gli occhi - C. Cavalleri

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gli occhi - C. Cavalleri
L’infinita profondità degli occhi
Gli occhi sono uno degli elementi che più ci caratterizza, aprono una porta verso la
nostra anima e quando li si guarda intensamente sono come l’infinito…
Ciascuno di noi osserva il mondo che lo circonda attraverso quei bellissimi strumenti che ci sono stati donati
da madre natura: gli occhi. Essi sono davvero un mezzo di contatto perché ci permettono anche di
relazionarci con gli altri e trasmettere loro le nostre emozioni. Non a caso è stato coniato il detto: “Gli occhi
sono lo specchio dell’anima”.
Quante volte ci è capitato di mostrare agli altri il nostro lato debole, di tradire emozioni che volevamo
nascondere, di capirci al volo con un semplice sguardo? Il merito o la colpa, a seconda della situazione, di
tutto questo è proprio degli occhi che con il loro colore, la loro luce, la loro profondità, rappresentano e
manifestano una parte di noi davvero grande, molto più di quanto noi stessi immaginiamo.
Gli occhi possono essere di forma e colore diverso ed essi spesso rappresentano un carattere che differenzia
una popolazione dall’altra: i popoli orientali rispetto agli europei hanno un taglio dell’occhio leggermente
più allungato, per questo detto “a mandorla”, le genti nordiche hanno la pigmentazione dell’iride più chiara
dei mediterranei ma queste differenze non sempre valgono poiché i vari popoli si sono mescolati tra loro ed
hanno saputo creare variegature diverse, l’una più bella dell’altra.
La vera differenza tra gli occhi di una persona rispetto a quelli di un’altra, però, sta nel modo in cui essi si
esprimono e comunicano le emozioni. Ciò può avvenire attraverso il movimento: una persona che abbassa lo
sguardo è timida, si vergogna oppure ha qualcosa da nascondere, mentre una che è capace di sostenere lo
sguardo e fissare un’altra persona è molto sicura di sé, una persona che fa roteare gli occhi non può più
sopportare la situazione in cui si trova, una che piange è triste, sofferente oppure nervosa, una persona che è
felice ha una luce ed un bagliore negli occhi diversi da chi non lo è. Quando due persone incrociano lo
sguardo si possono innamorare “ a prima vista”, comunicare sensazioni come gioia, fraternità, amicizia, odio,
dolore, disprezzo o sofferenza.
Queste sono solo alcune delle infinite emozioni che si possono ricevere e comunicare attraverso gli occhi, ma
la cosa più bella è che attraverso di loro non le possiamo nascondere: gli occhi sono trasparenti, puri, limpidi
e veritieri e non nascondono mai nulla a chi decide di leggerli. Per questo basta guardare una persona negli
occhi per scoprirne le verità, i segreti, i desideri, le paure…
Ecco perché quando una persona è falsa e fa “buon viso e cattivo gioco”, basta guardarla negli occhi mentre
ci sorride per scoprire se è davvero sincera.
Io penso che gli occhi siano davvero la parte più bella del corpo di ciascuno di noi, sono il riassunto del
nostro essere, la sintesi della nostra anima, il concentrato del nostro carattere, delle nostre emozioni e del
nostro vissuto.
Gli occhi comunicano con un guizzo la giovinezza, il vigore, la vivacità, la speranza e la voglia di andare
avanti, ma anche con l’opacità la stanchezza, la salute, la vecchiaia, una vita vissuta tra felicità o tristezza,
emozioni di cui si porta il ricordo, che fanno di noi ciò che siamo. Gli occhi hanno la capacità di dire tutto
questo e lo fanno intensamente, come nemmeno noi con le parole sapremmo fare.
Gli occhi sono davvero importanti e non importa se sono azzurri, verdi, grigi, marroni o neri, perché nessun
occhio è più bello di un altro per il pigmento che lo caratterizza: la bellezza di ogni occhio sta nello sguardo,
nel modo in cui ciascuno di noi regala una parte di sé stesso agli altri.
È inutile mettere lenti a contatto colorate per mascherarli: gli occhi sono intrisi della nostra essenza, che va al
di là, passa oltre ciò che noi possiamo dire o immaginare. Gli occhi comunicano di più: uno sguardo è
impertinente, inaspettato, potente, tagliente, malizioso, pietoso, folgorante… e, in più, ha sempre in sé un che
d’imperscrutabile, lascia in chi lo guarda un che d’imprecisabile e suscita un che indefinito; anzi gli occhi
sono proprio come l’infinito, a guardarli intensamente, profondamente non hanno fine e in essi ci si perde,
come in un dolce naufragar, come fa l’innamorato negli occhi dell’amata o il bambino in quelli della
mamma.