Piano di sicurezza
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Piano di sicurezza
INDICE 1. IDENTIFICAZIONE E DESCRIZIONE DELL'OPERA....................................................................2 1.1. ANAGRAFICA DEL CANTIERE................................................................................................ 2 1.2. DESCRIZIONE DELL’OPERA.................................................................................................. 2 1.2.1. Descrizione del contesto in cui è collocata l'area di cantiere.............................................2 1.2.2. Descrizione sintetica dell'opera, scelte progettuali, architettoniche, strutturali e tecnologiche................................................................................................................................ 3 2. SOGGETTI COINVOLTI.................................................................................................................. 3 3. RELAZIONE CONCERNENTE L'INDIVIDUAZIONE, L'ANALISI E LA VALUTAZIONE DEI RISCHI IN RIFERIMENTO ALL'AREA ED ALL'ORGANIZZAZIONE DELLO SPECIFICO CANTIERE, ALLE LAVORAZIONI INTERFERENTI ED AI RISCHI AGGIUNTIVI RISPETTO A QUELLI SPECIFICI PROPRI DELL'ATTIVITA'.............................................................................4 4. SCELTE PROGETTUALI ED ORGANIZZATIVE, LE PROCEDURE, LE MISURE PREVENTIVE E PROTETTIVE .......................................................................................................... 19 4.1. AREA DEL CANTIERE ............................................................................................................ 21 4.1.1. Caratteristiche dell' area del cantiere ................................................................................21 4.1.2. Fattori esterni che comportano rischi per il cantiere e relative contromisure ...................22 4.1.3. Rischi trasmessi all'area circostante derivanti dalle lavorazioni del cantiere e relative contromisure .............................................................................................................................. 22 4.2. ORGANIZZAZIONE DEL CANTIERE ......................................................................................24 4.3. LE LAVORAZIONI.................................................................................................................... 37 5. MISURE DI COORDINAMENTO RELATIVE ALL'USO COMUNE DI APPRESTAMENTI, ATTREZZATURE, INFRASTRUTTURE, MEZZI E SERVIZI DI PROTEZIONE COLLETTIVA...........40 6. LE MODALITÀ ORGANIZZATIVE DELLA COOPERAZIONE E DEL COORDINAMENTO, NONCHÉ DELLA RECIPROCA INFORMAZIONE, FRA I DATORI DI LAVORO E TRA QUESTI ED I LAVORATORI AUTONOMI;..........................................................................................41 7. ORGANIZZAZIONE SERVIZIO DI PRONTO SOCCORSO, ANTINCENDIO ED EVACUAZIONE 42 8. DURATA PREVISTA DELLE LAVORAZIONI ................................................................................44 9. STIMA COSTI ................................................................................................................................ 45 1 PREMESSA Da una stima effettuata per individuare l'entità dei lavori oggetto del presente piano è risultato che si avrà la presenza di più imprese per cui risulta necessario realizzare il Piano di sicurezza e coordinamento. LEGENDA Le abbreviazioni utilizzate nel presente documento ed in quelli collegati od allegati sono le seguenti: CSP COORDINATORE DELLA SICUREZZA IN FASE DI PROGETTAZIONE CSE COORDINATORE DELLA SICUREZZA IN FASE DI ESECUZIONE DTC DIRETTORE TECNICO DEL CANTIERE PER CONTO DELL'IMPRESA DL DIRETTORE DEI LAVORI PER CONTO DEL COMMITTENTE MC MEDICO COMPETENTE RSPP RESPONSABILE DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE RLS RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA PSC PIANO DI SICUREZZA E COORDINAMENTO POS PIANO OPERATIVO DI SICUREZZA DVR DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI 1. IDENTIFICAZIONE E DESCRIZIONE DELL'OPERA 1.1. ANAGRAFICA DEL CANTIERE Dati Cantiere Dati Presunti Cantiere: Lavori di “asfaltature varie” Inizio lavori presunto: Indirizzo:via del Commercio e via Monte Mori Fine Lavori Presunto: Comune: Castelgomberto Provincia:Vicenza Durata presunta: 30 gg Numero massimo in contemporanea di lavoratori: 8 Ammontare complessivo: € 90.000,00 di cui Euro 65.000,00 per lavori a base d'asta 1.2. DESCRIZIONE DELL’OPERA 1.2.1. Descrizione del contesto in cui è collocata l'area di cantiere Il cantiere in questione riguarda il risanamento dei piani viabili di tratti delle strade comunali di via del Commercio e via Monte Mori. Via del Commercio risulta essere area piana in zona artigianale e modestissima presenza di traffico. Via Monte Mori è una strada di collina a limitata larghezza. L'intervento dovrà essere pertanto coordinato con il Comune e gli uffici di Polizia Municipale per quanto agli orari di intervento e comunque dovrà salvaguardare la viabilità in caso di urgenze. 2 1.2.2. Descrizione sintetica dell'opera, scelte progettuali, architettoniche, strutturali e tecnologiche Le opere oggetto del presente Piano di Sicurezza riguardano i lavori di sistemazione di alcuni tratti di strade comunali da effettuarsi mediante parziali fresature, pulizia del piano viabile e dei cigli stradali, stesa con macchina vibrofinitrice di conglomerato bituminoso e cilindratura con rullo vibrante e realizzazione di nuova segnaletica orizzontale. In tal senso l’appalto si compone di 2 sole fasi, realizzazione nuova pavimentazione stradale e tracciamento segnaletica stradale, tra loro indipendenti e sfalsate temporalmente. 2. SOGGETTI COINVOLTI Committente – Comune di Castelgomberto Dati Soggetto: Comune di Castelgomberto – Piazza Marconi, 1 – 36070 Castelgomberto (VI) Telefono 0445 424411 Fax 0445 941577 Cellulare E – mail: [email protected] Responsabile dei lavori - ing. Lisa Collareda Dati Soggetto: Ing. Lisa Collareda Telefono 0445 424435 Fax 0445 941577 Cellulare 335 7306163 E – mail: [email protected] f Progettista – Ing. Davide Gonzato Dati Soggetto: Via Legione Antonini, 135/C . 36100 Vicenza Telefono: 0444 541869 Fax: 0444 541869 Cellulare E – mail: : [email protected] Coordinatore in fase di progettazione – Ing. Davide Gonzato Dati Soggetto: Via Legione Antonini, 135/C . 36100 Vicenza Telefono: 0444 541869 Fax: 0444 541869 Cellulare: E – mail: [email protected] Note Coordinatore in fase di esecuzione – Ing. Davide Gonzato Dati Soggetto: Telefono: Fax: Cellulare: E – mail: Note: 3 Impresa Esecutrice Ragione Sociale: Impresa Indirizzo: CAP: Città: PR: Telefono: Fax: e-Mail: P. IVA/CF Oggetto Appalto: 3. RELAZIONE CONCERNENTE L'INDIVIDUAZIONE, L'ANALISI E LA VALUTAZIONE DEI RISCHI IN RIFERIMENTO ALL'AREA ED ALL'ORGANIZZAZIONE DELLO SPECIFICO CANTIERE, ALLE LAVORAZIONI INTERFERENTI ED AI RISCHI AGGIUNTIVI RISPETTO A QUELLI SPECIFICI PROPRI DELL'ATTIVITA' Come precedentemente anticipato i lavori oggetto del presente appalto si compongono di 2 fasi di lavoro, la realizzazione della pavimentazione stradale e della segnaletica orizzontale. Le problematiche relative ai rischi ed alle maggiori criticità, sono state affrontate secondo il principio della eliminazione alla fonte dei rischi derivanti dalle attività da svolgere mediante scelte progettuali. In tal senso quindi le 2 macro fasi di cui sopra anche per motivi tecnici, saranno sfalsate da un punto di vista temporale di circa 10 gg. Conseguentemente in relazione alle scelte progettuali, il presente piano si rende necessario per: - la presenza non contemporanea ( sfasamento temporale) di due imprese (l’impresa addetta alla realizzazione dei piani bitumati e l’impresa addetta alla realizzazione della segnaletica orizzontale); - presenza non contemporanea (sfasamento spaziale) di due imprese che svolgono la medesima fase di lavoro. In questi tipi di appalto l’ipotesi che normalmente può verificarsi è il subappalto di parte dei lavori di asfaltatura. Come visto quindi già in fase progettuale ci si è coordinati affinché la presenza delle 2 imprese non produca rischi ulteriori a quelli relativi specifici di ogni attività lavorativa. In relazione a: – 4.1. area di cantiere; – 4.2. organizzazione del cantiere; – 4.3. alle lavorazioni nel successivo capitolo 4 verranno individuati ed analizzati i rischi interferenziali. I rischi propri relativi ad attrezzature e macchinari per le singole lavorazioni devono essere riportati ed analizzati viceversa nel P.O.S. In termini del tutto generali, il cantiere si prefigura come temporaneo con una progressione continua ad una velocità di poche centinaia di metri al giorno per quanto riguarda i lavori di rifacimento del piano viabile. Di fatto l’intervento su strada comunale si conclude in pochi giorni. Per questa sua particolarità, il cantiere temporaneo per interventi di bitumature ha caratteristiche proprie tipiche ed esclusive. Viceversa la fase di realizzazione segnaletica orizzontale è autonoma ed indipendente dalla fase di realizzazione dei nuovi piani bitumati e si configura come un cantiere mobile di cui all’art. 10 del D.M. 10 Luglio 2002. 4 1 - Movimentazione manuale di carichi Si intende con questa espressione il maneggio, la movimentazione e il sollevamento di oggetti pesanti più di 3 Kg (al di sotto il riflesso sulla salute è trascurabile). Fonti di pericolo Nelle opere di asfaltatura non sono pochi i passaggi in cui l’operatore deve procedere a queste azioni movimentando utensili o materie prime (emulsione bituminosa, sabbia, ecc.). Questo tipo di rischio, in genere assente nelle fasi di produzione, si presenta durante l’asfaltatura dei marciapiedi e delle strade (utilizzo di carriola e pala). Danni Una continua ed eccessiva movimentazione manuale di carichi può portare a danni alla salute del lavoratore, con tutta una serie di disturbi muscolo-scheletrici alla schiena. Si può andare da semplici sensazioni di fastidio ed intorpidimento, a dolori lievi e di media entità, fino a condizioni mediche più serie che richiedono periodi di assenza dal lavoro, trattamenti medici e ospedalizzazione. Si possono avere danni acuti come il cosiddetto “colpo della strega”, ma anche ernie del disco, soprattutto in soggetti predisposti, con compressione del nervo (es. sciatalgia). Il protrarsi di situazioni rischiose nel tempo può portare ad infiammazioni dei muscoli e dei tendini del dorso, dei dischi intervertebrali della colonna e delle articolazioni delle ginocchia e delle spalle. Occorre sottolineare anche che il lavoro all’aperto, tipico degli asfaltatori, può favorire l’insorgenza di tali patologie. Prevenzione La movimentazione manuale dei carichi deve essere ridotta al minimo, privilegiando l’uso di mezzi di sollevamento e di trasporto, e razionalizzata al fine di non richiedere un eccessivo sforzo fisico del personale addetto. I carichi da movimentare devono essere facilmente afferrabili e non devono presentare caratteristiche tali da provocare lesioni al corpo dell’operatore. Gli operai addetti devono essere in numero adeguato rispetto alle entità e caratteristiche del carico. In particolare il lavoratore, che deve indossare scarpe antinfortunistiche, non deve sollevare da solo pesi superiori ai limiti (CFR. All. XXIII Tu 81/08 e norma ISO 11228-1: Kg 25 per adulti di sesso maschile (20 per adolescenti), Kg 20 per adulti di sesso femminile (15 per adolescenti). Mentre si spinge la carriola, soprattutto in salita, il lavoratore deve evitare di inarcare la schiena all’indietro e fare invece leva sulle gambe, mantenendo il più possibile la schiena dritta. Il lavoratore che utilizza la pala deve prestare attenzione ad ampliare la base di appoggio degli arti inferiori (porre un piede più avanti, lungo la direzione del movimento), appoggiare il manico della pala sulla coscia, non usare pale con manico troppo lungo e non riempire eccessivamente la pala. 5 2 - Ambiente di lavoro: infortuni L’ambiente di lavoro, per le sue caratteristiche, può essere una ricca fonte di pericoli. Fonti di pericolo Le lavorazioni avvengono in parte in ambiente confinato nell’ambito dell’unità produttiva (cabina di controllo), in parte in ambiente esterno con esposizione a rischi di varia natura. In particolare costituiscono elementi di criticità la pavimentazione, le zone di passaggio, le aree di lavoro, i movimenti di mezzi e gli impianti elettrici. Inoltre una buona parte della giornata lavorativa è occupata da spostamenti sulla rete viaria. Danni Oltre alla situazione di investimento di pedoni da parte di mezzi d’opera (Vedere capitolo 4.2), la circostanza infortunistica legata all’ambiente di lavoro più frequente nel settore è quella di scivolamento o di caduta a livello. Altra eventualità infortunistica è legata alle cadute dall’alto che si possono presentare nelle fasi di stesa (salita/discesa da mezzi d’opera), ma soprattutto negli impianti di produzione. I danni possono essere anche molto gravi. Prevenzione In generale l’organizzazione del cantiere e la pulizia sono un’importante e fondamentale punto di partenza per attuare una riduzione dei rischi legati all’ambiente di lavoro. È fondamentale garantire che l’accesso al cantiere sia sicuro e regolamentato, i materiali siano immagazzinati in maniera sicura, vi siano adeguate disposizioni per raccogliere e disporre materiali di risulta e ci sia un’illuminazione sufficiente. Per gli incidenti della strada bisogna tenere un comportamento corretto alla guida. 6 3 - Ambiente di lavoro: microclima Il benessere termico di una persona si verifica in tutte quelle condizioni in cui l’organismo riesce a mantenere l’equilibrio termico (omeotermia) senza l’intervento del sistema di termoregolazione propria. Qualora le condizioni ambientali richiedano un intervento di compenso termoregolatorio ci si trova davanti ad un problema di microclima. Fonti di pericolo Le lavorazioni che si svolgono nell’unità produttiva prevedono la permanenza di un operatore in ambiente confinato, la cabina di controllo, che potrebbe portare a situazioni di discomfort. Tutte le operazioni di stesa del conglomerato bituminoso, che si svolgono in ambiente esterno comportano per i lavoratori l’esposizione all’azione diretta agli agenti atmosferici. Le lavorazioni di asfaltatura prevedono la vicinanza con fonti di calore (asfalto steso a 130-200°C) che, nelle stagioni più calde, possono aggravare la situazione microclimatica degli operatori Danni Si possono avere effetti sulla salute che vanno dal semplice discomfort a colpi di calore. Prevenzione Occorrerà provvedere a: • avere una cabina di controllo separata dall’impianto di produzione vero e proprio, progettata ergonomicamente e dotata di impianto di condizionamento o climatizzazione inserito nel contesto in maniera corretta, • assicurare un adeguato apporto di acqua e sali minerali in estate, • assicurare idoneo abbigliamento per la stagione estiva e per quella invernale. 7 4 - Ambiente di lavoro: polveri Durante le operazioni di asfaltatura, che si svolgono in ambiente esterno, è possibile che i lavoratori siano esposti ad un ambiente polveroso. Fonti di pericolo Polverosità dell’aria si può presentare soprattutto negli impianti di produzione sia durante il carico degli inerti nelle tramogge, sia per dispersioni accidentali di filler dalle tubazioni di raccordo (soprattutto durante le operazioni di riempimento del silos). I livelli di concentrazione maggiore si rilevano però nelle fasi di fresatura del manto stradale da sostituire. Danni Un ambiente polveroso può portare ad irritazione delle congiuntive e delle mucose respiratorie, con conseguenze acute e croniche a carico dell’apparato respiratorio (tosse, difficoltà respiratoria, ecc.). Prevenzione I risultati di campagne di monitoraggio ambientale effettuate su asfaltatori (anche nell’ambito dello studio PPTP-POPA), mostrano che i livelli di esposizione a polveri sono bassi nelle fasi di stesa. In presenza di ambienti di lavoro chiusi (gallerie, ecc.), tuttavia, occorrerà provvedere ad un eventuale utilizzo di opportuni sistemi di estrazione (aspirazione) oppure di diluizione dell’aria (ventilazione forzata). In situazioni di accumulo degli inquinanti nell’aria il personale addetto deve fare uso di mascherine. 8 5 - Ambiente di lavoro: agenti biologici Per agente biologico si intende qualsiasi micro-organismo, coltura cellulare ed endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie o intossicazioni. Fonti di pericolo Durante le operazioni di asfaltatura e di produzione, che si svolgono in ambiente esterno, è possibile che i lavoratori siano esposti ad agenti biologici. Il rischio di contagio, che esiste per tutta la popolazione generale (rischio generico), risulta di maggiore entità per la natura stessa delle lavorazioni e per la frequenza di esposizione (rischio generico aggravato). Danni In particolare riveste importanza, per la gravità degli effetti sulla salute, il possibile contatto con Clostridium Tetani: le possibilità di infezione dipendono dalla penetrazione attraverso tagli o abrasioni. La esotossina prodotta dal Clostridium Tetani (tetanospasmina) è responsabile del tetano, una tossinfezione acuta caratterizzata da contrazione della muscolatura volontaria generalizzata o localizzata. Prevenzione I lavoratori addetti ad opere di asfaltatura, nel rispetto della normativa italiana, devono sottoporsi a profilassi basata su vaccinazione con tossoide tetanico e periodico richiamo, con abbattimento del rischio di tetano. In generale occorre disinfettare ogni ferita e coprirla quando si deve maneggiare terreno o acqua che possono essere contaminati e rispettare le normali regole di igiene della persona (soprattutto prima di mangiare). 9 6 - Ambiente di lavoro: radiazione solare ultravioletta I raggi ultravioletti di origine solare non sono arrestati dall’atmosfera (UVB e UVA) e possono giungere all’uomo che si espone al sole. Fonti di pericolo Le operazioni di stesa dell’asfalto su strade e marciapiedi ed alcune fasi della produzione si svolgono in ambiente esterno con esposizione al sole. Il rischio, che esiste per tutta la popolazione generale (rischio generico), risulta di maggiore entità per la frequenza di esposizione (rischio generico aggravato). Danni Per quanto riguarda gli effetti sulla salute con manifestazione acuta, in particolare se la pelle non è già abbronzata, si ha la comparsa dell’eritema solare (arrossamento della cute spesso accompagnato da bruciore e gonfiore). Se l’esposizione è stata particolarmente intensa si può avere anche la comparsa di vescicole o bolle seguite da erosioni (ustioni solari). L’organismo umano è dotato di una protezione naturale che limita questo rischio: l’abbronzatura. I soggetti più a rischio sono quelli di carnagione chiara con lentiggini e capelli biondo-rosso, meno dotati dei sistemi di protezione naturali. Un’esposizione protratta nel tempo a raggi solari è responsabile di fotoinvecchiamento (aumento di spessore, secchezza e rugosità, riduzione di elasticità, comparsa di macchie e lesioni), e della carcinogenesi cutanea. I tumori della pelle più comuni sono gli epiteliomi spinocellulari (o squamocellulari), gli epiteliomi basocellulari ed i melanomi. Prevenzione Gli obiettivi da perseguire l’esposizione ai raggi devono ultravioletti essere ed ridurre evitare le esposizioni intense ed intermittenti causa di scottature. Importante è ricordare che la radiazione ultravioletta non trasmette calore: in particolare vento e nuvole possono indurre a ritenere inverosimile il rischio di eritemi e ustioni solari. Per quanto riguarda la protezione personale l’attenzione va posta sull’utilizzo di prodotti antisolari e di idoneo vestiario: cappello a tesa larga, maglia a maniche lunghe, pantaloni lunghi, occhiali da sole con protezione da UV certificata. 10 7 - Agenti chimici Si parla di “rischio chimico”, quando l’attività lavorativa porta gli operatori a venire a contatto (attraverso la pelle, la bocca, l’apparato respiratorio) con sostanze chimiche pericolose per la salute o la sicurezza. Fonti di pericolo Durante le opere di asfaltatura, sia nelle fasi di produzione sia durante le lavorazioni di stesa del conglomerato bituminoso, i lavoratori possono venire in contatto con agenti chimici che trasportano e manipolano (asfalto, bitume), o si liberano durante la lavorazione (Idrocarburi Policiclici Aromatici). L’esposizione a sostanze chimiche può avvenire anche per la presenza dei fumi diesel dei mezzi d’opera (Idrocarburi Policiclici Aromatici, ecc.). Nelle fasi di stoccaggio del bitume caldo è possibile la formazione di Idrogeno solforato. L’esposizione ad agenti chimici può avvenire anche in occasione delle operazioni di manutenzione di attrezzi e mezzi d’opera, dove vengono in genere utilizzati quantitativi limitati di olii lubrificanti e per comandi oleodinamici (olii idraulici). Danni L’attenzione viene rivolta soprattutto verso gli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), che sono presenti nelle materie prime (asfalto, emulsione bituminosa), ma anche nei fumi di scarico diesel provenienti dai mezzi d’opera. Dal punto di vista tossicologico, al di là di effetti irritanti su mucose e congiuntive evidenti per alte esposizioni, di sicuro rilievo è il potenziale cancerogeno per cute e apparato respiratorio riconosciuto ad alcuni IPA. Al proposito occorre sottolineare che l’asfalto (o conglomerato bituminoso) non è classificato pericoloso ai sensi dell’attuale legislazione dell’Unione Europea, che ha riconosciuto la notevole diversità tra bitume e catrame anche in merito al contenuto di sostanze cancerogene (i fumi provenienti da bitume di petrolio contengono circa il 99% di composti alifatici e l’ 1% di composti aromatici, mentre i fumi di catrame, non utilizzato in Italia, contengono circa il 90% di composti aromatici). La problematica infortunistica legata agli agenti chimici si può presentare in tutto il ciclo lavorativo, poiché l’asfalto è commercializzato e steso a temperature comprese tra 140 e 260 °C: getti e schizzi possono portare ad ustioni anche gravi. Nel caso di formazione di Idrogeno solforato, evenienza alquanto rara ma possibile, gli effetti sulla salute possono essere molto importanti (da disturbi respiratori fino alla morte). I prodotti usati per la manutenzione non contengono componenti in concentrazioni tali da configurare elementi di particolare pericolo e non portano a danni se utilizzati secondo le indicazioni fornite dal produttore. Prevenzione I risultati di campagne di monitoraggio ambientale e biologico effettuate su asfaltatori (anche nell’ambito dello studio PPTP-POPA), mostrano che i livelli di esposizione ad IPA non si discostano da quelli riscontrabili per la popolazione generale di un’area metropolitana. Nelle normali condizioni di lavoro all’aperto, dunque, il rischio per la salute legato all’esposizione ad IPA (fumi di bitume e fumi diesel) nelle opere di asfaltatura risulta essere irrilevante. In presenza di ambienti di lavoro chiusi (gallerie, ecc.), tuttavia, occorrerà provvedere ad un eventuale utilizzo di opportuni sistemi di estrazione (aspirazione) oppure di diluizione dell’aria (ventilazione forzata). In situazioni di accumulo degli inquinanti nell’aria il personale addetto deve fare uso di mascherine con filtro in carbone attivo. 11 Per prevenire le conseguenze per la salute di getti e schizzi di materiale ad elevate temperature (ustioni), tutti i lavoratori devono essere equipaggiati e fare uso d’abbigliamento e dispositivi di protezione individuale (DPI) idonei: tute da lavoro complete, oppure pantaloni lunghi con maglietta o camicia a maniche lunghe, calzature antinfortunistiche con suola antiscivolo e anticalore, guanti resistenti alla temperatura d’utilizzo dei prodotti. Nelle operazioni di asfaltatura di marciapiede si deve evitare il completo riempimento delle carriole per il trasporto del colato. Per quanto riguarda gli imbrattamenti conseguenti alla stesa del primer nelle opere di asfaltatura di strade, il rischio può essere praticamente eliminato utilizzando erogatori a spruzzo automatici montati su mezzo d’opera, mentre se l’applicazione avviene manualmente è necessario proteggere il lavoratore con tuta monouso, occhiali con protezione anche laterale, mascherina, guanti, scarpe antinfortunistiche con suola antiscivolo. Per quanto riguarda le intossicazioni da idrogeno solforato, possibili nelle fasi di produzione o stoccaggio del bitume caldo, occorre, pur trattandosi di eventi a scarsa probabilità di accadimento, prestare cautela in caso di apertura dei passi d’uomo di serbatoi di bitume, assicurando un’idonea ventilazione o aspirazione. Nelle operazioni di manutenzione il lavoratore addetto deve proteggersi in particolare con guanti e scarpe antinfortunistiche. 12 8 - Utilizzo di macchine: infortuni L’utilizzo inappropriato di attrezzature e mezzi d’opera può portare il lavoratore ad andare incontro ad infortuni. La problematica infortunistica legata all’utilizzo di macchine è di primaria importanza in tutto il ciclo lavorativo, dalla produzione del conglomerato alla sua stesa su strade o marciapiedi. Fonti di pericolo Sia negli impianti di produzione che nei cantieri mobili di asfaltatura il rischio di infortunio è legato soprattutto all’utilizzo di macchine a corpo rotante, macchine a piani mobili o con nastro trasportatore. Particolari fonti di pericolo si possono rendere evidenti in occasione delle operazioni di manutenzione, durante le quali vengono utilizzati una serie di attrezzi, più o meno semplici, anche con organi in movimento o alimentati elettricamente. Nel quadro complessivo non è da dimenticare che, per quanto riguarda le operazioni di stesa del conglomerato bituminoso, una buona parte della giornata lavorativa è occupata da spostamenti sulla rete viaria alla guida di mezzi pesanti. Danni Le lesioni derivano sia da taglio che da contusioni e quindi risultano ferite, amputazioni, emorragie e fratture. Sono possibili anche infortuni di grande entità con esiti mortali. Prevenzione In generale la prevenzione dei rischi connessi all’utilizzo di macchine può avere un buon successo se vengono forniti alla manovalanza attrezzi e mezzi d’opera che rispettino la normativa della Comunità Europea (marcatura “CE”) e che siano sottoposti a regolare manutenzione. 13 Il lavoratore deve: • utilizzare le attrezzature di lavoro secondo le informazioni ricevute dal datore di lavoro, • partecipare attivamente agli eventuali programmi di formazione organizzati dal datore di lavoro, • non rimuovere i sistemi di protezione della macchina, • non compiere di propria iniziativa operazioni o manovre che non sono di sua competenza o che possono compromettere la sicurezza propria o di altri lavoratori, • segnalare al datore di lavoro, al dirigente o al preposto qualsiasi difetto riscontrato nelle attrezzature di lavoro. Tutti gli operatori devono, infatti, venire formati ed addestrati nella conduzione delle macchine cui sono addetti ed avere a disposizione il relativo manuale in cui sono elencate le istruzioni per la messa a punto, il funzionamento e la manutenzione in sicurezza. Di particolare importanza è concordare e stabilire le procedure da seguire circa il comportamento da tenere in caso di guasto del macchinario. Per la prevenzione degli incidenti tra automezzi e pedoni i mezzi devono essere dotati di sistemi visivi e acustici appropriati per la segnalazione dei movimenti, anche in situazioni di scarsa visibilità del conducente. Per evitare il rischio di rimanere vittime di incidenti stradali causati dai veicoli di passaggio in prossimità del cantiere di stesa è sicuramente da preferire la chiusura al traffico della zona di lavoro; qualora non fosse possibile si rendono necessari opportuni mezzi di separazione dal traffico veicolare e l’utilizzo di indumenti ad elevata visibilità per i lavoratori. Per la prevenzione degli incidenti della strada che coinvolgono i lavoratori alla guida di mezzi pesanti sulla normale rete viaria, molto importante è tenere nella dovuta considerazione i fattori umani nella attribuzione degli incarichi (esperienza di guida, inclinazione al rischio, assunzione di alcolici o sostanze stupefacenti, la condizione fisica, percezione del pericolo, decisione pericolosa, reazione pericolosa, ecc.). 14 9 - Utilizzo di macchine: rumore Si identifica con il termine “rumore” qualsiasi fenomeno acustico irregolare, non musicale, sgradevole, nocivo. Il rumore è misurato in decibel e deve essere valutato con specifiche rilevazioni dal datore di lavoro. Fonti di pericolo Le macchine e gli utensili utilizzati nelle opere di asfaltatura sono fonti di esposizione ad inquinamento sonoro di diversa entità. Quelle più rumorose sono la vibrofinitrice, la “talpa” o “rana” ed il rullo compattatore. L’esposizione quotidiana dei lavoratori (Lep,d), risulta nella maggior parte dei casi compresa tra 80 e 90 dB(A). Danni L’esposizione protratta nel tempo a rumori elevati durante l’attività lavorativa può provocare danni irreversibili all’udito con sordità più o meno grave. Le prime alterazioni uditive permanenti si manifestano con una perdita uditiva per i suoni acuti che, con l’aggravarsi della lesione, si estende progressivamente a interessare anche le frequenze vicine. L’alterazione percettiva coinvolge entrambe gli orecchi ed è irreversibile; talvolta si accompagna ad acufeni (“fischi”) e fenomeni di distorsione dei suoni percepiti (recruitment). Indipendentemente dall’esposizione al rumore, con l’avanzamento dell’età si verifica un progressivo decadimento dell’udito (presbiacusia) che si può associare all’ipoacusia da rumore. Si ritiene che l’esposizione giornaliera tollerabile dalla maggior parte dei soggetti senza danni all’udito corrisponda a 85 dB(A). Il rumore, inoltre, determina un calo di attenzione, causa indiretta di infortuni. Prevenzione Una buona prevenzione passa attraverso l’indagine preliminare sulla rumorosità delle macchine aziendali, l’adeguamento al progresso tecnico con l’adozione di macchine sempre meno rumorose ed il rinnovamento delle parti meccaniche usurate. Importante è anche conoscere la propria condizione uditiva e sottoporsi alle visite periodiche di controllo dell’apparato acustico stabilite dal medico competente. Il datore di lavoro valuta l'esposizione dei lavoratori al rumore presente, in considerazione dei valori limite di esposizione e dei valori di azione di cui all'art. 189 del T.U. D.lgs 81/08 garantendo le misure di protezione necessarie. Nel caso in cui non si riesca ad abbattere il rumore alla sorgente occorre adoperare i dispositivi di protezione individuale (cuffie, tappi auricolari, ecc.). In particolare è consigliabile l’utilizzo di cuffie per la mansione di addetto alla vibrofinitrice, soprattutto per il personale che gestisce la “piastra”. 15 10 - Utilizzo di macchine: scuotimenti Con il termine “scuotimenti” si intendono le vibrazioni che coinvolgono tutto il corpo (“whole body vibration”, WBV). Fonti di pericolo Nelle attività di asfaltatura il rischio da esposizione a scuotimenti si può presentare fondamentalmente durante la conduzione di mezzi di trasporto e di mezzi d’opera. Tuttavia anche nelle fasi di produzione del conglomerato bituminoso, sono riscontrabili alcuni impianti “compatti”, soprattutto per la produzione di colato, che espongono il lavoratore a scuotimenti consistenti. Danni Sebbene non siano ancora presenti in letteratura dati sufficientemente evidenti, spesso viene segnalata negli esposti a scuotimenti una patologia dolorosa a carico del rachide dorsolombare, caratterizzata da dolori paravertebrali e lomosciatalgici. Prevenzione Molto può essere fatto con un’opportuna scelta delle caratteristiche del mezzo in fase di acquisto: l’accorgimento più efficace in questo senso è la presenza di sedili di guida dotati di sistemi di ammortizzamento idonei. Non meno importanti sono poi gli interventi di manutenzione, che devono riguardare soprattutto le sospensioni e la gommatura dei mezzi. 16 11- Utilizzo di macchine: vibrazioni Gli strumenti vibranti sono utensili meccanici che, una volta azionati, hanno in comune la caratteristica di sviluppare una serie di vibrazioni che si possono trasmettere ai segmenti corporei dei lavoratori che li impiegano. Fonti di pericolo In alcune fasi lavorative specifiche possono essere utilizzati alcuni strumenti vibranti (“talpa”, martello pneumatico, trapani elettrici). Si tratta per lo più di utensili a movimento percussorio o misto rotatorio-percussorio, che possono sviluppare da 500 a 5000 colpi/minuto con un’ampiezza di spostamento da pochi millimetri a qualche centimetro. Danni Legati all’utilizzo prolungato di strumenti vibranti sono alcune patologie quali: • sindrome di Raynaud (angiopatia o sindrome del dito bianco), caratterizzata dalla progressiva comparsa di episodi di pallore a carico delle dita della mano, • artropatia cronica a carico di spalle, gomiti e polsi, • alterazioni muscolotendinee, • interessamento del sistema nervoso periferico (sindrome da vibrazione mano-braccio). Prevenzione L’adozione di macchine ed attrezzature dotate di idonei sistemi per l’attenuazione delle vibrazioni sono il mezzo sicuramente più efficace per abbattere il rischio per la salute connesso alle vibrazioni. Ai fini preventivi appare comunque utile prestare attenzione agli aspetti organizzativi del lavoro, prevedendo opportune pause di recupero e l’eventuale rotazione dei lavoratori. 17 12 - movimentazione di carichi con macchine Durante numerosi passaggi delle lavorazioni, sia nella produzione sia nella stesa dell’asfalto, è richiesta la movimentazione di carichi mediante l’ausilio di mezzi d’opera. Fonti di pericolo Nelle fasi di produzione e stesa i lavoratori movimentano carichi con pale, scavatrici, camion a cassone ribaltabile. Inoltre è possibile che la movimentazione di carichi venga eseguita, rappresentando un ulteriore fonte di pericolo per gli asfaltatori, anche da altre aziende in caso di lavorazioni concomitanti, all’interno di un cantiere articolato. I carichi sospesi sono caratterizzati da un’elevata pericolosità intrinseca: occorre molta attenzione in chi manovra, ma anche da parte di chi lavora o passa nel raggio di azione. Danni La movimentazione di carichi mediante ausilio meccanico si rivela uno dei fattori di rischio infortunistico più rilevanti, che si possono presentare nelle opere di asfaltatura, con possibilità di cadute di gravi dall’alto o urti di lavoratori e conseguente schiacciamento. Prevenzione In generale occorre molta attenzione da parte di chi manovra i mezzi di sollevamento, ma anche da parte di chi lavora o passa nel raggio di azione: i lavoratori non direttamente coinvolti nelle operazioni di sollevamento devono essere invitati a restare al di fuori del raggio di azione del mezzo d’opera, mentre per gli altri è indicato l’uso del caschetto. 18 4. SCELTE PROGETTUALI ED ORGANIZZATIVE, LE PROCEDURE, LE MISURE PREVENTIVE E PROTETTIVE A quanto detto in termini generali nella relazione di cui al precedente paragrafo, segue in questo capitolo una dettagliata analisi dei rischi da interferenza legati a: – 4.1. area di cantiere; – 4.2. organizzazione del cantiere; – 4.3. alle lavorazioni e le relative scelte progettuali ed organizzative, le procedure, le misure preventive e protettive richieste per eliminare o ridurre al minimo i rischi di lavoro e le misure di coordinamento atte a realizzare quanto previsto. Per quanto non esplicitamente riportato nei paragrafi successivi in termini di fattore di rischio individuato, si intende che in fase progettuale suddetto fattore non è stato riscontrato. Ciò non toglie che qualora in fase esecutiva venisse individuato uno dei fattori di rischio in tabella sotto riportati e non analizzato in questa sede, sarà onere del coordinatore della sicurezza in fase esecutiva procedere all’analisi di suddetto fattore ed impartire le necessarie misure di prevenzione e protezione. Per i tre paragrafi che seguono, lo schema di analisi sarà il medesimo: in relazione agli elementi essenziali ai fini dell'analisi dei rischi di cui all’Allegato XV.2 del D.Lgs. 163/06 (fattori di rischio) si procederà alla valutazione della presenza o meno del fattore di rischio, l’eventuale successiva analisi delle procedure, misure preventive e protettive richieste per eliminare o ridurre al minimo i rischi di lavoro e le misure di coordinamento atte a realizzare quanto previsto. Elementi essenziali ai fini dell'analisi dei rischi di cui all’Allegato XV.2 del D.Lgs. 163/06 Falde manufatti interferenti o fossati infrastrutture quali alvei fluviali edifici con particolare banchine portuali linee aeree e alberi altri cantieri o sui quali intervenire strade, ferrovie, esigenze di tutela quali condutture sotterranee insediamenti produttivi idrovie, aeroporti; scuole, ospedali, case di servizi rumore gas di riposo, abitazioni polveri odori o altri inquinanti fibre caduta di materiali aerodispersi dall'alto viabilità vapori fumi La valutazione del rischio: Sono state individuate scale qualitative circa l'attenzione da porre nei provvedimenti da assumere, formulate in base alla definizione del valore di probabilità (P), alla definizione del valore di gravità del danno (D), ed alla conseguente identificazione del rischio R valutato con l’algoritmo: R=PxD 19 In particolare per meglio esplicitare il concetto poco sopra espresso si fa riferimento alle sotto riportate indicazioni: Definizione del valore di Probabilità (P) Valore di Probabilità Definizione 1 Improbabile • Poco probabile • • • 2 Interpretazione della definizione • • • • • • Il suo verificarsi richiederebbe la concomitanza di più eventi poco probabili. Non si sono mai verificati fatti analoghi Il suo verificarsi susciterebbe incredulità Il suo verificarsi richiederebbe circostanze non comuni e di poca probabilità Si sono verificati pochi fatti analoghi Il suo verificarsi susciterebbe modesta sorpresa Si sono verificati altri fatti analoghi Il suo verificarsi susciterebbe modesta sorpresa Si sono verificati altri fatti analoghi Il suo verificarsi è praticamente dato per scontato. 3 Probabile 4 Molto probabile Valore di Danno Definizione Interpretazione della definizione 1 Lieve 2 Medio 3 Grave 4 Molto Grave Infortunio o episodio di esposizione acuta con inabilità rapidamente reversibile Esposizione cronica con effetti rapidamente reversibili Infortunio o episodio di esposizione acuta con inabilità reversibile e comunque inferiore a 30 giorni Esposizione cronica con effetti reversibili Infortunio o episodio di esposizione acuta con effetti di invalidità parziale Esposizione cronica con effetti irreversibili e/o parzialmente invalidanti Infortunio o episodio di esposizione acuta con effetti letali o di invalidità totale Esposizione cronica con effetti letali e/o totalmente invalidanti Definizione del valore di gravità del Danno (D) Definiti danno e probabilità, il Rischio R è raffigurabile con una rappresentazione matriciale del tipo: P 4 4 8 12 16 3 3 6 9 12 2 2 4 6 8 1 1 2 3 4 X 1 2 3 4 D R>8 Massimo controllo a tutti i livelli con riunioni - formazione e procedure preventive specifiche 4 <= R >= 8 Massimo controllo a tutti i livelli con formazione e procedure preventive specifiche 2 <= R >= 3 Controllo dettagliato programmazione R=1 Controllo di routine 20 4.1. AREA DEL CANTIERE Per gli interventi di manutenzione del piano viabile: il cantiere è temporaneo e di tipo fisso e circoscrive l'area interessata dai lavori ossia la specifica strada comunale oggetto dell’intervento e variabile nel corso dei lavori. Per gli interventi di rifacimento della segnaletica orizzontale: il cantiere è temporaneo di tipo mobile. A seguire si procederà all’analisi dei rischi interferenziali secondo lo schema previsto dall’Allegato XV al D.Lgs. 81/08 legati: - alle Caratteristiche proprie dell’area di cantiere; - all’eventuale presenza di fattori esterni che comportano rischio per il cantiere; - ai rischi che le lavorazioni di cantiere possono comportare per l’area circostante. Per la tipologia di appalto si specifica che a seguire si intenderà per: Area di cantiere: la porzione di sede stradale compresa fra due sezioni specifiche comprensiva di carreggiata, banchine e cigli inerbiti. Area di lavoro: la porzione di area di cantiere in cui si stanno svolgendo le lavorazioni previste da contratto. 4.1.1. Caratteristiche dell' area del cantiere Il presente paragrafo analizza quelli che sono i rischi intrinseci all’area di cantiere. In questo caso cioè dobbiamo considerare quale area di cantiere la sede stradale delimitata a monte e a valle come successivamente indicato, dalla necessaria segnaletica stradale. Ossia l’area di cantiere si riduce di fatto ad un tratto di strada compreso fra 2 sezioni; ossia vengono in parte a mancare per questa tipologia di cantiere le caratteristiche principali dei cantiere temporanei di tipo fisso mentre viceversa emergono aspetti e problematiche molto più simile ai cantieri di tipo mobile. 1. FONTE DI RISCHIO: fossati – in adiacenza alla strada comunale oggetto di intervento possono essere presenti fossati, rogge o canali di irrigazione. - - Rischio: caduta dell’operatore a piedi o su macchina operatrice. Probabilità Gravità Rischio 1 1 1 SCELTE PROGETTUALI e ORGANIZZATIVE: non vi è stata la necessità di definire scelte progettuali e organizzative con relative misure di coordinamento. - PROCEDURE E PRESCRIZIONI OPERATIVE: il ciglio inerbito oltre la sede bitumata di strada è variabile.In tal senso: l’operatore impiegato a terra nelle diversi fasi di lavoro, all’interno dell’area di cantiere dovrà muoversi lungo le banchine pavimentate o qualora presenti, sugli adiacenti percorsi pedonali. Durante la fase di preparazione del cantiere agli interventi di bitumatura, viene svolta un’attività di cigliatura: messa in sagoma, sfalcio e pulizia del ciglio stradale. In questa prima fase l’impresa dovrà verificare la larghezza effettiva del ciglio stradale e la sua stabilità: qualora si renda necessario percorrere o sostare lungo il ciglio stesso inerbito fiancheggiante un fossato o roggia demaniale o canale di irriguo, l’operatore dovrà rimanere entro l’area precedentemente posta in sagoma e sfalciata. 2. FONTE DI RISCHIO: viabilità –durante le lavorazioni la circolazione stradale rimane aperta al traffico: i veicoli, disciplinati normalmente a senso unico alternato attraversano l’area di cantiere occupando la corsia aperta al traffico. In questa sede ci riferiamo alla viabilità interna di cantiere ossia al movimento dei mezzi nella porzione di sede stradale oggetto di lavorazione. - Rischio: investimento. Probabilità Gravità Rischio 2 2 4 21 - SCELTE PROGETTUALI e ORGANIZZATIVE: non vi è stata la necessità di definire scelte progettuali e organizzative con relative misure di coordinamento. - PROCEDURE E PRESCRIZIONI OPERATIVE: tutti gli operatori dovranno indossare indumenti ad alta visibilità. I mezzi in ingresso alla porzione di cantiere interessato dai lavori dovranno essere sempre coadiuvati da personale a terra. La ditta dovrà verificare all’inizio delle attività il corretto funzionamento dei dispositivi di segnalamento acustico dei mezzi. Dovrà essere posta in opera l’adeguata segnaletica prevista dal presente piano al paragrafo 4.2 nel rispetto delle procedure di cui al Decreto Interministeriale 04.03.2013 che disciplina l’attività di posa in opera della segnaletica stradale. 3. FONTE DI RISCHIO: Linee aeree: – il progetto non prevede spostamenti sottoservizi e linee aeree. In affiancamento alla sede stradale lungo il ciglio inerbito o su scarpata stradale possono però trovarsi i sostegni alle linee aeree dei servizi di enti diversi. - - Rischio: urto e conseguente abbattimento del sostegno verticale Probabilità Gravità Rischio 1 1 1 SCELTE PROGETTUALI e ORGANIZZATIVE: non vi è stata la necessità di definire scelte progettuali e organizzative con relative misure di coordinamento. - PROCEDURE E PRESCRIZIONI OPERATIVE: I mezzi in manovra nella porzione di cantiere interessato dai lavori dovranno essere sempre essere coadiuvati da personale a terra. 4.1.2. 4. Fattori esterni che comportano rischi per il cantiere e relative contromisure FONTE DI RISCHIO: viabilità –gli interventi o riguardano una porzione di sede stradale aperta al traffico - - RISCHIO: investimento. Probabilità Gravità Rischio 3 3 9 SCELTE PROGETTUALI e ORGANIZZATIVE: durante le fasi di lavoro è prevista la regolamentazione e disciplina del traffico a senso unico alternato. - PROCEDURE E PRESCRIZIONI OPERATIVE: prima dell’inizio lavori l’impresa dovrà consegnare al Direttore Lavori ed al Coordinatore della Sicurezza in fase esecutiva il cronoprogramma lavori aggiornato con la programmazione temporale degli interventi distinto per strada concordata preventivamente con la D.L.. Fissato il cronoprogramma l’impresa dovrà richiedere ordinanza di regolamentazione del traffico a senso unico alternato regolamentato da movieri o impianto semaforico. - IN VIA ECCEZIONALE E PREVIA AUTORIZZAZIONE DELLA COMMITTENTE POTRA' PROVVEDERSI ALLA CHIUSURA TOTALE DELLA STRADA DI VIA MONTE MORI IN ALCUNE FASCE ORARIE CONCORDATE Dovrà essere posta in opera l’adeguata segnaletica prevista dal presente Piano al paragrafo 4.2 nel rispetto delle procedure di cui al Decreto Interministeriale 04.03.2013 che disciplina l’attività di posa in opera della segnaletica stradale. Tutti gli operatori dovranno essere muniti di indumenti ad alta visibilità. 4.1.3. Rischi trasmessi all'area circostante derivanti dalle lavorazioni del cantiere e relative contromisure 5. FONTE DI RISCHIO: viabilità –gli interventi riguardano una porzione di sede stradale aperta al traffico. Nel caso di cantiere temporaneo di tipo fisso, fase di rifacimento pavimentazione, il cantiere si caratterizza 22 dalla presenza di macchine operatrici in movimento e dall’ingresso e uscita mezzi di fornitura materiale. Nel caso viceversa di cantiere temporaneo di tipo mobile, esecuzione di segnaletica orizzontale, vi saranno mezzi e personale in lento e continuo movimento lungo un tratto di carreggiata stradale. - - RISCHIO: investimento, urti con veicoli e pedoni Probabilità Gravità Rischio 2 3 6 SCELTE PROGETTUALI e ORGANIZZATIVE: durante le fasi di lavoro è prevista la regolamentazione e disciplina del traffico a senso unico alternato. - PROCEDURE E PRESCRIZIONI OPERATIVE: Tutti gli operatori dovranno essere muniti di indumenti ad alta visibilità. Tutti i veicoli, macchine operatrici, attrezzatura semovente dovranno rispettare le prescrizioni di Codice della Strada durante tutte le fasi del lavoro. Dovrà essere posta in opera l’adeguata segnaletica prevista dal presente Piano al paragrafo 4.2 nel rispetto delle procedure di cui al Decreto Interministeriale 04.03.2013 che disciplina l’attività di posa in opera della segnaletica stradale. Nello specifico: cantiere temporaneo di tipo fisso: ingresso e uscita dall’area di lavoro dei mezzi, quali quelli di fornitura, e lo spostamento dei mezzi d’opera non legato all’esecuzione dei lavori dovrà sempre essere coadiuvato da personale a terra. Mai in nessun caso i mezzi di cantiere dovranno invadere la corsia di marcia aperta al traffico se non coadiuvati da personale a terra che dovrà prima di provvedere ad arrestare il traffico veicolare sulla corsia aperta al traffico. cantiere temporaneo di tipo mobile: qualora il cantiere interessi una corsia di marcia, personale a terra e mezzi dovranno rispettare il Codice della Strada; ossia il cantiere dovrà muoversi conformemente nella direzione di marcia prestabilita per la corsia oggetto di intervento. Le fasi di sosta, fermata, inversione di marcia di mezzi e personale sarà sempre coadiuvata da personale a terra, movieri. In caso di sosta o fermata dei mezzi, questa dovrà avvenire lungo piazzole di sosta, parcheggi e comunque fuori dalla sede stradale. Nel caso in cui i lavori interessino un’intersezione, l’addetto all’esecuzione dei lavori a terra o mezzo operativo, ad esempio al tracciamento della segnaletica, dovrà essere coadiuvato da moviere conformemente allo schema “Tavola 62” DM 10 Luglio 2002 allegato in seguito al presente piano. 6. FONTE DI RISCHIO: macchine operatrici - - Rischio: polveri, proiezione di materiale. Probabilità Gravità Rischio 2 1 2 SCELTE PROGETTUALI e ORGANIZZATIVE: è fatto obbligo già in fase progettuale (Obblighi dell’Appaltatore – Capitolato Speciale d’Appalto) di Pulizia del piano viabile. Il piano viabile dovrà risultare al termine di ogni operazione di impianto, o di manutenzione, assolutamente sgombro da rifiuti e residui di lavorazione in genere - PROCEDURE E PRESCRIZIONI OPERATIVE: l’eventuale presenza di residui di lavorazione quali inerti, terra, conglomerato bituminoso dovrà essere asportata dal piano viabile con spazzolatura a fondo e, ove occorra, con lavaggio per mezzo di abbondanti getti d'acqua. In particolare, la segnaletica orizzontale che risultasse sporcata con terriccio/altro dovrà essere accuratamente pulita tramite lavaggio. 7. FONTE DI RISCHIO: presenza di dossi / scalini - Rischio: caduta e scivolamento dell’utenza stradale Probabilità Gravità Rischio 2 1 1 23 - SCELTE PROGETTUALI e ORGANIZZATIVE: è fatto obbligo già in fase progettuale (Obblighi dell’Appaltatore – Capitolato Speciale d’Appalto) la fresatura degli attacchi inizio e fine tratta stradale per una lunghezza non inferiore a ml 5,00 al fine di garantire trasversalmente la sezione stradale un idoneo tratto di passaggio tra il piano carrabile esistente e quello interessato dai lavori. - PROCEDURE E PRESCRIZIONI OPERATIVE: a fine giornata lavorativa non dovranno mai essere presenti scalini disposti longitudinalmente la sede stradale tra vecchia pavimentazione e tratto di strada oggetto di intervento. 4.2. ORGANIZZAZIONE DEL CANTIERE Generalità Vengono di seguito analizzati gli elementi essenziale previsti da legge relativi all’organizzazione del cantiere. Per ogni elemento verranno valutate: - SCELTE PROGETTUALI e ORGANIZZATIVE con relative MISURE DI COORDINAMENTO Qualora per la fase di organizzazione del cantiere si rilevassero rischi interferenziali tra imprese si procederà con: - ANALISI RISCHI DA INTERFERENZA - PROCEDURE / PRESCRIZIONI OPERATIVE e relative MISURE DI COORDINAMENTO e le MODALITA’ DI VERIFICA DEL RISPETTO DI TALI PROCEDURE / PRESCRIZIONI qualora ricorrano rischi da interferenza - LE MISURE PREVENTIVE E PROTETTIVE E CON DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI) NEL CASO IN CUI, nonostante le prescrizioni operative, PERMANGANO RISCHI DI INTERFERENZA a) MODALITA’ DI ESECUZIONE DI: Reti di recinzione Per la tipologia di lavoro, il cantiere non potrà essere delimitato da recinzione con lo scopo di impedire fisicamente l'entrata in cantiere. Si precisa infatti che nel corso dei lavori la strada sarà aperta al traffico veicolare gestita normalmente attraverso un senso unico alternato regolato da movieri o da impianto semaforico. Accesso al cantiere L’accesso all’area di cantiere, trattandosi di porzione di sede stradale dovrà avvenire nel rispetto del Codice della Strada ossia esclusivamente secondo la direzione di marcia consentita dalla corsia interessata ai lavori. I mezzi di fornitura provenienti nel senso di marcia lungo cui procedono i lavori, affiancheranno il cantiere sulla corsia aperta al traffico per quindi immettersi sulla destra nella corsia interessata ai lavori entro il tratto regolamentato a senso unico alternato; una volta all’interno della corsia chiusa al traffico procederanno in retromarcia fino all’area di lavoro coadiuvati da personale a terra. Segnaletica In questo tipo di cantiere stradale vengono eseguiti lavori di risanamento dei piani viabili. Queste lavorazioni comportano elevati disagi per residenti ed attività commerciali presenti nelle zone di intervento, oltre che per il normale traffico veicolare. Fondamentalmente si distinguono due tipologie di cantieri: Cantiere temporaneo fisso: il cantiere non subisce alcuno spostamento per almeno mezza giornata; Cantiere temporaneo mobile: progressione continua a velocità compresa fra poche centinaia di metri al giorno a qualche chilometro all’ora. In questo progetto avremo entrambi i casi. Gli interventi lavorativi da effettuare sulle strade devono essere progettati e programmati al fine di fornire indicazioni precise e puntuali su come realizzare un cantiere sicuro sia per gli addetti alle lavorazioni, sia per i pedoni ed i guidatori in transito. 24 Il cantiere stradale rappresenta un elemento di discontinuità e di disturbo non prevedibile dagli automobilisti e dagli utenti della strada. Per salvaguardare la loro sicurezza, e quella di chi opera sulla strada o nelle immediate vicinanze, mantenendo comunque un’adeguata fluidità della circolazione, il segnalamento deve: informare gli utenti, guidarli e convincerli a tenere un comportamento adeguato ad una situazione non abituale. REQUISITI DELLA SEGNALETICA STRADALE Il D.M. 10 luglio 2002 indica i criteri e le modalità per il segnalamento di cantieri temporanei e definisce i principi fondamentali della messa in opera della Segnaletica Temporanea. Si fa riferimento ai principi di: ADATTAMENTO alla situazione contingente, tenendo conto di elementi quali: Tipo di strada e sue caratteristiche geometriche; Natura e durata della situazione; Importanza del cantiere; Visibilità legata alla conformazione della strada (es. presenza di curve o dislivelli, ecc.); Particolari condizioni ambientali; Velocità e tipologia del traffico. COERENZA con la situazione per cui ne è esposto l’impiego. Ad uguale situazione devono corrispondere medesimi segnali e stessi criteri di posa. Occorre quindi evitare contraddizioni fra la segnaletica temporanea e quella permanente, che va provvisoriamente oscurata o rimossa. CREDIBILITA’ nell’informare l’utente della situazione di cantiere, della sua localizzazione, della sua importanza e delle condizioni di circolazione in prossimità e lungo lo stesso. E’ necessario in particolare che: Le prescrizioni imposte siano effettivamente giustificate; La segnaletica segua, nel tempo e nello spazio, l’evoluzione del cantiere; La segnaletica temporanea sia rimossa appena il cantiere è terminato e la segnaletica permanente messa o riposizionata in opera. VISIBILITA’ E LEGGIBILITA’ in termini di: Forma, dimensioni, colori, simboli e caratteri regolamentari dei segnali; Numero limitato (segnaletica chiara ed essenziale); Corretto posizionamento (giusto spazio di avvistamento, orientamento e verticalità); Buono stato: non devono essere impiegati segnali deteriorati o danneggiati; Ripetizione a sinistra per garantire la visibilità quando necessario. DEFINIZIONE DELLA SEGNALETICA Per la segnalazione dei cantieri che occupano la sede stradale, al fine di rendere l’ostacolo ben visibile agli utenti della strada, si deve fare riferimento a quanto riportato negli schemi segnaletici del “Disciplinare tecnico relativo gli schemi segnaletici, differenziati per categoria di strada, da adottare per il segnalamento temporaneo” (Disciplinare del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, 10 luglio 2002, - G.U. n. 226 del 26-09-2002). Le modalità di dislocazione della segnaletica devono essere definite prima dell’apertura del cantiere. POSIZIONAMENTO DELLA SEGNALETICA Come definito dal D.M. 10 luglio 2002, in prossimità delle testate di ogni cantiere di durata superiore ai sette giorni lavorativi deve essere apposto apposito pannello recante le seguenti indicazioni: Ente proprietario o concessionario della strada; Estremi dell’ordinanza; Denominazione dell’impresa esecutrice dei lavori; Inizio e termine previsto dei lavori; Recapito e numero telefonico del responsabile del cantiere. Il riferimento sono le schede qui di seguito riportate relative al DM 10.07.2002 con le prescrizioni riportate nei precedenti capitoli. Le fasi di installazione, di disinstallazione e di manutenzione della segnaletica di cantiere, unitamente agli interventi eseguiti in emergenza (ad esempio, per incidenti stradali), costituiscono attività lavorative comportanti un rischio derivante dall’interferenza con il traffico veicolare. In particolare la posa, la rimozione dei coni, dei delineatori flessibili e il tracciamento della segnaletica orizzontale associato costituiscono fasi di lavoro particolarmente delicate per la sicurezza degli operatori. 25 L’ allegato I al Decreto Interministeriale del 4 marzo 2013 contiene i criteri minimi di sicurezza da adottarsi nelle attività lavorative in presenza di traffico veicolare a cui dovranno allinearsi ed ottemperare l’impresa appaltatrice e subappaltatrice nelle fasi di accantieramento iniziale e rimozione successiva della segnaletica di seguito prescritta. ZAVORRAMENTO DELLA SEGNALETICA TEMPORANEA Per i segnali temporanei possono essere utilizzati supporti e sostegni o basi mobili di tipo trasportabile e ripiegabile che devono assicurare la stabilità del segnale in qualsiasi condizione della strada ed atmosferica. Per gli eventuali zavorramenti dei sostegni è vietato l’uso di materiali rigidi che possono costituire pericolo o intralcio per la circolazione. INTERFERENZA SEGNALETICA FISSA – SEGNALETICA TEMPORANEA Prima del posizionamento della segnaletica temporanea, l’impresa appaltatrice è tenuta a oscurare tutti i cartelli stradali fissi in contrasto con quelli temporanei presenti sul tratto di strada interessato all’intervento e, se necessario, nelle immediate vicinanze. Al termine delle lavorazioni, l’impresa è tenuta a ripristinare correttamente la segnaletica stradale sia verticale che orizzontale, ovvero a rendere nuovamente visibile la segnaletica fissa. PRESENZA DELLA SEGNALETICA DURANTE LO SVOLGIMENTO DELLE LAVORAZIONI Il CSE provvederà a verificare che il posizionamento della segnaletica stradale temporanea rispetti gli schemi pianificati. L’impresa appaltatrice è tenuta a garantire, per tutta la durata del cantiere, che la segnaletica stradale temporanea: Sia sempre presente durante i lavori e nelle pause lavorative; Sia chiara e comprensibile dagli utenti della strada al fine di escludere rallentamenti e/o direzioni sbagliate; Risponda ai requisiti di adattamento, coerenza, credibilità, leggibilità. Nel caso di cantiere in centro abitato si dovrà avere cura che i segnali installati sui marciapiedi o su percorsi pedonali non costituiscono pericolo od intralcio per i pedoni. I cavalletti, ed i sostegni più in generale, devono avere una configurazione tale da consentire una installazione dei segnali in posizione verticale o pressochè verticale ed il collocamento dei dispositivi luminosi quando gli stessi sono prescritti. Questi ultimi, se non sono incorporati, devono essere posizionati al di sopra del segnale in modo da non coprire la faccia utile dello stesso. FASE DI POSA E DI RIMOZIONE DELLA SEGNALETICA TEMPORANEA La fase operativa di posa e rimozione della segnaletica stradale, in particolare dei coni e dei delineatori flessibili, costituisce una fase particolarmente delicata per la sicurezza degli operatori, che risultano esposti ad un elevato rischio di investimento da parte dei veicoli che transitano sulla strada stessa. Le metodologie da adottare durante lo svolgimento di queste attività devono essere oggetto di una riflessione preliminare, che porti alla definizione di specifiche procedure, che rispondano anche ai seguenti requisiti: a. La segnaletica deve restare coerente in ogni momento, in modo che svolga il suo ruolo sia nei confronti degli utenti che del personale impegnato nella sua posa in opera; b. L’esposizione del personale al lavoro nella zona di circolazione deve essere ridotta al minimo. E’ necessario inoltre che gli operatori chiamati ad effettuare questi compiti ricevano una formazione specifica e che le modalità operative siano analizzate da tutte le parti interessate (committenza, CSE, D.L., operatori) e rimesse in discussione periodicamente. Come regola generale, è bene che si mettano in opera i segnali nell’ordine in cui gli utenti della strada li incontrano, quindi, prima si posizionerà la segnaletica di avvicinamento, poi quella di posizione, assicurandosi, durante la posa, che ogni pannello sia perfettamente visibile. Per quanto riguarda, invece, la rimozione della cartellonistica temporanea, operazione da effettuarsi al termine dell’esecuzione dei lavori, è opportuno che i segnali siano rimossi od oscurati nell’ordine inverso della posa normale. VEICOLI OPERATIVI In caso di presenza di traffico veicolare sulla strada oggetto di intervento, i veicoli operativi, macchinari e mezzi d’opera impiegati per le lavorazioni di manutenzione stradale devono procedere a velocità particolarmente ridotta. Anche se fermi per un brevissimo intervallo temporale, i mezzi d’opera devono essere adeguatamente presegnalati in modo idoneo. CANTIERI MOBILI I cantieri mobili sono caratterizzati da una media di avanzamento dei lavori compresa fra poche centinaia di metri al giorno a qualche chilometro all’ora. Sono esempi di cantieri mobili quelli relativi alle seguenti attività: a. Rifacimento della segnaletica orizzontale; b. Manutenzione del verde; c. Sostituzione di lampadine della pubblica illuminazione; 26 d. Rappezzo di piccole porzioni del manto stradale. SEGNALAMENTO DEI CANTIERI MOBILI Per quanto possibile le regole di segnalamento sono le stesse dei cantieri fissi, nel senso che è previsto un segnalamento in anticipo, un segnalamento di localizzazione e uno segnalamento di fine prescrizione. 1. Presegnalamento La segnaletica di presegnalamento dei cantieri stradali mobili deve essere disposta sulla banchina e spostata in avanti in maniera coordinata all’avanzamento dei lavori o su un primo veicolo a copertura e protezione anticipata. Questa deve essere posizionata ad una distanza dall’area di lavoro che consenta ai conducenti una manovra normale di decelerazione in rapporto alla velocità che gli stessi possono mantenere. La segnaletica necessaria per il segnalamento dell’area di lavoro si compone di: Cartello composito contenente il segnale “Lavori in corso”; Segnale relativo alle corsie disponibili per il flusso veicolare; Pannello integrativo indicante la distanza del cantiere; Eventuali luci gialle lampeggianti. Segnalamento di localizzazione La segnaletica di localizzazione è posta a terra a spostata in maniera coordinata all’avanzamento dei lavori. Si compone di un pannello a strisce bianche e rosse contenente un segnale di passaggio obbligatorio con freccia orientata verso il lato dove può essere superata la zona del cantiere ed integrato da luci gialle lampeggianti alcune delle quali disposte a forma di freccia orientata come il segnale di passaggio obbligatorio. Questo segnale può essere installato su un veicolo di lavoro, su un carrello trainato dal veicolo stesso, oppure su un veicolo di accompagnamento. La segnaletica di localizzazione comprende anche la delimitazione della zona di lavoro con coni o paletti, questi ultimi eventualmente integrati da luci gialle lampeggianti. 2. Segnaletica di fine prescrizione La fine delle prescrizioni è segnalata con uno o più segnali di “fine prescrizione” ovvero con gli appropriati segnali relativi alle prescrizioni valide sulla strada a valle del cantiere. SEGNALE MOBILE DI PROTEZIONE Deve essere spostato in maniera coordinata con l’avanzamento dei lavori. Oltre quanto previsto dalla segnaletica di presegnalamento e di localizzazione, il segnale “Lavori in corso” deve essere posto sulle strade intersecanti la sede di lavoro, nel caso in cui il cantiere mobile si presenti all’improvviso ai veicoli che svoltano. CANTIERI FISSI Un cantiere è detto fisso se non subisce alcuno spostamento durante almeno una mezza giornata. Il segnalamento comporta una segnaletica in avvicinamento, una segnaletica di posizione, una segnaletica di fine prescrizione. SEGNALAMENTO DEI CANTIERI FISSI 1. Presegnalamento La segnaletica di presegnalamento dei cantieri stradali fissi deve essere disposta sul alto destro: Un segnale “lavori” o “altri pericoli” con eventuale pannello integrativo; Segnali di “riduzione corsie” con pannello integrativo di distanza; Segnali di “divieto di sorpasso” e “limite di velocità”; Eventuali segnali di preavviso e direzione in caso di deviazione. Nel caso di strade a carreggiate separate la stessa segnaletica deve essere, in genere, ripetuta sullo spartitraffico. La messa in opera della segnaletica sullo spartitraffico comporta che uno o più operatori attraversino la carreggiata. In certi casi il rischio che devono correre questi ultimi può indurre a rinunciare alla ripetizione sullo spartitraffico. In tale circostanza, e se lo spartitraffico non consente neppure l’installazione di segnali di formato ridotto, occorre integrare la segnaletica di avvicinamento per garantirne la visibilità. 2. Segnalamento di localizzazione Essa comprende: Uno o più raccordi obliqui realizzati con barriere, coni, delineatori flessibili o paletti di delimitazione integrati da segnali di obbligo o delineatori di curva provvisoria; Una delimitazione longitudinale costituita normalmente da coni o delineatori flessibili opportunamente spaziati tra loro; Eventuali ulteriori segnali di pericolo e prescrizione ripetuti nel caso di cantieri molto estesi (più lunghi di 1,0 km). 27 Per motivi di sicurezza, il cantiere propriamente detto (zona di lavoro) deve, preferibilmente, essere situato ad opportuna distanza dalla fine del raccordo obliquo. In strade a carreggiate separate, ove possibile, è suggerito un franco di sicurezza di circa 150 metri tra l’effettiva zona di lavoro e la fine del raccordo obliquo. Qualora la presenza dei lavoratori, dei depositi o dei cantieri stradali determini un restringimento della carreggiata è necessario apporre il segnale di pericolo temporaneo “strettoia”. In caso di carreggiata a doppio senso di marcia, se la larghezza della strettoia è inferiore a 5,60 m occorre istituire il transito a senso unico alternato regolato in tre possibili modi: A. Transito alternato a vista Deve essere installato il segnale negativo “dare la precedenza nel senso unico alternato” (fig. II.41) dalla parte in cui il traffico incontra l’ostacolo e deve deviare. Reciprocamente l’altro segnale “diritto di precedenza nel senso unico alternato” (fig. II.45) dà la priorità a quel senso di circolazione che è meno intralciato dai lavori. Da impiegarsi se gli estremi del cantiere sono distanti non più di 50m e con traffico modesto. B. Transito alternato da movieri Questo sistema richiede due movieri muniti di apposita paletta, posti a ciascuna estremità della strettoia, i quali presentano al traffico uno la faccia verde, l’altro la faccia rossa della paletta. Il funzionamento di questo sistema è legato al buon coordinamento dei movieri, che può essere stabilito a vista o con apparecchi ricetrasmittenti o tramite un terzo moviere intermedio munito anch’esso di paletta. C. Transito alternato a mezzo semafori Quando non possibile ricorrere ai due sistemi precedenti per la lunghezza della strettoia o a causa della non visibilità reciproca tra le due estremità della strettoia stessa, il senso alternato deve essere regolato da due semafori comandati a mano o con funzionamento automatico. Fuori dai centri abitati l’impianto semaforico deve essere preceduto dal segnale di pericolo temporaneo “semaforo” (fig. II.404). Il collegamento “semaforo-centralina-semaforo” può avvenire via cavo o via radio o con altri sistemi che comunque garantiscano l’affidabilità del collegamento. Il semaforo va posto sul alto destro, all’altezza della striscia di arresto temporanea. Se il traffico in approccio può disporsi su più file, il semaforo deve essere ripetuto a sinistra, sulla linea di separazione dei sensi di marcia. La messa in funzione di un impianto semaforico per transito alternato deve essere autorizzata dall’ente proprietario o concessionario della strada, che ha la facoltà di stabilire o modificare la durata della fasi in relazione alle situazioni di traffico. 3. Segnaletica di fine prescrizione La fine delle prescrizioni è segnalata con uno o più segnali di “fine prescrizione” ovvero con gli appropriati segnali relativi alle prescrizioni valide sulla strada a valle del cantiere. 28 29 30 31 32 33 34 b) SERVIZI IGENICO ASSISTENZIALE, IMPIANTI DI CANTIERE E LORO CARATTERISTICHE Generalità Per l'esiguità dei singoli interventi, ne consegue l’impossibilità di predisporre un cantiere fisso con baracca, deposito, ecc., comunque gli operai impiegati sono normalmente dotati di furgone o altro mezzo, di collegamento telefonico tramite cellulare; per il servizio mensa è di regola liquidata alle maestranze indennità di mensa per consentire loro di servirsi di ristoranti esterni nei pressi del cantiere e data la particolare collocazione non è necessaria nemmeno l'installazione del wc, potendo usufruire di servizi dei locali di ristoro soprannominati. c) VIABILITA' PRINCIPALE DI CANTIERE La rete viaria all'interno del cantiere ha lo scopo di collegare i vari settori del cantiere e di permettere l'avvicinamento dei materiali e mezzi d'opera. Essa è costituita da strada, piazzali, rampe e comprende i posti di lavoro e di passaggio. La tipologia di intervento precedentemente descritta ed il conseguente tipo di cantiere che lo caratterizza non presentano una viabilità interna. Come da precedenti prescrizioni, l’impresa nell’occupare la porzione di sede stradale oggetto di intervento, nell’ingresso ed uscita da essa, dovrà rispettare rigorosamente le prescrizioni di Codice della Strada. d) IMPIANTI DI ALIMENTAZIONE Generalità La tipologia di intervento precedentemente descritta ed il conseguente tipo di cantiere non prevedono un impianto elettrico temporaneo di cantiere. Illuminazione Per la tipologia di cantiere sono previsti esclusivamente i dispositivi di segnalamento luminoso previsti nelle precedenti tavole di segnaletica. Non sono previsti in fase progettuali interventi in notturna. e) IMPIANTI DI TERRA E PROTEZIONE CONTRO SCARICHE ATMOSFERICHE La tipologia di intervento precedentemente descritta ed il conseguente tipo di cantiere non prevedono alcun impianto elettrico di messa a terra e quello, eventuale, di protezione contro le scariche atmosferiche. f) Disposizioni per dare attuazione a quanto previsto dall’art. 102 DLgs. 81/08: Consultazione dei rappresentanti per la sicurezza Ogni impresa esecutrice, prima dell’accettazione del PSC e delle eventuali modifiche apportate allo stesso, dovranno mettere a disposizione, almeno 10 gg. prima dell’inizio dei rispettivi lavori (art. 100 comma 4 del decreto) il PSC ai propri RLS o RLST i quali dovranno valutare i contenuti del piano in relazione alle procedure aziendali adottate per l’esecuzione della fasi di lavoro previste in progetto nel rispetto delle norme in materia di sicurezza. Prima dell’inizio lavori verrà indetta apposita riunione di coordinamento con l’impresa esecutrice atta a descrivere i contenuti del piano nel dettaglio. L’accettazione del piano stesso da parte dell’impresa senza modifiche o integrazioni darà atto che le procedure operatrice e le misure preventive e protettive di cui al presente piano non sono in conflitto con le modalità operative e procedure adottate dall’impresa appaltatrice. g) Disposizioni per dare attuazione a quanto previsto dall’art. 92 comma 1 lett c DLgs. 81/08: il CSE organizza tra i datori di lavoro, la cooperazione ed il coordinamento delle attività. L’osservanza a quanto previsto nel titolo, avverrà attraverso periodiche riunioni di coordinamento durante l’esecuzione dell’opera nel modo sotto indicato. 35 Prima di iniziare i lavori, verrà effettuata una prima riunione di coordinamento con il Committente e/o il RL, il DL, l’ Impresa affidataria e quello delle eventuali altre imprese affidatarie con contratto d’appalto (contratto d’opera per i LA) diretto con il Committente (contratti scorporati). La stessa procedura verrà attuata per ogni riunione di coordinamento successiva. Periodicamente, a discrezione del CSE in funzione delle esigenze di lavoro, le riunioni di coordinamento verranno ripetute con gli stessi criteri e procedure sopra descritti. Tutti i verbali delle riunioni di coordinamento verranno considerati integrativi al presente PSC e costituiranno variante allo stesso e ai POS delle imprese interessate oltre che assolvimento a quanto prescritto dall’art. 92 comma 1 lett. c). A maggior chiarimento, sin da ora sono, comunque, individuate (di massima) le seguenti riunioni: Prima Riunione preliminare di Coordinamento: La prima riunione di coordinamento avrà carattere d'inquadramento ed illustrazione del Piano (soprattutto per quanto riguarda la prima parte del cronoprogramma) oltre all'individuazione delle figure con particolari compiti all'interno del cantiere e delle procedure definite. Di questa riunione verrà stilato apposito verbale. Riunioni di Coordinamento successive o straordinarie: Spetterà al CSE indire periodicamente e, comunque, al verificarsi di situazioni lavorative non previste o di varianti dell’opera oppure di variazioni del cronoprogramma alla presenza degli stessi Soggetti specificati nella Prima Riunione Preliminare di Coordinamento e convocati con la stessa procedura. L’argomento o gli argomenti in discussione dipenderanno dal motivo della riunione. Anche di questa, verrà stilato apposito verbale. Riunione di Coordinamento "Nuove Imprese" e “Lavoratore Autonomo” Alla designazione di nuove imprese o di LA da parte della Committenza, il CSE potrà indirre in relazione alla tipologia di lavori subappaltati una specifica riunione di coordinamento, alla presenza degli stessi Soggetti specificati nella prima Riunione Preliminare di Coordinamento e convocati con la stessa procedura. Anche in questo caso gli argomenti risulteranno i punti principali del PSC e del POS relativi alle lavorazioni affidate a queste imprese e/o LA e, come le precedenti, anche di queste riunioni verrà stilato apposito verbale. Sarà compito del CSE convocare le riunioni di coordinamento attraverso semplice lettera, fax, e-mail, comunicazione verbale o telefonica indirizzate all’impresa appaltatrice Potendo ricorrere al subappalto (se autorizzato), le imprese affidatarie s’impegneranno a portare a conoscenza e ad illustrare ai propri dipendenti (oltre che alle proprie sub-appaltatrici siano esse imprese esecutrici che LA ) le decisioni emerse nella riunione relative ai rischi individuati e alle conseguenti decisioni da adottare durante la realizzazione delle fasi di lavoro a loro assegnate (art. 97 comma 1 D. Lgs. 81/2008). h) eventuali modalità di accesso dei mezzi di fornitura dei materiali In considerazione del principio di non creare: a) problemi di interferenze con il traffico veicolare e pedonale interno ed esterno; b) problemi di movimentazione dei materiali in relazione al posizionamento delle attrezzature di cantiere; c) danneggiamenti derivanti dalla incompatibilità fra i materiali e dagli urti dei mezzi; L’accesso all’area di cantiere, trattandosi di porzione di sede stradale dovrà avvenire nel rispetto del Codice della Strada ossia esclusivamente secondo la direzione di marcia consentita dalla corsia interessata ai lavori. I mezzi di fornitura provenienti nel senso di marcia lungo cui procedono i lavori, affiancheranno il cantiere sulla corsia aperta al traffico per quindi immettersi sulla destra nella corsia interessata ai lavori entro il tratto regolamentato a senso unico alternato; una volta all’interno della corsia chiusa al traffico procederanno in retromarcia fino all’area di lavoro coadiuvati da personale a terra. i) La dislocazione degli impianti di cantiere 36 Per la tipologia di lavori, non sono previsti impianti fissi in cantiere per la produzioni di materia prima. l) Dislocazione delle zone di carico scarico Come illustrato nei precedenti capitoli, per la tipologia di intervento si prevede che ogni giorno i fornitori secondo le tempistiche dettate dall’impresa appaltatrice, condurranno in cantiere tramite bilici, autocarri con cassone il conglomerato bituminoso necessario alla stesa. Non sono previste così aree di stoccaggio e deposito bensì i mezzi di fornitura provenienti dall’impianto di produzioni entreranno secondo il senso di marcia consentito dalla corsia interessata ai lavori dalla “testa del cantiere” disponendosi in retromarcia davanti alla macchina vibro finitrice addetta alla stesa del conglomerato. Come già indicato nelle valutazione ed analisi dei rischi relativi all’area di lavoro, la fase dovrà essere coadiuvata da personale a terra. m) Zone di deposito Come sopra indicato, non sono previste aree di deposito di materiale da costruzione. m) Zone di deposito di materiali con perico di incendio o esplosione 4.3. LE LAVORAZIONI In seguito a quanto visto al precedente paragrafo si procederà ora ad esaminare per ogni fase di lavoro prevista, i rischi da interferenza tra lavorazioni e le prescrizioni operative e le misure preventive che verranno adottate . Si specifica nuovamente che ai soli fini dell’analisi interferenze per ogni fase di lavoro si provvederà ad ipotizzare le attrezzature, mezzi e personale necessario ad eseguirle. Tali fonti di rischio dovranno essere analizzate nel POS con riferimento ai rischi propri delle lavorazioni. Premessa: Il presente paragrafo è redatto in conformità a quanto previsto all’Allegato XV D.Lgs 81/08 punti 2.1.2 lett. d punto 3) e lettera e) e punto 2.3. Tutte le opere esecutive che si svolgono nei cantieri di costruzione devono essere fra loro coordinate affinché non avvengano contemporaneamente e nel medesimo luogo, qualora tutto ciò possa essere fonte di pericolose interferenze. Per ridurre tali rischi, oltre a dover rispettare il piano di sicurezza e le norme tecniche relative alla prevenzione degli infortuni, si rende indispensabile coordinare le diverse attività ed impedirne il loro contemporaneo svolgimento in ambienti comuni o in zone verticalmente od orizzontalmente limitrofe, se tale situazione può produrre possibili conseguenze d'infortunio o di malattia professionale. Pertanto le seguenti linee guida di coordinamento, sono una essenziale integrazione al piano di sicurezza e riguardano aspetti importanti del processo produttivo dovranno altresì essere integrate ed approfondite nel piano operativo di sicurezza che dovrà contenere conseguentemente un cronoprogramma con ivi individuate le tempistiche necessarie alle varie lavorazioni, le risorse necessarie (persone ovvero mansione e possibilmente nominativo e mezzi/attrezzature ovvero tipo e possibilmente modello e marca), e le sovrapposizioni temporali e spaziali. In tal senso si specifica che nel capitolo che segue verrà specificatamente analizzata ogni fase e sottofase dei lavori qui elencata con indicazione della: Fonte di rischio propria della fase: in questo PSC si ipotizzano le attrezzature, mezzi e sostanze necessario allo svolgimento della fase di lavoro al fine di valutare le possibili interferenze con altre lavorazioni. I singoli rischi specifici dell’attività d’impresa legati alle attrezzature, mezzi e sostanze dovranno essere analizzati nel POS. Fonte di rischio interferenziale: verranno esaminate cioè le possibili fonti che possono produrre rischio da interferenza con altre lavorazioni. 37 Rischio da interferenza: prodotto dalla fonte di rischio interferenziale con la lavorazione analizzata con riguardo a: a) al rischio di investimento da veicoli circolanti nell'area di cantiere; b) al rischio di seppellimento da adottare negli scavi; b-bis) al rischio di esplosione derivante dall'innesco accidentale di un ordigno bellico inesploso rinvenuto durante le attività di scavo; c) al rischio di caduta dall'alto; d) al rischio di insalubrità dell'aria nei lavori in galleria; e) al rischio di instabilità delle pareti e della volta nei lavori in galleria; f) ai rischi derivanti da estese demolizioni o manutenzioni, ove le modalità tecniche di attuazione siano definite in fase di progetto; g) ai rischi di incendio o esplosione connessi con lavorazioni e materiali pericolosi utilizzati in cantiere; h) ai rischi derivanti da sbalzi eccessivi di temperatura; i) al rischio di elettrocuzione; l) al rischio rumore; m) al rischio dall'uso di sostanze chimiche. Prescrizioni operative, misure preventive e protettive e DPI AL FINE DELL’IDENTIFICABILITA’ DEGLI OPERATORI E DELLE RISPETTIVE IMPRESE DI APPARTENENZA CIASCUN LAVORATORE DOVRA’ ESSERE IN POSSESSO NEL LUOGO DI LAVORO DI UN TESSERINO DI RICONOSCIMENTO SECONDO I PRECETTI DI LEGGE. Al fine del controllo delle attività di cantiere l'impresa appaltatrice dovrà a giudizio del CSE in relazione all’entità dei lavori trasmettere settimanalmente al CSE il report dei lavori e la loro programmazione settimanale o comunicarla periodicamente affinchè il CSE possa annotarla e registrarla nei verbali La fasi di lavoro L’appalto si compone delle seguenti fasi e sottofasi di lavoro di seguito elencate- Le 2 fasi sono la realizzazione della nuova pavimentazione stradale (Fase 1) e la realizzazione della segnaletica orrizontale (Fase 2). Tali fasi sono temporalmente sfalsate di circa 10 giorni come descritto nei capitoli precedenti per motivi tecnici. Conseguentemente oltre ai rischi interferenziali relativi all’area di lavoro esaminati nel dettaglio al capitolo 4 i rischi da interferenza qui analizzati saranno esclusivamente quelli tra sottofasi di lavoro. 1 Realizzazione di nuova Pavimentazione stradale: 1.1 Posizionamento macchine e segnaletica 1.2 Stesa del conglomerato bituminoso 1.3 Compattazione del conglomerato bituminoso 1.4 Rimozione delle macchine e della segnaletica Descrizione: Fornitura e stesa di conglomerato bituminoso per pavimentazioni stradali: Attrezzatura e sostanze impiegata: Autocarro Vibrofinitrice 38 Rullo compattatore Attrezzi manuali Conglomerato bituminoso Emulsione bituminosa Tali attrezzature e sostanze rappresentano fonti di rischio proprie della lavorazioni che dovranno essere analizzate in termini di rischio per i lavoratori nel pos dell’impresa esecutrice. Fonti di rischio interferenziali: La fase avviene non in contemporanea con altre fasi di lavorazioni. Oltre a quelli relativi all’area di lavoro analizzati al Capitolo 4 si rileva quale rischio interferenziale quello tra le sotto fasi: 1.2 Stesa del conglomerato bituminoso 1.3 Compattazione del conglomerato bituminoso Tipologia di rischio da interferenza tra lavorazioni: urti e investimento: Probabilità Gravità Rischio 2 2 4 PROCEDURE DPI E PRESCRIZIONI OPERATIVE: tutti gli operato dovranno indossare indumenti ad alta visibilità. I mezzi in ingresso alla porzione di cantiere interessato dai lavori dovranno essere sempre coadiuvati da personale a terra. La ditta dovrà verificare all’inizio delle attività il corretto funzionamento dei dispositivi di segnalamento acustico dei mezzi e n particolare per il rullo compattatore che svolge la su attività procedendo in direzione delle vibro finitrice e in ritorno in retro marcia. 2 Esecuzione segnaletica orizzontale Descrizione: Realizzazione della segnaletica orizzontale successivamente al rifacimento della pavimentazione stradale. Attrezzatura e sostanze impiegata: Traccialinee Vernice Tali attrezzature e sostanze rappresentano fonti di rischio proprie della lavorazioni che dovranno essere analizzate in termini di rischio per i lavoratori nel pos dell’impresa esecutrice. Fonti di rischio interferenziali: La fase avviene non in contemporanea con altre fasi di lavorazioni. Si rilevano quali rischi interferenziali solo quelli relativi all’area di lavoro analizzato al Capitolo 4 39 5. MISURE DI COORDINAMENTO RELATIVE ALL'USO COMUNE DI APPRESTAMENTI, ATTREZZATURE, INFRASTRUTTURE, MEZZI E SERVIZI DI PROTEZIONE COLLETTIVA Per la realizzazione delle opere è presumibile che alcune lavorazioni possano essere affidate a imprese subappaltatrici e/o lavoratori autonomi da cui però da una analisi in fase progettuale si ritiene che non deriverà un utilizzo comune di apprestamenti, attrezzature, infrastrutture, mezzi e servizi di protezione collettiva sulla scorta di quanto esaminato nei precedenti paragrafi in relazione proprio alla specificità di questo cantiere. In ogni caso per l'utilizzo promiscuo di macchine, attrezzature, opere provvisionali ed impianti, chi concede in uso deve preliminarmente fornire l'informazione, la formazione e l'addestramento del caso e/o accertarsi che il ricevente sia idoneo all'utilizzo. L'attestazione di detta attività dovrà essere registrata e trasmessa al CSE Sarà cura dell’appaltatore provvedere all’attività di organizzazione e gestione all’uso comune dei mezzi e servizi di protezione collettiva per il proprio personale dipendente e per i vari subappaltatori e lavoratori autonomi da essi coinvolti e chiamati ad operare nel cantiere in oggetto. In particolare dovranno far sì, tramite il proprio Servizio di Prevenzione e Protezione, che vengano espletate la seguenti attività: • di cooperazione e coordinamento tra tutti i lavoratori presenti, al fine di stabilire dei chiari rapporti iniziali in materia di sicurezza ed igiene da mantenere con fermezza sino alla fine dei lavori; • di informazione sui contenuti e sulle modifiche e integrazioni del “Piano Sicurezza”; • di promozione, partecipazione, sensibilizzazione e responsabilizzazione nei riguardi delle attività preventive antinfortunistiche di tutte le maestranze presenti in cantiere durante ciascuna fase di lavoro; • di pronto intervento in caso di infortunio, in modo tale che i lavoratori siano in grado di comportarsi correttamente dal momento dell’accadimento dell’evento dannoso fino all’arrivo dei soccorsi sanitari; • di evacuazione dal cantiere in caso di emergenza incendio e/o di altra natura. Gli apprestamenti: non sono previste in fase progettuale opere provvisionali che possono essere utilizzate da più imprese e per diverse lavorazioni. Le attrezzature (gru, autogrù, argani..) : non sono previste in fase progettuale l’impiego comune di attrezzature. Le infrastrutture: per la tipologia di intervento come visto non sono previste aree di deposito dei materiali. I mezzi ed i servizi di protezione collettiva (segnaletica di sicurezza): per il cantiere temporaneo fisso di bitumatura saranno forniti, installati e mantenuti per tutta la durata dei lavori dall’impresa esecutrice affidataria in modo tale che siano sicuri per tutta la durata dei lavori ed utilizzabili anche da parte delle altre imprese esecutrici e/o dai lavoratori autonomi presenti in cantiere secondo le modalità che l’impresa affidataria dovrà esplicitare nel suo POS. Viceversa per il cantiere temporaneo mobile per la realizzazione della segnaletica orizzontale, sarà a cura dell’impresa subappaltatrice qualora tale lavorazione venisse, come ipotizzabile, subappaltata; viceversa vale quanto sopra detto. 40 6. LE MODALITÀ ORGANIZZATIVE DELLA COOPERAZIONE E DEL COORDINAMENTO, NONCHÉ DELLA RECIPROCA INFORMAZIONE, FRA I DATORI DI LAVORO E TRA QUESTI ED I LAVORATORI AUTONOMI; Al paragrafo 4.2 lettera g) si sono riportate le modalità con cui nel corso dell’appalto il CSE darà attuazione a quanto previsto dall’art. 92 comma 1 lettera c), ossia in che modo in questo cantiere il CSE organizza tra i datori di lavoro, ivi compresi i lavoratori autonomi, la cooperazione ed il coordinamento delle attività nonché la loro reciproca informazione. Nello specifico come visto si prevede: - una riunione di coordinamento prima della consegna lavori; - riunioni di coordinamento nel corso dei lavori qualora siano in previsione lavorazioni di particolare importanza, siano insorte interferenze tra lavorazioni o per cause esterne al cantiere e non previste nel presente piano o in seguito all’ingresso in cantiere di altre imprese; - la redazione di verbali di sopralluogo. Al fine di dare un’efficace attuazione a quanto previsto è fatto obbligo all’impresa: - di tenere costantemente aggiornato il cronoprogramma dei lavori con cadenza settimanale; - di dare anticipata comunicazione al CSE dell’intenzione di dare inizio ai lavori in subappalto al fine di poter coordinarne le fasi; - di dare anticipata comunicazione al CSE del possibile ingresso in cantiere dei fornitori; - di provvedere alla preventiva verifica del POS dell’impresa sub-appaltatrice al fine di verificarne la congruità con il proprio e con il PSC fornendo al CSE esito scritto di tale verifica; - di mantenere aggiornata la documentazione in cantiere con copia dei verbali di coordinamento e sopralluogo e rendere tale documentazione sempre disponibile alla visione; - di dare immediata comunicazione al CSE: • dell’insorgere di qualsivoglia problematica; • variazioni sulle modalità realizzative di una fase di lavoro; • iniziative in termini di organizzazione del cantiere (viabilità, segnaletica, accesso ad aree,…) estranea a quanto previsto da progetto o da quanto precedentemente concordato con il CSE stesso 41 7. ORGANIZZAZIONE SERVIZIO DI PRONTO SOCCORSO, ANTINCENDIO ED EVACUAZIONE RECAPITI UTILI Pronto soccorso Telefono: 118 Indirizzo: Vigili del Fuoco Telefono: 115 Polizia Municipale: Consorzio di Polizia Locale Valle Agno - sede: Corso Italia 63 – Valdagno Tel. 0445 428242 Fax 0445 401728 Mail: [email protected] Pec: [email protected] Generalità L'impresa appaltatrice dovrà garantire, durante tutta la durata dei lavori, la presenza di addetti al primo soccorso e all'antincendio. L'impresa stessa dovrà fare un programma relativo alle presenze degli addetti stessi che potranno essere dell'impresa appaltatrice o delle altre imprese esecutrici. Tale programma dovrà essere riportato nel POS ed aggiornato costantemente in caso di variazioni. Allegati al POS dovranno essere riportati gli attestati di partecipazione agli appositi corsi degli addetti. Il CSE dovrà verificare l'avvenuta formazione degli addetti ricevendo gli attestati e verificare periodicamente la presenza degli stessi in armonia al programma. Mezzi Antincendio In cantiere dovrà essere garantito un adeguato numero di estintori sulla scorta dei depositi e dei locali che saranno apprestati. In linea generale dovranno essere presenti estintori a polvere e/o a CO2 all'interno di ciascun locale ed in prossimità dei depositi di materiale combustibile e/o infiammabile. La presenza di estintori dovrà essere altresì garantita in tutti i mezzi utilizzati per le lavorazioni (camion, macchine movimento terra, ecc.). Per le lavorazioni con particolare pericolo di innesco dovrà essere sempre a disposizione, presso il luogo di lavoro (nell'immediata vicinanza) un adeguato estintore. Il POS dell'impresa appaltatrice dovrà definire il tipo ed il posizionamento degli estintori (riportando una tavola grafica esplicativa). Presidi di Primo Soccorso In cantiere dovrà essere garantito una cassetta di primo soccorso o, se il numero di addetti è limitato, un pacchetto di primo soccorso; entrambi dovranno contenere i presidi precisati dalle norme di legge relative. La gestione di detti presidi è ad esclusiva cura degli addetti al primo soccorso. Il POS dell'impresa appaltatrice dovrà definire il tipo ed il posizionamento dei presidi di primo soccorso. 42 Evacuazione Trattasi di un cantiere non recintato. L’impresa in funzione del tratto di strada oggetto di intervento dovrà individuare un’area fuori della sede stradale come luogo sicuro, cioè come luogo in cui un'eventuale emergenza non può arrivare. In caso di allarme, che verrà dato inevitabilmente a voce dall'addetto preposto alla gestione dell'emergenza dell'impresa appaltatrice, tutti i lavoratori si ritroveranno in questo spazio ed il capo cantiere dell'impresa appaltatrice procederà al censimento delle persone affinché si possa verificare l'assenza di qualche lavoratore. Il POS dell'impresa appaltatrice dovrà riportare la procedura relativa alla gestione dell'emergenza. Intervento in caso di incendio L'eventuale chiamata ai Vigile del Fuoco (115) viene effettuata esclusivamente dall'addetto all'antincendio che provvederà a fornire loro tutte le indicazioni necessarie per focalizzare il tipo di intervento necessario. Gli incaricati alla gestione dell'emergenza provvederanno a prendere gli estintori o gli altri presidi necessari e a provare a far fronte alla stessa in base alle conoscenze ed alla formazione ricevuta. Fino a quando non è stato precisato che l'emergenza è rientrata tutti i lavoratori dovranno rimanere fermi o coadiuvare gli addetti all'emergenza nel caso in cui siano gli stessi a chiederlo. Il POS dell'impresa appaltatrice dovrà riportare la procedura relativa alla gestione dell'emergenza. Intervento in caso di emergenza sanitaria Nessun lavoratore potrà intervenire in caso di infortunio se non per attivare gli incaricati previsti. L'eventuale chiamata ai "Servizi di emergenza" (118) viene effettuata esclusivamente dall'addetto al Primo Soccorso che provvederà a fornire loro tutte le indicazioni necessarie per focalizzare il tipo di intervento necessario. Gli incaricati alla gestione del Primo Soccorso provvederanno a fornire i soccorsi necessari all'evento anche con i presidi necessari e a provare a far fronte allo stesso in base alle conoscenze ed alla formazione ricevuta. Tutti i lavoratori dovranno rimanere fermi o coadiuvare gli addetti nel caso in cui siano gli stessi a chiederlo. Il POS dell'impresa appaltatrice dovrà riportare la procedura relativa alla gestione del primo soccorso. 43 8. DURATA PREVISTA DELLE LAVORAZIONI PIANIFICAZIONI FASI Per l’esecuzione dell’intero appalto è stato previsto un tempo di 30 giorni naturali e consecutivi. Al momento della stipula del contratto è fatto obbligo all’impresa secondo le indicazione del Direttore dei lavori di elaborare e fornire alla stazione appaltante un cronoprogramma operativo aggiornato sulla scorta anche delle indicazioni che la stessa stazione appaltante potrà dare. CRONOPROGRAMMA DEI LAVORI LAVORAZIONI 01 Allestimento cantiere GIORNI GIORNI GIORNI TOTALI lavorazione PARZIALI 1 v. Commercio Fresatura scarifica 3 Formazione binder 2 Formazione tappeto 2 Smobilizzo cantiere 1 02 Allestimento cantiere 1 9 v. Monte Mori Fresatura 2 Risagome 2 Tappeto 3 Smobilizzo cantiere 1 Fermo cantiere Segnaletica orizzontale TOTALE GG 9 10 2 2 30 44 9. STIMA COSTI ONERI PER LA SICUREZZA U.M. 1 ORGANIZZAZIONE CANTIERE 01.01.00 Delimitazione provvisoria per la protezione di zone di Prezzo Quantità Importo lavoro in cantieri stradali realizzata mediante barriere prefabbricate in calcestruzzo tipo new-jersey, dotati di tappi di introduzione ed evacuazione, da riempire con acqua o sabbia, in opera Costo mensile 01.02.00 ml/m 10*1 20 200,00 n 1,00 30 30,00 cad 7,00 0 0,00 Delimitazione di area stradale con coni segnaletici per cantiere in gomma pesante colore bianco /rosso o giallo/nero, appoggiati sul manto stradale ogni due metri. Costo per tutta la durata dei lavori 01.03.00 Fornitura e posa in opera con idoneo collante di delineatore flessibile in gomma bifacciale, con 6 inserti di rifrangenza di classe II, per segnalazione ed evidenziazione di zone o aree di lavoro, deviazioni, incanalamenti ed indicazione di sensi di marcia 01.04.00 Cassetta di pronto soccorso, come da DPR 303/56 art. 29 e D.M. 28.07.58 01.05.00 Segnaletica orizzontale gialla per cad 1,00 30,00 30,00 m 0,50 0 0,00 delimitazione provvisoria corsie su superfici stradali in strisce semplici o affiancate continue o discontinue, lineari rettilinee o curvilinee, della larghezza costante di cm. 12, con impiego di vernice spruzzata di tipo acrilico gialla rifrangente, asfaltolite tipo Anas N al 14% di biossido di titanio, in quantità non inferiore a g 100 al metrolinare, compreso l’onere del tracciamento e pulizia 45 01.06.00 Tabella lavori fondo giallo (fig. II 382 Cds) da apporre in cantieri stradali di durata superiore a 7 gg, di dimensioni 200 x 150 cm in lamiera di acciaio spessore 10/10 rifrangenza classe I Costo per mese 01.07.00 n 10*1 2 20,00 mese 90,00 0 0,00 Cad 10*1 10 100,00 Cad 10*1 10 100,00 Coppia di semafori, dotati di carrelli per lo spostamento, completi di lanterne (3 luci 1 via) di diametro 200÷300 mm, centralina di accensione programmazione e sincronismo, gruppo batterie Nolo mensile compreso posizionamento 01.08.00 Cartello per segnalazione cantieri temporanei di forma triangolare lato cm. 90 classe II sfondo giallo a norma C.d.S. e relativo regolamento (da fig. II 383 a 390, 404 cds) in opera completi di sostegni e supporti Costo di utilizzo segnale*mese 01.09.00 Cartello per segnalazione cantieri temporanei di forma circolare diametro cm. 90 classe II a norma C.d.S. e relativo regolamento (da fig. II 46 a 75 cds) in opera completi di sostegni e supporti Costo di utilizzo segnale*mese 01.10.00 Estintore portatile a polvere ad omologato (DM 20.12.1992), montato a parete con apposita staffa e corredato di manutenzione cartello di periodica segnalazione. prevista per Compresa la legge. Costo mensile kg 6 cad/me 10*1 2 20,00 se 01.11.00 Operario moviere per gestione sensi unici alternati 46 €/ora 2 30,00 16 480,00 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE COLLETTIVA 0,00 3 03.01.00 GESTIONE E COORDINAMENTO Incontri iniziale e periodici del responsabile di cantiere con il coordinatore per l'esecuzione per esame piano di sicurezza e indicazione di direttive per la sua attuazione. Direttore di cantiere. h 30,00 4 120,00 A) TOTALE ONERI PER LA SICUREZZA a corpo B) TOTALE ONERI PER LA SICUREZZA a misura 1.100,00 TOTALE ONERI PER LA SICUREZZA 1.100,00 0,00 (non soggetti a ribasso) Il coordinatore della Progettazione (Ing. Davide Gonzato) 47