Il mondo online e offline - Sacro Cuore

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Il mondo online e offline - Sacro Cuore
Il mondo online e offline: una connessione alla realtà
a cura di Elisa Zanin e Sara De Servi (classe IIA)
Questa settimana noi studenti di seconda abbiamo avuto modo di leggere un testo riguardante un incontro avvenuto a Milano sugli effetti che le
tecnologie portano all’interno della società contemporanea.
In particolare abbiamo letto il discorso che in quella occasione ha fatto il famoso sociologo
polacco Zygmunt Bauman, il quale afferma che la vita di oggi è divisa tra online e offline.
L’offline è quella parte della giornata in cui il soggetto vive nel mondo ordinario; l’online è il
tempo che il soggetto passa dentro lo schermo (circa 7 ore e mezza al giorno).
Egli non si sofferma sui guadagni delle tecnologie (pur riconoscendoli) perché li mette in
secondo piano per un attimo; parla invece delle perdite che esse portano nella vita ordinaria con
lo scopo di avvisare i giovani (e quindi le generazioni future) delle molteplici problematiche cui
spesso non si riflette.
Secondo l’Autore, la prima cosa che viene danneggiata è la memoria; inoltre il soggetto non fissa più molteplici conoscenze, poiché c’è google che è
in grado di fornire risposte immediate (ma che non si fissano nella memoria a lungo termine); in terzo luogo viene meno anche la creatività e, quindi,
la possibilità futura di innovazioni (la creatività è infatti legata alle conoscenze) ed, infine, si ha una sempre maggiore mancanza di pazienza.
Bauman sostiene l’idea secondo cui l’utilizzo di tecnologie e dei social network nasca dal bisogno di sicurezza proprio degli individui (e che si
volge soprattutto nella tensione di ciascuno a cercarsi amicizie): poter controllare gli amici e avere una lista di essi sembra cancellare la paura
dell’uomo di essere abbandonato. Questo, secondo il sociologo, è un aspetto negativo perché sembra “facilitare” la vita ma in realtà porta a
strutturare identità fragili e insicure. Nella vita reale (offline), invece, i legami sociali comportano molti più rischi e fatiche ma permettono
anche sicurezze non “fittizie” ma basate sull’esperienza. Forse è proprio questa la difficoltà maggiore che ci ritroviamo addosso: essere in
grado di costruire amicizie vere.
Di fatto il mondo online viene visto come una zona di comfort, un mondo “conflict-free”, dove il soggetto si circonda di persone uguali a lui (rapporto
a specchio) e non si confronta con idee e opinioni diverse dalle sue in quanto, per esempio, guarda solo i siti che preferisce e non fa che confermare
ciò che già pensa. Bauman vede il futuro delle generazioni con una vena di pessimismo perché oggi, con
queste tecnologie, l’uomo ha imparato a fuggire dai disaccordi e questo impedirà lo sviluppo. Egli afferma
che il prossimo secolo sarà un secolo “spiacevole” in cui vivere. Ma lascia una piccola speranza sostenendo
che siamo noi giovani a dover costruire il futuro attraverso l’assunzione di responsabilità.
Noi impattandoci con la teoria di Bauman ci siamo ritrovate quasi completamente d’accordo riguardo al
ruolo che le tecnologie hanno nella nostra società poiché esse stanno sempre di più semplificando i legami
sociali; per esempio, è davvero facile essere amici di una persona virtualmente, e questo vediamo essere
meno immediato nella vita reale di tutti i giorni. In effetti le relazioni hanno dei rischi che, però, vanno
affrontati per riuscire a vivere pienamente i nostri rapporti. Essendo adolescenti abbiamo tutte avuto modo
di sperimentare sia il così detto “mondo online”, sia quello “offline” e ci siamo rese conto di quanto essi
siano differenti e vengano percepiti in due modi diversi: leggere il messaggio con scritto, ad esempio, “ ti voglio bene” è molto meno significativo che
sentirselo dire a voce, ed è anche meno impegnativo scriverlo, non guardando in faccia la persona a cui lo si dice.
È interessante e utile il fatto che Bauman metta in secondo piano per un momento gli aspetti positivi delle tecnologie di cui tanto si parla, per
concentrarsi su quelli negativi che stanno progressivamente danneggiando l’uomo; questo al fine di rendere più consapevoli noi giovani della società
in cui viviamo. Se non si prenderà atto delle perdite che si subiamo progressivamente, il futuro dell’uomo sarà profondamente ferito e privo di valori.
Va fatto notare che per alcune ragazze della classe la visione del sociologo è troppo pessimista in quanto le tecnologie, se usate in modo giusto ed
equilibrato, possono essere molto utili. Inoltre, come da affermato dallo stesso Bauman, il futuro lo creiamo noi, quindi siamo ancora in tempo per
cambiare. Il problema quindi non sono le tecnologie in sé, ma è l’uomo che ne abusa, cioè che ne fa un uso improprio ed eccessivo. Bisogna
imparare ad usarle come strumenti, attraverso un senso critico.
Questo argomento è stato anche una fonte di spunti per cercare, nel nostro piccolo, di iniziare a concentrarci più sulle nostre passioni reali e sulla nostra
vita ordinaria cercando, ad esempio, di ridurre il tempo passato davanti allo schermo. Il messaggio è quello di cercare di godersi il più possibile
tutto ciò che il mondo offline ci offre in quanto “è tutto vero e non può scomparire”. Possiamo dire, per concludere, che è più bella l’attesa che i
rapporti reali offrono piuttosto che la velocità e l’immediatezza delle tecnologie che fanno perdere di vista il valore e l’importanza delle cose. Solo non
vivendo fuori dalla realtà è possibile comunicare con gli amici attraverso i media, incrementando e rinvigorendo i legami sociali già in atto.