Fascicolo 180 - Il discorso di addio

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IL LIBRO DI URANTIA
PARTE IV - LA VITA DI GESÙ
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FASCICOLO 180 - IL DISCORSO DI ADDIO
DOPO aver cantato il Salmo alla conclusione dell’Ultima Cena, gli apostoli pensarono
che Gesù intendesse ritornare immediatamente al campo, ma egli fece segno che si
sedessero. Il Maestro disse:
“Vi ricordate bene quando vi ho mandato in missione senza borsa né bisaccia e vi
ho anche raccomandato di non portare con voi alcuna veste di ricambio. E vi ricorderete
tutti che non vi è mancato nulla. Ma ora sono sopraggiunti tempi difficili. Voi non potrete
più contare sulla buona volontà delle folle. D’ora in poi chi ha una borsa la porti con sé.
Quando andrete nel mondo a proclamare questo vangelo, prendete tante provviste per il
vostro mantenimento quante vi sembrerà più opportuno. Io sono venuto a portare la pace,
ma essa non apparirà prima di un certo tempo.
“È giunta l’ora per il Figlio dell’Uomo di essere glorificato, ed il Padre sarà
glorificato in me. Amici miei, io sarò con voi soltanto per poco. Presto mi cercherete, ma
non mi troverete, perché sto andando in un luogo dove voi non potete in questo momento
venire. Ma quando avrete terminato la vostra opera sulla terra come io ho ora terminato la
mia, allora verrete da me, così come io mi preparo ora ad andare da mio Padre. Tra poco
tempo vi lascerò, voi non mi vedrete più sulla terra, ma mi vedrete tutti nell’era futura
quando ascenderete al regno che mio Padre mi ha dato.”
1. IL NUOVO COMANDAMENTO
Dopo pochi istanti di conversazione informale, Gesù si alzò e disse: “Quando vi ho
rappresentato una parabola indicante come dovreste essere disposti a servirvi l’un l’altro,
ho detto che desideravo darvi un nuovo comandamento; e vorrei farlo ora che sto per
lasciarvi. Voi conoscete bene il comandamento che ordina di amarvi l’un l’altro; di amare
il vostro prossimo come voi stessi. Ma io non sono pienamente soddisfatto nemmeno di
questa devozione sincera da parte dei miei figli. Vorrei vedervi compiere degli atti
d’amore ancora più grandi nel regno della fraternità dei credenti. E così vi do questo
nuovo comandamento: che vi amiate l’un l’altro come io ho amato voi. E da ciò tutti gli
uomini sapranno che siete miei discepoli, se vi amate così l’un l’altro.
“Dandovi questo nuovo comandamento, io non pongo alcun fardello nuovo sulle
vostre anime; vi porto piuttosto una nuova gioia e vi do la possibilità di provare un nuovo
piacere conoscendo le delizie dell’effusione dell’affetto del vostro cuore sui vostri simili.
Io sto per provare la gioia suprema, pur soffrendo di afflizioni esteriori, nell’effusione del
mio affetto su di voi e sui vostri simili mortali.
“Quando v’invito ad amarvi l’un l’altro, così come io ho amato voi, vi presento la
misura suprema del vero affetto, perché nessuno può avere un amore più grande di
questo: di essere disposto a dare la sua vita per i suoi amici. Ed
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ora, voi siete miei amici e continuerete ad esserlo se siete disposti a fare ciò che vi ho
insegnato. Voi mi avete chiamato Maestro, ma io non vi chiamo servi. Se solo vi amerete
l’un l’altro come io amo voi, sarete miei amici ed io vi dirò sempre ciò che il Padre mi
rivela.
“Non soltanto voi avete scelto me, ma anch’io ho scelto voi, e vi ho ordinato di
andare nel mondo a produrre i frutti del servizio amorevole verso i vostri simili, come io
ho vissuto tra voi e vi ho rivelato il Padre. Il Padre ed io lavoreremo entrambi con voi, e
voi sperimenterete la pienezza divina della gioia se solo obbedirete al mio comando di
amarvi l’un l’altro così come io ho amato voi.”
Se volete condividere la gioia del Maestro dovrete condividere il suo amore. E
condividere il suo amore significa aver condiviso il suo servizio. Una tale esperienza
d’amore non vi libera dalle difficoltà di questo mondo; essa non crea un mondo nuovo,
ma con tutta certezza rende il vecchio mondo nuovo.
Ricordatevi che è la fedeltà e non il sacrificio che Gesù chiede. La coscienza del
sacrificio implica l’assenza di quell’affetto sincero che avrebbe fatto di un tale servizio
amorevole una gioia suprema. L’idea del dovere significa che siete intenzionati a servire
e quindi non provate la potente eccitazione di compiere il vostro servizio come un amico
e per un amico. L’impulso dell’amicizia trascende ogni convinzione del dovere, ed il
servizio di un amico per un amico non può mai essere qualificato un sacrificio. Il Maestro
aveva insegnato agli apostoli che sono i figli di Dio. Egli li aveva chiamati fratelli, ed ora,
prima di lasciarli, li chiama suoi amici.
2. LA VITE ED I TRALCI
Poi Gesù si alzò di nuovo e continuò ad istruire i suoi apostoli: “Io sono la vera
vite e mio Padre è il coltivatore. Io sono la vite e voi siete i tralci. Ed il Padre mi chiede
solo che voi portiate molti frutti. La vite viene potata solo per accrescere la produttività
dei suoi tralci. Ogni tralcio uscito da me che non porta frutto, il Padre lo taglierà. Ogni
tralcio che porta frutto sarà purificato dal Padre affinché possa dare più frutti. Voi siete
già purificati dalla parola che io ho pronunciato, ma dovete continuare ad essere puri. Voi
dovete dimorare in me ed io in voi; il tralcio morirà se viene separato dalla vite. Come il
tralcio non può portare frutti se non dimora nella vite, così voi non potete produrre i frutti
del servizio amorevole se non dimorate in me. Ricordatevi: io sono la vera vite e voi siete
i tralci viventi. Colui che vive in me, ed io in lui, porterà molti frutti dello spirito e
sperimenterà la gioia suprema di produrre questa messe spirituale. Se voi manterrete
questa connessione spirituale vivente con me, porterete frutti in abbondanza. Se voi
dimorate in me e le mie parole vivono in voi, sarete capaci di comunicare liberamente
con me, ed allora il mio spirito vivente potrà impregnarvi in modo tale che potrete
chiedere qualunque cosa il mio spirito vuole, e fare tutto ciò con la certezza che il Padre
accoglierà la nostra petizione. Il Padre è glorificato in questo: che la vite abbia molti
tralci viventi e che ogni tralcio porti molti frutti. E quando il mondo vedrà questi tralci
che portano frutti—i miei amici che si amano l’un l’altro così come io ho amato loro—
tutti gli uomini sapranno che voi siete veramente miei discepoli.
“Come il Padre ha amato me, così io ho amato voi. Vivete nel mio amore così
come io vivo nell’amore del Padre. Se fate come vi ho insegnato, dimorerete nel mio
amore così come io ho mantenuto la parola del Padre e dimoro eternamente nel suo
amore.”
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Gli Ebrei avevano insegnato da lungo tempo che il Messia sarebbe stato “un tralcio
originato dalla vite” degli antenati di Davide, ed in commemorazione di questo antico
insegnamento un grande emblema del grappolo attaccato alla vite decorava l’entrata del
tempio di Erode. Tutti gli apostoli si ricordarono di queste cose mentre il Maestro parlava
loro questa sera nella sala al piano superiore.
Ma grandi disagi seguirono più tardi all’errata interpretazione delle conclusioni del
Maestro riguardo alla preghiera. Questi insegnamenti avrebbero comportato poca
difficoltà se fossero state ricordate la sue parole esatte e se successivamente fossero state
trascritte correttamente. Ma per come ne fu fatta la trascrizione, i credenti finirono per
considerare la preghiera in nome di Gesù come una sorta di magia suprema, pensando
che avrebbero ricevuto dal Padre qualunque cosa avessero chiesto. Per secoli anime
oneste hanno continuato a far naufragare la loro fede contro questo scoglio. Quanto
tempo ci vorrà al mondo dei credenti per comprendere che la preghiera non è un processo
per ottenere ciò che si vuole, ma piuttosto un programma per seguire la via di Dio,
un’esperienza per imparare a riconoscere e ad eseguire la volontà del Padre? È
interamente vero che, quando la vostra volontà si è veramente allineata alla sua, voi
potete chiedere qualunque cosa concepita da quell’unione di volontà, e ciò sarà accordato.
E tale unione di volontà è effettuata da e attraverso Gesù, così come la vita della vite
fluisce dentro e attraverso i tralci viventi.
Quando esiste questa connessione vivente tra la divinità e l’umanità, se l’umanità
prega in modo insensato ed ignorante per comodità egoiste e per compimenti vanitosi,
può esservi soltanto una risposta divina: che vi sia una maggiore produzione di frutti
dello spirito sugli steli dei tralci viventi. Quando il tralcio della vite è vivente, ci può
essere soltanto una risposta a tutte le sue petizioni: maggiore produzione d’uva. Infatti, il
tralcio esiste solo per portare frutti, per produrre uva, e non può fare nient’altro. Allo
stesso modo il vero credente esiste solo allo scopo di portare i frutti dello spirito: amare
l’uomo come lui è stato amato da Dio—amarci l’un l’altro, così come Gesù ha amato noi.
E quando la mano della disciplina del Padre è stesa sulla vite, ciò viene fatto per
amore, affinché i tralci possano portare molti frutti. Ed un coltivatore accorto taglia
soltanto i tralci morti e sterili.
Gesù ebbe grande difficoltà a portare i suoi stessi apostoli a riconoscere che la
preghiera è una funzione dei credenti nati dallo spirito nel regno dominato dallo spirito.
3. L’INIMICIZIA DEL MONDO
Gli undici avevano appena cessato i loro commenti sul discorso della vite e dei
tralci quando il Maestro, indicando che desiderava parlare loro ancora e sapendo che gli
restava poco tempo, disse: “Quando vi avrò lasciati, non scoraggiatevi per l’inimicizia del
mondo. Non abbattetevi nemmeno quando dei credenti codardi si rivolteranno contro di
voi e si uniranno ai nemici del regno. Se il mondo vi odierà, non dimenticate che ha
odiato me prima ancora di odiare voi. Se voi foste di questo mondo, allora il mondo
amerebbe ciò che è suo, ma poiché non lo siete, il mondo rifiuta di amarvi. Voi siete in
questo mondo, ma le vostre vite non saranno vissute alla maniera del mondo. Io vi ho
scelti dal mondo per rappresentare lo spirito di un altro mondo presso questo stesso
mondo da cui siete stati scelti. Ma ricordatevi sempre ciò che vi ho detto: il servo non è
più grande del suo padrone. Se essi osano perseguitare me, perseguiteranno anche voi. Se
le mie parole offendono i non credenti, anche le
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vostre parole offenderanno i malvagi. Ed essi vi faranno tutto ciò perché non credono né
in me né in Colui che mi ha mandato; così voi subirete molte cose a causa del mio
vangelo. Ma quando soffrirete queste tribolazioni, ricordatevi che anch’io ho sofferto
prima di voi a causa di questo vangelo del regno dei cieli.
“Molti di coloro che vi assaliranno ignorano la luce del cielo, ma ciò non è vero
per certuni che ora ci perseguitano. Se non avessimo insegnato loro la verità, essi
potrebbero fare molte cose strane senza incorrere nella condanna, ma ora, poiché hanno
conosciuto la luce ed hanno osato respingerla, non hanno alcuna scusa per il loro
comportamento. Chi odia me odia mio Padre. Non può essere altrimenti; la luce che vi
salverebbe se accettata, può solo condannarvi se coscientemente respinta. E che cosa ho
fatto io a questi uomini perché mi odino con un astio così terribile? Nulla, se non offrire
loro fratellanza sulla terra e salvezza in cielo. Ma non avete letto nella Scrittura il
versetto: ‘Ed essi mi hanno odiato senza una causa’?
“Ma io non vi lascerò soli nel mondo. Molto presto, dopo che me ne sarò andato, vi
manderò un aiutante spirituale. Avrete con voi uno che prenderà il mio posto tra di voi,
uno che continuerà ad insegnarvi la via della verità, ed anche che vi consolerà.
“Che il vostro cuore non sia turbato. Voi credete in Dio; continuate a credere anche
in me. Benché io debba lasciarvi, non sarò lontano da voi. Vi ho già detto che
nell’universo di mio Padre vi sono molti luoghi di sosta. Se ciò non fosse vero, non vi
avrei ripetutamente parlato di essi. Io sto per tornare in questi mondi di luce, in queste
stazioni nel cielo del Padre alle quali ascenderete un giorno. Da tali luoghi io sono venuto
in questo mondo, ed ora è vicino il momento in cui dovrò tornare all’opera di mio Padre
nelle sfere del cielo.
“Se io vi precedo così nel regno celeste del Padre, vi manderò certamente a cercare
affinché possiate essere con me nei luoghi che sono stati preparati per i figli mortali di
Dio prima che questo mondo fosse. Anche se io devo lasciarvi, sarò presente con voi in
spirito, e alla fine voi sarete con me in persona quando sarete ascesi a me nel mio
universo, così come io sto per ascendere a mio Padre nel suo universo più grande. E ciò
che vi ho detto è vero ed eterno, benché voi non possiate comprenderlo pienamente. Io
vado dal Padre, e sebbene voi non possiate seguirmi ora, mi seguirete certamente nelle
epoche future.”
Quando Gesù si sedette, Tommaso si alzò e disse: “Maestro, noi non sappiamo
dove tu stai andando; quindi certamente non ne conosciamo la via. Ma ti seguiremo da
questa sera stessa se ci mostrerai la via.”
Dopo aver ascoltato Tommaso, Gesù rispose: “Tommaso, io sono la via, la verità e
la vita. Nessuno va al Padre se non attraverso me. Tutti coloro che trovano il Padre, prima
trovano me. Se conoscete me, conoscete la via che porta al Padre. E voi mi conoscete,
perché avete vissuto con me ed ora mi vedete.”
Ma questo insegnamento era troppo profondo per molti degli apostoli, e
specialmente per Filippo, il quale, dopo aver detto alcune parole a Natanaele, si alzò e
disse: “Maestro. Mostraci il Padre, e tutto ciò che hai detto diverrà chiaro.”
E quando Filippo ebbe parlato, Gesù disse: “Filippo, sono stato così a lungo con te
ed ancora non mi conosci? Dichiaro di nuovo che chi ha visto me ha visto il Padre. Come
puoi allora dire: mostraci il Padre? Non credi che io sia nel Padre ed il Padre in me? Non
ti ho insegnato che le parole che dico non sono parole mie ma le parole del Padre? Io
parlo per il Padre e non da me stesso. Io sono in questo mondo per fare la volontà del
Padre, e ciò ho fatto. Mio Padre dimora in me ed opera attraverso me. Credetemi quando
dico che il Padre è in me e che io
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sono nel Padre, oppure credetemi per la vita stessa che ho vissuto—per le mie opere.”
Mentre il Maestro si allontanava per rinfrescarsi con dell’acqua, gli undici si
misero a discutere animatamente su questi insegnamenti, e Pietro si stava preparando a
fare un lungo discorso quando Gesù ritornò e fece loro segno di sedersi.
4. L’AIUTANTE PROMESSO
Gesù continuò ad insegnare dicendo: “Quando sarò andato dal Padre, e dopo che
egli avrà pienamente accettato l’opera che ho compiuto per voi sulla terra, e dopo che
avrò ricevuto la sovranità finale sul mio stesso dominio, dirò a mio Padre: Avendo
lasciato i miei figli da soli sulla terra, è conforme alla mia promessa inviare loro un
nuovo maestro. E quando il Padre approverà, spargerò lo Spirito della Verità su tutta la
carne. Lo Spirito di mio Padre è già nel vostro cuore, e quando verrà questo giorno avrete
anche me con voi così come avete ora il Padre. Questo nuovo dono è lo spirito della
verità vivente. I non credenti inizialmente non ascolteranno gli insegnamenti di questo
spirito, ma i figli della luce lo accoglieranno tutti con gioia e con tutto il cuore. E voi
conoscerete questo spirito quando verrà, così come avete conosciuto me, e riceverete
questo dono nel vostro cuore, ed esso dimorerà in voi. Percepite dunque che io non sto
per lasciarvi senza aiuto e senza guida. Non vi lascerò nella desolazione. Oggi posso
essere con voi soltanto in persona. Nei tempi futuri sarò con voi e con tutti gli altri
uomini che desiderano la mia presenza, ovunque siate e con ciascuno di voi
simultaneamente. Non discernete che è meglio che io me ne vada; che vi lasci
fisicamente in modo da poter essere meglio e più completamente con voi in spirito?
“Tra poche ore il mondo non mi vedrà più, ma voi continuerete a conoscermi nel
vostro cuore fino a quando vi manderò questo nuovo maestro, lo Spirito della Verità.
Come ho vissuto con voi in persona, allora vivrò in voi; sarò uno con la vostra esperienza
personale nel regno dello spirito. E quando avverrà questo, saprete sicuramente che io
sono nel Padre, e che, mentre la vostra vita è celata con il Padre in me, anch’io sono in
voi. Io ho amato il Padre ed ho osservato la sua parola; voi avete amato me ed osserverete
la mia parola. Come mio Padre mi ha donato il suo spirito, così io vi darò il mio spirito. E
questo Spirito della Verità che spargerò su di voi vi guiderà, vi consolerà e alla fine vi
condurrà in tutta la verità.
“Vi dico queste cose mentre sono ancora con voi, affinché siate meglio preparati a
sopportare le prove che sono oramai imminenti. E quando sorgerà questo nuovo giorno
voi sarete abitati dal Figlio così come dal Padre. E questi doni del cielo agiranno sempre
l’uno con l’altro, così come il Padre ed io abbiamo operato sulla terra e davanti ai vostri
stessi occhi come una sola persona, il Figlio dell’Uomo. E questo spirito amico vi porterà
a ricordare tutto ciò che vi ho insegnato.”
Mentre il Maestro faceva una breve pausa, Giuda Alfeo si azzardò a porre una
delle rare domande che lui o suo fratello avessero mai rivolte a Gesù in pubblico. Giuda
disse: “Maestro, tu hai sempre vissuto tra di noi come un amico; come ti conosceremo
quando non ti manifesterai più a noi se non tramite questo spirito? Se il mondo non ti
vede, come saremo certi di te? Come ti mostrerai a noi?”
Gesù guardò tutti loro, sorrise, e disse: “Miei piccoli figli, io me ne sto andando,
ritorno da mio Padre. Tra poco non mi vedrete come adesso qui, in carne
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ed ossa. Molto presto vi manderò il mio spirito, esattamente simile a me, salvo che per
questo corpo materiale. Questo nuovo istruttore è lo Spirito della Verità che vivrà con
ciascuno di voi, nel vostro cuore, e così tutti i figli della luce saranno fatti uno e saranno
attratti l’uno verso l’altro. Ed in questo stesso modo mio Padre ed io potremo vivere
nell’anima di ciascuno di voi ed anche nel cuore di tutti gli altri uomini che ci amano e
che rendono reale quell’amore nelle loro esperienze amandosi l’un l’altro, così come io
ora amo voi.”
Giuda Alfeo non comprese pienamente ciò che disse il Maestro, ma afferrò la
promessa del nuovo maestro, e dall’espressione del viso di Andrea egli percepì che la sua
domanda aveva ricevuto una risposta soddisfacente.
5. LO SPIRITO DELLA VERITÀ
Il nuovo aiutante che Gesù promise di mandare nel cuore dei credenti, di spargere
su tutta la carne, è lo Spirito della Verità. Questo dono divino non è la lettera o la legge
della verità, né è destinato a funzionare come forma o come espressione della verità. Il
nuovo maestro è la convinzione della verità, la coscienza e l’assicurazione dei veri
significati su livelli spirituali reali. E questo nuovo maestro è lo spirito della verità
vivente e crescente, della verità che si espande, si rivela e si adatta.
La verità divina è una realtà vivente percepita dallo spirito. La verità esiste solo sui
livelli spirituali elevati di realizzazione della divinità e di coscienza della comunione con
Dio. Voi potete conoscere la verità e potete vivere la verità; potete sperimentare la
crescita della verità nell’anima e godere la libertà della sua illuminazione nella mente, ma
non potete imprigionare la verità in formule, codici, credo, o modelli intellettuali di
condotta umana. Quando intraprendete la formulazione umana della verità divina, essa
muore rapidamente. Il salvataggio postumo della verità imprigionata, anche nel migliore
dei casi, può risolversi solo nella realizzazione di una forma particolare di saggezza
glorificata intellettualizzata. La verità statica è una verità morta, e solo la verità morta
può essere considerata una teoria. La verità vivente è dinamica e può godere solo di
un’esistenza esperienziale nella mente umana.
L’intelligenza si sviluppa da un’esistenza materiale che è illuminata dalla presenza
della mente cosmica. La saggezza comporta la coscienza della conoscenza elevata a
nuovi livelli di significato e attivata dalla presenza della dotazione universale dell’aiuto
della saggezza. La verità è un valore di realtà spirituale di cui fanno l’esperienza solo gli
esseri dotati di spirito che funzionano sui livelli supermateriali di coscienza universale, e
che, dopo la realizzazione della verità, permettono al suo spirito attivatore di vivere e di
regnare nella loro anima.
Il vero figlio dotato di percezione universale cerca lo Spirito della Verità vivente in
ogni saggia affermazione. L’individuo che conosce Dio eleva costantemente la saggezza
ai livelli della verità vivente di compimento divino; l’anima spiritualmente non
progressiva trascina costantemente la verità vivente ai livelli sterili della saggezza e nel
dominio di una semplice conoscenza esaltata.
La regola d’oro, quando è priva della percezione superumana dello Spirito della
Verità, diviene niente di più che una regola di condotta altamente etica. La regola d’oro,
quando è interpretata alla lettera, può diventare uno strumento di grande offesa verso i
propri simili. Senza un discernimento spirituale della regola d’oro della saggezza, voi
potete ragionare che, poiché desiderate che tutti gli uomini vi dicano la piena e franca
verità della loro mente, voi dovreste perciò dire pienamente e francamente tutto ciò che
pensate ai vostri simili. Una tale
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interpretazione non spirituale della regola d’oro può portare ad infelicità indicibili e a
dispiaceri senza fine.
Certe persone intendono ed interpretano la regola d’oro come un’affermazione
puramente intellettuale della fratellanza umana. Altri sperimentano questa espressione di
rapporto umano come una gratificazione emotiva dei delicati sentimenti della personalità
umana. Altri mortali prendono questa stessa regola d’oro come metro per misurare tutte
le relazioni sociali, come criterio di condotta sociale. Altri ancora la considerano come
l’ingiunzione positiva di un grande insegnante morale che ha incorporato in questa
enunciazione il più alto concetto dell’obbligo morale riguardo a tutte le relazioni fraterne.
Nella vita di tali esseri morali la regola d’oro diviene il centro e la circonferenza della
saggezza di tutta la loro filosofia.
Nel regno della fraternità credente di coloro che amano la verità e che conoscono
Dio, questa regola d’oro acquisisce qualità viventi di realizzazione spirituale su quei
livelli superiori d’interpretazione che portano i figli mortali di Dio a considerare questa
ingiunzione del Maestro come la richiesta che essi si relazionino con i propri simili in
modo che questi stessi traggano il maggior beneficio possibile dal loro contatto con i
credenti. Questa è l’essenza della vera religione: che amiate il vostro prossimo come voi
stessi.
Ma la realizzazione più elevata e l’interpretazione più vera della regola d’oro
consiste nella coscienza dello spirito della verità della realtà permanente e vivente di una
tale dichiarazione divina. Il vero significato cosmico di questa regola della relazione
universale è rivelato soltanto nella sua realizzazione spirituale, nell’interpretazione della
legge di condotta da parte dello spirito del Figlio verso lo spirito del Padre che dimora
nell’anima dell’uomo mortale. Quando questi mortali guidati dallo spirito realizzano il
vero significato di questa regola d’oro, traboccano della certezza di essere cittadini di un
universo amichevole, ed i loro ideali della realtà spirituale sono soddisfatti soltanto
quando amano i loro simili come Gesù ha amato tutti noi; e ciò è la realtà della
realizzazione dell’amore di Dio.
Questa stessa filosofia della flessibilità vivente e dell’adattabilità cosmica della
verità divina alle esigenze individuali e alla capacità di ciascun figlio di Dio deve essere
percepita prima che voi possiate sperare di comprendere adeguatamente l’insegnamento e
la pratica del Maestro circa la non resistenza al male. L’insegnamento del Maestro è
fondamentalmente un proclama spirituale. Anche le implicazioni materiali della sua
filosofia non possono essere utilmente considerate al di fuori delle loro correlazioni
spirituali. Lo spirito dell’ingiunzione del Maestro consiste nella non resistenza di tutte le
reazioni egoistiche all’universo, unita al raggiungimento attivo e progressivo di livelli di
rettitudine di veri valori spirituali: bellezza divina, bontà infinita e verità eterna—
conoscere Dio e divenire sempre più simili a lui.
L’amore, l’altruismo, deve subire una costante e vivente interpretazione
riadattativa delle relazioni in conformità alle direttive dello Spirito della Verità. L’amore
deve afferrare così i concetti in continuo mutamento ed ampliamento del bene cosmico
più elevato dell’individuo che è amato. E poi l’amore prosegue assumendo questo stesso
atteggiamento verso tutti gli altri individui suscettibili di essere influenzati dalla relazione
crescente e vivente dell’amore di un mortale guidato dallo spirito per gli altri cittadini
dell’universo. E tutto questo adattamento vivente dell’amore deve essere effettuato
tenendo conto sia delle circostanze del male presente che del fine eterno della perfezione
del destino divino.
E così dobbiamo riconoscere chiaramente che né la regola d’oro né l’insegnamento
della non resistenza possono essere correttamente compresi come dogmi
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o precetti. Essi possono essere compresi solo vivendoli, realizzando i loro significati
nell’interpretazione vivente dello Spirito della Verità, che ordina il contatto affettuoso di
un essere umano con un altro.
E tutto ciò indica chiaramente la differenza tra la vecchia religione e la nuova. La
vecchia religione insegnava il sacrificio di se stessi; la nuova religione insegna solo
l’altruismo, eleva l’autorealizzazione nel servizio sociale congiunto e nella comprensione
dell’universo. La vecchia religione era motivata dalla coscienza della paura; il nuovo
vangelo del regno è dominato dalla convinzione della verità, lo spirito della verità eterna
ed universale. E nessun ammontare di pietà o di fedeltà ad un credo può compensare
l’assenza, nell’esperienza di vita dei credenti al regno, di quella spontanea, generosa e
sincera benevolenza che caratterizza i figli del Dio vivente nati dallo spirito. Né la
tradizione né un sistema cerimoniale di culto ufficiale possono compensare la mancanza
di una compassione sincera per i propri simili.
6. LA NECESSITÀ DI PARTIRE
Dopo che Pietro, Giacomo, Giovanni e Matteo ebbero posto al Maestro numerose
domande, egli continuò il suo discorso di addio dicendo: “Vi sto raccontando tutto questo
prima di lasciarvi affinché possiate essere preparati a ciò che sta per accadervi, così che
non cadiate in gravi errori. Le autorità non si accontenteranno di espellervi dalle
sinagoghe; vi avverto che si avvicina l’ora in cui coloro che vi uccideranno penseranno di
stare facendo un servizio a Dio. E faranno tutte queste cose a voi e a coloro che porterete
nel regno dei cieli perché non conoscono il Padre. Essi hanno rifiutato di conoscere il
Padre rifiutando di ricevere me; e rifiutano di ricevere me quando respingono voi, purché
voi abbiate osservato il mio nuovo comandamento di amarvi l’un l’altro così come io ho
amato voi. Vi sto dicendo in anticipo queste cose affinché, quando verrà la vostra ora,
come adesso è venuta la mia, possiate essere fortificati nella conoscenza che io sapevo
tutto e che il mio spirito sarà con voi in tutte le vostre sofferenze per causa mia e del
vangelo. È per questo motivo che vi ho parlato così chiaramente fin dall’inizio. Vi ho
anche avvertiti che nemici di un uomo possono essere i membri della propria famiglia.
Sebbene questo vangelo del regno non manchi mai di portare una grande pace nell’anima
del singolo credente, esso non porterà la pace sulla terra fino a che l’uomo non sarà
disposto a credere di tutto cuore al mio insegnamento e ad istituire la pratica di fare la
volontà del Padre come fine principale di vivere la vita di mortale.
“Ora che sto per lasciarvi, poiché è giunta l’ora che io ritorni dal Padre, sono
sorpreso che nessuno di voi mi abbia chiesto: perché ci lasci? Tuttavia, so che vi ponete
queste domande nel vostro cuore. Vi parlerò chiaramente, da amico ad amico. È
veramente utile per voi che io me ne vada. Se non me ne andassi, il nuovo maestro non
potrebbe venire nel vostro cuore. Bisogna che io sia spogliato di questo corpo mortale e
sia ristabilito al mio posto nell’alto prima che possa mandare questo insegnante spirituale
a vivere nella vostra anima e a condurre il vostro spirito nella verità. E quando il mio
spirito verrà a dimorare in voi, illuminerà la differenza tra il peccato e la rettitudine e vi
renderà capaci di giudicare saggiamente nel vostro cuore al loro riguardo.
“Ho ancora molte cose da dirvi, ma ora non potete sopportarne di più. Tuttavia,
quando lo Spirito della Verità verrà, vi guiderà alla fine in tutta la verità via via che
passerete per le numerose dimore nell’universo di mio Padre.
“Questo spirito non parlerà da se stesso, ma vi proclamerà ciò che il Padre ha
rivelato al Figlio, e vi mostrerà anche le cose future; egli glorificherà me così
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come io ho glorificato mio Padre. Questo spirito è uscito da me e vi rivelerà la mia verità.
Tutto ciò che il Padre possiede in questo dominio è ora mio; per ciò vi ho detto che
questo nuovo istruttore avrebbe preso da ciò che è mio e l’avrebbe rivelato a voi.
“Molto presto io vi lascerò per breve tempo. Successivamente, quando mi rivedrete,
sarò già in cammino verso il Padre, cosicché anche allora non mi vedrete a lungo.”
Mentre egli faceva una breve pausa, gli apostoli cominciarono a dire tra di loro:
“Che cos’è che ci racconta? ‘Tra poco vi lascerò’, e ‘quando mi rivedrete non sarà per
lungo tempo, perché sarò in cammino verso il Padre.’ Che cosa vuol dire con questo ‘tra
poco’ e ‘non per molto tempo’? Noi non riusciamo a comprendere ciò che ci sta
dicendo.”
E poiché Gesù sapeva che essi si ponevano queste domande, disse: “Voi vi
chiedete che cosa ho inteso quando ho detto che tra poco non sarei più stato con voi, e
che, quando mi avreste rivisto io sarei stato in cammino verso il Padre? Vi ho detto
chiaramente che il Figlio dell’Uomo deve morire, ma che risusciterà. Non riuscite allora a
discernere il significato delle mie parole? Sarete prima rattristati, ma in seguito vi
rallegrerete con molti che comprenderanno queste cose dopo che saranno avvenute. In
verità una donna è ansiosa nell’ora del suo travaglio, ma una volta che ha dato alla luce
suo figlio essa dimentica immediatamente la sua angustia nella gioia di sapere che un
essere umano è nato nel mondo. E così è per voi che siete dispiaciuti per la mia partenza,
ma io vi rivedrò presto, ed allora il vostro dolore si trasformerà in gioia e vi sarà data una
nuova rivelazione della salvezza di Dio che nessun uomo potrà mai togliervi. E tutti i
mondi saranno benedetti in questa stessa rivelazione della vita che trionfa sulla morte.
Fino ad ora voi avete formulato tutte le vostre richieste nel nome di mio Padre. Dopo che
mi avrete rivisto, voi potrete chiedere anche in nome mio, ed io vi ascolterò.
“Quaggiù io vi ho insegnato con proverbi e vi ho parlato in parabole. Ho fatto
questo perché spiritualmente voi eravate solo dei bambini; ma sta per giungere il
momento in cui vi parlerò apertamente del Padre e del suo regno. E farò questo perché il
Padre stesso vi ama e desidera esservi rivelato più pienamente. L’uomo mortale non può
vedere il Padre spirito; per questo io sono venuto nel mondo a mostrare il Padre ai vostri
occhi di creature. Ma quando sarete divenuti perfetti nella crescita spirituale, allora
vedrete il Padre stesso.”
Dopo che gli undici l’ebbero ascoltato parlare, si dissero l’un l’altro: “Ecco, egli ci
parla chiaramente. Certamente il Maestro è venuto da Dio. Ma perché dice che deve
tornare dal Padre?” E Gesù vide che essi ancora una volta non l’avevano compreso.
Questi undici uomini non riuscivano a separarsi dalle loro idee a lungo nutrite del
concetto ebraico del Messia. Più essi credevano pienamente in Gesù come il Messia, più
divenivano inopportune queste nozioni profondamente radicate sul glorioso trionfo
materiale del regno sulla terra.
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