Piccole imprese, sos per la crisi del 2010
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Piccole imprese, sos per la crisi del 2010
pagina 4 23 ottobre 2009 L’inchiesta Piccole imprese, sos per la crisi del 2010 “Meno Irap, incentivi alle fusioni e restituzione dei debiti dello Stato” ROBERTO MANIA ROMA — Appuntamento al 2010. Le piccole imprese italiane, oltre il 95 per cento del totale, stanno in apnea: probabilmente il peggio è alle spalle, ma i segnali di ripresa sono troppo leggeri e spesso contraddittori. Senza un’inversione di rotta l’anno prossimo potrebbe essere peggiore perché con i bilanci in rosso l’accesso al credito diventerà ancora più difficile. E da lì partirebbe un avvitamento pericoloso con effetti durissimi per l’occupazione. Repubblica ha parlato con venti di loro. Chiedono soprattutto meno tasse, un taglio all’Irap se non la sua abolizione. Perché è una tassa iniqua che “colpisce” senza selezione. Considerano una vergogna, tanto più in una fase di carenza di liquidità, il ritardo (oltre 130 giorni) con cui la pubblica amministrazione paga i debiti che ha contratto con le aziende. Ma hanno capito che se resteranno pic, coli ridurranno le chance di essere competitivi sui mercati globali. Dovranno rinunciare a un pezzo del proprio potere per non rischiare di chiudere. Dovranno fondersi o integrarsi. È un cambio culturale non da poco. Ne dibatteranno oggi e domani a Mantova al Forum della piccola industria di Confindustria. Con le banche i problemi ci sono eccome, ma i piccoli imprenditori riconoscono che il blocco del credito riguarda in particolare le aziende border line quelle poco capitalizzate, e con una incerta prospettiva industriale. Potrebbe sembrare paradossale ma i piccoli non partecipano alla discussione sul posto fisso e quello atipico. Sono pragmatici: non esiste più nulla di fisso, soprattutto per chi vive tanto di fornitura. Tuttavia ricorrono prevalentemente i contratti a tempo indeterminato, investono sul proprio personale e tendono a tenerselo nonostante la crisi. Venti industriali rispondono ai quesiti sulle misure più urgenti sulla carenza di credito e sul posto fisso