maggio / giugno 2013 - ISTITUTO NAZIONALE per la GUARDIA D
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maggio / giugno 2013 - ISTITUTO NAZIONALE per la GUARDIA D
GUARDIA D’ONORE Registrazione del Tribunale di Roma n° 300/86 del 10/06/1986 C/0553/2011 Principe Eugenio von Savoy (1663-1736) Trecentocinquant’anni dalla nascita, Der Edel Ritter Salvò l’Europa cristiana dalla minaccia islamica maggio / giugno 2013 3 SOMMARIO pag. MAGGIO - GIUGNO 2013 Rivista bimestrale dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon Direzione: 00186 Roma - Via della Minerva, 20 Tel. 06.67.93.430 Fax. 06.69.92.54.84 Indirizzo Internet: www.guardiadonorealpantheon.it E-mail dell’Istituto: [email protected] Direttore Responsabile: Ugo d’Atri Dalla Presidenza 1 Quote sociali 4 Avvisi 5 Cariche sociali 6 Lo Statuto Albertino 10 La Giovane Guardia 18 Prossimi eventi 19 Cronaca delle Delegazioni 22 Cultura 41 Firme di omaggio alle Tombe Reali 53 Ore di Servizio di guardia 2012 53 Note liete 55 Necrologi 56 Nuovi iscritti 57 Oggettistica 59 Modulo di domanda di ammissione 60 Le lettere e gli articoli esprimono unicamente le opinioni degli autori. Proprietà letteraria, artistica e scientifica riservata. per le riproduzioni anche se parziali, è fatto abbligo di chiederne preventiva autorizzazione, citarne la fonte, inviando all’Istituto una copia. Registrazione del Tribunale di Roma n.° 300/86 del 10-06-1986 Spedizione in abbonamento postale Del presente numero di 60 pagine sono state stampate 4500 copie Finito di stampare il 20 giugno 2013 Impaginazione e stampa: Co.Art s.r.l. www.co-art.it Prevista consegna alle poste il il 24 giugno 2013 SOMMARIO La collaborazione del Direttore e dei soci è da sempre gratuita e mai può assumere la forma di lavoro dipendente o di collaborazione autonoma perché incompatibile con la natura volontaristica dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle reali Tombe del Pantheon, di cui la Rivista è organo. Fermo quanto precede, la direzione si riserva di ospitare, in attuazione all’art. 21 della Costituzione, interventi anche di non soci a titolo gratuito, riservandosi sempre e comunque il diritto di apportare tagli e modifiche ritenute necessarie. Ogni collaborazione implica accettazione integrale e senza riserve di quanto precede. Hanno collaborato a questo numero: Francesco Atanasio Riccardo Basile Gianluigi Chiaserotti Ugo d’Atri Domenico Giglio Ciro Romano GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 DALLA PRESIDENZA I SOLITI QUATTRO PASSI NEL TESSERAMENTO Val d’Aosta Piemonte Liguria Lombardia Trentino-Alto Adige Veneto Friuli-Venezia Giulia EmiliaRomagna Toscana Marche Umbria Lazio Abruzzo Molise Campania Basilicata Puglia Calabria Sicilia Sardegna Estero Totale Iscritti al 31/12/2011 14 453 170 413 26 Iscritti al 1/1/2012 14 408 154 379 25 Nuove iscrizioni 2012 5 29 16 42 - Iscritti al 31/12/2012 19 442 170 420 27 Iscritti al 1/1/2013 16 382 149 386 25 222 93 203 90 27 10 238 100 214 92 195 173 22 203 181 194 82 43 595 143 23 249 13 445 157 473 113 301 4417 162 70 39 527 121 18 206 12 382 136 123 92 276 3910 24 6 1 58 14 1 27 2 66 9 38 5 21 424 190 77 42 603 139 19 242 14 458 150 458 103 309 4422 172 68 39 507 118 16 206 9 382 124 410 87 271 3862 Il calo fra il numero degli iscritti al 31 dicembre e il numero degli iscritti al 1° gennaio di ogni anno è dovuto alle radiazioni per morosità, che vengono adottate ai sensi dell’art. 22 appunto al 31 dicembre nei confronti di coloro che non hanno versato la quota sociale annua da più di una anno. Nel 2011 le radiazioni furono 507 a fronte di 500 nuove iscrizioni; nel 2012 sono state 560 contro 424 nuove iscrizioni. L’aumento di coloro che non hanno rinnovato l’adesione all’Istituto e la diminuzione delle iscrizioni si spiegano con le condizioni miserevoli in cui, in linea generale, è stata ridotta la maggioranza degli Italiani. Ne ringraziamo la casta, quale che sia il suo colore. L’Istituto, come si legge in altra parte della rivista, ha incassato nel 2012 20.000 euro in meno rispetto alle previsioni. Il numero complessivo non si abbassa troppo per il recupero di un po’ di vecchi iscritti. Nel quadro generale, bene Aosta, Asti, Savona, la Lombardia, il Veneto, l’Emilia-Romagna, cinque province della Puglia e la Sicilia, male Torino, malgrado la presenza di un ottimo delegato, Firenze, Roma, l’Abruzzo, la Campania, Brindisi, Reggio Calabria e la Sardegna settentrionale. Diamoci da fare di più oppure, in altri casi, semplicemente, cominciamo a darci da fare. Ugo d’Atri GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 1 Ho ritenuto di dover inviare ad alcuni delegati dell’Istituto la seguente lettera: PROMULGAZIONE DI DECRETI DELLA CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI Nel pomeriggio di ieri, giovedì 2 maggio 2013, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza privata Sua Eminenza Reverendissima il Signor Card. Angelo Amato, S.D.B., Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Nel corso 2 dell’Udienza il Sommo Pontefice ha autorizzato la Congregazione a promulgare i Decreti riguardanti:il miracolo, attribuito all'intercessione della Venerabile Serva di Dio Maria Cristina di Savoia, Regina delle due Sicilie; nata il 14 novembre 1812 a Cagliari (Italia) e morta il 31 gennaio 1836 a Napoli (Italia) GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 ERRATA CORRIGE Il Delegato provinciale di Pescara, Paride Febbo, era presente al consiglio generale dell’Istituto del 12/1/2013. GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 3 QUOTE SOCIALI AMMISSIONE ...................................................... 50 Euro (senza fascia e cravatta/foulard) .............................................................................. 100 Euro (con fascia e cravatta/foulard) RINNOVI ANNUALI ............................................ 30 Euro SOCI SOSTENITORI ............................................ 50 Euro (fino a 100) SOCI BENEMERITI ............................................. 100 Euro (oppure oltre) DIPLOMI DI GUARDIA D’ONORE, GUARDIA D’ONORE SCELTA, MERITO DI SERVIZIO ........ 50 Euro SONO SOCI BENEMERITI LE GUARDIE D’ONORE CHE HANNO VERSATO UNA QUOTA DI ALMENO 100 EURO PER L’ANNO CORRENTE Bertone Frank Buccioni Antonio Cardellini Claudio Cirotti Vittorio Cosnotti Luis Richard Cotti Cometti Valter Luigi Filimberti Marco Frau Marcello Giussani Gallazzi Adriana (250 euro) Grandi Maria Luisa Ierardi Eric Lubin Valentini Giuseppina Monti Bragadin Stefano Emanuele Patrone Amalia (450 euro) Saponaro Monti Bragadin Maria Raffaella Vecchiarelli Corradino Ezio NELL’ELENCO DEI SOCI SOSTENITORI FIGURANO I NOMI DELLE GUARDIE D’ONORE CHE HANNO VERSATO LA QUOTA DI ALMENO 50 EURO PER L’ANNO CORRENTE Amicarelli Scalisi Antonietta Bernardinetti Luigi Cafiero Gennaro Cahn Elaine 4 I versamenti possono essere eseguiti sul C.C.P. 59325001: INTESTATO A ISTITUTO NAZIONALE PER LA GUARDIA D’ONORE ALLE REALI TOMBE DEL PANTHEON Le coordinate bancarie dell’Istituto sono le seguenti: numero conto: 000000092139 IBAN (coordinate bancarie internazionali) IT84R 05390 03201 000000092139 BIC: ARBAIT 33042 Banca Etruria, via Uffici del Vicario n° 45/48, 00186 Roma, tel 06/69768340 Cahn Harris Cardinale Alfonso Cardinale Gemma Carlini Lorenzo Casadei Alberto Castellacci Riva Patrizia Cipriano Anthony Colitti Carotenuto Maria Rosaria Cremonte Pastorello Alessandro Crepaldi Luigi d’Aquino Maurizio De Andrea Paola De Caro Salvatore Di Cesare Calogero Elliot Eric Faroni Vanda Interesse Giuseppe Jannetta Nicoletta Lauritano-Russo Domenico Magni Marco Moncalieri Morandi Maria Rosa Pugliese Francesco Rossi Massimo Sabbatini Giovanni Sangiorgi Basilio Santoro Matteo Scarlata Giuseppe Ascanio Taglioretti Franco GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 AVVISI VIAGGIO A VIENNA IN OCCASIONE DEL 350° ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DEL PRINCIPE EUGENIO DI SAVOIA: IL GRANDE COMANDANTE ITALIANO AL SERVIZIO DEL SACRO ROMANO IMPERO (18 ottobre 1663) Si informa che è in corso di preparazione un viaggio a Vienna per il periodo compreso tra il 17 e il 20 ottobre p. v. per onorare la memoria del Principe Eugenio di Savoia nel 350° anniversario della nascita. Per informazioni su programma, costi, modalità e termini di prenotazione prendere contatto con la Guardia d’Onore dott. Armando Pietroni (3275904924) ovvero con la Segreteria della Presidenza dell’Istituto (066793430) In caso di mancata consegna da parte delle Poste, si può presentare il seguente reclamo: Data… Spett. Direzione dell’Ufficio Postale di … Oggetto: RECLAMO per mancata consegna di Posta Il sottoscritto…………………………………………………. nato a……………….. il………………. residente in…………………….. Via....................................................... cap..………. denuncia la ripetuta mancata consegna del bimestrale “Guardia d’Onore” che gli viene regolarmente inviato da Roma. Chiede che vengano effettuati i necessari controlli ed individuato il responsabile, onde permettere al sottoscritto di continuare a ricevere detto bimestrale per il cui recapito viene regolarmente pagato il corrispettivo alle Poste. In attesa di conoscere l’esito del presente reclamo, invia distinti saluti. GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 5 CARICHE SOCIALI PRESIDENTE Cap. Vasc. Dr. Ugo d’Atri CONSULTORI Avv. Pierfrancesco del Mercato Dr. Stefano Di Martino Nob. Avv. Alfonso Marini Dettina Avv. Pierfrancesco del Mercato Avv. Giovanni Tomaino Avv. Carlo Morganti Dr. Giovanni De Pasquale Dr.ssa Clelia Antonelli Dr. Armando Pietroni Dr. Francesco Alicicco Sig. Giovanni Falcioni Europa Avv. Mario Bruno Americhe Nob. Dr. Agostino Mattoli ITALIA SETTENTRIONALE Prof. Stefano Emanuele Monti Bragadin ITALIA CENTRALE Dr. Walter Pellegrino ITALIA MERIDIONALE Avv. Angelo Gadaleta Piemonte On. Riccardo Garosci Liguria Dr. Giacomo Zoppi di Zolasco Lombardia Dr. Eugenio Longo Trentino – Alto Adige Dr. Claudio Bertrand Veneto Gen. B. Pietro Grassi Friuli Venezia Giulia Gen. B. Riccardo Basile Emilia Romagna Dr. Dionigi Ruggeri Toscana Prof. Dr. Giovanni Duvina Marche Cav. Vladimiro Gatti Umbria Ten. Col. Dr. Stefano Barlozzari Lazio Dr. Aldo Quadrani Abruzzo Sig. Christophe Ruffier COMM. DI DISCIPLINA REVISORI DEI CONTI Supplenti ISPETTORI 6 GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 Molise Dr. Christian del Pinto Campania Duca Dr. Giannandrea Lombardo di Cumia Puglia Dr. Domenico Fata Basilicata Sig. Stefano Dragonetti Calabria Avv. Giuseppe Palaja Sicilia Dr. Pietro Suriano Sardegna Avv. Marcello Frau Rapporti con le autorità religiose Mons. Francesco Millimaci Cerimoniale liturgico Cav. Alberto Di Maria Cultura e Giovane Guardia Prof. Dr. Ciro Romano Sepoltura al Pantheon dei Sovrani Dr. Paolo Arfilli Rapporti con la Famiglia Reale Dr. Federico Pizzi Rapporti con gli Ordini Cavallereschi Rapporti con l’associazionismo Nob. Cap. Dr. Pierfelice degli Uberti Nob. Dr. Antonino Lazzarino de Lorenzo Rapporti con l’A. I. C. O. D. S. Nob. C. Gr. Cr. Sandro Pierato Studi storico-militari Dr. Teodoro Monescalchi Rapporti con le Associazioni Patriottiche Ten. Col. Carlo Cetteo Cipriani Cerimonie militari Cap. Massimiliano Gottardi Rapporti con gli organi d’informazione Cav. Fabrizio Marabello Aosta Lgt. Paolo Morale Torino Prof. Dott. Claudio Cardellini Alessandria Sig.ra Paola De Andrea Cuneo Cav. Uff. Pietro Bruno Verbania - Cusio - Ossola M.llo Vincenzo Pironi Biella Cav. Renato Conzon Asti Comm. Giovanni Triberti Novara Cav. Marco Lovison Genova Prof.ssa Raffaella Saponaro Monti Bragadin La Spezia Dr. Riccardo Balzarotti Imperia Sig. Pietro T. Chersola Savona Sig. Lorenzo Pastorino Milano Cav. Uff. Luigi Mastroianni Como Dr. Gaetano Pichierri Pavia Cap. Vasc. Ing. Giosuè Allegrini Varese Nob. Avv. Marco Filimberti DELEGATI GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 7 Brescia Dr. Walter Luigi Cotti Cometti Bergamo Sig. Claudio Mario Bressani Mantova Cav. Dott. Nicola Venturelli Padova Gen. D. Roberto Giacalone Venezia Sig. Gennaro Belladonna Verona M.llo Cav. Dr. Roberto de Razza Planelli Rovigo Cav. Uff. Luciano Garbin Vicenza Sig. Santo Giuseppe Ponza Trieste Gen. Riccardo Basile Udine (commissario) Cav. Enrico Pontelli Pordenone S. Ten. Franco Sciarrino Bologna Dr. Giampiero Alberti Ravenna Avv. Claudio Angeli Modena Cav. Massimo Nardi Rimini M.llo Gianni Ruzzier Parma Nob. Dr. Umberto Carlevarini Piacenza Prof. Daniele Tizzoni Forlì - Cesena Cav. Rag. Giancarlo Flamigni Ancona Sig. Giancarlo Aiudi Macerata Sig.ra Leida Luciani Perugia Dr. Enrico Ardissone Terni Cap. Mauro De Angelis Arezzo Sig.ra Maria Isolina Forconi Firenze Dr. Pietro Belli Massa Carrara Dr. Umberto Barzaghi Pisa Cav. Umberto Moschini Livorno Cap. Andrea Sirabella Lucca Sig. Amerigo De Cesari Grosseto Dr. Corrado Giusti Roma Col. Pil. Paolo Caruso Rieti Dr. Luigi Bernardinetti Viterbo Prof. Pier Ferdinando Petri Frosinone Sig. Marcantonio Pasin Latina M.llo Ing. Nello Soldà Pescara Cav. Paride Febbo Chieti Avv. Fabio Rispoli 8 GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 L’Aquila Cav. Giuseppe Del Zoppo Campobasso – Isernia Dr. Lorenzo Orrino Napoli Co. Avv. Gerardo Mariano Rocco di Torrepadula Avellino Dr. Augusto Genovese Caserta Prof. Aldo Anzevino Salerno Gen. C. d’A. Antonio D’Errico Benevento Prof. Ing. Pasquale Mongillo Bari Rag. Oronzo Cassa Barletta-Andria-Trani Dr. Ruggiero Piazzolla Foggia Avv. Anna Maria De Tullio Brindisi Gen. B. Salvatore Chiriatti Taranto Gen. B. Francesco Calò Lecce M.llo Luigi Mazza Reggio Calabria Nob. Dott. Candido Francica di Panaya Catanzaro Avv. Antonio Palaja di Tocco Cosenza Dr. Ciro Bacci Crotone Avv. Francesco Cavallaro Vibo Valentia M.llo Gennaro Bonaventura Catania Avv. Maria Lapis Palermo M.llo Cav. Francesco D’Appolito Siracusa Rag. Ivan Grancagnolo Messina Cav. Rag. Matteo Santoro Agrigento Sig. Pino Iacona Ragusa Ten. Col. Vincenzo Piccitto Trapani Cav. Vincenzo D’Angelo Enna Ins. Giuseppe Restifo Caltanissetta Prof. Vincenzo Falzone Cagliari Cav. Rafaello Saba Sassari Dr. Mario Marinaro Australia Cav. Salvatore Staglianò Brasile Co. Ing. William Marmonti Canada-Ontario Cav. Mario Gentile Canada-Québec Co. Magg. Andrea Maria Coda di San Grato Svizzera Dr. Enrico Giuliano di Sant’Andrea Francia Cav. Gilles Carrier-Dalbion Gran Bretagna Dr. Gianni Donfrancesco Stati Uniti d’America Prof. Eric Ierardi Malta Dr. Ing. Colombo Marco Lombardo GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 9 LO STATUTO ALBERTINO CARLO ALBERTO PER LA GRAZIA DI DIO RE DI SARDEGNA DI CIPRO E DI GERUSALEMME DUCA DI SAVOIA DI GENOVA, ECC. ECC. ECC. PRINCIPE DI PIEMONTE, ECC. ECC. Con lealtà di Re, con affetto di Padre noi veniamo oggi a compiere quanto avevamo annunziato ai nostri amatissimi sudditi col nostro proclama dell’8 dell’ultimo scorso febbraio, con cui abbiamo voluto dimostrare, in mezzo agli eventi straordinari che circondavano il paese, come la nostra confidenza in loro crescesse colla gravità delle circostanze, e come, prendendo unicamente consiglio dagli impulsi del nostro cuore, fosse ferma nostra intenzione di confermare le loro sorti alla ragione dei tempi, agli interessi ed alla dignità della Nazione. Considerando noi le larghe e forti istituzioni rappresentative contenute nel presente Statuto fondamentale, come un mezzo il più sicuro di raddoppiare coi vincoli d’indissolubile affetto che stringono all’Itala Nostra Corona un popolo, che tante prove ci ha dato di fede, di ubbidienza e di amore, abbiamo determinato di sancirlo e promulgarlo, nella fiducia che Iddio benedirà le pure nostre intenzioni, e che la Nazione, libera, forte e felice, si mostrerà sempre più degna dell’antica fama, e saprà meritarsi un glorioso avvenire. Perciò, di nostra certa scienza, Regia Autorità, avuto il parere del nostro Consiglio, abbiamo ordinato ed ordiniamo, in forza di Statuto e Legge Fondamentale, perpetua ed irrevocabile della Monarchia, quanto segue: Art. 1. La Religione Cattolica, Apostolica e Romana, è la sola Religione dello Stato. Gli altri culti ora esistenti sono tollerati conformemente alle leggi. Art. 2. Lo Stato è retto da un governo monarchico rappresentativo. Il Trono è ereditario secondo la legge salica. Art. 3. Il potere legislativo sarà collettivamente esercitato dal Re e da due Camere: il Senato e quella dei deputati. Art. 4. La persona del Re è sacra ed inviolabile. Art. 5. Al Re solo appartiene il potere esecutivo. Egli è il Capo Supremo dello Stato; comanda tutte le forze di terra e di mare; dichiara la guerra; fa i trattati di pace, d’alleanza, di commercio ed altri, dandone notizia alle Camere tosto che l’interesse e la sicurezza dello Stato il permettano, ed unendovi le comunicazioni opportune. I trattati che importassero un onere alle finanze o variazione di territorio dello Stato, non avranno effetto se non dopo aver ottenuto l’assenso delle Camere. Art. 6. Il Re nomina a tutte le cariche dello Stato, e fa i Decreti e i regolamenti necessari per la esecuzione delle 10 GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 Leggi senza sospenderne l’osservanza o dispensarne. Art. 7. Il Re solo sanziona le leggi e le promulga. Art. 8. Il Re può far grazia e commutare le pene. Art. 9. Il Re convoca in ogni anno le due Camere; può prorogarne le sessioni e disciogliere quella dei Deputati: ma in questo ultimo caso ne convoca un’altra nel termine di 4 mesi. Art. 10. La proposizione delle Leggi apparterrà al Re ed a ciascuna delle due Camere. Però ogni Legge d’imposizione di tributi o di approvazione dei bilanci e dei conti dello Stato, sarà presentata prima alla Camera dei Deputati. Art. 11. Il Re è maggiore a 18 anni compiti. Art. 12. Durante la minorità del Re il Principe suo più prossimo parente nell’ordine della successione al Trono sarà reggente del Regno se ha compiuto gli anni ventuno. Art. 13. Se, per la minorità del principe chiamato alla Reggenza, questa è devoluta ad un parente più lontano, il Reggente che sarà entrato in esercizio conserverà la Reggenza fino alla maggiorità del Re. Art. 14. In mancanza di parenti maschi la Reggenza apparterrà alla Regina Madre. Art. 15. Se manca anche la Madre, le Camere convocate fra dieci giorni dai ministri nomineranno il Reggente. Art. 16. Le disposizioni precedenti relative alla Reggenza sono applicabili al caso in cui il Re maggiore si trovi nella fisica impossibilità di regnare. Però se l’erede presuntivo del Trono ha compiuto diciotto anni egli sarà in tal caso di pien diritto il Reggente. Art. 17. La Regina Madre è tutrice del Re finché egli abbia compiuto l’età di sette anni; da questo punto la tutela passa al Reggente. Art. 18. I diritti spettanti alla podestà civile in materia beneficiaria, o concernenti alla esecuzione delle provvisioni di ogni natura provenienti dall’estero, saranno esercitati dal Re. Art. 19. La dotazione della Corona è conservata, durante il regno attuale, quale risulterà dalla media degli ultimi dieci anni. Il Re continuerà ad avere l’uso dei Reali palazzi, ville, giardini e dipendenze, non che di tutti indistintamente i beni mobili spettanti alla Corona, di cui sarà fatto inventario a diligenza di un ministro responsabile. Per l’avvenire la dotazione predetta verrà stabilita per la durata di ogni Regno, dalla prima legislatura dopo l’avvenimento del Re al Trono. GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 11 Art. 20. Oltre i beni che il Re attualmente possiede in proprio, formeranno il privato suo patrimonio ancora quelli che potesse in seguito acquistare a titolo oneroso o gratuito, durante il suo regno. Il Re può disporre del suo patrimonio privato sia per atti tra vivi, sia per testamento, senza essere tenuto alle regole delle leggi civili che limitano la quantità disponibile. Nel rimanente il patrimonio del Re è soggetto alle leggi che reggono la proprietà. Art. 21. Sarà provveduto per legge ad un assegnamento annuo del Principe ereditario giunto alla maggiorità, od anche prima in occasione di matrimonio; all’appannaggio dei Principi della Famiglia e del sangue Reale, nelle condizioni predette, alle doti delle Principesse ed al vedovario delle Regine. Art. 22. Il Re, salendo al Trono, presta, in presenza delle Camere riunite, il giuramento di osservare lealmente il presente Statuto. Art. 23. Il Reggente, prima di entrare in funzioni, presta il giuramento di essere fedele al Re e di osservare lealmente lo Statuto e le leggi dello Stato. DEI DIRITTI E DEI DOVERI DEI CITTADINI Art. 24. Tutti i regnicoli, qualunque sia il loro titolo o grado, sono eguali dinanzi alla legge. Tutti godono egualmente i diritti civili e politici, e sono ammessibili alle cariche civili e militari, salve le eccezioni determinate dalle leggi. Art. 25. Essi contribuiscono indistintamente, nella proporzione dei loro averi, ai carichi dello Stato. Art. 26. La libertà individuale è guarentita. Niuno può essere arrestato o tradotto in giudizio, se non nei casi previsti dalla legge e nelle forme che essa prescrive. Art. 27. Il domicilio è inviolabile, niuna visita domiciliare può aver luogo se non in forza della legge e nelle forme che essa prescrive. Art. 28. La stampa sarà libera, ma una legge ne reprime gli abusi. Tuttavia le bibbie, i catechismi, i libri liturgici e di preghiere non potranno essere stampati senza il preventivo permesso del vescovo. Art. 29. Tutte le proprietà, senza alcuna eccezione, sono inviolabili. Tuttavia, quando l’interesse pubblico legalmente accertato lo esiga, si può essere tenuti a cederle in tutto od in parte mediante una giusta indennità conformemente alle leggi. Art. 30. Nessun tributo può essere imposto o riscosso se non è stato consentito dalle Camere e sanzionato dal Re. Art. 31. Il Debito pubblico è guarentito. Ogni impegno dello Stato verso i suoi creditori è inviolabile. Art. 32. È riconosciuto il diritto di adunarsi pacificamente e senza armi, uniformandosi alle leggi che possono regolarne l’esercizio nell’interesse della cosa pubblica. Questa disposizione non è applicabile 12 GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 alle adunanze in luoghi pubblici o aperti al pubblico, i quali rimangono intieramente soggetti alle leggi di polizia. DEL SENATO Art. 33. Il Senato è composto di membri nominati a vita dal Re, in numero non limitato, aventi l’età di quarant’anni compiuti, e scelti nelle categorie seguenti: 1° Gli arcivescovi e vescovi dello Stato; 2° Il presidente della Camera dei deputati; 3° I deputati dopo tre legislature e sei anni d’esercizio; 4° I ministri di Stato; 5° I ministri segretari di Stato; 6° Gli ambasciatori; 7° Gli inviati straordinari, dopo tre anni di tali funzioni; 8° I primi presidenti e presidenti del Magistrato di Cassazione e della Camera dei Conti; 9° I primi presidenti del Magistrato d’appello; 10. L’avvocato generale presso il Magistrato di Cassazione ed il procuratore generale dopo cinque anni di funzioni; 11. I presidenti di classe dei Magistrati d’Appello dopo tre anni di funzioni; 12. I consiglieri del Magistrato di Cassazione e della Camera dei conti con cinque anni di funzioni; 13. Gli avvocati generali, o fiscali generali presso i Magistrati d’Appello dopo cinque anni di funzioni; 14. Gli ufficiali generali di terra e di mare. Tuttavia i maggiori generali ed i contr’ammiragli dovranno avere da cinque anni quel grado in attività; 15. I consiglieri di Stato dopo cinque anni di funzioni; 16. I membri dei Consigli di divisione, dopo tre elezioni alla loro presidenza; 17. Gli intendenti generali, dopo sette anni d’esercizio; 18. I membri della Regia Accademia delle Scienze, dopo sette anni di nomina; 19. I membri ordinari del Consiglio superiore d’istruzione pubblica, dopo sette anni di esercizio; 20. Coloro che con servizio e meriti eminenti, avranno illustrata la patria; 21. Le persone che da tre anni pagano tre mila lire d’imposizione diretta, in ragione dei loro beni o della loro industria. Art. 34. I Principi della famiglia Reale fanno di pien diritto parte del Senato. Essi seggono immediatamente dopo il presidente. Entrano in Senato a ventun anno, ed hanno voto a venticinque. Art. 35. Il Presidente e i Vice-Presidenti del Senato sono nominati dal Re. Il Senato nomina nel proprio seno i suoi Segretari. Art. 36. Il Senato è costituito in Alta Corte di Giustizia con Decreto del Re, per giudicare dei crimini di alto tradimento e di attentato alla sicurezza dello Stato, e per giudicare i Ministri accusati dalla Camera dei Deputati. In questi casi il Senato non è Corpo Politico. Esso non può occuparsi se non degli affari giudiziari per cui fu convocato, sotto pena di nullità. Art. 37. Fuori del caso di flagrante delitto, niun Senatore può essere arrestato, se non in forza di un ordine del Senato. Esso è solo competente per giudicare dei reati imputati ai suoi Membri. Art. 38. Gli atti coi quali si accertano legalmente le nascite, i matrimoni e le morti dei Membri della Famiglia Reale sono presentati al Senato, che ne ordina il deposito nei suoi Archivi. GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 13 DELLA CAMERA DEI DEPUTATI Art. 39. La Camera elettiva è composta di Deputati scelti dai Collegi elettorali conformemente alla Legge. Art. 40. Nessun deputato può essere ammesso alla Camera se non è suddito del Re, non ha compiuto l’età di trent’anni, non gode i diritti civili e politici e non riunisce in sè gli altri requisiti voluti dalla legge. Art. 41. I Deputati rappresentano la nazione in generale e non le sole provincie in cui furono eletti. Nessun mandato imperativo può loro darsi dagli elettori. Art. 42. I deputati sono eletti per cinque anni; il loro mandato cessa di pien diritto alla spirazione di questo termine. Art. 43. Il Presidente, i Vice-Presidenti, i Segretari della Camera dei Deputati sono da essa stessa nominati nel proprio seno al principio di ogni sessione per tutta la sua durata. Art. 44. Se un deputato cessa, per qualunque motivo, dalle sue funzioni, il Collegio che lo aveva eletto sarà tosto convocato per fare una nuova elezione. Art. 45. Nessun Deputato può essere arrestato, fuori del caso di flagrante delitto, nel tempo della sessione, né tradotto in giudizio in materia criminale, senza il previo consenso della Camera. Art. 46. Non può eseguirsi alcun mandato di cattura per debiti contro un deputato durante la sessione della Camera, come pure nelle tre settimane precedenti o susseguenti alla medesima. Art. 47. La Camera dei Deputati ha il diritto di accusare i Ministri del Re e di tradurli dinanzi all’Alta Corte di Giustizia. DISPOSIZIONI COMUNI ALLE DUE CAMERE Art. 48. Le sessioni del Senato e della Camera dei Deputati cominciano e finiscono nello stesso tempo. Ogni riunione di una Camera fuori di tempo della sessione dell’altra è illegale, e gli atti ne sono intieramente nulli. Art. 49. I Senatori e i Deputati, prima di essere ammessi all’esercizio delle loro funzioni, prestano giuramento di essere fedeli al Re, di osservare lealmente lo Statuto e le leggi dello Stato e di esercitare le loro funzioni col solo scopo del bene inseparabile del Re e della patria. Art. 50. Le funzioni di Senatore e di Deputato non danno luogo ad alcuna indennità. [p. 12] Art. 51. I Senatori e i Deputati non sono sindacabili per ragione delle opinioni da loro emesse e dei voti dati nelle Camere. 14 GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 Art. 52. Le sedute delle Camere sono pubbliche. Ma quando dieci membri ne facciano per iscritto la domanda, esse possono deliberare in segreto. Art. 53. Le sedute e le deliberazioni delle Camere non sono legali nè valide, se la maggiorità assoluta dei loro membri non è presente. Art. 54. Le deliberazioni non possono essere prese se non alla maggiorità di voti. Art. 55. Ogni proposta di legge debb’essere dapprima esaminata dalle Giunte, che saranno da ciascuna Camera nominate per i lavori preparatorii. Discussa ed approvata da una Camera, la proposta sarà trasmessa all’altra per la discussione ed approvazione, e poi presentata alla sanzione del Re. Le discussioni si faranno articolo per articolo. Art. 56. Se un progetto di Legge è stato rigettato da uno dei tre poteri legislativi, non potrà più essere riprodotto nella stessa sessione. Art. 57. Ognuno che sia maggiore d’età ha diritto di mandare petizioni alle Camere, le quali debbono farle esaminare da una Giunta, e dopo la relazione della medesima, deliberare se debbano essere prese in considerazione, ed in caso affermativo mandarsi al Ministro competente, o depositarsi negli uffici per gli opportuni riguardi. Art. 58. Nessuna petizione può essere presentata personalmente alle Camere. Le autorità costituite hanno sole il diritto di indirizzare petizioni in nome collettivo. Art. 59. Le Camere non possono ricevere alcuna Deputazione, nè sentire altri fuori dei proprii Membri, dei Ministri e dei Commissari del Governo. Art. 60. Ognuna delle Camere è sola competente per giudicare della validità dei titoli d’ammessione dei proprii membri. Art. 61. Così il Senato, come la Camera dei Deputati, determina, per mezzo di un suo regolamento interno, il modo secondo il quale abbia ad esercitare le proprie attribuzioni. Art. 62. La lingua italiana è la lingua ufficiale delle Camere. È però facoltativo di servirsi della francese ai Membri che appartengono ai paesi in cui questa è in uso, od in risposta ai medesimi. Art. 63. Le votazioni si fanno per alzata e seduta, per divisione e per squittinio segreto. Quest’ultimo mezzo sarà sempre impiegato per la votazione del complesso di una legge e per ciò che concerne il personale. Art. 64. Nessuno può essere ad un tempo Senatore e Deputato. GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 15 DEI MINISTRI Art. 65. Il Re nomina e revoca i suoi Ministri. Art. 66. I Ministri non hanno voto deliberativo nell’una o nell’altra Camera, se non quando ne sono Membri. Essi vi hanno sempre l’ingresso, e debbono essere sentiti semprechè lo richieggano. Art. 67. I Ministri sono risponsabili. Le Leggi e gli atti del Governo non hanno vigore se non sono muniti della firma di un Ministro. DELL’ORDINE GIUDIZIARIO Art. 68. La giustizia emana dal Re, ed è amministrata in suo nome dai Giudici che egli istituisce. Art. 69. I Giudici nominati dal Re, ad eccezione di quelli di mandamento, sono inamovibili dopo tre anni di esercizio. Art. 70. I Magistrati, Tribunali e Giudici attualmente esistenti sono conservati. Non si potrà derogare all’organizzazione giudiziaria se non in forza di una legge. Art. 71. Niuno può essere distolto dai suoi giudici naturali. Non potranno perciò essere creati Tribunali o Commissioni straordinari. Art. 72. Le udienze dei Tribunali in materia civile i dibattimenti in materia criminale saranno pubblici conformemente alle leggi. Art. 73. Le interpretazioni delle Leggi in modo per tutti obbligatorio spetta esclusivamente al potere legislativo. DISPOSIZIONI GENERALI Art. 74. Le istituzioni comunali e provinciali e la circoscrizione dei comuni e delle provincie sono regolate dalla Legge. Art. 75. La leva militare è regolata dalla legge. Art. 76. È istituita una Milizia comunale sovra basi fissate dalla Legge. Art. 77. Lo Stato conserva la sua bandiera, e la coccarda azzurra è la sola nazionale. Art. 78. Gli Ordini cavallereschi ora esistenti sono mantenuti con le loro dotazioni. Queste non possono essere 16 GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 impiegate in altro uso fuorché in quello prefisso dalla propria istituzione. Il Re può creare gli Ordini e prescriverne gli Statuti. Art. 79. I titoli di nobiltà sono mantenuti a coloro che vi hanno diritto. Il Re può conferirne dei nuovi. Art. 80. Niuno può ricevere decorazioni, titoli o pensioni da una potenza estera, senza l’autorizzazione del Re. Art. 81. Ogni legge contraria al presente Statuto è abrogata. DISPOSIZIONI TRANSITORIE Art. 82. Il presente Statuto avrà il pieno suo effetto dal giorno della prima riunione delle due Camere, la quale avrà luogo appena compiute le elezioni. Fino a quel punto sarà provveduto al pubblico servizio con sovrane disposizioni secondo i modi e le forme sin qui seguite, ommesse tuttavia le interinazioni e registrazioni dei Magistrati, che sono fin d’ora abolite. Art. 83. Per l’esecuzione del presente Statuto il Re si riserva di fare Leggi sulla Stampa, sulle Elezioni, sulla Milizia Comunale e sul riordinamento del Consiglio di Stato. Sino alla pubblicazione della Legge sulla Stampa rimarranno in vigore gli ordini vigenti a quella relativi. Art. 84. I Ministri sono incaricati e responsabili della esecuzione e della piena osservanza delle presenti disposizioni transitorie. Dato a Torino addì quattro del mese di marzo l’anno del Signore mille ottocento quarantotto e del regno nostro il decimo ottavo. CARLO ALBERTO Il Ministro e primo Segretario di Stato per gli affari dell’Interno, Borelli. Il primo Segretario di Stato per gli affari Ecclesiastici, di Grazia e Giustizia, dirigente la Gran Cancelleria, Avet. Il primo Segretario di Stato per gli affari di Finanze, Di Revel. Il primo Segretario di Stato dei Lavori Pubblici, dell’Agricoltura e del Commercio, Des Ambrois. Il primo Segretario di Stato per gli Affari Esteri, E. Di San Marzano. Il primo Segretario di Stato per gli affari di Guerra e Marina, Broglia. Il primo Segretario di Stato per la Pubblica Istruzione, C. Alfieri. GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 17 LA GIOVANE GUARDIA Alle Giovani Guardie Carissimi tutti della Giovane Guardia, come qualcuno di voi saprà il Presidente d’Atri, nel rinnovare le nomine degli Ispettori Nazionali del Nostro Istituto, ha inteso confermarmi Ispettore alla Cultura e conferirmi anche l’incarico di Ispettore alla Giovane Guardia. Non vi nascondo l’imbarazzo di questa duplicazione delle mie competenze: questo perché già sono consapevole di non adempiere bene all’incarico “culturale” ma ancor di più temo per l’incarico “giovanile”. Succedo al caro Federico Pizzi, che saluto e ringrazio, che ha guidato questa competenza fino al mio subentro. Prima di tutto, carissimi, permettermi di presentarmi. Sono Ciro Romano, classe 1982, Professore Aggregato presso l’Università “Federico II” di Napoli; dal 2005 sono Guardia d’Onore al Pantheon e da allora non ne sono uscito più (sebbene momenti di acque agitatissime ne siano passati). Purtroppo lo scorso incontro delle Giovani Guardie di ottobre 2012 sono stato assente, ero in Finlandia per i miei impegni universitari lì e lo scorso Gennaio 2013, con rammarico, non ho presenziato agli eventi del nostro Istituto perché ho dovuto prendere parte ad un convegno sul 900° anniversario della fondazione della Diocesi di Caserta come relatore. Dunque, alcuni di voi -forse- mi conosceranno, ma altri non ancora e questo anche per mia colpa: ma ognuno di noi è preso anche dalla vita in costruzione per il nostro futuro. Carissimi sono consapevole che il nostro mondo monarchico è affetto da divisioni e da “pattacchismi” (consentitemi il termine) ma noi, che siamo giovani, dobbiamo guardare oltre: guardare oltre l’appartenenza a questa o quella sigla monarchia, oltre l’afferenza “dinastica”, oltre la spasmodica ricerca di onori, onorificenze, e patacche varie. Noi, Giovani Guardie, dobbiamo guardare al futuro e tenere alto, e saldo, l’ideale che soggiace alla nostra appartenenza al sodalizio delle Guardie d’Onore, cioè l’ideale patrio: l’Italia prima e nonostante tutto! Evitiamo quindi di essere, o sembrare, dei nostalgici di tempi che non ci sono più, e che oggettivamente non potranno esser più; evitiamo di arrovellarci su inutili dispute dinastiche (ognuno tenga ben salda la propria idea, ma senza farne motivo di divisione e litigiosità), evitiamo di dividerci tra noi. Se siamo divisi tutto è perso ed è inutile; uniti andiamo avanti. Le identità ed i carismi specifici anziché esser motivo di divisione e di rincorsa all’affermazione egoistica e personale, siano motivi di ricchezza reciproca e per il nostro Istituto. Cari Ragazzi, che la nostra storia patria e risorgimentale sia lo strumento per aprirci al decadente mondo contemporaneo, dimostrando che i nostri ideali, che vengono da lontano, sono l’unica attuale risposta all’assenza di punti di riferimento. Divulghiamo, agiamo, facciamo ciò che può ridestare nelle coscienze ideali patri e risorgimentali, anche ristabilendo la verità storica sulla Monarchia e sulla Dinastia Sabauda senza contrapposizioni inutili ed antistoriche. Ragazzi cari nelle mie intenzioni ci sono alcuni momenti fondamentali che vorrei comunicarvi: vorrei organizzare incontri “zonali” con Voi Giovani Guardie e cioè uno al Nord, uno al Centro, ed uno al Sud; incontri dove noi giovani ci incontriamo e discutiamo, dibattiamo, organizziamo, proponiamo. Un’altra iniziativa sarebbe quella di organizzare un incontro nazionale di tutti quanti noi in un posto che, adesso, sia diverso da Roma per dare il senso e significato che l’Italia, e le Guardie d’Onore, sono ovunque nella Penisola che è fatta da tanti piccoli o grandi focolai d’Italianità, che devono solo esser ravvivati e rafforzati con il calore e l’entusiasmo dei giovani. Sono consapevole che ognuno ha esigenze e problematiche proprie (chi studia, chi non lavora, che è agli inizi di una vita lavorativa) ma insieme possiamo provare a superare e supportarci vicendevolmente. 18 GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 Ovviamente dobbiamo sempre agire con la testa rivolta verso chi è più grande di noi, poiché dalle esperienze altrui possiamo imparare tante cose, e soprattutto possiamo imparare cosa non dobbiamo fare né ripetere evitando di continuare la perseverazione nell’errore. Cercatemi, contattatemi, scrivetemi, proponetemi, invitatemi (se avete bisogno di me), io sarò sempre disponibilissimo a qualsiasi iniziativa vogliate portare avanti in tutta Italia. Da solo non posso fare niente, dobbiamo agire insieme a stretto contatto di animo e di menti. Definiamo quindi qualche azione da poter portare avanti. Insomma procediamo speditamente io sono con voi, spero che voi vogliate essere con me. In calce trovate i miei recapiti A tutti Auguri e, W L’ITALIA. Prof. Ciro Romano Ispettore alla Cultura e alla Giovane Guardia. Recapiti: Prof. Ciro Romano ab.: Via Diaz 180,80055 PORTICI (Na). 336 62 89 899. [email protected] PROSSIMI EVENTI Venerdì 21 giugno 2013 Roma, chiesa di Sant’Ignazio, piazza di Sant’Ignazio, ore 18, Santa Messa in onore di San Luigi Gonzaga. Ore 20.30, Grand Hotel de la Minerve, piazza della Minerva, evento conviviale al termine del quale il dott. Teodoro Monescalchi terrà una relazione sul Principe Eugenio di Savoia, il grande Comandante italiano al servizio del Sacro Romano Impero, ricorrendo quest’anno il 350° anniversario della nascita. L’evento è promosso dalla presidenza dell’Istituto, dalla delegazione di Roma dell’Istituto del Sacro Romano Impero e dalla delegazione di Roma e del Lazio degli Ordini Dinastici di Casa Savoia. Il costo della cena (abito scuro con rosetta) è di 70 euro; detto importo andrà versato a mezzo bonifico bancario n. 227 presso il Credito Emiliano IBAN: IT27X0303203222010000000227, intestato a “I Viaggi delle Meraviglie” S. r. l.. La quota di GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 adesione potrà altresì essere consegnata all’arrivo alla cena a persona incaricata dalla Delegazione. Il versamento a mezzo bonifico andrà effettuato entro il 17 giugno p. v., data sotto la quale – a prescindere dalla modalità di regolamento prescelta – la partecipazione propria e degli accompagnatori alle diverse iniziative andrà confermata, chiamando il numero telefonico 3664618802 ovvero inviando una mail all’indirizzo: [email protected] (si ricorda che la prenotazione è vincolante per la partecipazione). Sabato 22 giugno 2013 San Martino della Battaglia (BS), complesso monumentale, ore 14.30 allestimento ospitale storico con rievocatori in divisa d’epoca e visite guidate didattiche (su prenotazione); ore 17 un pomeriggio in piazza d’armi: dimostrazione manovre della Cavalleria e delle strategie di battaglia dell’epoca; 19 ore 21 alzabandiera; ore 21.15: “IL BELCANTO. OMAGGIO A GIUSEPPE VERDI”. Concerto dell’Ente Filarmonico – Banda cittadina; ore 23 Libiamo ne’ lieti calici, brindisi finale sulle note de “La Traviata”. Sabato 22 giugno 2013 Tradate (VA), castello Pusterla Melzi, cerimonia religiosa in cui è prevista l’ostensione delle reliquie di San Maurizio. La cerimonia è organizzata dal vicariato di Varese degli Ordini Dinastici di Casa Savoia. Domenica 23 giugno 2013 Desenzano del Garda (BS), Centro Storico, ore 10.30 sfilata dei reparti storici con la Banda Storica della Guardia Nazionale, Arrivo dei Sovrani in carrozza – Rassegna delle truppe – Intrattenimento musicale in piazza Malvezzi. San Martino della Battaglia (BS), complesso monumentale, ore 9.30 allestimento Ospitale storico con rievocatori in divisa d’epoca, visite guidate didattiche (su prenotazione) – Manovre della Cavalleria – Intrattenimento musicale. Ore 16 GRANDE RIEVOCAZIONE STORICA DELLA BATTAGLIA: Carosello del 1° Reggimento Aosta cavalleria. “Real Italiano” – Presentazione dei reparti storici e sfilata davanti ai sovrani – Rievocazione della Battaglia del 24 giugno 1859 con oltre 250 figuranti in uniforme e armamento d’epoca. Accompagnamento musicale della Banda cittadina. Ore 17.30 ammainabandiera e chiusura della manifestazione. Sabato 29 giugno 2013 Cremona, cimitero monumentale, ore 9.15, commemorazione della battaglia di Solferino. Domenica 7 Luglio 2013 Costigliole d’Asti (AT), Castello di Rorà, Piazza Vittorio Emanuele II, ore 14.30, convegno: 1943: LA BATTAGLIA DEL DON – CAMPAGNA DI RUSSIA E 30° ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI RE UMBERTO II. Relatori: DR. PAOLO LANFRANCO, SINDACO di VALFENERA (AT), LA BATTAGLIA DI NIKOLAJEWKA A 70 ANNI dalla fine della GUERRA in RUSSIA; DR. CARLO ALBERTO GORIA, SINDACO di S. PAOLO SOLBRITO (AT), LA CAVALLERIA SAVOIA NELLA BATTAGLIA di ISBUSCENSKIJ; PROF. SSA LUCIANA RISSO, DOCENTE, LE FIGURE DEGLI EROICI CAPPELLANI MILITARI DON ENELIO FRANZONI e DON CARLO GNOCCHI; DR. UGO d’ ATRI, CAPITANO di VASCELLO E PRESIDENTE ISTITUTO NAZIONALE GUARDIA D’ ONORE REALI TOMBE DEL PANTHEON – ROMA: RE UMBERTO II (RE BUONO) A 30 ANNI DALLA MORTE; Concluderà MONS. VITTORIO CROCE – TEOLOGO, VICARIO 20 GENERALE della DIOCESI di ASTI e DIRETTORE del SETTIMANALE “GAZZETTA D’ASTI“. MODERATORE: COMM. GIOVANNI TRIBERTI, VICE PRESIDENTE NAZIONALE DELL’U. N. I. R. R., PRESIDENTE SEZIONE U. N. I. R. R. di ASTI E DELEGATO di ASTI delle GUARDIE D’ONORE. Programma: RITROVO PRESSO IL CORTILE DEL CASTELLO alle ore 14,30; INIZIO CONVEGNO alle ore 15; TERMINE CONVEGNO alle ore 16,45, “seguirà rinfresco”; SFILATA alle ore 17,30 e S. MESSA PRESSO L’ADIACENTE CHIESA alle ore 18 officiata da Don Luigi Binello, con la partecipazione della mezzosoprano Dott. ssa Paola Nebiolo, che canterà gli inni sacri. Seguirà, su prenotazione, cena conviviale. Le Guardie d' Onore sono pregate di presenziare con i distintivi e i mantelli, le associazioni combattentistiche, d'arma e di volontariato con divise, labari e bandiere e i Sindaci, con la fascia. Sabato 13 luglio – venerdì 19 luglio 2013 VIAGGIO IN RUSSIA IN OCCASIONE DEL 400° ANNIVERSARIO DELL’ASCESA AL TRONO DELLA DINASTIA ROMANOFF. Sabato 20 Luglio 2013 Monza (MB), cerimonia con corteo per commemorare il 113° Anniversario del Regicidio di S. M. il Re Umberto I, alla presenza del presidente dell’Istituto, Cap. di Vasc. Dott. Ugo d’Atri. Programma: ore 09.45 ritrovo in Piazza del Duomo; ore10.00 partenza del Corteo accompagnato dalla Banda Musicale di Valbrona e deposizione di alcune corone d’alloro alla Cappella Espiatoria; ore 11.30 celebrazione della Santa Messa nella Chiesa dei Padri Carmelitani Scalzi in Viale Cesare Battisti n°52; ore 13 conviviale presso il Ristorante dell’Hotel de la Ville (quota euro 60). La Presidenza rilascerà un attestato alle Guardie d’Onore presenti alla cerimonia. Si prega gentilmente di voler segnalare la presenza ai seguenti numeri: Delegato Uff. Luigi Mastroianni 3453217614; segreteria della delegazione: Carla Pirovano: 3404623004; Cav. Mario Finizio 3899175852: conte Federico Sagramoso 3347944524. Etichetta: Guardie d’Onore con Mantello o tenuta sociale abito scuro, scarpe adeguate, cravatta dell’Istituto, fascia da braccio, guanti bianchi e basco con fregio dell’Istituto o cappello del corpo militare in cui si è svolto il servizio alla Patria. Per informazioni sulla cerimonia, Maestro di Cerimonie Isp. Naz Alberto Cav. A. Di Maria 392.95.98.193; [email protected]. Lunedì 29 luglio 2013 Roma, Pantheon, ore 18, Santa Messa in suffragio di Sua Maestà il Re Umberto I. GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 Sabato 7 settembre 2013 Chieti, manifestazione commemorativa della permanenza a Chieti (9 – 15 settembre 1943) di S. A. R. la Principessa Mafalda di Savoia/Assia. Programma: ore 17.30, Circolo degli Artisti, conferenza-dibattito sul tema: “Cronaca di un giorno: 9 settembre 1943”. Relatore: Gianni Dal Buono. Al termine, ore 18.30, contributi ed interventi. Ore 20 cena presso il “Circolo degli Amici”. Domenica 8 settembre 2013 Chieti, manifestazione commemorativa della permanenza a Chieti (9 – 15 settembre 1943) di S. A. R. la Principessa Mafalda di Savoia/Assia. Programma: ore 9.30 Santa Messa in suffragio di S. A. R. la Principessa Mafalda di Savoia/Assia officiata da S. E. Rev.ma Mons. Bruno Forte, arcivescovo Metropolita di Chieti-Vasto. Al termine della cerimonia religiosa avverrà la deposizione di una corona d’alloro presso la lapide commemorativa posta in piazza Umberto I (palazzo Massangioli). All’interno del palazzo si terrà una breve commemorazione dell’Augusta Persona da parte del presidente d’Atri. Venerdì 13 settembre 2013 Vercelli, celebrazione del 30° anniversario della scomparsa di Sua Maestà il Re Umberto II ed il 12° anniversario della scomparsa di Sua Maestà la Regina Maria Josè. Nell’occasione saranno ricordati anche il beato Amedeo IX e la Sacra Sindone, che per un periodo ebbe a sostare a Vercelli. Sabato 14 settembre 2013 Racconigi (TO), Auditorium scuole medie, IL REGNO E L’UNITA’ D’ITALIA, I Savoia per la Patria, 30 anni dopo la morte di S. M. il Re UMBERTO II e 20 anni dopo l’inaugurazione del monumento di Racconigi. Programma: ore 10 inaugurazione dell’evento, dott. Ugo d’atri, presidente dell’Istituto: “La figura di S. M. Umberto II, cittadino di Racconigi e Re d’Italia”; ore 11, filmato sulla vita di S. M. il RE UMBERTO II: RE UMBERTO II - VITA DI UN RE, RE UMBERTO II PARLA DEL RE VITTORIO EMANUELE III, INCONTRO DEGLI ITALIANI CON RE UMBERTO II; ore 12 filmato sulla vita di S. M. il RE UMBERTO II: RE UMBERTO II INTERVISTATO DALLA RAI NEL 30° ANNIVERSARIO DELL’ESILIO, RE UMBERTO II A BEAULIEU, DEDICATO AL RE UMBERTO II - LO SGUARDO TRISTE DI CASCAIS; ore 15,30 filmato sulla vita di S. M. il RE UMBERTO II: RE UMBERTO II - UN ADDIO PROIBITO; LA GRANDE STORIA -UMBERTO II; MONUMENTO DEDICATO AL RE UMBERTO II A RACCONIGI 1993; ore 17 filmato sulla vita di S. M. il RE UMBERTO II. GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 Sabato 14 settembre 2013 Vercelli, celebrazione del 30° anniversario della scomparsa di Sua Maestà il Re Umberto II ed il 12° anniversario della scomparsa di Sua Maestà la Regina Maria Josè. Nell’occasione saranno ricordati anche il beato Amedeo IX e la Sacra Sindone, che per un periodo ebbe a sostare a Vercelli. Domenica 15 settembre 2013 Racconigi (TO), Santuario Reale, ore 10,30 Santa Messa in ricordo di S. M. il Re Umberto II, cittadino di Racconigi. Intervengono: Delegazione delle Guardie d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon, Delegazione dei Cavalieri dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, Delegazione dei Cavalieri dell’Ordine al merito civile di Savoia; ore 12 sfilata gruppi storici dal Santuario a Piazza Castello: apre la sfilata lo stendardo azzurro di Casa Savoia, BRIGADE DE SAVOIE 1600, REGGIMENTO DI FANTERIA D’ORDINANZA NAZIONALE SAVOIA 1741, REGGIMENTO DI FANTERIA D’ORDINANZA NAZIONALE PIEMONTE 1793, Guardie d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon, Cavalieri degli ordini dinastici. Deposizione di una corona d’alloro al monumento a S. M. il re Umberto II; ore 13 colazione presso la Tenuta BERRONI di Racconigi, ristorante l’ARANCERA. Venerdì 20 settembre 2013 Chioggia (VE), ristorante “Bella Venezia”, ore 20, conferenza conviviale sul tema: “Istria, Fiume, Dalmazia, testimonianza vissuta. Attualità del dramma”. Relatore prof. Nidia Cernecca. Per informazioni e prenotazioni rivolgersi al delegato, sig. Gennaro Belladonna, al numero 3476400001. Costo della cena 30 euro. Domenica 22 settembre 2013 Castelfidardo-Loreto (AN), 7° raduno interregionale delle Guardie d’Onore. Giovedì 17 – Domenica 20 ottobre 2013 Vienna, viaggio organizzato in occasione del 350° anniversario della nascita del Principe Eugenio di Savoia, il grande comandante italiano al servizio del Sacro Romano Impero. Per ulteriori dettagli ci si potrà rivolgere alla Guardia d’Onore dott. Armando Pietroni (tel. 3275904924). Giovedì 28 novembre 2013 Roma, Pantheon, ore 17, Santa Messa in suffragio di Sua Maestà la Regina Elena. Sabato 28 dicembre 2013 Roma, Pantheon, ore 17, Santa Messa in suffragio di Sua Maestà il Re Vittorio Emanuele III. 21 CRONACA DELLE DELEGAZIONI AGRIGENTO ALESSANDRIA Canicattì, 16 marzo 2013 Nella chiesa di San Diego, mons. Vito Scialabra ha celebrato una Messa in memoria di S. M. Umberto II, morto 30 anni fa il 18 marzo 1983 a Ginevra. Dopo la Messa la delegazione ha commemorato Sua Maestà con una relazione sulla vita e la figura di Re Umberto II tenuta dal dr. Vella Cannella Pio. Hanno partecipato numerose le Guardie d’Onore agrigentine con il delegato Iacona Pino, inoltre le rappresentanze delle delegazioni di Enna, Catania e dell’associazione Reduci e Combattenti della città, l’associazione religiosa Venerdì Santo e Pasqua di Resurrezione. Casale Monferrato, 6 aprile 2013 Si è svolto nello storico palazzo Gozzani di Treville il tradizionale “Ballo dei Cento e non più Cento”, organizzato dall’International Commission for Orders of Chivalry, dalle Famiglie Storiche d’Italia, dal Circolo dei Cento e non più Cento e dall’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon. Una delegazione ufficiale dell’Istituto, guidata dal presidente, capitano di vascello d’Atri, e dal dr. Pietroni, presidente del collegio dei revisori dei conti, preceduta dalla Bandiera del Regno d’Italia e dal labaro della presidenza nazionale, alfiere la Guardia d’Onore Previero e annunciata con squilli di tromba, ha fatto ingresso nel palazzo con le note dell’Inno Sardo suonato dalla fanfara dell’Associazione Nazionale Bersaglieri di Asti. La stessa fanfara ha poi eseguito un concerto di musiche bersaglieresche, oltre che la Marcia del Principe Eugenio e la Marcia di Radetky. Circa trecento i partecipanti. Fra i presenti, dom Duarte de Braganza, capo della Casa Reale del Portogallo, ed il fratello dom Enrique, gli arciduchi Monika e Karl Joseph d’Asburgo, le Principesse Luciana e Mahera Hassan dell’Afghanistan, entrambe Guardie d’Onore, il principe Maurizio Gonzaga marchese del Vodice, Guardia d’Onore, discendente della famiglia che ha regnato nel Monferrato, il principe Alberto Giovanelli, il principe Guglielmo Giovanelli Marconi, il duca Diego de Vargas Machuca, i generali di Corpo d’Armata Cravarezza e Zavattaro Ardizzi con le consorti, il nob. prof. Dumin, Re d’Armi della Granduchessa Maria Vladimirovna, capo della Famiglia Imperiale Russa (nell’occasione il prof. Dumin è entrato a far parte dell’I. N. G. O. R. T. P), il nob. Dimitri Shebalin, presidente del gruppo giovanile del 22 GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 Circolo della Nobiltà Russa, gli ispettori dell’I. N. G. O. R. T. P. nob. dr. Pierfelice degli Uberti, che da venticinque anni è, con la moglie Loredana, il vero artefice del successo del Ballo dei Cento e non più Cento, dr. Paolo Arfilli, prof. dr. Giovanni Duvina, Fabrizio Marabello e dr. Lazzarino de Lorenzo, i delegati provinciali di Alessandria, sig.ra De Andrea, di Milano, cav. uff. Mastroianni, di Firenze, dr. Pietro Belli e di Ravenna, avv. Claudio Angeli. Come sopra riportato, la manifestazione è dovuta all’impegno di Pierfelice e Loredana degli Uberti. BARI 20 marzo Nel Salone delle Muse dello storico Circolo Unione, è stato presentato il libro “I prigionieri dei Savoia” del prof. Alessandro Barbero, docente di Storia Medioevale nell’Università del Piemonte Orientale, facoltà di lettere di Vercelli. Il volume ripercorre le vicende dei soldati borbonici rinchiusi in alcune carceri dell’Italia Settentrionale dopo il 1860, in particolare nella fortezza di Fenestrelle e demolisce le recenti invenzioni antiunitarie circa massacri, torture, fucilazioni di massa della pubblicistica neo-borbonica, affidata a ricostruzioni di fantasia e non a fonti documentali. Ha presentato Giacomo Tomasicchio, presidente del Circolo Unione, moderatore la Guardia d’Onore avv. Massimo Adabbo, organizzatore dell’incontro, interventi del prof. Barbero, del prof. Aldo Luisi (università di Bari) e del comandante d’Atri, presidente dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon. Circa duecento, in una magnifica sala settecentesca, gli intervenuti, in buona parte Guardie d’Onore, fra loro gli ispettori avv. Angelo Gadaleta e dr. Domenico Fata, il delegato provinciale di Bari, Oronzo Cassa, l’avv. Oscar Lojodice, l’avv. Matteo Calvano, Luigi Onofrio delli Carri, Vito Dibitonto, l’avv. Palmo Dorian Saracino, Maffei, Di Cagno, l’avv. Chieco. BARLETTA 14 aprile 2013 La delegazione provinciale di Barletta-Andria- GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 Trani dell’Istituto è stata intitolata al marinaio Francesco Conteduca (1844-1930), medaglia d’oro al valor militare per il comportamento tenuto nella battaglia di Lissa (18-20 luglio 1866), Guardia d’Onore, nel corso di una cerimonia tenutasi nella città pugliese. I partecipanti si sono riuniti in Piazza Caduti di tutte le Guerre, dove è stata deposta una corona d’alloro al monumento a Loro dedicati. Successivamente un corteo, preceduto dai gonfaloni della Provincia e del Comune di Barletta e dai labari delle Associazioni combattentistiche e d’arma (Nastro Azzurro, Guardie d’Onore, Granatieri di Sardegna, Marinai, Unuci), e seguito dalle autorità intervenute (il vice-prefetto, il presidente della provincia, il rappresentante del commissario straordinario del Comune di Barletta, la dr.ssa Maria Carmela Conteduca, pronipote dell’Eroe, con il marito, Amm. Sq. Gemignani), ha raggiunto il monumento a Francesco Conteduca, dove è stata deposta una seconda corona d’alloro. Quindi, le persone intervenute hanno preso posto nella Sala Rossa del Castello Svevo di Barletta, ove si è tenuto un convegno commemorativo della bat- 23 taglia di Lissa. Dopo i saluti delle autorità, si sono registrati gli interventi del dr. Ruggiero Piazzolla, delegato provinciale dell’Istituto, del dr. Renato Russo, storico ed editore, moderati dal dr. Giuseppe Dimiccoli, giornalista de La Gazzetta del Mezzogiorno. Ha concluso il capitano di vascello (ris.) d’Atri, presidente dell’Istituto. Fra i circa centoventi presenti, il colonnello comandante provinciale della Guardia di Finanza, il colonnello comandante dell’82° Reggimento Fanteria Torino con un tenente colonnello e con il Luogotenente Contò, Guardia d’Onore, il Ten. Balsamo, vicecomandante della locale Compagnia Carabinieri, Guardia d’Onore, un Sottotenente di Vascello in rappresentanza della Capitaneria di Porto di Barletta, gli ispettori dell’Istituto avv. Angelo Gadaleta (Italia Meridionale ed Isole) e dr. Domenico Fata (Puglia), il rag. Oronzo Cassa, delegato provinciale di Bari, il dr. Tommaso Bucci, il rag. Onofrio delli Carri, i Conti Carlo e Larissa Valperga di Masino, il magg. De Sario, l’avv. Lojodice. Erano inoltre presenti le Guardie d’Onore: Nunzia Tarantini, Michele Mininno, Luigi Favia, Luigi Presicce, Tommaso Abbadessa, Franco Magliocco, Dorian Saracino, Enrico Primavera, Giuseppe Di Cagno, Mariano G. Rubini, Gaetano Minenna. Eccellenti organizzatori dell’evento il delegato Piazzolla e le Guardie d’Onore Maffei e Dibitonto. BRESCIA 14 aprile 2013 La Delegazione provinciale, su impulso del Socio Magg. (ris.) Dott. Gianfranco Guglielmi, ha organizzato una giornata di approfondimento e studio sulle decorazioni militari e civili. La giornata è iniziata con la visita al Museo Storico del Nastro Azzurro di Salò (BS) che, unico nel suo genere in Italia, raccoglie e documenta 200 anni di storia gloriosa del Soldato italiano, da quando cioè fu istituito da Vittorio Amedeo III Re di Sardegna, il “distintivo d’onore” per militari (sottufficiali e truppa) che avessero compiuto “azioni di segnalato valore in guerra”. Mediante Bandiere, Labari, Uniformi, Decorazioni, armi e documenti il Museo testimonia gli ideali, gli eroismi, i sacrifici e l’alto senso del dovere verso la 24 Patria del Combattente italiano. È articolato su quattro sale: prima sala, dal 1793 al 1913: comprende fotografie e cimeli dell'epoca napoleonica, del Risorgimento, della guerra di Etiopia del 1896, e di quella Italo-Turca del 1911-12; seconda sala, dal 1914 al 1922: è in gran parte dedicata alla prima guerra mondiale da Cesare Battisti e Nazario Sauro, all'impresa fiumana di Gabriele D'Annunzio; terza sala, dal 1923 al 1939: offre una sintetica panoramica dell'epoca fascista ed è comprensiva della guerra d'Etiopia e della guerra civile spagnola, con la partecipazione dei volontari italiani; quarta sala, dal 1940 al 1945: è dedicata alla seconda guerra mondiale e termina con le vetrine relative alla Repubblica Sociale e alla Resistenza. La giornata è proseguita con la relazione “Faleristica e Guardie d'Onore al Pantheon” del Socio Guglielmi, vero cultore ed esperto in materia, che ha così offerto alle Guardie d'Onore bresciane la possibilità di apprezzare la sua copiosa raccolta di medaglie e decorazioni associata all'esaustiva e dettagliata spiegazione di ogni pezzo. La relazione è stata particolarmente brillante, ha suscitato estremo interesse ed ha appassionato gli intervenuti che hanno posto molti quesiti al Socio Guglielmi. Il Delegato ha portato i saluti e gli apprezzamenti per l'attività del Sodalizio bresciano del Presidente nazionale Cap. Vasc. (ris.) Dott. Ugo d'Atri, e, quale segno di gratitudine e di stima, ha donato al Dott. Guglielmi il guidoncino sabaudo appartenuto al nonno materno Francesco Luigi Martinelli – M. B. V. M. capitano s.p.e. del Regio Esercito Italiano durante il secondo conflitto mondiale. FIRENZE 21 aprile 2013 Si è tenuta presso il Circolo Ufficiali di Firenze una conviviale dove si sono ritrovate le Guardie d’Onore ed i loro familiari per definire un calendario di massima per le prossime occasioni di incontro. Oltre al Delegato di Firenze, dr. Pietro Belli, erano presenti le Guardie: Avv. Antonio Bellizzi, dr. Salvatore Belli e consorte, il prof. Balloni e consorte, il dr. Pierfrancesco Cellai e consorte, il maestro Leonardo Previero, l’Avv. Marco Barbaro, il sig. Alberto Franceschina, il sig. Stefano Canesi, la Delegata di Arezzo, sig.ra Maria Isolina GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 Forconi, oltre a diversi ospiti e simpatizzanti. Graditissimo ospite il Prof. Pierluigi Duvina, presidente della Consulta dei Senatori del Regno, che, prendendo spunto dagli ultimi avvenimenti politici di casa nostra, ci ha intrattenuto brevemente su alcuni episodi storici legati ai Savoia. In tale occasione sono state distribuite le tessere ai nuovi iscritti. ISERNIA 4 aprile 2013 Nella sala convegni del Palazzo della Provincia di Isernia si è tenuto un convegno dal titolo “Viva l’Italia. Il Molise che visse l’Unità”. Organizzatori dell’evento l’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon, l’Amministrazione Provinciale di Isernia, il Lions Club di Bojano, l’Ufficio Scolastico Regionale per il Molise e l’Istituto di Istruzione Secondaria Superiore di Bojano. Dopo i saluti portati dal comandante d’Atri, presidente dell’Istituto, dal presidente neo-eletto della Regione Molise e dal presidente della Provincia di Isernia, hanno tenuto relazioni il prof. Giovanni Cerchia, il prof. Antonio Sorbo, la Guardia d’Onore dr.ssa Anita Garibaldi (Il ruolo delle donne nel Risorgimento: madri e patriote) e il prof. Ciro GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 Romano, Ispettore I. N. G. O. R. T. P. per la Cultura e per la Giovane Guardia, moderati da Anna Paolella. Dopo gli interventi, ha avuto luogo uno spettacolo dedicato all’Unità d’Italia, al tempo stesso commovente e divertente, realizzato con la partecipazione di bambini della locale scuola primaria. Presenti trecento persone, in gran parte studenti; per motivi di spazio, non è stato possibile accogliere tutte le scolaresche che avevano fatto richiesta di partecipare. Fra i presenti, il dr. Christian del Pinto, ispettore I. N. G. O. R. T. P. per il Molise, ed il delegato provinciale Lorenzo Orrino, applauditi e principali organizzatori del convegno, e le Guardie d’Onore dr. Armando Sammartino, Francesco Orrino, Giovanni Cimino, avv. Raffaele Colitti, dr.ssa Maria Luisa Colitti e avv. Maria Rosaria Monaco. Ampia copertura dell’evento da parte della stampa locale, del TG 3 e delle televisioni libere, con numerose interviste alla dr.ssa Garibaldi e al presidente dell’Istituto. 25 LUCCA Bagni di Lucca, dicembre 2012 Nelle sale del Park Hotel Regina a Bagni di Lucca a cura della sezione di Bagni di Lucca delle Guardie d’Onore, si è svolta la presentazione del volume “Reggimento Cavalleggeri Lucca 16°”. Alla presenza degli intervenuti la G. d’O. Sassetti ha presentato gli ospiti. Dopo un breve intervento dell’editore, l’autore Bruno Giannoni ha espresso le motivazioni che lo hanno spinto a scrivere l’opera letteraria. Al termine è stato offerto a tutti un piccolo buffet per gentile commiato e augurio di buone feste. Per l’Istituto oltre Sassetti erano presenti le Guardie P. Bianchi e R. Bianchi, anch’essi importanti organizzatori dell’iniziativa. MANTOVA La Delegazione di Mantova e Cremona si arricchisce negli ultimi mesi di 6 nuove Guardie d'Onore (Dr. Roldano Astolfi, Avv. Andrea Rossato, Dr. Luca Talarico, Dr. Pietro Zambonini, Dr. Riccardo Braglia, Uff. Domenico d'Ambrosio) e riprende nella provincia mantovana e cremonese un discorso collaborativo con le istituzioni cittadine. La nuova sede del Circolo Ufficiali a Mantova e alcune iniziative a scopo benefico sono infine il fiore all'occhiello per una serie di eventi che vedranno coinvolte tutte le Guardie d'Onore della delegazione. Il Commissario straordinario Nicola Venturelli, sottolinea che nelle prossime conviviali saranno presenti delegazioni di altre città con presentazioni di testi editati sulla Real Casa Savoia. MILANO Milano - 9 marzo 2013 Presso il Circolo degli Ufficiali di Palazzo Cusani si è tenuta una riunione di Delegazione, avente come oggetto principale l'allestimento della nuova sede, individuata presso la Caserma XXIV Maggio di via V. Monti. In quest'occasione è stata aperta una sottoscrizione per la raccolta di risorse economiche, con l'obiettivo di acquistare arredi e materiale vario (PC, libri etc.), ed è stata inoltre richiesta, compatibilmente con le possibilità di ciascuno, la 26 disponibilità a presenziare in sede per garantire una sua regolare apertura. Alla riunione erano presenti il Delegato Mastroianni, il Consultore Di Martino, gli Ispettori Pierato e Pizzi e numerose G.d'O. Melegnano - 23 marzo 2013 La Delegazione di Milano, Monza e Lodi ha patrocinato una conferenza dal titolo “Umberto II – l’uomo, il Re. L’Italia innanzitutto”, tenutasi il 23 marzo a Melegnano (MI) presso la Scuola Sociale Accademia delle Arti, con il contributo organizzativo dell’Associazione Nazionale Arma di Cavalleria e del Rotary Club di San Giuliano Milanese. I relatori della conferenza sono stati le G.d’O. Federico Pizzi, storico nonché Ispettore Nazionale per i Rapporti con la Famiglia Reale, e Carla Pirovano, giornalista pubblicista. L’Ispettore Pizzi ha evidenziato in particolare come l’evento di Melegnano fosse uno dei primi in calendario in occasione del trentennio della scomparsa di Re Umberto II e ha apprezzato il fatto che oggi si possa parlare della sua figura in una conferenza GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 pubblica, cosa che, soltanto qualche hanno fa, sarebbe stata quasi impensabile. Il suo intervento si è poi concentrato su quello che fu il ruolo di Umberto II nel travagliatissimo periodo della storia d’Italia compreso tra il 1943 e il 1946, prima come Principe Ereditario, poi come Luogotenente e infine come Re. Allungandosi poi fino agli anni ’50, Pizzi ha spiegato quale sia stato il ruolo dei partiti monarchici nelle legislature dell’epoca e di come Re Umberto II, anche dall’esilio, abbia rimarcato più di una volta il ruolo super - partes dell’istituto monarchico, che non può essere legato a doppio filo ad un unico gruppo politico, ma deve essere a servizio di tutta la nazione. La G.d.’O. Pirovano ha invece approfondito l’aspetto biografico di Re Umberto II, con un particolare accento a come la sua figura è stata vista attraverso i giornali. Il passaggio più critico del suo intervento ha riguardato i rapporti che l’allora Principe Ereditario intrattenne con Mussolini: il Duce, infatti, fin dagli anni Venti, lasciò che sulle cronache mondane trapelassero notizie sui presunti amori di S.A.R., nella speranza di farlo apparire come un damerino poco adatto a diventare Re e di poter così accumulare elementi che gli consentissero un giorno di sbarazzarsi della monarchia. L’intervento della G.d'O. Pirovano ha poi approfondito anche il periodo dell’esilio, con l’intento di superare l’immagine stereotipata dell’ex Re malinconico che spopolava all’epoca sui giornali e di restituire di lui un ritratto più sfaccettato e vicino alla realtà. Il Presidente dell’Istituto, Capitano di Vascello Dr. Ugo d’Atri, ha inviato il suo saluto ai relatori e alle associazioni ospitanti tramite il Consultore Stefano di Martino. Alla conferenza hanno partecipato anche altre delegazioni dell’Istituto e alcune Associazioni d’Arma: erano infatti presenti il Delegato di Novara e Vercelli, Marco Lovison, che ha portato il saluto della Delegata di Alessandria, Prof. Paola de Andrea, rappresentanze delle Delegazioni di Varese e Como ed il Dott. Alessio Cerniglia, Segretario della sezione novarese di Assoarma e Vice Presidente della sezione novarese dell’Associazione Reduci e Rimpatriati d’Africa. Lodi, 31 marzo 2013 La Delegazione, nella persona della G.d’O. Carla Pirovano, ha partecipato alla S. Messa di suffragio GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 in memoria delle LL.MM. Umberto II e Maria José tenutasi nel Santuario di S. Maria delle Grazie di Lodi, su richiesta della Sig.ra Elena Aguzzi. NAPOLI 31 gennaio 201 Nella splendida Basilica di Santa Chiara è stata celebrata la consueta S. Messa voluta dalla delegazione di Napoli in suffragio della Ven. Serva di Dio Maria Cristina di Savoia Borbone, Regina di Napoli. Invitate all’evento anche le altre delegazioni della Campania, purtroppo assenti. La celebrazione eucaristica è stata officiata dal Rev. Don Luigi Abid Sid assistente spirituale della delegazione, appositamente venuto da L’Aquila. Presente un folto numero di Guardie d’Onore, amici e simpatizzanti dell’Istituto capeggiato dal Delegato Provinciale di Napoli, Avv. Gerardo Mariano Rocco di Torrepadula. Presenti, tra gli altri intervenuti, l’Avv. Pier Francesco Del Mercato e consorte nonché il Duca Giannandrea Lombardo 27 di Cumia ed il Prof. Giovanni Battista de’ Medici dei principi di Ottajano. Subito dopo, alle ore 20, si è tenuta una cena conviviale presso il Circolo Ufficiali della Marina in Via Cesario Console che ha visto la partecipazione di un nutrito numero di Guardie d’Onore ed amici. La serata, voluta dal delegato, è stata motivo di grande soddisfazione non solo per il numero degli intervenuti e per la splendida cornice in cui si è svolta ma anche perchè si è dimostrata quale momento di confronto e di fratellanza utile al rinsaldamento dei rapporti tra i soci. Diverse proposte di nuove manifestazioni sono state avanzate da alcuni soci che saranno vagliate dalla delegazione per poi attuarle durante l’anno sociale corrente. La delegazione di Napoli ha, così, inaugurato il nuovo anno sociale in modo visibile ed attivo nel segno del rinnovato impegno che i presenti hanno mostrato di voler profondere nell’interesse dell’Istituto e della Delegazione testimoniando, ancora una volta, l’attaccamento agli ideali patriottici di cui è custode nel nome di Casa Savoia. NOVARA 28 maggio 2013 Si è svolta presso il Duomo di Novara, la Santa Messa in suffragio di Umberto II nel 30° della sua scomparsa, presieduta da Sua Eccellenza Mons. Franco Giulio Brambilla. Vescovo di Novara, il quale ha tenuto un’omelia interessante e significativa. Era da 113 anni che non veniva officiata la Messa per un Re da parte di un Vescovo, esattamente dalla scomparsa di Umberto I, assassinato a Monza, e quindi a maggior ragione le guardie si stringono con cuore sereno al loro Vescovo. Al termine della celebrazione eucaristica c’è stato un breve ma interessante e pertinente intervento della giornalista Carla Pirovano che ha delineato il regno di Umberto II. Erano presenti al sacro rito diverse delegazioni provinciali dell’Istituto delle Guardie d’Onore al Pantheon: NOVARA e VERCELLI: Delegato Provinciale Cav. Uff. Marco Lovison, Cav. Uff. can. Mons. Gian Luca Gonzino, Alfiere e Segretario per Novara Cav. Ing. Mario Angelo Crivelli, Alfiere e 28 Segretario per Vercelli Cav. Dario Buschini, Comm. Lino Mortarino, Dama di Commenda Amelia Fossati Ebraico, Cav. Guido Lomanto, Nobile Patrizio Riccardo Dinucci, Luogotenente Angelo Larossa, Ezio Sacchetti. TORINO: Delegato: Membro della Consulta dei Senatori del Regno Prof. Cav. Claudio Cardellini, Alfiere: Cav. Adriano Settimini, Alessandra Mollicone. BIELLA: Marco Rosazza Mina Gianon. ALESSANDRIA: Delegata Prof.ssa Paola De Andrea, Conte Dr. Nicolò Calvi di Bergolo, Prof. Cav. don Augusto Piccoli, Arch. Mirco Ulandi, D.ssa Paola Scassino, Emanuele Lombardi. MILANO: Alfiere Cav. David Giuseppe Staino, Segretaria Guardie d’Onore Milano D.ssa Carla Luisa Pirovano. VARESE: Claudio Cav. Felotti, Carlo Premoli. PAVIA: Cav. Gianfranco Cicala, Cav. Isacco Cicala. SAVONA: Cav. don Simone Ghersi. GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 Erano presenti autorità cittadine: NOVARA in rappresentanza il Vice Presidente del Consiglio Comunale Dr. Livio Rossetti, BORGOLAVEZZARO Consigliere Comunale Maestro Comm. Lino Mortarino, BASCAPE’ Vice Sindaco Isacco Cicala, AUTORITA’ MILITARI: CASERMA BABINI 1° Reggimento Trasporti di Bellinzago Colonnello Edoardo Marrata, Luogotenente Vincenzo Mancuso; COMANDO PROVINCIALE DI NOVARA GUARDIA di FINANZA in rappresentanza Capitano Giuseppe Sanfedele; ORDINI DINASTICI DELLA REALE CASA di SAVOIA DELEGAZIONE PIEMONTE Conte Cav. di Gr. Cr. Dr. Carlo Buffa di Perrero. PRESIDENTE D’ASSOARMA – NOVARA - Presidente Gen. di Brig. Dario Cerniglia, ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO in rappresentanza Cap. Carlo Malvisi, UNIONE NAZIONALE UFFICIALI IN CONGEDO D’ITALIA Presidente Gen. di Brig. Antonio Petrosino, UNIONE NAZIONALE SOTTOUFFICIALI ITALIANI Presidente Cav. Luciano Valdambrini, ASSOCIAZIONE NAZIONALE CARABINIERI Presidente Sotto Tenete Francesco De Meo, ASSOCIAZIONE NAZIONALE ARMA di CAVALLERIA Cav. Paolo Marletta Agatino, ASSOCIAZIONE NAZIONALE VENEZIA GIULIA E DALMAZIA Presidente Antonio Sardi, ASSOCIAZIONE NAZIONALE REDUCI E RIMPATRIATI D’AFRICA, Presidente Nazionale Cav. Ing. Franco De Molinari, ASSOCIAZIONE NAZIONALE BERSAGLIERI D’ITALIA SEZIONE BIELLA Vice Presidnete Marco Rosazza Mina Gianon, ASSOCIAZIONE NAZIONALE RAGAZZI DEL 99 Presidente N. D. dama di Commenda marchesa Amelia Fossati Ebraico, ASSOCIAZIONE NAZIONALE INSIGNITI ONORIFICENZE CAVALLERESCHE Presidente Regionale Lombardia, ASSOCIAZIONE NAZIONALE INSIGNITI ONORIFICENZE CAVALLERESCHE Delegato Provinciale Cav. Uff. Dr. Mauro Cardone, ASSOCIAZIONE AMICI DEL PARCO DELLA BATTAGLIA DELLA BICOCCA Presidente Dr. Livio Migliorini. Ospite di riguardo il nipote di S. A. R. Jolanda di Savoia, S. E. il conte Nicolò Calvi di Bergolo. Alla fine della cerimonia, la Delegazione di Novara ha omaggiato il Vescovo di una pergamena, a ricordo di questo evento straordinario. La cerimonia si è conclusa con un corteo. Le Guardie d’Onore hanno deposto corone d’alloro ai GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 caduti partigiani presso le lapidi al Broletto, a S. M. Vittorio Emanuele II, Padre della Patria presso il monumento di Piazza Martiri e ai caduti di tutte le guerre presso la stele del piazzale del Viale IV Novembre. Ha accompagnato il corteo la Banda Verde Azzurra di Galliate. PADOVA 12 aprile 2013 “Due Guerre Mondiali due Eroi da ricordare: Giorgio Emo Capododista e Nicola Bellomo”: è il titolo della conferenza che il Gen. Pietro Grassi, da poco nominato Ispettore per il Veneto del nostro Istituto, ha tenuto presso il Circolo dell’Esercito di Padova. I due personaggi sono stati accumunati in omaggio alle due comunità, veneta e pugliese (come i due protagonisti), da sempre unite da vicende culturali e storiche, fin dai tempi della Serenissima. Il Generale Giorgio Emo Capodilista fu l’eroe di Pozzuolo del Friuli che nei tragici giorni della ritirata di Caporetto ebbe l’ingrato compito di risalire la pianura veneta fino a quel centro abitato mentre il nostro esercito in rotta defluiva in senso inverso per attestarsi sul Piave. Dopo una terribile marcia che mise a dura prova uomini e cavalli, la II^ Divisione di Cavalleria comandata dal Capodilista (reggimenti “Genova” e “Novara”) resistette eroicamente contro la 14^ Divisione austroungarica e altri reparti germanici per ventiquattro ore, dal 29 al 30 ottobre 1917, così consentendo il movimento retrogrado della Terza Armata del Duca d’Aosta. Le perdite di ufficiali, uomini e cavalli furono del 70%. Quella data (30 ottobre) che segnò l’eroismo dei nostri cavalieri fu poi scelta come celebrativa della Festa dell’Arma di Cavalleria. Il Generale Nicola Bellomo è stato invece ricordato per la sua tragica, ingiusta storia personale tanto simile a quella dei nostri due marò, tuttora ostaggi di una nazione straniera. La sera dell’8 settembre Bellomo, comandante della piazza di Bari, era presso il Comando del IX Corpo d’Armata dove ascoltò l’annuncio dell’armistizio. Si precipitò subito in città per la salvaguardia del porto, intuendo le mire dei tedeschi per appropriarsene. L’indomani, contrastando l’azione germanica in due diversi assalti riuscì, con morti e feriti, a mantenere il possesso della struttura, rima- 29 nendo egli stesso ferito. Nel gennaio 1941, a seguito di denuncia di una cittadina anglo-britannica, venne accusato di avere ucciso un ufficiale inglese prigioniero che per due volte aveva tentato la fuga; un episodio di due anni prima, verificatosi nel rispetto delle convenzioni di Ginevra e che pertanto non poteva essere addebitato come reato. Rinchiuso in campo di concentramento, sottoposto a umiliazioni e processato, venne fucilato a Nisida nel settembre successivo. Nessuno lo difese malgrado il comportamento tenuto nei giorni dell’armistizio, forse vittima di invidie, maldicenze e, come sembra, della resistenza cosiddetta “politica”. Conferenza seguita con grande interesse dalle Guardie d’Onore, dai soci del Circolo e dalla cittadinanza, informata della iniziativa della Delegazione padovana. inviato un messaggio d’adesione è stato bloccato fuori città dall’improvvisa ondata di maltempo, il Presidente del Circolo Filippo Corridoni Prof. Massimo Zanoni, il Prof. Scarabelli con fascia tricolore in rappresentanza della municipalità di Reggiolo e della Delegazione delle Guardie d’Onore di Reggio Emilia e le Guardie d’Onore di Parma Prof. Francesco Alloggio (Alfiere), Signora Giovanna Canali Lanati, Rag. Ivana Ingrosso, Prof.ssa Enrica Passera Baroni, Geom. Carlo Niro e il Cav. Uff. Luigi Carlo Baroni (Figlioccio di Sua Maestà) che ha espresso l’augurio che le spoglie mortali di Umberto II di Savoia trovino presto definitiva dimora sul suolo della Patria che tanto ha amato. PERUGIA PARMA Spoleto, 3/4 novembre 2012 18 marzo 2013 Nella chiesa Abbaziale di San Giovanni, sotto la splendida cupola del Correggio, è stato commemorato il Trentennale della scomparsa di Sua Maestà Umberto II di Savoia Re d’Italia, a cura della Delegazione di Parma delle Guardie d’Onore. Il sacro rito, che ha avuto ampio risalto sulla Gazzetta di Parma, il più antico quotidiano d’Italia, è stato presieduto dalla G. d’O. Don Stefano Antonelli giunto appositamente da Piacenza mentre i concelebranti erano Padre Luigi e Padre Maurizio del Monastero Benedettino. Nella commovente omelia, Don Antonelli ha tracciato la figura di Re Umberto II sottolineando come Egli abbia portato la Sua croce in esilio, con dignitosa umiltà per oltre trent’anni mentre per l’Italia sarebbe stato senz’altro il più illuminato Sovrano della Sua casata. Il Delegato di Parma, Nobile Dottor Umberto Carlevarini, ha portato il saluto delle Guardie d’Onore di Parma a tutti gli intervenuti fra i quali erano: l’Abate Padre Giacomo con tutta la Comunità Benedettina del Monastero di San Giovanni, il Colonnello Donato Carlucci Presidente di Assoarma in rappresentanza di tutte le Associazioni d’Arma Consorelle mentre il Generale Alberto Pietroni Presidente dell’UNUCI e dell’Istituto del nastro Azzurro che pure aveva 30 GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 Si è tenuta presso la caserma Garibaldi, sede storica del 52° reggimento fanteria, una mostra di storia postale risorgimentale con: annulli dello Stato pontificio e degli antichi Stati italiani; foto e documenti del Risorgimento spoletino; storia del 52° reggimento fanteria “Cacciatori delle Alpi”; foto storiche della caserma Garibaldi. Una parte della storia del 52° è stata curata dalla Guardia d’Onore Stefano Barlozzari e dal sig. Francesco Campagnani esponendo foto inedite e cimeli della guerra italo-turca. Come ben si può vedere dalla foto, riportata anche sulla stampa regionale, la Bandiera italiana con lo stemma sabaudo è stata esposta in risalto e con il dovuto rispetto ed onorata da tutti i numerosi visitatori con riferimento anche alla ricorrenza del 4 novembre, giorno della vittoria ottenuta sotto l’alta guida di S. M. il Re Soldato. PIACENZA 10 Marzo Il Delegato di Piacenza Daniele Tizzoni, in collaborazione con la signora Antonella Bergamaschi, segretaria della Delegazione e la signora Adalisa Cavuti, ha organizzato nella Chiesa parrocchiale a Saliceto di Cadeo, la celebrazione dell’annuale S. Messa in suffragio di S. M. il Re Umberto II, in forma particolarmente solenne, cadendo quest’anno il trentennale della Sua scomparsa. Alla Funzione, officiata da don Stefano Antonelli anch’egli Guardia d’Onore e Cappellano di Delegazione, hanno partecipato circa 50 Guardie e simpatizzanti provenienti da Varie Delegazioni tra i quali: il neo-Ispettore regionale Dionigi Ruggeri (già Delegato per Bologna e Ferrara), il past Ispettore regionale Paolo Arfilli, il Delegato di Parma Umberto Carlevarini, il Commissario per Reggio Emilia Gaetano Scaravelli, il Delegato di Modena Massimo Nardi, il Delegato di ForlìCesena Giancarlo Flamigni, il Delegato di Rimini Gianni Ruzzier, il Vicario degli OO. DD. di Casa Savoja per le provincie di Rimini e Forlì-Cesena Arturo Menghi Sartorio e la segretaria regionale Serena Savorani. Hanno voluto essere presenti, provenienti da fuori regione, il Delegato di Milano Luigi Mastroianni con Alfiere David Staino, il Delegato di La Spezia Riccardo Balzarotti, il pastDelegato di Torino Gualtiero de Andreis. GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 Hanno partecipato con Fascia Tricolore: in rappresentanza dell’Amministrazione comunale di Cadeo, in assenza del Sindaco avv. Marco Bricconi affezionato ospite delle precedenti Funzioni, ma in quest’occasione assente per improrogabili impegni Istituzionali, il vice Sindaco di Cadeo prof.ssa Marica Toma, il m.llo Piero Sasso quale Presidente del Consiglio Comunale di Sarmato, il prof. Gaetano Scaravelli Presidente del Consiglio Comunale di Reggiolo; hanno partecipato inoltre il vice presidente dell’AVIS signor Renzo Sartori ed una rappresentanza del Corpo delle Crocerossine CRI di Piacenza e Roveleto. Momenti salienti della Celebrazione: Sfilata in corteo dalla Sacrestia all’Altare degli Alfieri con scorta delle GG. d’O ai Labari e Bandiere, sulle note de “l’Inno Sardo” suonato dal m° d’organo Federico Perotti; Lettura di don Stefano del messaggio di Re Umberto II agli Italiani in occasione della partenza per l’Esilio; Recita corale de “la preghiera della Guardia”, per volere dell’Ispettore Dionigi Ruggeri; Corteo a fine Celebrazione sulle note de “la Marcia reale”. Piccola nota: l’organo della Chiesa di Saliceto è quello originale sul quale il m° Giuseppe Verdi ha composto la famosa aria “la Vergine degli Angeli” dell’opera “la Forza del Destino”. In Chiesa era presente, con fotografo, la signorina Valentina Paderni della redazione del quotidiano “Libertà” Testata della provincia di Piacenza che, anche quest’anno, ha pubblicato un ampio articolo sulla giornata delle Guardie a Saliceto. Dopo le foto di gruppo ai piedi dell’Altare Maggiore, ci si è trasferiti presso il ristorante “il Focolare”, nelle immediate vicinanze, per una conviviale alla quale hanno partecipato una quarantina di persone, all’inizio della quale Dionigi Ruggeri ha letto il gradito messaggio di saluto da parte del Presidente Ugo d’Atri, che ha espresso la Sua vicinanza a tutti gli intervenuti. Tra una portata e l’altra dell’ottimo menù, si sono avvicendati gli interventi dei Delegati presenti, ad iniziare del Delegato di Piacenza Daniele Tizzoni, quale “padrone di casa”, dell’Ispettore Dionigi Ruggeri che ha dato parola ad un altro pensiero del Re agli Italiani e che ha voluto offrire personalmente dell’ottimo Prosecco per un brindisi di buon 31 augurio per il Suo nuovo Mandato, dell’Ispettore “ad acta” Paolo Arfilli che ha relazionato sullo stato di avanzamento dell’iter per il ritorno delle Salme dei nostri Re e Regine ancora in esilio post mortem. Dopo pranzo c’è stata una breve riunione riservata ai Delegati, nella quale l’Ispettore ha tracciato le linee-guida per le Delegazioni; la Sua totale disponibilità nel supportare il lavoro di conoscenza e pubblicità dell’I. N. G. O. R. T. P. alla più ampia platea di pubblico, cercando di individuare le manifestazioni, anche miratamente rivolte ai giovani, che meglio possano concorrere al raggiungimento dello scopo, non ultimo, di aumentare le iscrizioni alla Guardia d’Onore; all’organizzare eventi a livello regionale con il contributo e partecipazione di tutte le Delegazioni; il Suo personale impegno a “rifondare” la Delegazione di Ferrara, opera per la quale si sta già muovendo fattivamente. Si sottolinea il clima di genuina cordialità fra gli intervenuti, la disponibilità alla sempre più stretta collaborazione fra i Delegati, il legame di sincera e profonda Amicizia che ormai intercorre fra molte Guardie della nostra Regione, difficile, ma generosa nei sentimenti. PISA 18 marzo 2013 Si è celebrata la santa Messa in occasione del trentesimo anniversario della morte di S. M. Umberto II di Savoia, organizzata dalla delegazione nella chiesa abbaziale di San Michele in Borgo. Ha celebrato la Santa Messa mons. Franco Baggiani che ha ricordato oltre al Re Umberto II, i reali scomparsi. Hanno prestato servizio d’onore al tricolore con lo stemma sabaudo le GG. d’O. Francesco Lapucci, Bruno Dinelli e Giovanni Merola. Il Delegato di Pisa, Umberto Moschini, ha letto la preghiera in suffragio del Re Umberto II ricordando i caduti per la Patria e tutti i reali defunti. Ai numerosi i presenti è stato distribuito un ricordo nel quale si auspica che finalmente le sue spoglie e quella della Regina Maria Josè e dei reali genitori possano riposare nel Pantheon luogo che gli italiani vollero come ultima dimora per i Savoia che resero l’Italia una unica Patria. 32 RAVENNA Faenza, 24 marzo 2013 Nella Chiesa di Santa Maria dell’Angelo si è stabilito un record che non vuole essere annoverato nel Guinness dei primati, ma che testimonia la volontà di non dimenticare e di esserci: sono trent’anni, senza soluzione di continuità, che viene celebrata una S. Messa in suffragio di Re Umberto II; sono trent’anni che essa è celebrata nella stessa Chiesa; sono trent’anni che viene celebrata dallo stesso Sacerdote, mons. Giuseppe Piazza, oggi ultranovantenne; sono trent’anni che la Famiglia Leonesi Ricciardelli Colombi, oggi nella Persona della dama di comm. Alessandra Colombi, organizza questo incontro fra gli Insigniti degli OO. DD. di Casa Savoja e le Guardie d’Onore, uniti nel ricordo dell’ultimo Re d’Italia e della Regina Maria Josè. La coincidenza con la celebrazione della Domenica delle Palme ha dato ancor più solennità alla Liturgia, che ha avuto comunque momenti dedicati, nelle “Intenzioni”, a Casa Savoja ed a quanti fanno riferimento ad Essa; in seguito, al ricordo del dr. Mauro Zarri, G. d’O. di Bologna, prematuramente scomparso da pochi giorni; ad una preghiera perché l’intervento chirurgico a Dionigi Ruggeri, neo Ispettore per l’Emilia Romagna, avesse buon esito; a fine Funzione, al breve intervento di Roberto Favero, Delegato regionale OO. DD. di Casa Savoja che ha letto una riflessione di Re Umberto sul suo status di Esule; alla lettura della Preghiera della Guardia d’Onore da parte di Gianni Ruzzier, Delegato di Rimini; alla lettura del Messaggio di Saluto del nostro Presidente, Ugo Maria d’Atri, da parte dell’Ispettore Paolo Arfilli. Le Delegazioni di Ravenna, Rimini, Forlì-Cesena e Bologna erano rappresentate dai Loro Labari o Bandiere. Ha partecipato alla S. Messa un’ottantina di persone. Dopo la Funzione religiosa, è seguita una conviviale con un elegante menù dal ricordo sabaudo, nel reciproco piacere di essere insieme: eravamo 33. ROMA 11 dicembre 2012 La festa degli auguri natalizi dell’Istituto si è svolta all’interno del Circolo Ufficiali dello Stato GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 Maggiore dell’Esercito, alla presenza di settantuno persone, fra le quali l’on. Giovanni Quarzo, consigliere comunale di Roma, primo firmatario della proposta per l’intitolazione di due strade cittadine a Re Umberto II ed alla Regina Maria Josè, e le Guardie d’Onore Antonelli, Assogna, A. Bianchi, M. Bianchi, Blais, Bruno Grandori, A. Cardinale, G. Cardinale, Caruso, Cassani Pironti, Cellai, Ciavarella, Covelli, Covino, Cuomo, d’Atri, Di Bartolomei, Dongiovanni, Di Crosta, Duma, Fefè, Garibaldi, Giordano, Giovannini, Grassi, Guinzio, Hassan, Iannaccone, La Longa Mancini, Leo, Lucarini, Maddalena, Mariani di Corneto, A. Marini Dettina, Militano, Monescalchi, Nardella, Papa, Pallavicini Hassan, Politelli, Pasquali, Pignalosa, Previero, F. Russo, Tarelli, Torriero. Nel corso della serata, il dr. Fabio Torriero ha presentato la sua recente biografia di Alfredo Covelli. Nell’occasione, sono entrati a far parte dell’Istituto il dr. Baschieri ed il dr. D’Orazio. 13 dicembre 2012 La delegazione di Roma dell’Istituto del Sacro Romano Impero, retta dal dr. Armando Pietroni, che è anche presidente del collegio dei revisori dei conti dell’I. N. G. O. R. T. P., promosso un convegno sul tema “I Romanoff e lo splendore dell’Impero Russo”, tenutosi a Palazzo Ferraioli alla presenza del conte Stanislaw Dumyn, Re d’Armi di Casa Romanoff, il quale ha portato un messaggio inviato per l’occasione da Sua Altezza Imperiale la Granduchessa Maria, attuale Capo della Casa Imperiale. Dopo l’introduzione del Conte Stefano Guelfi Camaiani, Vice Presidente dell’I. S. R. I., hanno tenuto relazioni l’avv. Filippo Maria Berardi, “I Romanoff e l’ascesa al trono imperiale” il Generale dei Carabinieri Domenico Libertini, “L’ordinamento imperiale dell’Impero”, la professoressa Lami, Università di Milano, il Colonnello dei Carabinieri Alessandro Gentili, “Gli ordini cavallereschi dei Romanoff”, e il capitano di vascello (ris.) Ugo d’Atri “La fine dell’Impero Russo”. La giornata si è conclusa in serata con una riunione conviviale. Il dr. Pietroni ha dato notizia del viaggio che l’I. N. G. O. R. T. P. terrà nel mese di luglio 2013 in Russia, in occasione del quattrocentesimo anniversario dell’ascesa al trono imperiale della dinastia GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 Romanoff e che verrà concordato con la famiglia imperiale e con i gruppi zaristi russi. Folto e qualificato il pubblico presente. Fra i partecipanti all’evento il principe Maurizio Ferrante Gonzaga, le Guardie d’Onore Monescalchi, Crovato, Iannaccone, Pazzaglia, Ferrero, La Longa Mancini, Patrone, Bertinotti, Di Maria, Rutili, Imperato, Alberto Bianchi, Caruso, Gunzio. 14 dicembre 2012 La Guardia d’Onore Massimiliano Gottardi, utilizzando la propria esperienza di selezionatore del personale, ha tenuto, nella sede della presidenza dell’Istituto, una conferenza per illustrare a giovani ed altre persone in cerca di lavoro le modalità più opportune per presentare il proprio curriculum vitae e per predisporsi a sostenere un colloquio di lavoro. 28 dicembre 2012 Nel 65° anniversario della morte in esilio di S. M. il Re Vittorio Emanuele III, una Santa Messa di suffragio è stata celebrata al Pantheon dall’arciprete della Basilica, mons. Daniele Micheletti, concelebranti le Guardie d’Onore fra Marco Galdini de Galda e don Andrea Ghiselli. Erano presenti circa ottanta Guardie d’Onore, fra le quali d’Atri, Pazzaglia, F. Gagliani Caputo, Crovato, F. Monesclachi, T. Monescalchi, Duma, Di Crosta, Pignalosa, A. Marini Dettina, Gonzaga del Vodice, L. Pallavicini Hassan d’Afghanistan, M. Hassan d’Afghanistan, Celauro, Caruso, Ingrosso, Alloggio, Di Tosto, Pierato, Otta, Sinibaldi, Nicolosi, Luzi, F. Bianchi, Gottardi, Rovere. Giovannini, Fefè, C. Papa, La Longa Mancini, Arsetti, Porro Papa, Furlan, Errico, Bastianelli, De Angelis, Ciavarella, Trentin, Goretti, Salvini, Cuomo, Alicicco, Di Nardo, Ciotti, Iannaccone, Scuderi, Mastrosanti, Mereu, Mottola, Garofalo, Grossi, Savarese, Pasquali. 31 gennaio 2013 Alla Santa Messa in suffragio di Sua Maestà la Regina Maria Josè erano presenti le Guardie d’Onore: Ametrano, Bastianelli, Bilotti, Cardinale, Caruso, Crovato, Di Brisco, Garofalo, Gottardi, Marini Dettina, Mariotti, Mastrosanti, Miele, Tarelli, Villani. 33 18 marzo 2013 Nel trentesimo anniversario della morte in esilio di S. M. il Re Umberto II, una Santa Messa è stata officiata al Pantheon dalla Guardia d’Onore fra Marco Galdini de Galda alla presenza di circa cento persone fra le quali il presidente dell’Istituto, capitano di vascello (ris.) Ugo d’Atri, il principe Maurizio Ferrante Gonzaga del Vodice, il consultore nob. avv. Alfonso Marini Dettina, con la madre n. d. Silvana ed il fratello nob. avv. Domenico, i membri del collegio dei revisori dei conti dr.ssa Clelia Antonelli e dr. Armando Pietroni con i membri supplenti dr. Francesco Alicicco e sig. Giovanni Falcioni, l’avv. Carlo Morganti, membro della commissione di disciplina, il gen. Valerio Blais, il col. Alfonso Cardinale, il Ten. Col. Carlo Cetteo Cipriani, gli ispettori dr. Teodoro Monescalchi con il fratello Fabio, dr. Antonino Lazzarino de Lorenzo e Ten. Col. Dr. Stefano Barlozzari con la consorte Daniela, il dr. Alvise Figà Talamanca, il dr. Rino Tarelli, il dr. Santacesaria, l’amb. Bosco, l’avv. Alessandro Pazzaglia, la sig.ra Maria Coculo Satta, i delegati di Roma, col. pil. Caruso, e di Terni, cap. De Angelis, il conte La Longa Mancini, il dr. Ilardi, il dr. Rutili Dragonetti de Torres, l’ing. Ferrero. 7 maggio 2013 Sua Eccellenza l’Ambasciatore del Regno di Spagna presso la Repubblica Italiana ha ricevuto nella sua sede il presidente dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon, capitano di vascello dr. Ugo d’Atri, che era accompagnato dall’ispettore dell’Istituto dr. Teodoro Monescalchi e dalla Guardia d’Onore conte dr. Federico La Longa Mancini. Il comandante d’Atri, nell’occasione, ha donato all’ambasciatore un crest dell’Istituto ed una copia del volume “Storia e ruolo della Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon”, opera del consultore nob. avv. Alfonso Marini Dettina. 8 maggio 2013 L’Istituto ha organizzato la presentazione del volume “Eugenio di Savoia-Carignano, un artefice del Risorgimento italiano”, opera del Gen. Mauro Ferranti. Si tratta della biografia dell’Ammiraglio che fu comandante in capo della flotta sardo-piemontese 34 negli anni del Risorgimento e che per quattro volte fu Luogotenente del Regno. Il libro è stato presentato nella libreria Borghese dall’Autore e dal dr. Ascanio Guerriero, storico; conclusioni a cura del capitano di vascello Ugo d’Atri. Circa quaranta le persone presenti, fra le quali il principe Maurizio Ferrante Gonzaga marchese del Vodice, il dr. Armando Pietroni, la marchesa Ripa di Meana, i nobb. Pierfelice e Loredana degli Uberti, l’on. Alberto Lembo, il presidente dell’Associazione Nazionale Artiglieri d’Italia, Gen. Viglietta, con il vicepresidente, la dr.ssa Anita Garibaldi, il dr. Paolo Casanova, il dr. Pierluigi Mei, l’Amm. Paolo Bembo con la c.ssa Adriana, l’avv. Gianroberto Caldara, il Gen. Valerio Blais, l’avv. Roberto Malagodi, la sig.ra Maria Letizia Giovannini, la sig.ra Rita Salvini Antonazzo, Alessio Trentin, la sig.ra Giovanna Liverzani, la sig.ra Maria Concetta Micheli Vincenti, il comm. Benito Mereu, l’ing. Roberto Piazzini, l’ing. Domenico Giglio, il col. Alfonso Cardinale, la dr.ssa Antonietta Amicarelli Scalisi, il dr. Pierantozzi, i figli dell’autore, dr. Alessandro Ferranti e dr.ssa Maria Emanuela Ferranti, l’ing. Ferrero. 10/11 maggio 2013 L’Opera Nazionale Caduti Senza Croce ha portato in pellegrinaggio a Roma la statua della Madonna del Piave, collocata abitualmente all’interno della Cappella del Sacrario di Monte Zurrone (Roccaraso). Nel pomeriggio del 10 la statua è stata portata nella sede dell’I. N. G. O. R. T. P., da dove il giorno successivo è stata posta all’interno del Pantheon. Qui è stata celebrata una Santa Messa, cui hanno assistito, insieme ai dirigenti dell’Opera, circa venti Guardie d’Onore, fra le quali il presidente dell’Istituto, comandante d’Atri, il delegato provinciale di Roma, col. pil. Caruso, la sig.ra Giovannini, l’avv. Gagliani Caputo, Alessio Trentin, Mario Bianchi, il cap. Covino, l’avv. Rovere, l’ins. Emma Porro Papa, Gerardina Cuomo, Antonietta Calandra, Marcello Sinibaldi, Aurora Nicolosi, Aldo, Angelo ed Alessia Leo, la sig.ra de Angelis, Alfonso Pignalosa, Anna Savarese, Giovanna Liverzani, Chirivì, Giorgino Deiana, il dr. Tripepi. GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 SALERNO 19 maggio 2013 Guardie hanno voluto dimostrare il loro attaccamento alla memoria del Sovrano rendendo un composto servizio d’ordine alla tomba provvisoria. All’arrivo della Famiglia Reale si è svolto il corteo degli Ordini Dinastici di Casa Savoia che ha preceduto l’inizio della Messa. Al termine i Principi di Savoia hanno inteso salutare i partecipanti con un sobrio rinfresco, che si è tenuto presso l’imbarcadero del lago. Erano presenti le LL. AA. RR. i Principi Vittorio Emanuele, Marina ed Emanuele Filiberto di Savoia, il Principe Sergio di Jugoslavia e il conte Agostino Guarienti di Brenzone. L’Istituto era rappresentato dal suo presidente, cap. di vasc. (ris.) Ugo d’Atri, dal prof. Pier Luigi Duvina, presidente della Consulta dei Senatori del Regno e dai consultori dr. Di Martino e nob. avv. Marini Dettina, dagli ispettori cav. gr. cr. Pierato, dr. Arfilli, dr. Pizzi, cav. Di Maria, dr. Longo, dr. Zoppi di Zolasco, ten. col. dr. Barlozzari, dr. Adunata dell’Associazione Nazionale dei Bersaglieri. Il labaro dell’Istituto portato dalla Guardia d’Onore Massimiliano Gottardi. SAVOIA Altacomba, 16 marzo 2013 Nel trentesimo anniversario della morte di S. M. il Re Umberto II, una Santa Messa è stata officiata dal vescovo di Chambery, assistito dalla Guardia d’Onore don Carlo Cecchin, nell’Abbazia Reale di Altacomba. I partecipanti sono stati accolti da un tempo benevolo che, insieme al richiamo esercitato dalla bellezza del paesaggio alpino e lacustre, hanno creato un’atmosfera di grande suggestione. La splendida cornice dell’Abbazia, gioiello della dimora ancestrale della nostra Dinastia, ha accolto i numerosissimi partecipanti (seicento, non tutti Guardie d’Onore). Le Guardie d’Onore sono affluite sul luogo in perfetto ordine marziale, con alla testa il labaro nazionale. In attesa dell’inizio della funzione numerose GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 35 Monescalchi, dai delegati di Brescia, dr. Cotti Cometti, di Milano, cav. uff. Mastroianni, di Torino, prof. dr. Cardellini, di Aosta, lgt. Morale, della Savoia, cav. Carrier-Dalbion, di Genova, prof.ssa Saponaro Monti Bragadin, di Ancona, cav. Aiudi, di Como, dr. Pichierri, di Asti, comm. Triberti, di Alessandria, sig.ra De Andrea, di Novara, cav. Lovison, di Pavia, cap. di vasc. ing. Allegrini, di Varese, nob. avv. Filiberti, di Roma, col. pil. Caruso, di Biella, cav. Conzon. Erano inoltre presenti il principe Alberto Giovanelli, la contessa Thellung di Courtelary, il maestro Leonardo Previero, l’arch. Mirko Fresia Paparazzo, il conte Philippe de la Forest Divonne, il cav. Andrea Rivoira, l’avv. Peter Linser, il cav. gr. cr. Thaon di Revel Vandini, il dr. De Blasiis, presidente del Gruppo Savoia, il conte Sagramoso, l’arch. Garavaglia, mons. Gonzino, il dr. Grancagnolo, la prof.ssa Sciaraffia. L’organizzazione è stata curata dagli ispettori dell’Istituto Pizzi e Di Maria. TERNI Fabro, 16 dicembre 2012 Si è tenuta la cerimonia che ha solennizzato il 152° anniversario della apertura all’esercizio della stazione ferroviaria di Fabro – Ficulle. Questo evento è stato realizzato con la partecipazione ed il concorso delle amministrazioni comunali interessate e di TreniItalia ed ha visto un grande concorso di popolo coinvolgendo la stragrande maggioranza degli abitanti dei due comuni. Un plauso particolare va alla G. d’O. dott. Gianni Morcellini, che, storico delle ferrovie, è stato il valente organizzatore dei festeggiamenti. La manifestazione è iniziata alle ore 09.00 con l’arrivo di un treno storico a vapore da Siena ed è stato seguito da un solenne alzabandiera e successiva benedizione dei Tricolori Sabaudo e Repubblicano. La Marcia Reale e l’Inno di Mameli sono stati eseguiti dalla banda civica che ha anche intonato la Canzone del Piave nel toccante momento dell’inaugurazione di una lapide dedicata ai ferrovieri morti in servizio in tempo di pace e di guerra. La giornata è proseguita con un viaggio tra volute di fumo e sbuffi di vapore in quel di Siena. Al ritorno, dopo un paio d’ore, la lieta comitiva è stata 36 GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 salutata all’arrivo alla stazione con un ricco buffet di bentornato e giochi pirotecnici. Il termine delle celebrazioni è stato scandito da solenne ammainabandiera; nuovamente sono stati intonati gli inni. Hanno partecipato il Presidente d’Atri , l’isp. Barlozzari e l’Isp. Monescalchi, la G. d’O. Mortolini e la G. d’O. Morcellini. TORINO 6 dicembre 2012 Nella sede del Circolo Culturale La Limonaia Food as Culture in Via Mario Ponzio, 10 (zona Pozzo Strada) si è svolta la presentazione del’ultimo libro scritto dallo storico Domenico Fisichella dal titolo “Dal Risorgimento al Fascismo 1861 – 1922” Carocci Editore. L’incontro è stato introdotto dal Cav. Fabrizio Marabello (promotore dell’evento) e moderato dal Prof. Stefano Emanuele Monti Bragadin dell’Università di Genova. Fisichella, Senatore per quattro legislature, è stato Ministro per i Beni Culturali e Ambientali, Vice Presidente del Senato per dieci anni, membro della Commissione Bicamerale per la Riforma costituzionale. Professore ordinario di Dottrina dello Stato e di Scienza della Politica nelle Università di Firenze e di Roma “La Sapienza”, editorialista per circa un trentennio di importanti quotidiani, Medaglia d’Oro ai Benemeriti della Cultura, della Scuola e dell’Arte, fa parte del Consiglio scientifico dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani, le sue numerose opere sono tradotte in inglese, francese, spagnolo, portoghese, ungherese e rumeno. L’Autore, nel suo intervento, ha ripercorso le vicende dell’Italia unita dalla nascita e lungo un sessantennio che, pur tra crisi significative, conducono il giovane Stato nazionale a divenire una potenza continentale. In tal quadro, demografia, economia, partecipazione popolare, cultura, politica coloniale, alleanze internazionali, partiti e movimenti fino alla prova decisiva della Grande Guerra, sono altrettanti tasselli di un processo storico ricostruito in una prospettiva sempre attenta alla comparazione con la realtà europea. Fisichella ha illustrato i primi passi, le difficoltà, infine il successo del fascismo, il suo confronto con socialisti, liberali popolari GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 nazionalisti, comunisti, monarchia, costituiscono i momenti di un percorso il cui svolgimento fa emergere le condizioni, le circostanze e le responsabilità che consentono a Benito Mussolini di conquistare la guida del governo. Alla presentazione del volume hanno inoltre partecipato il Presidente dell’Istituto Cap. V. (Ris.) Dott. Ugo d’Atri, il Delegato Provinciale di Torino Dr. Claudio Cardellini e il Conte Gustavo Mola di Nomaglio. Ha fatto gli onori di casa il Cav. Dr. Cesare Grandi, Direttore de La Limonaia e abile chef capace di abbinare sapientemente gusti ricercati con la sua raffinata cucina mentre la soprano Angelica Cirillo, accompagnata al pianoforte dal Maestro Angiolina Sensale, si è magnificamente esibita con un repertorio di arie risorgimentali che ha affascinato il pubblico presente. VERCELLI Larizzate, 28 dicembre 2012 Si è svolta presso la Parrocchia della Beata Vergine Assunta la commemorazione dei Sovrani d’Italia Vittorio Emanuele III e della Regina Elena. Il Corteo è partito dall’affresco che ritrae la Vergine Maria, dove le Infermiere Volontarie e le Autorità Civili hanno posto ad essa dei fiori, seguendo così una preghiera da parte del Cappellano Mons. Gian Luca Gonzino, invocando per Sua Altezza Reale Vittorio Emanuele di Savoia capo della Casa Reale possa essere sempre vegliato dalla Divina Provvidenza. Segue l’arrivo presso la Parrocchia, dove sulle note dell’Inno Sardo si sono svolte le celebrazioni delle Loro Maestà Vittorio Emanuele III ed Elena di Savoia; è seguito il Messaggio di Sua Altezza Reale Vittorio Emanuele di Savoia Principe di Napoli, Capo di Casa Savoia, quello dell’Arcivescovo di Vercelli S. E. Mons. Enrico Masseroni, del Vescovo di Asti S. E. Mons. Francesco Ravinale e del Vescovo di Acqui S. E. Mons. Pier Giorgio Micchiardi. Un ringraziamento particolare per il messaggio inviato di S.E. Mons. Antonio Staglianò Vescovo della Diocesi di Noto e Priore degli Ordini Dinastici della Reale Casa di Savoia per la Sicilia Orientale. 37 La D.ssa e Senatrice della Consulta dei Senatori del Regno, Maria Enrica Magnani Bosio Guardia d’Onore, Storica e Scrittrice di molte pubblicazioni sulla Dinastia Savoia, ha tenuto una relazione storica sulle figure dei Sovrani d’Italia, concludendo la cerimonia nella più grande commozione dei convenuti. All’uscita della Chiesa, il corteo, accompagnato dal Complesso bandistico “Verde Azzurra di Galliate” suonava la Marcia Reale, dopo di quella segue l’Inno del Piave con la Deposizione della Corona d’Alloro presso la Lapide dei Caduti di tutte le Guerre. A conclusione si è tenuto presso la Canonica un rinfresco per l’Augurio di un Buon Anno Nuovo. Ospite di prestigio, il Conte Niccolò Calvi di Bergolo, famiglia aristocratica Piemontese, legata da parentela con Casa Savoia tramite S. A. R. Jolanda di Savoia e il Conte Giorgio Carlo Calvi di Bergolo. L’evento è stato Patrocinato e presenziato: Ordini Dinastici della Reale Casa Savoia per il Piemonte, Delegato Conte Cav. di Gr. Cr. Dr. Carlo Buffa di Perrero; Provincia di Vercelli, Presidente Dr. Carlo Riva Vercellotti; Comune di Villarboit, Dr. Roberto Badini; Consiglio Permanente di AssoArma Provinciale di Novara, Presidente Gen. Dario Cerniglia; Istituto del Nastro Azzurro, Presidente Nazionale Gen. Carlo Maria Magnani; Istituto Nazionale del Nastro Azzurro – Sezione Provinciale di Novara, Dama Maria Lucia Taglioni; Associazione Nazionale Reduci e Rimpatriati d’Africa, Presidente Nazionale Ing. Franco De’ Molinari; Ass. Naz. Reduci e Rimpatriati d’Africa – Sezione di Novara “ Ugo Ferrandi”, Presidente Gen. Dario Cerniglia; Associazione nazionale Bersaglieri d’Italia sezione di Vercelli; Associazione Nazionale Artiglieri d’Italia Sezione di Vercelli, Gen. Luigi Ghezzi. Presenti i seguenti delegati del Sodalizio: dottoressa Paola De Andrea, Alessandria; Prof. Dr. Comm. Gaetano Scaravelli Volta, Reggio Emilia; Prof. Daniele Tizzoni, Piacenza; Cav. Uff. Marco Lovison, Novara. Cappellani delle Guardie d’Onore: Celebrante della Funzione Commemorativa è stato il Can. Mons. Cav. Uff. Gian Luca Gonzino, Cappellano delle delegazioni di Novara e Vercelli, assistente la Guardia d’Onore don Carlo Brivio. Erano presenti le Guardie d’Onore: Torino: Ubaldo Revel Chion, Marco Adriano; Milano: Carla Luisa 38 Pirovano, Roberto Ervas; Varese: Claudio Felotti; Novara: dama Taglioni Maria Lucia, dama Amelia Fossati Ebraico, Alfiere Rag. Mario Angelo Crivelli; Alessandria: Tino Luxardo Alfiere, Mirco Ulandi, Paolo Scassino; Vercelli: Dr.ssa Maria Enrica Magnani Bosio, Roberto Badini; Reggio Emilia: Anna Volta. VERONA Peschiera del Garda, 11 novembre 2012 L’Istituto ha partecipato alla celebrazione del 95° anniversario del convegno di Peschiera dell’8 novembre 1917 ed il 65° anniversario della morte di S. M. il Re Vittorio Emanuele III. Le celebrazioni si sono tenute presso la Palazzina Storica, sede della Società Sala Storica di Peschiera del Garda, sodalizio che si occupa della conservazione della sala ove si tenne lo storico convegno inter-alleato e che ebbe come protagonista S. M..I presenti, circa un centinaio, si sono radunati alle ore 9. Dopo una visita al piccolo ma interessante museo che raccoglie una serie di cimeli del primo conflitto mondiale e alla storica sala del Convegno, è stata celebrata la Santa Messa. A seguire, dopo il saluto di un rappresentante dell’amministrazione comunale di Peschiera del Garda (VR), assessore Montresor, è seguita una serie di interventi sul periodo storico tra cui quello del presidente dell’Istituto, che ha avuto per tema il rientro delle salme dei Sovrani del Regno d’Italia, una applauditissima relazione della Dr.ssa Garibaldi e un’altra di Lucia Tomellieri della società “Sala Storica”, a finire la relazione della G. d’O. dott. Ceschi, avente come tema: “Italia Reale, pagine di storia dimenticate”. Il previsto corteo con deposizione di corona d’alloro al Monumento ai Caduti non ha potuto aver luogo per il maltempo. Sono intervenuti: il presidente dell’Istituto, cap. di vasc. (ris.) Ugo d’Atri, il consultore cav. gr. cr. Di Martino, l’isp. reg. dr. Arfilli, l’isp. reg. dr. Longo, la G. d’O. dr.ssa Ania Garibaldi, il delegato di Miliano Uff. Mastroanni, il delegato di Verona dott. de Razza Planelli, il delegato di Brescia dott. Cotti Cometti, il delegato di Padova Gen. B. Grassi, il delegato di Vicenza cav. Ponza, il delegato di Venezia Belladonna. GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 VICENZA Creazzo, 14 aprile 2013 D'Onore della regione Veneto, dopo i saluti di rito delle autorità, si è tenuta la presentazione del libro "Risorgimento Italiano - Le altre verità" da parte dell’autore Prof. Giulio Cesare Papandrea e con l’intervento del Dr. Roberto Fassina, poeta e critico, che ha già recensito l’opera stessa, con una sessione di quesiti posti dall’assemblea. A seguire si è tenuto il pranzo conviviale al quale sono seguiti la consegna delle tessere ai nuovi aspiranti Guardia D’Onore e, tenuta da Don Marco Marchetti, una relazione sul tema "Politica, religione, risorgimento. Il tentativo di Antonio Rosmini" molto apprezzata dai partecipanti. Dopo le foto di rito e i calorosi saluti e ringraziamenti, con la consegna di un omaggio floreale alle rappresentanti del gentil sesso, la manifestazione ha avuto termine. VITERBO 18 marzo 2013 La Delegazione di Vicenza dell'Istituto Nazionale della Guardia D'Onore alle Reali Tombe del Pantheon si è nuovamente ritrovata nella stupenda cornice delle Opere Parrocchiali della parrocchia di San Ulderico a Creazzo. Dopo la Santa Messa tenuta da Don Marco Marchetti si è proceduto benedire le tessere dei nuovi iscritti; quest’anno la neonata Delegazione di Vicenza ha già ben 16 nuovi iscritti e di questo ringraziamo tutti i soci che si sono prodigati per farla crescere. Successivamente nella sala delle Opere Parrocchiali, alla presenza della Senatrice Elisabetta Alberti Casellati, dell'Ispettore per la Regione Veneto della Guardia D'Onore Generale Pietro Grassi, del Dott. Giovanni Angileri Presidente di Assoarma, dell'Assessore all'Istruzione e Servizi Sociali Mirella Olivieri di Creazzo, del Delegato di Vicenza Giuseppe Ponza e con la rappresentanza di tutti i Delegati Guardia GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 La delegazione di Viterbo ha ricordato Re Umberto II nel trentesimo anniversario della Sua dipartita con la celebrazione della S. Messa in suffragio nella Chiesa di San Giovanni Battista in Bagnaia. Con il labaro della delegazione, scortato dalle GG. d’O. 39 Petri P. F., Quadrani F., Fracassini, Appolloni, Petri P., Quadrani A., era presente una rappresentanza dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio e dell’Associazione Carabinieri. 22 marzo 2013 Nella Sala Regia del Comune di Viterbo è stato presentato il libro di Fabio Torriero “Alfredo Covelli.La mia destra”. Alla presenza di un attento pubblico e dei rappresentanti istituzionali del Comune e della Provincia di Viterbo, i giornalisti Amerigo Mascarucci e Arnaldo Sassi, con l’autore del libro, hanno tratteggiato la figura e l’idea politica di Covelli, che per tanti versi ha anticipato, inascoltato, i tanti problemi che oggi affliggono il nostro Paese. loro bandiere. Tra le 150 persone presenti alla serata c’erano il Delegato Salvatore Staglianò e consorte, le seguenti Guardie D’Onore: Mario Sabatini e consorte, Pietro Strangis e consorte, Antonio Staglianò, Giovanni Mete e consorte, Giuseppina Guzziglia e il giovane Gabriele Cialdini della delegazione di Roma. La serata poi si è conclusa con 2 nuovi iscritti al nostro Istituto AUSTRALIA 13 aprile 2013 La delegazione Australiana ha voluto celebrare con una cena di gala il 135° anniversario della fondazione dell’Istituto e il 13° anniversario della nascita della Delegazione Australiana, presso il Calabria Club a Melbourne. Hanno partecipato alla serata con le loro bandiere e labari, l’Associazione Nazionale Combattenti InterAlleati (F. I. D. C. A), Associazione Combattenti Australiani (R. S. L), Associazione Nazionale Carabinieri, Associazione Nazionale Caduti senza Croce, Associazione Nazionale Artiglieri d’Italia, Associazione Nazionale Aereonautica, Associazione Nazionale Bersaglieri, Associazione Nazionale Marinai d’Italia “Costantino Borsini”, Gruppo Marinai d’Italia “Stefano Pugliese”. Erano presenti anche le sezioni di Dandenong, di East Keilor e di Glenroy con le 40 GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 CULTURA EUGENIO DI SAVOIA–CARIGNANO. UN ARTEFICE DEL RISORGIMENTO ITALIANO di Domenico Giglio “Perché un personaggio di tale statura, che tanto ha influito sugli eventi che hanno contraddistinto uno dei periodi più importanti, significativi e complessi della storia d’Italia, ha trovato così poco riscontro presso gli storici tanto da essere quasi dimenticato?” Questa è la domanda sulla quarta di copertina del libro del generale Mauro Ferranti intitolato “Eugenio di Savoia-Carignano – Un artefice del Risorgimento Italiano”, stampato dalla “Umberto Soletti Editore” a marzo 2013 ed uscito in questi giorni. La domanda ha una facile risposta: in una Italia che dopo il 1946 ha cercato in tutti i modi di cancellare qualsiasi memoria della Monarchia Unitaria, che ignora Carlo Alberto, che ha dimenticato Vittorio Emanuele II, protagonista del Risorgimento, eliminando in molte città il suo nome dalle strade, e solo con il 150° del Regno d’Italia, pudicamente definito dell’Unità d’Italia, ha avuto un risveglio di interesse nei suoi confronti ed un riconoscimento ufficiale con l’omaggio da parte dell’attuale Capo dello Stato, alla tomba del gran Re al Pantheon, cosa poteva interessare la figura di questo Principe, cadetto di un ramo che non era erede della Corona e che non aveva partecipato fisicamente alle nostre guerre d‘indipendenza, proprio perché delegato ad esercitare il potere regio, mentre Carlo Alberto nel 1848-1849 e Vittorio Emanuele II nel 1859-1860 erano al fronte, quale loro Luogotenente Generale, ruolo ritenuto erroneamente di scarso rilievo ed importanza. A questa mancanza d’interesse, per non definirla con il suo vero nome di voluta “ignoranza”, ha posto un punto fermo, il Ferranti con un testo documentatissimo e completo, ricco di note e con biografie di tutte le personalità citate, che partendo dalla origine di questo ramo cadetto SavoiaCarignano Villafranca del ramo Savoia-Carignano, GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 ne traccia la storia dal 1752 al 1816, data di nascita di Eugenio Emanuele, di cui segue passo per passo la sua vita che ha una svolta decisiva quando con l’estinzione, alla morte di Carlo Felice nel 1831, del ramo primogenito di Casa Savoia che aveva ininterrottamente regnato per ottocento anni, sale al trono Carlo Alberto di Savoia Carignano. A questo punto, infatti, non avendo Carlo Alberto fratelli ed essendo bambini i figli Vittorio Emanuele (n. 1820) e Ferdinando (n.1822), questo giovane Eugenio già di 15 anni rappresenta un rafforzamento della nuova dinastia e saggiamente il Re ne curò l’educazione, raccogliendone i frutti nel 1848 dandoGli il prestigioso, ma non facile incarico di Suo Luogotenente, che il Principe Eugenio, ormai trentaduenne, seppe assolvere con saggezza e dignità, doti che lo accompagnarono in tutta la Sua, per l’epoca, lunga vita, venendo a mancare nel 1888 a settantadue anni. Prima di questa esperienza politica e statuale il giovane Principe, militare, come nella tradizione storica dei Savoia, aveva però scelto la vita marinara, nella Regia Marina Sarda, che grazie all’opera del Des Geneys, si stava consolidando ed affermando nel Mediterraneo contro i pirati barbareschi ed anche nell’Atlantico con importanti crociere, per tutelare gli interessi materiali e morali degli emigrati del Regno Sardo ed in una di queste crociere Eugenio di Savoia, si trattenne qualche tempo in Brasile, accolto con tutti gli onori dall’Imperatore Don Pedro II, della casa di Braganza, ed ammirato dalla figlia, principessa Januaria, erede del trono, tanto che si erano imbastiti progetti matrimoniali tra le due Case Reali, tramontati per un insieme di fattori ampiamente descritti nel testo ricco, come già detto, di documenti originali, pubblicati nel loro testo integrale, molti dei quali provenienti da legati testamentari del Re Umberto II. La carriera militare del Principe, raggiunge il suo culmine il 16 luglio 1844, quando assume il comando della Marina Sarda, dopo altri importanti traguardi quale il 28 aprile 1834, il suo riconosci- 41 mento di Principe del Sangue, e la concessione nel 1836 del Collare della Santissima Annunziata. Tornando alla prima Luogotenenza del Re Carlo Alberto, spetta ad Eugenio di inaugurare l’8 maggio 1848 il nuovo Parlamento Subalpino, pronunciando il primo “Discorso della Corona”, in nome di Carlo Alberto, che esule ad Oporto, un anno dopo, il 30 giugno 1849, riceve la visita di Eugenio, inviato dal nuovo Re e da tutta la famiglia e successivamente è sempre Eugenio a riportarne in Patria le spoglie mortali sulla Regia Nave “Monzambano”, sbarcando a Genova il 4 ottobre 1849. Comincia così il decennio 1849-1859 dove il Principe Eugenio, continua ad assolvere numerosi incarichi di rappresentanza, conferitigli da Vittorio Emanuele, specie dopo il 1855, quando con la prematura scomparsa del fratello del Re, il Duca di Genova, Ferdinando, rimane l’unico principe maggiorenne di Casa Savoia .Oltre a questi incarichi il Principe Eugenio continua a seguire le vicende politiche del Regno, intrattenendo una frequente corrispondenza con il conte di Cavour, che, a sua volta, è sempre sollecito e deferente nelle sue risposte. Si giunge così al 1859 ed alla seconda guerra d’indipendenza e Vittorio Emanuele II nomina il suo “Caro Fratello“, Luogotenente Generale, prima di assumere il comando supremo dell’esercito e partire per il fronte. A questa Luogotenenza, dopo l’armistizio di Villafranca, seguono incarichi sempre più delicati, quando liberatisi i popoli dei Ducati, dell’Emilia Romagna e della Toscana, che vorrebbero subito unirsi al Regno di Sardegna, bisogna prendere tempo per questa unione, evitando il rientro dei sovrani spodestati con le baionette straniere, o la creazione di quel Regno dell’Italia Centrale di gradimento napoleonico che sarebbe stato un “vulnus” al concetto di unità e provvedere gradualmente al raggiungimento della stessa. Così si giunge alla Luogotenenza del Re in Toscana, con Decreto del 23 marzo 1860, dopo il plebiscito per l’adesione al Regno di Vittorio Emanuele, i cui risultati positivi (366.571 voti per l’unione, 14.925 per un regno separato e 4.949 nulli)erano stati portati a Torino dal Barone Bettino Ricasoli, accolto solennemente dal Re, con vicini Cavour ed il Principe di Carignano. Le vicende si fanno sempre più complesse: Garibaldi sbarca in Sicilia e poi nel continente dirigendosi verso Napoli. Vittorio Emanuele deve prendere il comando delle truppe che liberate Umbria e Marche dal governo pontificio si apprestano ad entrare nel territorio delle Due Sicilie per cui nomina nuovamente Suo Luogotenente il Principe 42 Eugenio che lascia Firenze il 2 ottobre 1860 per tornare a Torino. Vicende ed eventi anche successivi che il Ferranti inserisce in una vera e propria storia del Risorgimento e dell’Unità rendendo il libro di estremo interesse storico a prescindere dalla figura del Principe Eugenio, che ne rimane pur sempre protagonista. Il 26 ottobre avviene l’incontro di Teano tra il Re e Garibaldi che lo saluta “Re d’Italia” ed il 7 novembre Vittorio Emanuele entra a Napoli e si trattiene nelle provincie meridionali fino alla fine del 1860 e conscio del problema di non lasciare Napoli, già capitale di regno, senza una adeguata rappresentanza, nomina il 3 gennaio 1861 il Principe Eugenio, Luogotenente Generale delle Province Meridionali, con ampi poteri, ed Eugenio si affretta a raggiungere Napoli, accompagnato da Costantino Nigra, abile diplomatico, che tanta parte positiva aveva avuto nelle vicende del Risorgimento sempre a stretto contatto con Cavour di cui era uno dei migliori collaboratori L’incarico questa volta è ancora più difficile e delicato dei precedenti, durante i quali Eugenio aveva dovuto egualmente prendersi numerosi e notevoli responsabilità, ma l’esperienza maturata e le doti di carattere, di cui abbiamo già detto, fanno superare anche momenti difficili quale il rapporto tra Luogotenente e Cialdini che comandava le truppe che assediavano Gaeta. La Luogotenenza termina alla fine di maggio ed Eugenio ritorna a Torino dove rimarrà fino al 1866, quando in occasione della terza guerra d’indipendenza deve recarsi nella nuova capitale Firenze, essendo stato nominato da Vittorio Emanuele suo Luogotenente, partendo il Re con l’esercito, insieme con i due figli, Umberto ed Amedeo, ormai maggiorenni, e che entrambi si comportarono valorosamente, Umberto nel famoso quadrato di Villafranca, ed Amedeo addirittura ferito, sia pure lievemente. Gli anni dal 1861 al 1866 non furono privi di eventi importanti e significativi, dalla prima esposizione italiana d’arte e macchine per l’agricoltura tenuta a Firenze e di cui il Principe era stato promotore e presidente onorario, al viaggio ufficiale nel 1862 a Parigi e Londra, avendo incontri con Napoleone III, con la regina Vittoria e con importanti membri del Governo inglese ed alla Presidenza della “Commissione permanente per la difesa generale dello Stato” e del “Consorzio Nazionale per l’estinzione del Debito Pubblico” alla cui raccolta di fondi contribuì personalmente con un milione Vittorio Emanuele, a dimostrazione della fiducia riposta dal Re nel suo GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 cugino e testimonianza del clima di affetto che regnava nella famiglia reale. Infatti ad Eugenio era stato anche affidato il compito di protutore dei figli del Duca di Genova, Margherita e Tommaso, compito assolto con il consueto zelo particolarmente nei confronti del giovane Tommaso che seguirà la vocazione marinara dello Zio, compiendo tutta la sua carriera militare nei ranghi della Regia Marina. In questo periodo, il 25 novembre 1863, il Principe Eugenio a 47 anni si sposa con una ragazza della piccola borghesia Felicita Crosio, molto più giovane, matrimonio senza dubbio felice e ricco di figli, ma che rimane morganatico in quanto Vittorio Emanuele, secondo le precise regole di Casa Savoia, è molto rigido nelle questioni matrimoniali dei Principi Reali, per cui non dà il suo assenso, malgrado l’affetto per il cugino, ma, fortunatamente, i rapporti rimangono più che buoni e proprio nello stesso periodo essendo nato un figlio alla Regina del Portogallo, Maria Pia di Savoia, il Re incarica Eugenio di recarsi a Lisbona con la flotta per congratularsi con la figlia, e di questa missione fa pure parte Amedeo, Duca d’Aosta fratello della Regina. Altra missione, dopo la Luogotenenza del 1866, è l’invio del Principe Eugenio a Napoli per alcuni mesi nel 1867 per far sentire nuovamente ai napoletani la sollecitudine della nuova dinastia nei loro confronti, sollecitudine che ebbe poi il suo culmine con la residenza a Napoli del Principe Ereditario Umberto con Margherita nel 1869 e la nascita, l’11 novembre dello stesso anno, del loro figlio, al quale fu messo il nome di Vittorio Emanuele in onore del Nonno, ed il titolo di “Principe di Napoli”. Torino dopo il sofferto trasferimento della Capitale a Firenze e successivamente a Roma, con il Re e la corte trova nella presenza del principe Eugenio, ritornato a risiedervi, un motivo di soddisfazione ed Eugenio, anche per motivi di salute riduce le sue assenze se non per motivi gravi come la morte di Vittorio Emanuele II, ed il suo imponente funerale, che Edmondo De Amicis ricordò così nel libro “Cuore”:”…Il feretro di Vittorio Emanuele II portato dai corazzieri passò, e allora ottanta veli neri caddero, cento medaglie urtarono contro la cassa e quello strepito sonoro e confuso, che rimescolò il sangue di tutti, fu come il suono di mille voci umane che dicessero tutte insieme: Addio buon Re, prode Re, leale Re! Tu vivrai nel cuore del tuo popolo finché risplenderà il sole sopra l’Italia”. Anche per Eugenio si avvicinava la fine, ma la sua vecchiaia era allietata dai numerosi figli e dal rispetto affettuoso dei nuovi giovani Sovrani per il GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 vecchio Zio, il “barba“, nomignolo affettuoso che in Piemonte si dà normalmente allo zio, che si ricorda di loro in ogni occasione e ricorrenza, da vero “pater familiae”, ed Umberto I con le RR. Lettere Patenti del 14 settembre 1888, convalida il matrimonio morganatico del Principe e conferisce alla moglie ed ai figli il titolo di “Conti di Villafranca Soissons, recandosi con tutta la famiglia reale a dargli la notizia nel Castello di Stupinigi “…dove Eugenio villeggia con la famiglia…”. E Ferranti a proposito del titolo comitale concesso scrive“… che il nome Soissons porta con sé ricordi tra i felici e dignitosi nella storia di Casa Savoia e che, averlo dato alla famiglia del Principe di Carignano, è da considerare come un alto riconoscimento della statura di Eugenio come uomo politico e della sua grandezza come principe e come uomo”, parole che sono il miglior suggello della vita di questo Principe che sarebbe mancato di lì a poco il 15 dicembre dello stesso anno ed i cui solenni funerali furono indetti per il successivo 18 dicembre nel Tempio della Gran Madre di Dio, a spese della Real Casa, che nobilmente volle assumersi questo onere, esentandone il Governo che pure aveva deliberato essere i funerali a spese dello Stato. CENTENARIO DELLA GRANDE GUERRA di Riccardo Basile Il 2014 è alle porte. Presto ricorrerà il Centenario del più sanguinoso conflitto che abbia mai sconvolto il pianeta. Era stato chiamato “La Grande Guerra”, mai immaginando che vent’anni dopo l’umanità sarebbe ripiombata in un altro scontro armato di spaventevoli proporzioni e conseguenze. L’Italia era entrata in guerra nel ’15, dopo sofferta attesa. Per noi si trattava di concludere il percorso risorgimentale, iniziato con i Moti del 1821 in Campania, in Sicilia e nel Piemonte e bruscamente interrotto, dopo le tre Guerre d’Indipendenza, con l’ingresso del nostro Paese nel 1882 nella Triplice Alleanza, al fianco dell’Austria – Ungheria e della Germania. Perché riparlarne? Per un istintivo bisogno dell’anima: è la nostra cultura che ci chiede di farlo. Lo dobbiamo ai nostri Caduti: “NON DIMENTICATECI”, pare che urlino ancora dal silenzio delle loro ultime dimore. Il Governo Italiano per commemorare la rotonda ricorrenza fin dall’agosto del 2012 ha costituito un Comitato interministeriale e ha stilato un program- 43 ma di alte finalità etiche comprendente attività da svolgere in più sedi del territorio nazionale. La Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia dal canto suo, con una tempestività che la onora, ha fatto prontamente la sua parte. Entrando nel merito della commemorazione (quinquennio 2014- 2018) ha fissato i seguenti obiettivi: ricordare nominativamente, onorandone la memoria, ogni singolo Caduto (progetto “Albo d’Oro”), operare in ambito europeo promuovendo fra le Nazioni allora in guerra cerimonie condivise, inserire nel Patrimonio Mondiale dell’UNESCO alcuni siti del territorio regionale teatro, all’epoca dei fatti, di durissimi scontri. Il 24 maggio u.s. ad Aquileia ha avuto luogo la prima manifestazione della commemorazione del Centenario: la consegna simbolica di un volume dell’Albo d’Oro ad una Associazione d’Arma. Perché ad Aquileia? Non solo per l’illustre passato della storica sede, secolare faro di civiltà prima romana, poi cristiana, poi veneziana, ma ancor di più per la presenza, a lato della Basilica patriarcale, del “Cimitero degli Eroi”, uno dei più importanti Cimiteri Monumentali della 1^ Guerra Mondiale. In esso giganteggiano tre opere scultoree di rara intensità emotiva: “L’Angelo della Carità”, di Ximenes, che raffigura una Creatura Celeste nell’atto di sollevare verso il Cielo un Caduto, “Il Cristo” di Furlan, dove Gesù stacca un braccio dalla Croce e lo pone amorevolmente sul capo di un Caduto sopreso nell’atto di soccorrere un fratello giacente a terra, e infine la “Tomba–Altare” dei dieci “Militi Ignoti”, vegliati da Maria Bergamas, la triestina Madre putativa del Caduto senza nome accolto con tutti gli onori nel Vittoriano, sul Campidoglio, all’Altare della Patria. Il nostro Istituto fondato dai Reduci Garibaldini e dai Veterani delle Guerre d’Indipendenza non poteva mancare alla partecipazione a tale evento. La Grande Guerra infatti si era presentata come l’ultima occasione per portare i limiti dell’Italia là dove li aveva posti il Sommo Poeta (IX Canto dell’Inferno) e offriva finalmente la possibilità di ricongiungere alla madrepatria Trento, Trieste e i loro territori che attendevano, trepidanti, la Redenzione. L’inclemenza del tempo, veramente incredibile per una giornata di fine maggio, non ha frenato lo slancio dei partecipanti. Da Trieste, ma anche da Pordenone, eravamo presenti all’ombra del nostro Labaro, con i nostri colori sociali. Ci siamo assunti l’onere, nell’ambito della Federazione Grigioverde, di concorrere a ricordare, a partire dal prossimo anno, non solo gli IRREDENTI, i Giuliani cioè che sotto nome di copertu- 44 ra, per sfuggire al capestro dell’imperial regio governo, erano accorsi ad ingrossare le file delle nostre Forze Armate combattendo in prima fila per la liberazione delle loro Terre, ma anche coloro che, nati in località sotto tallone asburgico (Trento, Trieste, l’Istria, Fiume, e la Dalmazia) sono Caduti indossando l’uniforme austriaca. Riteniamo infatti che oggi più che mai si debba guardare al passato considerando “avversar”i e “non nemici” gli antagonisti del tempo e che comunque si debba onorare con pari sentimenti la memoria di chi si è immolato sul campo di battaglia combattendo onorevolmente per la sua Patria, non importa quale essa sia. Non discendiamo forse da quella cultura classica che ammoniva i Combattenti a tornare con gli scudi o sugli scudi ? Lo facciamo con lo stesso spirito che animava i nostri Padri: l’amore per la nostra Bandiera, la fierezza della nostra italianità. GIUSEPPE VERDI NEL II CENTENARIO DELLA NASCITA (1813-1901) di Gianluigi Chiaserotti Cade quest’anno, il II Centenario della nascita di uno dei più grandi ed innovatori musicisti italiani: Giuseppe Verdi. Giuseppe Fortunino Francesco Verdi nacque nelle campagne della bassa parmense, a Le Roncole, frazione di Busseto, il 10 ottobre 1813 da Carlo, oste e rivenditore di generi alimentari, e Luigia Uttini, filatrice. Il padre Carlo proveniva da una famiglia di agricoltori piacentini (stesse origini della moglie) e, dopo aver messo da parte un po’ di denaro, aveva aperto una modesta osteria nella casa de Le Roncole, la cui conduzione alternava con il lavoro dei campi. Il registro dei battesimi, del giorno 11 ottobre 1813, indica Giuseppe Verdi come “nato ieri”. Il giorno successivo venne battezzato nella chiesa locale di San Giovanni Battista e gli vennero imposti, come poca’anzi detto, i nomi di Giuseppe Fortunino Francesco. Il terzo giorno della sua nascita il padre di Verdi raggiunse Busseto per notificare la nascita alle autorità locali e venne indicato nel registro comunale coi nomi di “Joseph Fortunin François”. L’atto di nascita fu redatto in lingua francese, appartenendo in quegli anni Busseto ed il suo territorio all’Impero creato da Napoleone Bonaparte GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 (1769-1821). Pur essendo un giovane di umile condizione sociale, riuscì tuttavia a seguire la propria vocazione di compositore grazie alla buona volontà ed al desiderio di apprendere dimostrato. L’organista della chiesa de Le Roncole lo prese a benvolere e gratuitamente lo indirizzò verso lo studio della musica ed alla pratica dell’organo. Più tardi, Antonio Barezzi (1787-1867), un negoziante amante della musica e direttore della locale società filarmonica, convinto che la fiducia nel giovane non fosse mal riposta, divenne suo mecenate e protettore aiutandolo a proseguire gli studi intrapresi. La prima formazione del futuro compositore avvenne tuttavia sia frequentando la ricca biblioteca della Scuola dei Gesuiti sita in Busseto, ancora esistente, sia prendendo lezioni da Ferdinando Provesi (1770-1833), maestro dei locali filarmonici, che gli insegnò i principi della composizione musicale e della pratica strumentale. Verdi aveva solo quindici anni quando, nel 1828, una sua sinfonia d’apertura venne eseguita, in luogo di quella di Gioacchino Rossini (1792-1868), nel corso di una rappresentazione de “Il barbiere di Siviglia” al teatro di Busseto. Nel 1832 il Nostro si stabilì in Milano, grazie all’ulteriore aiuto economico di Antonio Barezzi ed a una “pensione” elargitagli dal Monte di Pietà di Busseto. A Milano tentò inutilmente di essere ammesso presso il locale prestigioso Conservatorio e fu per diversi anni allievo di Vincenzo Lavigna (1776-1836), maestro concertatore alla Scala. Nel 1836 sposò Margherita Barezzi (1814-1840), ventiduenne figlia del suo benefattore, con la quale due anni più tardi andò a vivere a Milano in una modesta abitazione a Porta Ticinese. Nel 1839 riuscì finalmente, dopo quattro anni di lavoro, a far rappresentare la sua prima opera alla Scala: era l’“Oberto, Conte di San Bonifacio”, su libretto originale di Antonio Piazza (1742-1825), largamente rivisto e riadattato da un altro librettista Temistocle Solera (1815-1878). L’“Oberto” era un lavoro di stampo donizettiano, ma alcune sue peculiarità drammatiche piacquero al pubblico tanto che l’opera ebbe un buon successo e quattordici repliche. Ma, in quei giorni lieti, un tremendo dolore famigliare attanagliava Verdi a causa della tragedia che aveva vissuto: la morte della moglie e dei figli avuti da lei. La prima ad andarsene era stata la piccola Virginia Maria, nata nel marzo 1837 e deceduta GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 nell’agosto 1838; quindi Icilio Romano, nato nel luglio 1838, e deceduto invece nell’ottobre 1839. Infine la loro madre Margherita era spirata nel giugno 1840. Verdi era solo, privo ormai della sua famiglia. Ciò aveva gettato il musicista nel più profondo sconforto, e per ironia della sorte l’opera che gli era stata richiesta doveva essere comica: “Un giorno di regno”, che si rivela un clamoroso fiasco. Verdi dichiara che non avrebbe più composto musica. Fu un libretto, una storia che poteva funzionare, a fargli cambiare idea. L’impresario della Scala, Bartolomeo Merelli (1794-1879), lo fece leggere al Maestro e lo convinse a non abbandonare la lirica. Era un soggetto biblico, il “Nabucco”, scritto ancora da Temistocle Solera. Verdi, però, ancora scosso dalla tragedia familiare ripose il libretto senza neanche leggerlo, senonché, una sera per spostarlo gli cadde per terra e si aprì, caso volle proprio sulle pagine del “Va, pensiero”, e quando lesse il testo del famoso brano rimase pressoché scosso... Dopodiché andò a dormire ma non riuscì a prendere sonno, si alzò e rilesse il testo più volte, ed alla fine lo musicò, e una volta musicato il “Va, pensiero”, decise di leggere e musicare l’intero libretto. L’opera andò in scena il 9 marzo 1842 al Teatro alla Scala ed il successo fu questa volta trionfale. Venne replicata ben sessantaquattro volte solo nel suo primo anno di esecuzione. Con il “Nabucco” iniziò la parabola ascendente di Verdi. Sotto il profilo musicale l’opera presenta ancora un impianto belcantistico, in linea con i gusti del pubblico italiano del tempo, ma teatralmente è un’opera riuscita, nonostante la debolezza e alcune ingenuità del libretto. Lo sviluppo dell’azione è rapido, incisivo, e tale caratteristica avrebbe contraddistinto anche la successiva, e più matura, produzione del compositore. Alcuni personaggi, come Nabucodonosor e Abigaille, sono fortemente caratterizzati sotto il profilo drammaturgico, così come il popolo ebraico, che si esprime in forma corale, unitaria, e che forse rappresenta il protagonista vero di questa prima, significativa, creazione verdiana. Uno dei cori dell’opera, appunto il celebre “Va, pensiero”, finì con il divenire una sorta di canto doloroso o inno contro l’occupante austriaco, diffondendosi rapidamente in Lombardia e nel resto d’Italia, tanto da venir cantato e suonato perfino per le strade. Sempre in quel 1842 Verdi conosce due donne 45 importantissime nella sua vita: la soprano e pianista Giuseppina Strepponi (1815-1897), che sarebbe diventata sua compagna e poi sua seconda moglie, e la contessa Chiarina Maffei (18141886), grazie alla quale gli si aprirono le porte dei salotti milanesi. Iniziano anni di lavoro durissimo e indefesso, grazie alle continue richieste, e al sempre poco tempo a disposizione per soddisfarle, anni che Verdi chiamerà “gli anni di galera”. Il “Nabucco” segnò l’inizio di una folgorante e lunga carriera. Per quasi dieci anni Verdi scrisse mediamente un’opera all’anno. Da “I Lombardi alla prima crociata” a “La battaglia di Legnano”, passando per “I due Foscari”, “Giovanna d’Arco”, “Alzira”, “Attila”, “Il corsaro”, “I masnadieri”, “Ernani” e “Macbeth”. Tali opere giovanili, ad eccezione delle due ultime, pur presentando talvolta al loro interno pagine di acceso lirismo ed una lucida visione dei meccanismi e delle dinamiche teatrali, non danno testimonianza di un’evoluzione del maestro verso forme musicali e drammaturgiche più personali e si adagiano su schemi già sperimentati in passato e legati alla tradizione melodica italiana precedente. Furono creazioni generalmente di successo rappresentate in molti teatri italiani ed europei, ma composte spesso su commissione, con ritmi di lavoro talvolta massacranti e non sempre sorrette da una genuina ispirazione. Fra la produzione verdiana dell’epoca spiccano senz’altro, per forza drammaturgica e fascino melodico due opere, “Ernani” e “Macbeth”. Tratta dall’omonimo dramma di Victor-Marie Hugo (1802-1885), l’“Ernani” fu concepito dal nostro fin dall’estate del 1843. Musicato nell’inverno successivo su libretto di Francesco Maria Piave (1810-1876), venne presentato al pubblico veneziano in marzo. La vicenda, ricca di colpi di scena e incentrata su un triplice amore, diede la possibilità a Verdi di approfondire la caratterizzazione di alcuni personaggi dal punto di vista drammaturgico e di iniziare ad affrancarsi dall’ingombrante influsso dei grandi compositori italiani dei primi decenni dell’Ottocento: Gioachino Rossini, Vincenzo Bellini (1801-1835) e Gaetano Donizetti (1797-1848). “Macbeth”, presentata al Teatro La Pergola di Firenze nel 1847, è, con ogni probabilità, il capolavoro giovanile di Verdi. Musicata su libretto dello stesso Francesco Maria Piave, si ispira alla tragedia omoni- 46 ma di William Shakespeare (1564-1616). Negli ultimi decenni è stata sottoposta a un intenso processo di rivalorizzazione, anche se generalmente viene rappresentata nella sua veste definitiva del 1865, riveduta e ampliata dal compositore bussetano. L’opera, dalle potenti connotazioni drammatiche, si differenzia dalle precedenti per un maggiore approfondimento psicologico dei protagonisti della tragedia (Macbeth e Lady Macbeth), preannunciando, con il suo debordante lirismo, la trilogia popolare di un Verdi entrato nella sua piena maturità espressiva. Nel 1849, venne presentata al pubblico napoletano “Luisa Miller”, opera meno affascinante di “Macbeth”, ma importante per l’evoluzione dello stile musicale e della drammaturgia verdiana. L’orchestrazione si fa più raffinata che in passato, il recitativo più incisivo ed il compositore scava nella psiche della protagonista come mai aveva forse fatto prima di allora. Anche nella creazione successiva, “Stiffelio”, rappresentata per la prima volta a Trieste nel 1850, Verdi portò avanti quel lavoro di caratterizzazione psicologica del personaggio centrale, iniziato con “Macbeth” e proseguito in “Luisa Miller”. L’opera presentava però alcune debolezze strutturali, dovute in parte ai drastici tagli operati dalla censura austriaca, che non gli permisero di imporsi al grande pubblico italiano ed europeo. Ancor oggi “Stiffelio” è rappresentato raramente. Un anno più tardi, con “Rigoletto” (Venezia, 1851), Verdi si sarebbe imposto come il massimo operista italiano del suo tempo. “Rigoletto” fu seguito da altri due capolavori assoluti, “Il trovatore” e “La traviata”, che formano con esso la cosiddetta “trilogia popolare”, o (più impropriamente) “romantica”, del compositore bussetano. Tratto da una “pièce” di Victor Hugo, “Le roi s’amuse”, “Rigoletto” è un’opera profondamente innovativa, sotto il profilo drammaturgico e musicale. Per la prima volta al centro della vicenda di un’opera drammatica troviamo un buffone di corte, cioè un personaggio che, utilizzando una terminologia moderna, potremmo definire un c. d. “emarginato sociale”. La dimensione emotiva dei protagonisti è colta da Verdi magistralmente attraverso una partitura messa al servizio del dramma e di straordinaria bellezza melodica. Azione e musica sembrano rincorrersi e sostenersi mutuamente in una vicenda che ha un ritmo di sviluppo rapido, senza cedimenti né parti superflue. Il miracolo si ripeté con “Il trovatore” (Roma, 1853), opera dall’impianto più tradizionale, ma GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 altrettanto affascinante. Dramma di grande originalità oltretutto, perché si struttura su una vicenda povera di avvenimenti e dove i protagonisti o sono proiettati verso un futuro gravido di incognite, o immersi nei ricordi di un passato lontano che ne condiziona l’azione e che li sospinge verso un destino di morte ineluttabile. Con codesta opera Verdi scrisse alcune fra le sue pagine più alte, ricche di patetismo e suggestioni tardo-romantiche che sarebbero nuovamente emerse pochi mesi più tardi, nella terza opera, in ordine cronologico, e precisamente “La Traviata” (Venezia, 1853), la quale ruota attorno alla storia di una cortigiana travolta dall’amore per un giovane di buona famiglia. Più che su alcuni accadimenti esteriori, la vicenda viene vissuta all’interno della coscienza della protagonista la cui natura umana è scandagliata da Verdi in tutte le sue minime sfumature. Le scelte stilistiche del grande compositore risultano sempre adeguate alla complessa drammaturgia dell’opera e si traducono in un raffinamento orchestrale ed in una complessità armonica la cui modernità non venne all’epoca pienamente recepita. Attualmente alcuni critici considerano “La Traviata” una vera e propria pietra miliare nella creazione del dramma borghese degli ultimi decenni dell’Ottocento e ne evidenziano l’influenza su Giacomo Puccini (1858-1924) e gli autori veristi suoi contemporanei. Con la “trilogia popolare”, Giuseppe Verdi si era imposto come il più celebre musicista del suo tempo. Augustine Eugène Scribe (1791-1861), all’epoca librettista dell’Opéra di Parigi, propose al compositore un testo in francese per un’opera da rappresentare nella “Ville Lumière”. Non senza esitazioni, Verdi accettò. Ne uscì un’opera, “Les vêpres siciliennes” (1855), di notevole impatto musicale ma poco convincente sotto il profilo drammaturgico. L’opera, inquadrabile nel genere del “Grand opéra”, con spettacolari messe in scena, coreografie e movimenti di massa, poco si addiceva al genio verdiano, approdato con “la Traviata” ad un tipo di drammaturgia più intimista, psicologica. Maggior successo avrebbe avuto, pochi mesi più tardi, la versione italiana dell’opera, “I vespri siciliani” (Parma, 1855), con la quale si sono cimentati, nel secondo dopoguerra alcuni fra i maggiori direttori d’orchestra ed interpreti della grande lirica internazionale (celebre fu a rappresentazione scaligera del 1951). GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 In quegli anni riaffiorò prepotente nel Maestro, ormai compositore affermato, ricco e noto al pubblico internazionale, il fascino della campagna. Pertanto, nel maggio 1848 Verdi acquistò dai signori Merli la villa di Sant’Agata, una frazione di Villanova sull’Arda (provincia di Piacenza), dove diventò anche consigliere comunale. Qui si stabilì tre anni più tardi, insieme alla sua nuova compagna, il soprano Giuseppina Strepponi, che sposò poi nel 1859. La fattoria finì con l’assorbire gran parte del tempo del Maestro, almeno tutto quello che la musica gli lasciava libero e così, via via, con il passare degli anni, l’amore per la campagna diventò, per lui, quasi una mania. Le lettere, indirizzate al fattore, sono una riprova di quanto il “il Cigno di Busseto” fosse esperto in fatto di pioppicultura, di allevamento di cavalli, di irrigazione dei campi, di enologia. Quanto poi fosse competente e si tenesse al corrente delle ultime novità si puo’ dedurre da una lettera, datata marzo 1888 ed indirizzata a dei coltivatori emiliani, che gli avevano mandato in omaggio sei cachi di cui avevano appena iniziato, in Italia, la coltivazione. Verdi se ne mostrò subito entusiasta, auspicandone la diffusione su tutto il territorio nazionale. Il 31 agosto 1857 Verdi ottenne, dalla Repubblica di San Marino, il titolo di Patrizio Sanmarinese. La seconda metà degli anni cinquanta del Secolo XIX furono, per il compositore, anni di vero e proprio travaglio. Giuseppe Verdi poteva finalmente comporre senza fretta, ma l’intero mondo musicale stava lentamente cambiando. Sui palcoscenici italiani, il “Simon Boccanegra”, presentato al pubblico veneziano nel 1857, non piacque. Il dramma, prettamente politico, non aveva quei risvolti sentimentali che tanto appassionavano il pubblico del tempo e quindi si attese quasi cinque lustri ed una rielaborazione radicale [cui collaborò anche Arrigo Boito (1842-1918)] per imporsi definitivamente nel repertorio lirico italiano ed internazionale (1881). Due anni più tardi vedeva la luce, dopo varie vicissitudini prima con la censura napoletana (che in pratica rese impossibile la sua rappresentazione), poi con quella romana, “Un ballo in maschera” (Roma, 1859), opera di successo nella quale Verdi mescolò, con sapiente dosaggio, elementi procedenti dal teatro tragico e da quello leggero. Creazione musicalmente e drammaturgicamente raffinata, dallo stile elegante e delicato, in codesta opera 47 affiora un’umanità vagamente inquieta, non esente da ambiguità, che trova nella relazione fra i due protagonisti i suoi momenti liricamente più elevati. Un interessante connubio di elementi comici e tragici (con decisa prevalenza di questi ultimi), si realizza ne “La forza del destino” (San Pietroburgo, 1862). L’opera possiede un indubbio vigore musicale anche se appare in alcuni punti meno compatta, meno unitaria della precedente sotto il profilo teatrale. Ne “La forza del destino” Verdi riesce tuttavia ad elaborare un linguaggio ancor più realistico che in passato, anticipando l’opera successiva, il “Don Carlos”, presentato al pubblico parigino nel 1867. “Don Carlos” è oggi considerato uno dei grandi capolavori verdiani. In quest’opera il compositore, pur facendo proprie alcune impostazioni del “Grand opéra” (fra cui l’articolazione in cinque atti, l’inserimento di un balletto fra il terzo e quarto, e la creazione di alcune scene particolarmente spettacolari), riesce a scavare in profondità nella psicologia dei protagonisti, offrendoci una poderosa raffigurazione del dramma umano e politico che sconvolse la Spagna nella seconda metà del XVI secolo e che ruota attorno alla logica spietata della Ragion di Stato. Tale periodo di massima maturazione umana ed artistica culminò con l’“Aida”, andata in scena a Il Cairo la vigilia di Natale del 1871. L’opera fu il risultato finale dei contatti tra Verdi e il kedivè d’Egitto, che nel 1869 aveva invano tentato di ottenere dal maestro un inno per l’inaugurazione del Canale di Suez. “Aida” costituisce un ulteriore, grande passo in avanti verso la modernità. Il quasi completo abbandono dei pezzi a forma chiusa, l’uso ancor più accentuato che in passato di temi e motivi musicali ricorrenti potrebbero fare accostare tale opera al dramma wagneriano. In realtà Verdi aveva seguito un percorso del tutto autonomo in quest’opera, fondamentalmente intimista e poggiata su una vocalità dalle caratteristiche prettamente italiane. Ricordiamo a questo proposito che la prima opera di Wilhelm Richard Wagner (1813-1883) (di cui cadono quest’anno anche per lui i duecento anni dalla nascita) ad essere rappresentata in Italia fu il “Lohengrin” a Bologna, e ciò avvenne dopo la prima esecuzione dell’“Aida”. Verdi era tuttavia già al corrente di alcune innovazioni musicali del grande compositore tedesco, verso il quale inizialmente non nutriva molta stima. Dopo “Aida”, Verdi decise di ritirarsi a vita privata. 48 Iniziò così il periodo del grande silenzio – sia pure interrotto dalla “Messa di Requiem” scritta in occasione della morte di Alessandro Manzoni (17851873) – durante il quale il rude contadino de Le Roncole meditò sui grandi mutamenti artistici in corso nel mondo. A far uscire Verdi dall’isolamento fu Arrigo Boito, il compositore scapigliato che lo aveva pubblicamente offeso nel 1863 ritenendolo causa del provincialismo e dell’arretratezza della musica italiana del tempo. Con gli anni Boito aveva compreso che solo Verdi avrebbe potuto portare l’Italia musicale al passo con l’Europa e, con il fondamentale aiuto dell’editore Giulio Ricordi (1840-1912), si riconciliò con lui. Primo frutto della collaborazione fra il grande musicista e l’ex scapigliato fu il rifacimento del “Simon Boccanegra” rappresentato con grande successo al Teatro alla Scala di Milano nel 1881. Seguirono a distanza di alcuni anni due opere memorabili: “Otello” e “Falstaff”, entrambi frutto delle fatiche letterarie di Boito, che si occupò della stesura dei rispettivi libretti, e di Verdi che ne compose la musica. Si tratta di due capolavori assoluti del grande bussetano, ormai prossimo alla concezione wagneriana del dramma ma senza pagare un solo tributo allo stile del suo coetaneo d’oltralpe. In Boito Verdi poté trovare un collaboratore prezioso, che seppe essere all’altezza delle proprie concezioni drammaturgiche, un intellettuale di notevole spessore culturale, duttile nella versificazione ed, a sua volta, musicista, ovvero capace di pensare la poesia in funzione della musica. Le due opere, entrambe rappresentate alla Scala, ebbero esiti diversi. Se l’“Otello” incontrò immediatamente i gusti del pubblico, affermandosi stabilmente in repertorio, “Falstaff” lasciò, in un primo momento, perplesso il grande pubblico verdiano e, più in generale, i melomani italiani. Per la prima volta dopo lo sfortunato “Un giorno di regno” infatti, l’anziano Verdi si cimentava nel teatro comico, ma con la sua estrema commedia aveva accantonato in un sol colpo tutte le convenzioni formali dell’opera italiana, dando prova di una vitalità artistica, di uno spirito aperto alla modernità e di un’energia creativa sorprendenti. “Falstaff” fu sempre amato dai compositori ed esercitò un influsso decisivo sui giovani operisti, da Puccini agli autori della Generazione dell’Ottanta. Il Maestro trascorse gli ultimi anni tra Sant’Agata e Milano. Aveva oramai perso gli ultimi amici di gioventù: Andrea Maffei e sua moglie Clara, Tito, I Ricordi ed Emanuele Muzio. Nel 1897 la moglie GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 Giuseppina morì, lasciandolo solo nella sua lunga vecchiaia. Nel 1899 istituì l’Opera Pia - Casa di Riposo per i Musicisti: redigendo il testamento, stabilì molti legati destinati ad essa ed a vari altri enti sociali, mentre istituì erede universale delle sue ingenti ricchezze una cugina (da parte di padre) di Busseto, Filomena Verdi, la cui storia è come quella di una fortunata Cenerentola. Di famiglia poverissima, aveva abitato con Carlo Verdi, che aveva voluto strapparla alla miseria di casa sua. Quando il padre di Verdi morì (14 gennaio 1867), il musicista e Giuseppina presero a loro volta in casa la bambina di sette anni, che ribattezzarono Maria ed educarono con ogni cura, considerandola una figlia a tutti gli effetti. In seguito la ragazza si sposò con il figlio del notaio Carrara, loro buon amico, ed ebbe quattro figli maschi. Fu lei a prendersi cura del Maestro rimasto vedovo, e fu lei presente al suo letto di morte, insieme alla cantante Teresa Stolz (1834-1902). Verdi morì a Milano in un appartamento dove era solito alloggiare dal 1872 al Grand Hotel et De Milan alle 2:50 del 27 gennaio 1901, all’età di 87 anni. Era venuto nella città lombarda per trascorrervi l’inverno, come faceva da tempo. Colto da malore, spirò dopo sei giorni di agonia. Il Maestro lasciò istruzioni per i suoi funerali: si sarebbero dovuti svolgere all’alba, od al tramonto, senza sfarzo né musica. Volle esequie semplici, come semplice era sempre stata la sua vita. Le ultime volontà del compositore vennero rispettate, ma non meno di centomila persone seguirono in silenzio il feretro. Nei giorni che precedettero la morte di Verdi, via Manzoni e le strade circostanti vennero cosparse di paglia affinché lo scalpitio dei cavalli ed il rumore delle carrozze non ne disturbassero il riposo. Venne sepolto a Milano presso la Casa di Riposo per i Musicisti che lui stesso istituì. Tra le cerimonie svoltesi in tutta Italia per commemorare la morte di Verdi, particolarmente suggestiva fu quella che si svolse, alla presenza del principe Tommaso di Savoia-Genova (1854-1931), Duca di Genova, fratello germano della Regina Madre Margherita di Savoia (1851-1926), nel teatro greco di Siracusa. Fu stampata anche una cartolina commemorativa in occasione del luttuoso evento, mentre sia Giovanni Pascoli (1855-1912) che Gabriele d’Annunzio (1863-1938) scrissero composizioni poetiche in sua memoria. Al Museo Verdiano Casa Barezzi di Busseto è conservata la prima stesura del manoscritto originale dell’ode “In morte di Giuseppe Verdi” (1901) del d’Annunzio medesimo. Verdi si cimentò anche al di fuori dal campo operi- GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 stico. Dopo aver ricevuto la formazione di maestro di cappella - secondo la prassi italiana dell’epoca scrisse molta musica sacra e strumentale, destinata per lo più alla locale Società Filarmonica. Ricordiamo di questo periodo (1836-1839) un “Tantum ergo”, che il compositore giudicò molto severamente negli anni della propria maturità. Dall’”Oberto” (1839) abbandonò, per oltre vent’anni, i generi non operistici, con l’eccezione della musica da camera (fra cui alcune romanze da salotto). Nel 1862 il Nostro compose, per l’Esposizione Universale di Londra, il c. d. “Inno delle Nazioni” su testo del Boito. Molti anni più tardi, Verdi scrisse, come abbiamo di già detto, anche una “Messa di requiem” per la morte di Alessandro Manzoni (rappresentata nella Chiesa di San Marco a Milano il 22 maggio 1874). In realtà, di già dopo la morte di Rossini, era stato proposto a ben undici compositori italiani del tempo, come omaggio collettivo al compositore pesarese, un “Requiem” mai realizzato. Verdi per sé aveva riservato l’ultimo brano, quel “Libera me, Domine” che avrebbe recuperato successivamente, inserendolo, con alcuni cambiamenti, nel “Requiem” medesimo per il Manzoni. Sempre nel campo della musica sacra, Verdi compose un “Pater noster”, su testo in volgare di Dante, pubblicato nel 1880 ed i Quattro pezzi sacri, composti nella tarda maturità e pubblicati nel 1898: “Ave Maria”, “Stabat Mater”, “Laudi” (alla Vergine) ed un “Te Deum”. Di Verdi, nel genere cameristico, ricordiamo alcune opere giovanili come le “Sei romanze” (ed. 1838) ed un “Album di sei romanze” (ed. 1845) per voce e pianoforte ed il “Quartetto” per archi in mi minore (1873). Giuseppe Verdi partecipò anche attivamente alla vita pubblica del suo tempo. Fu, come si è accennato, un patriota convinto, anche se nell’ultima parte della sua vita traspare, dall’epistolario e dalle testimonianze dei suoi contemporanei, una disillusione, un disincanto, nei confronti della nuova Italia unita, che forse non si era rivelata all’altezza delle proprie aspettative. In occasione delle celebrazioni del CL Anniversario della proclamazione del Regno d’Italia, nell’articolo “I motivi che portarono all’Unità d’Italia”, tra l’altro, scrissi: “(…) Ma la “Restaurazione” fu l’inizio di una nuova stagione per la nostra Penisola, che, culminerà, come più volte abbiamo detto, nell’Unità d’Italia. 49 Agli ideali illuministici, razionali, che portarono alla Rivoluzione Francese, si comincia a contrapporre quel nuovo movimento culturale che è il Romanticismo. Fra tutti gli avversari della Restaurazione, gli exufficiali napoleonici, formati alla scuola ardimentosa dell’esercito imperiale ed impazienti dell’inerzia cui son ridotti, costituiranno, non di rado l’elemento più combattivo e pronto a passare all’azione rivoluzionaria contro i governi restaurati. Ed accanto a loro un grosso contingente di oppositori è dato dalla borghesia dei commerci e delle industrie, danneggiata, nei propri interessi, ed esasperata dal risorto predominio dell’aristocrazia, oppure da nobili di idee progressiste, ma soprattutto dagli intellettuali, influenzati, come si diceva poc’anzi, dall’ormai irresistibile diffusione del Romanticismo dalla Germania verso il resto dell’Europa. Da principio puo’ apparire che il Romanticismo, predicando il ritorno alla tradizione od esaltando il sentimento, in netta antitesi al razionalismo illuministico, sia alleato alla Restaurazione. Ma si vede che la rievocazione della storia, l’esaltazione delle tradizioni nazionali, il richiamo alla coscienza popolare significano solo l’alimento del patriottismo. Fare appello, come i romantici, al sentimento individuale, alla libera espressione del cuore e della fantasia, in antitesi alle regole del classicismo, significa alimentare la battaglia per la libertà contro lo spirito autoritario della Restaurazione. Romantico diviene sinonimo ovunque di liberale e patriota. Non dimentichiamoci che il Romanticismo nasce in Germania da quel movimento (pre-romantico) denominato “Sturm und Drang”, “impeto ed assalto”. La cultura del Romanticismo, infatti, non vive isolata in una sua “turris eburnea”, (la torre d’avorio), ma partecipa caldamente alla battaglia politica che attorno a lei si svolge. In ogni paese, le università con i loro studenti e docenti costituiscono altrettanti focolai di agitazione liberale e di cospirazioni. Il poeta, il dotto, il musicista [Vincenzo Bellini (1801-1835), Giuseppe Verdi (1813-1901)] si sentono investiti di una specie di missione morale e, come tali, non ascoltati dai loro contemporanei. (…)”. Nel corso della vita di Verdi, lunga quasi un secolo, l’Italia si trasforma appunto da paese soggiogato al dominio straniero in uno stato unificato indipendente, desideroso di far parte delle grandi potenze europee. Il Risorgimento, le lotte per l’unificazione d’Italia, non potevano lasciare indifferente l’animo del com- 50 positore. “Nabucco” (con il famoso coro “Va’ pensiero, sull’ali dorate), “I Lombardi alla prima crociata” (famoso è “O Signore dal tetto natio”), “Macbeth”, “Don Carlo” esprimono il sincero amore patriottico di Verdi ed il suo dolore per un popolo oppresso. A Milano, come detto, frequentò i salotti intellettuali della città, primo tra tutti quello dell’amica Chiarina Maffei, dove fervevano sentimenti ed iniziative anti-austriache. I moti del 1848 lo portarono sicuramente ed apertamente a manifestare i di lui ideali patriottici. Il nome del Maestro rimarrà per sempre legato agli ideali del Risorgimento, trasformandosi in un acrostico rivoluzionario, “Viva Verdi!”, da leggersi “Viva Vittorio Emanuele re d’Italia!”, scritto per la prima volta sulle mura di Roma all’epoca di “Un ballo in maschera”. Il graffito alludeva ad un’aspirazione che con gli anni stava diventando sempre più popolare e condivisa. Lo stesso Verdi finisce per credere in questo progetto quando soprattutto comprende che l’unità del paese si potè concretizzare non tanto attraverso l’insurrezione popolare e l’inutile e fuori luogo utopia repubblicana di Giuseppe Mazzini (18051872), ma esclusivamente con un paziente lavoro diplomatico. Fu Camillo Benso di Cavour (1810-1861) che lo volle, quasi a viva forza, membro del primo parlamento del Regno d’Italia (1861-1865), eletto come Deputato nel Collegio di Borgo San Donnino, l’attuale Fidenza. Tuttavia, le alchimie politiche si rivelano estranee alla personalità del Maestro. Quindi entrò in Parlamento, ma ci rimase solo per soli cinque anni (1861-1865), convinto di essere più utile al suo paese come artista che come deputato. Ma successivamente, Giuseppe Verdi fu giustamente creato senatore del Regno (dal 15 novembre 1874), e ciò ai sensi dell’art. 33, categorie 20 (“Coloro che con servizi o meriti eminenti avranno illustrato la Patria”) e 21 (“Le persone che da tre anni pagano tremila lire di imposizione diretta in ragione dei loro beni o della loro industria”) dello Statuto Albertino. Per le sue alte benemerenze verso la Patria, il Nostro fu creato anche Cavaliere Civile di Savoia (1867), Cavaliere di Gran Croce decorato del Gran Cordone dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro e dell’Ordine della Corona d’Italia (entrambi nel 1887), nonché di numerosi ordini equestri stranieri (tra cui la Legion d’Onore francese) e quindi GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 Cittadino Onorario di Parma con medaglia d’oro (1872). Fu anche consigliere provinciale di Piacenza. Rappresentò, e continua a rappresentare per molti italiani la somma di tutti quei simboli che li hanno guidati all’unificazione nazionale contro l’oppressione straniera. Per lungo tempo Verdi è stato considerato un tranquillo uomo di campagna toccato dal genio, un uomo rustico e schietto, integerrimo, e di rara onestà intellettuale. Tale immagine si univa a quella del patriota ardente, che a giusto titolo sedette come deputato nel primo parlamento dell’Italia unita. Aspetti tutti codesti, facenti sicuramente parte della di lui personalità ma che da soli non possono spiegare la grandezza dell’artista e delle sue immortali creazioni. In realtà Verdi fu un operista attento alle grandi correnti di pensiero che percorrevano l’Italia e l’Europa del tempo, pronto a mettersi in discussione e nel contempo profondamente conscio del proprio valore. Sempre aggiornatissimo, alla ricerca di nuovi soggetti cui ispirare le proprie opere, fu un grande frequentatore della capitale artistica dell’Europa del tempo, Parigi. Il suo primo viaggio nella “Ville Lumière” risale al 1847, l’ultimo, al 1894, in occasione dell’allestimento dell’“Otello” che egli stesso volle seguire personalmente. Compositore meticoloso, dotato di un’eccezionale sensibilità drammaturgica che aveva ulteriormente affinato con gli anni, Verdi fu per tutta la sua vita uno sperimentatore, proteso verso traguardi sempre più alti e dotato di un senso critico fuori del comune, che gli permise di andare incontro ai gusti di un pubblico sempre più esigente pur senza mai rinunciare ai propri convincimenti di uomo ed artista. L’ampio epistolario che ci ha lasciato, oltre a rappresentare un affascinante affresco di quasi settant’anni di storia italiana (dalla metà degli anni trenta del secolo XIX sino alla fine del secolo medesimo), è uno strumento per conoscere un Verdi “inedito”, orgoglioso della propria estrazione contadina, ma allo stesso tempo uomo fondamentalmente colto ed osservatore fine della realtà e dell’ambiente che lo circondavano, personaggio inquieto e protagonista carismatico di un’epoca memorabile. Stimato ed amato da un ampio pubblico internazionale, Giuseppe Verdi è sicuramente, con Giacomo Puccini, l’operista più rappresentato al mondo, occupando un posto privilegiato nell’olimpo dei più grandi creatori musicali di tutti i tempi. GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 LE SCELTE DELLA CORONA di Francesco Atanasio La vulgata che vuole la Corona italiana mera spettatrice della caduta del Fascismo, cui sarebbero seguito quasi per inerzia l’armistizio, la “resistenza” partigiana e l’alba “radiosa” della Repubblica ebbe a rivelarsi subito infondata: bastava leggere il volume indagine “Roma 1943” di Paolo Monelli, uno dei più acuti e informati giornalisti del tempo per vedere quanto rilevante e decisivo era stato invece il ruolo svolto da Casa Savoia per salvare l’Italia dalla sorte toccata alla Germania. Ne era consapevole anche la gran parte degli uomini politici saliti nel 1944 agli onori delle cronache e che, dopo avere invocato l’intervento “taumaturgico” di Vittorio Emanuele III (come era successo dopo il regicidio nel 1900, dopo Caporetto e prima della “marcia” su Roma del 1922), con una campagna di stampa senza precedenti gli avevano addossato tutte le responsabilità del regime per spianare la strada alla Repubblica. Come è noto durante il “ventennio” la Corona era stata gradualmente svuotata di compiti in un crescendo “repubblicaneggiante” di Mussolini che, sotto la nefasta influenza del nazismo, aveva preteso nel 1940 anche la delega del comando supremo delle Forze Armate, riservato dallo Statuto al Sovrano. La Famiglia Reale era stata emarginata (rare o quasi nulla divennero le sue citazioni nei cinegiornali LUCE) e anche per questo gli Italiani le riservavano accoglienze spontanee ed affettuose ovunque i Sovrani e i Principi Ereditari apparissero. Col precipitare della situazione militare alla fine del 1942 si levarono così verso la Corona gli sguardi di quanti auspicavano un cambio di rotta nonostante l’apparente solidità del regime fascista. E le aspettative non furono deluse. La riservatezza di Umberto II e il “silenzio” imposto da lui stesso ai suoi archivi non hanno infatti potuto occultare le iniziative che, pur con i limiti derivatigli dalla posizione ricoperta, era pronto ad assumere. L’ambasciatore di Polonia presso la Santa Sede, Papèe, ebbe a rappresentare al Ministero degli affari esteri inglese in una nota del maggio 1942 come “il Principe di Piemonte intende svolgere in futuro un ruolo politico”, mentre Bottai, ministro dell’Educazione nazionale, nel suo diario alla data del 21 ottobre 1942 annotava: “Il marasma cresce….Gente, per solito sennata, viene a confidarti di complotti capitanati dal principe ereditario”. In un rapporto inoltrato nel febbraio 1943 da Halifax, ambasciatore inglese a Washington, al suo governo 51 si legge: “I recenti cambiamenti nel gabinetto italiano sono riferiti come risultato della scoperta da parte della Gestapo che c’era un complotto per dare il potere al Principe di Piemonte e rovesciare il governo”. All’influenza di Umberto negli ambienti militari si dovrà in ogni caso la nomina a Capo di Stato maggiore generale delle FF.AA. il 31 gennaio 1943 del gen. Vittorio Ambrosio, scelta rivelatasi fondamentale per le successive mosse della Corona. Le cautele richieste al Principe sono meno necessarie per la consorte che, facilitata dall’incarico di Ispettrice nazionale della C.R.I., si attiverà per coagulare consensi attorno alla Monarchia e cercare di tracciare un nuovo percorso politico al di là del Fascismo. Con il consiglio del filantropo e uomo di cultura Umberto Zanotti Bianco, Maria Josè incontra Einaudi, Croce, Gonella, Antoni e mons. Montini (sostituto alla Segreteria di Stato di Pio XII), che suggerisce l’avvio di contatti diplomatici con Londra tramite il Portogallo (laddove effettivamente si svolgeranno i negoziati per l’armistizio nell’agosto 1943). La Principessa avvicina anche intellettuali non “allineati” come Vittorini, Flora, Giame Pintor, Trilussa, Bontempelli, ma visita anche pubblicamente il ghetto ebraico di Roma, apre agli sfollati il Palazzo Reale di Napoli…I Principi (allietati il 2 febbraio 1943 dalla nascita della loro ultimogenita Maria Beatrice) vedono ripetutamente Badoglio, membri del corpo diplomatico, della borghesia industriale e dell’alto clero: il clima per improrogabili cambiamenti è preparato così da questa loro intelligente azione anche se solo al Sovrano spetta adottare le gravi decisioni imposte dagli eventi. Vittorio Emanuele III, che un Mussolini isterico nel 1939 aveva detto a Ciano di poter deporre affiggendo un semplice manifesto, era ritornato al centro della vita della Nazione. Salgono al Quirinale i ministri Grandi e Bottai, il Presidente dell’Accademia d’Italia Federzoni, il grande invalido Delcroix, gli eroi della Grande Guerra Thaon de Revel, Caviglia e Zuppelli, gli eroi di quella in corso come il generale Adolfo Infante, gli uomini politici dell’età liberale Bonomi, V.E.Orlando e Soleri, con una richiesta univoca: destituire Mussolini, instaurare un governo militare, denunciare l’alleanza con la Germania e uscire dalla guerra. Sono richieste avanzate anche al ministro della Real Casa, Acquarone, da quanti egli incontra con la compiacenza del Capo della Polizia Senise: i liberali di Casati e Bergamini, i radicali del periodo clandestino “Ricostruzione”, i demolaburisti di Meuccio 52 Ruini, i cattolici di De Gasperi e Gronchi …”Tutti costoro contavano sulla possibilità di un intervento del sovrano per abbattere il fascismo e mandare a casa il dittatore; e in questo ebbero alleati i comunisti, i quali, pur di ottenere il ribaltamento del regime e uno stato di cose nuovo di zecca si proclamarono pronti a tutti i compromessi, anche la partecipazione a un governo borghese e monarchico con un ministro senza portafoglio” *. Il Re decide di procedere alla destituzione di Mussolini, ma – come scriverà ad Acquarone nel 1944 perché si reagisse alla campagna di stampa antimonarchica – “l’attuazione di questo provvedimento, resa più difficile dallo stato di guerra doveva essere minutamente preparata e condotta nel più assoluto segreto”. Qui risiede la causa dell’apparente sordità del Sovrano alle sollecitazioni che gli giungevano e del suo apparente immobilismo: non far insospettire il dittatore, che avendo subdorato qualcosa allontanava dal governo Ciano, Grandi e Bottai, rimuoveva Senise e prometteva dal balcone di Palazzo Venezia “piombo per i traditori”. Nè si doveva allarmare il sospettosissimo alleato tedesco, ostile per pregiudizio ideologico a Casa Savoia, che da par suo preparava contro l’Italia il famigerato “piano Alarico”. Le speranze che fosse Mussolini, sollecitato in tal senso dal gen. Ambrosio e dal nuovo e intelligente sottosegretario agli esteri Bastianini, a preparare lo sganciamento dalla Germania naufragarono quando nell’incontro di Salisburgo (7 - 10 aprile 1943) non riuscì a fermare gli sproloqui deliranti del dittatore nazista, che considerava l’Italia oramai solo un campo di battaglia a difesa della Germania. L’invasione della Sicilia il 10 luglio convinceva il Sovrano ad agire, facilitato dalla convocazione del Gran Consiglio del Fascismo dopo l’ennesimo nulla di fatto seguito al colloquio fra i due dittatori a Feltre il 19 luglio, giorno in cui era stata gravemente e per la prima volta bombardata Roma. All’indomani dell’approvazione dell’ordine del giorno proposto da Grandi (illustrato a Vittorio Emanuele III il 3 giugno e passato con 19 sì, 8 no e 1 astenuto) il Re assumeva “con l’effettivo comando delle Forze Armate quella suprema iniziativa di decisione che le nostre istituzioni a Lui attribuiscono”. Nel pomeriggio del 25 luglio, alla notizia della deposizione di Mussolini, tutta l’Italia scendeva in piazza sventolando i tricolori e innalzando i ritratti di Vittorio Emanuele III, ancora una volta la sola persona che riassumeva in sé i destini della nazione. GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 FIRME DI OMAGGIO Il numero delle firme di omaggio ai Sovrani d’Italia raccolti nel Pantheon, ad Altacomba, a Montpellier e ad Alessandria d’Egitto durante il 2012 è stato complessivamente di 93.954, come è evidenziato dalla tabella che segue, che riporta i dati dal 1978. Come da sempre, i registri delle firme sono custoditi in Presidenza, a disposizione di chiunque voglia consultarli. 1978: 1979: 1980: 1981: 1982: 1983: 1984: 34556 32556 32104 34871 57499 35765 62764 1985: 1986: 1987: 1988: 1989: 1990: 1991: 75019 59554 86877 85055 71631 68632 94944 1992: 1993: 1994: 1995: 1996: 1997: 1998: 93272 86131 95052 96448 109895 104864 91300 1999: 2000: 2001: 2002: 2003: 2004: 2006: 132367 198583 191870 161325 154576 144000 122848 2007: 2008: 2009: 2010: 2011: 2012: 123750 108160 83842 85856 103739 93954 ORE DI SERVIZIO ORE DI GUARDIA 2012 Si pregano le Guardie d’Onore di comunicare entro la data del 30 giugno 2013 in qualunque modo alla presidenza le ore di servizio prestate nel corso del 2012. Come negli ultimi anni si è fatto ricorso all’autocertificazione per economia di personale; si fa peraltro riserva di effettuare controlli a campione. Il numero delle ore tiene anche conto dei servizi prestati presso le Tombe Reali provvisoriamente all’estero, per le quali sono state attribuite 4 ore per ciascun servizio, così come per le cerimonie di Roma (anniversario dell’Istituto, gennaio), e di Altacomba (marzo). Per le messe ufficiali al Pantheon sono state attribuite 2 ore di servizio. Si ricorda che i servizi di guardia sono esclusivamente quelli espletati presso le Tombe dei Re e delle Regine d’Italia (Pantheon, Alessandria d’Egitto, Montpellier, Altacomba), non altri. È stato quindi eliminato dal conteggio (e quindi dal totale) ogni altro tipo di servizio. Per quanto concerne i servizi resi a Superga e quelli resi a Monza nell’anniversario del regicidio, se ne terrà conto con riconoscimenti diversi. GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 53 1981: 1982: 1983: 1984: 1985: 1986: 1987: 1988: 1179 1740 2573 3194 4285 4062 5055 5578 1989: 1990: 1991: 1992: 1993: 1994: 1995: 1996: 5388 5985 6110 5793 7729 7079 7795 8286 AGRIGENTO Celauro 11, Dei Cesare 38, Vella Cannella G. 7, Vella Cannella P. 10 ALESSANDRIA Adiletta 6, Balbo 4, Cappella 12, Cassero 4, De Andrea 14, degli Uberti 4, Di Stefano 4, Ferrari 4, Francese 4, Luxardo 6, Milanese 4, Passalacqua 16, Scaffino 6, Ulandi 9 ANCONA Aiudi 4, Cicconi Massi 6, Cipriani 4, Di Ruvo 8, Gorrieri 6, Moresi 12, Scarsato 20, Pace 8 ASTI Franco 4, Ghione 4, Scrimaglio 4, Montani 4 AVELLINO Battista 6, Del Sordo 6, Ferrone 6, Genovese 12, Pacello 6 BARI Lombardi 6 BARLETTA-ANDRIA-TRANI Cassa 4, Denisi 31, Fata 6, Maffei 10, Pica 41 BERGAMO Bressani 15 BIELLA Rosazza Mina Gianon 6 BRESCIA Cotti Cometti 16, Didiano A. 4, Didiano R. 2 CAGLIARI Angioni 10 CALTANISSETTA Andolina 4, Bonifazio 4, Cardella 6, Catena 9, D’Angelo 9, D’Oca 8, Dell’Utri 6, Domicoli 24, Falzone 5, Falcone 4, Fiocco A. 7, Fiocco G. 9, Mugavero 6, Palmeri 3, Paternò 2, Pernace 14, Russo 6, Serpente 9, Spanò 4 CASERTA Amodio 2, Anzevino 26 CATANIA Caruso G. 4, Caruso S. 4, Rapisarda 10, Squillaci 4, Terranova 6 CATANZARO Palaja di Tocco 4, Papasidero 4 CHIETI D’Orazio 49, Di Campli 6, Di Donato 15, Di Muzio 14, Di Nardo 30, Di Pietro 6, Di Pinto 6, Faieta 12, Fornarola 4, Frangione 8, Gatto 12, Lancia 6, Marcello 3, Marino 6, Natarelli 19, Petrocchi 35, Pizzola 7, Rapa 4, Rollo 8, Scampoli 8, Spatocco 6, Vito 14 COMO Arnaboldi 4, Bergamini 4, Bernasconi 4, Brambilla 4, Esposito 4, Noseda 4, Ortelli 22, Pichierri 4, Poggi 4, Reina 39, Robutti 4, Sanfelice 4, Roccato 4, Viganò 4 CROTONE Costa 4, Grosso 4, Panteca 4, Paturzo 4 CUNEO Damilano 4 ENNA Calì 17 54 1997: 1998: 1999: 2000: 2001: 2002: 2003: 2004: 8039 9018 10172 11826 13682 16320 11093 8182 2005: 2006: 2007: 2008: 2009: 2010: 2011: 2012: 8175 5631 7170 6255 7319 5436 6467 5504 (dato provisorio) FIRENZE Castini 9, Cellai 12, Previero 51, Rispoli 4 FOGGIA delli Carri 6, De Tullio 7, Errico 2, Facenna 4, Galli 8 FORLÌ-CESENA Ceraolo 4, Merendi 2, Monescalchi F. 19 FROSINONE Coltellacci 19, Pagliaro 23 GENOVA Accogli 4, De Martiis 4, Fantini Monsello 4, Rachero 4, Venturoli 11, Verona 4, Zoppi di Zolasco 8 L’AQUILA Colasante 28 LA SPEZIA Dal Degan 6, Riu 4 LECCE Chianella 4, De Luca 7, De Sabato 7, Nutricati 15, Mazza 21, Sarcinella 27, Tarantino 18, Toma 10, Zappatore 6 LIVORNO Rossi 8, Sirabella 26 MANTOVA Astolfi R. 1 MASSA-CARRARA Barzaghi 6, Bellegoni 12, Franzoni 6 MESSINA Arena 10, Borghi 4, Bruno 6, Castiglione 4, Cardullo 13, Chignella 4, De Lorenzo 4, Donato 4, Di Pastena 6, Felice 6, Lafauci 4, Mignani 19, Milazzo Savoca 4, Mungo 15, Negro 4, Proto 7, Sabato 6, Santoro 4, Sciliberto 4, Smedile 6, Tortorici 1, Villanti I. 4, Villanti S. 4 MILANO, MONZA-BRIANZA, LODI Antoniuzzi 4, Barbieri 4, Buelli 4, Centis 4, Comazzi 4, Dalla Chiara 12, De Blasiis 4, Di Maria 4, Di Martino 4, Ervas 4, Fasciani 9, Ficara 4, Finizio 4, Fiolini 4, Garavaglia 9, Gelsi 12, Giardino 4, Giraudo 4, Grosso 4, Guadalupi 4, Leone 4, Longo 4, Magni 16, Mastroianni 4, Maffioli Torriani 4, Marinaro 4, Masciocchi 4, Marco 4, Micheli 4, Navone 4, Panitteri 4, Panza 10, Perego 7, Piccinelli Cassata 4, Pirovano 4, Pugliese 4, Ruggiero 10, Sagramoso 4, Staino 4, Tamburello Careddu 28 NAPOLI Bova 9, Castiello 6, Ermione 4, Nappa 6, Riva 43, Romano 10, Sautto 21, Scala 6, Scotti 50 PADOVA Canino 4, De Palo 4, Dal Toso 4, Dori 4, Franceschini 4, Giustiniani 3, Grassi 4, Mattiello 4, Ortolan 4, Perazzin 4, Roman 4, Scimeca 4 PALERMO Abate 4, Aversano 4, Bono 4, Cravotta, D’Appolito 4, Galbo 4, Gentile 4, Giordano 4, GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 Magaglio 4, Marcianò 4, Navarra 4, Puleio 4, Puleo 4, Velardi 4 PARMA Alloggio 6, Carlevarini 4, Ferrari 6, Ingrosso 6 PAVIA Ceriani 13, Rivoira 10, Spinardi 4, Zaffino 4 PERUGIA Barlozzari 55, Paoluzi 9 PESCARA Febbo 25, Cipriani 1, Ruffier 30 PIACENZA Tizzoni 7 RAVENNA Bella 7 RIMINI Serafini 2, Ruzzier 8 ROMA Alicicco 8, Ametrano 29, Bastianelli 14, Bianchi 39, Bilotti 55, Buonfiglio 69, Jelencovic 19, Calandra 417, Caruso 82, Crisafulli 15, d’Atri 23, Deiana 59, De Nardo 84, Errico 29, Fantinel 45, Fatucci 28, Furlan 39, Garofalo 14, Goretti 31, La Longa Mancini 22, Landi Lauro 21, Luzi 21, Marini Dettina 12, Mastrosanti 449, Militano 68, Mobilia 4, Mottola 18, Murano 1, Murciano 8, Nicolosi 107, Oliveri 44, Persico 13, Pesce 56, Pignalosa 28, Porro Papa 287, Rovere 1, Russo F. 23, Russo S. 36, Saldicco 26, Savarese 50, Sciuto 20, Scuderi 41, Sinibaldi 253, Tripepi 4, Venditti 22, Rocchi 2, Stifano 2, Giovannini 1, Fefè 1, Monescalchi T. 30, Iannaccone 31, Covino 1, Mariani di Corneto 1, Ilardi 1, Santacesaria 1, Dongiovanni 1, Di Crosta 1, Duma 1, Di Tosto 7 SAVONA Marabello 17 SASSARI De Murtas 10, Dettori 6 SIRACUSA Atanasio 4 TARANTO Oliva 2 TERNI De Angelis 18 TORINO Anglesio 4, Berutti 4, Cacioli 4, Cardellini 4, Commisso 4, Cresta 4, Ferraris 4, Filippi 5, Genta 3, Lucchese 4, Lucia 4, Manfredini 4, Mollicone 4, Novo 4, Pigella 4, Riccini 4, Rossi 4, Settimini 4 TRAPANI D’Angelo 2 TREVISO Trentin 17 UDINE Pontelli 2 VARESE Berlinguer 6, Felotti C. 5, Felotti E. 5, Gallazzi 47, Giussani Gallazzi 27, Lubin Valentini 15, Pandolfi 10, Premoli 9 VENEZIA Scrascia 14 VERONA Braganza 4, Ricotti 4, Trevisan 4 VICENZA Benazzato 4, Lamonea 8, Ponza 4, Tura 13 FRANCIA Berod 6, Carrier-Dalbion 8, La Forest Divonne 6, Torbiero 11 SPAGNA Latorre Valero 6, Chaques 6 REPUBBLICA DI SAN MARINO Arfilli 4 Totale 5504 NOTE LIETE La Guardia d’Onore Ten. Col. Franco Ciaglia è stato promosso al grado di Colonnello. Sabato 27 aprile 2013, nel Duomo di Molfetta, il nob. avv. Angelo Gadaleta, ispettore dell’Istituto per l’Italia Meridionale ed Insulare e delegato per la Puglia degli Ordini Dinastici di Casa Savoia, si è sposato con la sig.na Cristina Buzzerio. Testimoni per lo sposo la m.sa dr.ssa Raffaella De Luca ed il capitano di vascello dr. Ugo d’Atri, presidente dell’Istituto. Presenti al matrimonio le Guardie d’Onore dr. Domenico Fata, ispettore per la Puglia, rag. Oronzo Cassa, delegato provinciale di Bari, sig. Franco GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 55 Magliocco, vice delegato provinciale di Bari, rag. Luigi Presicce, referente provinciale per le attività militari e referente per i comuni di Bitonto, Palo del Colle, Modugno e Giovinazzo, cav. Sergio Ragno, commissario del comune di Molfetta, Gaetano Minenna, Mariano Rubini e Leopoldo Deruvo. Messaggi augurali agli sposi sono giunti dalle LL. AA. RR. i Principi Vittorio Emanuele ed Emanuele Filiberto di Savoia. A Firenze è nato Emanuele Amedeo, figlio della Guardia d’Onore Avv. Stefano Dorigo. Lo scorso 6 maggio è nato Raffaele, primogenito della Guardia d’Onore di Alessandria Diego Benevento. Il 24 giugno 2012 la Guardia d’Onore scelta Silvio Scampoli si è unito in matrimonio con la signorina Graziella Di Fonzo nella chiesa di Santa Maria Maggiore di Vasto (CH). NECROLOGI BARBAGALLO Piero Luigi – Enna – iscritto n° 21517 dal 23 aprile 2010 LORITTO Luigi – Viadana (MN) – iscritto n° 13515 dal 23 maggio 1996 MASCIULLI Lorenzo – Alberobello (BA) – iscritto n° 14214 dal 24 gennaio 1998 MINGRAT Vittoria – Spinetta Marengo (AL) – iscritta n° 15443 dal 25 febbraio 2000 TORELLA Elio – Casavatore (NA) – iscritto n° 11608 dal 30 settembre 1989 TRALLI Adelino – Sondrio – iscritto n° 13553 dal 1° luglio 1996 VOLLO Claudio – Roma – iscritto n° 11163 dal 24 ottobre 1987 ZARRI Mauro – Sasso Marconi (BO) – iscritto n° 22134 dal 12 luglio 2011 56 GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 NUOVI ISCRITTI NUMERO COGNOME E NOME GRADO MILITARE PROFESSIONE CITTÀ NASC. 22.878 LOMBARDO Colombo Marco Ingegnere Malta 1964 22.880 PERRONE DI SELLIA Maurizio Imprenditore agricolo Catanzaro 1959 22.881 BERTONI Alberto Consulente aziendale Riolo Terme (RA) 1950 22.882 NOCERA Antonino Fabio Massimo Bancario Reggio Calabria 1963 22.883 MARRA Domenico Giuseppe Medico chirurgo Reggio Calabria 1957 22.884 SORBELLO Giuseppe Studente Giarre (CT) 1998 22.885 SMALDINI Giovanni Carabiniere Commerciante Catania 1973 22.886 BORRELLI Luigi Capo di Prima Classe NP Sottufficiale di Marina Sant'Anastasia (NA) 1973 22.887 MOTTOLA Mario Perito industriale capotecnico Setteville di Guidonia (RM) 1990 22.888 BAX Graziano Tecnico di telefonia Massafra (TA) 1992 22.889 SERRA Flavio Mauro Libero professionista Castell'Alfero (AT) 1981 22.890 MARZANO de MARINIS Marco Avvocato Roma 1973 22.891 ESPOSITO Antonio Sottufficiale dei Carabinieri San Felice a Cancello (CE) 1985 22.892 BAIETTA Roberto Imprenditore Mantova 1977 22.893 RANCATI Mario Medico chirurgo odontoiatra Mantova 1958 22.894 DORIGO Stefano Avvocato e docente universit. Firenze 1973 22.895 ILARDI Marco Pensionato Roma 1950 22.896 ILARDI Roberto Consigliere parlamentare Roma 1949 22.897 COTTI COMETTI Emilio Studente liceale Piamborno (BS) 1995 22.898 ENA Marco Soldato di sanità Artigiano Savona 1972 22.899 STUIVE Willem Sottotenente Imprenditore Bergen (Olanda) 1947 22.900 FUMAGALLI Andrea Maresciallo Sottufficiale dei Carabinieri Savona 1988 22.901 RUBINI Mariano Giovanni Farmacista Bitonto (BA) 1982 22.902 MILITANO Francesco Saverio Luogotenente Sottufficiale dei Carabinieri Montaquila (IS) 1965 22.903 ROVEDA Giovanni Sergente degli Alpini Pensionato Verbania-Pallanza (VB) 1945 22.904 LAURO Michele Appuntato scelto Graduato G. d. F. Messina 1971 22.905 DUMIN Stanislaw Capitano Genealogista Mosca (Russia) 1952 22.906 MINENNA Gaetano Caporal maggiore Pensionato Bitonto (BA) 1948 22.907 PALADINI Alessandro Impiegato Carmiano (LE) 1987 22.908 ISOLA Francesco Dottore commercialista Milano 1981 GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 Soldato Maresciallo Sottotenente medico 57 22.909 LUCIANO Gennaro 22.910 ABBADESSA Tommaso 22.911 Chieti 1950 Medico Bitonto (BA) 1948 DINOI Maria Teresa Odontoiatra Manduria (TA) 22.912 LOPRESTO Cosimo Dipendente N. A. T. O. Taranto 1967 22.913 PANTAFIO Antonio Catanzaro 1940 22.914 REZZOAGLI Gianluca Imprenditore Gazzano Schianno (VA) 1973 22.915 MERCADANTE Romana Avvocato Roma 22.916 MICHEROLI Antonio Ingegnere Como 1964 22.917 BELTRAMI Claudio Vigile del Fuoco Brescia 1958 22.918 D'ORAZIO Enzo Maresciallo capo Sottufficiale G. d. F. Alatri (FR) 1970 22.919 D'ORAZIO Lucio Appuntato scelto Graduato G. d. F. Alatri (FR) 1975 22.920 GORIA Carlo Alberto Pensionato San Paolo Solbrito (AT) 1945 22.921 DI ROCCO Giuseppe Sergente Maggiore alp. Sottufficiale Esercito Sulmona (AQ) 1974 22.922 NENNA Pasquale Autiere Agente procuratore Barletta (BT) 1963 22.923 CAFAGNA Benito Nicola Primo Maresciallo Segretario amministrativo Barletta (BT) 1967 22.924 MORIN-CARPENTIER Justin Portavoce e direttore media Gatineau (Canada) 22.925 MARAGLINO Vincenzo Pensionato Massafra (TA) 1951 22.926 CATUCCI Raffaele Educatore professionale Palagiano (TA) 1979 22.927 CAPONIO Giovanni Egidio Imprenditore Massafra (TA) 1967 22.928 ARENA Giovanni Bancario Rapallo (GE) 1964 22.929 GAGLIANO Concetta Pensionata Catania 22.930 GORRARA Jolanda Operatore turistico Varazze (SV) 22.931 SCARRONE Enrico Imprenditore Boissano (SV) 1968 22.932 GALLONE Marco Artigiano Savona 1961 22.933 GALLONE Matia Assistente bagnanti Savona 1991 22.934 RUSSO Giorgio Imprenditore Ir Rabat (Malta) 1969 22.935 CAMENZULI Ivan Consulente Mosta (Malta) 1975 22.936 FARRUGIA Vincent Segretario di dipartimento Valletta (Malta) 1965 22.937 SANTAERA Giancarlo Imprenditore Qormi (Malta) 1969 22.938 ZAMMIT Robert Silvio Imprenditore Valletta (Malta) 1968 22.939 BORSERINI Emanuele Gianluigi Seminarista Filetto (MS) 1986 22.940 CHIRIVÌ Giovanni Roma 1970 22.941 SEMENZATO Liana Funzionario commerciale Mirano (VE) 22.942 FILOMARINO Vincenzo Pensionato istituto bancario Taranto 1949 22.943 CARUCCIO Eusterio Graduato dei Carabinieri Novi Levia (SA) 1968 22.944 RUOCCO Gaetano Architetto Napoli 1958 22.945 LIVERZANI Giovanna Pilota Roma 22.946 GIULIANI Franco Ispettore Polizia di Stato Petritoli (FM) 22.947 MARCHESE Maria Paola Funzionario I. N. P. S. Savona 22.948 VIGNOLO Giovanna Impiegata comunale Pontinvrea (SV) 22.949 TORTAROLO Mauro Funzionario comunale Pontinvrea (SV) 58 Luogotenente Tenente dell'Aeronautica Imprenditore Sergente Appuntato scelto 1955 1952 GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 OGGETTISTICA Foulard Cravatta Sciarpa Cravatta Marinella Cravatta Marinella € 20,00 € 30,00 € 30,00 € 30,00 € 100,00 € 100,00 Distintivo G. d’O. Scelta Distintivo Ispettore Distintivo G. d’O. Scelta Ispettore Distintivo G. d’O. Medaglia al Merito di Servizio grande Medaglia al Merito di Servizio piccola € 20,00 € 20,00 € 20,00 € 10,00 € 50,00 € 30,00 Barrette di riconferma perla Medaglia al Merito di Servizio piccola Fregio in materiale plastico Calendario 2013 Calendario 2012 € 20,00 € 5,00 € 10,00 Fascia da Braccio Centenario morte V.E. II € 20,00 € 10,00 DISTINTIVI COMMEMORATIVI Trentennale Quarantennale Quarantennale morte R.E. morte V.E. III morte V.E. III € 30,00 € 30,00 Bandiera (in poliestere) € 20,00 Crest Targa € 35,00 € 20,00 Scudetto di stoffa Medaglia Regina Elena € 30,00 € 10,00 € 20,00 Fregio da basco CD AUDIO "Alle radici della millenaria Casa Savoia" Libro Adesivo tricolore Distintivo Ispettore riconfermato (più di una conferma) € 2,00 € 20,00 € 15,00 € 10,00 € 30,00 Sotto ciascun oggetto sono indicate le offerte minime per la cessione dei gadget sopraelencati. La cessione può essere effettuata soltanto ai soci. Gli oggetti sono disponibili presso l'Istituto; in caso di spedizione occorrerà aggiungere € 5 per le spese postali. Per verificare l’effettiva disponibilità dei singoli articoli, consultare la sezione “Oggettistica” del nostro sito internet www.guardiadonorealpantheon.it GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 59 60 GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013 LA PENNA NERA Sul cappello, sul cappello che noi portiamo c'è una lunga, c'è una lunga penna nera, che a noi serve, che a noi serve da bandiera su pei monti, su pei monti a guerreggiar. Oilalà! Su pei monti, su pei monti che noi saremo, pianteremo, pianteremo l'accampamento, brinderemo, brinderemo al reggimento, viva il Corpo, viva il Corpo degli Alpin! Oilalà! Su pei monti, su pei monti che noi saremo, coglieremo, coglieremo stelle alpine, per donarle, per donarle alle bambine farle pianger, farle pianger e sospirar. Oilalà! Farle pianger, farle pianger e sospirare nel pensare, nel pensare ai begli Alpini che tra ghiacci, che tra ghiacci e gli sdrucciolevoli scalini van sui monti, van sui monti a guerreggiar. Oilalà! Cartolina realizzata dalla Guardia d’Onore A. Bergamini (Como) L’adunata a Roma delle truppe coloniali per il 1° Anniversario della Fondazione dell’Impero. 9 Maggio 1936 - XIV 9 Maggio 1937 - XV