Ode al pane
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Ode al pane
«Ode al pane» di Pablo Neruda Silvia Filippini classe 2°E a.s. 2014/2015 Pablo Neruda Pablo Neruda, nome d’arte di Ricardo Eliezer Neftalí Reyes Basoalto, nato il 12 Luglio del 1904. È stato un poeta, diplomatico e politico cileno, considerato una delle più importanti figure della letteratura latino americana contemporanea. Nel 1971 ha ricevuto il Premio Nobel per la letteratura. Ha anche ricoperto per il proprio Paese incarichi di primo piano diplomatici e politici. Inoltre è conosciuto per la sua adesione al comunismo (per cui subì censure e persecuzioni politiche, dovendo anche espatriare). Morì in un ospedale di Santiago il 23 Settembre del 1973, mentre stava per partire per un nuovo esilio. ODE AL PANE Pane, con farina acqua e fuoco lieviti. Spesso e leggero coricato e rotondo, ripeti il ventre della madre, equinoziale germinazione terrestre. 1° Strofa come utensili, piatti o carte, e d’improvviso l’onda della vita, la congiunzione del germe e del fuoco, cresci, cresci subito come cintola, bocca, seni, colline della terra, vite, sale il calore, ti inonda la pienezza, il vento della fecondità, ed allora resta immobile il tuo colore d’oro, e quando furono gravidi i tuoi piccoli ventri, la cicatrice bruna lasciò la sua bruciatura su tutto il tuo dorato sistema di emisferi. Ora, intatto, sei, azione di uomo, miracolo ripetuto, volontà della vita. 2° Strofa Oh pane di ogni bocca non ti imploriamo, noi uomini non siamo mendicanti di vaghi dei o di angeli ignoti: del mare e della terra faremo pane, coltiveremo a grano la terra e i pianeti, il pane di ogni bocca, per tutti, il pane, il pane per tutti i popoli e con esso ciò che ha forma e sapore di pane divideremo: la terra, la bellezza, l’amore, tutto questo ha sapore di pane, forma di pane, germinazione di farina, tutto nacque per essere diviso, per essere consegnato, per essere moltiplicato. 3° Strofa Per questo, pane, se fuggi dalla casa dell’uomo, se ti nascondono, se ti negano, se l’avaro, ti prostituisce, se il ricco ti accaparra, se il grano non cerca solo terra, pane, non pregheremo, tutta la terra divideremo perché tu germini, e con noi avanzerà la terra: l’acqua, il fuoco, l’uomo lotteranno con noi. Andremo coronati di spighe a conquistare terra e pane per tutti, e allora anche la vita avrà forma di pane, sarà semplice e profonda, innumerabile e pura. Tutti gli esseri avranno diritto alla terra e alla vita, e così sarà il pane di domani, il pane di ogni bocca, sacro, consacrato, perché sarà il prodotto della più lunga e dura lotta umana. 4° Strofa Non ha ali la vittoria terrestre: ha pane sulle spalle, e vola valorosa liberando la terra come una panificatrice portata dal vento. Analisi 1° strofa La prima strofa di «Ode al pane» è formata da 50 versi per lo più brevi. All’inizio il poeta cita i semplici ingredienti con cui si fa il pane ma poi mette in evidenza l’importanza del pane che cresce come la vita nel ventre materno, come gli elementi naturali all’origine della Terra. Il poeta mette in evidenza il miracolo che è la «creazione» del pane, paragonandola alla nascita di una nuova vita, che si ottiene grazie alle azioni dell’uomo. In questa strofa la crescita e la vita vengono rappresentate soprattutto dalle parole «ventre», «fecondità», « gravidi» E’ l’esaltazione dei semplici gesti della preparazione del pane che come la vita si sviluppa, affermando un’energia che si ripete nel tempo. Analisi 2° strofa La seconda strofa di questa poesia è composta da 36 versi di varia lunghezza. Inizialmente il poeta sottolinea il fatto che l’uomo lavora duro ogni giorno per ottenere il pane. Il pane è il frutto della pazienza, della fatica di chi ha seminato ma non deve essere destinato ad una singola persona, è destinato a tutti , va condiviso, così come la terra, la bellezza e l’amore. In questa strofa viene ripetuta molte volte la parola «pane» e « ogni» « di tutti» « popoli « soprattutto per evidenziarne l’importanza come diritto per tutti, bisogno vitale che non può essere solo di alcuni. Analisi 3°- 4° strofa La terza strofa è costituita da 46 versi, per la maggior parte brevi. Il poeta all’inizio afferma che se anche ci sono persone avare ed egoiste l’uomo, al posto di mendicare e pregare, deve lottare per ottenere il pane e per permettere che tutti abbiano la parte che spetta loro. Il poeta non si riferisce solo al cibo, ma anche alla terra e alla vita. Il pane qui diventa simbolo delle lotte sociali e politiche per migliorare le condizioni di vita, per assicurare a tutti il cibo. Il pane di cui ogni bocca si sfamerà allora avrà un valore speciale, sarà sacro e consacrato. Nell’ultima strofa Neruda fa diventare il pane simbolo della vittoria umana, elemento che libera la Terra………..Io penso che si riferisca alla fame, alla povertà, alla prevaricazione, all’egoismo , e voi?