Gennaio

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Gennaio
Notiziario della sezione provinciale di Cuneo - n. 1 - 31 gennaio 2001
Autorizz. Tribunale di Cuneo n. 442 del 2/8/90 - Spedizione in abbonamento postale art. 2 - Comma 20C - Legge 662/96 - Filiale di Cuneo - Stampato in proprio - Contiene inserto redazionale
Di guardia al tesoro
con pistole ad acqua
di Salvio Sigismondi
Sancto Lucio de
Coumboscuro
In questo numero:
Di guardia al tesoro con pistole ad acqua
Certificati morte ISTAT : a chi toccano?
In ricordo di Guido Martino
Gli esami non finiscono mai
Ditte da “sensibilizzare”
La nuova legge sugli oppioidi
Abbiamo 10 anni
Per gli iscritti:
inserto redazionale
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Non c’è più religione!
Un tempo si diceva che
“l’Epifania ogni festa porta via“
per cui si tendeva ad una solenne celebrazione. Ora, invece, specie in Regione Piemonte, c’è chi lavora alacremente la
festa dell’epifania ed anche il
giorno successivo, pur essendo
domenica. Nella serata di domenica 7 gennaio infatti, la
Giunta Regionale del Piemonte ha promulgato il D.G.R. n.
27 – 1912 avente per oggetto
la “ Programmazione sanitaria:
determinazioni per la gestione
del servizio sanitario regionale
dell’anno 2001” che i mass
media hanno subito identificato come “la delibera dei tagli
alla sanità regionale”.
Il documento è composto da più di 30 pagine (tranquilli, non le esamineremo tutte!) in cui si affrontano in modo
complessivo pressochè tutti i
(continua a pag. 2)
Medici di famiglia: la sanità diventa salute 1
(continua da pag. 1)
2
punti critici della sanità piemontese.
Si afferma ad esempio che
“…l’Assessorato alla Sanità rilevava
alcune gravi anomalie del sistema di programmazione aziendale, quali il rischio
di proliferazione di nuovi servizi ed
attività con conseguente aumento di spesa… Si rilevava altresì la volontà delle
Aziende di pareggiare i costi non mediante il contenimento della spesa ma
con l’aumento della produzione al fine
di azzerare la mobilità passiva….
Questa tendenza, legata ad una
erronea concezione del processo di
aziendalizzazione, peraltro rilevabile in
tutto il paese, comportava una produzione superiore al fabbisogno regionale
stimato, con conseguente incentivo al consumismo sanitario e incremento della
spesa…” Difficile non concordare con questa analisi!
Per ovviare a tutti i disastri
finora verificatisi (ma dov’era
l’Assessorato?) si delibera di istituire un’apposita Agenzia Regionale finalizzata ad amministrare il
Patrimonio e a gestire la relativa
attività contrattuale. In altre parole: resteranno i Direttori generali a percepire un congruo stipendio ma senza avere più la
competenza sul patrimonio
aziendale; qui mi affiorano i primi grossi dubbi sul come sia possibile spendere circa 400 milioni
l’anno nello stipendio del direttore dalle competenze perlomeno
monche.
Altre amenità riguardano
poi l’entità dei tagli, lo statuto dell’agenzia regionale, le misure per
la razionalizzazione dei procedimenti di acquisizione di beni e servizi, l’assistenza farmaceutica ed,
infine, le misure per la definizione del budget di distretto. Qui si
assiste ad una vera esplosione
pirotecnica nei nostri confronti,
per cui dovremmo sentirci assai
onorati di venire finalmente indicati coram populo come i guardiani dell’intera cassaforte. Si dichiara infatti “i Medici di Medicina
Generale e i Pediatri di libera scelta,
unitamente agli specialisti ambulatoriali
interni e i medici del Servizio di Continuità assitenziale svolgono un ruolo centrale nell’operatività del Distretto
aziendale e sono integrati nell’organizzazione distrettuale. Partecipano alle
procedure di verifica della qualità delle
prestazioni, all’individuazione e al
perseguimento degli obiettivi del Distretto aziendale, al fine della piena realizzazione del governo clinico…” Uno
stretto rapporto con noi “… consente di conseguire importanti obiettivi
strategici quali, ad esempio, il governo
della domanda verso i propri centri di
offerta.”
Insomma non sussistono
più dubbi: siamo finalmente al
centro del sistema col compito
invidiabile di badare anche al governo della domanda. Peccato che
nessuno abbia mai neanche lontanamente pensato ad una
qualsivoglia azione sul governo
dell’offerta in libera proliferazione
dovunque. Ma il gran botto, come
sempre, si ha alla fine per cui riporto integralmente l’ultimo
capoverso. “Nel caso si verifichi disavanzo o si accertino comportamenti
irregolari, si provvederà tempestivamente
all’individuazione delle cause, all’adozione dei correttivi procedurali ed eventuali provvedimenti disciplinari anche
a ristoro (totale o parziale) delle somme eccedenti il budget assegnati, dal Direttore Generale nell’ambito di protocolli siglati con le OO.SS. di categoria”.
Ora poiché tutti noi siamo
pienamente consapevoli di essere dotati di pistole ad acqua non
idonee alla difesa della cassaforte
potrete comprendere la profonda arrabbiatura del sindacalista
che mi auguro non debba sentirsi solo in questo momento. Come
si può pretendere di garantire un
budget di distretto all’interno del
quale sono troppi i soggetti che
attingono, senza che il MMG
possa esercitare non diciamo
qualche forma di controllo, ma
neanche la più piccola influenza.
Come posso pensare di pagare di
tasca mia, con denaro faticosamente guadagnato, per ristorare
un disavanzo che si determinerà
quasi certamente, anche in considerazione dei tagli di bilancio. A
me pare un distillato di incoerenza un intento di questo genere.
Ecco perché già la sera dell’8
gennaio ci siamo riuniti in Consiglio Regionale della FIMMG, abbiamo inviato una dura richiesta
di modifica al Presidente Ghigo,
abbiamo coinvolto gli organi di
stampa che, stranamente (elezioni politiche incombono) sono stati assai sensibili al problema. Attueremo successive altre forme di
protesta fino ad ottenere piena e
soddisfacente modifica. Non intendo annoiare esponendo quali
saranno le prossime azioni in programma, in primo luogo perché
al momento in cui scrivo registriamo delle aperture dalla parte politica che lasciano ben sperare, ed
in secondo luogo perché sono
convinto che all’alternativa di
cambiare mestiere, si troveranno
parecchi di noi disposti a farsi
ascoltare.
Certificati di morte ISTAT
chi li deve compilare?
di Gianpaolo Bono
Facciamo il punto sulla normativa che regola questa certificazione
Da molti colleghi, Medici di
Famiglia, ho ricevuto segnalazioni
di inviti perentori, da parte di incaricati di ditte di onoranze funebri o addirittura da parte di rappresentanti delle forze dell’ordine, a stilare la denuncia di morte
(modulo ISTAT) per decessi di
loro pazienti avvenuti nei giorni
di sabato, dopo le ore dieci e di
domenica o nei giorni festivi
infrasettimanali. Talvolta, i colleghi riferiscono di vere o proprie
intimidazioni subite per via telefonica dalle ditte di onoranze funebri, tipo “se non viene avviso i
carabinieri”.
Ai colleghi di medicina generale ricordo che la materia è
regolamentata dal Testo Unico
delle leggi Sanitarie approvato con
R.D. del 27 luglio 1934 n° 1265 e
dal Regolamento di Polizia
Mortuaria, D.P.R. del 10 settembre 1990 n°285 GU n°12 ottobre 1990.
Nel Regio Decreto 1265/34 all’articolo 103 è testualmente citato “…i medici debbono per ogni
caso di morte di persona da loro
assistita denunciare al Sindaco la
malattia che a loro giudizio, ne sarebbe stata la causa.”
Il D.P.R. 285/1990 all’art.1
specifica: “Nel caso di decesso
senza assistenza medica la denuncia della presunta causa di morte
è fatta dal medico necroscopo di
cui all’art.4…
La denuncia della causa di
morte, di cui ai commi precedenti,
deve essere fatta, entro le 24 ore
dall’accertamento del decesso, su
apposita scheda di morte, stabilita dal Ministero della Sanità, d’intesa con l’Istituto Nazionale di
statistica.
… Le schede di morte hanno
esclusivamente finalità sanitarie,
epidemiologiche e statistiche.
All’art. 4 Le funzioni di medico necroscopo, …, sono esercitate da un medico nominato dall’Unità Sanitaria Locale competente.
… I medici necroscopi dipendono per tale attività dal coordinatore sanitario dell’Unità Sanitaria Locale….
Il medico necroscopo ha il
compito di accertare la morte, redigere l’apposito certificato previsto.
La visita del medico
necroscopo deve sempre essere
effettuata non prima di 15 ore dal
decesso, salvo i casi previsti dagli
artt. 8, 9, 10 e comunque non
dopo le 30 ore.
Art. 37 Fatti salvi i poteri dell’autorità giudiziaria sono sottoposte al riscontro diagnostico, secondo le norme della Legge 15
febbraio 1961 n. 83, i cadaveri
delle persone decedute senza assistenza medica, trasportati ad un
ospedale o ad un deposito di osservazione o a un obitorio…”
Alcune ditte di onoranze funebri, come riferiscono poi i familiari del defunto, affermano che
“se chiamano il medico della ASL,
questi fa fare l’autopsia”. Da quel
momento in poi si scatena la caccia al medico curante che compili il certificato ISTAT.
Alcune volte, specialmente al
sabato, la visita del medico
necroscopo viene rinviata al lunedì mattina, non rispettando il
termine massimo delle trenta ore,
costringendo la famiglia a rinviare i funerali di un giorno.
Qualunque medico, chiamato
al capezzale di un defunto a redigere “l’apposita scheda di morte”,
se non ha assistito personalmente al decesso, obbligatoriamente
deve redigere solo il certificato di
constatazione di morte, a ogni
altra
constatazione
e
certificazione di legge deve provvedere, nei tempi e modi previsti, il medico necroscopo.
Il nominativo e relativo numero telefonico del medico
necroscopo reperibile viene segnalato dai colleghi del 118 e, dato
che tutte le telefonate ricevute e
fatte dal servizio del 118, vengono registrate, per ovvi motivi
medicolegali, suggerisco che questo servizio della ASL venga attivato tramite i colleghi del 118.
Forse dovrebbero essere i Servizi di Igiene delle ASL a informare dettagliatamente sia le ditte
di onoranze funebri, sia i medici
di famiglia e sia i colleghi che si
occupano del servizio di medico
necroscopo, secondo i termini
della legislazione vigente in merito al Regolamento di Polizia
Mortuaria, anche perché la loro
inadempienza potrebbe avere
anche conseguenze di tipo penale.
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In ricordo di Guido Martino
“... A questo proposito (il segretario) ha ricordato e ringraziato pubblicamente a nome suo personale e di tutti gli
iscritti il Dott. On. Guido Martino, segretario provinciale dal 1982 al 1990,
che con la sua instancabile ed appassionata opera ha guidato il sindacato nell’epoca di transizione per la medicina generale conducendo innumerevoli battaglie
per l’affermazione dei diritti dei medici.”
Così scriveva Salvio Sigismondi
quasi dieci anni fa, salutando il suo
predecessore.
A distanza di un anno da Massimo Ferrua, anche Guido Martino
ci ha lasciati.
Nel 1982 avevo avuto l’occasione e la fortuna di conoscerlo, nel
periodo in cui fu inventata l’associazione per lo ‘smaltimento’ dei
pazienti oltre il massimale di 1800.
Mi accolse con la gentilezza e la disponibilità che lo hanno sempre
contraddistinto, e così iniziai a lavorare nel suo ambulatorio a Madonna dell’Olmo, ancor prima di
essere iscritto negli elenchi della
Medicina Generale dell’allora
USSL 58.
Poi gli anni passarono, diventai
“grande” ed autonomo, lasciando
il suo studio. Ci risentivamo
ogni tanto, quando aveva bisogno
di sostituzioni durante le assenze
per l’attività di deputato a Roma;
non mancava mai di ringraziarmi
e... di invitarmi ad iscrivermi alla
FIMMG!
Poi la notizia della malattia, il
successivo pensionamento. La grinta, però, non se n’era andata: nel
1995 gli fu proposto di candidarsi
come Sindaco per il Comune di
Cuneo. Mi chiese di affiancarlo
come consigliere, ed accettai di
buon grado. Ricordo ancora quelle
sere in Consiglio Comunale, la sua
preparazione e la sua conoscenza
approfondita di tutti i problemi.
Il giorno successivo alla sua
scomparsa, quando diedi la notizia
ad un mio paziente che era stato
già suo, questi rimase un momento sbigottito, poi esclamò: “E’ andato a riscuotere tutto il bene che
ha fatto!”.
Credo che questa frase esprima
tutta l’essenza di quello che era
Guido Martino: un galantuomo,
probabilmente l’ultimo medico di
una generazione che non c’è più.
Così vorremmo ricordarlo anche
noi: cortese, sempre disponibile sia
per i pazienti sia per i colleghi, gentile ma fermo all’occorrenza, alieno da tutti i giochi di potere.
Ciao Guido, grazie per tutto
quello che hai fatto per noi.
F. M.
Gli esami nell’ASL 15
non finiscono mai...
Comunichiamo il testo della lettera che il Fiduciario FIMMG della ASL 15 - Cuneo dr. Franco Magnone
ha nei giorni scorsi inviato ai destinatari in indirizzo:
Al Primario Anatomia Patologica - Ospedale S. Croce;
Al Primario Laboratorio Analisi - Ospedale S. Croce;
Al Primario Medicina Nucleare - Ospedale S. Croce;
Al Primario Radiologia - Ospedale S. Croce.
e, per conoscenza:
Alla Direzione Sanitaria Ospedale S. Croce
Alla Direzione Sanitaria ASL 15
Gentili colleghi,
in occasione di un corso di aggiornamento organizzato per i medici generali dall’ASL 15, imperniato sui test di
laboratorio per le malattie reumatiche, abbiamo appreso dalla consulente specialista dott.ssa Nicoletta Romeo alcune
novità concernenti vari esami.
Senza entrare nello specifico, con la presente vorremmo richiamare la Vostra attenzione sulla opportunità di una
proficua collaborazione tra servizi ospedialieri e territorio: fareste cosa utile, nonché gradita, se le “novità” in campo
diagnostico venissero portate a conoscenza, oltre che dei reparti ospedalieri, anche dei medici di medicina generale.
Ringraziando per la cortese risposta, invio collegiali saluti
Dr. Franco Magnone - Fiduciario FIMMG della ASL 15
Ditte da “sensibilizzare”
di Franco Magnone
Dopo la pubblicazione, nel luglio 2000, di un articolo relativo ai farmaci, in genere di area “specialistica”,
che NON vengono presentati ai medici di famiglia, abbiamo scritto alle ditte... incriminate, come già detto
in un successivo numero del bollettino.
Siamo al redde rationem, dato che le lettere sono state spedite a metà ottobre 2000!
Hanno dato la loro disponibilità nei confronti della nostra categoria: Glaxo Wellcome, Menarini,
Janssen-Cilag e Smithkline-Beecham.
La ditta Novo Nordisk ci aveva contattati per un incontro, che finora non è avvenuto; sappiamo però
che ne ha discusso col primario Endocrinologo del S. Croce di Cuneo, dr. Giorgio Borretta, che
ringraziamo da queste colonne per l’intervento a nostro favore.
Non si sono minimamente preoccupate di rispondere le ditte: Eli Lilly, Organon Italia,
Pharmacia&Upjohn e Wyeth-Lederle.
Pensiamo di fare cosa gradita ai nostri colleghi riportando di seguito un elenco, incompleto e relativo
ai soli prodotti di Fascia A o B, dei farmaci di queste Case, nonché la composizione e le specialità
equivalenti (ovviamente dove esistano e senza alcuna pretesa di completezza):
DITTA
ELI LILLY
ELI LILLY
ELI LILLY
ELI LILLY
ELI LILLY
ELI LILLY
FARMACO
EVISTA
KEFORAL
MANDOKEF
NIZAX
PANACEF
PROZAC
DCI
raloxifene
cefalessina
cefamandolo
nizatidina
cefaclor
fluoxetina
ALTRO FARMACO
OPTRUMA
CEPOREX
CEDOL, CEFAM, ecc.
ZANIZAL
CEFULTON, CITICLOR, EUROCEFIX, ecc.
DIESAN, FLUOXEREN
ORGANON ITALIA
ORGANON ITALIA
BELIVON
PRACTIL 21
risperidone
desogestrel+etinilestradiolo
RISPERDAL
PLANUM
PHARMACIA&UPJHON
PHARMACIA&UPJHON
PHARMACIA&UPJHON
PHARMACIA&UPJHON
PHARMACIA&UPJHON
PHARMACIA&UPJHON
PHARMACIA&UPJHON
PHARMACIA&UPJHON
PHARMACIA&UPJHON
PHARMACIA&UPJHON
PHARMACIA&UPJHON
PHARMACIA&UPJHON
PHARMACIA&UPJHON
PHARMACIA&UPJHON
PHARMACIA&UPJHON
PHARMACIA&UPJHON
PHARMACIA&UPJHON
ARTILOG
ADESIPRESS TTS
ADESITRIN
AMPLITAL
CEFAMEZIN
DUMIROX
EDRONAX
FLAGYL
GABBRORAL
INITISS
INITISS PLUS
KESSAR
MEDROL
METIGUANIDE
PANTOPAN
TUDCABIL
ZIMOX
celecoxib
clonidina
nitroglicerina
ampicillina
cefazolina
fluvoxamina
reboxetina
metronidazolo
paromomicina
cilazapril
cilazapril+HCTZ
tamoxifene
metilprednsilone
metformina
pantoprazolo
ac.tauroursodesossicolico
amoxicillina
CELEBREX, SOLEXA
CATAPRESAN TTS
MINITRAN,DEPONIT,NITRODERM,NITRODUR
AMPILISA, AMPILUX
ACEF, FIRMACEF, TOTACEF, ecc.
FEVARIN, MAVERAL
DAVEDAX
VAGILEN
HUMATIN
INIBACE
INIBACE PLUS
NOLVADEX
URBASON RETARD
GLUCOPHAGE, METBAY, METFORAL, ecc.
PANTECTA, PANTORC,PEPTAZOL
TAURO
ALFAMOX, MOPEN, NEOTETRANASE, ecc.
WYETH-LEDERLE
WYETH-LEDERLE
WYETH-LEDERLE
WYETH-LEDERLE
WYETH-LEDERLE
WYETH-LEDERLE
WYETH-LEDERLE
AVOCIN
CARVASIN
EVANOR D
MINULET
SUPRAX
TRIMINULET
ZOTON
piperacillina
isosorbide
levonorgestrel+etinilestradiolo
gestodene+etinilestradiolo
cefixima
gestodene+etinilestradiolo
lansoprazolo
PIPERITAL, SINTOPLUS, ecc.
NITROSORBIDE
NOVOGYN 21
GINODEN
CEFIXORAL, UNIXIME
MILVANE
LANSOX, LIMPIDEX
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Malati, non tossicodipendenti
Medici, non spacciatori
di Claudio Blengini*
La storia
Il dolore severo è un compagno spesso frequente ed indesiderato di molte patologie. Il controllo di
questo sintomo è un banco di prova
importante per ogni medico.
Da or mai quindici anni
l’OMS ha proposto con la collaborazione di esperti internazionale uno
strumento semplice e di facile applicazione per il trattamento del dolore: la Scala Analgesica a 3 gradini.
Essa, pensata per favorire il trattamento di questo sintomo anche nei
paesi in via di sviluppo, usa pochi
farmaci e di basso costo. Nata per la
gestione del dolore da cancro è
applicabile anche al trattamento di
altri tipi di dolore, rappresentando un
utile e semplice metodo per stadiare
il sintomo e decidere di conseguenza il suo trattamento.
Per il trattamento del dolore
severo l’OMS raccomanda l’impiego di farmaci oppioidi forti. Essi
sono infatti a detta degli esperti una
risorsa forte indispensabile per ottenere un efficace controllo del dolore
e di conseguenza per migliorare la
qualità di vita dei pazienti. L’OMS
considera il consumo pro capite di
morfina per milione di abitanti
(DDD Daily deifined Dose in termini tecnici) un parametro attendibile e indicativo di per sé della qualità delle cure erogate da un Sistema
Sanitario Nazionale.
L’Italia è stata ed è attualmente agli ultimi posti in Europa e nel
mondo nel consumo di morfina nel
trattamento del dolore. Consumiamo
quantità di morfina 35 volte inferiori alla Danimarca e 15 volte inferiori
alla Francia. Dietro di noi in Europa
stanno solo paesi come Macedonia,
Albania, Rep. Moldava. Insomma deteniamo un ben triste primato di inadempienza.
Nonostante questo, ad una recente indagine effettuata dall’Organismo Internazionale che controlla
e supervisiona il movimento internazionale degli oppioidi, che chiedeva ai singoli paesi di valutare se esistevano barriere legislative alla prescrizione, il nostro Governo ha risposto che nel nostro paese non ne
esisteva alcuna (sic!). Che di problemi ve ne siano invece lo testimoniano sia il basso consumo di questi farmaci che lo scarso numero di
Ricettari per la prescrizione di stupefacenti ritirati dai medici presso gli
Ordini. Tutto questo non è casuale:
la legge italiana è altamente restrittiva
o meglio punitiva in caso di errori
involontari: esse infatti prevede sanzioni amministrative per i medici e
penali per i farmacisti. Insomma un
clima tutt’altro che favorevole alla
prescrizione di questi prodotti, che
danneggia soprattutto i malati con
dolore.
Per cercare di risolvere questo problema e di rispondere in
modo efficace alla sofferenza dei pazienti è stata istituita presso il Dipartimento del Farmaco al Ministero della Sanità un gruppo di lavoro
della CUF con il compito specifico
di occuparsi di dolore in primis quello da cancro. La Commissione di cui
faccio parte, si è insediata nell’aprile
del 1999 ed è composta da oncologi,
palliativisti, anestesisti, farmacisti
ospedalieri e territoriale, da funzionari del Ministero oltreché da un
medico di famiglia.
Gli obiettivi di lavoro che si è
data sono tre:
ƒ suggerire modifiche
della legge sugli stupefacenti che
rendessero più semplice per i
medici la prescrizione di
oppioidi ai malati con dolore
severo
ƒ favorire l’immissione
in commercio di farmaci
oppiodi ritenuti indispensabili al
trattamento del dolore grave che
fossero a totale carico dello Stato
ƒ produrre formazione
per medici farmacisti e personale
sanitario sul problema del dolore e del suo trattamento, informando parallelamente cittadini
e malati si questo argomento.
La proposta di legge formulata dal nostro gruppo di lavoro è
approdata in Parlamento alla Commissione Affari Sociali alla fine dell’anno 2000. Il suo percorso non è
stato semplice. Ci sono state difficoltà e paure tra i deputati (molti dei
quali anche medici) che ne hanno rallentato l’approvazione. Le stesse paure e tabù che hanno impedito fino
ad ora che il nostro paese avesse una
legge civile a difesa dei malati.
La Società Italiana di Medicina Generale (SIMG) ha per questo
promosso alcuni momenti di
sensibilizzazione sul tema per
supportare la nostra richiesta di modifica della legge che il Ministro Veronesi aveva provveduto a portare in
Parlamento.
Abbiamo così organizzato un
incontro su questo tema al Ministero a Roma con la partecipazione dello stesso Ministro della Sanità, abbiamo lanciato una campagna di raccolta firme tra “addetti ai lavori” ma
anche tra i cittadini a supporto del
progetto e ringrazio i tanti colleghi
che vi hanno aderito. Infine quando
la possibilità di approvazione è sembrata vacillare la SIMG si è fatta
promotrice di un comunicato stampa a cui hanno aderito prontamente
gli Ordini dei Medici, dei Farmacisti, dei Veterinari, il collegio degli Infermieri, la FIMMG, le più importanti Associazioni di specialisti
(Oncologi, Anestesisti, Palliativisti e
così via) e il Tribunale del Malato,
ripreso dalla stampa nazionale, per
ricordare l’importanza di un provvedimento che non poteva più attendere. In esso tutte le Organizzazioni
firmatarie ribadivano di essere a fianco dei malati per vigilare che il loro
diritto al controllo del dolore venisse tutelato dallo Stato italiano senza
più altri indugi.
L’approvazione della modifica della legge alla Commissione Affari Sociali della Camera, presieduta
dall’On. Bolognesi (che tanto si è
adoperata per la sua riuscita), dopo
questo ultimo atto non si è fatta attendere. Alla Commissione Sanità del
Senato, dove il provvedimento è
giunto per competenza verso la metà
di gennaio, dopo alcune scaramucce,
è stato ratificato senza modifiche
(evitando così un suo ritorno alla Camera), ancora grazie alle pressioni del
mondo della Sanità. Il provvedimento è stato così licenziato
definitivamente in data 24 gennaio
2001.
Esso è ora finalmente legge
dello Stato con il consenso di tutte
le forze politiche sedute in Parlamento. E’ un atto di civiltà e di rispetto
nei confronti dei malati di cui tutti
dobbiamo essere orgogliosi. Restano gli adempimenti di legge per renderlo operativo: la firma del presidente della Repubblica e la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale
che prenderanno all’incirca altri due
mesi, poi cominceremo a vedere
cambiare le cose.
Cosa cambia con
la nuova legge per
medici,
farmacisti e malati
Ecco qui di seguito un breve riassunto dei punti salienti.
ƒ I farmaci che godranno
delle nuove modalità semplificate di prescrizione sono
Buprenorfina,
Codeina,
Diidrocodeina,
Fentanyl,
Idrocodone, Idromorfone,
Metadone, Morfina, Ossicodone,
Ossimorfone
ƒ Sarà possibile prescrivere i
farmaci oppioidi sopra indicati “a
malati con dolore severo dovuto a cancro o altra patologia degenerativa”.
ƒ Sarà possibile che i medici
e i veterinari si approvvigionino
dei farmaci sopra elencati attraverso autoricettazione. Essi saranno inoltre autorizzati ad approvvigionarsi,
mediante
autoricettazione, detenere e a trasportare la quantità necessaria di
sostanze di cui alle tabelle I, II e
III previste dall’articolo 14, per
uso professionale urgente. Copia
dell’autoricettazione è conservata per due anni a cura del medico, che tiene un registro delle prestazioni effettuate, per uso professionale urgente, con i farmaci
sopra indicati.
ƒ Vengono rimosse le sanzioni amministrative per i medici e
quelle penali per i farmacisti in
caso di errori formali involontari
nella compilazione o nella spedizione della ricetta
ƒ Cambierà in tempi brevi il
Ricettario Ministeriale Stupefacenti. Non esisterà più il ricettario
a 3 sezioni da compilare ciascuna a mano da parte del medico .
Esso verrà sostituito presto dal
Ministero della Sanità con un
ricettario a ricalco in triplice copia per i farmaci rimborsabili dal
SSN e in duplice copia per quelli
non rimborsabili. (Dovremo così
compilare una sola volta la ricetta per ogni prescrizione, come già
facciamo per gli altri farmaci).
ƒ Sarà possibile prescrive su
ogni ricetta due sostanze o due
dosaggi dello stesso farmaco.
ƒ La durata massima della
prescrizione sarà di 30 giorni
(contro gli attuali 8 giorni)
ƒ La validità della ricetta sarà
di 30 giorni (contro gli attuali 10
giorni)
ƒ La ricetta dovrà contenere
l’indicazione del domicilio professionale e del numero di telefono professionale del medico
chirurgo o del medico veterinario da cui è rilasciata.
ƒ La consegna, di quantità
terapeutiche dei farmaci indicate nell’elenco sopra riportato, al
domicilio dei malati con dolore
severo per cancro o malattia
degenerativa potrà essere fatta
anche da parte di operatori sanitari, se accompagnata da dichiarazione sottoscritta dal medico
di medicina generale, di continuità assistenziale o dal medico
ospedaliero che ha in cura il paziente
ƒ Infine saranno autorizzati a
trasportare quantità terapeutiche
dei farmaci sopra elencati, (accompagnate dalla certificazione
medica che ne prescrive la posologia e l’utilizzazione a domicilio
per il trattamento delle patologie
ricordate in precedenza) gli infermieri professionali che effettuano servizi di assistenza
domiciliare nell’ambito dei distretti sanitari di base o nei servizi territoriali delle Aziende sanitarie locali, e i familiari dei malati, opportunamente identificati
dal medico o dal farmacista.
(*) Presidente della Sezione cuneese
della SIMG e Membro del Gruppo di
lavoro sul dolore della CUF
presso il Ministero della Sanità
Inserto per gli iscritti FIMMG
Per gli iscritti alla nostra sezione questo numero contiene le informazioni ed il modulo per la richiesta alle ASL dell’INDENNITA’
INFORMATICA prevista dalla nuova Convenzione.
Nato... di luna persa
di Salvio Sigismondi
Il nostro notiziario compie dieci anni. Bilanci e speranze.
Dovendo in questi giorni ripercorrere una vecchia vicenda sindacale ho rimesso mano all’archivio ove conservo tutti i numeri di
CUNEO FIMMG, che, alla mia
dipartita lascerò in eredità alla segretaria provinciale. Il primo numero vide la luce in data 15.10.90. E’
dunque trascorso il decennale senza alcun clamore e senza che alcuno di noi se ne accorgesse: probabilmente il nostro bollettino nacque
appunto “di luna persa”.
Tuttavia confesso qualche
soddisfazione nel ripercorrere nel
breve spazio di un pomeriggio festivo l’intera vicenda di dieci anni
richiamata dalla lettura di alterne vicende sindacali della provincia, degli avvenimenti puntualmente riferiti, dei fatti accaduti. Il ricordo si
spinge agli esordi del nostro bollettino cui pervenimmo dopo alcuni
anni di apprendistato, periodo nel
quale i colleghi di Torino inviavano
anche ai nostri pochi iscritti il loro
bollettino, che tra l’altro è scomparso dalla scena, sostituito da altre
forme di comunicazione. Ricordo
le lunghe peregrinazioni, proprio
nel senso fisico del termine, per i
corridoi del Tribunale in compagnia
del nostro Direttore Piero Sabena
che si offrì di sottoporsi all’iscrizione all’Albo dei Giornalisti ed a
quant’altro pur di riuscire nell’impresa. Con la sua direzione sempre
attenta ed intelligente, ma discreta,
siamo passati attraverso agli ultimi
dieci anni lasciando qualche segno
all’interno della nostra categoria e
non solo. Poco tempo dopo, sempre grazie alla disponibilità del collega Sabena, siamo stati tra i
8
fondatori del bollettino dell’Ordine dei Medici, per il quale il compianto collega Paolo Olivero spese
qualche intento per imporre il nome
di Notiziario che noi non gradivamo, ma infine riuscì a convincerci.
Il bollettino si caratterizzò
fin dall’inizio come strumento utile alla categoria dei Medici di Famiglia, di stretta proprietà di tutti
gli iscritti, di completa apertura al
contributo di chiunque ritenesse
utile far udire la sua voce, evitando
sempre ed accuratamente ogni forma esplicita o sottintesa di qualunque forma di censura. Sono state
pubblicate integralmente tutte le
lettere che i colleghi, nel tempo ci
fecero pervenire, sia quelle gradite,
sia quelle francamente sgradevoli,
sia di colleghi iscritti e simpatizzanti,
sia quelle di colleghi non iscritti od
ostili: a tutti abbiamo cercato di rispondere civilmente illustrando il
nostro pensiero.
Scorrendone i vari numeri
chiunque può trarre, con sufficiente chiarezza, un giudizio sulla vita
della nostra sezione provinciale,
non essendovi stata alcuna vicenda
di un certo rilievo che non sia stata
toccata da uno scritto del nostro
bollettino. Si incontreranno momenti felici ed esaltanti accanto ad
altri meno smaglianti; tuttavia pur
essendo il meno idoneo ad espri-
mere un giudizio sereno, mi azzardo ad affermare che la nostra sezione provinciale non abbia mai
compiuto grossolani errori. Anzi: in
alcune occasioni mi risulta che abbiamo avanzato proposte apprezzate e portate ad attuazione dai vertici nazionali e regionali. Anche qualche articolo di quella splendida penna che sta in mano al collega Beppe
Ballauri, ci fu rubata dalla stampa
nazionale.
Nell’occasione del decimo
compleanno spetta a me l’onore di
ringraziare pubblicamente tutti coloro che hanno in qualche maniera
contribuito allo, spesso ingrato
compito, di redigere il bollettino, e
che continuano nel loro lavoro con
passione e dedizione. Sarebbe assai
lungo l’elenco completo a partire
dai primi collaboratori per arrivare
fino agli attuali, per cui preferisco
non elencarli tutti. Sappiano costoro che meritano il ringraziamento
la comprensione ed il sostegno di
tutta la categoria, sappiano che l’attuale segretario augura loro che nel
secondo decennio, quello nel quale
il nostro bollettino raggiungerà la
maggiore età, la loro creatura, nata
di luna persa, possa giustamente
meritare un posto al sole.
Orario di segreteria
Dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 12,30
e il giovedì dalle 14,30 alle 16,30
Tel. 0171.69.04.19 - Fax 0171.60.05.27
e-mail: [email protected]
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