Biblioteca 8 serie storica
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Biblioteca 8 serie storica Prima edizione: febbraio 2008 ISBN: 978-88-7853-099-7 © 2008 Matteo Sanfilippo Edizioni SETTE CITTÀ Via Mazzini 87 01100 – Viterbo tel. 0761 303020 fax 0761 304967 [email protected] www.settecitta.eu Questo libro è stampato con il contributo dell’Università della Tuscia - Viterbo Matteo Sanfilippo Dalla Francia al Nuovo Mondo: feudi e signorie nella valle del San Lorenzo SETTE CITTÀ A mio padre, Mario Sanfilippo Indice p. 7 31 33 Introduzione Ringraziamenti Abbreviazioni 37 81 117 Parte I: La Nuova Francia Capitolo I: I primi tentativi: 1542-1663 Capitolo II: Un sistema regolato dall’alto, 1663-1683 Capitolo III: Una società di frontiera e di antico regime, 1684-1760 187 235 Parte II: Dopo il 1760 Capitolo IV: L’evoluzione giuridica, 1760-1854 Capitolo V: L’evoluzione socio-economica, 1760-1854 Conclusioni Indice dei nomi e dei luoghi 281 291 Introduzione Things do not explode, they fail, they fade (Derek Walcott, Endings, in Id., Sea Grapes, 1976) 1. Il problema Nella seconda parte di L’Ancien régime et la révolution (1856) Alexis de Tocqueville si chiede perché la persistenza dei diritti feudali abbia provocato la Rivoluzione proprio in Francia, dove i contadini subivano pochi soprusi1. Per rispondere al quesito il pensatore normanno ricostruisce lo sviluppo economico e sociale del suo paese tra Sei e Settecento e asserisce che gli abitanti delle campagne trasformatisi in piccoli proprietari trovavano nel feudalesimo un rilevante ostacolo allo sfruttamento delle loro terre2. Secondo Tocqueville in Francia il feudalesimo si è disgregato a livello politico nel tardo medioevo, quando ha subito i colpi dell’accentramento monarchico, ma ha mantenuto nei secoli successivi il controllo dei contadini grazie alle numerose servitù sulle terre accensate. Con l’andare del tempo tali servitù sono divenute più pesanti e soprattutto sono state percepite come ingiuste, proprio perché i signori feudali avevano perso gran parte del potere politico. Mancando quest’ultimo si è infatti dissolto il legame sinallagmatico tra il feudatario e i suoi soggetti: il primo non si è più sentito obbligato a proteggere i secondi. Inoltre 1 A. de Tocqueville, L’Ancien régime et la révolution (1856), Paris, Gallimard, 1967, pp. 85-97. Vedi oggi sul tema: John Markoff, The Abolition of Feudalism. Peasants, Lords and Legislators in the French Revolution, University Park PE, The Pennsylvania State UP, 1996. 2 Ibid., p. 89. 7 i diritti feudali sono divenuti la sola fonte di reddito signorile e di conseguenza sono stati inaspriti. I contadini di fine Settecento sono così oppressi dalla bannalità sul mulino, dai lods et ventes, dai censi, dalle rendite e da altri canoni in denaro e in natura che gravano sulla terra lavorata e sulla produzione agricola. Inoltre non ricevono nulla in cambio. In conclusione il servaggio è gradualmente sparito e i contadini sono divenuti affittuari, mezzadri e proprietari, ma il sistema feudale è ancora vitale. Anzi è rimasto la più importante istituzione civile, nonostante abbia cessato di essere un’istituzione politica, e questo ha aumentato il risentimento di chi non voleva o non poteva sopportarne ancora il peso3. Come è noto, Tocqueville offre un buon punto di partenza per analizzare persistenza e trasformazioni dei meccanismi feudali nella Francia moderna4. Però, la sua interpretazione del fenomeno non è mai stata applicata a quanto accadde nel Nuovo Mondo francese. Eppure egli stesso ha paragonato la Francia 3 Ibid., p. 97. 4 G. Aubin, La seigneurie en Bordelais d’après la pratique notariale (1715-1789), Rouen, Publications de l’Université de Rouen, 1989; J. Gallet, Seigneurs et paysans bretons du Moyen Age à la Révolution, Rennes, Ouest-France, 1992; Id., Seigneurs et paysans en France, 1600-1798, Rennes, PUR, 1999; A. Antoine, Fiefs et villages du BasMaine au XVIIIe siècle, Mayenne, Éditions régionales de l’Ouest, 1994; Ead., La seigneurie, la terre et les paysans, XVIIe-XVIIIe siècles, “Bulletin de la Société d’histoire moderne et contemporaine”, 1-2 (1999), pp. 15-33; T. de Luynes et al., Trois seigneuries en Yvelines du XIVe au XVIIIe siècle, Rambouillet, Société historique et archéologique de Rambouillet et de l’Yveline, 2001; C. Lombard-Déaux, Seigneurs et seigneuries en Lyonnais et Beaujolais des Guerres de Religion à la Révolution. Organisation, fonctionnement, évolution de la vie des campagnes, Lyon, Bellier, 2005; M. Grinberg, Écrire les coutumes. Les droits seigneuriaux en France XVIeXVIIIe siècles, Paris, PUF, 2006. 8 d’antico regime al Canada francese5. In una lettera da Albany Tocqueville rammenta per la prima volta che: “[l]a Vecchia Francia è nel Canada”6. Il parallelo dovrebbe essere stato evocato dalla visita ad alcuni domini signorili nei dintorni di Québec, nel corso della quale il viaggiatore ha interrogato i suoi ospiti sul regime fondiario in vigore nella colonia 7. In tale occasione ha incontrato soltanto possidenti di feudi e signorie, oppure loro amici, quindi il sondaggio ha un valore impressionistico8. Comunque le risposte dei suoi commensali hanno colpito il normanno, che ha continuato a rimuginarvi sopra9. L’interesse di Tocqueville per i feudi francesi e canadesi nel Sei-Settecento non è condiviso dagli studiosi odierni, stremati dalle discussioni sulla cosidetta transizione dal feudalesimo e capitalismo del secondo Novecento10. Persino in Francia pochi specialisti s’interessano al feudalesimo francese in età moderna11 e i ricercatori canadesi non trovano più attraente la traspo5 Tocqueville, L’Ancien régime et la révolution, pp. 351-353. 6 A. de Tocqueville, L’amicizia e la democrazia. Lettere scelte 18241859, a cura di M. Terni, Roma, Edizioni Lavoro, 1987, pp. 92-94. 7 J.-M. Leclerc, Alexis de Tocqueville au Canada, RHAF, XXII (1968), pp. 353-364; J. Vallée, Tocqueville au Bas-Canada, Montréal, Editions du Jour, 1973. 8 Vedi la recensione di F. Ouellet al libro di Vallée, RHAF, XXVIII (1974), pp. 29-32. 9 S. Dion, La pensée de Tocqueville - L’Oeuvre du Canada français, RHAF, XLI (1988), pp. 537-552; A. Trépanier, Le voyage identitaire (et imaginaire) de Tocqueville au Bas-Canada: vieille France ou Nouvelle-France, “Mens”. V, 1 (2004), pp. 120-149; A. de Tocqueville, Regards sur le Bas-Canada, a cura di C. Corbo, Louisville, Typo, 2004. 10 F. Benigno, Specchi della Rivoluzione. Conflitto e identità politica nell’Europa moderna, Roma, Donzelli, 1999. 11 M. Sanfilippo, Feudalesimo o regime signorile? Il dibattito sulla società francese dal Medioevo alla Rivoluzione, “Bullettino dell’Isti9 sizione del sistema feudale oltre l’oceano12. In compenso sono recentemente apparsi alcuni contributi francesi sul feudalesimo coloniale13. Inoltre i ricercatori francesi e canadesi hanno trovato un punto di raccordo grazie alla tesi di dottorato di Benoît Grenier14, discussa in Francia e in Canada, mentre in qualche tuto Storico Italiano per il Medioevo e Archivio Muratoriano”, 97 (1991), pp. 267-305; A. Antoine, L’institution seigneuriale vue de l’Europe, in Le régime seigneurial au Québec 150 ans après: Bilan et perspectives de recherches, a cura di A. Laberge - B. Grenoit, Québec, CIEQ, in corso di stampa. 12 C.M. Coates, The Metamorphose of Landscape and Community in Early Quebec, Montreal-Kingston, McGill-Queen’s University Press, 2000; Dictionnaire encyclopédique de la seigneurie de Chambly 1609-1950, Société d’histoire de la seigneurie de Chambly, Chambly, 2001; M. Fournier, Jean Mauvide. De chirurgien à seigneur de l’île d’Orleans, Sillery, Septentrion, 2004; J.-C. Massé, Malcolm Fraser. De soldat écossais à seigneur canadien. 1733-1815, Sillery, Septentrion, 2006; J. Castonguay, Seigneurs et seigneuresses à l’époque des Aubert de Gaspé, Montréal, Fides, 2006. Vedi inoltre i progetti in corso di A. Laberge: http://www.vrr.ulaval.ca/ bd/chercheur/fiche/38352.html, nonché G. Carpin, Le Réseau du Canada. Étude du mode migratoire de la France vers la NouvelleFrance (1628-1662), Sillery-Paris, Septentrion - Presses de l’Université Pars-Sorbonne, 2001. Infine vi sono riferimenti ai signori del Nuovo Mondo in R. Legault, Une élite en déroute: les militaires canadiens après la conquête, Outremont, Athéna, 2002, e in alcuni volumi della collana “Les synthèses d’histoire régionale”, edita dall’Institut Nationale de la Recherche Scientifique (già IQRC) del Québec presso le Presses de l’Université Laval. 13 F. Massard, Propriété seigneuriale et noblesse dans le gouvernement de Québec (1626-1759), “Études Canadiennes - Canadian Studies”, 38 (1995), pp. 7-15; J.-F. Niort, Aspects juridiques du régime seigneurial en Nouvelle-France, “Revue générale de droit”, 32, 2 (2003), pp. 443-526; M. Laurent, Les arrière-fiefs au Canada de 1632 à 1760. Un maillon socioéconomique du régime seigneurial, “Histoire et sociétés rurales”, 19 (2003), pp. 159-191. 14 Da essa sono tratti: B. Grenier, “Nulle terre sans seigneur?”: Une 10 paese europeo, non ultima l’Italia, si è ricominciato a pensare al feudalismo d’antico regime15. Quest’ultimo ha infatti una sua specificità, perché, dopo aver perso la dimensione politica cui accenna Tocqueville, ha dimenticato anche la dimensione vassallatico-militare (il patto fra guerrieri) e si è spesso confuso con la semplice signoria terriera, cioè con la detenzione di vasti latifondi sottoposti tradizionalmente a particolari condizioni giuridiche. Come sottolinea Renata Ago il feudo nell’età moderna è un complesso territoriale, cui sono legate alcune facoltà giurisdizionali, che vincolano gli abitanti al loro signore e li obbligano a rispettare una serie di oneri e di prestazioni16. Tale contesto determina la formazione di un sistema economico dotato di sue leggi, diverse da quelle del cosiddetto sistema capitalistico, e soprattutto di un sistema politico “fondato sull’esercizio del potere all’interno di un regime piramidale di deleghe della sovranità a partire dal vertice” e cioè dal sovrano. Qui rispunta il vecchio elemento vassallatico tradotto in catene di fedeltà e di “patronage”. 2. Un feudalesimo d’antico regime e d’oltreatlantico Potrebbe essere dunque il momento di riaffrontare questo tema, sia nelle sue linee generali, sia nel caso particolare delle colonie francesi d’oltre Atlantico. Per quanto riguarda il quadro generale nel 1998 Ruggiero Romano si chiedeva, a proposito étude comparative de la présence seigneuriale (France-Canada), XVIIe-XIXe siècles, “French Colonial History”, 5 (2004), pp. 7-24; Id., Marie-Catherine Peuvret. Veuve et seigneuresse en NouvelleFrance (1667-1739), Sillery, Septentrion, 2005; Id., Seigneurs campagnards de la Nouvelle France. Présence seigneuriale et sociabilité rurale dans la vallée du Saint-Laurent à l’époque préindustrielle, Rennes, PUR, 2007; vedi inoltre Le régime seigneurial au Québec 150 ans après, cit. 15 A. Musi, Il feudalesimo nell’Europa moderna, Bologna, Il Mulino, 2007. 16 R. Ago, La feudalità in età moderna, Roma-Bari, Laterza, 1997, p. 9. 11 dei temi storiografici scomparsi: “Cosa n’è della ‘feudalità’?”17. Il medesimo studioso cercava allora di recuperare la questione lavorando sui testi d’epoca e sulla comparazione fra vecchi e nuovi mondi: ricordava infatti a tutti noi come in entrambi lo sviluppo feudale si legasse a quello della frontiera18. Inoltre chiosava come Adam Smith vedesse soltanto l’Inghilterra e l’Olanda emergere dall’arretratezza feudale e suggeriva di ripartire da questa annotazione per comprendere l’evoluzione dell’Europa e delle sue colonie19. A proposito di queste ultime è necessario notare come il feudalesimo canadese sia ad un tempo ignoto in Italia e di notevole importanza nel successivo sviluppo di quelle contrade d’oltre Atlantico. La maggior parte delle terre della Nuova Francia è infatti assegnata in feudo per essere in seguito suddivisa in domaines signorili e censives (terre accensate) e tale conformazione è confermata dal vincitore britannico dopo la guerra dei Sette anni e sopravvive sino a metà Ottocento. Fanno eccezione pochissime terre allodiali attribuite durante il periodo francese e le concessioni in free and common soccage (cioè sottomesse soltanto a un canone d’affitto) accordate in quello britannico. I diritti feudali non sono completamente scomparsi neanche dopo la legge del 1854 votata per abolirli, tanto che censi e canoni sono percepiti in alcune località del Québec ancora un secolo dopo20. 17 R. Romano, Su alcuni grandi temi storiografici, “Belfagor”, LIII, 1 (1998), p. 45. 18 R. Romano, Ancora sul sistema feudale, “Annali Accademici Canadesi”, 7 (1991) pp. 5-19. 19 R. Romano, Le problème de la transition au féodalisme “at present” dans l’œuvre d’Adam Smith, “Revue Européenne des Sciences Sociales”, 106 (1996), pp. 17-24. 20 In questo volume daremo per scontata la conoscenza della storia del Canada, prima colonia francese, poi britannica, infine indipendente (il Dominion of Canada nasce nel 1867). Per maggiori indicazioni, anche bibliografiche: M. Sanfilippo, Europa e Ameri- 12