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Notiziario della sezione provinciale di Cuneo - n. 1 - 31 gennaio 2001 Autorizz. Tribunale di Cuneo n. 442 del 2/8/90 - Spedizione in abbonamento postale art. 2 - Comma 20C - Legge 662/96 - Filiale di Cuneo - Stampato in proprio - Contiene inserto redazionale Di guardia al tesoro con pistole ad acqua di Salvio Sigismondi Sancto Lucio de Coumboscuro In questo numero: Di guardia al tesoro con pistole ad acqua Certificati morte ISTAT : a chi toccano? In ricordo di Guido Martino Gli esami non finiscono mai Ditte da “sensibilizzare” La nuova legge sugli oppioidi Abbiamo 10 anni Per gli iscritti: inserto redazionale pag. “ “ “ “ “ “ 1 3 4 4 5 6 8 Non c’è più religione! Un tempo si diceva che “l’Epifania ogni festa porta via“ per cui si tendeva ad una solenne celebrazione. Ora, invece, specie in Regione Piemonte, c’è chi lavora alacremente la festa dell’epifania ed anche il giorno successivo, pur essendo domenica. Nella serata di domenica 7 gennaio infatti, la Giunta Regionale del Piemonte ha promulgato il D.G.R. n. 27 – 1912 avente per oggetto la “ Programmazione sanitaria: determinazioni per la gestione del servizio sanitario regionale dell’anno 2001” che i mass media hanno subito identificato come “la delibera dei tagli alla sanità regionale”. Il documento è composto da più di 30 pagine (tranquilli, non le esamineremo tutte!) in cui si affrontano in modo complessivo pressochè tutti i (continua a pag. 2) Medici di famiglia: la sanità diventa salute 1 (continua da pag. 1) 2 punti critici della sanità piemontese. Si afferma ad esempio che “…l’Assessorato alla Sanità rilevava alcune gravi anomalie del sistema di programmazione aziendale, quali il rischio di proliferazione di nuovi servizi ed attività con conseguente aumento di spesa… Si rilevava altresì la volontà delle Aziende di pareggiare i costi non mediante il contenimento della spesa ma con l’aumento della produzione al fine di azzerare la mobilità passiva…. Questa tendenza, legata ad una erronea concezione del processo di aziendalizzazione, peraltro rilevabile in tutto il paese, comportava una produzione superiore al fabbisogno regionale stimato, con conseguente incentivo al consumismo sanitario e incremento della spesa…” Difficile non concordare con questa analisi! Per ovviare a tutti i disastri finora verificatisi (ma dov’era l’Assessorato?) si delibera di istituire un’apposita Agenzia Regionale finalizzata ad amministrare il Patrimonio e a gestire la relativa attività contrattuale. In altre parole: resteranno i Direttori generali a percepire un congruo stipendio ma senza avere più la competenza sul patrimonio aziendale; qui mi affiorano i primi grossi dubbi sul come sia possibile spendere circa 400 milioni l’anno nello stipendio del direttore dalle competenze perlomeno monche. Altre amenità riguardano poi l’entità dei tagli, lo statuto dell’agenzia regionale, le misure per la razionalizzazione dei procedimenti di acquisizione di beni e servizi, l’assistenza farmaceutica ed, infine, le misure per la definizione del budget di distretto. Qui si assiste ad una vera esplosione pirotecnica nei nostri confronti, per cui dovremmo sentirci assai onorati di venire finalmente indicati coram populo come i guardiani dell’intera cassaforte. Si dichiara infatti “i Medici di Medicina Generale e i Pediatri di libera scelta, unitamente agli specialisti ambulatoriali interni e i medici del Servizio di Continuità assitenziale svolgono un ruolo centrale nell’operatività del Distretto aziendale e sono integrati nell’organizzazione distrettuale. Partecipano alle procedure di verifica della qualità delle prestazioni, all’individuazione e al perseguimento degli obiettivi del Distretto aziendale, al fine della piena realizzazione del governo clinico…” Uno stretto rapporto con noi “… consente di conseguire importanti obiettivi strategici quali, ad esempio, il governo della domanda verso i propri centri di offerta.” Insomma non sussistono più dubbi: siamo finalmente al centro del sistema col compito invidiabile di badare anche al governo della domanda. Peccato che nessuno abbia mai neanche lontanamente pensato ad una qualsivoglia azione sul governo dell’offerta in libera proliferazione dovunque. Ma il gran botto, come sempre, si ha alla fine per cui riporto integralmente l’ultimo capoverso. “Nel caso si verifichi disavanzo o si accertino comportamenti irregolari, si provvederà tempestivamente all’individuazione delle cause, all’adozione dei correttivi procedurali ed eventuali provvedimenti disciplinari anche a ristoro (totale o parziale) delle somme eccedenti il budget assegnati, dal Direttore Generale nell’ambito di protocolli siglati con le OO.SS. di categoria”. Ora poiché tutti noi siamo pienamente consapevoli di essere dotati di pistole ad acqua non idonee alla difesa della cassaforte potrete comprendere la profonda arrabbiatura del sindacalista che mi auguro non debba sentirsi solo in questo momento. Come si può pretendere di garantire un budget di distretto all’interno del quale sono troppi i soggetti che attingono, senza che il MMG possa esercitare non diciamo qualche forma di controllo, ma neanche la più piccola influenza. Come posso pensare di pagare di tasca mia, con denaro faticosamente guadagnato, per ristorare un disavanzo che si determinerà quasi certamente, anche in considerazione dei tagli di bilancio. A me pare un distillato di incoerenza un intento di questo genere. Ecco perché già la sera dell’8 gennaio ci siamo riuniti in Consiglio Regionale della FIMMG, abbiamo inviato una dura richiesta di modifica al Presidente Ghigo, abbiamo coinvolto gli organi di stampa che, stranamente (elezioni politiche incombono) sono stati assai sensibili al problema. Attueremo successive altre forme di protesta fino ad ottenere piena e soddisfacente modifica. Non intendo annoiare esponendo quali saranno le prossime azioni in programma, in primo luogo perché al momento in cui scrivo registriamo delle aperture dalla parte politica che lasciano ben sperare, ed in secondo luogo perché sono convinto che all’alternativa di cambiare mestiere, si troveranno parecchi di noi disposti a farsi ascoltare. Certificati di morte ISTAT chi li deve compilare? di Gianpaolo Bono Facciamo il punto sulla normativa che regola questa certificazione Da molti colleghi, Medici di Famiglia, ho ricevuto segnalazioni di inviti perentori, da parte di incaricati di ditte di onoranze funebri o addirittura da parte di rappresentanti delle forze dell’ordine, a stilare la denuncia di morte (modulo ISTAT) per decessi di loro pazienti avvenuti nei giorni di sabato, dopo le ore dieci e di domenica o nei giorni festivi infrasettimanali. Talvolta, i colleghi riferiscono di vere o proprie intimidazioni subite per via telefonica dalle ditte di onoranze funebri, tipo “se non viene avviso i carabinieri”. Ai colleghi di medicina generale ricordo che la materia è regolamentata dal Testo Unico delle leggi Sanitarie approvato con R.D. del 27 luglio 1934 n° 1265 e dal Regolamento di Polizia Mortuaria, D.P.R. del 10 settembre 1990 n°285 GU n°12 ottobre 1990. Nel Regio Decreto 1265/34 all’articolo 103 è testualmente citato “…i medici debbono per ogni caso di morte di persona da loro assistita denunciare al Sindaco la malattia che a loro giudizio, ne sarebbe stata la causa.” Il D.P.R. 285/1990 all’art.1 specifica: “Nel caso di decesso senza assistenza medica la denuncia della presunta causa di morte è fatta dal medico necroscopo di cui all’art.4… La denuncia della causa di morte, di cui ai commi precedenti, deve essere fatta, entro le 24 ore dall’accertamento del decesso, su apposita scheda di morte, stabilita dal Ministero della Sanità, d’intesa con l’Istituto Nazionale di statistica. … Le schede di morte hanno esclusivamente finalità sanitarie, epidemiologiche e statistiche. All’art. 4 Le funzioni di medico necroscopo, …, sono esercitate da un medico nominato dall’Unità Sanitaria Locale competente. … I medici necroscopi dipendono per tale attività dal coordinatore sanitario dell’Unità Sanitaria Locale…. Il medico necroscopo ha il compito di accertare la morte, redigere l’apposito certificato previsto. La visita del medico necroscopo deve sempre essere effettuata non prima di 15 ore dal decesso, salvo i casi previsti dagli artt. 8, 9, 10 e comunque non dopo le 30 ore. Art. 37 Fatti salvi i poteri dell’autorità giudiziaria sono sottoposte al riscontro diagnostico, secondo le norme della Legge 15 febbraio 1961 n. 83, i cadaveri delle persone decedute senza assistenza medica, trasportati ad un ospedale o ad un deposito di osservazione o a un obitorio…” Alcune ditte di onoranze funebri, come riferiscono poi i familiari del defunto, affermano che “se chiamano il medico della ASL, questi fa fare l’autopsia”. Da quel momento in poi si scatena la caccia al medico curante che compili il certificato ISTAT. Alcune volte, specialmente al sabato, la visita del medico necroscopo viene rinviata al lunedì mattina, non rispettando il termine massimo delle trenta ore, costringendo la famiglia a rinviare i funerali di un giorno. Qualunque medico, chiamato al capezzale di un defunto a redigere “l’apposita scheda di morte”, se non ha assistito personalmente al decesso, obbligatoriamente deve redigere solo il certificato di constatazione di morte, a ogni altra constatazione e certificazione di legge deve provvedere, nei tempi e modi previsti, il medico necroscopo. Il nominativo e relativo numero telefonico del medico necroscopo reperibile viene segnalato dai colleghi del 118 e, dato che tutte le telefonate ricevute e fatte dal servizio del 118, vengono registrate, per ovvi motivi medicolegali, suggerisco che questo servizio della ASL venga attivato tramite i colleghi del 118. Forse dovrebbero essere i Servizi di Igiene delle ASL a informare dettagliatamente sia le ditte di onoranze funebri, sia i medici di famiglia e sia i colleghi che si occupano del servizio di medico necroscopo, secondo i termini della legislazione vigente in merito al Regolamento di Polizia Mortuaria, anche perché la loro inadempienza potrebbe avere anche conseguenze di tipo penale. 3 In ricordo di Guido Martino “... A questo proposito (il segretario) ha ricordato e ringraziato pubblicamente a nome suo personale e di tutti gli iscritti il Dott. On. Guido Martino, segretario provinciale dal 1982 al 1990, che con la sua instancabile ed appassionata opera ha guidato il sindacato nell’epoca di transizione per la medicina generale conducendo innumerevoli battaglie per l’affermazione dei diritti dei medici.” Così scriveva Salvio Sigismondi quasi dieci anni fa, salutando il suo predecessore. A distanza di un anno da Massimo Ferrua, anche Guido Martino ci ha lasciati. Nel 1982 avevo avuto l’occasione e la fortuna di conoscerlo, nel periodo in cui fu inventata l’associazione per lo ‘smaltimento’ dei pazienti oltre il massimale di 1800. Mi accolse con la gentilezza e la disponibilità che lo hanno sempre contraddistinto, e così iniziai a lavorare nel suo ambulatorio a Madonna dell’Olmo, ancor prima di essere iscritto negli elenchi della Medicina Generale dell’allora USSL 58. Poi gli anni passarono, diventai “grande” ed autonomo, lasciando il suo studio. Ci risentivamo ogni tanto, quando aveva bisogno di sostituzioni durante le assenze per l’attività di deputato a Roma; non mancava mai di ringraziarmi e... di invitarmi ad iscrivermi alla FIMMG! Poi la notizia della malattia, il successivo pensionamento. La grinta, però, non se n’era andata: nel 1995 gli fu proposto di candidarsi come Sindaco per il Comune di Cuneo. Mi chiese di affiancarlo come consigliere, ed accettai di buon grado. Ricordo ancora quelle sere in Consiglio Comunale, la sua preparazione e la sua conoscenza approfondita di tutti i problemi. Il giorno successivo alla sua scomparsa, quando diedi la notizia ad un mio paziente che era stato già suo, questi rimase un momento sbigottito, poi esclamò: “E’ andato a riscuotere tutto il bene che ha fatto!”. Credo che questa frase esprima tutta l’essenza di quello che era Guido Martino: un galantuomo, probabilmente l’ultimo medico di una generazione che non c’è più. Così vorremmo ricordarlo anche noi: cortese, sempre disponibile sia per i pazienti sia per i colleghi, gentile ma fermo all’occorrenza, alieno da tutti i giochi di potere. Ciao Guido, grazie per tutto quello che hai fatto per noi. F. M. Gli esami nell’ASL 15 non finiscono mai... Comunichiamo il testo della lettera che il Fiduciario FIMMG della ASL 15 - Cuneo dr. Franco Magnone ha nei giorni scorsi inviato ai destinatari in indirizzo: Al Primario Anatomia Patologica - Ospedale S. Croce; Al Primario Laboratorio Analisi - Ospedale S. Croce; Al Primario Medicina Nucleare - Ospedale S. Croce; Al Primario Radiologia - Ospedale S. Croce. e, per conoscenza: Alla Direzione Sanitaria Ospedale S. Croce Alla Direzione Sanitaria ASL 15 Gentili colleghi, in occasione di un corso di aggiornamento organizzato per i medici generali dall’ASL 15, imperniato sui test di laboratorio per le malattie reumatiche, abbiamo appreso dalla consulente specialista dott.ssa Nicoletta Romeo alcune novità concernenti vari esami. Senza entrare nello specifico, con la presente vorremmo richiamare la Vostra attenzione sulla opportunità di una proficua collaborazione tra servizi ospedialieri e territorio: fareste cosa utile, nonché gradita, se le “novità” in campo diagnostico venissero portate a conoscenza, oltre che dei reparti ospedalieri, anche dei medici di medicina generale. Ringraziando per la cortese risposta, invio collegiali saluti Dr. Franco Magnone - Fiduciario FIMMG della ASL 15 Ditte da “sensibilizzare” di Franco Magnone Dopo la pubblicazione, nel luglio 2000, di un articolo relativo ai farmaci, in genere di area “specialistica”, che NON vengono presentati ai medici di famiglia, abbiamo scritto alle ditte... incriminate, come già detto in un successivo numero del bollettino. Siamo al redde rationem, dato che le lettere sono state spedite a metà ottobre 2000! Hanno dato la loro disponibilità nei confronti della nostra categoria: Glaxo Wellcome, Menarini, Janssen-Cilag e Smithkline-Beecham. La ditta Novo Nordisk ci aveva contattati per un incontro, che finora non è avvenuto; sappiamo però che ne ha discusso col primario Endocrinologo del S. Croce di Cuneo, dr. Giorgio Borretta, che ringraziamo da queste colonne per l’intervento a nostro favore. Non si sono minimamente preoccupate di rispondere le ditte: Eli Lilly, Organon Italia, Pharmacia&Upjohn e Wyeth-Lederle. Pensiamo di fare cosa gradita ai nostri colleghi riportando di seguito un elenco, incompleto e relativo ai soli prodotti di Fascia A o B, dei farmaci di queste Case, nonché la composizione e le specialità equivalenti (ovviamente dove esistano e senza alcuna pretesa di completezza): DITTA ELI LILLY ELI LILLY ELI LILLY ELI LILLY ELI LILLY ELI LILLY FARMACO EVISTA KEFORAL MANDOKEF NIZAX PANACEF PROZAC DCI raloxifene cefalessina cefamandolo nizatidina cefaclor fluoxetina ALTRO FARMACO OPTRUMA CEPOREX CEDOL, CEFAM, ecc. ZANIZAL CEFULTON, CITICLOR, EUROCEFIX, ecc. DIESAN, FLUOXEREN ORGANON ITALIA ORGANON ITALIA BELIVON PRACTIL 21 risperidone desogestrel+etinilestradiolo RISPERDAL PLANUM PHARMACIA&UPJHON PHARMACIA&UPJHON PHARMACIA&UPJHON PHARMACIA&UPJHON PHARMACIA&UPJHON PHARMACIA&UPJHON PHARMACIA&UPJHON PHARMACIA&UPJHON PHARMACIA&UPJHON PHARMACIA&UPJHON PHARMACIA&UPJHON PHARMACIA&UPJHON PHARMACIA&UPJHON PHARMACIA&UPJHON PHARMACIA&UPJHON PHARMACIA&UPJHON PHARMACIA&UPJHON ARTILOG ADESIPRESS TTS ADESITRIN AMPLITAL CEFAMEZIN DUMIROX EDRONAX FLAGYL GABBRORAL INITISS INITISS PLUS KESSAR MEDROL METIGUANIDE PANTOPAN TUDCABIL ZIMOX celecoxib clonidina nitroglicerina ampicillina cefazolina fluvoxamina reboxetina metronidazolo paromomicina cilazapril cilazapril+HCTZ tamoxifene metilprednsilone metformina pantoprazolo ac.tauroursodesossicolico amoxicillina CELEBREX, SOLEXA CATAPRESAN TTS MINITRAN,DEPONIT,NITRODERM,NITRODUR AMPILISA, AMPILUX ACEF, FIRMACEF, TOTACEF, ecc. FEVARIN, MAVERAL DAVEDAX VAGILEN HUMATIN INIBACE INIBACE PLUS NOLVADEX URBASON RETARD GLUCOPHAGE, METBAY, METFORAL, ecc. PANTECTA, PANTORC,PEPTAZOL TAURO ALFAMOX, MOPEN, NEOTETRANASE, ecc. WYETH-LEDERLE WYETH-LEDERLE WYETH-LEDERLE WYETH-LEDERLE WYETH-LEDERLE WYETH-LEDERLE WYETH-LEDERLE AVOCIN CARVASIN EVANOR D MINULET SUPRAX TRIMINULET ZOTON piperacillina isosorbide levonorgestrel+etinilestradiolo gestodene+etinilestradiolo cefixima gestodene+etinilestradiolo lansoprazolo PIPERITAL, SINTOPLUS, ecc. NITROSORBIDE NOVOGYN 21 GINODEN CEFIXORAL, UNIXIME MILVANE LANSOX, LIMPIDEX 5 Malati, non tossicodipendenti Medici, non spacciatori di Claudio Blengini* La storia Il dolore severo è un compagno spesso frequente ed indesiderato di molte patologie. Il controllo di questo sintomo è un banco di prova importante per ogni medico. Da or mai quindici anni l’OMS ha proposto con la collaborazione di esperti internazionale uno strumento semplice e di facile applicazione per il trattamento del dolore: la Scala Analgesica a 3 gradini. Essa, pensata per favorire il trattamento di questo sintomo anche nei paesi in via di sviluppo, usa pochi farmaci e di basso costo. Nata per la gestione del dolore da cancro è applicabile anche al trattamento di altri tipi di dolore, rappresentando un utile e semplice metodo per stadiare il sintomo e decidere di conseguenza il suo trattamento. Per il trattamento del dolore severo l’OMS raccomanda l’impiego di farmaci oppioidi forti. Essi sono infatti a detta degli esperti una risorsa forte indispensabile per ottenere un efficace controllo del dolore e di conseguenza per migliorare la qualità di vita dei pazienti. L’OMS considera il consumo pro capite di morfina per milione di abitanti (DDD Daily deifined Dose in termini tecnici) un parametro attendibile e indicativo di per sé della qualità delle cure erogate da un Sistema Sanitario Nazionale. L’Italia è stata ed è attualmente agli ultimi posti in Europa e nel mondo nel consumo di morfina nel trattamento del dolore. Consumiamo quantità di morfina 35 volte inferiori alla Danimarca e 15 volte inferiori alla Francia. Dietro di noi in Europa stanno solo paesi come Macedonia, Albania, Rep. Moldava. Insomma deteniamo un ben triste primato di inadempienza. Nonostante questo, ad una recente indagine effettuata dall’Organismo Internazionale che controlla e supervisiona il movimento internazionale degli oppioidi, che chiedeva ai singoli paesi di valutare se esistevano barriere legislative alla prescrizione, il nostro Governo ha risposto che nel nostro paese non ne esisteva alcuna (sic!). Che di problemi ve ne siano invece lo testimoniano sia il basso consumo di questi farmaci che lo scarso numero di Ricettari per la prescrizione di stupefacenti ritirati dai medici presso gli Ordini. Tutto questo non è casuale: la legge italiana è altamente restrittiva o meglio punitiva in caso di errori involontari: esse infatti prevede sanzioni amministrative per i medici e penali per i farmacisti. Insomma un clima tutt’altro che favorevole alla prescrizione di questi prodotti, che danneggia soprattutto i malati con dolore. Per cercare di risolvere questo problema e di rispondere in modo efficace alla sofferenza dei pazienti è stata istituita presso il Dipartimento del Farmaco al Ministero della Sanità un gruppo di lavoro della CUF con il compito specifico di occuparsi di dolore in primis quello da cancro. La Commissione di cui faccio parte, si è insediata nell’aprile del 1999 ed è composta da oncologi, palliativisti, anestesisti, farmacisti ospedalieri e territoriale, da funzionari del Ministero oltreché da un medico di famiglia. Gli obiettivi di lavoro che si è data sono tre: suggerire modifiche della legge sugli stupefacenti che rendessero più semplice per i medici la prescrizione di oppioidi ai malati con dolore severo favorire l’immissione in commercio di farmaci oppiodi ritenuti indispensabili al trattamento del dolore grave che fossero a totale carico dello Stato produrre formazione per medici farmacisti e personale sanitario sul problema del dolore e del suo trattamento, informando parallelamente cittadini e malati si questo argomento. La proposta di legge formulata dal nostro gruppo di lavoro è approdata in Parlamento alla Commissione Affari Sociali alla fine dell’anno 2000. Il suo percorso non è stato semplice. Ci sono state difficoltà e paure tra i deputati (molti dei quali anche medici) che ne hanno rallentato l’approvazione. Le stesse paure e tabù che hanno impedito fino ad ora che il nostro paese avesse una legge civile a difesa dei malati. La Società Italiana di Medicina Generale (SIMG) ha per questo promosso alcuni momenti di sensibilizzazione sul tema per supportare la nostra richiesta di modifica della legge che il Ministro Veronesi aveva provveduto a portare in Parlamento. Abbiamo così organizzato un incontro su questo tema al Ministero a Roma con la partecipazione dello stesso Ministro della Sanità, abbiamo lanciato una campagna di raccolta firme tra “addetti ai lavori” ma anche tra i cittadini a supporto del progetto e ringrazio i tanti colleghi che vi hanno aderito. Infine quando la possibilità di approvazione è sembrata vacillare la SIMG si è fatta promotrice di un comunicato stampa a cui hanno aderito prontamente gli Ordini dei Medici, dei Farmacisti, dei Veterinari, il collegio degli Infermieri, la FIMMG, le più importanti Associazioni di specialisti (Oncologi, Anestesisti, Palliativisti e così via) e il Tribunale del Malato, ripreso dalla stampa nazionale, per ricordare l’importanza di un provvedimento che non poteva più attendere. In esso tutte le Organizzazioni firmatarie ribadivano di essere a fianco dei malati per vigilare che il loro diritto al controllo del dolore venisse tutelato dallo Stato italiano senza più altri indugi. L’approvazione della modifica della legge alla Commissione Affari Sociali della Camera, presieduta dall’On. Bolognesi (che tanto si è adoperata per la sua riuscita), dopo questo ultimo atto non si è fatta attendere. Alla Commissione Sanità del Senato, dove il provvedimento è giunto per competenza verso la metà di gennaio, dopo alcune scaramucce, è stato ratificato senza modifiche (evitando così un suo ritorno alla Camera), ancora grazie alle pressioni del mondo della Sanità. Il provvedimento è stato così licenziato definitivamente in data 24 gennaio 2001. Esso è ora finalmente legge dello Stato con il consenso di tutte le forze politiche sedute in Parlamento. E’ un atto di civiltà e di rispetto nei confronti dei malati di cui tutti dobbiamo essere orgogliosi. Restano gli adempimenti di legge per renderlo operativo: la firma del presidente della Repubblica e la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale che prenderanno all’incirca altri due mesi, poi cominceremo a vedere cambiare le cose. Cosa cambia con la nuova legge per medici, farmacisti e malati Ecco qui di seguito un breve riassunto dei punti salienti. I farmaci che godranno delle nuove modalità semplificate di prescrizione sono Buprenorfina, Codeina, Diidrocodeina, Fentanyl, Idrocodone, Idromorfone, Metadone, Morfina, Ossicodone, Ossimorfone Sarà possibile prescrivere i farmaci oppioidi sopra indicati “a malati con dolore severo dovuto a cancro o altra patologia degenerativa”. Sarà possibile che i medici e i veterinari si approvvigionino dei farmaci sopra elencati attraverso autoricettazione. Essi saranno inoltre autorizzati ad approvvigionarsi, mediante autoricettazione, detenere e a trasportare la quantità necessaria di sostanze di cui alle tabelle I, II e III previste dall’articolo 14, per uso professionale urgente. Copia dell’autoricettazione è conservata per due anni a cura del medico, che tiene un registro delle prestazioni effettuate, per uso professionale urgente, con i farmaci sopra indicati. Vengono rimosse le sanzioni amministrative per i medici e quelle penali per i farmacisti in caso di errori formali involontari nella compilazione o nella spedizione della ricetta Cambierà in tempi brevi il Ricettario Ministeriale Stupefacenti. Non esisterà più il ricettario a 3 sezioni da compilare ciascuna a mano da parte del medico . Esso verrà sostituito presto dal Ministero della Sanità con un ricettario a ricalco in triplice copia per i farmaci rimborsabili dal SSN e in duplice copia per quelli non rimborsabili. (Dovremo così compilare una sola volta la ricetta per ogni prescrizione, come già facciamo per gli altri farmaci). Sarà possibile prescrive su ogni ricetta due sostanze o due dosaggi dello stesso farmaco. La durata massima della prescrizione sarà di 30 giorni (contro gli attuali 8 giorni) La validità della ricetta sarà di 30 giorni (contro gli attuali 10 giorni) La ricetta dovrà contenere l’indicazione del domicilio professionale e del numero di telefono professionale del medico chirurgo o del medico veterinario da cui è rilasciata. La consegna, di quantità terapeutiche dei farmaci indicate nell’elenco sopra riportato, al domicilio dei malati con dolore severo per cancro o malattia degenerativa potrà essere fatta anche da parte di operatori sanitari, se accompagnata da dichiarazione sottoscritta dal medico di medicina generale, di continuità assistenziale o dal medico ospedaliero che ha in cura il paziente Infine saranno autorizzati a trasportare quantità terapeutiche dei farmaci sopra elencati, (accompagnate dalla certificazione medica che ne prescrive la posologia e l’utilizzazione a domicilio per il trattamento delle patologie ricordate in precedenza) gli infermieri professionali che effettuano servizi di assistenza domiciliare nell’ambito dei distretti sanitari di base o nei servizi territoriali delle Aziende sanitarie locali, e i familiari dei malati, opportunamente identificati dal medico o dal farmacista. (*) Presidente della Sezione cuneese della SIMG e Membro del Gruppo di lavoro sul dolore della CUF presso il Ministero della Sanità Inserto per gli iscritti FIMMG Per gli iscritti alla nostra sezione questo numero contiene le informazioni ed il modulo per la richiesta alle ASL dell’INDENNITA’ INFORMATICA prevista dalla nuova Convenzione. Nato... di luna persa di Salvio Sigismondi Il nostro notiziario compie dieci anni. Bilanci e speranze. Dovendo in questi giorni ripercorrere una vecchia vicenda sindacale ho rimesso mano all’archivio ove conservo tutti i numeri di CUNEO FIMMG, che, alla mia dipartita lascerò in eredità alla segretaria provinciale. Il primo numero vide la luce in data 15.10.90. E’ dunque trascorso il decennale senza alcun clamore e senza che alcuno di noi se ne accorgesse: probabilmente il nostro bollettino nacque appunto “di luna persa”. Tuttavia confesso qualche soddisfazione nel ripercorrere nel breve spazio di un pomeriggio festivo l’intera vicenda di dieci anni richiamata dalla lettura di alterne vicende sindacali della provincia, degli avvenimenti puntualmente riferiti, dei fatti accaduti. Il ricordo si spinge agli esordi del nostro bollettino cui pervenimmo dopo alcuni anni di apprendistato, periodo nel quale i colleghi di Torino inviavano anche ai nostri pochi iscritti il loro bollettino, che tra l’altro è scomparso dalla scena, sostituito da altre forme di comunicazione. Ricordo le lunghe peregrinazioni, proprio nel senso fisico del termine, per i corridoi del Tribunale in compagnia del nostro Direttore Piero Sabena che si offrì di sottoporsi all’iscrizione all’Albo dei Giornalisti ed a quant’altro pur di riuscire nell’impresa. Con la sua direzione sempre attenta ed intelligente, ma discreta, siamo passati attraverso agli ultimi dieci anni lasciando qualche segno all’interno della nostra categoria e non solo. Poco tempo dopo, sempre grazie alla disponibilità del collega Sabena, siamo stati tra i 8 fondatori del bollettino dell’Ordine dei Medici, per il quale il compianto collega Paolo Olivero spese qualche intento per imporre il nome di Notiziario che noi non gradivamo, ma infine riuscì a convincerci. Il bollettino si caratterizzò fin dall’inizio come strumento utile alla categoria dei Medici di Famiglia, di stretta proprietà di tutti gli iscritti, di completa apertura al contributo di chiunque ritenesse utile far udire la sua voce, evitando sempre ed accuratamente ogni forma esplicita o sottintesa di qualunque forma di censura. Sono state pubblicate integralmente tutte le lettere che i colleghi, nel tempo ci fecero pervenire, sia quelle gradite, sia quelle francamente sgradevoli, sia di colleghi iscritti e simpatizzanti, sia quelle di colleghi non iscritti od ostili: a tutti abbiamo cercato di rispondere civilmente illustrando il nostro pensiero. Scorrendone i vari numeri chiunque può trarre, con sufficiente chiarezza, un giudizio sulla vita della nostra sezione provinciale, non essendovi stata alcuna vicenda di un certo rilievo che non sia stata toccata da uno scritto del nostro bollettino. Si incontreranno momenti felici ed esaltanti accanto ad altri meno smaglianti; tuttavia pur essendo il meno idoneo ad espri- mere un giudizio sereno, mi azzardo ad affermare che la nostra sezione provinciale non abbia mai compiuto grossolani errori. Anzi: in alcune occasioni mi risulta che abbiamo avanzato proposte apprezzate e portate ad attuazione dai vertici nazionali e regionali. Anche qualche articolo di quella splendida penna che sta in mano al collega Beppe Ballauri, ci fu rubata dalla stampa nazionale. Nell’occasione del decimo compleanno spetta a me l’onore di ringraziare pubblicamente tutti coloro che hanno in qualche maniera contribuito allo, spesso ingrato compito, di redigere il bollettino, e che continuano nel loro lavoro con passione e dedizione. Sarebbe assai lungo l’elenco completo a partire dai primi collaboratori per arrivare fino agli attuali, per cui preferisco non elencarli tutti. Sappiano costoro che meritano il ringraziamento la comprensione ed il sostegno di tutta la categoria, sappiano che l’attuale segretario augura loro che nel secondo decennio, quello nel quale il nostro bollettino raggiungerà la maggiore età, la loro creatura, nata di luna persa, possa giustamente meritare un posto al sole. Orario di segreteria Dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 12,30 e il giovedì dalle 14,30 alle 16,30 Tel. 0171.69.04.19 - Fax 0171.60.05.27 e-mail: [email protected] REDAZIONE, AMMINISTRAZIONE, DIREZIONE: Cuneo, Piazza Europa 14 DIRETTORE RESPONSABILE Piero Sabena COMITATO DI REDAZIONE: Giancarlo Astegiano, Franco Magnone, Biagio Monasterolo, Maurizio Sarotto, Salvio Sigismondi