da giorni e giorni. Marcus Mumford la voce, la batteria e il chitarrista leader del gruppo, Winston Marshall al banjo tra gli altri strumenti, Ben Lovett all’organo e alle tastiere e Ted Dwane al contrabbasso sono diventati in pochissimo tempo un fenomeno musicale planetario. Nati nel 2007 a Londra i Mumford & Sons hanno conquistato il mondo con appena due album pubblicati nel giro di tre anni: Sigh no more e Babel. Svariando tra le varie sfaccettature del folk fino a sfiorare il gospel, grazie alle loro ballate i musicisti britannici sono diventati una delle band di maggior richiamo internazionale senza nemmeno accorgersene, è stato il successo a trovare i Mumford & Sons. I quattro londinesi con le facce da bravi ragazzi si sono assicurati, sia in Europa sia negli Stati Uniti, il sold out in tutte le date del tour, partito il 4 marzo da Varsavia e che culminerà a metà settembre in Florida. Gli organizzatori del concerto romano all’Atlantico Live, dopo la clamorosa prevendita dei biglietti dello scorso novembre, avevano pensato di spostare l’evento nel più capiente Palalottomatica, ma poi tutto è rimasto invariato. Jap Dessì alla conquista dell’Auditorium retum è il loro sound inconfondibile, un misto tra folk- rock e psichedelia. Canzoni potenti e liriche ispirate per i ragazzoni che amano sfoggiare barbe incolte e cappellacci da gente di strada. Roba che arriva allo stomaco, che prende a calci la plastica di un certo pop scritto in serie per parlare davvero a ragazzi reali. Ebbro dalla sbornia sanremese il pubblico romano potrà rifarsi le orecchie con qualcosa di molto distante dalla nostra cultura. Luca Bussoletti AFH 29 L’attesa è finita: ecco i Mumford & Sons Il rock s’infuoca con gli etnei Uzeda Una serata di quelle roventi aspetta la città di Roma dopo il tramonto di venerdì 8 marzo all’Init Club di via della Stazione Tuscolana. Sul palco del locale capitolino, infatti, si esibiranno gli Uzeda, la band alternative rock siciliana in attività dal lontano 1987. Sonorità cupe e penetranti come un martello pneumatico sono le caratteristiche che contraddistinguono la musica degli Uzeda, una delle migliori band ad interpretare il noise rock. Il gruppo originario di Catania non pubblica da un bel pezzo un nuovo lavoro di inediti. L’ultimo, intitolato Stella, è stato registrato nel 2006. Anche se gli Uzeda non sono nuovi a lunghe pause di riflessione tra un disco e l’altro, Giovanna Cacciola, Agostino Tilotta, Raffaele Gulisano e Davide Oliveri, sono musicisti che non sono mai rimasti troppo a lungo con le mani in mano. Hanno dato avvio a vari progetti ed hanno collaborato con altri importanti artisti italiani. Nel pieno rispetto dello LE CITTA’ Giovedì 7 marzo arriverà all’Auditorium Parco della Musica di Roma Daniela Dessì e gli amanti delle ugole d’oro sono già in trepidante attesa. La cantante è riconosciuta a livello internazionale come una della più importanti interpreti contemporanee del repertorio italiano e in particolar di quello verdiano, verista e pucciniano. Il suo spessore artistico, la tecnica sopraffina e l’ossessiva ricerca musicale le hanno consentito di volare leggera come una farfalla da Monteverdi a Rota, acquisendo un repertorio vastissimo di oltre 70 titoli. Solo nell'ultimo decennio, questa sua naturale predisposizione verso il repertorio operistico del Novecento le ha fatto ottenere trionfi internazionali in titoli come Adriana Lecouvreur, Tosca, Fanciulla del West, Il Trittico, Turandot, Sly, Francesca Da Rimini. L'interesse e la cura con cui il soprano ha affrontato negli anni questa musica con la “emme” maiuscola, hanno contribuito a riaccendere l’interesse del grande pubblico e della critica su questo periodo musicale spesso finito sotto la polvere dell’anonimato. Daniela Dessì è insomma la fatina che ha rivitalizzato questi titoli attraverso la magia della sua voce. Ed è proprio in questo percorso che si va ad inserire il suo progetto Novecento italiano Rarities, portato avanti insieme al pianista Simone Di Crescenzo. In sintesi è una raccolta di romanze, autentiche perle, sia di grandi compositori che di nomi minori che hanno racchiuso in queste composizioni momenti di rara arte. Lu.Bu. GRUPPO FABRIZI HOLDING S.p.A. marino Vendesi/Affittasi immobili residenziali e commerciali Ufficio vendite in loco. Aperti dal lunedì al sabato nei seguenti orari 9-13 e 15-19. Domenica 9-13 Tel. 06.79.81.16.04 - Cell. 329.86.30.808 / 329.86.30.809 / 329.73.11.019 / 329.73.11.020 www.afhspa.it [email protected] 30 LE CITTA’ enti Lettere Rubriche e Comm Cucina ttes e Pa i l l e di Valeria ercoli n. 10 - 7 Marzo 2013 Coppette di crema e cacao Meravigliao!!! Dolce dell’ultimo momento! Non avendo molto tempo, facciamo una crema zabaionata, così soprannominata da me! Soffice e gustosa. Alziamo però prima di tutto il volume a palla e ci sentiamo una canzone d’annata “Cacao meravigliao” di Renzo Arbore. Gli ingredienti per la crema sono gli stessi che solitamente si usano per il tiramisù ma questa volta utilizzeremo delle ciotoline per fare delle porzioni singole! . . . a n i c In c u t e n d o s i ...diver Ingredienti: - 500 gr di mascarpone - 150 gr di zucchero semolato - 5 uova (solo il rosso) - se invece vi piace più soffice montate anche albumi a neve - 250 gr di cioccolato fondente oppure gocce di cioccolato - cacao in polvere - 4 savoiardi o pavesini Pasticciamo: montiamo lo zucchero con le uova usando la frusta elettrica, lavoriamo bene il composto per qualche minuto, poi aggiungiamo il mascarpone e continuiamo a girare per qualche minuto. Se invece vi piace più soffice montate anche albumi a neve, e poi aggiungeteli al composto precedente ma questa volta amalgamate il tutto con un cucchiaio. Versate le gocce di cioccolata o grattugiate una barretta di cioccolata da 250gr di cioccolato fondente, dipende da quello che avete nella vostra dispensa! Lasciate riposare in frigo la crema per 30 min, poi prendete quattro coppette trasparenti, versate la crema, spolverate con il cacao amaro, e poi infilate per decorazione un savoiardo o se preferite un pavesino, che potrà essere anche usato come cucchiano comestibile! Facile, veloce e gustosissimo…