maggio / giugno 2013 - ISTITUTO NAZIONALE per la GUARDIA D

Transcript

maggio / giugno 2013 - ISTITUTO NAZIONALE per la GUARDIA D
GUARDIA D’ONORE
Registrazione del Tribunale di Roma n° 300/86 del 10/06/1986
C/0553/2011
Principe Eugenio von Savoy (1663-1736)
Trecentocinquant’anni dalla nascita, Der Edel Ritter
Salvò l’Europa cristiana dalla minaccia islamica
maggio / giugno 2013
3
SOMMARIO
pag.
MAGGIO
- GIUGNO 2013
Rivista bimestrale dell’Istituto
Nazionale per la Guardia d’Onore
alle Reali Tombe del Pantheon
Direzione:
00186 Roma - Via della Minerva, 20
Tel. 06.67.93.430
Fax. 06.69.92.54.84
Indirizzo Internet:
www.guardiadonorealpantheon.it
E-mail dell’Istituto:
[email protected]
Direttore Responsabile:
Ugo d’Atri
Dalla Presidenza
1
Quote sociali
4
Avvisi
5
Cariche sociali
6
Lo Statuto Albertino
10
La Giovane Guardia
18
Prossimi eventi
19
Cronaca delle Delegazioni
22
Cultura
41
Firme di omaggio alle Tombe Reali 53
Ore di Servizio di guardia 2012
53
Note liete
55
Necrologi
56
Nuovi iscritti
57
Oggettistica
59
Modulo di domanda di ammissione 60
Le lettere e gli articoli esprimono unicamente le opinioni
degli autori. Proprietà letteraria, artistica e scientifica
riservata. per le riproduzioni anche se parziali, è fatto
abbligo di chiederne preventiva autorizzazione, citarne
la fonte, inviando all’Istituto una copia.
Registrazione del Tribunale di Roma
n.° 300/86 del 10-06-1986
Spedizione in abbonamento postale
Del presente numero di 60 pagine sono state
stampate 4500 copie
Finito di stampare il 20 giugno 2013
Impaginazione e stampa: Co.Art s.r.l.
www.co-art.it
Prevista consegna alle poste il il 24 giugno 2013
SOMMARIO
La collaborazione del Direttore
e dei soci è da sempre gratuita e mai può assumere la
forma di lavoro dipendente
o di collaborazione autonoma perché incompatibile
con la natura volontaristica
dell’Istituto Nazionale per la
Guardia d’Onore alle reali
Tombe del Pantheon, di cui
la Rivista è organo.
Fermo quanto precede, la
direzione si riserva di ospitare, in attuazione all’art. 21
della Costituzione, interventi
anche di non soci a titolo
gratuito, riservandosi sempre e comunque il diritto di
apportare tagli e modifiche
ritenute necessarie.
Ogni collaborazione implica
accettazione integrale e senza
riserve di quanto precede.
Hanno collaborato a questo numero:
Francesco Atanasio
Riccardo Basile
Gianluigi Chiaserotti
Ugo d’Atri
Domenico Giglio
Ciro Romano
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
DALLA
PRESIDENZA
I SOLITI QUATTRO PASSI NEL TESSERAMENTO
Val d’Aosta
Piemonte
Liguria
Lombardia
Trentino-Alto
Adige
Veneto
Friuli-Venezia
Giulia
EmiliaRomagna
Toscana
Marche
Umbria
Lazio
Abruzzo
Molise
Campania
Basilicata
Puglia
Calabria
Sicilia
Sardegna
Estero
Totale
Iscritti al
31/12/2011
14
453
170
413
26
Iscritti al
1/1/2012
14
408
154
379
25
Nuove
iscrizioni 2012
5
29
16
42
-
Iscritti al
31/12/2012
19
442
170
420
27
Iscritti al
1/1/2013
16
382
149
386
25
222
93
203
90
27
10
238
100
214
92
195
173
22
203
181
194
82
43
595
143
23
249
13
445
157
473
113
301
4417
162
70
39
527
121
18
206
12
382
136
123
92
276
3910
24
6
1
58
14
1
27
2
66
9
38
5
21
424
190
77
42
603
139
19
242
14
458
150
458
103
309
4422
172
68
39
507
118
16
206
9
382
124
410
87
271
3862
Il calo fra il numero degli iscritti al 31 dicembre e il numero degli iscritti al 1° gennaio di ogni anno
è dovuto alle radiazioni per morosità, che vengono adottate ai sensi dell’art. 22 appunto al 31
dicembre nei confronti di coloro che non hanno versato la quota sociale annua da più di una anno.
Nel 2011 le radiazioni furono 507 a fronte di 500 nuove iscrizioni; nel 2012 sono state 560 contro
424 nuove iscrizioni.
L’aumento di coloro che non hanno rinnovato l’adesione all’Istituto e la diminuzione delle iscrizioni
si spiegano con le condizioni miserevoli in cui, in linea generale, è stata ridotta la maggioranza
degli Italiani.
Ne ringraziamo la casta, quale che sia il suo colore.
L’Istituto, come si legge in altra parte della rivista, ha incassato nel 2012 20.000 euro in meno
rispetto alle previsioni.
Il numero complessivo non si abbassa troppo per il recupero di un po’ di vecchi iscritti.
Nel quadro generale, bene Aosta, Asti, Savona, la Lombardia, il Veneto, l’Emilia-Romagna, cinque
province della Puglia e la Sicilia, male Torino, malgrado la presenza di un ottimo delegato, Firenze,
Roma, l’Abruzzo, la Campania, Brindisi, Reggio Calabria e la Sardegna settentrionale.
Diamoci da fare di più oppure, in altri casi, semplicemente, cominciamo a darci da fare.
Ugo d’Atri
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
1
Ho ritenuto di dover inviare ad alcuni delegati dell’Istituto la seguente lettera:
PROMULGAZIONE DI DECRETI DELLA
CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI
Nel pomeriggio di ieri, giovedì 2 maggio 2013, il
Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza privata Sua Eminenza Reverendissima il Signor Card.
Angelo
Amato,
S.D.B.,
Prefetto
della
Congregazione delle Cause dei Santi. Nel corso
2
dell’Udienza il Sommo Pontefice ha autorizzato la
Congregazione a promulgare i Decreti riguardanti:il miracolo, attribuito all'intercessione della
Venerabile Serva di Dio Maria Cristina di Savoia,
Regina delle due Sicilie; nata il 14 novembre 1812
a Cagliari (Italia) e morta il 31 gennaio 1836 a
Napoli (Italia)
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
ERRATA CORRIGE
Il Delegato provinciale di Pescara, Paride Febbo, era presente al consiglio generale dell’Istituto del
12/1/2013.
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
3
QUOTE
SOCIALI
AMMISSIONE ......................................................
50 Euro (senza fascia e cravatta/foulard)
..............................................................................
100 Euro (con fascia e cravatta/foulard)
RINNOVI ANNUALI ............................................
30 Euro
SOCI SOSTENITORI ............................................
50 Euro (fino a 100)
SOCI BENEMERITI .............................................
100 Euro (oppure oltre)
DIPLOMI DI GUARDIA D’ONORE, GUARDIA
D’ONORE SCELTA, MERITO DI SERVIZIO ........
50 Euro
SONO SOCI BENEMERITI LE GUARDIE
D’ONORE CHE HANNO VERSATO UNA QUOTA
DI ALMENO 100 EURO PER L’ANNO CORRENTE
Bertone Frank
Buccioni Antonio
Cardellini Claudio
Cirotti Vittorio
Cosnotti Luis Richard
Cotti Cometti Valter Luigi
Filimberti Marco
Frau Marcello
Giussani Gallazzi Adriana (250 euro)
Grandi Maria Luisa
Ierardi Eric
Lubin Valentini Giuseppina
Monti Bragadin Stefano Emanuele
Patrone Amalia (450 euro)
Saponaro Monti Bragadin Maria Raffaella
Vecchiarelli Corradino Ezio
NELL’ELENCO DEI SOCI SOSTENITORI
FIGURANO I NOMI DELLE GUARDIE
D’ONORE CHE HANNO VERSATO LA QUOTA
DI ALMENO 50 EURO PER L’ANNO CORRENTE
Amicarelli Scalisi Antonietta
Bernardinetti Luigi
Cafiero Gennaro
Cahn Elaine
4
I versamenti possono essere eseguiti sul
C.C.P. 59325001: INTESTATO A ISTITUTO
NAZIONALE PER LA GUARDIA D’ONORE
ALLE REALI TOMBE DEL PANTHEON
Le coordinate bancarie dell’Istituto sono le seguenti:
numero conto: 000000092139
IBAN (coordinate bancarie internazionali)
IT84R 05390 03201 000000092139
BIC: ARBAIT 33042
Banca Etruria, via Uffici del Vicario n°
45/48, 00186 Roma, tel 06/69768340
Cahn Harris
Cardinale Alfonso
Cardinale Gemma
Carlini Lorenzo
Casadei Alberto
Castellacci Riva Patrizia
Cipriano Anthony
Colitti Carotenuto Maria Rosaria
Cremonte Pastorello Alessandro
Crepaldi Luigi
d’Aquino Maurizio
De Andrea Paola
De Caro Salvatore
Di Cesare Calogero
Elliot Eric
Faroni Vanda
Interesse Giuseppe
Jannetta Nicoletta
Lauritano-Russo Domenico
Magni Marco
Moncalieri Morandi Maria Rosa
Pugliese Francesco
Rossi Massimo
Sabbatini Giovanni
Sangiorgi Basilio
Santoro Matteo
Scarlata Giuseppe Ascanio
Taglioretti Franco
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
AVVISI
VIAGGIO A VIENNA IN OCCASIONE DEL 350° ANNIVERSARIO DELLA NASCITA
DEL PRINCIPE EUGENIO DI SAVOIA: IL GRANDE COMANDANTE ITALIANO AL SERVIZIO
DEL SACRO ROMANO IMPERO (18 ottobre 1663)
Si informa che è in corso di preparazione un viaggio a Vienna per il periodo compreso tra il 17 e il 20
ottobre p. v. per onorare la memoria del Principe Eugenio di Savoia nel 350° anniversario della nascita.
Per informazioni su programma, costi, modalità e termini di prenotazione prendere contatto con la
Guardia d’Onore dott. Armando Pietroni (3275904924) ovvero con la Segreteria della Presidenza
dell’Istituto (066793430)
In caso di mancata consegna da parte delle Poste, si può presentare il seguente reclamo:
Data…
Spett. Direzione
dell’Ufficio Postale
di …
Oggetto: RECLAMO per mancata consegna di Posta
Il sottoscritto…………………………………………………. nato a………………..
il………………. residente in…………………….. Via.......................................................
cap..………. denuncia la ripetuta mancata consegna del bimestrale “Guardia d’Onore” che
gli viene regolarmente inviato da Roma.
Chiede che vengano effettuati i necessari controlli ed individuato il responsabile, onde
permettere al sottoscritto di continuare a ricevere detto bimestrale per il cui recapito viene
regolarmente pagato il corrispettivo alle Poste.
In attesa di conoscere l’esito del presente reclamo, invia distinti saluti.
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
5
CARICHE
SOCIALI
PRESIDENTE
Cap. Vasc. Dr.
Ugo
d’Atri
CONSULTORI
Avv.
Pierfrancesco
del Mercato
Dr.
Stefano
Di Martino
Nob. Avv.
Alfonso
Marini Dettina
Avv.
Pierfrancesco
del Mercato
Avv.
Giovanni
Tomaino
Avv.
Carlo
Morganti
Dr.
Giovanni
De Pasquale
Dr.ssa
Clelia
Antonelli
Dr.
Armando
Pietroni
Dr.
Francesco
Alicicco
Sig.
Giovanni
Falcioni
Europa
Avv.
Mario
Bruno
Americhe
Nob. Dr.
Agostino
Mattoli
ITALIA SETTENTRIONALE
Prof.
Stefano Emanuele
Monti Bragadin
ITALIA CENTRALE
Dr.
Walter
Pellegrino
ITALIA MERIDIONALE
Avv.
Angelo
Gadaleta
Piemonte
On.
Riccardo
Garosci
Liguria
Dr.
Giacomo
Zoppi di Zolasco
Lombardia
Dr.
Eugenio
Longo
Trentino – Alto Adige
Dr.
Claudio
Bertrand
Veneto
Gen. B.
Pietro
Grassi
Friuli Venezia Giulia
Gen. B.
Riccardo
Basile
Emilia Romagna
Dr.
Dionigi
Ruggeri
Toscana
Prof. Dr.
Giovanni
Duvina
Marche
Cav.
Vladimiro
Gatti
Umbria
Ten. Col. Dr.
Stefano
Barlozzari
Lazio
Dr.
Aldo
Quadrani
Abruzzo
Sig.
Christophe
Ruffier
COMM. DI DISCIPLINA
REVISORI DEI CONTI
Supplenti
ISPETTORI
6
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
Molise
Dr.
Christian
del Pinto
Campania
Duca Dr.
Giannandrea
Lombardo di Cumia
Puglia
Dr.
Domenico
Fata
Basilicata
Sig.
Stefano
Dragonetti
Calabria
Avv.
Giuseppe
Palaja
Sicilia
Dr.
Pietro
Suriano
Sardegna
Avv.
Marcello
Frau
Rapporti con le autorità
religiose
Mons.
Francesco
Millimaci
Cerimoniale liturgico
Cav.
Alberto
Di Maria
Cultura e Giovane Guardia
Prof. Dr.
Ciro
Romano
Sepoltura al Pantheon
dei Sovrani
Dr.
Paolo
Arfilli
Rapporti con la Famiglia Reale
Dr.
Federico
Pizzi
Rapporti con gli Ordini
Cavallereschi
Rapporti con
l’associazionismo
Nob. Cap. Dr.
Pierfelice
degli Uberti
Nob. Dr.
Antonino
Lazzarino de Lorenzo
Rapporti con l’A. I. C. O. D. S.
Nob. C. Gr. Cr.
Sandro
Pierato
Studi storico-militari
Dr.
Teodoro
Monescalchi
Rapporti con le Associazioni
Patriottiche
Ten. Col.
Carlo Cetteo
Cipriani
Cerimonie militari
Cap.
Massimiliano
Gottardi
Rapporti con gli organi d’informazione
Cav.
Fabrizio
Marabello
Aosta
Lgt.
Paolo
Morale
Torino
Prof. Dott.
Claudio
Cardellini
Alessandria
Sig.ra
Paola
De Andrea
Cuneo
Cav. Uff.
Pietro
Bruno
Verbania - Cusio - Ossola
M.llo
Vincenzo
Pironi
Biella
Cav.
Renato
Conzon
Asti
Comm.
Giovanni
Triberti
Novara
Cav.
Marco
Lovison
Genova
Prof.ssa
Raffaella
Saponaro
Monti Bragadin
La Spezia
Dr.
Riccardo
Balzarotti
Imperia
Sig.
Pietro T.
Chersola
Savona
Sig.
Lorenzo
Pastorino
Milano
Cav. Uff.
Luigi
Mastroianni
Como
Dr.
Gaetano
Pichierri
Pavia
Cap. Vasc. Ing.
Giosuè
Allegrini
Varese
Nob. Avv.
Marco
Filimberti
DELEGATI
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
7
Brescia
Dr.
Walter Luigi
Cotti Cometti
Bergamo
Sig.
Claudio Mario
Bressani
Mantova
Cav. Dott.
Nicola
Venturelli
Padova
Gen. D.
Roberto
Giacalone
Venezia
Sig.
Gennaro
Belladonna
Verona
M.llo Cav. Dr.
Roberto
de Razza Planelli
Rovigo
Cav. Uff.
Luciano
Garbin
Vicenza
Sig.
Santo Giuseppe
Ponza
Trieste
Gen.
Riccardo
Basile
Udine (commissario)
Cav.
Enrico
Pontelli
Pordenone
S. Ten.
Franco
Sciarrino
Bologna
Dr.
Giampiero
Alberti
Ravenna
Avv.
Claudio
Angeli
Modena
Cav.
Massimo
Nardi
Rimini
M.llo
Gianni
Ruzzier
Parma
Nob. Dr.
Umberto
Carlevarini
Piacenza
Prof.
Daniele
Tizzoni
Forlì - Cesena
Cav. Rag.
Giancarlo
Flamigni
Ancona
Sig.
Giancarlo
Aiudi
Macerata
Sig.ra
Leida
Luciani
Perugia
Dr.
Enrico
Ardissone
Terni
Cap.
Mauro
De Angelis
Arezzo
Sig.ra
Maria Isolina
Forconi
Firenze
Dr.
Pietro
Belli
Massa Carrara
Dr.
Umberto
Barzaghi
Pisa
Cav.
Umberto
Moschini
Livorno
Cap.
Andrea
Sirabella
Lucca
Sig.
Amerigo
De Cesari
Grosseto
Dr.
Corrado
Giusti
Roma
Col. Pil.
Paolo
Caruso
Rieti
Dr.
Luigi
Bernardinetti
Viterbo
Prof.
Pier Ferdinando
Petri
Frosinone
Sig.
Marcantonio
Pasin
Latina
M.llo Ing.
Nello
Soldà
Pescara
Cav.
Paride
Febbo
Chieti
Avv.
Fabio
Rispoli
8
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
L’Aquila
Cav.
Giuseppe
Del Zoppo
Campobasso – Isernia
Dr.
Lorenzo
Orrino
Napoli
Co. Avv.
Gerardo Mariano
Rocco di Torrepadula
Avellino
Dr.
Augusto
Genovese
Caserta
Prof.
Aldo
Anzevino
Salerno
Gen. C. d’A.
Antonio
D’Errico
Benevento
Prof. Ing.
Pasquale
Mongillo
Bari
Rag.
Oronzo
Cassa
Barletta-Andria-Trani
Dr.
Ruggiero
Piazzolla
Foggia
Avv.
Anna Maria
De Tullio
Brindisi
Gen. B.
Salvatore
Chiriatti
Taranto
Gen. B.
Francesco
Calò
Lecce
M.llo
Luigi
Mazza
Reggio Calabria
Nob. Dott.
Candido
Francica di Panaya
Catanzaro
Avv.
Antonio
Palaja di Tocco
Cosenza
Dr.
Ciro
Bacci
Crotone
Avv.
Francesco
Cavallaro
Vibo Valentia
M.llo
Gennaro
Bonaventura
Catania
Avv.
Maria
Lapis
Palermo
M.llo Cav.
Francesco
D’Appolito
Siracusa
Rag.
Ivan
Grancagnolo
Messina
Cav. Rag.
Matteo
Santoro
Agrigento
Sig.
Pino
Iacona
Ragusa
Ten. Col.
Vincenzo
Piccitto
Trapani
Cav.
Vincenzo
D’Angelo
Enna
Ins.
Giuseppe
Restifo
Caltanissetta
Prof.
Vincenzo
Falzone
Cagliari
Cav.
Rafaello
Saba
Sassari
Dr.
Mario
Marinaro
Australia
Cav.
Salvatore
Staglianò
Brasile
Co. Ing.
William
Marmonti
Canada-Ontario
Cav.
Mario
Gentile
Canada-Québec
Co. Magg.
Andrea Maria
Coda di San Grato
Svizzera
Dr.
Enrico
Giuliano di Sant’Andrea
Francia
Cav.
Gilles
Carrier-Dalbion
Gran Bretagna
Dr.
Gianni
Donfrancesco
Stati Uniti d’America
Prof.
Eric
Ierardi
Malta
Dr. Ing.
Colombo Marco
Lombardo
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
9
LO STATUTO
ALBERTINO
CARLO ALBERTO
PER LA GRAZIA DI DIO RE DI SARDEGNA DI CIPRO E DI GERUSALEMME
DUCA DI SAVOIA DI GENOVA, ECC. ECC. ECC.
PRINCIPE DI PIEMONTE, ECC. ECC.
Con lealtà di Re, con affetto di Padre noi veniamo oggi a compiere quanto avevamo annunziato ai nostri
amatissimi sudditi col nostro proclama dell’8 dell’ultimo scorso febbraio, con cui abbiamo voluto dimostrare, in mezzo agli eventi straordinari che circondavano il paese, come la nostra confidenza in loro crescesse colla gravità delle circostanze, e come, prendendo unicamente consiglio dagli impulsi del nostro
cuore, fosse ferma nostra intenzione di confermare le loro sorti alla ragione dei tempi, agli interessi ed alla
dignità della Nazione.
Considerando noi le larghe e forti istituzioni rappresentative contenute nel presente Statuto fondamentale,
come un mezzo il più sicuro di raddoppiare coi vincoli d’indissolubile affetto che stringono all’Itala Nostra
Corona un popolo, che tante prove ci ha dato di fede, di ubbidienza e di amore, abbiamo determinato di
sancirlo e promulgarlo, nella fiducia che Iddio benedirà le pure nostre intenzioni, e che la Nazione, libera,
forte e felice, si mostrerà sempre più degna dell’antica fama, e saprà meritarsi un glorioso avvenire.
Perciò, di nostra certa scienza, Regia Autorità, avuto il parere del nostro Consiglio, abbiamo ordinato ed ordiniamo, in forza di Statuto e Legge Fondamentale, perpetua ed irrevocabile della
Monarchia, quanto segue:
Art. 1.
La Religione Cattolica, Apostolica e Romana, è la sola Religione dello Stato. Gli altri culti ora esistenti
sono tollerati conformemente alle leggi.
Art. 2.
Lo Stato è retto da un governo monarchico rappresentativo. Il Trono è ereditario secondo la legge salica.
Art. 3.
Il potere legislativo sarà collettivamente esercitato dal Re e da due Camere: il Senato e quella dei deputati.
Art. 4.
La persona del Re è sacra ed inviolabile.
Art. 5.
Al Re solo appartiene il potere esecutivo. Egli è il Capo Supremo dello Stato; comanda tutte le forze di
terra e di mare; dichiara la guerra; fa i trattati di pace, d’alleanza, di commercio ed altri, dandone notizia
alle Camere tosto che l’interesse e la sicurezza dello Stato il permettano, ed unendovi le comunicazioni
opportune. I trattati che importassero un onere alle finanze o variazione di territorio dello Stato, non
avranno effetto se non dopo aver ottenuto l’assenso delle Camere.
Art. 6.
Il Re nomina a tutte le cariche dello Stato, e fa i Decreti e i regolamenti necessari per la esecuzione delle
10
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
Leggi senza sospenderne l’osservanza o dispensarne.
Art. 7.
Il Re solo sanziona le leggi e le promulga.
Art. 8.
Il Re può far grazia e commutare le pene.
Art. 9.
Il Re convoca in ogni anno le due Camere; può prorogarne le sessioni e disciogliere quella dei Deputati:
ma in questo ultimo caso ne convoca un’altra nel termine di 4 mesi.
Art. 10.
La proposizione delle Leggi apparterrà al Re ed a ciascuna delle due Camere. Però ogni Legge d’imposizione di tributi o di approvazione dei bilanci e dei conti dello Stato, sarà presentata prima alla Camera
dei Deputati.
Art. 11.
Il Re è maggiore a 18 anni compiti.
Art. 12.
Durante la minorità del Re il Principe suo più prossimo parente nell’ordine della successione al Trono sarà
reggente del Regno se ha compiuto gli anni ventuno.
Art. 13.
Se, per la minorità del principe chiamato alla Reggenza, questa è devoluta ad un parente più lontano, il
Reggente che sarà entrato in esercizio conserverà la Reggenza fino alla maggiorità del Re.
Art. 14.
In mancanza di parenti maschi la Reggenza apparterrà alla Regina Madre.
Art. 15.
Se manca anche la Madre, le Camere convocate fra dieci giorni dai ministri nomineranno il Reggente.
Art. 16.
Le disposizioni precedenti relative alla Reggenza sono applicabili al caso in cui il Re maggiore si trovi nella
fisica impossibilità di regnare. Però se l’erede presuntivo del Trono ha compiuto diciotto anni egli sarà in
tal caso di pien diritto il Reggente.
Art. 17.
La Regina Madre è tutrice del Re finché egli abbia compiuto l’età di sette anni; da questo punto la tutela
passa al Reggente.
Art. 18.
I diritti spettanti alla podestà civile in materia beneficiaria, o concernenti alla esecuzione delle provvisioni
di ogni natura provenienti dall’estero, saranno esercitati dal Re.
Art. 19.
La dotazione della Corona è conservata, durante il regno attuale, quale risulterà dalla media degli ultimi
dieci anni. Il Re continuerà ad avere l’uso dei Reali palazzi, ville, giardini e dipendenze, non che di tutti
indistintamente i beni mobili spettanti alla Corona, di cui sarà fatto inventario a diligenza di un ministro
responsabile. Per l’avvenire la dotazione predetta verrà stabilita per la durata di ogni Regno, dalla prima
legislatura dopo l’avvenimento del Re al Trono.
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
11
Art. 20.
Oltre i beni che il Re attualmente possiede in proprio, formeranno il privato suo patrimonio ancora quelli che
potesse in seguito acquistare a titolo oneroso o gratuito, durante il suo regno. Il Re può disporre del suo patrimonio privato sia per atti tra vivi, sia per testamento, senza essere tenuto alle regole delle leggi civili che limitano la quantità disponibile. Nel rimanente il patrimonio del Re è soggetto alle leggi che reggono la proprietà.
Art. 21.
Sarà provveduto per legge ad un assegnamento annuo del Principe ereditario giunto alla maggiorità, od
anche prima in occasione di matrimonio; all’appannaggio dei Principi della Famiglia e del sangue Reale,
nelle condizioni predette, alle doti delle Principesse ed al vedovario delle Regine.
Art. 22.
Il Re, salendo al Trono, presta, in presenza delle Camere riunite, il giuramento di osservare lealmente il
presente Statuto.
Art. 23.
Il Reggente, prima di entrare in funzioni, presta il giuramento di essere fedele al Re e di osservare lealmente lo Statuto e le leggi dello Stato.
DEI DIRITTI E DEI DOVERI DEI CITTADINI
Art. 24.
Tutti i regnicoli, qualunque sia il loro titolo o grado, sono eguali dinanzi alla legge. Tutti godono egualmente
i diritti civili e politici, e sono ammessibili alle cariche civili e militari, salve le eccezioni determinate dalle leggi.
Art. 25.
Essi contribuiscono indistintamente, nella proporzione dei loro averi, ai carichi dello Stato.
Art. 26.
La libertà individuale è guarentita. Niuno può essere arrestato o tradotto in giudizio, se non nei casi previsti dalla legge e nelle forme che essa prescrive.
Art. 27.
Il domicilio è inviolabile, niuna visita domiciliare può aver luogo se non in forza della legge e nelle forme
che essa prescrive.
Art. 28.
La stampa sarà libera, ma una legge ne reprime gli abusi.
Tuttavia le bibbie, i catechismi, i libri liturgici e di preghiere non potranno essere stampati senza il preventivo permesso del vescovo.
Art. 29.
Tutte le proprietà, senza alcuna eccezione, sono inviolabili. Tuttavia, quando l’interesse pubblico legalmente accertato lo esiga, si può essere tenuti a cederle in tutto od in parte mediante una giusta indennità
conformemente alle leggi.
Art. 30.
Nessun tributo può essere imposto o riscosso se non è stato consentito dalle Camere e sanzionato dal Re.
Art. 31.
Il Debito pubblico è guarentito. Ogni impegno dello Stato verso i suoi creditori è inviolabile.
Art. 32.
È riconosciuto il diritto di adunarsi pacificamente e senza armi, uniformandosi alle leggi che possono regolarne l’esercizio nell’interesse della cosa pubblica. Questa disposizione non è applicabile
12
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
alle adunanze in luoghi pubblici o aperti al pubblico, i quali rimangono intieramente soggetti alle
leggi di polizia.
DEL SENATO
Art. 33.
Il Senato è composto di membri nominati a vita dal Re, in numero non limitato, aventi l’età di quarant’anni compiuti, e scelti nelle categorie seguenti:
1° Gli arcivescovi e vescovi dello Stato;
2° Il presidente della Camera dei deputati;
3° I deputati dopo tre legislature e sei anni d’esercizio;
4° I ministri di Stato;
5° I ministri segretari di Stato;
6° Gli ambasciatori;
7° Gli inviati straordinari, dopo tre anni di tali funzioni;
8° I primi presidenti e presidenti del Magistrato di Cassazione e della Camera dei Conti;
9° I primi presidenti del Magistrato d’appello;
10. L’avvocato generale presso il Magistrato di Cassazione ed il procuratore generale dopo cinque anni di
funzioni;
11. I presidenti di classe dei Magistrati d’Appello dopo tre anni di funzioni;
12. I consiglieri del Magistrato di Cassazione e della Camera dei conti con cinque anni di funzioni;
13. Gli avvocati generali, o fiscali generali presso i Magistrati d’Appello dopo cinque anni di funzioni;
14. Gli ufficiali generali di terra e di mare. Tuttavia i maggiori generali ed i contr’ammiragli dovranno
avere da cinque anni quel grado in attività;
15. I consiglieri di Stato dopo cinque anni di funzioni;
16. I membri dei Consigli di divisione, dopo tre elezioni alla loro presidenza;
17. Gli intendenti generali, dopo sette anni d’esercizio;
18. I membri della Regia Accademia delle Scienze, dopo sette anni di nomina;
19. I membri ordinari del Consiglio superiore d’istruzione pubblica, dopo sette anni di esercizio;
20. Coloro che con servizio e meriti eminenti, avranno illustrata la patria;
21. Le persone che da tre anni pagano tre mila lire d’imposizione diretta, in ragione dei loro beni o della
loro industria.
Art. 34.
I Principi della famiglia Reale fanno di pien diritto parte del Senato. Essi seggono immediatamente dopo
il presidente. Entrano in Senato a ventun anno, ed hanno voto a venticinque.
Art. 35.
Il Presidente e i Vice-Presidenti del Senato sono nominati dal Re. Il Senato nomina nel proprio seno i suoi Segretari.
Art. 36.
Il Senato è costituito in Alta Corte di Giustizia con Decreto del Re, per giudicare dei crimini di alto tradimento e di attentato alla sicurezza dello Stato, e per giudicare i Ministri accusati dalla Camera dei
Deputati. In questi casi il Senato non è Corpo Politico. Esso non può occuparsi se non degli affari giudiziari per cui fu convocato, sotto pena di nullità.
Art. 37.
Fuori del caso di flagrante delitto, niun Senatore può essere arrestato, se non in forza di un ordine del
Senato. Esso è solo competente per giudicare dei reati imputati ai suoi Membri.
Art. 38.
Gli atti coi quali si accertano legalmente le nascite, i matrimoni e le morti dei Membri della Famiglia Reale
sono presentati al Senato, che ne ordina il deposito nei suoi Archivi.
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
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DELLA CAMERA DEI DEPUTATI
Art. 39.
La Camera elettiva è composta di Deputati scelti dai Collegi elettorali conformemente alla Legge.
Art. 40.
Nessun deputato può essere ammesso alla Camera se non è suddito del Re, non ha compiuto l’età di
trent’anni, non gode i diritti civili e politici e non riunisce in sè gli altri requisiti voluti dalla legge.
Art. 41.
I Deputati rappresentano la nazione in generale e non le sole provincie in cui furono eletti. Nessun mandato imperativo può loro darsi dagli elettori.
Art. 42.
I deputati sono eletti per cinque anni; il loro mandato cessa di pien diritto alla spirazione di questo
termine.
Art. 43.
Il Presidente, i Vice-Presidenti, i Segretari della Camera dei Deputati sono da essa stessa nominati nel proprio seno al principio di ogni sessione per tutta la sua durata.
Art. 44.
Se un deputato cessa, per qualunque motivo, dalle sue funzioni, il Collegio che lo aveva eletto sarà tosto
convocato per fare una nuova elezione.
Art. 45.
Nessun Deputato può essere arrestato, fuori del caso di flagrante delitto, nel tempo della sessione, né tradotto in giudizio in materia criminale, senza il previo consenso della Camera.
Art. 46.
Non può eseguirsi alcun mandato di cattura per debiti contro un deputato durante la sessione della
Camera, come pure nelle tre settimane precedenti o susseguenti alla medesima.
Art. 47.
La Camera dei Deputati ha il diritto di accusare i Ministri del Re e di tradurli dinanzi all’Alta Corte di
Giustizia.
DISPOSIZIONI COMUNI ALLE DUE CAMERE
Art. 48.
Le sessioni del Senato e della Camera dei Deputati cominciano e finiscono nello stesso tempo. Ogni riunione di una Camera fuori di tempo della sessione dell’altra è illegale, e gli atti ne sono intieramente nulli.
Art. 49.
I Senatori e i Deputati, prima di essere ammessi all’esercizio delle loro funzioni, prestano giuramento di
essere fedeli al Re, di osservare lealmente lo Statuto e le leggi dello Stato e di esercitare le loro funzioni
col solo scopo del bene inseparabile del Re e della patria.
Art. 50.
Le funzioni di Senatore e di Deputato non danno luogo ad alcuna indennità. [p. 12]
Art. 51.
I Senatori e i Deputati non sono sindacabili per ragione delle opinioni da loro emesse e dei voti dati nelle
Camere.
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GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
Art. 52.
Le sedute delle Camere sono pubbliche. Ma quando dieci membri ne facciano per iscritto la domanda, esse
possono deliberare in segreto.
Art. 53.
Le sedute e le deliberazioni delle Camere non sono legali nè valide, se la maggiorità assoluta dei loro membri non è presente.
Art. 54.
Le deliberazioni non possono essere prese se non alla maggiorità di voti.
Art. 55.
Ogni proposta di legge debb’essere dapprima esaminata dalle Giunte, che saranno da ciascuna Camera
nominate per i lavori preparatorii. Discussa ed approvata da una Camera, la proposta sarà trasmessa
all’altra per la discussione ed approvazione, e poi presentata alla sanzione del Re. Le discussioni si faranno
articolo per articolo.
Art. 56.
Se un progetto di Legge è stato rigettato da uno dei tre poteri legislativi, non potrà più essere riprodotto
nella stessa sessione.
Art. 57.
Ognuno che sia maggiore d’età ha diritto di mandare petizioni alle Camere, le quali debbono farle esaminare da una Giunta, e dopo la relazione della medesima, deliberare se debbano essere prese in considerazione, ed in caso affermativo mandarsi al Ministro competente, o depositarsi negli uffici per gli opportuni
riguardi.
Art. 58.
Nessuna petizione può essere presentata personalmente alle Camere. Le autorità costituite hanno sole il
diritto di indirizzare petizioni in nome collettivo.
Art. 59.
Le Camere non possono ricevere alcuna Deputazione, nè sentire altri fuori dei proprii Membri, dei Ministri
e dei Commissari del Governo.
Art. 60.
Ognuna delle Camere è sola competente per giudicare della validità dei titoli d’ammessione dei proprii
membri.
Art. 61.
Così il Senato, come la Camera dei Deputati, determina, per mezzo di un suo regolamento interno, il modo
secondo il quale abbia ad esercitare le proprie attribuzioni.
Art. 62.
La lingua italiana è la lingua ufficiale delle Camere. È però facoltativo di servirsi della francese ai Membri
che appartengono ai paesi in cui questa è in uso, od in risposta ai medesimi.
Art. 63.
Le votazioni si fanno per alzata e seduta, per divisione e per squittinio segreto. Quest’ultimo mezzo sarà
sempre impiegato per la votazione del complesso di una legge e per ciò che concerne il personale.
Art. 64.
Nessuno può essere ad un tempo Senatore e Deputato.
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
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DEI MINISTRI
Art. 65.
Il Re nomina e revoca i suoi Ministri.
Art. 66.
I Ministri non hanno voto deliberativo nell’una o nell’altra Camera, se non quando ne sono Membri. Essi
vi hanno sempre l’ingresso, e debbono essere sentiti semprechè lo richieggano.
Art. 67.
I Ministri sono risponsabili. Le Leggi e gli atti del Governo non hanno vigore se non sono muniti della
firma di un Ministro.
DELL’ORDINE GIUDIZIARIO
Art. 68.
La giustizia emana dal Re, ed è amministrata in suo nome dai Giudici che egli istituisce.
Art. 69.
I Giudici nominati dal Re, ad eccezione di quelli di mandamento, sono inamovibili dopo tre anni di esercizio.
Art. 70.
I Magistrati, Tribunali e Giudici attualmente esistenti sono conservati. Non si potrà derogare all’organizzazione giudiziaria se non in forza di una legge.
Art. 71.
Niuno può essere distolto dai suoi giudici naturali. Non potranno perciò essere creati Tribunali o
Commissioni straordinari.
Art. 72.
Le udienze dei Tribunali in materia civile i dibattimenti in materia criminale saranno pubblici conformemente alle leggi.
Art. 73.
Le interpretazioni delle Leggi in modo per tutti obbligatorio spetta esclusivamente al potere legislativo.
DISPOSIZIONI GENERALI
Art. 74.
Le istituzioni comunali e provinciali e la circoscrizione dei comuni e delle provincie sono regolate dalla
Legge.
Art. 75.
La leva militare è regolata dalla legge.
Art. 76.
È istituita una Milizia comunale sovra basi fissate dalla Legge.
Art. 77.
Lo Stato conserva la sua bandiera, e la coccarda azzurra è la sola nazionale.
Art. 78.
Gli Ordini cavallereschi ora esistenti sono mantenuti con le loro dotazioni. Queste non possono essere
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GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
impiegate in altro uso fuorché in quello prefisso dalla propria istituzione. Il Re può creare gli Ordini e prescriverne gli Statuti.
Art. 79.
I titoli di nobiltà sono mantenuti a coloro che vi hanno diritto. Il Re può conferirne dei nuovi.
Art. 80.
Niuno può ricevere decorazioni, titoli o pensioni da una potenza estera, senza l’autorizzazione del Re.
Art. 81.
Ogni legge contraria al presente Statuto è abrogata.
DISPOSIZIONI TRANSITORIE
Art. 82.
Il presente Statuto avrà il pieno suo effetto dal giorno della prima riunione delle due Camere, la quale avrà
luogo appena compiute le elezioni. Fino a quel punto sarà provveduto al pubblico servizio con sovrane
disposizioni secondo i modi e le forme sin qui seguite, ommesse tuttavia le interinazioni e registrazioni dei
Magistrati, che sono fin d’ora abolite.
Art. 83.
Per l’esecuzione del presente Statuto il Re si riserva di fare Leggi sulla Stampa, sulle Elezioni, sulla Milizia
Comunale e sul riordinamento del Consiglio di Stato. Sino alla pubblicazione della Legge sulla Stampa
rimarranno in vigore gli ordini vigenti a quella relativi.
Art. 84.
I Ministri sono incaricati e responsabili della esecuzione e della piena osservanza delle presenti disposizioni
transitorie.
Dato a Torino addì quattro del mese di marzo l’anno del Signore mille ottocento quarantotto e del regno
nostro il decimo ottavo.
CARLO ALBERTO
Il Ministro e primo Segretario di Stato per gli affari dell’Interno, Borelli.
Il primo Segretario di Stato per gli affari Ecclesiastici, di Grazia e Giustizia, dirigente la Gran Cancelleria,
Avet.
Il primo Segretario di Stato per gli affari di Finanze, Di Revel.
Il primo Segretario di Stato dei Lavori Pubblici, dell’Agricoltura e del Commercio, Des Ambrois.
Il primo Segretario di Stato per gli Affari Esteri, E. Di San Marzano.
Il primo Segretario di Stato per gli affari di Guerra e Marina, Broglia.
Il primo Segretario di Stato per la Pubblica Istruzione, C. Alfieri.
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
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LA GIOVANE
GUARDIA
Alle Giovani Guardie
Carissimi tutti della Giovane Guardia,
come qualcuno di voi saprà il Presidente d’Atri, nel rinnovare le nomine degli Ispettori Nazionali del
Nostro Istituto, ha inteso confermarmi Ispettore alla Cultura e conferirmi anche l’incarico di Ispettore alla
Giovane Guardia. Non vi nascondo l’imbarazzo di questa duplicazione delle mie competenze: questo perché già sono consapevole di non adempiere bene all’incarico “culturale” ma ancor di più temo per l’incarico “giovanile”. Succedo al caro Federico Pizzi, che saluto e ringrazio, che ha guidato questa competenza
fino al mio subentro.
Prima di tutto, carissimi, permettermi di presentarmi. Sono Ciro Romano, classe 1982, Professore
Aggregato presso l’Università “Federico II” di Napoli; dal 2005 sono Guardia d’Onore al Pantheon e da
allora non ne sono uscito più (sebbene momenti di acque agitatissime ne siano passati). Purtroppo lo scorso incontro delle Giovani Guardie di ottobre 2012 sono stato assente, ero in Finlandia per i miei impegni
universitari lì e lo scorso Gennaio 2013, con rammarico, non ho presenziato agli eventi del nostro Istituto
perché ho dovuto prendere parte ad un convegno sul 900° anniversario della fondazione della Diocesi di
Caserta come relatore.
Dunque, alcuni di voi -forse- mi conosceranno, ma altri non ancora e questo anche per mia colpa: ma
ognuno di noi è preso anche dalla vita in costruzione per il nostro futuro.
Carissimi sono consapevole che il nostro mondo monarchico è affetto da divisioni e da “pattacchismi”
(consentitemi il termine) ma noi, che siamo giovani, dobbiamo guardare oltre: guardare oltre l’appartenenza a questa o quella sigla monarchia, oltre l’afferenza “dinastica”, oltre la spasmodica ricerca di onori,
onorificenze, e patacche varie. Noi, Giovani Guardie, dobbiamo guardare al futuro e tenere alto, e saldo,
l’ideale che soggiace alla nostra appartenenza al sodalizio delle Guardie d’Onore, cioè l’ideale patrio:
l’Italia prima e nonostante tutto!
Evitiamo quindi di essere, o sembrare, dei nostalgici di tempi che non ci sono più, e che oggettivamente
non potranno esser più; evitiamo di arrovellarci su inutili dispute dinastiche (ognuno tenga ben salda la
propria idea, ma senza farne motivo di divisione e litigiosità), evitiamo di dividerci tra noi. Se siamo divisi
tutto è perso ed è inutile; uniti andiamo avanti. Le identità ed i carismi specifici anziché esser motivo di
divisione e di rincorsa all’affermazione egoistica e personale, siano motivi di ricchezza reciproca e per il
nostro Istituto.
Cari Ragazzi, che la nostra storia patria e risorgimentale sia lo strumento per aprirci al decadente mondo
contemporaneo, dimostrando che i nostri ideali, che vengono da lontano, sono l’unica attuale risposta
all’assenza di punti di riferimento. Divulghiamo, agiamo, facciamo ciò che può ridestare nelle coscienze
ideali patri e risorgimentali, anche ristabilendo la verità storica sulla Monarchia e sulla Dinastia Sabauda
senza contrapposizioni inutili ed antistoriche.
Ragazzi cari nelle mie intenzioni ci sono alcuni momenti fondamentali che vorrei comunicarvi:
vorrei organizzare incontri “zonali” con Voi Giovani Guardie e cioè uno al Nord, uno al Centro, ed uno al
Sud; incontri dove noi giovani ci incontriamo e discutiamo, dibattiamo, organizziamo, proponiamo.
Un’altra iniziativa sarebbe quella di organizzare un incontro nazionale di tutti quanti noi in un posto che,
adesso, sia diverso da Roma per dare il senso e significato che l’Italia, e le Guardie d’Onore, sono ovunque
nella Penisola che è fatta da tanti piccoli o grandi focolai d’Italianità, che devono solo esser ravvivati e
rafforzati con il calore e l’entusiasmo dei giovani. Sono consapevole che ognuno ha esigenze e problematiche proprie (chi studia, chi non lavora, che è agli inizi di una vita lavorativa) ma insieme possiamo provare a superare e supportarci vicendevolmente.
18
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
Ovviamente dobbiamo sempre agire con la testa rivolta verso chi è più grande di noi, poiché dalle esperienze altrui possiamo imparare tante cose, e soprattutto possiamo imparare cosa non dobbiamo fare né
ripetere evitando di continuare la perseverazione nell’errore.
Cercatemi, contattatemi, scrivetemi, proponetemi, invitatemi (se avete bisogno di me), io sarò sempre
disponibilissimo a qualsiasi iniziativa vogliate portare avanti in tutta Italia.
Da solo non posso fare niente, dobbiamo agire insieme a stretto contatto di animo e di menti. Definiamo
quindi qualche azione da poter portare avanti.
Insomma procediamo speditamente io sono con voi, spero che voi vogliate essere con me.
In calce trovate i miei recapiti
A tutti Auguri e,
W L’ITALIA.
Prof. Ciro Romano
Ispettore alla Cultura e alla Giovane Guardia.
Recapiti:
Prof. Ciro Romano
ab.: Via Diaz 180,80055 PORTICI (Na). 336 62 89 899. [email protected]
PROSSIMI
EVENTI
Venerdì 21 giugno 2013
Roma, chiesa di Sant’Ignazio, piazza di
Sant’Ignazio, ore 18, Santa Messa in onore di San
Luigi Gonzaga. Ore 20.30, Grand Hotel de la
Minerve, piazza della Minerva, evento conviviale al
termine del quale il dott. Teodoro Monescalchi
terrà una relazione sul Principe Eugenio di Savoia,
il grande Comandante italiano al servizio del Sacro
Romano Impero, ricorrendo quest’anno il 350°
anniversario della nascita. L’evento è promosso
dalla presidenza dell’Istituto, dalla delegazione di
Roma dell’Istituto del Sacro Romano Impero e
dalla delegazione di Roma e del Lazio degli Ordini
Dinastici di Casa Savoia. Il costo della cena (abito
scuro con rosetta) è di 70 euro; detto importo
andrà versato a mezzo bonifico bancario n. 227
presso il Credito Emiliano IBAN:
IT27X0303203222010000000227, intestato a
“I Viaggi delle Meraviglie” S. r. l.. La quota di
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
adesione potrà altresì essere consegnata all’arrivo
alla cena a persona incaricata dalla Delegazione. Il
versamento a mezzo bonifico andrà effettuato entro
il 17 giugno p. v., data sotto la quale – a prescindere dalla modalità di regolamento prescelta – la partecipazione propria e degli accompagnatori alle
diverse iniziative andrà confermata, chiamando il
numero telefonico 3664618802 ovvero inviando
una mail all’indirizzo:
[email protected] (si ricorda che la
prenotazione è vincolante per la partecipazione).
Sabato 22 giugno 2013
San Martino della Battaglia (BS), complesso monumentale, ore 14.30 allestimento ospitale storico con
rievocatori in divisa d’epoca e visite guidate didattiche (su prenotazione); ore 17 un pomeriggio in
piazza d’armi: dimostrazione manovre della
Cavalleria e delle strategie di battaglia dell’epoca;
19
ore 21 alzabandiera; ore 21.15: “IL BELCANTO.
OMAGGIO A GIUSEPPE VERDI”. Concerto
dell’Ente Filarmonico – Banda cittadina; ore 23
Libiamo ne’ lieti calici, brindisi finale sulle note de
“La Traviata”.
Sabato 22 giugno 2013
Tradate (VA), castello Pusterla Melzi, cerimonia religiosa in cui è prevista l’ostensione delle reliquie di
San Maurizio. La cerimonia è organizzata dal vicariato di Varese degli Ordini Dinastici di Casa Savoia.
Domenica 23 giugno 2013
Desenzano del Garda (BS), Centro Storico, ore
10.30 sfilata dei reparti storici con la Banda
Storica della Guardia Nazionale, Arrivo dei Sovrani
in carrozza – Rassegna delle truppe –
Intrattenimento musicale in piazza Malvezzi. San
Martino della Battaglia (BS), complesso monumentale, ore 9.30 allestimento Ospitale storico con rievocatori in divisa d’epoca, visite guidate didattiche
(su prenotazione) – Manovre della Cavalleria –
Intrattenimento musicale. Ore 16 GRANDE RIEVOCAZIONE STORICA DELLA BATTAGLIA:
Carosello del 1° Reggimento Aosta cavalleria.
“Real Italiano” – Presentazione dei reparti storici e
sfilata davanti ai sovrani – Rievocazione della
Battaglia del 24 giugno 1859 con oltre 250 figuranti in uniforme e armamento d’epoca.
Accompagnamento musicale della Banda cittadina.
Ore 17.30 ammainabandiera e chiusura della
manifestazione.
Sabato 29 giugno 2013
Cremona, cimitero monumentale, ore 9.15, commemorazione della battaglia di Solferino.
Domenica 7 Luglio 2013
Costigliole d’Asti (AT), Castello di Rorà, Piazza
Vittorio Emanuele II, ore 14.30, convegno: 1943: LA
BATTAGLIA DEL DON – CAMPAGNA DI RUSSIA
E 30° ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI RE
UMBERTO II. Relatori: DR. PAOLO LANFRANCO,
SINDACO di VALFENERA (AT), LA BATTAGLIA
DI NIKOLAJEWKA A 70 ANNI dalla fine della
GUERRA in RUSSIA; DR. CARLO ALBERTO
GORIA, SINDACO di S. PAOLO SOLBRITO (AT),
LA CAVALLERIA SAVOIA NELLA BATTAGLIA di
ISBUSCENSKIJ; PROF. SSA LUCIANA RISSO,
DOCENTE, LE FIGURE DEGLI EROICI CAPPELLANI MILITARI DON ENELIO FRANZONI e DON
CARLO GNOCCHI; DR. UGO d’ ATRI, CAPITANO
di VASCELLO E PRESIDENTE ISTITUTO NAZIONALE GUARDIA D’ ONORE REALI TOMBE DEL
PANTHEON – ROMA: RE UMBERTO II (RE
BUONO) A 30 ANNI DALLA MORTE; Concluderà
MONS. VITTORIO CROCE – TEOLOGO, VICARIO
20
GENERALE della DIOCESI di ASTI e DIRETTORE
del SETTIMANALE “GAZZETTA D’ASTI“.
MODERATORE: COMM. GIOVANNI TRIBERTI,
VICE PRESIDENTE NAZIONALE DELL’U. N. I.
R. R., PRESIDENTE SEZIONE U. N. I. R. R. di
ASTI E DELEGATO di ASTI delle GUARDIE D’ONORE. Programma: RITROVO PRESSO IL CORTILE DEL CASTELLO alle ore 14,30; INIZIO CONVEGNO alle ore 15; TERMINE CONVEGNO alle
ore 16,45, “seguirà rinfresco”; SFILATA alle ore
17,30 e S. MESSA PRESSO L’ADIACENTE CHIESA alle ore 18 officiata da Don Luigi Binello, con la
partecipazione della mezzosoprano Dott. ssa Paola
Nebiolo, che canterà gli inni sacri. Seguirà, su prenotazione, cena conviviale. Le Guardie d' Onore sono
pregate di presenziare con i distintivi e i mantelli, le
associazioni combattentistiche, d'arma e di volontariato con divise, labari e bandiere e i Sindaci, con la
fascia.
Sabato 13 luglio – venerdì 19 luglio 2013
VIAGGIO IN RUSSIA IN OCCASIONE DEL 400°
ANNIVERSARIO DELL’ASCESA AL TRONO
DELLA DINASTIA ROMANOFF.
Sabato 20 Luglio 2013
Monza (MB), cerimonia con corteo per commemorare il 113° Anniversario del Regicidio di S. M. il
Re Umberto I, alla presenza del presidente
dell’Istituto, Cap. di Vasc. Dott. Ugo d’Atri.
Programma: ore 09.45 ritrovo in Piazza del
Duomo; ore10.00 partenza del Corteo accompagnato dalla Banda Musicale di Valbrona e deposizione di alcune corone d’alloro alla Cappella
Espiatoria; ore 11.30 celebrazione della Santa
Messa nella Chiesa dei Padri Carmelitani Scalzi in
Viale Cesare Battisti n°52; ore 13 conviviale presso
il Ristorante dell’Hotel de la Ville (quota euro 60).
La Presidenza rilascerà un attestato alle Guardie
d’Onore presenti alla cerimonia. Si prega gentilmente di voler segnalare la presenza ai seguenti
numeri: Delegato Uff. Luigi Mastroianni
3453217614; segreteria della delegazione: Carla
Pirovano: 3404623004; Cav. Mario Finizio
3899175852:
conte
Federico
Sagramoso
3347944524. Etichetta: Guardie d’Onore con
Mantello o tenuta sociale abito scuro, scarpe adeguate, cravatta dell’Istituto, fascia da braccio,
guanti bianchi e basco con fregio dell’Istituto o
cappello del corpo militare in cui si è svolto il servizio alla Patria. Per informazioni sulla cerimonia,
Maestro di Cerimonie Isp. Naz Alberto Cav. A. Di
Maria 392.95.98.193; [email protected].
Lunedì 29 luglio 2013
Roma, Pantheon, ore 18, Santa Messa in suffragio
di Sua Maestà il Re Umberto I.
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
Sabato 7 settembre 2013
Chieti, manifestazione commemorativa della permanenza a Chieti (9 – 15 settembre 1943) di S. A.
R. la Principessa Mafalda di Savoia/Assia.
Programma: ore 17.30, Circolo degli Artisti, conferenza-dibattito sul tema: “Cronaca di un giorno: 9
settembre 1943”. Relatore: Gianni Dal Buono. Al
termine, ore 18.30, contributi ed interventi. Ore 20
cena presso il “Circolo degli Amici”.
Domenica 8 settembre 2013
Chieti, manifestazione commemorativa della permanenza a Chieti (9 – 15 settembre 1943) di S. A.
R. la Principessa Mafalda di Savoia/Assia.
Programma: ore 9.30 Santa Messa in suffragio di
S. A. R. la Principessa Mafalda di Savoia/Assia
officiata da S. E. Rev.ma Mons. Bruno Forte, arcivescovo Metropolita di Chieti-Vasto. Al termine
della cerimonia religiosa avverrà la deposizione di
una corona d’alloro presso la lapide commemorativa posta in piazza Umberto I (palazzo
Massangioli). All’interno del palazzo si terrà una
breve commemorazione dell’Augusta Persona da
parte del presidente d’Atri.
Venerdì 13 settembre 2013
Vercelli, celebrazione del 30° anniversario della
scomparsa di Sua Maestà il Re Umberto II ed il 12°
anniversario della scomparsa di Sua Maestà la
Regina Maria Josè. Nell’occasione saranno ricordati
anche il beato Amedeo IX e la Sacra Sindone, che
per un periodo ebbe a sostare a Vercelli.
Sabato 14 settembre 2013
Racconigi (TO), Auditorium scuole medie, IL
REGNO E L’UNITA’ D’ITALIA, I Savoia per la
Patria, 30 anni dopo la morte di S. M. il Re
UMBERTO II e 20 anni dopo l’inaugurazione del
monumento di Racconigi. Programma: ore 10
inaugurazione dell’evento, dott. Ugo d’atri, presidente dell’Istituto: “La figura di S. M. Umberto II,
cittadino di Racconigi e Re d’Italia”; ore 11, filmato sulla vita di S. M. il RE UMBERTO II: RE
UMBERTO II - VITA DI UN RE, RE UMBERTO II
PARLA DEL RE VITTORIO EMANUELE III,
INCONTRO DEGLI ITALIANI CON RE UMBERTO II; ore 12 filmato sulla vita di S. M. il RE
UMBERTO II: RE UMBERTO II INTERVISTATO
DALLA RAI NEL 30° ANNIVERSARIO DELL’ESILIO, RE UMBERTO II A BEAULIEU, DEDICATO AL RE UMBERTO II - LO SGUARDO TRISTE
DI CASCAIS; ore 15,30 filmato sulla vita di S. M.
il RE UMBERTO II: RE UMBERTO II - UN ADDIO
PROIBITO; LA GRANDE STORIA -UMBERTO II;
MONUMENTO DEDICATO AL RE UMBERTO II
A RACCONIGI 1993; ore 17 filmato sulla vita di S.
M. il RE UMBERTO II.
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
Sabato 14 settembre 2013
Vercelli, celebrazione del 30° anniversario della
scomparsa di Sua Maestà il Re Umberto II ed il 12°
anniversario della scomparsa di Sua Maestà la
Regina Maria Josè. Nell’occasione saranno ricordati
anche il beato Amedeo IX e la Sacra Sindone, che
per un periodo ebbe a sostare a Vercelli.
Domenica 15 settembre 2013
Racconigi (TO), Santuario Reale, ore 10,30 Santa
Messa in ricordo di S. M. il Re Umberto II, cittadino
di Racconigi. Intervengono: Delegazione delle
Guardie d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon,
Delegazione dei Cavalieri dell’Ordine dei SS.
Maurizio e Lazzaro, Delegazione dei Cavalieri
dell’Ordine al merito civile di Savoia; ore 12 sfilata gruppi storici dal Santuario a Piazza
Castello: apre la sfilata lo stendardo azzurro di
Casa Savoia, BRIGADE DE SAVOIE 1600, REGGIMENTO DI FANTERIA D’ORDINANZA
NAZIONALE SAVOIA 1741, REGGIMENTO DI
FANTERIA D’ORDINANZA NAZIONALE PIEMONTE 1793, Guardie d’Onore alle Reali Tombe
del Pantheon, Cavalieri degli ordini dinastici.
Deposizione di una corona d’alloro al monumento a S. M. il re Umberto II; ore 13 colazione presso la Tenuta BERRONI di Racconigi, ristorante
l’ARANCERA.
Venerdì 20 settembre 2013
Chioggia (VE), ristorante “Bella Venezia”, ore 20,
conferenza conviviale sul tema: “Istria, Fiume,
Dalmazia, testimonianza vissuta. Attualità del
dramma”. Relatore prof. Nidia Cernecca. Per informazioni e prenotazioni rivolgersi al delegato, sig.
Gennaro Belladonna, al numero 3476400001.
Costo della cena 30 euro.
Domenica 22 settembre 2013
Castelfidardo-Loreto (AN), 7° raduno interregionale delle Guardie d’Onore.
Giovedì 17 – Domenica 20 ottobre 2013
Vienna, viaggio organizzato in occasione del 350°
anniversario della nascita del Principe Eugenio di
Savoia, il grande comandante italiano al servizio
del Sacro Romano Impero. Per ulteriori dettagli ci
si potrà rivolgere alla Guardia d’Onore dott.
Armando Pietroni (tel. 3275904924).
Giovedì 28 novembre 2013
Roma, Pantheon, ore 17, Santa Messa in suffragio
di Sua Maestà la Regina Elena.
Sabato 28 dicembre 2013
Roma, Pantheon, ore 17, Santa Messa in suffragio
di Sua Maestà il Re Vittorio Emanuele III.
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CRONACA DELLE
DELEGAZIONI
AGRIGENTO
ALESSANDRIA
Canicattì, 16 marzo 2013
Nella chiesa di San Diego, mons. Vito Scialabra ha
celebrato una Messa in memoria di S. M. Umberto
II, morto 30 anni fa il 18 marzo 1983 a Ginevra.
Dopo la Messa la delegazione ha commemorato
Sua Maestà con una relazione sulla vita e la figura
di Re Umberto II tenuta dal dr. Vella Cannella Pio.
Hanno partecipato numerose le Guardie d’Onore
agrigentine con il delegato Iacona Pino, inoltre le
rappresentanze delle delegazioni di Enna, Catania
e dell’associazione Reduci e Combattenti della
città, l’associazione religiosa Venerdì Santo e
Pasqua di Resurrezione.
Casale Monferrato, 6 aprile 2013
Si è svolto nello storico palazzo Gozzani di Treville
il tradizionale “Ballo dei Cento e non più Cento”,
organizzato dall’International Commission for
Orders of Chivalry, dalle Famiglie Storiche d’Italia,
dal Circolo dei Cento e non più Cento e dall’Istituto
Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe
del Pantheon.
Una delegazione ufficiale dell’Istituto, guidata dal
presidente, capitano di vascello d’Atri, e dal dr.
Pietroni, presidente del collegio dei revisori dei
conti, preceduta dalla Bandiera del Regno d’Italia e
dal labaro della presidenza nazionale, alfiere la
Guardia d’Onore Previero e annunciata con squilli
di tromba, ha fatto ingresso nel palazzo con le note
dell’Inno
Sardo
suonato
dalla
fanfara
dell’Associazione Nazionale Bersaglieri di Asti.
La stessa fanfara ha poi eseguito un concerto di
musiche bersaglieresche, oltre che la Marcia del
Principe Eugenio e la Marcia di Radetky.
Circa trecento i partecipanti. Fra i presenti, dom
Duarte de Braganza, capo della Casa Reale del
Portogallo, ed il fratello dom Enrique, gli arciduchi
Monika e Karl Joseph d’Asburgo, le Principesse
Luciana e Mahera Hassan dell’Afghanistan,
entrambe Guardie d’Onore, il principe Maurizio
Gonzaga marchese del Vodice, Guardia d’Onore,
discendente della famiglia che ha regnato nel
Monferrato, il principe Alberto Giovanelli, il principe Guglielmo Giovanelli Marconi, il duca Diego
de Vargas Machuca, i generali di Corpo d’Armata
Cravarezza e Zavattaro Ardizzi con le consorti, il
nob. prof. Dumin, Re d’Armi della Granduchessa
Maria Vladimirovna, capo della Famiglia Imperiale
Russa (nell’occasione il prof. Dumin è entrato a far
parte dell’I. N. G. O. R. T. P), il nob. Dimitri
Shebalin, presidente del gruppo giovanile del
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GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
Circolo della Nobiltà Russa, gli ispettori dell’I. N.
G. O. R. T. P. nob. dr. Pierfelice degli Uberti, che da
venticinque anni è, con la moglie Loredana, il vero
artefice del successo del Ballo dei Cento e non più
Cento, dr. Paolo Arfilli, prof. dr. Giovanni Duvina,
Fabrizio Marabello e dr. Lazzarino de Lorenzo, i
delegati provinciali di Alessandria, sig.ra De
Andrea, di Milano, cav. uff. Mastroianni, di
Firenze, dr. Pietro Belli e di Ravenna, avv. Claudio
Angeli.
Come sopra riportato, la manifestazione è dovuta
all’impegno di Pierfelice e Loredana degli Uberti.
BARI
20 marzo
Nel Salone delle Muse dello storico Circolo Unione,
è stato presentato il libro “I prigionieri dei Savoia”
del prof. Alessandro Barbero, docente di Storia
Medioevale nell’Università del Piemonte Orientale,
facoltà di lettere di Vercelli.
Il volume ripercorre le vicende dei soldati borbonici
rinchiusi in alcune carceri dell’Italia Settentrionale
dopo il 1860, in particolare nella fortezza di
Fenestrelle e demolisce le recenti invenzioni antiunitarie circa massacri, torture, fucilazioni di
massa della pubblicistica neo-borbonica, affidata a
ricostruzioni di fantasia e non a fonti documentali.
Ha presentato Giacomo Tomasicchio, presidente
del Circolo Unione, moderatore la Guardia d’Onore
avv. Massimo Adabbo, organizzatore dell’incontro,
interventi del prof. Barbero, del prof. Aldo Luisi
(università di Bari) e del comandante d’Atri, presidente dell’Istituto Nazionale per la Guardia
d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon.
Circa duecento, in una magnifica sala settecentesca,
gli intervenuti, in buona parte Guardie d’Onore, fra
loro gli ispettori avv. Angelo Gadaleta e dr. Domenico
Fata, il delegato provinciale di Bari, Oronzo Cassa,
l’avv. Oscar Lojodice, l’avv. Matteo Calvano, Luigi
Onofrio delli Carri, Vito Dibitonto, l’avv. Palmo
Dorian Saracino, Maffei, Di Cagno, l’avv. Chieco.
BARLETTA
14 aprile 2013
La delegazione provinciale di Barletta-Andria-
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
Trani dell’Istituto è stata intitolata al marinaio
Francesco Conteduca (1844-1930), medaglia
d’oro al valor militare per il comportamento tenuto
nella battaglia di Lissa (18-20 luglio 1866),
Guardia d’Onore, nel corso di una cerimonia tenutasi nella città pugliese.
I partecipanti si sono riuniti in Piazza Caduti di
tutte le Guerre, dove è stata deposta una corona
d’alloro al monumento a Loro dedicati.
Successivamente un corteo, preceduto dai gonfaloni della Provincia e del Comune di Barletta e dai
labari delle Associazioni combattentistiche e d’arma (Nastro Azzurro, Guardie d’Onore, Granatieri
di Sardegna, Marinai, Unuci), e seguito dalle autorità intervenute (il vice-prefetto, il presidente della
provincia, il rappresentante del commissario
straordinario del Comune di Barletta, la dr.ssa
Maria Carmela Conteduca, pronipote dell’Eroe,
con il marito, Amm. Sq. Gemignani), ha raggiunto
il monumento a Francesco Conteduca, dove è stata
deposta una seconda corona d’alloro.
Quindi, le persone intervenute hanno preso posto
nella Sala Rossa del Castello Svevo di Barletta, ove
si è tenuto un convegno commemorativo della bat-
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taglia di Lissa. Dopo i saluti delle autorità, si sono
registrati gli interventi del dr. Ruggiero Piazzolla,
delegato provinciale dell’Istituto, del dr. Renato
Russo, storico ed editore, moderati dal dr. Giuseppe
Dimiccoli, giornalista de La Gazzetta del
Mezzogiorno. Ha concluso il capitano di vascello
(ris.) d’Atri, presidente dell’Istituto.
Fra i circa centoventi presenti, il colonnello comandante provinciale della Guardia di Finanza, il
colonnello comandante dell’82° Reggimento
Fanteria Torino con un tenente colonnello e con il
Luogotenente Contò, Guardia d’Onore, il Ten.
Balsamo, vicecomandante della locale Compagnia
Carabinieri, Guardia d’Onore, un Sottotenente di
Vascello in rappresentanza della Capitaneria di
Porto di Barletta, gli ispettori dell’Istituto avv.
Angelo Gadaleta (Italia Meridionale ed Isole) e dr.
Domenico Fata (Puglia), il rag. Oronzo Cassa, delegato provinciale di Bari, il dr. Tommaso Bucci, il
rag. Onofrio delli Carri, i Conti Carlo e Larissa
Valperga di Masino, il magg. De Sario, l’avv.
Lojodice. Erano inoltre presenti le Guardie
d’Onore: Nunzia Tarantini, Michele Mininno, Luigi
Favia, Luigi Presicce, Tommaso Abbadessa, Franco
Magliocco, Dorian Saracino, Enrico Primavera,
Giuseppe Di Cagno, Mariano G. Rubini, Gaetano
Minenna.
Eccellenti organizzatori dell’evento il delegato
Piazzolla e le Guardie d’Onore Maffei e Dibitonto.
BRESCIA
14 aprile 2013
La Delegazione provinciale, su impulso del Socio
Magg. (ris.) Dott. Gianfranco Guglielmi, ha organizzato una giornata di approfondimento e studio
sulle decorazioni militari e civili.
La giornata è iniziata con la visita al Museo Storico
del Nastro Azzurro di Salò (BS) che, unico nel suo
genere in Italia, raccoglie e documenta 200 anni di
storia gloriosa del Soldato italiano, da quando cioè
fu istituito da Vittorio Amedeo III Re di Sardegna,
il “distintivo d’onore” per militari (sottufficiali e
truppa) che avessero compiuto “azioni di segnalato
valore in guerra”.
Mediante Bandiere, Labari, Uniformi, Decorazioni,
armi e documenti il Museo testimonia gli ideali, gli
eroismi, i sacrifici e l’alto senso del dovere verso la
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Patria del Combattente italiano.
È articolato su quattro sale: prima sala, dal 1793 al
1913: comprende fotografie e cimeli dell'epoca napoleonica, del Risorgimento, della guerra di Etiopia del
1896, e di quella Italo-Turca del 1911-12; seconda
sala, dal 1914 al 1922: è in gran parte dedicata alla
prima guerra mondiale da Cesare Battisti e Nazario
Sauro, all'impresa fiumana di Gabriele D'Annunzio;
terza sala, dal 1923 al 1939: offre una sintetica panoramica dell'epoca fascista ed è comprensiva della
guerra d'Etiopia e della guerra civile spagnola, con la
partecipazione dei volontari italiani; quarta sala, dal
1940 al 1945: è dedicata alla seconda guerra mondiale e termina con le vetrine relative alla Repubblica
Sociale e alla Resistenza.
La giornata è proseguita con la relazione
“Faleristica e Guardie d'Onore al Pantheon” del
Socio Guglielmi, vero cultore ed esperto in materia,
che ha così offerto alle Guardie d'Onore bresciane
la possibilità di apprezzare la sua copiosa raccolta
di medaglie e decorazioni associata all'esaustiva e
dettagliata spiegazione di ogni pezzo. La relazione
è stata particolarmente brillante, ha suscitato estremo interesse ed ha appassionato gli intervenuti che
hanno posto molti quesiti al Socio Guglielmi.
Il Delegato ha portato i saluti e gli apprezzamenti
per l'attività del Sodalizio bresciano del Presidente
nazionale Cap. Vasc. (ris.) Dott. Ugo d'Atri, e,
quale segno di gratitudine e di stima, ha donato al
Dott. Guglielmi il guidoncino sabaudo appartenuto
al nonno materno Francesco Luigi Martinelli – M.
B. V. M. capitano s.p.e. del Regio Esercito Italiano
durante il secondo conflitto mondiale.
FIRENZE
21 aprile 2013
Si è tenuta presso il Circolo Ufficiali di Firenze una
conviviale dove si sono ritrovate le Guardie d’Onore
ed i loro familiari per definire un calendario di massima per le prossime occasioni di incontro.
Oltre al Delegato di Firenze, dr. Pietro Belli, erano
presenti le Guardie:
Avv. Antonio Bellizzi, dr. Salvatore Belli e consorte, il
prof. Balloni e consorte, il dr. Pierfrancesco Cellai e
consorte, il maestro Leonardo Previero, l’Avv. Marco
Barbaro, il sig. Alberto Franceschina, il sig. Stefano
Canesi, la Delegata di Arezzo, sig.ra Maria Isolina
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
Forconi, oltre a diversi ospiti e simpatizzanti.
Graditissimo ospite il Prof. Pierluigi Duvina, presidente della Consulta dei Senatori del Regno, che,
prendendo spunto dagli ultimi avvenimenti politici
di casa nostra, ci ha intrattenuto brevemente su
alcuni episodi storici legati ai Savoia.
In tale occasione sono state distribuite le tessere ai
nuovi iscritti.
ISERNIA
4 aprile 2013
Nella sala convegni del Palazzo della Provincia di
Isernia si è tenuto un convegno dal titolo “Viva
l’Italia. Il Molise che visse l’Unità”.
Organizzatori dell’evento l’Istituto Nazionale per la
Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon,
l’Amministrazione Provinciale di Isernia, il Lions
Club di Bojano, l’Ufficio Scolastico Regionale per il
Molise e l’Istituto di Istruzione Secondaria
Superiore di Bojano.
Dopo i saluti portati dal comandante d’Atri, presidente dell’Istituto, dal presidente neo-eletto della
Regione Molise e dal presidente della Provincia di
Isernia, hanno tenuto relazioni il prof. Giovanni
Cerchia, il prof. Antonio Sorbo, la Guardia d’Onore
dr.ssa Anita Garibaldi (Il ruolo delle donne nel
Risorgimento: madri e patriote) e il prof. Ciro
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
Romano, Ispettore I. N. G. O. R. T. P. per la Cultura
e per la Giovane Guardia, moderati da Anna Paolella.
Dopo gli interventi, ha avuto luogo uno spettacolo
dedicato all’Unità d’Italia, al tempo stesso commovente e divertente, realizzato con la partecipazione
di bambini della locale scuola primaria.
Presenti trecento persone, in gran parte studenti;
per motivi di spazio, non è stato possibile accogliere tutte le scolaresche che avevano fatto richiesta di
partecipare.
Fra i presenti, il dr. Christian del Pinto, ispettore I.
N. G. O. R. T. P. per il Molise, ed il delegato provinciale Lorenzo Orrino, applauditi e principali organizzatori del convegno, e le Guardie d’Onore dr.
Armando Sammartino, Francesco Orrino,
Giovanni Cimino, avv. Raffaele Colitti, dr.ssa Maria
Luisa Colitti e avv. Maria Rosaria Monaco.
Ampia copertura dell’evento da parte della stampa
locale, del TG 3 e delle televisioni libere, con numerose interviste alla dr.ssa Garibaldi e al presidente
dell’Istituto.
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LUCCA
Bagni di Lucca, dicembre 2012
Nelle sale del Park Hotel Regina a Bagni di Lucca
a cura della sezione di Bagni di Lucca delle
Guardie d’Onore, si è svolta la presentazione del
volume “Reggimento Cavalleggeri Lucca 16°”. Alla
presenza degli intervenuti la G. d’O. Sassetti ha
presentato gli ospiti. Dopo un breve intervento
dell’editore, l’autore Bruno Giannoni ha espresso le
motivazioni che lo hanno spinto a scrivere l’opera
letteraria. Al termine è stato offerto a tutti un piccolo buffet per gentile commiato e augurio di
buone feste. Per l’Istituto oltre Sassetti erano presenti le Guardie P. Bianchi e R. Bianchi, anch’essi
importanti organizzatori dell’iniziativa.
MANTOVA
La Delegazione di Mantova e Cremona si arricchisce negli ultimi mesi di 6 nuove Guardie d'Onore
(Dr. Roldano Astolfi, Avv. Andrea Rossato, Dr.
Luca Talarico, Dr. Pietro Zambonini, Dr. Riccardo
Braglia, Uff. Domenico d'Ambrosio) e riprende
nella provincia mantovana e cremonese un discorso
collaborativo con le istituzioni cittadine. La nuova
sede del Circolo Ufficiali a Mantova e alcune iniziative a scopo benefico sono infine il fiore all'occhiello per una serie di eventi che vedranno coinvolte
tutte le Guardie d'Onore della delegazione.
Il Commissario straordinario Nicola Venturelli, sottolinea che nelle prossime conviviali saranno presenti delegazioni di altre città con presentazioni di
testi editati sulla Real Casa Savoia.
MILANO
Milano - 9 marzo 2013
Presso il Circolo degli Ufficiali di Palazzo Cusani si
è tenuta una riunione di Delegazione, avente come
oggetto principale l'allestimento della nuova sede,
individuata presso la Caserma XXIV Maggio di via
V. Monti. In quest'occasione è stata aperta una sottoscrizione per la raccolta di risorse economiche,
con l'obiettivo di acquistare arredi e materiale
vario (PC, libri etc.), ed è stata inoltre richiesta,
compatibilmente con le possibilità di ciascuno, la
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disponibilità a presenziare in sede per garantire
una sua regolare apertura.
Alla riunione erano presenti il Delegato
Mastroianni, il Consultore Di Martino, gli Ispettori
Pierato e Pizzi e numerose G.d'O.
Melegnano - 23 marzo 2013
La Delegazione di Milano, Monza e Lodi ha patrocinato una conferenza dal titolo “Umberto II – l’uomo, il Re. L’Italia innanzitutto”, tenutasi il 23
marzo a Melegnano (MI) presso la Scuola Sociale
Accademia delle Arti, con il contributo organizzativo dell’Associazione Nazionale Arma di Cavalleria
e del Rotary Club di San Giuliano Milanese. I relatori della conferenza sono stati le G.d’O. Federico
Pizzi, storico nonché Ispettore Nazionale per i
Rapporti con la Famiglia Reale, e Carla Pirovano,
giornalista pubblicista.
L’Ispettore Pizzi ha evidenziato in particolare come
l’evento di Melegnano fosse uno dei primi in calendario in occasione del trentennio della scomparsa
di Re Umberto II e ha apprezzato il fatto che oggi
si possa parlare della sua figura in una conferenza
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
pubblica, cosa che, soltanto qualche hanno fa,
sarebbe stata quasi impensabile. Il suo intervento si
è poi concentrato su quello che fu il ruolo di
Umberto II nel travagliatissimo periodo della storia
d’Italia compreso tra il 1943 e il 1946, prima come
Principe Ereditario, poi come Luogotenente e infine come Re. Allungandosi poi fino agli anni ’50,
Pizzi ha spiegato quale sia stato il ruolo dei partiti
monarchici nelle legislature dell’epoca e di come Re
Umberto II, anche dall’esilio, abbia rimarcato più
di una volta il ruolo super - partes dell’istituto
monarchico, che non può essere legato a doppio filo
ad un unico gruppo politico, ma deve essere a servizio di tutta la nazione.
La G.d.’O. Pirovano ha invece approfondito l’aspetto biografico di Re Umberto II, con un particolare accento a come la sua figura è stata vista attraverso i giornali. Il passaggio più critico del suo
intervento ha riguardato i rapporti che l’allora
Principe Ereditario intrattenne con Mussolini: il
Duce, infatti, fin dagli anni Venti, lasciò che sulle
cronache mondane trapelassero notizie sui presunti
amori di S.A.R., nella speranza di farlo apparire
come un damerino poco adatto a diventare Re e di
poter così accumulare elementi che gli consentissero un giorno di sbarazzarsi della monarchia.
L’intervento della G.d'O. Pirovano ha poi
approfondito anche il periodo dell’esilio, con l’intento di superare l’immagine stereotipata dell’ex Re
malinconico che spopolava all’epoca sui giornali e
di restituire di lui un ritratto più sfaccettato e vicino alla realtà.
Il Presidente dell’Istituto, Capitano di Vascello Dr.
Ugo d’Atri, ha inviato il suo saluto ai relatori e alle
associazioni ospitanti tramite il Consultore Stefano
di Martino. Alla conferenza hanno partecipato
anche altre delegazioni dell’Istituto e alcune
Associazioni d’Arma: erano infatti presenti il
Delegato di Novara e Vercelli, Marco Lovison, che
ha portato il saluto della Delegata di Alessandria,
Prof. Paola de Andrea, rappresentanze delle
Delegazioni di Varese e Como ed il Dott. Alessio
Cerniglia, Segretario della sezione novarese di
Assoarma e Vice Presidente della sezione novarese
dell’Associazione Reduci e Rimpatriati d’Africa.
Lodi, 31 marzo 2013
La Delegazione, nella persona della G.d’O. Carla
Pirovano, ha partecipato alla S. Messa di suffragio
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
in memoria delle LL.MM. Umberto II e Maria José
tenutasi nel Santuario di S. Maria delle Grazie di
Lodi, su richiesta della Sig.ra Elena Aguzzi.
NAPOLI
31 gennaio 201
Nella splendida Basilica di Santa Chiara è stata
celebrata la consueta S. Messa voluta dalla delegazione di Napoli in suffragio della Ven. Serva di Dio
Maria Cristina di Savoia Borbone, Regina di
Napoli. Invitate all’evento anche le altre delegazioni della Campania, purtroppo assenti.
La celebrazione eucaristica è stata officiata dal
Rev. Don Luigi Abid Sid assistente spirituale della
delegazione, appositamente venuto da L’Aquila.
Presente un folto numero di Guardie d’Onore,
amici e simpatizzanti dell’Istituto capeggiato dal
Delegato Provinciale di Napoli, Avv. Gerardo
Mariano Rocco di Torrepadula. Presenti, tra gli
altri intervenuti, l’Avv. Pier Francesco Del Mercato
e consorte nonché il Duca Giannandrea Lombardo
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di Cumia ed il Prof. Giovanni Battista de’ Medici
dei principi di Ottajano.
Subito dopo, alle ore 20, si è tenuta una cena conviviale presso il Circolo Ufficiali della Marina in Via
Cesario Console che ha visto la partecipazione di
un nutrito numero di Guardie d’Onore ed amici. La
serata, voluta dal delegato, è stata motivo di grande soddisfazione non solo per il numero degli intervenuti e per la splendida cornice in cui si è svolta
ma anche perchè si è dimostrata quale momento di
confronto e di fratellanza utile al rinsaldamento dei
rapporti tra i soci.
Diverse proposte di nuove manifestazioni sono
state avanzate da alcuni soci che saranno vagliate
dalla delegazione per poi attuarle durante l’anno
sociale corrente.
La delegazione di Napoli ha, così, inaugurato il
nuovo anno sociale in modo visibile ed attivo nel
segno del rinnovato impegno che i presenti hanno
mostrato di voler profondere nell’interesse
dell’Istituto e della Delegazione testimoniando,
ancora una volta, l’attaccamento agli ideali patriottici di cui è custode nel nome di Casa Savoia.
NOVARA
28 maggio 2013
Si è svolta presso il Duomo di Novara, la Santa
Messa in suffragio di Umberto II nel 30° della sua
scomparsa, presieduta da Sua Eccellenza Mons.
Franco Giulio Brambilla. Vescovo di Novara, il
quale ha tenuto un’omelia interessante e significativa.
Era da 113 anni che non veniva officiata la Messa
per un Re da parte di un Vescovo, esattamente
dalla scomparsa di Umberto I, assassinato a
Monza, e quindi a maggior ragione le guardie si
stringono con cuore sereno al loro Vescovo.
Al termine della celebrazione eucaristica c’è stato
un breve ma interessante e pertinente intervento
della giornalista Carla Pirovano che ha delineato il
regno di Umberto II.
Erano presenti al sacro rito diverse delegazioni provinciali dell’Istituto delle Guardie d’Onore al
Pantheon: NOVARA e VERCELLI: Delegato
Provinciale Cav. Uff. Marco Lovison, Cav. Uff. can.
Mons. Gian Luca Gonzino, Alfiere e Segretario per
Novara Cav. Ing. Mario Angelo Crivelli, Alfiere e
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Segretario per Vercelli Cav. Dario Buschini, Comm.
Lino Mortarino, Dama di Commenda Amelia
Fossati Ebraico, Cav. Guido Lomanto, Nobile
Patrizio Riccardo Dinucci, Luogotenente Angelo
Larossa, Ezio Sacchetti. TORINO: Delegato:
Membro della Consulta dei Senatori del Regno
Prof. Cav. Claudio Cardellini, Alfiere: Cav. Adriano
Settimini, Alessandra Mollicone. BIELLA: Marco
Rosazza Mina Gianon. ALESSANDRIA: Delegata
Prof.ssa Paola De Andrea, Conte Dr. Nicolò Calvi
di Bergolo, Prof. Cav. don Augusto Piccoli, Arch.
Mirco Ulandi, D.ssa Paola Scassino, Emanuele
Lombardi. MILANO: Alfiere Cav. David Giuseppe
Staino, Segretaria Guardie d’Onore Milano D.ssa
Carla Luisa Pirovano. VARESE: Claudio Cav.
Felotti, Carlo Premoli. PAVIA: Cav. Gianfranco
Cicala, Cav. Isacco Cicala. SAVONA: Cav. don
Simone Ghersi.
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
Erano presenti autorità cittadine: NOVARA in rappresentanza il Vice Presidente del Consiglio
Comunale Dr. Livio Rossetti, BORGOLAVEZZARO Consigliere Comunale Maestro Comm. Lino
Mortarino, BASCAPE’ Vice Sindaco Isacco Cicala,
AUTORITA’ MILITARI: CASERMA BABINI 1°
Reggimento Trasporti di Bellinzago Colonnello
Edoardo Marrata, Luogotenente Vincenzo
Mancuso; COMANDO PROVINCIALE DI NOVARA GUARDIA di FINANZA in rappresentanza
Capitano Giuseppe Sanfedele; ORDINI DINASTICI
DELLA REALE CASA di SAVOIA DELEGAZIONE PIEMONTE Conte Cav. di Gr. Cr. Dr. Carlo
Buffa di Perrero. PRESIDENTE D’ASSOARMA –
NOVARA - Presidente Gen. di Brig. Dario
Cerniglia, ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO in
rappresentanza Cap. Carlo Malvisi, UNIONE
NAZIONALE UFFICIALI IN CONGEDO D’ITALIA Presidente Gen. di Brig. Antonio Petrosino,
UNIONE NAZIONALE SOTTOUFFICIALI ITALIANI Presidente Cav. Luciano Valdambrini,
ASSOCIAZIONE NAZIONALE CARABINIERI
Presidente Sotto Tenete Francesco De Meo, ASSOCIAZIONE NAZIONALE ARMA di CAVALLERIA
Cav. Paolo Marletta Agatino, ASSOCIAZIONE
NAZIONALE VENEZIA GIULIA E DALMAZIA
Presidente Antonio Sardi, ASSOCIAZIONE
NAZIONALE REDUCI E RIMPATRIATI D’AFRICA, Presidente Nazionale Cav. Ing. Franco De
Molinari, ASSOCIAZIONE NAZIONALE BERSAGLIERI D’ITALIA SEZIONE BIELLA Vice
Presidnete Marco Rosazza Mina Gianon, ASSOCIAZIONE NAZIONALE RAGAZZI DEL 99
Presidente N. D. dama di Commenda marchesa
Amelia Fossati Ebraico, ASSOCIAZIONE NAZIONALE INSIGNITI ONORIFICENZE CAVALLERESCHE Presidente Regionale Lombardia, ASSOCIAZIONE NAZIONALE INSIGNITI ONORIFICENZE CAVALLERESCHE Delegato Provinciale
Cav. Uff. Dr. Mauro Cardone, ASSOCIAZIONE
AMICI DEL PARCO DELLA BATTAGLIA DELLA
BICOCCA Presidente Dr. Livio Migliorini. Ospite di
riguardo il nipote di S. A. R. Jolanda di Savoia, S.
E. il conte Nicolò Calvi di Bergolo. Alla fine della
cerimonia, la Delegazione di Novara ha omaggiato
il Vescovo di una pergamena, a ricordo di questo
evento straordinario.
La cerimonia si è conclusa con un corteo. Le
Guardie d’Onore hanno deposto corone d’alloro ai
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
caduti partigiani presso le lapidi al Broletto, a S. M.
Vittorio Emanuele II, Padre della Patria presso il
monumento di Piazza Martiri e ai caduti di tutte le
guerre presso la stele del piazzale del Viale IV
Novembre. Ha accompagnato il corteo la Banda
Verde Azzurra di Galliate.
PADOVA
12 aprile 2013
“Due Guerre Mondiali due Eroi da ricordare:
Giorgio Emo Capododista e Nicola Bellomo”: è il
titolo della conferenza che il Gen. Pietro Grassi, da
poco nominato Ispettore per il Veneto del nostro
Istituto, ha tenuto presso il Circolo dell’Esercito di
Padova. I due personaggi sono stati accumunati in
omaggio alle due comunità, veneta e pugliese
(come i due protagonisti), da sempre unite da
vicende culturali e storiche, fin dai tempi della
Serenissima.
Il Generale Giorgio Emo Capodilista fu l’eroe di
Pozzuolo del Friuli che nei tragici giorni della ritirata di Caporetto ebbe l’ingrato compito di risalire
la pianura veneta fino a quel centro abitato mentre
il nostro esercito in rotta defluiva in senso inverso
per attestarsi sul Piave. Dopo una terribile marcia
che mise a dura prova uomini e cavalli, la II^
Divisione di Cavalleria comandata dal Capodilista
(reggimenti “Genova” e “Novara”) resistette eroicamente contro la 14^ Divisione austroungarica e
altri reparti germanici per ventiquattro ore, dal 29
al 30 ottobre 1917, così consentendo il movimento
retrogrado della Terza Armata del Duca d’Aosta.
Le perdite di ufficiali, uomini e cavalli furono del
70%. Quella data (30 ottobre) che segnò l’eroismo
dei nostri cavalieri fu poi scelta come celebrativa
della Festa dell’Arma di Cavalleria.
Il Generale Nicola Bellomo è stato invece ricordato
per la sua tragica, ingiusta storia personale tanto
simile a quella dei nostri due marò, tuttora ostaggi
di una nazione straniera.
La sera dell’8 settembre Bellomo, comandante
della piazza di Bari, era presso il Comando del IX
Corpo d’Armata dove ascoltò l’annuncio dell’armistizio. Si precipitò subito in città per la salvaguardia del porto, intuendo le mire dei tedeschi per
appropriarsene. L’indomani, contrastando l’azione
germanica in due diversi assalti riuscì, con morti e
feriti, a mantenere il possesso della struttura, rima-
29
nendo egli stesso ferito. Nel gennaio 1941, a seguito di denuncia di una cittadina anglo-britannica,
venne accusato di avere ucciso un ufficiale inglese
prigioniero che per due volte aveva tentato la fuga;
un episodio di due anni prima, verificatosi nel
rispetto delle convenzioni di Ginevra e che pertanto
non poteva essere addebitato come reato.
Rinchiuso in campo di concentramento, sottoposto
a umiliazioni e processato, venne fucilato a Nisida
nel settembre successivo. Nessuno lo difese malgrado il comportamento tenuto nei giorni dell’armistizio, forse vittima di invidie, maldicenze e, come
sembra, della resistenza cosiddetta “politica”.
Conferenza seguita con grande interesse dalle
Guardie d’Onore, dai soci del Circolo e dalla cittadinanza, informata della iniziativa della
Delegazione padovana.
inviato un messaggio d’adesione è stato bloccato
fuori città dall’improvvisa ondata di maltempo, il
Presidente del Circolo Filippo Corridoni Prof.
Massimo Zanoni, il Prof. Scarabelli con fascia tricolore in rappresentanza della municipalità di
Reggiolo e della Delegazione delle Guardie d’Onore
di Reggio Emilia e le Guardie d’Onore di Parma
Prof. Francesco Alloggio (Alfiere), Signora
Giovanna Canali Lanati, Rag. Ivana Ingrosso,
Prof.ssa Enrica Passera Baroni, Geom. Carlo Niro e
il Cav. Uff. Luigi Carlo Baroni (Figlioccio di Sua
Maestà) che ha espresso l’augurio che le spoglie
mortali di Umberto II di Savoia trovino presto definitiva dimora sul suolo della Patria che tanto ha
amato.
PERUGIA
PARMA
Spoleto, 3/4 novembre 2012
18 marzo 2013
Nella chiesa Abbaziale di San Giovanni, sotto la
splendida cupola del Correggio, è stato commemorato il Trentennale della scomparsa di Sua Maestà
Umberto II di Savoia Re d’Italia, a cura della
Delegazione di Parma delle Guardie d’Onore.
Il sacro rito, che ha avuto ampio risalto sulla
Gazzetta di Parma, il più antico quotidiano
d’Italia, è stato presieduto dalla G. d’O. Don
Stefano Antonelli giunto appositamente da
Piacenza mentre i concelebranti erano Padre Luigi
e Padre Maurizio del Monastero Benedettino.
Nella commovente omelia, Don Antonelli ha tracciato la figura di Re Umberto II sottolineando come
Egli abbia portato la Sua croce in esilio, con dignitosa umiltà per oltre trent’anni mentre per l’Italia
sarebbe stato senz’altro il più illuminato Sovrano
della Sua casata.
Il Delegato di Parma, Nobile Dottor Umberto
Carlevarini, ha portato il saluto delle Guardie
d’Onore di Parma a tutti gli intervenuti fra i quali
erano: l’Abate Padre Giacomo con tutta la
Comunità Benedettina del Monastero di San
Giovanni, il Colonnello Donato Carlucci Presidente
di Assoarma in rappresentanza di tutte le
Associazioni d’Arma Consorelle mentre il Generale
Alberto Pietroni Presidente dell’UNUCI e
dell’Istituto del nastro Azzurro che pure aveva
30
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
Si è tenuta presso la caserma Garibaldi, sede storica del 52° reggimento fanteria, una mostra di storia postale risorgimentale con: annulli dello Stato
pontificio e degli antichi Stati italiani; foto e documenti del Risorgimento spoletino; storia del 52°
reggimento fanteria “Cacciatori delle Alpi”; foto
storiche della caserma Garibaldi. Una parte della
storia del 52° è stata curata dalla Guardia d’Onore
Stefano Barlozzari e dal sig. Francesco
Campagnani esponendo foto inedite e cimeli della
guerra italo-turca. Come ben si può vedere dalla
foto, riportata anche sulla stampa regionale, la
Bandiera italiana con lo stemma sabaudo è stata
esposta in risalto e con il dovuto rispetto ed onorata
da tutti i numerosi visitatori con riferimento anche
alla ricorrenza del 4 novembre, giorno della vittoria
ottenuta sotto l’alta guida di S. M. il Re Soldato.
PIACENZA
10 Marzo
Il Delegato di Piacenza Daniele Tizzoni, in collaborazione con la signora Antonella Bergamaschi,
segretaria della Delegazione e la signora Adalisa
Cavuti, ha organizzato nella Chiesa parrocchiale a
Saliceto di Cadeo, la celebrazione dell’annuale S.
Messa in suffragio di S. M. il Re Umberto II, in
forma particolarmente solenne, cadendo quest’anno il trentennale della Sua scomparsa.
Alla Funzione, officiata da don Stefano Antonelli
anch’egli Guardia d’Onore e Cappellano di
Delegazione, hanno partecipato circa 50 Guardie e
simpatizzanti provenienti da Varie Delegazioni tra
i quali: il neo-Ispettore regionale Dionigi Ruggeri
(già Delegato per Bologna e Ferrara), il past
Ispettore regionale Paolo Arfilli, il Delegato di
Parma Umberto Carlevarini, il Commissario per
Reggio Emilia Gaetano Scaravelli, il Delegato di
Modena Massimo Nardi, il Delegato di ForlìCesena Giancarlo Flamigni, il Delegato di Rimini
Gianni Ruzzier, il Vicario degli OO. DD. di Casa
Savoja per le provincie di Rimini e Forlì-Cesena
Arturo Menghi Sartorio e la segretaria regionale
Serena Savorani. Hanno voluto essere presenti,
provenienti da fuori regione, il Delegato di Milano
Luigi Mastroianni con Alfiere David Staino, il
Delegato di La Spezia Riccardo Balzarotti, il pastDelegato di Torino Gualtiero de Andreis.
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
Hanno partecipato con Fascia Tricolore: in rappresentanza dell’Amministrazione comunale di Cadeo,
in assenza del Sindaco avv. Marco Bricconi affezionato ospite delle precedenti Funzioni, ma in quest’occasione assente per improrogabili impegni
Istituzionali, il vice Sindaco di Cadeo prof.ssa
Marica Toma, il m.llo Piero Sasso quale Presidente
del Consiglio Comunale di Sarmato, il prof.
Gaetano Scaravelli Presidente del Consiglio
Comunale di Reggiolo; hanno partecipato inoltre il
vice presidente dell’AVIS signor Renzo Sartori ed
una rappresentanza del Corpo delle Crocerossine
CRI di Piacenza e Roveleto.
Momenti salienti della Celebrazione:
Sfilata in corteo dalla Sacrestia all’Altare degli
Alfieri con scorta delle GG. d’O ai Labari e
Bandiere, sulle note de “l’Inno Sardo” suonato dal
m° d’organo Federico Perotti;
Lettura di don Stefano del messaggio di Re
Umberto II agli Italiani in occasione della partenza
per l’Esilio;
Recita corale de “la preghiera della Guardia”, per
volere dell’Ispettore Dionigi Ruggeri;
Corteo a fine Celebrazione sulle note de “la Marcia
reale”.
Piccola nota: l’organo della Chiesa di Saliceto è
quello originale sul quale il m° Giuseppe Verdi ha
composto la famosa aria “la Vergine degli Angeli”
dell’opera “la Forza del Destino”.
In Chiesa era presente, con fotografo, la signorina
Valentina Paderni della redazione del quotidiano
“Libertà” Testata della provincia di Piacenza che,
anche quest’anno, ha pubblicato un ampio articolo
sulla giornata delle Guardie a Saliceto.
Dopo le foto di gruppo ai piedi dell’Altare
Maggiore, ci si è trasferiti presso il ristorante “il
Focolare”, nelle immediate vicinanze, per una conviviale alla quale hanno partecipato una quarantina di persone, all’inizio della quale Dionigi Ruggeri
ha letto il gradito messaggio di saluto da parte del
Presidente Ugo d’Atri, che ha espresso la Sua vicinanza a tutti gli intervenuti.
Tra una portata e l’altra dell’ottimo menù, si sono
avvicendati gli interventi dei Delegati presenti, ad
iniziare del Delegato di Piacenza Daniele Tizzoni,
quale “padrone di casa”, dell’Ispettore Dionigi
Ruggeri che ha dato parola ad un altro pensiero del
Re agli Italiani e che ha voluto offrire personalmente dell’ottimo Prosecco per un brindisi di buon
31
augurio per il Suo nuovo Mandato, dell’Ispettore
“ad acta” Paolo Arfilli che ha relazionato sullo
stato di avanzamento dell’iter per il ritorno delle
Salme dei nostri Re e Regine ancora in esilio post
mortem.
Dopo pranzo c’è stata una breve riunione riservata
ai Delegati, nella quale l’Ispettore ha tracciato le
linee-guida per le Delegazioni; la Sua totale disponibilità nel supportare il lavoro di conoscenza e
pubblicità dell’I. N. G. O. R. T. P. alla più ampia
platea di pubblico, cercando di individuare le
manifestazioni, anche miratamente rivolte ai giovani, che meglio possano concorrere al raggiungimento dello scopo, non ultimo, di aumentare le
iscrizioni alla Guardia d’Onore; all’organizzare
eventi a livello regionale con il contributo e partecipazione di tutte le Delegazioni; il Suo personale
impegno a “rifondare” la Delegazione di Ferrara,
opera per la quale si sta già muovendo fattivamente.
Si sottolinea il clima di genuina cordialità fra gli
intervenuti, la disponibilità alla sempre più stretta
collaborazione fra i Delegati, il legame di sincera e
profonda Amicizia che ormai intercorre fra molte
Guardie della nostra Regione, difficile, ma generosa nei sentimenti.
PISA
18 marzo 2013
Si è celebrata la santa Messa in occasione del trentesimo anniversario della morte di S. M. Umberto
II di Savoia, organizzata dalla delegazione nella
chiesa abbaziale di San Michele in Borgo.
Ha celebrato la Santa Messa mons. Franco
Baggiani che ha ricordato oltre al Re Umberto II, i
reali scomparsi. Hanno prestato servizio d’onore al
tricolore con lo stemma sabaudo le GG. d’O.
Francesco Lapucci, Bruno Dinelli e Giovanni
Merola.
Il Delegato di Pisa, Umberto Moschini, ha letto la
preghiera in suffragio del Re Umberto II ricordando i caduti per la Patria e tutti i reali defunti.
Ai numerosi i presenti è stato distribuito un ricordo
nel quale si auspica che finalmente le sue spoglie e
quella della Regina Maria Josè e dei reali genitori
possano riposare nel Pantheon luogo che gli italiani
vollero come ultima dimora per i Savoia che resero
l’Italia una unica Patria.
32
RAVENNA
Faenza, 24 marzo 2013
Nella Chiesa di Santa Maria dell’Angelo si è stabilito un record che non vuole essere annoverato nel
Guinness dei primati, ma che testimonia la volontà
di non dimenticare e di esserci: sono trent’anni,
senza soluzione di continuità, che viene celebrata
una S. Messa in suffragio di Re Umberto II; sono
trent’anni che essa è celebrata nella stessa Chiesa;
sono trent’anni che viene celebrata dallo stesso
Sacerdote, mons. Giuseppe Piazza, oggi ultranovantenne; sono trent’anni che la Famiglia
Leonesi Ricciardelli Colombi, oggi nella Persona
della dama di comm. Alessandra Colombi, organizza questo incontro fra gli Insigniti degli OO. DD. di
Casa Savoja e le Guardie d’Onore, uniti nel ricordo
dell’ultimo Re d’Italia e della Regina Maria Josè.
La coincidenza con la celebrazione della Domenica
delle Palme ha dato ancor più solennità alla
Liturgia, che ha avuto comunque momenti dedicati, nelle “Intenzioni”, a Casa Savoja ed a quanti
fanno riferimento ad Essa; in seguito, al ricordo del
dr. Mauro Zarri, G. d’O. di Bologna, prematuramente scomparso da pochi giorni; ad una preghiera
perché l’intervento chirurgico a Dionigi Ruggeri,
neo Ispettore per l’Emilia Romagna, avesse buon
esito; a fine Funzione, al breve intervento di
Roberto Favero, Delegato regionale OO. DD. di
Casa Savoja che ha letto una riflessione di Re
Umberto sul suo status di Esule; alla lettura della
Preghiera della Guardia d’Onore da parte di Gianni
Ruzzier, Delegato di Rimini; alla lettura del
Messaggio di Saluto del nostro Presidente, Ugo
Maria d’Atri, da parte dell’Ispettore Paolo Arfilli.
Le Delegazioni di Ravenna, Rimini, Forlì-Cesena e
Bologna erano rappresentate dai Loro Labari o
Bandiere.
Ha partecipato alla S. Messa un’ottantina di persone.
Dopo la Funzione religiosa, è seguita una conviviale con un elegante menù dal ricordo sabaudo, nel
reciproco piacere di essere insieme: eravamo 33.
ROMA
11 dicembre 2012
La festa degli auguri natalizi dell’Istituto si è svolta
all’interno del Circolo Ufficiali dello Stato
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
Maggiore dell’Esercito, alla presenza di settantuno
persone, fra le quali l’on. Giovanni Quarzo, consigliere comunale di Roma, primo firmatario della
proposta per l’intitolazione di due strade cittadine
a Re Umberto II ed alla Regina Maria Josè, e le
Guardie d’Onore Antonelli, Assogna, A. Bianchi,
M. Bianchi, Blais, Bruno Grandori, A. Cardinale, G.
Cardinale, Caruso, Cassani Pironti, Cellai,
Ciavarella, Covelli, Covino, Cuomo, d’Atri, Di
Bartolomei, Dongiovanni, Di Crosta, Duma, Fefè,
Garibaldi, Giordano, Giovannini, Grassi, Guinzio,
Hassan, Iannaccone, La Longa Mancini, Leo,
Lucarini, Maddalena, Mariani di Corneto, A.
Marini Dettina, Militano, Monescalchi, Nardella,
Papa, Pallavicini Hassan, Politelli, Pasquali,
Pignalosa, Previero, F. Russo, Tarelli, Torriero.
Nel corso della serata, il dr. Fabio Torriero ha presentato la sua recente biografia di Alfredo Covelli.
Nell’occasione, sono entrati a far parte dell’Istituto
il dr. Baschieri ed il dr. D’Orazio.
13 dicembre 2012
La delegazione di Roma dell’Istituto del Sacro
Romano Impero, retta dal dr. Armando Pietroni,
che è anche presidente del collegio dei revisori dei
conti dell’I. N. G. O. R. T. P., promosso un convegno sul tema “I Romanoff e lo splendore
dell’Impero Russo”, tenutosi a Palazzo Ferraioli
alla presenza del conte Stanislaw Dumyn, Re
d’Armi di Casa Romanoff, il quale ha portato un
messaggio inviato per l’occasione da Sua Altezza
Imperiale la Granduchessa Maria, attuale Capo
della Casa Imperiale.
Dopo l’introduzione del Conte Stefano Guelfi
Camaiani, Vice Presidente dell’I. S. R. I., hanno tenuto relazioni l’avv. Filippo Maria Berardi, “I Romanoff
e l’ascesa al trono imperiale” il Generale dei
Carabinieri Domenico Libertini, “L’ordinamento
imperiale dell’Impero”, la professoressa Lami,
Università di Milano, il Colonnello dei Carabinieri
Alessandro Gentili, “Gli ordini cavallereschi dei
Romanoff”, e il capitano di vascello (ris.) Ugo d’Atri
“La fine dell’Impero Russo”.
La giornata si è conclusa in serata con una riunione
conviviale.
Il dr. Pietroni ha dato notizia del viaggio che l’I. N.
G. O. R. T. P. terrà nel mese di luglio 2013 in
Russia, in occasione del quattrocentesimo anniversario dell’ascesa al trono imperiale della dinastia
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
Romanoff e che verrà concordato con la famiglia
imperiale e con i gruppi zaristi russi.
Folto e qualificato il pubblico presente.
Fra i partecipanti all’evento il principe Maurizio
Ferrante Gonzaga, le Guardie d’Onore Monescalchi,
Crovato, Iannaccone, Pazzaglia, Ferrero, La Longa
Mancini, Patrone, Bertinotti, Di Maria, Rutili,
Imperato, Alberto Bianchi, Caruso, Gunzio.
14 dicembre 2012
La Guardia d’Onore Massimiliano Gottardi, utilizzando la propria esperienza di selezionatore del
personale, ha tenuto, nella sede della presidenza
dell’Istituto, una conferenza per illustrare a giovani
ed altre persone in cerca di lavoro le modalità più
opportune per presentare il proprio curriculum
vitae e per predisporsi a sostenere un colloquio di
lavoro.
28 dicembre 2012
Nel 65° anniversario della morte in esilio di S. M. il
Re Vittorio Emanuele III, una Santa Messa di suffragio è stata celebrata al Pantheon dall’arciprete
della Basilica, mons. Daniele Micheletti, concelebranti le Guardie d’Onore fra Marco Galdini de
Galda e don Andrea Ghiselli.
Erano presenti circa ottanta Guardie d’Onore, fra
le quali d’Atri, Pazzaglia, F. Gagliani Caputo,
Crovato, F. Monesclachi, T. Monescalchi, Duma, Di
Crosta, Pignalosa, A. Marini Dettina, Gonzaga del
Vodice, L. Pallavicini Hassan d’Afghanistan, M.
Hassan d’Afghanistan, Celauro, Caruso, Ingrosso,
Alloggio, Di Tosto, Pierato, Otta, Sinibaldi,
Nicolosi, Luzi, F. Bianchi, Gottardi, Rovere.
Giovannini, Fefè, C. Papa, La Longa Mancini,
Arsetti, Porro Papa, Furlan, Errico, Bastianelli, De
Angelis, Ciavarella, Trentin, Goretti, Salvini,
Cuomo, Alicicco, Di Nardo, Ciotti, Iannaccone,
Scuderi, Mastrosanti, Mereu, Mottola, Garofalo,
Grossi, Savarese, Pasquali.
31 gennaio 2013
Alla Santa Messa in suffragio di Sua Maestà la
Regina Maria Josè erano presenti le Guardie
d’Onore: Ametrano, Bastianelli, Bilotti, Cardinale,
Caruso, Crovato, Di Brisco, Garofalo, Gottardi,
Marini Dettina, Mariotti, Mastrosanti, Miele,
Tarelli, Villani.
33
18 marzo 2013
Nel trentesimo anniversario della morte in esilio di
S. M. il Re Umberto II, una Santa Messa è stata
officiata al Pantheon dalla Guardia d’Onore fra
Marco Galdini de Galda alla presenza di circa cento
persone fra le quali il presidente dell’Istituto,
capitano di vascello (ris.) Ugo d’Atri, il principe
Maurizio Ferrante Gonzaga del Vodice, il consultore nob. avv. Alfonso Marini Dettina, con la
madre n. d. Silvana ed il fratello nob. avv.
Domenico, i membri del collegio dei revisori dei
conti dr.ssa Clelia Antonelli e dr. Armando
Pietroni con i membri supplenti dr. Francesco
Alicicco e sig. Giovanni Falcioni, l’avv. Carlo
Morganti, membro della commissione di disciplina, il gen. Valerio Blais, il col. Alfonso Cardinale,
il Ten. Col. Carlo Cetteo Cipriani, gli ispettori dr.
Teodoro Monescalchi con il fratello Fabio, dr.
Antonino Lazzarino de Lorenzo e Ten. Col. Dr.
Stefano Barlozzari con la consorte Daniela, il dr.
Alvise Figà Talamanca, il dr. Rino Tarelli, il dr.
Santacesaria, l’amb. Bosco, l’avv. Alessandro
Pazzaglia, la sig.ra Maria Coculo Satta, i delegati
di Roma, col. pil. Caruso, e di Terni, cap. De
Angelis, il conte La Longa Mancini, il dr. Ilardi,
il dr. Rutili Dragonetti de Torres, l’ing. Ferrero.
7 maggio 2013
Sua Eccellenza l’Ambasciatore del Regno di
Spagna presso la Repubblica Italiana ha ricevuto
nella sua sede il presidente dell’Istituto Nazionale
per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del
Pantheon, capitano di vascello dr. Ugo d’Atri, che
era accompagnato dall’ispettore dell’Istituto dr.
Teodoro Monescalchi e dalla Guardia d’Onore
conte dr. Federico La Longa Mancini.
Il comandante d’Atri, nell’occasione, ha donato
all’ambasciatore un crest dell’Istituto ed una copia
del volume “Storia e ruolo della Guardia d’Onore
alle Reali Tombe del Pantheon”, opera del consultore nob. avv. Alfonso Marini Dettina.
8 maggio 2013
L’Istituto ha organizzato la presentazione del volume “Eugenio di Savoia-Carignano, un artefice del
Risorgimento italiano”, opera del Gen. Mauro
Ferranti.
Si tratta della biografia dell’Ammiraglio che fu
comandante in capo della flotta sardo-piemontese
34
negli anni del Risorgimento e che per quattro volte
fu Luogotenente del Regno.
Il libro è stato presentato nella libreria Borghese
dall’Autore e dal dr. Ascanio Guerriero, storico; conclusioni a cura del capitano di vascello Ugo d’Atri.
Circa quaranta le persone presenti, fra le quali il
principe Maurizio Ferrante Gonzaga marchese del
Vodice, il dr. Armando Pietroni, la marchesa Ripa
di Meana, i nobb. Pierfelice e Loredana degli
Uberti, l’on. Alberto Lembo, il presidente
dell’Associazione Nazionale Artiglieri d’Italia, Gen.
Viglietta, con il vicepresidente, la dr.ssa Anita
Garibaldi, il dr. Paolo Casanova, il dr. Pierluigi
Mei, l’Amm. Paolo Bembo con la c.ssa Adriana,
l’avv. Gianroberto Caldara, il Gen. Valerio Blais,
l’avv. Roberto Malagodi, la sig.ra Maria Letizia
Giovannini, la sig.ra Rita Salvini Antonazzo,
Alessio Trentin, la sig.ra Giovanna Liverzani, la
sig.ra Maria Concetta Micheli Vincenti, il comm.
Benito Mereu, l’ing. Roberto Piazzini, l’ing.
Domenico Giglio, il col. Alfonso Cardinale, la dr.ssa
Antonietta Amicarelli Scalisi, il dr. Pierantozzi, i
figli dell’autore, dr. Alessandro Ferranti e dr.ssa
Maria Emanuela Ferranti, l’ing. Ferrero.
10/11 maggio 2013
L’Opera Nazionale Caduti Senza Croce ha portato
in pellegrinaggio a Roma la statua della Madonna
del Piave, collocata abitualmente all’interno della
Cappella del Sacrario di Monte Zurrone
(Roccaraso).
Nel pomeriggio del 10 la statua è stata portata
nella sede dell’I. N. G. O. R. T. P., da dove il giorno successivo è stata posta all’interno del
Pantheon.
Qui è stata celebrata una Santa Messa, cui hanno
assistito, insieme ai dirigenti dell’Opera, circa
venti Guardie d’Onore, fra le quali il presidente
dell’Istituto, comandante d’Atri, il delegato provinciale di Roma, col. pil. Caruso, la sig.ra
Giovannini, l’avv. Gagliani Caputo, Alessio
Trentin, Mario Bianchi, il cap. Covino, l’avv.
Rovere, l’ins. Emma Porro Papa, Gerardina
Cuomo, Antonietta Calandra, Marcello Sinibaldi,
Aurora Nicolosi, Aldo, Angelo ed Alessia Leo, la
sig.ra de Angelis, Alfonso Pignalosa, Anna
Savarese, Giovanna Liverzani, Chirivì, Giorgino
Deiana, il dr. Tripepi.
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
SALERNO
19 maggio 2013
Guardie hanno voluto dimostrare il loro attaccamento alla memoria del Sovrano rendendo un composto servizio d’ordine alla tomba provvisoria.
All’arrivo della Famiglia Reale si è svolto il corteo
degli Ordini Dinastici di Casa Savoia che ha preceduto l’inizio della Messa.
Al termine i Principi di Savoia hanno inteso salutare i partecipanti con un sobrio rinfresco, che si è
tenuto presso l’imbarcadero del lago.
Erano presenti le LL. AA. RR. i Principi Vittorio
Emanuele, Marina ed Emanuele Filiberto di
Savoia, il Principe Sergio di Jugoslavia e il conte
Agostino Guarienti di Brenzone.
L’Istituto era rappresentato dal suo presidente,
cap. di vasc. (ris.) Ugo d’Atri, dal prof. Pier Luigi
Duvina, presidente della Consulta dei Senatori del
Regno e dai consultori dr. Di Martino e nob. avv.
Marini Dettina, dagli ispettori cav. gr. cr. Pierato,
dr. Arfilli, dr. Pizzi, cav. Di Maria, dr. Longo, dr.
Zoppi di Zolasco, ten. col. dr. Barlozzari, dr.
Adunata dell’Associazione Nazionale dei Bersaglieri.
Il labaro dell’Istituto portato dalla Guardia d’Onore
Massimiliano Gottardi.
SAVOIA
Altacomba, 16 marzo 2013
Nel trentesimo anniversario della morte di S. M. il
Re Umberto II, una Santa Messa è stata officiata
dal vescovo di Chambery, assistito dalla Guardia
d’Onore don Carlo Cecchin, nell’Abbazia Reale di
Altacomba.
I partecipanti sono stati accolti da un tempo benevolo che, insieme al richiamo esercitato dalla bellezza del paesaggio alpino e lacustre, hanno creato
un’atmosfera di grande suggestione.
La splendida cornice dell’Abbazia, gioiello della
dimora ancestrale della nostra Dinastia, ha accolto
i numerosissimi partecipanti (seicento, non tutti
Guardie d’Onore).
Le Guardie d’Onore sono affluite sul luogo in perfetto
ordine marziale, con alla testa il labaro nazionale.
In attesa dell’inizio della funzione numerose
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
35
Monescalchi, dai delegati di Brescia, dr. Cotti
Cometti, di Milano, cav. uff. Mastroianni, di
Torino, prof. dr. Cardellini, di Aosta, lgt. Morale,
della Savoia, cav. Carrier-Dalbion, di Genova,
prof.ssa Saponaro Monti Bragadin, di Ancona, cav.
Aiudi, di Como, dr. Pichierri, di Asti, comm.
Triberti, di Alessandria, sig.ra De Andrea, di
Novara, cav. Lovison, di Pavia, cap. di vasc. ing.
Allegrini, di Varese, nob. avv. Filiberti, di Roma,
col. pil. Caruso, di Biella, cav. Conzon.
Erano inoltre presenti il principe Alberto
Giovanelli, la contessa Thellung di Courtelary, il
maestro Leonardo Previero, l’arch. Mirko Fresia
Paparazzo, il conte Philippe de la Forest Divonne,
il cav. Andrea Rivoira, l’avv. Peter Linser, il cav. gr.
cr. Thaon di Revel Vandini, il dr. De Blasiis, presidente del Gruppo Savoia, il conte Sagramoso, l’arch. Garavaglia, mons. Gonzino, il dr. Grancagnolo,
la prof.ssa Sciaraffia.
L’organizzazione è stata curata dagli ispettori
dell’Istituto Pizzi e Di Maria.
TERNI
Fabro, 16 dicembre 2012
Si è tenuta la cerimonia che ha solennizzato il 152°
anniversario della apertura all’esercizio della stazione ferroviaria di Fabro – Ficulle.
Questo evento è stato realizzato con la partecipazione ed il concorso delle amministrazioni comunali interessate e di TreniItalia ed ha visto un grande
concorso di popolo coinvolgendo la stragrande
maggioranza degli abitanti dei due comuni.
Un plauso particolare va alla G. d’O. dott. Gianni
Morcellini, che, storico delle ferrovie, è stato il
valente organizzatore dei festeggiamenti.
La manifestazione è iniziata alle ore 09.00 con l’arrivo di un treno storico a vapore da Siena ed è stato
seguito da un solenne alzabandiera e successiva
benedizione dei Tricolori Sabaudo e Repubblicano.
La Marcia Reale e l’Inno di Mameli sono stati eseguiti dalla banda civica che ha anche intonato la
Canzone del Piave nel toccante momento dell’inaugurazione di una lapide dedicata ai ferrovieri morti
in servizio in tempo di pace e di guerra.
La giornata è proseguita con un viaggio tra volute
di fumo e sbuffi di vapore in quel di Siena. Al ritorno, dopo un paio d’ore, la lieta comitiva è stata
36
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
salutata all’arrivo alla stazione con un ricco buffet
di bentornato e giochi pirotecnici.
Il termine delle celebrazioni è stato scandito da
solenne ammainabandiera; nuovamente sono stati
intonati gli inni.
Hanno partecipato il Presidente d’Atri , l’isp.
Barlozzari e l’Isp. Monescalchi, la G. d’O. Mortolini
e la G. d’O. Morcellini.
TORINO
6 dicembre 2012
Nella sede del Circolo Culturale La Limonaia Food
as Culture in Via Mario Ponzio, 10 (zona Pozzo
Strada) si è svolta la presentazione del’ultimo libro
scritto dallo storico Domenico Fisichella dal titolo
“Dal Risorgimento al Fascismo 1861 – 1922”
Carocci Editore. L’incontro è stato introdotto dal
Cav. Fabrizio Marabello (promotore dell’evento) e
moderato dal Prof. Stefano Emanuele Monti
Bragadin dell’Università di Genova.
Fisichella, Senatore per quattro legislature, è stato
Ministro per i Beni Culturali e Ambientali, Vice
Presidente del Senato per dieci anni, membro della
Commissione Bicamerale per la Riforma costituzionale. Professore ordinario di Dottrina dello Stato e
di Scienza della Politica nelle Università di Firenze
e di Roma “La Sapienza”, editorialista per circa un
trentennio di importanti quotidiani, Medaglia
d’Oro ai Benemeriti della Cultura, della Scuola e
dell’Arte, fa parte del Consiglio scientifico
dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana fondata da
Giovanni Treccani, le sue numerose opere sono tradotte in inglese, francese, spagnolo, portoghese,
ungherese e rumeno.
L’Autore, nel suo intervento, ha ripercorso le vicende dell’Italia unita dalla nascita e lungo un sessantennio che, pur tra crisi significative, conducono il
giovane Stato nazionale a divenire una potenza
continentale. In tal quadro, demografia, economia,
partecipazione popolare, cultura, politica coloniale,
alleanze internazionali, partiti e movimenti fino
alla prova decisiva della Grande Guerra, sono
altrettanti tasselli di un processo storico ricostruito
in una prospettiva sempre attenta alla comparazione con la realtà europea. Fisichella ha illustrato i
primi passi, le difficoltà, infine il successo del fascismo, il suo confronto con socialisti, liberali popolari
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
nazionalisti, comunisti, monarchia, costituiscono i
momenti di un percorso il cui svolgimento fa emergere le condizioni, le circostanze e le responsabilità
che consentono a Benito Mussolini di conquistare la
guida del governo.
Alla presentazione del volume hanno inoltre partecipato il Presidente dell’Istituto Cap. V. (Ris.) Dott.
Ugo d’Atri, il Delegato Provinciale di Torino Dr.
Claudio Cardellini e il Conte Gustavo Mola di
Nomaglio.
Ha fatto gli onori di casa il Cav. Dr. Cesare Grandi,
Direttore de La Limonaia e abile chef capace di
abbinare sapientemente gusti ricercati con la sua
raffinata cucina mentre la soprano Angelica Cirillo,
accompagnata al pianoforte dal Maestro Angiolina
Sensale, si è magnificamente esibita con un repertorio di arie risorgimentali che ha affascinato il
pubblico presente.
VERCELLI
Larizzate, 28 dicembre 2012
Si è svolta presso la Parrocchia della Beata Vergine
Assunta la commemorazione dei Sovrani d’Italia
Vittorio Emanuele III e della Regina Elena.
Il Corteo è partito dall’affresco che ritrae la Vergine
Maria, dove le Infermiere Volontarie e le Autorità
Civili hanno posto ad essa dei fiori, seguendo così
una preghiera da parte del Cappellano Mons. Gian
Luca Gonzino, invocando per Sua Altezza Reale
Vittorio Emanuele di Savoia capo della Casa Reale
possa essere sempre vegliato dalla Divina
Provvidenza.
Segue l’arrivo presso la Parrocchia, dove sulle note
dell’Inno Sardo si sono svolte le celebrazioni delle
Loro Maestà Vittorio Emanuele III ed Elena di
Savoia; è seguito il Messaggio di Sua Altezza Reale
Vittorio Emanuele di Savoia Principe di Napoli,
Capo di Casa Savoia, quello dell’Arcivescovo di
Vercelli S. E. Mons. Enrico Masseroni, del Vescovo
di Asti S. E. Mons. Francesco Ravinale e del
Vescovo di Acqui S. E. Mons. Pier Giorgio
Micchiardi.
Un ringraziamento particolare per il messaggio
inviato di S.E. Mons. Antonio Staglianò Vescovo
della Diocesi di Noto e Priore degli Ordini
Dinastici della Reale Casa di Savoia per la Sicilia
Orientale.
37
La D.ssa e Senatrice della Consulta dei Senatori del
Regno, Maria Enrica Magnani Bosio Guardia
d’Onore, Storica e Scrittrice di molte pubblicazioni
sulla Dinastia Savoia, ha tenuto una relazione storica
sulle figure dei Sovrani d’Italia, concludendo la cerimonia nella più grande commozione dei convenuti.
All’uscita della Chiesa, il corteo, accompagnato dal
Complesso bandistico “Verde Azzurra di Galliate”
suonava la Marcia Reale, dopo di quella segue
l’Inno del Piave con la Deposizione della Corona
d’Alloro presso la Lapide dei Caduti di tutte le
Guerre. A conclusione si è tenuto presso la
Canonica un rinfresco per l’Augurio di un Buon
Anno Nuovo.
Ospite di prestigio, il Conte Niccolò Calvi di
Bergolo, famiglia aristocratica Piemontese, legata
da parentela con Casa Savoia tramite S. A. R.
Jolanda di Savoia e il Conte Giorgio Carlo Calvi di
Bergolo.
L’evento è stato Patrocinato e presenziato: Ordini
Dinastici della Reale Casa Savoia per il Piemonte,
Delegato Conte Cav. di Gr. Cr. Dr. Carlo Buffa di
Perrero; Provincia di Vercelli, Presidente Dr. Carlo
Riva Vercellotti; Comune di Villarboit, Dr. Roberto
Badini; Consiglio Permanente di AssoArma
Provinciale di Novara, Presidente Gen. Dario
Cerniglia; Istituto del Nastro Azzurro, Presidente
Nazionale Gen. Carlo Maria Magnani; Istituto
Nazionale del Nastro Azzurro – Sezione Provinciale
di Novara, Dama Maria Lucia Taglioni;
Associazione Nazionale Reduci e Rimpatriati
d’Africa, Presidente Nazionale Ing. Franco De’
Molinari; Ass. Naz. Reduci e Rimpatriati d’Africa –
Sezione di Novara “ Ugo Ferrandi”, Presidente
Gen. Dario Cerniglia; Associazione nazionale
Bersaglieri d’Italia sezione di Vercelli; Associazione
Nazionale Artiglieri d’Italia Sezione di Vercelli,
Gen. Luigi Ghezzi. Presenti i seguenti delegati del
Sodalizio: dottoressa Paola De Andrea,
Alessandria; Prof. Dr. Comm. Gaetano Scaravelli
Volta, Reggio Emilia; Prof. Daniele Tizzoni,
Piacenza; Cav. Uff. Marco Lovison, Novara.
Cappellani delle Guardie d’Onore:
Celebrante della Funzione Commemorativa è stato
il Can. Mons. Cav. Uff. Gian Luca Gonzino,
Cappellano delle delegazioni di Novara e Vercelli,
assistente la Guardia d’Onore don Carlo Brivio.
Erano presenti le Guardie d’Onore: Torino: Ubaldo
Revel Chion, Marco Adriano; Milano: Carla Luisa
38
Pirovano, Roberto Ervas; Varese: Claudio Felotti;
Novara: dama Taglioni Maria Lucia, dama Amelia
Fossati Ebraico, Alfiere Rag. Mario Angelo Crivelli;
Alessandria: Tino Luxardo Alfiere, Mirco Ulandi,
Paolo Scassino; Vercelli: Dr.ssa Maria Enrica
Magnani Bosio, Roberto Badini; Reggio Emilia:
Anna Volta.
VERONA
Peschiera del Garda, 11 novembre 2012
L’Istituto ha partecipato alla celebrazione del 95°
anniversario del convegno di Peschiera dell’8
novembre 1917 ed il 65° anniversario della morte
di S. M. il Re Vittorio Emanuele III.
Le celebrazioni si sono tenute presso la Palazzina
Storica, sede della Società Sala Storica di
Peschiera del Garda, sodalizio che si occupa
della conservazione della sala ove si tenne lo storico convegno inter-alleato e che ebbe come protagonista S. M..I presenti, circa un centinaio, si sono
radunati alle ore 9.
Dopo una visita al piccolo ma interessante museo
che raccoglie una serie di cimeli del primo conflitto
mondiale e alla storica sala del Convegno, è stata
celebrata la Santa Messa. A seguire, dopo il saluto
di un rappresentante dell’amministrazione comunale di Peschiera del Garda (VR), assessore
Montresor, è seguita una serie di interventi sul periodo storico tra cui quello del presidente dell’Istituto,
che ha avuto per tema il rientro delle salme dei
Sovrani del Regno d’Italia, una applauditissima relazione della Dr.ssa Garibaldi e un’altra di Lucia
Tomellieri della società “Sala Storica”, a finire la
relazione della G. d’O. dott. Ceschi, avente come
tema: “Italia Reale, pagine di storia dimenticate”.
Il previsto corteo con deposizione di corona d’alloro
al Monumento ai Caduti non ha potuto aver luogo
per il maltempo.
Sono intervenuti: il presidente dell’Istituto, cap. di
vasc. (ris.) Ugo d’Atri, il consultore cav. gr. cr. Di
Martino, l’isp. reg. dr. Arfilli, l’isp. reg. dr. Longo,
la G. d’O. dr.ssa Ania Garibaldi, il delegato di
Miliano Uff. Mastroanni, il delegato di Verona dott.
de Razza Planelli, il delegato di Brescia dott. Cotti
Cometti, il delegato di Padova Gen. B. Grassi, il
delegato di Vicenza cav. Ponza, il delegato di
Venezia Belladonna.
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
VICENZA
Creazzo, 14 aprile 2013
D'Onore della regione Veneto, dopo i saluti di rito
delle autorità, si è tenuta la presentazione del libro
"Risorgimento Italiano - Le altre verità" da parte
dell’autore Prof. Giulio Cesare Papandrea e con
l’intervento del Dr. Roberto Fassina, poeta e critico,
che ha già recensito l’opera stessa, con una sessione
di quesiti posti dall’assemblea.
A seguire si è tenuto il pranzo conviviale al quale
sono seguiti la consegna delle tessere ai nuovi aspiranti Guardia D’Onore e, tenuta da Don Marco
Marchetti, una relazione sul tema "Politica, religione, risorgimento. Il tentativo di Antonio Rosmini"
molto apprezzata dai partecipanti.
Dopo le foto di rito e i calorosi saluti e ringraziamenti, con la consegna di un omaggio floreale alle
rappresentanti del gentil sesso, la manifestazione
ha avuto termine.
VITERBO
18 marzo 2013
La Delegazione di Vicenza dell'Istituto Nazionale
della Guardia D'Onore alle Reali Tombe del
Pantheon si è nuovamente ritrovata nella stupenda
cornice delle Opere Parrocchiali della parrocchia di
San Ulderico a Creazzo.
Dopo la Santa Messa tenuta da Don Marco
Marchetti si è proceduto benedire le tessere dei
nuovi iscritti; quest’anno la neonata Delegazione di
Vicenza ha già ben 16 nuovi iscritti e di questo ringraziamo tutti i soci che si sono prodigati per farla
crescere.
Successivamente nella sala delle Opere
Parrocchiali, alla presenza della Senatrice
Elisabetta Alberti Casellati, dell'Ispettore per la
Regione Veneto della Guardia D'Onore Generale
Pietro Grassi, del Dott. Giovanni Angileri
Presidente
di
Assoarma,
dell'Assessore
all'Istruzione e Servizi Sociali Mirella Olivieri di
Creazzo, del Delegato di Vicenza Giuseppe Ponza e
con la rappresentanza di tutti i Delegati Guardia
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
La delegazione di Viterbo ha ricordato Re Umberto
II nel trentesimo anniversario della Sua dipartita
con la celebrazione della S. Messa in suffragio nella
Chiesa di San Giovanni Battista in Bagnaia. Con il
labaro della delegazione, scortato dalle GG. d’O.
39
Petri P. F., Quadrani F., Fracassini, Appolloni, Petri
P., Quadrani A., era presente una rappresentanza
dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio e
dell’Associazione Carabinieri.
22 marzo 2013
Nella Sala Regia del Comune di Viterbo è stato presentato il libro di Fabio Torriero “Alfredo
Covelli.La mia destra”. Alla presenza di un attento
pubblico e dei rappresentanti istituzionali del
Comune e della Provincia di Viterbo, i giornalisti
Amerigo Mascarucci e Arnaldo Sassi, con l’autore
del libro, hanno tratteggiato la figura e l’idea politica di Covelli, che per tanti versi ha anticipato,
inascoltato, i tanti problemi che oggi affliggono il
nostro Paese.
loro bandiere. Tra le 150 persone presenti alla serata c’erano il Delegato Salvatore Staglianò e consorte, le seguenti Guardie D’Onore: Mario Sabatini e
consorte, Pietro Strangis e consorte, Antonio
Staglianò, Giovanni Mete e consorte, Giuseppina
Guzziglia e il giovane Gabriele Cialdini della delegazione di Roma. La serata poi si è conclusa con 2
nuovi iscritti al nostro Istituto
AUSTRALIA
13 aprile 2013
La delegazione Australiana ha voluto celebrare con
una cena di gala il 135° anniversario della fondazione dell’Istituto e il 13° anniversario della nascita
della Delegazione Australiana, presso il Calabria
Club a Melbourne. Hanno partecipato alla serata
con le loro bandiere e labari, l’Associazione
Nazionale Combattenti InterAlleati (F. I. D. C. A),
Associazione Combattenti Australiani (R. S. L),
Associazione Nazionale Carabinieri, Associazione
Nazionale Caduti senza Croce, Associazione
Nazionale Artiglieri d’Italia, Associazione
Nazionale Aereonautica, Associazione Nazionale
Bersaglieri, Associazione Nazionale Marinai d’Italia
“Costantino Borsini”, Gruppo Marinai d’Italia
“Stefano Pugliese”. Erano presenti anche le sezioni
di Dandenong, di East Keilor e di Glenroy con le
40
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
CULTURA
EUGENIO DI SAVOIA–CARIGNANO. UN
ARTEFICE DEL RISORGIMENTO ITALIANO
di Domenico Giglio
“Perché un personaggio di tale statura, che tanto
ha influito sugli eventi che hanno contraddistinto
uno dei periodi più importanti, significativi e complessi della storia d’Italia, ha trovato così poco
riscontro presso gli storici tanto da essere quasi
dimenticato?” Questa è la domanda sulla quarta di
copertina del libro del generale Mauro Ferranti
intitolato “Eugenio di Savoia-Carignano – Un artefice del Risorgimento Italiano”, stampato dalla
“Umberto Soletti Editore” a marzo 2013 ed uscito
in questi giorni.
La domanda ha una facile risposta: in una Italia
che dopo il 1946 ha cercato in tutti i modi di cancellare qualsiasi memoria della Monarchia
Unitaria, che ignora Carlo Alberto, che ha dimenticato Vittorio Emanuele II, protagonista del
Risorgimento, eliminando in molte città il suo
nome dalle strade, e solo con il 150° del Regno
d’Italia, pudicamente definito dell’Unità d’Italia,
ha avuto un risveglio di interesse nei suoi confronti
ed un riconoscimento ufficiale con l’omaggio da
parte dell’attuale Capo dello Stato, alla tomba del
gran Re
al Pantheon, cosa poteva interessare
la figura di questo Principe, cadetto di un ramo che
non era erede della Corona e che non aveva partecipato fisicamente alle nostre guerre d‘indipendenza, proprio perché delegato ad esercitare il potere
regio, mentre Carlo Alberto nel 1848-1849 e
Vittorio Emanuele II nel 1859-1860 erano al fronte, quale loro Luogotenente Generale, ruolo ritenuto erroneamente di scarso rilievo ed importanza.
A questa mancanza d’interesse, per non definirla
con il suo vero nome di voluta “ignoranza”, ha
posto un punto fermo, il Ferranti con un testo
documentatissimo e completo, ricco di note e con
biografie di tutte le personalità citate, che partendo
dalla origine di questo ramo cadetto SavoiaCarignano Villafranca del ramo Savoia-Carignano,
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
ne traccia la storia dal 1752 al 1816, data di nascita di Eugenio Emanuele, di cui segue passo per
passo la sua vita che ha una svolta decisiva quando
con l’estinzione, alla morte di Carlo Felice nel
1831, del ramo primogenito di Casa Savoia che
aveva ininterrottamente regnato per ottocento
anni, sale al trono Carlo Alberto di Savoia
Carignano. A questo punto, infatti, non avendo
Carlo Alberto fratelli ed essendo bambini i figli
Vittorio Emanuele (n. 1820) e Ferdinando
(n.1822), questo giovane Eugenio già di 15 anni
rappresenta un rafforzamento della nuova dinastia
e saggiamente il Re ne curò l’educazione, raccogliendone i frutti nel 1848 dandoGli il prestigioso,
ma non facile incarico di Suo Luogotenente, che il
Principe Eugenio, ormai trentaduenne, seppe
assolvere con saggezza e dignità, doti che lo accompagnarono in tutta la Sua, per l’epoca, lunga vita,
venendo a mancare nel 1888 a settantadue anni.
Prima di questa esperienza politica e statuale il giovane Principe, militare, come nella tradizione storica dei Savoia, aveva però scelto la vita marinara,
nella Regia Marina Sarda, che grazie all’opera del
Des Geneys, si stava consolidando ed affermando
nel Mediterraneo contro i pirati barbareschi ed
anche nell’Atlantico con importanti crociere, per
tutelare gli interessi materiali e morali degli emigrati del Regno Sardo ed in una di queste crociere
Eugenio di Savoia, si trattenne qualche tempo in
Brasile, accolto con tutti gli onori dall’Imperatore
Don Pedro II, della casa di Braganza, ed ammirato
dalla figlia, principessa Januaria, erede del trono,
tanto che si erano imbastiti progetti matrimoniali
tra le due Case Reali, tramontati per un insieme di
fattori ampiamente descritti nel testo ricco, come
già detto, di documenti originali, pubblicati nel
loro testo integrale, molti dei quali provenienti da
legati testamentari del Re Umberto II.
La carriera militare del Principe, raggiunge il suo
culmine il 16 luglio 1844, quando assume il
comando della Marina Sarda, dopo altri importanti
traguardi quale il 28 aprile 1834, il suo riconosci-
41
mento di Principe del Sangue, e la concessione nel
1836 del Collare della Santissima Annunziata.
Tornando alla prima Luogotenenza del Re Carlo
Alberto, spetta ad Eugenio di inaugurare l’8 maggio 1848 il nuovo Parlamento Subalpino, pronunciando il primo “Discorso della Corona”, in nome
di Carlo Alberto, che esule ad Oporto, un anno
dopo, il 30 giugno 1849, riceve la visita di Eugenio,
inviato dal nuovo Re e da tutta la famiglia e successivamente è sempre Eugenio a riportarne in Patria le
spoglie mortali sulla Regia Nave “Monzambano”,
sbarcando a Genova il 4 ottobre 1849.
Comincia così il decennio 1849-1859 dove il
Principe Eugenio, continua ad assolvere numerosi
incarichi di rappresentanza, conferitigli da Vittorio
Emanuele, specie dopo il 1855, quando con la prematura scomparsa del fratello del Re, il Duca di
Genova, Ferdinando, rimane l’unico principe maggiorenne di Casa Savoia .Oltre a questi incarichi il
Principe Eugenio continua a seguire le vicende
politiche del Regno, intrattenendo una frequente
corrispondenza con il conte di Cavour, che, a sua
volta, è sempre sollecito e deferente nelle sue risposte. Si giunge così al 1859 ed alla seconda guerra
d’indipendenza e Vittorio Emanuele II nomina il
suo “Caro Fratello“, Luogotenente Generale, prima
di assumere il comando supremo dell’esercito e
partire per il fronte. A questa Luogotenenza, dopo
l’armistizio di Villafranca, seguono incarichi sempre più delicati, quando liberatisi i popoli dei
Ducati, dell’Emilia Romagna e della Toscana, che
vorrebbero subito unirsi al Regno di Sardegna,
bisogna prendere tempo per questa unione, evitando il rientro dei sovrani spodestati con le baionette
straniere, o la creazione di quel Regno dell’Italia
Centrale di gradimento napoleonico che sarebbe
stato un “vulnus” al concetto di unità e provvedere
gradualmente al raggiungimento della stessa. Così
si giunge alla Luogotenenza del Re in Toscana, con
Decreto del 23 marzo 1860, dopo il plebiscito per
l’adesione al Regno di Vittorio Emanuele, i cui
risultati positivi (366.571 voti per l’unione, 14.925
per un regno separato e 4.949 nulli)erano stati portati a Torino dal Barone Bettino Ricasoli, accolto
solennemente dal Re, con vicini Cavour ed il Principe
di Carignano. Le vicende si fanno sempre più complesse: Garibaldi sbarca in Sicilia e poi nel continente
dirigendosi verso Napoli. Vittorio Emanuele deve
prendere il comando delle truppe che liberate
Umbria e Marche dal governo pontificio si apprestano ad entrare nel territorio delle Due Sicilie per cui
nomina nuovamente Suo Luogotenente il Principe
42
Eugenio che lascia Firenze il 2 ottobre 1860 per tornare a Torino. Vicende ed eventi anche successivi che
il Ferranti inserisce in una vera e propria storia del
Risorgimento e dell’Unità rendendo il libro di estremo interesse storico a prescindere dalla figura del
Principe Eugenio, che ne rimane pur sempre protagonista.
Il 26 ottobre avviene l’incontro di Teano tra il Re e
Garibaldi che lo saluta “Re d’Italia” ed il 7 novembre Vittorio Emanuele entra a Napoli e si trattiene
nelle provincie meridionali fino alla fine del 1860 e
conscio del problema di non lasciare Napoli, già
capitale di regno, senza una adeguata rappresentanza, nomina il 3 gennaio 1861 il Principe
Eugenio, Luogotenente Generale delle Province
Meridionali, con ampi poteri, ed Eugenio si affretta
a raggiungere Napoli, accompagnato da Costantino
Nigra, abile diplomatico, che tanta parte positiva
aveva avuto nelle vicende del Risorgimento sempre
a stretto contatto con Cavour di cui era uno dei
migliori collaboratori L’incarico questa volta è
ancora più difficile e delicato dei precedenti,
durante i quali Eugenio aveva dovuto egualmente
prendersi numerosi e notevoli responsabilità, ma
l’esperienza maturata e le doti di carattere, di cui
abbiamo già detto, fanno superare anche momenti
difficili quale il rapporto tra Luogotenente e
Cialdini che comandava le truppe che assediavano
Gaeta. La Luogotenenza termina alla fine di maggio ed Eugenio ritorna a Torino dove rimarrà fino
al 1866, quando in occasione della terza guerra
d’indipendenza deve recarsi nella nuova capitale
Firenze, essendo stato nominato da Vittorio
Emanuele suo Luogotenente, partendo il Re con
l’esercito, insieme con i due figli, Umberto ed
Amedeo, ormai maggiorenni, e che entrambi si
comportarono valorosamente, Umberto nel famoso
quadrato di Villafranca, ed Amedeo addirittura
ferito, sia pure lievemente. Gli anni dal 1861 al
1866 non furono privi di eventi importanti e significativi, dalla prima esposizione italiana d’arte e
macchine per l’agricoltura tenuta a Firenze e di cui
il Principe era stato promotore e presidente onorario, al viaggio ufficiale nel 1862 a Parigi e Londra,
avendo incontri con Napoleone III, con la regina
Vittoria e con importanti membri del Governo
inglese ed alla Presidenza della “Commissione permanente per la difesa generale dello Stato” e del
“Consorzio Nazionale per l’estinzione del Debito
Pubblico” alla cui raccolta di fondi contribuì personalmente con un milione Vittorio Emanuele, a
dimostrazione della fiducia riposta dal Re nel suo
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
cugino e testimonianza del clima di affetto che
regnava nella famiglia reale. Infatti ad Eugenio era
stato anche affidato il compito di protutore dei figli
del Duca di Genova, Margherita e Tommaso, compito assolto con il consueto zelo particolarmente nei
confronti del giovane Tommaso che seguirà la vocazione marinara dello Zio, compiendo tutta la sua carriera militare nei ranghi della Regia Marina.
In questo periodo, il 25 novembre 1863, il Principe
Eugenio a 47 anni si sposa con una ragazza della piccola borghesia Felicita Crosio, molto più giovane,
matrimonio senza dubbio felice e ricco di figli, ma
che rimane morganatico in quanto Vittorio
Emanuele, secondo le precise regole di Casa Savoia,
è molto rigido nelle questioni matrimoniali dei
Principi Reali, per cui non dà il suo assenso, malgrado l’affetto per il cugino, ma, fortunatamente, i rapporti rimangono più che buoni e proprio nello stesso
periodo essendo nato un figlio alla Regina del
Portogallo, Maria Pia di Savoia, il Re incarica
Eugenio di recarsi a Lisbona con la flotta per congratularsi con la figlia, e di questa missione fa pure parte
Amedeo, Duca d’Aosta fratello della Regina. Altra
missione, dopo la Luogotenenza del 1866, è l’invio
del Principe Eugenio a Napoli per alcuni mesi nel
1867 per far sentire nuovamente ai napoletani la sollecitudine della nuova dinastia nei loro confronti, sollecitudine che ebbe poi il suo culmine con la residenza a Napoli del Principe Ereditario Umberto con
Margherita nel 1869 e la nascita, l’11 novembre dello
stesso anno, del loro figlio, al quale fu messo il nome
di Vittorio Emanuele in onore del Nonno, ed il titolo
di “Principe di Napoli”.
Torino dopo il sofferto trasferimento della Capitale
a Firenze e successivamente a Roma, con il Re e la
corte trova nella presenza del principe Eugenio,
ritornato a risiedervi, un motivo di soddisfazione
ed Eugenio, anche per motivi di salute riduce le sue
assenze se non per motivi gravi come la morte di
Vittorio Emanuele II, ed il suo imponente funerale,
che Edmondo De Amicis ricordò così nel libro
“Cuore”:”…Il feretro di Vittorio Emanuele II portato dai corazzieri passò, e allora ottanta veli neri
caddero, cento medaglie urtarono contro la cassa e
quello strepito sonoro e confuso, che rimescolò il
sangue di tutti, fu come il suono di mille voci
umane che dicessero tutte insieme: Addio buon Re,
prode Re, leale Re! Tu vivrai nel cuore del tuo
popolo finché risplenderà il sole sopra l’Italia”.
Anche per Eugenio si avvicinava la fine, ma la sua
vecchiaia era allietata dai numerosi figli e dal
rispetto affettuoso dei nuovi giovani Sovrani per il
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
vecchio Zio, il “barba“, nomignolo affettuoso che
in Piemonte si dà normalmente allo zio, che si
ricorda di loro in ogni occasione e ricorrenza, da
vero “pater familiae”, ed Umberto I con le RR.
Lettere Patenti del 14 settembre 1888, convalida il
matrimonio morganatico del Principe e conferisce
alla moglie ed ai figli il titolo di “Conti di
Villafranca Soissons, recandosi con tutta la famiglia reale a dargli la notizia nel Castello di
Stupinigi “…dove Eugenio villeggia con la famiglia…”. E Ferranti a proposito del titolo comitale
concesso scrive“… che il nome Soissons porta con
sé ricordi tra i felici e dignitosi nella storia di Casa
Savoia e che, averlo dato alla famiglia del Principe
di Carignano, è da considerare come un alto riconoscimento della statura di Eugenio come uomo politico
e della sua grandezza come principe e come uomo”,
parole che sono il miglior suggello della vita di questo
Principe che sarebbe mancato di lì a poco il 15
dicembre dello stesso anno ed i cui solenni funerali
furono indetti per il successivo 18 dicembre nel
Tempio della Gran Madre di Dio, a spese della Real
Casa, che nobilmente volle assumersi questo onere,
esentandone il Governo che pure aveva deliberato
essere i funerali a spese dello Stato.
CENTENARIO DELLA GRANDE GUERRA
di Riccardo Basile
Il 2014 è alle porte. Presto ricorrerà il Centenario
del più sanguinoso conflitto che abbia mai sconvolto il pianeta. Era stato chiamato “La Grande
Guerra”, mai immaginando che vent’anni dopo l’umanità sarebbe ripiombata in un altro scontro armato di spaventevoli proporzioni e conseguenze.
L’Italia era entrata in guerra nel ’15, dopo sofferta
attesa.
Per noi si trattava di concludere il percorso risorgimentale, iniziato con i Moti del 1821 in Campania,
in Sicilia e nel Piemonte e bruscamente interrotto,
dopo le tre Guerre d’Indipendenza, con l’ingresso
del nostro Paese nel 1882 nella Triplice Alleanza, al
fianco dell’Austria – Ungheria e della Germania.
Perché riparlarne? Per un istintivo bisogno dell’anima: è la nostra cultura che ci chiede di farlo. Lo
dobbiamo ai nostri Caduti: “NON DIMENTICATECI”, pare che urlino ancora dal silenzio delle
loro ultime dimore.
Il Governo Italiano per commemorare la rotonda
ricorrenza fin dall’agosto del 2012 ha costituito un
Comitato interministeriale e ha stilato un program-
43
ma di alte finalità etiche comprendente attività da
svolgere in più sedi del territorio nazionale.
La Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia dal
canto suo, con una tempestività che la onora, ha fatto
prontamente la sua parte. Entrando nel merito della
commemorazione (quinquennio 2014- 2018) ha fissato i seguenti obiettivi: ricordare nominativamente,
onorandone la memoria, ogni singolo Caduto (progetto “Albo d’Oro”), operare in ambito europeo promuovendo fra le Nazioni allora in guerra cerimonie
condivise, inserire nel Patrimonio Mondiale
dell’UNESCO alcuni siti del territorio regionale teatro, all’epoca dei fatti, di durissimi scontri.
Il 24 maggio u.s. ad Aquileia ha avuto luogo la
prima manifestazione della commemorazione del
Centenario: la consegna simbolica di un volume
dell’Albo d’Oro ad una Associazione d’Arma.
Perché ad Aquileia? Non solo per l’illustre passato
della storica sede, secolare faro di civiltà prima romana, poi cristiana, poi veneziana, ma ancor di più per
la presenza, a lato della Basilica patriarcale, del
“Cimitero degli Eroi”, uno dei più importanti
Cimiteri Monumentali della 1^ Guerra Mondiale.
In esso giganteggiano tre opere scultoree di rara intensità emotiva: “L’Angelo della Carità”, di Ximenes, che
raffigura una Creatura Celeste nell’atto di sollevare
verso il Cielo un Caduto, “Il Cristo” di Furlan, dove
Gesù stacca un braccio dalla Croce e lo pone amorevolmente sul capo di un Caduto sopreso nell’atto di
soccorrere un fratello giacente a terra, e infine la
“Tomba–Altare” dei dieci “Militi Ignoti”, vegliati da
Maria Bergamas, la triestina Madre putativa del
Caduto senza nome accolto con tutti gli onori nel
Vittoriano, sul Campidoglio, all’Altare della Patria.
Il nostro Istituto fondato dai Reduci Garibaldini e dai
Veterani delle Guerre d’Indipendenza non poteva
mancare alla partecipazione a tale evento. La Grande
Guerra infatti si era presentata come l’ultima occasione per portare i limiti dell’Italia là dove li aveva posti
il Sommo Poeta (IX Canto dell’Inferno) e offriva
finalmente la possibilità di ricongiungere alla madrepatria Trento, Trieste e i loro territori che attendevano,
trepidanti, la Redenzione.
L’inclemenza del tempo, veramente incredibile per
una giornata di fine maggio, non ha frenato lo slancio dei partecipanti. Da Trieste, ma anche da
Pordenone, eravamo presenti all’ombra del nostro
Labaro, con i nostri colori sociali.
Ci siamo assunti l’onere, nell’ambito della
Federazione Grigioverde, di concorrere a ricordare,
a partire dal prossimo anno, non solo gli IRREDENTI, i Giuliani cioè che sotto nome di copertu-
44
ra, per sfuggire al capestro dell’imperial regio
governo, erano accorsi ad ingrossare le file delle
nostre Forze Armate combattendo in prima fila per
la liberazione delle loro Terre, ma anche coloro che,
nati in località sotto tallone asburgico (Trento,
Trieste, l’Istria, Fiume, e la Dalmazia) sono Caduti
indossando l’uniforme austriaca.
Riteniamo infatti che oggi più che mai si debba
guardare al passato considerando “avversar”i e
“non nemici” gli antagonisti del tempo e che
comunque si debba onorare con pari sentimenti la
memoria di chi si è immolato sul campo di battaglia combattendo onorevolmente per la sua Patria,
non importa quale essa sia.
Non discendiamo forse da quella cultura classica
che ammoniva i Combattenti a tornare con gli
scudi o sugli scudi ?
Lo facciamo con lo stesso spirito che animava i
nostri Padri: l’amore per la nostra Bandiera, la fierezza della nostra italianità.
GIUSEPPE VERDI NEL
II CENTENARIO DELLA NASCITA (1813-1901)
di Gianluigi Chiaserotti
Cade quest’anno, il II Centenario della nascita di
uno dei più grandi ed innovatori musicisti italiani:
Giuseppe Verdi.
Giuseppe Fortunino Francesco Verdi nacque nelle
campagne della bassa parmense, a Le Roncole, frazione di Busseto, il 10 ottobre 1813 da Carlo, oste e rivenditore di generi alimentari, e Luigia Uttini, filatrice.
Il padre Carlo proveniva da una famiglia di agricoltori piacentini (stesse origini della moglie) e,
dopo aver messo da parte un po’ di denaro, aveva
aperto una modesta osteria nella casa de Le
Roncole, la cui conduzione alternava con il lavoro
dei campi.
Il registro dei battesimi, del giorno 11 ottobre
1813, indica Giuseppe Verdi come “nato ieri”.
Il giorno successivo venne battezzato nella chiesa
locale di San Giovanni Battista e gli vennero imposti, come poca’anzi detto, i nomi di Giuseppe
Fortunino Francesco. Il terzo giorno della sua
nascita il padre di Verdi raggiunse Busseto per
notificare la nascita alle autorità locali e venne
indicato nel registro comunale coi nomi di “Joseph
Fortunin François”.
L’atto di nascita fu redatto in lingua francese,
appartenendo in quegli anni Busseto ed il suo territorio all’Impero creato da Napoleone Bonaparte
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(1769-1821).
Pur essendo un giovane di umile condizione sociale, riuscì tuttavia a seguire la propria vocazione di
compositore grazie alla buona volontà ed al desiderio di apprendere dimostrato.
L’organista della chiesa de Le Roncole lo prese a
benvolere e gratuitamente lo indirizzò verso lo studio della musica ed alla pratica dell’organo. Più
tardi, Antonio Barezzi (1787-1867), un negoziante
amante della musica e direttore della locale società
filarmonica, convinto che la fiducia nel giovane
non fosse mal riposta, divenne suo mecenate e protettore aiutandolo a proseguire gli studi intrapresi.
La prima formazione del futuro compositore
avvenne tuttavia sia frequentando la ricca biblioteca della Scuola dei Gesuiti sita in Busseto, ancora
esistente, sia prendendo lezioni da Ferdinando
Provesi (1770-1833), maestro dei locali filarmonici, che gli insegnò i principi della composizione
musicale e della pratica strumentale.
Verdi aveva solo quindici anni quando, nel 1828,
una sua sinfonia d’apertura venne eseguita, in
luogo di quella di Gioacchino Rossini (1792-1868),
nel corso di una rappresentazione de “Il barbiere di
Siviglia” al teatro di Busseto.
Nel 1832 il Nostro si stabilì in Milano, grazie all’ulteriore aiuto economico di Antonio Barezzi ed a
una “pensione” elargitagli dal Monte di Pietà di
Busseto.
A Milano tentò inutilmente di essere ammesso presso il locale prestigioso Conservatorio e fu per diversi anni allievo di Vincenzo Lavigna (1776-1836),
maestro concertatore alla Scala.
Nel 1836 sposò Margherita Barezzi (1814-1840),
ventiduenne figlia del suo benefattore, con la quale
due anni più tardi andò a vivere a Milano in una
modesta abitazione a Porta Ticinese.
Nel 1839 riuscì finalmente, dopo quattro anni di
lavoro, a far rappresentare la sua prima opera alla
Scala: era l’“Oberto, Conte di San Bonifacio”, su
libretto originale di Antonio Piazza (1742-1825),
largamente rivisto e riadattato da un altro librettista Temistocle Solera (1815-1878). L’“Oberto” era
un lavoro di stampo donizettiano, ma alcune sue
peculiarità drammatiche piacquero al pubblico
tanto che l’opera ebbe un buon successo e quattordici repliche.
Ma, in quei giorni lieti, un tremendo dolore famigliare attanagliava Verdi a causa della tragedia che
aveva vissuto: la morte della moglie e dei figli avuti
da lei. La prima ad andarsene era stata la piccola
Virginia Maria, nata nel marzo 1837 e deceduta
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nell’agosto 1838; quindi Icilio Romano, nato nel
luglio 1838, e deceduto invece nell’ottobre 1839.
Infine la loro madre Margherita era spirata nel
giugno 1840.
Verdi era solo, privo ormai della sua famiglia. Ciò
aveva gettato il musicista nel più profondo sconforto, e per ironia della sorte l’opera che gli era stata
richiesta doveva essere comica: “Un giorno di
regno”, che si rivela un clamoroso fiasco.
Verdi dichiara che non avrebbe più composto musica.
Fu un libretto, una storia che poteva funzionare, a
fargli cambiare idea.
L’impresario della Scala, Bartolomeo Merelli
(1794-1879), lo fece leggere al Maestro e lo convinse a non abbandonare la lirica. Era un soggetto
biblico, il “Nabucco”, scritto ancora da Temistocle
Solera.
Verdi, però, ancora scosso dalla tragedia familiare
ripose il libretto senza neanche leggerlo, senonché,
una sera per spostarlo gli cadde per terra e si aprì,
caso volle proprio sulle pagine del “Va, pensiero”, e
quando lesse il testo del famoso brano rimase pressoché scosso...
Dopodiché andò a dormire ma non riuscì a prendere sonno, si alzò e rilesse il testo più volte, ed alla
fine lo musicò, e una volta musicato il “Va, pensiero”, decise di leggere e musicare l’intero libretto.
L’opera andò in scena il 9 marzo 1842 al Teatro
alla Scala ed il successo fu questa volta trionfale.
Venne replicata ben sessantaquattro volte solo nel
suo primo anno di esecuzione.
Con il “Nabucco” iniziò la parabola ascendente di
Verdi. Sotto il profilo musicale l’opera presenta
ancora un impianto belcantistico, in linea con i
gusti del pubblico italiano del tempo, ma teatralmente è un’opera riuscita, nonostante la debolezza
e alcune ingenuità del libretto.
Lo sviluppo dell’azione è rapido, incisivo, e tale
caratteristica avrebbe contraddistinto anche la successiva, e più matura, produzione del compositore.
Alcuni personaggi, come Nabucodonosor e
Abigaille, sono fortemente caratterizzati sotto il profilo drammaturgico, così come il popolo ebraico, che
si esprime in forma corale, unitaria, e che forse rappresenta il protagonista vero di questa prima, significativa, creazione verdiana. Uno dei cori dell’opera,
appunto il celebre “Va, pensiero”, finì con il divenire
una sorta di canto doloroso o inno contro l’occupante
austriaco, diffondendosi rapidamente in Lombardia
e nel resto d’Italia, tanto da venir cantato e suonato
perfino per le strade.
Sempre in quel 1842 Verdi conosce due donne
45
importantissime nella sua vita: la soprano e pianista Giuseppina Strepponi (1815-1897), che sarebbe diventata sua compagna e poi sua seconda
moglie, e la contessa Chiarina Maffei (18141886), grazie alla quale gli si aprirono le porte dei
salotti milanesi.
Iniziano anni di lavoro durissimo e indefesso, grazie alle continue richieste, e al sempre poco tempo
a disposizione per soddisfarle, anni che Verdi chiamerà “gli anni di galera”.
Il “Nabucco” segnò l’inizio di una folgorante e
lunga carriera. Per quasi dieci anni Verdi scrisse
mediamente un’opera all’anno.
Da “I Lombardi alla prima crociata” a “La
battaglia di Legnano”, passando per “I due
Foscari”, “Giovanna d’Arco”, “Alzira”, “Attila”,
“Il corsaro”, “I masnadieri”, “Ernani” e
“Macbeth”.
Tali opere giovanili, ad eccezione delle due ultime,
pur presentando talvolta al loro interno pagine di
acceso lirismo ed una lucida visione dei meccanismi e delle dinamiche teatrali, non danno testimonianza di un’evoluzione del maestro verso forme
musicali e drammaturgiche più personali e si adagiano su schemi già sperimentati in passato e legati
alla tradizione melodica italiana precedente.
Furono creazioni generalmente di successo rappresentate in molti teatri italiani ed europei, ma composte spesso su commissione, con ritmi di lavoro
talvolta massacranti e non sempre sorrette da una
genuina ispirazione.
Fra la produzione verdiana dell’epoca spiccano
senz’altro, per forza drammaturgica e fascino
melodico due opere, “Ernani” e “Macbeth”.
Tratta dall’omonimo dramma di Victor-Marie
Hugo (1802-1885), l’“Ernani” fu concepito dal
nostro fin dall’estate del 1843.
Musicato nell’inverno successivo su libretto di
Francesco Maria Piave (1810-1876), venne presentato al pubblico veneziano in marzo. La vicenda, ricca di colpi di scena e incentrata su un triplice
amore, diede la possibilità a Verdi di approfondire
la caratterizzazione di alcuni personaggi dal punto
di vista drammaturgico e di iniziare ad affrancarsi
dall’ingombrante influsso dei grandi compositori
italiani dei primi decenni dell’Ottocento: Gioachino
Rossini, Vincenzo Bellini (1801-1835) e Gaetano
Donizetti (1797-1848).
“Macbeth”, presentata al Teatro La Pergola di
Firenze nel 1847, è, con ogni probabilità, il capolavoro giovanile di Verdi. Musicata su libretto dello stesso
Francesco Maria Piave, si ispira alla tragedia omoni-
46
ma di William Shakespeare (1564-1616). Negli ultimi decenni è stata sottoposta a un intenso processo di
rivalorizzazione, anche se generalmente viene rappresentata nella sua veste definitiva del 1865, riveduta e
ampliata dal compositore bussetano. L’opera, dalle
potenti connotazioni drammatiche, si differenzia dalle
precedenti per un maggiore approfondimento psicologico dei protagonisti della tragedia (Macbeth e Lady
Macbeth), preannunciando, con il suo debordante lirismo, la trilogia popolare di un Verdi entrato nella sua
piena maturità espressiva.
Nel 1849, venne presentata al pubblico napoletano
“Luisa Miller”, opera meno affascinante di
“Macbeth”, ma importante per l’evoluzione dello
stile musicale e della drammaturgia verdiana.
L’orchestrazione si fa più raffinata che in passato,
il recitativo più incisivo ed il compositore scava
nella psiche della protagonista come mai aveva
forse fatto prima di allora.
Anche nella creazione successiva, “Stiffelio”, rappresentata per la prima volta a Trieste nel 1850,
Verdi portò avanti quel lavoro di caratterizzazione
psicologica del personaggio centrale, iniziato con
“Macbeth” e proseguito in “Luisa Miller”. L’opera
presentava però alcune debolezze strutturali, dovute in parte ai drastici tagli operati dalla censura
austriaca, che non gli permisero di imporsi al grande pubblico italiano ed europeo. Ancor oggi
“Stiffelio” è rappresentato raramente.
Un anno più tardi, con “Rigoletto” (Venezia,
1851), Verdi si sarebbe imposto come il massimo
operista italiano del suo tempo. “Rigoletto” fu
seguito da altri due capolavori assoluti, “Il trovatore” e “La traviata”, che formano con esso la
cosiddetta “trilogia popolare”, o (più impropriamente) “romantica”, del compositore bussetano.
Tratto da una “pièce” di Victor Hugo, “Le roi s’amuse”, “Rigoletto” è un’opera profondamente
innovativa, sotto il profilo drammaturgico e musicale. Per la prima volta al centro della vicenda di
un’opera drammatica troviamo un buffone di
corte, cioè un personaggio che, utilizzando una terminologia moderna, potremmo definire un c. d.
“emarginato sociale”. La dimensione emotiva dei
protagonisti è colta da Verdi magistralmente attraverso una partitura messa al servizio del dramma e
di straordinaria bellezza melodica. Azione e musica
sembrano rincorrersi e sostenersi mutuamente in
una vicenda che ha un ritmo di sviluppo rapido,
senza cedimenti né parti superflue.
Il miracolo si ripeté con “Il trovatore” (Roma,
1853), opera dall’impianto più tradizionale, ma
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altrettanto affascinante.
Dramma di grande originalità oltretutto, perché si
struttura su una vicenda povera di avvenimenti e
dove i protagonisti o sono proiettati verso un futuro
gravido di incognite, o immersi nei ricordi di un
passato lontano che ne condiziona l’azione e che li
sospinge verso un destino di morte ineluttabile.
Con codesta opera Verdi scrisse alcune fra le sue
pagine più alte, ricche di patetismo e suggestioni
tardo-romantiche che sarebbero nuovamente emerse pochi mesi più tardi, nella terza opera, in ordine
cronologico, e precisamente “La Traviata”
(Venezia, 1853), la quale ruota attorno alla storia
di una cortigiana travolta dall’amore per un giovane di buona famiglia. Più che su alcuni accadimenti esteriori, la vicenda viene vissuta all’interno della
coscienza della protagonista la cui natura umana è
scandagliata da Verdi in tutte le sue minime sfumature. Le scelte stilistiche del grande compositore
risultano sempre adeguate alla complessa drammaturgia dell’opera e si traducono in un raffinamento
orchestrale ed in una complessità armonica la cui
modernità non venne all’epoca pienamente recepita. Attualmente alcuni critici considerano “La
Traviata” una vera e propria pietra miliare nella
creazione del dramma borghese degli ultimi decenni dell’Ottocento e ne evidenziano l’influenza su
Giacomo Puccini (1858-1924) e gli autori veristi
suoi contemporanei.
Con la “trilogia popolare”, Giuseppe Verdi si era
imposto come il più celebre musicista del suo
tempo.
Augustine Eugène Scribe (1791-1861), all’epoca
librettista dell’Opéra di Parigi, propose al compositore un testo in francese per un’opera da rappresentare nella “Ville Lumière”.
Non senza esitazioni, Verdi accettò.
Ne uscì un’opera, “Les vêpres siciliennes” (1855),
di notevole impatto musicale ma poco convincente
sotto il profilo drammaturgico. L’opera, inquadrabile nel genere del “Grand opéra”, con spettacolari
messe in scena, coreografie e movimenti di massa,
poco si addiceva al genio verdiano, approdato con
“la Traviata” ad un tipo di drammaturgia più intimista, psicologica.
Maggior successo avrebbe avuto, pochi mesi più
tardi, la versione italiana dell’opera, “I vespri siciliani” (Parma, 1855), con la quale si sono cimentati, nel secondo dopoguerra alcuni fra i maggiori
direttori d’orchestra ed interpreti della grande lirica internazionale (celebre fu a rappresentazione
scaligera del 1951).
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In quegli anni riaffiorò prepotente nel Maestro,
ormai compositore affermato, ricco e noto al pubblico internazionale, il fascino della campagna.
Pertanto, nel maggio 1848 Verdi acquistò dai
signori Merli la villa di Sant’Agata, una frazione di
Villanova sull’Arda (provincia di Piacenza), dove
diventò anche consigliere comunale.
Qui si stabilì tre anni più tardi, insieme alla sua
nuova compagna, il soprano Giuseppina Strepponi,
che sposò poi nel 1859.
La fattoria finì con l’assorbire gran parte del tempo
del Maestro, almeno tutto quello che la musica gli
lasciava libero e così, via via, con il passare degli
anni, l’amore per la campagna diventò, per lui, quasi
una mania. Le lettere, indirizzate al fattore, sono una
riprova di quanto il “il Cigno di Busseto” fosse esperto in fatto di pioppicultura, di allevamento di cavalli,
di irrigazione dei campi, di enologia.
Quanto poi fosse competente e si tenesse al corrente
delle ultime novità si puo’ dedurre da una lettera,
datata marzo 1888 ed indirizzata a dei coltivatori
emiliani, che gli avevano mandato in omaggio sei
cachi di cui avevano appena iniziato, in Italia, la
coltivazione. Verdi se ne mostrò subito entusiasta,
auspicandone la diffusione su tutto il territorio
nazionale.
Il 31 agosto 1857 Verdi ottenne, dalla Repubblica
di San Marino, il titolo di Patrizio Sanmarinese.
La seconda metà degli anni cinquanta del Secolo
XIX furono, per il compositore, anni di vero e proprio travaglio.
Giuseppe Verdi poteva finalmente comporre senza
fretta, ma l’intero mondo musicale stava lentamente cambiando.
Sui palcoscenici italiani, il “Simon Boccanegra”,
presentato al pubblico veneziano nel 1857, non
piacque. Il dramma, prettamente politico, non
aveva quei risvolti sentimentali che tanto appassionavano il pubblico del tempo e quindi si attese
quasi cinque lustri ed una rielaborazione radicale
[cui collaborò anche Arrigo Boito (1842-1918)]
per imporsi definitivamente nel repertorio lirico
italiano ed internazionale (1881).
Due anni più tardi vedeva la luce, dopo varie vicissitudini prima con la censura napoletana (che in
pratica rese impossibile la sua rappresentazione),
poi con quella romana, “Un ballo in maschera”
(Roma, 1859), opera di successo nella quale Verdi
mescolò, con sapiente dosaggio, elementi procedenti dal teatro tragico e da quello leggero. Creazione
musicalmente e drammaturgicamente raffinata,
dallo stile elegante e delicato, in codesta opera
47
affiora un’umanità vagamente inquieta, non esente
da ambiguità, che trova nella relazione fra i due
protagonisti i suoi momenti liricamente più elevati.
Un interessante connubio di elementi comici e tragici (con decisa prevalenza di questi ultimi), si realizza ne “La forza del destino” (San Pietroburgo,
1862). L’opera possiede un indubbio vigore musicale anche se appare in alcuni punti meno compatta, meno unitaria della precedente sotto il profilo
teatrale. Ne “La forza del destino” Verdi riesce tuttavia ad elaborare un linguaggio ancor più realistico che in passato, anticipando l’opera successiva, il
“Don Carlos”, presentato al pubblico parigino nel
1867.
“Don Carlos” è oggi considerato uno dei grandi
capolavori verdiani.
In quest’opera il compositore, pur facendo proprie
alcune impostazioni del “Grand opéra” (fra cui
l’articolazione in cinque atti, l’inserimento di un
balletto fra il terzo e quarto, e la creazione di alcune scene particolarmente spettacolari), riesce a scavare in profondità nella psicologia dei protagonisti,
offrendoci una poderosa raffigurazione del dramma umano e politico che sconvolse la Spagna nella
seconda metà del XVI secolo e che ruota attorno
alla logica spietata della Ragion di Stato.
Tale periodo di massima maturazione umana ed
artistica culminò con l’“Aida”, andata in scena a Il
Cairo la vigilia di Natale del 1871. L’opera fu il
risultato finale dei contatti tra Verdi e il kedivè
d’Egitto, che nel 1869 aveva invano tentato di ottenere dal maestro un inno per l’inaugurazione del
Canale di Suez.
“Aida” costituisce un ulteriore, grande passo in
avanti verso la modernità. Il quasi completo
abbandono dei pezzi a forma chiusa, l’uso ancor
più accentuato che in passato di temi e motivi
musicali ricorrenti potrebbero fare accostare tale
opera al dramma wagneriano. In realtà Verdi aveva
seguito un percorso del tutto autonomo in quest’opera, fondamentalmente intimista e poggiata su
una vocalità dalle caratteristiche prettamente italiane. Ricordiamo a questo proposito che la prima
opera di Wilhelm Richard Wagner (1813-1883) (di
cui cadono quest’anno anche per lui i duecento
anni dalla nascita) ad essere rappresentata in Italia
fu il “Lohengrin” a Bologna, e ciò avvenne dopo la
prima esecuzione dell’“Aida”. Verdi era tuttavia
già al corrente di alcune innovazioni musicali del
grande compositore tedesco, verso il quale inizialmente non nutriva molta stima.
Dopo “Aida”, Verdi decise di ritirarsi a vita privata.
48
Iniziò così il periodo del grande silenzio – sia pure
interrotto dalla “Messa di Requiem” scritta in occasione della morte di Alessandro Manzoni (17851873) – durante il quale il rude contadino de Le
Roncole meditò sui grandi mutamenti artistici in
corso nel mondo. A far uscire Verdi dall’isolamento
fu Arrigo Boito, il compositore scapigliato che lo
aveva pubblicamente offeso nel 1863 ritenendolo
causa del provincialismo e dell’arretratezza della
musica italiana del tempo.
Con gli anni Boito aveva compreso che solo Verdi
avrebbe potuto portare l’Italia musicale al passo
con l’Europa e, con il fondamentale aiuto dell’editore Giulio Ricordi (1840-1912), si riconciliò con
lui. Primo frutto della collaborazione fra il grande
musicista e l’ex scapigliato fu il rifacimento del
“Simon Boccanegra” rappresentato con grande
successo al Teatro alla Scala di Milano nel 1881.
Seguirono a distanza di alcuni anni due opere
memorabili: “Otello” e “Falstaff”, entrambi frutto
delle fatiche letterarie di Boito, che si occupò della
stesura dei rispettivi libretti, e di Verdi che ne compose la musica.
Si tratta di due capolavori assoluti del grande bussetano, ormai prossimo alla concezione wagneriana
del dramma ma senza pagare un solo tributo allo
stile del suo coetaneo d’oltralpe. In Boito Verdi poté
trovare un collaboratore prezioso, che seppe essere
all’altezza delle proprie concezioni drammaturgiche, un intellettuale di notevole spessore culturale,
duttile nella versificazione ed, a sua volta, musicista, ovvero capace di pensare la poesia in funzione
della musica. Le due opere, entrambe rappresentate alla Scala, ebbero esiti diversi. Se l’“Otello”
incontrò immediatamente i gusti del pubblico,
affermandosi stabilmente in repertorio, “Falstaff”
lasciò, in un primo momento, perplesso il grande
pubblico verdiano e, più in generale, i melomani
italiani. Per la prima volta dopo lo sfortunato “Un
giorno di regno” infatti, l’anziano Verdi si cimentava nel teatro comico, ma con la sua estrema commedia aveva accantonato in un sol colpo tutte le
convenzioni formali dell’opera italiana, dando
prova di una vitalità artistica, di uno spirito aperto
alla modernità e di un’energia creativa sorprendenti. “Falstaff” fu sempre amato dai compositori ed
esercitò un influsso decisivo sui giovani operisti, da
Puccini agli autori della Generazione dell’Ottanta.
Il Maestro trascorse gli ultimi anni tra Sant’Agata e
Milano. Aveva oramai perso gli ultimi amici di gioventù: Andrea Maffei e sua moglie Clara, Tito, I
Ricordi ed Emanuele Muzio. Nel 1897 la moglie
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Giuseppina morì, lasciandolo solo nella sua lunga
vecchiaia. Nel 1899 istituì l’Opera Pia - Casa di
Riposo per i Musicisti: redigendo il testamento, stabilì molti legati destinati ad essa ed a vari altri enti
sociali, mentre istituì erede universale delle sue
ingenti ricchezze una cugina (da parte di padre) di
Busseto, Filomena Verdi, la cui storia è come quella
di una fortunata Cenerentola. Di famiglia poverissima, aveva abitato con Carlo Verdi, che aveva
voluto strapparla alla miseria di casa sua. Quando
il padre di Verdi morì (14 gennaio 1867), il musicista e Giuseppina presero a loro volta in casa la
bambina di sette anni, che ribattezzarono Maria ed
educarono con ogni cura, considerandola una figlia
a tutti gli effetti. In seguito la ragazza si sposò con
il figlio del notaio Carrara, loro buon amico, ed
ebbe quattro figli maschi. Fu lei a prendersi cura
del Maestro rimasto vedovo, e fu lei presente al suo
letto di morte, insieme alla cantante Teresa Stolz
(1834-1902).
Verdi morì a Milano in un appartamento dove era
solito alloggiare dal 1872 al Grand Hotel et De
Milan alle 2:50 del 27 gennaio 1901, all’età di 87
anni. Era venuto nella città lombarda per trascorrervi l’inverno, come faceva da tempo. Colto da
malore, spirò dopo sei giorni di agonia. Il Maestro
lasciò istruzioni per i suoi funerali: si sarebbero
dovuti svolgere all’alba, od al tramonto, senza sfarzo né musica. Volle esequie semplici, come semplice era sempre stata la sua vita. Le ultime volontà
del compositore vennero rispettate, ma non meno
di centomila persone seguirono in silenzio il feretro.
Nei giorni che precedettero la morte di Verdi, via
Manzoni e le strade circostanti vennero cosparse di
paglia affinché lo scalpitio dei cavalli ed il rumore
delle carrozze non ne disturbassero il riposo. Venne
sepolto a Milano presso la Casa di Riposo per i
Musicisti che lui stesso istituì.
Tra le cerimonie svoltesi in tutta Italia per commemorare la morte di Verdi, particolarmente suggestiva fu quella che si svolse, alla presenza del principe
Tommaso di Savoia-Genova (1854-1931), Duca di
Genova, fratello germano della Regina Madre
Margherita di Savoia (1851-1926), nel teatro greco
di Siracusa. Fu stampata anche una cartolina commemorativa in occasione del luttuoso evento, mentre sia Giovanni Pascoli (1855-1912) che Gabriele
d’Annunzio (1863-1938) scrissero composizioni
poetiche in sua memoria. Al Museo Verdiano Casa
Barezzi di Busseto è conservata la prima stesura del
manoscritto originale dell’ode “In morte di
Giuseppe Verdi” (1901) del d’Annunzio medesimo.
Verdi si cimentò anche al di fuori dal campo operi-
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
stico.
Dopo aver ricevuto la formazione di maestro di
cappella - secondo la prassi italiana dell’epoca scrisse molta musica sacra e strumentale, destinata
per lo più alla locale Società Filarmonica.
Ricordiamo di questo periodo (1836-1839) un
“Tantum ergo”, che il compositore giudicò molto
severamente negli anni della propria maturità.
Dall’”Oberto” (1839) abbandonò, per oltre
vent’anni, i generi non operistici, con l’eccezione
della musica da camera (fra cui alcune romanze da
salotto).
Nel 1862 il Nostro compose, per l’Esposizione
Universale di Londra, il c. d. “Inno delle Nazioni”
su testo del Boito.
Molti anni più tardi, Verdi scrisse, come abbiamo
di già detto, anche una “Messa di requiem” per la
morte di Alessandro Manzoni (rappresentata nella
Chiesa di San Marco a Milano il 22 maggio 1874).
In realtà, di già dopo la morte di Rossini, era stato
proposto a ben undici compositori italiani del
tempo, come omaggio collettivo al compositore
pesarese, un “Requiem” mai realizzato. Verdi per sé
aveva riservato l’ultimo brano, quel “Libera me,
Domine” che avrebbe recuperato successivamente,
inserendolo, con alcuni cambiamenti, nel
“Requiem” medesimo per il Manzoni.
Sempre nel campo della musica sacra, Verdi compose un “Pater noster”, su testo in volgare di
Dante, pubblicato nel 1880 ed i Quattro pezzi
sacri, composti nella tarda maturità e pubblicati
nel 1898: “Ave Maria”, “Stabat Mater”, “Laudi”
(alla Vergine) ed un “Te Deum”.
Di Verdi, nel genere cameristico, ricordiamo alcune
opere giovanili come le “Sei romanze” (ed. 1838)
ed un “Album di sei romanze” (ed. 1845) per voce
e pianoforte ed il “Quartetto” per archi in mi minore (1873).
Giuseppe Verdi partecipò anche attivamente alla
vita pubblica del suo tempo. Fu, come si è accennato, un patriota convinto, anche se nell’ultima
parte della sua vita traspare, dall’epistolario e dalle
testimonianze dei suoi contemporanei, una disillusione, un disincanto, nei confronti della nuova
Italia unita, che forse non si era rivelata all’altezza
delle proprie aspettative.
In occasione delle celebrazioni del CL Anniversario
della proclamazione del Regno d’Italia, nell’articolo “I motivi che portarono all’Unità d’Italia”, tra
l’altro, scrissi:
“(…) Ma la “Restaurazione” fu l’inizio di una nuova
stagione per la nostra Penisola, che, culminerà, come
più volte abbiamo detto, nell’Unità d’Italia.
49
Agli ideali illuministici, razionali, che portarono
alla Rivoluzione Francese, si comincia a contrapporre quel nuovo movimento culturale che è il
Romanticismo.
Fra tutti gli avversari della Restaurazione, gli exufficiali napoleonici, formati alla scuola ardimentosa dell’esercito imperiale ed impazienti dell’inerzia cui son ridotti, costituiranno, non di rado l’elemento più combattivo e pronto a passare all’azione
rivoluzionaria contro i governi restaurati. Ed
accanto a loro un grosso contingente di oppositori
è dato dalla borghesia dei commerci e delle industrie, danneggiata, nei propri interessi, ed esasperata dal risorto predominio dell’aristocrazia,
oppure da nobili di idee progressiste, ma soprattutto dagli intellettuali, influenzati, come si diceva
poc’anzi, dall’ormai irresistibile diffusione del
Romanticismo dalla Germania verso il resto
dell’Europa.
Da principio puo’ apparire che il Romanticismo,
predicando il ritorno alla tradizione od esaltando
il sentimento, in netta antitesi al razionalismo illuministico, sia alleato alla Restaurazione. Ma si
vede che la rievocazione della storia, l’esaltazione
delle tradizioni nazionali, il richiamo alla coscienza popolare significano solo l’alimento del patriottismo. Fare appello, come i romantici, al sentimento individuale, alla libera espressione del cuore e
della fantasia, in antitesi alle regole del classicismo, significa alimentare la battaglia per la libertà
contro lo spirito autoritario della Restaurazione.
Romantico diviene sinonimo ovunque di liberale e
patriota.
Non dimentichiamoci che il Romanticismo nasce in
Germania da quel movimento (pre-romantico) denominato “Sturm und Drang”, “impeto ed assalto”.
La cultura del Romanticismo, infatti, non vive isolata in una sua “turris eburnea”, (la torre d’avorio), ma partecipa caldamente alla battaglia politica che attorno a lei si svolge.
In ogni paese, le università con i loro studenti e
docenti costituiscono altrettanti focolai di agitazione liberale e di cospirazioni. Il poeta, il dotto, il
musicista [Vincenzo Bellini (1801-1835), Giuseppe
Verdi (1813-1901)] si sentono investiti di una specie di missione morale e, come tali, non ascoltati
dai loro contemporanei. (…)”.
Nel corso della vita di Verdi, lunga quasi un secolo,
l’Italia si trasforma appunto da paese soggiogato al
dominio straniero in uno stato unificato indipendente,
desideroso di far parte delle grandi potenze europee.
Il Risorgimento, le lotte per l’unificazione d’Italia,
non potevano lasciare indifferente l’animo del com-
50
positore. “Nabucco” (con il famoso coro “Va’ pensiero, sull’ali dorate), “I Lombardi alla prima crociata” (famoso è “O Signore dal tetto
natio”), “Macbeth”, “Don Carlo” esprimono il sincero amore patriottico di Verdi ed il suo dolore per
un popolo oppresso.
A Milano, come detto, frequentò i salotti intellettuali della città, primo tra tutti quello dell’amica
Chiarina Maffei, dove fervevano sentimenti ed iniziative anti-austriache.
I moti del 1848 lo portarono sicuramente ed apertamente a manifestare i di lui ideali patriottici.
Il nome del Maestro rimarrà per sempre legato agli
ideali del Risorgimento, trasformandosi in un acrostico rivoluzionario, “Viva Verdi!”, da leggersi “Viva
Vittorio Emanuele re d’Italia!”, scritto per la prima
volta sulle mura di Roma all’epoca di “Un ballo in
maschera”. Il graffito alludeva ad un’aspirazione
che con gli anni stava diventando sempre più popolare e condivisa.
Lo stesso Verdi finisce per credere in questo progetto quando soprattutto comprende che l’unità del
paese si potè concretizzare non tanto attraverso
l’insurrezione popolare e l’inutile e fuori luogo utopia repubblicana di Giuseppe Mazzini (18051872), ma esclusivamente con un paziente lavoro
diplomatico.
Fu Camillo Benso di Cavour (1810-1861) che lo
volle, quasi a viva forza, membro del primo parlamento del Regno d’Italia (1861-1865), eletto come
Deputato nel Collegio di Borgo San Donnino, l’attuale Fidenza.
Tuttavia, le alchimie politiche si rivelano estranee
alla personalità del Maestro.
Quindi entrò in Parlamento, ma ci rimase solo
per soli cinque anni (1861-1865), convinto di
essere più utile al suo paese come artista che
come deputato.
Ma successivamente, Giuseppe Verdi fu giustamente creato senatore del Regno (dal 15 novembre
1874), e ciò ai sensi dell’art. 33, categorie 20
(“Coloro che con servizi o meriti eminenti avranno
illustrato la Patria”) e 21 (“Le persone che da tre
anni pagano tremila lire di imposizione diretta in
ragione dei loro beni o della loro industria”) dello
Statuto Albertino.
Per le sue alte benemerenze verso la Patria, il
Nostro fu creato anche Cavaliere Civile di Savoia
(1867), Cavaliere di Gran Croce decorato del Gran
Cordone dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro e
dell’Ordine della Corona d’Italia (entrambi nel
1887), nonché di numerosi ordini equestri stranieri
(tra cui la Legion d’Onore francese) e quindi
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
Cittadino Onorario di Parma con medaglia d’oro
(1872).
Fu anche consigliere provinciale di Piacenza.
Rappresentò, e continua a rappresentare per molti
italiani la somma di tutti quei simboli che li hanno
guidati all’unificazione nazionale contro l’oppressione straniera.
Per lungo tempo Verdi è stato considerato un tranquillo uomo di campagna toccato dal genio, un
uomo rustico e schietto, integerrimo, e di rara onestà intellettuale.
Tale immagine si univa a quella del patriota ardente,
che a giusto titolo sedette come deputato nel primo
parlamento dell’Italia unita. Aspetti tutti codesti,
facenti sicuramente parte della di lui personalità ma
che da soli non possono spiegare la grandezza dell’artista e delle sue immortali creazioni.
In realtà Verdi fu un operista attento alle grandi
correnti di pensiero che percorrevano l’Italia e
l’Europa del tempo, pronto a mettersi in discussione e nel contempo profondamente conscio del proprio valore. Sempre aggiornatissimo, alla ricerca di
nuovi soggetti cui ispirare le proprie opere, fu un
grande frequentatore della capitale artistica
dell’Europa del tempo, Parigi. Il suo primo viaggio
nella “Ville Lumière” risale al 1847, l’ultimo, al
1894, in occasione dell’allestimento dell’“Otello”
che egli stesso volle seguire personalmente.
Compositore meticoloso, dotato di un’eccezionale
sensibilità drammaturgica che aveva ulteriormente affinato con gli anni, Verdi fu per tutta la
sua vita uno sperimentatore, proteso verso traguardi sempre più alti e dotato di un senso critico
fuori del comune, che gli permise di andare
incontro ai gusti di un pubblico sempre più esigente pur senza mai rinunciare ai propri convincimenti di uomo ed artista.
L’ampio epistolario che ci ha lasciato, oltre a rappresentare un affascinante affresco di quasi settant’anni di storia italiana (dalla metà degli anni
trenta del secolo XIX sino alla fine del secolo medesimo), è uno strumento per conoscere un Verdi
“inedito”, orgoglioso della propria estrazione contadina, ma allo stesso tempo uomo fondamentalmente colto ed osservatore fine della realtà e dell’ambiente che lo circondavano, personaggio
inquieto e protagonista carismatico di un’epoca
memorabile.
Stimato ed amato da un ampio pubblico internazionale, Giuseppe Verdi è sicuramente, con
Giacomo Puccini, l’operista più rappresentato al
mondo, occupando un posto privilegiato nell’olimpo dei più grandi creatori musicali di tutti i tempi.
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
LE SCELTE DELLA CORONA
di Francesco Atanasio
La vulgata che vuole la Corona italiana mera spettatrice della caduta del Fascismo, cui sarebbero
seguito quasi per inerzia l’armistizio, la “resistenza” partigiana e l’alba “radiosa” della Repubblica
ebbe a rivelarsi subito infondata: bastava leggere il
volume indagine “Roma 1943” di Paolo Monelli,
uno dei più acuti e informati giornalisti del tempo
per vedere quanto rilevante e decisivo era stato
invece il ruolo svolto da Casa Savoia per salvare
l’Italia dalla sorte toccata alla Germania. Ne era
consapevole anche la gran parte degli uomini politici saliti nel 1944 agli onori delle cronache e che,
dopo avere invocato l’intervento “taumaturgico” di
Vittorio Emanuele III (come era successo dopo il
regicidio nel 1900, dopo Caporetto e prima della
“marcia” su Roma del 1922), con una campagna
di stampa senza precedenti gli avevano addossato
tutte le responsabilità del regime per spianare la
strada alla Repubblica. Come è noto durante il
“ventennio” la Corona era stata gradualmente
svuotata di compiti in un crescendo “repubblicaneggiante” di Mussolini che, sotto la nefasta
influenza del nazismo, aveva preteso nel 1940
anche la delega del comando supremo delle Forze
Armate, riservato dallo Statuto al Sovrano. La
Famiglia Reale era stata emarginata (rare o quasi
nulla divennero le sue citazioni nei cinegiornali
LUCE) e anche per questo gli Italiani le riservavano accoglienze spontanee ed affettuose ovunque i
Sovrani e i Principi Ereditari apparissero. Col precipitare della situazione militare alla fine del 1942
si levarono così verso la Corona gli sguardi di
quanti auspicavano un cambio di rotta nonostante
l’apparente solidità del regime fascista. E le aspettative non furono deluse. La riservatezza di
Umberto II e il “silenzio” imposto da lui stesso ai
suoi archivi non hanno infatti potuto occultare le
iniziative che, pur con i limiti derivatigli dalla posizione ricoperta, era pronto ad assumere.
L’ambasciatore di Polonia presso la Santa Sede,
Papèe, ebbe a rappresentare al Ministero degli affari esteri inglese in una nota del maggio 1942 come
“il Principe di Piemonte intende svolgere in futuro
un ruolo politico”, mentre Bottai, ministro
dell’Educazione nazionale, nel suo diario alla data
del 21 ottobre 1942 annotava: “Il marasma cresce….Gente, per solito sennata, viene a confidarti
di complotti capitanati dal principe ereditario”. In
un rapporto inoltrato nel febbraio 1943 da Halifax,
ambasciatore inglese a Washington, al suo governo
51
si legge: “I recenti cambiamenti nel gabinetto italiano sono riferiti come risultato della scoperta da
parte della Gestapo che c’era un complotto per
dare il potere al Principe di Piemonte e rovesciare
il governo”. All’influenza di Umberto negli
ambienti militari si dovrà in ogni caso la nomina a
Capo di Stato maggiore generale delle FF.AA. il 31
gennaio 1943 del gen. Vittorio Ambrosio, scelta
rivelatasi fondamentale per le successive mosse
della Corona. Le cautele richieste al Principe sono
meno necessarie per la consorte che, facilitata dall’incarico di Ispettrice nazionale della C.R.I., si
attiverà per coagulare consensi attorno alla
Monarchia e cercare di tracciare un nuovo percorso
politico al di là del Fascismo. Con il consiglio del
filantropo e uomo di cultura Umberto Zanotti
Bianco, Maria Josè incontra Einaudi, Croce,
Gonella, Antoni e mons. Montini (sostituto alla
Segreteria di Stato di Pio XII), che suggerisce l’avvio di contatti diplomatici con Londra tramite il
Portogallo (laddove effettivamente si svolgeranno i
negoziati per l’armistizio nell’agosto 1943). La
Principessa avvicina anche intellettuali non “allineati” come Vittorini, Flora, Giame Pintor,
Trilussa, Bontempelli, ma visita anche pubblicamente il ghetto ebraico di Roma, apre agli sfollati il
Palazzo Reale di Napoli…I Principi (allietati il 2
febbraio 1943 dalla nascita della loro ultimogenita
Maria Beatrice) vedono ripetutamente Badoglio,
membri del corpo diplomatico, della borghesia
industriale e dell’alto clero: il clima per improrogabili cambiamenti è preparato così da questa loro
intelligente azione anche se solo al Sovrano spetta
adottare le gravi decisioni imposte dagli eventi.
Vittorio Emanuele III, che un Mussolini isterico nel
1939 aveva detto a Ciano di poter deporre affiggendo un semplice manifesto, era ritornato al centro della vita della Nazione. Salgono al Quirinale i
ministri Grandi e Bottai, il Presidente
dell’Accademia d’Italia Federzoni, il grande invalido Delcroix, gli eroi della Grande Guerra Thaon de
Revel, Caviglia e Zuppelli, gli eroi di quella in corso
come il generale Adolfo Infante, gli uomini politici
dell’età liberale Bonomi, V.E.Orlando e Soleri, con
una richiesta univoca: destituire Mussolini, instaurare un governo militare, denunciare l’alleanza con
la Germania e uscire dalla guerra. Sono richieste
avanzate anche al ministro della Real Casa,
Acquarone, da quanti egli incontra con la compiacenza del Capo della Polizia Senise: i liberali di
Casati e Bergamini, i radicali del periodo clandestino “Ricostruzione”, i demolaburisti di Meuccio
52
Ruini, i cattolici di De Gasperi e Gronchi …”Tutti
costoro contavano sulla possibilità di un intervento
del sovrano per abbattere il fascismo e mandare a
casa il dittatore; e in questo ebbero alleati i comunisti, i quali, pur di ottenere il ribaltamento del
regime e uno stato di cose nuovo di zecca si proclamarono pronti a tutti i compromessi, anche la partecipazione a un governo borghese e monarchico
con un ministro senza portafoglio” *. Il Re decide
di procedere alla destituzione di Mussolini, ma –
come scriverà ad Acquarone nel 1944 perché si
reagisse alla campagna di stampa antimonarchica
– “l’attuazione di questo provvedimento, resa più
difficile dallo stato di guerra doveva essere minutamente preparata e condotta nel più assoluto segreto”. Qui risiede la causa dell’apparente sordità del
Sovrano alle sollecitazioni che gli giungevano e del
suo apparente immobilismo: non far insospettire il
dittatore, che avendo subdorato qualcosa allontanava dal governo Ciano, Grandi e Bottai, rimuoveva Senise e prometteva dal balcone di Palazzo
Venezia “piombo per i traditori”. Nè si doveva
allarmare il sospettosissimo alleato tedesco, ostile
per pregiudizio ideologico a Casa Savoia, che da
par suo preparava contro l’Italia il famigerato
“piano Alarico”. Le speranze che fosse Mussolini,
sollecitato in tal senso dal gen. Ambrosio e dal
nuovo e intelligente sottosegretario agli esteri
Bastianini, a preparare lo sganciamento dalla
Germania naufragarono quando nell’incontro di
Salisburgo (7 - 10 aprile 1943) non riuscì a fermare gli sproloqui deliranti del dittatore nazista, che
considerava l’Italia oramai solo un campo di battaglia a difesa della Germania. L’invasione della
Sicilia il 10 luglio convinceva il Sovrano ad agire,
facilitato dalla convocazione del Gran Consiglio
del Fascismo dopo l’ennesimo nulla di fatto
seguito al colloquio fra i due dittatori a Feltre il
19 luglio, giorno in cui era stata gravemente e per
la prima volta bombardata Roma. All’indomani
dell’approvazione dell’ordine del giorno proposto
da Grandi (illustrato a Vittorio Emanuele III il 3
giugno e passato con 19 sì, 8 no e 1 astenuto) il
Re assumeva “con l’effettivo comando delle
Forze Armate quella suprema iniziativa di decisione che le nostre istituzioni a Lui attribuiscono”. Nel pomeriggio del 25 luglio, alla notizia
della deposizione di Mussolini, tutta l’Italia scendeva in piazza sventolando i tricolori e innalzando i ritratti di Vittorio Emanuele III, ancora una
volta la sola persona che riassumeva in sé i destini
della nazione.
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
FIRME DI
OMAGGIO
Il numero delle firme di omaggio ai Sovrani d’Italia raccolti nel Pantheon, ad Altacomba, a Montpellier e
ad Alessandria d’Egitto durante il 2012 è stato complessivamente di 93.954, come è evidenziato dalla
tabella che segue, che riporta i dati dal 1978.
Come da sempre, i registri delle firme sono custoditi in Presidenza, a disposizione di chiunque voglia consultarli.
1978:
1979:
1980:
1981:
1982:
1983:
1984:
34556
32556
32104
34871
57499
35765
62764
1985:
1986:
1987:
1988:
1989:
1990:
1991:
75019
59554
86877
85055
71631
68632
94944
1992:
1993:
1994:
1995:
1996:
1997:
1998:
93272
86131
95052
96448
109895
104864
91300
1999:
2000:
2001:
2002:
2003:
2004:
2006:
132367
198583
191870
161325
154576
144000
122848
2007:
2008:
2009:
2010:
2011:
2012:
123750
108160
83842
85856
103739
93954
ORE DI
SERVIZIO
ORE DI GUARDIA 2012
Si pregano le Guardie d’Onore di comunicare entro la data del 30 giugno 2013 in qualunque modo alla
presidenza le ore di servizio prestate nel corso del 2012. Come negli ultimi anni si è fatto ricorso all’autocertificazione per economia di personale; si fa peraltro riserva di effettuare controlli a campione.
Il numero delle ore tiene anche conto dei servizi prestati presso le Tombe Reali provvisoriamente all’estero,
per le quali sono state attribuite 4 ore per ciascun servizio, così come per le cerimonie di Roma (anniversario dell’Istituto, gennaio), e di Altacomba (marzo).
Per le messe ufficiali al Pantheon sono state attribuite 2 ore di servizio.
Si ricorda che i servizi di guardia sono esclusivamente quelli espletati presso le Tombe dei Re e delle
Regine d’Italia (Pantheon, Alessandria d’Egitto, Montpellier, Altacomba), non altri. È stato quindi eliminato dal conteggio (e quindi dal totale) ogni altro tipo di servizio.
Per quanto concerne i servizi resi a Superga e quelli resi a Monza nell’anniversario del regicidio, se ne terrà
conto con riconoscimenti diversi.
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
53
1981:
1982:
1983:
1984:
1985:
1986:
1987:
1988:
1179
1740
2573
3194
4285
4062
5055
5578
1989:
1990:
1991:
1992:
1993:
1994:
1995:
1996:
5388
5985
6110
5793
7729
7079
7795
8286
AGRIGENTO Celauro 11, Dei Cesare 38, Vella
Cannella G. 7, Vella Cannella P. 10
ALESSANDRIA Adiletta 6, Balbo 4, Cappella 12,
Cassero 4, De Andrea 14, degli Uberti 4, Di Stefano
4, Ferrari 4, Francese 4, Luxardo 6, Milanese 4,
Passalacqua 16, Scaffino 6, Ulandi 9
ANCONA Aiudi 4, Cicconi Massi 6, Cipriani 4, Di
Ruvo 8, Gorrieri 6, Moresi 12, Scarsato 20, Pace 8
ASTI Franco 4, Ghione 4, Scrimaglio 4, Montani 4
AVELLINO Battista 6, Del Sordo 6, Ferrone 6,
Genovese 12, Pacello 6
BARI Lombardi 6
BARLETTA-ANDRIA-TRANI Cassa 4, Denisi 31,
Fata 6, Maffei 10, Pica 41
BERGAMO Bressani 15
BIELLA Rosazza Mina Gianon 6
BRESCIA Cotti Cometti 16, Didiano A. 4, Didiano
R. 2
CAGLIARI Angioni 10
CALTANISSETTA Andolina 4, Bonifazio 4,
Cardella 6, Catena 9, D’Angelo 9, D’Oca 8,
Dell’Utri 6, Domicoli 24, Falzone 5, Falcone 4,
Fiocco A. 7, Fiocco G. 9, Mugavero 6, Palmeri 3,
Paternò 2, Pernace 14, Russo 6, Serpente 9, Spanò
4
CASERTA Amodio 2, Anzevino 26
CATANIA Caruso G. 4, Caruso S. 4, Rapisarda 10,
Squillaci 4, Terranova 6
CATANZARO Palaja di Tocco 4, Papasidero 4
CHIETI D’Orazio 49, Di Campli 6, Di Donato 15,
Di Muzio 14, Di Nardo 30, Di Pietro 6, Di Pinto 6,
Faieta 12, Fornarola 4, Frangione 8, Gatto 12,
Lancia 6, Marcello 3, Marino 6, Natarelli 19,
Petrocchi 35, Pizzola 7, Rapa 4, Rollo 8, Scampoli
8, Spatocco 6, Vito 14
COMO Arnaboldi 4, Bergamini 4, Bernasconi 4,
Brambilla 4, Esposito 4, Noseda 4, Ortelli 22,
Pichierri 4, Poggi 4, Reina 39, Robutti 4, Sanfelice
4, Roccato 4, Viganò 4
CROTONE Costa 4, Grosso 4, Panteca 4, Paturzo 4
CUNEO Damilano 4
ENNA Calì 17
54
1997:
1998:
1999:
2000:
2001:
2002:
2003:
2004:
8039
9018
10172
11826
13682
16320
11093
8182
2005:
2006:
2007:
2008:
2009:
2010:
2011:
2012:
8175
5631
7170
6255
7319
5436
6467
5504
(dato provisorio)
FIRENZE Castini 9, Cellai 12, Previero 51, Rispoli 4
FOGGIA delli Carri 6, De Tullio 7, Errico 2,
Facenna 4, Galli 8
FORLÌ-CESENA Ceraolo 4, Merendi 2,
Monescalchi F. 19
FROSINONE Coltellacci 19, Pagliaro 23
GENOVA Accogli 4, De Martiis 4, Fantini Monsello
4, Rachero 4, Venturoli 11, Verona 4, Zoppi di
Zolasco 8
L’AQUILA Colasante 28
LA SPEZIA Dal Degan 6, Riu 4
LECCE Chianella 4, De Luca 7, De Sabato 7,
Nutricati 15, Mazza 21, Sarcinella 27, Tarantino
18, Toma 10, Zappatore 6
LIVORNO Rossi 8, Sirabella 26
MANTOVA Astolfi R. 1
MASSA-CARRARA Barzaghi 6, Bellegoni 12,
Franzoni 6
MESSINA Arena 10, Borghi 4, Bruno 6, Castiglione
4, Cardullo 13, Chignella 4, De Lorenzo 4, Donato
4, Di Pastena 6, Felice 6, Lafauci 4, Mignani 19,
Milazzo Savoca 4, Mungo 15, Negro 4, Proto 7,
Sabato 6, Santoro 4, Sciliberto 4, Smedile 6,
Tortorici 1, Villanti I. 4, Villanti S. 4
MILANO, MONZA-BRIANZA, LODI Antoniuzzi 4,
Barbieri 4, Buelli 4, Centis 4, Comazzi 4, Dalla
Chiara 12, De Blasiis 4, Di Maria 4, Di Martino 4,
Ervas 4, Fasciani 9, Ficara 4, Finizio 4, Fiolini 4,
Garavaglia 9, Gelsi 12, Giardino 4, Giraudo 4,
Grosso 4, Guadalupi 4, Leone 4, Longo 4, Magni
16, Mastroianni 4, Maffioli Torriani 4, Marinaro 4,
Masciocchi 4, Marco 4, Micheli 4, Navone 4,
Panitteri 4, Panza 10, Perego 7, Piccinelli Cassata
4, Pirovano 4, Pugliese 4, Ruggiero 10, Sagramoso
4, Staino 4, Tamburello Careddu 28
NAPOLI Bova 9, Castiello 6, Ermione 4, Nappa 6,
Riva 43, Romano 10, Sautto 21, Scala 6, Scotti 50
PADOVA Canino 4, De Palo 4, Dal Toso 4, Dori 4,
Franceschini 4, Giustiniani 3, Grassi 4, Mattiello 4,
Ortolan 4, Perazzin 4, Roman 4, Scimeca 4
PALERMO Abate 4, Aversano 4, Bono 4, Cravotta,
D’Appolito 4, Galbo 4, Gentile 4, Giordano 4,
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
Magaglio 4, Marcianò 4, Navarra 4, Puleio 4, Puleo
4, Velardi 4
PARMA Alloggio 6, Carlevarini 4, Ferrari 6,
Ingrosso 6
PAVIA Ceriani 13, Rivoira 10, Spinardi 4, Zaffino
4
PERUGIA Barlozzari 55, Paoluzi 9
PESCARA Febbo 25, Cipriani 1, Ruffier 30
PIACENZA Tizzoni 7
RAVENNA Bella 7
RIMINI Serafini 2, Ruzzier 8
ROMA Alicicco 8, Ametrano 29, Bastianelli 14,
Bianchi 39, Bilotti 55, Buonfiglio 69, Jelencovic 19,
Calandra 417, Caruso 82, Crisafulli 15, d’Atri 23,
Deiana 59, De Nardo 84, Errico 29, Fantinel 45,
Fatucci 28, Furlan 39, Garofalo 14, Goretti 31, La
Longa Mancini 22, Landi Lauro 21, Luzi 21,
Marini Dettina 12, Mastrosanti 449, Militano 68,
Mobilia 4, Mottola 18, Murano 1, Murciano 8,
Nicolosi 107, Oliveri 44, Persico 13, Pesce 56,
Pignalosa 28, Porro Papa 287, Rovere 1, Russo F.
23, Russo S. 36, Saldicco 26, Savarese 50, Sciuto
20, Scuderi 41, Sinibaldi 253, Tripepi 4, Venditti
22, Rocchi 2, Stifano 2, Giovannini 1, Fefè 1,
Monescalchi T. 30, Iannaccone 31, Covino 1,
Mariani di Corneto 1, Ilardi 1, Santacesaria 1,
Dongiovanni 1, Di Crosta 1, Duma 1, Di Tosto 7
SAVONA Marabello 17
SASSARI De Murtas 10, Dettori 6
SIRACUSA Atanasio 4
TARANTO Oliva 2
TERNI De Angelis 18
TORINO Anglesio 4, Berutti 4, Cacioli 4, Cardellini
4, Commisso 4, Cresta 4, Ferraris 4, Filippi 5,
Genta 3, Lucchese 4, Lucia 4, Manfredini 4,
Mollicone 4, Novo 4, Pigella 4, Riccini 4, Rossi 4,
Settimini 4
TRAPANI D’Angelo 2
TREVISO Trentin 17
UDINE Pontelli 2
VARESE Berlinguer 6, Felotti C. 5, Felotti E. 5,
Gallazzi 47, Giussani Gallazzi 27, Lubin Valentini
15, Pandolfi 10, Premoli 9
VENEZIA Scrascia 14
VERONA Braganza 4, Ricotti 4, Trevisan 4
VICENZA Benazzato 4, Lamonea 8, Ponza 4, Tura 13
FRANCIA Berod 6, Carrier-Dalbion 8, La Forest
Divonne 6, Torbiero 11
SPAGNA Latorre Valero 6, Chaques 6
REPUBBLICA DI SAN MARINO Arfilli 4
Totale 5504
NOTE LIETE
La Guardia d’Onore Ten. Col. Franco Ciaglia è
stato promosso al grado di Colonnello.
Sabato 27 aprile 2013, nel Duomo di Molfetta, il
nob. avv. Angelo Gadaleta, ispettore dell’Istituto
per l’Italia Meridionale ed Insulare e delegato per la
Puglia degli Ordini Dinastici di Casa Savoia, si è
sposato con la sig.na Cristina Buzzerio.
Testimoni per lo sposo la m.sa dr.ssa Raffaella De
Luca ed il capitano di vascello dr. Ugo d’Atri, presidente dell’Istituto.
Presenti al matrimonio le Guardie d’Onore dr.
Domenico Fata, ispettore per la Puglia, rag. Oronzo
Cassa, delegato provinciale di Bari, sig. Franco
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
55
Magliocco, vice delegato provinciale di Bari, rag.
Luigi Presicce, referente provinciale per le attività
militari e referente per i comuni di Bitonto, Palo del
Colle, Modugno e Giovinazzo, cav. Sergio Ragno,
commissario del comune di Molfetta, Gaetano
Minenna, Mariano Rubini e Leopoldo Deruvo.
Messaggi augurali agli sposi sono giunti dalle LL.
AA. RR. i Principi Vittorio Emanuele ed Emanuele
Filiberto di Savoia.
A Firenze è nato Emanuele Amedeo, figlio della
Guardia d’Onore Avv. Stefano Dorigo.
Lo scorso 6 maggio è nato Raffaele, primogenito
della Guardia d’Onore di Alessandria Diego
Benevento.
Il 24 giugno 2012 la Guardia d’Onore scelta Silvio
Scampoli si è unito in matrimonio con la signorina
Graziella Di Fonzo nella chiesa di Santa Maria
Maggiore di Vasto (CH).
NECROLOGI
BARBAGALLO Piero Luigi – Enna – iscritto n° 21517 dal 23 aprile 2010
LORITTO Luigi – Viadana (MN) – iscritto n° 13515 dal 23 maggio 1996
MASCIULLI Lorenzo – Alberobello (BA) – iscritto n° 14214 dal 24 gennaio 1998
MINGRAT Vittoria – Spinetta Marengo (AL) – iscritta n° 15443 dal 25 febbraio 2000
TORELLA Elio – Casavatore (NA) – iscritto n° 11608 dal 30 settembre 1989
TRALLI Adelino – Sondrio – iscritto n° 13553 dal 1° luglio 1996
VOLLO Claudio – Roma – iscritto n° 11163 dal 24 ottobre 1987
ZARRI Mauro – Sasso Marconi (BO) – iscritto n° 22134 dal 12 luglio 2011
56
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
NUOVI
ISCRITTI
NUMERO
COGNOME
E
NOME
GRADO MILITARE
PROFESSIONE
CITTÀ
NASC.
22.878
LOMBARDO Colombo Marco
Ingegnere
Malta
1964
22.880
PERRONE DI SELLIA Maurizio
Imprenditore agricolo
Catanzaro
1959
22.881
BERTONI Alberto
Consulente aziendale
Riolo Terme (RA)
1950
22.882
NOCERA Antonino Fabio
Massimo
Bancario
Reggio Calabria
1963
22.883
MARRA Domenico Giuseppe
Medico chirurgo
Reggio Calabria
1957
22.884
SORBELLO Giuseppe
Studente
Giarre (CT)
1998
22.885
SMALDINI Giovanni
Carabiniere
Commerciante
Catania
1973
22.886
BORRELLI Luigi
Capo di Prima Classe
NP
Sottufficiale di Marina
Sant'Anastasia (NA)
1973
22.887
MOTTOLA Mario
Perito industriale capotecnico
Setteville di Guidonia (RM)
1990
22.888
BAX Graziano
Tecnico di telefonia
Massafra (TA)
1992
22.889
SERRA Flavio Mauro
Libero professionista
Castell'Alfero (AT)
1981
22.890
MARZANO de MARINIS Marco
Avvocato
Roma
1973
22.891
ESPOSITO Antonio
Sottufficiale dei Carabinieri
San Felice a Cancello (CE)
1985
22.892
BAIETTA Roberto
Imprenditore
Mantova
1977
22.893
RANCATI Mario
Medico chirurgo odontoiatra
Mantova
1958
22.894
DORIGO Stefano
Avvocato e docente universit. Firenze
1973
22.895
ILARDI Marco
Pensionato
Roma
1950
22.896
ILARDI Roberto
Consigliere parlamentare
Roma
1949
22.897
COTTI COMETTI Emilio
Studente liceale
Piamborno (BS)
1995
22.898
ENA Marco
Soldato di sanità
Artigiano
Savona
1972
22.899
STUIVE Willem
Sottotenente
Imprenditore
Bergen (Olanda)
1947
22.900
FUMAGALLI Andrea
Maresciallo
Sottufficiale dei Carabinieri
Savona
1988
22.901
RUBINI Mariano Giovanni
Farmacista
Bitonto (BA)
1982
22.902
MILITANO Francesco Saverio
Luogotenente
Sottufficiale dei Carabinieri
Montaquila (IS)
1965
22.903
ROVEDA Giovanni
Sergente degli Alpini
Pensionato
Verbania-Pallanza (VB)
1945
22.904
LAURO Michele
Appuntato scelto
Graduato G. d. F.
Messina
1971
22.905
DUMIN Stanislaw
Capitano
Genealogista
Mosca (Russia)
1952
22.906
MINENNA Gaetano
Caporal maggiore
Pensionato
Bitonto (BA)
1948
22.907
PALADINI Alessandro
Impiegato
Carmiano (LE)
1987
22.908
ISOLA Francesco
Dottore commercialista
Milano
1981
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
Soldato
Maresciallo
Sottotenente medico
57
22.909
LUCIANO Gennaro
22.910
ABBADESSA Tommaso
22.911
Chieti
1950
Medico
Bitonto (BA)
1948
DINOI Maria Teresa
Odontoiatra
Manduria (TA)
22.912
LOPRESTO Cosimo
Dipendente N. A. T. O.
Taranto
1967
22.913
PANTAFIO Antonio
Catanzaro
1940
22.914
REZZOAGLI Gianluca
Imprenditore
Gazzano Schianno (VA)
1973
22.915
MERCADANTE Romana
Avvocato
Roma
22.916
MICHEROLI Antonio
Ingegnere
Como
1964
22.917
BELTRAMI Claudio
Vigile del Fuoco
Brescia
1958
22.918
D'ORAZIO Enzo
Maresciallo capo
Sottufficiale G. d. F.
Alatri (FR)
1970
22.919
D'ORAZIO Lucio
Appuntato scelto
Graduato G. d. F.
Alatri (FR)
1975
22.920
GORIA Carlo Alberto
Pensionato
San Paolo Solbrito (AT)
1945
22.921
DI ROCCO Giuseppe
Sergente Maggiore alp.
Sottufficiale Esercito
Sulmona (AQ)
1974
22.922
NENNA Pasquale
Autiere
Agente procuratore
Barletta (BT)
1963
22.923
CAFAGNA Benito Nicola
Primo Maresciallo
Segretario amministrativo
Barletta (BT)
1967
22.924
MORIN-CARPENTIER Justin
Portavoce e direttore media
Gatineau (Canada)
22.925
MARAGLINO Vincenzo
Pensionato
Massafra (TA)
1951
22.926
CATUCCI Raffaele
Educatore professionale
Palagiano (TA)
1979
22.927
CAPONIO Giovanni Egidio
Imprenditore
Massafra (TA)
1967
22.928
ARENA Giovanni
Bancario
Rapallo (GE)
1964
22.929
GAGLIANO Concetta
Pensionata
Catania
22.930
GORRARA Jolanda
Operatore turistico
Varazze (SV)
22.931
SCARRONE Enrico
Imprenditore
Boissano (SV)
1968
22.932
GALLONE Marco
Artigiano
Savona
1961
22.933
GALLONE Matia
Assistente bagnanti
Savona
1991
22.934
RUSSO Giorgio
Imprenditore
Ir Rabat (Malta)
1969
22.935
CAMENZULI Ivan
Consulente
Mosta (Malta)
1975
22.936
FARRUGIA Vincent
Segretario di dipartimento
Valletta (Malta)
1965
22.937
SANTAERA Giancarlo
Imprenditore
Qormi (Malta)
1969
22.938
ZAMMIT Robert Silvio
Imprenditore
Valletta (Malta)
1968
22.939
BORSERINI Emanuele Gianluigi
Seminarista
Filetto (MS)
1986
22.940
CHIRIVÌ Giovanni
Roma
1970
22.941
SEMENZATO Liana
Funzionario commerciale
Mirano (VE)
22.942
FILOMARINO Vincenzo
Pensionato istituto bancario
Taranto
1949
22.943
CARUCCIO Eusterio
Graduato dei Carabinieri
Novi Levia (SA)
1968
22.944
RUOCCO Gaetano
Architetto
Napoli
1958
22.945
LIVERZANI Giovanna
Pilota
Roma
22.946
GIULIANI Franco
Ispettore Polizia di Stato
Petritoli (FM)
22.947
MARCHESE Maria Paola
Funzionario I. N. P. S.
Savona
22.948
VIGNOLO Giovanna
Impiegata comunale
Pontinvrea (SV)
22.949
TORTAROLO Mauro
Funzionario comunale
Pontinvrea (SV)
58
Luogotenente
Tenente dell'Aeronautica Imprenditore
Sergente
Appuntato scelto
1955
1952
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
OGGETTISTICA
Foulard
Cravatta
Sciarpa
Cravatta
Marinella
Cravatta
Marinella
€ 20,00
€ 30,00
€ 30,00
€ 30,00
€ 100,00
€ 100,00
Distintivo
G. d’O. Scelta
Distintivo
Ispettore
Distintivo G. d’O.
Scelta Ispettore
Distintivo
G. d’O.
Medaglia al Merito
di Servizio grande
Medaglia al Merito
di Servizio piccola
€ 20,00
€ 20,00
€ 20,00
€ 10,00
€ 50,00
€ 30,00
Barrette
di riconferma perla
Medaglia al Merito di
Servizio piccola
Fregio in
materiale plastico
Calendario 2013
Calendario 2012
€ 20,00
€ 5,00
€ 10,00
Fascia da Braccio
Centenario morte
V.E. II
€ 20,00
€ 10,00
DISTINTIVI COMMEMORATIVI
Trentennale
Quarantennale
Quarantennale
morte R.E.
morte V.E. III
morte V.E. III
€ 30,00
€ 30,00
Bandiera
(in poliestere)
€ 20,00
Crest
Targa
€ 35,00
€ 20,00
Scudetto di stoffa
Medaglia Regina
Elena
€ 30,00
€ 10,00
€ 20,00
Fregio da basco
CD AUDIO
"Alle radici
della millenaria
Casa Savoia"
Libro
Adesivo tricolore
Distintivo Ispettore
riconfermato
(più di una conferma)
€ 2,00
€ 20,00
€ 15,00
€ 10,00
€ 30,00
Sotto ciascun oggetto sono indicate le offerte minime per la cessione dei gadget sopraelencati.
La cessione può essere effettuata soltanto ai soci. Gli oggetti sono disponibili presso l'Istituto; in caso di spedizione occorrerà aggiungere € 5
per le spese postali. Per verificare l’effettiva disponibilità dei singoli articoli, consultare la sezione “Oggettistica” del nostro sito internet
www.guardiadonorealpantheon.it
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
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GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2013
LA PENNA NERA
Sul cappello, sul cappello che noi portiamo
c'è una lunga, c'è una lunga penna nera,
che a noi serve, che a noi serve da bandiera
su pei monti, su pei monti a guerreggiar.
Oilalà!
Su pei monti, su pei monti che noi saremo,
pianteremo, pianteremo l'accampamento,
brinderemo, brinderemo al reggimento,
viva il Corpo, viva il Corpo degli Alpin!
Oilalà!
Su pei monti, su pei monti che noi saremo,
coglieremo, coglieremo stelle alpine,
per donarle, per donarle alle bambine
farle pianger, farle pianger e sospirar.
Oilalà!
Farle pianger, farle pianger e sospirare
nel pensare, nel pensare ai begli Alpini
che tra ghiacci, che tra ghiacci e gli sdrucciolevoli scalini
van sui monti, van sui monti a guerreggiar.
Oilalà!
Cartolina realizzata dalla Guardia d’Onore A. Bergamini (Como)
L’adunata a Roma delle truppe coloniali per il 1° Anniversario della Fondazione dell’Impero.
9 Maggio 1936 - XIV
9 Maggio 1937 - XV