Un`indimenticabile verticale di Boca

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Un`indimenticabile verticale di Boca
Un'indimenticabile verticale di Boca presso le Cantine del Castello Conti
Roma,20/12/2007
Elena, Anna e Paola portano avanti con entusiasmo
l'azienda che papà Ermanno fondò insieme alla moglie Mariuccia nel 1963, un entusiasmo che si respira a
pieni polmoni appena si varca la soglia del bellissimo Castello Conti, luogo ideale non solo per la
conservazione dei vini, ma anche come museo d'arte. Si, perché è sempre stato nel desiderio della famiglia
legare il vino all'arte, alla storia e alla cultura. Girando per le sale si possono ammirare pitture, fantasiose
sculture, bottiglie dipinte. Il connubio fra vino e arte è evidente anche dalla collezione di etichette firmate da
alcuni fra i migliori artisti della zona, l'ultimo dei quali è l'ottantenne Mauro Maulini. Il vino, in casa Conti,
viene prodotto seguendo la tradizione tramandata dagli avi e continuata da Ermanno. Le uve provengono da
vigne impiantate alla fine degli anni '60: macerazioni medio-lunghe a contatto con le vinacce, la malolattica
viene effettuata a temperatura controllata, la maturazione avviene in botti e barrique non nuove per un
periodo molto lungo e il vino viene messo in commercio dopo almeno 7 anni (tre in legno, due in acciaio e
due in bottiglia). Io e Alessandro Franceschini, abbiamo avuto la possibilità di degustare l'annata 2007 del
Boca direttamente dalla vasca, quindi nella fase iniziale del suo lungo percorso, e le impressioni sono state
molto incoraggianti. Ma la conferma della qualità del Boca di Cantine del Castello l'abbiamo avuta da una
splendida verticale effettuata in azienda di ben 11 annate, dalla 1996 alla 1984, saltando solo la '92 e la '95
che non sono state prodotte. La mano è ovviamente quella di papà Ermanno, ma le figlie non hanno
nessuna intenzione di cambiare filosofia, per fortuna! Così come avviene in Valtellina, con i vini di un'altra
splendida azienda che ben conoscete, Ar.Pe.Pe., anche i Conti ritengono opportuno presentare il loro Boca
solo quando è pronto per essere apprezzato. Ed hanno perfettamente ragione, perché quel respiro
profondo, quell'ampiezza e complessità che caratterizzano in modo inequivocabile questi vini, la notevole
spinta di freschezza che continua ad alimentarli anche dopo ventanni, sono la dimostrazione di quanto sia
importante saper aspettare, lasciare che il vino faccia il suo corso senza forzare l'andatura con tecniche che
favoriscono una maggiore immediatezza, ma spesso condizionano l'evoluzione e il raggiungimento di una
profondità espressiva che solo il lento processo chimico che avviene all'interno della bottiglia può consentire.
La verticale del Boca
- 1996: uno degli elementi che accomunano più o meno tutti vini degustati è certamente la straordinaria
tenuta di colore, che non sembra minimamente risentire del tempo. Qui ci troviamo di fronte ad un bel
granato vivo e di buona trasparenza. Il bouquet è improntato su note di fiori appena appassiti, prugna in
confettura, ciliegia sotto spirito, ma soprattutto una variegata speziatura, si coglie il tabacco, la cenere, la
carne. In bocca la freschezza non manca, né la spinta tannica, sebbene molto arrotondata e ben integrata.
Nel lungo finale appaiono note che richiamano alla carne, al brodo.
- 1994: abbiamo avuto il tempo di lasciare respirare i vini e di sentire il loro progressivo aprirsi, fattore
fondamentale che gli ha consentito di liberarsi di quegli odori tipici che si formano dopo tanti anni in
bottiglia. Dopo un'iniziale nota di smalto, affiorano sentori di cassis, ciliegia e visciola, liquirizia, radice di
rabarbaro, cenere, note di carne cotta ed erbe aromatiche, sensazioni balsamiche. Al palato colpisce subito
per l'acidità vibrante, per nulla indebolita dal passare del tempo, una delicata sapidità e sfumature che
richiamano il brodo di carne, cenni di goudron, ancora liquirizia e cenere, arricchiscono il lungo finale che ci
porta verso marcate note di china.
- 1993: impatto olfattivo meno generoso, che con il tempo però riesce a recuperare in buona parte. Il
carattere è decisamente terziario, sviluppa toni di cuoio, catrame, tabacco, legno di liquirizia, frutta scura.
All'assaggio, al contrario, risulta ancora freschissimo, a dimostrazione che questo è un tratto caratterizzante
della zona, dovuto in gran parte alla tipologia del terreno, all'età delle piante (qui hanno già più di ventanni)
e alle buone escursioni termiche. Bocca pepata, dinamica con bella corrispondenza aromatica e lungo finale
di fiori secchi.
- 1991: colore integro, bellissimo e di impressionante vitalità; naso che coinvolge con le sue note di spezie
orientali, curry, cardamomo, noce moscata, che si amalgamano a prugne in confettura. Al gusto si sente
sempre quella smagliante freschezza che ci rassicura sulle sue possibilità evolutive, mentre qualche
sensazione verde che ci ricorda il raspo alimenta una certa sensazione di astringenza.
- 1990: vino di straordinaria stoffa, grande equilibrio di ogni componente, senza dubbio il campione
migliore, figlio di uno dei millesimi più grandi del secolo scorso. Questo Boca mette in evidenza quello che
potrebbe essere un piccolo limite percepito in tutti gli altri assaggi: una struttura leggermente esile che a
volte lascia la bocca non completamente soddisfatta ed evidenzia qualche squilibrio tra durezza e morbidezza
nelle annate meno riuscite. Qui, invece, siamo al top dell'emozione, tutto è al posto giusto, le sensazioni di
pienezza, maturità, rotondità, freschezza ci sono tutte.
- 1989: altro vino, come il 1993, che esprime una forte componente terziaria, di maturità, con note di
goudron evidenti, prugna cotta, liquirizia, bacche, caffè. L'attacco gustativo evidenzia proprio quanto detto in
precedenza: manca di polpa, questo crea un effetto più sbilanciato dove l'astringenza e le note verdi
(d'altronde le tecniche erano meno avanzate) hanno in parte il sopravvento. Finale di cioccolato e caffè.
- 1988: bello l'attacco di viole e rose appassite, seguito da ritorni di carne, china, liquirizia, meno frutto. Al
palato è molto coinvolgente e complesso, con una speziatura spiccata che si fonde a note di frutta sotto
spirito. Seguono una bella sapidità e tonalità ferrose molto interessanti.
- 1987: sempre stupefacente il colore, più o meno identico a quello del 1996, solo appena aranciato
all'unghia. Qui sono le erbe officinali a dominare la scena iniziale (questo è un elemento che caratterizza tutti
i Boca invecchiati di casa Conti), poi note ferrose, di fieno, anice stellato. In bocca, al contrario, c'è un bel
frutto che lo rende morbido e di grande piacevolezza. Finale pulito e ancora perfettamente godibile.
- 1986: anche qui le erbe officinali sono il biglietto da visita, espressioni di un terziario complesso e
intrigante, di grande fascino. Uno dei vini più sapidi, ancora ricco di frutto, tannino fine e perfettamente
armonizzato con le altre componenti.
- 1985: espressione di incredulità da parte di tutti i presenti per il colore, fra i più belli e freschi di tutta la
verticale, a ricordarci che anche questo è stato un grande millesimo (in alcuni casi anche superiore al '90). E'
il trionfo della complessità che emerge con l'invecchiamento, tra goudron ed erbe officinali, fiori secchi e
richiamo all'oliva, su un fondo di confettura di ribes nero. Bocca balsamica e corrispondente, morbida e ben
supportata dal frutto.
- 1984: altro vino affascinante, che si trasforma continuamente nel bicchiere evidenziando una gamma di
profumi di grande fascino. Colpisce come i vini mettano in luce una capacità di evolvere molto lineare, le
diverse annate sembrano incidere molto poco sul processo di maturazione, mentre è il connubio fra terreno
e vitigno a prendere il sopravvento. Qui ritorna ancora quella freschezza che emoziona, le leggere
imperfezioni non contano nulla di fronte a tanta bellezza. Certo oggi i vini possono essere ancora migliori
grazie ad una maggiore esperienza in vigna e al supporto di una cantina più efficiente.
Una gran bella esperienza, arricchita dalla presenza e dalla simpatia di Elena Conti, che ci ha accompagnato
per tutta la degustazione. Ricordatevi di questa azienda e, soprattutto, di questa zona, che sta godendo di
una vera rinascita grazie alle sue grandi potenzialità e alla coesione dei produttori, che stanno lavorando
insieme (come non hanno ancora imparato a fare in molte altre parti d'Italia) per proporre prodotti seri,
affidabili, onesti e di grande fascino, da Boca a Maggiora, da Cavallirio a Grignasco e Prato Sesia.
Roberto Giuliani
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