L` IRAP, TREMONTI E IL SUO GEMELLO
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L` IRAP, TREMONTI E IL SUO GEMELLO
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A parità di gettito, le diverse tasse creano oneri e incentivi nell' uso delle risorse economiche: se lo fanno in modo distorsivo, penalizzano la crescita, a prescindere dal disavanzo. Il nostro sistema di tassazione delle impresee del capitale, di cui l' Irap è parte, è opaco, contorto, illogico e inefficiente. Ben venga dunque l' abolizione, purché accompagnata da una riforma ragionata dell' intera imposizione sul capitale; oltre che della copertura della spesa sanitaria. Le riforme che aumentano l' efficienza possono dare un impulso alla crescita; e vanno fatte anche se l' impatto iniziale sui conti pubblici è incerto. Ma di efficienza non parla nessuno. La proposta di abolizione dell' Irap e le relative controproposte - via l' Irap ma rimettiamo l' Ici; o più tasse sui rendimenti finanziari; usiamo lo scudo fiscale o i Tremonti bond; niente Irap ma solo per le piccole imprese o i nuovi assunti; e così via, basta che il deficit sia entro una certa percentuale del Pil - sembrano pensate la mattina sotto la doccia. Le vere riforme non si fanno così. Gli investimenti creano valore per tutti quando vanno alle aziende la cui redditività sul capitale investito eccede il costo opportunità del suo finanziamento, che dipende dalla remunerazione necessaria per ricompensare il rischio e dalla struttura finanziaria. Quindi, più una tassa è efficiente, meno distorce le decisioni di investimento, incidendo arbitrariamente su redditività, rischio e costo del capitale. L' Irap fa l' esatto contrario: che "tassi le perdite" non è il problema, ma una delle conseguenze della sua inefficienza. L' Irap penalizza le imprese ad alta intensità di manodopera, agendo quindi come tassa impropria sul lavoro perché grava sulle aziende che ne fanno maggior uso, scoraggiando l' occupazione. Ma avvantaggia quelle ad alta intensità di capitale fisico, perché permette di dedurre gli ammortamenti delle immobilizzazioni. Tassa accantonamenti e svalutazioni, quindi penalizza le imprese che fanno ricorso ai crediti commerciali. Discrimina quelle che utilizzano i criteri contabili internazionali (Ias), da chi usa quelli nazionali. È un aggravio per le società di persone. Tassa il debito e leasing, che l' Ires sussidia. È un' imposta locale, quindi non rientra nei trattati bilaterali: così scoraggia le multinazionali (che non recuperano l' Irap) dall' investire in Italia, mentre incoraggia le italiane a delocalizzare la produzione. Ce n' è a sufficienza? L' Irap può e deve essere eliminata. Ma con lei dovrebbero andarsene tutti i crediti di imposta, incentivi, sussidi, aliquote privilegiate, e trasferimenti alle imprese che oggi gravano sui conti pubblici (37 miliardi di contributi statali). Bisognerebbe anche azzerare l' imposizione sulle plusvalenzea livello di impresa, compreso l' affrancamento di riserve e rivalutazioni, per poi tassare tuttii rendimenti finanziari solo in capo alle persone. In questo caso l' aliquota unica dovrebbe salire al 20%-25%. Per evitare abusi, basterebbe applicare con rigore le norme anti-elusione per holding, società estero-vestite, e operazioni finanziarie a scopo fiscale. Si guadagnerebbe in efficienza e semplificazione, senza danneggiare troppo i conti pubblici. Una riforma simile, ispirata a quella di Reagan del 1986, fu progettata anni fa dal gemello liberista di Tremonti; che l' attuale ministro, però, vede come il fumo negli occhi. - ALESSANDRO PENATI Tesoro Confindustria Ecofin Bce Fiat Enel Eni Alitalia Formica Asl LUOGHI Italia Roma Europa Germania Bruxelles Francia Tremonti Milano Maastricht Stati Uniti D'America Oroscopo L' IRAP, TREMONTI E IL SUO GEMELLO Antonio Fazio ENTI ESOCIETÀ Meteo Cerca Vincenzo Visco Tommaso Padoa-Schioppa Lavoro A R T IC O LI C O R R E LA T I - A R C HIVIO DA L 1 9 8 4 Repubblica Carlo Azeglio Ciampi Domenico Siniscalco Annunci ARCHIVIO LA REPUBBLICA DAL 1984 Romano Prodi Lamberto Dini Milano Stampa Silvio Berlusconi Giulio Tremonti Rom a ALESSANDRO PENATI — 3 1 o tto b r e 2 0 0 9 pagina 32 sezione: ECONOMIA FO T O C O R R E LA T E Londra, i costi della monarchia (28 giugno 2006) Mappa del sito | Parole più cercate | Redazione | Scriveteci | Servizio Clienti | Rss/xm l | Mobile | Podcast | Aiuto | Pubblicità Divisione La Repubblica Gruppo Editoriale L’Espresso Spa - P.Iva 00906801006