Risultati del Consiglio europeo

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Risultati del Consiglio europeo
11.3.2004
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Gazzetta ufficiale dell’Unione europea
C 62 E/181
Giovedì 27 marzo 2003
gli Stati membri possano assicurare l’accoglienza e l’alloggio, mettere a disposizione gli alimenti ed il
vestiario eventualmente necessari e, se del caso, prestare assistenza psicologica o medica;
in ciascuno Stato membro sia designata un’autorità, quale unico interlocutore della Commissione, per
l’attuazione di progetti collegati ai profughi;
6.
invita il Consiglio, nel caso di un improvviso afflusso di rifugiati o sfollati dall’Iraq, a garantire che
l’onere delle risorse umane sia ripartito fra tutti gli Stati membri dell’UE;
7.
invita la Commissione e il Consiglio ad adottare tutte le misure necessarie per garantire che, in caso
di necessità, alle organizzazioni di aiuto internazionali possano essere elargiti aiuti finanziari per soccorrere
i profughi di guerra in aree sicure dell’Iraq o nei paesi limitrofi;
8.
invita la Presidenza del Consiglio e la Commissione ad esortare gli Stati membri ad utilizzare in
misura maggiore i programmi comunitari AGIS e ARGO; ritiene, in particolare, che sia opportuno rafforzare il coinvolgimento dei paesi candidati, nell’interesse dello sviluppo di norme uniformi;
9.
invita il Consiglio e la Commissione a compiere tutti gli sforzi necessari per attuare, il più rapidamente possibile e sulla base degli stessi standard, una protezione comune di tutte le frontiere esterne
dell’UE e per poter mettere a disposizione quanto prima, su richiesta degli Stati membri, unità del corpo
di guardie di frontiera a sostegno degli organi nazionali omologhi;
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10. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione
nonché ai parlamenti e ai governi degli Stati membri.
P5_TA(2003)0127
Risultati del Consiglio europeo (Bruxelles 20 e 21 marzo 2003)
Risoluzione del Parlamento europeo sui risultati del Consiglio europeo (Bruxelles, 20-21 marzo
2003) in relazione alla strategia di Lisbona
Il Parlamento europeo,
viste le conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo di Bruxelles del 20 e 21 marzo 2003,
concernenti la strategia di Lisbona e la sua attuazione,
viste le conclusioni del Consiglio europeo di Lisbona del 23-24 marzo 2000, del Consiglio europeo di
Göteborg del 15-16 giugno 2001, del Consiglio europeo di Barcellona del 15-16 marzo 2002, nonché
le conclusioni del 16 settembre 2002 sull’esito del Vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile,
visto il Vertice sociale tripartito tenutosi a Bruxelles il 20 marzo 2003 prima del Consiglio europeo di
primavera,
A. considerando che l’intento del Consiglio europeo di primavera era di valutare i progressi compiuti
verso il conseguimento dell’obiettivo strategico di Lisbona, progressi che hanno subito notevoli ritardi,
a causa dei quali vi è il rischio che non siano rispettate molte delle scadenze fissate a Lisbona,
B.
considerando che l’esito della guerra in Iraq e le necessità umanitarie e di ricostruzione sono tuttora
sconosciuti, così come le conseguenze per l’economia mondiale e il sistema di scambi multilaterale,
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C. considerando la grande importanza di integrare pienamente i nuovi Stati membri dell’Unione europea
nella modernizzazione del modello economico, sociale e ambientale europeo e nella sua strategia di
sviluppo sostenibile, per quanto riguarda l’attuazione degli obiettivi e dei meccanismi della strategia di
Lisbona,
1.
concorda con il Consiglio europeo sul fatto che la promozione della crescita sostenibile, la creazione
di un maggior numero di posti di lavoro di migliore qualità, la competitività e l’ammodernamento del
modello sociale europeo debbano rimanere assolutamente fra le massime priorità dell’Unione; prende atto
del modo in cui il Consiglio europeo ha adottato misure per un approccio più operativo per quanto
concerne il conseguimento degli obiettivi economici, sociali ed ambientali fissati per il 2010, nonostante
il divario ancora esistente tra obiettivi strategici e interventi concreti;
2.
ribadisce che per ripristinare la credibilità della strategia di Lisbona, quest’ultima deve essere portata
avanti mediante un’azione determinata, soprattutto da parte degli Stati membri maggiori, che promuova
simultaneamente i quattro obiettivi prioritari definiti dal Consiglio europeo e che questo Parlamento possa
appoggiare;
3.
ribadisce il proprio sostegno alla strategia di Lisbona, rilevando che resta ancora molto da fare per
assicurare che l’intera programmazione combaci in modo tale da associare pienamente i paesi candidati
allo sforzo comune; rileva la necessità di prestare maggiore attenzione al quadro di valutazione dei progressi registrati negli Stati membri nell’adempimento degli impegni previsti dal programma di Lisbona e
chiede pertanto alla Commissione di presentare, entro l’ottobre 2003, una tabella di marcia dettagliata che
indichi le modalità con cui gli obiettivi concordati verranno conseguiti entro il 2010;
4.
è del parere che l’attuale strategia per l’occupazione, come rivista di recente affinché includesse la
qualità dell’occupazione e stabilisse il giusto equilibrio tra flessibilità e sicurezza, costituisca uno strumento
efficace per incentivare l’occupazione nell’Unione europea; ritiene inoltre che il comitato per l’occupazione,
istituito a norma dell’articolo 130 del trattato CE, sia la sede più adatta a valutare le questioni relative
all’occupazione;
5.
ritiene pertanto che non vi sia bisogno di una nuova Task Force per l’occupazione; invita il Consiglio
a limitare il mandato di tale task force, ad esempio all’individuazione di misure pratiche di riforma da
affrontare tempestivamente, e a riferire a questo Parlamento in merito al suo operato;
6.
sottolinea il proprio impegno per il Patto di stabilità e crescita e ne approva le intelligenti e flessibili
modalità di applicazione proposte dalla Commissione, in particolare il maggiore accento posto sui livelli
generali del debito dei singoli Stati membri, tenendo conto dei requisiti in materia di investimenti pubblici,
soprattutto allorché la Commissione reputi che tali investimenti sono coerenti con la strategia di Lisbona e
di Stoccolma e, pertanto, di interesse comune;
7.
evidenzia l’importanza primordiale delle piccole e medie imprese (PMI) nel tessuto economico degli
Stati membri, e incoraggia pertanto tutte le iniziative in grado di favorire l’imprenditorialità nell’Unione
europea; sottolinea a tale riguardo l’importanza di una rapida attuazione delle raccomandazioni contenute
nella Carta europea delle piccole imprese e nel Piano d’azione «Semplificare e migliorare la regolamentazione»; conviene con il Consiglio sul fatto che tutte le principali proposte normative andrebbero accompagnate da una valutazione globale dell’impatto, tenendo conto dei tre pilastri della strategia di Lisbona e
dovrebbero essere esaminate individualmente dal Consiglio «Competitività»;
8.
ribadisce il proprio sostegno alla strategia di Lisbona ma ritiene che il metodo aperto di coordinamento e revisione a pari livello non sia di per sé sufficiente a garantire i cambiamenti strutturali dinamici
che sono richiesti;
9.
prende atto dell’applicazione del metodo di coordinamento aperto a sostegno della politica in materia
di ricerca e di innovazione e si attende indicazioni più concrete dei progressi conseguiti verso l’obiettivo di
destinare il 3 % del PIL al settore della ricerca e sviluppo e di incoraggiare rapporti innovativi ed efficaci tra
ricerca e nuove opportunità imprenditoriali; riconosce la necessità di adottare misure correttive per creare
condizioni tali da assicurare che gli scienziati e le imprese innovative europei rimangano in Europa, rammentando l’importanza della ricerca di base che costituisce le fondamenta di conoscenze scientifiche indispensabili all’innovazione;
10. si associa pienamente all’invito rivolto dal Consiglio europeo agli Stati membri affinché recepiscano
la legislazione già approvata intesa a rafforzare il mercato interno e a collegare l’Europa, allo scopo di
garantire certezza e chiarezza per le aziende e gli investimenti in tutta Europa; la creazione di un numero
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significativo di progetti d’investimento europei e nazionali a compartecipazione pubblico-privata (in settori
quali istruzione e formazione, apprendimento lungo tutto l’arco della vita, ricerca, produzione ecocompatibile, tecnologie dell’informazione e di punta, telecomunicazioni, energia e reti di trasporti) rivestirà una
grande importanza per il futuro dell’economia europea;
11. deplora l’assenza di progressi concreti nel campo degli indicatori ambientali per una corretta valutazione dello sviluppo sostenibile, compresa l’adozione di obiettivi settoriali quantificati in campo ambientale nell’ambito del processo di Cardiff e l’adozione di un meccanismo per valutare l’attuazione dei risultati
del vertice di Johannesburg;
12. incoraggia gli Stati membri, in sede di attuazione della politica dell’UE sui mutamenti climatici
finalizzata all’applicazione del protocollo di Kyoto, a seguire lo stesso approccio integrato adottato a livello
dell’UE; sostiene fermamente l’esortazione del Consiglio europeo affinché le altre parti, e in particolare la
Federazione russa, ratifichino quanto prima il Protocollo di Kyoto, che potrà così entrare in vigore, e
plaude all’imminente visita alla Duma di una delegazione ad hoc del Parlamento europeo in materia;
13. plaude all’accordo sulla direttiva relativa alla tassa sull’energia, che imporrà un livello minimo di
accise sui prodotti petroliferi, il gas, l’elettricità e il carbone; esprime tuttavia la sua profonda preoccupazione per il fatto che il Consiglio europeo ha dovuto nuovamente rinviare l’approvazione finale del pacchetto fiscale;
14. plaude agli impegni in materia di responsabilità ambientale, riduzione delle emissioni di gas a
effetto serra ed energie intelligenti; sollecita però nuovamente il Consiglio a promuovere l’abolizione delle
sovvenzioni che hanno effetti negativi per l’ambiente e ad intraprendere iniziative per sviluppare un ambizioso piano europeo per lo sviluppo di tecnologie pulite;
15. sottolinea che la lotta alla povertà e all’esclusione sociale rappresenta un obiettivo vitale della strategia integrata e insiste sulla sua fondamentale importanza ai fini del coordinamento degli sforzi per
migliorare e preservare i regimi di protezione sociale organizzati e finanziati nel rispetto di elevati principi
e norme sociali; plaude all’impegno del Consiglio europeo di sostenere l’impeto della riforma dei regimi
pensionistici da parte degli Stati membri, tenuto conto dell’interazione tra riforma delle pensioni, politica
del lavoro, risanamento della finanza pubblica e coesione sociale;
16. per quanto riguarda l’istruzione, richiama l’attenzione sull’enfasi posta su quest’ultima e la formazione professionale per potenziare le conoscenze di base, le lingue, lo sviluppo dell’alfabetismo digitale e
l’apprendimento durante tutto l’arco della vita; a tali impegni devono seguire azioni concrete mediante
l’attuazione del Piano d’azione per le competenze e la mobilità, i Fondi strutturali europei ed altri eventuali
programmi, nonché una celere revisione del regolamento (CEE) n. 1408/71 (1) relativo all’applicazione dei
regimi di sicurezza sociale;
17. si compiace che il Consiglio europeo abbia fermamente dichiarato che occorrono misure concrete
per accelerare le riforme dei sistemi fiscale e di previdenza sociale nonché del mercato del lavoro, in
particolare migliorando i sistemi di formulazione dei salari, ammodernando la legislazione sull’occupazione
e integrando gli strati sottoccupati della popolazione oggetto di discriminazione, quale definita all’articolo
13 del trattato CE contro la discriminazione la quale copre genere, disabilità, razza, età, religione e orientamento sessuale; invita la Commissione e il Consiglio a sviluppare ulteriormente queste idee; invita gli
Stati membri a dare piena attuazione alla direttiva 2002/73/CE (2);
18. accoglie positivamente l’istituzione formale del Vertice sociale tripartito prima del Consiglio europeo
di primavera, giacché le parti sociali possono svolgere un ruolo importante nell’attuazione del programma
di Lisbona, ad esempio nei settori della formazione continua e dell’investimento nel capitale umano; sottolinea la necessità di rafforzare un tale ruolo; reitera il contributo apportato dal settore del volontariato e da
altre forme atipiche di organizzazione imprenditoriale alla crescita dell’occupazione e al conseguimento di
altri obiettivi di politiche pubbliche;
19. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai
governi e parlamenti degli Stati membri e dei paesi candidati, nonché alle parti sociali.
(1) GU L 149 del 5.7.1971, pag. 2.
(2) Direttiva 2002/73/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 settembre 2002, che modifica la direttiva
76/207/CEE del Consiglio relativa all’attuazione del principio della parità di trattamento tra gli uomini e le donne
per quanto riguarda l’accesso al lavoro, alla formazione e alla promozione professionali e le condizioni di lavoro
(GU L 269 del 5.10.2002, pag. 15.).