SISTEMI E DINAMICHE DI RELAZIONE NEL SETTORE
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SISTEMI E DINAMICHE DI RELAZIONE NEL SETTORE
Sistemi e dinamiche di relazione nel settore assicurativo SISTEMI E DINAMICHE DI RELAZIONE NEL SETTORE ASSICURATIVO © CeTIF, 2009. Tutti i diritti riservati. Pagina 1 di 23 Sistemi e dinamiche di relazione nel settore assicurativo AUTORI: Manfredi Caleca Paolo Gatelli Norberto Patrignani Pubblicato nell’ottobre 2009 Copyright © CeTIF. Diritti Riservati. Ogni utilizzo o riproduzione anche parziale del presente documento non è consentita senza previa autorizzazione degli autori. Si ringrazia Oracle per la collaborazione prestata nella fase di impostazione dei contenuti e per aver messo a disposizione le proprie competenze in materia di CRM e loyalty DISCLAIMER: CeTIF assicura che il presente documento è stato realizzato con la massima cura e con tutta la professionalità acquisita nel corso della sua lunga attività. Tuttavia, stante la pluralità delle fonti d’informazione e nonostante il meticoloso impegno da parte di CeTIF affinché le informazioni contenute siano esatte al momento della pubblicazione, né CeTIF né i suoi collaboratori possono promettere o garantire (anche nei confronti di terzi) esplicitamente o implicitamente l'esattezza, l'affidabilità o la completezza di tali informazioni. CeTIF, pertanto, declina qualsiasi responsabilità per eventuali danni, di qualsiasi tipo, che possano derivare dall'uso delle informazioni contenute nel presente rapporto. Si evidenzia, inoltre, che il presente rapporto potrebbe contenere proiezioni future o altre dichiarazioni in chiave prospettica, circostanza che comporta rischi e incertezze. Si avvisano pertanto i lettori che tali affermazioni sono solamente previsioni e potrebbero quindi discostarsi in modo considerevole dagli effettivi riscontri ed eventi futuri. CeTIF declina fin d’ora qualsiasi responsabilità e garanzia in relazione a tali proiezioni. © CeTIF, 2009. Tutti i diritti riservati. Pagina 2 di 23 Sistemi e dinamiche di relazione nel settore assicurativo INDICE Introduzione ..............................................................................................................................4 1. La nuova prospettiva del rapporto compagnia assicurativa-cliente......................................5 2. Dinamiche di relazione con la clientela ..............................................................................11 2.1 – Sistemi informativi a supporto della relazione con il cliente................................16 3. Architetture e strumenti tecnologici....................................................................................19 4. Conclusioni .........................................................................................................................22 © CeTIF, 2009. Tutti i diritti riservati. Pagina 3 di 23 Sistemi e dinamiche di relazione nel settore assicurativo Introduzione Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) contribuiscono allo sviluppo delle imprese favorendone l’innovazione. Innovare significa creare nuovi prodotti o servizi e nuovi processi, con l’obiettivo di ottenere una differenziazione competitiva, ma anche intervenire sui processi esistenti per migliorarne l’efficienza e comporta, oltre all’introduzione di nuove tecnologie, anche una trasformazione dell’impresa in chiave organizzativa, di impatto tanto sui processi che sulle persone, per ciò che concerne ruoli, responsabilità e competenze. Il processo di innovazione tecnologica è influenzato da fattori interni ed esterni all’azienda, che ne condizionano i risultati in termini sia di rapporto tra benefici potenziali e benefici reali che di tempo necessario alla loro realizzazione e richiede pertanto l’adozione, da parte dell’impresa, di specifiche pratiche di governo del processo e di attente politiche di gestione del conseguente cambiamento organizzativo. E’ in questo contesto che si colloca il CeTIF Innovation Center, un laboratorio di ricerca permanente promosso dal Centro di Ricerca su Tecnologie, Innovazione e servizi Finanziari dell’Università Cattolica del Sacro Cuore per dare spazio alle tecnologie innovative e alle loro applicazioni nel settore finanziario, analizzandole da una duplice prospettiva: accademica, in cui è indagato il ruolo dell’evoluzione tecnologica nel settore finanziario attraverso contributi di docenti e ricercatori universitari e operativa, mediante interventi di esperti provenienti dal settore finanziario e da quello delle aziende tecnologiche. Nell’ambito del Technology Outlook con il termine di tecnologia innovativa si intende tanto uno specifico componente (o categoria di componenti) dell’infrastruttura tecnologica o applicativa ICT quanto una modalità di concepire l’architettura del sistema informativo nel suo complesso (o parte di esso), che rappresenti un fattore abilitante per il processo di innovazione dell’istituzione finanziaria. In altri termini, una tecnologia è definita innovativa non tanto sulla base di un criterio “anagrafico” bensì in relazione alla sua capacità di “abilitare” l’innovazione nel settore finanziario e solo in quanto tale è oggetto di indagine da parte del CeTIF Innovation Center. © CeTIF, 2009. Tutti i diritti riservati. Pagina 4 di 23 Sistemi e dinamiche di relazione nel settore assicurativo 1. La nuova prospettiva del rapporto compagnia assicurativa-cliente L’evolversi della competizione sui mercati e la crisi finanziaria che stiamo attualmente vivendo, rendono sempre più evidente l’importanza per le organizzazioni di mantenere soddisfatti i propri clienti nel tempo. Il cliente soddisfatto da una particolare offerta, rispetto alle possibili alternative presenti sul mercato, è propenso a ripetere il suo acquisto, determinando l’aumento del profitto della azienda prescelta. Nasce quindi l’esigenza di determinare ed esplicitare i bisogni dei clienti offrendo prodotti e servizi che li soddisfino e che siano coerenti con le loro aspettative. Nel recente passato, la consapevolezza dell’importanza del cliente già acquisito è cresciuta in modo esponenziale, passando da una considerazione dell’azienda come “ente che produce un servizio” a quella di “ente il cui scopo finale è comprendere ciò di cui i clienti necessitano”. Queste premesse hanno modificato notevolmente la funzione di marketing, essendo questa preposta alla gestione del rapporto con la clientela, nonché alla progettazione del “valore” da offrire. Fino alla fine degli anni novanta, infatti, tutte le attività di marketing management erano orientate alla vendita e all’acquisizione di nuovi clienti sottovalutando, o in certi casi non prendendo nemmeno in considerazione l’importanza dei clienti precedentemente acquisiti. Al contrario, studi recenti hanno evidenziato che, in un mercato dove la competizione tende a crescere e il numero dei consumatori rimane costante, mantenere clienti fedeli significa negarli alla concorrenza. Inoltre è dimostrato che i clienti acquisiti permettono di ottenere margini di profitto più alti rispetto ai clienti occasionali in quanto: • i clienti occasionali costano più di quelli abituali (risorse umane per convincere all’acquisto, illustrazione dei prodotti con visite ripetute…); • i clienti fedeli possono permettersi di pagare un prezzo leggermente superiore in quanto hanno testato il prodotto e conoscono le sue potenzialità; • i clienti fedeli di norma acquistano di più; • i clienti fedeli innescano un passaparola positivo nei confronti della compagnia a costo zero,consolidandone nel tempo l’immagine (un cliente insoddisfatto comunica ad almeno dieci potenziali interessati la propria esperienza negativa solo a tre in caso di esperienza positiva)1 . Ad oggi, grazie all’utilizzo di nuove tecnologie e agli innumerevoli studi effettuati, insorge fortemente l’esigenza di focalizzare sempre di più l’attenzione sui rapporti a lungo termine con i clienti, considerandoli non più in modo generico, ma come “persone” di cui conoscere l’intero paniere di esigenze e aspettative. Il tradizionale modo di fare marketing, definito marketing transazionale, focalizzava tutta la sua attenzione sull’atto della vendita, non istaurando un rapporto duraturo con il cliente. 1 Ricerca condotta dall’U.S Office of Consumers Affairs © CeTIF, 2009. Tutti i diritti riservati. Pagina 5 di 23 Sistemi e dinamiche di relazione nel settore assicurativo Proprio il soggetto che “risolve i problemi” risulta invece essere oggi per il cliente la soluzione ottimale di un rapporto duraturo cliente-compagnia assicurativa dove l’atto della vendita rappresenta il primo step di una lunga relazione di reciproco interesse. Figura 1: Differenze tra marketing relazionale e transazionale Marketing Transazionale Obiettivi Marketing Relazionale ■ Effettuare una vendita (la vendita è la misura del successo); il cliente richiede soddisfazione ■ Clienti anonimi; fornitori e clienti indipendenti ■ Analisi del cliente ■ Valutazione delle performance di marketing ■ Elemento determinante dello scambio ■ Focus nell’acquisire nuovi clienti Focus sul prodotto; vendita come obiettivo; monologo con i clienti Creare un “cliente” ( la vendita è l’inizio della relazione); il cliente richiede integrazione Clienti ben conosciuti; interdipendenza tra fornitori e clienti Focus nel conservare i clienti acquisiti ■ Focus sul servizio; vendita come un accordo; dialogo continuo con i clienti ■ Fonte: Rielaborazione da Juttner e Wehrli, 2008 Il marketing relazionale è, infatti, in una fase di evoluzione continua che dipende da un cambiamento repentino delle capacità interattive e informative offerte dai sempre più evoluti strumenti informatici e informativi. Una tra le criticità principali dei responsabili di marketing è oggi quello di fornire le informazioni contenute all’interno dei sistemi CRM a tutte le attività aziendali, opportunamente profilate sulla base del ruolo di chi ne fruisce, interessandosi così a tutte quegli asset “immateriali” correlati al cliente che incidono fortemente sul risultato gestionale dell’organizzazione. Da non sottovalutare inoltre le nuove opportunità a disposizione delle compagnie per poter conoscere i propri clienti. L’ultimo passo si è verificato in questi anni con il processo evolutivo, stimolato da tutti quegli strumenti “collaborativi” utilizzati su Internet, a cui è stato attribuito il nome Web 2.0: questo approccio “rende la Rete un’unica piattaforma a servizi condivisi da una molteplicità di utenti, genera valore attraverso l’uso di tecnologie distribuite e integrate tra loro, utilizzate in ottica creativa e collaborativa, e consente l’erogazione di nuovi servizi e il perfezionamento di quelli già esistenti dal punto di vista di efficienza ed efficacia. Alle aziende in grado di saper cogliere questo potenziale si aprono scenari che offrono nuove opportunità di business, sia a livello intra-aziendale sia a livello extra-aziendale2”. La nuova attitudine determinata dall'evoluzione del Web ha avuto ripercussioni, oltre che sulla figura dell'utente, anche su quella del consumatore, per il quale oggi si può parlare di “Nuovo potere del consumatore”. 2 CeTIF, Web 2.0 report dell’indagine CeTIF, 2008, Milano © CeTIF, 2009. Tutti i diritti riservati. Pagina 6 di 23 Sistemi e dinamiche di relazione nel settore assicurativo Il consumatore è sempre meno il target da raggiungere, soggetto passivo destinatario dell'offerta commerciale, e diventa attore in grado di discriminare più facilmente le alternative presenti sul mercato e decidere l'offerta migliore per la soddisfazione dei suoi bisogni inespressi o latenti. Questo ruolo è generato da un mix di insofferenza alla comunicazione tradizionale, di maggior consapevolezza al consumo, di completo controllo informativo e di capacità e volontà di condivisone. Il termine "Web 2.0" è quindi l’espressione del dibattito attualmente in corso in merito alle nuove possibilità di fruizione del sapere e delle informazioni offerte dalla Rete. Le materie e gli argomenti trattati spaziano lungo tutti i campi del sapere, rendendo ogni informazione immediatamente visibile e rielaborabile per qualsiasi media. Può capitare che un articolo apparso su un quotidiano online sia commentato su un Blog, per poi essere arricchito dall’aggiunta di contenuti audio e video, essere condiviso all’interno di una comunità, diventando a ogni passaggio sempre più approfondito e "popolare". Un’indagine condotta da Millward Brown sul comportamento dei clienti e sul ruolo degli strumenti innovativi nelle fasi chiave del processo decisionale per l’acquisto di prodotti/servizi finanziari, evidenzia come su venticinque milioni di italiani che acquistano prodotti finanziari il 76% utilizzi strumenti internet (blog, wiki, social network) per informarsi sui prodotti. Risulta inoltre evidente come i clienti Web 2.0 siano i giovani, con un buon livello di istruzione. L’importanza del canale online è crescente, proprio per questo il settore finanziario ha registrato un incremento degli investimenti sull’on-line del 94% nel biennio 2005 - 2007. Dato molto interessante è, inoltre, la “fruizione Media” da parte dei consumatori. E’ stato calcolato che fatto 100 il tempo di fruizione dei Media da parte dei clienti ( TV, Stampa, Internet, Radio) questi utilizzano il 34% guardando la TV il 20% navigando su Internet il 22,9% ascoltando la Radio e il 19,5% leggendo riviste specializzate. Il dato permette di percepire come il canale diretto abbia oramai raggiunto e quasi superato l’audience dei canali informativi tradizionali, nonostante la spesa marketing di questi ultimi risulti essere nettamente superiore e i ritorni della stessa non sempre possano essere misurati. Deve essere comunque sottolineato che in Italia il canale diretto oggi è utilizzato dalla maggior parte delle istituzioni per offrire esclusivamente funzioni di base, principalmente informative. Le applicazioni del Web 2.0 enfatizzano proprio l’importanza assunta dagli utenti e di conseguenza dai consumatori, in accordo con la famosa massima che sostiene “che prima del prodotto ci sono le persone e che prima dell'acquisto c'è il bisogno da soddisfare”. Sulla base delle tesi sopra espresse l’attivita di ricerca ha evidenziato nel rapporto tra cliente e assicurazione le nuove opportunità del cliente web 2.0 nella relazione con la compagnia assicurativa3: 1. Conoscenza: Il moltiplicarsi delle fonti di informazione, amplificato dal mezzo Internet, ha consentito al consumatore di poter accedere, a costi quasi nulli ed in 3 G. Arnesano, Viral Marketing. E altre strategie di comunicazione innovativa, Franco Angeli, Milano 2007 © CeTIF, 2009. Tutti i diritti riservati. Pagina 7 di 23 Sistemi e dinamiche di relazione nel settore assicurativo tempo reale, ad una quantità ingente di informazioni aggiornate e a diversi livelli di approfondimento. Oltre alla comune funzione di ricerca, si evidenzia che il consumatore ha a disposizione altri mezzi per trovare facilmente il tipo di informazioni che cerca (per esempio, comparazione dei risultati tra i vari motori di ricerca tradizionali, dizionari delle lingue più utilizzate, motori di ricerca di prodotti, enciclopedie libere, indirizzi e risorse web segnalate da altri utenti, Social Network di professionisti, ecc). 2. Controllo: la maggiore conoscenza della disponibilità informativa, porta di conseguenza ad un maggiore controllo su di essa. Grazie alle innumerevoli risorse informative, il consumatore riesce ad attivare una ritenzione selettiva delle informazioni per ovviare all'overload cognitivo, a cui è sottoposto a causa della miriade di messaggi creati per pubblicizzare e promuovere i prodotti o servizi. Il consumatore si è evoluto e ha imparato a filtrare i messaggi importanti per soddisfare le sue esigenze provenienti da fonti certe e fidate. Quindi l'advertising blindness , ovvero la perdita di efficacia di un messaggio pubblicitario, è soltanto parte del nuovo comportamento del consumatore, l'altra parte sta nel controllo sulla fonte del messaggio. Il consumatore trova ciò che gli interessa, esprime le sue preferenze, conserva le notizie fino al momento in cui non vorrà approfondirle e interpretarle a suo modo, creandone di nuove. 3. Creazione: il consumatore è consapevole di non essere, perciò, un soggetto passivo e destinatario del messaggio, e diventa soggetto attivo, in grado di discriminare le informazioni, le alternative offerte sul mercato e di elaborarle secondo la sua visione. In tal senso il consumatore 2.0 interpreta la comunicazione di un brand e la trasforma arricchendola di contenuti e messaggi nuovi. E’ possibile affermare che il modello di creazione delle informazioni è passato dai media agli utenticonsumatori. Il paradigma generale dell'informazione nelle mani di pochi viene confermato, tuttavia rispetto alla figura dell’utente-consumatore: si sostiene che esiste un numero ristretto di influenzatori effettivi, che hanno la capacità e l'autorevolezza per indirizzare i comportamenti di consumo. 4. Condivisione: si richiama, a questo punto, una delle caratteristiche principali del Web 2.0, ovvero il networking, la rete di interconnessioni che si intesse tra gli utenti e che implica scambio gratuito, confronto, relazione, portando alla nascita delle comunità virtuali, dei social network e dei mondi virtuali. All'interno di tali mondi sociali, i consumatori producono informazioni e le condividono con altri consumatori, diventando così un efficace veicolo di trasmissione delle stesse, in considerazione degli effetti virali che il networking porta con sé. Il consumatore non interagisce con l'azienda nella condivisione delle informazioni del prodotto, bensì con altri consumatori. Quindi è possibile affermare che le istituzioni, usando gli stessi strumenti dei clienti, potranno ottenere da questi ultimi fiducia e ascolto sulle informazioni inerenti all’offerta. © CeTIF, 2009. Tutti i diritti riservati. Pagina 8 di 23 Sistemi e dinamiche di relazione nel settore assicurativo Per questo motivo una compagnia deve costruirsi un elevato grado di affidabilità e credibilità in modo da poter contare su due fasce di clienti: i clienti già acquisiti e i clienti potenziali (prospect), influenzabili dai primi. La fiducia dei clienti verso un brand è una leva molto importante nel contesto del Web 2.0, poiché, se la relazione è il fulcro di questa rivoluzione della rete, ne consegue che è possibile sfruttare l'effetto di passaparola generato dall'utente-consumatore verso tutti i contatti facenti parte del suo network, in una sorta di contagio virale che tenderà a propagarsi in maniera sempre più estesa. Il consumatore si fida maggiormente di un suo pari, un altro consumatore con cui ha instaurato una condivisione di esperienze ed emozioni, piuttosto che del brand o di una fonte esterna al suo network di conoscenze. In definitiva, lo scenario all’interno del quale la relazione cliente-assicurazione si concretizza, ha subito profondi mutamenti. © CeTIF, 2009. Tutti i diritti riservati. Pagina 9 di 23 Sistemi e dinamiche di relazione nel settore assicurativo © CeTIF, 2009. Tutti i diritti riservati. Pagina 10 di 23 Sistemi e dinamiche di relazione nel settore assicurativo 2. Dinamiche di relazione con la clientela Sulla base di quanto sopra descritto, per una compagnia assicurativa non è sufficiente conoscere, soddisfare e “stupire” i propri clienti ma occorre fidelizzarli. Una ricerca condotta da Reicheld dimostra che l’85% delle persone soddisfatte da un determinato brand finiscono con l’abbandonarlo per poi passare alla concorrenza. L’evidenza dimostra quindi che la soddisfazione del cliente non è sinonimo di fedeltà assoluta. Quando si parla di fedeltà occorre infatti distinguere due differenti dimensioni: la dimensione cognitiva e la dimensione comportamentale. Si parla di fedeltà comportamentale quando il cliente, per soddisfare un determinato bisogno, si rivolge in maniera univoca e ripetuta nei confronti della medesima marca o impresa. Diversamente si parla di fedeltà cognitiva quando, nonostante la concorrenza, la volontà del cliente è orientata verso un unico fornitore. E’ possibile considerare una matrice che riporta diversi tipi di fedeltà: Figura 2: Tipologie di fedeltà Bassa fedeltà cognitiva Alta fedeltà cognitiva Alta fedeltà comportamentale Fedeltà indotta Fedeltà assoluta Bassa fedeltà comportamentale Infedeltà Fedeltà desiderata Fonte: Iasevoli, 2002 Fedeltà indotta. Si esplicita un comportamento di acquisto da parte del cliente ripetuto nel tempo e riferito ad uno specifico prodotto o servizio. Se da una parte la fedeltà risulta essere totale, la bassa fedeltà cognitiva determina un rischio elevato per l’azienda, in quanto il cliente assume un comportamento negativo nei confronti dell’offerta. Il cliente, in questo caso, ripete gli acquisti per una serie di fattori frenanti che gli impediscono di rivolgersi alla concorrenza. Infedeltà. In questo caso il cliente non è soddisfatto della proposta aziendale e quindi il suo acquisto non è ripetuto nel tempo. Il cliente si rivolgerà alla concorrenza poiché la percezione che egli ha di quest’ultima è sensibilmente migliore. © CeTIF, 2009. Tutti i diritti riservati. Pagina 11 di 23 Sistemi e dinamiche di relazione nel settore assicurativo Fedeltà desiderata. Si esplica quando il cliente, pur manifestando un forte interesse nei confronti della offerta aziendale, si rivolge alla concorrenza. La situazione analizzata evidenzia l’intenzione del cliente verso l’acquisto, ma l’attenzione deve essere rivolta ai fini dei profitti aziendali e al verificare che l’acquisto sia poi effettivamente attuato. Fedeltà assoluta. Si ottiene in presenza di atteggiamenti estremamente positivi nei confronti dell’offerta aziendale connessi a comportamenti d’acquisto esclusivamente orientati alla gamma dei prodotti/servizi offerti. La soddisfazione per l’acquisto rende quindi il cliente propenso alla ripetizione dell’acquisto stesso nel tempo, generando un aumento del livello di Customer Loyalty dell’azienda. A catena si assisterà a un incremento della Customer Retention che determinerà infine un aumento continuo dei profitti. Un azienda deve essere dunque in grado di rendere i propri clienti “fedeli” solo così potrà aumentare costantemente i propri profitti. Figura 3: Relazione tra fedeltà e profitti CUSTOMER SATISFACTION CUSTOMER LOYALTY CUSTOMER RETENTION PROFITTI Fonte: CeTIF, 2009 E’ evidente che un’analisi dettagliata della clientela permetta alle compagnie di poter individuare sia le possibili richieste del cliente, sia le diverse tipologie di clientela più o meno profittevoli. Questa analisi permette di evidenziare la distribuzione per segmenti della clientela in funzione della loro profittabilità consentendo alle organizzazioni una “customizzazione” nell’offerta di prodotti/servizi e riducendo nettamente la percentuale di clienti non profittevoli che non devono essere considerati dei “bad customer” ma delle fonti di profitto non ancora utilizzate. Assodato che le compagnie assicurative debbano creare dei clienti fedeli con l’obiettivo di creare profitti, è quindi importante valutare quali siano gli strumenti con cui esse possano riuscirci. I quattro pilastri su cui si fonda questo approccio sono le cosiddette “quattro C”. © CeTIF, 2009. Tutti i diritti riservati. Pagina 12 di 23 Sistemi e dinamiche di relazione nel settore assicurativo • • • • Comprendere Conoscere Curare Condurre Comprendere: capire con precisione per ogni cliente i rapporti causa-effetto che stanno alla base delle sue reazioni di soddisfazione nelle diverse fasi del processo di acquisto, d’uso e d’abbandono. Conoscere: possedere delle informazioni circa le tipologie di prodotto o servizio utilizzati, le sue modalità di utilizzo e la probabilità che quel cliente ha di rimanere fedele all’azienda. Curare: aiutare il cliente a risolvere tutti i problemi o i disagi causatigli dall’utilizzo del prodotto o servizio acquistato. Condurre: Istruire il cliente sull’utilizzo delle diverse funzionalità previste dal prodotto/servizio anche rispetto a canali non tradizionali. E’ infatti evidente come la clientela si relazioni con la compagnia attraverso differenti modalità. Volendo esemplificare attraverso un modello, è possibile sostenere che il comportamento di acquisto di un cliente si concretizzi attraverso l’acquisto di un singolo prodotto o servizio, oppure di una varietà di prodotti o servizi. La compagnia assicurativa offre allo stesso modo i suoi prodotti e servizi attraverso un singolo canale (rete agenziale, internet, banca, broker, call center, business partner …) o mediante una strategia multicanale che si concretizza con un numero variabile di “Punti di Contatto” (ognuno avente modalità diversa) Figura 4: Modelli di relazione modello di acquisto Multiprodotto o servizio Cliente Tradizionale Cliente Evoluto Assicurazione B Assicurazione A Cliente opportunista Cliente Interattivo Singolo prodotto o servizio Singolo canale/punto di contatto modello di contatto Multicanale/multicontatto Fonte: CeTIF, 2009 © CeTIF, 2009. Tutti i diritti riservati. Pagina 13 di 23 Sistemi e dinamiche di relazione nel settore assicurativo Incrociando questi approcci antitetici è possibile definire quattro archetipi di modello di relazione attraverso il quale si manifestano i comportamenti d’acquisto del cliente. E’ opportuno sottolineare che i quattro modelli sono estremizzazioni che non trovano necessariamente applicazione nella realtà, ma che ben si adattano a descrivere le modalità di interazione cliente-assicurazione. Ogni realtà ha invece un approccio misto alla relazione, con un portafoglio clienti che appartengono, per la maggior parte dei casi, a diversi archetipi. Ciò che può invece variare significativamente è la percentuale di composizione del portafoglio clienti (es. Maggioranza di clienti tradizionali od opportunisti). In figura ciò è esemplificato dalle ellissi che identificano ipotetici posizionamenti di due Assicurazioni (A e B). Cliente “Opportunista” Modello di comportamento: il soggetto effettua l’acquisto di un unico prodotto attraverso un unico canale/punto di contatto. I driver sono molteplici (vantaggio di costo, acquisto di impulso, passaparola) e spesso portano a un rapporto estemporaneo, limitando la redditività del cliente stesso. Egli non è fidelizzato e può anche interrompere il rapporto con la compagnia nel momento in cui cessano le motivazioni che hanno condizionato l’acquisto. Opportunità: la conoscenza del cliente potrebbe essere sfruttata per stimolare la fedeltà del cliente e proporre eventualmente altri prodotti o altri servizi, instaurando un rapporto continuativo con il cliente e/o arrivare ad attività di cross selling. Allo stesso modo è possibile stimolare l’utilizzo di diversi canali/punti di contatto per aumentare la profittabilità del cliente stesso (ridurre i costi del canale utilizzato per la relazione). Cliente Tradizionale Modello di comportamento: il soggetto effettua l’acquisto di diversi prodotti attraverso un unico canale/punto di contatto, quello a cui è tradizionalmente “abituato” (agente di fiducia, banca, ecc.) in modo consapevole, ovvero in seguito ad una valutazione attenta. Il rapporto è generalmente continuativo nel tempo, la redditività è legata all’opportunità di offrire i prodotti corretti rispetto al profilo del cliente. Egli è tendenzialmente fidelizzato ma può anche interrompere il rapporto con la compagnia nel momento in cui cessano le motivazioni che hanno condizionato l’acquisto (es. scelte di un agente multimandatario, trasferimento, ecc.). © CeTIF, 2009. Tutti i diritti riservati. Pagina 14 di 23 Sistemi e dinamiche di relazione nel settore assicurativo Opportunità: la conoscenza del cliente potrebbe essere sfruttata per mantenere il cliente fedele, creare -e proporre attraverso la rete- i prodotti e i servizi più adeguati al profilo dello stesso. Allo stesso modo è possibile stimolare l’utilizzo di diversi canali/punti di contatto per aumentare la profittabilità del cliente stesso (ridurre i costi del canale utilizzato per la relazione) e svincolarlo dalle logiche legate all’abitudine rispetto al canale tradizionalmente utilizzato; in figura ciò è rappresentato con il passaggio verso il quadrante in alto a destra. Cliente Interattivo Modello di comportamento: il soggetto effettua l’acquisto di un singolo prodotto ma utilizza diversi canali/punti di contatto per relazionarsi con la compagnia (es. raccolta informazioni, rendicontazione, reclami ecc.), in modo interattivo, ovvero gestendo in modo autonomo e attento il proprio acquisto, anticipando le proposte da parte dell’assicurazione. Il rapporto non è necessariamente continuativo nel tempo, la redditività è legata all’opportunità di saper cogliere l’evoluzione dei bisogni e dei comportamenti del cliente nel tempo. Egli non è generalmente fidelizzato ma il suo approccio lo rende attento e ricettivo rispetto alle attività poste in essere da parte della compagnia. Opportunità: la conoscenza del cliente potrebbe essere sfruttata per mantenere il cliente fedele, creare e proporre i prodotti e i servizi più adeguati al profilo dello stesso. Questo tipo di clientela è inoltre il veicolo migliore per il passaparola, anche in virtù dei molteplici canali/punti di contatto utilizzati. Questo modello di relazione permette di acquisire notevoli informazioni circa i comportamenti della clientela, rendendo possibile lo sviluppo di prodotti e servizi ad hoc (anche collegati a prodotti già in portafoglio). Cliente Evoluto Modello di comportamento: il soggetto effettua l’acquisto di molteplici prodotti e servizi, utilizzando diversi canali/punti di contatto per relazionarsi con la compagnia sulla base di valutazioni soggettive di opportunità – il cosiddetto cherry picking - (es. vantaggi di costo, possibilità di autonomia © CeTIF, 2009. Tutti i diritti riservati. Pagina 15 di 23 Sistemi e dinamiche di relazione nel settore assicurativo dispositiva, necessità di consulenza su prodotti complessi, ecc.). Il rapporto è pertanto continuativo, la redditività è legata all’opportunità di mantenere una salda relazione nel tempo, sapendo cogliere l’evoluzione dei bisogni e dei comportamenti del cliente. Egli è infatti decisamente fidelizzato ma il suo approccio lo rende attento e ricettivo anche rispetto alle attività poste in essere da parte della concorrenza. Opportunità: la conoscenza del cliente potrebbe essere sfruttata per mantenere il cliente fedele, istaurando una relazione duratura e arrivando a modificare i prodotti e i servizi acquistati dallo). 2.1 – Sistemi informativi a supporto della relazione con il cliente Le analisi condotte testimoniano come, troppo spesso, il punto focale delle strategie commerciali sia individuato nei business partner o negli intermediari. Quanto descritto in precedenza presuppone invece un cambiamento culturale e organizzativo in ottica cliente centrica, la cui focalizzazione diviene la capacità di creare una “tensione continua” da parte della compagnia verso il soddisfacimento dei needs dei consumatori finali. Per ottenere tali obiettivi è necessario dotare la compagnia (e quindi la rete, business partners e intermediari più in generale) di strumenti in grado di fornire dati utili all’attività di sviluppo prodotti, campagne, relazione e vendita in modo efficace. Lo scenario evolutivo è quindi caratterizzato da un cambiamento dell’orientamento dello tecnologia non solo verso una maggiore capacità di comprendere e soddisfare i bisogni dell’utente ma, contemporaneamente, verso la razionalizzazione delle attività operative. Per tale motivo gli obiettivi di progettazione degli strumenti informativi si sviluppano secondo tre dimensioni orientate alla massimizzazione delle performance: efficacia commerciale, ossia la capacità di raggiungere obiettivi commerciali attraverso attività di sviluppo e gestione delle relazioni con la clientela esistente e potenziale; efficienza organizzativa, ossia la capacità di svolgere le operazioni e concludere le attività con un utilizzo di risorse adeguato e razionale. I parametri di valutazione dell’efficienza organizzativa sono dati dai risparmi di tempi e costi, dalla riduzione degli errori, dal miglioramento della produttività (ossia del numero di operazioni svolte, sgravando per esempio l’agenzia dai costi amministrativi); contenimento del rischio operativo, dato dalla capacità di prevenire e gestire le perdite operative che derivano sia dal mancato rispetto di normative, regolamenti o procedure operative, sia da frodi, malversazioni e situazioni esterne o interne che © CeTIF, 2009. Tutti i diritti riservati. Pagina 16 di 23 Sistemi e dinamiche di relazione nel settore assicurativo generano una situazione di rischio per l’operatività (es. gestione delle quietanze di pagamento. Figura 5 – Strumenti di relazione e performance organizzative Efficacia commerciale -customer satisfaction -customer base development -customer retention -cross-selling -aumento del valore percepito Performance organizzative Efficienza organizzativa -riduzione errori e rilavorazioni -cost saving -miglioramento della produttività Gestione del rischio -compliance alla normativa -riduzione delle perdite operative -riduzione delle frodi, malversazioni di dipendenti ed esterni. Fonte: CeTIF 2009 Le tre dimensioni non sono indipendenti ma sono correlate tra loro. Occorre riflettere, quindi, sugli interventi organizzativi e dei sistemi che possano portare ad un aumento dell’efficacia, dell’efficienza e del contenimento del rischio operativo nel loro insieme, evitando di considerarli come obiettivi separati e in contrasto tra loro. Nell’affrontare questi progetti spesso l’ottica è stata di pura efficienza, da una parte, o di efficacia, dall’altra, con una difficoltà crescente nella ricerca di sinergie. Per raggiungere il modello a tendere, appare evidente la necessità di rivedere i processi operativi secondo tutte le tre dimensioni di analisi sopraccitate facendo anche riferimento all’innovazione tecnologica come elemento abilitante. Quanto sopra accennato può essere declinato nell’utilizzo da parte della compagnia di alcune funzionalità o soluzioni abilitanti, divise in ambito “front” (strumenti operativi e strumenti a supporto di attività di relazione e vendita) e ambito direzionale (strumenti a supporto delle decisioni del management commerciale e marketing). Ambito direzionale Il passo preliminare alla definizione di un sistema a supporto della gestione della relazione è la creazione di un datawarehouse che consenta una visione integrata del cliente rispetto ai diversi prodotti e servizi in portafoglio e trasversale rispetto ai canali utilizzati per l’acquisto e l’informativa, creato e alimentato in sinergia con la rete agenziale e i diversi intermediari. Questo significa che lo scambio di dati tra sede centrale e periferia avviene su base continuativa, anche real time (per esempio, dotando gli agenti di strumenti di supporto alla mobilità). © CeTIF, 2009. Tutti i diritti riservati. Pagina 17 di 23 Sistemi e dinamiche di relazione nel settore assicurativo Su questa base dati è quindi possibile realizzare sistemi di profilazione della clientela e business analytics a supporto dello sviluppo prodotti. Allo stesso modo il sistema può supportare la definizione di regole di business per la proposizione dei prodotti o servizi a valore aggiunto rispetto al profilo dei clienti nella definizione e gestione delle campagne di marketing. Tali dati riguardano principalmente: • gestione del progetto (monitoraggio real time); • supporto decisionale / strategico; • gestione delle priorità; • analisi dei costi e budget; • supporto alla targetizzazione; • altri eventuali criteri di classificazione della clientela; Ambito Front Per il supporto operativo, si fa riferimento principalmente a un “cruscotto” i cui dati siano idealmente aggiornati real time. Tale strumento deve contenere una serie di informazioni relative al cliente e un numero di funzionalità che possano supportare l’attività dell’agente o dell’intermediario. Se consideriamo il canale diretto, è possibile fare riferimento a una serie di informazioni da erogare al personale di supporto al cliente che accede alla piattaforma internet o ad un operatore collegato in remoto (es. multimedia commuication o call center). Tra le informazioni generali a disposizione è possibile annoverare: • obiettivi di business da raggiungere; • processi/attività operative da supportare e workflow; • indicatori di performance “business” (business KPI); • valori attesi per i principali indicatori; • altre eventuali caratteristiche di business. Per quanto concerne le informazioni relative al singolo cliente e utili alla gestione della relazione si segnala una scheda basata su una visione integrata rispetto ai diversi prodotti/rami della compagnia e trasversale rispetto ai canali utilizzati nella relazione. Essa dovrebbe contenere: • comportamenti del cliente; • funzionalità per acquisizione dati comportamentali (stile di vita, eventi, ecc.) • prodotti e servizi utilizzati; • preferenze e abitudini; • reminder di scadenze e quietanze di pagamento; • “basket ideale” di prodotti (su base economica e sociale); • legami con i business partner della compagnia; • Simulazioni di acquisto e proposta del “prodotto migliore”; • Strumenti collaborativi per condivisione conoscenza (es. forum, wiki, ecc.); • altri eventuali dati sulla clientela. © CeTIF, 2009. Tutti i diritti riservati. Pagina 18 di 23 Sistemi e dinamiche di relazione nel settore assicurativo 3. Architetture e strumenti tecnologici Come è già stato accennato in precedenza, la clientela richiede una sempre maggiore autonomia nell’esecuzione dell’operatività e la possibilità di accedere ai servizi senza alcun vincolo di spazio o di tempo, anche in situazioni non “convenzionali”. L’abbattimento delle barriere fisiche tra compagnie e clienti, reso possibile grazie alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, potrebbe consentire di formulare un’offerta innovativa, riducendo i costi di transazione e i costi di coordinamento con risorse informative esterne e soprattutto velocizzando la raccolta di dati e informazioni sui comportamenti della stessa. Questa vision richiede dunque l’adozione di architetture tecnologiche abilitanti in grado di erogare le funzionalità sopra descritte. Figura 6: Ciclo di vita del cliente e “touchpoints” FULFILL SERVICE Web Social Network Sportello Sportello Business Partner eMail Business Partner Business Partners Web Internet Banking Business Partner Web Internet Banking Web Internet Banking eMail Media Voce (CIC) Voce (CIC) ENGAGE F2F (meeting) TRANSACT Voce (CIC) Sportello Fonte: CeTIF 2009 Il ciclo di vita del cliente (engage, transact, fulfill, service) registra un nuovo approccio nella scelta da parte delle istituzioni finanziarie più avanzate di lasciare al cliente stesso la scelta del particolare canale o punto di interazione ("touchpoint") con la compagnia nelle diverse fasi del ciclo di vita. Negli ultimi anni questa collezione di "touchpoints" si è estesa al di fuori dei confini dell'istituzione finanziaria incorporando punti di interazione con soggetti e business partners esterni. Questo ha permesso, tra le altre cose, di estendere il proprio raggio d'azione andando a proporsi alla clientela in situazioni non tradizionalmente assicurative (es. il web o le utilities). Tuttavia, tale approccio ha anche generato nuovi problemi, obbligando il settore a una tempestiva risposta. Tra questi, la necessità di un’integrazione coerente a livello di informazioni e specifiche sul cliente e sulle transazioni che questo effettua indipendentemente dal canale utilizzato, con l’obiettivo di arrivare alla cosiddetta single customer view. Nell’evoluzione verso un modello a tendere, emerge in effetti una progressiva evoluzione verso: © CeTIF, 2009. Tutti i diritti riservati. Pagina 19 di 23 Sistemi e dinamiche di relazione nel settore assicurativo • • • un’attività commerciale basata sulla segmentazione della clientela, anche se non sempre supportata da comportamenti proattivi; un’attività transazionale effettuata tramite lo sviluppo progressivo dell’automazione e dei canali virtuali; competenze e ruoli basati sulla segmentazione della clientela, (in grado di interpretare il matching in maniera efficace secondo una modalità omogenea rispetto alle fonti informative utilizzate) a partire dal contatto fino all’attività postvendita. Lo scenario evolutivo, come si è detto, è quindi caratterizzato da un cambiamento dell’orientamento della compagnia verso un miglioramento del rapporto col cliente, una maggiore capacità di comprenderne e soddisfarne i bisogni e, contemporaneamente, verso la razionalizzazione delle attività e lo spostamento di parte di esse in luoghi diversi dalla rete agenziale o dai canali “fisici” in generale. Per assecondare tale evoluzione si rende necessario un ripensamento delle architetture di CRM, tecnologie in grado di raccogliere e valorizzare i dati relativi al comportamento della clientela, anche in relazione al ruolo attivo che il cliente stesso svolge nei confronti dell’assicurazione. In passato le informazioni venivano "catturate" (e a volte acquistate da terze parti) in modo non esplicito, erano accessibili solo alle Direzioni Marketing in modo destrutturato. Il nuovo paradigma prevede non solo una maggiore distribuzione delle informazioni ai diversi livelli dell’organizzazione, ma che anche gli utenti (agenti e intermediari) possano accedere alle informazioni che li riguardano, verificandole ed eventualmente correggendole in una sorta di relazione bidirezionale. I profili degli utenti saranno ancora più precisi anche grazie alla contribuzione degli utenti stessi circa le informazioni da fornire (in modo autonomo o mediato dall’intermediario). Da questo punto di vista, le caratteristiche funzionali del CRM si arricchiscono, rispetto al passato, di una forte componente di integrazione non solo a livello dati, ma anche dei sistemi applicativi della compagnia con i business partners, e di strumenti di marketing automation (per esempio, con feedback approfonditi sulle campagne, ecc.). In relazione alle valutazioni sopra elencate, si concretizza un impatto dei sistemi evoluti di CRM e Loyalty principalmente riassumibile nelle seguenti categorie: • Ambito Operativo – recupero di efficienza operativa del processo commerciale (minori costi e/o migliori prestazioni da parte dell’utente); • Ambito Informativo – produzione e gestione dati di carattere informativo strategico (dati di sintesi), orientati a garantire una maggiore conoscenza della clientela e un più efficace controllo del processo commerciale attraverso la maggiore disponibilità, qualità e integrazione delle informazioni; • Ambito Infrastrutturale/tecnologico – miglioramento del livello di automazione e ottimizzazione dell’infrastruttura abilitante il processo (integrazione, flessibilità, standardizzazione, riduzione dei costi IT, ecc.); © CeTIF, 2009. Tutti i diritti riservati. Pagina 20 di 23 Sistemi e dinamiche di relazione nel settore assicurativo • Ambito Direzionale – supporto a progetti di carattere strategico, direttamente orientati alla generazione di vantaggio competitivo (definizione ed erogazione di un nuovo prodotto/servizio). Figura 7: Visione logica CRM Analisi Processi Finanziari Direzionali Operations Mktk & Comunicazione, Servizio alla Clientela Supporto Legacy Systems Interface Transaction Processing Marketing Automation Sales Automation Service Automation Mobile Sales Product Configuration Punti di interazione Sportello Face-to-Face Voce Customer Interaction Center LoMAS Business Partner e-Mail Response Management Strategic Marketing Data Integration Datawarehouse Customer Profiles Category Management Web Internet Banking Social Networks Wikis Blogs Fonte: CeTIF 2009 Le caratteristiche di tali architetture sono quindi riassumibili in: • • • • Modularità - Ovvero la possibilità di implementare precise funzionalità a seconda dell’esigenza della compagnia, limitando gli investimenti necessari a singoli moduli del sistema di supporto ai processi di CRM e loyalty; Integrazione - Si fa riferimento non solo alla possibilità di integrare i dati provenienti da fonti diverse evitando duplicazioni, ridondanze e perdita della qualità degli stessi, ma anche fornire uno strumento in grado di interfacciare applicazioni esterne (siti web e social network, partner, fornitori, clienti, ecc.); Facilità d’uso - Oltre ai concetti di usabilità e utilità, ovvero la possibilità di utilizzare l’interfaccia in modo semplice, efficace e con un obiettivo rilevante e valido, tali sistemi si pongono l’obiettivo di assistere l’utente anche nel perseguimento dei propri compiti, guidando lo stesso nel processo operativo; Flessibilità – Si fa riferimento alla possibilità di modificare e adattare le applicazioni di CRM e loyalty alle continue evoluzioni del proprio contesto organizzativo e del proprio modello di business, in risposta al dinamismo del mercato. © CeTIF, 2009. Tutti i diritti riservati. Pagina 21 di 23 Sistemi e dinamiche di relazione nel settore assicurativo 4. Conclusioni L'evoluzione degli strumenti di partecipazione caratteristici del Web 2.0 e, in particolare, i Social Network stanno cambiando radicalmente lo scenario delle interazioni tra le aziende e gli utenti. Nelle istituzioni finanziarie cresce la consapevolezza di includere questi ambienti in rete nelle strategie di "customer interaction", per arrivare a un “CRM” aperto a contributi esterni. Questo offre, come la presente analisi testimonia, un’importante fonte di opportunità per il sistema assicurativo, coinvolto ora più che nel passato nella ricerca di una maggiore conoscenza dei clienti e di nuove forme di fidelizzazione. Per un’assicurazione, l’“universo” dei contributi generati dagli agenti, intermediari e clienti finali rappresenta sicuramente una nuova e immensa miniera di informazioni, ma le attività di profilatura e le forme avanzate di interazione in ottica CRM richiedono trasparenza e rispetto dell'etica e della relazione con chi fornisce il dato in prima persona. Questo diventa fondamentale in un momento in cui la società si interroga sulle cause e le conseguenze della crisi finanziaria, sul ruolo sociale della finanza e sull'importanza di recuperare la fiducia dei clienti, basata in larga parte sulla trasparenza, sulla fidelizzazione e sull’apertura ai bisogni dell’utente. © CeTIF, 2009. Tutti i diritti riservati. Pagina 22 di 23 Sistemi e dinamiche di relazione nel settore assicurativo CeTIF Università Cattolica del Sacro Cuore Largo Gemelli, 1 - 20123 Milano Tel. + 39 02 72342590 Fax. + 39 02 43980770 E-mail: [email protected] www.cetif.it © CeTIF, 2009. Tutti i diritti riservati. 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