Introduzione - Je parle,donc j`écris

Transcript

Introduzione - Je parle,donc j`écris
PARLO
Introduzione
quindi scrivo
Il progetto « Je parle donc j'écris (parlo quindi scrivo)», realizzato nel quadro del programma Europeo SOCRATES - MINERVA,
è destinato a tutti coloro che intendono imparare a scrivere e leggere in francese, senza limiti di età, sia che si tratti di paesi in
cui il francese viene parlato come lingua madre, sia che venga insegnato come lingua straniera.
Parallelamente vengono presentati e sperimentati degli approcci metodologici di insegnamento innovativi, realizzati grazie
all'uso delle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC).
Un primo gruppo di giochi interattivi invita l'utente ad ascoltare, identificare e individuare i suoni che permettono di
distinguere le parole, come ad esempio blond/blanc, mousse/mouche, car/gare. A ciascun suono è attribuita una lettera,
che resta sempre la stessa, rispettando la codifica dell'alfabeto alfonic, ideato da André Martinet negli anni 70, tenendo
conto delle distinzioni più comuni in uso ai giorni nostri (vedasi tabella allegata). La grande maggioranza delle lettere
conserva il valore che ha nell'uso ordinario della lingua e ciò fa sì che molte parole si scrivano in alfonic, con la stessa
ortografia rispetto a quella tradizionale. Si distinguono in modo accurato le due scritture: quanto scritto in alfonic è indicato in
rosso e dall'utilizzando un carattere che separa ogni lettera mentre l'ortografia tradizionale è in nero e con una scrittura
ravvicinata.
L'utente è quindi invitato ad utilizzare alfonic per scrivere. Gli si chiede di scegliere e mettere nel giusto ordine le lettere che
permettono di formare le parole. In questo modo l'utente può utilizzare uno strumento che gli consente di scrivere senza
inibizioni tutto ciò che sa dire, in altre parole, di esprimersi per iscritto. Al tempo stesso egli sarà in grado di leggere i messaggi
a lui indirizzati scritti con lo stesso sistema. Ormai il funzionamento della comunicazione scritta, nella duplice competenza di
produzione e ricezione, è per lui un fatto acquisito.
E' il momento per l'utente di provare a leggere tutti i testi che si trova di fronte. Per questo lo si stimola offrendogli delle storie
scritte con l'ortografia tradizionale, per le quali la lettura è facilitata dalla conoscenza della storia stessa. Ci sono sufficienti
similitudini fra i due modi di scrivere perché sia possibile per il lettore riuscire a decifrare ciò che ha sotto gli occhi. Resta in
ogni caso possibile cliccare su una parola per ascoltarla e farne apparire la forma in alfonic.
La lettura consente di prendere coscienza delle particolarità dell'ortografia tradizionale. Ci si basa su una storia, Le vilain petit
canard, di Andersen, per attirare l'attenzione del lettore sui punti essenziali e per stimolare le sua curiosità, coinvolgendolo
progressivamente con degli esercizi appropriati. Piano piano si impone l'ortografia e non ci si sofferma più su per alfonic,
anche se la notazione resta disponibile per verificare l'ortografia di parole particolari.
Il progetto è il frutto della collaborazione di più soggetti partecipanti linguisti membri dell'associazione RAPHAEL (Ricerche
sull'applicazione della fonologia all'apprendimento della scrittura e della lettura), insegnanti e logopedisti provenienti da
Francia, Belgio, Italia, Grecia, Polonia, Romania che hanno sperimentato alfonic con i loro allievi, sia all'interno delle classi
ordinarie sia con soggetti in difficoltà di apprendimento.
I giochi e i lavori proposti si rivelano utili sia per i bambini francesi che iniziano il loro percorso scolastico che per gli adulti che
imparano il francese successivamente. Per gli studenti stranieri per i quali il francese non è la lingua materna, i giochi
contribuiscono ad una migliore acquisizione della pronuncia e della lingua parlata mentre presentano le basi essenziali
dell'ortografia che portano alla padronanza dell'espressione scritta.
N.B. alfonic è stato pensato e realizzato per la lingua francese, per offrire giovani alunni, inibiti dalla paura di fare degli errori,
uno strumento in grado di far loro superare questo timore e di lasciare spazio alla produzione che ha rivelato una ricchezza
di vocabolario insospettabile. Non potrebbe essere applicato così com'è in altre lingue ma sarebbe possibile ispirarvisi per
interrogarsi caso per caso sui problemi specifici della lingua conosciuta e mettere a punto, se necessario, un sistema di
scrittura in accordo con la pronuncia.
Jeanne MARTINET
6 maggio 2005
PARLO
alfonic - alfabeto fonologico per il francese
quindi scrivo
alfonic1
a
a
(â)
e
-è
i
o
ô
œ2
œ
(œ)
œ
u
w
ë
ë
(ü)
ä
ö
p
b
m
1
2
pat
pat
(pât)
ete
perdu
etè
isi
pom
pôm
jœn
jœn
(jœn)
brœbi
unir
wvrir
brë
brë
(brü)
sä
sö
papa
baba
miel
alfonic1
Ortografia tradizionale
Ortografia tradizionale
patte
pâte
f
v
fil
va
fil
va
été
perdu
était
ici
pomme
paume
jeune
t
d
n
s
tic
dur
nu
sali
asi
raze
hoc
java
tic
dur
nu
sali
assis
rasé
choc
java
calcul
celc
gato
gi
ravi
calcul
quelque
gâteau
gui
ravi
lac
yoga
fiy
fiyœl
peny
anyo
lac
yoga
fille
filleul
peigne
agneau
jeûne
brebis
unir
ouvrir
brin
brun
sang
son
papa
baba
miel
Fra parentesi sono riportate le distinzioni facoltative.
Proposta di variazione : x al posto di œ.
z
h
j
c
g
r
l
y
-ny
-ny-
PARLO
giochi multimediali
quindi scrivo
“Le vilain petit canard”
Section 5 : Ecrire en orthographe
BELGIO
Centre de Rééducation de l’Enfance,
Ougrée
PARLO
Testimonianza
quindi scrivo
C.R.E. Ougrée è un centro di rieducazione funzionale nel quale un gruppo di lavoro a con competenze
multidisciplinari segue bambini e ragazzi, nella fascia di età dai tre ai quattordici anni, che presentino
delle difficoltà comportamentali e/o ritardi nel processo di apprendimento, derivanti o meno da deficit
intellettuali.
Ho potuto sperimentare alfonic nel contesto di due processi di rieducazione logopedica (ortofonica).
Nel primo caso trattavasi di una bambina dell'età di sei anni che attualmente frequenta il terzo
anno di scuola materna (nel contesto sistema della scuola materna francese). La bambina era
stata mantenuta nella seconda classe a causa di un ritardo linguistico e funzionale. Al fine di
prepararla al passaggio in prima classe ho utilizzato alfonica per esercitare e stimolare le
capacità di discriminazione visiva e uditiva che apparivano del tutto insufficienti. Gli esercizi
proposti dal CD hanno permesso di lavorare in modo molto stimolante privilegiando l'aspetto
ludico. Al termine dell'anno scolastico ho potuto rilevare dei progressi da parte della bambina in
aggiunta allo sviluppo di un maggiore interesse per l'apprendimento dell'ortografia e per la
lettura.
La seconda occasione di sperimentazione ha riguardato la rieducazione logopedica
(ortofonica) di un ragazzino di dieci anni che frequenta l'insegnamento specializzato. Nel mese
di settembre non era capace di riconoscere che poche vocale e quindi era incapace di
leggere e scrivere. Era inoltre decisamente restio a dedicarsi a qualsiasi attività di
apprendimento in ragione degli insuccessi e mostrava seri problemi comportamentali.
Gli ho quindi proposto di utilizzare alfonic in modo parallelo alla metodologia di lettura « La
planète des Alphas ». In modo decisamente rapido ha acquisito una forte morivazione
all'apprendimento anche in ragione della passione per l'informatica. Ha quindi sperimentato la
possibilità di progredire acquisendo sicurezza nelle proprie capacità. Al termine dell'anno
scolastico il ragazzo è adesso in grado di leggere e scrivere numerose parole, alcune semplici
frasi sia utilizzando alfonic che l'ortografia tradizionale. Resta da completare il percorso con altri
suoni e si è deciso di utilizzare alfonic ancora per un certo periodo.
Al termine di un anno di sperimentazione di alfonic, penso che lo strumento costituisca un aiuto
prezioso al mio lavoro, specialmente di fronte a bambini con grandi difficoltà di apprendimento e
demotivati dai ripetuti insuccessi.
Véronique BOUHY
9 giugno 2005
BELGIO
Laboratoire de phonétique,
Service de linguistique expérimentale,
Université de Liège
PARLO
Testimonianza
quindi scrivo
Uno strumento fonologico appositamente pensato per insegnare a scrivere e a leggere il francese mi è
sempre sembrato indispensabile: l'ho sempre proposto ai miei allievi e molti si convincono ad
adottarlo.
Se già conoscono l'alfabeto fonetico internazionale (API), è per me sufficiente adattarlo limitandomi ai
fonemi francesi. Se invece non lo conoscono, ricorro ad alfonic spiegando loro in poche parole di cosa
si tratta; generalmente esso li diverte, li interessa e spesso li appassiona. alfonic è più facile da imparare
e utilizzare al confronto dell'API e conduce in modo diretto al saper scrivere nel francese di tutti i giorni.
La spiegazione dell'ortografia, difficile ma coerente con il latino inizia a riacquistare senso e così
osservo un forte interesse degli allievi anche per le spiegazioni storiche che gli offro. Da notare, secondo
il mio punto di osservazione, a carattere mondiale e derivante da più di trenta anni di esperienza, tali
spiegazioni favoriscono l'ortografia sia lessicale che grammaticale.
Alla maggioranza degli utenti, alfonic permette di rafforzare i fonemi in modo sicuro, semplice e
naturale : ciò, per l'insegnante di fonetica, ortofonia e pronuncia è naturalmente un elemento di forza
eccezionale ; me ne servo spesso, senza mai imporlo ; la metodologia migliore e più corretta è quella
di scrivere in una tabella, l'ortografia tradizionale a fronte di alfonic o dell'API se non addirittura tutti e tre
insieme.
Un numero altissimo di studenti, di tutte le lingue, mi hanno confermato che trovavano questa pratica
molto semplice e davvero preziosa…… consigliando lo stesso sistema per insegnare il francese nei loro
paesi.
E' unicamente nella mia famiglia (molto numerosa) e nei centri di alfabetizzazione che ho conosciuto,
meno numerosi ma certamente rappresentativi, che ho incontrato dei bambini turbati dalle difficoltà
ortografiche nel loro processo di apprendimento della scrittura e della lettura. In questi casi mostro loro il
funzionamento di alfonic che essi imparano come se fosse un gioco, un gioco, un tesoro un codice
segreto da condividere con i propri colleghi per comunicare per iscritto senza paura di incorrere in errori
di ortografia ! I bambini utilizzano alfonic con gioia e puro piacere e comunicare per via scritta diventa
quindi un divertimento. Il passaggio all'ortografia tradizionale poi, li fa ridere e non pone più nessuna
difficoltà se non lo scoprire che “sono pazzi questi galli !”
François-Xavier NEVE
11 maggio 2005
BELGIO
PARLO
Testimonianza
quindi scrivo
Testimonianza di LANG Milène, studente all'ultimo anno di logopedia (ortofonia) a Liegi (Belgio) :
Nel quadro del lavoro finale per la conclusione del percorso di studio in logopedia ho utilizzato lo
strumento alfonic con 3 ragazzi di 12 anni che presentavano notevoli difficoltà nell'apprendimento
della lingua scritta. I ragazzi frequentavano una classe speciale che raccoglieva casi legati a
problematiche “strumentali”. Secondo la loro insegnante il loro livello di scolarizzazione poteva essere
assimilato a quello di una seconda classe elementare (nel sistema belga, CE1 nel sistema Francese).
Il percorso di sperimentazione realizzato per 8 mesi è stato finalizzato al come adattare lo strumento
alfonic a situazioni di intervento logopedico (ortofonico) nei confronti di ragazzi dislessici e
disortografici e a stabilire se lo strumento stesso permette di lenire le difficoltà di apprendimento della
lingua scritta, riconciliando i ragazzi con essa..
Inizialmente abbiamo realizzato dei test incentrati sulla lingua scritta al fine di stabilire quali erano i
principali punti di debolezza dei ragazzi coinvolti. Successivamente abbiamo organizzato delle sedute
bisettimanali alternando sedute individuali a sessioni collettive. Abbiamo quindi dedicato le sessioni
individuali all'apprendimento di alfonic al lavoro sulle difficoltà specifiche del singolo soggetto. Le
sedute collettive parallelamente erano orientate allo scambio ed alla collaborazione. Ho quindi
adattato il materiale didattico e i giochi rimpiazzando i testi tradizionali con quelli scritti con alfonic. Ho
al tempo stesso utilizzato i giochi multimediali realizzati nel quadro del progetto « Je parle donc j'écris »,
che sono stati realmente apprezzati dai ragazzi. Ho distribuito una tabella nella quale a ciascun segno
era associata un'immagine, ad esempio « g » e l'immagine di un « gâteau (dolce) ». Successivamente
per realizzare il passaggio all'ortografia tradizionale, ho aggiunto alla stessa tabella la trascrizione dei
suoni, esempio il suono /g/ e le trascrizioni < g, gu >. I ragazzi potevano utilizzare le tabelle sia durante le
sedute di lavoro specifico che nella loro classe tradizionale.
E' stata inoltre realizzata una corrispondenza fra gli allievi francesi e quelli rumeni interamente gestita
attraverso alfonic; l'esperienza si è dimostrata davvero importante ed ha arricchito in modo significativo
i ragazzi coinvolti.
I risultati della sperimentazione sono stati dirimenti. I ragazzi sono stati sedotti da alfonic. Uno di essi ha
esclamato « E' un genio chi ha inventato un codice per quelli come noi! ». Sicuramente la loro istintiva
apprensione di fronte alla lingua scritta è diminuita sensibilmente. In più i test effettuati dimostrano che i
3 ragazzi coinvolti hanno fatto progressi notevoli e superiori a quelli dei loro compagni che non hanno
partecipato alla sperimentazione. Nonostante ciò i tre ragazzi dimostrano ancora un livello di capacità
di lettura e scrittura inferiore a quelli medi di coloro che frequentano una classe di seconda primaria
(CE1 in Francia). Tuttavia lo strumento alfonic ha loro aperto la strada all'apprendimento della lingua
scritta concedendo loro i mezzi per proseguire il processo di apprendimento.
Milène LANG
9 giugno 2005
POLONIA
’ w ’Przeclawiu, Szczecin
Zespol Skol
PARLO
Testimonianza
quindi scrivo
Per i polacchi, anche se utilizziamo anche noi l'alfabeto latino, imparare il francese significa acquisire una
pronuncia ed un'ortografia completamente diversa da quelle della nostra lingua madre. L'esperienza pratica
pedagogica di molti fra gli insegnanti del francese come lingua straniera dimostra come molti allievi si sentono
scoraggiati di fraonte alle difficoltŕ che il francese pone loro all'inizio del processo di apprendimento.
Cosa si puň fare per aiutare gli allievi a superare tali ostacoli?
In ragione della possibilitŕ avuta di partecipare al progetto “Je parle donc j'écris”, ho proposto lo strumento
alfonic ai miei studenti, tutti principianti e con etŕ variabile dai 7 ai 45 anni, e divisi in classi in ragione proprio
dell'etŕ. Dopo aver conosciuto l'alfabeto secondo alfonic, gli allievi sono stati rapidamente sensibilizzati in merito
ai suoni specifici della lingua francese. In ragione del fatto che alfonic, come il modo di scrivere polacco, č un
alfabeto di tipo fonetico, essi hanno potuto leggere e scrivere le parole francesi in modo molto facile.
Sul sito del progetto si possono trovare numerosi giochi multimediali. Data la popolaritŕ di Internet, tali esercizi si
dimostrano essere molto utili: attirano gli allievi, formandoli mentre si divertono. Proprio grazie ai giochi
impariamo a distinguere i suoni del francese e poi a leggere e scrivere con alfonic. Siccome l'obiettivo di alfonic
č di condurci a scrivere in francese si passa rapidamente ai giochi che conducono all'ortografia tradizionale.
Con la guida dell'insegnante questo passo cosě importante diventa una semplice scoperta. A partire dal primo
contatto con l'ortografia tradizionale ho potuto verificare che i miei allievi mostravano di avere giŕ dei
meccanismi associativi che rendevano la scrittura francese piů vicina e intelligibile. Conseguentemente gli
allievi si sentono maggiormente a loro agio con la scrittura e la lettura cosa che ne rafforza il morale e li
incoraggia a cimentarsi nello scrivere dei brevi testi.
Durante il passaggio all'ortografia tradizionale, alfonic si č dimostrato ancora utile per richiamare la giusta
pronuncia delle parole pił difficili. Questa metodologia mi č sembrata pił ragionevole ed efficace rispetto a
quella analogica trasposta in polacco che deve riferirsi ad una notazione completamente diversa da quella
francese.
I miei allievi hanno tratto un gran giovamento dal progetto “Je parle donc j'écris”. Certo il loro lavoro con alfonic
non č che una tappa della loro avventura con il francese, ma una tappa importante e proficua per il prosieguo
del loro percorso di apprendimento. Al termine dell'anno scolastico, ho potuto osservare nei miei allievi, uno
sviluppo dell'autonomia e una rinnovata motivazione allo studio. In qualitą di insegnante non francofono della
lingua francese agli stranieri, considero il mio incontro con alfonic, un'esperienza realmente benefica ed
istruttiva. Dirņ di pił, lo strumento alfonic costituisce per me un'alternativa davvero interessante rispetto alle
metodologie tradizionali.
Magdalena Narloch
30 maggio 2005
POLONIA
’ w ’Przeclawiu, Szczecin
Zespol Skol
PARLO
Testimonianza
quindi scrivo
Ho avuto l'occasione e il piacere di seguire da vicino i corsi di francese organizzati a Szczecin, in Polonia,
secondo la tecnica di alfonic.
Tali corsi, erogati in una scuola (fondamentale + Collegio, cioè dai 6 ai 16 anni) di Kolbaskowo, un sobborgo di
Szczecin, sono stati seguiti nell'anno scolastico 2004-2005 da circa 150 allievi, da 6 anni all'età adulta, infatti fra i
gruppi formati ve ne era uno di adulti, formato in sua massima parte da insegnanti.
E' stato piacevole constatare, sia detto fra parentesi che l'interesse per la lingua francese è forte. Percepita come
una lingua di grande cultura e capace di portare con sé valori essenziali. Il francese rappresenta inoltre uno stile
di vita e un paese interessante e bello che i polacchi, amanti dei viaggi da quando hanno ritrovato la libertà,
hanno voglia di riscoprire. Per questo una quarantina di giovani hanno partecipato a partire nel maggio scorso
ad un viaggio di 10 giorni che li ha condotti nella regione della Loire-Atlantique, passando per il Belgio.
Per ciò che riguarda il corso propriamente detto, nelle tre visite in luogo che ho effettuato ho potuto constatare la
piena efficacia dell'apprendimento attraverso la tecnica di alfonica. Non arriverò a dire che gli allievi parlano
perfettamente il francese, sarebbe del resto un puro miracolo con due ore alla settimana, ma i progressi sono
stati costanti e regolari, tanto che all'inizio del mese di giugno più gruppi di lavoro hanno partecipato ad uno
spettacolo in francese, organizzto nel quadro di un partenariato fra le regioni della Loire-Atlantique e quella di
Szczecin. Permangono numerose imperfezioni nella pronuncia delle nasali, di "e" delle "é", dei "eu" e dei "u" ma
l'acquisizione del vocabolario e delle strutture grammaticali di base è reale. La scoperta delle parole francesi
con alfonic e la propria ortografia “semplificata” ha dato i propri frutti ed ha permesso un passaggio dolce
all'ortografia vera e difficile del francese, a gennaio dopo 4 mesi di corso.
La conclusione è semplice ed evidente: per insegnare il francese a dei principianti stranieri, alfonic funziona !
Alain BRAIBANT
27/06/2005
FRANCIA
Ecole Stella Maris, Anglet
PARLO
Testimonianza
quindi scrivo
Prima constatazione importante :
Il bambino dei giorni nostri, sempre in movimento, stimolato e sollecitato produce il proprio lavoro scritto senza
rileggerlo. Lo strumento « alfonic » offre un aiuto supplementare allo sviluppo della sua autonomia, della sua
capacità di riflessione e lo obbliga a concentrarsi senza che ciò gli costi fatica in modo eccessivo. Infatti lo
strumento alfonic è vissuto dai bambini come un gioco ed una cosa seria allo stesso tempo. Essi infatti ne
comprendono appieno le potenzialità per correggere in modo rapido i propri errori.
Come utilizzo alfonic :
Per aiutare i miei allievi, faccio loro chiudere gli occhi nell'ascoltare un suono, poi scriverlo in alfonic,
(esclamando spesso : « ah certo ! ») e quindi correggerlo nell'ortografia tradizionale. Successivamente
propongo loro di lavorare con i giochi multimediali prodotti dal progetto « Je parle donc j'écris » incentrati sul
medesimo suono su cui hanno così lavorato, al fine di rafforzarne la comprensione.
Gli allievi lavorano avendo sempre l'alfabeto alfonic a portata di mano, così come il dizionario delle parole
ortografia tradizionale/ alfonic.
Così operando ho constatato che alfonic aiuta a differenziare in modo più facile il participio passato
dall'imperfetto, (esempio : l'enfant mangeait, avait mangé), l'identità del suono /s/, scritto < c > (esempio: dans
cinq) o < s > (esempio: dans sain), p,b,d …
Lo strumento alfonic aiuta in modo particolare i ragazzi dislessici, che possono riprendere confidenza nei loro
mezzi, e a mezzo del gioco si rendono conto che possono anche loro inserirsi nel contesto scolastico normale,
sdrammatizzando il valore dell'ortografia tradizionale.
Secondo la mia esperienza, molti allievi che si trovano in questa situazione hanno mostrato un atteggiamento
più sereno, una tranquilla presa di coscienza delle propria difficoltà senza che queste siano sanzionate da dei
brutti voti in ortografia.
Una piccola informazione aggiuntiva per il lavoro futuro con alfonic :
Il nostro ispettore dell'Accademia della regione dei Pyrénées-Atlantiques ha insistito in modo particolare
devono sapere produrre dei testi scritti a partire dalla scuola materna. Gli insegnanti di fronte all'obiettivo dei
programmi istituzionali e alla difficoltà di far scrivere i propri allievi così da piccoli si domandano “come fare” ?
Dopo 2 anni di confronto e poi di utilizzo di alfonic, mi sembra indispensabile far scoprire questo strumento agli
insegnanti e di convincerli che dopo un breve periodo di difficoltà derivante dal lavoro aggiuntivo, se ne
sperimenta rapidamente l'utilità e la gioia che è capace di procurare agli allievi: di poter scrivere, di potersi
correggere, di potersi esprimere in una lingua che in fondo è la loro.
Dominique Gasquet
Insegnante in una classe di CE 2
31 maggio 2005
FRANCIA
Ensemble Scolaire Notre-Dame, Bordeaux
L'esperienza dell'utilizzo di alfonic riguarda un gruppo di allievi dai
12 ai 14 anni di età, con un livello normale di scolarizzazione in
classi di quinta e sesta (sistema francese).
In tale contesto ho riscontrato una maggioranza di ragazzi che
non sono in grado di padroneggiare l'ortografia e che in
qualche caso manifestano segni di dislessia.
Di fronte a problematiche così serie a cui si aggiunge una
demotivazione profonda dovuta agli insuccessi ripetuti, ho
trovato interessante affrontare il lavoro sull'ortografia in modo
innovativo e focalizzato sull'aspetto ludico.
Ho preparato dei testi realizzati i alfonic. Ho scelto di trascrivere
degli estratti dei romanzi di avventura affinché in ragione della
loro potenziale capacità di attrarre e motivare gli allievi
rendendo il loro lavoro più divertente.
Dopo aver presentato alfonic ai miei alunni, dopo averli allenati
al passaggio all'ortografia tradizionale per le parole più semplici
e dopo aver loro consegnato l'alfabeto in alfonic, ho provveduto
a distribuire il primo testo completo.
Non avevo stabilito a priori, nessun limite di tempo per la
comprensione di ciascun testo. Le esperienza ha dimostrato,
malgrado il verificarsi qualche scarto inevitabile, la necessità di
due sedute di 50 minuti l'una per un testo della lunghezza di 8 /
10 righe (al primo anno).
Durante la lezione, ciascun allievo si confronta con un testo che
deve, con l'aiuto di tutti gli strumenti che desidera utilizzare,
riscrivere con l'ortografia tradizionale. L'allievo si trova così in una
situazione simile a quella del dettato tradizionale con dei
vantaggi significativi.
Infatti il ragazzo prosegue con il proprio ritmo e non è angosciato
dalla velocità imposta dall'insegnante. In più, e questo è
l'aspetto realmente originale, trovare la corretta ortografia di
alcune parole con l'aiuto di altre, senza seguire una progressione
lineare e così una parola può rendere chiaro il modo di scriverne
un'altra retrospettivamente.
Malgrado il numero consistente di dizionari e manuali utili per la
correzione dell'ortografia, permangono degli errori significativi.
Provo allora, caso per caso, di evidenziare errori ricorrenti senza
evidenziarne necessariamente il punto esatto in cui ciascuno si è
verificato.
La richiesta di partecipare è molto alta e richiede uno sforzo
organizzativo.
Innanzitutto è fondamentale lavorare in piccoli gruppi. Dopo
aver lavorato sui testi nelle due sedute previste, detto il testo in
modo tradizionale.
PARLO
Testimonianza
quindi scrivo
Da quest'anno (il secondo per alcuni degli allievi), ho adottato
un ritmo che prevede un testo alla settimana, tutti i lunedì. Alcuni
allievi preferiscono prepararsi da soli a casa. Metto in rilievo ciò
che è giusto e così il ragazzo può proseguire il suo lavoro. La
correzione finale si svolge infine alla lavagna.
E' ancora difficile quantificare i progressi ottenuti dagli allievi, è
possibile comunque osservare i seguenti comportamenti :
L'interesse suscitato da alfonic è incontrovertibile.
Le attività, in ragione del carattere enigmatico del testo, diviene
divertente e stimolante.
Gli allievi acquisiscono fiducia nei propri mezzi in ragione della
rapidità notevole con la quale apprendono nuove
competenze.
Più volte è successo che siano stati i ragazzi a richiedere
nuovamente di confrontarsi con alfonic.
Alcuni fra gli allievi più in difficoltà si sono appassionati al lavoro e
hanno riacquistato fiducia vedendo i progressi che erano in
grado di fare e ricompensati i propri sforzi, al posto degli
insuccessi da sempre conosciuti.
Infine da quest'anno,(il secondo), posso dire che il lavoro
proposto è apprezzato dalla maggioranza degli allievi
impegnati. L'attività con alfonic è parte integrante
dell'apprendimento.
Gli allievi che non fanno progressi sono quelli che mostrano
problematiche di tipo diverso (motivazione, comportamento).
I risultati migliori che ho ottenuto sono quelli conseguiti dagli
allievi che presentavano problematiche di media entità. Essi si
sono dimostrati in grado, nel periodo di due anni, di trascrivere
un testo di 40 parole senza errori in un quarto d'ora.
Per ciò che riguardo gli elementi deboli, se le motivazioni sono
sufficienti, a fronte di miglioramenti sensibili è giusto sottolineare
che i risultati finali permangono insufficienti.
Quel che è certo è che tutti iniziano a credere nella possibilità di
progredire, un'idea questa che avevano ormai rimosso.
Per il futuro è mia intenzione realizzare un piccolo quaderno, in
quanto ho raccolto un numero significativo di testi, cosa che
permetterebbe di lavorare a ciascun ragazzo con il proprio
ritmo e a casa sua (almeno un testo alla settimana).
Bernard Izquerdo
1° giugno 2005
ITALIA
ITCG P.L. Nervi, Segni
PARLO
Testimonianza
quindi scrivo
In qualità di insegnante di francese come lingua straniera, ho proposto alfonic nel quadro di ciò che si chiama in
Italia, flessibilità, cioè la possibilità offerta agli studenti di seguire corsi complementari o di approfondimento,
rispetto alle discipline tradizionali. Nel mio Liceo tecnico commerciale, ho quindi formato una classe pilota che
riuniva allievi principianti e falsi principianti provenienti da classi diverse (Primo e secondo anno della scuola
secondaria, con un'età variabile fra 14 e16 anni. Durante i mesi di febbraio e marzo, 21 ragazzi hanno
sperimentato alfonic nel laboratorio informatico con 5 lezioni di 4 ore ciascuna.
La loro conoscenza del francese era assai limitata e nessuno conosceva l'ortografia; allo stesso tempo quasi tutti
sapevano esprimersi oralmente, anche solo in modo semplice.
Per cominciare ho spiegato gli obiettivi da perseguire con lo strumento alfonic illustrando loro la possibilità di
superare le difficoltà legate all'ortografia e di migliorare la pronuncia dei suoni francesi che non si usano nella
lingua italiana.
Per evitare problemi di insufficiente motivazione, ho affrontato alfonic in modo divertente e ludico facendo
sperimentare agli allievi i giochi disponibili sul sito web del progetto.
I ragazzi hanno imparato a distinguere i diversi suoni , a riconoscerli, a leggere e a scrivere in alfonic.
Nel corso della prima seduta, ho dettato il testo « Le foulard » secondo la metodologia tradizionale: gli errori di
ortografia sono stati molti e anche gravi. Ho quindi proposto lo stesso dettato in alfonic alla quarta lezione, una
volta che tutti avevano iniziato a conoscerlo. Durante l'ultima lezione ho riproposto il testo, nuovamente secondo
l'ortografia tradizionale.
I risultati che ho potuto osservare sono i seguenti :
Riduzione evidente degli errori
Una migliore comprensione del lessico utilizzato nel testo
Miglioramento della lettura e della pronuncia, soprattutto per ciò che riguarda le nasali, il suono /h/, la
distinzione fra il suono /u/ e /w/, la distinzione fra i suoni /x/, /e/ e /è/ (le notazioni fra // sono in alfabeto
alfonic).
Ne deriva che siamo arrivati già alla fase della lettura e scrittura in ortografia tradizionale, che resta l'obiettivo
finale da perseguire a breve o medio termine.
L'utilizzo delle nuove tecnologie ha garantito un importante valore aggiunto per motivare gli allievi : i ragazzi si
sono formati e divertiti lavorando sul computer ognuno con il suo ritmo di lavoro e sono così giunti a distinguere in
modo più efficace i suoni e a comprendere il funzionamento di certi meccanismi della lingua, ma cosa ancora
più importante, è l'impatto sul loro atteggiamento che ha visto l'acquisizione di una maggiore confidenza in sé
stessi.
Voglio inoltre aggiungere che ho proposto alfonic ad un gruppo partecipante ad un corso professionale
composto da soggetti che hanno abbandonato la scuola: anche se non sono riuscita a fare un lavoro
sistematico e organizzato come nell'esperienza scolastica, durante le 5 sedute (di 2 ore ciascuna), sono riuscita
ad interessare i corsisti ai giochi multimediali e a farli lavorare giocando e quindi a farli familiarizzare con la lingua
francese che era per loro completamente sconosciuta e verso la quale provavano solo indifferenza: credo che
questo per degli allievi lontani dalla scuola e poco motivati, sia un risultato incoraggiante.
Daniela LORENZI
20/06/2005
ROMANIA
Liceul Teoretic “Nichita Stanescu”,
Ploiesti
PARLO
Testimonianza
quindi scrivo
Come e perché alfonic?
E' soprattutto la curiosità e la voglia di sperimentare che cosa poteva offrire ai nostri studenti che ci ha spinto ad utilizzare lo
strumento alfonic per insegnare il francese in una scuola romena. All'inizio lo strumento è sembrato poco applicabile al nostro
contesto. Concepito per insegnare il francese come lingua madre a dei ragazzi giovani, alfonic non poteva riguardare il la
lingua romena, che avendo già un alfabeto fonetico non ha bisogno di un secondo. Nonostante ciò, nella nostra attività di
insegnanti di francese come lingua straniera, alfonic lasciava intravedere alcune potenzialità. I giochi multimediali, introdotti
con il progetto, rappresentavano un valore aggiunto per cambiare l'atteggiamento degli studenti. Essi potevano sentirsi
valorizzati da una metodologia di insegnamento capace di attrarre l'attenzione e supportare gli sforzi. I nostri alunni, fra i 14 e
18 anni di età, giungevano alla prima classe del liceo in una situazione di falsi principianti. Abbiamo quindi optato sin dall'inizio
per una selezione di suoni da studiare in modo approfondito. Orientandoci verso quei suoni che non hanno una
corrispondenza con la lingua rumena. Essi infatti sono la fonte più comune degli errori di pronuncia o di ortografia. Era questo
l'aspetto che ha reso alfonic così interessante per noi. Un solo simbolo che traspone un solo suono [eau - au - o] siginificava
semplficare la comprensione. I discenti diventano più coscienti della diversità dei suoni.
Personalmente ho come primo passo, presentato alfonic alle classi dell'ultimo anno, in modo da avere un livello di francese
buono, ma con persistenti difficoltà di pronuncia.. Abbiamo quindi osservato i suoni presenti nei testi del programma
istituzionale. Successivamente abbiamo lavorato al di fuori delle ore del programma. Le allieve coinvolte erano fortemente
interessate a migliorare perché il francese era la materia degli studi successivi. Migliorare la lettura significava
automaticamente portare avanti anche un lavoro sull'ortografia. Le allieve hanno particolarmente apprezzato la possibilità di
confrontarsi con i giochi multimediali di. Prima infatti esse utilizzavano poco il computer. L'esperienza è quindi da considerarsi
riuscita ed è stata apprezzata. Le correzioni della pronuncia e della scrittura hanno avuto successo. Le allieve hanno anche
scoperto che alfonic ben si prestava a prendere appunti. Ho quindi pensato che in prospettiva della loro prosecuzione degli
studi di lettere, le ragazze potevano sperimentare esse stesse l'utilizzo di alfonic per l'insegnamento del francese. Durante
quest'anno scolastico abbiamo iniziato a lavorare alla correzione dell'espressione orale e scritta con gli studenti ultimi arrivati,
cominciando dai suoni specifici della lingua francese. I giochi multimediali, numerosissimi, hanno garantito di correggere i
loro. Poco a poco gli studenti hanno iniziato a correggere da soli i propri errori e a scrivere meglio.
Una constatazione alla quale non avevo fino a quel momento pensato è che il solo fatto di utilizzare il computer attira
l'attenzione di un gran numero di studenti. Si tratta di allievi di classi scientifiche. Focalizzati quasi esclusivamente
sull'informatica e sull'inglese, essi sono stati attirati dai giochi multimediali. Essi facevano gli esercizi con l'aria di divertirsi e di
giocare.
Lo Scenario più frequente :
si propone l'esercizio di trovare un suono all'interno di un testo;
si passa al computer per svolgere i giochi sul suono in questione;
ritorno al testo;
esercizi di confronto fra i suoni (se la situazione lo richiede);
trascrizione delle nuove parole in alfonic e nell'ortografia tradizionale.
Per verificare se i progressi sono reali o se si tratta solo di un'illusione di un insegnante coinvolto nel progetto "Je parle donc
j'écris", ho proposto un dettato in tre momenti diversi: all'inizio, in fase intermedia e alla fine dell'anno. In media la riduzione del
numero di errori p stato da 40 a 18 .Tenendo conto dei tempi di lavoro, davvero limitati, del fatto che trattatasi di un'attività
supplementare, il risultato merita attenzione. Un ritmo più sostenuto può migliorare la situazione ma i risultati sono un dato
acquisito.
Non credo quindi di sbagliarmi se affermo che la partecipazione al progetto ci ha permesso di scoprire una nuova “pista”
nell'ambito della didattica del francese come lingua straniera. Una pista aperta ad una riflessione comune, ad uno scambio
di esperienze e di punti di vista. Dove conduce questa pista? Certamente molto più lontano di quanto possiamo pensare in
questo momento. Tutti questo interscambio di informazioni sulle necessità specifiche nell'insegnamento del francese come
lingua straniera, secondo la diversa lingua di appartenenza (italiano, greco, rumeno, polacco, ecc.) condurranno verso delle
conclusioni interessanti, all'interno delle quali le nuove tecnologie potranno rivestire un ruolo importante.
Maria RADU
18 maggio 2005
PARLO
Testimonianza
GRECIA
Lycée Léonin Franco-Hellénique, Nea Smyrni
quindi scrivo
La classe si compone di 6 alunni. Due fra loro hanno difficoltà di apprendimento, per uno si tratta di dislessia per l'altro di
disortografia..
Per tutti gli allievi si trattava del primo approccio con la lingua francese. Quella di imparare la lingua è stata una libera scelta
dovuta all'interesse per le sue sonorità.
I soli problemi che hanno affrontato sono quelli relativi alla pronuncia. Le difficoltà più gravi (difficoltà a ricordare alcune parole,
ad acquisire la capacità di scrivere e a ben pronunciare) riguardavano gli allievi con più problematiche più generali relative
all'apprendimento.
Tutti progrediscono e all'interno della classe si mantiene un'atmosfera distesa e piacevole in cui ciascuno accetta gli altri e ha
una buona fiducia in sé stesso.
Per la maggior parte degli allievi coinvolti, il francese costituisce la seconda lingua straniera studiata e conosciuta.
In una normale scuola, con un laboratorio di informatica, dopo aver lavorato e spiegato il suono scelto per la lezione (es. o-õ),
si svolgono le esercitazioni con alfonic o altri CD.
In classe, non ho a disposizione i computer quindi :
stampo le attività e fotocopio l'esempio scelto
registro il suono associato
mostro agli allievi il disegno che illustra il soggetto dello studio, su di una fotocopia ingrandita mentre faccio loro
ascoltare il suono
passo ad un'attività pratica.
Grazie ad alfonic, tutti gli allievi hanno cominciato a distinguere e e classificare meglio le nuove informazioni :
- Cominciano a comprendere il funzionamento della lingua francese.
- Hanno più chiaro ciò che hanno appreso fino ad oggi.
- Gli allievi più in difficoltà hanno più fiducia in sé stessi :
desiderano fare degli sforzi per superare le proprie difficoltà;
comprendono più facilmente le nuove cose proposte loro.
Hélène TERZIADOU
27 maggio 2005
Testimonianze degli allievi
All'inizio alfonic mi è sembrato molto facile e mi ha aiutato a comprendere meglio il senso delle parole. Dato che adesso
conosco la pronuncia di ciascuna parola, posso facilmente leggere in modo corretto e comprendere il senso di quello che
leggo. In più alfonic non è per niente noioso; al contrario è davvero divertente.
Mi sento fiera di appartenere ad una scuola che utilizza alfonic.
Stefania TZIMA,
12 anni
alfonic mi ha aiutato con la pronuncia. Lo utilizzo solamente per ricordarmi la pronuncia corretta di una parola e non il modo di
scriverla. alfonic è per me come una foto che posso cercare in ogni momento nella mia testa.
Tia PREPPA,
12 anni
PARLO
Coordination scientifique
quindi scrivo
Jeanne MARTINET
Linguiste et sémiologue
Conseiller scientifique à l’Institut National de Recherche et Documentation
Pédagogique. Paris, 1970-75
Directrice des Recherches sur l’Application de la PHonologie aux Apprentissages de
l’Ecriture et de la Lecture (RAPHAEL)
Membre de la Société Internationale de Linguistique Fonctionnelle
Membre du comité de rédaction de la revue La Linguistique
Henriette WALTER
Professeur émérite de linguistique à l’université de Haute-Bretagne
Présidente de la Société Internationale de Linguistique Fonctionnelle (Silf, Paris)
Membre du Conseil Supérieur de la langue française
Membre du Conseil International de la langue française
Chevalier de la Légion d’Honneur
Georgette BENSIMON-CHOUKROUN
Linguiste. Présidente de la société Recherche pour l'Application de la PHonologie aux
Apprentissages de l'Ecriture et de la Lecture (RAPHAEL)
Directeur de Recherche en linguistique au CNRS: Laboratoire de LAngues et CIvilisations
à Tradition Orale (LACITO); Centre de Recherche Français de Jérusalem (CRFJ)
Membre de la Société de Linguistique de Paris (SLP); de la Société Internationale de
Linguistique Fonctionnelle (SILF); du Comité de Rédaction de La Linguistique
François-Xavier NEVE de MEVERGNIES
Ph.D. In Romance Linguistics (University of Alberta, Canada)
Woodrow Wilson Dissertation Fellow
Professeur à l’Université de Liège
Membre de la Commission de surveillance de la Législation sur la langue française de la
Communauté française de Belgique (Bruxelles)
Membre de la Société Internationale de Linguistique Fonctionnelle (Silf, Paris)