Il potere giudiziario negli Stati Uniti

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Il potere giudiziario negli Stati Uniti
Il potere giudiziario negli Stati Uniti
Ieri si è inaugurato l'anno giudiziario, la contrapposizione tra settori della magistratura e gran parte del
mondo politico è aspra e sfugge alle regole del dibattito democratico. Mi sembra opportuna a tal proposito
citare Alexis de Tocqueville che discutendo del potere giudiziario negli Stati Uniti, suggerisce alcune basilari
regole dello stato di diritto che da sole sono capaci di rispondere propriamente, sia ai magistrati più veementi
contro la classe politica, sia al nostro Ministro della Giustizia, che ieri ci ha, per l'ennesima volta, annunciato
le sue "riforme" sulla giustizia. Il nostro Ministro
"La prima caratteristica del potere giudiziario è di fungere da arbitro, ma perché abbia luogo un'azione da
parte dei tribunali occorre che sorga una denuncia; finché una legge non dà luogo ad una denuncia, il potere
giudiziario non se ne occupa. Quando un giudice, a proposito di un processo, si pronuncia su una legge ad
esso relativa, egli estende la sua sfera delle sue attribuzioni ma non le varca. Quando invece si pronuncia su
una legge senza prendere le mosse su un processo, egli esce completamente dalla sua sfera e penetra in
quella del potere legislativo.... Il giudice americano assomiglia in modo perfetto ai magistrati degli altri paesi,
eppure è investito di un immenso potere politico. Come avviene questo? La ragione sta nel fatto che gli
americani hanno riconosciuto ai giudici di basare le loro sentenze sulla costituzione più che sulle leggi. In
altri termini hanno permesso loro di non applicare quelle leggi che ritenessero incostituzionali."
Alexis de Tocqueville in "La democrazia in America" Ed. Euromeeting Italiana 2003