“Particella di Dio”: la scienza chiama in causa il Creatore?

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“Particella di Dio”: la scienza chiama in causa il Creatore?
Progetto UniVersus2
2 sessione – 27 novembre 2012
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“Particella di Dio”: la scienza chiama in causa il Creatore?
Abstract della relazione del Prof. Alessandro OMIZZOLO
Verità della scienza, verità della fede: complementarietà o antagonismo?
Dopo una veloce distinzione tra verità e Verità, illustrerò un esempio di ricerca di
verità nella scienza attraverso l’analisi del modello di Big bang standard e la storia
dell’evoluzione dell’universo stesso fino ai nostri giorni.
Da questa illustrazione prendo spunto per analizzare il metodo della scienza
evidenziando i rapporti tra scienza e realtà e scienza e verità.
Le evidenze scientifiche dunque sono per un universo strutturalmente in evoluzione,
come del resto prevedevano le originali equazioni di Einstein, e quindi l’evoluzione è
imprescindibile per l’universo. Del resto l’idea di una realizzazione ancora da farsi
percorre l’intera Bibbia, che in forme diverse fa intuire che il creato non è completo
ma è in via di farsi completo.
Ciò non deve portare ad affrettati concordismi, perché diverse sono le finalità dello
studio della natura per la scienza e per la teologia: se la prima ha di mira il “come”
della natura, la seconda ha di mira il “perché” della natura. Le sorgenti di
informazione nei due casi sono diverse e vanno trattate in maniera diversa perché
così esige un onesto e serio approccio ai dati e alla realtà da essi significata. Per
questo non ha senso parlare né di “mente di Dio” né di “particella di Dio”, almeno se
per Dio si intende il Dio delle grandi religioni monoteiste, che non è il Dio delle
lacune della scienza ma è anzitutto un Dio personale.
Ciò non toglie che anche il dato della scienza possa suscitare o alimentare la
meraviglia che è la porta che consente di accedere alla percezione della bellezza del
creato, bellezza che come tutti i trascendentali è traccia inequivocabile di un amore
che si dona.