174 OO rizzonte internazionale / temi religiosi nel mondo

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174 OO rizzonte internazionale / temi religiosi nel mondo
O
O rizzonte internazionale / temi religiosi nel mondo
Phase.
Revista de pastoral
litúrgica
La mujer en la liturgia
56(2016) 332, 1 marzo
L
L’
a rivista bimestrale Phase, fondata nel 1960 da p. Tena Garriga e oggi diretta da Jaume
Fontbona con caporedattore Antonio
Goñi (rispettivamente presidente e
membro del Centro di pastorale liturgica di Barcellona), è legata all’Istituto
superiore di liturgia di Barcellona e collaborano con essa liturgisti spagnoli,
latinoamericani, italiani e di altre nazionalità. Il numero – sempre monografico – in uscita tratta del ruolo della donna nella liturgia, offrendo una ricca panoramica di aspetti e di autori. Elisa
Estévez López scrive sulla Presencia de las mujeres en la comunidad cristiana; Daniela Del Gaudio su La dimensión femenina en
la liturgia: perspectiva teológica e histórica a partir del pensamiento
de Edith Stein; Dionisio Borobio su La mujer como agente de la celebración litúrgica. Servicios y ministerios litúrgicos; Paula Marcela Depalma su Palabras, gestos y formas de participación para una
liturgia inclusiva; Juan Javier Flores Arcas su La bendición de las
mujeres en la liturgia.
Segue una serie di «Puntos de vista», tra i quali troviamo un testo di Matías Augé – El rito del lavatorio de pies en la liturgia romana –, noto liturgista, sul rito della lavanda dei piedi, cui di recente
sono state ammesse anche le donne.
ultimo numero disponibile della
rivista ecumenica offre diversi
spunti d’interesse, primo fra tutti il fatto d’essere il primo numero pubblicato da una nuova gestione assunta
dai padri gesuiti della Facoltà di scienze
religiose dell’Università S. Joseph di Beirut, dove da inizio gennaio 2015 si è trasferita, lasciando la sede storica di Gerusalemme, città nella quale
venne fondata nel 1951 dai padri bianchi. Una rivista che ha nel
suo DNA le sfide, mai mancate nel corso della sua lunga storia, che
tuttavia hanno contribuito a rafforzare l’idea di fondo: la necessità
di un effettivo cammino ecumenico per le comunità cristiane del
Medio Oriente.
Nel numero, oltre agli articoli dedicati al futuro della rivista (F.
Bouwen), a una panoramica storica sulle comunità giudaico-cristiane dell’età apostolica (E. Marzin) e ai «dilemmi ecumenici»
presenti nella Palestina di oggi (D. Neuhaus), presenta due sezioni
– «Eglise en dialogue» e «Relations interreligieuses» – con un’analisi delle sfide di una «catechesi in comune» tra le comunità presenti in Medio Oriente (G. Hachem), con un bilancio del dialogo tra
Chiesa cattolica e quella ortodossa tenuto ad Amman nel 2014 (F.
Bouwen), con uno studio della crisi del dialogo islamo-cristiano a
partire dal settembre 2001.
PUBLIK FORUM
Brüssel nach dem Terror
Eine Stadt sucht Heilung
(2016) 7, 15 aprile 2016
CAtholic Herald
Pacifism won’t work.
The Vatican would be foolish to ditch
just war theory, say Matthew Shadle
and Lord Guthrie
129(2016) 6759, 29 aprile 2016
è
un reportage da Bruxelles la cover
story del numero del 15 aprile di
Publik Forum, il quindicinale tedesco «critico, cristiano, indipendente»
fondato nel 1972 e vicino ai movimenti
Noi siamo Chiesa e Iniziativa dalla base.
Thomas Seiterich si è recato a Bruxelles
quindici giorni dopo gli attentati del 22 marzo, e racconta di una
città in guerra, piena di soldati e con una cittadinanza ancora in
stato di shock.
E ha affrontato in diversi incontri – soprattutto nel quartiere di
Molenbeek, i cui 100.000 abitanti sono quasi tutti musulmani – altrettanti aspetti meno evidenti della convivenza di culture nella città. Con un educatore di origine marocchina parla dell’arruolamento di giovani nel jihad.
Il giovane parroco camerunense gli racconta il tentativo – oggi
dopo gli attentanti quanto mai faticoso – di festeggiare insieme tra
cristiani, musulmani ed ebrei le più importanti rispettive feste religiose. E poi rappresentanti di due moschee, una suora domenicana
psicologa e altre realtà che testimoniano una grande paura e una
grande incertezza che gli attentati hanno seminato, soprattutto
nella generazione dei «padri». Il reportage è completato da un articolo di taglio storico-teologico sulla riforma dell’islam, di Ulrich
von Schwerin.
174
proche-orient chrétien.
Revue oecuménique
d’études
et d’informations
65(2015) 1-2
Il Regno -
at t ua l i t à
6/2016
I
l «pacifismo non funziona». Anche la
Chiesa, pur condannando la guerra,
ha continuato ad affermare che l’uso
della forza «nelle situazioni peggiori è legittima». La rivista inglese Catholic Herald torna sul tema a partire da una recente conferenza promossa in
Vaticano dal Pontificio consiglio della giustizia e della pace e da Pax
Christi, e si sofferma sull’utilizzo militare delle nuove tecnologie. La
«teoria della guerra giusta» non è ancora tramontata e «dovrà fare i
conti con robot, droni e satelliti». Per l’ex capo di stato maggiore
della Difesa, Charles Guthrie, spesso le alternative alla guerra «sono
ancora peggio». In un altro articolo del numero, Raymond J. de
Souza, sacerdote della diocesi di Kingston (Ontario), parla di un
problema editoriale quanto alle note dell’ultima esortazione di papa
Francesco. «Le note nei documenti magisteriali servono a dimostrare la continuità con il magistero precedente, ma che cosa succede se
paiono non dire quello che dovrebbero dire?», citando in particolare
la «famosa nota 351» sulla comunione ai divorziati risposati. «L’Amoris laetitia – secondo l’autore – patisce il problema di citazioni selettive che, anche se apparentemente brillanti nel breve periodo, diminuiranno il valore duraturo del testo indebolendo la sua continuità con l’insegnamento autoritativo del recente passato».